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Una proposta a scala urbana per il Centro Storico di Firenze

Alberto Breschi

Dopo le varie fasi e verifiche del progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, e l’approvazione nel 2007 da parte del Consiglio comunale di un progetto unitario che comprende tutta l’area di largo Annigoni e il complesso di santa Verdiana per l’attuazione, in data 25/07/2008 viene rilasciato dal comune di Firenze il Permesso a Costruire n. 121/2008 e avviate fino al 2011 una serie di modifiche e integrazioni al progetto richieste dalla società Firenze Parcheggi s.p.a. all’architetto Breschi. In sostanza si rimette in discussione le generiche destinazioni funzionali di carattere commerciale e direttivo espresse nel permesso a costruire, e si decide di trasferire nel nuovo organismo l’intera struttura tecnico amministrativa della società al momento suddivisa in più sedi. Nel 2012 viene elaborato il progetto esecutivo e depositato il progetto strutturale al Genio Civile nel Giugno 2012 da sottoporre a validazione. La validazione viene effettuata dalla società Tecnoengineering S.R.L. Nello stesso anno scade il permesso a costruire e soltanto a fine 2015 si riaprirà la possibilità di un rilancio con un nuovo progetto affidato da parte della Firenze Parcheggi s.p.a. all’arch. Alberto Breschi e finalmente, a seguito dell’approvazione di una variante al PRG, si avvierà di nuovo l’iter realizzativo.

La tavola di inquadramento urbanistico della nostra partecipazione al concorso era ripresa dagli studi condotti nel lontano 1978 per il progetto di sant’ Orsola dove si evidenziava una lettura e un tracciato significativo tra il polo della Fortezza da Basso e quello attorno a piazza Beccaria attraverso il percorso storico di via Guelfa, via degli Alfani, via dei Pilastri, il tutto accompagnato da una serie di considerazioni sulla morfologia dell’intorno.1 Nel progetto presentato al concorso nel 2006 il riferimento al polo di piazza Beccaria viene ulteriormente consolidato per la presenza di largo Annigoni e dei grandi contenitori storici presenti nelle immediate adiacenze quali santa Teresa, santa Verdiana e le Murate. Su questa traccia si costruisce nel 2010 l’ipotesi urbanistica di “Amata città”2 che riprende e ripropone il tema di una diversa lettura della città nato da una domanda molto semplice, ovvero: quale fosse l’ idea di città che abbiamo e che vorremmo. Ci siamo domandati se la città in cui viviamo risponde ai nostri desideri, se ci rappresenta nelle nostre aspirazioni di convivenza civile, offerta culturale o semplicemente habitat quotidiano.

1 Giovanni Bacciardi, Alberto Breschi, Carlo Clemente, Roberto Pecchioli – Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Edizioni CLUSF Cooperativa Editrice Universitaria Firenze, 1973. 2 Amata città di Alberto Breschi con contributi di Serafina Amoroso, Andrea Branzi, Barbara Camocini, Claudia Giannoni, Giovanni Todesca. ALINEA edizioni 2010 “Amata città” raccoglie una serie di progetti che, insieme ad altri colleghi e amici, ho redatto nell’arco di circa 25 anni e che sono inquadrati in un’ipotesi urbanistica che dà loro un significato che va oltre il dato tecnico-funzionale. Tra questi un progetto significativo riguarda proprio quello di piazza Annigoni.

pagina a fronte Posizionamento dei progetti recenti di santa Teresa e piazza Annigoni lungo la direttrice PilastriAlfani-Guelfa fino all’espansione metropolitana. In puntinato l’asse strategico all’interno del centro storico (la Fortezza da Basso e Piazza Beccaria ne segnano le estremità) ed evidenziata la sua matrice di orientamento della centuriazione nell’agro fiorentino. In tratteggio il nucleo storico già turistico.

Tavola di sintesi urbanistica, progetto Sant’ Orsola 1971.

Principali itinerari turistici nel centro storico di Firenze. Turismo di massa a Firenze e Turismo d’elite a Firenze - aspetti complementari della museificazione della città e perdita identitaria. Ciò che anni fa prevedeva Pasolini, la spaventosa mutazione antropologica rivolta verso una omologazione del Brutto (inteso nel senso più lato) ha trovato paradossalmente in questa città rappresentante del Bello la sua più visibile epifania.3

Come cittadino mi sentivo privato del senso di appartenenza, come architetto provavo a capire come fosse potuto avvenire questo disastro e come fosse possibile opporsi a questo processo. È fuor di dubbio che una delle cause prevalenti fosse da ricercare nel cosiddetto “turismo di massa” che ha finito per incidere profondamente sulla trasformazione della struttura commerciale e residenziale del centro storico. Questo turismo, cosiddetto “mordi e fuggi”, ha invaso di souvenir ogni luogo del centro, mentre il cosiddetto “turismo d’elite”, che produce show-room di qualità, mostra un volto che non è dissimile da quello che si manifesta nelle altre città: negozi ormai del tutto standardizzati a Parigi, come a Londra, New York e Hong Kong determinano un livellamento di immagine e di comportamenti che sono un ulteriore segnale di scadimento e perdita di identità. Si può affermare che Il turismo di massa e quello d’elite sono due aspetti complementari di uno stesso fenomeno che modifica profondamente il volto di una città e la sua identità: da civitas a città museo. Secondo uno studio recente la quota di residenza nel centro storico, di circa il 30% del costruito alla fine degli anni ‘80, si è rapidamente abbassata al 10/15%. Utilizzando Firenze come ineffabile città di monumenti e di opere d’arte si è finito per dimenticare, trascurare o peggio, rimuovere, la sua proiezione nel futuro come “luogo contemporaneo per viverci”. Se è vero che ogni città ha il proprio mito formato da una serie di immagini stratificate nel tempo, parte integrante della sua cultura grazie alle quali essa è famosa, Firenze è una città “congelata” nel mito del suo passato a cui non ha saputo aggiungere un mito contemporaneo. La consapevolezza di oggi è che non riesce a esprimere pienamente le qualità di vita e le identità culturali di una comunità moderna, tutt’altro. Mi chiedo se sia ancora possibile reinventare una nuova dimensione urbana che sappia accogliere chi ci vive, studia e lavora, e penso sia urgente un coraggioso e difficile “progetto in controtendenza”, che coinvolga le nuove generazioni, atto a contrastare il progressivo processo di degrado della città.

3 Antonio Tabucchi –“Gli Zingari e il Rinascimento- vivere da Rom a Firenze”, Edizioni Librerie Feltrinelli, Milano 1999.

Un progetto per il centro storico: residenza e turismo rinnovabile La città asservita al turismo inarrestabile e di massa è identificata prevalentemente nel quadrilatero generato dal castrum romano da cui nascono e in cui convergono i percorsi turistici più inflazionati. Basta collegarsi al sito del comune di Firenze per avere conferma che tutti gli itinerari si svolgono attorno ai luoghi simbolo del turismo da cartolina: Battistero e Duomo, piazza della Repubblica e piazza della Signoria, piazza Strozzi e ponte Vecchio sono concentrati in un’area molto ristretta. Oltre quest’area la percezione della città e della vita che vi si svolge è diversa; i luoghi d’arte e di cultura, essendo più lontani, sono meno inquinati dal turismo becero. Non mi riferisco certo ai più noti musei di san Marco, dell’Accademia o il museo Archeologico, ma a luoghi meno frequentati e proprio per questo più interessanti quali il cenacolo di santa Apollonia o il chiostro dello Scalzo, il cenacolo del Fuligno o l’Opificio delle pietre dure e i musei universitari di Storia Naturale, Botanica, Paleontologia, Etnologia e Mineralogia, il museo MUDI agli Innocenti di piazza santissima Annunziata e per finire il museo di Arte e Storia Ebraica. Le università e le biblioteche di impronta umanistica, che troviamo particolarmente concentrate in questa parte del centro storico, sono frequentate da studenti, ricercatori e studiosi che provengono non solo da ogni parte d’Italia, ma in numero crescente dall’Europa e da altri continenti. Tra le facoltà più importanti troviamo le sedi didattiche, i Dipartimenti e le numerose biblioteche specialistiche delle facoltà di Lettere e Architettura, che si aggiungono al Kunsthistorishes institut, la biblioteca Marucelliana, il Conservatorio statale, il Rettorato e il Centro Linguistico di Ateneo e la biblioteca delle Oblate. Un quadro esauriente di presenze culturali amplissimo è completato da strutture urbane a carattere primario quali i due mercati ottocenteschi di san Lorenzo e sant’ Ambrogio, il teatro della Pergola e l’ospedale della santissima Annunziata e altre di importanza internazionale quali il centro Congressi di villa Vittoria, il palazzo degli Affari e il polo espositivo della Fortezza da Basso con i suoi 100.000 mq espositivi. Di particolare evidenza, è il più recente complesso delle Murate destinato a divenire il polo fiorentino dell’innovazione artistica. Il progetto di riqualificazione che ha già portato a un parziale recupero dell’ex-convento con la previsione del SUC (Spazi Urbani Contemporanei): non un mero luogo espositivo, ma un laboratorio permanente delle idee che faccia di Firenze il fulcro delle arti visive, della musica, del teatro, delle performances, passando per il cinema, la moda, la botanica e la cucina. Interdisciplinarietà e contemporaneità a 360 gradi.4 Il quadro di quest’area si completa con una quota di residenza ancora consistente e radicata che ha mantenuto una discreta presenza di esercizi commerciali espressamente dedicati alla vita cittadina. Vi si trovano trattorie e punti di ristoro, certamente diversi da quelli della tradizione fiorentina, ma ancora a buon mercato e soprattutto caratterizzati dalla presenza assidua e vivace di uomini e donne che nel centro storico vivono o lavorano. Un ritorno all’economia di prossimità è anche la risposta più efficace all’anonimato degli acquisti online e alla standardizzazione dei centri commerciali.

4 A questo proposito il 17 Gennaio 2010 Le Murate hanno ospitato un evento denominato Barcamp a cura delle principali realtà fiorentine del contemporaneo in tutte le sue declinazioni. Dai «vicini di casa», gli studenti di Architettura, fino al festival Costante Cambiamento e alla Lega di Improvvisazione Teatrale. E poi performance e workshop a cura, fra gli altri, di Pitti, Polimoda, Porta Romana, Versilia Danza e dell’istituto Andrei Tarkovskij. Si è discusso di filosofia col gruppo Humanamente e di architettura con numerosi architetti e docenti della Facoltà di Architettura. Evento clou è stato il concerto, a cura di Musicus Concentus, di Hauschka, compositore tedesco fra i guru europei della sperimentazione.

Fascia di riferimento Pilastri-AlfaniGuelfa: Polarità d’interesse. Università e Biblioteche. Fascia di riferimento Pilastri-AlfaniGuelfa Musei e spazi d’arte. Fascia di riferimento Pilastri-AlfaniGuelfa Università e Biblioteche.

Asse Pilastri - Alfani - Guelfa: Polarità 01. Fortezza da Basso 02. Palazzo Congressi 03. P.zza Indipendenza 04. Mercato Centrale 05. S. Marco / Accademia 06. SS. Annunziata / Innocenti 07. Piazza Brunelleschi / S. Maria degli Angeli 08. Teatro della Pergola 09. Sinagoga 10. Piazza S. Ambrogio 11. Mercato di S. Ambrogio 12. Largo Pietro Annigoni 13. Complesso delle Murate 14. Piazza Cesare Beccaria Asse Pilastri - Alfani - Guelfa: Musei 01. Cenacolo di Fuligno 02. Cenacolo di S. Apollonia 03. Palazzo Medici Riccardi 04. Museo di S. Marco 05. Chiostro dello Scalzo 06. Galleria dell’Accademia 07. Museo di Storia Naturale 08. Giardino dei Semplici 09. Opificio delle Pietre dure 10. Museo degli Innocenti 11. Museo Archeologico Nazionale 12. Chiostro di S. Maria dei Pazzi 13. Museo di Arte e Storia Ebraica Asse Pilastri - Alfani - Guelfa: Università e Biblioteche 01. Studi Umanistici e della Formazione 02. Fondazione Spadolini Nuova Antologia 03. Biblioteca Marucelliana 04. Conservatorio di Musica Luigi Cherubini 05. Rettorato, Aula Magna 06. Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali 07. Biblioteca di Architettura 08. Kunsthistorisches Institut 09. Lettere e Filosofia 10. Biblioteca Umanistica 11. Middlebury College 12. Biblioteca di Storia dell’Arte 13. Biblioteca Comunale Centarle 14. Biblioteca delle Oblate 15. Archivio Storico 16. Architettura 17. Archivio di Stato

Questa parte di città, ancora vivace e potenzialmente ricca di opportunità e risorse, potrà essere l’alternativa al flusso turistico invasivo e al conseguente degrado dei servizi a esso dedicati. Da una parte sarà decisivo incentivare la residenza, con la possibilità di una alternativa e parziale ri-funzionalizzazione in quei complessi, ancora non utilizzati, che possono permettere innovazioni tipo-morfologiche più adatte a un habitat contemporaneo (tipo co-housing o tipologie alternative per studenti e giovani in generale) e migliorare la qualità della vita con un incremento di servizi assistenziali primari, di esercizi commerciali e attività legate al quotidiano. Dall’altra, poiché i servizi previsti per la classe turistica non coincidono con quelli previsti per la popolazione urbana residente, occorrerà favorire un nuovo “turismo rinnovabile” che riscopra l’autenticità e la quotidianità dei luoghi da visitare per superare quella tipologia di turismo consumistico secondo il quale ci si reca in una città d’arte una sola volta nella vita, si visitano i siti di rilievo, e in fretta si riparte. Al contrario del ‘mordi e fuggi’ l’offerta per un turismo rinnovabile tende a proporre quei valori di vita e di relazione che nascono proprio in una realtà urbana non artefatta da cui il turista trae esperienze positive e durature. I processi di sviluppo e contrazione urbana in rapporto alle città con un alta presenza turistica sono state analizzate in occasione della Convenzione di Ricerca dal titolo “Parco tematico della residenza” in cui sono stati indicati interventi progettuali e programmatici destinati a realizzare a Firenze un rilancio dell’offerta residenziale al fine di portare nuovi abitanti nel centro storico della città.5

5 Un parco tematico della residenza a Firenze 1998/99 - Convenzione di ricerca tra il Comune di Firenze e il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano – prof. Andrea Branzi e arch. Barbara Camocini – e Dipartimento di Progettazione della Facoltà di Architettura di Firenze – prof. Alberto Breschi e arch. Giovanni Todesca.

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Il brano seguente, tratto da quella ricerca, chiarisce il concetto di cosmopolitan consuming class che, come a Londra o in altre città con modelli di vita avanzati, rappresenta i “city users”: non abitanti stabili ma persone che vivono la città per periodi di tempo anche prolungati, usando le stesse strutture e gli stessi servizi dei residenti. … La cosmopolitan consuming class comprende individui provenienti da ogni parte del mondo; essi, insieme all’ampia fascia di immigrati, fanno di città turistiche come Firenze un serbatoio culturale ricchissimo. Per indicare questo concetto, il sociologo e antropologo indiano Arjun Appadurai ha definito il termine Ethnoscape6, riferendosi al fenomeno transnazionale e interculturale derivato dai cambiamenti che interessano la società e l’uomo. Turisti, immigrati, rifugiati, esuli, lavoratori temporanei, ma potremmo aggiungere ricerca-

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tori e giovani imprenditori che si muovono creando nuove comunità ed eterogenei e inediti paesaggi urbani. A Firenze, pur la città non faccia parte degli assi finanziari internazionali come accade per le città globali, questo flusso contribuisce in modo diverso a portare la globalità nella realtà locale, con tutta la ricchezza culturale a esso collegata.

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Alcune città d’arte quindi accolgono importanti fattori di apertura, tipici della cultura globale, attivati però in contesti economici spontanei e informali. Nelle aree centrali o semicentrali di città quali Londra, Berlino, Amsterdam, Barcellona e New York le attività creative hanno portato nuova linfa vitale e sempre più imprese e progetti si nutrono di capacità non convenzionali delle persone per individuare e risolvere problemi di natura complessa. Ed è proprio alla presenza di attività legate al design, all’architettura, alla pubblicità, al teatro, alla musica, alla danza o al cinema che si deve il recupero e la bonifica di molti quartieri abbandonati. Le stesse scelte e gli stessi stili di vita delle persone sono oggi sempre più influenzati da questo ethos, al punto che la scelta di “dove vivere” diventa altrettanto importante rispetto alla scelta del “per chi lavorare”.7

Planimetria del sistema delle piazze, delle corti, degli slarghi nella fascia di riferimento Pilastri-Alfani-Guelfa. Il sistema delle due grandi piazze alberate ottocentesche interne ai viali (piazza Indipendenza e piazza d’Azeglio) che esaltano la simmetria dell’impianto urbanistico e hanno un collegamento viario diretto con il sistema costituito da piazza san Marco e piazza santissima Annunziata - il sistema costituito dai chiostri e dai cortili dell’ospedale di santa Maria Nuova, dei Dipartimenti della facoltà di Lettere e della Biblioteca umanistica, dalla piazza Brunelleschi. Planimetria del sistema del verde nella fascia di riferimento PilastriAlfani-Guelfa. Il sistema è costituito dai grandi giardini della Gherardesca, dei Borghesi e dei Semplici (comprendendo anche il giardino di san Clemente e quello retrostante dell’Ospedale degli Innocenti) e da una successione straordinaria di chiostri, piazze e cortili interni per i quali non ci pare azzardato che non si possa in futuro prevedere (fatti gli opportuni interventi) l’inserimento di momenti di servizio che interessino anche una scala inferiore a quella del quartiere e di collegamenti che ne ristabiliscano la originaria storica continuità.

È stata intenzione dell’Amministrazione dare luogo a una nuova fase della politica urbana dedicata allo sviluppo dell’Accoglienza da parte della città; “Accoglienza”destinata non soltanto al turismo e ai residenti, ma a chiunque, per motivi di lavoro o privati, sia interessato a abitare (provvisoriamente o a lungo) a Firenze. Da queste considerazioni è nata un’ iniziativa che si inquadra nelle linee generali del nuovo Piano Strutturale e che per le sue componenti immobiliari, politiche e sociali, è destinata a rinnovare la forma (e soprattutto le funzioni interne) della città; si tratta infatti di un programma che non prevede nuove edificazioni, ma piuttosto una politica organica di recupero e rifunzionalizzazione di spazi interni esistenti, quali recupero di grandi contenitori storici dismessi (o in via di dismissione) che si trovano nel centro storico di Firenze, che saranno destinati a ospitare nuove funzioni miste, tra le quali la residenza; recupero di alcune fabbriche abbandonate destinate a essere trasformate in nuovi spazi di residenza (anche per artisti); trasformazione di strutture terziarie dismesse da destinare a nuove tipologie di residenza; ristrutturazione di vecchi quartieri popolari che necessitano di nuove tipologie residenziali e di nuovi servizi connessi. 6 Appadurai, Arjun, “Modernità in polvere”, Ed. Meltemi, 2001. 7 Giovanni Padula, “Flussi creativi fra città creative” in Cluster on innovation. City n.05, Edizioni Cluster s.r.l., Torino 2005.

Il centro della centuriazione coincide con il punto in cui oggi si incrociano le vie Strozzi, Tornabuoni, della Vigna Nuova e della Spada, in corrispondenza della porta occidentale dell’urbs. Centuriazione dell’agro fiorentino e posizione dell’urbs. L’urbs si colloca nella piana Firenze-Prato- Pistoia nel luogo dove a valle si chiude, alla confluenza del mungono con l’Arno. L’orientamento della centuriazione corrisponde all’orientamento della valle; la città invece è orientata secondo i punti cardinali, in base al criterio della tradizione.

Studi comparativi legati al concetto di ‘creative cities’ hanno rilevato che Firenze si trova in posizione avanzata rispetto ad altre città italiane grazie anche all’affluenza di studenti, ricercatori stranieri e studiosi in genere. A Firenze inoltre hanno luogo numerose manifestazioni legate alla creatività, sono state fondate numerose associazioni per l’arte, la moda, la musica classica e contemporanea e molte altre iniziative fra le quali lo stesso “festival della creatività”. Gli spazi della Fortezza da Basso dal 2009 sono stati il contesto ideale per le installazioni sulle “Metamorfosi urbane” dei più grandi architetti e designers internazionali, lasciando spazio alla fantasia con proposte di nuovi e possibili modi di abitare gli spazi urbani.8 Da queste premesse scaturisce Il progetto per restituire il centro storico ai suoi abitanti, articolato in due operazioni strategiche, non necessariamente coincidenti con le fasi temporali, ma più specificatamente connesse a scelte di carattere politico e culturale. Nella prima operazione, prevalentemente di analisi, si individua, all’interno della cerchia dei viali, quella porzione urbana che attraversa il centro storico da est a ovest e si estende lungo una fascia segnata dal nuovo asse strategico Pilastri - Guelfa - Alfani, che pare possedere le caratteristiche e le potenzialità di “città vitale” e che inquadra urbanisticamente il progetto Annigoni, insieme a una serie di altri progetti analoghi in cui la memoria storica viene assorbita in un disegno dalla forte valenza contemporanea; non progetti ex-novo, ma progetti di “metamorfosi” che si pongono come parte integrante di un processo di trasformazione urbana e attuano programmi funzionali in linea con una visione della città che guardi più alla sua vivibilità che alla sua immagine. Contemporaneamente sarà poi necessario attivare una fase più operativa con modalità innovative per un incremento della residenza stabile e temporanea, ricorrendo a nuove forme dell’abitare9 per la ristrutturazione dell’esistente e le ipotesi di riconversione di complessi monumentali. Sarà necessario anche un progetto di ‘arredo urbano’ che renda l’asse Guelfa - Alfani - Pilastri visibile e riconoscibile nel suo nuovo significato di asse portante di questa parte di città.10

Centuriazione dell’agro fi orentino e posizione dell’urbs.Il centro della centuriazione coincide con il punto in cui oggi si incro- Centuriazione dell’agro fi orentino e posizione dell’urbs.Il centro della centuriazione coincide con il punto in cui oggi si incro-L’urbs si colloca nella Piana di Firenze-Prato-Pistoia nel luogo dove a valle si ciano le vie Strozzi, Tornabuoni, della Vigna Nuova e della Spada, in L’urbs si colloca nella Piana di Firenze-Prato-Pistoia nel luogo dove a valle si ciano le vie Strozzi, Tornabuoni, della Vigna Nuova e della Spada, in corrispondenza della porta occidentale dell’urbs. corrispondenza della porta occidentale dell’urbs. chiude, alla confl uenza del Mugnone con l’Arno. L’orientamento della centuchiude, alla confl uenza del Mugnone con l’Arno. L’orientamento della centuriazione corrisponde all’orientamento della valle; la città invece è orientata riazione corrisponde all’orientamento della valle; la città invece è orientata secondo i punti cardinali, in base al criterio della tradizione. secondo i punti cardinali, in base al criterio della tradizione. AMATA-breschi 8-29.indd 15AMATA-breschi 8-29.indd 15 13-04-2010 14:25:0213-04-2010 14:25:02

8 Alla Fortezza da Basso, contenitore privilegiato della città di Firenze, svolge il Festival della creatività dedicato in genere alla città, luogo in cui la creatività diventa innovazione, produzione e sviluppo. Durante i quattro giorni del festival si tengono incontri, talk show, workshop, performance con artisti, studiosi e scienziati provenienti da tutto il mondo. 9 V. i progetti ex Telecom per un co-housing di alto profilo, la Piattaforma tecnologica per vivere, studiare e lavorare nelle ex-officine della squadra di Rialzo, la residenza-atelier nel complesso di S. Orsola in “Un parco tematico della residenza a Firenze” 1998/99 - Convenzione di ricerca tra il Comune di Firenze e il Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano – prof. Andrea Branzi e arch. Barbara Camocini – e Dipartimento di Progettazione della Facoltà di Architettura di Firenze – prof. Alberto Breschi e arch. Giovanni Todesca. 10 V. Claudia Giannoni - Un progetto di arredo urbano per l’asse Guelfa-Alfani-Pilastri in AMATA CITTA’, Alinea 2008, pag. 42.

Nuovo asse strategico: Pilastri - Alfani - Guelfa Firenze, vista dall’alto, mostra ancora ben evidente il più antico disegno della città che risale all’epoca etrusco-romana e ha una ben definita struttura quadrilatera corrispondente agli incroci stradali tra via dei Rondinelli e via de’ Cerretani, tra la parte absidale del Duomo e via del Proconsolo, tra via del Proconsolo e via dei Gondi per chiudere il perimetro quadrilatero sul lato tra via delle Terme e piazza santa Trinita. Firenze nasce intorno a un forum, ossia attorno a un luogo in cui si teneva un mercato, e la città è stata costruita secondo il tipico schema impostato sul cardo e sul decumano. Il cardo maximus partiva all’altezza dell’attuale piazza san Giovanni e proseguiva per via Roma e via Calimala, mentre il decumanus maximus percorreva quel rettilineo che oggi corrisponde a via del Corso, via degli Speziali e via degli Strozzi. La vita sociale dell’antica Florentia si svolgeva in luoghi in cui ancora oggi si ha un’intensa vita, ovvero nella zona di piazza della Repubblica. Il grande vuoto dominato dal porticato ottocentesco è ancora la stessa piazza di inizio secolo, ma adesso è occupato da una banale giostra e da bancarelle con le riproduzioni dei “gioielli” della città; i bei caffè delle Giubbe Rosse e Paszkowski, che un tempo hanno accolto generazioni di poeti, scrittori e artisti e che hanno vissuto le risse dei futuristi prima e ospitato Montale e la sua cerchia poi, oggi mostrano malinconicamente arredi in stile e menù turistici. Se osserviamo ancora la città dall’alto, risulta ben evidente come alla trama regolare, ortogonale e orientata secondo i punti cardinali del castrum romano si contrapponga un altro disegno che si sviluppa a partire dal XII secolo, al tempo della seconda cerchia di mura. Correva l’anno 1078, quando iniziarono i lavori di ampliamento delle mura Matildine: la zona del duomo, all’epoca occupata dal Battistero e dall’antica santa Reparata, a nord rientrò finalmente dentro le mura, mentre sul lato orientale la cinta muraria giungeva fino all’Arno, dove all’altezza di piazza dei Giudici, piegava verso borgo Santi Apostoli per percorrere tutta l’attuale via Tornabuoni. Firenze si popolava allora di circa ventimila anime e soprattutto aveva dato corso alla propria espansione verso i borghi vicini di Prato e della Val di Pesa. Tra le direttici più antiche troviamo il tracciato dell’antica via Cassia, nel suo percorso tra Luni e Firenze odierna che proseguiva per Arezzo. Corinto Corinti segnala la cittadina di Ad Maris Fievole Vecchia, Monsummano Terme, come punto di partenza del suo tracciato. Dopo Pistoia la strada incontra gli antichi borghi di Carratica e Badia prima di incontrare Hegliana, corrispondente alla moderna Agliana, e poi ancora Casale, Obiana, Cafaggio, San Giorgio, a Solaria Limiti, Santa Maria a Novoli, San Donato, San Jacopino e infine Firenze murata. Sul moderno tracciato che il Corinti con puntualità riporta, si trova invece il grosso borgo di Campi mentre scompaiono quelli che attualmente, e ai primi del Novecento saranno quartieri già inglobati nella Firenze moderna, come Novoli, San Donato e San Jacopino. Il tracciato analizzato corrisponde al 2° decumano e corrisponde alle attuali via di Novoli e via Maragliano che, proseguendo all’interno del centro storico, collegano i due poli della Fortezza e di piazza Beccaria attraverso via Guelfa, via degli Alfani e via dei Pilastri. Questo tracciato possiede una fortissima vocazione territoriale e, protraendosi verso la piana dove si sta consolidando l’area metropolitana, è rappresentativo di una nuova identità che, nel pieno recupero di una storia straordinaria, di memorie e tradizioni ancora presenti, esprime innovazione e cambiamento nei concetti di qualità urbana e di sviluppo sostenibile della vita quotidiana. Il percorso individuato rappresenta quella porzione di città che non vuole lasciarsi assorbire dal turismo di massa, e alla quale occorre dare mag-

giore visibilità e nuovi valori, espressione di un rapporto dialettico fra passato e presente, fra memoria e attualità nell’ottica di una vera sfida per una Firenze del domani.

Sintesi e progetto urbano Il tracciato Pilastri - Alfani - Guelfa diventa l’asse portante per un incremento residenziale e una riqualificazione delle attrezzature e dei servizi comunitari. La residenza e i servizi a essa dedicati favoriscono quel genere di produttività, genericamente chiamata “informale”, relativa al lavoro svolto da una nuova classe definita “creativa” che ormai, nei paesi avanzati, rappresenta la forza trainante dell’economia ed è impiegata nei settori di scienza e ingegneria, arte e musica, cultura estetica e design work, e perfino in professioni legate alla ricerca, alla conoscenza, alla salute, alla finanza. Questo genere di lavoratori dovrà essere supportato con attrezzature informatiche per la comunicazione e l’elaborazione dei servizi. La nuova classe di lavoratori creativi, organizzandosi preferibilmente in team-clusters, necessita dunque di spazi di residenzalavoro cui solo il co-housing potrebbe dare una risposta positiva. Il tracciato rappresenta il fulcro di un’area che, come visto in precedenza, per caratteristiche storiche e ambientali e presenza di funzioni di rilevante importanza culturale, edifici di struttura morfologica di pregio, appare particolarmente adatto a riflettere l’innovazione urbana. Innanzi tutto va sottolineata l’importanza del collegamento del sistema descritto con i due “punti forti” a scala urbana posti lungo i viali e rappresentati dalla Fortezza da Basso verso ovest e dalla nuova stazione dell’Alta Velocità di Norman Foster: il primo è strettamente connesso al sistema espositivo-congressuale e all’interscambio con i collegamenti ferroviari a livello regionale con santa Maria Novella, il secondo legato a scambi nazionali e internazionali. A est il punto focale è invece costituito dal sistema piazza Beccarla – piazza Ghiberti, centrale rispetto alle potenzialità degli isolati circostanti con il complesso delle Murate, il sistema universitario di santa Teresa e santa Verdiana, il mercato di sant’Ambrogio, le Murate e poco oltre l’Archivio di Stato, Montedomini, le Caserme. Le due strade parallele di via san Gallo e via Cavour assicurano infine il collegamento con l’ultimo “punto forte” del sistema viali: piazza della Libertà e Parterre.

In questo disegno l’asse Pilastri - Alfani - Guelfa e il contesto a cui fa riferimento è quella parte di città che, per dirla con Saverio Mecca nella sua presentazione del testo Amata città, va dalla Fortezza alla Piazza Beccaria e che nella sua storia medioevale e moderna era rimasta compresa fra il quadrato romano, denso e compatto, e le mura che attendevano una crescita che non ci fu, a partire dall’800 vede svilupparsi un processo di evoluzione che ne fa una città altra e diversa da quella più antica. È questa una Firenze che dialoga e si allinea con la trama ortogonale della pianura che si estende verso Sesto e Prato, simbolicamente si appoggia quasi al nucleo romano e medioevale di pietra forte, ma, quasi ignorandolo, ruota e guarda dove l’orizzonte si apre nella Piana. Tiene dentro di se le tracce, i segni antichi, i grandi giardini e i muri più antichi e li inserisce e ridisegna nella trama ortogonale della città ottocentesca. I luoghi delle comunità chiuse, dei conventi e poi delle carceri progressivamente si aprono a nuove funzioni: la città della cultura e della scienza si espande e si consolida, dalle Murate a santa Verdiana e santa Teresa, all’Orbatello in via della Pergola, ai Servi di Maria alla Crocetta, alla futura sant’Orsola, senza però un disegno urbano unitario, una visione storica e strategica al tempo stesso. Breschi ci propone di guardare la città dall’Archivio di Stato di piazza Beccaria verso la Fortezza del Sangallo e vedere una città in cui la cultura e la scienza si concentrano in maniera eccezionale e ci invita ad averne coscienza per darle riconoscibilità e carattere proprio. Oggi questa parte della città, di cui l’Università è il cuore, quasi costituisce una seconda città, invisibile e opposta a quella del turismo e del commercio del quadrato d’oro: ogni giorno migliaia di persone, studenti,

Individuazione dell’asse ed aree di pertinenzaIndividuazione dell’asse ed aree di pertinenza professori e impiegati, entrano ed escono da aule, laboratori, biblioteche e uffici, studiano, leggono, parla- no, si incontrano, animano le strade, i bar, i ristoranti, ma gli spazi della città, la loro forma, le strade, le piazze sembrano ignorare, negare questa presenza.

Lo schema appena descritto fa riferimento a quelle parti di città la cui potenzialità morfologica offre l’occa-AMATA-breschi 8-29.indd 16AMATA-breschi 8-29.indd 16 sione per una reinterpretazione degli spazi esistenti e un loro riuso all’interno di una concezione unitaria che concorra a operare un ribaltamento dell’attuale tendenza alla paralisi della realtà urbana. I processi da mettere in atto riguardano essenzialmente le tematiche della riconversione e del recupero. In tal senso le normative predisposte dall’amministrazione per la proprietà privata appaiono riduttive e finalizzate solo al mantenimento di uno stato apparente di assoluta immodificabilità che tuttavia non ha impedito che si attuassero, dall’interno, in maniera costante e progressiva, micro-interventi che nel tempo hanno impietosamente compromesso il valore e l’integrità dei manufatti.11 Per ciò che invece riguarda il patrimonio più consistente degli edifici pubblici, c’è da osservare che le alienazioni dei beni ecclesiastici e in particolare dei complessi conventuali interni alla città operate dalle riforme leopoldine (1785), dalla gestione napoleonica (1808) e dal nuovo stato unitario (1865), hanno dato esito a un “blocco” di cospicue parti del tessuto rivendicandone, attraverso la mediazione dell’autorità statale, l’uso alla collettività. In effetti l’inserimento di precise tipologie (caserme, scuole, carceri, ospedali) e l’avocazione quindi a funzioni proprie delle istituzioni della “società civile”, nel momento in cui preservava tali contenitori pur degradandone e dissacrandone le strutture interne, di fatto scorporava tali preesistenze dall’ambiente cui si riferivano, alienandole alla fruizione quotidiana della popolazione dei quartieri e della città. La sfida per inserire nuove architetture e il recupero di questi complessi senza abdicare a un linguaggio contemporaneo rappresenterà quella svolta della politica urbanistica che è chiamata a lavorare per un reale rinnovamento della città.

Individuazione dell’asse PilastriAlfani-Guelfa e fascia di pertinenza.

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11 Norme di attuazione del piano regolatore: all’interno del centro storico gli edifici sono prevalentemente di classe 0,1,2 – in cui sono ammissibili interventi di manutenzione ordinaria, di restauro fino al risanamento conservativo. Gli immobili possono essere destinati esclusivamente a funzioni compatibili con le loro tipologie e con il loro carattere originario.

Tavola di sintesi tratta da: Una proposta per il recupero di funzioni urbane nel centro storico, Edizioni CLUSF Firenze, 1973 I sistemi sant’Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di santa Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza san Marco e santissima Annunziata Sistema delle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza - piazza D’Azeglio. Sistema dei giardini che ha come testate il giardino della Vasca della AMATA-breschi 8-29.indd 17Fortezza da Basso (1) e piazzale Donatello (2) Semi triangolo formato da: AMATA-breschi 8-29.indd 17via Faenza, Borgo Albizi - via AMATA-breschi 8-29.indd 17Pietrapiana e via Guelfa-AlfaniPilastri; quest’ultime assicurano il AMATA-breschi 8-29.indd 17collegamento con i due punti forti a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e piazza Beccaria.

Tavola di sintesi Tavola di sintesiTavola di sintesiTavola di sintesi

Tavola di sintesi 17 I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. Annunziata

AMATA-breschi 8-29.indd 17 I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le I sistemi S. Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione testate dell’arco formato dalla distribuzione le testate dell’arco formato dalla distribuzione testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. dei chiostri intorno alla piazza S. Marco e SS. dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. Annunziata AnnunziataAnnunziataAnnunziata

Sistema delle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio Sistema delle piazze alberate ottocentesche: Sistema delle piazze alberate ottocentesche: Sistema delle piazze alberate ottocentesche: Sistema delle piazze alberate ottocentesche: Sistema dei giardini che ha come testate il piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio piazza Indipendenza - piazza D’Azeglio piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio giardino della Vasca della Fortezza da Basso (1) e Piazzale Donatello (2) Collegamento dell’area di studio con il “terzo punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre Sistema dei giardini che ha come testate il Sistema dei giardini che ha come testate il Sistema dei giardini che ha come testate il Sistema dei giardini che ha come testate il Viali giardino della Vasca della Fortezza da Basso giardino della Vasca della Fortezza da Basso giardino della Vasca della Fortezza da Basso giardino della Vasca della Fortezza da Basso Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo (1) e Piazzale Donatello (2) (1) e Piazzale Donatello (2) (1) e Piazzale Donatello (2) (1) e Piazzale Donatello (2) Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-Pilastri; quest’ultime assicurano il collegamento con i due punti forti a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e piazza Beccaria (c) Collegamento dell’area di studio con il “terzo Collegamento dell’area di studio con il “terzo Collegamento dell’area di studio con il “terzo punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre

Viali Viali Viali

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Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-PilaAlbizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-PilaAlbizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-Pilastri; quest’ultime assicurano il collegamento stri; quest’ultime assicurano il collegamento stri; quest’ultime assicurano il collegamento con i due punti forti a scala urbana: Fortezza con i due punti forti a scala urbana: Fortezza con i due punti forti a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e piazza Beccaria (c) da Basso (a) e piazza Beccaria (c) da Basso (a) e piazza Beccaria (c)

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Tavola di sintesi

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I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. Annunziata Sistema delle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio

Tavola di sintesi Tavola di sintesi 17 I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. Annunziata Annunziata

Sistema dei giardini che ha come testate il giardino della Vasca della Fortezza da Basso Sistema delle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio Sistema delle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio (1) e Piazzale Donatello (2) Collegamento dell’area di studio con il “terzo punto forte”: Piazza della Libertà-ParterreCollegamento dell’area di studio con il “terzo punto forte”: Piazza della Libertà - Parterre Sistema dei giardini che ha come testate il giardino della Vasca della Fortezza da Basso (1) e Piazzale Donatello (2) Sistema dei giardini che ha come testate il giardino della Vasca della Fortezza da Basso Viali Collegamento dell’area di studio con il “terzo (1) e Piazzale Donatello (2) Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre Collegamento dell’area di studio con il “terzo Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-Pilastri; quest’ultime assicurano il collegamento Vialipunto forte”: Piazza della Libertà-Parterre Viali con i due punti forti a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e piazza Beccaria (c) Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-Pilastri; quest’ultime assicurano il collegamento Viali Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo con i due punti forti a scala urbana: Fortezza Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-PilaAlbizi - via Petrapiana e via Guelfa - Alfani - Pilastri; da Basso (a) e piazza Beccaria (c) stri; quest’ultime assicurano il collegamento quest’ultime assicurano il collegamento con i due con i due punti forti a scala urbana: Fortezza punti forti a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e da Basso (a) e piazza Beccaria (c) piazza Beccaria (c) 13-04-2010 14:25:18

Tavola di sintesi

I sistemi S.Orsola - Mercato S. Lorenzo (A) con l’isolato di S. Maria Nuova (B) costituiscono le testate dell’arco formato dalla distribuzione dei chiostri intorno alle piazza S.Marco e SS. Annunziata

Sistema delle piazze alberate ottocentesche: piazza Indipendenza-piazza D’Azeglio

Sistema dei giardini che ha come testate il giardino della Vasca della Fortezza da Basso (1) e Piazzale Donatello (2) Collegamento dell’area di studio con il “terzo 17 punto forte”: Piazza della Libertà-Parterre

Viali

Semi triangolo formato da: via Faenza, Borgo Albizi-via Pietrapiana e via Guelfa-Alfani-Pilastri; quest’ultime assicurano il collegamento con i due punti forti a scala urbana: Fortezza da Basso (a) e piazza Beccaria (c)

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Metamorfosi e linguaggio contemporaneo: un’identità che si esprime per differenze Il centro storico di Firenze è parte significativa di un’area metropolitana molto vasta che occupa tutta la piana in una sorta di espansione alluvionale fino alle colline limitrofe e si configura come un contesto com13-04-2010 14:25:18 13-04-2010 14:25:18 13-04-2010 14:25:18 posto da isolati monumenti e pregevoli nuclei storici ma anche e soprattutto da periferie anonime e aree industriali, da viadotti e raccordi autostradali, da vestigia di alto valore e relitti industriali. Un contesto che comunque rispetto ad altri del tutto simili, si caratterizza e si distingue per la presenza dei centri storici che come isole da un magma indifferenziato e tra queste il centro storico di Firenze ha un ruolo, per storia e dimensione, più rappresentativo. L’identità delle espansioni periferiche e dei comuni limitrofi – Scandicci, Sesto, Campi Bisenzio, fino a Prato e Pistoia – è determinata in gran parte proprio dall’essere parte integrante di questo ambito fiorentino e ogni abitante della piana si sente orgoglioso partecipe di questa eredità.

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Ma, nonostante la sua dilatazione, la città non ha prodotto il “nuovo” in cui sentirsi identificata e la condizione esistenziale prevalente è la coscienza di appartenere a un “mondo antico” di cui ci si sente insieme eredi e prigionieri. La mia convinzione è che solo la diffusione e moltiplicazione del “nuovo” sia la vera sfida per il futuro e l’unico criterio etico ed estetico possibile per progettare un “rinascimento urbano” inteso globalmente come diffusione della cultura, dei servizi, dell’intrattenimento, della costruzione di momenti comunitari, della riqualificazione dell’ambiente urbano. Ed è questo il tema conduttore dei progetti che sono inseriti in “Amata Città”, in quel settore urbano alternativo alla città museo per accrescere le potenzialità di rinnovamento urbano anche dal punto di vista di nuovi e più contemporanei linguaggi architettonici. L’inizio degli interventi riguarda proprio il punto di partenza del nuovo asse verso est: la sistemazione da piazza Annigoni

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che si caratterizza per la presenza del nuovo ingresso alla Facoltà di Architettura che completa il complesso processo di metamorfosi dell’ex convento di santa Verdiana; nel rapporto con i cortili dell’ex convento si individua il ruolo strategico della nuova architettura (blocco di nuovi uffici), che lungi da essere un tamponamento di un’area rimasta vuota, è il “vero portale di una cittadella”, baricentro delle nuove “mura”, comunicazione fra il vuoto della piazza e quello dei cortili interni e in particolare del chiostro centrale che riassume il ruolo originario di fulcro e di distribuzione per l’intero sistema didattico12 … Nel progetto si porta così a compimento quella profonda metamorfosi in atto nell’area già da alcuni anni e che determina un’offerta di servizi di prestigio e di qualificazione di tutto il quartiere: il parcheggio interrato e il mercato di Sant’Ambrogio, le ex-carceri di santa Teresa e santa Verdiana che diventano sedi di attività didattiche e di ricerca universitarie, l’edificio de La Nazione e l’ex aula bunker che offriranno spazi per servizi per il quartiere e la città, e il passaggio a lato di santa Verdiana, che garantisce il collegamento diretto con le Murate, polo innovativo per l’espressione artistica a Firenze. I concetti base cui questo progetto, ma anche e soprattutto gli altri progetti nel settore lungo la fascia13 si sono ispirati sono:

12 Dalla relazione al progetto definitivo del 2008. 13 V. Allegato 4 - progetti da Amata città.

Analisi critica dell’asse strategico Pilastri-Alfani-Guelfa Tratto da: Amata città, ibid., Firenze, 2010. All’interno del centro storico esiste un’alternativa al nucleo più antico che vede Firenze sia come eccellenza storicoartistica ma anche come città vetrina: ci riferiamo a quella fascia urbana che trova nell’asse viario Pilastri- Alfani-Guelfa la propria spina dorsale. Una fascia contraddistinta da polarità culturali feconde come le sedi delle università e delle biblioteche cittadine e da emergenze che trascendano la valenza storica per essere ancora attrattori sociali come il Mercato Centrale, il complesso delle Murate e, infine luoghi carichi di potenzialità che attendono di essere rigenerati (sant’Orsola, Polo universitario di piazza Brunelleschi). Fascia che si estende dalla Fortezza da Basso a piazza Cesare Beccaria e che trova nella sua metà longitudinale superiore la sequenza delle grandi piazze fiorentine. I progetti di Amata città lungo l’asse.

Schema assonometria di largo Annigoni con i progetti del 2008.

• Metamorfosi per esprimere il risultato di quel processo continuo e incessante di modificazioni, completamenti, ampliamenti o riduzioni che conferiscono all’architettura lo spessore della sua storia e al contesto il significato profondo del suo genius. • Urbanità come espressione di un processo di trasformazione della città che trovi nel contesto le connotazioni più rilevanti atte a far assumere al progetto le caratteristiche di “riconversione permanente” con la ricerca di spazi e funzioni rinnovate. Il rapporto con il luogo è sempre stato la base di ogni input primario di progetto. Rapporto come “rapporto fisico”, fatto di riferimenti alla sua struttura di trame viarie, scorci prospettici, vedute, contiguità, esposizioni, impregnato della concreta fisicità delle relazioni materiche, coloristiche, tipologiche, volumetriche dell’intorno; ma anche, rapporto più sottilmente concettuale composto di allusioni, interpretazioni, analogie, traslitterazioni, rimandi a quei connotati ambientali di più ampia “sensibilità culturale” che costituiscono la parallela, simultanea stratificazione “immateriale” inerente ai luoghi stessi, la loro “anima”. E anche nel progetto Annigoni il rapporto con il luogo è alla base del concept generale. Innanzi tutto si tratta di intervenire in un’area vuota, ma in città non esistono “vuoti storici” in qualche modo da preservare o riempire, ma soltanto aree che appartengono a parti di città cui va riconosciuto il ruolo rappresentativo di quella collettività che ha formato nel tempo la propria identità. Il progetto si deve porre l’obbiettivo primario di ribadire e, se possibile, potenziare questo ruolo di sempre, riportando a nuovo decoro fisico e formale le aree dismesse e a nuove funzioni pubbliche “aperte” gli edifici da recuperare perché un nuovo sistema si costituisca come polarità baricentrica. La storia dei manufatti e di ogni area in cui siamo intervenuti, e questa in particolare, ci ha spesso raccontato di parti urbane profondamente radicate nella coscienza degli abitanti di Firenze, non solo nelle persone più anziane che ovviamente hanno mantenuto ancor vive nella memoria immagini di quel monumento, piazza o edificio, ma anche delle nuove e più giovani generazioni che, secondo una consuetudine non codificata, né tantomeno imposta, sentono ancora molti di quei luoghi come insostituibili punti di riferimento del “vivere in città”, basti osservare quanta presenza di giovani si concentri in quest’area dalla mattina alla sera. L’area vuota su cui è previsto il progetto è un’area a margine del complesso conventuale di santa Verdiana che, nel tempo si è trasformato prima in complesso carcerario e poi in complesso universitario. È pertanto con essa fortemente coinvolta e il nuovo ingresso con la pensilina ruotata secondo il disegno delle corti interne ne evidenzia la stretta connessione. Ma Annigoni intesa come piazza con il mercatino, il nuovo edificio polivalente e il complesso universitario è anche un progetto di metamorfosi che si evolve proprio sulle stratificazioni di santa Verdiana di cui rappresenta la parte più contemporanea e pubblica nei confronti della città.

Ipotesi di struttura urbana ZZIGGURAT da: "Topologia e Morfogenesi" a cura di Lara Vinca Masini, ed. LA BIENNALE, Venezia 1978.

Annigoni, nella sua totalità, è un insieme di attività - piazza e luogo attrezzato, struttura polivalente per la didattica e la ricerca, attrezzatura per l’interscambio della mobilità, per il lavoro e spazio per convegni, attrezzature espositive per mostre permanenti e temporanee, ambienti per l’intrattenimento e l’incontro - da tempo particolarmente richieste da quella parte della popolazione che, insofferente delle disastrose e omologanti pratiche consumistiche rappresentate dai centri commerciali e dagli outlet villages, reclama come nuova opportunità sociale. Siamo partiti dalla constatazione che ogni manufatto architettonico si è adattato nel tempo per l’inserimento di nuove funzioni che a volte lo hanno profondamente modificato. In questo processo di graduale passaggio da una “contaminazione controllata” per giungere a un “ordine costituito”, abbiamo rivisto non solo quella costante ben nota nella storia dell’architettura - l’accumulazione in uno stesso organismo di “stili” o soltanto “frammenti” di architetture diverse - ma la concretizzazione di una “metamorfosi” non già intesa come forma in continua trasformazione, ma “esito finale”, quasi biologico dell’evoluzione di una forma. Il nuovo edificio a margine dell’ex convento non è come si è detto solo un progetto ex-novo, ma piuttosto un progetto di “riconversione permanente”, il completamento di un organismo complesso e stratificato come santa Verdiana, che vuole comunicare la difficile unità dell’inclusione piuttosto che la facile unità dell’esclusione. Un metodo progettuale ricavato per analogia trasversale dalle “ricostruzioni ideali piranesiane” che indicano il senso, metodologico e concettuale, dell’uso dei materiali del passato ai fini della formazione del suo avvenire. Sono passati molti anni da quando con gli amici di una stagione straordinaria colma di sogni e speranze, invitati da Lara Vinca Masini in una Biennale di Venezia sul tema della “Topologia e Morfogenesi”,14 presentammo una serie di progetti utopici che oggi in qualche modo mi sono richiamati alla mente se non nel linguaggio, certamente nell’atteggiamento e nell’enunciazione teorica

“…l’archeologia, come tecnica di costruzione della completezza di un passato in base alle persistenze incomplete di esso, è, a pensare bene, l’unica tecnica che, per il suo carattere attivo, ci permetta attualmente anche una plausibile ricostruzione ideale del futuro. La progettazione del futuro va considerata più che altro un problema di “completamento”: le parti già note di esso sono i disorganici ruderi contemporanei di simmetrie a venire…”.

14 Lara Vinca Masini, Topologia e Morfogenesi, utopia e crisi dell’antinatura. Momenti delle intenzioni architettoniche in Italia. Edizioni La Biennale di Venezia 1978.

ALLEGATO 4 Da Amata Città

Copertina del testo Amata città, Firenze 2010.

AMATA CITTA’

Alberto Breschi

contributi di:

Serafina Amoroso Andrea Branzi Barbara Camocini Claudia Giannoni Giovanni Todesca

Ci siamo domandati se la città in cui viviamo risponde ai nostri desideri, se ci rappresenta nelle nostre aspirazioni di convivenza civile, offerta culturale o semplicemente habitat quotidiano. Io sono dell’idea che a forza di utilizzare Firenze come ineffabile città di Monumenti e di Opere d’Arte si é finito per dimenticare, trascurare o peggio, rimuovere, la sua proiezione nel futuro come “luogo contemporaneo”. Ogni città ha il proprio mito; esso é composto da una serie di immagini stratificate nel tempo, parte integrante della sua cultura, grazie alle quali essa é famosa. Firenze è una città “congelata” nel mito del suo passato a cui non ha saputo aggiungere un mito contemporaneo. Oggi ho la piena consapevolezza che non riesce a esprimere pienamente le qualità di vita e le prerogative culturali di una comunità moderna che guardi al domani. Tutt’altro. Mi chiedo se sia ancora possibile reinventare una dimensione urbana che sappia accogliere chi ci vive, studia e lavora e penso che occorrerebbe un coraggioso e difficile “progetto in controtendenza” che sia innovativo e possa contrastare il progressivo processo di degrado della città. Firenze richiede un grande e impegnativo progetto culturale a cui vorrei partecipare con il contributo di ‘Amata città’.

A.B.

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AMATA CITT A’

Alberto Breschi

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1. Museo di storia naturale nell’area degli ex macelli del bestiame in via Circondaria a Firenze. 2. Progetto per un plesso scolastico in via dell’ Arcovata nell’area degli ex macelli del bestiame di Firenze. 3. Progetto per una residenza universitaria in via dell’ Arcovata nell’area degli ex Macelli del bestiame di Firenze. 4. Stazione dell’alta velocità: progetto per la nuova stazione ferroviaria dell’alta velocità a Firenze. 5. Nuova sistemazione dell’edificio della squadra di rialzo nell’area di Santa Maria Novella. 6. Progetto per uno spazio espositivo nella centrale termica di A. Mazzoni in via delle Ghiacciaie. 7. Edificio residenziale con parcheggio in via Cittadella angolo via delle Ghiacciaie. 8. Ipotesi progettuale per un nuovo polo fieristico nella Fortezza da Basso. 9. Ristrutturazione del Mercato Centrale di San Lorenzo. 10. Una residenza per l’arte contemporanea nell’ex complesso conventuale di Sant’ Orsola. 11. Recupero di Piazza Brunelleschi e realizzazione della nuova sede della biblioteca umanistica dell’Università. 12. Progetto per il riordino funzionale, il restauro e gli interventi conservativi del complesso di S. Teresa per le esigenze del Dipartimento di Progettazione della Facoltà di Architettura. 13. Nuova sistemazione di Piazza Ghiberti e accesso al complesso di S. Verdiana.

Progetti da Amata città.