2013-maggio-25

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Nuovi servizi di igiene per Ortigia

IGM

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Raccolta imballaggi ore 13-14,30

Conferimento rifiuti ingombranti dalle ore 21 Raccolta porta a porta entro le ore 9

Per il cane munitevi di paletta e sacchetto

Fondato e diretto da Pino Guastella Siracusa, 25 maggio 2013

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ANNO XXX - N. 18 - Euro 1,55

Dal collaboratore di giustizia Rosario Piccione l’invito a dissociarsi dalla criminalità organizzata al capo dell’associazione mafiosa di cui anche lui era un componente fino al lontano 2002

“Vorrei incontrare Attanasio per persuaderlo a collaborare” Riceviamo e pubblichiamo la comunicazione inviata al Diario dal collaboratore di giustizia Rosario Piccione, ex appartenente al sodalizio mafioso “Bottaro-Attanasio”, dal quale è fuoriuscito nell’estate del 2002. “Sono Rosario Piccione, mi farebbe cosa gradita vedere pubblicare sul Diario un mio desiderio: quello di poter incontrare Alessio Attanasio per persuaderlo a collaborare con la giustizia. D’altra parte, a mio modesto avviso, non si tratta di un proposta oscena visto che già si sono pentiti mafiosi appartenenti a Cosa Nostra, alla ‘Ndrangheta, alla Camorra e alka Sacra Corona Unita, nonchè esponenti di spicco della criminalità organizzata. La mia non è una provocazione, ma mi rivolgo con umiltà a un ex amico che sta patendo, per le sue sciagurate scelte di vita, lepene dell’inferno. Pentendosi, invece, potrebbe avere la possibilità di uscire dal carcere, di porre fine al regime del 41 bis, cui è ormai sottoposto da più di dieci anni, e di rifarsi una nuova vita con la propria moglie, con la quale ho saputo che si è rappacificato. Invece, insistendo a sentirsi un boss, in capo di un’organizzazione mafiosa che sta cadendo a brandelli, Alessio Attanasio non farebbe altro che segnare defi(Segue a pagina 13)

Rosario Piccione e Alessio Attanasio

Nuovi guai con la giustizia per i due ex appartenenti al clan mafioso Bottaro: uno per spaccio di droga e l’altro per lesioni personali

Rispediti in carcere i pentiti Sparatore e Stupore

Quando li avevano ammanettati sembrava che avessero gettato alle ortiche la grande possibilità che lo Stato aveva concesso sia Concetto Salvo Sparatore sia a Massimo Stupore. Che, pur essendosi macchiatiri di gravi reati, una volta che hanno deciso di collaborare con la giustizia, si erano visti congelare la pena a ciascuno inflitta (Sparatore per mafia, estorsione ed omicidio; Stupore per mafia, estorsione, droga e altro) e restituiti a libertà. Ma non solo. Per la collaborazione fornita alla giustizia, sia Sparatore che Stupore hanno anche ottenuto benefici economici, una nuova identità, il mantenimento dei rispettivi congiunti e un’occupazione. E il prezzo che lo Stato paga ai mafiosi che si dissociano dalle organizzazioni criminali e che fanno arrestare i loro ex compagni. Come pentiti dovrebbero rispettare alcune regole na, in particolar modo, di comportarsi da

cittadini che rispettano la legge e non commettano reati. Patti che si firmano, ma che a volte non si rispettano. Come appunto nel caso di Concetto Sparatore e di Massimo Stupore. Concetto Sparatore, ex braccio destro del boss Salvatore Bottaro e “patrozzo” di Alessio Attanasio, è stato arrestato dalle forze dell’ordine nella cittadina in cui risiedeva sotto protezione, nella regione della Basilicata, perchè resosi responsabiule di un traffico di cocaina, da lui organizzato assieme ad alcuni calabresi che ignoravano la sua “patente di pentito”. Lo hanno scoperto, a loro spese, quando sono stati tutti ammanettati e rinchiusi in carcere. Sparatore, bontà sua, per trarsi fuori dagli impicci, ha pensato bene di dissociarsi e di collaborare con la giustizia. E siccome ha forni(Segue a pagina 13)

Concetto Sparatore e Massimo Stupore

A conclusione della requisitoria il Pubblico Ministero Andrea Ursino ha sollecitato quattro mesi di isolamento diurno per il pentito Di Fazio già ergastolano, e la condanna a 15 anni per Ciro Fisicaro per il tentato omicidio ai danni di Angelo Marino

Omicidio Corso: chiesto l’ergastolo per Ercolano, Nardo e Giampapa

Mercoledì mattina 22 maggio il Pubblico Ministero Andrea Ursino ha illustrrato la propria requisitoria al processo che vede sul banco degli imputati il pentito Umberto Di Fazio, il boss di Cosa Nostra della Sicilia orientale Aldo Ercolano, braccio destro di Nitto Santapaola, il boss di Lentini Nello Nardo, il suo ex luogotenente Giuseppe Giampapa e l’ergastolano Ciro Fisicaro, componente anche lui del clan Nardo, tutti accusati deli omicidio aggravato ai danni di Francesco Corso e il Giampapa e il Fisicaro anche del tentato omicidio ai danni di Francesco Marino. Dopo essersi pronunciato per l’affermazione della penale responsabilità di Ercolano, Nardo, Giampapa e Di Fazio in ordine all’accusa loro mossa di avere svolto un ruolo attivo, o come mandanti o come esecutori o come fiancheggiatori, nell’esecuzione dell’agguato mortale ai danni di Francesco Corso, detto ‘U Masculuni, ed aver invitato i giudici della Corte d’Assise (presidente, Maria Concetta Rita Spanto; a latere, Stefania Scarlata) ad assolvere Ciro Fisicaro, a suo dire estraneo al delit(Segue a pagina 12)

Nello Nardo, Giuseppe Giampapa e Ciro Fisicaro


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