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La memoria delle cose Empedocle d’Agrigento diceva, che il mondo si compone di quattro elementi primordiali, di terra, d’acqua, d’aria e di fuoco. Ma piuttosto aveva ragione un vecchio poeta cinese, quando ha scritto che la primavera si divide in tre parti: la prima parte si trasforma in humus, la seconda parte si trasforma in polvere, la terza in acqua, che scorre. Tu la vedi, l’acqua, che trascina l’humus rosso della sua terra, tu la vedi, l’acqua, che porta via le sabbie bianche del mare, tu la vedi, l’acqua, che leviga i sassi del tuo paese, che attraversa, che scorre nelle vene dei tempi. L’ acqua che scorre si ricorda di tutto: delle lacrime, del sangue, dell’urina dei tuoi padri e delle tue madri,

Jan Vladislav (1923-2009) è stato poeta, saggista e traduttore sopratutto di poesia classica e moderna: Dante, Tasso, Michelangelo, Shakespeare, Ronsard, Rilke, Campana, Ungaretti, Montale, Reverdy, Michaux, Machado, Eliot, oltre che della poesia popolare tedesca, russa, ucraina, rumena, ecc... Ha tradotto dall’italiano anche romanzi, come la Coscienza di Zeno di Svevo, libri di arte, come le Vite del Vasari e testi teatrali, come i Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello. Nato da genitori cechi il 15 gennaio 1923, trascorre la sua infanzia nel paese di Hlohovec nella Slovacchia occidentale. Nell’autunno del 1942, Jan Vladislav si trasferisce a Praga. Durante i primi tre anni del dopoguerra, Jan frequenta la Facoltà di Lettere, prima presso l’Università Carlo, poi a Grenoble in Francia. Pubblica le sue prime raccolte di versi: Il quadro non finito e Il regalo, entrambe nel 1946. Dopo la presa del potere da parte dei comunisti, nel febbraio del 1948, viene espulso dall’Università (potrà laurearsi solo nel 1969). La sua terza raccolta, L’uomo di fuoco, edita in quello stesso anno, viene quasi completamente distrutta. Gli viene ritirato il passaporto. Per esprimersi e per vivere, come altri scrittori non graditi al regime, si dedica al lavoro più discreto della traduzione. La “Primavera di Praga” gli permette di essere integrato fra le istituzioni culturali ufficiali: nel 1969, anno di una straordinaria (e paradossale) libertà

culturale, che ha preceduto il regime della “normalizzazione”, ricopre per sei mesi la carica di redattore capo della rivista “Svetova Literatura” (Letteratura Mondiale), ma ritorna al suo posto di oppositore, con la caduta definitiva di Alexander Dubček e la presa del potere di Gustáv Husák. La sua ferma opposizione alla politica culturale del regime comunista, lo impegna naturalmente in nuove forme di resistenza, in particolare attraverso la pubblicazione di testi suoi e di scrittori che non potevano pubblicare, in tirature limitate e distribuite clandestinamente. Con l’aiuto di Jiří Kolář, fonda infatti nel 1975 la casa editrice Kvart, dove pubblicherà artigianalmente, e spesso in tirature limitate a una quindicina di esemplari, più di centoventi libri (principalmente traduzioni e saggi). È fra i firmatari della Carta 77, atto di nascita della dissidenza organizzata cecoslovacca al regime comunista. Viene sottoposto a ulteriori controlli da parte della polizia, che rendono la sua posizione molto difficile: nel 1981 è costretto all’esilio in Francia, a Sèvres. Le sue opere, proibite in patria, vengono pubblicate dalla casa editrice PmD di Monaco: Frasi, poesie scritte negli anni 60, escono nel 1981, Soliloqui nel 1986 e Sogni e poemi in prosa, nel 1989. Dopo la Rivoluzione di velluto del 1989, ritorna a pubblicare a Praga: nel 1991 escono Libro di poesie, Ritratti e autoritratti e il Diario parigino. Muore a Praga nel 2009.

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del latte che hanno bevuto loro, che hai bevuto tu, di lei, ogni volta quando nuda si lavava davanti allo specchio, di tutte le fragili membra, di te e della tua morte che arriva. Con ogni tuo sorso, avido, tu la bevi, con ogni tuo respiro, avido, tu ti soffochi, e lei ti porta nella sua memoria, come un fiume solare il suo annegato. Empedocle d’Agrigento dice – ma piuttosto ha ragione Su Tung-p’o, la primavera non è che humus, humus, polvere e acqua che scorre. Da Věty (Frasi), 1962 - 1972, PmD Monaco, 1981. Traduzione di Alena Fialová, in collaborazione con l’Autore.


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