Chiesa Insieme Dicembre 2017

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N. 11 - DICEMBRE 2017 - ANNO XXXV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983

NATALE E NATALITÀ


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Chiesa Insieme

dicembre 2017

Editoriale

SOMMARIO

Editoriale del vescovo

LA PAROLA DEL VESCOVO

Focus

Natale e natalità

Natale e Natalità pag. 2

Il Vescovo con i commercianti pag. 3

Primo piano Giornata Mondiale dei Poveri pag. 4 Triennio della liturgia pag. 5

Iniziative

Don Antonio Pennacchi Progetto Policoro pag.6-7

Famiglie del Vangelo

Ritiro diocesano pag.8-9

Sovvenire

Convegno diocesano pag.10

Parrocchie

Rigali / Petrignano pag.11

Itinerari francescani

La Porziuncola pag.12-13

News

Giardino dei Giusti / i frati dal papa

pag.14

Convegno ecumenico / Nomine e decreti Cappellani delle carceri Le nipoti di Gino Bartali al vescovado pag.15

Appuntamenti

novembre/dicembre 2017 - pag.16

Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci

“I

n otto anni 100mila bambini in meno”. Titolo dei giornali di qualche giorno fa. Notizia dell’Istat. Calcoli che fanno la fotografia di un’Italia sempre più “vecchia”. Sempre meno allietata da bambini, e perciò sempre più triste. Ma non c’era bisogno di statistiche: a vista d’occhio, i bambini sono sempre di meno. E con essi, la famiglia – dove ancora resiste – sempre più in affanno. Quando si decide di formarla, lo si fa quasi ad esperimento, e alla prima occasione, ecco separazione e divorzio. Sempre più facili. E per i bambini, quando ci sono, il drammatico pendolarismo tra genitori che si guardano ormai da lontano, se non in cagnesco. Natale viene, da duemila anni, a ricordare che Dio ha scelto di farsi bambino. Gesù ha additato i bambini per spiegare che cosa è il “regno di Dio”: “Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Nei nostri presepi – speriamo che almeno essi non siano messi in quarantena – siamo invitati a riscoprire il volto del Dio-bambino. Per riposarci al suo sorriso. Per riprendere speranza. Non per un po’ di sentimento passeggero. Ma per ricominciare la grande storia della famiglia e della vita, e non

cedere al pessimismo paralizzante e, in definitiva, suicida. Una società senza bambini è anche senza futuro. Dirlo non significa essere disattenti alle condizioni di fatica in cui tante famiglie versano. Per diverse ragioni, non ultime quelle economiche. Da anni anche la nostra regione è in preda a una crisi dell’occupazione che miete vittime anche se ci sono indici di una ripresa economica. Lavoro e famiglia: un binomio indissolubile. Da cristiani, dobbiamo riprendere il coraggio della prima ora: quando il vangelo fece sentire la sua voce, e cominciò a restituire innanzitutto alle case la bellezza della famiglia e della vita. Non c’erano ancora le imponenti cattedrali, e nemmeno le chiese di campagna. Il primo volto della Chiesa furono le famiglie spirituali – persone che si riconoscevano in Gesù, che vivevano la gioia di un’autentica fraternità, e rigettavano così le basi di un matrimonio finalmente capace di amore stabile e fecondo, sostenuto dalla fede, dalla parola di Dio, dall’eucaristia, dall’aiuto fraterno. No, non ce l’ho con “babbo Natale”. Tutto sommato, porta un po’ di brio. Ma che non si dimentichi, il papàDio e il Bimbo divino di Betlemme. È il Natale della fede, il Natale di Gesù, che fa la differenza. Buon Natale a tutti! + Domenico, vescovo

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Focus

dicembre 2017

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Incontro con i vertici della Confcommercio e visita ai primi operatori economici di Assisi

Il vescovo insieme ai commercianti

ASSISI – “Un incontro e una visita per dire grazie agli operatori economici di Assisi per quanto fanno per la città”. È questo il messaggio del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, che mercoledì 29 novembre ha incontrato alcuni rappresentanti del Consiglio direttivo della Confcommercio di Assisi e Valfabbrica, guidati dal presidente Sebastiano Vincenzo Di Santi a cui ha annunciato la visita ai commercianti della città, iniziata nei giorni successivi. La delegazione è stata accolta in Curia dove il vescovo Sorrentino ha fatto visitare alcuni luoghi simbolo della vita di san Francesco e consegnato la lettera che lui stesso sta portando a tutti gli operatori economici incontrandoli singolarmente. “È stato un incontro all’insegna della cordialità – ha

reso noto monsignor Sorrentino – con il quale ho voluto esprimere la mia vicinanza agli operatori economici che rafforzerò anche con la visita che ho in programma per i prossimi mesi. Vorrei dire grazie a chi si impegna per il bene della città, soprattutto in un anno in cui ho sentito e constatato le difficoltà che molti di loro hanno dovuto affrontare a causa del calo del turismo. Desidero portare un saluto a tutti, facendomi presente con un piccolo dono simbolico, un’icona di San Fran-

Cari amici, l’anno prossimo, nella festa di San Rufino, indirò una seconda Visita Pastorale, che mi porterà in tutti gli angoli della diocesi. Per Assisi ho pensato sia bello – e spero a voi gradito – anticipare questo mio itinerario, a partire dal prossimo Avvento, venendo a incontrare ciascuno di voi. Per quale motivo? Innanzitutto per manifestarvi la mia amicizia e vicinanza, dopo un periodo che è stato per voi particolarmente provato. Vengo anche a dirvi grazie per il servizio – certo non facile – che rendete a tanti turisti e pellegrini che visitano questa nostra Città e la considerano una vera oasi dello spirito per il suo messaggio cristiano e francescano. Tanti di voi – immagino – sono uomini e donne di fede. Altri forse si sentono distanti dalla visione cristiana. Sono a tutti grato se mi vorranno accogliere con benevolenza. Suppongo poi che qualcuno abbia da farmi qualche domanda o esprimermi qualche perplessità. Vengo con il desiderio di un dialogo sincero, che ci aiuti a crescere nella nostra umanità e nel servizio al bene comune. Vorrei farmi, così, voce di Francesco che, partendo

cesco che benedice la città e il libro del santuario della Spogliazione”. Nella lettera il vescovo sottolinea il suo desiderio di poter parlare sia con coloro che hanno fede sia con chi si sente distante dalla visione cristiana. “Sono a tutti grato – scrive ancora il vescovo nella lettera – se mi vorranno accogliere con benevolenza. Suppongo poi che qualcuno abbia da farmi qualche domanda o esprimermi qualche perplessità. Vengo con il desiderio di un dialogo sincero, che ci aiuti a crescere nella no-

stra umanità e nel servizio al bene comune. Vorrei farmi, così, voce di Francesco che, partendo dalla casa del vescovo, dov’era ricoverato, per andare a morire nella sua amata Porziuncola, benedisse la Città”. La visita è iniziata e già i primi incontri con i commercianti di Assisi sono stati contraddistinti dall’estrema cordialità e dalla comune volontà di lavorare tutti insieme, ciascuno nei propri ambiti e secondo i propri doni, per il bene della città.

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dalla casa del vescovo, dov’era ricoverato, per andare a morire nella sua amata Porziuncola, benedisse la Città. La sua benedizione raggiunga ciascuno di voi, le vostre famiglie, i vostri esercizi: “Il Signore vi dia la pace!” Come avrete saputo, ho costituito di recente, tra vescovado e chiesa di Santa Maria Maggiore, il Santuario della Spogliazione. Un santuario in cui Francesco appare, in modo speciale, figlio di questa Città, con la sua famiglia, i suoi concittadini, la Chiesa del suo tempo. Un Santuario dunque particolarmente “assisano”. Qui il Poverello si spogliò di tutto, per rinascere come uomo libero e felice, facendo di Dio il suo tesoro. Alcune parole di Gesù ci aiutano a capirlo: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra (Vangelo di Matteo, c.13). Auguro a me e a voi di fare, come Francesco, come Chiara, questo acquisto importante, per la gioia della nostra vita. Con tanto rispetto e amicizia. + Domenico


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Primo piano

Giornata mondiale dei poveri: Celebrazione eucaristica, testimonianze e convivialità

La storia di Joy, scappata dalla furia del compagno violento e dalla fame

ASSISI – “Questa è una giornata per riflettere e per prendere coscienza. Una giornata che deve segnare tutte le altre nostre giornate”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino durante la messa di domenica 19 novembre celebrata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in occasione della 1° Giornata mondiale dei poveri. “La giornata di oggi – ha aggiunto il vescovo – non è un messaggio per gli altri. Nel disegno di Papa Francesco è una giornata che vuole mettere in moto la Chiesa di Dio perché sia coerente con la sua fede. Il mondo che abbiamo davanti – ha sottolineato – ci interroga fortemente. Se allarghiamo lo sguardo vediamo che ci sono un’infinità di esseri umani che sono nella sofferenza. La disoccu-

pazione sembra stia aumentando, ci sono bambini che muoiono di fame. C’è una povertà nel mondo che è straripante. La povertà ha tanti volti: povertà economica, della solitudine, delle dipendenze, di una società che non ha più orientamento. Ricordarci dei poveri significa prendere coscienza di tutto il mondo delle povertà. La Chiesa oggi prende coscienza di una sua profezia”. Dopo la celebrazione eucaristica sono seguite, nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli, le testimonianze raccolte da suor Elisa Carta, direttore della Caritas diocesana la quale ha anche illustrato le opere-segno e le attività poste in essere dall’ente stesso. Suor Elisa ha anche raccontato come di fronte alla domanda con la quale un bambino le ha chiesto perché amasse i poveri lei ha risposto “Perché sono i predi-

letti dal Signore”. Tra le tante testimonianze c’è stata quella di Joy una giovane mamma che aveva quattro figli e nel suo paese era maltrattata dall’uomo che l’ha resa madre. É venuta in Italia per la disperazione. É scappata lasciando i figli con sua madre che è senza mezzi. Circa due mesi fa il figlio più piccolo è morto di fame. Joy ha ricevuto la fede del battesimo che l’ha aiutata in questa difficile prova. È seguita la testimonianza di Barbara, responsabile della casa “La Madonnina” di Santa Maria degli Angeli che attualmente ospita donne con bambini, un ragazzo del Kosovo per cure mediche, un ragazzino di 13 anni e altre donne che arrivano per il primo intervento. “Cerchiamo di vivere una vita familiare – ha detto – cercando di andare d’accordo come in una famiglia normale e ci stiamo riuscendo. Prendersi cura di questi ragazzi è un’esperienza faticosa, ma che arricchisce. Finito il tempo di permanenza presso la casa i rapporti con gli ospiti proseguono in quanto ci sono delle esperienze che ci legano loro profondamente”. Sono seguite le testimonianze di chi ha perso il lavoro ed è stato accolto in una delle strutture della Caritas, di chi si è convertito al Cristianesimo ed ha avuto forti difficoltà nel proprio Paese dovendolo abbandonare. Al termine di queste testimonianze è seguito un momento conviviale di profonda fraternità.

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Primo piano

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Al centro pastorale di Santa Maria degli Angeli si è aperto ufficialmente il triennio della liturgia

È tempo di riscoprire la domenica ASSISI – Nel pomeriggio di domenica 29 ottobre, presso il centro pastorale di Santa Maria degli Angeli, è statto ufficialmente aperto il triennio della liturgia indetto dal vescovo monsignor Domenico. In una sala gremita di diaconi permanenti, accoliti, ministri straordinari della comunione, lettori, collaboratori della parola, strumentisti e coristi, il direttore dell’ufficio liturgico diocesano, don Antonio Borgo, ha presentato i membri della nuova Commissione liturgica diocesana che collaboreranno con lui al raggiungimento degli obiettivi che il Vescovo ha dettato attraverso il libro del Sinodo e più dettagliatamente nella lettera pastorale “Adorare in spirito e verità”. Partendo dalla parabola della samaritana don Antonio ricorda l’incontro tra la sete di Gesù, “Dammi da bere!” e quella della donna “Signore dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete”, tra la domanda della donna “Signore, qual è il luogo in cui bisogna adorare?” e la risposta di Gesù “Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità”. Il nostro è un Dio che cerca l’incontro con l’uomo e lo fa in Cristo, “Verità”, attraverso lo Spirito Santo. Per questo ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è

la Chiesa, è azione sacra per eccellenza e va preparata con cura. Infatti, come scriveva Romano Guardini “La liturgia per se stessa non è pura conoscenza, ma piuttosto piena realtà”, è importante conoscere e comprendere il significato dell’evento liturgico ma occorre anche prepararlo affinché sia bello, curato e ordinato, dobbiamo sempre ricordare che noi siamo tempio vivente, il Corpo del Risorto. Il primo anno del triennio sarà dedicato alla domenica, cuore della

vita di ogni cristiano, pasqua di ogni settimana, “Il giorno del Signore”. Proprio ispirandosi alla nota pastorale Cei del 1984, “Il giorno del Signore”, suor Rosa Magaz, vice direttore dell’ufficio liturgico e della commissione, invita a lavorare per riscoprire la domenica come un dono, una gratuità, una grazia, come l’evento, come la bellezza di essere Chiesa, sposa di Cristo. Ed è anche fondamentale riscoprire la domenica come la “Gioia dell’incontro”, progetto sul quale stanno lavorando padre Alfredo Avallone, Silvia Ilicini e altri operatori dell’Istituto Serafico di Assisi che hanno raccontato la loro emozionante testimonianza all’assemblea su come partecipano alle celebrazioni i loro ragazzi speciali. Don Antonio ha ringraziato tutti per aver risposto al suo invito e ha ricordato i prossimi appuntamenti. La giornata si è conclusa con la benedizione del vescovo.

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Iniziative

Il vescovo invita a visitare la tomba nella chiesa di San Pietro: “Un’altra perla di Assisi da scoprire

Don Pennacchi sacerdote in odor di santità

ASSISI – “Per Assisi, città tutta un tesoro, ci sono delle perle nascoste ancora da scoprire. Una di queste è il venerabile don Antonio Pennacchi”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante i saluti di apertura all’incontro tenutosi in occasione del 169esimo anniversario della morte del sacerdote originario di Bettona di cui si è parlato giovedì 9 novembre nella chiesa di san Pietro dove lo stesso è sepolto. Il vescovo Sorrentino, dopo aver parlato dell’interruzione che la causa di beatificazione ha subito per lunghi anni e annunciato che è stata riattivata, ha aggiunto: “Il fatto che ci sia un sacerdote diocesano che ha i tratti della santità arricchisce la nostra chiesa. Tutti siamo chiamati alla santità – ha proseguito –. La nostra vocazione cristiana è chiamata a farci diventare santi. La prima cosa che dobbiamo fare guardando la vita dei santi è sentirci stimolati a diventare tali. La santità è una perla al di là del tempo. La causa di beatificazione è un cammino di chiesa poggiato sul principio che tutti

siamo chiamati alla santità. È necessario – ha concluso – che si venga a pregare in questa tomba, che il popolo di Dio venga qui come quel popolo che lo ha ascoltato”. In tanti hanno partecipato all’incontro introdotto da monsignor Vittorio Peri che è stato membro della commissione di carattere informativo della causa di beatificazione, il quale ha spiegato come l’iter per la stessa sia ripreso per iniziativa del vescovo Sorrentino. “È una figura – ha detto monsignor Peri – che

noi assisani dobbiamo conoscere perché esemplare per molti aspetti”. Monsignor Peri ha poi presentato il Coro di San Pietro che ha eseguito i canti mariani cari al “prete dell’Angelus” e introdotto la ricca relazione di padre Luigi Marioli, francescano conventuale che ha illustrato i punti salienti della figura del venerabile Pennacchi. “Inizio con un profilo biografico e ascetico di questo prete – ha detto padre Marioli – che è vissuto in un periodo turbolento di innovazione ed eradicazione della religione. Fu maestro di grammatica superiore latina, predicatore, sacerdote zelantissimo nell’esercizio del ministero pastorale. Oggetto speciale del suo ministero – ha aggiunto – furono i poveri, i giovani e gli ammalati con i quali si intratteneva giovialmente. Promosse quotidianamente la recita duplice della preghiera dell’Angelus e fu chiamato il ‘prete dell’Angelus’. Tra gli elementi emergenti della sua spiritualità c’è anche la profonda devozione eucaristica”. Padre Marioli ha poi parlato delle virtù, penitenza, estasi, elevazioni, bilocazione, spirito di profezia, attribuibili al Pennacchi. Al termine dell’incontro monsignor Orlando Gori, postulatore della causa di beatificazione, ha riferito dei molti aneddoti che dimostrano la sua potenza di intercessione presso Dio. “La cosiddetta “posizio” che riassume le testimonianze – ha detto monsignor Gori – contiene innumerevoli episodi riguardanti miracoli, profezie e guarigioni compiuti dal venerabile don Antonio Pennacchi”. 3


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Iniziative

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Lo ha detto monsignor Sorrentino agli studenti durante l’incontro organizzato dal Policoro

Vogliatevi bene e valorizzate i vostri talenti

Antonella Porzi

ASSISI - “Abbiate il senso della vita, vogliatevi bene e rimboccatevi le maniche perché il Signore vi ha fatti intelligenti”. Con queste parole il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino si è rivolto ai tanti studenti presenti, giovedì 16 novembre all’Umbriafiere di Bastia Umbra, all’evento dal titolo “Career day: il mercato del lavoro incontra i giovani!” organizzato dal progetto Policoro della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino in collaborazione con l’Associazione italiana per la Direzione del personale (A.I.D.P) e la Fondazione consulenti per il Lavoro. Il vescovo Sorrentino dopo aver incitato i giovani a partire dai propri talenti ha aggiunto che “dobbiamo adattarci alle nuove realtà dell’economia. Dovete studiare e intercettare quello che sta avvenendo. Per dare un futuro ai giovani – ha proseguito - , dobbiamo dare giovani al futuro e imparare a pensare oggi con il futuro. Il dono più bello – ha concluso – lo avete già ricevuto: è la vita. Adesso datevi da fare”. Un grande entusiasmo ha animato gli studenti presenti all’evento che hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con le aziende. Alcune testimonianze raccolte prima dell’inizio dell’incontro evidenziano stati d’animo e aspettative. “E’ un incontro importante per la vita lavorativa perché ci prepara a qualcosa di reale che all’interno della

scuola non viviamo perché è difficile relazionarci con il mondo del lavoro – ha detto Miriam del V geometri dell’Istituto Polo-Bonghi di Santa Maria degli Angeli - . Ho già fatto degli stage tramite la scuola in uno studio tecnico e posso affermare che il mondo del lavoro è completamente diverso da quanto si apprende nella scuola”. “Mi aspetto una bella giornata che penso sarà molto utile anche perché stiamo per entrare nel mondo del lavoro – ha affermato Salome dell’Istituto Polo-Bonghi - . Penso sia una bella iniziativa. Ho già partecipato a dei corsi di formazione tramite la scuola che sono serviti per la mia crescita personale e anche professio-

nale”. Della stessa idea è stata Beatrice del V Liceo scientifico di Assisi. “Le mie aspettative per questo evento sono quelle di uscirne più consapevole di quello che mi aspetto dal percorso di studio che ho seguito. Le mie esperienze sono solo a livello scolastico”. La mattinata è proseguita con i saluti del sindaco di Bastia Umbra, Stefano Ansideri il quale ha incitato i giovani a investire su se stessi sottolineando che “stiamo attraversando dei momenti difficili per i giovani. Vi esorto a prestare la massima attenzione nel dimostrare quanto valete. Mettete impegno in tutte le cose che fate a cominciare dallo studio”. “Lavorare si può e l’Associazione italiana per la Direzione del personale lo sa molto bene – ha reso noto la presidente Aidp Umbria, Adriana Velazquez - . Per l’Associazione i giovani sono una grande risorsa – ha aggiunto - nessuno può togliergli la necessità di sognare, di reprimere i loro sogni; dobbiamo aiutargli a scappare da quei legami familiari, sociali e culturali che gli impediscono il volo creativo.” Dopo i saluti iniziali è seguito un incontro frontale con tre professionisti che hanno spiegato le loro diverse realtà professionali. I giovani partecipanti hanno poi incontrato le aziende rappresentate dai soci e dalle socie AIDP Umbria presenti ai desk, prendendo informazioni ed avendo così un primo contatto con il mondo del lavoro.

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Famiglie del Vangelo

La riflessione di padre Giulio Michelini al ritiro diocesano delle CMFV; tante le testimonianze sul

“Torniamo a narrare il Vangelo in casa

Antonella Porzi

ASSISI - “La piccola comunità rappresenta la vita cristiana in miniatura”. È quanto ha sottolineato il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, domenica 26 novembre nel corso della Giornata di ritiro spirituale organizzata ad Assisi dalle Comunità Maria

famiglie del Vangelo. “Noi siamo sempre più isolati e disgregati – ha proseguito monsignor Sorrentino -, pertanto questo progetto serve a restituire vitalità alla comunità. Dio non ha avuto paura dei peccatori. Non ci spaventiamo dei nostri smarri-

menti, alla base delle crisi c’é la frustrazione della non perfezione. Questo – ha evidenziato il vescovo - è il progetto dei peccatori che si mettono intorno a Gesù per essere salvati, in quanto siamo il corpo di Gesù”. In mattinata la meditazione di padre Giulio Michelini, preside all’Istituto teologico di Assisi, sul tema “Il Vangelo di Marco” è stata molto seguita e partecipata. Con l’approfondita relazione padre Michelini ha illustrato nella struttura e nei messaggi i molti aspetti di questo Vangelo. “Quello che ci viene chiesto di fare ogni anno, da capo – ha spiegato -, funziona se partiamo dal presupposto che i Vangeli sono stati scritti perché volevano raccontare qualcosa, una dimensione essenzialmente relazionale e domestica. Con la guida del vescovo, accettato questo taglio di rinnovazione dell’esperienza pastorale, serve ricordare che il Vangelo veniva narrato in casa come un racconto come una storia. Da questo punto di vista la storia già in sé ha una funzione che non è uno studio o una lettura semplicemente per la ricerca di alcuni elementi. La storia in sé è la narrazione è qualcosa che


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Famiglie del Vangelo

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nuovo cammino parrocchiale in atto nella diocesi

come una volta: racconto che salva la vita”

salva la vita. Il racconto salva la vita, non la dottrina in senso stretto. Vale la pena rileggere il Vangelo oggi, prima che per trovarvi delle ideologie astratte delle dottrine, per incontrarvi un volto..

I Vangeli sono stati trasmessi prima in forma orale poi sono stati composti.. Il Vangelo di Marco non è databile ad un tempo ravvicinato alla vita di Gesù. Il testo risale a duecentocinquanta anni dopo Gesù. La comunità cristiana ce l’ha trasmesso e si fa garante di quanto è stato scritto in esso. I Vangeli sono caratterizzati dallo stile dell’autore e da ciò che l’autore vuole dire. Marco è l’inventore del genere Vangelo”. Il pomeriggio si è caratterizzato per le belle testimonianze raccolte. Tra queste c’è stata quella di don Marco Armillei, vice proco della parrocchia di san Marco evangelista di Bastia Umbra che ha raccontato come il parroco ha portato i fedeli, gli operatori della pastorale e i genitori dei ragazzi del catechismo a conoscenza delle piccole comunità facendone nascere sei solo a Bastia. “Negli ultimi giorni – ha spiegato don Marco – c’è stato l’incontro con i genitori dei ragazzi della quarta elementare per dare loro un appuntamento e iniziare il cammino anche con loro”. È seguita la testimonianza di Mauro che si definisce un peccatore in cammino che ha avuto la fortuna di incontrare una ragazza che lo ha invi-

tato ad un incontro in una casa dove si ritrovano le piccole comunità. “La piccola comunità è come una palestra per allenare lo spirito – ha sottolineato -, che mi ha permesso di prendere coscienza che c’é un qualcosa di buono che ogni giorno posso dimostrare e che é possibile provare e mettere buona volontà per camminare sulla strada di Gesù. La piccola comunità si incontra a casa di Liliana - ha precisato - . Liliana è una signora di novantasei anni che riesce a darci ogni volta un insegnamento di vita. Lei stessa crede che la famiglia del vangelo é un grande impegno, soprattutto ritiene che sia parrocchia, tutto il popolo di Dio. Permette di far nascere relazioni tra persone che altrimenti non si sarebbero neanche parlate. Quello che si sperimenta nella famiglia ritorna poi come servizio in parrocchia”. C’è stata inoltre la testimonianza di Fabiana, uno dei genitori che ha accolto l’invito di far parte di una piccola comunità. “Il cammino – ha indicato la stessa comunica la bellezza di questi incontri, che ti portano a condividere tratti della vita che solo in una famiglia puoi fare”.

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Chiesa Insieme 10 dicembre 2017

Sovvenire

Convegno diocesano alla Domus Pacis sull’8x1000 e le altre forme di offerte liberali

Ecco come sostenere la Chiesa cattolica

Antonella Porzi

ASSISI - “I valori spirituali, ecclesiali e sociali alla base del sovvenire: trasparenza e conoscenza del sistema, informazione pubblicità, democrazia fiscale diretta, condivisione e responsabilità dei credenti ed altro saranno oggetto degli interventi di questa sera”. Con queste parole l’incaricato della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, responsabile della promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Eduardo D’Amico ha aperto il convegno dal titolo: “Formazione diocesana sul sovvenire” che si è tenuto venerdì 24 novembre alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli. Hanno partecipato oltre ai molti presenti, gli incaricati delle altre diocesi umbre, in particolare Terni, Spoleto, Foligno, Gubbio e Perugia oltre ai referenti vicariali diocesani. Partendo dai valori evangelici il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino ha

spiegato l’esperienza di Gesù e quella della prima comunità cristiana. “Gesù ha dovuto toccare anche il denaro – ha sottolineato il vescovo – . Quando parliamo di questa materia non ci si dobbiamo spaventare dal punto di vista evangelico. Gesù invita a vivere nella fiducia in Dio. Il Signore mette in gioco una provvidenza di Dio che è fraterna e passa attraverso la premura che ognuno di noi dà al fratello. Il denaro è necessario anche all’evangelizzazione e alla fraternità. Oggi la chiesa fa i conti con la confusione valoriale influenzata dalla disgregazione sociale che è sempre più invasiva. Quindi da un alto la chiesa è sempre più labile e disgregata dall’altro lo Stato è sempre più imprevedibile”. Proprio dell’informazione, della trasparenza e dell’esperienza ha parlato approfonditamente il vescovo ausiliare di Perugia, monsignor Paolo Giulietti, delegato Ceu per questa tematica. “Bisogna educare le persone al sovvenire – ha affermato monsignor Giulietti – . Nel-

le comunità si deve educare, partendo dai giovani, a sentirsi responsabili nello stare insieme. I cristiani devono sapere come vivono sia la propria parrocchia che la propria diocesi. Le persone devono essere educate a diventare consapevoli e informate”. “Il nostro impegno del sostegno economico alla chiesa non è solo un fatto di carattere pratico, ma è un fatto di natura spirituale – ha detto monsignor Vittorio Peri, intervenendo al convegno – . La spiritualità non è astratta, ma concreta. Dobbiamo mettere nel quadro della nostra spiritualità questo gesto che sembra economico, ma che in realtà ci arricchisce ed è un atto liturgico che si inserisce nella liturgia della celebrazione eucaristica”. È seguito l’intervento di Paolo Cortellessa del Servizio nazionale della Cei sull’analisi dei dati, le motivazioni e l’attività di promozione del Sovvenire. Cortellessa ha spiegato quali fonti finanziarie sono state utilizzate nell’anno 2016; in particolare si è soffermato sulle erogazioni liberali, sulle remunerazioni da parrocchie, sui redditi dei patrimoni diocesani, sulle remunerazioni da stipendi e da pensioni personali e sui fondi dell’8Xmille. A tal proposito ha illustrato le finalità e gli impieghi dell’8Xmille tra cui: il sostentamento del clero, la carità, il culto e la pastorale. “Mi piace chiamare l’8Xmille un modello economico rivoluzionario – ha sottolineato Cortellessa – che riesce a restituire il vero significato alla parola economia. È un modello di democrazia fiscale diretta, unico al mondo in quanto permette di decidere come utilizzare parte delle proprie tasse. È una scelta libera che viene rinnovata anno per anno. È un dare in funzione di un ridare. La fiducia e la stima che la Chiesa raccoglie è un dato di cultura. Dobbiamo cercare di creare fiducia e la fiducia si crea attraverso la trasparenza. La fiducia si ottiene con la trasparenza e quest’ultima deve essere il nostro obiettivo primario. Bisogna cercare di comunicare, parlare e promuovere. Se vogliamo far crescere la percezione della trasparenza dobbiamo far capire come l’8XMille arriva all’interno delle nostre parrocchie. La Chiesa è un elemento fondamentale nella nostra identità, presente in maniera capillare nel nostro territorio”. 3


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dicembre 2017

Parrocchie

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parrocchia san pietro apostolo Visita del vescovo Sorrentino ai richiedenti asilo politico ospitati in una delle case a Rigali

Il pastore insieme agli ultimi Alberto Cecconi

GUALDO TADINO - Il nostro vescovo monsignor Domenico Sorrentino, invitato dal responsabile gualdese di Arcisolidarietà, giovedì 23 novembre si è recato in visita ai giovani profughi africani “richiedenti asilo” ospitati a Gualdo Tadino. E’ stato accolto con calore e gratitudine in una delle case di Rigali; poi ha raggiunto il convento della Ss Annunziata dei Frati minori “Zoccolanti”. Il presule si è informato sui paesi di provenienza e sulle condizioni in cui vivono i ragazzi, che sono assistiti a Rigali e Palazzo Ceccoli da Arci-solidarietà e nel convento dalla Caritas; ha fraternizzato e dialogato, ricordando come tanti italiani e la sua stessa famiglia hanno storie di emigrazione, con persone partite in cerca di lavoro; ha riferito di ospitare lui stesso nella sua casa ad Assisi delle persone provenienti dalla Nigeria. Per cui sa cosa significhi stare lontani dalla propria terra e dalla propria famiglia. I responsabili, Gianluca Graciolini dell’Arci, Paola Scoppolini ed Edoardo Comodi della Caritas, hanno descritto diverse attività

volontarie finalizzate all’integrazione, come quelle attuate anche per la pulizia e l’abbellimento di spazi pubblici, la frequenza della scuola, le collaborazioni con enti, associazioni, società sportive locali, come il Polo museale, il Comune, la stessa Caritas, anche con l’intento di “abbattere i muri culturali”. Il Vescovo ha invitato tutti ad avere fiducia e speranza, all’impegno anche nell’imparare la lingua italiana senza

dimenticare quelle dei paesi di origine; ed a pregare, perché “siamo tutti fratelli, abbiamo un solo Padre in comune: Dio è uno per tutti, anche se lo chiamiano in modi diversi”; ed ha aggiunto: “Quando parlate con i vostri familiari, date anche a loro il mio personale saluto”. Una bella iniziativa, che non ha avuto i caratteri della “formalità” ufficiale, ma solo quelli del calore umano e della schietta solidarietà. 3

parrocchia di petrignano

Grande partecipazione alla posa della prima pietra per la nuova Chiesa nella zona di XXV Aprile

Rocca Sant’Angelo scrigno del nostro territorio ASSISI - Attesa gioiosa durante i preparativi. Clima di festa nella celebrazione eucaristica dello scorso 5 novembre, presieduta dal nostro vescovo Domenico Sorrentino. Aspettavamo a Rocca Sant’Angelo una visita del nostro Pastore sin dalla festa del Corpus Domini del 2015, in cui c’è stata la riapertura della chiesa parrocchiale dedicata alla conversione di San Paolo, dopo i restauri seguiti al terremoto del 1997. Non sempre si partecipa numerosi come in questa occasione alla messa domenicale. Negli ultimi anni alcuni fratelli sono stati provati dalla morte di persone care, anche giovani, altri dalla malattia che sfianca anche i più vigorosi. La sofferenza a volte è stata strumento per riscoprire la fede nel Signore. Don Franco Fasolini, parroco di Petrignano, come responsabile, segue con costanza la nostra realtà, cercando di prendersi

cura di ognuno e di non trascurare le necessità della parrocchia. Il custode del Sacro convento, padre Mauro Gambetti, nonostante gli innumerevoli impegni, ha sempre mandato un frate per le celebrazioni eucaristiche domenicali e festive. Rocca Sant’Angelo è un antico castello rurale del XII secolo, con una storia e un certo fascino, che hanno conquistato nel tempo la simpatia di personaggi come Giovanni Joergensen, poeta danese che dimorò qui più volte, e di Schneider, studioso di storia francescana. Sopra il bor-

ghetto di Rocca si trova la chiesetta di Santa Maria in Arce (o della Rocchicciola) annessa ad un antico convento francescano, eremo abitato da noi suore, di proprietà della Custodia del Sacro convento di Assisi. Questa umile chiesetta, come uno scrigno, racchiude quasi un piccolo museo di pittura umbra. Ma la vera ricchezza di Rocca è il desiderio e la scelta di mettere Dio al centro del nostro cuore, accogliendo l’esortazione del nostro vescovo, vivendo in pienezza il nostro sacerdozio battesimale e vigilando sul rischio di non essere coerenti col Vangelo che ascoltiamo a Messa. Ripartiamo allora nel nostro cammino da dove siamo, scegliendo Gesù come Maestro, come l’unica verità della nostra vita, l’unico che ci può fornire criteri per prendere decisioni, e valori per fare le scelte giuste. 3 Le suore della comunità Adveniat


Chiesa Insieme 12 dicembre 2017

Padre Francesco De Lazzari

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L 29 novembre 1223 Papa Onorio III approvava la vita e Regola dei Frati minori. Così Francesco la inizia: “La Regola e vita dei Frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Frate Francesco promette obbedienza e riverenza al signor Papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana. E gli altri frati siano tenuti ad obbedire a frate Francesco e ai suoi successori” (RB I,1-3; FF74-76). Francesco ne aveva scritto un’altra, più carismatica, con maggiore contenuto di frasi del Vangelo, con momenti di lirica orante, di preghiera trasformante, però non molto giuridica. Egli era giunto alla Porziuncola, terza chiesina restaurata con le sue mani, circa sedici anni prima. Forse l’aveva visitata anche prima della conversione durante le sue cavalcate nella pianura, quando era in

Itinerari francescani

La Porziuncola:

e luogo esemplare crisi di ricerca della definitiva volontà di Dio. Forse, secondo un’antica tradizione, vi era stato condotto in pellegrinaggio dalla madre Pica. Questa stessa tradizione colloca la costruzione della Porziuncola da parte di quattro pellegrini di ritorno dalla Terra Santa ai tempi di Papa Liborio. In seguito sarebbe stata la chiesa di un monastero ed infine abbandonata, nonostante fosse ritenuta un Santuario mariano dove le mamma portavano i loro figli per affidarli alla Madonna degli Angeli. Le notizie non sono del tutto infondate. Gli studi di vari archeologi, che hanno eseguito vari lavori dal 1966 in poi, sono del parere dell’opportunità di procedere ad altri scavi in tutta l’area del Santuario. Potrebbero confermare che almeno alcune fondamenta sarebbero ben più antiche del periodo – circa X secolo – di attribuzione

della costruzione della Porziuncola. Durante il restauro, Francesco riceve i primi compagni. Lo aiutano e alcuni si fermano con lui. Sono i primi fratelli dono del Signore. Ci sono dei momenti e dei luoghi che nella vita non si scordano più. Essi diventano programma di vita, vita stessa. Per Francesco sono la Porziuncola e il dono della vita evangelica. Servendosi di un semplice prete, Dio gli affidava, come programma e missione, il Vangelo da vivere nella sua radicalità ed essenzialità. Il Vangelo, cioè vivere Gesù Cristo ed essere, come Lui, a totale servizio e in piena obbediente comunione con la sua Chiesa. Per quanto riguarda il rapporto di Francesco con la Porziuncola, così scrive Tommaso da Celano: “Sorgeva in questo luogo una chiesa dedicata alla Vergine Madre, che per la sua particolare umiltà meritò, dopo il Figlio, di essere sovrana di tutti i Santi. Qui ebbe inizio l’Ordine dei Frati Minori, e si alzò ampia e armoniosa, poggiata su fondamento solido, la loro nobile costruzione. Il Santo amò questo luogo più di ogni altro, e comandò ai fra-


Chiesa Insieme

Itinerari francescani

specchio dell’ordine di alta povertà

ti di venerarlo con particolare devozione. Volle che fosse sempre custodito come specchio dell’Ordine in umiltà e altissima povertà, riservando ad altri la proprietà e ritenendone per sé e i suoi frati soltanto l’uso”(2Cel XII, 18; FF 604). San Bonaventura aggiunge alcuni particolari. Dopo aver riparato la seconda chiesa, Francesco “andò finalmente in un luogo chiamato Por-

ziuncola, nel quale era stata costruita anticamente una chiesa dedicata alla beatissima Vergine Maria… Quando l’uomo di Dio la vide così abbandonata, spinto dalla sua fervente devozione per la Regina del mondo, incominciò a dimorare assiduamente in quel luogo con l’intenzione di ripararla. Decise di restaurarla, a causa della sua venerazione per gli Angeli e del suo preminente amore per la Madre di Gesù. Questo luogo il Santo amò più di tutti gli altri luoghi del mondo. Qui, infatti, cominciò; qui virtuosamente progredì; qui felicemente arrivò al compimento. Questo luogo, al momento della morte, raccomandò ai frati come il luogo più caro alla Vergine”(LM II 8; FF 1048). I tre verbi di San Bonaventura sono particolarmente significativi: cominciò, progredì, arrivò al compimento. Evidenziano il cammino di Francesco: il primo sì al Signore, la ricerca del suo volto e l’imitazione di Lui durante la vita terrena, la consegna definitiva a Dio al momento di sorella morte. La Santa Messa del 24 febbraio 1209, festa dell’apostolo S. Mattia (secondo alcuni storici 12 ottobre 1207), riportava il brano del Vangelo della missione degli Apostoli.

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La spiegazione del brano evangelico suscitò un particolare interesse in Francesco. Al tea della vita evangelica: non possedete oro, né argento, né rame nelle vostre cinture, non borsa da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone: subito, a tali parole, lo investì e lo rivestì lo Spirito di Cristo con tale potenza che lo trasformò in quella norma di vita, non solo al modo di conoscere e di sentire, ma anche al modo di vivere e vestire”(Lm II, I; FF 1339). Dopo la comprensione di quelle parole, Francesco “subito, esultante di divino fervore, esclamò: “Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con il tutto il cuore!”. E così Francesco, annota il Celano, “con somma cura e devozione si impegnava a compiere gli altri insegnamenti uditi. Egli, non era stato un ascoltatore sordo del Vangelo ma, affidando ad una encomiabile memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo alla lettera” (ICel IX,22; FF 356). Da quel momento la Porziuncola diventa il cuore di Francesco. La Parola di Dio lo trasforma in Vangelo vivente. Alla Verna, sigillato dalle stimmate, appare quale nuovo crocifisso. E la Porziuncola, il luogo da lui più amato, da cuore di Francesco diventa cuore del francescanesimo. Ben a ragione Papa Francesco ha definito la Porziuncola cuore pulsante del Francescanesimo”. Custodisce il “cuore” di Francesco, e il cuore di Francesco è il “cuore di ogni francescano. (1 continua)

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Chiesa Insieme 14 dicembre 2017

News

Convention a Milano di tutte le realtà che fanno parte della rete internazionale di Gariwo

Assisi nel network dei Giardini dei Giusti

ASSISI - Il giardino dei Giusti di Assisi è entrato a far parte del network di Gariwo, la foresta dei Giusti, fondata da Gabriele Nissim per attualizzare il concetto di Giusto di Yad Vashem ai nostri giorni. Uno strumento moderno, al passo con i tempi per mettere in sinergia le diverse realtà ed esperienze ormai diffuse in diverse parti del

mondo. Attraverso la partecipazione della ideatrice del Museo della Memoria Marina Rosati alla convention internazionale che si è tenuta nei giorni scorsi a Milano anche Assisi è nel network che vuole mettere in evidenza storie, eventi, situazioni proprie di ciascun Giardino secondo un percorso di valorizzazione del bene. Durante l’incontro che ha visto la partecipazio-

Papa Francesco incontra 400 frati dall’umbria

ROMA – 400 frati delle famiglie francescane del Primo Ordine e del Terz’Ordine Regolare hanno incontrato, nella Sala Clementina del palazzo Apostolico in Vaticano, Papa Francesco. Il Santo Padre a margine del suo intervento, ha commentato dicendo: “quello che state facendo è un bel cammino di minorità”. “E’ sempre una grande gioia per noi incontrare il Papa, – ha dichiarato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre

Enzo Fortunato – pensare che porta il nome di Francesco ci rende pieni di gioia e responsabilità. Papa Bergoglio ha voluto, inoltre, trasmettere il bene che prova per noi francescani salutandoci singolarmente, proprio come un papà”. Per l’occasione è stato consegnato al Papa il numero speciale della rivista San Francesco “Galassia Francescana” che spiega l’intero universo francescano tra differenze e punti in comune. 3

ne anche di esponenti politici come il senatore e già sindaco di Milano Gabriele Albertini e della deputata Milena Santorini, sono state messe in evidenze le tante tragedie del nostro tempo. Se la shoah è stato un crimine contro il popolo ebraico, l’eccidio degli armeni, la persecuzione in Rwanda, il fenomeno terroristico sono altrettante tragedie che l’umanità non può dimenticare. Toccanti gli interventi di Hamady ben Abdesslem, giusto contro il terrorismo, che nel 2015 ha salvato la vita a un gruppo di italiani nel corso dell’attentato al Bardo di Tunisi e quello di Françoise Kankindi, presidente Bene Rwanda che ha raccontato l’eccidio perpetrato nei confronti dei tutti e come si sta ricostruendo il paese. Tante e circostanziate gli interventi degli altri relatori come l’accademica Anna Foa che ha sottolineato il preoccupante innalzamento dal basso del livello di odio e razzismo. 3

VIRGO FIDELIS IN CATTEDRALE ASSISI – È stata celebrata come ogni anno la Virgo Fidelis nella cattedrale di San Rufino. Alla presenza delle massime autorità dell’Arma dei carabinieri e dei rappresentanti delle istituzioni locali il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ha presieduto la cerimonia ringraziando i militari dell’Arma per il servizio che compiono per il bene della comunità.


Chiesa Insieme

News Monsignor Spreafico apre il convegno ecumenico nazionale

Siamo in cammino verso l’unità

ASSISI - “Ogni commemorazione ha il proprio contesto. Quella di oggi è la prima commemorazione comune che avviene in un’epoca di globalizzazione, è la prima commemorazione a dovere fare i conti con la necessità di una nuova evangelizzazione”. Lo ha detto il presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, monsignor Ambrogio Spreafico, durante i saluti di introduzione al Convegno nazionale dal titolo “Nel nome di Colui che ci riconcilia tutti in un solo corpo” che si svolge fino a domani ad Assisi. Una tre giorni che, prendendo lo spunto dal quinto centenario della Riforma del XVI secolo, si prefigge di interrogarsi su cosa può significare “riforma” nel contesto

NUOVI DECRETI E NOMINE DEL VESCOVO

storico attuale. Aspetto messo subito in luce anche dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino nei suoi saluti d’apertura. “Se riusciamo a ritrovare l’essenziale – ha detto il presule – anche con tutte le fatiche, riusciremo a fare passi in avanti”. Entrando nel merito dell’assise monsignor Spreafico ha sottolineato lo sforzo e l’umiltà che hanno guidato l’azione di ogni componente. “Nessuno ha voluto rivendicare o imporre le sue verità – ha aggiunto ancora il presule –. Pur conoscendo le ferite della divisione il nostro sforzo comune ci ha avvicinato. Non abbiamo cercato di eliminare le differenze ma ci siamo impegnati in un lavoro comune”. Monsignor Spreafico ha poi parlato della reciprocità del dono, del valore dell’incontro e della fraternità, della centralità della Bibbia, della carità verso l’unità, della Riforma come invito e impegno. “Non possiamo non dare un senso alla nostra diversità. Abbiamo bisogno di riscoprire reciprocità nel dono. Il dono rende liberi, non permette di chiedere all’altro di essere come se stessi. Il dono è gratuità, merce rara in un mondo di individualismo. 3

ASSISI – Con decreto il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ha nominato, a decorrere dal 1 dicembre 2017, donec aliter provideatur, padre Giuseppe Egizio, parroco delle parrocchie dei santi “San Lorenzo e Anna” in Porziano in ASSISI e “S. Maria e S. Stefano” in Costa di Trex-Santa Maria di

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CAPPELLANI DELLE CARCERI IN VISITA AL VESCOVADO ASSISI – Una delegazione dei cappellani delle carceri italiane, guidati dall’ispettore generale dei cappellani del carcere don Raffaele Grimaldi, è stata accolta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino che ha guidato i religiosi nella visita dei suggestivi luoghi del vescovado e del Santuario della Spogliazione. Dopo un interessante colloquio nella sala della Spogliazione gli stessi, a mezzogiorno, hanno partecipato alla preghiera dell’Angelus insieme ai dipendenti degli uffici della Curia diocesana. Monsignor Sorrentino al termine della preghiera ha ricordato gli “ultimi” sottolineando la vicinanza della Chiesa. Presenti anche il cappellano più anziano frate Beppe da Verona.3

Lignano. Con altro atto del 13 novembre scorso lo stesso vescovo ha decretato che Marco Rossi entra a far parte del Collegio dei Revisori dei conti presso l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero della diocesi in sostituzione di Fabrizio Puccetti.

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Gioia e Stella Bartali desiderano portare in Assisi la cappellina del nonno

Le nipoti di Bartali in Vescovado ASSISI – Le nipoti di Gino Bartali, figlie di Andrea scomparso nel giugno scorso, hanno fatto visita al vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino. “Si è trattato di un incontro molto cordiale nel ricordo del nonno – ha sottolineato il prelato – e del bene che seppe fare in favore di tante persone perseguitate“. In particolare Gio-

ia e Stella hanno messo in evidenza la sua profonda fede e riservatezza, meno note ma non meno importanti rispetto alla fama sportiva, che lo hanno portato a salvare centinaia di ebrei negli anni ’43-’44. Il ciclista fiorentino entrò così in contatto con l’organizzazione clandestina di Assisi che faceva campo al vescovo Nicolini, che Bartali conosceva già prima della seconda

guerra mondiale. A questo proposito le figlie di Andrea Bartali hanno fatto presente al vescovo Sorrentino il desiderio di portare in Assisi la cappellina di famiglia dove il nonno si ritirava in preghiera.3


Chiesa Insieme 16 dicembre 2017

APPUNTAMENTI - DICEMBRE 2017 / GENNAIO 2018 17 Dom - 3.a Domenica Avvento 18 Lun - Feria di Avvento 19 Mar - Feria di Avvento 20 Mer - Feria di Avvento 21 Gio - Feria di Avvento 22 Ven - Feria di Avvento 23 Sab - Feria di Avvento 24 Dom Vigilia di Natale. 4 domenica di Avvento

Cattedrale di san Rufino - messa della Vigilia di natale alle ore 23.00

25 Lun - NATALE DEL SIGNORE (s)

Messa di Natale concattedrale di San Rinaldo a Nocera Umbra ore 11.00

26 Mar - Ottava di Natale 27 Mer - Ottava di Natale 28 Gio - Ottava di Natale 29 Ven - Ottava di Natale 30 Sab - Ottava di Natale 31 Dom - SANTA FAMIGLIA (s)

GENNAIO - 51a Giornata Mondiale della pace 1 Lun - MARIA Ss. MADRE DI DIO (s)

- Gualdo Tadino chiesa San Benedetto concelebrazione eucaristica ore 18.00

2 Mar - Tempo di Natale 3 Mer - Tempo di Natale

Consiglio Episcopale ore 9.30

4 Gio - Tempo di Natale 5 Ven - Tempo di Natale 6 Sab - EPIFANIA DEL SIGNORE

- San Rufino celebrazione eucaristica ore 10.00 - Giornata mondiale dell’infanzia missionaria (colletta raccomandata)

7 Dom - BATTESIMO DEL SIGNORE 8 Lun - 1.a Tempo Ordinario 9 Mar - 1.a Tempo Ordinario

Consiglio Affari Economici Diocesano alle ore 16.00

10 Mer - 1.a Tempo Ordinario 11 Gio - 1.a Tempo Ordinario

Incontro mensile del clero

12 Ven - 1.a Tempo Ordinario 13 Sab - 1.a Tempo Ordinario

14 Dom - 2.a Domenica Tempo Ordinario

- 104a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (colletta obbligatoria) - Gualdo Tadino concattedrale di San Benedetto Primi Vespri del Beato Angelo ore 18.00

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