Chiesa Insieme - Luglio/agosto 2017

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N. 7 - LUGLIO-AGOSTO 2017 - ANNO XXXV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983

LITURGIA COME VITA


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Chiesa Insieme

luglio/agosto 2017

Editoriale

SOMMARIO

Editoriale del vescovo

Liturgia come vita - pag. 2

Focus

Cardinale Cardozo in Assisi - pag. 3

Primo piano Parrocchia fase “B” pag. 4-5

Celebrazioni

Ordinazione sacerdotale pag.6

Famiglie del Vangelo

Incontro con le focolarine- pag.7

Itinerari francescani

San Damiano- pag.8-9

Parrocchie

Cannara / Sterpeto - pag.10

News

Capitolo provinciale ofm Un libro su don Milani pag. 11

Appuntamenti

Agosto 2017 - pag.15

LA PAROLA DEL VESCOVO

Liturgia come vita Nel cammino della nostra Chiesa parti-

colare, sullo sfondo di una storia millenaria, ma, più vicino a noi, nel solco di un progetto che si sta sviluppando da oltre dieci anni, dopo i ben sette anni dedicati alla Parola di Dio, dopo la Visita Pastorale e il Sinodo, è giunto il tempo di realizzare il già programmato triennio della liturgia. La Parola di Dio, a cui ci siamo fortemente ispirati negli anni scorsi, non è gettata alle spalle: tutt’altro! Resterà un cardine anche per il triennio liturgico. Ma l’occhio sosterà soprattutto sulla bellezza della preghiera della Chiesa: come comprenderla? come celebrarla, perché sia vita e non si riduca a fatto celebrativo? Cinquanta anni fa il Concilio Vaticano II ci consegnò, nella Sacrosanctum Concilium, un documento bellissimo e inaugurò la riforma della liturgia perché essa potesse meglio risplendere nei suoi connotati intimi e fosse meglio praticabile in questo nostro tempo. È stata da noi recepita la Sacrosanctum Concilium? Fino a che punto? Che cosa resta da fare?

Le indicazioni che ci daremo non vogliono essere un programma esaustivo. Sostanzialmente, riprenderemo quanto abbiamo stabilito nel Sinodo. Questo libro normativo, dal titolo che è tutto un programma – Tu sei la nostra gioia! – resta la nostra tabella di marcia. Come nei precedenti piani pastorali, ogni anno avrà il suo accento. Il primo anno è dedicato alla riscoperta della domenica, il giorno del Signore. Mi auguro un nuovo slancio pastorale. La preghiera, specie quella liturgica, è la forza della Chiesa. Con la pre-assemblea del 2324 giugno e poi con l’assemblea del 23 settembre metteremo insieme i nostri pensieri. È la sinodalità del reciproco ascolto. Poi vi darò, il 24 settembre, il piano pastorale: un progetto che ci interpella tutti. La grazia di Dio non mancherà. Ho fiducia che i frutti verranno. Intanto, per i mesi estivi, auguro a tutti un periodo di sana distensione. Buone vacanze! + Domenico, vescovo

Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%

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Focus

luglio/agosto 2017

Il cardinale Porras Cardozo in visita in città celebra la messa nel Santuario della Spogliazione

Da Assisi preghiere per il Venezuela Antonella Porzi

ASSISI – “Siamo vicini al popolo venezuelano che in questo periodo sta attraversando grandi fatiche, problemi e tensioni. In questo nuovo Santuario della Spogliazione che ha visto San Francesco spogliarsi di se per diventare fratello universale, uomo di pace sentiamo di stare nel luogo giusto per stare vicini nella preghiera al popolo venezuelano”. Lo ha dichiarato il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino durante la messa celebrata, sabato 10 giugno nel Santuario della Spogliazione, unitamente al cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida e ai vescovi membri della presidenza della Conferenza episcopale venezuelana. “Nella festa della Santissima Trinità – ha sottolineato monsignor Sorrentino durante l’omelia – ci giunge il messaggio della misericordia preveniente. Tendete alla perfezione, fatevi coraggio, vivete in pace e la pace del Signore sarà con voi e poi datevi il bacio santo”. Dopo questi accenni biblici il vescovo ha implorato l’unità dei fratelli. “Tra fratelli – si è soffermato il vescovo - dobbiamo imparare a darci il bacio santo che ci mette insieme, ci raccoglie, ci fa essere in grande unità anche se non ci conosciamo anche se viviamo a distanze separate da oceani, ma siamo l’unico corpo di Cristo e dunque ci diamo l’unico bacio santo che è l’essere uniti in Dio nella forza dello Spirito Santo. Questo messaggio lo vogliamo vivere profondamente e vogliamo dedicare anche il nostro proposito di rinnovamento di vita come un’implorazione che facciamo anche per i nostri fratelli del Venezuela perché trovino insieme a noi la pace e la gioia del Signore”. “San Francesco è un simbolo per il mondo” ha sottolineato il cardinale Porras che ha voluto pregare in particolare per la pace, l’incontro e la riconciliazione del popolo venezuelano. Prima della celebrazione il cardinale Porras Cardozo ha avuto un lungo colloquio con il vescovo Sorrentino e con alcune persone presenti tra cui Jean Carlos Gonzales, sua moglie e i loro tre figli, giunti in Assisi dopo

essere fuggiti dalla loro terra, il Venezuela. Il cardinale Baltazar Porras Cardozo e i suoi accompagnatori hanno descritto la grave situazione che sta colpendo il Venezuela. Il cardinale ha inoltre ricordato la sua visita avvenuta lo scorso 27 Aprile a Roma in occasione della partecipazione all’incontro del Forum internazionale dell’Azione Cattolica, nel quale ha incontrato in Vaticano, Papa Francesco e il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, per raccontare loro cosa sta accadendo nel suo Paese, le proteste che si verificano contro il governo di Nicolàs Maduro e la feroce repressione che ha provocato molte vittime, soprattutto tra i giovani. Monsignor Sorrentino, più volte ha ricordato i valori della Pace e come sia importante trovare al più presto una soluzione pacifica, senza armi. Al termine del colloquio è seguita la visita nei vari luoghi del Vescovado e nel Chiostro, luoghi di vita di San Francesco. 3

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Primo piano

Pre-assemblea diocesana, il vescovo illustra il prossimo triennio pastorale della liturgia

Parrocchia, è tempo della fase “B” La proposta di rete di Famiglie di Famigle al centro del progetto di rinnovamento diocesano ASSISI – Il percorso continua. Niente di nuovo nel cammino della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino che si mette alle spalle la celebrazione del Sinodo e il recepimento dei decreti del vescovo espressi nel libro “Tu sei la mia gioia” e apre un nuovo triennio dedicato alla liturgia, nella consapevolezza che il cammino iniziato sette anni fa con la visita pastorale di monsignor Domenico Sorrentino sta proseguendo sullo stesso tracciato. Lo ha ribadito a chiare lettere il vescovo in apertura della preassemblea diocesana venerdì 23 giugno a Santa Tecla di fronte ai delegati che hanno preso parte all’assise ristretta di due giorni. E se la strutturazione del triennio è stata imbastita dopo il confronto nel consiglio episcopale, in quello diocesano e presbiterale oltre che in altre situazioni di aggregazione l’ultima parola l’ha detta il vescovo in chiusura della due giorni riproponendo il nuovo modello delle piccole comunità parrocchiali. Innanzi tutto, per monsignor Sorrentino, bisogna “rimettere a fuoco il progetto sinodale che può portare grandi frutti. Rimettiamo con franchezza e con fiducia a quello che il Signore ci chiede, ognuno nel suo, ognuno con la sua responsabilità. Per capire dove siamo e dove stiamo andando, dobbiamo superare un modello che non

regge più e cioè la parrocchia preconciliare: una parrocchia – ha spiegato monsignor Sorrentino - che era una comunità sociale che coincideva con il territorio di residenza, nell’intreccio delle famiglie naturali e sacramentali che erano grandi famiglie, con il parroco che era il personaggio principale. Questo schema è passato, lasciamolo agli storici, perché non ha più senso, prima di tutto perché c’è stato il Concilio ma soprattutto perché siamo di fronte a quel famoso triangolo della crisi di cui vi ho già parlato: crisi valoriale, crisi delle relazioni e crisi della solidarietà”. Nella società liquida e globalizzata anche Gesù è uno che, nelle migliori delle ipotesi, sta tra i grandi uomini della storia. “Tanti giovani – ha sottolineato ancora monsignor Sorrentino - non ricevono nessuna indicazione di chi sia Gesù. Questa crisi valoriale poi fa corpo con quella delle relazioni e i nostri ragazzi sono sempre più soli, al massimo si ritrovano su Facebook o Whathapp. E allora a chi li andiamo a spiegare i segni della liturgia se la domenica c’è chi va a fare la spesa, sport e comunque non viene più in chiesa!? Però non dobbiamo rattristarci – ha tenuto a evidenziare il vescovo – perché a nostro vantaggio abbiamo la grazia e la forza del Vangelo. Ed anche se nel 2030 i

matrimoni religiosi finiranno e anche i preti nella nostra diocesi saranno ridotti all’osso questo non deve rattristarci ma è un grande slancio di cui Dio ci rende protagonisti”. Il vescovo ha infatti spiegato come dal modello della parrocchia fase A, quella basata sul modello clericale si sia passati al modello ministeriale-comunitario che vedeva il prete, non più solo, ma è coadiuvato dai laici. “E’ ormai tempo in cui ogni battezzato si assuma una sua responsabilità, il parroco non è più solo, i consigli funzionano, ci sono i movimenti e le aggregazioni. Questo tempo della fase A, è stato un tempo valido e di grazia che si


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Primo piano

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LAICI IN CAMPO

Dieci gruppi di lavoro per produrre

è sviluppato negli anni ’70 e negli anni ’80 quando la comunità teneva e c’era coesione sociale. In chiesa ritrovavamo i bambini, con i genitori, i nonni, gli zii. Ma da 25-30 anni è iniziata la fase B quella della crisi di valori e delle relazioni che coincide con la società mediatica che, però se porta segnali di negatività, grazie a Dio può portare anche tanto bene. Ci dobbiamo fare furbi, quante cose possono essere moltiplicate grazie a internet. In questo contesto siamo come dei naufraghi che non sanno nuotare e allora cosa possiamo fare? Lanciare una corda e una scialuppa per salvarci. La nostra proposta della rete di famiglie di famiglie, è una scialuppa, che ci mette insieme seguendo un percorso continuo. Quel triangolo della liturgia, catechesi e carità, lo dobbiamo trasformare in un quadrilatero in cui riportiamo la catechesi alla parola, la liturgia alla pre-

ghiera, la carità alla testimonianza e missione a cui aggiungiamo l’angolo della comunità familiare”. E’ dunque una proposta confortata da dati e reali preoccupazioni quello illustrata da monsignor Sorrentino che ha raccolto gli spunti dei vari gruppi di lavoro che tra venerdì e sabato avevano lavorato sulla base di una bozza di domande, predisposte e illustrate dal responsabile dell’ufficio liturgico don Antonio Borgo che, in premessa, ha sottolineato la possibilità di “distruggere quanto avanzato in cambio di altrettante proposte”. Nel suo intervento lo stesso Borgo ha messo in evidenza la necessità di “recuperare un metodo di Chiesa”. La liturgia è la sfida della fede di oggi; se qualcuno ancora pensa che liturgia è norma, regola, paramenti e comportamenti, non ha capito nulla; la liturgia – ha detto ancora – è Cristo con la sua potenza trasformatrice che prevede formazione ma parallelamente azione. E’ – ha concluso –il tempo incantato – che siamo chiamati a vivere”. Davvero appassionato l’intervento del vicario della pastorale don Jean Claude Azoumé che, citando diverse parti del libro del Sinodo, ha invitato i delegati diocesani a vivere con intensità quanto decretato dal Sinodo, facendo quel salto di qualità che ormai oggi la società impone anche alla Chiesa e ai sacerdoti. Un appello proprio ai fratelli presbiteri perché recepiscano e sappiano traghettare i fedeli verso questo rinnovato modo di essere comunità basata essenzialmente sulle piccole comunità.

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proposte e relazioni da sottoporre al vescovo affinché il triennio della liturgia sia partecipato, condiviso e coinvolgente. La prima questione sottoposta ai delegati della pre-assemblea diocesana che il vescovo ha rinominato “assemblea operativa” recita così:: 1) “Si avverte la necessità di una formazione liturgica?” Ovvero “è necessario un equilibrio tra approccio intellettivo e approccio emotivo alla liturgia. Il nostro celebrare oggi si colloca tra la solidità dei simboli liturgici e la liquidità della società odierna”. La seconda domanda chiedeva: 2) “Quale contributo può offrire alla celebrazione domenicale il progetto del rinnovamento pastorale delle parrocchie delle Comunità Maria Famiglie del Vangelo? Come incentivare l’impegno per la parrocchia dei movimenti e delle associazioni?”. 3) “Come riscoprire e proporre alcune delle sottoindicate dimensioni dell’Eucarestia domenicale?” Nello specifico: l’accoglienza dei fedeli alla porta della chiesa, il favorire un clima gioioso, caldo e familiare in seno all’assemblea, riscoprire la dimensione della lode e del ringraziamento, dare allo spazio liturgico e al tempo celebrativo un valore domestico, equilibrare armonicamente l’ascoltare (la parola di Dio) e il vedere (i segni), promuovere la partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia non come attivismo ma come espressione della dimensione spirituale e ministeriale. E infine: 5) Come entrare in dialogo con i diversi enti sociali (società sportive, associazioni, mondo del lavoro ecc.) affinché la domenica venga vissuta in tutte le sue dimensioni senza escludere la partecipazione alla celebrazione eucaristica? 3


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Celebrazioni

Il giovane diacono di origini africane ordinato sacerdote nella cattedrale di San Rufino

“L’Eccomi” di don Dieu Donnè Kasereka

Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI - Un applauso caloroso, forte e gioioso ha pervaso la cattedrale di San Rufino per un novello sacerdote don Dieu Donné Kasereka Taghunza che si è innestato con la radicalità profonda della sua vocazione nella famiglia presbiterale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, domenica 11 giugno alle 17, a conclusione della solenne ordinazione sacerdotale con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Un applauso che però valica i confini della chiesa locale e s i espande con il profumo della sequela in tutta

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Chiesa del mondo, quella che non ha confini, quella della missionarietà, quella che abbracciando il

dono di don Dieu Donné fa della sua consacrazione sacerdotale un evento di cielo e di terra. Lo ha puntualizzato il vescovo monsignor Sorrentino all’Eccomi di Dieu Donné che a rispondergli e ad accoglierlo nella sua persona di pastore è un “Noi” la “Chiesa”. Lo abbiamo sentito e percepito dal “calore e dal colore” con cui l’assemblea ha seguito accorata tutta la celebrazione, passo dopo passo, momento per momento: la grande famiglia del seminario, del clero diocesano, le autorità civili ed ecclesiastiche, la comunità benedettina dove è iniziata la sua chiamata, le parrocchie di san Michele Arcangelo a Bastia Umbra, della Madonna del Ponte a Passaggio di Bettona e di santa Maria Assunta a Bettona dove ha esercitato il suo ministero, la comunità congolese in Italia, il coro dei giovani e soprattutto i ritmi, le danze i suoni e i colori della liturgia africana che ha rinvigorito in noi quell’anelito a cui ci rimanda Papa Francesco di non lasciarci rubare la speranza, il sorriso e la missionarietà verso le periferie. Don Dieu Donné ha ringraziato tutti anche da parte dei suoi familiari non presenti e noi diciamo “Grazie” ai suoi genitori, generosi nel donare un figlio alla Chiesa, al prolungamento eternamente presente di quel momento culmine della vita di Cristo, della Liturgia, della vita personale di ogni cristiano, delle Parole-Evento di Cristo: “Fate questo in memoria di me”. Nel “fare questo in memoria di Lui” accompagniamo come Chiesa il nostro novello sacerdote, e tutti i preti, con la preghiera e il sostegno di fratelli in Cristo. 3


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Famiglie del Vangelo

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L’esperienza di vita in comune di mariella. Gavina, Tiziana e Marialuce da poco arrivate in Assisi

Le CMFV incontrano le “Focolarine” ASSISI - Le CMFV di Santa Maria degli Angeli, insieme a quella di Cannara, accompagnate da padre Stefano Albanesi, sono state ospitate dalle Focolarine da poco arrivate ad Assisi per un momento di preghiera e condivisione. Mariella, Gavina, Tiziana e Chiara Luce, questi i nomi delle quattro laiche che vivono nella piccola comunità. Lavorano, mettono in comune i loro beni e si impegnano a rendere presente Gesù secondo le parole della scrittura “Dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”(Mt 18,20) contribuendo a realizzare la Sua preghiera: “Che tutti siano uno” (Gv 17,21). Dopo la calorosa e sincera accoglienza, le parole di Chiara Lubich, in un filmato scelto e proiettato da loro stesse, hanno aperto il cuore dei presenti. La sua testimonianza, forte, chiara e convinta ha toccato tutte le sfaccettature di quella parola in cui si riassume il carisma del Movimento dei

Focolari: l’unità. L’unità prima di tutto come dono e grazia di Dio, per la quale ognuno di noi deve fare la sua parte. Ma come si costruisce l’unità? Attraverso l’amore che passa per la via obbligata dell’umiltà: tendere all’ultimo posto. Amare significa servire nella concretezza dei gesti e per farlo bene dobbiamo farci uno con gli altri. Farsi uno esige la morte di noi, ma questa morte è la vita, è Cristo che vive in noi. San Paolo dice «Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno» (1Cor 9,22). Se ci fa uno con l’altro, anche nella sua «debolezza», si sperimenterà l’infallibile metodo apostolico di Paolo: l’altro sarà conquistato! Farsi uno, uno con tutti; in tutto, per quanto è possibile, tranne nel peccato. Non poteva mancare anche un riferimento all’economia di comunione, proposta lanciata da Chiara Lubich ormai 25 anni fa agli imprenditori perché condividessero talenti, ricchezza e profitti per occuparsi direttamente di povertà. Dentro l’EdC c’è quindi l’intuizione che per ridurre la povertà e la diseguaglianza occorre riformare il capitalismo, e quindi la sua principale istituzione: l’impresa, che sempre più deve diventare capace di costruire il bene comune. Al termine del filmato Mariella, Gavina, Tiziana e Chiara Luce hanno dato testimonianza della propria esperienza all’interno del focolare, attraverso sfumature di vita concreta. Mariella per esempio ha raccontato che quando Gesù non è più al centro tra di loro

si sente anche dal tono della voce, da come si risponde alla sorella. Allora subito ci si ferma e Lo si riporta al centro, superando quei germi di divisione che si annidano dentro il nostro io. Oltre all’immancabile preghiera quotidiana, mensilmente si trovano insieme ad altri focolari in una giornata di ritiro. Alla domanda “Coordinati da quale sacerdote?” - hanno risposto “con in mezzo Gesù”. Se i sacerdoti sono presenti ne sono più che felici e quasi sempre ci sono, ma se per qualche motivo sono assenti questo non impedisce lo svolgimento della loro giornata di preghiera comunitaria. Una vera ricchezza la presenza del focolare a Santa Maria degli Angeli, dono che arricchisce tutti coloro che ne vengono a contatto. 3 Servizio per il rinnovamento delle parrocchie con le piccole comunità


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Iitnerari francescani

La Porziuncola sorgente Padre Francesco De Lazzari

Da quella notte di luglio del 1216,

la Porziuncola si è trasformata in sorgente di misericordia e perdono. Sono trascorsi 800 anni: quella sorgente ha dato origine a un fiume di misericordia e di perdono che hanno attraversato i secoli. Ancor oggi, fortemente attratti da questo luogo santo, siamo avvolti e attraversati dal perdono e dalla misericordia. Una piccola e umile Cappella, la Porziuncola, dedicata alla Madonna degli Angeli, è la terza chiesa riparata dalle mani ormai ruvide e callose di Francesco “nel terzo anno della sua conversione”. Se ne innamorò. Il brano del Vangelo della missione degli apostoli, spiegatogli da un povero prete “punto per punto”, gli aveva fatto comprendere la pienezza della volontà di Dio nella sua vita: annunziare la bella notizia, il Vangelo. Finalmente! Francesco comprende molto bene. “Esulta nello Spirito Santo, ed esclama: “Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore” (1Cel IX, 22; FF 356). Pur partecipando da anni alla Santa Messa, mai la Parola di Dio aveva trapassato e inciso così profondamente il cuore e la mente di Francesco. Se Francesco esultava nello Spirito Santo, anche lo Spirito Santo esultava in lui. Lo Spirito Santo, infatti, stava conducendo Francesco nei vari passi della sua vita: l’abbandono dei sogni di gloria a Spoleto, il bacio al lebbroso, il comando del Crocifisso di S. Damiano, il cammino di spogliazione, culminato con la rinuncia ad ogni bene terreno davanti al vescovo, il restauro di tre chiese. Francesco si lascia condurre. Quella Parola della missione degli apostoli lo segnò. Comprese la necessità di farsi discepolo della Parola per viverla, prima di annunziarla agli altri. Per questo “l’affidava ad una encomiabile memoria e si studiava di attuarla quanto prima”. Come Maria esulta davanti alla cugina Elisabetta, incinta di Giovanni Battista, così Francesco esulta nello Spirito Santo che ha fecondato il seme della Parola nel suo cuore. Per questo “non sopporta indugio alcuno nel mettere in pratica fedelmente quanto

ha sentito”. E così, dall’innamoramento della Porziuncola passa all’amore per la Porziuncola: la Parola ascoltata e spiegata lo ha reso gravido di essa. La Porziuncola diventa il grembo della Parola e il grembo di Maria dentro i quali si sviluppa in Francesco, fino al compimento, la vita evangelica e il fiat di Maria. Così San Bonaventura: “Nella chiesa della Vergine, Madre di Dio, dimorava, dunque, il suo servo Francesco e supplicava insistentemente con gemiti continui colei che concepì il Verbo pieno di grazia e di verità, perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della misericordia ottenne con i suoi meriti che egli stesso, Francesco, concepisse e partorisse lo spirito della verità evangelica” (LM III,1; FF 1051). L’incarnazione della Parola in Francesco illumina il suo passato e il suo presente, l’amarezza dei peccati commessi, la gioia della riscoperta di Dio. “Mentre un giorno, scrive S. Bonaventura, ritirato in un luogo solitario, piangeva ripensando con amarezza al suo passato, si sentì pervaso dalla gioia dello Spirito Santo, da cui ebbe l’assicurazione che gli erano stati pienamente rimessi tutti i peccati” (LM III, 6; FF 1057). Francesco ha già accolto i primi fratelli. La prima fraternità era nata dalla Parola di Dio. Egli sentiva la responsabilità di trasmetterla loro con la vita. Aveva fatto esperienza che la Parola era luce ai suoi passi, al suo cammino. Lo aveva accompagnato nell’intimo della sua coscienza: “Chi sei tu, dolcissimo Signore Iddio, chi sono io vilissimo vermine?”, si chiedeva. Ma il sentirsi” pervaso dalla gioia dello Spirito Santo” gli fa comprendere quanto questa gioia sia ben superiore a quella provata quando era re delle feste dei giovani di Assisi. La gioia del perdono non è paragonabile a nessun’altra gioia. La gioia che dà Dio è vita, riempie il cuore, fa entrare nella contemplazione di Dio. Il peccato riempì Francesco di amarezza, gli creava vuoto interiore, gli faceva gustare una breve effimera felicità. Lo lasciava più nella inquietudine che in pace. Non meravigliano le sue lacrime al ripensare con amarezza i suoi peccati. Meraviglia la gioia della presenza

dello Spirito Santo che rinnova in lui la grazia del Battesimo, gli ridona la bellezza della veste battesimale, gli fa sperimentare e vivere la comunione della e nella Trinità. Fa ancor meno meraviglia il colloquio di Francesco con il Signore la notte di luglio del 1216. Pur avendo indicazioni precedenti, quel colloquio è ben riportato nel diploma del vescovo Teobaldo. Per comprendere meglio quel colloquio e soprattutto la straordinaria richiesta di Francesco al Signore e la ancor più straordinaria e impensabile concessione dell’indulgenza ottenuta dal Signore, confermata poi da Papa Onorio III, è necessario entrare nel cuore di Francesco. Un cuore pacificato: gli erano stati rimessi tutti i suoi peccati. Ha gustato il Paradiso! Ha vissuto la dolcezza di un’anima abi-


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Itinerari francescani

di misericordia

tata da Dio. Chi ha queste esperienze non pensa più a sé stesso ma a Dio e ai fratelli. Entrando nel cuore di Francesco è facile capire e vivere il colloquio dal tono più che confidenziale, quasi presuntuoso, di Francesco con il Signore. Nella Porziuncola Francesco aveva sperimentato la potenza della misericordia di Dio, i suoi effetti, la propria trasformazione. Perché tutto questo non chiederlo anche per i suoi fratelli, redenti come lui dal Sangue di Cristo? Nella Porziuncola si era sentito accolto da Maria che gli ricordava le tenerezze, gli occhi, le carezze di sua madre, pia e devota, accogliente e affettuosa. Maria, sua nuova madre, madre di misericordia, gli ottiene grazie per i suoi meriti. Perché non ricorrere anche alla sua intercessione per ottenere per

i fratelli quello che egli stesso aveva ottenuto, gustato, ricevuto? Il dialogo di Francesco con il Signore, prima, e con il Papa poi si fondano sulla sua esperienza vissuta fino a quel momento. Dal dialogo riportato nel riquadro, si possono fare alcune considerazioni. Forte della sua esperienza, Francesco si presenta al Papa e, con grande semplicità, gli espone la richiesta. Lo fa non secondo le regole giuridiche e tradizionali ma come mandato dal Signore Gesù Cristo. Francesco libera l’indulgenza dall’offerta e va al cuore dell’Indulgenza. Conta un cuore pentito e conta l’aver riconosciuto i peccati, confessati e ottenuta l’assoluzione. Non chiede l’Indulgenza per un certo numero di anni. A Francesco interessano le anime. Nell’esperienza di essere perdonato non gli è stata chiesta un’offerta ma stava soffrendo per i suoi peccati. Dentro l’esperienza del dolore gli viene donata la gioia della redenzione dei peccati, la gioia di essere “liberato” dalla pena e dalla colpa. Francesco non pensa a sé ma ai suoi fratelli, e tra questi pensa ai più poveri, agli ammalati, a quanti non avevano la possibilità di recarsi a Roma, a Santiago di Compostela, ai Luoghi santi della Terra Santa. Pensa agli ultimi, a tutti. Nessuno escluso. Francesco non organizza un grande Santuario ma presenta al Papa la sua umile e povera Cappella della Porziuncola. Per lui il primo santuario da rendere bello è il cuore dell’uomo, una bellezza che solo Dio può dare e l’uomo ricevere. Il 2 agosto 1216 la Porziuncola viene consacrata da sette Vescovi dell’Umbria. Evento straordinario che ha trasformato la Porziuncola in una succursale del Paradiso. Dopo la celebrazione il cuore di Francesco esplode: “Fratelli miei, vi voglio mandare tutti in Paradiso”. Egli lo aveva sperimentato e seguitava a sperimentarlo nei lunghi tempi che trascorreva lì, nella Porziuncola, il luogo da lui più amato, dove aveva compreso la sua definitiva vocazione e missione, dove, avvolto dalle ruvide pietre della Porziuncola, si sentiva sicuro nel grembo della Madre di ogni bontà e misericordia. 3

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Francesco davanti al Papa P

“ adre santo, ho appena finito di restaurare per voi una chiesa a onore della Madre di Cristo. Supplico vostra Santità che l’arricchiate di un’indulgenza senza offerte di denaro”. Risponde il Papa: “Non è conveniente fare questo perché chi richiede una indulgenza, bisogna che la meriti dando una mano. Ma dimmi di quanti anni la vuoi e quanta indulgenza vi debba concedere”. E Santo Francesco replicò: “Santo Padre, la sua santità voglia dare non anni ma anime”. E il signor Papa riprese: “In che modo vuoi anime?”. Il beato Francesco dichiarò: “Santo padre, voglio, se piace a sua santità, che quanti verranno in questa chiesa confessati e pentiti e, come conveniente, assolti dal sacerdote, vengano liberati dalla pena e dalla colpa in cielo e in terra dal giorno del battesimo fino al giorno e all’ora della loro entrata nella suddetta chiesa”. Il signor Papa aggiunse: “E’ molto ciò che chiedi, Francesco, e non è consuetudine della Curia romana concedere simile indulgenza”. Allora il beato Francesco rispose: “Signore, non chiedo questo da parte mia, ma da parte di colui che mi ha mandato, il signore Gesù Cristo”. A questo punto il signor Papa all’istante concluse dicendo tre volte: “Mi piace che tu abbia questa indulgenza”. I Cardinali obiettarono: “Badate, signore, che se date costì tale indulgenza, distruggete quella oltremarina e verrà distrutta e considerata nulla l’indulgenza degli apostoli Pietro e Paolo”. Rispose il signor Papa: “L’abbiamo data e concessa; non possiamo e non è conveniente distruggere ciò che è stato fatto: ma la modificheremo in modo che sia limitata a un solo giorno”. Allora richiamò santo Francesco e gli disse: “Ecco che d’ora in poi concediamo che ognuno che verrà ed entrerà nella predetta chiesa confessato per bene e contrito, venga assolto dalla pena e dalla colpa. E vogliamo che questo valga ogni anno per un giorno solo, dai primi vespri inclusa la notte fino ai vespri del giorno successivo”. 3


Chiesa Insieme 10 luglio/agosto 2017

Parrocchie

cannara La scadenza è fissata per il 31 agosto; ecco dove visionare il bando e partecipare

Un concorso di idee per valorizzare Piandarca

ASSISI – Lunedì 29 maggio, presso la sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, è stata presentata un’importante iniziativa dedicata alla valorizzazione Piandarca, il luogo che fu teatro dell’episodio più poetico della vita di San Francesco d’Assisi. Si tratta di un concorso di idee rivolto agli artisti di tutto il mondo per la progettazione di una statua di San Francesco in bronzo e di un altare in pietra, da collocare in Piandarca. A lanciare il progetto: padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi; padre Enzo Fortunato, direttore sala Stampa; l’avvocato Fabrizio Gareggia, già sindaco di Cannara; il professore Ottaviano Turrioni, ministro della Fraternità Ofs di Cannara; don Francesco Fongo, parroco di Cannara. Ad ospitare l’evento, un luogo fortemente simbolico come il Sacro Convento di Assisi, perché lo spirito di Assisi e lo sguardo del Santo siano benauguranti per questa importantissima iniziativa che si propone di avere ampio respiro, coinvolgendo artisti di tutte le nazionalità e provenienze. Nonostante l’altissimo valore storico,

spirituale, culturale, la grande bellezza paesaggistica e il forte radicamento nel cuore popolare, Piandarca è nei secoli rimasta dimenticata, priva di un qualsiasi elemento fisico e tangibile a memoria di un evento così importante e di interesse universale. Il concorso di idee si pone a corollario di una serie di iniziative messe in campo dal comune di Cannara in sinergia con la parrocchia e con la fraternità Ofs, mirate a recuperare la preziosa eredità francescana custodita nella Terra di Cannara, con il forte sostegno del Sacro Convento. A partire da oggi, il bando sarà pub-

blicato sul sito web della parrocchia di Cannara www.chiesasanmatteo.it e rilanciato dai siti web della Basilica di San Francesco www.sanfrancescoassisi.org e della Rivista San Francesco www.sanfrancescopatronoditalia.it Per un’ampia diffusione mediatica, sarà poi linkato a cascata sui siti internet di: comune di Cannara, città di Assisi, diocesi di Assisi, Ofs Umbria, Accademia di Belle Arti di Perugia che hanno patrocinato l’iniziativa. Il termine di scadenza per la presentazione delle proposte progettuali è il 31 agosto 2017 alle 12. Nel mese di settembre le proposte saranno oggetto di valutazione da parte di una apposita commissione composta da rappresentanti di: parrocchia di Cannara, comune di Cannara, comune di Assisi, diocesi di Assisi, Ofs Umbria, Accademia delle Belle Arti di Perugia e da un rappresentante del Sacro Convento di Assisi. Il 4 Ottobre 2017, i progetti vincitori saranno premiati nell’ambito di una presentazione dedicata, prevista nel giorno della Festa di San Francesco.

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sterpeto Comunità in festa per il restauro della chiesa, rimasta chiusa da oltre due anni

Santa Maria Immacolata riapre le sue porte

ASSISI – Con Sterpeto può dirsi conclusa la ristrutturazione delle chiese danneggiate dal sisma del 1997 per quanto riguarda il territorio di Assisi. Rimasta chiusa dal gennaio del 2015, con una grande festa, nei giorni scorsi, la chiesa di Santa

Maria Immacolata è tornata di nuovo ad essere fruibile per la comunità. Un fragoroso suono di campane ha accompagnato la cerimonia di riapertura della chiesa. A benedire il rinnovato luogo di culto, varie autorità religiose e politiche della città, tra cui il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, il parroco don Franco Fasolini e il sindaco Stefania Proietti. Gli interventi eseguiti hanno riguardato la casa per l’abitazione del parroco e per le attività parrocchiali, la chiesa, il campanile e la casa della confraternita del SS Sacramento e SS Rosario. I lavori svolti sono stati finalizzati al miglioramento sismico dei fabbricati ed hanno interessato tutte le parti strutturali. La casa e la chiesa prima erano collegate tra di loro da murature in comune, che sono state eliminate e ricostruite in modo da rendere indipendenti i due fabbricati. Invece, nella casa sono sta-

ti rinforzati i solai e realizzati migliori collegamenti tra questi e le murature portanti. Sono stati, inoltre, riprogettati la scala e le divisioni interne. Nella chiesa sono state ampliate le fondazioni e rinforzate le murature; inserite le catene perimetrali e rifatta la zona dell’altare. Anche il campanile è stato migliorato con la realizzazione di ampliamenti nelle fondazioni, posizionati nuovi solai ed una scala per l’accesso alle campane. Sono stati, infine, consolidati i balconi e rivista la copertura. Anche la casa della confraternita presentava crolli evidenti nelle murature e nella copertura, pertanto sono state ampliate le fondazioni, consolidate le murature e rifatti i solai con legno e pianelle secondo la tradizione locale. Infine, su tutti i fabbricati sono stati rifatti gli impianti elettrico, idrico e termico.

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Chiesa Insieme

luglio/agosto 2017

News

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Gettate le fondamenta per un cammino comune, verso l’incontro con il Papa del 29 novembre

Capitolo generalissimo dei francescani in Umbria ASSISI – La bolla di papa Leone X “Ite vos”, del 29 maggio 1517, avrebbe dovuto ricomporre le divergenze ormai manifeste tra i frati Minori circa il modo di vivere, autenticamente, il carisma del Fondatore. Ne decretò, invece, la scissione in due rami (frati Minori della regolare Osservanza e frati Minori Conventuali) a cui un decennio più tardi si aggiunse un terzo ramo, quello dei frati Minori Cappuccini. Da allora ciascuno dei tre rami maschili ha portato avanti una propria tradizione, sempre più rafforzata nella differenziazione con gli altri frati, manifestando in alcuni frangenti mutuo sostegno e collaborazione, ma anche giungendo in alcune occasioni a qualche forma di scontro. Negli ultimi anni i figli di Francesco d’Assisi, in particolare quelli della terra umbra – dove il carisma è nato e regione alla quale guardano tutti i frati dell’ordine – hanno cominciato, con il caldo sostegno dei rispettivi Ministri generali, un cammino di riconciliazione per una testimonian-

za di comunione sempre più evidente, almeno quanto lo fu la separazione di cinque secoli fa. In questo itinerario di quattro anni, che ha già visto i Ministri generali donarsi reciproco perdono alla Porziuncola l’11 luglio 2016, una data significativa per questo processo, si è giunti, quest’anno, a celebrare insieme un Capitolo, perciò detto “generalissimo”, a partire da quell’altra data significativa del 29 maggio. Presso l’Oasi di San Francesco a Foligno, una rappresentanza di frati dell’unica Famiglia francescana,

Il libro di suor maria Rosaria Sorce, presentato in varie regioni

Da Assisi a Barbiana sulle tracce di don Milani

CAMPOBASSO - “Da Assisi a Barbiana: il sentiero di don Milani”. E’ il titolo del libro di suor Maria Rosaria Sorce, docente di religione all’istituto Alberghiero e figura molto attiva in diocesi, che è stato presentato dalla stessa autrice nel corso dell’incontro di formazione dei docenti sulla figura di don Milani a 50 anni dalla morte, tenutosi martedì 6 giugno

a Campobasso. Un tema sul quale suor Maria Rosaria sta sostenendo diversi meeting anche nelle Marche e in Toscana. Durante il convegno monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano ha trattato l’argomento: “Don Lorenzo Milani. Una Pastorale come scuola sociale e di cittadinanza”. L’incontro non ha inteso solo celebrare un educatore che ha segnato e continua a segnare l’importanza della scuola per la persona, ma ha voluto presentarlo nella pienezza di un modo di fare ed essere scuola valido per tutti i tempi e per ciascun settore scolastico.

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espressione della presenza in Umbria degli Ordini maschili francescani, si sono riuniti per quattro giorni, insieme ai Ministri generali, per concludere in Assisi in modo da “restituire”: ai frati, per rendere loro partecipi di quanto vissuto (ai Capitolari si è unita una rappresentanza proveniente dagli altri conventi), e al Signore, con la lode e il ringraziamento per l’opera che sta compiendo. Opera che sarà presentata anche al “Signor Papa” nell’incontro in programma il 29 novembre a Roma.

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MESSAGGIO DI PACE DELL’IMAM LAYACHI

ASSISI – Un bel messaggio di vicinanza è arrivato al vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino e al responsabile della commissione dello Spirito di Assisi padre Egidio Canil dall’Imam della Comunità islamica del Veneto Kamel Layachi che condanna con forza gli attentati terroristici di questi giorni e rilancia con fermezza il cammino intrapreso da cristiani e musulmani per la pace e che proprio qui in Assisi si sta percorrendo da anni. 3


Chiesa Insieme 12 luglio/agosto 2017

APPUNTAMENTI -

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Mar - 17.a Tempo Ordinario

2

Mer - 17.a Tempo Ordinario

3

Gio - 17.a Tempo Ordinario

4

Ven - 17.a Tempo Ordinario

5

Sab - 17.a Tempo Ordinario

6

Dom - 18.a Domenica Tempo Ordinario

7

Lun - 18.a Tempo Ordinario

8

Mar - 18.a Tempo Ordinario

9

Mer - 18.a Tempo Ordinario

agosto 2017

Festa del Perdono alla Porziuncola

10 Gio - 18.a Tempo Ordinario 11 Ven - 18.a Tempo Ordinario

Solennità di Santa Chiara

12 Sab - 18.a Tempo Ordinario

- Solennità di San Rufino patrono della diocesi e di Assisi. Ore 11.00 celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo a san Rufino. - Ore 21.00 concerto della cappella musicale di san Rufino

13 Dom - 19.a Domenica Tempo Ordinario

Chiostro di san Rufino, ore 17.30 - Anonima frottolisti: “passione di san Rufino”

14 Lun - 19.a Tempo Ordinario 15 Mar - ASUNZIONE B.V. MARIA 16 Mer - 19.a Tempo Ordinario 17 Gio - 19.a Tempo Ordinario 18 Ven - 19.a Tempo Ordinario 19 Sab - 19.a Tempo Ordinario 20 Dom - 20.a Domenica Tempo Ordinario 21 Lun - 20.a Tempo Ordinario 22 Mar - 20.a Tempo Ordinario 23 Mer - 20.a Tempo Ordinario 75° Corso di Studi Cristiani - “Diamo futuro alla svolta profetica” Pro civitate Christiana dal 24 al 28 agosto. Per info: www.cittadella.org

24 Gio - 20.a Tempo Ordinario

25 Ven - 20.a Tempo Ordinario 26 Sab - 20.a Tempo Ordinario 27 Dom - 21.a Domenica T. Ordinario 28 Lun - 21.a Tempo Ordinario 29 Mar - 21.a Tempo Ordinario 30 Mer - 21.a Tempo Ordinario 31 Gio - 21.a Tempo Ordinario

A SSEMBLEA D IOCESANA Sabato 23 settembre 2017 ore 9.00 - Domus Pacis Interverrà Monsignor Vittorio Viola sui contenuti del capitolo V del libro del Sinodo

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