Emporium n. 10 Aprile 2016

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n . 1 0 • a n n o 2 • a p r i l e 2 0 1 6 • M e n s i l e d i i n f o r m a z i o n e l o cdai leemlpi boelri ae ed gi nrtaot ru intia

, i o n a o l e t i ! i D tt u t a o m e r lo di


BUTTA BENE!

II CESTINI CESTINI NON SONO SONO PER PER II RIFIUTI DI CASA TUA. LITTER BINS ARE NOT TO per BE ilUSED FORutilizzo DOMESTIC WASTE. Campagna di sensibilizzazione corretto dei cestini stradali.


GIOIELLI - OROLOGI - ARGENTI

sola. liInguardo 5 minutiintensamente sono rotti e ba Seguici su io ferma non ci bestioni, allaccio l inture a tutti Non esageriamo: in paizza.... e faccio il Passeggi e parto per le conse- so stare. Ma decido di percorrere negli occhi e ceerco di capire se primo giro di perlu- no EMPORIUM gne: bambino grande paizza matteotti seguendo il via- condividono con me quel pen- nel g strazione per cercare ormai pa alla scuoal materna, ono letto e nona tagliandola al centro. siero ilprofondo sempre corsa e, giuro, Via Segantini, 1 - Empoli (FI) parcheggiosugli migliore abitant aprendo di bambino piccolo al non E’ amo rilassante, davvero. Oserei dire per niente il jogging. (a quell’empoli. ora un po di scelta c’di è). capire Ore che parte. G tel 0571 80755 - www.alinomancini.it Mi sembra un vizio cheomi poro dietro nido. Ore 8.50 salgo in E’anche bella, meglio, dalle buone 8.57 ho parcheggiato e mi accin- a quest’o abbiano fatto un cenno del capo da sempre. E, di soito, ritardo. giochi macchina finalmente potenzialità se sinon ascludono go a raggiunerre il luogo dell’ap- alla pers di comrensione. Ci veloce siamo intesi Arrivo precisa precisa precisa. Calpuntamento. Controllata gli occh sola. In 5 minuti sono rotti e bagni chiusi. Seguici su colo tutto orario e relativo traffi co, noi cinque, subito. Mi torna alla l cellulare e STOP! Un messaggio familiare in paizza.... e faccio il Passeggiando mi tuffo piano piatempo di eprcorrenza e ipotesi di mi avverte che la persona con la mente l’appuntamento guardo l’o- ha u primo giro di perlunoè stata nelPrima giro 9 sono di chiedere scusa ai lettori, tina que laLe necessità precedente numero di Emporium pub-d’Empoli. parcheggio. di partire calquale avevo appuntaento arriverà timo. Il r ra, la mezzora è passata, riprendo strazione per cercare ormai passate, ma i negozi stanno blicata la prima bozza. Quella getto al mio editore, ma soprattutto arredobagno, pavimenti, colo scritta sempre di tutto ancheai(e colleghi soprat- e con un ritardo di 30 minuti forse e, forse i ono sempre a corsa e, giuro, dallo smartphone permigliore poitutto) esserequando sistemata il parcheggio aprendo ora,alaalmeno la maggiora questo mensile, Emporium. Uno pochi il mioinpasso sveltodei e intanto fare pipì appena qualcosina piu. Assurdo! Tutto chiara, stann rivestimenti, infissi, non amoporte, per niente il jogging. (a quell’ pc. Quella con con giornali alla tecnologia, senza ora un po di errori scelta c’grotteschi è). Ore Girare le viedopo delsopravvissuti centro prima parte. die buffi, uscire, cheperviene mo per scusarmi e che ci metterò 5 a corsa per cosa!?! Cioè... io ero in qualche scale, camini, caldaie stufe. E’ un vizio che mieporo dietro 8.57parole confuse, assurde e senza Tutte di nessuna natura, se non quelli di ho parcheggiato e mi accinae quest’ ora èle truccosenso. parrucco secome hoappoggi unessere appu-accanto anticipo. Non è da me. Ero totalminuti ad arrivare. La persona mattina mi modificheilsuccessive svanite nel nulla. da sempre. E, di soito, non ritardo. go mie chi sceglie per promuovere la propria at- po, quin tamento dipersona lavoro,Eche oppure dopo a raggiunerre luogo dell’apalla ami cimentre apre mente impreparata. Mezzora e fordice che ha ancora 15 minuti. Non con loro la mia autostima. tività. di informazione locale che Arrivo precisa precisa precisa. Cal- puntamento. Controllata veloce un veloglidiocchi nientelasemattina. devo uscire amensile E’ Ilun volto se qualcosina in più. Cosa riesco a minando Ed io, amante delle carta, innamorata del suoa scuola mi felice e rispondal 1994 (22matanni!) traarrabbio, errori e sono successi, colo tutto orario e relativo traffico, l cellulare prendere i bambini o porfare in questo tempo? E’ stata laarrimi che si al e STOP! Un messaggio familiare, che conosco, ma la odore e dell’antico rituale ditarli sfogliare le pagine, dodomanda. semplicemente ‘Perfeto! tra nelle case aprima regalando piscina. tempo di eprcorrenza e ipotesi di mi avverte che la persona con la intina Niente. Riesco A cendevan ha unnon aspettovadiverso, più di in-tutti gratuitamente, sostenitrice convinta dell’idea cheunamattina un libro agli empolesi curiosità, fatti, storia, cultura, Ecco di qualche gior- solo poco, vado a fare un giro in piazza a pensare che se avesi avuto commer parcheggio. Prima di partire cal- quale avevo arriverà Il risveglio èleggerezza, dedicato a pochi potrà maiappuntaento essere sostituito da fa unatimo. file, di in riflessione sorrisi. Fin chi passa no vevomi unsono appuntamento, un spunti mezzora più stamani avrei dorVittoria eearrivo. colo sempre tutto anche (e soprat- controvata un ritardo di 30 minuti forse e, forse i più che passano a quell’ o- della ad affermare che se quelle parole fossedaglipiano inizi hamito dimostrato ilfatto coraggio dicon espororario da rispettare. Il pmio di più o le cose più altrove. S tutto) quando fare la pipì appena qualcosina Perla Zingoni ro state in messe online, sarebbe stapiu. solamente Assurdo! Tutto ra, stanno correndo da attraverso era pronto. L’apuntamento alle me si, era dicome dire la calma, sua i propri ma ora cosa me negiornalifaccio!?! che il po prima viene dopo to sufficiente clic sul tasto modifica per mmagino che diin uscire, molti sichesaranno accorti a corsa per cosa!?!unCioè... io ero IostiDi invece quella 9inindiunqualche ufficio aparte. Empoli. e concollaboratori, a mantenere Alla fineriuscendo capisco che devo solo Ho visto cancellare miame. netta in un nano del miotrucco precedente editoriale impazzito. e parrucco se ho un appu- anticipo. Non laè da Ero figuraccia totalmattina dovevo perdere temseguenza: seglia alle 7,solo colazione nel tempo lo spiritotempo liberoinche da dell’ sempre lo al bar e s eprder attesa ora X. Sono iscritta all’odirdine nazionale gior- secondo e sarebbero stati pochissimi ad actamento lavoro, oppuredei dopo veloce,po, caffquindi è per capire dove sono, cammente impreparata. Mezzora e fordovevo ossrvare contraddistingue; conmiil rilasso coraggio didico sbagliaRespiro, e mi ‘vai abituè e corgersi dell’errore. Con la carta questo non è nalisti dal 28 e quelle unAprile velo di2005 niente se devopoche uscirerighe a preparazione lattepiano bambini, rele esaracinesche l’sveorgoglio di saper propri brava di a fare un giroammettere in centro ei rialssapiù. Cosa riesco a minando possibile. Ilinfamoso nero su bianco non mente, sono state la cosa più imbarazzante che mi sia se qualcosina bambini che non si vogliono prendere i bambini a scuola o porti!’. Accolgo il mio con invitoil eproprio parto. felici pe parlando direttamente in questo tempo?a piacimento. E’ stata laglia mi Non chesi sitorna alzavano, luci che si accsi modifica in- leerrori, mai successa in questi undici anni; pensan- farenon Dipinto diciBruna Scali ad come sp alzare e fanno le bizze (tutto cal-dei Parto a passo svelto attraversando pubblico. Quel pubblico che ha aiutato tarli in piscina. domanda. Niente. Riescola carta cendevano, i ‘buongorno’ vari dietro. A caldo ho maledetto stampata doci bene una delle più imbarazzanti della aprima ‘Arlecchino’ (1973) colato), veloce colazionearrivare per loro,fino direttamente dall’ela rba, sonodalla abipression a qui, offrendoci possibilità dimostra Ecco unamattina di qualche gior- soloritenendola a pensare che se avesie sconveniente. avuto commercianti, limitante Ma no, che spesso salutano mia vita. Proprio nell’articolo in cui parlavo per il 50° anniversario della vistiti, scarpe, cacca del piccolo tuata a correre e ad ottimizzare, reciprocamente in questo strano di Empo no facalcolo a vevo un appuntamento, un mezzora in fondo il danno nonavrei lo hadorfatto lachicarta, ma la rispecchiarci del fatto che sempre tutto, succede in più stamani passa abitualmente per andare nel pannolino (non calcolata, madi amici morte di Busoni non ho mai tmepo seguire rapporto sconosciuti. Gliper amici veri, cittadina mania e negli Uniti,damolti fra Il pmio tecnologia, perchè il mio non altrove. ha salvato le sbaglio che i Stati fatti arrivano arispettare. dimostrare comepiano questo mito orario di più o fatto le cose conpc più Se non ho visto anconsiderata nelle variabili), scarpe, stradine e percorsi stabiliti, s che epos-ci me. Gli quelli presenti nonostante tutto, quelli modifiche o forse io ho semplicemente inviato sia praticamente impossibile. Succede anche ti da Berni. LEGO era ha pronto. sceltoL’apuntamento Berni era alle calma, ma ora cosa me ne faccio!?! chesciarpae il postinocpello, girare inserire tranquillo. so tiro cappotto dritto. Ma mila accorgo ci riconoscono genuità che che a tutti i d Molto probabilmente uno dei leggono perchè che non ho9ancora capito in un uffi cio cosa a Empoli. Di con-sia Allail file finesbagliato. capisco che devo solo tà di gestire commesse ampie e esattamente Hoe fuori. visto persone fare colazione allarme Quella è la mia tempo La pergenuità, comportarmi troppo spessohomanca. quellacome che a le fonda tanto amati ‘aggiornamenti windows’ ha canavvenuto. Succede che fai una figura di “bip”. seglia la alle 7, colazione eprder tempo in attesa dell’orabocata d’aria, mio buongiorno, bar e ilsentirsi a voi casa, salutare gli dipersone che diha solito za la stessa cura eseguenza: garantisce lettori e aquelle noi Emporium, fattoguardo escla- popolo, cellato le ultime versioni delX. mio al testo. Succede. veloce, caff è per capire dove sono, essere abituè uscita di casa senza crisi come univoca, alieni, mentre passeggiano Respiro, mi rilasso e mi dico ‘vai e scambiarsi sorrisi. Semmare, in maniera da empolesi doc... rispetto Non lo so e non voglio indagare oltre, tanto Quella era la prima bozza primordiale. Noprivati, non a caso i nostri clienti di nervi, è già bel successo, laeprsone configura il canedio m...a!’ con un amico, oppure Ho quas preparazione latteio bambini, sve- a fare un non giro serve in centro e rialssabrava di un passeggiare consega ‘de na che ormai a niente. nostante, come abitudine, legga e rilegga, oddisfazione pari all’ 8,76 suche 10.non si vogliono ti!’. Accolgo il mio invito e parto. giornata promette bene. serene. Ore 8e35Non sisofermano semplicemente seduti sono in glia bambini per strade Perla Zingoni mafelici ho comunmodifichi frasi, parole, virgole e sinonimi, sul Non risolverà il danno fatto, alzare e fanno le bizze (tutto cal- Parto a passo svelto attraversando come spiegarvi, ma ho avuto l’imo a te su www.bernistore.it colato), veloce colazione per loro, direttamente dall’erba, sono abi- pressione di passeggiare nel cuore DIRETTORE IN COVER vistiti, scarpe, cacca del piccolo tuata a correre e ad ottimizzare, di Empoli, quello che rendeRESPONSABILE Potrai trovare questa l’autrice della cover Perla questi PUNT nel pannolino (non calcolata, ma non ho mai tmepo per seguire cittadina dai mille difetti, parte èdiZingoni Bruna Scali, che la STAMPA realizzò con la tecnica considerata nelle variabili), scarpe, stradine e percorsi stabiliti, s epos- RIVISTA me. GliGRATUITA empolesi, oltretutto oltre Baroni e Gori EDICOLA EUFO della serigrafia nel 1973 cappotto sciarpae cpello, inserire so tiro dritto. Ma mi accorgo che aDISTRIBUITA tutti i difetti e problemi,Prato restano Via Ponzano 51 PORTA A PORTA allarme e fuori. Quella è la mia ho tempo per comportarmi comeA EMPOLI le fondamenta di questo piccolo EDICOLA DUI E DINTORNI PROPRIETARIO proprietario: bocata d’aria, il mio buongiorno, quelle persone che di solito guardo popolo, che ci rende unici anche via Cosimo Rid e EDITORE n. 10 ANNO 2 aprile 2016 Chimeralab di Chiara n. 10 ANNO 2 più essere uscita di casa Culturale senza crisi comeSilVer alieni, mentre passeggiano Periodico rispetto siregistrato vicini vicini.CHIMERALAB L’EDICOLA 05 L’associazione Reggiani MARZO piazza della Vit di nervi, è già un bel successo, la con il cane o con un amico, oppurepresso DI giro, CHIARA REGGIANI 14 - Prato Ho quasi2016 terminato Via dell’Agio il Tribunale di Prato il mio Periodico registrato presenta i nuovi 14 info@chimeralab.eu in datasono 16/04/2015 al n.dei 3/2015 giornata promette bene. Ore 8e35 si fermano semplicemente seduti ELIO SPORT 0 Piazza leoni, Via facciodell’Agio il presso ilinTribunale

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EMPORIUM_Fatti e persone

Empoli,

città dei fiammiferi A cura di Paolo Pianigiani,

P

artiamo dal canto degli zolfanelli, quello che da piazza dei leoni porta a via Spartaco Lavagnini. E’ rimasto questo nome perché un tempo, durante il mercato del giovedì, quello era il luogo deputato allo smercio di quegli steccolini incendiarii. Trovo nel meraviglioso Fondo di Emilio Mancini, che sto setacciando in questi giorni, un suo scritto autografo, che altro non è che la trascrizione di uno splendido articolo scritto chissà da chi, due secoli fa. C’è in sintesi tutta la storia dei fiammiferi empolesi. I primi ad esser fabbricati in Italia… Vediamo com’è andata. L’industria dei fiammiferi in Em- ci aveva preso moglie e, in via Giu- la sua idea e con tutta la sua paseppe del Papa, avea aperto una zienza e necessaria energia, a poco poli (da “Il Popolo Empolese”, gior- trattoria. Ancora non correva il va- a poco mise su la prima modestisnale politico, letterario, agrico- pore; gli affari erano un po’ magri e sima fabbrica de’ fiammiferi che lo, commerciale, del 21 maggio limitati per tutti. Nondimeno il sig. ebbe non solo Empoli, ma l’Italia. Filippo andava là là campando di- Naturalmente il fatto destò molto 1893. N. 20) scretamente la vita. Nel 1863 volle interesse e colla più viva curiosità Filippo Barrier era oriundo fran- andare in Francia a rivedere i suoi venivano entusiasmati a visitare cese, ma s’era stabilito qui da noi, parenti: là fin dal ’32 era incomin- il piccolo laboratorio non solo dai tanto che non fu mai ritenuto come ciata la fabbricazione dei fiammife- paesetti vicini, ma da Firenze, da straniero, anzi neanche a farlo ap- ri di legno, e, io non so come, ma so Pisa, da Livorno e lo stesso Granposta e a togliere qualunque dub- che gli riuscì di portar via il segreto duca Leopoldo II coi suoi ministri bio, fu detto subito fin dal principio. e la ricetta della composizione, sen- volle onorare personalmente di Sua za strombazzare di ciò la notizia, si visita il bravo industriale e lodando, Barrier – vero Barrier d’Empoli. Egli, prima di metter su la fabbrica raccolse, appena tornato fra noi, a con viva ammirazione, tutti incodi fiammiferi, s’era qui domiciliato; studiare il modo di mettere in atto raggiavano il bravo Barrier a prose-

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guire nell’opera sua ed estendere la utile industria. Io non ho dimenticato la meravigliosa impressione che provai la prima volta che vidi i fiammiferi Barrier. Ero bambino di circa sei o sette anni e le vive impressioni che colpiscono l’animo a quell’età restano per tutta vita. Me lo ricordo come se fosse ieri. Nel vicino villaggio qui di Pontorme era un merciaio ambulante che faceva ogni giorno il giro da una parte o da un’altra


è successo

EMPORIUMPersone e fatti pei circostanti paeselli del mandamento; immancabilmente il lunedì e il venerdì si sentiva la sua robusta voce colla quale si annunciava per la campagna ad ogni caseggiato e si fermava dovunque incontrasse o sapesse che ci stavano donne. Dava aghi, spilli, fazzoletti, nastri, cotone, aghetti e prendeva in cambio cenci, scarpame, cucchiai d’ottone, ossi, vetri e simili cianfrusaglie; così spacciava la sua merce e tornava la sera a casa con una ballona piena di altra mercanzia. Lo chiamavano il Toro! nome che non era certo quello di battesimo; ma che gli conveniva benone – e forse perciò glielo avean messo – per le sue naturali tendenze tenere, amorose sempre inverso le donne. Il Toro dunque fra i diversi gingilli che teneva in un panierone colla sua minuta merceria, un tal giorno portava come cosa veramente ammirabile, qualche scatolina di fiammiferi: ne accese uno e bastò per

fo c u s Ecco come si faceva per accendere il fuoco prima dei fiammiferi: Si batteva continuamente l’acciarino per accender l’esca… Allora bisognava estrarre il fuoco dalla silice, o pietra focaia, per mezzo di un pezzo d’acciaio piegato in modo da poterlo tenere con le dita.

eccitare, in tutto il branchetto della gente che aveva intorno, la più viva curiosità. Ero anch’io lì con gli altri ragazzi e con alcuni miei fratelli poco più grandi di me; tutti fummo sorpresi da quel fenomeno nuovo di veder bruciare il fuscellino senza bisogno della pietra e degli altri accessori. Mia madre ce ne comprò una scatolina, non mi ricordo quanti ce ne saranno stati, ma credo certamente non potessero essere più di 15 o 20, perché rammento bene che dicevano: vengono 5 a quattrino, e la scatolina costava un soldo, cioè tre quattrini (circa 4 centesimi). Fu una vera baldoria per noialtri ragazzi, ci si divisero e… si capisce bene, a uno per volta, di lì a poco s’eran tutti bruciati e circondati dalla gente del vicinato, a veder la novità del sorprendente fenomeno. Nell’uso domestico peraltro non furono introdotti subito; e molti seguitarono per un pezzo a batter l’acciarino e a far uso dei soliti mazzi di zolfanelli (pezzi di gambi di canapa, tuffati nello zolfo alle estremità e che si accendevano all’esca incendiata col mezzo della pietra focaia e dell’acciarino. Intanto il povero Barrier, dopo che due o tre anni e quando proprio la sua piccola fabbrica era assicurata e dava le più lusinghiere speranze di buoni affari, s’ammalò, e, o fosse eccesso o deficienza di fosforo…, il

a marzo

fatto è che gli dette la volta il cervello, e condotto ai pazzerelli in Bonifazio a Firenze, là dopo poco morì dimenticato da tutti; ma il suo nome restò e dura ancora legato alla sua fabbricazione dei fiammiferi. Dopo la morte di Barrier, assunse la direzione della fabbrica la vedova unitasi in società con Luigi Santini, il quale nel 1846 divenne il proprietario effettivo della stessa, che oggi è condotta dal Dott. David e Angiolo suoi eredi. Già pochi mesi dopo che il Barrier aveva impiantata la sua piccola fabbrica, un altro empolese, il Serafini, potè colle sue accurate indagini arrivare a conoscere quali erano le sostanze per fare la composizione e incominciò esso pure a fare i fiammiferi. Furono dunque due le fabbriche che dal 1836 al 1837 s’impiantarono in Empoli, quella del Barrier e quella del Serafini; poi, vistane la utilià e lo smercio…, se ne impiantarono altre e adagio adagio diventò quella importantissima industria che oggi tutti conosciamo. Sono più di 1000 gli operai che oggi trovano la vita nelle diverse fabbriche. Circa 600 operai sono impiegati nelle diverse fabbriche del Bini, Brogi, Bartalucci, Santini, Bellucci, Leoncini, Biagiotti e Fabiani, e circa 250 nelle fabbriche di stecchini del Taddei, Rosselli, Borsellini e C., Biagiotti Parri e Santini.

FUCECCHIO Un giovane è finito con la macchina in un fosso all’altezza del calzaturificio Sax, nella zona industriale di Fucecchio. Sono intervenute un’automedica e la Pubblica assistenza. Il ragazzo è stato trasportato al pronto soccorso del ‘San Giuseppe’ di Empoli. MONTELUPO FIORENTINO Nuovo caso di meningite di tipo C, un 27enne, non vaccinato è ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Giuseppe di Empoli. Le sue condizioni sarebbero gravi ma non sarebbe in pericolo di vita. CERTALDO un uomo di 44 anni è rimasto intossicato mentre tenta di salvare i cani da caccia che si trovavano all’interno di una tettoia che ha preso fuoco in via Pian di Sotto. SAN MINIATO Una 15enne si era allontanata da casa per Pasqua

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e per molte ore non ha fatto ritorno. La denuncia della scomparsa si è per fortuna risolta dopo poco tempo. La giovane era a casa di un amico a San Miniato. Montelupo Fiorentino. Per circa 6 ore i vigili del fuoco sono stati impegnati per spengere l’incendio che si è propagato all’interno di un deposito di circa 900 mq della ditta Ceramiche Virginia. Il capannone è andato completamente distrutto. Ancora non sono note le cause del rogo. Il deposito è lo stesso che poco più di un mese fa fu coinvolto in un altro incendio. EMPOLI, sei persone arrestate per spaccio nelle Cerbaie durante l Operazione ‘Boschi puliti’: 25 kg di hashish ritrovati. Da gennaio 9 arresti oltre a 4 denuncie e decine di segnalazioni. CERTALDO Prende fuoco in un’abitazione un materasso per colpa forse di una coperta elettrica. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere l’incendio ma non ci sono stati feriti. FUCECCHIO è stato arrestato un 23enne di San Miniato per essere evaso dagli arresti domiciliari. L’uomo è stato sorpreso mentre passeggiava tranuillamente per le vie del centro di Fucecchio: nuovamente arrestato, è stato riportato alla propria abitazione. CAPRAIA E LIMITE La scomparsa di Pier Luigi Bellucci anche a ‘Chi l’ha visto? Il sessantaduenne di Limite sull’Arno è scomparso dalla sera di venerdì 18 marzo. Anche i cani molecolari dei carabinieri cinofili sono sulle sue tracce capraia e limite ci ha lasciati all’eta di 69 anni Mario Pucci, factotum della Canottieri Limite. Il sindaco: “Lo ringrazio di quanto ha fatto: ci mancherà” castelfiorenti no Auto finisce nello Scolmatore in via

EMPORIUM_IL GIRO DEL TEMPO • a cura di Luca Nardini

Sono nato a Empoli Vecchio all’inizio degli anni Sessanta, proprio in paese. Perché io, credo, sono uno degli ultimi “nati in casa”. Nell’edificio del bar Moreno, di fronte al Circolo di Santa Maria a Ripa, io sono nato proprio lì. Quegli anni li avrebbero chiamati gli anni del boom economico: un mondo in parte di contadini – fra le case c’erano ancora gli orti e qualche campo di grano – questo mondo già sconfitto opponeva una debole resistenza all’industria e ai consumi di massa. I miei contributi a Emporium vogliono ricordare proprio quel periodo, quando le cose stavano cambiando e noi le guardavamo con gli occhi stupiti dell’infanzia. Per questo la rubrica ha per titolo “Il giro del tempo”. lucanardini1962@libero.it Luca Nardini è nato a Empoli, nel 1962. Ha pubblicato La carrozza affogata (2007), A far tempo da (2009), Dolls (2010), Il mio supereroe preferito (2013), Vintage (2014).

Bar Excelsior N

el giro d’Empoli, in via Giuseppe del Papa, c’era il bar Excelsior. Piuttosto buio - anzi, senz’altro buio - si intonava perfettamente alla sua principale caratteristica, la presenza di grandi scacchiere per il gioco più riflessivo e silenzioso del mondo. C’era però anche un flipper, e insieme al flipper noi, il mio gruppo, una ventina di ragazzi e ragazze tra i quindici e i diciassette anni. Eravamo nel 75/76, 76/77, 77/78 - scusa le ripetizioni, lettore, ma ripensando a quel periodo non posso che indicare gli anni nella tipica cadenza scolastica. Tutti motorizzati noi, chi il motorino Ciao, Garelli, Bravo - chi la vespina special, chi i motocross smarmittati con il 19 o addirittura il 21 – trattasi di carburatori per raggiungere velocità impensate. Io, per esempio, avevo un Beta rosso, poi riverniciato nero-delinquente. Li posteggiavamo lì, ammassati, nella stradina di Santo Stefano, tra via del Papa e via De Neri. Di caschi nemmeno l’idea, per i cinquanta ci pareva addirittura ridicolo - e poi dove sarebbero entrati tutti quei capelli? Il mezzo di locomozione andava sfruttato bene e quindi ci salivamo sempre in due. Passavamo ore al bar Excelsior, un po’ dentro un po’ fuori, a cazzeggiare su chi stava con chi, su “cosa ci avevi fatto con quella” ragazza, sulla prossima partita del Progresso, del Cortenova, del Rozzalupi – da giocatori eh, non da spettatori. Il gruppo era meravigliosamente mescolato: intanto c’erano studenti e apprendisti insieme, empolesi nostrani e nostrani siciliani, maschi femmine e chi doveva ancora decidere. Bollivano gli spiriti e tuttavia nessuno di noi, che io sappia, si è mai fatto del male, se escludi qualche ceffone, un po’ di lotta greco romana, un paio di

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cazzotti... ma che vuoi che sia. Diciamo che non ci avresti detto propriamente in pendant con quel bar di scacchisti che avevamo eletto a ritrovo. “Dove ci si trova?” era la domanda, e la risposta, superflua: “Ci si trova al Bar Excelsior”. Ma tant’è, quella era zona nostra. Consumavamo il giusto, per lo più, mi sembra, bicchieri di spuma con aggiunta di coloranti vivaci, se volevi festeggiare prendevi una Fanta, un’acqua brillante con la fettina di limone. Soldi in tasca pochini. Qualcuno del mio gruppo l’ho visto anche ubriaco, ma soltanto nelle feste comandate. Vestivamo male e comodi, sempre con gli stessi cenci messi un po’ così, con sprezzatura: indossavi il tuo giacchetto di pelle o l’eskimo all’inizio dell’inverno e per tutta la stagione quella era la tua uniforme. Le ragazze usavano lucidalabbra fruttati e un po’ di rimmel, una riga di kajal dentro l’occhio. Non volevano apparire provocanti, erano già provocanti per come erano - e comunque nessuna si è mai vista costretta a niente di quel che non voleva fare, ci mancherebbe altro. Io mi ero iscritto al liceo scientifico con il mio amico Antonio, Franco faceva invece ragioneria, i più le professionali o l’itis – almeno ci provavano – altri erano gli unici che maneggiavano qualche soldo perché lavoravano di già. Il liceo classico non era contemplato, quei bravi e giudiziosi ragazzi del liceo classico stavano a casa a fare tutte tutte le lezioni. Il bar Excelsior era la nostra base, per noi stanziali, e se dovessi dire come passavamo il tempo avrei davvero qualche difficoltà. Mi ricordo che alcune sere stavamo lì a guardare le partite di scacchi e mi sembra incredibile, poi mettevamo un pezzo da cento nel flipper e si

giocava a coppie, record su record, con i trucchi per far uscire la pallina persa – un colpo ben assestato con il palmo sul bordo del vetro – e per fregare il tilt. Il barista ovviamente si incazzava, ma per finta. Le ragazze poi si stufavano e allora andavano a fare un giro d’Empoli, per raccontarsi un po’ di segreti segretissimi. A volte, con un semplice gettone telefonico, recuperavo una versione di latino per il giorno dopo, e la scrivevo con la Bic su un tovagliolino di carta. Perché, in culo ai grammatisti, meglio del latino era di sicuro Teresa o Camen, e appartarsi nelle campagne o nelle case diroccate o in costruzione, secondo il cielo e le stagioni. Non eravamo un gruppo di cattivi, ma puoi star certo che era un po’ come la storia che racconta Gigi Proietti del Cavaliere Bianco e del Cavaliere Nero, a noi del gruppo non ci dovevi “cacà ‘r cazzo!” - lo dico per inciso, se ti sembra volgare e non lo conosci, lettore, cercalo su youtube, è una trovata di genio. Il bar Excelsior però non c’è più, e in questi anni ne abbiamo viste di cotte e di crude. I ragazzi e le ragazze della nostra età di allora non lo so se ci somigliano, a volte penso di sì altre di no. Ma non credo sia un gran problema, perché quello di cui sono sicuro è che se a quindici anni mi avessero confessato che assomigliavo a mio padre a quell’età, immagino che non sarei stato contento. Quindi, mi dispiace, ma ancora una volta, come succede a ogni giro di generazione, non abbiamo imparato proprio nulla. O forse sì? Forse la morale della favola rimane soltanto quella, che “ar CavaiereneroNONJEDEVICACARCÀZZO!”.


EMPORIUM_persone e luoghi Un racconto a cura di Leonardo Sani

E

ro contento quando nonna Ada o mamma mi portavano con loro a fare spesa. Quando avevo cinque anni si era nel ’60, agli inizi del “miracolo economico” e il compito era praticamente quotidiano, data l’assenza dei frigoriferi che ancora potevano permettersi in pochi. In verità nonno Valente aveva chissà come recuperato una “ghiacciaia”, una specie di madia rivestita di lamiera zincata, nella cui parte inferiore veniva collocata una grossa barra di ghiaccio che il “ghiacciaiolo” portava a casa con un carretto anch’esso rivestito in lamiera. Un gran trambusto per esiti minimi: giusto per non far irrancidire il burro e bere il latte buono la mattina. Il latte si prendeva dal lattaio alla Punta, Dario Sani, pieno di strani tic. Un litro e mezzo, versato con l’imbuto d’alluminio con misurini direttamente dai bidoni, sempre tutto in alluminio, inzuppandoci inevitabilmente la mano. A casa veniva subito bollito nel bollilatte, fatto apposta per non traboccare. Dunque la spesa: prima la ciccia, in Empoli, cioè nel Giro, spesso da “Anna della carne di ciuco”. Sì, si mangiava anche il ciuco, che costava meno, e le scamerite di cavallo. Poco maiale e molto lesso di vitellone. Poi via de’ forni, dal Testaferrata, che mi regalava sempre uno

Gnamo nini

si va a fa’ spesa! strisciolino di schiacciata gocciolante - un t’insudiciare eh? – impossibile. Si tornava indietro con la borsa a strisce intrecciate già appesantita. Se c’era bisogno si prendeva il “filoforte” ed altri aggeggi dalla Guerri e si proseguiva, fermandosi a bere alla fontanina dietro la Madonna del Pozzo e lo Chalet Juventus, un barrino che vendeva anche le prime “cassatine”. Davanti agli Scolopi entravamo nel negozio di alimentari del Burraschi, che poi fu preso dal conosciutissimo Foffo. Sopra la porta a vetri completa di moscaiola di corda campeggiava un incomprensibile, per me che sapevo appena appena leggere, PIZZICHERIA. Dentro, di tutto, per la gioia degli occhi e del naso. Barilotti con orrende creature schiacciate e puzzolenti chiamate aringhe, un acquaio con l’acqua a pisciolino in cui galleggiavano strisce di baccalà, balle aperte con l’orlo arrotolato piene di ceci e fagioli di vari tipi con infilate delle cucchiaie enormi e poi il bancone affollato di ogni genere di salumi e formaggi, tonno e sgombro in latte gigantesche prelevato a tocchi e

pesato sulla bilancia ed avvolto prima nella carta oleata e poi in quella gialla. E tutto giù, nella borsa sempre più pesa. Poi farina, zucchero nella carta azzurrina, i formaggini MIO, gli Oro Saiwa,un fiasco del Mazzoni, talvolta l’olio, spesso la pasta… e chiacchiere e notizie che mi sfioravano appena, perso nella beatitudine di quella baraonda. Finalmente a casa si svuotava la borsa nel “mettitutto” o “armadino”, insieme alle notizie. Quelle dei parenti le portava zia Annina, che si partiva da via della Nave a Marcignana in bicicletta, stracarica dei suoi polli e conigli e faceva il giro di tutti almeno una volta a settimana. Classe 1902 passava da Avane, Corniola, Ponzano, Naiana da noi, dove lasciava la bicicletta e andava in Empoli. Pranzava a casa nostra e tornava a Marcignana. Il primo pollame acquistato, nel ’78, mi fece schifo. Ci lasciò nel ’94. Trovate un po’ di poesia nel Centro Commerciale, se vi riesce. Ci troverete solo quell’igiene che ci sta uccidendo.

Sanminiatese: un ferito. Un uomo, a bordo di un fuoristrada, ha perso il controllo del mezzo e è finito nell’alveo dello Scolmatore. Un volo di alcuni metri: l’uomo è stato ricoverato ma non avrebbe riportato ferite gravi. FUCECCHIO Un uomo, armato di una pistola, è entrato a volto coperto per una rapina al supermercato Coop di via Sanminiatese a San Pierino, frazione del comune di Fucecchio. Il malvivente ha desistito vista l’attivazione del blocco casse ed è scappato su un motorino guidato da un complice. EMPOLI Tamponamento a catena tra cinque veicoli verso le 8,15 di venerdì 18 marzo, sulla superstrada FirenzePisa-Livorno vicino allo svincolo di Empoli Centro in direzione del capoluogo toscano. Nessun ferito. Empoli Due volontari delle Pubbliche Assistenze di Empoli andranno a Tindouf, in Algeria, per due settimane per visitare il Popolo Saharawi e alle terre liberate del popolo africano.

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EMPORIUM_Fatti e persone a cura di Francesco Bellucci

I

fratelli Mario ed Enzo, due visioni agli antipodi del primo conflitto mondiale. Figli di Ugo e Rita Fucini (fra loro biscugini) e nipoti del più celebre Renato, vissero una serena infanzia nella villa di famiglia sulle colline vinciane. Il primo, temerario e spavaldo, fu tenente e pilota nella regia aeronautica, il secondo, riservato e apparentemente fragile fu assegnato sottotenente di fanteria ad un reparto di prima linea. Leggendo la loro corrispondenza, durante il periodo in cui servirono le loro rispettive armi, colpisce principalmente la loro diversità di spirito e come con questo riuscirono a superare la difficile prova della guerra. Profondamente legati l’un l’altro; si scambiarono una fitta corrispondenza e quando non potevano incontrarsi personalmente, Mario passava col proprio velivolo sopra il settore di fronte dov’era il Fratello, così, restavano pressoché ogni giorno in contatto. Mario è nato ad Empoli il primo febbraio 1891 e s’innamora dell’aviazione a diciotto anni vedendo un’esibizione del pioniere Cobianchi a San Rossore. Da quel giorno ne diventa quasi ossessionato e segue ogni manifestazione, raccoglie e ne legge ogni articolo ed infine non resistendo alla smania di far qualcosa che somigliasse al volo costruisce col fratello un “trespolo” di canne e tela con l’unico risultato di bocciare un esame in chimica e procurarsi un’ernia. Arriva il 1915, e l’Italia decide l’intervento nel primo conflitto mondiale, partono in tanti giovani... parte anche Enzo; Mario sarebbe riformato perché scartato a suo tempo dalle liste di leva, e proprio per quella famosa ernia, ma non resiste all’impulso e si arruola così volontario per diventare aviatore. Prima è assegnato ad una squadra di ricognizione ma su insistente richiesta e dopo un brutto atterraggio di fortuna nel 1916, è “spedito” alla caccia. In questa si distingue per ardimento e coraggio e nel dicembre del 1917 è uno dei protagonisti della battaglia aerea di Sistiana dove gli viene riconosciuto un abbattimento. Il 16 giugno del 1918 come scrive ad Enzo, è “il cacciatore migliore di tutto il fronte”, abbatte tre aerei (anche se gliene vengono riconosciuti solo due) e vendica l’abbattimento di un compagno di squadriglia. Asso della grande guerra con sette velivoli abbattuti serve nella 76a e nella 78a squadriglia e si guadagna il rispetto dei compagni e degli avversari che riconoscono il suo aereo nei cieli grazie ad una bandiera bianca che lo stesso Mario si è fatto dipingere sulla fusoliera, un pò come il barone Manfred von Richthofen che aveva fatto dipingere il suo Fokker di rosso per farsi riconoscere e temere dagli avversari. Uno spirito cavalleresco emerge dalle sue gesta e pervade in quasi tutti i suoi scritti e, forse prima d’altri, capisce di far parte di un’elite, in un conflitto dove le macchine hanno preso il sopravvento sull’uomo, il pilota diviene una figura romantica che riesce a dominare il campo di battaglia e non a soccombergli. Al termine della guerra non lascia l’aeronautica e fu collocato in congedo speciale, solo, nel 1937 col grado ci Colonnello. Enzo, al contrario, in guerra ce l’hanno chiamato, lui mica si sognava d’anda8 | EMPORIUMaprile2016

La guerra dei Fucini re a sparare ai nemici dell’Italia ma il destino a volte è implacabile ed anche un nobile animo è costretto a far cose non adatte al proprio carattere. E’ nato ad Empoli nel 1894 e come il fratello è affascinato dal volo, ha però un animo meno ardimentoso, è più riflessivo e nel 1915 quando arriva la sua chiamata alle armi molti in casa ne restano increduli, così scrive Mario al Nonno Renato, “La partenza di Enzo è stata per me un colpo, ma io me l’aspettavo e non ho avuto quella sorpresa che pare abbiano provato mamma e tutti in casa. Del resto mamma, che è mamma esagera nelle preoccupazioni e nei timori per lui e d’altra parte sente troppo poco la necessità di questa cosa ed anche la bellezza. Certo non è Enzo il tipo, fisico e morale, per quello che gli è capitato!” Dopo il corso per allievi ufficiali a Modena finisce in trincea e si ritrova catapultato in prima linea, da qui, scrive a casa quando può, “rannicchiato in un ricovero blindato a pochi passi dalla linea delle trincee, “ dove, “Gli austriaci sono ad una quindicina di metri non più!” La famiglia, sempre molto unita cerca in qualche modo d’aiutare il ragazzo per cercargli magari qualche incarico nelle retrovie. L’operazione non riesce al meglio ed Enzo continua per mesi a servire sul Carso prima di finire sottotenente di fanteria ed aiutante del comando della 36a compagnia presidiaria. Durante la guerra scrive lettere bellissime dove racconta le proprie esperienze, ma soprattutto le proprie sensazioni, attaccandosi alle poche immagini naturali e campestri che ritrova nella natura carsica, per non lasciarsi avvincere dalla guerra. “Comincio un po’ a fare abitudine al rumore infernale e continuo dell’artiglieria, della fucileria e delle bombe. Un momento di silenzio è così raro che colpisce subito e mi fa persino avere velleità di contemplare fuggevolmente queste belle montagne ricche di faggi, di larici e di prati”. A volte le sensazioni prendono il sopravvento e la guerra sembra sparire, “Qua si comincia a sentire l’estate, da un paio di giorni l’odore delle abetine scaldate dal sole e delle svariatissime fantastiche fioriture fa trasalire! Si comincia a mangiare le fragole, ma non ancora i funghi né i lamponi. Ieri però ebbi il “coraggio” civile - e anche militare - di mangiare un tegamino di Vesce davanti ai visi esterrefatti dei miei colleghi!... Pori cadrini” Inviato in Francia al termine del conflitto nel corpo di spedizione italiano, invia lettere alla famiglia dove descrive la natura violentata dall’uomo nei luoghi testimoni delle grandi carneficine del fronte occidentale. Al termine del conflitto Enzo riprende gli studi e inizia ad insegnare a Firenze Chimica e collabora con l’istituto di geologia scrivendo vari articoli e studi sugli argomenti più disparati. Lo stato d’inumanizzazione della guerra è superato dai due fratelli in modo completamente diverso, Mario ne diventa un alfiere e ne evade elevandosi “letteralmente” dal cam-

Mario Fucini

Enzo Fucini po di battaglia, Enzo si aggrappa agli elementi naturali che lo circondano, e riesce, come dice lui stesso ad “immunizzarsi contro un male che dura e che è diventato sempre più vasto per l’umanità. Da questa tempra, cui ho dato luogo, frutterà poi certamente del bene; sarò più forte nei miei sentimenti e nei miei pensieri.”


EMPORIUM_Fatti e persone

Una Vittoria di Carla Cavicchini cavicchini.press@gmail.com

“F

accio un mestiere che richiede una grande disciplina ed io ce la metto tutta. Lavoro per passione e non mi va proprio d’essere ipocrita: i soldi il successo, il pubblico che ti segue, sono cose che ti fanno piacere, è innegabile, quindi vado avanti per la mia strada credendo fermamente in quello che faccio: l’attrice!” Che tipa questa Puccini, bella, brava, decisamente determinata nella sua professione. Una donna che lavora molto, tanto che la ricordiamo piacevolmente nelle varie mini serie televisive quali la Baronessa di Carini, Anna Karenina, Violetta qual lavoro tratto liberamente dall’opera di Verdi de La Traviata, e poi ancora nel film Baciami ancora, Tutta colpa di Freud, ed ancora altamente incisiva nello spettacolo teatrale La gatta sul tetto che scotta. Non è lontana l’interpretazione televisiva su Oria-

na Fallaci in cui racconta che si è documentata molto leggendo i suoi libri, attingendo persino alle varie fonti per impersonare una figura non certamente facile, contradditoria, controversa, ma anche fragile e molto sensibile. “Secondo me molto istintiva e fortemente indipendente. In merito ci sono stati pareri contrastanti, applausi e critiche: meglio queste che l’indifferenza!” Quando interpretasti Le ragazze di San Frediano... Chiaramente fui molto contenta, la bellezza degli attori è affrontare tutto, ruoli, situazioni, ripetere le stesse cose annoia, uccide il nostro mestiere...la cosa stimolante rimane la sfida e...certo che girare nel luogo natio, regala un emozione non indifferente dando un valore aggiunto a ciò che faccio poiché il legame è molto forte. Siamo dei girovaghi... quindi.” Tuttavia la consacrazione la ottenesti

EUROSPURGHI nasce nel 2002 dall’esigenza di dare un servizio all’avanguardia, nel rispetto dell’ambiente, operando non solo nei comuni di Empoli e Vinci ma anche in tutto il territorio circostante, per quanto concerne il servizio di vuotatura pozzi neri, stasatura delle tubazioni di ogni tipologia o dimensione, pulitura pozzetti acquai, avvalendosi di una attrezzatura di videocamera per localizzare problematiche reali interne alle strutture da stasare.

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con “Elisa di Rivombrosa” vincendo pure il Telegatto quale personaggio femminile dell’anno. Chissà quante persone in tram, a far la spesa, dal parrucchiere, ti chiamavano Elisa... senz’altro ti eri ben immedesimata. Alza i bei occhi da gatta e... “Si, ovunque Elisa, Elisa, ...ma non mi ero immedesimata, è un lavoro, vivo questi momenti quando la professione lo chiede, dopo c’ è un distacco totale, non penso d’assomigliare più di tanto ai personaggi che porto in scena. La popolarità fu molto alta, anche se rimase una sopravvisione di nomi e non di anima. Ringrazio la regista Cinzia Th Torrini che, non lo nascondo, mi volle fortemente per il personaggio; senza di lei non lo avrei mai fatto. Mi scelse, decise e la cosa andò avanti. Le debbo tantissimo.” La tua bambina adesso è grandicella. “Sì, Elena è cresciuta, quando nacque presi una pausa per godermela

24 ore su 24 ore, ma anche quando ero impegnata ogni minuto libero era per lei, non mi risparmiavo proprio nonostante la stanchezza e la fatica fisica. Ero ripagata al massimo con una gioia incredibile addosso.” Attualmente sei serena, innamorata, cosa mi dici dell’amore finito con Alessandro Preziosi... “No, guarda, ti fermo subito scusa, della mia vita privata proprio non voglio parlarne.” Voi attori rispondete sempre così, ma è pur vero che siete dei personaggi pubblici. “Beh... esiste il gossip, la cronaca rosa, non posso farci niente, i fotografi esistono e mi fotograferanno sempre, ma prima d’essere un personaggio pubblico, sono un essere umano con diritto del privato. Talvolta posso parlare di certe cose, talvolta le cose debbono rimanere solo mie, sennò che mi rimane? Niente! Se debbo condividere tutto con tutto il mondo... no, bisogna mantenere la propria dimensione per salvare il nostro equilibrio personale.” E’ tanto facile sorridere e parlare... “No, non basta sorridere, è giusto rispettare il proprio pensiero nel rispetto reciproco. Capisco, la curiosità, è normale che ci sia, però... io sono così!” Gatta d’occhi e di carattere!

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a cura di Silvano Salvado ri EMPORIUMcultura

Ferruccio Busoni e Umberto Boccioni

C

osì scrisse Ferruccio Busoni ad Arnold Schönberg il 24 novembre 1916, dopo aver pubblicato un ricordo dell’amico Boccioni morto durante il servizio militare: “Ho scritto un piccolo feuilleton sulla morte di un eccellente pittore [Umberto Boccioni] avvenuta durante il servizio militare; non è uno scritto pacifista, ma un accenno succinto; l’arte vi è contrapposta alla guerra. Ha avuto una certa eco, come si può dedurre dal fatto che qualcosa ne è arrivato alle Sue orecchie. [...] È il momento di nutrire fiducia e speranza e di lavorare in vista della pace, affinché non ci sorprenda prima che abbiamo compiuto qualcosa nel campo che ci compete. Questa sarà la nostra più bella vittoria, se potremo contrapporre alla distruzione altrui i prodotti della nostra creazione! Quel che è durevole contro quel che va in rovina. Ognuno faccia ciò che meglio sa fare; attingere da se stessi tutto quello che si può, deve rimanere il vero adempimento della vita”. Forse è un’illusione avere tanta fiducia che la creatività sia l’antidoto alla guerra, ma è un’illusione di cui, in questi tempi di massacri, dobbiamo continuare ad alimentarci per vivere. Là dove la creatività è morta a causa di immutabili verità dogmatiche foriere solo di morte, è morta pure l’umanità che ci contraddistingue. Erano passati neppure due mesi da quando a Pallanza sul lago Maggiore il più grande pittore del nostro Novecento aveva fatto

gl i ap pu nt am en ti

di ap ri le

07/04/2016 - 21:00 - Teatro Shalom BARBERSHOP SQUARTET quartetto vocale Marco Bandino, Davide Margiocco, Alberto Puccini, Tomaso Valseri 18/04/2016 - 21:00 Palazzo delle Esposizioni ORCHESTRA DELLA TOSCANA Gaetano D’Espinosa, direttore Emmanuel Rossfelder, chitarra Michele Marasco, flauto

al Maestro “un ritratto-paesaggio risultato di un prodigioso complesso, plastico-pittorico-musicale”, come ci testimonia il futurista Cangiullo nel cinquantesimo anniversario della morte del pittore. Il dipinto si trova oggi alla Galleria d’Are Moderna di Roma. Quest’anno siamo al centesimo anniversario della morte di Boccioni ed una grande mostra a Milano lo ricorda. Empoli avrebbe dovuto esser presente in quelle celebrazioni, perché Ferruccio Busoni acquistò nel 1912 la più importante opera del pittore: “La città che sale”, che poi il figlio Rafaello vendette, una volta in America, al MoMa di New York nel 1951. Boccioni fece anche tre ritratti di Gherda e tre paesaggi sempre nella collezione di Busoni, il quale già aveva comprato “Il Lutto”. Ricorda ancora Cangiullo: “Il pittore fu ospite del maestro per tutta la durata del dipinto; e il maestro realmente collaborò, nel senso che più di una volta fu pregato dal suo ospite di suonare prima di posare. Nel ritratto in esame, dalle pennellate cromatiche, vi sono accordi dissonanti sensibilissimi, dei pedali di tonica e di dominante, dei glissandi che si direbbero affidati a un’arpa colorata, e mordenti, impasti, bravura, virtuosismo di tavolozza orchestrale, fanno pensare al più tipico Ravel tradotto in pittura. E può sonoramente apparire anche Liszt; mentre dal verde lontano non è improbabile ti giunga l’eco di una canzone di Weber, che sarà aggredita alle spalle dal negro selvaggio sincopato della tromba di Armstrong.

Giovedì 28 aprile, ore 10,00 Venerdì 29 aprile, ore 21,00 LA FIABA DELLA PRINCIPESSA TURANDOT Produzione Giallo Mare Minimal Teatro Drammaturgia Renzo Boldrini Drammaturgia musicale Claudio Proietti Luci e scene Lucio Diana Immagini multimediali Ines Cattabriga Interpreti Tommaso Taddei e Carlo Savador *Concerto a pagamento fuori abbonamento

per info: www.centrobusoni.org

Umberto Boccioni: Particolare del ritratto di Busoni, 1916 È il ritratto di un musicista dipinto in musica dunque? Sì. Ed è veramente allucinante; può suggestionare a tal segno da farti addirittura ascoltare un concerto di Busoni, se lo hai più d’una volta sentito. A me ha dato questa sensazione. Povero Umberto. Lo vedo ancora stupefatto: Prima suonava lui - mi diceva - con le dita che non erano dita. E poi dipingevo io con i pennelli che non

erano più pennelli e anche con le dita, che andavano per conto loro... Io non so come sia saltato fuori quel ritratto, che tra le altre cose è somigliante, dipinto in uno stato d’animo di chi è completamente fuori dalla realtà...” Le opere di Boccioni possedute da Busoni saranno oggetto di una mostra al Circolo Arti Figurative nel corso di questo anno di celebrazioni busoniane a Empoli.

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I colori per le camere di bambini e ragazzi Quando si parla di colori per la cameretta di bambini o ragazzi devi tenere presente che è possibile colorare pareti e arredi ma ci sono anche gli accessori che contribuiscono a vivacizzare l’ambiente e come in una ricetta di cucina il risultato migliore si ha utilizzando nel modo corretto tutti gli ingredienti.

Le Pareti:

Per i ragazzi puoi usare colori decisi mentre le tinte pastello sono più indicate per i bambini ma sempre con colri accesi tipo giallo arancio e verde che sono i più neutri, evita il banalissimo rosa per le femminuccie e celeste per i maschietti, te lo sconsiglio nelle pareti preferiscilo negli accessori, quando crescono i ragazzi li considerano colori infantili. Per i più piccoli molto graziose e pratiche da pulire sono le carte da parati.

Gli Arredi:

Generalmente sono disponibili in una vasta gamma di tonalità in modo da assecondare i gusti e gli abbinamenti alle pareti, sempre consigliati arancio giallo e verde per i più piccoli mentre per ragazzi un pò più grandi puoi usare anche blu o rosso e con parsimonia il nero o i colori scuri.

iscono I colori influ oi figli, ei tu sull’umore d a e magari ur sceglili coenrecproprio a loro. falli scegli

A seconda delle mode del momento hai a disposizione i colori di tendenza o le finiture shabby e vintage. I legni come l’olmo e il rovere nelle varianti chiare esaltano i colori accesi mentre se li scegli nelle tonalità più scure vanno abinate a colori chiari e neutri.

Accessori:

Copriletti cuscini e tendaggi contribuiscono a colorare la stanza con il vantaggio che li sostituisci facilmente contribuento a personalizzare l’ambiente con quel tocco in più. Non trascurare i tappeti che oltre al colore permettono ai più piccoli di giocare a terra e le lampade che esaltano la resa cromatica dei colori. I colori freddi, blu, azzurro, verde, viola, lilla sono adatti al rilassamento. I colori caldi, giallo, arancio, rosso sono colori energici che danno vitalità.

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Cosa significa essere mamma oggi:

L

a scelta di questo argomento deriva dalle numerose richieste pervenute sul tema della maternità. La nascita di un figlio rappresenta nell’immaginario collettivo un evento gioioso e diventare mamma viene considerata per una donna la sua “naturale conseguenza istintiva”. Questo retroterra culturale trasmette la richiesta implicita di essere all’altezza di ricoprire il ruolo di madre, ostacolando nella neo-mamma l’ammissione di vissuti aggressivi e sentimenti di tristezza senza essere invasa dai sensi di colpa o dalla sensazione di essere una “cattiva madre”. Il timore di commettere errori appartiene ad ogni madre attenta che spesso però non conosce alcuni presupposti fondamentali: il primo è che sicuremente sbaglieremo nell’essere genitori, il secondo è che difficilmente un errore è

irrimediabile, il terzo è che non è mai troppo tardi per modificare la situazione. È certo che non esista un genitore perfetto e che il bimbo non abbia bisogno di una mamma infallibile, ma di una che nonostante i suoi dubbi, i suoi errori, i suoi vissuti ambivalenti ami il proprio figlio, sappia darsi il tempo per riconoscerne i bisogni, sia presente e gli trasmetta sicurezza e amore. Il famoso pediatra e psicoanalista Winnicott, introdusse il concetto di “Madre sufficientemente buona” a sostegno della tesi che non esite e non è necessaria una madre perfetta, che oltretutto al confronto col figlio, non farebbe altro che ricordargli costantemente la propria imperfezione. Inoltre ricordiamoci che i bambini apprendono per imitazione, se noi genitori ci possiamo permettere di sbagliare e di perdonarci, se lo potranno permettere anche i nostri figli senza mettere in discussione il loro valore. E quale messaggio migliore potremmo trasmettere a nostro figlio se non questo?! Un altro aspetto fondamentale legato al tema della maternità nella società odierna, è la mancanza di quella rete sociale di sostegno che nelle precedenti generazioni veniva rappresentata dalle “donne di casa”. La neo-mamma si ritrova quindi sola1 ad affrontare i cambiamenti,

l’angolo della psicologa

CARNIVAL

Dott. ssa

Alessia Corradini Psicologa Psicoterapeuta Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana n. 4152

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1 I ruoli del babbo e dei nonni sono fondamentali, ma nella società moderna la possibilità di averli vicini è rara, spesso per impegni lavorativi

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le difficoltà e la gestione dei molteplici ruoli che riveste (quello di madre, di partner, amica, figlia2, lavoratrice...). La nascita di un figlio comporta quindi una riorganizzazione di quei ruoli oltre a quella dei tempi e degli spazi. È inutile negare che un figlio turbi l’equilibrio di coppia, anche perchè questa rottura è propedeutica all’inclusione del bambino nel nuovo nucleo familiare e alla ridefinizione dei rapporti tra i suoi componenti. Nonostante i molteplici manuali possiamo quindi concludere che non esistono regole uguali per tutti per essere “buoni genitori”: ogni madre, ogni figlio ed ogni relazione madre-figlio è a sè stante, ma una cosa che sappiamo è che la serenità del bimbo è legata a quella della madre. Non sentitevi in colpa perciò di prendervi i propri spazi o di dedicare attenzione al vostro partner o alla forma fisica o ad un hobby... Tutto quello che vi aiuta a stare bene, porterà giovamento al figlio ed alla nuova famiglia. Si può essere Madre e Donna contemporaneamente. 2 Anche il rapporto con i propi genitori si modifica e a volte ricade in vecchie dinamiche irrisolte.

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EMPORIUM_BENESSERE • a cura della dr.ssa Susanna Agnello

Dr.ssa Susanna Agnello Biologa nutrizionista – Dietista Sp. Scienze della nutrizione umana Master inerente la nutrizione sportiva Master in disturbi psicogeni della nutrizione in età evolutiva agnellosusanna@gmail.com

AGonfiore addominale, stipsi, cattiva digestione, stanchezza cronica? Potrebbe trattarsi di

Gluten Sensitivity L

a Gluten Sensitivity (o sensibilità al glutine) è una nuova condizione che si sta rivelando sempre più frequente, circa 6 volte più della celiachia. Rappresenta una condizione per la quale quando ingeriamo il glutine, pur non avendo una predisposizione genetica come avviene per la malattia celiaca, manifestiamo alcuni sintomi di avversione. Si tratta di sintomi non solo gastrointestinali (tipo gonfiore addominale, meteorismo, stipsi, diarrea), ma in alcuni casi si parla anche di stanchezza cronica, psoriasi, cefalea, anemia ed addirittura depressione. Molti di noi possono lamentare uno di questi sintomi che, anche se apparentemente banali, incidono fortemente sul nostro benessere quotidiano e sulla qualità della nostra vita. E perché allora non provare con un test di esclusione? La Gluten Sensitivity infatti, per essere accertata, non necessita di alcun test invasivo né di esami che richiedono lunghe file dal medico o in ospedale.

Il metodo ad oggi utilizzato per ipotizzare la presenza di questa condizione di sensibilità richiede solo un’attenta esclusione del glutine della dieta ed una conseguente valutazione dell’andamento dei sintomi. È comunque in ogni caso buona norma effettuare una previa esclusione del malattia celiaca tramite la valutazione degli anticorpi specifici per la Celiachia e dell’allergia al grano. Affidarsi ad un professionista esperto (medico-dietista o biologo nutrizionista) risulta in questo caso necessario per valutare la presenza di questa condizione: l’esclusione del glutine dalla dieta, pur non essendo questo un nutriente per noi indispensabile, non prescinde comunque da una dieta bilanciata e varia che limiti il rischio di carenza nutrizionali e di variazioni importanti del peso corporeo. Il glutine infatti è presente in moltissimi alimenti di uso quotidiano come pasta, pane, farro, biscotti, cracker, dolci, e molte preparazioni industriali, e spesso accade che questi gruppi di alimenti vengano

eliminati in modo drastico, incorrendo in regimi alimentari sbilanciati e fortemente ipocalorici. Un nutrizionista competente si preoccuperà non solo di indirizzarci all’esclusione del glutine dalla dieta, ma anche di indicarci come sostituire gli alimenti di tutti i giorni nel modo corretto, mantenendo la nostra dieta varia ed equilibrata. Compito del nutrizionista sarà inoltre quello di valutare l’andamento dei sintomi e del benessere individuale. Una volta affermata la presenza di sensibilità al glutine, il mantenimento di una dieta senza glutine sarà da valutare in base alla tipologia di sintomi ed a ciascun soggetto, ma sarà in ogni caso importante proseguire con un regime alimentare corretto e assai variato che includa spesso durante la settimana alimenti naturalmente privi di glutine, come il riso, la polenta, la quinoa ed altri pseudo cereali, i legumi, la frutta secca, carni, pesci e uova, frutta e verdura fresche e di stagione.

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La depressione Ovvero quando la tristezza diventa malattia

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rima di tutto buona Primavera a tutti voi! Finalmente le ore di luce (complice anche l’ora legale) durano di più di quelle di buio, facilitando il nostro benessere, sia fisico che mentale. Questo mese ho deciso di parlarvi proprio di quest’ultimo, ovvero del benessere mentale. Nei mesi di Febbraio e di Marzo l’associazione culturale che presiedo ha organizzato un miniciclo di incontri dal titolo “La Salute Mentale al Centro” tenuti dalla Dr.ssa Maria Luisa Borgioli, medico psicoterapeuta specialista in psicologia clinica. Uno di questi incontri verteva sulla depressione, e la dottoressa ha cercato di spiegarci appunto quando la tristezza, emozione non patologica, diventa appunto una vera e propria malattia. Prima di tutto diciamo che la tristezza è una emozione, quindi un insieme complesso di reazioni che mettiamo in atto come risposta a stimoli che ci arrivano dal

mondo esterno, come un lutto,la perdita del lavoro, etc. etc. Quando la tristezza pervade tutto il tempo della la nostra vita, indipendentemente dagli stimoli esterni, ed è così intensa da “bloccarci” in un momento statico, privandoci della visione del futuro e della capacità di proiettarci in esso, allora possiamo parlare di depressione. Una delle definizioni più calzanti è quella di Carl Gustav Jung : “La depressione è una signora in nero, quando appare non bisogna scacciarla ma invitarla alla nostra

L’angolo di IppocratE

Il Dr. Iacopo Periti esercita la professione di Medico di Famiglia a Empoli. Perfezionato in Fitoterapia Clinica presso l’Università degli Studi di Firenze con il Professor Fabio Firenzuoli. Presidente dell’Associazione Culturale di divulgazione scientifica Atrikè

tavola per ascoltare cosa ci dice”. Quindi da questa definizione emerge l’aspetto più importante. Far finta di niente è sbagliato, dobbiamo ascoltare le nostre emozioni, perchè ciò che non affrontiamo non sparisce, ma può solo peggiorare. Pensate che sembra che soltanto una persona su quattro di chi soffre di depressione si rivolga a professionisti qualificati...questo perchè è ancora radicato il concetto del “posso farcela da solo”. E io vi chiedo: se aveste la bronchite, vi direste posso farcela da solo oppure vi rivolgereste al vostro medico di fiducia? Vediamo ora quali sono i siontomi principali della depressione, senza entrare nello specifico delle varie forme. 1-umore depresso o irritabile 2-ridotto interesse o piacere in attività prima interessanti 3-riduzione (aumento) dell’appetito e/o del peso corporeo 4-disturbo del sonno (riduzione, aumento, inversione, ecc.)

5-agitazione o rallentamento psicomotorio visibile 6-faticabilità, perdita di energia 7-sentimenti di indegnità o colpa 8-difficoltà di concentrazione, pensiero, decisione 9-pensieri di morte ricorrenti, ideazione suicidaria E’ possibile uscirne? Sicuramente, e le possibilità terapeutiche sono molteplici. Il primo passo è rivolgersi al proprio medico di fiducia, che vi indirizzerà nel percorso per voi più appropriato,sia esso farmacologico o psicologico, oppure entrambi. Non abbiate paura a prendere psicofarmaci, se presi sotto controllo medico non creano problemi. E soprattutto non pensiate che “dallo psicologo ci vanno i matti”. La sofferenza psicologica ha la stessa identica dignità di quella fisica. Ricordate sempre che noi non siamo un corpo O una mente, ma un corpo E una mente, legati indissolubilmente.

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Premio Albano Aramini i vincitori nella cerimonia a La Perla di Empoli. Una sezione del premio dedicata ad Antonio Bassi GIOIELLI - OROLOGI - ARGENTI

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a 20a edizione del premio ‘Una città per lo sport’ – Albano Aramini è stata ancora una volta una festa per il mondo sportivo di Empoli. Un cinema ‘La Perla’ praticamente pieno ha accolto le associazioni e gli atleti premiati. Una serata dalle tante emozioni, quella di lunedì 14 marzo, che ha visto anche il ricordo del giornalista Antonio Bassi, a cui è stata intitolata una nuova sezione dedicata al giornalismo sportivo. La serata è stata presentata da Alessandro Lippi. Tanti i presenti, dal sindaco di Empoli Brenda Barnini, agli assessori allo sport Fabrizio Biuzzi e Serena Buti, dei Comuni di Empoli e Cerreto Guidi, immancabile la presenza gradita e significativa anche dell’ex assessore allo sport Sauro Cappelli. «Aver spostato la cerimonia dal Cenacolo degli Agostiniani - commenta Brenda Barnini - al grande Cinema La Perla per la seconda volta significa che da parte dell’amministrazione comunale c’è il desiderio di condividere col maggior numero possibile di persone questo evento a cui teniamo particolarmente. Il premio, che abbiamo raccolto dalle precedenti amministrazioni, è un momento bellissimo per Empoli e si fa testimone del lavoro di tantissime persone che, per lo più volontariamente, si impegnano a livello

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soliDarieta’

a squadra dei Campioni del Cuore ‘contro’ la Nazionale Cantanti per una giornata all’insegna dello sport, ma soprattutto della vera solidarietà. Obiettivo portare più pubblico possibile allo stadio comunale ‘Carlo Castellani’ in occasione della partita “Metti in Campo il Cuore”, organizzata dal Movimento Shalom, in collaborazione con la Nazionale Cantanti, che si giocherà allo stadio comunale di Empoli ‘Carlo Castellani’, sabato 23 aprile 2016, a partire dalle 20.45. Artisti, cantanti, calciatori ed ex calciatori, tutti insieme per raccogliere fondi, anche grazie ad alcuni sponsor sostenitori, che hanno deciso di raccogliere l’invito di Shalom mettendo in campo un unico cuore, pensando alle desolate regioni dell’Africa, ai bambini che vi abitano. Il ricavato della partita andrà a sostenere scuole, sanità, pozzi di acqua potabile e alimentazione, progetti già seguiti da vicino dal Movimento. 18 | EMPORIUMaprile2016 18 | EMPORIUMaprile2016

sociale nello sport. Mi piace sottolineare come i riconoscimenti quest’anno siano andati alle varie sfaccettature dello sport locale, in tutte le sue dimensioni, a tutti i livelli e coinvolgendo varie generazioni. Lo sport è agonismo, e il premio va ad atleti che hanno vinto nel loro sport, ma la commissione ha deciso di riconoscere l’impegno anche di associazioni che si occupano di sociale e di sicurezza negli impianti sportivi. Inoltre vorrei menzionare una classifica che Eugenio Giani ha ricordato alla presentazione della corsa ciclistica Firenze-Empoli in Palazzo Vecchio. Vale a dire che la Città di Firenze, compresa tutta l’area della Città metropolitana e quindi anche Empoli e il suo comprensorio, rappresentano secondo uno studio pubblicato dal Sole 24 ore la città più sportiva d’Italia. Anche noi contribuiamo con tutte le nostre società, a partire da quella più professionistica a quella più amatoriale. Per questo, in questa occasione, che arriva al termine di mesi di discussione sullo stadio ‘Castellani’, credo che sarà importante che l’Empoli FC (rappresentato in sala da Rebecca Corsi ndr.), insieme all’amministrazione comunale, sappia tener conto, in questa grande operazione, di tutto lo sport empolese, a ogni livello. Solo così la città potrà essere unita nel nome dello sport». I VINCITORI – I vincitori di tutte le sezioni. Prima sezione, per i risultati migliori raggiunti a livello promozionale, assegnata alle realtà che hanno realizzato corsi e incontri per l’utilizzo del DAE (Defibrillatore Automatico Esterno), fra gli operatori delle associazioni sportive, coinvolgendo decine e decine di persone: hanno ricevuto il premio il 118 dell’Asl di Empoli con il medico Giada Ceccatelli, la Uisp Empoli Valdelsa col presidente Alessandro Scali, la Misericordia di Empoli con il Governatore Pier Luigi Ciari e le Pubbliche Assistenze Riunite con la presidente Eleonora Gallerini. Seconda sezione, società sportiva che ha conseguito il miglior risultato a livello agonistico: Wallers Empoli, squadra di TchouckBall vincitrice della Coppa Italia di Serie B 2015, hanno ricevuto il premio Fausto Berni e Fausto Maglia, con tutta la squadra, da parte del cavaliere Dario Del Sordo. Terza sezione, atleta che ha conseguito il miglior risultato a livello agonistico: Matteo Natali, ciclista 21enne, empolese, della Mastromarco Sensi Dover, vincitore sul traguardo di Piazza Matteotti del 37° Gran Premio Città di Empoli per élite under 23. Premiato da tutta la Commissione ciclismo del Comune di Empoli. Quarta sezione, personaggio empolese che per meriti sportivi ha contribuito a divulgare l’im-

magine della Città: Sebastiano Manetti, cestista empolese, classe ’94, cresciuto nella nostra Use Basket, oggi gioca in Serie A2 nel L’OraSì Ravenna Basket. Accompagnato dal direttore generale di OraSì Ravenna Mauro Montini, Sebastiano è stato premiato dall’assessore allo sport del Comune di Empoli Fabrizio Biuzzi, a sua volta omaggiato con una divisa di OraSì Ravenna debitamente personalizzata. Quinta sezione, per la promozione dello sport a livello sociale: Progetto Calcio Sociale di Avane, una nuova tipologia di calcio: aperta a tutti e basata su regole volutamente reinterpretate e fuori dalla logica comune e dallo straordinario impatto sociale. Il responsabile del progetto Yuri Stabile e tutti i ragazzi sono stati premiati dal sindaco Brenda Barnini. Spazio anche alle menzioni speciali: a Enea Maestrelli, pilota di elicotteri radiocomandati del Gae Empoli, che ai campionati del mondo 2015 in Austria, nella nazionale juniores italiana, ha conquistato il terzo posto individuale nella specialità ‘figure di precisione’, premiato dal presidente della sua società Vincenzo Vittori; e a Giulio Giannelli, per lui un premio alla carriera visto che, a 86 anni, corre ancora a livello agonistico nella Podistica Empolese, premiato dal presidente della podistica empolese Niccolò Zeppi. Altra novità, voluta dall’amministrazione comunale, in accordo con la Commissione che assegna il premio è stata l’istituzione di una sesta sezione, che si propone di premiare il giornalista che ha raccontato lo sport empolese nel modo più significativo durante l’anno attraverso qualsiasi media e qualsiasi linguaggio d’informazione. Su proposta del Comune di Empoli, la Commissione ha accolto all’unanimità l’idea di intitolare questa sezione del premio al giornalista empolese che ha caratterizzato un pezzo di storia della città: Antonio Bassi. A lui e alla sua memoria è andata la prima edizione del riconoscimento: lo hanno ricevuto i cugini Gabrielle e Giovanni Bertelli, dai giornalisti Giacomo Cioni, Marco Mainardi e Gigi Paoli che con Antonio hanno lavorato per anni. La famiglia di Bassi ha ringraziato per le parole espresse verso il loro caro: «Veri sentimenti di amicizia e di stima per l’uomo e il giornalista che è stato. Sicuramente ieri Antonio era lì con tutti noi e ha apprezzato il suo momento di gloria. Tutti noi cugini di Antonio abbiamo deciso che la sua targa sarà posta sulla sua tomba nel cimitero di Ponte a Elsa». Fonte: Comune di Empoli


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