Colazionando 22 Luglio 2012

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Quattro passi di cultura alla scoperta di Milano un’idea di


Corso sempione Dove Milano guarda a Parigi e ne riprende le sembianze colazionando colazione in città

Corso Sempione è un lungo camminamento, di circa 3 chilometri che collega piazza Firenze al parco Sempione, passando sotto l’Arco della Pace. è una delle vie centrali di Milano dove si trova, tra l’altro, il grande palazzo con gli studi Rai al numero 27, realizzati da Giò Ponti nel 1929. Come nel caso dei palazzi di Largo Donegani, la progettazione di Ponti non aveva riguardato solo la struttura esterna, ma anche quella degli uffici interni. Ancora oggi negli studi vengono registrate numerose trasmissioni

COLAZIONiamo? Non è sempre necessario essere dei turisti per gustare la ricca colazione che viene offerta dai grandi alberghi. Tutti i giorni dell’anno, dalle 8 alle 11, l’Enterprise Hotel apre al pubblico il suo enorme buffet, all inclusive, per una vera e propria colazione a quattro stelle, dove non esistono limiti al dolce e al salato.

e alcuni telegiornali regionali. Al numero 36 è presente un altro edificio, anche questo di progettazione razionalista, creato nel 1934 da Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni denominato Casa d’abitazione e uffici rustici. L’importanza di questo palazzo è dovuta alla sua struttura di due corpi paralleli e perpendicolari al corso che creano una corte aperta verso la strada per rendere l’impianto visibile dall’esterno. Inoltre, si tratta del solo corso a Milano di impostazione francese che ricalca i grandi boulevard parigini.


L’Arco della Pace Luigi Cagnola 1807. Il luogo dove si trova oggi l’Arco della Pace venne ottenuto abbattendo, nel 1801, le fortificazioni seicentesche del Castello Sforzesco. L’area che si era ottenuta doveva ospitare, nella progettazione originaria, un grande edificio che delimitasse la zona residenziale della città di Milano. In base al progetto napoleonico, tuttavia, l’idea venne abbandonata per inserire un grande arco a tre fornici, ispirato a quello di Settimio Severo nel foro romano, nella monumentalità del nuovo Corso Sempione. La costruzione venne inziata nell’autunno del 1808. Doveva trattarsi del simbolo della grandezza napoleonica, monito per tutti coloro che entrassero nella città. Il grande carro in bronzo, di ispirazione neoclassica, opera di Abbondio San Giorgio, ne avrebbe coronato la sommità con lo sguardo rivolto verso Parigi. I lavori di costruzione vennero interrotti nel 1814 e ripresero solo nel 1826, per volere di Francesco I d’Austria per poi essere inaugurato il 10 settembre del 1838 da Ferdinando I in onore della sua incoronazione a re del Lombardo Veneto. La costruzione fu completata apportando alcuni minimali ritocchi, tra cui una variazione nel gruppo scultoreo del San Giorgio. La spada tenuta in mano dalla ragazza venne sostituita con delle fronde d’albero, da questo elemento l’Arco venne rinominato della Pace per celebrare l’equilibio restituito all’Europa dal Congresso di Vienna nel 1815. Il simbolo del trionfo napoleonico, diveniva così la celebrazione della Restaurazione austriaca. Il carro bronzeo di Minerva che doveva guardare alla capitale francese le voltava ora le spalle rivolgendo la propria benevolenza alla città di Vienna.

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uno sguardo in città Corso Sempione ricalca ancora oggi l’antico impianto di crezione napoleonica nella strada del Sempione. Si trattava del collegamento diretto con Parigi, passando per l’appunto dal Passo del Sempione, potenziato e completato sempre per volere di Napoleone nel 1805: scopo primario del Re d’Italia era

quello di avere un collegamento più veloce e diretto ai possedimenti italiani. La monumentalità del corso e dei suoi edifici erano stati voluti dallo stesso Napoleone per creare un nuovo ingresso a Milano degno della grandezza francese e che guardasse direttamente alla capitale dell’Impero. L’edificazio-

ne tuttavia fu completata dagli austriaci negli anni successivi al Congresso di Vienna. Gli edifici originari di impianto ottocentesco sono stati sostituiti nel corso del Novecento da una serie di case residenziali che compongono ancora oggi uno dei quartieri più prestigiosi della città.


parco sempione I giardini romantici nel cuore di Milano colazionando colazione in città

Si tratta di un grande parco cittadino che occupa la zona che si estende da Corso Sempione a uno degli ingressi del Castello Sforzesco. In quella che oggi è la zona del parco, si trovava, nel XV secolo, il parco Ducale del castello, chiamato Barcho, luogo di caccia e divertimento della famiglia Visconti prima, e Sforza poi. Con la fine della dominazione sforzesca, già in epoca spagnola, il Barcho venne abbandonato per erigere la piazza d’armi, luogo di esercitazione delle truppe. Solo alla fine dell’Ottocento, su progetto di Emilio Alemagna, si decise la costruzione

uno sguardo in città In base al gusto di giardino all’inglese di Parco Sempione, all’interno si trova nascosto un piccolo laghetto sormontato da un ponticello di “riuso” recuperato dalla copertura interna dei navigli in via San Damiano. Qui sorgeva quello che comune-

mente era chiamato il ponte delle sorelle Ghisini. Si trattava di una decorazione di quattro sirenette di ghisa chiamate anche, secondo un’altra tradizione “i sorey del tetta”, dal nome dello scultore Tettamanti che le aveva realizzate.

dell’attuale parco di impianto inglese al cui interno vennero progettate numerose costruzioni di intrattenimeno pubblico e a carattere espositivo. L’acquario civico, realizzato in occasione dell’Esposizione universale del 1906 da Sebastiano Locati; l’Arena civica, costruita nel 1806 da Luigi Canonica; la torre del parco, punto panoramico della città costruita nel 1932 su progetto di Chiodi, Ponti e Ferrari. Immersi nel verde si trovano anche i Bagni misteriosi, gruppo scultoreo di Giorgio de Chirico e il monumento a Napoleone III di Barzaghi del 1881.


castello sforzesco La dimora dei signori di Milano Nel sistema delle porte della cerchia delle mura milanesi Galeazzo Visconti decise la costruzione, attorno alla Porta Giovia di una rocca difensiva che rimarrà nella sua forma originaria sino al XV secolo. Nel 1447, la famiglia Visconti rimase senza eredi maschi, unico erede possibile rimaneva Francesco Sforza che aveva sposato Bianca Maria Visconti, ultima erede legittimata della casata viscontea. Nel clima di incertezza venne instaurata l’aurea repubblica ambrosiana sino al 1450, ma la ripresa di potere dello Sforza fu celere. Egli chiamò il Filarete a ricostruire la rocca e a dare una dimora degna ai signori di Milano. Insieme

al grande architetto lavorarono anche Giovanni da Milano, Jacopo da Cortona e Benedetto Ferrini con l’ingegnere militare Bartolomeo Gadio. Il castello che oggi conosciamo è frutto in molte sue parti di un restauro condotto alla fine dell’Ottocento: chiaro esempio è la torre centrale, oggi chiamata del Filarete, scoppiata nel 1521 e poi riedificata. Luca Beltrami, prendendo spunto dalle carte custodite nelle biblioteche e dai graffiti presenti nell’Abbazia di Chiaravalle, compì la restaurazione dell’edificio per riportarlo alla struttura che aveva avuto sotto il dominio degli Sforza, uno dei momenti di massimo splendore per la città di Milano.

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Bramantino a Milano

Sala del Tesoro e Sala della Balla - Castello Sforzesco

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La mostra, a cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi è allestita in due sale del Castello che già ospitano opere del maestro: la sala del Tesoro e la sala della Balla. L’artista bergamasco deve il proprio soprannome alla sua collaborazione con Bramante, pittore e architetto marchigiano la cui attività presso la corte sforzesca è attestata fino al 1499. La mostra permette di leggere Bartolomeo Suardi (1480 al 1530 ) come maestro del Rinascimento, seguendo il suo sviluppo artistico fino alla piena maturità artistica. La città di Milano ospita il nucleo più importante e numeroso delle opere di Bramantino, qui riunite per la prima volta in un percorso logico e cronologico che presenta dipinti su tavola, su tela e disegni. Dal 1490 il grande affresco dell’ “Argo” a opera di Bramantino vigila sul

Tesoro sforzesco, ed è in questa sala che si apre la mostra. Dalla giovanile “Adorazione del Bambino” e “Madonna con il bambino tra i santi Ambrogio e Michele Arcangelo” della Pinacoteca Ambrosiana, si passa per la “Madonna col bambino e angeli” di Brera, e infine la “Pentecoste”. Al secondo piano è stata riallestita la serie dei dodici arazzi che forma “Il ciclo dei Mesi Trivulzio” acquistati dal Comune nel 1935. I cartoni preparatori furono realizzati da Bramantino a partire dal 1501 e tessuti da Benedetto da Milano tra il 1504 e il 1509 a Vigevano, su commissione di Gian Giacomo Trivulzio. La mostra è aperta da martedì a domenica dalle ore 9.00 alle 17.30 fino al 25 settembre. Chiuso il lunedi. L’ingresso è gratuito.

Quattro passi di cultura

uno sguardo in città All’interno del Castello Sforzesco sono ospitate alcune raccolte civiche di primaria importanza tra cui spiccano le civiche raccolte d’arte antica, le civiche raccolte d’arte applicata e incisioni, museo degli

strumenti musicali, la raccolta d’arte applicatae la biblioteca trivulziana. La visita alla raccolta di scultura antica è da segnalare non solo per le opere custodite, tra cui i resti della Porta Romana medievale, il

monumento sepolcrale di Bernabò Visconti, la pieta’ Rondanini di Michelangelo, ma anche per la possibilità di visitare la “Sala delle asse” affrescata da Leonardo da Vinci in onore di Ludovico il Moro.

alla scoperta di Milano da un’idea di

Grafica e impaginazione: Ad Friends srl Hanno collab.: Valeria Bottiglieri, Beatrice Nizzetto Foto di: Fabrizio Bottiglieri Ufficio stampa: Alessandra Vezzoli tel. 02.6552781/335.6813563; alessandra@studiovezzoli.com Ufficio marketing: Marco Ranieri tel. 02.36740400; marketing@colazioneincitta.it © RIPRODUZIONE RISERVATA - materiale promozionale riservato agli utenti del sito colazioneincitta.it NON destinato alla vendita.


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