Commercio Oggi - Febbraio 2013

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n° 43 - Febbraio 2013

6 8 13 15 COMMERCIO OGGI Registrazione al Tribunale di Verona n. 458 del 12 aprile 1979 Anno 28 n. 43 Febbraio 2013 Periodico della Confesercenti di Verona Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DR VERONA DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via Albere, 132 - 37137 Verona. Tel. 045 8624011 ufficio.stampa@confesercentiverona.it - www.confesercentiverona.it PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale Ce. Se. Con. Verona tel. 045 8624029 EDITORE Ce. Se. Con. Srl


sommario 5 EDITORIALE

14 FISCO False Partite Iva

Ingovernabili

6 INCHIESTA

15 VERONA

Allarme Pmi

8 ATTUALITÀ

Eventi in corso

16 NEWS Brevi dall’Associazione

Santa Lucia da rifare

10 TRIBUTI

18 FORMAZIONE

Addio Tia arriva la Tares

Corsi in partenza

11 NORMATIVA Sparisce l’oliera dal ristorante

13 INIZIATIVE Libera la Domenica

DIRETTORE RESPONSABILE Daniele Pagliarini IN REDAZIONE Daniele Pagliarini, Alessandro Torluccio, Claudia Andreatta. HANNO COLLABORATO Gabriella Ghio, Caterina Ugoli, Bernardetta Arduini, Sabrina Residori. Impaginazione e grafica a cura di Confesercenti Verona FOTO - Archivio Ce. Se. Con. STAMPA Simeoni Arti Grafiche Via Ciro Ferrari 9 37066 Caselle di Sommacampagna



EDITORIALE

di Silvano Meneguzzo

Ingovernabili. Questo è il responso delle urne. Ingovernabili come una macchina allo sbando, una nave che non risponde ai comandi. E che sta affondando. In un momento in cui la società , l’economia e lo Stato avrebbe avuto bisogno di stabilità e coesione abbiamo preferito nuovamente lo stallo, o lo scontro. C’è una dato, tuttavia, che è sotto gli occhi di tutti: la politica della novità ha ancora il suo appeal, mentre quella delle vecchie posizioni, della destra e della sinistra, delle istituzioni macchinose e pachidermiche sembra essere alla canna del gas, svilite da un’emorragia di voti impressionante, nonostante tutti si professino vincitori, morali o reali. Noi siamo imprenditori, abbiamo bisogno di stabilità, ma abbiamo anche bisogno di una politica snella e innovativa, di persone capaci e preparate che sappiano leggere i veri problemi dell’Italia e che abbiano soluzioni concrete ai problemi. Non ci bastano più le promesse elettorali, i giri di parole, le facce sorridenti. Oggi ci serve il sudore, ci serve vedere con i nostri occhi la passione per l’Italia e per il compito che si è scelto di svolgere. Abbiamo bisogno di nuova fiducia, di un vento fresco che ci ridia vigore. Questo non vuol dire che siamo dalla parte di uno piuttosto che dell’altro, ma vuol dire che il tempo delle chiacchiere è finito. Si respira aria di terza repubblica, le monetine sono già arrivate, il voto di protesta pure. Ora attendiamo lungo il fiume.

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IL CENTRO CHIUDE Sul totale delle imprese che chiudono, il 67% sono del commercio. Un allarme operatori, istituzioni e società civile: così si rischia la desertificazione commercaile 1500 imprese del commercio, 819 negozi del dettaglio, 409 attività del turismo e 1310 aziende di servizi. Questi i numeri delle Partite Iva veronesi legate al commercio che nel 2012 sono state costrette a chiudere, il 67% sul totale di quelle che hanno chiuso, che ammontano sul territorio 6

scaligero a 5985. Una situazione particolarmente difficile, che delinea senza alcun dubbio la forte crisi dei consumi che sta attanagliando tutta l’Italia: «Siamo di fronte ad una situazione nuova e assai drammatica, il cui impatto sociale sarà ben più grave nei prossimi anni». A dirlo è Fabrizio Tonini, direttore di Confesercenti Verona: «Qui non stiamo parlando di qualche bar o qualche attività che a causa di una cattiva gestione è costretta a chiudere. Tra queste imprese che non ci sono più ci sono decine e decine di imprenditori che storicamente hanno sempre avuto successo, sia a Verona che in provincia, persone preparate e affidabili. Il problema è quindi più ampio e di conseguenza anche di più difficile soluzione». Se guardiamo alle piccole e medie imprese del commercio, cioè i negozi

che tengono vivi i centri storici, i dati sono ancor più sconfortanti: 632 nel 2009, 678 nel 2010, 761 nel 2011 e 819 nel 2012. Una escalation di chiusure che non si verificava dai primi anni ’90, quando la svalutazione della Lira fece tremare la stabilità del Paese: «Se paragoniamo Verona ad altre città del Veneto notiamo come il settore della piccola impresa del commercio sia quella più in difficoltà sul nostro territorio, molto di più rispetto al comparto del turismo, dove, anche se sembra in controtendenza, i dati segnano 11 aziende in più nel confronto con il 2011. Attenzione però: si sono assottigliati di molto anche i ricavi ». Secondo l’Associazione di categoria la congiuntura economica e i provvedimenti in materia fiscale del Governo sono solo alcune delle cause contro cui puntare il dito, senza dimenticare l'avvento


INCHIESTA sempre più invasivo della grande distribuzione organizzata e della catene commerciali, le uniche in grado di sostenere, ad esempio, la liberalizzazione assoluta dei giorni e degli orari voluta da Mario Monti. A confermare questo è il dato sulle nuove aperture, che per il 37% sul totale del 2012 riguarda attività in franchising, una tipologia di commercio che rientra negli schemi del centro commerciale: «Anche le nostre vie Mazzini, Borsari, Cappello e Stella subiscono lo stesso effetto di omologazione che avviene nei centri commerciali – spiega Tonini – senza alcuna differenza, se non quella che essendo un ente pubblico il gestore dell’area, ci sono più possibilità di tutela di alcune tipologie di attività, ed in questo il Comune di Verona qualcosa sta facendo, come lo sviluppo del progetto CcnVerona, che ha lo scopo di coordinare e sviluppare manifestazioni che coinvolgano i commercianti, tuttavia la strada da percorrere è ancora molto lunga, soprattutto in previsione delle nuove tasse comunali che presumibilmente incideranno sulla piccola e media impresa e su alcune scelte successive a questo progetto, come l’insediamento dell’area Ex-Biasi e ExCartiere, che sembrano contraddire proprio la scelta di tutelare il centro storico e sulle quali siamo profondamente contrari. Nei paesi della cintura cittadina, invece, la conseguenza è la trasformazione delle aree urbane in dormitori, sul modello parigino, che negli anni ha portato a concentrare le attività nel cuore della città e nei centri commerciali, creando in queste Banlieu numerosi problemi di ordine pubblico – conclude Tonini –. Il negozio con le sue attività, infatti, serve anche a mantenere sorvegliata e attiva un’area, dove gli acquirenti e l’afflusso di persone genera sicurezza. Verona certamente non è Parigi, ma anche nel nostro caso si tende a proseguire su questo pericoloso modello. Il nostro auspicio è che le amministrazioni comunali premino le imprese virtuose, limitando la grande distribuzione e favorendo la concertazione e la collaborazione tra le piccole attività».

di Daniele Pagliarini

IL TURISMO ANCORA DI SALVEZZA: UNICO SETTORE IN CRESCITA Il Turismo, quindi, sembra essere il settore a cui il territorio dovrebbe aggrapparsi, dal quale arrivano timidi segnali di crescita. La crescita delle attività ad esso legate, infatti, va di pari passo con quella del numero di presenze sul nostro territorio, le quali, stando ai dati forniti dalla Regione Veneto, sono in crescita in quasi tutti i paesi a prevalente economia di questo tipo. L’unica eccezione è data dalla Lessinia, dove, rispetto al 2011, il calo è stato particolarmente incidente. Il paese con più turisti in assoluto, e non è una sorpresa grazie ai numerosi parchi divertimento presenti, è Lazise, dove nel 2012 sono passati quasi 3 milioni di visitatori, seguito da Bardolino e Peschiera con 1 milione e 700 mila ciascuno. Verona conferma la sua posizione con 1 milione e 400 mila, in leggera crescita rispetto al 2011. Il rovescio della medaglia,

come detto, è la Lessinia: Boscochiesanuova passa dai 395 mila del 2011, alla misera quota di 81 mila nel 2012. Il turismo da solo, tuttavia, non sembra poter reggere da solo il peso dell’economia del territorio, flagellata oltre che dalla crisi anche da interventi invasivi particolarmente importanti, come sostiene Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti Verona: «Abbiamo un dato positivo sulle imprese legate al turismo, ma il dato non deve fuorviare: i ricavi che derivano da queste attività si sono molto assottigliati e molto spesso alcune di queste lavorano in perdita pur di lavorare. La questione, ben più problematica e che va al di là delle scelte del Governo, riguarda l’utilizzo del territorio e la sua gestione, che a livello locale va necessariamente salvaguardato».

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SANTA LUCIA TUTTA DA RIFARE Meneguzzo: ÿLe nostre proposte sempre bocciate dallÊassessorato. Ora si pagano anni di erroriŸ di Daniele Pagliarini

Sulla situazione dei banchetti di Santa Lucia e sullo spostamento di alcuni operatori su Corso Porta Nuova, la Confesercenti di Verona esprime forte perplessità: «Il riordino della Piazza per questa manifestazione è stato un vero e proprio buco nell’acqua, visto che i problemi a cui si assisteva qualche anno fa sono rimasti tali e quali, anzi, in alcuni casi si sono acuiti e su questo l’Amministrazione comunale non ci ha dato spazio per trovare un’intesa». Così Silvano Meneguzzo, presidente dell’associazione di categoria, porta alla luce una questione annosa e che si protrae da molti anni: «Noi avevamo proposto di mantenere tutti gli ambulanti in Piazza Bra, chiudendola al traffico e ridistribuendo gli spazi – ha spiegato Paolo Bissoli, presidente dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti di Confesercenti –, ma il nostro piano è stato subito bocciato, così come è stato bocciato il progetto di riqualificare realmente le merceologie presenti: basta con chincaglierie e cianfrusaglie che nulla hanno a che fare con la festa di Santa Lucia, ma più giocattoli, dolciumi e articoli da regalo natalizi». Un altro punto su cui la Confesercenti si è dimostrata fin da subito sensibile è stato l’aspetto visivo dell’evento, che deve essere assolutamente riqualificato: «Tutti devono avere delle strutture semifisse e non veicoli a ruote – ha proseguito Meneguzzo –, 8

quello che appare agli occhi del visitatore è un suk senza alcuna regola, con roulotte, tendalini e strutture fatiscenti». Sull’aspetto dello spostamento degli ambulanti su Corso Porta Nuova, il Presidente ha le idee chiare: «Quello che è successo è alquanto grave e verificheremo gli atti di chi ha deciso questo spostamento, rivolgendoci anche agli organi competenti se sarà il caso, così come è grave che tra gli ambulanti ci fosse anche qualcuno senza permessi e con merce contraffatta. Quello che ci chiediamo è: ma prima di per-

mettere l’apertura nessuno controlla l’impresa? Tutto questo genera un ulteriore decadimento della manifestazione con regole che non vengono rispettate e aggirate. Si deve riqualificare realmente, dando voce alle associazioni di categoria e creando una reale concertazione e non solo una finta collaborazione. Con l’assessore non c’è stato mai nessun accordo sull’evento, anzi, le proposte inoltrate da noi sono sempre state bocciate. Chiediamo, inoltre, che vengano controllati tutti i posteggi, anche dal punto di vista sanitario».

Silvano Meneguzzo



Chi si è preoccupato in questo 2012 dell’introduzione dell’Imu e del salasso che questa ha comportato, sappia che non è ancora finita: il 2013 ci porta in dono la Tares, la nuova gabella che andrà a sostituire Tarsu e Tia incrementandone il gettito complessivo. Inserita nel decreto Salva Italia dell’ultimo governo Monti, la tassa andrà a rivoluzionare il sistema di sussidiarietà precedentemente utilizzato per i servizi di igiene ambientale, addossando ad imprese e cittadini il costo totale di gestione della filiera e smaltimento dei rifiuti. Ma non solo. All’interno della Tariffa Comunale sui Rifiuti e i Servizi, così è la denominazione completa, saranno contenuti anche i costi di tutti i servizi cosiddetti “indivisibili”, come ad esempio l’illuminazione e la manutenzione delle strade e del verde pubblico. La tassa, entrata ufficialmente in vigore dal 1° gennaio, andrà a colpire non solo i proprietari di immobili, ma anche tutti coloro che "occupano o detengono locali o aree scoperte”, vale a dire negozi, uffici, capannoni e qualsiasi altro fabbricato esistente. L’aggravio, che sicuramente ci sarà, per ogni famiglia o imprenditore che sia dipende innanzitutto dal tipo di tassazione utilizzata dal proprio Comune prima dell’arrivo della Tares. Dove veniva applicata la Tia, infatti, ci sarà un rincaro che può variare da 0,30 euro a 0,40 euro al metro quadrato, quindi per un appartamento di 100 mq si pagherà tra i 30 e i 40 euro in più all’anno. È il caso di Verona, dove la Tia andava già a coprire i costi complessivi della filiera dell’igiene ambientale e l’aumento riguarderà, quindi, solo la quota relativa ai beni indivisibili. La prima rata è prevista per il mese di aprile, in attesa che la Giunta decida quale aliquota applicare. Lo stesso Comune, per bocca dell’assessore al bilancio, Pier Luigi Paloschi, stima di poter raccogliere circa 5 milioni di euro in più rispetto alla Tia, fondi che andranno sottratti ai trasferimenti statali al

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TRIBUTI

ADDIO TIA, ARRIVA LA TARES

Comune e quindi non rimpingueranno le casse di Verona. Ben più problematica sarà la situazione di quei comuni dove fino al 31 dicembre 2012 veniva applicata la Tarsu, ossia una tariffa che andava a coprire solo una parte dei costi di gestione dei rifiuti, lasciando alle casse comunali il compito saldare il conto finale. È il caso di Villafranca, dove il passaggio dalla Tarsu alla Tares potrebbe costare un aumento medio tra il 10% e il 14%, al quale andrà aggiunto il costo per gli altri servizi, che come dicevamo rientra tra i 30 e i 40 centesimi di euro al metro quadrato. Da una prima analisi svolta da Unioncamere sono solo il 17% i comuni che hanno già adottato la Tia, mentre per tutti gli altri la Tarsu andava a coprire, mediamente, il 91% dei costi di gestione e smaltimento dei rifiuti. Al di là della superficie e della destinazione d’uso, conterà il numero dei componenti del nucleo famigliare. Se risparmieranno i ‘single’ e poco cambierà per le coppie, la vera stangata si preannuncia per le famiglie numerose, per non parlare delle attività commerciali, artigianali e della grande distribuzione. Per alcune categorie di imprese lo studio di Unioncamere stima addirittura un rincaro del 50% Il mese più critico, quindi, sarà ancora dicembre, dove presumibilmente i comuni concentreranno i conguagli della Tares, così come già successo per l’Imu. La pressione fiscale, dunque, è destinata ad aumentare ancora, ponendo in seria difficoltà non solo le singole attività o famiglie, ma tutto il Sistema Italia, il quale si sta avvitando sempre più su se stesso. Secondo il Centro Studi della Camera di Commercio di Mestre si passerà da una pressione del 44,7% al 45,3%, un record assoluto che rende la ripresa una vera propria chimera.


NORMATIVE

STOP ALL’OLIERA NEI RISTORANTI

Etichettato e in un contenitore idoneo e richiudibile. Così si dovrà presentare d’ora in avanti l’olio sulle tavole di ristoranti e pizzerie, in ottemperanza alla normativa sulla tracciabilità dei prodotti promulgata lo scorso 14 gennaio ed entrata in vigore in questi giorni. Un accorgimento a cui dovranno stare bene attenti i ristoratori: «Si tratta di un provvedimento che mira ad allinearci alla normativa europea, per la quale è già prevista una maggiore attenzione sulle informazioni della filiera produttiva sui prodotti nei pubblici esercizi» ha commentato Alessandro Torluccio, responsabile dell’ufficio Fiepet di Confesercenti Verona. Si tratta, quindi, di proporre ai clienti sui tavoli degli esercizi di somministrazione l’olio di oliva vergine nel suo contenitore originale, come prodotto dallo stabilimento di produzione o di confezionamento, senza possibilità di “rabbocco” da parte del titolare dell’esercizio oppure, nel caso di utilizzo della classica oliera, questa dovrebbe riportare un’etichetta che indichi almeno l’origine del prodotto ed il lotto di produzione. In questo caso si rimetterebbe alla responsabilità del titolare dell’esercizio la fedele indicazione della provenienza dell’olio contenuto in un’oliera da un certo produttore e lo stretto collegamento con un determinato lotto avente scadenza certa.

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INIZIATIVE

di Alessandro Torluccio

LIBERA LA DOMENICA Partita la raccolta per modificare la Legge sulle aperture domenicali indiscriminate

"NO" alla liberalizzazione delle aperture domenicali dei negozi. È questo l'appello lanciato dalla Confesercenti di Verona dal sagrato del Duomo di Verona, a fianco della CEI e della Curia scaligera, per la raccolta delle firme nell'ambito della campagna “Libera la Domenica”. L'iniziativa si pone come obiettivo quello di raccogliere almeno 50 mila firme a livello nazionale, necessarie per iniziare l’iter di una legge di iniziativa popolare che riconduca alla Regione la libertà di poter disciplinare le aperture, garantendo in questo modo la giusta concorrenza. Un tema particolarmente caro anche alla Conferenza Episcopale Italiana, secondo la quale il giorno festivo dovrebbe ruotare intorno alla famiglia e ai valori di condivisione, i quali cozzano inevitabilmente con il lavoro e le lunghe file nei parcheggi dei centri commerciali: «Sulla questione della aperture domenicali sono molti gli aspetti che entrano in gioco – ha spiegato Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti Verona –. Non c’è solo il problema economico e relativo alla difficoltà delle imprese più piccole che non possono competere con i ritmi dei centri commerciali, ma anche gravi conseguenze dal punto di vista sociale. Se chiudono tutti i piccoli negozi, i centri storici dei paesi diventano dei dormitori e la socialità si perde. Le domeniche corrono il rischio di essere utilizzate solo per fare la spesa al centro commerciale». Confesercenti sottolinea che nei suoi primi 10 mesi di vita il provvedimento di liberalizzazione indiscriminata

non ha incentivato i consumi, mentre ha favorito la grande distribuzione a scapito della piccola e media impresa. Alle 100 mila imprese già perse ne andranno infatti aggiunte altre 80 mila che chiuderanno nei prossimi cinque anni, con la conseguente scomparsa di circa 240 mila posti di lavoro: «I dati sono certi: i consumi non aumentano e le imprese chiudono – ha proseguito Meneguzzo -. La ricchezza non viene più distribuita tra migliaia di imprese e di famiglie, ma tra poche realtà aziendali, andando ad arricchire una fascia più ristretta. Il sistema, in questo modo, non può funzionare». Il primo appuntamento ai piedi del Duomo di Verona, a cui hanno partecipato anche le cariche cittadine, per sensibilizzare sulla bontà dell’iniziativa: «La prima firma è stata quella del nostro vescovo, Monsignor Giuseppe Zenti, il quale si è reso disponibile fin da subito a prestare la propria presenza – ha concluso Meneguzzo –. L’o biettivo, oltre alla raccolta delle firme è anche quello di sensibilizzare la popolazione, per una giusta tutela sia dei lavoratori, sia degli imprenditori, e tornare ad un sistema di commercio compatibile con il territorio e il suo tessuto sociale». L’iniziativa si protrarrà per i prossimi 6 mesi nelle maggiori piazze della città e della provincia. Il sito ufficiale della campagna è consultabile all'indirizzo www.liberaladomenica.it, dove è possibile trovare anche la mappa dei punti di raccolta firme.

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FISCO

di Gabriella Ghio

FALSE PARTITE IVA Il Governo ammorbidisce la norma. Controlli a partire dal 2014 e aumento delle deroghe

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Dopo le polemiche suscitate nei giorni scorsi, il Governo fa marcia indietro e sceglie di ammorbidire la sua posizione sulla lotta alle “false partite IVA”. Stime governative hanno calcolato che diverse centinaia di migliaia di lavoratori in possesso di partita IVA, che figurano come collaboratori esterni di un’azienda, siano in realtà alle sue dipendenze e siano presenti regolarmente all’interno della stessa al fianco di persone con contratti di lavoro subordinato o a progetto. L’espediente di assumere nuovi lavoratori facendoli figurare come collaboratori esterni è estremamente diffuso, poiché consente alle aziende di pagare una tassazione estremamente ridotta e di avere quindi spese inferiori per il loro personale. Il Governo ha da tempo dichiarato guerra a questa pratica per recuperare quei versamenti contributivi extra che l’Erario percepirebbe nel caso di un rapporto di lavoro subordinato. Al tempo stesso, i lavoratori con “falsa” partita IVA avrebbero una posizione più solida e godrebbero di un trattamento economico migliore: ai dipendenti con contratto di lavoro subordinato infatti vengono garantite copertura in caso di malattia, detrazioni per figli o familiari a carico, ferie e permessi pagati, tredicesimo stipendio e, in casi particolari, eventuali premi di produzione e quattordicesima mensilità. Il Governo però negli ultimi giorni ha fatto marcia indietro, e con un decreto ministeriale del dicastero del Lavoro ha comunicato l’allentamento della stretta, che consentirà alle aziende altri diciannove mesi per mettere in regola la loro posizione. Secondo una circolare diramata dal Ministero del Lavoro infatti, i controlli sulle “false” partite IVA potranno essere effettuati solamente a partire dal 18 luglio 2014. I parametri per rientrare in una situazione “a rischio” sono: 1 – la collaborazione con il medesimo committente abbia una durata complessiva superiore a otto mesi annui per due anni consecutivi; 2 – il corrispettivo derivante da tale collaborazione costituisca più dell’80% dei corrispettivi annui complessivamente percepiti dal collaboratore nell’arco di 2 anni solari consecutivi; 3 – il collaboratore disponga di una postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente. Per far scattare i controlli sono sufficienti due requisiti su tre. Tuttavia esistono tutta una serie di deroghe che escludono dai parametri sopraelencati gran parte delle partite Iva. La circolare del Ministero chiarisce, infatti, che i principi per verificare le false partita Iva non operano per le categorie iscritte a un Ordine professionale, ma anche per tutti i lavoratori in possesso di una specifica “competenza”, che può derivare anche dal possesso di una laurea o di un diploma di scuola superiore liceo o istituto professionale o addirittura da un percorso di apprendistato. La norma, quindi, prenderà in considerazione solo una minima parte dei lavoratori che attualmente operano in regime di partita Iva, lasciando pressoché invariata la situazione attuale.


VERONA

di Claudia Andreatta

CHOCOLATE IN LOVE Una dolce attenzione nel giorno di San Valentino? Regala un cioccolatino. È sulle ali di questa risposta chesi è svolta a Verona, in Piazza Bra, dal 14 al 17 febbraio, la prima edizione di Chocolate in Love, mostra mercato dei maestri cioccolatai italiani che durante i quattro giorni di manifestazione, dalle 10 alle 22 hanno deliziato i palati con il meglio della produzione italiana. L’evento, inserito nelle giornate di manifestazione di Verona In Love e organizzato dalla Confesercenti di Verona, ha portato lungo il Liston 13 aziende accuratamente selezionate, che avranno il compito di fondere ancora una volta insieme l’amore e il cioccolato, in un turbinio di emozioni e passioni. Durante le giornate alcuni eventi collaterali hanno allietato i visitatori, come ad esempio il CioccoAperitivo, il pre-dinenr dedicato ai più golosi, o i laboratori di scultura nel cioccolato, passando per l’asta benefica in favore di Aism delle opere realizzate dai maestri cioccolatai. A San Valentino regalare del cioccolato è una tradizione che ha origine lontane. In passato il cacao era una merce rara e costosa, che arrivava dalle lontane terre dall'America del Sud e per questo motivo considerato assai prezioso. Il cioccolato, inoltre veniva visto come un qualcosa di magico, come una vera e propria pozione d’amore. Per questo ancora oggi il 14 febbraio gli innamorati si scambiano scatole di cioccolatini giurandosi eterno amore! Accanto all’aspetto commerciale dell’iniziativa, Chocolate in Love si propone anche di promuovere la cultura del prodotto di qualità, dell’acquisto consapevole e tutelato. www.veronainlove.it

LE PIAZZE DEI SAPORI Sta prendendo forma l’undicesima edizione de Le Piazze dei SApori, l’evento enogastronomico di piazza più importante del Veneto, che quest’anno si svolgerà dal 2 al 5 maggio. Accanto alle oltre 100 aziende provenienti da tutta Italia, Piazza Bra e il Liston saranno allietati da tutta una serie di eventi collaterali, per avvicinare il consumatore ad un acquisto consapevole e di qualità. Non mancheranno, inoltre, gli appuntamenti con la musica e lo spettacolo ai piedi di Palazzo Barbieri, per dare modo ai visitatori di trascorrere una serata all’insegna del buon cibo e dell’intrattenimento di qualità. La macchina è dunque stata avviata. A breve arriveranno tutte le novità per questa nuova edizione de Le Piazze dei Sapori.

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a cura di Claudia Andreatta

PEC OBBLIGATORIA AL 30/06 Scade il 30 giugno 2013 il termine per tutte le imprese per la sottoscrizione di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata che andrà successivamente comunicato al Registro delle Imrpese. Tale obbligo, previsto per tutte le Partite Iva, permetterà a tutti gli imprenditori di poter inviare e ricevere documentazione per via elettronica con valore legale, in sostituzione all'invio di una raccomandata cartacea.

Per poter sottoscrivere la propria casella Pec è possibile rivolgersi alla sede Confesercenti di Verona previo appuntamento, la quale si occuperà di tutta la procedura e della comunicazione agli enti competenti per la validazione della stessa. Per ulteriori informazioni: Confesercenti Verona - Ufficio Digitalizzazione Impresa 045 - 8624011

START UP: CORSO PER I NUOVI IMPRENDITORI Aprire una nuova attività non è una passeggiata in riva al mare, ma una scalata in montagna. È partendo da questo presupposto che Confesercenti Verona ha deciso di organizzare il primo corso dedicato a tutte le persone che desiderano diventare imprenditori, a tutte quelle che vogliono trasformare il loro sogno in una concreta realtà. Il percorso formativo, dal titolo “Start Up: fai nascere la tua impresa”, si svolgerà nei mesi di marzo e aprile e prevede 8 ore di lezioni frontali per poter, al termine progettare e realizzare la propria azienda. ogni partecipante sarà in grado di valutare precisamente la bontà della propria idea e tararla nel miglior modo possibile per ottenerne il massimo profitto. Il costo del corso è di 50 euro più Iva e le iscrizioni sono a numero chiuso fino al raggiungimento di 15 partecipanti. Per ulteriori informazioni: ufficio formazione Confesercenti Verona, tel. 045.8624011 – commerciale@confesercentiverona.it.

STANCO DI UNA CONTABILITÀ PESANTE? Ultimi mesi per aderire all’offerta della Confesercenti Verona sulla tenuta della contabilità aziendale. Fino a settembre 2012, infatti, per i nuovi clienti è possibile ottenere una particolare scontistica sui prezzi di listino, assicurandosi assistenza fiscale e contabile a partire da 90 euro mensili, con ulteriori sconti per i titolari under 35. Un’offerta che ha come scopo quello di andare incontro alle nuove imprese, particolarmente esposte durante il periodo recessivo che il comparto sta vivendo. Oltre a questo, a partire da 70 euro, si potrà usufruire del servizio buste paga e rapporti di lavoro. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla sede Confesercenti, in Via Albere 132 a Verona.

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CHIARIMENTI SU NUMERAZIONE FATTURE L’Agenzia delle Entrate spiega la disciplina sulla numerazione dei documenti contabili. La numerazione delle fatture non deve necessariamente ogni anno partire da 1. La Legge di Stabilità, recependo la disciplina comunitaria in tema di fatturazione, specifica che per le operazioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2013 la fattura deve contenere un «numero progressivo che la identifichi in modo univoco». Prima, la normativa italiana, imponeva di ricominciare ogni anno una nuova serie di numeri sequenziali. L’Agenzia precisa che è compatibile con l’identificazione univoca prevista dalla formulazione attuale della norma qualsiasi tipologia di numerazione progressiva che garantisca l’identificazione univoca della fattura, se del caso, anche mediante riferimento alla data della fattura stessa. Quindi, dal 1° gennaio 2013, può essere adottata una numerazione progressiva che, partendo dal numero 1, prosegua ininterrottamente per tutti gli anni solari di attività del contribuente, fino alla cessazione dell’attività stessa, oppure si parte dal numero successivo a quello dell’ultima fattura del 2012. La numerazione progressiva dal 1° gennaio 2013 può anche iniziare dal numero successivo a quello dell’ultima fattura emessa nel 2012. Insomma, la numerazione è “libera”, l’importante è che sia garantita l’identificazione univoca della fattura.

AL VIA I CORSI PER LE PMI VERONESI Ripartono le iscrizioni ai corsi obbligatori per la piccola e media impresa organizzati da Confesercenti Verona. Il primo, in ordine di tempo, sarà quello dedicato all’Addetto alla Prevenzione degli incendi per aziende a basso rischio, obbligatorio per tutti gli imprenditori. Oltre a questo sono in partenza anche i percorsi formativi per l’ottenimento del Libretto Sanitario per la manipolazione di alimenti e il corso Barman Base. Per informazioni e iscrizioni: Confesercenti Verona 045.862.40.11 www.confesercentiverona.it.

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LI ZZAIO I P E MAN A’ B A R T I V O N

TIPOLOGIA

LUOGO ORE COSTO*

PERIODO

Corso sostitutivo del libretto di idoneità Verona e provincia sanitaria

3

35 euro

Marzo

Responsabile del servizio di prevenzione e protezione per titolari d’impresa (Ex D.Lgs. 626/94)

Verona

16

160 euro

Marzo

Addetto alla prevenzione degli incendi per aziende a basso rischio

Verona

4

75 euro

Marzo

Formazione per addetto al pronto soccorso aziendale per aziende dei gruppi B e C

Verona

12

170 euro

Marzo

Corso abilitante per l'esercizio dell'attività di "somministrazione e vendita di prodotti alimentari"

Verona

120

567 euro

Marzo

Corso di formazione obbligatorio sulla sicurezza dei lavoratori in azienda (art. 37 D.Lgs 81/08)

Verona

4+4

80 euro

Marzo

Corso abilitante per agenti e rappresen tanti di commercio

Verona

81

308 euro

Marzo

Corso abilitante per agenti d'affari in mediazione del settore immobiliare

Verona

106

433 euro

Marzo

Corso barman base

Verona

28

266 euro

Marzo

Corso barman avanzato

Verona

25

190 euro

Marzo

Corso pizzaioli

Verona

Marzo

*Per gli associati Confesercenti sono previsti forti sconti. Al prezzo va aggiunta l’Iva pari al 21%

Sede iscrizioni: Via Albere, 132 - 37137 Verona Tel. 045 8624011 - Fax 045 8624088 Responsabile: Claudia Andreatta e-mail: formazione@confesercenti-vr.it - www.confesercenti-vr.it

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