Emporium Febbraio 2016

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foto © Alena Fialova’

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Responsabile Commerciale

Juri - tel. 351 241 8804

Responsabile Amministrazione

Roberto - tel. 351 241 889

Responsabile e Agente di zona

Daniele - tel. 338 352 8027


EMPORIUM

Editoriale

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A

Empoli non succede mai niente. Questa è una cantilena che si ripete in ogni occasione tra gli empolesi di tutte le età, compresa me. Empoli è sempre stata, dobbiamo ammetterlo, un po’ sottotono rispetto ai comuni vicini. Nonostante sia più grande di dimensione e di influenza politica, Empoli spesso è un po’ il Molise d’Italia, sai che c’è, ma spesso ne dubiti. Bene signori, gennaio è stato il mese della svolta, a Empoli è successo di tutto e di più. E forse era meglio restare in sordina su certi avvenimenti.

Secondo me è accaduto tutto perchè per la prima volta Empoli ha organizzato il capodanno in piazza, con un ritardo di circa dieci anni rispetto alle altre piazze, ma ce l’ha fatta. Chissà se sarà ripetuta l’esperienza... Gli avvenimenti empolesi accaduti nel primo mese del 2016 sembrano usciti da un tg nazionale e, purtroppo, per la maggiorparte, non sono notizie di cui andar fieri. Riassumendo ci sono state notizie degne dei migliori salotti televisivi pomeridiani come il furto di prosciutti e forme di parmigiano in un negozio, per la quinta volta in un anno al solito negozio. E poi ancora il ladro ‘sfortunato’ che è stato visto scendere da una grondaia dai carabinieri che passavano per caso e che quindi lo hanno inseguito e arrestato insieme ai complici che lo aspettavano in macchina. Incendio al centro commerciale Coop partito dalla canna fumaria del ristorante, evacuati uffici e ambulatori. Un uomo di 47 anni era scomparso, ma per fortuna è stato ritrovato nel bosco. Ci sono state ore di ansia per un’infermiera di San Miniato che dopo essere stata accompagnata dal figlio a lavoro a Empoli, era scomparsa e, fortunatamente ritrovata a Tirrenia;

Purtroppo però la cronaca di gennaio è stata ‘ricca’ anche per altri fatti ben più seri. E’ stao ucciso un uomo durante una battuta al cinghiale, perchè un amico ha commesso un errore fatale; l’incubo meningite è riemerso e i nuovi casi ci circondano e ci spaventano; una donna residente a Ponzano, è stata trovata morta con un sacchetto in testa; un uomo ha perso la vita nel tentativo di spengere la coperta elettrica in fiamme; un uomo era scomparso da casa e lo hanno trovato morto in un pozzo a Molin Nuovo. Sconvolgente e pesante questo inizio anno, personalmente di fronte a queste cose resto senza parole, soprattutto se riguardano la mia città, ma l’italiano, empolese per giunta, trova sempre il coraggio di girare pagina e lo fa, come quasi sempre, grazie al calcio che, fra tutte queste notizie, continua a mantenere l’interesse dei più. L’Empoli sta cavalcando un’onda di risultati più che positiva, compresa la realizzazione del nuovo stadio che, a quanto pare, si farà. Peccato solo che oltre al calcio a Empoli sta accadendo anche altro. Non dimentichiamolo. Rispetto per favore, per tutti. Perla Zingoni

n. 9 ANNO 2 febbraio 2016

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Periodico registrato presso il Tribunale di Prato in data 16/04/2015 al n. 3/2015 DIRETTORE RESPONSABILE Perla Zingoni STAMPA Baroni e Gori Prato proprietario e editore Chimeralab di Chiara Reggiani Via dell’Agio 14 59100 Prato info@chimeralab.eu FOTOGRAFIE Alena Fialova’, Giacomo Gori (FotoCineGori), Marantonio Perugino, archivio

Per info: Accademia Pianistica SilVer Via Alzaia, 9 50053 EMPOLI (FI) Alessio Cioni, Presidente Associazione Culturale SilVer Sabrina Bessi, Direttrice Artistica Associazione Culturale SilVer 3332708867 3333764731 www.associazioneculturalesilver.net

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chimeralab chiuso in redazione il 27 gennaio 2016 ore 18

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EMPORIUMPERSONE e FATTI

Busoni

si “mascherava” da Arlecchino! di Silvano Salvadori

V

ista l’imminenza del Carnevale si potrebbe parlare dell’amore di Busoni per le maschere della Commedia dell’Arte ed in primis di Arlecchino, per il quale scrisse due libretti, musicandone solo il primo; Busoni stesso prende le vesti di Arlecchino nel secondo, immedesimandosi nel suo sarcasmo che smaschera le debolezze e i difetti umani. Così può parlare senza peli sulla lingua; “con il soprabito da viaggio ed in mano una valigia” va a trovare mamma Anna e babbo Ferdinando: quindi è proprio lui! Del resto egli considera il corrispondente tedesco di Arlecchino, Hanswurst detto Gian Salsiccia, “la migliore invenzione della lingua tedesca… fatti baciare sommo cittadino delle scene”. Le maschere sono “immutabili, autentiche, affidabili”; la logica di Arlecchino è stringente: “Le leggi vengono fatte da esseri umani per altri esseri umani; se esse non vengono osservate, allora vuol dire che sono sbagliate”. “Centinaia di miglia di redazioni di giornali, fabbriche della menzogna, camaleonti delle opinioni, professionisti della spudoratezza….Le banche! Cucine alchimistiche del presente…Pubblicità!figlia impudica del mondo nuovo; magnificazione dei propri imbrogli per attirare i danneggiati”. Anche nella sua Turandot entrano le maschere italiane: Truffaldino, Pantalone e Tartaglia, con ruoli di forte caratterizzazione individuale. Aiuta e collabora col “Teatro dei piccoli” di Vittorio Podrecca; questi gli dedica un disegno di Arlecchino di Bruno Angoletta. Ma vorremmo anche parlare del suo rapporto con Empoli e la Toscana. Così scrive Busoni in un frammento autobiografico, nel febbraio del 1909, spedito a Emilio Anzoletti: “L’imminenza del caso genealogico consigliò a mio padre l’idea di rifugiarsi a Empoli, suo paese nativo, dove attorniato da una grande tribù di parenti – giunsi nella difficoltà quasi disperata di ammirare la luce del giorno, il di 1° aprile 1866, che fu una Domenica di Pasqua. Empoli -situata Fra Firenze e Pisa- scansata dai forestieri e rimasta perciò vergine nella sua cultura toscana, si impone primariamente all’olfatto per le esalazione delle sue concerie di pelli e delle fabbriche di fiammiferi di zolfo [...] di fronte [alla piazza] una fontana guarnita di quattro leoni di marmo, dei quali due si asserisce essere “d’autore”; si lascia del resto allo studioso d’arte o all’amatore la cura di decidere qual sia la coppia cui si approprii questa prerogativa. Un po’ fuori del centro si stende il “Campaccio”, piazzale vastissimo e non lastricato, dedicato al mercato dei cavalli. Ed è in una delle casupole che lo cir4 | EMPORIUMfebbraio2016

condano, che venni al mondo. Degna di nota fu ad Empoli la celebrazione del “Volo dell’asino….” Se a volte con amarezza si dispiaceva di non essere apprezzato dalla sua patria, tuttavia ricordava all’amico Galston “con soddisfazione e compiacimento quanto straordinariamente ricco di uomini importanti sia stato e sia il suolo della Toscana. -Ciò che non proviene dai romani o dai veneziani si è creato in quella zona che si estende intorno a Empoli“. E proprio il nostro Leonardo da Vinci l’avrebbe voluto protagonista di una grande opera nazionale che sognava sarebbe diventata il sigillo della sua vita; ma dopo alcuni incontri con D’Annunzio per l’eventuale libretto, dovette volgersi ad una genialità tedesca che gli corrispondesse: il Doktor Faust. Dopo l’esilio svizzero sarebbe tornato in Italia se gli avessero offerto un incarico di prestigio, ma non ottenendolo optò per la sua casa di Berlino. Anche negli ultimi suoi giorni, benchè si lamentasse che “solo il mio rapporto con l’Italia è andato male”, sognava di poter vivere ancora a Bologna o Livorno o Settignano e di poter finire di leggere il suo amato Pirandello; nella sua biblioteca non mancava il poeta “montaionese” Vincenzo da Filicaia, di cui cita i versi sull’Italia a memoria, e il Giusti; quest’ultimo lo amava seguendo la passione del padre Ferdinando, che gli suggeriva: “Goditi la vita: la malinconia è una corbellaggine elegante”. Nel 1906 scrive da Trento: ”Sto leggendo ora alcune lettere intime di Giusti, piene di spirito e di grazia... In confronto a Trento, Empoli, per esempio, si potrebbe chiamare “americana”. Il figlio Raffaello, in Italia nel 1924, gli aveva scritto di essere stato anche a Empoli, forse per sposarsi con la fidanzata giapponese, e che gli era stato detto che una strada era stata intitolata a “Ferruccio Busoni”. Con rammarico il padre criticò il fatto che “Lello” non fosse andato a cercarla. Ferruccio preferiva fra le bevande il vino; il suo ideale: “un chianti puro assaporato sul posto presso contadini toscani”; e nel 1905 scrive: “Il “Chianti Busoni” [Delle vigne di uno zio] è stato assaggiato - era eccellente. –“. E a proposito di parenti, un suo prozio empolese, il Dott. Binni, era certo uomo “originale”: inverno ed estate vestiva lo stesso soprabito e soleva dire: “ciò che mi protegge dal freddo mi tutela anche dal caldo”. Galston, che raccolse i pensieri del Maestro nei suoi ultimi mesi di vita, ricorda questo episo-

dio allorché, recandosi in carrozza a San Gemignano, Busoni scese a fare due passi col cocchiere. Questi, si meravigliò della sua ottima pronuncia per essere uno straniero: “Sono italiano, ma vivo all’estero”, disse Busoni. “Sono di Empoli”. “Di Empoli!- esclamò il cocchiere -ma è il luogo di nascita del grande Busoni!” Giù le carte. Busoni si fa riconoscere. Commozione. “Ma allora è vero” chiese il cocchiere, “che non suona più il pianoforte e che vuole dirigere?”. L’uomo dunque era abbastanza consapevole. “Per me fu la conferma più bella di godere di una certa gloria in patria”. Quando era al di là delle Alpi, scrive: “..penso: dietro le montagne, là è l’Italia. E busso ai monti, come a una parete”. Ma rimane angosciosa in lui una domanda: «A chi appartengo? Quando la notte sogno, mi accorgo al destarmi di aver parlato in sogno in italiano. Ma se poi scrivo, penso parole tedesche.». Amore, rammarico, a volte odio per il paese natio, comunque una ferita che oggi, con queste celebrazioni dell’anniversario, vorremmo fosse rimarginata.

F OCUS I PROSSIMI APPUNTAMENTI 19/02/2016 - 21:00 Teatro Shalom ORCHESTRA SINFONICA DI SANREMO Giancarlo De Lorenzo, direttore Maddalena Giacopuzzi, pianoforte (Premio “A. Speranza” 2015 di Taranto) Musiche di BACH, BUSONI 10/03/2016 - 21:00 Teatro Shalom VLADIMIR ASHKENAZY, pianoforte VOVKA ASHKENAZY, pianoforte Musiche di RAVEL, GLINKA, BUSONI, RACHMANINOV


EMPORIUMPERSONE e FATTI

Carnevale I

di Ro berto “Do c” Taviani

ogni scherzo vale!

primi miei ricordi vanno lontano. Alle Elementari nel dopo guerra. Qualche coriandolo, anche stelle filanti o... festoni ritagliati dalla carta di giornale. Stelline, cappelli a cono multicolori fatti con pezzi di cartone trovati qua e là… Fatine e Cavalieri. Festina nella sala del “Teatrino” dalle Giuseppine… Poi… arriva Viareggio. Perché allora Carnevale era Viareggio …e basta. Me lo ricordo bambino nei viali a mare, semplice, festoso, spontaneo, senza tecnologie. Qualche transenna, quegli alto parlanti che sembravano tromboni. Canzoni, ritornelli, sempre quelli… Ricordi sfumati. ” Viareggio. bella fata. Ti saluta carnevale…” Colori, carri semplici, di carta pesta davvero, di giornale gesso e colla di farina, trainati da buoi. Gruppi di giovani che ballano… Allegria. Voglia di vivere. E’ di quegli anni “La libecciata” la celebre Banda e la sua “Majorette”. Il pezzo forte, una ragazza belloccia, in carne, che ballava in costume multicolore. I coriandoli sommergevano il manto stradale, ragnatele di stelle filanti, manganelli di cartone. Trombette. Un bocìo da non si dire Due tre ore di spensieratezza, con gli occhi sgranati. Poi in automobile con babbo e mamma, e si tornava a casa contenti. Anche allora qualcosa di negativo. I “borsaioli”. Una volta a mamma

una mano lesta portò via tutto quello che aveva nella borsetta. Poche cose, ma una cosa che ci teneva tanto. Una “lettera” della Sua mamma, non so bene con quali consigli alla quale teneva tanto tanto. Quella sera si tornò a casa più tristi. Passa il tempo, gli anni, mi ritrovo adolescente nel giro d’Empoli. Il banchino di una donnina anziana, male in arnese, con quattro cianfrusaglie carnevalesche. Lo teneva poco prima del bar Excelsior. I coriandoli te li dava misurandoli con un bicchiere, come le giuggiole alla fiera. Manganelli di plastica, (chissà, remora di un recente passato!) e noi ragazzi, non avevamo di meglio da fare che manganellare la testa delle ragazzine. Poi arrivarono i “Veglioncini Mascherati”. Organizzati dal Bar Italia, patron Dino Ferretti. Negli anni 50. I primi in Via Salvagnoli, al teatrino della “Filodrammatica”. I costumi li creava Parisia della Casa del Bambino. Ci mascherarono anche mia cugina Sandra ed io. “Romeo e Giulietta”. Ci fecero salire sul palco, Il Presentatore ci aveva detto che dovevamo dire una frase celebre. Intanto io imbranato com’ero, allora si diceva timido, pensavo di restare muto. Comunque i “vecchi” decisero che la battuta mia era:”non c’è paradiso se non c’è Giulietta”.Naturalmente i giorni precedenti la sfilata, in costume, ovunque

andavamo, dovevo provare la “battuta”. Arrivati al giorno il Presentatore ci chiese cosa avevamo preparato da dire ed io: - non c’è… e persi la memoria. Si mise a ridere, non mi fece neanche finire e propose qualcosa di più semplice e spontaneo e venne bene! Ricordo un Romeo imbranatello e timido, sicuramente a bassa voce e con gli occhi nche loro in basso…- Mi vuoi bene Giulietta?-...- Da morire Romeo!- Strappamo l’applauso, ci dettero anche un premio… Che attore sarei stato se continuavo! Poi… si doventa “grandi” il mondo cambia... altri “Carnevali” ci aspettavano…


EMPORIUM_IL GIRO DEL TEMPO • a cura di Luca Nardini Sono nato a Empoli Vecchio all’inizio degli anni Sessanta, proprio in paese. Perché io, credo, sono uno degli ultimi “nati in casa”. Nell’edificio del bar Moreno, di fronte al Circolo di Santa Maria a Ripa, io sono nato proprio lì. Quegli anni li avrebbero chiamati gli anni del boom economico: un mondo in parte di contadini – fra le case c’erano ancora gli orti e qualche campo di grano – questo mondo già sconfitto opponeva una debole resistenza all’industria e ai consumi di massa. I miei contributi a Emporium vogliono ricordare proprio quel periodo, quando le cose stavano cambiando e noi le guardavamo con gli occhi stupiti dell’infanzia. Per questo la rubrica ha per titolo “Il giro del tempo”. lucanardini1962@libero.it Luca Nardini è nato a Empoli, nel 1962. Ha pubblicato La carrozza affogata (2007), A far tempo da (2009), Dolls (2010), Il mio supereroe preferito (2013), Vintage (2014).

La scuola dei pàmpini

C

i accompagnava a scuola la nonna di Massimo, il mio amico e amico di banco. La donnina abitava vicino al giornalaio, il Biondi, che aveva l’edicola a Santa Maria a Ripa e vendeva anche i soldatini e le figurine. Veniva a prenderci in via Ludovico Cardi e poi indietro con noi, a passo svelto, via Lucchese via Livornese fino alla Michelangelo. O meglio, non proprio la scuola-scuola nella piazza, perché in classe quinta ci trasferirono nella piccola sede distaccata, un paio di aule con un giardinetto, cinquanta metri dopo la Casa del Popolo del Partito Comunista. La strada così ce la facevamo in compagnia, la nonna, Massimo io e le cartelle. Poi, una volta usciti, il ritorno. Ora ti ci vuole per lo meno una delega, una carta con tanto di timbro e firma del genitore - e così vengono a ritirarti come un pacco e puoi uscire. Allora non ce n’era bisogno, lei era la nonna punto e basta. In via Lucchese, dalla parte dove buttava il nero la fabbrica di gomma, c’era la tappa obbligatoria al generi alimentari: due fette di pane con la mortadella – chi non se lo ricorda l’odore della mortadella che bussava all’appetito? La merenda la spolveravi nell’intervallo con o senza i pistacchi, con o senza il filo. Mentre scartocciavamo la domanda era “Che c’hai te?” e si dava una sbirciata nel fagotto. Il tempo pieno? Inconcepibile. Se mi avessero detto che dovevo trattenermi a scuola anche nel pomeriggio avrei riso, “A farci che, scusi, a scuola? è uno scherzo vero?”. Ché quelle ore della mattina sono già tante da resistere, e meno male che per un po’ disegni, meno male che la maestra Lavoratorini, come la Ginevrini, come la Mugnaini... – tutte in “ini”, queste signore maestre – meno

male che loro ci hanno sempre dato da costruire qualcosa o da coltivare una piantagione di fagioli nei sottovasi e la mezza patata che metteva le foglie ecc. ché così non si tratta solo di scrivere e fare grammatica e di conto e di recitare perfino le poesie a memoria. Meno male. E poi, la sera, le lezioni ci metti una ventina di minuti e via, la mattina dopo ecco la nonna di Massimo e si ricomincia daccapo. Quando uscivi da scuola dovevi stare attento, perché quella era la statale 67 e non si scherza... ma non c’era come ora l’ingorgo di automobili e le bestemmie di genitori imbufaliti per sostare vicinissimo all’ingresso e far salire il pargolo con un quintale di zaino sulle spalle – e a che serviranno mai tutti quei libri? tutta quella carta che fagocita carta? Non sono più leggeri i fagioli, i chicchi, i batuffoli di cotone bagnato dove spuntavano le tenere radici e i germogli? Mi ricordo che una delle signore maestre in “ini” ci fece realizzare una sorta di barometro con un palloncino, un barattolo di marmellata e una cannuccia per le bibite. Con l’aumentare e il diminuire della pressione atmosferica – quest’ultima parola difficilissima – si alzava o si abbassava anche la cannuccia, sopra e sotto una linea a lapis tracciata all’uopo. Io, ogni giorno, dovevo andare lì dal barattolo e vedere se la cannuccia era sopra o sotto quella riga mediana, prenderne nota su un quaderno, poi leggere la temperatura sul termometro e alla fine disegnare il tempo atmosferico su un tabellone quadrettato, un giorno un quadretto. Disegnavi il sole, le nuvole, la pioggia secondo i casi il tempo variabile con una nuvola e un po’ d’azzurro, e infine la cosa più difficile, disegnare il vento: “Come lo faccio il vento, signora

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maestra?”. “Disegna un albero piegato... che so? O un cappello che vola in aria, Luca”. “Sì, signora maestra, ho capito. Ma il vento, proprio il vento, io come lo faccio?”. Chi lo sa a cosa serviva lasciare traccia delle condizioni meteo della giornata, giornata dopo giornata... ma intanto avevo il compito di impegnarmi in tutte quelle rilevazioni, e il tempo dell’orologio passava che era un piacere, per fortuna. Fioccavano i dettati, i pensierini e addirittura i componimenti. Specialmente dopo le vacanze e le feste di Pasqua e di Natale era indispensabile raccontare alla maestra a che cosa ci eravamo dedicati a casa, nei giorni in cui la scuola non c’era. Dovevamo spifferarle per filo e per segno proprio tutto, anche quello che vedevamo dalla nostra finestra, quanti eravamo in famiglia, il mestiere di babbo, come si chiamava mamma e i nonni, se avevamo un gatto un cane o un pesce rosso, perfino dove passavamo la domenica. Perché la signora maestra era curiosissima, sicuro, e aveva da cacciare il naso in ogni dove - tutto voleva sapere lei, proprio tutto. Si trattava, anche qui, di lasciare tracce evidenti per la memoria. Una volta, sempre una di quelle maestre in “ini”, ci rifilò un componimento che diceva così, di descrivere “Cosa vedi nel tragitto verso casa tua?”. E chiarito che l’argomento era il pezzo di strada da scuola alle case di ognuno di noi o anche all’incontrario – ché infatti i bambini potevano scegliere una delle due possibilità – il Giovannetti saltò di gioia, essendo residente lì dietro l’angolo, a pochi passi, e quindi, in definitiva, sentendosi giustificato per aver pochissimo da scrivere. Ma io no, io camminavo per mezzo chilometro

A far tempo da Luca Nardini, A far tempo da (2009) “Io sono cresciuto ‘di’ queste storie. Sono fatto di loro e a loro appartengo”.

Il libro, esaurito, avrà presto una nuova edizione.

o forse di più. E allora ebbi un’intuizione notevole e invece di compitare per filo e per segno quello che incontravo lungo la via, alla fine me la sfangai inventando. Descrissi i pàmpini delle viti nell’orto dei frati francescani del convento di Santa Maria a Ripa, sulla strada del ritorno. Colore su colore, sfumatura su sfumatura, con dovizia di particolari. E la mia maestra fu talmente felice che presi un voto altissimo. Ma il giorno dopo mi accorsi con rammarico che era gennaio inoltrato, e sulle viti, come contorti scheletri neri, di pàmpini non ce n’era rimasto neanche uno. A proposito, io le foglie delle viti le avevo chiamati “pàmpani”, come si dice qui da noi. E comunque di pàmpini o pàmpani nemmeno l’ombra. Però la scrittura aveva funzionato lo stesso – e se lo foglie non c’erano, le mie parole le fecero crescere. La signora maestra, grazie a dio, non se ne avvide mai. Forse è proprio da allora che acquisii una familiarità senz’altro disinvolta con le parole scritte. Per un insperabile fraintendimento o per un fuori tema calcolato? Non lo so. Rimane che il mio destino era quello di scrivere. Non con i corsi di scrittura creativa con tanto di attestati e bollino blu. Piuttosto con la scuola dei pàmpini (o pàmpani?).


EMPORIUM_persone e luoghi

Augh! Carnevale...

...Poi, finalmente, cominciai a preparare le mie maschere da solo.

di Luca Nardini

S

e uno ripensa ai carnevali e ai costumi che ha indossato è un po’ come se si mettesse a nudo, perché è proprio nel camuffamento che si rivela la vera identità: dimmi come ti mascheri e ti dirò chi sei. Chi sei e chi vorresti essere, proprio perché vorresti essere quella maschera con cui ti copri e ti nascondi. Io, da bambino, come altri milioni di bambini volevo essere un indiano. Un indiano d’America, s’intende! Della tribù dei Sioux, degli Apache o dei Cheyenne... mi bastava che avessero le penne. Ho una fotografia ormai vecchia, in bianco e nero – allora ci portavano al concorso di carnevale al Cinema Teatro Excelsior – e il flash del fotografo mi ha raggelato lì, sul palco. Come succede a quelle lepri che s’investono con i fanali dell’auto, di notte: rimangono immobili e disperate, sembrano quasi offrirsi in sacrificio. No, dei selvaggi indiani d’America, nonostante l’ascia e la corona di penne che mi premeva sugli orecchi a sventola, in quella mia posa non c’è proprio nulla. Il bambino sembra invece gridare “aiutoooo, aiutooo... portatemi via di qua!”. Insomma, al concorso di carnevale io non avevo nessuna speranza di vittoria, e mi sa che volevo essere un indiano proprio per questo. Le cose non migliorarono nemmeno anni dopo: sempre all’Excelsior, ancora là sul palco, stessa espressione spaesata, stesso sconcerto, quasi il terrore. Questa volta però ero un principe, il principe azzurro, il cappellino come una bustina sìmil-militare con la penna – questa delle piume era una costante – il mantello, la calzamaglia e la spada a cui mi tengo aggrappato. No, indiano o principe, il mio carattere di

bambino poco incline alla spettacolarità degli eventi emerge in tutta la sua evidenza, inesorabile. E allora “aiuto, aiutooo, portatami via, portatemi via di qua!”. Non lo so chi partorì per ben due volte la brillante idea di farmi sfilare su un palco in mezzo ai flash... Perché io mi sarei accontentato semplicemente di mascherarmi, punto e basta. Ma si sa, i genitori o chi ne fa le veci, loro sono sempre pronti a esporre al successo i propri figli - angeli, indiani o principi che siano. Per me furono invece due esperienze traumatiche, di quelle che rischiano di lasciare un segno. Poi, finalmente, cominciai a preparare le mie maschere da solo. In quinta elementare ero qualcosa a metà tra un moschettiere e uno Zorro con i baffetti disegnati a pennarello, anche se per indovinarlo ci voleva molta fantasia; in terza liceo mi vestii da donna – mi ricordo che avevo utilizzato due palline da tennis nel reggiseno, i collant, i capelli lunghi aggiustati con la lacca. Mi guardavo allo specchio e con gli occhi bistrati e il fondotinta la mia figura da puttanella la facevo, eh già. Anche se poi, quel tipo dal finestrino dell’autobus, mi urlò di depilarmi almeno le gambe, tanto per entrare meglio nel personaggio. Un anno mi sono vestito anche da vomito, facevo la quarta liceo e il motivo era quello di una rivolta che non credeva più alla rivoluzione, già fallita in partenza. Com’era la maschera da vomito? Molto semplice: eskimo verde e faccia imbrattata di giallo con sbrodolature rosse, anche qui ci voleva molta molta immaginazione. Una mia amica, nello stesso carnevale, si era vestita da Ape Maia, un’altra da dama di corte, costumi entrambi bellissimi e tuttavia senz’altro innocui, “viva viva l’Ape Maia!”. Le ragazze più intelligenti erano invece maschere tristi, come il pagliaccio con una grande bocca e i capelli-spaghetti rossi, di lana; erano un pierrot nero e una lacrima argento sulla guancia... Ovviamente per le strade si faceva un casino infernale: si tirava ogni cosa, dai coriandoli alle stelle filanti, la farina, la schiuma da barba, si tiravano le manganellate di plastica... i più matti avrebbero tirato volentieri le pietre. Non me li ricordo come tempi particolarmente felici quelli, ma forse, non so come dire, ora mi appaiono come anni con meno stupidità gratuita, anche se questa è la solita solfa dei vecchi. Insomma, mi piacerebbe scrivere di carnevali dove l’uomo si svaga e impazza, dove il mondo si rovescia e tutti possiamo essere, almeno per un giorno, liberi o re, secondo i casi. E invece no, a ben vedere, dalla prima fotografia

di quel bimbo sul palco il destino è compiuto, per me non è cambiato quasi nulla. Gli occhi sono sempre spalancati di una malinconica meraviglia e ti guardano, un po’ come quelli di un animale ferito, offeso dall’esposizione in pubblico come se fosse una merce in vetrina. Certo, quel bambino soltanto apparentemente è in abbandono: che sia un’ascia di gommapiuma, uno spadone o il vomito... lui in qualche modo cerca di difendersi. E tuttavia c’è una pena sottile, un qualcosa di non detto, una festa già consumata. E’ lo sguardo dello spazzino – anzi no, pardon, dell’operatore ecologico – che il giorno dopo ha da ripulire tutt’intorno, e che non si nasconde che qualcuno che dovrà lavorare il triplo o il quadruplo per l’allegria e lo spettacolo degli altri, alla fine ci vuole sempre. Ecco, invece io vorrei che una volta tanto, carnevale, fosse davvero la festa per questi bambini qui, quelli più inconsolabili. E per tutti gli indiani… d’America s’intende! Augh!

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uando la SCARDIGLI AUTO, specializzata in vendita e riparazione Jaguar, Mini e Bmw, nel 2011, cessò l’attività, Francesco, che vi lavorava come capo officina non ebbe dubbi. Insieme alla compagna Barbara decise di mettere a frutto gli oltre 30 anni di esperienza acquisita ed aprì la SERVICE CAR, investendo tutto quello che aveva sia in macchinari all’avanguardia che in personale specializzato. E il tempo gli ha dato ragione: la decisione si è rivelata quella giusta. La SERVICE CAR infatti non solo ha portato avanti il lavoro della azienda che l’ha preceduta, ma ha ampliato in maniera considerevole i servizi offerti alla propria clientela, diventando un punto di riferimento multimarca. Francesco, Barbara insieme a Darco e Sergio, sono in grado di soddisfare ogni richiesta per la manutenzione della vostra auto, offrendo una vasta gamma di servizi qualificati.

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8 | EMPORIUMfebbraio2016


a cura di Pao lo Pianigiani

fo to di Alena Fialova’

La nostra “Maddalena” I

in prossima trasferta fiorentina

n origine la nostra Maddalena, stava di casa a Vinci, nella chiesa di Santa Croce. E’ una scultura in legno, intagliata molto probabilmente da un monaco, Don Romualdo da Candeli e dipinta dall’ultimo esponente della bottega fiorentina dei Bicci, Neri (Firenze 1419-1492). Ce ne parlò nel febbraio dello scorso anno Bruno Santi, nell’ambito delle conferenze organizzate dall’Ufficio Cultura del Comune. L’anno riportato sulla sua base è il 1455, quando una, per altro sconosciutissima Monna Nana di Michele, la fece fare. Pochi anni dopo, nel 1463 fu trasferita in Collegiata, qui a Empoli e iniziò

a vagare fra i vari altari che l’ospitarono: quello di suo proprio di santa Maria Maddalena, in quello di Santa Lucia e in quello di San Lorenzo. Per poi approdare nel museo parrocchiale, dove una volta faceva coppia fissa con la scultura di Francesco di Valdambrino, il bel San Lorenzo o Santo Stefano che dir si voglia. Non è per nulla bella, secondo i canoni condivisi dai più. Ma rappresenta la Santa appena uscita da una penitenza nel deserto, fatta di sofferenze e patimenti. Così doveva essere. Secondo alcuni critici d’arte questa scultura deriva dalla Maddalena di Donatello, uno dei tesori del museo dell’Opera di Firenze. Una copia di bottega, quindi, senza paragoni per l’abisso che separa le sue sculture, ma utile se non altro per dire che il grande Maestro aveva finito il suo capolavoro prima della data riportata sulla base della nostra scultura di legno dipinto. Il Paolucci, nella suo libro sul Museo della Collegiata (1985), riporta l’ipotesi che ci sia stato un prototipo dal quale le due maddalene potrebbero esser discese, un’opera di Brunelleschi fatta per la chiesa di Santo Spirito a Firenze e perduta in un incendio. Sia andata come sia andata, il prossimo 21 di Marzo la Maddalena empolese si trasferirà agli Uffizi, per partecipare, insieme ad altre 50 sculture lignee del ‘400, alla prima mostra della nuova gestione “tedesca”, quella di Eike Schmidt: “Fece di scoltura di legname e colorì”. La scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze a cura di Alfredo Bellandi Uffizi, 21 marzo – 28 agosto 2016

Don Romualdo e Neri di Bicci, Maddalena, legno dipinto, Empoli, Museo della Collegiata di Sant’Andrea

Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, Maddalena, legno dipinto, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo

EMPORIUMPersone e fatti

è successo a gennaio

EMPOLI, valigia incustodita fa scattare l’allarme bomba alla stazione ferroviaria. La valigia era di proprietà di una donna senegalese che, salita sul treno a Siena, era scesa a Poggibonsi per timbrare ma non aveva fatto in tempo a risalire. Cerreto Guidi Progetto “Lavoro sicuro”: rilevate molte irregolarita nelle ditte cinesi. il 64% di quelle controllate non sono in regola FUCECCHIO Trasferiti in strutture idonee gli animali della fattoria del degrado. L’Edificio era stato trovato in pessime condizioni, con rifiuti abbandonati da smaltire ovunque e presidiato da una persona in assoluto bisogno di assistenza. L’allarme era scattato a seguito della segnalazione di cittadini. FUCECCHIO Non ce l’ha fatta l’uomo di 58 anni originario di Massa ricoverato a Pisa dopo aver contratto una infezione da meningococco di tipo C. Si tratta del primo decesso del 2016 a causa della meningite in Toscana, l’ottavo da inizio 2015 e il quarto nell’Empolese Valdelsa. EMPOLI Arrestati i 40enni che a dicembre avevano derubato un negozio di fiori. Dalla rapina i due avevano ricavato 350 euro e altri effetti personali. I due, operai senza un lavoro fisso, avevano numerosi precedenti per reati contro il patrimonio. EMPOLI Denunciato un giovane spacciatore di cocaina sorpreso dai carabinieri al Parco Mariambini di Empoli. I militari hanno denunciato in stato di libertà un 24enne senza fissa dimora, originario del Marocco. FUCECCHIO Quattro studentesse dell’istituto superiore ‘Checchi’ sono rimaste bloccate in ascensore all’interno di un plesso scolastico. Per liberare le ragazze impaurite sono intervenuti i vigili del fuoco di Petrazzi. EMPOLI Due donne anziane derubate da un falso meccanico che si è offerto di aiutarle. È successo vicino al cimitero di Santa Maria in via Lucchese. Le signore si sarebbero fermate con la loro macchina per una gomma a terra. L’uomo si è fermato proponendosi di aiutarle dicendo di essere un meccanico. Poco dopo però si è allontanato. Le signore a quel punto, si sono accorte dell’assenza delle loro borse. Indagano i carabinieri ed è probabile che lo pneumatico fosse stato rotto di proposito per mettere in atto la truffa. continua EMPORIUMfebbraio2016 | 9


segue CERTALDO Arrivata la conferma dall’autopsia: a sparare il colpo che ha ucciso il cacciatore a Tavolese durante una seduta di caccia è stato l’amico 70 enne. EMPOLI Ponte a Elsa è morto il parroco Don Lido Freschi all’età di 80 anni il parroco di Ponte a Elsa. Ha svolto il suo ministero in varie parrocchie per poi arrivare nel gennaio del 1982 a Ponte a Elsa. CASTELFIORENTINO Poche decine di euro il bottino del furto al distributore di Petrazzi. I ladri hanno forzato la porta d’ingresso e sono entrati nei locali per poi fuggire in jeep. Portate via biciclette per 40mila euro. Scatta la denuncia ai carabinieri Cerreto Guidi a Stabbia sono state rubate biciclette per un valore di quasi 40 mila euro. I malviventi hanno forzato il magazzino e hanno rubato biciclette e ruote di ricambio. FUCECCHIO Si sono succeduti due incidenti nell’arco di una mattinata. Per fortuna senza feriti. Il primo nel parcheggio della Coop di via di Fucecchiello, dove un’auto, ha urtato un altro mezzo di passaggio in modo molto violento. Mentre ci sono stati molti danni ma nessun ferito a Ponte a Cappiano dove un ciclista è stato tamponato da un’auto ed è caduto a terra. Non c’e stato comunque bisogno dell’intervento dell’ambulanza.

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CARNEVALE 2016

Eventi in centro

I

l carnevale quest’anno in Empoli è all’insegna del ghiaccio! Proprio così, scherzi, coriandoli e mascherine in piazza della Vittoria si rincorrono ai bordi della bella pista di pattinaggio installata per il periodo natalizio. Tra le dodici casette degli artigiani, i bambini trovano anche il

un po’ di storia...

il veglioncino mascherato

L

cinema 6d, il Brucomela, la pesca fortunata e il jumping. Il villaggio di carnevale è aperto tutti i giorni dalle 16 alle 22, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 24. Tutte le domeniche c’è la festa in maschera per festeggiare il carnevale anche con le mascotte dei cartoni animati più celebri. Inoltre per tutte le domeniche di carnevale e il martedì grasso (9 febbraio) è attivo un trenino pa-

CARNIVAL

a nascita del Veglioncino Mascherato risale al 1952: una sfilata per la maschera migliore divisa per le categorie di età. La storia racconta come questa speciale manifestazione veniva preparata con cura dagli organizzatori fin dai tre mesi precedenti e come la città abbia sempre amato l’atmosfera davvero unica di questa sfilata; in molti si soffermavano davanti alla vetrina del Bar Italia per ammirare le fotografie dei piccoli in maschera e anche sulle pagine della Cronaca di Empoli de La Nazione grande attenzione veniva dedicata al Veglioncino Mascherato con fotografie e articoli. Il cuore più antico degli empolesi ricorda con affetto quello che per la città non era soltanto un pomeriggio di festa, ma un vero evento che fin dai giorni dopo Natale coinvolgeva tante persone nella scelta delle maschere e nella cucitura dei costumi. Negli anni ‘60 il Veglioncino era un vero e proprio festival con i primi classificati che si guadagnavano l’accesso alle fasi regionali che si svolgevano presso il locale Le Panieraie di Montecatini Terme, ove si radunavano le migliori mascherine della regione. La festa aveva sponsor importanti, nella giuria figuravano i bei nomi della cultura empolese e furono chiamati a presentare la serata anche nomi di calibro nazionale come Cino Tortorella, in arte Mago Zurlì.

10 | EMPORIUMfebbraio2016

noramico che partendo da Piazza della Vittoria si snoderà per le strade del centro e farà un percorso fino a Piazza Farinata degli Uberti al costo simbolico di 1 euro, dove si troveranno la baby dance con mascotte e un’area Truccabimbi. Per i più golosi dolcezze e profumi preziosi alla fiera del cioccolato Chocomoment per scoprire e degustare il meglio di questo prodotto unico.

Il carnevale delle Due Rive

A

nche quest’anno Il Carnevale delle due Rive (il carnevale di Spicchio e Sovigliana) promette di stupire grandi e piccini con i suoi carri che sfilano sul Viale P. Togliatti. Questo è un Carnevale con un’importante tradizione che va avanti dal 1993 grazie al prezioso lavoro volontario di molti Soci del Comitato Carnevale delle Due Rive che tra fabbri ed elettricisti, pittori e falegnami con amore e tanta fantasia partecipano alla costruzione dei carri che ogni anno sono più belli ed apprezzati. I corsi mascherati del carnevale di Spicchio e Sovigliana si svolgono tutte le domeniche di carnevale e in occasione dell’ultima domenica, la sfilata di svolgerà in notturna, per poi recarsi sulle rive dell’Arno per il tradizionale falò del Re Carnevale e un splendido spettacolo pirotecnico. Di contorno alla manifestazione si tiene un mercato di prodotti tipici agroalimentari e di artigianato, organizzato e coordinato dall’Associazione Culturale TerreFelix di Vinci. L’appuntamento è nelle domeniche 7 e 14 febbraio alle ore 14.00 e inoltre l’ultima domenica alle 18.30 falò e spettacolo pirotecnico dal ponte De Gasperi.

Ricetta

I

I cenci fritti

l Carnevale è la festa più golosa e frizzante dell’anno maschere, scherzi, abiti multicolore e tanti tanti dolci e dolcetti: frappe e graffe, castagnole e frittelle, ravioli dolci e arancini di carnevale!! Ma la tradizione ci dice chiacchiere e dalle nostre parti... Cenci: friabili, croccanti, fini fini, profumati e coperti di zucchero. Irresistibili. I più buoni sono sempre quelli della nonna, ma se qualcuno volesse mettersi alla prova ecco la famosa ricetta: Ingredienti per 4 golosi: Farina 00 300 g Uova 2 Olio EV di Oliva, 2 cucchiai Zucchero, 100 g Vin Santo, 2 cucchiai Scorza grattugiata di 1 limone, Sale 1 pizzico, Olio di semi per friggere q.b., Zucchero a velo per cospargere q.b. Mani in pasta e cottura: Dopo aver versato la farina sulla spianatoia, creare la fontana e mettere nel buchetto alla sommità: zucchero, uova, scorza grattugiata di limone, due cucchiai di olio, Vin Santo e un pizzico di sale. Amalgamare bene gli ingredienti. Impastare per circa dieci di minuti arrivando a formare un impasto omogeneo ed elastico. Lasciar riposare l’impasto nella sua forma a palla per 30 minuti. Infine stendere la pasta o con l’apposita macchina stendipasta oppure con il tradizionale mattarello fino a raggiungere lo spessore di circa 2 mm. La sfoglia così ottenuta andrà tagliata con la rotella zig zag o liscia, dando la forma che più piace scegliendo tra i rombi oppure le strisce lunghe. Friggere il tutto in abbondante olio caldo per pochi minuti giusto per il tempo in cui diventeranno gonfi e dorati. Scolare e cospargere di zucchero a velo.


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tradizione, eventi, curiosità e... un pizzico di dolce!

Gianni Rodari e il carnevale

CARNIVAL

Due belle filastrocche, due fotografie di un momento speciale dell’anno visto con gli occhi disincantati dei più piccini e scritte in rima baciata dal celebre scrittore per ragazzi (e non solo) capace di interpretare il meraviglioso mondo della fantasia nascosto in ogni bambino dandogli vita con parole semplici, ma sempre di grande effetto. Signore e Signori, ecco a voi... Gianni Rodari!

I CORIANDOLI

CARNEVALE FAI DA TE

la natura insegna

Viva i coriandoli di Carnevale, bombe di carta che non fan male! Van per le strade in gaia compagnia i guerrieri dell’allegria: si sparano in faccia risate scacciapensieri, si fanno prigionieri con le stelle filanti colorate. Non servono infermieri perchè i feriti guariscono con una caramella. Guida l’assalto, a passo di tarantella, il generale in capo Pulcinella. Cessata la battaglia, tutti a nanna. Sul guanciale spicca come una medaglia un coriandolo di Carnevale.

Per realizzare questi travestimenti sarà sufficiente munirsi di pochi materiali facilmente reperibili in casa e raccogliere quelle belle e grandi foglie che in questo periodo ancora si trovano in abbondanza sotto gli alberi più imponenti, scegliendo sicuramente le più integre e colorate. LA FATA DEI BOSCHI Caratteristica più importante saranno le ali e la coroncina in testa. La fatina, sempre un po’ freddolosa visto il pungente inverno, come abito potrà indossare una giaccavento quotidiana. La scelta dei colori del cartoncino può orientarsi in base all’abbigliamento che la bambina già possiede. Per la coroncina sarà sufficiente ritagliare un rettangolo di cartoncino colorato alto 2-3 cm e lungo quanto la circonferenza della testa del nostra bimba. Successivamente cominciando dal centro si applicheranno, con colla vinilica, le foglie alternando quelle grandi alle più piccole simulando l’andamento della corona. Se gradito si possono aggiungere altri piccoli ritagli di cartoncino colorato, come fossero gemme preziose. Infine quando la colla sarà asciugata si chiuderà in tondo con due punti metallici. Per le ali si taglierà una sagoma sempre con cartoncino colorato intonato. Si realizzeranno per ogni ala due piccoli tagli allineati in verticale dove far passare il nastro delle bretelle che serviranno per indossare le ali stesse. Fatto passare il nastro si girerà la sagoma dalla parte frontale; si incolleranno le foglie, partendo dal basso su su fino alla cima. Quando le foglie saranno ben fisse sul cartoncino si potranno indossare le ali, chiudendo con un nodo le bretelle a misura della nostra fatina. IL GUFO Per questo “costume dalla natura” si possono seguire le indicazioni delle ali date per la fatina. La maschera andrà indossata come copricapo; ecco qualche consiglio: ritagliare un rettangolo dal cartoncino colorato con un altezza di circa 4-5 cm e lungo quanto la circonferenza della testa del bimbo. Incollare, sempre con la colla vinilica, prima le foglie al centro sovrapponendole a scaletta; poi proseguire, come un ventaglio, con quelle laterali. Applicare sulle foglie così disposte, gli occhi ed il becco ricavati da cartoncino giallo e nero, ma se preferite si possono usare anche il viola e l’arancione! Una volta che la composizione sarà salda sul cartoncino si potrà fissare in tondo, con la pinzatrice, il gufesco travestimento!

CARNEVALE

Carnevale in filastrocca, con la maschera sulla bocca, con la maschera sugli occhi, con le toppe sui ginocchi: sono le toppe d’Arlecchino, vestito di carta, poverino. Pulcinella è grosso e bianco, e Pierrot fa il saltimbanco. Pantalon dei Bisognosi “Colombina,” dice, “mi sposi?” Gianduia lecca un cioccolatino e non ne da niente a Meneghino, mentre Gioppino col suo randello mena botte a Stenterello. Per fortuna il dottor Balanzone gli fa una bella medicazione, poi lo consola: “È Carnevale, e ogni scherzo per oggi vale.”

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CARNIVAL

Troppe caramelle...

e la nostra pedagogista ti spiegherà il suo mondo.

regole per una buona alimentazione

Evitare l’eccessivo consumo di merendine, caramelle, dolciumi il mio consiglio è quello di evitare di proibire categoricamente caramelle e dolciumi in quanto ne aumenterebbe il desiderio ma giocare educando il bambino ad una sana alimentazione in modo che sia lui o lei a rifiutarne l’eccessivo consumo. Permettete al bambino di aiutarvi nella preparazione di ricette aumenta la sua autostima e lo avvicina alla conoscenza degli alimenti.

espertorisponde@kinderzone.it

Usare cibi sani in cucina, spiegate la provenienza degli alimenti. Costruire dei fumetti per spiegare il percorso fatto da una carota prima di arrivare nel suo piatto o il percorso fatto dal latte che lui beve può essere utile e divertente inventate fiabe che abbiano come protagonista alimenti sani come frutta e verdura aiuta ad apprezzare tali alimenti che spesso vengono rifiutati dai bambini. Evitare pietanze troppo elaborate, la semplicità premia anche in cucina,

Decorare con gli stickers

I colori che vanno di moda in questo momento sono sicuramente molto belli e caldi, le tonalità naturali e soft trasmettono calore e di sicuro si adattano bene a qualsiasi ambiente ma bambini e ragazzi hanno bisogno anche di colori vivi e soprattutto di disegni per alimentare fantasia e creatività trasformando una stanza nella loro camera, dobbiamo permettergli di personalizzarla a piacere. Dipingere le pareti con colori decisi non è una scelta facile da prendere, molto più semplice decorare con stickers adesivi, vanno benissimo anche sulle ante e i fianchi degli armadi, gli schienali dei ponti e le testate dei letti.

quando è possibile permettere al bambino assaporare un cibo alla volta per comprenderne il vero gusto. Spegnere la televisione durante i pasti favorisce il dialogo in famiglia e l’attenzione sulle pietanze che mangiamo, spesso i bambini rimangono a bocca aperta a guardare la tv, sono distratti e non assaporano ciò che mangiano. dott.ssa Monica Balli pedagogista monicaballi@hotmail.com

Coach dell’arredamen to Gianna Negrotti 333780 4536 gianna@domo25.co m Intrattenimento Enrica Pucci Tel. 05716 33978 info@parcotreporce llini.it Nutrizionista dott. Alessandro Zapp alà tel.: 0571 527116 dott.azappala@libero .it associazione Gir otondo Francesca MazzolinI cell.: 333 6805772 girotondo@babysitter empoli.it

www.tumidei.it/reserved/decorazioni.pdf carta da parati e stickers personalizzati Esistono vari soggetti pronti all’uso, li puoi trovare nei fai da te oppure cercando in rete tra i vari temi disponibili, scegline uno e usalo come filo conduttore per creare una storia, una o due immagini grandi in primo piano e altre più piccole a fare da contorno, quantità e dimensioni variano a seconda dello spazio che hai a disposizione. www.leostickers.com: stickers a tema Se preferisci un soggetto o una immagine specifica ci sono dei siti specializzati che ti fanno una bozza prima di realizzare e spedire ma se desideri un soggetto originale e personalizzato il tuo designer d’interni di fiducia saprà sicuramente consigliarti. www.stickermule.com - www.evergreenorange.com: stickers personalizzati Altro must le citazioni e gli aforismi, tutto quello che ti passa per la testa lo puoi leggere sulla parete della tua camera preferita. www.decoramo.it: aforismi citazioni e scritte adesive www.decalfont.com: scritte prespaziate personalizzate Attaccali provvisoriamente con del nastro adesivo di carta per studiare la disposizione definitiva, una volta sicuri della posizione si applicano partendo da un lato staccando la carta di protezione poco per volta e si fanno aderire con una spatolina in plastica per eliminare le eventuali bolle d’aria. Quando non ti piacciono più li puoi togliere facilmente scaldandoli con un phon. Andrea Fedrigo - Coach dell’arredamento andrea@domo25.com

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Le Curiosità di Emporina:

Carnevale!

Il carnevale è un esultanza di allegria e colori. è una festa dove grandi e piccini si divertono con coriandoli, stelle filanti, maschere e parrucche. adesso voglio raccontarvi alcune curiosità sul coriandolo Il coriandolo è una pianta che prende il suo nome dal greco ‘koris’ cioè ‘cimice’. Questo perchè la pianta fresca ha un odore molto sgradevole, simile a quello delle cimici verdi. Nel 1500 venivano presi i semi di questa pianta, tuffati nel gesso o nello zucchero e poi lasciati seccare per fargli assomigliare a dei confetti variopinti e lanciarli, a sua volta, dall’alto dei carri mascherati o dai balconi e finestre. I primi coriandoli di carta furono, forse, inventati da un ingegnere milanese ed ebbero subito un grande successo in quanto poco costosi e facili da realizzare. Ho detto ‘forse’ perche anche un altro ingegnere rivendica l’invenzione del coriandolo. Dichiarando di aver ritagliato piccoli pezzettini di carta colorata e di averli lanciati per festeggiare carnevale con amici. Insomma, chunque sia stato l’inventore dei coriandoli, dobbiam dire che ha avuto un ‘idea meravigliosa perchè quei piccoli dischetti colorati ci regalano ogni volta tanta allegria e felicità!

BARZELLETTE di febbraio che cosa dice una mucca lentissima quando qualcuno la chiama? un attimuuuuuu!

CARNIVAL

come si può illuminare una biblioteca con poca spesa? usando le pile... dei libri!! Perchè i carabinieri si lavano i denti di nascosto? Perchè usano la pasta del capitano! Dottore ogni volta ceh bevo il caffè mi fa malissimo quest’occhio... ‘ha provato a togliere il cucchiaino? ‘il mio povero marito alla sua età si mangiava ancora le unghie!’ ‘... anche il mio, ma poi come l’ho fatto smettere di colpo!’ ‘e come hai fatto?’ ‘gli ho nascosto la dentiera!’ dottore negli ultimi mesi sono ingrassata 70 kg! non si preoccupi: apra la bocca e dica... muuuuuuhh

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EMPORIUMfebbraio2016 | 13


EMPORIUM_fare impresa • Picco le e grandi imprese del territorio

Storia di un prete Renzo Fanfani, fabbro di mestiere, prete per vocazione. a cura di Pao lo P ianigiani, Fo to Alena Fialo va’

é

rimasto uguale, nei modi e nei pensieri. Immutabile come le poche certezze che rendono questo mondo migliore. Non lo vedevo da anni, anche se la sua presenza qui da noi è rimasta nell’aria, per le cose che ha fatto, che ha detto. Per il bene che ha lasciato. Renzo Fanfani, fabbro di mestiere, prete per vocazione. Era al suo posto di operaio di vetreria, alla Savia, cooperativa storica empolese. Io ero lì per lavorare, un lavoro estivo da studente quel poco in cerca di contatto con il mondo del lavoro. Qui non si bestemmia, mi dissero i compagni… quello lì è un prete. Un omone con tanto di cappellino, che maneggiava i calici di cristallo come fossero farfalle. Un sorriso in mezzo al calore insopportabile dell’estate e dei forni. Ma ti ricordi? Si ricorda tutto, anche quello che a me ora sfugge. Il nome del capo piazza, per esempio. Napoleone, il maestro soffiatore. Le domande sono tante e lui ha voglia di raccontare. Il fuoco nell’enorme camino ferma il tempo e il sigaro si agita nell’aria. L’avventura comincia. Da dove vieni e chi furono i tuoi maggiori… Sono un ragioniere, vengo da Firenze, da Monticelli. Come le ragazze con le gabbie senza… proprio da lì. Perché ti sei fatto prete. Non lo so. Dovevo fare il soldato, il militare di carriera. Perché? Non lo so. Mio babbo lavorava in Ferrovia, a Porta a Prato, le Officine. Dopo il diploma, lavoro alla Pignone. Impiegato. Non mi piaceva… sentivo che avevo altro da fare. Trovo un manifesto

che invitava alla carriera militare. Lo guardo… militare te? Il sigaro fa un giro in aria… militare io… Due anni all’Accademia di Modena e due anni a Torino. Ed eccomi in Sardegna, fra i Granatieri. Poi alla scuola della Nunziatella, a Roma, a gestire un bel gruppo di soldatini. Intanto la carriera, il grado di capitano in arrivo… La decisione prende forma… all’improvviso. A un ballo d’ufficiali… la ragazza sta sulle sue, invece di concedersi alle coccole… dicon che ti fai prete gli dice in difesa… Ancora no! E giù una bella strizzata…

Il prete operaio diventa un punto di riferimento unico e indimenticabi le, un esempio di come possono funzionare le cose fra le persone di buona volontà Dimissioni militari e seminario, a Firenze. Sente parlare dei preti operai, qualcuno è anche in Italia. Don Carlo, per esempio, a Torino. Viene a Empoli, alla Madonnina del Grappa, da don Nello. Si interessa dei giovani. Va a stare da don Giacomino Stinghi, quello rimasto famoso anche per il presepio animato da personaggi presi dal reale scomodo di allora. Una bella coppia, indubbiamente. Poi la Tinaia, dove don Renzo


Gli esperti consigliano • EMPORIUMBENESSERE

ha modo di dir messa e parlare con la gente; con il cuore della gente. Lascia segni che durano ancora oggi. Poi apre bottega di fabbro. Un mestiere che insegna anche ad altri. Che si avvicinano a lui, attratti come il ferro da una calamita. Stefano Denti è fra i primi. Poi Domenico, che di quel mestiere antico oggi ha fatto la sua professione. La voglia di fare è tanta e ad Avane si apre

una nuova scommessa… Silvano Piovanelli, il vescovo fiorentino lo nomina parroco in quella terra di comunisti, miscredenti e senzadio. Arriva in silenzio e la scelta è quella giusta. Il prete operaio diventa un punto di riferimento unico e indimenticabile, un esempio di come possono funzionare le cose fra le persone di buona volontà e senza pregiudizi… poi il Trentino, la parroc-

chia in val di Non, a Mollaro. E il ritorno, in quel di Limite, con il suo bassotto Leopoldo, i suoi amici, i suoi tre bypass al cuore e il suo sorriso. Quando si incontrano di questi giganti, qui da noi, in un paese di nani, ai poveri cronisti come sono io saltano le grammatiche, le penne non scrivono e gli appunti diventano indecifrabili. Resta l’impressione, fortissima,

di questo uomo forte, sicuro solo dei suoi dubbi, e delle sue scelte. Gli chiedo in chiusura quello che gli han chiesto tutti… dall’Andreino d’oro che han voluto dargli in poi: la politica di ieri e quella di oggi… mi guarda e sorride, parliamo di cose vere, parliamo di Vangelo e di Costituzione. E di come vivere tutti insieme, in pace. Ma perché dev’essere così difficile?

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EMPORIUM _SPORT

testo a cura di M ichela Lanza, fo to Chiara Reggiani

O

cchi che bucano l’obiettivo, voce apparentemente timida, accento argentino e talento da vendere. Sono queste le caratteristiche di Leandro Paredes, giovane centrocampista in forza all’Empoli ma di proprietà della Roma, che ha esordito a soli 17 anni in una delle squadre più blasonate e importanti del mondo, il Boca Juniors. Considerato uno dei tanti eredi di Juan Roman Riquelme, il ventunenne azzurro è approdato alla corte di Giampaolo con l’obiettivo di giocare con continuità per poi tornare alla base, a Roma, per ritagliarsi un ruolo da protagonista nel calcio italiano. Nonostante la sua giovane età, sta dimostrando di avere carattere quanto basta per imporsi e per raggiungere quelli che sono i suoi obiettivi (Nazionale compresa). È innamorato del calcio ed è molto legato agli affetti. Quelli veri, quelli che riscaldano il cuore come la famiglia e in particolar modo la sua piccola Victoria, la bambina che ha avuto due anni fa dalla compagna Camila. Victoria, un nome importante che si è tatuato sulla pelle e che e rispecchia esattamente la sua voglia di affermazione. Il suo desiderio di successo. In questa esclusiva ad Emporium, Paredes racconta un estratto di se stesso, seppur in maniera sfuggente. Perché a lui non piace troppo comunicare con le parole, preferisce farlo con i fatti. Semplicemente, giocando… Paredes, inizio col chiederle se quando è approdato a Empoli, si aspettava di poter essere protagonista di una stagione così bella a livello personale e anche di squadra? «Lo volevo, lo speravo, ma sinceramente non lo pensavo. Però appena sono arrivato, mi sono accorto di essere approdato in una squadra formata da grandissimi uomini e con un staff molto preparato. Quindi tutto è andato bene, almeno fino ad ora. Speriamo di continuare così». Cos’ha di speciale questa piazza? «È tranquilla, è un ambiente dove ti aiutano tanto e ti danno la possibilità di crescere. Queste sono cose che fanno bene a giocatori giovani come me. E i risultati si vedono. Prima di arrivare qui ero a Roma, una realtà completamente diversa. Ma a Empoli, sia io che la mia famiglia ci siamo trovati subito a meraviglia. Siamo felici». A proposito di giovani: lei (21 anni), Zielinski (21 anni), Buchel (24 anni): il centrocampo

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Paredes: io regista

grazie a Giampaolo azzurro è uno dei più giovani d’Italia, ma già decisamente maturo. Qual è il vostro segreto (se ce n’è uno)? «Il nostro segreto sta nella voglia di andare avanti. Sappiamo di essere giovani e che possiamo migliorare e fare bene: con il lavoro stiamo riuscendo nel nostro intento». L’abbiamo vista giocare sia come centrale di centrocampo che come interno, pur nascendo come trequartista. Si può dire che lei è un giocatore eclettico, che può ricoprire e più ruoli. Ma qual è quello dove si sente più a suo agio? «Nel ruolo di regista, quello che ha ‘disegnato’ per me mister Giampaolo, mi sto trovando molto bene. Prima di arrivare ad Empoli non l’avevo mai fatto e mi piace. Anzi, spero di migliorarmi sempre di più. E invece, prima di giocare come centrale di centrocampo, la posizione in campo in cui mi trovavo meglio era quella di trequartista». Merito di Giampaolo, dunque, se lei adesso è un giocatore più duttile di quando è arrivato? «Sì, certo. È lui che mi ha messo in questo ruolo e quindi lo ringrazio perché mi ha dato l’opportunità di impararlo e perché, ripeto, mi piace». Tecnicamente qual è il compagno di squadra che l’ha sorpresa di più? «Saponara mi ha impressionato davvero tanto. Ma anche Zielinski, che ritengo un giocatore completo». Quello con cui invece ha più feeling? «Sinceramente con tutti. Come ho già detto,

quando sono arrivato a Empoli ho trovato un bellissimo gruppo nel quale non ho avuto problemi ad inserirmi. Vado d’accordo con tutti». Corsi ha detto che per lui l’obiettivo della squadra, nonostante i tantissimi punti fatti nel girone d’andata, resta la salvezza. Aggiungendo, però, che il gruppo ha dei sogni che solo voi potete tramutare in realtà…È così? O anche per voi la salvezza resta l’unico obiettivo della squadra? «Il nostro primo obiettivo resta la salvezza. Però è vero che se continuiamo a giocare come stiamo facendo… beh, valuteremo più avanti. Insomma, il presidente ha ragione: stiamo sognando». Cosa pensa dell’addio di Garcia a Roma? Il tecnico francese, stando a quanto dichiarato da lei qualche tempo fa, avrebbe voluto che rimanesse a Roma. «Mi dispiace perché quando ero a Roma mi è stato di grande aiuto. Però è anche vero che era arrivato il momento giusto per fare un cambio, per dare una sterzata all’ambiente». E del ritorno di Spalletti nella Capitale, allenatore molto amato anche a Empoli, cosa ne pensa? «Spalletti è un allenatore che lavora tanto. E penso che la Roma non potrà che beneficiare del suo lavoro. Farà bene in giallorosso». È arrivato a Empoli con la formula del prestito secco. Quindi il suo obiettivo è quello di tornare a Roma maturato?


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Il centrocampista ricorda il suo passato nel Boca «La Bombonera è il top» e pensa al suo futuro «Prima sogno con l’Empoli, poi torno a Roma. E punto alla Nazionale» «Sì, esatto. Sono venuto a Empoli con l’obiettivo di giocare, di fare tante partite, di crescere, di fare bene con questa maglia, per poi tornare a Roma». Facciamo un passo indietro: anche lei, come tanti calciatori, ha iniziato a giocare a pallone per le strade del suo paese? «Sì, ho iniziato proprio così, a giocare un po’ ovunque per le strade del mio paese. Avevo tre anni quando ho iniziato a tirare i primi calci ad un pallone. Poi, quando sono cresciuto, mio padre mi ha portato da tutte le parti per farmi giocare. Non mi ha mai lasciato solo». Lei è nato a San Justo, una città in provincia di Buenos Aires. Ci parla della sua infanzia? «Bella. La ricordo con piacere. Ho sempre avuto intorno a me tanti amici e tanti cugini. E ricordo anche che volevo stare sempre fuori con loro per giocare a calcio. Ci siamo divertiti veramente tanto».

Cosa le manca del suo Paese? «Mi mancano i miei genitori, le mie sorelle maggiori e gli amici. Insomma, gli affetti. Quando stai lontano, è inevitabile sentirne la mancanza». Dalle strade del suo Paese al Boca Juniors, con il quale ha esordito a 17 anni. Immagino sia la sua squadra del cuore? «Sì, sono sempre stato tifoso del Boca Juniors e giocarci è stato per me entusiasmante. La ‘Bombonera’, poi, è un qualcosa di speciale: lo stadio in assoluto più bello nel quale ho giocato». C’è un giocatore al quale si ispira? «Ce ne sono tanti, ma penso che Iniesta sia il centrocampista più forte del momento». È anche il suo idolo calcistico? «No, il mio idolo è sempre stato Riquelme. E poi ho sempre ammirato il talento di Zinedine Zidane». Si sente di assomigliare a qualcuno? «Penso di no».

Fuori dal campo, quali sono i suoi hobby? «Mi piace stare con la famiglia: è il mio hobby preferito». A cosa non rinuncerebbe mai (a parte la famiglia)? «Agli amici. E anche al calcio». Qual è la dote fondamentale che una persona deve avere per esserle amica? «La sincerità». E cos’è che, invece, non sopporta per niente? «La prepotenza e la falsità. Odio le bugie». Ha mai pensato a cosa avrebbe voluto fare se non fosse stato calciatore? «No, sinceramente no. Forse non ho avuto neanche il tempo di pensarci, perché ho sempre desiderato giocare a pallone e ho iniziato giovanissimo. Quindi…». Qual è il suo sogno nel cassetto nella vita e nel calcio? «Nella vita di tutti i giorni, essere un grande padre, un grande figlio, un grande amico. Nel calcio, invece, arrivare il più lontano possibile». Tra quelli che sono i suoi desideri, non mi dica che non trova spazio la Nazionale… «Certo! Vestire la maglia della Nazionale penso sia la cosa più importante per ogni calciatore». Chiudo con una domanda diciamo più intima: ha una compagna (Camila) e una figlia (Victoria). Come si definisce come padre? «Penso di essere un ottimo padre, ma sono gli altri a dover giudicare. Sicuramente sono affettuoso, molto vicino alla mia bambina che è la cosa più bella della mia vita».

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La Uisp di Empoli scende in campo per il Centro Donna

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l Comitato UISP Empolese – Valdelsa chiama a raccolta le proprie società sportive e tutti i soci per lanciare, ancora una volta, un segnale significativo nel nome della solidarietà. L’associazione empolese dello Sport per Tutti di Via XI Febbraio aderisce alla raccolta fondi “Basta 1 Euro”, finalizzata a sostenere il Centro Donna dell’Ospedale “San Giuseppe” di Empoli. La UISP ha messo infatti in moto la propria macchina organizzativa per reperire fondi che saranno destinati all’aggiornamento del macchinario Intrabean, dedicato alla radioterapia intraoperatoria

nel trattamento delle neoplasie mammarie. L’aggiornamento del software ha un costo di 120mila euro e permetterà di ottenere in futuro importanti risultati dal punto di vista terapeutico nella cura del tumore alla mammella. La campagna benefica “Basta 1 Euro” è stata promossa, lo scorso fine novembre, dall’Azienda USL 11 di Empoli in collaborazione con l’associazione ASTRO, organizzazione onlus formata da volontari che, da anni, si occupa di sostegno terapeutico e riabilitativo nei malati oncologici. L’iniziativa, in poco più di un mese, ha raccolto oltre 45mila euro incontrando grande sensibilità da parte di privati cittadini e il favore di numerosi imprenditori e sponsor del nostro circonda-

rio. Adesso anche l’associazionismo sportivo locale, attraverso il Comitato UISP Empolese – Valdelsa, scende in campo per dare un ulteriore impulso a questa importante campagna di sensibilizzazione. Fino al 31 marzo 2016, in tutte le palestre e i palazzetti dove si svolgono abitualmente i corsi UISP di ginnastica, danza e fitness, verranno collocati degli appositi cofanetti nei quali sarà possibile lasciare un’offerta libera per sostenere il progetto “Basta 1 Euro”. Anche la Lega Calcio UISP si attiverà per raccogliere le donazioni in occasione delle gare dei bambini appartenenti alle scuole calcio. Fonte: Comitato Uisp Empoli Valdelsa

A Montelupo è andato in scena il Primo Trofeo Ceramica di ginnastica artistica

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omenica 27 Dicembre al Palazzetto dello Sport di Montelupo Fiorentino, si è svolto il Primo Trofeo Cèramica di Ginnastica Artistica, con il Patrocinio del Comune di Montelupo e della Lega Uisp Le Ginnastiche. La manifestazione ha riscosso molti consensi e un

La Firenze-Empoli partirà dal piazzale Michelangelo

grande successo dal punto di vista organizzativo e di pubblico. Oltre 100 ginnaste provenienti da tutta la Toscana, si sono esibite in tutti gli attrezzi di questa disciplina, dando luogo ad una gara difficile e spettacolare. Questo Trofeo, ideato da Asp Montelupo, precede l’inizio del Campionato 2016 Uisp e quasi sicuramente diventerà un appuntamento fisso nel mese di dicembre. Risultati: PRIMA CATEGORIA JUNIOR: Marta Marinucci PRIMA in classifica generale, corpo libero PRIMA, volteggio SECONDA, trave TERZA, pa-

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plendida novità per la 29^ edizione della Firenze-Empoli, la gara che apre la stagione dilettanti in Toscana, quest’anno riservata ai soli under 23. Il via ufficioso alla corsa organizzata dal gruppo Maltinti Lampadari-Banca di Cambiano in programma sabato 27 febbraio, avverrà dal Piazzale Michelangelo, meravigliosa ed incantevole terrazza sulla città di Firenze, grazie alla collaborazione del Comune con l’assessore allo sport Andrea Vannucci. La corsa non lascerà comunque la Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia da dove per 28 anni ha preso il via. Qui ci sarà il ritrovo ed il pranzo per gli addetti ai lavori, poi tutti al Piazzale dove saranno allestiti alcuni gazebo per la verifica licenze, la firma del foglio di partenza, la presentazione e le foto delle squadre in uno scenario magnifico, in attesa del via ufficioso che rispetto all’orario tradizionale delle 13,15 sarà anticipato di almeno mezzora se non addirittura alle 12,30. Questo perché sabato 27 febbraio è in programma alle ore 18 l’anticipo della partita del campionato di calcio di Serie A tra Empoli e Roma, per cui occorre anticipare la conclusione a Empoli della corsa non più tardi delle ore 16. Il primo tratto della 29^ FirenzeEmpoli sarà turistico ed i corridori dal Piazzale Michelangelo raggiungeranno Porta Romana, Piazza Vettori, via Bronzino, via Baccio da Montelupo con partenza ufficiale subito dopo Ponte a Greve. Una partenza “lussuosa” della gara sul piano dell’immagine e della visibilità, con riprese televisive anche dall’elicottero per questa classica di apertura della stagione ciclistica 2016 in Toscana. Antonio Mannori 18 | EMPORIUMfebbraio2016

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a cura di Filippo Cioni • EMPORIUM_pillole sporTIVE

La Canottieri Limite ha dato il via all’anno

agonistico 2016

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opo l’uscita in barca sull’Arno ed il tradizionale brindisi della mattina, può prendere avvio, grazie al contributo fondamentale degli sponsor Mac Autoadesivi e Banca di Credito Cooperativo di Cambiano,il nuovo anno remiero della Società Canottieri Limite, il numero 155, che ne fa il sodalizio più antico d’Italia nell’ambito di questo sport. Nonostante la corrente del fiume ed un po’ di maltempo, i veterani del club biancoazzurro non hanno rinunciato al rito benaugurante, alla presenza di atleti, ex atleti, di tantissime persone appassionate e delle autorità, a partire dal Sindaco di Capraia e Limite Alessandro Giunti, accompagnato dal vicesindaco Paolo Giuntini. A bordo di una delle imbarcazioni in acqua, invece, hanno sfilato il vicesindaco di Empoli Franco Mori, ex canottiere di successo, e l’assessore allo sport Fabrizio Biuzzi, a dimostrazione della capacità della Canottieri di

attirare attenzioni anche dai comuni limitrofi. A metà mattinata è giunto anche l’ospite d’onore, il Presidente della Federazione Italiana Canottaggio Giuseppe Abbagnale, che in tanti ricordano per le emozioni olimpiche che ha regalato all’Italia assieme al fratello Carmine, conquistando due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles (1984) e Seul (1988) e sette titoli mondiali. A fare da corredo alla festa della società, ci hanno pensato successivamente le Astro Dragon Ladies, le donne operate di tumore al seno che praticano un tipo di canottaggio particolare, con la pagaia, per favorire la riabilitazione e migliorare la funzionalità degli

A Limite si prepara la nuova

Festa dello Sport

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i è tenuta nei giorni scorsi la prima riunione dell’anno in vista della seconda edizione della “Festa dello Sport”, istituita nelle forme attuali nel corso del 2015. L’Amministrazione Comunale, presente con l’intera Giunta al completo, ha accolto nella Biblioteca del palazzo comunale i rappresentanti delle associazioni sportive del territorio di Capraia e Limite e delle comunità limitrofe, ed ha dato inizio ai lavori per l’organizzazione di un evento che, visti i risultati dello scorso anno, ha davanti a sé delle buone premesse. “Vi ringrazio di aver accettato di nuovo il nostro invito e di essere qui per parlare della Festa dello Sport del 2016, che nelle nostre intenzioni dovrà migliorare quella del 2015 e permettere a tutti di vivere un weekend ancora più ricco di appuntamenti adatti a tutte le fasce d’età, per far sì che possa coinvolgere tutto il paese”, ha esordito il Sindaco Alessandro Giunti. Successivamente, il Sindaco ha annunciato ai presenti che le date prescelte sono Sabato 4 e Domenica 5 Giugno 2016, fine settimana in cui sarà possibile organizzare a Limite anche la manifestazione “Pompieropoli”, finalizzata a divulgare nozioni fondamentali di prevenzione contro

gli incendi ed altre forme d’incidente attraverso la possibilità data ai bambini di diventare “pompiere per un giorno” con tanto di elmetto, divisa, simulazioni d’intervento e comportamenti da tenere in caso di pericolo. In base a quanto emerso durante il primo incontro, la giornata di Sabato 4 Giugno dovrebbe essere dedicata a percorsi di trekking e mountain bike nei boschi del Montalbano, ad una corsa podistica e ad un convegno sull’importanza della pratica sportiva nell’età adulta ed anziana. Il giorno successivo, la Domenica, costituirà il fulcro della festa, con esibizioni a ripetizione e possibilità per tutti di provare le discipline praticate dalle associazioni sportive presenti con il proprio stand. La volontà dell’Amministrazione, inoltre, è quella di avere qualche ospite importante che faccia da testimonial per veicolare con maggior efficacia il concetto alla base della kermesse: fare sport per stare meglio e preservare la propria salute. Le associazioni, dopo questo primo incontro, avranno due/tre settimane di tempo per stilare il programma che intendono attuare e presentarsi alla prossima riunione con la scaletta della due giorni. Fonte: Comune di Limite e Capraia

arti superiori. I bambini presenti, grazie al loro travestimento ed ai dolciumi, hanno potuto vivere l’esperienza dell’arrivo della Befana con tanto di sacco e scopa. Al pranzo sociale, a cui hanno preso parte circa duecento persone, sono stati premiati come ogni anno gli atleti che hanno gareggiato nella scorsa stagione ed è stato consegnato il Premio “Carlo Borsini”, assegnato ogni anno all’equipaggio che si è più distinto nell’annata precedente, a Sarah Caverni e Lapo Londi, Campioni d’Europa cat. Junior a Racice (Rep.Ceca). Comune di Capraia e Limite - Ufficio Stampa

Titolo toscano conquistato

dalle giocatrici dell’Empoli Tennis School

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a squadra femminile Under 18 Uisp ha infatti battuto fuori casa il C.T. Pescia nella sfida decisiva. Le ragazze allenate dal maestro Manilo Baggiani si sono imposte 3-0 evidenziando una netta superiorità in ogni incontro. Lucy Liu ha regolato Lavinia Bonini 6/1, poi Allegra Paci ha liquidato Novella Capitanini con lo stesso punteggio. Un po’ più combattuto il doppio nel quale Sofia Bartolini e Marta Razzauti hanno prevalso 6/3 sulla coppia locale Bonini-Capitanini. Buone notizie anche dalla squadra maschile Young Davies Uisp Under 13 approdata in semifinale regionale per il ritiro del Tennis Rufina. Sfortunata, invece, l’Under 14 maschile Open Uisp, che ha ceduto d’un soffio alla Polisportiva 2A di Prato nei quarti di finale. Matteo Mazzanti aveva alimentato le speranze aggiudicandosi il match d’apertura, però il doppio composto da Giovanni Cei e Niccolò Casati si è arreso ai forti rivali. Quindi, nel singolare cruciale per il passaggio del turno, Edoardo Di Comun ha perso al tie break 10/6. I ragazzi empolesi vanno comunque elogiati poiché, per loro scelta, hanno affrontato tutti avversari più grandi di due o tre anni. Fonte: Ufficio Stampa EMPORIUMfebbraio2016 | 19


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EMPORIUM_BENESSERE • a cura della dr.ssa Susanna Agnello

Biologa nutrizionista – Dietista Sp. Scienze della nutrizione umana Master inerente la nutrizione sportiva Master in disturbi psicogeni della nutrizione in età evolutiva agnellosusanna@gmail.com

Allergie e intolleranze

alimentari

QUALI SONO LE DIFFERENZE E QUANDO RICORRERE AI TEST

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llergie ed intolleranze alimentari sono entrambe delle reazioni avverse agli alimenti, ma spesso i due termini vengono confusi ed in realtà queste due condizioni presentano numerose differenze sia per quanto riguarda le cause che il trattamento. Quando si parla di ALLERGIE alimentari si parla di una risposta del nostro sistema immunitario a certe sostanze. La prevalenza, al contrario di quanto si può pensare, è relativamente bassa nella popolazione adulta (circa il 2%), mentre è più frequente in età infantile specialmente in bambini atopici (8%). In caso di contatto con un allergene, la risposta immunitaria è rapida (insorge a partire da pochi minuti, al massimo entro poche ore), acuta, ed è caratterizzata da manifestazioni cliniche insidiose e marcate: si posso presentare sintomi gastrointestinali come gastroenteriti, coliche, diarrea, nausea, vomito, oppure orticaria, eruzioni cutanee ed arrossamenti, asma, rinite e tosse. Gli alimenti principalmente implicati sono sia di origine vegetale che animale, mentre nei bambini l’alimento maggiormente coinvolto è il latte. Negli adulti gli allergeni più frequenti sono i crostacei, le uova, il latte, gli arachidi, la soia, il pesce, la pesca, la mela,il sedano, la carota e semi vari.

Per INTOLLERANZE alimentari si intendono invece reazioni pseudo - allergiche generate da alimenti ricchi di istamina o liberatori di istamina che determinano una risposta non mediata dal sistema immunitario ma piuttosto dal metabolismo. Sono infatti causate il più delle volte da carenze e difetti enzimatici, come nel caso dell’intolleranza al lattosio, determinata da un deficit dell’enzima lattasi. I sintomi che caratterizzano un’intolleranza alimentare sono di lenta insorgenza, poco insidiosi, e spesso correlati alla quantità di sostanza ingerita. In confronto alle allergie alimentari, la prevalenza delle intolleranze alimentari è altamente superiore e si stima che una percentuale di circa il 70% della popolazione mondiale presenti un certo grado di intolleranza al lattosio. Oltre al lattosio le altre sostanze implicate sono il glutine, il fruttosio, alcuni additivi alimentari e gli alimenti istamino-liberatori (pomodoro, fragole, pesce, albume d’uovo, cioccolato). Spesso capita che si pensi di avere un’intolleranza o un’allergia alimentare quando non riusciamo a perdere quei “kili di troppo”, ma in realtà raramente le intolleranze sono causa di aumento di peso!

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I sintomi che invece ci dovrebbero far sospettare un’allergia/intolleranza alimentare, dovrebbero essere per esempio gonfiore addominale, cattiva digestione, colite, alitosi, flatulenza e meteorismo, dimagrimento e stanchezza cronica. Quello che però bisogna fare quando si ritiene di soffrire di una di queste alterazioni è rivolgersi al proprio medico curante. Ci sono diversi metodi utili all’accertamento di allergie ed intolleranze, i più comuni sono i seguenti: TEST RAST (RADIO-ALLERGO-SORBEN-TEST) TEST CURANEI (SKIN PRICK TEST) DIETE DI ESCLUSIONE DOUBLE BLIND PLACEBO CONTROLLED FOOD CHALLENGE. Capita di ricorrere a test dalla minor attendibilità e si può incorrere cosi nel rischio di eliminare gruppo di alimenti e sostanze nutritive senza una reale allergia/intolleranza. Pertanto, seguire un iter diagnostico valido ed appropriato, e rivolgersi a professionisti dedicati (medici allergologi per la diagnosi) è di fondamentale importanza non solo per un’accurata diagnosi, ma anche, su indicazione del biologo nutrizionista, per seguire un regime alimentare equilibrato che nonostante l’allergia/intolleranza non sia privo di micro e macronutrienti essenziali, e consenta di ripristinare e mantenere una buona nutrizione.

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a cura del dr Jacopo Periti • EMPORIUML’angolo_di _Ippocrate

Il Diabete Mellito

L’angolo di IppocratE

Il Dr. Iacopo Periti esercita la professione di Medico di Famiglia a Empoli. Perfezionato in Fitoterapia Clinica presso l’Università degli Studi di Firenze con il Professor Fabio Firenzuoli. Presidente dell’Associazione Culturale di divulgazione scientifica Atrikè

ovvero quando lo zucchero può essere amaro

I

l diabete Mellito è una sindrome caratterizzata da uno squilibrio nel metabolismo degli zuccheri con valori di glicemia superiori al normale, a cui si associa anche uno squilibrio dei grassi e delle proteine. Questi squilibri metabolici portano nel tempo a danni a vari organi: aumenta il rischio di ictus e di infarto, si riduce la funzionalità dei reni, si perde la vista (è la prima causa di cecità riconosciuta legalmente come tale), si può avere un danno neurologico con dolori e perdita di sensibilità e altre complicanze di cui per brevità non parliamo. Allo stato attuale, nel territorio di competenza dell’ASL di Empoli (inserita ora nell’ASL Toscana Centro) sette cittadini su cento soffrono di questa malattia (nello specifico di quello di tipo II), e questo numero sale quasi a uno su due nelle persone anziane. Personalmente ritengo quindi che per il diabete mellito si possa parlare di una vera e propria epidemia! In occasione di un incontro dell’associazione culturale Atrikè sul diabete mellito di tipo II, ho posto al

relatore, il Dr. Claudio Lazzeri, già responsabile della nostra diabetologia, alcune domande. -Dr. Lazzeri, quali sono le cause principali di questa malattia? Sicuramente la predisposizione genetica, quindi la familiarità. Poi il sovrappeso, una cattiva alimentazione e soprattutto l’inattività fisica -Quali sono i primi segni? Purtroppo sono molto sfumati, ma in generale un aumento delle volte che si va in bagno a urinare, la necessità di bere più spesso e una stanchezza non motivata sono quelli più frequenti. -Agendo su queste abitudini di vita si potrebbe ridurre il numero di persone affette da questa malattia?

Il problema è spiegare alle persone quanto male si fanno da sé non cambiando stile di vita. Una persona non motivata difficilmente riuscirà realmente a cambiare il suo stile di vita. Cambiare alimentazione è faticoso, così come lo è fare movimento. Se però ciò avviene, è stimato che ridurremmo i diabetici di ben il 60% nei soggetti ad alto rischio! -Cosa intende per attività fisica? Camminare a passo svelto per almeno 30 minuti cinque giorni alla settimana. Quindi in realtà nulla di proibitivo che porti via così tanto tempo. Dobbiamo insegnare alla gente a volersi più bene. Io preferirei camminare che prendere 3 o 6 o 9 pasticche al giorno. -Quindi possiamo dire che il diabete mellito di tipo II è prevenibile? Si, soprattutto se riusciamo ad individuare precocemente i soggetti

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SENTO MA NON CAPISCO LE PAROLE La presbiacusia è la perdita di udito legata all’avanzamento dell’età ruconducibile al normale invecchiamento delle cellule ciliate presenti nella coclea (orecchio interno). Con il passare degli anni tali cellule divemtano progressivamente meno sensibili, specialmente alle frequenze più alte. Conseguentemente si avvertono meglio I suoni a bassa frequenza, come quelli del rumore di fondo dell’ambiente, e si distingue meno bene il parlato che si colloca in media su frequenze più alte.

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a rischio e a educarli ad una sana alimentazione, a fare attività fisica e magari anche a smettere di fumare. Il dr. Lazzeri ha concluso dicendomi che da metà gennaio a Empoli è partito in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale e un gruppo di medici di famiglia una particolare campagna di educazione alla prevenzione del diabete mellito su un gruppo di soggetti a rischio. Tramite tre incontri di due ore con più figure (lo specialista, il medico di famiglia, il nutrizionista e il laureato in scienze motorie) verrà fatta educazione al problema e succesivamente negli anni a venire verrà verificato se questo tipo di intervento avrà o meno ridotto l’insorgenza del diabete in quelle persone. Personalmente concludo invitandovi tutti a volervi più bene e a dedicare un po’ del vostro tempo a voi stessi, in particolare quei 30 minuti cinque volte a settimana...

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anche se di ‘babbi’ ne ha più d’uno!

A

lla fiera del fumetto al Palazzo delle Esposizioni, in quel di Empoli, come lasciarsi scappare quel bel fanciullo sommerso da matite, poster, cartoni, colori e gigantografie che risponde al nome di Riccardo Nunziati ed abita a tre passi da noi? “Mamma mia, chi siete? Beh...insomma ho un po’ di paura, quasi quasi chiamo il mio avvocato!” Ah,ah, ah Lui! Lui che dipinge il Male! L’affascinante Diabolik! Ma via, siamo seri!!! Ecco allora che, poco a poco, si apre. “Sì...sono di Signa, e la passione per questo genere l’ho sempre avuta, anche se sono lontani i tempi in cui la sera frequentavo la scuola ‘fumettistica’, il giorno ‘facevo’ frigoriferi e così mi pagavo il corso. Ho conse-

guito il diploma in ragioneria ma... per i numeri non è che sia un gran patito, preferisco disegnare.” Sorride, gli portano un caffè e riprende. “La mia professione è questa, mi piace, mi gratifica e lavoro volentieri per la casa editrice Astorina; sono inoltre contento per come mi pagano. D’altronde mettere la firma in un pezzo di storia...lo leggeva mio nonno e adesso lo ‘modello’ io! Sono riuscito in questo e per me è una grande fonte di orgoglio. Diabolik è dal ‘62 che lo leggiamo regolarmente ogni mese, non a caso è uno dei personaggi più longevi e sicuramente il più conosciuto a livello internazionale. Personalmente è un gran bel personaggio che i fans aspettano con trepidazione; addirittura quando

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www.bernistore.it viene anticipata la copertina, circola un buon fermento in giro.” Accorrono i curiosi, chi vuole l’autografo, chi s’intrufola per ascoltarlo mentre Nunziati prosegue. “ Disegno gli albi che sono in edicola, ho fatto i layout di un album, praticamente lo scheletro, gli schizzi della pagina e poi ho inchiostrato un altro album; a breve, sul prossimo, dovrò fare le matite. Ogni editore ha il suo metodo, l’Astorina lavora con lo sceneggiatore, il matitista e l’inchiostratore. E’ fondamentale rispettare la fedeltà del marchio analizzando ben bene il soggetto che poi è la storia che andrò a disegnare. Segue poi la sceneggiatura con le schede dei personaggi, dove è fondamentale riprodurre la buona gestualità dei soggetti. Tanto per fare un esempio, l’occhio del ‘nostro’ Diabolik, anche senza maschera, dev’essere riconoscibile. Ogni editore si avvale di un suo metodo, la Bonelli, la Star Comics, Manga, ed altri ancora, progettano e lavorano diversamente: è bene andare avanti nel pieno rispetto reciproco.” A proposito di personaggi come non menzionare Eva Kant... “Eva è la figura principe, la lady che esisterà sempre col suo bellissimo volto simile a Grace Kelly ed il portamento di Audrey Hepburn. Piace perché è bella, intelligente, scaltra e sa fare tutto. Adesso poi è diventata anche un poco femminista... sì, insomma si è un po’ sganciata dall’esser l’ombra del suo amato, tuttavia rimane una figura forte, importante e di grande identità. Quanto a Ginko...resta l’eterno perdente che però vive la cosa con grande dignità. La ‘pantera’ comunque è Diabolik e continuerà ad esserla.” Che mi racconta delle Giussani? “Ah...le mitiche signore milanesi che lo crearono di sana pianta! Lo inventarono proprio le due meneghine, come del resto inventarono il formato tascabile col numero giusto di pagine si d’essere ben fruibile in metro e, dopo, poterlo rimettere

in tasca. La cosa fu poi copiata per Kriminal, Satanik ed altri generi ancora, per poi sparire, lasciando spazio all’unico, grande, vero re del terrore! Il ‘pentothal’ esiste ancora? “Come no! Sennò come si fa a far dire la verità ai cattivi? Gli viene iniettato poco a poco....e.. Aiuto! Mentre mi osservava gli è balenato un lampo assassino nello sguardo. Se faccio una brutta fine, sapete a chi rivolgervi! Anche se il bel Riccardo – dubito che abbia il “Cuor di Leone” - avanza terminando la frase di poc’anzi..” loro sciorinano tutto “! Mentre mi aggiusto tutta tirandomi tre schiaffi per sapere se sono ancora in vita... “Ebbene si, sono uno dei non tanti disegnatori, amo però soffermarmi su chi ha portato ai fasti il caro Diabolik quali Zaniboni che tutt’ora disegna, citando anche Facciolo. I ‘nuovi’ come me, hanno la funzione di svecchiare ed accompagnare per mano il lettore in tempi odierni. E’ assurdo cristallizzarci, noi rispettiamo la figura di questo personaggio che resta fedele a se stesso”. Che continuerà ad ammazzare e sgozzare... “Certo! Lui è così, lo stesso individuo dagli occhi di ghiaccio. Tuttavia anche se nel volumetto non compare più come prima il “vietato ai minori”, chi legge, chi lo scorre, sentirà albeggiare quel senso di giustizia dove il morto finisce tale in quanto gran bastardo.” Tipo Robin Hood che rubava per dare ai poveri... “Esatto! Si respira più giustizia rispetto a prima, anche se nel panorama fumettistico esiste ancora qualcosa di più truce.” Beh.. anche se non abbiamo parlato dell’eroe buono, le cose ancora più truci proprio non ci piacciono. Quanto a Diabolik, l’importante è seguirlo con leggerezza. Gli chiediamo se ci presta la tuta “nera nera” in questo clima carnevalesco?


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febbraio EMPOLI

domenica 7 ore 17.15

“IL GASTIGAMATTI” di Giulio Svetoni Stagione teatrale Shalom Regia di Sandra Morgantini Teatro Shalom - Via Ferruccio Busoni, 24/26 Tel. 0571 77528 Incontri medici con i cittadini per la salute L’associazione dei cittadini per la salute di Empoli organizza una serie di incontri per affrontare e approfondire molti argomenti riguardo la salute. ingresso libero Palazzo delle esposizioni (piazza G. Guerra) martedì 9 dalle 16 alle 17 Rivisitazione del rischio sui problemi urinari Dr. Francesco Lunghi Diagnosi e cura del diabete Dr. Claudio Lazzeri martedi 16 dalle 16 alle 17 Il tumore del fegato Dr. Antonio Caponi Rivisitazione del rischio sui problemi migratori martedì 23 dalle 16 alle 17 Testimonianze del Campione del Mondo Moreno Argentin Dr. Remo Borchi Perché mangiare bene Dr. Alessandro Bini Associazione dei cittadini per la salute di Empoli via F. Lari 45, Tel. 335 6495772 e-mail: acs.empoli@virgilio.it

sabato 13 - 27

“Cresco... Co.Me.Te” Nuovo incontro rivolto a genitori e insegnanti, per formare e informare i partecipanti, sul tema dello sviluppo dei bambini di età dai 6 agli 11 anni. Dalle 10 alle 12.30, al palazzo delle esposizioni di Empoli. Il medico neuro psichiatra infantile Gori insieme alla psicologa Riva, parleranno dello sviluppo intellettivo e relazionale dei figli, analizzando i segnali di disagio e il ruolo della famiglia. Coordina Conny Leporatti, psicologa psicoterapeuta familiare. Centro Co.Me.Te - Empoli tel. 0571 725275 - cell. 336 671023 www.centrocomete.org

domenica 14 Alle ore 17.15

“DIAMOCI DEL TU” di Norm Foster Stagione teatrale Shalom La Produzioni Enzo Sanny presenta lo spettacolo con Anna Galiena, Enzo De Caro. Regia di Emanuela Giordano. Teatro Shalom - Via Ferruccio Busoni, 24/26 Empoli - Tel. 0571 77528

mercoledì 17

MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES regia Giampiero Solari canzoni originali Gianmaria Testa con Paolo Rossi e altri 11 attori e musicisti produzione Teatro Stabile di Bolzano Teatro Excelsior Info:+39 0571 72023+39 0571 757723

CERTALDO

venerdì 19

L’orchestra di Sanremo per il 150° anniversario della nascita di Busoni Nell’ambito della stagione concertistica 2015/2016 dedicata al 150° anniversario della nascita di Ferruccio Busoni, alle 21 al Teatro Shalom Orchestra Sinfonica di Sanremo, solo archi – Maddalena Giacopuzzi (pianoforte) Giancarlo di Lorenzo (direttore) Musiche di Mozart, Busoni Iniziativa a cura di Comune di Empoli, Centro Studi Musicali Busoni, con il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. www.centrobusoni.org

sabato 20 dalle 17.30 alle 18.30

Laboratorio per bambini dai 5 agli 11 anni al Museo Paleontologico di Empoli “Salve! Io sono un uccello … impariamo a riconoscere e a costruire i becchi degli uccelli”. Il costo per partecipare è di 2 € a bambino. Consigliabile prenotare: 0571 537038 museopaleontologico@comune.empoli.fi.it Museo Paleontologico Piazza Farinata degli Uberti, 7 Empoli (FI) Tel. 0571 537038

domenica 21 Alle ore 17.15

“IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE” Stagione teatrale Shalom. Adattamento e regia di Sandro Querci. Teatro Shalom Via Ferruccio Busoni, 24/26 - Empoli Tel. 0571 77528

sabato 27 - dalle 10.30 alle 12.00

Come motivare tuo figlio a studiare “Sei regole per una buona motivazione scolastica. Ritrovare e mantenere costante la motivazione grazie ad un buon metodo di studio”. Alla Biblioteca comunale Renato Fucini di Empoli, con ingresso da via dei Neri, 3° incontro del ciclo “Come motivare tuo figlio a studiare”. Gli incontri condotti dalla dott.ssa Antonietta Giuntoli, coach professionista e Master Practitioner di Programmazione Neuro-Linguistica, ideatrice di “Metodo 5” Tel.: 0571/757873 sezione.ragazzi@comune.empoli.fi.it Gradita la prenotazione.

domenica 28 ore 16.30,

Casa del Pontormo, Giocando al museo “A.a.a. modelli cercasi”, incontro previsto nell’ambito delle iniziative “Giocando al museo”. Quest’anno gli incontri sono curati dalla sezione didattica dei Beni culturali del Comune di Empoli in collaborazione con Giallo Mare Minimal Teatro, con l’obiettivo di creare visite divertenti, allegre, ricche di suoni, colori e voci. Prenotazione obbligatoria entro le 18,00 del giorno precedente all’incontro, allo 0571/76714. Costo: 15 euro a famiglia. Previsto un carnet di 30,00 € per tre incontri

Artigiani e non solo 06 febbraio 2016 Piazza Boccaccio, Via II Giugno Info:+39 0571 656919 www.comune.certaldo.fi.it Si racconta le novelle del Boccaccio con la Compagnia L’Oranona Teatro 12 febbraio 2016 Casa Boccaccio 26 febbraio 2016 Chiesa di San Tommaso e Prospero in Palazzo Pretorio Info:+39 0571 663580 www.comune.certaldo.fi.it Mercatino di antiquariato e artigianato 21 febbraio 2016 Piazza Boccaccio, Via II Giugno Info:+39 0571 656919 www.comune.certaldo.fi.it Svuota soffitte 28 febbraio 2016 Piazza della Libertà Info:+39 0571 656919 www.comune.certaldo.fi.it Carnevale dei Bambini 07 febbraio 2016 Centro Storico Certaldo Alto Info:+39 0571 661265 www.comune.certaldo.fi.it Festa di Carnevale 09 febbraio 2016 Centro Storico Certaldo Alto Info:+39 0571 661265 www.comune.certaldo.fi.it

CASTELFIORENTINO

ORT: Concerto di Carnevale Regionale Toscana 13 febbraio 2016 Teatro del Popolo Info:+39 0571 633482 www.orchestradellatoscana.it Lo Sbaracco e Festa della Cioccolata 20 - 21 febbraio 2016 Vie del centro storico basso Info:+39 0571 686341 www.comune.castelfiorentino.fi.it Carnevale “Alice nel paese delle meraviglie” 07 febbraio 2016 da Piazza Kennedy a Piazza del Popolo Info:+39 0571 686341 Toni Servillo legge Napoli 17 - 18 febbraio 2016 Teatro del Popolo Info:+39 0571 633482 www.teatrocastelfiorentino.it

MONTESPERTOLI Carnevale in Piazza

07, 09 febbraio 2016

Piazza del Popolo Info:+39 0571 600255 www.comune.montespertoli.fi.it EMPORIUMfebbraio2016 | 23


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DA FEBBRAIO 20

UN NUOVO CENTRO DI DIABETOLOGIA ALL’ISTITUTO SANT’ANDREA PERCORSO DIABETE

NUOVO MODELLO EDUCATIVO

Il Diabete Mellito è una patologia cronica e la sua presenza è in costante aumento (interessa circa il 6-7% della popolazione in Italia). E’ caratterizzato dalla possibile comparsa di complicanze a carico del cuore e della circolazione degli arti inferiori e del cervello (Infarto miocardico, Ictus e Ulcere ai piedi), a carico degli occhi (retinopatia e cecità), dei reni (Insufficienza Renale) e dei nervi periferici (Neuropatia).

In Medicina, prendersi cura della persona significa aiutarla a diventare autonoma nella gestione della sua malattia, ancor di più nel caso in cui si sia affetti da una patologia cronica, quale il diabete mellito.

Al fine di evitare queste gravi complicazioni, o monitorizzare nel tempo il loro decorso, è fondamentale il controllo costante del compenso metabolico del Diabete. Molto importanti sono inoltre la motivazione e la capacità di autogestione della malattia da parte della persona affetta dal Diabete. Il Percorso Diabete del nuovo CENTRO DIABETOLOGIA comprende:

Esami del sangue inerenti la patologia Visita Specialistica Diabetologica (3 accessi l’anno) Consulenza Nutrizionale (3 accessi l’anno) Dott. Specialisti:

Dott. CLAUDIO LAZZERI Dott.sa SILVIA CHIRICO

Nel corso degli anni, vari studi nazionali ed internazionali hanno dimostrato che un intervento educativo strutturato e programmato può migliorare il controllo metabolico dei pazienti affetti da diabete di tipo 1 e 2. Per cui, i corsi educazionali si inseriscono positivamente in questo nuovo percorso di cura. Il nostro programma educativo consiste in 3 incontri settimanali, ciascuno dei quali è condotto da un medico specialista in diabetologia e da un dietista adeguatamente formato e dotato di esperienza. Ogni incontro, caratterizzato da una durata complessiva di circa 2 ore, ospita un numero massimo di 10 partecipanti al fine di garantire a tutti un’adeguata formazione. I partecipanti hanno inoltre la possibilità di condividere con il gruppo la propria esperienza, cosa che rappresenta per gli altri un momento di apprendimento. Durante gli incontri vengono coniugati momenti di lezione frontale e momenti educativi di gruppo, con l’utilizzo di giochi didattici e del PC. Per quanto riguarda i principali argomenti trattati, essi hanno lo scopo di rispondere a importanti domande, quali: cos’è il diabete, quali sono le sue complicanze e quali gli esami necessari a controllarne il compenso. Verrà chiarito il concetto di alimentazione equilibrata, che comprende conoscere gli alimenti e le loro caratteristiche nutrizionali più importanti e riconoscere le porzioni più idonee al proprio fabbisogno. Il fine, giunti al termine del percorso, sarà quello di aver trasmesso ai pazienti la capacità di seguire un’alimentazione non solo sana ed equilibrata, ma anche “buona” da gustare.

Per appuntamenti: 0571 537064 - Via Pievano Rolando, 8 - Empoli (FI)


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