Donnarita Magazine n°5

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Donnarita magazine

le belle idee colorano la vita

n°5


editoriale

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onnarita Magazine compie un anno. Anche il piccolo gruppo di “streghette” che investe anima e corpo per portarlo avanti stenta a crederlo. La sfida di mettere una rivista on-line, con poca pubblicità e molte molte idee, tutte prodotte, ci sembra in parte vinta. Abbiamo decine di migliaia di persone che ci seguono in tutto il mondo. Da adesso in poi ci sentiamo in grado di cambiare per andare avanti e migliorarci. Chi in questo momento ci sta leggendo è perchè “ha fatto suo” questo gioiellino che ancora non è di carta ma che pian piano si fa strada per arrivarci. Chi già ci conosce troverà la rivista arricchita di spiegazioni tecniche e questa volta “per sapere come si fa” non vi rimandiamo al sito come nei numeri precedenti. Un lavoro che ci ha fatto ritardare l’uscita ma che rende il magazine utile oltre che bello. Il numero è prettamente autunnale. Abbiamo giocato con il nero lavagna per rendere speciale la festa di Halloween che ormai si è affermata anche in Italia, abbiamo sviluppato idee con i Masking Tape, che in tante ci chiedevano. Conoscerete poi i nostri gusti con un classico che si fa in ogni famiglia, le collaboratrici più strette di Donnarita Magazine hanno cucinato la loro personale torta di mele, giusto per festeggiare il compleanno del giornale. Nella rubrica viaggi abbiamo una firma prestigiosa del giornalismo che ci racconta la Venezia del lusso, quella scelta dal mitico George per convolare a nozze. E poi il solito alternarsi di idee romantiche e contemporanee, tutte unite dal “fil rouge” della semplicità di realizzazione. Perchè il nostro DIY segue un motto: “have fun!”. L’importante è divertirsi.


HAVE FUN!


sommario autunno 2014

Donnarita magazine

Direttore Maria Rita Macchiavelli macchiavelli@donnarita.it Art director Alessandra Dani adani@donnarita.it Redazione Celeste Vimercati celeste@donnarita.it Simona Gallarate simona@donnarita.it Grafica Silvia Moro silvia@donnarita.it Web Designer Marco Novello marcon@donnarita.it Segreteria Adalgisa Rossi info@donnarita.it ADVERTISING adv@donnarita.it


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EDITORIALE CONTRIBUTORS

ANIMO CONTEMPORANEO

10 R

HOME DECOR ANNI 50’ O ANNI 60’?

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BLACK FALL

24 R

MY KITSCH WUNDERKAMMER PLASTICHE DAL MONDO GIOIE DI STOFFA

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WASHI HOME TAPE

42 R

44 R

IDEE WEB MA COS’È ‘STO WASHI TAPE? ARTISTI ARTIGIANI ELENA FIORE

ANIMO ROMANTICO

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SPIRITO COUNTRY

60

PAROLE IN FOGLIE

70

R

HOME DECOR SWING STYLE

72

R

PICCOLE GRANDI IDEE ZUCCHINE GRASSE

ANIMO GOLOSO

76 92

96

R VIAGGI A LETTO CON IL TIEPOLO

104

R ATMOSFERE GOURMET LOCANDA CHIARAVALLE

ANIMO BABY

108 112

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ANIMO VAGABONDO

CHE MELA SEI? R

SOSTA GOURMET “CARMIGNAN DA FICHI”

118 R

I NUOVI MOSTRI COCCOLO, IL SUO PRIMO LIBRO PICCOLE GRANDI IDEE AL TOPO! AL TOPO!



contributors complici accoliti conniventi partecipi Seguaci adepti sostenitori...

RAFFAELLA CASTAGNA Autrice libri infanzia #libri #viaggi OSCAR FREMANTLE Viaggiatore #touring #roma

FRANCESCA CONTINI ORSETTI Fotografa #swing #yoga FRANCESCA LUNA ROCCHINI Designer-Stilista #spose #divano

MARZIA MALLI Fotografa #fiori #colore rosa

VITTORIO CINTOLESI Cerusico #viaggi#funghi

IVANA BARCELLESI Artista cartapesta#deandré


Memorabilia Gold Collection

www.seletti.it


animo contemporaneo

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home decor

Anni 50 o anni 60? Un piccolo pezzo di recupero prende vita grazie a un tovagliolino di carta. Come si fa? Scopritelo voltando pagina Creazioni e Styling Maria Rita Macchiavelli Servizio shopping Alessandra Dani Foto Marzia Malli

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1 2 4 3 1. Poltrona Sir di Arflex, direttamente dall’archivio storico, un classico degli anni ‘50. www.arflex.it 2. Sunburst clock di Vitra. Disegnato da George Nelson nel 1949 rispecchia lo stile americano di quegli anni. www.vitra.com 3. Radio.cubo versione bluetooth. Il design senza tempo di Richard Sapper e Marco Zanuso rivisitato da Brionvega in chiave tecnologica. www.brionvega.it

4. Lampada AJ, in uno dei nuovi cinque colori studiati da Louis Poulsen in occasione dei cinquant’anni. Design Arne Jacobsen. www.louispoulsen.com 5. Cuscino Multi Stem, 100% cotone stampato in uno dei classici motivi di Orla Kiely. www.orlakiely.com 6. Tavolino Lövbacken in fibra di legno con impiallacciatura in pioppo, il nuovo retrò firmato Ikea. www.ikea.com

ric re lo a st ile !

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home decor spiegazioni

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4 Un

vecchio appendiabiti 4 Gesso acrilico aggrappante 4 Colla vinilica 4 Tovagliolini di carta Marimekko 4 Pennelli piatti 4 Un taglierino

1.

Lavate e asciugate bene il vecchio appendiabiti quindi stendete sulla base una mano di gesso acrilico bianco e lasciate asciugare per due o tre ore.

2.

Sfogliate il tovagliolino di carta, eliminate i due veli bianchi e tenete soltanto l’ultimo velo stampato.

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3.

Diluite la colla vinilica in acqua (metà e metà) mescolatela molto bene. In alternativa usate una colla per decoupage con tovagliolino. Stendetene un velo molto tirato sulla base trattata con il gesso e appoggiatevi sopra il velo stampato del tovagliolino.

4.

Fate aderire il tovagliolo con un pennello asciutto facendo attenzione a non creare strappi e lasciate asciugare. Rifilate la carta asciutta con il taglierino. Se volete redere lavabile l’oggetto ripassate una mano di colla su tutta la carta e lasciate asciugare.

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COSA OCCORRE


MENSWEAR CLOTHING AND ACCESSORIES COLLECTION

www.punkmonsieur.com


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BLACK FALL L’autunno si veste di nero con il decor effetto lavagna Idea, realizzazioni e styling Maria Rita Macchiavelli Foto Francesca Contini Orsetti


IN QUESTA PAGINA, L’OCCORRENTE PER UNA APPARECCHIATURA TOTAL BLACK & WHITE. PIATTI, BICCHIERI E SPATOLE IKEA. TOVAGLIOLI MARIMEKKO. NELLA PAGINA A DESTRA, UN PARTICOLARE DEL PIATTO DECORATO SOTTO VETRO CON I SIMBOLI DEL GIOCO DEL TRIS.

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IL FASCINO MODERNO DELLA TAVOLA IN BIANCO E NERO

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I BICCHIERI PORTACANDELE OCCORRENTE per un bicchiere di 9 cm di diametro 4 50 cannucce di plastica colorate 4 Forbici 4 Nastro biadesivo trasparente 1. Lavare e asciugare bene il bicchiere e avvolgerlo con due o tre giri di nastro biadesivo trasparente. 2.Togliere la carta protettiva dal nastro biadesivo. 3. Iniziare a posizionare le cannucce che rimarranno attaccate al biadesivo. 4. Arrivati a metà bicchiere accorciare le cannucce con le forbici (oppure lasciarle lunghe a piacere). 5. Finire così tutto il bicchierino. Se le cannucce sono state lasciate lunghe piegarle a raggiera verso l’esterno.

IL RUNNER DA TAVOLA OCCORRENTE per un runner di un metro circa 4 200 cannucce circa di plastica colorata 4 Forbici 4 Nastro adesivo telato del tipo americano 1. Stendere sopra un tavolo le cannucce alternandole per colore e mettendo la parte piegata un po’ da un lato e un pò dall’altro. 2. Facendosi aiutare stendere una striscia di nastro telato in modo da tenere ferme tutte le cannucce insieme. 3. Rigirare il runner e controllare se sono rimasti degli spazi e riempirli con altre cannucce. Regolare con le forbici il nastro adesivo e posizionare il runner al centro del tavolo.


ATMOSFERE DARK PER LA TAVOLA DI HALLOWEEN

La sera del 31 ottobre si festeggia in tutto il mondo occidentale la notte di Halloween.

Festa di origine celtica, americanizzata lo scorso secolo è entrata a far parte delle ricorrenze anche in Italia. Partita da noi in sordina e solo come festa per bambini, da qualche anno è entrata nelle case come serata specile. Cibi a tema, piccoli travestimenti anche per gli adulti e molto decor sulla tavola. Lasciamo le ragnatele sintetiche ai bambini e “lavoriamo” sulla classica zucca che con l’aiuto della vernice effetto lavagna diventa una sorta di grasso block notes. E’ all’insegna del gioco e del nero che nasce l’idea di questo servizio. Serata conviviale con gli amici rigorosamente a lume di candela ma con un tocco di contemporanea trasgressione data dai dettagli in nero. Questa sera scherzare con il cibo è permesso e soprattutto “baloccarsi” con i piatti che una volta finiti gli antipasti diventano il gioco più classico e inutile della storia: il tris. Il punteggio? andrà segnato sulla zucca centrotavola.

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IN QUESTA PAGINA, SULLE MENSOLE DI LEGNO CONSUMATO DAL MARE MONTATE SULLA PARETE DI ALLUMINIO, I BICCHIERI DIPINTI CON LA VERNICE EFFETTO LAVAGNA DIVENTANO PICCOLI CACHE POT PER PIANTINE GRASSE, DECORABILI A PIACERE CON UN SEMPLICE GESSETTO BIANCO. NELLA PAGINA DESTRA, UNA BOULE DE NEIGE DI PLASTICA CON BAMBOLINA MOBILE, DALLO SHOP DEL MUSÉE DES ARTS DÉCORATIFS DEL LOUVRE, PARIGI.

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I DETTAGLI CORAGGIOSI DELLA CASA DARK

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black fall spiegazioni

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COSA OCCORRE 4 Piatti

piani di vetro trasparente 4 Bicchieri di vetro conici 4 Pittura acrilica effetto lavagna 4 Gesso acrilico bianco 4 Colla vinilica 4 Carta di riso bianca o nera 4 Pennelli piatti 4 Vernice finale trasparente tipo flatting (facoltativo) 4 Gessetto bianco 4 Alcol e straccetti o carta casa

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I PIATTI “TRIS” E I BICCHIERI CACHE POT


1.

Pulite accuratamente i piatti di vetro con alcol e esciugateli bene. Rivoltate il piatto e lavorando sul fondo esterno, con un pennello piatto largo almeno 5 cm e del gesso acrilico bianco dipingete uno dei simboli del tris (una x oppure lo 0). Usiamo il gesso così da ottenere un colore pieno e non dover ripassare due mani. La cosa andrebbe a togliere spontaneità al segno pittorico. Lasciate asciugare almeno un’ora.

2.

Stendete adesso una prima mano di colore acrilico nero effetto lavagna su tutto il fondo esterno del piatto. Lasciate asciugare 30/40 minuti poi stendetene una seconda mano per rendere la copertura uniforme. Lasciate asciugare bene.

3.

Stendete sopra la pittura lavagna una mano di colla vinilica e fatevi aderire la carta di riso. ripassate la colla anche sopra e lasciate asciugare. Per impermeabilizzare ulteriormente stendete una mano di vernice finale trasparente da barche.

Nei piatti decorati sotto vetro si possono tranquillamente servire cibi sia caldi che freddi. Usate solo l’accortezza di lavarli a mano in acqua tiepida e sapone per stoviglie.

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I PIATTI “TRIS”

I BICCHIERI CACHE POT

1.

Pulite accuratamente i bicchieri con alcol e esciugateli bene. Stendete una prima mano di colore acrilico nero effetto lavagna su tutto l’esterno del bicchiere.. Lasciate asciugare poi stendetene una seconda mano per rendere la copertura uniforme. Lasciate asciugare

2.

Utilizzate il gessetto bianco per decorare l’esterno dei bicchieri. Usate una spugnetta umida per cancellare. La superficie tornerà perfettamente nera. Utilizzate i bicchieri dipinti come vasetti portapenne o cache pot.

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my kitsch wunderkammer

Plastiche dal mondo Tra le mie improbabili collezioni spiccano le plastiche colorate. Sono i miei souvenir di viaggio. Forse ho un solo competitor in questo campo, il designer Stefano Giovannoni

MADE IN JAPAN

Porta banana da borsetta che fa pensare a utilizzi alternativi. Me lo ha portato Chiara da Tokio. Ragazza di spirito.

MADE IN SALVADOR

Sembrano pezzi di design contemporaneo i bicchieri “Maya”. Penso di essere l’unica ad averli in Italia. Grazie a Tata Sonia.

MADE IN THAILAND

Questa borsina l’ho comprata anni fa, non in un mercatino per turisti, ma in un centro commerciale disperso fra le risaie.

MADE IN FRANCE

Guanti da cucina super chic. Arrivano dal mio negozio parigino di bric e brac preferito. “Au Petit Bonheur la Chance”

MADE IN MAROC

I portasaponette che fanno il verso ai modelli d’alluminio degli anni’30. In tutti i bazar più poveri del Marocco.


MADE IN CHINA

I miei “bruschini” colorati. Arrivano dalla parte povera di Shanghai. Particolarità? La plastica è perlata.

MADE IN MAROC

Questa teiera “mi è venuta incontro” in un mercato poverissimo di Agadir. Spesso gli oggetti unici mi chiamano.

MADE IN INDIA

Lo specchio di plastica che somiglia al “Mirror” di Fornasetti l’ho scovato in una bottega di Thiruvananthapuram.

MADE IN JORDAN

Parente stretta del modello marocchino. Anche questa acquistata in un mercatino di Amman. Sfiora il design.

MADE IN TURKEY

Sono spazzoline per i piedi. Le utilizzano le donne negli hammam pubblici di Istanbul. Ne ho acquistate di tutti i colori. Mai usate.

MADE IN INDIA

Invece di acquistare tessuti ricamati nella città sacra di Madurai in Tamil Nadu cosa vado a comprare?

MADE IN ITALY

Questo è il primo pezzo della mia collezione di plastiche. Comprato a Bologna in un mercatino nei primi anni ‘90. WWW.DONNARITA.IT

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Semplici ma non banali. Sono una via di mezzo tra una sciarpina e un bijoux. Collane di microfibra colorata. Facili da fare e da indossare. Per dare vita anche ai capi piĂš austeri Creazioni e servizio di Maria Rita Macchiavelli Foto Francesca Contini Orsetti

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Qualcuno le ha già ribattezzate “le collane Donnarita” visto il successo che hanno riscosso in televisione e sul web.

Sono semplicissime da fare, eppure il minivideo dove vengono spiegate è stato visto da migliaia di utenti. In questo servizio le spieghiamo in modo dettagliato, perché anche se è vero che sono semplici strisce di tessuto annodate, per renderle un vero bijoux occorre prestare

attenzione all’abbinamento dei colori e alle proporzioni e distanze fra lunghezze e annodature. Dopo di che diventano un compagno inseparabile. Leggere e colorate rinnovano anche il maglioncino più triste o l’abito più serioso. La microfibra è un tessuto molto duttile e basta averlo tra le mani per farsi venire delle idee. Con gli avanzi delle collane si possono creare piccoli orecchini a fiocchetto e coloratissimi anelli ritagliando i nodi e incollandoli su una base metallica. Ecco così un primo suggerimento per i regali di Natale DIY.


IN QUESTA PAGINA, UN INSIEME DI VARIE COLLANE DOVE SI NOTANO GLI ABBINAMENTI DI COLORE. LE TINTE DEVONO ESSERE SEMPRE IN NUANCE, I COLORI POI VENGONO ESALTATI SE SI INSERISCE UNA TONALITÀ MOLTO PIÙ CHIARA O UNA MOLTO PIÙ SCURA DELLE ALTRE.


gioie di stoffa spiegazioni

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LE COLLANE “DONNARITA” COSA OCCORRE

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PER UNA COLLANA A TRE FILI 4 Tre

strisce di microfibra di diversi colori, ognuna di 150x8cm 4 Forbici da sarta 4 Righello 4 Gesso da sarta

1.

Per ritagliare bene le strisce di microfibra stendete la stoffa su un piano e tracciate delle linee verticali per tutta la lunghezza con un gesso da sarta . La misura ottimale è di 7/8 cm di larghezza.

2.

Ritagliate le strisce con forbici affilate.

3.

Stringete le strisce fra le mani e tirate forte finché la stoffa non si arrotola. Tirandole così le strisce diventano due metri di lunghezza.


4.

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Piegate le striscia a metà e fate un nodo al centro. Poi altri due nodi ai lati mantenendo una distanza di 5 cm tra ogni nodo. lavorate una volta da un lato e una volta dall’altro in modo da tenere in nodi regolari da entrambi i lati. Nella prima striscia fate 7 nodi.

5. 6.

Realizzate altre due strisce. Una con 11 nodi e una con 13 nodi.

7.

Annodate infine soltanto due dei capi delle annodature laterali. Stringete forte e tagliate via gli eccessi di stoffa.

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Portate tutti i sei capi delle strisce in pari e annodate i tre capi da un lato e i tre capi dall’altro lasciando 7/8 cm di striscia dopo il nodo. Il diverso numero delle annodature manterrà diverse le lunghezze delle strisce creando così una collana degradée.

Non solo collane ma anche bracciali. Basta avvolgere le strisce di microfibra ai polsi annodandole a ogni giro. Alternando i colori si creano una sorta di polsiere molto belle da indossare sotto i maglioncini invernali.


HOME I nastri adesivi di carta stampata decorano oggetti in ogni stanza della casa

Creazioni e Servizio Maria Rita Macchiavelli Ha collaborato Simona Gallarate Foto Marzia Malli

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Nati in Giappone da quasi un decennio gli “washi tape”, i

nastri adesivi di carta di riso stampata, hanno raggiunto una buona diffusione tra il pubblico di appassionati di craft. Non è stato facile intuirne subito la genialità di applicazione. Questi piccoli rotoli di carta adesiva possono scatenare ogni tipo di fantasia. Sono resistenti ma anche removibili perciò se un oggetto decorato viene a noia non resta che “svestirlo” togliendo il nastro. Spesso vengono relegati a piccoli lavori di cartonaggio o di scrap, ma il loro utilizzo è infinito. Noi li abbiamo applicati in ogni ambiente

della casa. Imparare a usarli è facile, non servono corsi. Basta averli fra le mani e con l’aiuto di un taglierino affilato si può lavorare su un’infinità di cose. I motivi delle stampe possono venire accostati così da realizzare delle vere e proprie texture. Non vi sono grandi segreti, l’unica accortezza, all’inizio, è quella di scegliere oggetti o superfici chiare da rivestire. La maggior parte dei tape è piuttosto trasparente (sono stampati su carta di riso), così, per far risaltare i colori, la cosa migliore è lavorare su bianco. Ci sono anche tape scuri, e qui il problema non sussiste. Come sempre, occorre solo fare delle prove.

IN CUCINA

Tableau Mariage Il tableau mariage è il più classico dei modi per indicare i posti a tavola per i ricevimenti di nozze. Il più semplice è un cartellone (tableau in francese) esposto in genere all’ingresso della sala da pranzo dove vengono indicati i tavoli e i nomi dei relativi commensali. Il tableau viene realizzato in coordinato con lo stile scelto per il matrimonio, colori e tipo di fiori sono la base di partenza. Da qualche anno però il tableau è diventato il soggetto dove la creatività degli sposi e dei wedding planner si scatena. Non più tavoli semplicemente numerati ma in base ai gusti e al tipo di coppia, i tavoli vengono indicati con nomi di musicisti o cantanti, titoli di film, attori, squadre di calcio, vini, mete esotiche o giochi si società. In questo servizio vi proponiamo un’idea romantica: ogni tavolo sarà dedicato ai più grandi autori di libri d’amore. Da Jane Austin a William Shakespeare per dirne alcuni. Perciò i posti a tavola saranno indicati sopra un libro. Si tratta di basi di polistirolo ricoperte con l’elegante carta di cotone goffrata e sulla copertina un’etichetta con il nomi degli invitati. Naturalmente si possono ricoprire libri veri, ma di storie d’amore a lieto fine.

LE POSATE E I SOTTOPENTOLA

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SEMPRE PIÙ DI MODA NEI WEDDING PLANNER GLI ESCORT CARDS, I CARTONCINI O I PICCOLI CADEAUX PERSONALIZZATI CON L’INDICAZIONE DEL TAVOLO E IL NOME DELL’OSPITE. QUESTI IN FOTO SONO CREATI CON UNA CARTA DI COTONE GOFFRATA TRATTATA CON SERIGRAFIA GOMMATA. NELLA PAGINA ACCANTO OGGETTI IN COORDINATO REALIZZATI CON LA STESSA CARTA. IL KIT DI REALIZZAZIONE CON I PEZZI PRETAGLIATI SOLO DA INCOLLARE DEL CONTENITORE PER CONFETTI CHIUDIBILE CON QUATTRO CASSETTI, DELLA CORNICE E DEL LIBRO FIRME SONO ACQUISTABILI PRESSO HOBBY & PAPERS WWW.HOBBYANDPAPERS.COM

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I FERMAGLI DA SCRIVANIA COLORATI DI TRASFORMANO IN SEGNALIBRO CON UN SEMPLICE RITAGLIO DI WASHI TAPE. NELLA PAGINA A DESTRA, LE ASTE DELLA SEDIA PIEGHEVOLE COMPLETAMENTE RIVESTITE. A PARETE LA DECORAZIONE CON IL NOME DEL BAMBINO. IL NASTRO PUÃ’ VENIRE RIMOSSO TRANQUILLAMENTE E NON LASCIA TRACCE DI COLLA SUL MURO.

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COPPIA DI BOTTIGLIE DI CRISTALLO BIANCO INCISO DECORATE CON WASHI TAPE EDIZIONE LIMITATA FIRMATA DA PAOLA NAVONE PER MT. NELLA PAGINA A DESTRA, IL TAVOLINO SAARINEN SIDE TABLE DI KNOLLSTUDIO RIVESTITO CON TAPE DELLA COLLEZIONE TIGER.

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IN QUESTA PAGINA, UNA SERIE DI GRUCCE RIVESTITE CON WASHI TAPE DI VARI COLORI E DIMENSIONI. NELLA PAGINA A DESTRA, I COPRIPRESA BIANCHI TRASFORMATI IN ELEMENTI DI ARREDO CON I WASHI TAPE.

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idee web

ma cos’è ‘sto washi tape? Sono nastri adesivi di carta di riso dai mille utilizzi creativi.Creati per i designer sono diventati il prodotto più nuovo nel campo del craft grazie alle immagini e al passaparola sul web Testo Maria Rita Macchiavelli Foto Francesca Contini Orsetti

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COSA SONO

Sono nastri adesivi riposizionabili di carta naturale (di riso o di canapa) stampata in infiniti motivi e colori.

COME NASCONO

La prima a produrre gli washi tape è stata l’azienda giapponese Kamoi Kakoshi che detiene il marchio MT (masking tape). Il lancio è avvenuto nel 2008 e da allora il prodotto ha fatto il giro del mondo e si è sviluppato in modo esponenziale soprattutto nel campo del craft. La formula originale dei masking tape è tuttora inimitata, ma in commercio si trovano diversi marchi alternativi che producono nastri di buona qualità.

CARATTERISTICHE

Gli washi tape originali di produzione giappone hanno

caratteristiche molto particolari. Sono riposizionabili ma resistono bene all’incollaggio. Il nastro si può rimuovere anche dopo anni e non lascia traccia sugli oggetti o sulle pareti. Le parti bianche sono piuttosto trasparenti perciò si adattano bene a ricoprire oggetti bianchi o chiari ma esistono in commercio anche nastri molto opachi e scuri, questi però risultano leggermente più rigidi. Una delle caratteristiche infatti è quella di essere malleabili. Si adattano bene alla forma degli oggetti perché sono vagamente elastici.

UTILIZZO

L’utilizzo dei washi tape è praticamente illimitato. Possono rivestire qualsiasi oggetto oppure essere usati come comuni nastri adesivi. Si possono strappare con le mani ma la tecnica migliore

TOP BLOG WASHI TAPE dove comprarli BABY BOTTEGA Amore+Design Shop online ricchissimo e fantasioso. Nato a Firenze dall’incontro di tre donne appassionate di design e cittadine del mondo. Daisy di origini cubane, spagnole e libanesi, Suzanne neworkese e Monica nata a Quito in Ecuador. Buona scelta di tape a partire da 4,50€.

www.babybottega.com MY WASHI TAPE E’ uno dei blog più seguiti. Nato dalla passione di Anabella, una avvenente ma soprattutto intraprendente signora argentina trapiantata a Roma. Propone idee molto semplici ed è con queste che ha contribuito alla divulgazione della tecnica del washi tape. Il sito ha uno shop di tape ben fornito con a disposizioni vari marchi oltre all’originale MT giapponese.

www.mywashitape.com WASHI TAPE ITALIA La prima piattaforma italiana dedicata interamente ai Washi tapes. Di recentissima apertura offre un supporto a tutte le appassionate e alle principianti. Non ha uno shop ma qui trovate tutte le indicazioni per muovervi nel grande mondo dei nastri adesivi.

http://washitapeitalia.com WWW.DONNARITA.IT

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artisti artigiani

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elena fiore Eclettica, spontanea e infaticabile. Con un talento tutto “gipsy” per il colore, seguitissima sul web è la piccola (di statura) star del DIY italiano Intervista Maria Rita Macchiavelli

H

o incontrato Elena Fiore la prima volta, all’inizio degli anni’90. Eravamo in un negozio milanese specializzato in carte di pregio. Si avvicinò a me chiedendomi se ero proprio io, Maria Rita Macchiavelli. Adesso mi accade più spesso, ma allora ero anch’io agli esordi della mia carriera nel mondo dell’editoria e incontrare una mia lettrice era una grande emozione. Elena aveva appena comprato un mio manuale di mosaico e ne era entusiasta. Ci rivedemmo in seguito e mi mostrò i suoi lavori di grafica e l’entusiasmo venne a me. Non capita spesso di conoscere talenti come il suo nel campo delle arti minori e ancor meno nel faidate. Elena ha una capacità innata nel concepire gli accostamenti di forme e colori che le permette di passare da una tecnica all’altra mantenendo uno stile deciso e personale. Qui in genere intervisto designer che hanno un forte legame con la manualità. In questo caso Elena non è una designer ma è la manualità stessa, nella sua forma più nobile. Elena tu rappresenti un raro caso di molteplici talenti. In genere chi pratica lavori pittorici o “sporchi” come il mosaico non riesce nei lavori “puliti” come il cucito. Tu spazi dalla stoffa al vetro con eguale maestria, ci parli del tuo processo creativo? Quali sono le tue fonti di ispirazione? WWW.DONNARITA.IT

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artisti artigiani Pensa che a questa cosa del lavoro sporco e pulito, non avevo mai pensato. Posso solo dirti come sono nate queste mie due passioni: quella musiva dopo un viaggio folgorante a Barcellona, dove ho scoperto il genio di Gaudì e la pratica invece (ho le prove!) l’ho appresa da un tuo libro con videocassetta incorporata. Tu con il tuo accento toscano, mi hai portato nel mondo delle pinze da vetro e del bisturi ad olio!. L’amore per il cucito, invece, è partito da un’esigenza pratica: io sono molto minuta e a un certo punto ho capito che facevo prima a confezionarmi i vestiti da sola piuttosto che girare alla ricerca di abiti della mia taglia che non avessero stampe di Winks o Power Rangers. Gli accostamenti a “tinte forti” sono il tuo tratto distintivo. Ci racconti il tuo rapporto con i colori? Credo che le scale cromatiche ripetute mille e più volte per compiacere la professoressa Pompas durante io mio triennio di specializzazione post-liceo abbiano lasciato un segno profondo.

La mia formazione professionale comincia come illustratrice. La svolta come decoratrice l’ho avuta proprio grazie a te Maria Rita quando mi hai coinvolta nei primi progetti editoriali, ai quali ne sono seguiti molti altri. Ho così messo insieme gli insegnamenti della temibile e bravissima Pompas con la scoperta delle tecniche di arti applicate. In tutte però continuo a vedere il colore. In Italia praticare il craft a livello professionale è possibile? Qualcuno dice che tutto è possibile...e allora lasciamo aperto questo spiraglio di speranza. La tua notorietà oltre ai libri e alle varie pubblicazioni arriva dal web. Qual è a tuo parere la formula di questo interesse? Ho aperto il mio blog nel 2008 soprattutto in seguito alla chiusura del periodico Creare con Casaviva con il quale collaboravo (e tu ne sai qualcosa). Mi sentivo orfana di una rivista creativa che trattasse gli argomenti che amavo e così ho aperto in rete, il mio magazine personale. All’inizio, selezionavo materiale dal web, e parlavo delle tecniche usate su ciò che proponevo via via nei post. L’ho sempre fatto con passione e disinteresse. Il pubblico che mi segue lo ha percepito e mi ha premiata. Oltre al successo del tuo blog Decoreblablabla tu conti un numero consistente di followers su Pinterest (ci dici quanti?), sei stata addirittura invitata a cena dal co-fondatore Evan Sharp che ti ha voluto conoscere. Come si coniuga la creatività virtuale (fatta di immagini) con il tuo lavoro pratico?

Attualmente su Pinterest, ho circa 12.000,followers e della serata con il co-fondatore, conservo un ricordo fantastico, ma non ero sola, eravamo dodici super pinners! Mr.Evan Sharp è una persona splendida. E’ umile, giovanissimo e...altissimo! In merito all’ultima parte della domanda riesco bene a coniugare la pratica e il virtuale. Sono arrivata alla conclusione che più cose ho da fare e meglio riesco a organizzarmi. Non riesco davvero a stare ferma un attimo. Cosa ci dobbiamo aspettare da Elena Fiore nel futuro? Riguardo al futuro, ci sono le premesse per qualcosa di bello e nuovo, sempre nell’ambito del DIY, ma al momento devo tenere la bocca cucita su più di un fronte. Attualmente invece ho diverse collaborazioni editoriali. Trovate le mie creazioni tessili in edicola su Cucito e Creatività edito da Fabbri-Hachette e curo in contemporanea le idee per gli inserti di Pot Decorating nell’opera collezionabile Home Garden di De Agostini. www.elenafiore.it info@elenafiore.it

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f iera di te 16 •19 OTTOBRE 2014 Fiera di Vicenza

e per la prima volta:

14 •16 NOVEMBRE 2014

in Fiera, a Roma

• • • •

Lana e Feltro Cucito Creativo Crochet Tricot e Tessitura

• • • •

Patchwork Bijoux Ricamo e Merletto Home Decor e Colore

www.officinadeiricami.it www.abilmente.org

• • • •

Cake Design Carta e Scrapbooking Area Commerciale Atelier Creativi e Mostre


animo romantico


Il metallo spugnato. Un classico tornato di gran moda Servizio Maria Rita Macchiavelli Foto Marzia Malli

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Pentole e utensili smaltati sono stati un classico della prima metà del ‘900. Non esisteva casa di

IN QUESTA PAGINA, I CACHE POT DI METALLO SPUGNATI DI ROSSO E UTILIZZATI COME PORTA UTENSILI DA CUCINA E IL PICCOLO STAMPO DA BUDINO TRASFORMATO IN OGGETTO DECORATIVO. NELLA PAGINA A DESTRA, LA CLASSICA BROCCA E I MESTOLI SPUGNATI CON IL BLU DELLA TRADIZIONE MEDITERRANEA.

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campagna dove non vi fossero pentole, catini, secchi o mestoli di ferro smaltato. Erano però molto delicati e bastava sbatterli fra di loro perché lo smalto si sbeccasse. Qualcuno allora si inventò una soluzione, per così dire “estetica”: lo spugnato. Gli oggetti venivano decorati a mano con spugne naturali e quindi passati nei forni ad alta temperatura per fissare lo smalto. Le eventuali sbeccature passavo così inosservate. Tornato di moda lo stile country, e i suoi mobili shabby questi utensili sono stati oggetto di vere e proprie caccie nei mercatini dell’antiquariato e bric e brac. Poi lo scorso anno un famoso brand francese li ha rilanciati in versione bianco e nero (che non esisteva) facendoli diventare di nuovo oggetti del desiderio. La tecnica DIY per realizzarli è molto semplice e il risultato quasi a colpo sicuro. Naturalmente si tratta di decorazione con colori “a freddo”. Si possono cioè utilizzare come oggetti di arredo e non per la cottura dei cibi. Chi ama fare regali con le proprie mani può portarsi avanti per il Natale.


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Tableau Mariage

Il tableau mariage è il più classico dei modi per indicare i posti a tavola per i ricevimenti di nozze. Il più semplice è un cartellone (tableau in francese) esposto in genere all’ingresso della sala da pranzo dove vengono indicati i tavoli e i nomi dei relativi commensali. Il tableau viene realizzato in coordinato con lo stile scelto per il matrimonio, colori e tipo di fiori sono la base di partenza. Da qualche anno però il tableau è diventato il soggetto dove la creatività degli sposi e dei IN QUESTA PAGINA, wedding planner si scatena. Non più tavoli semplicemente numerati ma in basePER ai RINNOVARE ROSSO E BIANCO gusti e al tipo di coppia, i tavoli vengono indicati con nomi di musicisti oLOcantanti, STILE CONTRY, I PIATTI DECORATI CON LO SPUGNATO titoli di film, attori, squadre di calcio, vini, mete esotiche o giochi si società. PRONTI AD ai ACCOGLIERE LA In questo servizio vi proponiamo un’idea romantica: ogni tavolo sarà dedicato FRUTTA O GLI ANTIPASTI FREDDI. più grandi autori di libri d’amore. Da Jane Austin a William Shakespeare per dirne NELLA PAGINA A SINISTRA, alcuni. Perciò i posti a tavola saranno indicati sopra un libro. Si tratta di basi CANOVACCI di DI LINO E CANAPA polistirolo ricoperte con l’elegante carta di cotone goffrata e sullaTESSUTI copertina A MANO E MESTOLI DI METALLO un’etichetta con il nomi degli invitati. Naturalmente si possono ricoprire libri veri, SPUGNATO. ma di storie d’amore a lieto fine.


SEMPRE PIÙ DI MODA NEI WEDDING PLANNER GLI ESCORT CARDS, I CARTONCINI O I PICCOLI CADEAUX PERSONALIZZATI CON L’INDICAZIONE DEL TAVOLO E IL NOME DELL’OSPITE. QUESTI IN FOTO SONO CREATI CON UNA CARTA DI COTONE GOFFRATA TRATTATA CON SERIGRAFIA GOMMATA. NELLA PAGINA ACCANTO OGGETTI IN COORDINATO REALIZZATI CON LA STESSA CARTA. IL KIT DI REALIZZAZIONE CON I PEZZI PRETAGLIATI SOLO DA INCOLLARE DEL CONTENITORE PER CONFETTI CHIUDIBILE CON QUATTRO CASSETTI, DELLA CORNICE E DEL LIBRO FIRME SONO ACQUISTABILI PRESSO HOBBY & PAPERS WWW.HOBBYANDPAPERS.COM

Lo stile “canovaccio” adorato dai francesi è anch’esso un classico della decorazione country. Gli asciugapiatti di lino o di canapa della nonna, quelli con le righe bianche e blu o bianche e rosse. I primi risalgono agli anni ‘30 del secolo scorso e non sono mai passati di moda. Ritrovati nei vecchi armadi della nonna sono diventati cuscini o tendine per le finestre della casa di campagna. Lo stile è stato ripreso anche DONNARITAMAGAZINE

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nei tovagliolini di carta. Queste due bottiglie da latte di ceramica bianca sono state decorate con la tecnica del decoupage utilizzando appunto dei tovagliolini di carta stoffa. Li abbiamo semplicemente incollati alla base dei contenitori con colla vinilica stesa sotto e sopra la carta. Una volta asciutto abbiamo dipinto la parte alta con colori da ceramica tono su tono. Le bottiglie sono utilizzabili e lavabili in acqua tiepida.


IN QUESTA PAGINA NELLA FOTO A SINISTRA, I MESTOLI DI SMALTO SPUGNATI NEI CLASSICI ROSSO E BLU. A FIANCO LA TAVOLA PRONTA PER IL PRANZO DOMENICALE . TOVAGLIETTE DI LINO CON PROFILI ROSSI ACCOMPAGNANO I PIATTINI DA DESSERT SPUGNATI A MANO. NELLA PAGINA A SINISTRA, DUE BRICCHI DI CERAMICA DECORATI CON LA TECNICA DEL DECOUPAGE, SONO STATI USATI TOVAGLIOLINI DI CARTA STOFFA EFFETTO CANOVACCIO (TOVAGLIOLINI CASPARI-PARIS).

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spirito country spiegazioni

l

C COSA OCCORRE 4 Oggetti

di metallo smaltato

bianco 4 Smalto sintetico per ceramica a freddo rosso o blu 4 Spugna marina naturale 4 Diluente sintetico o acqua ragia 4 Guanti di gomma 4 Alcol, straccetti e piattino

1.

Pulite l’oggetto smaltato lavandolo in acqua e sapone. Ripassate uno straccio intriso di alcol e asciugate. Per ottenere un risultato ottimale le superfici smaltate (come quelle di vetro) non devono avere nessuna traccia di polvere o di grasso. Queste, anche se lievi, impediscono al colore di aggrappare bene che una volta asciutto il colore tende a staccarsi. DONNARITAMAGAZINE

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2.

Indossate dei guanti di gomma. Versate il colore per ceramica a freddo in un piattino e aggiungete qualche goccia di acqua ragia per diluire un poco il colore. Bagnate in acqua e strizzate bene la spugna naturale. Intingete la pugna nel colore, e scaricate l’eccesso di colore sul bordo del piatto. Iniziate a picchiettare il colore delicatamente senza premere la spugna sul vostro oggetto. Decorate tutto l’oggetto e controllate che lo spugnato sia abbastanza uniforme. Eventualmente ripassate una seconda mano se volete ottenere una superficie più piena. Con un pennellino potete rifinire i bordi con colore pieno. Lasciate asciugare 12 ore. Lavare a mano in acqua fredda.


NEL CUORE DELLA TOSCANA

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PAROLE IN FOGLIE Da un’idea di Ivana Barcellesi Creazioni e servizio Maria Rita Macchiavelli Foto Marzia Malli e Francesca Contini Orsetti

Se proprio dovete far posto in libreria riducete i libri in”foglie”

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LE FOGLIE RICAVATE DALLE PAGINE DI VECCHI LIBRI FANNO DA TAPPETO ALLA FRUTTA AUTUNNALE DISPOSTA DULLA GRANDE CIOTOLA DI GESSO. NELLA PAGINA A DESTRA, DUE PARALUMI DI CARTA RICOPERTI CON LE FOGLIE DI CARTA E APPOGGIATI SU BICCHIERI PORTACANDELA.

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Il piacere di leggere a lume di candela


LE FOGLIE RITAGLIATE NELLE PAGINE DI VECCHI LIBRI UTILIZZATE COME SOTTOBICCHIERI. NELLA PAGINA A DESTRA, LE FOGLIE INCOLLATE SU SOTTILI LAMINE DI RAME DECORANO LA CIOTOLA DI CARTAPESTA. POSATE DI LEGNO, SELETTI. BICCHIERI, IKEA.

A tavola con la magia delle parole DONNARITAMAGAZINE

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LE FOGLIE RITAGLIATE DALLE PAGINE DI VECCHI LIBRI INGIALLITI APPLICATE CON UNA PUNTA DI COLLA A CALDO SU RAMETTI SBIANCATI. NELLA PAGINA A DESTRA UN PARTICOLARE.

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I vecchi libri non andrebbero mai buttati, al massimo rivenduti

o regalati, ma si sa, non tutto si può leggere o rileggere. Così tra i progetti di DIY si vedono da un pò di tempo libri piegati come sculture, incollati e dipinti oppure intagliati come pizzi. Le parole scritte diventano una texture irresistibile. Noi abbiamo scelto di mantenerle in vista dando alle pagine dei vecchi libri ingialliti la forma delle foglie. Un’ispirazione tutta autunnale che ci ha fatto pensare ai colori intensi dei boschi del New England ma anche alle tonalità spente delle foglie cadute e ormai essiccate. Così le parole diventano il decor della tavola di una cena intellettuale, i paralumi dell’angolo lettura o tornando a vestire rametti di legno si trasformano in una decorazione floreale. Un modo leggero per rendere ancora onore e visibilità a chi un tempo ha scritto e raccontato il mondo delle emozioni.

L’albero della scrittura

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parole in foglie spiegazioni

C di vecchi libri ingialliti 4 Penna o matita 4 Forbici da carta e forbicine da manicure 4 Colori spray: rosso, giallo, arancione 4Carta o plastica per proteggere il piano di lavoro

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C

4 Pagine

C

C

COSA OCCORRE


1.

Staccate le pagine dal vecchio libro e piegatele a metà in verticale.

2.

Disegnate la traccia a metà di una foglia con la parte interna rivolta verso la piega della carta.

3.

Con le forbici ritagliate la carta sempre tenendola doppiata seguendo la traccia del disegno. Ortterrete cosi la sagoma di una foglia.

4.

Con le forbicine da manicure praticate tanti piccoli ritagli a forma di punta per simulare le seghettature della foglia. Fatele diverse a destra e a sinistra in modo da dare alla sagoma un aspetto veritiero. Create con questo sistema altre foglie ispirandovi alle forme più comuni che si trovano in natura.

5.

In un ambiente areato o in esterno proteggendo il piano di lavoro con carta o plastica stendete le foglie di carta che avete ritagliato. Spruzzate a distanza di circa 30 centimetri un velo leggero di colore spray. Per ottenere le sfumature usate prima i colori più chiari (il giallo e l’arancione) e poi un velo di rosso. Cercate di differenziare ogni foglia dall’altra per renderle più realistiche.

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home decor

swing style Wall paper con disegni anni 30

e piccolo antiquariato. Il nuovo lusso Servizio shopping Alessandra Dani Foto Marzia Malli

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1 2 ric re lo a st ile ! 1. Set di vassoi Ovo in melanina stampata, firmati da Carlo Cracco per “Kartell in tavola” in occasione dell’ultimo Salone Del Mobile 2014. www.kartell.it 2. Candela Rouge 540 nuova “firma olfattiva” della Maison Baccarat creata dal celebre naso Francis Kurkdjian. racchiusa in un prezioso portacandela di cristallo sfaccettato. www.baccarat.com 3. Piastrelle Carmen della collezione di ceramiche decorate con serigrafia in oro zecchino firmate da Marcel Wanders. www.ceramichebardelli.it

3 4. Specchio “Collier”. Cornice e sfere in ottone lucidato. Uno degli oggetti simbolo dell’universo di Piero Fornasetti. www.fornasetti.com 5. Cuscino Cheval Pixel di Hermès in cotone spigato color stoppa. Un classico da salotto. www.hermes.com 6. Poltrona Chester One di Poltrona Frau. La sensualità del cuoio e il fascino intramontabile del fumoir. www.poltronafrau.it

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piccole grandi idee

zucchine grasse Giochi di prestigio autunnali con le zucchette decorative Creazione e illustrazione Maria Rita Macchiavelli

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A volte basta cambiare il punto di vista La zucca è uno dei frutti più curiosi in natura. Ne esistono centinaia di specie di forma e colore differenti. Non tutte sono commestibili, come quelle comunemente definite “zucchette decorative” che si trovano in commercio soltanto in autunno. Posizionate al contrario dentro a un vasetto di terracotta somigliano molto alle piantine grasse. Ci avete mai fatto caso? Ecco un’idea inedita per decorare la casa autunnale o da usare come centrotavola per la cena di Halloween.

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piccole grandi idee spiegazioni

C 4 Zucchette

C

decorative varie 4 Vasetti di terracotta per piantine 4 Colore acrilico nero 4 Vernice acrilica trasparente 4 Pennelli piatti 4 Glitter in polvere 4 Sassolini da giardinaggio

C

C

COSA OCCORRE

1.

Lavate e asciugate bene il vasetto quindi dipingetelo con una mano di pittura acrilica nera e lasciate asciugare. Se la copertura non risulta uniforme stendete una seconda mano di nero.

2.

Proteggete il piano di lavoro con carta e stendete abbondante vernice trasparente sulla zucchetta. DONNARITAMAGAZINE

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3.

4.

Inserite la zucchetta nel vasetto rivoltata al contrario. Riempite il vasetto di granella o sassolini per tenerla bloccata.

Versate il glitter in polvere sulla vernice ancora fresca stesa sulla zucchetta. Copritela completamente. Lasciate asciugare la vernice quindi scuotete via l’eccesso.


animo goloso


Sei ricette per un classico che si fa in tutte le case. La torta di mele

Servizio e styling Maria Rita Macchiavelli Foto Francesca Contini Orsetti Ricette Raffaella Castagna, Francesca Contini Orsetti, Alessandra Dani, Maria Rita Macchiavelli, Silvia Moro, Celeste Vimercati


Celeste Vimercati Foodblogger


Raffaella Castagna Autrice di libri per bambini

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Francesca Contini Orsetti Fotografa


Alessandra Dani Art director

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Maria Rita Macchiavelli Donnarita


Silvia Moro Grafica


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CINNAMON ROLLS DI CELESTE INGREDIENTI (per 9-12 pezzi): Per la pasta briosciata: 4500gr di farina Manitoba 415 gr di lievito secco 4200ml di latte 480gr zucchero di canna chiaro 4due tuorli d’uovo 480gr di burro morbido 4un cucchiaino di semi di vaniglia 41/2 cucchiaino di sale fino Per il ripieno: 45 cucchiaini di cannella 4100gr di zucchero Muscovado 4125gr di burro morbido 42 mele Golden 42 manciate di mirtilli secchi o di uvetta sultanina) 4una buona manciata di pinoli Per la glassa: 4125gr di zucchero a velo 41/2 cucchiaino di zenzero in polvere (facoltativo) 42-3 cucchiai di acqua calda Procedimento: 1. In una ciotola, riunire la farina, la vaniglia e lo zucchero. Sciogliere il lievito nel latte tiepido, versarlo nella ciotola e mescolare fino a ottenere una consistenza slegata. 2. Aggiungere al composto slegato i tuorli, uno alla volta, il sale e lavorare l’impasto per qualche minuto sul piano di lavoro o con impastatrice elettrica. .3.Aggiungere poco per volta il burro continuando a lavorare l’impasto. Anche se si usa l’impastatore elettrico una volta incorporato il burro trasferire la pasta sul piano di lavoro e impastare

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a mano per tre minuti fino a che non sia soffice e non più appiccicoso.. 4. Ungere con poco burro una ciotola e trasferirvi l’impasto. Coprire con della pellicola trasparente e lasciar lievitare due ore lontano da correnti d’aria. 5. Nel frattempo preparare il ripieno: in una ciotola lavorare il burro con la cannella e lo zucchero. A parte tagliare a dadini finissimi le mele e irrorandole con succo di limone per non farle annerire 6.Dopo due ore trasferire l’impasto sul piano di lavoro e stenderlo con il mattarello, fino a ottenere una sfoglia rettangolare grande e spessa circa 5mm. Preriscaldare il forno a 200°. 7. Spalmare il composto di burro alla cannella sulla sfoglia, lasciando un centimetro di margine. Distribuire sul burro le mele a dadini, i mirtilli e i pinoli. Arrotolare la sfoglia a cilindro e tagliarlo a rondelle di 2-3cm, con un coltello molto affilato. Traferire le rondelle in una teglia rettangolare imburrata, coprire con della pellicola e lasciar lievitare per una mezz’ora. 8. Una volta lievitati, cuocere i rolls per 35-40 minuti finché non sono dorati e cotti anche sotto. Mentre cuociono preparare la glassa, unendo lo zucchero a velo con lo zenzero (se usato) e l’acqua fino ad ottenere un composto omogeneo. Una volta sfornati, far intiepidire prima di glassare.

TARTE TATIN DI RAFFAELLA INGREDIENTI : 4 3 mele Renette 4un baccello di vaniglia

4200gr di zucchero 430gr di burro 4un rotolo di pasta sfoglia rotonda 4un tuorlo d’uovo 4un goccio di latte Procedimento: 1. In una padella con il manico resistente al calore, far caramellare lo zucchero con i semi della vaniglia e il baccello stesso. Portare il caramello a doratura, ma non troppo oltre, dato che dovrà cuocere ancora. 2. Sbucciare le mele, tagliarle in quarti ed eliminare il torsolo. Aggiungere il burro al caramello e, una volta sciolto, anche le mele. Disporre i quarti di mela a raggiera nella padella, con la parte del torsolo rivolta verso l’alto. Cuocere per una decina di minuti, o finché le mele iniziano ad ammorbidirsi. 3. Srotolare la pasta sfoglia e stenderla sulle mele (lasciate raffreddare qualche minuto) direttamente nella padella. Con l’aiuto di un cucchiaio rimboccare i lembi della sfoglia attorno alle mele. Bucherellare la sfoglia con una forchetta e spennellarla con il tuorlo sbattuto con il latte e cuocere a 200° per 20 minuti circa, o finché la sfoglia è cotta e dorata. 4. Una volta fuori dal forno trasferire subito la torta sul piatto da servizio, altrimenti il caramello solidificherà: appoggiare il piatto sulla padella, con l’aiuto di guanti forno e strofinaccio, rivoltare la padella con un movimento deciso, in modo che la sfoglia appoggi sul piatto e le mele si stacchino del fondo della


padella. Attenzione perché potrebbe colare del caramello bollente. Servire con panna montata o gelato alla crema.

CRUMBLE DI FRANCESCA INGREDIENTI (per 8-10 persone) Per il crumble: 4200gr di farina autolievitante 4125gr di burro freddo 480gr di zucchero di canna Demerara 41 cucchiaino di vaniglia e/o di zenzero in polvere 460gr di mandorle (preferibilmente non pelate) 41 tuorlo 4un pizzico di sale Per la base di mele: 44 mele Red Delicious 4200gr di zucchero 420gr di zenzero candito 4un’abbondante manciata di uvetta dorata 4100ml di panna fresca 41 cucchiaino di Maizena Procedimento: 1. Sbucciare, pelare e fare a tocchetti le mele e tritare grossolanamente lo zenzero candito. In una padella dal fondo spesso far caramellare lo zucchero. Una volta dorato, aggiungere le mele e lo zenzero. Cuocere per qualche minuto e aggiungere l’uvetta. 2. Sciogliere la maizena nella panna e aggiungerla nella padella con le mele. Cuocere per qualche minuto, o finché il composto non

riprende il bollore e il fondo di cottura non inizia ad addensare leggermente. Spegnere e mettere da parte. 3. Mettere la farina, il sale, la vaniglia e/o lo zenzero in un mixer con le lame, aggiungere il burro a tocchetti freddo (lasciarlo già tagliato e pesato qualche minuto in freezer) e azionare a brevi intervalli fino ad ottenere un composto sabbioso. 4. Unire lo zucchero e azionare nuovamente per pochi secondi. Azionare nuovamente il mixer e aggiungere il tuorlo. Frullare finché il composto non diventerà un insieme di palline irregolari. Spegnere immediatamente e tenere da parte. 5.Traferire il composto di mele cotte in una teglia in ceramica. Tritare grossolanamente le mandorle e unirle al crumble. Coprire le mele nella teglia con il crumble alle mandorle e infornare a 200° per 35-40 minuti, o finché il composto di mele non inizierà a ribollire dai bordi della teglia e il crumble non sarà dorato. Servire caldo con del gelato.

TORTA DI MELE DI ALESSANDRA INGREDIENTI Per la pasta frolla: 4 250 g di farina 4 125 g di burro 4 110 g di zucchero 4 un pizzico di sale 4 1 uovo intero e un tuorlo 4 la buccia grattugiata di un limone

Per la composta di mele 4 2 mele medie Golden o Renette 4 un cucchiaio di zucchero 4 succo di limone 4 un pizzico di cannella (facoltativo) Per la decorazione 4 2 mele medie Golden o Renette 4succo di limone 4 un poco di burro fuso 4 zucchero di canna Procedimento: 1. Spezzettare dentro una ciotola il burro (che avremo lasciato a temperatura ambiente mezz’ora prima) in pezzetti non troppo piccoli. 2. Unire la buccia del limone grattugiata e lo zucchero. 3. Strizzare con le mani, il più velocemente possibile, fino a che burro e zucchero si saranno amalgamati fra di loro. 4. Aprire le uova nel composto di burro e zucchero e amalgamare il tutto molto grossolanamente con una frusta. 5. Setacciare la farina aggiungere un pizzico di sale e versarla a fontana sulla spianatoia. Unire all’interno il composto e lavorare velocemente per evitare che il burro si scaldi. 6. Fomare una palla e metterla in frigo per almeno 3 o 4 ore. 7. Sbucciare due mele, strofinarle con un po’ di succo di limone e tagliarle a dadini. 8. Metterle a stufare con lo zucchero e un pizzico di cannella, semicoperte, in una pentolina antiaderente per circa 30-40 minuti. Far raffreddare. 9. Affettare il resto delle mele in maniera abbastanza sottile, dopo averle strofinate con un po’ di succo di limone per non farle

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annerire. 10. Foderare una teglia da crostate di 20 cm di diametro con la frolla tolta dal frigo. 11. Versare la composta di mele sulla base di pasta frolla e ricoprirla con le fettine di mela messe a raggiera a sensi alternati (il primo giro in un senso, il secondo in senso contrario e così via) 12. Spennellare con un po’ di burro fuso, spolverare con poco zucchero di canna e infornare a 200° per circa 30 minuti o fino a che la pasta frolla non inizia a dorarsi.

TARTELLETTE DI RITA INGREDIENTI Per la frolla alle nocciole: 4100gr di farina “00” 4100gr di farina di farro integrale 450gr di nocciole tritate (molto finemente) 4100gr di burro 4100gr di zucchero di canna chiaro 4un uovo 4la scorza grattugiata di un limone 4un pizzico di sale Per il ripieno: 4200gr di dulche de leche * 43 mele Granny Smith 4100gr di zucchero 450ml di rum scuro 4Nocciole tritate grossolanamente per guarnire (facoltativo) Procedimento: 1. In un mixer frullare le farine, le nocciole tritate fini e lo zucchero di canna. Aggiungere il sale, la scorza di limone e il burro freddo a

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pezzetti. Frullare fino ad ottenere un composto “sbriciolato”. 2.Aggiungere l’uovo e frullare finché non si forma una palla. Trasferire l’impasto sul piano di lavoro, compattandolo senza lavorarlo troppo. Avvolgerlo nella pellicola trasparente e far riposare in frigo almeno un’ora. 3.Nel frattempo mettere lo zucchero in una padella dal fondo spesso e cuocere a fuoco vivo fino ad ottenere un caramello chiaro. Sbucciare, tagliare le mele a tocchetti e aggiungere alla padella con il caramello. Cuocere per 5 minuti, poi sfumare con il rum, spegnere e lasciar raffreddare. 4.Riprendere la frolla dal frigo e con il mattarello stenderla in una sfoglia sottile (5mm circa) direttamente sul pezzo di carta forno che verrà utilizzata per la cottura. Trasferire la sfoglia su una placca da forno con l’aiuto della carta. 5.Spalmare il dulce de leche direttamente sul disco di frolla, lasciando 3-4cm di impasto liberi. Distribuire le mele cotte ormai fredde sul dulche de leche. Ripiegare i bordi della frolla sul ripieno, spolverare con le nocciole tritate e cuocere a 200° per 30 minuti, o finchè il fondo della galette risulta croccante. * Per la ricetta del dulche de leche: http://goo.gl/IX3ENN

TORTA CLASSICA DI SILVIA INGREDIENTI 4180gr farina 00 4180gr di burro morbido 4130gr di zucchero di canna (più 2 cucchiai per spolverare)

41 cucchiaino di lievito vanigliato 42-3 mele Gala 42 uova grandi 42-3 cucchiai di latte (se necessario) 4la scorza grattugiata di un limone 42 cucchiaini di cannella 4un pizzico di sale Procedimento: 1. Separare le uova e sbattere i bianchi a neve con le fruste elettriche. In un’altra ciotola sbattere il burro con lo zucchero fino a renderlo una crema omogenea. Aggiungere i tuorli, uno alla volta, al composto di burro e sbattere fino ad amalgamarli completamente. 2. Setacciare la farina con il lievito e un cucchiaino di cannella e aggiungerla, un cucchiaio alla volta, al composto di burro e uova, mescolando con una certa energia. Aggiungere, sempre mescolando, la scorza di limone grattugiata e il sale. 3.Con un movimento dall’alto verso il basso per evitare di smontarli, incorporare i bianchi montati a neve all’impasto. Se necessario aggiungere un paio di cucchiai di latte. Trasferire l’impasto in una tortiera (24-26cm) imburrata e infarinata, livellandolo con una spatola. 4. Sbucciare e tagliare le mele a spicchi, o a fettine sottili, e disporle uniformemente sull’impasto, facendole affondare leggermente. Spolverare con i 2 cucchiai di zucchero unito al restante cucchiaino di cannella. Cuocere a 180° per 40-45 minuti, o finché uno stecchino infilato nel centro ne uscirà pulito.


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sosta gourmet

“carmignan Da fichi” Sotto il sole di Toscana non nascono solo vino e romanzi. Non tutti infatti sanno che, la migliore qualità di fichi secchi d’Italia si produce qui, da sempre, sulle colline a nord di Firenze Servizio, foto e ricette di Vittorio Cintolesi

Suit tape Viaggiare in allegria con una valigia inconfondibile. Con i nuovi kiccissimi “duck” tape americani telati Testo Maria Rita Macchiavelli Foto Marzia Malli

IN QUESTA PAGINA LE TIPICHE RASTRELLIERE DOVE SONO STESI I FICHI A ESSICCARE. NELLA PAGINA A DESTRA UN PARTICOLARE DEI FICHI “DOTTATI” APPENA TAGLIATI.

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Carmignano sorge sulle colline toscane tra Firenze, Prato e Pistoia Dei fichi di Carmignano scrive per primo nel medioevo il “mercante di Prato” Francesco Datini, chiamando il territorio “Carmignan da fichi”. Questo frutto primitivo viene da sempre identificato con le regioni del sud Italia e in pochi conoscono la peculiarità di questo angolo di Toscana a nord di Firenze E’ qui che fin dall’antichità i fichi della varietà “dottato”, dolci e pastosi, vengono essiccati con un metodo naturale tramandato da generazioni e già descritto dal latino Columella nel “De rustica”. Grazie alla particolare lavorazione, rimasta ormai quasi a livello familiare e alle caratteristiche climatiche della zona i fichi secchi di Carmignano risultano unici per gusto e morbidezza, tanto da essersi meritati il Presidio Slow Food. La caratteristica principale è che le piante non sono mai state coltivate ma da sempre sorgono ai margini dei poderi o come capofilari nelle vigne. I pochi produttori rimasti, (se ne contano solo una dozzina), realizzano circa 10 quintali di prodotto all’anno, rendendolo una autentica specialità. Come ogni vero frutto di stagione, i fichi secchi “novelli” vengono solitamente messi in vendita durante l’Antica Fiera di Carmignano, il primo martedì di dicembre, quando ormai sulla superficie delle “picce” (le due metà del fico essiccato) si è venuta a formare la tipica “bruma” un’efflorescenza zuccherina che ne rende ineguagliabile il gusto. Chi è alla ricerca di sapori unici e autentici non può che riservare una sosta a queste magnifiche colline.

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Per informazioni: http://turismo.comune.carmignano.po.it www.fichisecchidicarmignano.it www.ficusnet.it

Seneca sui fichi... “INTERIM HOC ME ITER DOCUIT QUAM MULTA HABEREMUS SUPERVACUA ET QUAM FACILE IUDICIO POSSEMUS DEPONERE QUAE, SI QUANDO NECESSITAS ABSTULIT, NON SENTIMUS ABLATA. … EGO ET MAXIMUS MEUS BIDUUM IAM BEATISSIMUM AGIMUS. CULCITA IN TERRA IACET, EGO IN CULCITA; EX DUABUS PAENULIS ALTERA STRAGULUM, ALTERA OPERTORIUM FACTA EST. DE PRANDIO NIHIL DETRAHI POTUIT; PARATUM FUIT NON MAGIS HORA, NUSQUAM SINE CARICIS, NUMQUAM SINE PUGILLARIBUS; ILLAE, SI PANEM HABEO, PRO PULMENTARIO SUNT, SI NON HABEO, PRO PANE.” (LUCIUS ANNAEUS SENECA, EPISTOLAE MORALES AD LUCILIUM, LXXXVII, 1-3) (38) “INTANTO QUESTO VIAGGIO MI HA INSEGNATO QUANTE COSE INUTILI ABBIAMO E COME SAREBBE FACILE DI RINUNZIARVI: DIFATTI, SE CI CAPITA DI ESSERNE PRIVI PER NECESSITÀ, NON CI ACCORGIAMO DELLA LORO MANCANZA. … IO E IL MIO AMICO MASSIMO GIÀ DA DUE GIORNI VIVIAMO QUI FELICISSIMI. DORMO SU UN MATERASSO MESSO A TERRA; DUE MANTELLI FANNO UNO DA LENZUOLO, L’ALTRO DA COPERTA. IL PRANZO È RIDOTTO AL MINIMO INDISPENSABILE; È PRONTO IN UN’ORA, NON MANCANO MAI I FICHI SECCHI, MAI LE TAVOLETTE PER SCRIVERE; I FICHI, SE HO PANE, FANNO DA COMPANATICO, SE NON CE L’HO, DA PANE.”


piccole grandi idee

marmellata di FICHI verdini

Ricette spuntature d’arista al ruspo e fichi

stoccafisso ai fichi secchi

INGREDIENTI

INGREDIENTI

4 un filetto d’arista. 4 un terzo del peso del filetto di fichi secchi di Carmignano. 4 vino ruspo di Carmignano. 4 due bustine di zafferano in polvere. 4 pepe e sale.

4 uno stoccafisso. 4 un terzo del peso dello stoccafisso ammollato di fichi secchi di Carmignano. 4 vino trebbiano di Carmignano. 4 pinoli. 4 olio, pepe e sale.

Procedimento: 1. Tagliare il filetto in pezzetti lunghi due dita e spessi da mezzo dito a uno. 2. Cuocerli in teglia larga a fuoco vivo, innaffiandoli, dopo indorati, col vin ruspo, salare e impepare. 3. A due terzi della breve cottura aggiungere le picce tagliate a fettine sottili, assieme allo zafferano e altro vin ruspo. 4. Terminare la cottura in modo che resti un accenno di sughetto.

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Procedimento: 1. Trattare lo stoccafisso a suon di mattarellate e tenere in acqua (cambiata spesso) per più giorni. 2. Spezzettarlo, togliendo le eventuali lische, e metterlo in teglia con l’olio e il vino trebbiano. 3. A metà cottura aggiungere le picce i fichi secchi tagliate a fette sottili, ciascuna ulteriormente divisa in due-tre parti, e i pinoli. Ulteriore trebbiano per portare a termine la cottura. Aggiungere abbondante pepe macinato al momento. 4. Terminare la cottura in modo che resti un accenno di sughetto.

I FICHI VERDINI SI PRESTANO BENE ALLE COMPOSTE E NE FACILITANO LA PREPARAZIONE, PERCHÉ SONO SPESSO ASCIUTTI E APPASSITI, CON L’UMORE ACQUEO RIDOTTO; MANTENGONO BENE L’INTEGRITÀ DEL FRUTTO, RICHIEDONO UNA COTTURA PIÙ BREVE, COL RISCHIO SPESSO DI FARE UNA CONFETTURA TROPPO DENSA. NELLA COTTURA TENDO A LASCIARLI INTERI O DIVISI SOLTANTO A METÀ, TOLGO IL SOLO PICCIOLO E AGGIUNGO UN PO’ DI ACQUA, INIZIALMENTE, FINO AD ARRIVARE A QUELLA CONSISTENZA TIPICA DELLE MARMELLATE, CHE SI VALUTA CON IL SAGGIO DEL CUCCHIAIO: QUANDO IL COMPOSTO, PUR SCIVOLANDO, RESTA QUASI ADESO E RICALA LENTAMENTE, È IL MOMENTO DI AGGIUNGERE LO ZUCCHERO. QUESTO È SEMPRE IN MODESTE QUANTITÀ, PERCHÉ IL FICO È DOLCE; LA MARMELLATA, APPENA OMOGENEIZZATO LO ZUCCHERO, È FATTA; LA DISPONGO IN VASETTI, CHE POI STERILIZZO BOLLENDOLI PER OLTRE MEZZ’ORA; PREFERISCO FARE COSÌ, PERCHÉ LO ZUCCHERO CHE METTO NON È MAI IN QUANTITÀ DI SICUREZZA, PER ASSICURARE UNA CORRETTA CONSERVAZIONE.


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A letto con il tiepolo Venezia per pochi intimi a Palazzo Papadopoli. Aman Grand Canal, ultimo gioiello dell’ hotellerie lagunare di Oscar Fremantle

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Hotel Gran Canal Belle frequentazioni da Giovan Battista Tiepolo a george clooney

S

i sa, dai tempi di Greta Garbo: Grand hotel è sinonimo di gente che va e gente che viene, ma trattandosi di Venezia bisogna aggiungere gente che sale e gente che scende. Dai motoscafi e dalle gondole. E non ci voleva certo il matrimonio monstre di un simpatico attore come George Clooney e della sua partner avvocatessa libanese per capire che l’indirizzo veneziano scelto per festeggiare le loro nozze fosse, si, un Grande Hotel, ma anche un pezzo di storia della Serenissima Repubblica, affacciato sul Canal Grande, (basti dire che nel vasto atrio troneggia un gigantesco fanò, il tipico fanale di poppa di una galea della flotta della Serenissima Repubblica che partecipò alla vittoriosa battaglia di Lepanto nel 1571 contro i turchi). E così infatti si chiama, con accento veneziano Gran Canàl, il piccolo grande gioiello dell’accoglienza orientale del gruppo Aman (fondato a Pucket da Adrian Zecha in 1988) trapiantato tra Rialto e Accademia (primo e per ora unico in Italia), alla fermata del vaporino di San Silvestro (anche se sono pochi gli ospiti che lo usano per scendere all’Aman). Il trapianto (ospitalità + servizio Aman + Venezia) per chi l’ha

provato è perfettamente riuscito. Si tratta di un intero palazzo del Cinquecento, di quattro piani, con dei soffitti affrescati da Giovan Battista Tiepolo e con opere del Sansovino, una storica biblioteca con le pareti ricoperte di pelle di Cordova con fregi d’oro, bar, camini sontuosi, saloni da pranzo, di lettura, sale da ballo, balconate affacciate sul Canale, una leggendaria spa e un centro benessere (al terzo piano). E sul tetto una altana da cui, quando è sereno lo sguardo spazia su Venezia fino alla corona delle Alpi, Tutto questo per sole 24 residenze tra stanze e suite. E non basta: due i ristoranti, quello interno al primo piano gestito dal giovane chef bellunese Riccardo de Pra, la cui famiglia, nel ramo ristorazione dal 1921, vanta nel locale la Dolada di Pieve d’Alpago la più longeva stella Michelin d’Italia. E fuori, anch’esso sulla riva del Canal Grande, nel vasto giardino privato (l’altro è alle spalle e si affaccia verso san Polo), una vera rarità a Venezia, ricavato nell’800 dall’abbattimento di altre costruzioni, un ristorante giapponese, Naoki, che serve una cucina kaiseki, innovativa e ispirata al gusto francese. Ce n’è abbastanza per segnarsi questo indirizzo, (Palazzo Papadopoli, calle Tiepolo 1364, Sestiere San Polo) anche solo per una sosta, un drink, una


LA DINING ROOM NEL PIANO NOBILE DEL GRAND HOTEL CANAL. IL NUOVO HOTEL A 7 STELLE DELLA CATENA AMAN ALL’INTERNO DEL PALAZZO POPODOPOLI A VENEZIA

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viaggi venezia cena. Ma si sa anche, che la geografia, per quanto sia esotica e la scenografia la più sontuosa, alla fine il film diventa stucchevole se non è condito da una storia intrigante e misteriosa. E anche in questo, qui gli elementi ci sono tutti. Così a rendere più attraente la new entry dell’hotellerie veneziana c’è la storia del palazzo, passato dalla famiglia cinquecentesca dei Coccina, commercianti e marinai, alla famiglia Tiepolo e infine a quella dei Papadopoli, ricchi mercanti di Corfù, trasferitisi in laguna e poi imparentatisi con i Brandolini e gli Aldobrandini, già un secolo fa protagonisti delle grandi feste veneziane, ma anche grandi innovatori: venne installato qui il primo ascensore di Venezia, i primi candelieri con lampade elettriche e il primo sistema di telefonia interna. Una vena modernista che si trasmette. Il pronipote della leggendaria Vera Papadopoli Aldobrandini, attuale proprietario del palazzo, il conte Gilberto Arrivabene Valenti Gonzaga ha sposato la charmant Bianca d’Aosta, principessa di sangue reale con la quale vive nella vasta mansarda del palazzo, ma soprattutto alimenta la sua vena artistica dilettandosi a disegnare, ispirandosi ai fregi di famiglia e agli arredi del palazzo, delicati oggetti in vetro di Murano che illuminano le bacheche del piano terra del palazzo e sono regolarmente in vendita nell’elegante boutique dell’Aman.

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IN ALTO A DESTRA UN PARTICOLARE DEGLI AFFRESCHI DELLA ALCOVA TIEPOLO SUITE. A SINISTRA LO CHEF RICCARDO DE PRÀ E SOTTO LA SUA PERSONALE INTERPRETAZIONE DELLA PASTA ALLA CARBONARA. AL CENTRO IL GARDEN INTERNO DELL’HOTEL. NELLA PAGINA A SINISTRA LA ZONA CAMINETTO DELLA LIBRARY.

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Piccole soste di piacere Chi non riesce a prenotare una suite al Grand Canal (per questioni di over booking o più semplicemente di prezzo) a Venezia può comunque concedersi una pausa di vero lusso. Può scegliere il lusso della storia antica con un tè pomeridiano al Caffè Florian, sotto i portici delle Procuratie di piazza San Marco. E’ il caffè più antico della città frequentato nei secoli da personaggi come Goldoni, Giacomo Casanova, Ugo Foscolo e Silvio Pellico, Dickens, Goethe, Rousseau, e Gabriele d’Annunzio. Ottimi i cabaret di mini sandwich al cetriolo in puro stile old England o gli speciali tramezzini al pollo e radicchio di Chioggia con salsa Florian. Per l’aperitivo serale è doveroso un pellegrinaggio all’Harry’s Bar per gustare un Bellini là dove fu inventato da Giuseppe Cipriani. Anche qui è passata la storia e si è fatta la storia. Se è vero che Ernest Hemingway lo ha reso famoso, nel libro delle firme del locale si leggono i nomi di Charlie Chaplin, Arturo Toscanini, Orson Welles, Georges Braque, DONNARITAMAGAZINE

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Truman Capote, e Peggy Guggenheim. Insomma un aperitivo condito con lo spirito dell’arte del ventesimo secolo. Altro indirizzo speciale, amatissimo dal pubblico cosmopolita è il Bar Longhi, che prende il nome dal celebre vedutista del settecento. Tra gli specchi dorati e i marmi policromi del bancone si possono ammirare sei suoi capolavori, così come li trovereste in un museo. La cosa più bella resta comunque la terrazza sul Canal Grande dove si gode una delle viste più belle della laguna. Potreste poi trovarvi a fianco di Woody Allen, vecchio abituée dell’Hotel. Chi invece preferisce un lusso più “contemporaneo” può spostarsi la sera al PG’s Bar, il lounge dell’hotel Palazzina Grassi dove l’immaginifico Philippe Stark ha dato il meglio di sé nella ristrutturazione recente. Atmosfera di fascino e l’ambiente se pur esclusivo accoglie con calore, un luogo dove concedersi un vero aperitivo veneziano, con i saporiti cicchetti, i bocconcini che da sempre accompagnano l’”ombra de vin”.

I NOSTRI INDIRIZZI Caffè Florian Piazza San Marco Venezia tel. +39 041 5205641 www.caffeflorian.com Harry’s Bar Calle Vallaresso, 1323 Venezia tel. +39 041 528 577 www.harrysbarvenezia.com Campo S.Maria del Giglio 2467 Venezia tel. +39 041 794611 www.thegrittipalace.com PG Bar-Palazzina Grassi San Marco 3247 Venezia tel. +39 041 5284644 www.palazzinag.it


Donnarita CREATIVE IN FUGA

le belle idee colorano la vita

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atmosfere gourmet

Locanda Chiaravalle Ottima cucina e ambiente Suit che fonde trouvailles francesi tape e design contemporaneo in un delizioso locale in allegria con una valigia alleViaggiare porte di Milano inconfondibile. Con i nuovi kiccissimi “duck� tape americani telati Testo Maria Rita Macchiavelli Foto Marzia Malli

Testo Maria Rita Macchiavelli Foto Marzia Malli

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IN QUESTA PAGINA A SINISTRA, UNO SCORCIO DI UNA DELLE SALE CON IL VECCHIO CAMINETTO D’ANGOLO. SOPRA, LE POSATE DI FERRO DI PROVENIENZA FRANCESE. IN BASSO IL GRANDE TAVOLO DELLA PRIMA SALA SEMPRE ALLESTITO. NELLA PAGINA ACCANTO, L’INTIMA SALETTA PER SEI PERSONE. LAMPADE DELLA SERIE “BEAT BLACK” DI TOM DIXON

Alle spalle di un’antica Abbazia a pochi minuti dal centro di Milano, la Locanda Chiaravalle accoglie gli ospiti in un’atmosfera che sa di lusso vero, quello degli oggetti che raccontano una storia.

Locanda Chiaravalle Via San Bernardo 36 Milano Tel: +39 02 5391851 www.locandachiaravalle.com

La Locanda sorge in un piccolo borgo a sud di Milano, alle spalle dell’omonima abbazia fondata nel 1100 da una comunità di monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna. Un pò di quella storia la si respira ancora in questo locale che somiglia alla casa che in molti vorremmo possedere in campagna. Un alternarsi di stanze grandi e piccole, un giardino di alberi da frutto, romantico e curato senza darlo a vedere. Tovaglie ricavate da vecchie pezze di lino e canapa tessute a mano, posateria e candelabri dell’ottocento francese mescolati con pezzi di design che si integrano perfettamente all’ambiente rendendolo contemporaneo senza creare contrasti stridenti. Questo basterebbe per trascorrervi delle piacevoli serate, ma oltre al decor la Locanda è conosciuta per la sua cucina di alto livello, classica ma innovativa, fatta di attenzione ai prodotti, tutti di provenienza biologica. A breve sarà possibile anche soggiornare nelle stanze del petit Hotel in allestimento, E non sembrerà davvero di stare a due passi dal traffico della città. WWW.DONNARITA.IT

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IN LIBRERIA “Maria Rita Macchiavelli. oggi Donnarita, un vero e proprio ‘’brand’’ che nasce dal web, passa per la TV e approda in libreria con un nuovo libro. Oltre 80 progetti fotografici dedicati alle tecniche creative, al food, al riciclo, all’home decor, alle ultime tendenze”

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Servizio e creazioni Raffaella Castagna Foto Francesca Contini Orsetti

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Le maschere di Halloween dell’ultimo minuto si fanno con i sacchetti di carta del pane e con i contenitori di plastica riciclata

IN QUESTA PAGINA LA MASCHERA “FANTASMA” REALIZZATA CON UN SACCHETTO DI CARTA BIANCA. I FORI PER GLI OCCHI SONO COPERTI CON PLASTICA TRASPARENTE ROSSA. NELLA PAGINA A SINISTRA LA MASCHERA RICAVATA DA UN CONTENITORE DI PLASTICA TAGLIATA. I SERPENTELLI DI GOMMA SONO STATI FERMATI CON DEL SOTTILE FILO METALLICO INSERITO IN DEI FORELLINI PRATICATI NELLA PLASTICA CON LA PUNTA DELLE FORBICI.

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Come fare delle maschere veloci, di grande impatto e a costo “quasi” zero?

Sacchetti di carta per il pane e contenitori di plastica tagliati, oltre a qualche altro materiale di recupero come i cartoni per le uova e i sacconi della spazzatura. In aggiunta qualche altro elemento (ragni e serpentelli) da trovare nel cestone dei giocattoli o da acquistare. Per quanto riguarda i sacchetti di carta, non ci sono problemi di realizzazione, possono farli anche i bambini, basta tagliarli e dipingerli (gli occhi del mostro verde sono fatti con i cartoni delle uova) carini vero? Qualche difficoltà la incontrerete con le maschere fatte con i contenitori di plastica tagliati. Quelli che abbiamo usato sono la parte superiore di confezioni di lettiera per il gatto. Sulla plastica non esistono molte colle che attaccano perciò per la versione con i serpenti abbiamo fatto dei forellini nella plastica e li abbiamo fermati con del filo metallico da fioristi. Nel modello ricoperto di ragnetti (che schifo!) abbiamo adottato l’escamotage della finta ragnatela che avvolge la maschera e trattiene al suo internogli artropodi di plastica.

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IN QUESTE PAGINE LA MASCHERA “MOSTRO VERDE” REALIZZATA CON UN SACCHETTO DI CARTA DIPINTO CON TEMPERE. I CAPELLI SONO FATTI CON STRISCE RICAVATE DA SACCONI DI PLASTICA PER L’IMMONDIZIA. GLI OCCHI SONO LE BASI, COLORATE DI GIALLO, DI CONTENITORI DI CARTONE PER LE UOVA. DAGLI STESSI CONTENITORI SONO STATE RICAVATE LE UNGHIE ROSSE APPLICATE SU GUANTI DI GOMMA DA CASA. ACCANTO LA MASCHERA “RAGNI E SERPENTE” REALIZZATA CON UN CONTENITORE DI PLSTICA AVVOLTO DI RAGNATELA SINTETICA DOVE SONO STATI INCASTRATI I RAGNETTI DI PLASTICA.

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Coccolo, il suo primo libro Servizio Maria Rita Macchiavelli

Il “Coccolo” è una storia senza parole ma è anche un ritaglio di stoffa che si trasforma nel suo primo oggetto del cuore DONNARITAMAGAZINE

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A che età si può avere il primo libro? Già in culla!

Ce lo dice Raffaella Castagna autrice di “Coccolo” per le Edizioni Astragalo. Un progetto che porta il libro in culla come Lei ama affermare. Una storia per i più piccoli, fatta di immagini, con un pezzetto di stoffa che fa da filo conduttore. Partendo da due foglie, passa per le formichine e per un gatto, un granchio e un topolino cucirino… sino a trasformarsi in un Coccolo che prende la forma di un coniglietto e diventa il compagno inseparabile del bambino. Nel libro tutte le istruzioni per costruirlo e per scaricare dal sito una ninna nanna suonata con l’arpa.

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IN QUESTA PAGINA E IN QUELLA A FIANCO DUE ILLUSTRAZIONI TRATTE DAL LIBRO DI RAFFAELLA CASTAGNA “COCCOLO” EDITO DA ASTRAGALO, IN LIBRERIA A 13 EURO.

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Nel mondo di Coccolo

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Liegi Lovanio

Isola di Texel

Kinderijk

Papua occidentale

Glethoorn

Dinant

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Coccolo in the World

Oostende


Coccolo in the world

Sono scappato dal libro di cui sono protagonista e ho deciso di girare il mondo! Scopri tutti i miei viaggi!! Acquista il libro e seguendo le istruzioni realizza un Coccolo di tessuto per il tuo bambino. Portalo in viaggio con te e fotografalo, quindi posta le foto su Facebook, Twitter o Pinterest http://goo.gl/kCxdgd https://twitter.com/Coccolointhewor www.pinterest.com/raffacastagna/coccolo

Chi è Raffaella Raffaella Castagna, scenografa diplomata all’Accademia di Brera da oltre vent’anni è autrice e illustratrice di libri per bambini. Ha illustrato libri per Tolbà, Lineadaria, Kids Magazine e per le Edizioni Astragalo con la quale ha firmato “Ma in un libro cosa c’è?” e “Ci sono anch’io!”. Come autrice ha pubblicato libri per la collana “Creo con” per Fabbri Editori e per “La Coccinella”. Giornalista pubblicista , Collabora con Focus Pico e Focus Junior Ed. G+J Mondadori. Ha collaborato a lungo con “Creare con Casaviva” e fa parte del team creativo di “Donnarita Magazine”. Realizza e conduce laboratori creativi per bambini. www.raffaellacastagna.it


piccole grandi idee

al topo! al topo! La notte di Halloween i topolini scappano dalla tana per mangiare il formaggio? Noooo perchĂŠ stanno per essere mangiati! Idea e styling Maria Rita Macchiavelli Foto Francesca Contini Orsetti

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Topolini di Halloween al cioccolato INGREDIENTI 4 6 cupcakes con pirottino nero* 4 6 miniconi da gelato al cioccolato 4 1 dose di crema di burro** 4 colorante alimentare nero q.b. 4 cacao q.b. 4 100gr cioccolato a cubetti 4 8 stringhe di liquirizia 4 12 caramelline dure di liquirizia 4 pasta da zucchero bianca q.b. Procedimento: 1. Con poco colore nero alimentare e del cacao, colorate la crema di burro finchè otterrete un marrone grigiastro. 2. Aiutandovi con una tasca da pasticcere con bocchetta a stella aperta glassate i cupcakes con la crema di burro colorata. 3. Con un coltello affilato tagliate del cioccolato ricavandone delle scagliette. 4. Distribuite le scagliette ottenute sui cupcakes. 5. Separate le stringhe di liquirizia per realizzare le code. 6. Con della pasta di zucchero bianca ricoprite le caramelline di liquirizia lasciandone scoperta una piccola parte per creare la pupilla. Inumidite il retro delle sferette in pasta di zucchero e fissatele ai coni. 7. Posizionate i coni sui cupcakes, facendoli affondare nella glassa. Terminate infilando la stringa di liquirizia. Lasciateli qualche ora in frigo così da fare rassodare la crema e fissare le decorazioni.

ciotola sbattete il burro e lo zucchero. Unite l’uovo e la vaniglia. Aggiungete poco alla volta la farina setacciata, il lievito e la presa di sale. Amalgamate versando il latte lentamente. Inserite i pirottini di carta nella teglia da muffin e riempiteli poco più della metà. Cuocete per 20 minuti nel negli stampini a 180 gradi. Prima di estrarli dal forno fateli raffreddare. ** Ricetta base crema di burro 4 250gr burro 4 500gr zucchero a velo 4 3 cucchiai panna 4 ½ bustina vanillina Procedimento: 1. Lavorate il burro ammorbidito in un robot da cucina e tagliato a pezzetti con metà dello zucchero a velo, fino a renderlo liscio e cremoso. 2. Aggiungete il restante zucchero a velo e la vanillina e amalgamate nuovamente con il mixer. Trasferite il composto in una ciotola. 3. Aggiungete 3 cucchiai di panna a temperatura ambiente e incorporate energicamente con una spatola fino a rendere il composto liscio ed omogeneo.

* Ricetta base per 6 cup cake 4 60 g di burro ammorbidito 4 85 g di zucchero 4 un uovo a temperatura ambiente 4 90 g di farina 00 4 80 ml di latte 4 un cucchiaino di lievito per dolci 4 un pizzico di sale 4 un cucchiaino di estratto di vaniglia Procedimento: Preriscaldate il forno a 180 gradi. In una WWW.DONNARITA.IT

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