Corriere ortofrutticolo gennaio 2014

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DI

ECONOMIA

ANNO XXVIII Nuova serie

Gennaio 2014

E AT T U A L I T À D I S E T T O R E

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C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

PROTAGONISTI Luca Granata e il ‘diamante’ chiamato Melinda PAG. 23

• AZIENDE Fruttital sposta la logistica da Albenga a Verona PAG. 13

• EVENTI Tutti a Dozza il venerdì sera: ci sono gli Oscar PAG. 19

• GDO La quota di mercato delle private label sfiora il 20% PAG. 27

• AGRUMI Il comparto tiene grazie alla crescita dell’export PAG. 45

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CorriereOrtofrutticolo

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✍ Lorenzo

Fantastico: il ministro dell’Agricoltura (forse) costretto a lasciare non perché inadatto o incapace ma per una registrazione abusiva inerenti beghe e intrallazzi nella Asl di Benevento. Il rimpasto (in pista l’ex ministro Catania ma anche Bruno Tabacci) porta sulla poltrona che fu di Cavour il quinto ministro negli ultimi 5 anni. Già, il ministero come un taxi, un albergo “del libero cambio”: ecco l’ultimo deprimente primato del nostro agroalimentare! Dove trovare un po’ di ottimismo in questo brutto inizio 2014? Gli incredibili pasticci delle tasse sulla casa e dei soldi che gli insegnanti dovrebbero restituire minano la credibilità del governo Letta e soprattutto condannano il ruolo dei ‘tecnici’. Serve un ritorno alla politica, si dice. Quale politica, quella che abbiamo visto finora? Quella dei dilettanti/incompetenti allo sbaraglio? Quella degli eletti, pardon ‘nominati’, paracadutati nei vari territori, che fanno carriera solo in virtù della loro fedeltà al ‘capo’? Onorevoli-camerieri, o anche piccoli affaristi/professionisti di provincia che trovano nella politica una nuova lucrosa professione, ricca di prebende e privilegi? Vogliamo scherzare? Il ritorno non alla ‘buona’ politica ma a una politica sol solo ‘decente’ passa attraverso una radicale riforma dei meccanismi istituzionali ed elettorali, che ridia dignità agli elettori e agli eletti. Il che soprattutto significa smantellare le troppe sovrastrutture di questo Stato spendaccione e inefficiente, capace solo di produrre tasse, regole, regolamenti, lacci e lacciuoli. Il fallimento della politica è direttamente proporzionale al dilagare senza freni degli apparati burocratici centrali e locali , che prima tutelano se stessi e poi, invece di dare servizi al cittadino/imprenditore, lo vessano fino all’esasperazione. Stiamo morendo di eccesso di spesa pubblica e di tasse. Chi ha fatto le riforme (Gran Bretagna, Germania, Polonia) ha ripreso a crescere. I nostri politici, ospiti nei sempre più insopportabili talk show, elencano buone intenzioni e pii desideri personali ma i loro partiti quando sono al governo nazionale o locale non tagliano anzi accrescono la spesa pubblica perchè porta voti. La conseguenza è l’inventarsi fantasioso di nuove e vecchie tasse che ci fanno ridere dietro in tutta Europa… Ovvio che ‘questa’ politica produca solo disastri e pasticci, se non clientelismo e malaffare, e non riesca a mettere mano alla riforma delle riforme, i tagli alla spesa pubblica e alle mille sovrastrutture che ci campano sopra. Stiamo ancora parlando dopo anni dell’abolizione delle Province, enti inutili per eccellenza. I privilegi assurdi delle regioni a statuto speciale sono ancora tutti lì, nessuno li tocca. Organismi inutili come il Cnel, cimitero di elefanti della politica e del sindacato, continuano a vivacchiare serenamente. E che Frassoldati

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EDITORIALE

Dal km zero al costo zero

dire delle Camere di commercio e del loro sistema, vi siete mai chiesti a cosa servono. Non se ne potrebbe fare a meno o almeno ridimensionarle drasticamente? E i Tar, a cosa servono oltre che a dichiarare nulle le elezioni in Piemonte dopo 4 anni o a sentenziare sulle cellule staminali? I nostri dirigenti ministeriali sono tra i più pagati d’Europa: a partire dal ministero dell’Agricoltura dove capo di gabinetto, direttori di dipartimento e direttori generali guadagnano più di una volta e mezzo rispetto ai loro colleghi britannici (controllare le cifre su www.lavoce.info) . E a proposito del ministero agricolo che fine ha fatto la spendig review sugli enti controllati avviata dal ministro Catania? Ce n’è bisogno perché l’aria che tira è brutta: a capo dell’Agea c’è un generale della Finanza mentre l’Inea (Istituto nazionale di economia agraria), altro oggetto misterioso del sottobosco ministeriale, è stato da poco commissariato dal ministro per “reiterate irregolarità gestionali ed anche una culpa in vigilando del Cda”. E Buonitalia, stipendificio di manifesta inutilità, che è stata finalmente chiusa, liquidata, però sommersa dai debiti e dalla malagestione? Vogliamo andare avanti così? Fra le novità positive di questo inizio anno la scoperta che la nostra economia non è morta, che la Fiat è viva e addirittura si compra la Chrysler e diventa un player globale nell’auto. Guardando al boom del nostro export agroalimentare (34 miliardi, con il vino in testa e subito dopo l’ortofrutta) viene da pensare che siamo player globali anche nel food, che potremmo tornare ai tempi d’oro quando il gruppo Ferruzzi era una vera e propria multinazionale dell’alimentare, con intuizioni geniali come la soia. Le potenzialità dell’ortofrutta sono enormi, anche più del vino. Perchè il vino come export è un settore quasi maturo, ha già dato tanto, mentre l’ortofrutta – se si pensa agli USA e ai nuovi mercati – ha ancora tanto da dare. Ovviamente bisogna fare squadra e serve una politica che invece di vessarle, dia sostegno alle imprese. Vorremmo sentire ogni giorno il mondo agricolo tuonare contro il parassitismo della pubblica amministrazione, contro sprechi e inefficienze che si scaricano sulle spalle di chi produce reddito. Rendiamoci conto che quella contro la cattiva spesa pubblica e le tasse è la madre di tutte le battaglie. Invece di blaterare tutti i giorni di km zero, parliamo ogni tanto di costo (quasi) zero della burocrazia, dal ministero in giù.

PUNTASPILLI BANDIERE Con Decreto ministeriale n.35581 del 18/12/2013 il Ministero agricolo ha affidato a una ditta il servizio di smontaggio, lavaggio e rimontaggio dei tendaggi e delle bandiere da esterno per un importo di 28.000 euro (escluso Iva). No comment. *

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I “+” e “-” dell’ortofrutta

CorriereOrtofrutticolo

IL BORSINO ☛ Cesare Bellò L'amministratore delegato di OPO Veneto, nonché vicepresidente del CSO di Ferrara, è il 'guru' del radicchio rosso di Treviso, è colui che più di ogni altro ha portato questo prodotto al successo nazionale e internazionale. Altri, nello stesso Veneto, lo hanno seguito e lo stanno seguendo (vedi, da ultimo, il Consorzio del Radicchio Rosso di Verona IGP). La formula di Bellò, la sua 'alchimia', prescinde comunque dal radicchio e si allarga a un mondo molto più ampio. Dice: un ambiente sano per produrre alimenti sani. Bellò a Zero Branco, suo quartier generale, e dintorni è partito dal terreno, che

☛ Pink Lady La signora, in rosa, delle mele fa scuola. Tra poco ci sarà San Valentino e con un bacio di cioccolata gli innamorati potranno scambiarsi anche una mela con il bollino a forma di cuore. Pink Lady fa scuola di marketing, ed è, a questo proposito, un esempio di livello mondiale. La precisione, la cura con cui all'azione commerciale Pink Lady abbina la comunicazione e la promozione sono

☛ I comunicati Coldiretti Lo abbiamo già sottolineato. Nessuno batte Coldiretti sul fronte della comunicazione per la stampa. L'argomento merita di essere approfondito, perché quella di Coldiretti potrebbe diventare un'azione... contagiosa. Non ci sono sabati né domeniche, non ci sono Natale o Pasqua per fare una sosta e tirare un po' il fiato: i comunicati di Coldiretti partono ogni giorno e a tutte le ore. Coldiretti è in grado di comunicare che per il cenone di Capodanno gli italiani hanno speso 24 euro a testa e hanno mangiato piatti locali. Che, sempre per il cenone, in Italia sono saltati 80 milioni di tappi di spumante (una cifra da Paese di alcolizzati). Che, dopo il cenone, gli italiani hanno lasciato sulle tavole avanzi di alimenti per 200 milioni di euro (siamo un Paese di spreconi). Non basta: per l'Epifania Coldiretti ci ha informato che la calza della befana

conosce bene perché lui è uno straordinario conoscitori di insetti e dai terreni di pianura tra le province di Treviso e Venezia gli insetti erano scappati via tutti da tempo, terrorizzati dagli insetticidi. Lui ce li ha fatti tornare, ha fatto rivivere il terreno. Questo è piaciuto e piace molto. Nel Veneto, per seguire l'esempio di Bellò, si finanziano progetti per la salubrità dei terreni agricoli e, dopo una visita a Zero Bianco, il direttore della Cooperativa Sole, Pietro Paolo Ciardiello, si è fatto definitivamente convinto: anche nel Casertano la 'formula Bellò' potrà essere applicata, non a parole ma nei fatti della pratica colturale quotidiana. Su

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davvero uniche. Per il settore ortofrutticolo italiano qui c'è da imparare tanto. Certo, dietro al marchio Pink Lady c'è una grande organizzazione internazionale, lo sappiamo, ma anche alcuni consorzi italiani, OP, Unioni di OP avrebbero il respiro, le risorse per fare di meglio e di più. Studino il caso Pink Lady negli uffici marketing di queste nostre realtà perché Pink Lady è una mela ma anche tanto di più. Su

è stata appesa in un famiglia su tre (speriamo che su milioni di calze non ce ne fosse qualcuna non lavata, beninteso, per errore). E ancora: in apertura di saldi due italiani su tre hanno preferito i cotechini ai vestiti. Coldiretti, è noto a tutti, è la più grande organizzazione agricola italiana. Ad essere pignoli è la più forte anche in Europa (e lo sanno anche a Bruxelles dove Coldiretti è presente con un suo influente ufficio di rappresentanza). Insomma, stiamo scrivendo di qualcosa di estremamente serio. Proprio per questo ci chiediamo se l'informazione che abbiamo descritto sia altrettanto 'seria' e se questa informazione sia utile a Coldiretti e ai suoi innumerevoli associati. C'è di più: abbiamo notato che, nelle ultime settimane, anche un'altra organizzazione agricola nazionale, la numero due, la CIA, sta inseguendo Coldiretti in questo tipo di informazione. E' un male contagioso. Giù

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Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati

MENSILE DI E AT T U A L I T À

ECONOMIA DI SETTORE

ANNO XXVIII - Nuova serie G E N N A I O

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Corriere

T H E F I R S T ITALIAN

Redazione: Emanuele Zanini Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it

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Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 66 euro per due anni: 100 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.

Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%

Serata degli Oscar a Dozza

RUBRICHE

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Melinda, i segreti di un successo PAG.23 mille euro nei Mercatiall’Ingrosso

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FEDAGRO NEWS Servizi e protezione del credito: accordo con Cerved Group e Osserva

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EDITORIALE Dal km zero al costo zero

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IL BORSINO Cesare Bellò, Pink Lady, i comunicati di Coldiretti

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Fruitlogistica: Fedagromercati al padiglione 2.2 stand C 0.7

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GENTE & FATTI ‘Terra dei fuochi’ dove? Coop Sole si converte al bio

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LOGISTICA L’Asia avanza, ma qualche vantaggio c’è

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‘Spesometro’, obbligo che uccide le piccole aziende

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Ortaggi: il Veneto investe sull’ambiente

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EcorNaturaSì fa bingo: Rosso e Rossi Cairo soci

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Distribuzione: i top 250 nel mondo

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BAROMETRO Il crollo dei consumi blocca nel 2013 l’inflazione all’1,2%. Si conferma il calo dell’export ortofrutticolo: -9,1% in volume 10 NOTIZIARIO Fruttital: cala il ruolo di Albenga distribuzione e logistica a Verona

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Fruit Logistica: 30 imprese nello stand “Italy”. L’Argentina Paese-partner della fiera berlinese

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Conti in ordine e slancio progettuale al CAAB di Bologna

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ATTUALITÀ Primo Piano - Protagonisti Ecco gli Oscar della frutta

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Primo Piano - Protagonisti Paolo De Castro: “Sarà l’anno del Mediterraneo”

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Copertina - Protagonisti Melinda. Una macchina da guerra

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Sfiora il 20% la quota di mercato delle private label nella GDO

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Cresce il mercato della frutta secca grazie al progetto di SG Marketing “Frutta secca e benessere” che ha fatto conoscere gli aspetti salutistici

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MELE. Dicembre vivace per le mele Buona la domanda dall’estero

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MELE. Per le 6 mila tonnellate di mela Annurca si profila un’annata positiva 31

L’ELENCO DEGLI

OPO Veneto consolida il fatturato e le vendite

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Brio: fatturato in crescita del 9% grazie al trend positivo del bio

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Più arance nell’aranciata? Emendamento passa alla Camera

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Padova e Verona contro il limite dei

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4 COMPANY CONS. FUNGHI TREVISO EUREPACK EURO POOL SYSTEM FRUITECOM ILPA-ILIP ITALIA ORTOFRUTTA LA COSTIERA MAERSK

pagina 25 pagina 10 pagina 40 pagina 44 pagina 18 pagina 28 copertinaIV pagina 31 pagina 38

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ITALIAN

Ortofrutticolo

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M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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Private label a quota 20%

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MELE. L’avvio di campagna commerciale conferma la buona tenuta di PInk Lady 32 Maltempo. Colpita la zona della Pera IGP 33

MONDO Mondo flash: Turchia, Cile, Colombia, Antille, Spagna, Catalogna, Tunisia, Perù, Australia 41

SCHEDA PRODOTTO

Porti, Europa declassata

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NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Report sul Biologico In un anno duro per i consumi come il 2013, il settore dei prodotti biologici ha continuato la crescita. Una riflessione sulle prospettive alla vigilia di Biofach (Norimberga, 15-18 febbraio).

☛ Insegna della Gdo e Dettagliante,

due rubriche ad hoc Sul prossimo numero riflettori su Famila, con visite ai reparti ortofrutta e interviste ai responsabili. La rubrica sul dettagliante ortofrutticolo proporrà un fruttivendolo tra i più noti di Verona. Queste due rubriche sono proposte in tutti i numeri del Corriere Ortofrutticolo 2014 per approfondire il legame dell’ortofrutta con piccola e grande distribuzione.

☛ Focus sul radicchio La Scheda prodotto di febbario 2014 sarà dedicata ad uno dei comparti più dinamici del settore orticolo italiano: il comparto del radicchio, che ha fatto registrare negli ultimi anni veri e propri fenomeni di successo a livello internazionale con una buona tenuta dei consumi e un utilizzo sempre più vasto da parte della ristorazione di qualità.

AGRUMI

Dai mercati esteri arriva una ventata di ottimismo

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pagina 32 pagina 22 pagina36-37 pagina 5 pagina 12 pagina 16 copertina II pagina 2 copertina I

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FATTI

GENTE

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‘Terra dei fuochi’ dove? Coop Sole si converte al bio Un progetto della Cooperativa Sole di Parete (Caserta), che coinvolgerà tutti i 120 soci aderenti, prevede, per il 2014, 300mila euro di investimento per realizzare il controllo biologico su tutte le colture. In particolare, saranno coinvolti dal progetto tutti i 170 ettari coltivati a fragole. Continuerà nel frattempo la sperimentazione, cominciata nel 2013, sui peperoni, estendendo il controllo - effettuato con la tecnica dell’immissione dei cosiddetti ‘insetti utili’ anche sui meloni, sui pomodori e su tutta la frutta estiva. “L’obiettivo – dichiara Pietro Ciardiello (nella foto), direttore della Cooperativa Sole – è quello di raggiungere un prodotto a residuo zero, cioè senza inquinanti. L’applicazione del controllo biologico su dimensioni e superfici sempre più ampie, infatti, sta ripristinando la biodiversità, tanto che si osserva un maggior numero di insetti utili nell’areale di coltivazione”. “Per noi – continua – la salubrità dei nostri prodotti e la tutela della terra è centrale e, quindi, questo è un investimento strategico, sia in risorse economiche che in capitale umano”. L’annuncio è stato dato durante il tradizionale incontro tecnico di aggiornamento organizzato presso la sala convegni della cooperativa, a Parete, sul tema "L’utilizzo di stru-

menti biologici nella coltura della fragola", al quale sono intervenuti Maurizio Bargagni e Teodoro Talento della Cooperativa Sole, Francesco Bravaccini e Carmine Lanaro di Bioplanet, biofabbrica di Cesena che fornisce gli ‘insetti utili’. L’utilizzo di mezzi biologici, in sostituzione di quelli chimici, occupa dunque sempre più spazio nell’ambito della tecnica colturale adottata dalla Cooperativa Sole, per garantire sia la salubrità dei frutti che produce, che per preservare l’ambiente di produzione. Per quanto concerne la fragola, da oltre 20 anni l’ufficio tecnico della Coop Sole e l’ufficio tecnico Bioplanet hanno messo a punto la strategia nel controllo dei fitofagi chiave (Ragnetto e Tripide) collaudando l’utilizzo degli antagonisti naturali (Phytoseiulus e Orius) e quest’anno verranno impiegati per produrre tutti gli 8 milioni di kg previsti. Oltre al controllo dei fitofagi chiave, i tecnici stanno collaudando l’utilizzo di ulteriori strumenti biologici.

‘Spesometro’, obbligo che uccide le piccole aziende La reintroduzione, avvenuta a dicembre scorso con la legge di stabilità, dell’obbligo di comunicazione all’Amministrazione finanziaria delle operazioni ai fini Iva (il cosiddetto “Spesometro”) per i piccoli produttori agricoli, quelli, cioè, che non superano i 7

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mila euro di vendite l’anno, è una misura penalizzante che accresce la burocrazia, aumenta i costi e rischia di mettere in ginocchio le imprese. Per questo motivo Agrinsieme condivide le iniziative tese a eliminare questo oneroso obbligo.

Ortaggi: il Veneto investe sull’ambiente La Regione Veneto ha deciso di investire un milione e 300 mila euro per la qualità degli ortaggi e dell’ambiente dove sono coltivati. La delibera della Giunta, con la quale sono stati stanziati i fondi, è stata approvata il 30 dicembre 2013 ed è ritenuta un fatto “rivoluzionario” sul fronte della tutela dei prodotti e del territorio. Il provvedimento tiene conto del fondamentale binomio “prodotto-ambiente” per garantire, a tutela sia dei produttori che dei consumatori, l’identità dei prodotti, la sicurezza alimentare e consumi responsabili e consapevoli. E’ quanto ha messo evidenza l’assessore veneto Franco Manzato presentando la legge: “Il consumatore europeo oggi è sempre più attento ai diversi aspetti della qualità, non solo a quelli intrinseci del prodotto, ma anche e soprattutto ad altri che possono essere definiti valori aggiunti culturali, come la tipicità, la denominazione di origine e le ecolabel, ossia le garanzie che le tecniche utilizzate nella filiera produttiva siano a ridotto impatto ambientale”. Si fa riferimento specifico alla necessità di salvaguardare la biodiversità, “la cui perdita resta una delle maggiori emergenze ambientali del nostro tempo”. Per la caratterizzazione qualitativa degli ambienti di coltivazione dei prodotti ortofrutticoli si indica, in particolare, la metodologia del protocollo Biodiversity Friend, “la prima, e fino oggi unica, certificazione che valuta la conservazione della biodiversità in agricoltura”, come si legge nella delibera della Giunta veneta.

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GENTE

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EcorNaturaSì, azienda leader nella distribuzione di prodotti biologici, conta dal 15 gennaio due nuovi soci: Red Circle Investments, la società di investimenti della famiglia Rosso, e Forever, la società di investimenti della famiglia Rossi Cairo. EcorNaturaSì opera dal 1987 attraverso i marchi NaturaSì (113 punti vendita in tutta Italia, parte in proprietà, parte in franchising) e Cuorebio (a cui aderiscono circa 300 punti vendita) e nel tempo ha costruito una rete di punti vendita specializzati di prodotti biologici e di fornitori di prodotti biologici di qualità, alcuni seguiti direttamente fin dalla produzione in campagna con progetti dedicati a filiera controllata. La specializzazione del gruppo, l'alta attenzione alla qualità (del lavoro agricolo e del valore nutrizionale del prodotto) e l'attenzione agli aspetti sociali della vita economica hanno creato una solida credibilità presso i consumatori che è dimostrata dalla crescita costante dei volumi. In particolare, il 2013 chiude con un valore della produzione consolidato del gruppo (cui appartiene anche il Baule Volante, specializzato nella vendita di prodotti biologici a piccoli negozi) di circa 230 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto all'anno precedente, grazie principalmente al continuo aumento del numero dei clienti nei punti vendita storici. “L'interesse per il biologico sta aumentando" ha dichiarato Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì. "I nuovi soci hanno dimostrato interesse non solo all'aspetto economico e finanziario dell'azienda, ma anche alle finalità che le sono proprie”. Già impegnato socialmente in modo personale e attraverso la sua fondazione Only The Brave con iniziative in Africa ma anche sul territorio italiano (come, per G e n n a i o

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citarne solo una, l'operazione di microcredito a favore dei terremotati emiliani), di origini contadine e appassionato lui stesso di terra e coltivazioni di qualità (nella sua Diesel Farm di Marostica, Vicenza), Renzo Rosso (nella foto) crede moltissimo in questo nuovo settore: “Ritengo che un’alimentazione di qualità sia il vero valore aggiunto di oggi. E se si riesce a sposare questo con un ritorno a una relazione equa con chi lavora la terra, garantendo i giusti margini di guadagno e una continuità di reddito, e con un rispetto della terra che ormai è ai minimi storici, a scapito della nostra salute e del nostro futuro, tutti ne possono uscire vincitori. Conosco personalmente le difficoltà ma anche il potenziale di questo set-

tore, anche per le nuove generazioni. Abbiamo un incredibile rispetto per quanto EcorNaturaSì ha realizzato fino ad oggi”. L’altro nuovo socio è Giorgio Rossi Cairo (nella seconda foto), attraverso Forever, la società di investimenti di famiglia. Rossi Cairo è fondatore della società di consulenza strategica Value Partners che opera con 10 uffici in tutto il mondo e imprenditore, tra l’altro, nei settori dell’informatica e della sanità. E’ inoltre proprietario da 12 anni dell’azienda agricola biodinamica La Raia di Novi Ligure, conosciuta soprattutto per la produzione di Gavi DOCG certificati Demeter e pluripremiati dalle principali guide del settore. All’interno della sua azienda agricola è ospitata anche un’ini-

Distribuzione: i top 250 nel mondo

FATTI

EcorNaturaSì fa bingo: Rosso e Rossi Cairo soci

&

La statunitense Wal Mart resta senza sorpresa, anche nel 2013, il numero uno della grande distribuzione planetaria, con un fatturato di 469 miliardi di dollari davanti alla britannica Tesco (102 miliardi) e all'altra statunitense Costco (99,13 miliardi), tallonata dalla francese Carrefour (98,75 miliardi). Questa la classifica annuale stilata da Deloitte con la rivista Stores sui 250 maggiori retailers del mondo. La classifica è stata ripresa in Spagna dal quotidiano 'El Pais'. I gruppi italiani in classifica sono Coop Italia, con 15,3 miliardi al 61esimo posto (dal 56esimo dell'anno prima), Conad, 71esima con 13,15 miliardi (da 78esima) e Esselunga, 122esima con 8 miliardi (da 125esima). Tra gli europei, la tedesca Metro è settima con 85 miliardi, la connazionale Aldi nona, la francese Auchan 14esima, la Casino Guichard 20esima, Ikea 30sima e la spagnola Inditex (Zara) 45esima. ziativa pedagogica steineriana in completa sintonia con lo spirito di EcorNaturaSì e la “Fondazione La Raia – Arte Cultura Territorio”, dedicata alla valorizzazione del territorio del Gavi e di cui Rossi Cairo è fondatore e presidente. “Anni fa ho investito in un’azienda agricola - afferma Giorgio Rossi Cairo -. A La Raia abbiamo realizzato un progetto che ci ha permesso di recuperare la bellezza originaria di un territorio suggestivo, ricompensandoci con produzioni di altissima qualità, dal vino ai cerali alla carne. Oggi l’ingresso in EcorNaturaSì rappresenta per La Raia l’integrazione con un’azienda che ha le massime competenze nel settore della distribuzione e vendita di prodotti biodinamici”. www.corriereortofrutticolo.it

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Anche a metà gennaio è stata confermata la frenata dell’inflazione nel 2013, che si attesta all’1,2 per cento, livello più basso dal 2009. Il dato è collegato al crollo dei consumi delle famiglie. L'anno scorso gli italiani hanno speso in media il 60 per cento del loro reddito mensile soltanto per affrontare le spese obbligate: tasse, utenze domestiche, mutui, affitti. E si sono visti costretti a tagliare su tutto il resto: solo per il cibo c’è stata una riduzione della spesa del 4 per cento circa, che vuol dire circa 2,5 miliardi di euro in meno per acquistare alimentari e bevande. Secondo dati Istat, le famiglie hanno comperato meno pesce (-3,4 per cento) e ancor meno carne rossa (-3,9 per cento), così come meno latte (-2,7 per cento) e ortofrutta (-2 per cento). Hanno inoltre rinunciato drasticamente all’uso dell’olio extravergine d’oliva (-8,8 per cento) e ha iniziato a perdere terreno anche la pasta (-1,2 per cento), mentre ha resistito l’altro alimento “povero” per eccellenza, le uova (+1,8 per cento). Per risparmiare, il 65 per cento delle famiglie ha comparato i prezzi con molta più attenzione; il 53 per cento ha girato più negozi alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42 per cento ha privilegiato i “formati convenienza”; il 32 per cento ha abbandonato i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo e pare anche che il 24 per cento abbia persino ricominciato a fare cucina di recupero con gli avanzi. Insomma, povera Italia, con questa crisi che è scesa al livello del consumatore e ha tagliato le gambe al ceto medio, ai pensionati, riducendo a livelli molto bassi le aspettative della maggioranza dei giovani. Intanto Fruitimprese ha reso noti il 20 gennaio i dati relativi all'import-export ortofrutticolo nei primi dieci mesi del 2013. Essi si mantengono in linea con quelli registrati nei mesi precedenti: si conferma ancora un calo dei volumi esportati del 9,1% ed una crescita di quelli importati del 6% rispetto allo stesso periodo del 2012. In valore segno positivo sia in export che in import. Il saldo è di circa 748 milioni di euro (-14,2%). Complessivamente, da gennaio a ottobre 2013 le imprese italiane hanno esportato 3 milioni e 32 mila tonnellate

COMMERCIO ESTERO ORTOFRUTTICOLO - RAFFRONTO PRIMI DIECI MESI DEGLI ANNI 2012-2013

QUANTITA' (TONS) ESPORTAZIONI

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OTT 2013

VALORI (MIGLIAIA DI EURO) var%

OTT 2012

OTT 2013

var%

Legumi e ortaggi Agrumi Frutta fresca Frutta secca Frutta tropicale

790.296 168.397 2.279.238 39.262 60.688

778.714 169.916 1.971.874 42.007 70.206

-1,5 0,9 -13,5 7,0 15,7

840.699 103.578 1.958.095 202.577 49.968

953.546 135.240 1.966.519 221.997 57.609

13,4 30,6 0,4 9,6 15,3

TOTALE EXPORT

3.337.881

3.032.717

-9,1

3.154.917

3.334.911

5,7

IMPORTAZIONI

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var%

OTT 2012

OTT 2013

var%

Legumi e ortaggi Agrumi Frutta fresca Frutta secca Frutta tropicale

1.050.246 358.397 422.286 120.999 661.551

1.091.183 383.629 461.712 129.755 705.274

3,9 7,0 9,3 7,2 6,6

618.057 248.212 495.915 496.010 425.102

687.161 279.310 547.290 616.710 456.623

11,2 12,5 10,4 24,3 7,4

TOTALE IMPORT

2.613.479

2.771.553

6,0

2.283.296

2.587.094

13,3

724.402

261.164

-63,9

871.621

747.817

-14,2

SALDO

BAROMETRO

Il crollo dei consumi blocca nel 2013 l’inflazione all’1,2% Si conferma il calo dell’export ortofrutticolo: -9,1% in volume

ELABORAZIONE FRUITIMPRESE SU DATI ISTAT

per un valore di poco superiore a 3 miliardi e 330 milioni di eiro (+5,7%). In flessione i flussi di esportazione di ortaggi (-1,5%) e di frutta fresca (-13,5%); in aumento agrumi (0,9%) e frutta secca (7%). In valore segno positivo per tutti i comparti: ortaggi 13,4%, agrumi 30,6%, frutta fresca 0,4%, frutta secca 9,6%. Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha importato circa 2 milioni e 770 mila tonnellate di ortofrutticoli per un valore di 2 miliardi e 590 milioni di euro (+13,3%). Tra i singoli comparti incremento in volume per agrumi (7%), ortaggi (3,9%), frutta fresca (9,3%), frutta tropicale (6,6%) e frutta secca (7,2%). Anche in valore segno positivo per tutti i comparti. Per quanto riguarda l'export agroalimentare italiano in generale pare che il 2013 sia stato un anno da record. Secondo le rilevazioni di Coldiretti, le esportazioni di prodotti agroalimentari hanno raggiunto un valore mai raggiunto prima: 33 miliardi di euro, il 6% in più rispetto al 2012. La maggior parte del merito va al vino che traina il settore con 5,1 miliardi di euro (+8%) realizzati fuori dai confini nazionali. In generale il made in Italy cresce sia in Unione Europea (22,5 miliardi, +5%) che Oltreoceano come negli Stati Uniti (2,9 miliardi, +6%), in Asia (2,8 miliardi, +8%) e in Africa (1,1 miliardi, +12%).

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Fruttital: cala il ruolo di Albenga, distribuzione e logistica a Verona Fruttital, azienda storica del Gf Group di Albenga, ha lasciato la Liguria per approdare, con le attività operative, a Verona, dove viene concentrata in particolare la distribuzione. Dal 20 gennaio la logistica dell’impresa hanno iniziato ad essere operative dalla struttura, già esistente da anni, di Strada dell’Alpo, situata nella periferia sud della città veneta, in un punto strategico, vicino all’autostrada Serenissima e del Brennero. Ad Albenga rimangono gli uffici amministrativi, dirigenziali e commerciali. Nei magazzini lasciati vuoti dovrebbe sorgere un centro commerciale. Non si prevede - da quanto risulta da fonti attendibili dell'azienda nessuna operazione a Vado Ligure, che inizialmente sembrava un’altra opzione possibile. Il piano industriale è stato presentato all’Associazione industriali di Savona a metà gennaio. Il cambio di sede avrebbe colto di sorpresa i 60 dipendenti di Albenga. Nel concreto da lunedì 20 gennaio, tutte le merci sono state smistate da Verona, dove Fruttital ha anche un posteggio all’interno di Veronamercato. Dal magazzino di Strada dell’Alpo sono distribuite, oltre a banane, ananas, agrumi e kiwi, anche tutte le altre referenze. Per capire meglio le motivazioni della decisione del “trasloco” dalla Liguria al Veneto, Corriere Ortofrutticolo ha contattato Paolo Mauti, amministratore delegato di Fruttital Distribuzione: “La chiusura di Albenga era una decisione presa da tempo”, spiega Mauti. “Dal punto di vista logistico, distributivo e di trasporto il centro ingauno ha rappresentato un’epoca che è finita. Abbiamo perciò optato per Verona in quanto si trova in una posizione logistica strategica, centro neG e n n a i o

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Fruit Logistica: 30 imprese nello stand "Italy" L'Argentina Paese-partner della fiera berlinese Uno spazio tutto rinnovato per l'edizione 2014 di Fruit Logistica, per lo stand "Italy" gestito da CSO, Fruitimprese e Ice, che vede riunite 30 imprese ortofrutticole italiane che mostrano, ancora una volta, il meglio dell'ortofrutta nazionale. Lo stand, realizzato mettendo in evidenza i colori della bandiera italiana è, come ormai consuetudine, un punto di riferimento della Fiera di Berlino e un appuntamento da non perdere per poter incontrare il meglio della produzione del Bel Paese oltre che per degustare i piatti della tradizione made in Italy ed assistere ad eventi e presentazioni di grande interesse per il settore. In questa edizione di Fruit Logistica (5-7 febbraio) allo stand Italy ci saranno molti protagonisti del settore, e grazie al sostegno di Ice, l'Agenzia per la Promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, sarà possibile, per gli ospiti, vivere idealmente un percorso gastronomico dal Sud al Nord dell'Italia con un menù realizzato dallo chef Domenico Maggi. Un viaggio virtuale nell'Italia dei sapori, con menù scelti per valorizzare la frutta e la verdura all'interno della dieta mediterranea. Non mancherà anche quest'anno, dopo il successo della scorsa edizione, il "Fruit & Veg Experience" ideato dallo chef Walter Guidi, uno spazio degustazione dove verranno presentati 10 modi di mangiare frutta e verdura da non dimenticare in versione 2014. Perché oggi, diventa sempre più importante proporre il consumo di frutta e verdura in maniera innovativa e accattivante, uscendo dai canoni delle consuete modalità di consumo. Una visita allo stand Italy offrirà interessanti spunti e opportunità per gli addetti ai lavori riuniti a Fruit Logistica. Ma, non dimentichiamo, la presenza italiana alla grande rassegna di Berlino è molto più arti-

colata e complessa, con importanti presenze regionali, di aziende che si presentano singolarmente, di Mercati, come quelli veneti, e di associazioni, come Fedagro, che hanno optato per una visibilità di rilievo. Una regia nazionale unitaria resta auspicabile e quello che CSO, FruitImpresa e ICE stanno proponendo va proprio in questa direzione. Ma è l'Argentina il Paese partner dell'edizione 2014 di Fruit Logistica. Calcio, tango e carne: queste sono le associazioni più comuni con il Paese sudamericano, la cui produzione di alimenti di qualità ha una lunga tradizione grazie ad abbondanti risorse naturali, irrigazione del suolo ed un vasto territorio dedicato all'agricoltura. Quale maggiore produttore di frutta e verdura dell'emisfero Sud, l'Argentina esporta una varietà di prodotti in oltre 100 Paesi. Negli ultimi anni, il valore dell'export del Paese è salito a 1,7 miliardi di dollari. Questo dato illustra la crescente importanza dell'Argentina quale produttore ed esportatore del settore ortofrutticolo in tutto il mondo. Grazie alla fertilità del territorio ed alla posizione geografica, l'Argentina esporta attualmente circa 1,9 milioni di tonnellate di frutta e verdura all'anno. In concomitanza all'aumento del benessere generale in tutta l'America Latina, il settore ha segnato un tasso di crescita annuo dell'11,2 per cento negli ultimi dieci anni. L'Europa con una quota export pari al 32 per cento rimane il principale partner commerciale; seguono Brasile (28%), Russia (11%) e Stati Uniti (7%). Negli ultimi cinque anni è aumentata la richiesta di ortofrutta argentina in Asia e Nord Africa (Algeria, 4%). Fruit Logistica offre l'occasione per una riflessione importante sul ruolo dei questo Paese nel mercagto globale dell'ortofrutta.

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vralgico in grado di collegarsi efficacemente sia con il Nord-Est che con il Centro-Sud. L’obiettivo da una parte è razionalizzare i costi, dall’altra rilanciare le attività strategiche dell’azienda necessarie per mantenere la posizione sul mercato. Come conseguenza di questo cambio avremo un miglioramento della logistica e del servizio distributivo che potrà essere ancora più capillare”.

vi: dall’impianto fotovoltaico sul tetto, al progetto della logistica dell’ultimo miglio, che potrà giocare un ruolo strategico rispetto alla città di Bologna. E, nell’ultimo anno l’attività ordinaria del CAAB si è implementata nello slancio per la realizzazione del progetto FICo – Eataly World, prezioso valore aggiunto per gli scenari futuri di Bologna e dell’Emilia Romagna".

Conti in ordine e slancio progettuale al CAAB di Bologna

OPO Veneto consolida il fatturato e le vendite

Dati positivi nel preconsuntivo 2013 del CAAB, il Centro Agroalimentare di Bologna. Il consiglio di amministrazione ha ratificato il terzo esercizio consecutivo in utile. Il valore della produzione è risultato in crescita del 4% e si attesta ad oltre 8 milioni di euro, con costi della produzione in calo del 4% e un utile ante imposte di oltre 1 milione di euro, rispetto ai 500 mila euro del 2012. Anche la posizione finanziaria netta risulta positiva per oltre 1,2 milioni di euro e in netto miglioramento rispetto ai 480 mila euro del 2012. Il consuntivo definitivo sarà approvato dal Cda del CAAB a fine marzo e dall’assemblea dei soci nelle settimane successive. I buoni riscontri del preconsuntivo sono stati registrati con soddisfazione: "Nell’ultimo triennio il trend positivo si è confermato con evoluzione esponenziale - affermano il presidente Andrea Segrè e il direttore generale Alessandro Bonfiglioli - e l’attenzione alla spesa è andata di pari passo con l’impegno verso investimenti innovati-

Per OPO Veneto anche nel 2013 prosegue il consolidamento delle attività; ulteriore allargamento e diversificazione dei canali commerciali, aumento della compagine sociale e del fatturato complessivo. Dati, progetti, prospettive e impegni sono stati discussi e approvati dal Consiglio di amministrazione, riunitosi il 30 dicembre scorso. Il presidente Francesco Daminato ha definito la situazione “più che apprezzabile”, anche perché esistono promettenti prospettive. Sono state gettate le basi, infatti, per una maggiore presenza sui mercati e per un allargamento della rete di contatti commerciali. Il consigliere delegato Cesare Bellò: “Il bilancio di previsione 2014 della Cooperativa, nonostante la situazione economica ancora difficile e gli andamenti generali ancora incerti, presenta un ulteriore consolidamento dell’attività, dovuto allo sviluppo delle vendite, all’adesione di nuovi soci produttori, alla crescita del pacchetto clienti”. La produzione immessa nel mer-

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cato da OPO Veneto in quest’anno appena cominciato, potrebbe salire complessivamente a 42 milioni di euro. Nel corso della riunione il direttore Francesco Arrigoni (nella foto) ha illustrato le opportunità e le sinergie di un possibile progetto regionale veneto per la caratterizzazione qualitativa dei principali prodotti ortofrutticoli di qualità e del loro ambiente. "Di particolare interesse per la nostra struttura ha rilevato il direttore Arrigoni è la caratterizzazione qualitativa degli ambienti di coltivazione dei prodotti ortofrutticoli nell’ottica di una maggiore tutela sia dei produttori che dei consumatori. Si tratta, infatti, di applicare la metodologia del protocollo Biodiversity Friend, il primo e fino a oggi unico protocollo di validazione con metodi semplificati della biodiversità negli agroambienti, protocollo proposto nel 2010 da World Biodiversity Association onlus e che ha visto attivamente impegnata la nostra cooperativa in qualità di partner.”

Brio: fatturato in crescita del 9% grazie al trend positivo del bio Brio Spa ha chiuso il 2013 in crescita rispetto all’anno precedente, con un fatturato di 37,2 milioni di euro che corrisponde a un +9,4% rispetto al 2012. Il trend di crescita dei consumi nel settore del biologico sostiene e premia una realtà storica e specializzata come quella di Brio che da oltre 20 anni lavora con diversi canali commerciali in Italia e all’estero. Andrea Bertoldi, amministratore delegato, dichiara: "ll momento congiunturale è difficile e coinvolge tutta la filiera, dai produttori, ai partner commerciali ai consumatori finali. Brio, come realtà commerciale inserita in un sistema di produzione e di servizi, è consapevole del ruolo G e n n a i o

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GDO nazionale. Tra i fattori chiave di questo risultato, confermato anche dall’acquisizione di nuovi importanti clienti, fondamentale è il fatto di aver affiancato alla gamma classica anche una linea di referenze definite top, contraddistinte da speciali qualità sensoriali di gusto e sapore. Per il futuro l’obiettivo sarà quello di ampliare al massimo la presenza in Italia, condividendo la filosofia del “Buono, Biologico, Fresco” con un numero sempre maggiore di partner distributivi. Grazie al lavoro con i grossisti, Brio ha anche ampliato il servizio a favore della ristorazione collettiva, canale che sta investendo sul concetto di filiera di prodotto e qualità della materia prima. La divisione freschi e generi vari che nel suo portafoglio presenta formaggi, salumi, olio, prodotti da forno dolci e salati e trasformati di pomodoro nel 2013 ha fatturato circa 5,5 milioni di eu-

ro. La Germania si è confermata il Paese europeo che traina i consumi di ortofrutta biologica e per Brio rappresenta il primo Paese di sbocco. Attraverso le principali fiere di settore (dal 12 al 15 febbraio Brio sarà ancora una volta presente al Biofach di Norimberga) l'azienda conferma la volontà di ampliare la propria presenza sui mercati esteri europei. I risultati del 2013 dimostrano che ci sono possibilità di espansione in paesi come Russia, Spagna, Inghilterra, Slovenia ed altri paesi dell’Est Europa dove Brio sta già operando e punta a crescere. I risultati positivi del 2013 e le premesse per un 2014 di crescita sono estesi e riconosciuti alla base produttiva e sociale della capogruppo, la Cooperativa Agricola La Primavera. Il presidente di La Primavera, Gaetano Zenti, afferma: "I soci produttori e il loro impegno nel biologico permettono

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che può giocare in questo momento di crisi e sta lavorando con tutti gli attori per garantire i migliori prodotti biologici ed ampliare le occasioni di consumo”. Grande distribuzione organizzata e grossisti sono i canali con i quali Brio ha lavorato maggiormente nel 2013 in Italia. Per quel che riguarda la grande distribuzione, la principale novità è stata rappresentata dall’inserimento a pieno regime della linea di ortofrutta fresca a marchio Alce Nero, storica azienda italiana del biologico fondata nel 1978, di cui Brio è socia dal 2011. La sinergia realizzata tra l’expertise di Brio nella parte produttiva e commerciale e la forza e notorietà del marchio Alce Nero si è rilevata positiva. Il fatturato sviluppato, infatti, è stato di circa 1,5 milioni di euro (il fatturato al consumo si può stimare intorno ai 2,5 milioni di euro), realizzato vendendo in alcune delle principali catene della

Al servizio delle organizzazioni dei produttori e loro imprese ortofrutticole www.italiaortofrutta.it G e n n a i o

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Più arance nell'aranciata? Emendamento passa alla Camera Governo battuto il 16 gennaio sui succhi di frutta in commissione Agricoltura della Camera. Contro il parere dell’esecutivo, è passato un emendamento che innalza al 20% la quantità minima di frutta (attualmente è il 12%) che deve essere contenuta nei succhi prodotti e commercializzati in Italia. Le reazioni del settore sono state, ovviamente, molto positive. Duecento milioni di chili di arance all'anno in più saranno infatti “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate se l’aumento del 20 per cento del contenuto minimo di frutta verrà definitivamente confermato. Basta con “l’aranciata senza arance” che inganna i consumatori costretti a pagare l'acqua come la frutta ma che sta anche facendo sparire il frutteto italiano, con gravi perdite economiche ed occupazionali", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’Italia con il primato europeo nella qualità e sanità degli alimenti ha il dovere di essere all’avanguardia nella battaglia per cambiare norme difese in Europa solo dalle grandi lobby industriali. Non va peraltro dimenticato - continua Moncalvo - l'impatto sulle imprese agricole poiché l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria anche in zone ad alta tensione sociale come la piana di Rosarno". G e n n a i o

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Padova e Verona contro il limite dei mille euro nei Mercati all’Ingrosso Il limite massimo di contante nelle transazioni commerciali, fissato a mille euro, è da rivedere, altrimenti i mercati all’ingrosso, in particolare quelli specializzati nelle esportazioni, rischiano pesanti danni economici. A ribadirlo sono i vertici del MAAP, Mercato agroalimentare di Padova, primo mercato italiano per l'esportazione di ortofrutta fresca. Sabato 11 gennaio il presidente Claudio D’Ascanio, assieme all’amministratore delegato Giancarlo Daniele, il direttore generale Francesco Cera, il direttore del Grocer, gruppo grossisti di Padova, Alberto Filippino, il presidente di Mercati Associati Giuseppe Pavan, assieme al direttore del mercato di Udine Andrea Sabot oltre al presidente della Camera di Commercio di Padova, Fernando Zilio, si sono incontrati assieme a nove rappresentanti delle nove principali aziende esportatrici del MAAP che da sole rappresentano il 70% del fatturato (New Som, Ortopadova, Gamma frutta, Sap, F.lli Daniele, Due Erre, Saia e Russo, Campa Fruit, Paolo Galeazzo). Secondo Cera, dopo due anni dalla sua applicazione il limite di pagamento in contanti imposto a mille euro ha sortito un effetto boomerang, in particolare con le aziende che lavorano con l’estero e soprattutto con l’Est Europa. Un problema che le imprese vivono sulla loro pelle giorno per giorno. “Dai dati ufficiali emerge che le esportazioni del MAAP sono calate del 5% nel 2013”, rivela Cera. “Gli importatori stranieri stanno andando a comprare direttamente in Spagna, in Francia in Slovenia, in Austria, Paesi dove non vi sono limitazioni. E così, l'Italia sta perdendo fatturato e clienti preziosi. Questa situazione si è verificata anche a causa della miopia di chi ha mischiato i provvedimenti anti riciclaggio con quelli anti evasione”. Poi Cera precisa con fermezza che

"qui nessuno vuole evadere niente, si vuole lavorare correttamente emettendo regolare fattura e potendo accettare soldi cash. Del resto i controlli dei documenti per la esportazione alle frontiere ed alle dogane già garantiscono in tal senso". Durante la riunione è stato sottolineato che gli importatori di ortofrutta in Paesi nei quali non sono diffusi né conti correnti bancari né carte di credito, pagano preferibilmente in moneta. "Solo l'Italia ha posto questo vincolo devastante che avvantaggia i Paesi concorrenti verso i quali i clienti stranieri si stanno orientando per importare", ha precisato il direttore del Mercato agroalimentare patavino. L'attuale sistema legislativo è stato definito "distonico e paradossale rispetto alla normativa comunitaria in materia di importazione ed esportazione di denaro, in base alla quale risulta possibile importare/esportare denaro contante entro la cifra di 12.500 euro nell'ambito Ue e di 10 mila euro nell'extra Ue". Secondo Cera "basterebbero 20 parole per modificare la normativa e salvare il settore. Sarebbe sufficiente scrivere: il limite di pagamento dei mille euro non si applica ai cittadini residenti in Paesi esteri Ue ed extra Ue. Come del resto già avviene in tutti gli altri Paesi, Francia in testa". Nei giorni successivi una presa di posizione analoga a quella di Padova si è avuta anche a Verona, per iniziativa del presidente di Veronamercato, Erminia Perbellini, che ha convocato i parlamentari veronesi perché agiscano in sede romana per la modifca di un provvedimento dalle conseguenze disastrose per chi lavora in particolare con l'Est europeo. La stessa Fedagro, sulla questione, aveva in precedenza interpellato il governo, spronandolo a modificare la normativa.

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al gruppo di essere una realtà specializzata e solida. Per questo motivo ci auguriamo che l’anno appena cominciato rinforzi il rapporto con i produttori soci e porti nuove collaborazioni e l’ampliamento della base sociale”.

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Ecco gli Oscar della frutta Dopo la felice esperienza del gennaio 2013 in Valpolicella, 'Corriere Ortofrutticolo' ha riproposto in Emilia Romagna la serata 'Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana’, con la partnership strategica del CSO, il patrocinio dell'Assessorato Agricoltura della regione ospite, il supporto di Italia Ortofrutta, Unione Nazionale di Organizzazioni di Produttori, main sponsor, e di altri sostenitori come FruitImprese, ILIP, Eurepack, Sensitech e la collaborazione di Fruitecom. Da Villa Serego Ali-

Da sinistra in alto: Nicola Zanotelli, Francesca Nadalini, Pino Calcagni, Luigi Mazzoni, Michelangelo Rivoira, Angelo Benedetti, Gerhard Dichgans, Luciano Torreggiani, Luigi Mion e Francesco Nicodemo

Tra loro viene scelto il vincitore del premio nazionale “Ortofrutta d’Italia” promosso dal CSO in collaborazione con la nostra rivista. Serata a Dozza il 24 gennaio

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ghieri l'evento si è trasferito al resort Monte del Re di Dozza, uno dei luoghi più suggestivi sulle colline tra Bologna e Imola (nella foto di pag. 23). Ancora una volta, la nostra rivista - come sottolinea il direttore Lorenzo Frassoldati - ha proposto "un esclusivo momento di dialogo tra i principali attori di un settore che ha bisogno di ritrovarsi e di riconoscersi per ciò che in realtà rappresenta nell'economia italiana, alla vigilia di Fruit Logistica e all'inizio di un nuovo anno di sfide e di impegni interni e internazionali". Quest’anno, oltre ad assegnare 10 riconoscimenti ad altrettanti 'Protagonisti' delle copertine del Corriere Ortofrutticolo nel 2013 e ad eleggere tra loro il vincitore del premio 'Ortofrutta d'Italia', l’evento si è arricchito di uno spazio di particolare attualità: un vivace talk-show con Paolo de Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, sul tema: 'Nuova PAC e ortofrutta. Cosa cambia per le imprese'. A movimentare l'incontro, accanto a Lorenzo Frassoldati, Claudio Scalise, commentatore della nostra rivista e direttore della Sg Marketing Agroalimentare di Bologna, mentre le 'considerazioni finali' sono state affidate a Tiberio Rabboni, l'assessore all’Agricoltura della Regione EmiliaRomagna. "Abbiamo messo in piedi un programma ricco di contenuti e di sorprese - ha aggiunto il direttore Frassoldati - in un clima da Protagonisti, con Paolo Bruni, presidente del CSO, in veste di coordinatore. Una serata piacevole e insieme utile, che è nostro intendimento rinnovare di anno in anno, nelle regioni vocate alle produzioni ortofrutticole, con quello spirito di servizio che è caratteristica del buon giornalismo e di una corretta informazione che proponiamo ormai da mezzo secolo, dall'inizio solo sulla carta ed oggi, con successo crescente, anche sul web". Le adesioni alla serata di Dozza, sono state, come e più del 2013, www.corriereortofrutticolo.it

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Paolo De Castro: “Sarà l’anno del Mediterraneo” Il 2014 sarà l’anno mediterraneo dell’Unione europea con la presidenza affidata prima alla Grecia e poi all’Italia. Lo ricorda Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo e ospite della serata “Protagonisti dell’Ortofrutta italiana”. “La qualità - dichiara De Castro - rappresenta la storia e la natura stessa dell'agricoltura europea: molti territori, diverse tradizioni e vocazioni e migliaia di alimenti e prodotti agricoli. Ma la qualità deve essere affiancata da nuovi sforzi organizzativi. Il patrimonio alimentare europeo, straordinariamente ricco per caratteristiche distintive e territoriali, può essere sfruttato appieno solo se valorizzato con adeguati interventi organizzativi e strutturali. La qualità deve essere guida aggregante della produzione, dell’organizzazione e della promozione dei prodotti agricoli su scala globale, scenario che oggi vede l'agricoltura mediterranea protagonista assoluta nel registro europeo dei prodotti di qualità”. superiori alle aspettative. E' stata superata la soglia dei 150 invitati, contro i 110 del 2013. Ma, ciò che più conta, è stata la qualità di quanti hanno aderito all'evento. Significativa la presenza dei Protagonisti della prima edizione, provenienti da ogni parte d'Italia, che, idealmente, hanno passato il testimone ai nuovi Protagonisti, che sono, in ordine alfabetico, Angelo Benedetti (presidente e dg UNITEC), Pino Calcagni (presidente Gruppo Besana), Gerhard Dichgans (direttore generale

VOG), Luigi Mazzoni (Gruppo Mazzoni), Luigi Mion (gruppo Eurospin-Migross), Francesca Nadalini (Azienda Ortofrutticola Nadalini), Francesco Nicodemo (presidente Assofruit e Nicofruit), Michelangelo Rivoira (Gruppo Rivoira), Luciano Torreggiani (presidente PeraItalia), Nicola Zanotelli (direttore FROM). Personaggi di età e ruoli diversi, di regioni anche molto lontane tra loro come Piemonte e Basilicata, ma accomunati da un tratto che li contraddistingue tutti: la loro capacità di essere da esempio per la crescita del sistema ortofrutticolo italiano. Sentite Michelangelo Rivoira, che con Pino Calcagni, è il senior dei Protagonisti 2013: "Io e mio fratello Piero siamo da sempre impegnati nell’azienda di famiglia. Abbiamo superato i 70 anni ma lavoriamo dalla mattina alla sera. Qualcuno dei giovani dice che rompiamo un po’ ma io credo che ogni tanto sia anche giusto rompere un po’… Ai tempi della scuola, mio padre, d’estate, ci faceva venire in azienda per imparare. Lo stesso ho fatto io con i figli e credo di poter dire che i risultati sono arrivati: Gualtiero porta avanti Kiwi Uno ed è amministratore delegato della Fonti Alta Valle Po SpA, protagonista nel business delle acque minerali; Daniela, segue l’amministrazione della Rivoira Giovanni e Figli Spa; Marco e Silvia, figli di Piero, si occupano rispettivamente del prodotto-mele e dell’amministrazione di Kiwi Uno". "Per prima cosa - aggiunge - va data maggiore soddisfazione al produttore e deve essere migliorata la qualità. Non basta fare promozione se chi fornisce la materia prima non porta a casa un utile che gli permetta di investire in nuove varietà. Il produttore deve guadagnare. È quindi necessario rafforzare i legami tra le aziende commerciali, o meglio di servizi perché le nostre, di fatto, sono sempre più aziende di servizio - e chi opera a monte della filiera. Però attenzione. Le aggregazioni G e n n a i o

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PRIMO PIANO

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PROTAGONISTI

sono importanti a patto vi siano soggetti omogenei per mentalità e prodotto. Altrimenti non apportano benefici. Qui in Piemonte c’è ancora molto individualismo. Il problema numero uno resta in ogni caso la burocrazia devastante che soffoca la voglia di fare impresa. E tuttavia non sono pessimista sul futuro di questo settore a patto di riuscire a portare sui banchi di vendita frutta e verdura buona, selezionata, quella insomma che il mercato richiede e premia con prezzi adeguati". E sentite il Protagonista più giovane, la trentenne Francesca Nadalini di Sermide, sulle sfide che l'aspettano, dopo aver dato all'azienda di famiglia, in pochi anni, una competitività mai avuta prima: "Ridare margini all’attività agricola è il principale problema da affrontare. I costi, dalle plastiche per le serre al gasolio per i trattori e il trasporto della merce, sono cresciuti. Contemporaneamente, negli ultimi tre anni, il prezzo medio di vendita del prodotto ha avuto un calo progressivo per effetto del calo dei consumi nel mercato interno. I margini di redditività vanno cercati nel controllo dei costi e anche nell’ottimizzare i risultati produttivi. L'altro aspetto cruciale è la ricerca di nuovi mercati all'estero". Ma Francesca ama l’Italia e la sua Sermide. Vendendo all’estero porta valore in Italia. E aggiunge: "Mi sono naturalmente legata al territorio; prodotto e territorio

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sono legati in assoluto". Per questo, con il Politecnico di Milano, sta progettando "le strade del melone mantovano" ed è stata tra i principali promotori dell’IGP del melone locale. Internazionalizzazione ma anche valorizzazione della dimensione locale, come elemento di una qualità globale, accomunano l'impegno di tutti i Protagonisti. Di manager di assoluto rilievo come Gerhard Dichgans, che con la loro competenza hanno dato impulso al successo di grandi organizzazioni quale il VOG, a gente tosta, oltre che competente e innamorata del proprio mestiere, che ha saputo trasformare la propria vita e con essa la vita di molte persone, come nel caso di Angelo Benedetti, Luigi Mion, Francesco Nicodemo: un campione

delle tecnologie di livello mondiale che ama la frutta che le sue macchine lavorano; un ex ragazzo di bottega che crea un impero tutto italiano della grande distribuzione gestito con la precisione di un orologio svizzero (sorpassando, nel segmento discount, il colosso Lidl); un uomo del Sud che contribuisce a fare della sua regione, la Basilicata, un polmone ortofrutticolo di prima grandezza, e della sua azienda un polo aggregante per un numero crescente di realtà produttive del Centro-sud, puntando su qualità e gioco di squadra. Mettere insieme queste storie, queste esperienze, queste professionalità, farle conoscere, farle incontrare è un elemento utile a costruire il futuro dell'ortofrutta italiana. O almeno, così noi crediamo. (a.f.)

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LUCA GRANATA Il direttore generale del Consorzio Melinda, rodigino, esperienza manageriale in Dupont, esordì nel 2002 con queste parole: “Le mele della Valle di Non sono come i diamanti, uniche al mondo”. Da allora ha fatto di tutto per dimostrare che aveva ragione. Il successo di Melinda sostenuto da nuovi piani di sviluppo

Una macchina da guerra Lorenzo Frassoldati “Si chiama Luca Granata e proviene dalla Dupont”. Sul quotidiano “Alto Adige” il 7 aprile 2002 il nuovo direttore generale di Melinda esponeva in una lunga intervista la sua ‘filosofia’ mentre assumeva la guida del consorzio trentino: "Le mele della Valle di Non sono come i diamanti acqua marina della De Beer, uniche al mondo". Poi in sintesi, come diceva il titolo:”Innamoratevi di Melinda, vinceremo”. Nell’intervista il rodigino Granata, famiglia di agricoltori, aderiva con passione al nuovo progetto: “In effetti mi gioco l'esistenza: ho lasciato un lavoro G e n n a i o

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per me gratificante per un qualcosa di estremamente incerto, con un contratto a tempo della durata di tre anni. Devo dire, peraltro, che la cosa mi piace enormemente”. Quindi il gusto della sfida. Poi la visione: le mele della Val di Non sono uniche al mondo, ma la qualità, l’unicità, l’eccellenza non bastano. “Se a questo prodotto si aggiungono strategie commerciali e di marketing assimilabili a quelle di altre aziende che operano su mercati complessi, ne esce un mix difficilmente battibile”. Quindi politica di marca, strategie di marketing sempre più aggressive per quello che già allora era il marchio di mele più cono-

sciuto sul mercato italiano , con l’obiettivo di guardare anche altrove: “Ci sono molti altri mercati a cui dedicarsi e che desiderano avere mele di qualità, i mercati esteri e la Gdo, appunto, che cresce a vista d'occhio”. Poi l’attenzione al consumatore, vera stella polare del nuovo manager (“Per me le persone più importanti di Melinda sono i compratori di Melinda”), la voglia di battersi sul mercato (“La concorrenza serve a stare in forma, ad allenarsi”), lo spirito di squadra (“Spero di far capire soprattutto una cosa ai 5.200 soci di Melinda, cioè che tutti dovremmo essere innamorati di Melinda”). A distanza di 12 anni la politica di www.corriereortofrutticolo.it

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PROTAGONISTI

Copertina CHI È LUCA GRANATA Rodigino, famiglia legata all’agricoltura, Granata dopo la laurea in Scienze Agrarie a Padova fa le prime esperienze nel mondo del lavoro in ambito universitario, nell’insegnamento nella Scuola Superiore e nell’assistenza tecnica in frutticoltura. Nel 1988 viene assunto nel reparto commerciale di DuPont de Nemours, multinazionale americana leader nel settore della life-science e della ricerca applicata. Qui, nel corso di 14 anni, assume ruoli di crescente responsabilità nel reparto commerciale, nel marketing ed in particolare nell’ambito della gestione aziendale – sia a livello di Business Units che di Corporate – prima in Italia e poi in Francia e Repubblica Ceca. Nel 2002 entra in Consorzio Melinda come Direttore generale e guida l’implementazione delle due fasi del Piano industriale del Consorzio (investimenti per oltre 80 milioni di euro per la fase 1, conclusa tra il 2002 ed il 2009; ed investimenti per 100 milioni nella fase 2 avviata nel 2012 e prevista a termine entro il 2018); il re-engineering completo del reparto Lavorazione prodotto; il bilanciamento della share nei Mercati target e nei diversi canali distributivi; la ridefinizione del posizionamento di marketing e la prima fase di brand extension; l’ adeguamento dell’assetto varietale; la revisione dell’organigramma e dei principali processi amministrativi e di controllo interno. “Il team Melinda (oltre 1.200 persone tra dirigenti, impiegati ed operai) ha raggiunto durante ciascuno degli ultimi 11 anni tutti gli obiettivi, commerciali e non, prefissati dallo staff di Direzione e dal Consiglio di amministrazione raddoppiando il volume delle esportazioni e consolidando la propria leadership nel mercato italiano delle mele”, dice Granata. In particolare l’ultimo esercizio concluso (2012-2013) è stato per Melinda e i suoi soci il migliore di sempre. marca ha fatto molti proseliti, accanto a Melinda altri brand sono nati in tutto il Nord (e non solo), il marketing è diventato il pane quotidiano del settore (anche se spesso più proclamato che consumato). Comunque l’esperienza pionieristica e aggregativa del consorzio di Cles è rimasta unica e irripetibile, tanto che oggi si parla di ‘modello Melinda’ quando ci si vuole riferire a un paradigma, a un esempio virtuoso di cosa si deve fare nel mondo dell’ortofrutta per avere successo, per remunerare il lavoro dei produttori, per valorizzare il territorio, per soddisfare il consumatore. Dopo un bilancio record come quello 2012-2013 cosa c’è nel cantiere Melinda? “Oggi - a seguito dell’ulteriore incremento della produzione prevista pari a 400.000 tons/anno dal 2018 in poi e conseguente al massiccio investimento nel rinnovo dei frutteti (oltre 1.050 etta24

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ri di meleto hanno un’ età inferiore ai 5 anni!) - è già tempo in piena esecuzione la fase 2 del piano industriale (anni 20122018) che prevede l’investimento di circa 100 milioni di euro per incrementare la capacità di raccolta in bins fino ad un totale di oltre 1.350.000 pezzi (+ 20.000 pezzi rispetto al 2012); l’incremento della capacità di stoccaggio in Dynamic Controlled Atmosphere (+ 70.000 tons rispetto al 2012, di cui 48.000 in ambiente ipogeo, soluzione quest’ultima innovativa ed unica a livello planetario, in grado di ridurre significativamente il consumo di terreno agricolo, di H2o e di energia elettrica. Le prime 10.000 tons in ipogeo saranno disponibili già in settembre 2014); l’incremento della capacità di selezione e confezionamento attraverso l’inaugurazione nel maggio 2014 di un nuovo stabilimento già in corso di realizzazione da oltre 12 mesi, che rappresen-

terà lo stato dell’arte a livello mondiale della tecnologia applicata alla selezione ed al confezionamento delle mele”. E quanto allo sviluppo del portafoglio prodotti? “Qui le novità sono tante. Durante il prossimo l’esercizio (20142015) lanceremo una nuova varietà di mela, Melinda Evelina, per la quale il nostro Consorzio detiene l’esclusiva di coltivazione in Italia e le cui caratteristiche organolettiche (in particolare succosità, croccantezza ed equilibrato rapporto tra acidi e zuccheri nella polpa) riteniamo potranno soddisfare i gusti e le aspettative di un segmento molto ampio di persone. Poi stiamo testando da alcuni anni nel nostro territorio anche numerose altre varietà di mela, alcune delle quali con caratteristiche assolutamente uniche ed innovative che riteniamo saranno in grado di rappresentare un reale break-through nel Mercato della mela, altrimenti per tanti aspetti già molto maturo. Tali test sono condotti in collaborazione con il Consorzio Innovazione Frutta o nell’ambito dei progetti di NovaMela e le prime scelte commerciali sono attese entro i prossimi 2-3 anni per un possibile lancio di nuove varietà nel periodo 2018-2020”. E i frutti diversi dalla mela? “Il 2013-2014 sarà l’anno in cui Melinda entrerà direttamente nel mercato delle ciliegie tardive, delle fragole e dei “piccoli frutti” (lamponi, mirtilli, ribes e more). La quantità attualmente prodotta dai nostri soci è relativamente modesta, ma riteniamo che soprattutto le ciliegie tardive - che nel nostro territorio di montagna raggiungono una qualità assolutamente straordinaria - possano rappresentare nei prossimi anni un’interessante alternativa complementare alla coltivazione del melo per molti dei nostri soci frutticoltori e saremo quindi impegnati durante i prossimi anni in una proattiva operazione di sviluppo dell’area colG e n n a i o

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Comunque la quota di export crescerà? “Certamente, siamo impegnati anche ad aumentare la nostra presenza sui mercati esteri. Nel corso degli ultimi 10 anni le nostre esportazioni sono cresciute sia in termini di incidenza sulle vendite - passando dal 10 al 20% del totale della quantità – che di Paesi serviti (dai 15 del 2002 ai 41 del 2013. Attualmente esportiamo 65-70.000 tons/anno, ma – anche in relazione al previsto incremento della nostra produzione - i nostri programmi prevedono di arrivare a 100.000 tons/anno di esportazione dal 2018 in poi. Nell’ambito dello sviluppo dell’export siamo impegnati attraverso il Consorzio FROM, in collaborazione con altre importanti realtà cooperative della melicoltura del TrentinoAltoAdige, a crescere su mercati lontani come Russia, India e USA”. G e n n a i o

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CHI È MELINDA L’ultimo esercizio di Melinda (01.08.2012 - 31.07.2013) si è chiuso con risultati superiori a quelli prefissati e con un fatturato record. Così il l’assemblea dei soci e il CdA del consorzio trentino all’assemblea generale del 13 novembre scorso. Il totale del prodotto conferito ha superato le 340.000 tonnellate, per un fatturato di circa 283 milioni di euro e costi totali per circa 82 milioni. Alle 16 cooperative consorziate sono stati liquidati circa 201 milioni di euro (47 in più dell’esercizio precedente) , con un liquidato medio sul prodotto da tavola di 0,617 €/Kg (erano 0,437 nel 2011/12 e 0,548 nel 2010/11). Le 16 cooperative ai loro soci conferitori hanno poi liquidato mediamente 0,5714 €/Kg . L’ esercizio 2012-2013 di Consorzio Melinda si è svolto in un contesto economico caratterizzato da elementi – dice una nota aziendale - contrastanti. Infatti il mercato delle mele è stato influenzato negativamente dal perdurare del trend di riduzione dei consumi osservato in tutti i principali Paesi della EU28, che non ha mancato di interessare anche la frutta. Tale trend nel corso del 20122013 è stato però più che compensato dal modesto livello di produzione di mele e di altra frutta invernale registrato in EU28 nel 2012 e da un andamento stagionale favorevole ai consumi, in particolare nel corso del periodo primaverile-estivo. In definitiva dunque il rapporto tra offerta e domanda di mele è sempre stato molto ben equilibrato ed è stato quindi possibile negoziare prezzi di cessione del prodotto sufficientemente soddisfacenti. In tale contesto complessivo, Consorzio Melinda ha potuto disporre di un raccolto 2012 che – sia pur inferiore a quello dell’anno precedente è stato comunque il secondo più elevato di sempre e con una qualità sostanzialmente in linea con quella tipica del distretto produttivo delle Valli del Noce.

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tivata a ciliegio in Val di Non. Ci auguriamo anche che in tale ambito sarà possibile in un prossimo futuro sviluppare sinergie con altre importanti realtà nazionali”. Parliamo dello sviluppo dei mercati… “Attualmente circa il 80% della produzione di Melinda viene collocata sul mercato nazionale che è e resterà per sempre il nostro mercato di riferimento in quanto le caratteristiche organolettiche delle nostre mele di montagna si addicono particolarmente a soddisfare il gusto degli italiani. Sono già oltre 30 milioni i consumatori italiani che ci onorano della loro preferenza scegliendo una mela Melinda piuttosto che una mela qualsiasi. E’ per questo che anche i nostri sforzi futuri – sia in termini di ampliamento di gamma che di investimenti promo-pubblicitari – saranno prevalentemente indirizzati a difendere e, se possibile sviluppare, ulteriormente la nostra leadership sul mercato italiano delle mele di alta qualità”.

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La mission di Melinda nel 2014? “Melinda esiste per massimizzare - in modo sostenibile e coerente con il nostro mercato di appartenenza - il profitto dei nostri soci attraverso un’attenzione incessante alla qualità di prodotto e di processo e nel rispetto dell’ambiente in cui produciamo. Gli obiettivi strategici sono coerenti a questa mission: quindi miglioramento continuo dei centri di confezionamento e della logistica, bilanciamento dei canali distributivi, adeguamento dell’ assetto varietale, risultati finanziari in linea con gli obiettivi stabiliti , estensione dell’offerta e capitalizzazione del valore del marchio, partnership ed alleanze, costante coinvolgimento della base sociale, creazione di un sempre più forte senso di appartenenza, rafforzamento degli elementi fondamentali della marca: gusto, sicurezza, origine e ambiente, Consorzio”. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

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Due giorni di esposizioni, convegni, tavole rotonde e incontri di lavoro, nei quali il mondo della grande distribuzione organizzata italiana e internazionale ha dialogato a quattr’occhi con i fornitori dei prodotti che sugli scaffali di super e ipermercati si trovano sotto le insegne delle private label. Tutto questo è successo a “Marca”, la decima fiera della marca commerciale che si è svolta dal 15 al 16 gennaio a Bologna. L’expo è da sempre un momento di confronto e verifica, nel quale i produttori chiedono alle grandi catene della distribuzione di impegnarsi per incentivare le vendite di frutta, verdura, conserve, succhi, paste, biscotti e tanti altri articoli a marchio e i distributori stimolano le industrie a confezionare prodotti di qualità sempre migliore e in linea con i gusti del mercato. Oltre 450 gli espositori e una ventina i retailer presenti: Auchan, Billa, S&C Consorzio Distribuzione, Conad, Consorzio C3, Consorzio Coralis, Coop, Crai, Despar, Dico-Gruppo Tuo, Interdis, Marr, Selex, Sigma, Sisa e Simply, che compongono anche il Comitato scientifico della manifestazione, e un’apertura internazionale soprattutto da Germania, Austria, Svizzera, Russia e Svezia con l’obiettivo di rafforzare la presenza del made in Italy nelle catene distributive di tutto il mondo. Infatti, la marca privata guarda con interesse crescente ai mercati esteri per trovare nuovi partner internazionali e dribblare così la crisi che sta rallentando i consumi interni. Anche se i numeri del mondo private label in Italia sono buoni: nel 2013 il settore ha raggiunto una quota di mercato del 17,9%, con un aumento a valore del 4% e a volume dell’1,2 %, rispetto all’anno precedente, per un giro d’affari pari a 9,7 miliardi di euro e con G e n n a i o

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ATTUALITÀ

Sfiora il 20% la quota di mercato delle private label nella GDO

Due foto di Marca. La private label va forte nel fresco confezionato

Il dato è emerso a Marca, la fiera che si è svolta a Bologna dal 15 al 16 gennaio. I consumatori stanno premiando la marca commerciale per il buon rapporto qualità-prezzo

previsioni di crescita a due cifre per i prossimi dieci anni. Nel 2013, forse anche a causa della crisi, il 37% degli italiani ha dichiarato di aver aumentato gli acquisti di questi prodotti, preferendoli per il rapporto qualità-prezzo. Per quanto riguarda l’ortofrutta, i dati del “X Rapporto annuale sulla marca commerciale” presentati proprio durante l’expo bolognese, hanno fotografato un comparto in chiaroscuro. In crescita del 2% www.corriereortofrutticolo.it

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per i packaging destinati ai prodotti a marchio d’insegna. All’interno di Marca è stata allestita anche Marca freshlab, la mostra convegno dedicata al prodotto alimentare freschissimo, in cui sono stati presentati casi di eccellenza internazionali per quanto riguarda l’innovazione di prodotto e l’ottimizzazione dei processi produttivi e di gestione. (s.m.)

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a livello nazionale, ma con forti differenze tra il +7,7% del nord e il -10% del sud. Le migliori performance si sono viste nei segmenti premium e biologico che hanno marcato rispettivamente crescite a valore del +14,7% e del +8,9%, e a volume del +13,2% e del +5,9%. Quest’anno un’area del salone emiliano era dedicata al packa-

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Cresce il mercato della frutta secca grazie al progetto di SG Marketing “Frutta secca e benessere” che ha fatto conoscere gli aspetti salutistici Da brutto anatroccolo a cigno immacolato. Si potrebbe riassumere così la storia recente della frutta secca e disidatrata, un tempo considerata alimento ipercalorico, non adatto a uno stile di vita sano e magari anche possibile fonte di malattie. Oggi, invece, il consumo di una porzione quotidiana (30-40 grammi) di noci, datteri, pistacchi, o arachidi, è addirittura consigliata dai medici e il gradimento da parte dei consumatori è in costante crescita. Merito anche del progetto “Frutta secca è benessere”, organizzato da SG Marketing Agroalimentare e Nucis (istituzione che associa le principali aziende italiane che producono e commercializzano frutta secca ed essiccata). Una campagna informativa per spiegare il valore della frutta secca, anche con il supporto di studi scientifici. «Abbiamo cominciato nel 2007 coinvolgendo i medici – ha spiegato Claudio Scalise di Sg

Marketing durante il convegno svoltosi a Marca per fare il punto sullo stato dell’arte del progetto – e da un paio d’anni siamo passati anche nei negozi con oltre 1.600 punti vendita che hanno aderito, attraverso cartellonistica dedicata e informazioni ai clienti. Oggi il settore della frutta secca vale complessivamente 485 milioni di euro e in questi anni è cresciu-

to in modo costante: dal 2010 al 2013 è passato da 414 a 485 milioni, cioè un +17% in valore e un +5% in volume. Ci sono tuttavia ancora ampi margini per migliorare la penetrazione della frutta secca – ha detto Scalise - dobbiamo incrementare la frequenza d’acquisto destagionizzando i consumi e aumentare le quantità acquistate evidenziando il concetto.

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Dicembre vivace per le mele Buona la domanda dall’estero Sulla base dei dati definitivi sul raccolto della campagna 2013 e delle giacenze al 1° gennaio 2014, Assomela ha aggiornato le sue valutazioni sull’andamento della stagione commerciale 2013/2014. Innanzitutto va sottolineato come il ritardo di stagione abbia portato a completare le operazioni di raccolta delle mele italiane in alcuni casi ad inizio dicembre. Il raccolto definitivo di mele da tavola si assesta a 1.846.325 tonnellate, intermedio rispetto alla stagione 2011 (1.962.686 tons) ed alla stagione 2012 (1.760.166 tons). Tra le varietà si segnala una disponibilità di Golden delicious pari a 800.873 tons, inferiore sia al 2012 (833.885 tons) che al 2011 (865.509 tons). Per la varietà Gala il conferimento di frutti per il mercato fresco è di 248.031 tonnellate, leggermente superiore al 2012 (244.665 tons) ma considerevolmente inferiore al 2011 (273.799 tons). Nel caso della varietà Red delicious la quantità raccolta e disponibile per il mercato fresco è di 198.236 tonnellate, superiore al 2012 (169.907 tons), ma inferiore rispetto al 2011 (221.495 tons). In ogni caso i quantitativi disponibili per l’annata 2013/2014 risultano inferiori rispetto alla media del quadriennio precedente. I dati definitivi sulla produzione, con riferimento al prodotto da tavola, sono riassunti nella tabella seguente. Dopo circa due mesi di stoccaggio, la qualità organolettica delle mele immagazzinate si conferma buona e stabile, con pro-

Gli aggiornamenti di Assomela sulla campagna e le giacenze

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Per le 6 mila tonnellate di mela Annurca si profila un’annata positiva

Si sta profilando un’ottima annata per la mela Annurca, grazie a una pezzatura eccellente e un prodotto compatto e omogeneo. I volumi della campagna 2013-2014 sono tornati nella media risalendo del 20% rispetto alla scorsa annata, in cui si erano registrati sensibili cali di produzione. Per quest’anno si prevedono circa 6 mila tonnellate di mela Annurca a marchio Igp. Le quantità di frutta “marchiate” rappresentano solo una piccola porzione del totale prodotto, che raggiunge circa 80 mila tonnellate, quasi tutto in Campania. A tracciare il quadro del mercato è Giuseppe Giaccio (nella foto), presidente del Consorzio di Tutela della Mela Annurca, che raggruppa circa 120 soci tutti compresi nelle zone produttive della Campania, in particolare tra le province di Caserta e Benevento. “Sul prodotto c’è un crescente interesse”, spiega Giaccio. “In primis da parte della grande distribuzione organizzata ma anche dai mercati all’ingrosso”.

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Al momento le vendite sono circoscritte quasi esclusivamente all’Italia, anche se iniziano a muovere i primi passi verso le esportazioni, in particolare verso Paesi vicini come Francia e Svizzera. “Siamo all’inizio ma puntiamo a svilupparci anche fuori dai confini nazionali”, spiega Giaccio, che poi si focalizza sui risultati che il prodotto Igp sta ottenendo. “Con il marchio dell’identificazione geografica protetta stiamo avendo ottimi riscontri, soprattutto nelle vendite al Nord Italia.” “Prima dell’ottenimento dell’Igp, conseguito dieci anni fa, le vendite erano limitate alla Campania. Con l’avvento del Consorzio è cambiato il marketing e l’impostazione delle promozioni e della visibilità del prodotto. Oggi possiamo così puntare su un prodotto a marchio, con qualità organolettiche eccellenti e con una storia importante alle spalle, visto che questa mela era conosciuta già al tempo degli antichi Romani”. (em.zan.)

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Attualità - mele spettive positive per la conservazione del prodotto. Le giacenze al 1° gennaio 2014 sono pari a 1.216.832 tonnellate, contro 1.087.029 del 2013 ma inferiori sia al 2012 (1.249.260 tons) che al 2011 (1.256.986). Considerando due settimane di ritardo nell’inizio della campagna di commercializzazione per l’anno 2013 rispetto al 2012, che incidono per circa 100 mila tonnellate, l’andamento delle vendite risulta regolare ed in linea con le annate precedenti. L’andamento delle vendite è stato particolarmente vivace nel mese di

dicembre 2013, che ha visto la collocazione sul mercato di 162.025 tonnellate di prodotto, con un incremento del 10,7% rispetto allo steso mese 2012. Tra le varietà si sono distinte la Golden delicious e la Gala, rispettivamente con 73.347 e 30.583 tons di prodotto venduto. Buona la domanda sui mercati esteri, tra cui spicca la Germania per le varietà tipiche come la Braeburn e la Gala. Sulla base dei dati e delle dinamiche finora disponibili il trend per lo sviluppo futuro della campagna di vendita 2013/2014 appare ben orientato, con prospettive inferiori rispetto all’annata precedente ma comunque interessanti in rapporto al quadro produttivo europeo, sottolinea la nota di Assomela, alla cui direzione siede l'attivissimo Alessandro Dalpiaz (nella foto). 32

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L’avvio di campagna commerciale conferma la buona tenuta di Pink Lady Con una settimana di ritardo rispetto all’anno scorso e di due rispetto al 2011/12, l'avvio di stagione Pink Lady® si presenta sotto i migliori auspici. Nel periodo confrontabile, la dinamica delle prime otto settimane di campagna risulta equivalente a quella del 2012/13 (miglior lancio registrato) e perfino superiore del 5% rispetto al 2011/12. Una

di ottimizzare la qualità, hanno reso più difficile la soddisfazione di parecchie domande (GB, Asia, Medio Oriente). Tenendo conto del volume disponibile per la commercializzazione di Pink Lady® (115.000 tonnellate, pari a + 4,5% rispetto al 2012/13) e della dinamica dei mercati nelle prime otto settimane, la stagione 2013/14 dovrebbe concludersi

tendenza rassicurante, con molti elementi di soddisfazione segnalati in Scandinavia, Benelux, Irlanda, Spagna, Europa dell’Est e anche in Portogallo. Altre situazioni isolate hanno subìto l’influenza diretta di contesti difficili dei mercati delle mele; per esempio in Francia (calo del 20% del consumo globale di mele nel dicembre 2013 – fonte Kantar) o in Italia (riduzione del 5% del consumo complessivo di mele rispetto al 2013). Ciò nonostante, Pink Lady® mantiene comunque le sue quote di mercato e rimane un valore solido del settore mele. In altri casi, infine, le condizioni del raccolto, il ritardo dell’avvio di stagione, il volume disponibile in certi calibri e la costante preoccupazione

durante la prima metà di maggio. Per quanto riguarda le attività di comunicazione, sempre molto curate e accattivanti a livello internazionale, questo avvio di stagione è stato ancora una volta l’occasione per mobilitare i consumatori, già acquisiti o nuovi: quasi 20.000 partecipanti al Grande Concorso Pink Lady®, 17.000 nuovi fan su Facebook (88.000 in totale), 8.000 nuovi membri del Club consumatori Pink Lady® (40.000 in totale) e 350 milioni di contatti sui media in dieci diversi Paesi europei. La prossima tappa sarà la festività di San Valentino, ancora una volta con un dispositivo di trade marketing a 360° di grande impatto, con il noto bollino a forma di cuore.

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CorriereOrtofrutticolo

Colpita la zona della Pera IGP Che l'ortofrutta non sia un prodotto come tutti gli altri perché soggetto a deperibilità e a variabili imprevedibili, ce lo ha ricordato l'ondata di maltempo che si è abbattuta su alzune zone d'Italia quando questo numero del Corriere Ortofrutticolo era in stampa. Intere aziende finite sott'acqua con stalle allagate e animali nel fango, coltivazioni di frutta e verdura distrutte, serre sommerse, trattori e attrezzature fuori uso, vigneti doc allagati, piante di olivo travolte dalle frane e dagli smottamenti che ostacolando la viabilità: è quanto è avvenuto nel weekend del 18-19 gennaio e nei giorni successivi, dalla Liguria alla Toscana fino all'Emilia dove a Modena l'alluvione con l'esondazione del Secchia ha colpito la culla delle pere dell'Emiia Romagna IGP, una delle zone dove si ottengono le produzioni di maggior pregio dell'agricoltura emiliana. A Modena si sono contati oltre duemila ettari di coltivazioni sommerse. Dopo l’incubo del terG e n n a i o

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remoto del 20 e 29 maggio 2012, la paura è tornata in diversi territori comunali, come quelli di Bastiglia e Bomporto, invasi da milioni di metri cubi di acqua, ma anche a Sorbara, San Prospero, Camposanto, San Felice e Medolla. Dall’alluvione sono state colpite oltre 200 aziende agricole modenesi. Danni per Fruit Modena Group, azienda con stabilimenti a Sorbara e Campogalliano. L’alluvione ha creato diversi problemi soprattutto in uno stabile stabile, andato a lungo in black out a causa dell’acqua. Confagricoltura Modena ha contato 110 aziende associate direttamente coinvolte dall’evento calamitoso, per un totale di circa 2.600 ettari. “Siamo di fronte ad un disastro annunciato – ha commentato la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi, la cui azienda situata a 200 metri dalla falla del fiume Secchia è stata una delle prime ad essere coinvolta -. Da anni denunciamo una forte preoccupazione

ATTUALITÀ

MALTEMPO. Alluvione in Emilia, danni in altre regioni

sulla gestione degli argini e del letto del fiume Secchia, ma i nostri proclami non sono stati ascoltati e ora ci troviamo ad affrontare una situazione drammatica. In primo luogo come cittadina, ma anche come presidente di Confagricoltura Modena, voglio avere risposte da chi in tutti questi anni non ha lavorato per prevenire un incidente di questa portata. I controlli e la manutenzione sono scarsi, superficiali o inesistenti. Dopo le piene il letto del fiume non viene pulito e nutrie e volpi costruiscono le loro tane all’interno dell’argine stesso, rendendolo più debole. Mi chiedo cosa abbia fatto l’Aipo in tutti questi anni. Così oggi ci troviamo ad affrontare una nuova emergenza, a 20 mesi dal terremoto, con nuovi problemi e danni economici ingenti, in un contesto già complicato”. Non più tardi di giovedì 16 gennaio la stessa presidente Bergamaschi aveva ribadito le proprie preoccupazioni di fronte ad una platea di tecnici impegnati nella discussione del nuovo PSR, sottolineando l’importanza di tutelare il territorio di pianura, "fragile e vulnerabile al pari di quello della montagna". Coldiretti chiede di avviare le procedure per lo stato di calamità. www.corriereortofrutticolo.it

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Fedagro news

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Servizi e protezione del credito: accordo con Cerved Group e Osserva edagromercati ha siglato l'accordo-quadro, presentato in varie sedi in via preliminare sin dall'estate scorsa, con Cerved e Osserva per la promozione e lo sviluppo dell’Osservatorio Crediti Fedagromercati integrato con l'erogazione diretta di servizi alle aziende associate, riguardante in particolare la protezione dei crediti commerciali. Ricordiamo che Cerved Group e Finservice rappresentano diversi brand leader (Centrale dei Bilanci, Cerved, Lince, Databank, Finservice, Consit, Jupiter e Honyvem) in grado di offrire la più completa e affidabile gamma di servizi di business information e di recupero crediti commerciali disponibile sul mercato, mentre Osserva è una società specializzata nello sviluppo informatico di Osservatori settoriali realizzati sulla base dell’integrazione delle informazioni economiche e commerciali attra-

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Gianluca Notari, nominato coordinatore del progetto

verso una propria piattaforma denominata 'Osservamercati.it'. Riassumiamo le premesse del-

Una slide dal Progetto Mercati di Cerved Group, che è stato alla base dell’accordo siglato con Fedagromercati e Osserva

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l'accordo. Fedagromercati ha attivato da diversi anni un Osservatorio Nazionale Fedagromercati per la protezione dei crediti commerciali delle proprie aziende associate nei diversi Mercati e Centri agro-alimentari nei quali è presente una propria rappresentanza associativa. Osserva, su incarico di Fedagromercati, gestisce l’Osservatorio Crediti rappresentato da un sistema applicativo di monitoraggio del credito commerciale integrato con i sistemi gestionali delle aziende associate nonché con le informazioni commerciali fornite direttamente da Cerved. Fedagromercati, Cerved Group, Finservice ed Osserva intendono ora promuovere e sviluppare l’Osservatorio Crediti Fedagro in tutti i Mercati e Centri agro-alimentari all’ingrosso anche attraverso la costituzione di una Rete di Imprese. L'accordo in particolare prevede i seguenti tre punti: promuovere nuovi servizi per la protezione e la gestione del credito per le aziende e per i Mercati accessibili direttamente dal sito Osservamercati.it; attivare un’assistenza specialistica programmata su singoli Mercati e operatori; allargare la base partecipativa dell’Osservatorio. Il programma di sviluppo, promozione ed erogazione dei nuovi servizi assegna ad ogni contraente dell'accordo una mission specifica. A Fedagromercati compete la promozione, comunicazione e veicolazione dei nuovi servizi sviluppati direttamente presso le proprie Associazioni territoriali attraverso l’organizzazione di incontri e presentazioni presso i Mercati all’ingrosso, la pubblicazione sul proprio sito dell’iniziativa e di una sezione informativa dedicata ad ag-

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CorriereOrtofrutticolo

Con Mercati Associati, Fedagro si prepara ad una presenza importante alla Fruit Logistica di Berlino che si svolge dal 5 al 7 febbraio ed è diventata il principale appuntamento mondiale per il settore dell’ortofrutta. Lo stand di Fedagro si trova nel Padiglione 2.2, corsia C, numero 0.7. Hanno dato la loro adesione gli enti gestori dei Mercati di Torino, Milano, Genova e Udine oltre ad alcune ditte grossiste. Lo stand si pone come punto di riferimento per Mercati Associati e per gli iscritgiornare lo status dell’iniziativa stessa. A Osserva Srl compete l'integrazione informatica nella piattaforma Osservamercati.it dei nuovi servizi che dovranno essere accessibili direttamente attraverso la piattaforma. A Cerved Group e Finservice compete la vera e propria erogazione dei servizi di business information, recupero crediti, informazioni di marketing e banche dati. Le parti hanno nominato come coordinatore del progetto di rete il dott. Gianluca Notari, attuale responsabile tecnico dell'Osservatorio Fedagromercati nonché direttore sviluppo della MOF SpA (Centro Agroalimentare all’Ingrosso di Fondi). Il coordinatore curerà l’organizzazione comune delle attività

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FEDAGRO NEWS

Fruitlogistica: Fedagro al padiglione 2.2 stand C 0.7

ti Fedagro presenti all'importante rassegna berlinese, che quest’anno si propone ancora una volta per una massiccia presenza italiana e internazionale. Nello stand avverranno incontri anche con organismi e operatori stranieri. Intanto, prima dell’appuntamento berlinese, Fedagro si prepara a mettere a punto e ad approvare in via definitiva i programmi per il 2014 in un consiglio federale che si svolge a Bologna mentre questo numero è in stampa.

promozionali e di coordinamento tecnico tra le imprese della Rete nella programmazione delle attività, verificherà il grado di soddisfazione delle aziendeclienti e delle associazioni territoriali e costituirà il trade-union sia tra le imprese della Rete che della Rete stessa con le associazioni territoriali ed i Centri agroalimentari all’ingrosso. Fedagromercati, Cerved Group Finservice ed Osserva, con la firma dell'accordo-quadro si sono impegnate ad iniziare in tempi rapidi le attività di promozione e sviluppo dell’Osservatorio Crediti. Si prevede una presenza presso i Mercati aderenti alla rete di un consulente in base ad un programma di visite concordato al fine di assistere gli operatori.

L’accordo dovrebbe avere efficacia in tempi brevi e, dopo una fase iniziale, prevede la costituzione della rete di imprese. Il presidente di Fedagromercati ha espresso soddisfazione. Per Ottavio Guala l'accordo è un passo avanti fondamentale per dare massima efficacia ad un servizio nevralgico come la protezione dei crediti commerciali. L'accordo rientra in un pacchetto di novità su cui l'Ufficio di presidenza di Fedagro sta lavorando e che dovrebbero essere rese note in questa prima parte dell'anno. In occasione dell’accordo Ottavio Guala ha ricordato l’impegno che deve coinvolgere la Federazione e la categoria per rendere operativa la svolta che l’Ufficio di Presidenza sta imprimendo.

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PORTI. L’Europa cancellata dalla “top ten” mondiale

L’Asia avanza, ma qualche vantaggio c’è Le grandi rotte e le immense portacontainer permettono alla nostra ortofrutta di raggiungere la Cina e gli altri mercati orientali a tariffe convenienti Cinque anni fa, nel 2009, la classifica dei primi dieci porti al mondo per traffici commerciali comprendeva otto porti asiatici (di cui sei cinesi) e due porti europei. La classifica era guidata da Singapore (30 milioni di TEU movimentati), Shanghai e Hong Kong, con il porto olandese di Rotterdam e primo porto europeo al sesto posto (con 10 milioni 800 mila TEU) e il porto belga di Anversa al decimo posto (8 milioni 600 mila TEU). Financial Times, nell'edizione del 16 gennaio, in seconda pagina, ha pubblicato la nuova 'top ten' mondiale dei porti: l'Europa è sparita, i dieci porti più importanti del mondo sono tutti in Asia, con Shanghai, cittàsimbolo dell'economia cinese, che ha superato Singapore al priG e n n a i o

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mo posto e con l'unico porto non appartenente all'area dell'Estremo Oriente, in nona posizione, che tuttavia è del Medio Oriente: Dubai. Leggere i nomi dei 10 porti più importanti del mondo è come leggere la graduatoria della ricchezza: è la conferma che l'asse dell'economia mondiale si è spostato a Oriente. Cosa centri con l'ortofrutta tutto questo è presto detto: la nave è il mezzo più economico e di gran lunga il più usato per il trasporto dell'ortofrutta sulle lunghe distanze e i porti più grandi sono anche quelli che offrono i servizi più importanti, compresi i servizi refeer e le banchine attrezzate per i conteiner refrigerati. Non a caso, il secondo porto europeo, Anversa, è il primo in Europa per

LOGISTICA

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la logistica dell'ortofrutta, e non a caso il flusso di gran lunga più importante di ortofrutta d'oltremare che raggiunge l'Europa, anche l'Europa meridionale, sbarca nei porti del Nord, più grandi e attrezzati di quelli mediterranei. Lo sviluppo dei porti e della logistica marittima in Asia influenza sicuramente il commercio mondiale dell'ortofrutta, dando opportunità allo sviluppo delle esportazioni da parte dei Paesi asiatici ma anche offrendo condizioni favorevoli e tariffe sempre più vantaggiose alle esportazioni ortofrutticole europee verso i mercati asiatici. Le conseguenze di ciò sono già sotto gli occhi di tutti anche in Italia e non a caso l'export ortofrutticolo italiano verso l'Asia conosce un momento favorevole, destinato a durare finché le condizioni logistiche vantaggiose persisteranno: sicuramente a lungo. Tornando ai porti, gli uffici della Commissione Europea monitorano con attenzione i traffici portuali. Oggi la situazione vede sempre in testa Rotterdam, seguita da Anversa e Amburgo. Ma tra i primi cinque porti europei ce ne sono anche due mediterranei: Marsiglia e Algeciras (nel sud delwww.corriereortofrutticolo.it

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L ogistica

la Spagna, non lontano da Gibilterra). Se guardiamo la graduatoria dei primi 10 porti europei, il Mediterraneo compare ancora una sola volta, con Valencia proprio al decimo posto mentre l'Italia è esclusa dalla 'top ten'. Tre porti italiani sono presenti invece tra i primi venti porti europei: Genova tredicesima, Trieste in posizione 14 e Taranto in posizione 16. Il Mediterraneo sta cercando di recuperare nel movimento contenitori, con Valencia e Algeciras in posizione dominante (Marsiglia è in ritardo sui conteiner), con i porti turchi e il terminal marocchino di Tanger-Med in forte sviluppo. Genova ha buone opportunità e il passaggio di gran parte dei traffici marittimi di ortofrutta dalle navi-frigo alle portacontainer per le grandi distan-

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CorriereOrtofrutticolo

ze e ai servizi ro-ro per le medie distanze permette al primo porto italiano di diventare importante per l'ortofrutta molto di più di quanto non lo sia stato fino ad ora. Vale la pena, riportare una sintesi di un importante documento della Commissione Europea sulle sfide che attendono i porti europei per i prossimi anni. I porti sono fondamentali per le attività europee di trasporto e per la competitività dell'Europa e dispongono di un potenziale enorme per la creazione di posti di lavoro e investimenti. I porti (1.200 lungo le coste dell'Europa) sono punti di accesso al continente europeo, il 74% delle merci provenienti da paesi terzi transita da essi. I porti sono importanti anche per gli scambi all'interno dell'UE: dai es-

si transitano ogni anno il 37% del traffico merci intra-UE oltre a 385 milioni di passeggeri. Nel 2011 circa 3,7 miliardi di tonnellate di merci (oltre 60 mila scali di navi mercantili) sono transitati dai porti europei. I costi e la qualità dei servizi portuali sono un fattore importante per le imprese europee. I costi portuali possono rappresentare una componente significativa dei costi complessivi della catena logistica. La movimentazione delle merci, i diritti portuali e i servizi nautici portuali possono rappresentare tra il 40% e il 60% dei costi totali della logistica porta a porta per le imprese che utilizzano il trasporto marittimo a breve raggio per trasportare merci. Entro il 2030 si prevede un aumento del 50% della merce gestita nei porti dell'UE. Tale aumento rappresenta un'opportunità di crescita economica e di creazione di posti di lavoro: la Commissione ritiene che entro il 2030 si potrebbero creare tra i 110 mila e i 165 mila nuovi posti di lavoro. È necessario però che i porti europei si adeguino al fine di gestire l'aumento del traffico. La natura degli scambi commerciali è in evoluzione. Ad esempio, la nuova generazione di navi porta-container può trasportare fino a 18 mila container. Se caricati su camion, formerebbero una colonna ininterrotta che parte da Rotterdam e arriva a Parigi. Fra i porti europei esistono significative disparità di prestazioni. Attualmente tre dei porti europei con le migliori prestazioni, ovvero Anversa, Amburgo e Rotterdam, gestiscono un quinto di tutte le merci che arrivano in Europa via mare. La diversità di prestazioni produce gravi inefficienze: rotte più lunghe, significative deviazioni del traffico, viaggi terrestri e marittimi più lunghi e infine maggiori emissioni prodotte dai trasporti, maggiore congestione a scapito dei cittadini dell'UE e dell'economia. In assenza di interventi, la situazione è destinata a peggiorare in seguito all'aumento del traffico. (a.f.) G e n n a i o

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Cresce l’export di frutta nel 2013 e per le nocciole leadership confermata Secondo le stime dell’Associazione degli esportatori turchi di frutta e verdura (TYMSIB), nel 2013 l’export di frutta prodotta in Turchia ha registrato un aumento del 16% rispetto alle statistiche dell’anno precedente, per un valore totale stimabile intorno ai 708,5 milioni di dollari. Il frutto più esportato dalla Turchia è l’uva, le cui esportazioni sono cresciute in valore del 15%, raggiungendo i 187 milioni di dollari. A seguire, le ciliegie rappresentano la seconda varietà di frutta turca più esportata, registrando, tuttavia, una perdita di 3 punti percentuali, con una quota del 22% delle esportazioni di frutta del Paese, per un valore di 155 milioni di dollari. Il partner commerciale più importante è la Russia, che ha assorbito il 33% delle esportazioni del settore per un valore, in costante crescita, intorno ai 235 milioni di dollari. La Turchia è il primo fornitore straniero di ortofrutta della Russia. Gli altri maggiori importatori di frutta turca sono la Germania (127 milioni di dollari), la Bulgaria (43 milioni di dollari), l’Iraq (40 milioni di dollari) e l’Ucraina (31 milioni di dollari). La Turchia si è confermata il principale produttore ed esportatore di nocciole al mondo, evidenziando un guadagno di 1,73 miliardi di dollari per l’anno 2013. Durante gli ultimi dodici mesi, infatti, la Turchia ha esportato più di 276 mila tonnellate di nocciole, dirette verso i mercati di quasi 110 nazioni. Il mercato di riferimento, tuttavia, resta quello dell’Unione Europea. L’importanza della Turchia è evidente anche guardando i dati degli anni passati: solo nel 2012, infatti, le esportazioni di nocciole turche avevano fruttato al Paese 1,8 miliardi di dollari, secondo miglior G e n n a i o

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ricavo dopo quello del 2005, quando l'export di nocciole raggiunse un valore di 1.9 miliardi di dollari.

CILE

Gli scioperi dei portuali creano 65 milioni di dollari di perdite Situazione catastrofica per il settore logistico cileno a metà gennaio. L'associazione Fedefruta ha fatto una stima di 65 milioni di dollari di perdite per il comparto. A causare il caos generale sono stati gli innumerevoli scioperi che hanno paralizzato molti porti cileni e provocato perdite incommensurabili - "pérdidas catastróficas" come le definisce Fedefruta - al settore ortofrutticolo. Questi scioperi hanno avuto forti ripercussioni sulle esportazioni, visto che sono state impedite le spedizioni. Nel frattempo la domanda proveniente dai mercati asiatici era aumentata significativamente. Produttori ed esportatori sono molto preoccupati, poiché la stagione è in fase avanzata e la produzione ha subìto un grosso calo a causa delle gelate a settembre. Gli scioperi non hanno consentito di rispettare alcuni degli impegni presi con gli acquirenti stranieri.

COLOMBIA

In cinque anni cresciute del 33% le aree coltivate ad ananas Crescono le aree coltivate ad ananas in Colombia con una percentuale decisamente superiore alla crescita mondiale. Il Paese sudamericano registra un totale di 12.565 ettari piantati ad ananas, con un incremento del 33% negli ultimi cinque anni. Tale aumento è rilevante soprattutto se paragonato alla crescita globale di questa coltivazione nel mondo, che non supera l'11%. La produzione colombiana è au-

mentata del 16% e - secondo i dati del Ministero dell'Agricoltura le esportazioni di ananas fresco sono arrivate a 1.438 tonnellate nel 2012. Stati Uniti, Belgio e Olanda sono le destinazioni principali degli ananas colombiani. Gli operatori del settore si sono incontrati lo scorso dicembre al primo Congresso latinoamericano dell'ananas. La Hortifrutícola Asociación de Colombia ha analizzato le sfide del settore, le alternative di produzione e le opportunità sul mercato internazionale.

MONDO FLASH

TURCHIA

ANTILLE

Nuova varietà di banane in fase di sperimentazione insidia la Cavendish Una nuova varietà di banane potrebbe insidiare la Cavendish. La nuova cultivar, che è in fase di sperimentazione, si chiama Fhlorban 925. Sono stati effettuati i primi test. Dai primi risultati ottenuti sembra che la nuova varietà di banana resista meglio della Cavendish alle malattie del banano e richiede l'utilizzo di pochissimi pesticidi. In sperimentazione dal 2008 presso alcuni proprietari terrieri della Guadalupa e della Martinica, la nuova banana è appena stata sottoposta a test di assaggio. Per odore e consistenza, è stata apprezzata come la Cavendish. La dimensione è più piccola: la Fhorban 925 sembra infatti una banana-baby. Sono stati eseguiti anche test in cella refrigerata al mercato all'ingrosso di Rungis, per seguirne l'evoluzione. Attualmente la produzione arriva a 900 chili a settimana in 6 siti (2 lotti in Martinica e 4 in Guadalupa). Proseguono i lavori di monitoraggio agronomico, elaborazioni dati, raccolta, imballaggio, testing: se tutto andrà a buon fine, la commercializzazione della Fhlorban 925 potrebbe iniziare nel 2015 e potrebbe portare progressivamente alla sostituzione della varietà Cavendish. www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofruttIcolo

CATALOGNA

La Lidl primo compratore di ortofrutta iberica L'export cresce ancora

A livelli record l'export di pesche e nettarine

La catena di supermercati Lidl è il cliente numero uno di ortofrutta spagnola. Nel 2012, la catena ha acquistato 960 mila tonnellate di frutta e verdura iberiche. Questo volume colloca il retailer in testa alla classifica dei buyer. Negli ultimi cinque anni, gli acquisti di Lidl da fornitori spagnoli sono saliti di oltre il 22%. Il numero dei fornitori in Spagna è passato da 230 nel 2008 a 368 quest'anno (+60%) e riguarda più settori. Lidl gestisce 527 supermercati in Spagna e più di 10 mila in Europa. Intanto sono in aumento le esportazioni spagnole di ortofrutta nei Paesi extracomunitari. Fepex, l'associazione spagnola degli esportatori ortofrutticoli, ha annunciato che fino al terzo trimestre 2013 vi è stato un incremento del 2% (614.743 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2012. La destinazione principale della frutta e della verdura iberiche extra Ue rimane la Russia (167.256 tonnellate), seguita da Svizzera (104.084 tonnellate) e Norvegia (65.799 tonnellate). L'esportazione di frutta e verdura al di fuori della UE si concentra nei Paesi europei non membri della UE, mentre le esportazioni al di fuori dell'Europa restano deboli. Che la Spagna creda nella sua ortofrutta non è mai stato messo in dubbio e viene confermato dall'aumento delle superfici di diverse varietà. Nella stagione 201213 le superfici coltivate a piccoli frutti nella regione spagnola di Huelva occupano 2.520 ettari, con un incremento del 16% rispetto alla stagione precedente. Le superfici a mirtili sono aumentate del 19% arrivando a 1.150 ettari; quelle a more sono cresciute del 22%, passando da 57 a 70 ettari; quelle a lamponi sono salite del 14%, con 1.300 ettari in totale.

Secondo Afrucat, la stagione 2013 della Catalogna ortofrutticola ha stabilito un record: le esportazioni di frutta a nocciolo (pesche, nettarine etc) per la prima volta hanno superato le 300 mila tonnellate. Il volume esportato corrisponde a tre quarti della produzione. La Catalogna è andata forte nell'export segnando un +26% a valore rispetto alla stagione 2012. La crescita è andata molto bene soprattutto per le esportazioni di pesche (+41%). Non male nemmeno le nettarine (+17%). La Germania è la principale destinazione e ha incrementato le importazioni del 42%. La Francia è la seconda nazione importatrice, con un aumento delle importazioni del 35%.

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TUNISIA

Produzione agrumicola a 355 mila tonnellate. Cresce la Valencia In Tunisia il Ministero dell'Agricoltura prevede un aumento della produzione di agrumi. Nella stagione 2013-14, secondo le previsioni ministeriali, la produzione agrumicola arriverà a 355 mila tonnellate, con un incremento del 7% rispetto alla scorsa stagione. L'incremento deriva dalla maggiore produzione di limoni (+32%), di clementine (+ 22%) e di mandarini (+10%). Relativamente alle arance, la varietà Valencia crescerà del 13% mentre la Maltese, che è la tipica tunisina, che trova sbocco esclusivamente sul mercato interno e su quello francese, dovrebbe diminuire del 7%. Per quanto riguarda le esportazioni, nel 2014 si prevedono di esportare 20 mila tonnellate della varietà Maltese, con le Valencia che comunque guadagnano terreno e sono de-

stinate a soppiantare la Maltese soprattutto se l'export tunisino intende aprirsi a mercati diversi da quello francese, dove la Maltese è usata come arancia da spremuta.

PERÙ

Va a gonfie vele l'esportazione di cipolle verso gli USA In Perù le esportazioni di cipolla stanno dando grandi soddisfazioni ai produttori locali. Nella stagione 2013-14, l'istituto KeyPerú stima che si esporteranno cipolle gialle per un valore complessivo di 30 milioni di dollari e per una quantità superiore a 110 mila tonnellate. La stagione è iniziata a inizio agosto e si sta chiudendo metre scriviamo, a metà gennaio. Le cipolle dolci peruviane sono molto richieste negli Stati Uniti, che concentrano il 70% delle esportazioni totali. Le altre destinazioni sono i mercati europei e altri Stati dell'America Latina.

MONDO FLASH

SPAGNA

AUSTRALIA

Aumentano produzione e export di arance locali In Australia sale la produzione di arance generando un incremento delle esportazioni. Secondo il rapporto USDA, le condizioni di crescita per la stagione in corso sono buone e la qualità dei frutti è alta. La produzione di arance è stimata a 230 mila tonnellate, con un incremento di quasi il 13% rispetto al 2012/13 (205 mila tonnellate). La stagione 2013/14 è iniziata con una forte richiesta di arance australiane: si prevede che le esportazioni supereranno le esportazioni 2012/13 (133 mila tonnellate). Il Paese ha importato 18 mila tonnellate di arance fresche, delle quali quasi il 90% proveniente dagli Stati Uniti. www.corriereortofrutticolo.it

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Dai mercati esteri arriva una ventata di ottimismo Emanuele Zanini

Le aziende più competitive stanno ottenendo risultati di rilievo su mercati che, fino a pochi anni fa, sembravano preclusi al prodotto italiano. La parola a Oranfrizer, Rosaria, Parlapiano e ai Consorzi di tutela teresse sui mercati internazionali – confermano Alba e Laudani –. Di rilievo i risultati che stiamo ottenendo in Russia, in Scandinavia e in particolare in Finlandia e Norvegia, senza dimenticare Svizzera e Regno Unito”. Risultati lusinghieri che porteranno il gruppo catanese ad aumentare del 20% a volume le esportazioni rispetto alla scorsa annata. Dal punto di vista produttivo i calibri

cupero dei prezzi. Sui mercati il prodotto di qualità, fattore come sempre determinante, c’è ma non è poi così tanto. Chi, come noi, dispone di frutta di qualità alta potrà avere dei buoni riscontri nella seconda parte della stagione. La qualità paga”. Laudani infine ritorna sul problema del virus della Tristeza che sta colpendo vasti areali in Sicilia. Ad oggi sono già stati aggre-

marketing di Oranfrizer, azienda di Scordia (Catania), una delle realtà più importanti nel panorama agrumicolo italiano, sono soddisfatti dell’andamento della prima parte della stagione. Il prodotto, dichiarano, è di alta qualità, a partire dalle arance rosse che presentano un’ottima pigmentazione. Per quanto riguarda le vendite l’impresa siciliana sta avendo ottimi riscontri, soprattutto fuori dall’Italia, specialmente grazie al Tarocco con calibri grandi. “C’è un crescente in-

sono piuttosto variegati, con una presenza importante dei calibri piccoli. Anche per questo un’alta percentuale di prodotto è destinato all’industria. A livello commerciale proseguono a ritmo serrato le promozioni nella principali catene distributive. “Per tutto il mese di gennaio ci saranno scontistiche sulla merce, con ribassi di prezzi del 10-15%”, spiega Alba. “Credo che queste promozioni alla fine avranno benefici sulla campagna commerciale. Già a febbraio prevediamo un re-

diti 15 mila ettari, potenzialmente potrebbero essere colpiti 70 mila ettari. “Ci si sta attrezzando per combattere la malattia”, afferma il manager di Oranfrizer. “Si stanno mettendo a dimora nuovi impianti di Tarocco. Una varietà, quest’ultima che gradualmente con il calendario di produzione e commercializzazione sta avvicinando le arance bionde e si sta organizzando per arrivare alle vendite fino a tutto maggio. In tal senso ricerca e innovazione rimangono le due strade mae-

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Ritorno alla normalità per gli agrumi italiani. Dopo lo scarso raccolto della stagione 2012-2013, quest’anno le previsioni sono più incoraggianti. Per le arance si dovrebbero sfiorare i 2 milioni di tonnellate di prodotto e così tornare sui livelli del 2011-2012. In forte crescita pure i limoni che dovrebbero superare nettamente il mezzo milione di tonnellate. In calo invece i mandarini. Cifre a parte, in generale gli operatori del settore si mostrano piuttosto ottimisti sulla campagna in corso. Sebastiano Alba e Salvo Laudani, rispettivamente amministratore e direttore

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SCHEDA PRODOTTO stre per mantenersi competitivi sui mercati”. Numeri in crescita per l’arancia rossa che quest’anno registra un aumento produttivo del 30%. A dichiararlo è Alessandro Scuderi Matarazzo, presidente del Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp. “La domanda è viva e fa registrare un incremento del 10-12% dall’estero. Il problema semmai è il calibro dei frutti, tendenzialmente piccoli a causa del clima e della Tristeza. Il mercato nazionale ahimé è in sofferenza nonostante i consumi si mantengano stabili. A gennaio, in particolare, stiamo assistendo a uno squilibrio tra domanda e offerta, a causa di richieste stabili e volumi in aumento. Le vendite di Tarocco e Moro stanno dando comunque risultati discreti. A febbraio prevediamo una diminuzione dell’offerta e un conseguente innalzamento dei prezzi. Se le previsioni verranno confermate si potranno creare le condizioni per un finale di stagione soddisfacente”. Per quanto riguarda le quotazioni in campagna fino a dicembre i prezzi si sono mantenuti attorno ai 20-30 centesimi al chilo, per scendere a gennaio tra i 15 e i 25 centesimi. “Tra febbraio e marzo speriamo di rivedere valori attorno ai 30 centesimi per i calibri piccoli”, spiega Scuderi. “Ma per i frutti di dimensione maggiore la forbice di prezzo si può allargare notevolmente con quotazioni anche superiori all’euro per i calibri grandi. Si profila comunque una stagione complessa e articolata in cui potrà incidere anche la concorrenza estera, più che mai agguerrita. Recentemente Coldiretti ha denunciato come nei primi nove mesi 2013 in Italia le importazioni di agrumi dall’Egitto siano più che raddoppiate (+110%) “attraverso una concorrenza sleale nei confronti della produzione siciliana”. Nel Belpaese l’anno scorso sono entrati oltre 7.500 tonnellate di arance del Paese africano. Sono “vendute agli angoli delle

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un prodotto, una storia SPREMUTA D’ARANCIA A UN EURO: LA SFIDA DEI BAR SICILIANI Lo scorso novembre su internet è stata sollevata una domanda. Questa: provate a chiedere una spremuta di arancia in qualsiasi bar siciliano. Ed è arrivata la risposta, piuttosto articolata ma interessante: se siete fortunati hanno la macchinetta spremi-agrumi. E poi al momento di pagare vi chiederanno tra i due e i tre euro. È possibile - si è chiesto un arguto commentatore - che uno dei prodotti che più rappresenta la Sicilia debba essere proposto a un prezzo così alto? E nella sua stagione? Dai e ridai, è intervenuto un produttore di arance, Paolo Ganduscio, titolare di una importante azienda agrumicola a Ribera, in provincia di Agrigento, territorio delle arance dop e di tante altre cose buone. Ganduscio, attraverso il sito 'Cronache di Gusto', ha lanciato un appello a tutti i bar siciliani. Questo: "Spremuta d’arance a un euro nei bar siciliani". Perchè no? L’idea – ha spiegato Ganduscio - nasce dal fatto che è assurdo che in una terra di produzione ci sia un prezzo esagerato delle spremute. È singolare che i produttori vendano a 25-35 centesimi al chilo e che nei bar si trovi una spremuta a 2,50-3 euro”. E allora? "Proviamo a creare un circuito con i bar. Qui - ha detto Ganduscio - non serve che le arance siano solo di Ribera, né tanto meno che siano solo siciliane. Ogni bar faccia quello che ritiene più opportuno. Qui la motivazione forte è invece quella di fare in modo che la spremuta di arance diventi intanto qualcosa che entri nella quotidianità dei siciliani che frequentano i bar. Come un caffè, esattamente quanto il costo di una tazzina. L'idea cioè - ha aggiunto Ganduscio - che si diffonda questa abitudine dai tanti benefici. Perchè bere una spremuta di arance è dare un tocco di salute al nostro organismo. E se i siciliani cominciano ad abituarsi è un bene". Ma un euro è il prezzo giusto? “Assolutamente sì – risponde Ganduscio – ed è un prezzo che conviene a tutti. Ai produttori perché ci auguriamo possa aumentare il consumo di arance a chilometro zero che per ora è quasi inesistente, ai consumatori che avrebbero la possibilità di trovare un alimento genuino e benefico sia contro i malanni che per prevenire alcune gravi malattie senza spendere troppo, infine ai bar perché se io so che c’è un locale che mi vende la spremuta a un euro lo preferisco a tutti gli altri. Meglio prendere due spremute e un caffè al giorno che tre caffè”. Interessamte il risultato. L'appello lanciato attraverso 'Cronache di Gusto' non è caduto nel vuoto. Un primo gruppo di bar siciliani ha aderito subito all'idea di proporre ai propri clienti spremute di arance a un euro. I bar esporranno locandine e adesivi per ricordare a tutti l'iniziativa. L'idea di proporre le spremute a un euro, per 'Cronache di Gusto', vuole avere tre effetti. Il primo culturale, ovvero la possibilità che si diffonda il più possibile l'abitudine di bere spremute nei bar tanto quanto quella di prendere un caffè; l'altro, sociale, perchè proporre a un euro la spremuta vuol dire fare un bel passo verso i clienti in un momento difficile dal punto di vista economico; infine il terzo effetto, forse il più importante, è quello salutistico. Ecco l'elenco dei primi bar che hanno aderito: Antico Caffè Spinnato, via Principe di Belmonte, 111 - Palermo; Bar 900, Corso VI Aprile, 105 - Alcamo (Tp); Caffè Sicilia, Viale Sicilia, 12 - Ragusa; Coffee & Chocolate, via Principe di Belmonte, 108 - Palermo; Fiasconaro, P.zza Margherita. 10 - Castelbuono (Pa); Matranga, Via Cesareo Giovanni Alfredo, 38, Palermo Mistral - Via Bordonaro, 30, Palermo; Motel San Pietro - C.da San Pietrostrada statale 189 Palermo-Agrigento Castronovo di Sicilia (Pa); Pasticceria Amato, Via Brunelleschi, 72 - Palermo; Pasticceria Di Pasquale, Corso Vittorio Veneto, 104 - Ragusa; Salvatore Palumbo, Piazza Giuseppe Garibaldi, 37 - Milena (Cl) - Simpaty 80, Via Roma - Linguaglossa (Ct). A noi di Corriere Ortofrutticolo ci sembra un'iniziativa su cui riflettere.

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AGRUMI Salvo Laudani, Aurelio Pannitteri e Alessandro Scuderi (a pagina 45), Fabio Moschella, Paolo Parlapiano, Giuseppe Pasciuta qui sopra. Sono gli esponenti del settore agrumario che abbiamo intervistato

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sultati si stanno già vedendo quest’anno, con molti associati al consorzio che stanno vedendo i primi risultati fuori dai confini nazionali. Bisogna continuare in questa direzione”. Per Aurelio Pannitteri, titolare dell’omonima azienda di Belpasso (Catania) all’inizio dell’annata le vendite sono partite a rilento. “La qualità delle arance è ottima. Il vero problema sono i consumi, che, almeno fino a dicembre, si sono ridotti di almeno il 30% rispetto agli anni passati”. “Il potere di spesa dei consumatori purtroppo continua ad assottigliarsi – spiega l’imprenditore siciliano -. Durante le feste natalizie c’è stato un po’ di movimento, ma di certo al di sotto delle aspettative. Il generale andamento a rilento delle vendite ha causato tra l’altro la partenza anticipata delle promozioni nelle principali catene distributive, iniziate fin dai primi giorni di commercializzazione del prodotto, che almeno fino a gennaio è stato caratterizzato soprattutto da calibri medio-piccoli”. Ad accentuare le difficoltà le forti pressioni sul prezzo esercitate dalla Spagna, in particolare sulle arance bionde. “Le quotazioni spagnole sono troppo basse per i nostri standard. Noi comunque continuiamo a puntare sulla qualità del prodotto e in particolar modo sulle arance rosse con il nostro marchio Rosaria”. Rimanendo sempre in Sicilia ma

più a sud, nella zona di Ribera (Agrigento), Giuseppe Pasciuta, presidente del Consorzio di tutela dell’Arancia di Ribera Dop, si dice fiducioso sul prosieguo della stagione, dopo un inizio di campagna partito con qualche giorno di ritardo e caratterizzato da un leggero rialzo delle quotazioni della varietà Navelina. “Abbiamo avuto ottimi riscontri anche dal Washington e dal Brasiliano – spiega Pasciuta – all’inizio della campagna. I centri di lavorazione stanno operando a pieno ritmo (a metà gennaio, ndr), così come le vendite nella grande distribuzione stanno proseguendo con regolarità. La media dei prezzi è leggermente superiore allo scorso anno con valori alla produzione che per Riberella Dop si assestano a 35-40 centesimi”. Buone performances per la Navelina e soprattutto per la nuova varietà dolce Vaniglia, una tipologia di nicchia e ancora poco conosciuta ma con un deciso trend di crescita, e con quotazioni alla produzione piuttosto alte, attorno ai 5060 centesimi al chilo. Sulle prospettive per i prossimi mesi Pasciuta, che guida il Consorzio da una dozzina d’anni attraverso quattro mandati consecutivi con l’obiettivo principale di assicurare un reddito congruo ai soci produttori, rivela come da marzo “i grossi centri di lavorazione rischiano di ritrovarsi senza prodotto, in particolare Brasiliano e Washington. Anche per

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strade nella nostra Regione ad un euro o meno – hanno affermato il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione e i nostri agrumicoltori non possono certo competere con i costi di produzione di paesi che hanno, per esempio, bassi costi di manodopera solo per citare uno di quelli più importanti”. La forza del Paese nordafricano si fa sempre più evidente sui mercati. “L’Egitto – spiega Scuderi – rischia di segnare il futuro della produzione agrumicola mediterranea. Ha un trend che lo vede crescere ogni anno di almeno il 5%. In quattro-cinque anni potrebbe eguagliare la produzione spagnola. Ha il vantaggio di disporre di alte quantità di impianti giovani, di avere costi di manodopera nettamente inferiori ai nostri e di altri Paesi e di praticare politiche commerciali molto aggressive. Si sta affermando di certo come uno dei competitor più temibili. Spesso però l’Egitto commercializza arance come commodities. La Sicilia deve sfruttare invece le produzioni di alta qualità e così peculiari del proprio territorio”. Per farlo, secondo il presidente del Consorzio di tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp è necessario puntare maggiormente sulle esportazioni. “L’88% della produzione di arancia rossa Igp rimane in Italia – dichiara Scuderi -. Dobbiamo spingere sull’export. I primi ri-

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questo sarà necessario sempre più puntare su varietà tardive che consentano di allungare il calendario, anche per competere con gli altri Paesi produttori”. Un futuro che appare più sereno anche per altri fattori: “Da una parte stiamo assistendo a un ritorno dei giovani in campagna e dall’altra da cinque anni a questa parte l’impianto di nuovi agrumeti nell’areale di Ribera”, racconta il presidente del Consorzio che conta su 120 soci tra aziende private di produzione, organizza-

rispetto al 2012-2013 e stiamo avendo buoni riscontri dalla grande distribuzione”, racconta Paolo Parlapiano dell’omonima impresa siciliana. “I prezzi, sia alla produzione che alla vendita, sono soddisfacenti e in linea con la scorsa annata. Ottimi risultati stiamo avendo con le vendite della varietà dolce Vaniglia che commercializziamo con il nostro marchio Paradiso. Siamo ottimisti”. Sul fronte limoni per il limone di Siracusa si sta profilando una

zioni di produttori, cooperative e altre ditte. “Questi aspetti rendono di certo ottimisti sulle future potenzialità del territorio, che dovrà crescere non solo dal punto di vista agrumicolo ma anche acquisendo un’identità più precisa e definita”. Moderatamente ottimisti anche alla Parlapiano Fruit di Ribera, che registrano qualità discreta e buon calibro per Washington Navel (che rappresenta il 90% della produzione) commercializzato da inizio dicembre a fine marzo. “Abbiamo incrementato i volumi

campagna complicata. Nei primi tre mesi di commercializzazione tra ottobre e dicembre, spiega Fabio Moschella, presidente del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa Igp, l’andamento del mercato è stato piuttosto difficoltoso a causa di una qualità non ancora al top e di un mercato, sia interno che estero, non molto ricettivo, accentuato da una crisi dei consumi che quest’anno ha colpito in pieno pure i limoni. “Nelle prime settimane di gennaio – rivela Moschella – la qualità del limone siracusano è mol-

to migliorata. Speriamo ora che riprendano quota anche le vendite. La produzione è inferiore alla media e molta merce è destinata all’industria che comporterà chiaramente un significativo calo di volumi di prodotto fresco. Confidiamo però che da febbraio il mercato si riprenda e che le vendite tornino a ingranare”. Dando uno sguardo ai mercati internazionali il Paese più temibile rimane ancora una volta la Spagna, “che se fino ad alcuni anni fa puntava tutto su prezzo e prodotto convenzionale, da un paio di stagioni si sta indirizzando sempre di più sul limone biologico”. Meno pressante la presenza della Turchia, che fa il mercato soprattutto da ottobre a novembre. “L’arma del limone siracusano rimane la qualità”, conclude Moschella. “Ma dall’altra parte sarà necessario attraverso campagne di comunicazione far comprendere come spesso l’estetica rischi di ingannare il consumatore. Un limone che alla vista risulti perfetto non è detto che sia ottimo al gusto e al contrario un frutto rameggiato e quindi leggermente difettato esteticamente sulla buccia può avere caratteristiche organolettiche e di sapore eccellenti. In futuro sarà fondamentale dare le giuste informazioni ai consumatori, che, ben informati, potranno scegliere consapevolmente il limone che più gli aggrada”. emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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