ALIMENTI FUNZIONALI 11/2011

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ISSN 2039-6155

ALIMENTI SALUTE

BENESSERE

BELLEZZA

FUNZIONALI

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ottobre 2011 anno 3 - numero 6

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articoli 3 - UNPLUGGED 4 - La taurina: molecola funzionale in prodotti lattiero caseari di diverse specie animali

P. Manzi L. Pizzoferrato

contents 3 - UNPLUGGED 4 - Taurine: functional molecule in dairy products of different animal species

P. Manzi L. Pizzoferrato

ottobre 2011 anno 3 numero 6

rubriche 8 - DIRITTO ALIMENTARE Lo stato degli alimenti funzionali nel 2011. Esistono ancora gli alimenti funzionali dato che l’EFSA sta bocciando praticamente qualsiasi proposta di claim? (G. Andreis) 12 - IL PUNTO DI VISTA Il mercato dell’erboristeria e delle piante officinali 16 - NUTRIZIONE & FITNESS Alimenti funzionali nella prevenzione delle infezioni causate da esercizio fisico intenso (M. Malaguti - P. Biagi) 20 - FUNCTIONAL TRENDS 24 - CONVEGNI Alimentazione e prevenzione del rischio di patologie tumorali (S. Musso) 30 - RENDICONTI FIERE Vitafoods, sempre alto l’interesse per gli alimenti funzionali - Colostro bovino con fruttani - Trattamento delle infezioni del tratto urinario - Gelato ipocalorico ad alto contenuto proteico - Soluzioni naturali per il benessere - Riduzione del colesterolo nel sangue - Estratto di alghe brune per la gestione del peso - Rivitalizzazione delle funzioni dell’organismo - Purificare l’organismo in 5 giorni - La cura del tessuto connettivo - Proteine per uno stile di vita sostenibile - Azione anti-infiammatoria e anti-ossidante - Naturalmente in salute contro il jet lag Efficace gestione del peso 36 - SALUTE E BENESSERE Energia bilanciata e migliori prestazioni mentali Bevande naturali per il benessere - Latte arricchito in

calcio e vitamina D - Ingredienti per la salute cerebrale - Estratto delle foglie di olivo anti-ipertensivo - Bellezza dall’interno - La prima caramella “profumata” senza zucchero - Sano è bello - Il sapore “grasso” potrebbe prevenire l’obesità - Snack con grelina per placare la fame - Lecitina e fosfolipidi per applicazioni dietetiche - L’estratto di melassa contro l’obesità - Melatonina e controllo del peso 44 - RICERCA La cisteina causa dell’obesità? - Bambù, un nuovo alimento salutistico - Vitamina E e colesterolo - Acidi n-3 PUFA e malattie di origine infiammatoria - Combattere l’obesità con la cicoria - Il resveratrolo nella lotta contro l’obesità 48 - MERCATI E CONSUMI Nel 2010 ancora in crescita gli alimenti funzionali Ingredienti attivi come anti-ipertensivi e per migliorare il sistema immunitario - Aumento della domanda di proteine di alta qualità 50 - NOTIZIE DAL MONDO Il progetto europeo Nu-Age per studiare l’alimentazione anti-invecchiamento - Partnership strategica tra Ocean Spray e Artemis - Nasce la divisione DSM Nutritional Lipids - 40 anni di vitamina B3 - Sharp PS: fosfatidilserina approvata come novel food - Le GMP per gli integratori alimentari - Gli specialisti della nutrizione medicale s’incontrano a Parigi - Stato GRAS per AstaPure - Consumatori disposti a pagare di più gli OGM più nutrienti 56 - ELENCO INSERZIONISTI E INDIRIZZI AZIENDE

departments   8 FOOD LAW

36 HEALT & WELLNESS

12 POINT OF VIEW

44 RESEARCH

16 NUTRITION & FITNESS

48 MARKETING

20 FUNCTIONAL TRENDS

50 NEWS

24 CONFERENCES

56 ADVERTISERS’ LIST -

30 EXHIBITION REPORT (VITAFOODS)

COMPANIES’ ADDRESS


CHIRIOTTI EDITORI SRL Viale Rimembranza 60 - 10064 Pinerolo - To - Italia Tel. 0121 393127 - Fax 0121 794480 e-mail: info@chiriottieditori.it DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Chiriotti DIRETTORE EDITORIALE Alberto Chiriotti alberto@chiriottieditori.it capo redattore Simonetta Musso musso@chiriottieditori.it COORDINATORE SCIENTIFICO Sebastiano Porretta RedaZIONE Laura Sbarato, Rossella Contato, Chiara Mancusi, Matteo Barboni Segretaria di redazione Elena Folco folco@chiriottieditori.it UFFICIO MARKETING Monica Pagliardi pagliardi@chiriottieditori.it ufficio traffico Monica Primo primo@chiriottieditori.it amministrazione Giuseppe Chiriotti PUBBLICITÀ Luigi Voglino - Tel. 0121 393127 voglino@chiriottieditori.it Carlo Beltrachini - Piemonte - Tel. 339 4334361 Raffaella Frigo - Triveneto - Tel. 335 5362778 Giorgio Abbondanza - Emilia Romagna, RSM, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo - Tel. 338 7666730 - 335 7173021 Luigi Voglino - Centro-Sud Italia - Tel. 0121 393127 responsabile trattamento dati Ottavio Chiriotti ABBONAMENTI Marilù Cianflocca Ingredienti Alimentari + Alimenti Funzionali 1 anno in Italia € 45,00 - Estero € 65,00 (via aerea € 95,00, US$ 130) Versione elettronica in PDF: € 20,00 PER ABBONARSI telefonare allo 0121 378147 (servizio abbonamenti) o spedire una e-mail a: abbonamenti@chiriottieditori.it Prezzo una copia € 1,00 numeri arretrati € 10,00 La riproduzione, anche parziale, di articoli ed illustrazioni pubblicati sulla rivista è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione scritta dell’Editore. I manoscritti, i dischetti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati. L’Editore non assume alcuna responsabilità per quanto riguarda eventuali errori contenuti negli articoli e per quanto espresso dagli Autori. STAMPA: Tipolitografia Giuseppini Soc. Coop. - Pinerolo PROPRIETÀ: © 2011 Chiriotti Editori srl PERIODICITÀ: semestrale - sped. in A.P. comma 20/B, art. 2, legge 662/96 - Torino INTERNET: http://www.chiriottieditori.it Suppl. a “Ingredienti Alimentari” This six-monthly journal is published by Chiriotti Editori srl Viale Rimembranza, 60 - 10064 Pinerolo - Italy Tel. +39 0121 393127 - Fax +39 0121 794480 email: info@chiriottieditori.it Yearly subscription abroad Surface mail: € 65.00 - Air mail: € 95.00, US$ 130

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SEMESTRALE - ISSN 2039-6155

October 2011 Year3 Nember 6


UNPLUGGED

Ha ancora senso parlare di alimenti funzionali? Non più tardi di un paio di anni fa stavamo celebrando un segmento di mercato, pur nel dubbio della schizofrenia e dell’apparente contraddizione dei suoi contenuti, caratterizzato contemporaneamente, da un lato, dai plus dei prodotti arricchiti e, dall’altro, dai minus di quelli che hanno sostituito o rimosso alcuni componenti dalla formulazione per andare incontro a target specifici. A questi si aggiungano quegli alimenti verso i quali non si è fatto assolutamente nulla, salvo l’aver scoperto, il più delle volte solo sottolineato, che contengono naturalmente sostanze capaci di stimolare alcune funzioni e che grazie a ciò hanno elevato a funzionale il proprio stato merceologico. Per un consumatore non eccessivamente esperto, quasi tutti, nonostante ci si sforzi di dire il contrario, il mercato dei prodotti alimentari era diventato un’ostentazione di proprietà legate al benessere, un vero e proprio far west mediatico/promozionale nel quale chi non riusciva a ostentare neanche un benché minimo beneficio legato alla salute era messo fuori dalla competizione importante. Ma era proprio tutto vero? Questa è stata la semplice domanda cruciale che l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare si è posta a tutela e garanzia del consumatore. Seppure con la dovuta inerzia per l’eccessiva mole di lavoro, nel luglio di quest’anno ha bocciato l’80% delle etichette alimentari (2.758) con diciture salutistiche. Evitando di entrare nello specifico tecnico sui giudizi positivi, al contrario, il comune denominatore che ha caratterizzato i pareri sfavorevoli ha riguardato la mancanza di dati scientifici seri: le informazioni necessarie per l’individuazione delle sostanze attive, le prove scientifiche in grado di dimostrare il beneficio per il mantenimento o il miglioramento delle funzioni corporee, le indicazioni precise sui vantaggi per la salute, i risultati degli studi sull’uomo condotte con misurazioni affidabili relative al beneficio per la salute. In sintesi, l’intima essenza di tali prodotti rischia di venire meno. E ora che succede? Semplice, un po’ di ordine e chiarezza, portati al limite e, come spesso accade in questi casi, quasi all’eccesso, fino a toccare quelle pseudo-verità, legate magari alla consuetudine, tramandate e assodate per tradizione, di prodotti che alla fine non hanno nemmeno troppo beneficiato della creazione di tale mercato. Oggi, ad esempio, se un produttore di camomilla scrivesse sulla confezione “ha effetti calmanti e rilassanti sul sistema nervoso”, in definitiva la ragione per la quale la stragrande maggioranza l’assume, dovrebbe dimostrare che quanto affermato sia veritiero. È del tutto evidente che rimossi i claim dall’etichetta il consumatore non sia più capace di percepire alcuna attrattiva particolare verso i suddetti prodotti, con la conseguenza che l’intero comparto legato al benessere è messo in seria discussione. Di fronte a un quadro molto incerto e confuso, la redazione di Alimenti Funzionali, come ribadito anche nell’articolo di Andreis, si è posta degli interrogativi che porterà progressivamente all’esplorazione di segmenti merceologici più maturi anche in termini di regolamentazione. Il lettore ne troverà tracce significative già a partire da questo numero.


Pamela Manzi*- Laura Pizzoferrato

Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione Via Ardeatina 564 - 00178 Roma - Italia *email: manzi@inran.it

La taurina: molecola funzionale in prodotti lattiero caseari di diverse specie animali Taurine: functional molecule in dairy products of different animal species Parole chiave: taurina, latte, yogurt Key words: taurine, milk, yoghurt

INTRODUZIONE L’Italia è uno dei principali protagonisti dell’industria lattiero casearia in grado di unire qualità, tradizione e tecnologia. Sono proprio le tecnologie produttive avanzate che hanno trasformato il latte in un alimento apprezzato e accessibile. Oltre al latte vaccino, maggiormente commercializzato in Italia, attualmente stanno acquistando maggiore importanza dal punto di vista commerciale anche latte e yogurt di diverse specie animali: ad esempio, da qualche anno si sta assistendo ad una crescente valorizzazione del latte e dello yogurt di capra, apprezzati anche da soggetti allergici al latte vaccino sebbene il consumo alimentare di questi prodotti sia ancora marginale. Il latte e i prodotti lattiero caseari sono, inoltre, riconosciuti come una fonte di ingredienti funzio-

4 - Alimenti Funzionali - III (2011) ottobre

nali: in generale, un alimento può essere considerato funzionale se dimostra in maniera soddisfacente di avere effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell’organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali, in modo tale da migliorare lo stato di salute e di benessere e/o ridurre il rischio di malattie. Tra i componenti del latte, con caratteristiche funzionali è importante considerare la taurina. La taurina (acido 2-aminoetansulfonico), aminoacido libero presente in numerosi tessuti di mammiferi, può essere sintetizzata a partire da metionina e cisteina, è considerata semi-essenziale: nell’uomo, la dieta rappresenta la fonte principale di questo aminoacido. La taurina ha numerose funzioni, interviene nella stabilità di membrana, nella formazione dei sali biliari, nell’omeostasi del calcio e come antiossidante (Chapman & Greenwood, 1988; Redmond et al., 1998).

SOMMARIO La taurina è un aminoacido libero che interviene nella stabilità di membrana, nella formazione dei sali biliari, nell’omeostasi del calcio e come antiossidante. Attualmente esistono in commercio bevande addizionate di taurina, ma è interessante poter verificare la quantità naturale di questa molecole anche in alimenti che sono normalmente presenti nella nostra dieta. In questo lavoro sono stati valutati i contenuti di taurina nel latte e yogurt di diverse specie animali. I risultati ottenuti hanno dimostrato che i diversi trattamenti tecnologici non influiscono sul contenuto di questo aminoacido, che è invece specie-specifico ed è presente nel latte di capra (6,71 mg/100 g) e di bufala (7,32 mg/100 g) in maggiore quantità che nel latte vaccino (0,60 mg/100 g). Nello yogurt i contenuti rispecchiano i valori di partenza del latte e risultano minori nello yogurt vaccino rispetto a quello di capra.

SUMMARY Taurine is a free amino acid, it has functional properties in membrane stabilization, bile salts formation, calcium homeostasis, and antioxidative effects. Nowadays drinks added with taurine are commercialized, but it would be interesting to verify the level of this compounds in natural food. In this work, the contents of taurine in milk and yoghurt from different animal species have been evaluated. The results demonstrated that taurine is not influenced by the technological treatments of milk but it is species-specific. The amounts of taurine are significantly higher in goat (6.71 mg/100 g) and buffalo milk than in cow milk (0.60 mg/100g). No significant differences have been observed between goat and buffalo milk. The amounts of taurine in yoghurt are higher in goat than in cow yoghurt.


È stata da tempo dimostrata una diminuzione di taurina nel sangue e nel plasma di pazienti lungodegenti sottoposti a nutrizione parenterale mentre, è più recente, l’evidenza di una necessità di fortificare con taurina le miscele nutritive somministrate nella nutrizione enterale (Cho et al., 2006). Recenti studi che coinvolgono modelli animali dimostrano che la taurina potrebbe essere usata come ingrediente funzionale per la sua azione di protezione nei confronti di malattie neurodegenerative o dell’aterosclerosi e contro lo stress ossidativo (Bouckenooghe et al., 2006). In questo lavoro, parte di un progetto MiPAAF che ha come obiettivo lo studio di molecole funzionali presenti negli alimenti, è stato valutato il contenuto di taurina in alcuni prodotti lattiero caseari provenienti da latte di specie animali diverse. In particolare sono state esaminate diverse categorie merceologiche di latte vaccino intero e parzialmente scremato, il latte intero di capra e di bufala. Inol-

Tabella 2 - Campioni yogurt vaccino e di capra oggetto di studio. Yogurt

codice

Yogurt vaccino di cui A-I L-M Yogurt di capra di cui N

Latte vaccino di cui Latte vaccino di cui Latte di capra Latte di bufala

Intero Non zuccherato Zuccherato Intero Con probiotici e fruttosio

N. 10 8 2 1 1

tre, sono stati oggetto di studio anche lo yogurt intero vaccino, zuccherato e non, e lo yogurt di capra. Quest’ultimo prodotto infatti comincia a comparire negli scaffali della grande distribuzione proprio per soddisfare esigenze di consumatori che mostrano dei problemi di natura allergica nei confronti del latte vaccino.

ne, mentre il latte di bufala è stato acquistato direttamente presso le aziende casearie. Nella tab. 1 sono riportate le caratteristiche dei campioni di latte analizzato. Gli yogurt, acquistati presso i punti vendita della grande distribuzione, sono riportati nella tab. 2.

PARTE SPERIMENTALE

Le proteine e i grassi sono stati precipitati mediante i reattivi di Carrez (Carrez I: potassio esacianoferrato (II) 3,6 g/100 mL e Carrez II: zinco acetato diidrato 7,2 g/100 mL). La fase acquosa è stata filtrata (filtro da 0,45 µm) e derivatizzata con dansil cloruro (1 mg/mL in acetonitrile) per 2 ore a temperatura ambiente e al buio. La reazione di derivatizzazione è stata arrestata con l’aggiunta di CH3NH2HCl (20 mg/mL). La taurina, determinata come dansil-derivato (AOAC, 2006), è stata separata in HPLC (HPLC Alliance Waters mod. 2695) con colonna C18 (Supelcosil LC-18 25 cm x 4,6 mm), con una fase mobile costituita da sodio acetato (10 mM a pH 4,2) e acetonitrile (84:16) a 2 mL/min e con rivelazione fluorimetrica

Materiali Il latte vaccino e il latte di capra sono stati acquistati presso i punti vendita della grande distribuzio-

Tabella 1 - Campioni oggetto di studio: latte intero e latte parzialmente scremato di vacca, latte intero di capra e di bufala. Latte

Tipo

Tipo

N.

Intero Fresco Pastorizzato di Alta Qualità Microfiltrato UHT Parzialmente scremato Fresco Pastorizzato Microfiltrato UHT Intero Intero

18 3 3 12 20 2 4 14 8 3

Metodi

Alimenti Funzionali - III (2011) ottobre -

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(Ex330nm; Em530nm, Fluorimetro Waters mod. 2475). I dati analitici sono stati confrontati con il test t di Student e ANOVA (con Tukey post hoc test) utilizzando il programma Kaleida Graph, vers, 3.6.

RISULTATI E DISCUSSIONE 1. Taurina nel latte Il latte vaccino rappresenta la maggior parte del latte commercializzato in Italia ma, generalmente, non è considerato una fonte di taurina (Park et al., 2007), tuttavia si è ritenuto comunque opportuno effettuare la determinazione di questo composto per verificarne i contenuti, esaminare la sua stabilità ai processi tecnologici del latte e, soprattutto, ampliare i dati disponibili in letteratura. Nella tab. 3 sono riportati i valori di taurina nel latte vaccino intero e parzialmente scremato. Come prevedibile, considerando che la taurina è un componente della frazione idrosolubile del latte, non è stata osservata alcuna differenza significativa tra queste due categorie merceologiche (p>0,05). Nei campioni studiati il contenuto di taurina è in media pari a 0,60 mg/100 g sia nel latte intero che

parzialmente scremato. In particolare, il livello di taurina varia nel latte intero da 0,58 a 0,65 mg/100 g, mentre in quello parzialmente scremato da 0,53 a 0,64 mg/100 g. Inoltre, poiché il latte vaccino disponibile in commercio può essere Fresco Pastorizzato di Alta Qualità, Fresco Pastorizzato, Microfiltrato o UHT a seconda del trattamento tecnologico subito, è stato determinato il contenuto di taurina per verificare se i trattamenti tecnologici del latte ne

Tabella 4 - Contenuto di taurina (mg/100 g) in latte vaccino di diverse categorie merceologiche. Latte vaccino Fresco pastorizzato di Alta Qualità

media ± ds 0,62 ± 0,02

Fresco pastorizzato

0,61 ± 0,04

Microfiltrato

0,60 ± 0,02

UHT

0,60 ± 0,03

influenzano il contenuto. I valori di taurina ottenuti (tab. 4) sono molto simili tra loro (da 0,60 a 0,62 mg/100 g) e l’analisi statistica ha dimostrato, infatti, che non esistono differenze (p>0,05) tra i diversi trattamenti. Un maggior contenuto di taurina è invece presente in latte di altre specie animali: in fig. 1 sono riportate le distribuzioni statistiche

Tabella 3 - Contenuto di taurina (mg/100 g) in latte vaccino intero e parzialmente scremato. Latte intero min - max 0,53 - 0,64 media ± ds 0,60 ± 0,03

6 - Alimenti Funzionali - III (2011) ottobre

Latte parzialmente scremato 0,58 - 0,65 0,60 ± 0,02

dei contenuti di taurina nel latte intero di vacca, capra e bufala. Il latte di capra esaminato in questo studio ha evidenziato un contenuto elevato di taurina, in media pari a 6,71 mg/100 g con una variabilità da 5,5 a 8,6 mg/100 g. Questa elevata differenza tra i contenuti di taurina si ritrova anche in dati di letteratura (2,611,0 mg/100 g) ottenuti su latte crudo ottenuto da differenti razze caprine (Garganica, Maltese, Saanen e Derivata di Siria) (Tripaldi et al., 1998). Un altro latte che contiene elevate quantità di taurina è il latte di bufala (fig. 1): i valori ottenuti sono risultati molto simili al latte di capra e variano da 5,68 a 8,42 mg/100 g. Questi valori sono importanti in quanto per questo latte non si dispone di dati bibliografici di riferimento. Tuttavia in questo lavoro il numero di campioni è esiguo in quanto è particolarmente difficile reperire il latte di bufala che generalmente non viene commercializzato come tale, ma viene utilizzato soprattutto per la produzione di mozzarelle o altri prodotti caseari. Effettuando una valutazione statistica dei livelli di taurina tra questi tre tipi di latte (di vacca, di capra e di bufala), sono state osservate differenze significative tra il latte vaccino e quello di capra e di bufala (p<0,05), mentre non sono state riscontrate differenze significative tra latte di capra e di bufala (p>0,05). 2. Taurina nello yogurt Il contenuto di taurina è stato esaminato anche in yogurt com-


Fig. 1 - Distribuzione statistica dei contenuti di taurina nel latte intero di vacca, capra e bufala.

Fig. 2 - Contenuto di taurina in yogurt vaccino intero non zuccherato (A-I), zuccherato (L-M) e yogurt di capra (N) espresso in mg/100 g (2-a) e mg/100 g sostanza secca (2-b).

merciali. In fig. 2 sono riportati i valori di taurina nei campioni di yogurt vaccini non zuccherati (A-I), zuccherati (L-M) e di capra (N) espressi sia sul tal quale (fig. 2a) che sulla sostanza secca (fig. 2b). Il contenuto di taurina dei campioni di yogurt rispecchia, sostanzialmente, il contenuto del latte della specie animale di partenza. Infatti, in media, nello yogurt vaccino il contenuto di taurina è risultato significativamente (p<0,05) minore rispetto al valore ottenuto nello yogurt di capra (0,90 mg/100 g e 5,26 mg/100 g rispettivamente). Tuttavia per lo yogurt di capra è stato possibile effettuare un campionamento esiguo che riflette la sua disponibilità ancora troppo limitata sul mercato ed è quindi indispensabile disporre di un numero maggiore di campioni rappresentativi per poter effettuare un’analisi più approfondita. Esaminando i dati ottenuti nello yogurt vaccino si evidenzia che la taurina varia da 0,60 mg/100 g a 1,46 mg/100 g e, in particolare, i due campioni zuccherati (L e M) hanno rispettivamente valori di 1,13 e 1,21 mg/100 g. L’analisi statistica effettuata sui campioni di yogurt vaccino non zuccherati e zuccherati ha mostrato delle differenze (p<0,05), tuttavia se i valori di taurina vengono espressi sulla sostanza secca questa differenza non è più significativa. Questo può essere facilmente spiegato dalla minore percentuale di acqua dei campioni di yogurt vaccino zuccherati rispetto agli yogurt vaccini non zuccherati.

L’unica eccezione è il campione B che presenta alti valori di taurina sia espressi sul tal quale (1,46 mg/100 g) che sul secco (10,21 mg/100 g sostanza secca). Sono quindi necessarie ulteriori analisi e un ulteriore campionamento di questo prodotto (yogurt B) per confermare il dato di taurina ottenuto.

RINGRAZIAMENTI La ricerca è stata finanziata dal Progetto MIPAAF: QUALIFU “Qualità alimentare e Funzionale” (DM2087/7303/09 del 29/1/2009). Ricevuto il 28 novembre 2010

BIBLIOGRAFIA Redmond H.P., Stapleton P.P., Neary P., Bouchier-Hayes D., Immunonutrition: The Role of Taurine, Nutrition 14, 599604, 1998. Bouckenooghe T., Remacle C., Reusens B., Is taurine a functional nutrient? Current Opinion in Clinical Nutrition & Metabolic Care 9(6), 728-733, 2006. Chapman G.E., Greenwood C. E., Taurine in nutrition and brain development Nutrition Research 8(8), 955968,1988 AOAC, Taurine in Powdered Milk and Powdered Infant Formula Official Method n. 997.05, AOAC International, 2006. Park Y.W., Juarez M., Ramosc M., Haenlein G.F.W., Physico-chemical characteristics of goat and sheep milk, Small Ruminant Research 68, 88-113, 2007. Tripaldi C., Martillotti F., Terramoccia S., Content of taurine and other free amino acids in milk of goats bred in Italy, Small Ruminant Research 30, 127-136, 1998. Cho K.H., Kim E.S., Choue R., Park M., Jung A., Zhang H.S., Di Chen J., Insufficient taurine in enteral nutrition for patients, Nutrition Research 26, 450453, 2006.

Alimenti Funzionali - III (2011) ottobre -

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Diritto Alimentare

A cura dell’avv. Gianclaudio Andreis e associati

Lo stato degli alimenti funzionali nel 2011

Esistono ancora gli alimenti funzionali dato che l’EFSA sta bocciando praticamente qualsiasi proposta di claim? Alla luce dei recenti sviluppi del lavoro dell’EFSA e della Commissione europea per la formazione e il completamento dell’elenco comunitario dei claims salutistici in base al Reg.CE 1924/2006, sorge naturale chiedersi quale sia il destino degli alimenti c.d. funzionali. Per quanto riguarda gli alimenti funzionali, preme ricordare che con questo termine si indica l’attitudine, connessa alla loro composizione, di alcuni alimenti ad apportare un beneficio aggiuntivo all’organismo, ulteriore rispetto al normale contenuto nutrizionale. Come noto, non vi è alcuna definizione normativa di alimenti funzionali.

8 - Alimenti Funzionali - III (2011) ottobre

In tal senso soccorrono a livello comunitario la definizione dell’European Food Information Council e a livello nazionale quella del Ministero della Salute. Il primo definisce “funzionali” gli alimenti per i quali sia soddisfacentemente dimostrato che possono implicare un effetto benefico e mirato, su una o più funzioni dell’organismo, ulteriore rispetto ai normali effetti nutritivi, in modo che dalla loro assunzione consegua un evidente miglioramento dello stato di salute e di benessere dell’organismo e/o una riduzione del rischio di malattia. Il secondo ha precisato inoltre che “con tale denominazione si fa riferimento ad

alimenti che per qualche aspetto particolare della composizione apportano un beneficio aggiuntivo all’organismo che va oltre il semplice apporto di nutrienti. Va sottolineato che non si tratta di una categoria di alimenti autonoma sul piano normativo. La legislazione alimentare comunitaria, infatti, definisce i criteri e le procedure per rivendicare in modo documentato scientificamente e fondato le proprietà nutritive insieme agli effetti sulla salute di qualunque alimento attraverso il regolamento (CE) 1924/2006 sui claims”. Gli alimenti funzionali, pur differenziandosi da quelli che non hanno alcun beneficio particolare aggiuntivo, non identificano una categoria specifica di alimenti, come gli integratori alimentari o i dietetici. Con gli sviluppi della scienza nutrizionistica, negli anni, sempre maggiore è diventato il numero di alimenti o d’ingredienti a cui viene riconosciuta una particolare funzionalità benefica. Questo consegue anche ad una tendenza della società attuale attenta all’ottenimento e al mantenimento di un vita sana ed equilibrata tramite non solo l’esercizio fisico ma anche e soprattutto un’alimentazione corretta. Alla luce anche di questa esigenza sociale, con il Regolamento claims si è


cercato, anzi si sta cercando, di porre in essere anche una disciplina della “funzionalità” degli alimenti per garantire un elevato livello di tutela dei consumatori e per dare loro le informazioni necessarie affinché compiano scelte nella piena consapevolezza dei fatti e per creare condizioni paritarie di concorrenza per l’industria alimentare. Il testo del regolamento, al considerando 10), precisa che “gli alimenti promossi mediante indicazioni possono essere percepiti dal consumatore come portatori di un vantaggio nutrizionale, fisiologico o per la salute in generale rispetto ad altri prodotti simili o diversi ai quali tali sostanze nutritive e altre sostanze non sono aggiunte. Ciò può incoraggiare i consumatori a compiere scelte che influenzano direttamente la loro assunzione complessiva delle singole sostanze nutritive o di altro tipo in modo contrario ai pareri scientifici in materia. Per contrastare questo potenziale effetto indesiderato, è opportuno imporre talune restrizioni per quanto riguarda i prodotti recanti indicazioni”. L’art. 13 Reg.CE 1924/2006 disciplina i claims salutistici, e precisamente le indicazioni sulla salute diverse da quelle che si riferiscono alla riduzione del rischio di malattia e allo sviluppo e alla salute dei bambini. Queste indicazioni sono anche definite come “indicazioni funzionali generiche” e descrivono o fanno riferimento al ruolo di una sostanza nutritiva o di altro tipo per la crescita, lo sviluppo e le funzioni dell’organismo, o alle funzioni psicologiche e comportamentali, o, fatta salva la direttiva 96/8/CE, al dimagrimento o al controllo del peso oppure alla riduzione dello stimolo della fame o un maggiore senso di sazietà o alla riduzione dell’energia apportata dal regime alimentare (art. 13 Reg.CE 1924/2006). Questi claims costituiscono o meglio costituiranno il registro comunitario,

che entro fine anno la Commissione europea dovrebbe pubblicare. Con riferimento allo stato di avanzamento del lavoro teso alla formazione del registro comunitario, lo scorso 28 luglio 2011 l’EFSA ha ufficialmente comunicato di aver pubblicato gli esiti della valutazione dell’ultimo gruppo d’indicazioni funzionali generiche, ad esclusione di quelle relative alle sostanza botaniche. Sull’esito di questo ampio lavoro, l’EFSA ha dichiarato che “i risultati delle valutazioni sono stati favorevoli quando vi erano prove sufficienti a sostegno delle indicazioni”. Così è avvenuto per circa una su cinque delle indicazioni esaminate, che riguardavano essenzialmente: - vitamine e minerali; - fibre dietetiche specifiche relative al controllo della glicemia, al colesterolo nel sangue, o alla gestione del peso corporeo; - colture di fermenti lattici vivi e digestione del lattosio; - effetti antiossidanti dei polifenoli nell’olio di oliva; - noci e miglioramento della funzione dei vasi sanguigni; - pasti sostitutivi e controllo del peso; - acidi grassi e funzionalità cardiaca; - il ruolo di una gamma di prodotti sostitutivi dello zucchero (come il sorbitolo e lo xilitolo) nel mantenere la mineralizzazione dei denti o abbassare l’aumento dei livelli di glucosio nel sangue dopo i pasti;

- bevande contenenti carboidrati-elettroliti/creatina e prestazioni sportive. Sono stati invece emessi pareri sfavorevoli quando non è stato possibile individuare e stabilire una correlazione tra l’alimento e l’effetto rivendicato da stabilire, in conseguenza, ad esempio, della mancanza d’informazioni sulla sostanza su cui si fondava l’indicazione (per esempio indicazioni su “probiotici” o “fibra alimentare” senza specificare quale fibra in particolare); della mancanza di prove che l’effetto vantato fosse davvero benefico per il mantenimento o il miglioramento delle funzioni corporee (per esempio alimento con “proprietà antiossidanti” e indicazioni per “eliminazione dell’acqua” per via renale); della mancanza di precisione quanto all’indicazione sulla salute rivendicata (ad esempio indicazioni riguardanti termini come “energia” e “vitalità”, o indicazioni sulla salute delle donne o l’energia mentale); della mancanza di studi sull’uomo con misurazioni affidabili del beneficio per la salute rivendicato; sull’ampiezza di certe indicazioni riferite in via troppo generica a categorie alimentari come “frutta e verdura” e “prodotti lattiero-caseari”. Questa nuova tappa raggiunta dall’EFSA rappresenta sicuramente un passo importante nel processo di applicazione del Regolamento claims, e conseguentemente anche per gli alimenti funzionali.

Alimenti Funzionali - III (2011) ottobre -

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Nel contesto di questi alimenti, infatti, diverse ricerche di mercato riferite anche a differenti categorie merceologiche di prodotti, riconoscono e confermano il valore e soprattutto l’attrazione che la funzionalità degli alimenti ha verso il consumatore. Questo, infatti, nel momento in cui ricerca un alimento c.d. funzionale, cerca anche le informazioni e indicazioni su questa funzionalità. L’esigenza, quindi, di una concreta, veritiera e trasparente informazione sull’etichetta dei prodotti alimentari si manifesta fortemente in questo ambito. Il lavoro che le autorità, scientifiche e legislative, stanno quindi compiendo in attuazione del Regolamento claims non vuole portare ad una eliminazione degli alimenti funzionali, ma piuttosto ad un riconoscimento scientifico e normativo della loro funzionalità. Ovviamente l’esito del lavoro dell’EFSA con particolare riferimento

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ai claims bocciati ha ed avrà un forte ed importante riflesso su questi alimenti, ma occorre sempre tenere in considerazione che questo lavoro è diretto a garantire, come detto, l’esistenza di un solido supporto scientifico della funzionalità che si vuole vantare. Inoltre, il registro che la Commissione europea sta formulando non consiste in un elenco definitivo. Si tratta infatti di un elenco in continuo e costante evoluzione. Da una parte, infatti, l’art. 13 paragrafo IV prevede la possibilità di apportare qualsiasi modifica all’elenco basata su prove scientifiche generalmente accettate. Dall’altra, al paragrafo V del medesimo articolo è ammesso l’inserimento di nuovi claims funzionali basati su prove scientifiche recenti. Questo consentirà quindi una continua evoluzione, al passo con la scienza nutrizionistica, nel riconoscimento degli alimenti funzionali.

In conclusione, quindi, si ritiene che in questa fase dei lavori dell’EFSA e della Commissione europea, i riflessi sui singoli operatori saranno molto forti e in alcuni casi anche molto limitativi; nello stesso tempo, però, non deve sfuggire il fatto che tramite questo tipo di validazione scientifica, gli stessi alimenti funzionali acquisiranno una maggiore credibilità agli occhi del consumatore. Nel settore agro-alimentare, anche alla luce della costante cresciuta dei marchi privati, è l’innovazione scientifica sui prodotti l’elemento che diversifica gli operatori e che rende la concorrenza corretta e trasparente. Volgendo infatti lo sguardo verso le novità presenti sul mercato, proprio di recente l’evoluzione degli alimenti funzionali si è diretta verso un nuovo settore merceologico, meritevole di attenzione e di un prossimo approfondimento, quale quello dei vegetali.


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Il punto di vista

Il mercato dell’erboristeria e delle piante officinali

Il dott. Fulceri, responsabile marketing del gruppo Aboca, insieme alla nostra Monica Pagliardi.

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Alimenti Funzionali inizia da questo numero una serie di interviste ad aziende leader allo scopo di monitorare, “da dentro”, il settore a cui la rivista si rivolge. Una testimonianza sulla situazione del mercato, le tendenze, i punti di forza e le sue criticità. Iniziamo con l’azienda Aboca, leader nel settore dell’erboristeria e delle piante officinali. Abbiamo intervistato il dott. Fulceri, responsabile marketing. Il Gruppo Aboca è composto da 2 marchi storici: Aboca e Planta Medica che hanno una diversa impostazione verso il consumatore, ma che si basano sulla stessa filosofia di seguire la filiera dalla coltivazione al prodotto finito. Il gruppo possiede un’azienda agricola con 800 ettari di terreno coltivato con le specie che si possono coltivare a queste latitudini. In Italia sono coltivate circa 65 specie con metodo biologico; la lavorazione non prevede l’utilizzo di solventi, conservanti, coloranti; il prodotto così ottenuto è 100% naturale. Per esempio, la vitamina C Aboca deriva dal succo concentrato di acerola e non è natural-identica come quella della maggior parte degli integratori in commercio. Il gruppo ha due centri produttivi per


la lavorazione delle erbe, con magazzini di stoccaggio e conservazione anche delle materie prime che arrivano dall’estero. La mission è quella di controllare la filiera e di essere autosufficienti per tutto quanto è possibile. La sede si trova nel comune di Sansepolcro (AR) e il gruppo vanta circa 500 dipendenti dei quali una sessantina di laureati. Il mercato dei prodotti funzionali alla luce delle restrizioni sui claim da apporre in etichetta Aboca da sempre ha deciso per una scelta professionale, anche se occorre dire che l’EFSA ha comunque adottato criteri troppo restrittivi. Assoerbe, l’associazione italiana tra coltivatori, raccoglitori, trasformatori, importatori, esportatori, grossisti e rappresentanti di case estere di piante medicinali aromatiche e spezie, alla quale è affiliata Aboca, ha attivato università e istituti di ricerca per valutare una serie di piante sulle quali si potessero fornire maggiori informazioni, che non sono state però in grado di soddisfare le richieste dell’EFSA. Quali sono secondo lei i settori “trendy”? Sicuramente il settore più in fermento e richiesto dai consumatori è quello dei prodotti per la gestione del peso e dei prodotti cosiddetti dimagranti, anche se il Ministero della Salute è sempre più attento ai messaggi proposti sulle confezione e nella comunicazione; seguono i prodotti energetici-tonificanti e quelli per il benessere dell’intestino. Per esempio, l’altea ha mucillagini con effetto positivo nell’ambito del prebiotico. Un altro settore interessante è quello dei cosmetici biologici: infatti, l’esposizione ai cosmetici è superiore agli alimenti durante l’arco della giornata e il fattore naturale e biologico comincia a essere richiesto. Attenzione maniacale al dosaggio Anche se questi prodotti non sono

farmaci è comunque molto importante il dosaggio, il modo d’uso e i quantitativi di assunzione. Per esempio, 180 mg di estratto liofilizzato di echinacea corrispondono a sei volte tanto di droga. In alcuni casi Aboca ha dovuto ridurre alcuni componenti che potevano avere delle controindi-

co degli estratti avendo puntato sulla liofilizzazione. L’estrazione dei principi attivi avviene mediante miscele di acqua e alcool, senza l’utilizzo di altri solventi; dopo aver esaurito la droga, l’estratto liquido è concentrato grazie all’evaporazione della frazione alcolica sotto-

cazioni in base al feedback del postmarketing. Quali sono le vostre tecnologie di punta? Aboca è sicuramente un’azienda alternativa per quanto riguarda il processo di concentrazione a sec-

vuoto per non deteriorare i componenti attivi, sensibili al calore. Ottenuto così l’estratto molle, questo è portato a secco senza l’aggiunta di eccipienti, quali maltodestrosio o lattosio, perché utilizziamo la liofilizzazione che dà esattamen-

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te quello che è stato estratto dalla pianta: l’estratto è portato a -40°C in condizioni di sottopressione, improvvisamente il prodotto è portato a una pressione positiva e a una temperatura di 15°-20°C. Poiché teme l’umidità, il prodotto va confezionato sottovuoto con vari metodi e conservato a temperatura ambiente. Il prodotto così ottenuto è a titolo noto: potrebbe essere definito un ingrediente di tipo farmaceutico. Noi dichiariamo il titolo degli estratti che sono caratterizzati da un’elevata biodisponibilità e una buona solubilità, non essendo stati addizionati eccipienti di diversa origine. Questo metodo permette di ottenere estratti sicuramente di qualità superiore, ma, essendo un metodo discontinuo, è estremamente costoso. Pensa che il mercato vada verso un auto-dimensionamento o piuttosto verso un declino? Non penso che il mercato stia andando verso un declino, ma il consumatore non va ingannato. C’è bisogno di un quadro normativo che in alcuni casi sia un po’ più stringente. Aboca ha lanciato una nuova linea di dispositivi medici con le piante medicinali: le funzionalità medicamentose sono testate e validate. Tutto quanto dichiarato è dimostrabile anche se non comprovato scientificamente con studi clinici randomizzati e a doppio cieco, ma non siamo nel mondo farmacologico: c’è un effetto meccanico e barriera. Comunque, se ci fosse anche per gli integratori un minimo di validazione obbligatoria, sarebbe più chiaro cosa è effettivamente offerto ai consumatori. Il mercato avrebbe una forte ripresa, se venisse messo in piedi un sistema di controllo qualità più serio. Le strategie dei vostri mercati esteri Aboca ha una filiale in Spagna e una in Polonia; ha, inoltre, firmato un contratto di collaborazione con un’azienda consolidata nel settore

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dell’erboristeria negli Stati Uniti. Abbiamo poi mercati con distributori, quali la Francia, la Bulgaria, la Romania, Taiwan. I prodotti più venduti sono quelli per il transito intestinale che, in alcuni casi, sono polveri di erbe pressate e tenute insieme con polisaccaridi, oltre agli estratti vegetali. Un buon mercato è quello dei prodotti per le problematiche invernali, immunostimolanti e curativi (propoli, spray nasali, sciroppi per la tosse) che sono stati elevati al rango di dispositivi medici: in questo modo si può spiegare meglio quali sono i benefici offerti. Altri prodotti con un buon volume di vendite sono quelli dimagranti, anche se piuttosto stagionali. Sentite la concorrenza cinese? Per quanto riguarda i prodotti finiti non si sente la concorrenza cinese, ma il problema, assolutamente da non sottovalutare, sia per una questione di sicurezza e qualità, sia per quanto riguarda il costo del prodotto finito, la concorrenza è a livello di materia prima. Ci vuole parlare della linea “gluten free”? Tutti i prodotti gluten free hanno un tipo di formulazione che esclude le fonti di rischio, il lotto di produzione è liberato solo dopo un’analisi quantitativa, nonostante la preventiva analisi dei rischi. Dobbiamo stare attenti anche alla filiera: sono già capitati casi di contaminazione crociata imprevedibili, per esempio nel tè verde. Per la produzione delle compresse è utilizzato l’amido di riso biologico. Il vostro rapporto con gli organismi di ricerca Aboca vanta tante collaborazioni. Per esempio, con l’Università di Perugia, per le problematiche farmacologiche o con l’Università di Padova per le scienze omiche. Abbiamo un laboratorio di genetica vegetale all’interno dell’azienda. Infatti, la tendenza per

la titolazione e la caratterizzazione di un estratto è di non considerare solo il principio attivo, ma di considerare la pianta a livello globale e cercare una risposta attraverso valutazioni di tipo genomico. Per essere sicuri di lavorare con la droga desiderata si effettua un’analisi qualitativa e anche l’impronta genetica (per esempio, la Rhodiola rosea e la Rhodiola sacra hanno due impronte diverse). A questo proposito, Aboca ha anche istituito delle borse di studio con la Facoltà di Fisica dell’Università di Roma. Ci può descrivere il vostro cliente abituale? Su 100 clienti, 70 sono donne e 30 uomini con età compresa tra i 40 e i 55 anni, un’istruzione medio-alta e un reddito medio-alto. Sono fidelizzati e non “seguono le mode”, attenti all’alimentazione e che condividono la mission dell’azienda. Functional food e grande distribuzione organizzata: sinergia o competizione? È una grossa incognita. La grande distribuzione selvaggia non è significativa in quanto si opera in due aree diverse, ma se si intendono le para-farmacie allora si può sviluppare un rapporto di collaborazione. La percezione del consumatore C’è ancora molto da fare; non è facilissimo e il consumatore è assimilabile a una cavia da laboratorio: subisce sollecitazioni con i più disparati sistemi, ma rispetto ai primi periodi, non si fa più ingannare, s’informa ed è curioso. Noi, per il consumatore, organizziamo nelle nostre farmacie ed erboristerie fiduciarie (le Apoteke natura, per esempio, che vendono anche prodotti della concorrenza purché naturali) giornate di meeting e comunicazione, informazione con dibattito, in quanto siamo convinti che sia importante che l’informazione arrivi dal basso, un fermento che piano piano si espande tra i consumatori.


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Alimenti funzionali nella prevenzione delle infezioni causate da esercizio fisico intenso

Individuare alimenti che possano contribuire al sostegno della prestazione atletica è infatti una sfida che gli studiosi affrontano da molti anni con risultati non sempre soddisfacenti. Sebbene lo studio delle applicazioni di particolari schemi alimentari in ambito sportivo abbiano da tempo permesso di ottimizzare i programmi di allenamento e le prestazioni atletiche, non si può sorvolare sul fatto che la letteratura scientifica che si è occupata in modo rigoroso della valutazione di alimenti che vantavano effetti tali da migliorare le prestazioni sportive abbia in parte fallito nel confermare gli effetti positivi di questi alimenti. Al contempo, la popolazione sportiva è una popolazione molto attenta alla possibilità di migliorare la prestazione attraverso l’alimentazione e questa sua caratteristica la mette a rischio di essere facilmente vittima del raggiro di chi, pur di trarre un profitto, è disposto a commercializzare prodotti inefficaci se non addirittura dannosi per la salute. Nell’affrontare questo tema, ed essendo questo articolo il primo della rubrica che tratterà il tema “alimenti funzionali ed attività sportiva” è necessario liberare il campo da alcuni equivoci. In ambito sportivo, infatti, la rigorosa definizione di alimenti funzionali non sempre è tenuta nella giusta considerazione e spesso s’identificano in questa categoria di alimenti anche gli integratori ed i prodotti formulati ad hoc per i soggetti

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che praticano un intenso sforzo muscolare. Per quanto concerne questa rubrica cercheremo di trattare il più possibile di alimenti funzionali e cioè alimenti per i quali, al di là delle comuni caratteristiche nutrizionali, sia scientificamente dimostrata la capacità di agire positivamente su una o più funzioni fisiologiche e di contribuire al mantenimento di un buono stato di salute attraverso la prevenzione di specifiche patologie; qualora per necessità dovessimo trattare di specifiche molecole od integratori, cercheremo di farlo senza confondere il lettore e cercando di utilizzare le corrette terminologie.

Numerosi studi hanno ormai chiaramente evidenziato che durante l’esercizio fisico intenso l’organismo umano è sottoposto ad un intenso stress che può innescare eventi patologici e traumatici (Davies et al., 1982; Sen et al., 1995). Tuttavia la letteratura recente ha dimostrato anche che i soggetti sottoposti a programmi di allenamento a lungo termine sono più resistenti allo stress e capaci di contrastare l’insorgenza di quegli eventi avversi che possono caratterizzare una pratica sportiva discontinua od eccessivamente intensa. Alla luce di queste considerazioni a


partire dagli inizi degli anni 2000 alcuni studiosi hanno voluto spiegare le modificazioni indotte dall’esercizio fisico attraverso il concetto dell’ormesi, non solo per quanto riguarda gli adattamenti che coinvolgono il trofismo muscolare o la resistenza alla fatica, ma anche per quelli che determinano la capacità di contrastare più efficacemente lo stress (Ji et al., 2006). Il concetto di ormesi, che viene preso in prestito dalla tossicologia, indica l’andamento della risposta dei sistemi biologici all’esposizione ad agenti tossici. Più semplicemente, quindi, in tossicologia il concetto di ormesi rappresenta un andamento a campana della curva dose-risposta di esposizione ad un agente xenobiotico (Cook et al., 2006). Nella fig. 1 è schematizzato l’andamento della curva dose-risposta dell’esercizo fisico, all’estremità sinistra si può vedere come l’inattività riduca il livello di funzionalità fisica, qualità della vita e non conferisca alcuna protezione dalle patologie, è infatti noto che un livello troppo basso di attività fisica sia associato ad una lunga serie di patologie come: malattie cardiovascolari, diabete mellito di tipo II, atrofia muscolare, obesità e patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e di Parkinson (Booth et al., 2007). Allo stesso modo all’estremità destra della curva, che corrisponde ad un’attività fisica eccessivamente intensa o a situazioni di sovrallenamento, aumentano sia i rischi e la frequenza di danni e traumi muscolari, sia la frequenza di patologie (Ogonovszky et al., 2005). L’effetto più importante dell’esercizio fisico sull’organismo è, quindi, l’insieme dei processi di adattamento. Come molte fonti di stress, anche l’esercizio ha la capacità di indurre fenomeni adattativi, anche se solo per un ristretto intervallo di valori di intensità e di durata. Ciò è stato inizialmente evidenziato per quanto riguarda la frequenza delle infezioni a carico delle alte vie respiratorie, mentre attualmente è evidente an-

Fig. 1 - Andamento della curva dose-risposta per l’esercizio fisico.

che per molte altre situazioni patologiche e non: basti pensare alla relazione tra esercizio fisico moderato e cancro e alla relazione tra esercizio moderato e stress ossidativo (Radak et al., 2001). L’esercizio fisico, come tutte le fonti di stress, può risultare estremamente pericoloso se il periodo di riposo, inteso come intervallo di tempo in cui la fonte di stress è assente, non è sufficiente. Il riposo infatti è essenziale sia per garantire il recupero, sia per ottimizzare la risposta dell’organismo allo stress. Gli adattamenti che si ottengono con una regolare attività fisica sono sistemici, anche se variano in funzione del tipo di esercizio svolto. Sulla base di queste considerazioni, un’importante campo di applicazione degli alimenti funzionali in ambito sportivo consiste proprio nella possibilità che attraverso l’impiego di alcuni di questi alimenti sia possibile prevenire alcune delle patologie e infezioni che colpiscono tipicamente la popolazione sportiva ed in particolare quei soggetti che si sottopongono ad attività particolarmente intense. È ormai ampiamente noto dalla letteratura scientifica che

chi affronta sessioni di esercizio di particolare intensità o di durata estenuante è esposto ad un aumentato rischio di contrarre infezioni, sia a carico delle vie respiratorie superiori, sia sistemiche. Tale rischio è noto ai più con il nome di “open window” proprio per indicare come queste infezioni possano colpire preferenzialmente le vie aeree. L’intervallo di tempo in cui la “finestra” rimane “aperta”, ossia il tempo per cui il soggetto risulta meno resistente alle infezioni può variare da poche ore, per la maggior parte degli studi, fino ad alcuni giorni dopo il termine dell’esercizio (Shek et al., 1994). Diverse ipotesi sono state formulate per spiegare questo fenomeno, alcuni studiosi hanno proposto che l’evento responsabile del fenomeno dell’open window sia la caduta, transitoria, della conta dei linfociti Natural Killer (NK), tuttavia l’apparente riduzione del numero di NK non è dovuta alla perdita di tali cellule, ma piuttosto ad una loro ricollocazione a livello di quei distretti maggiormente coinvolti dallo stress muscolare (Shephard et al., 2000). Altri studiosi hanno invece proposto che l’aumento

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Alimenti AlimentiFunzionali Funzionali- III - III(2011) (2011)ottobre ottobre- -


del rischio di contrarre infezioni a carico delle vie aeree superiori sia legato, nel corso di attività sportive di lunga durata, ad una riduzione delle secrezioni nasali e salivari che hanno notoriamente un’importante funzione barriera nei confronti delle infezioni delle vie aeree (Mackinnon et al., 1996). Ad oggi molti studi hanno valutato il livello di IgA salivare come biomarcato-

re dell’attività del sistema immunitario a livello mucosale. Sessioni acute di esercizio fisico moderato hanno uno scarso impatto sulle IgA della mucosa, ma l’esercizio fisico molto prolungato e di elevata intensità risulta in una ridotta secrezione di IgA a livello salivare. Sulla base delle conoscenze scientifiche attuali esistono prove ragionevoli che in-

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dicano che i livelli ridotti di IgA salivari siano associati ad un aumentato rischio di infezioni a carico delle vie aeree superiori. Un’interessante e possibile approccio nella prevenzione del fenomeno dell’open window consiste nell’impiego di alimenti che possano influenzare e mantenere la funzionalità del sistema immunitario. Numerosissimi sono infatti gli studi che hanno cercato di individuare tali alimenti o nutrienti e se inizialmente l’attenzione degli studiosi si era focalizzata dapprima su nutrienti ad azione antiossidante, vitamine e su aminoacidi ritenuti particolarmente importanti per l’attività del sistema immunitario come la glutammina, attualmente è noto che i migliori risultati possono essere ottenuti attraverso il consumo di alimenti ricchi di carboidrati. Studi recenti hanno infatti dimostrato che l’assunzione di un pasto ricco di carboidrati due ore prima dell’inizio di una prestazione fisica consente di minimizzare la riduzione del numero di lueucociti, neutrofili e linfociti T circolanti. Oltre a questo effetto sulla conta delle cellule del sistema immunitario, un pasto ricco di carboidrati agisce anche sui livelli di alcune interleuchine pro infiammatorie (Brown et al., 1988). La dimostrazione che l’assunzione di elevate dosi di vitamine, minerali ed aminoacidi non conferiscono protezione agli atleti durante i periodi di allenamento più intensi ha portato alcuni studiosi a rivolgere altrove la loro attenzione. Negli anni più recenti componenti nutrizionali anche molto diverse tra loro sono state, infatti, oggetto d’indagine. Studi in vitro, in vivo su modelli animali ed epidemiologici hanno testato la possibilità di sostenere la funzionalità immunitaria negli atleti attraverso l’assunzione di probiotici, b-glucani, acidi grassi polinsaturi Omega-3, flavonoidi e polifenoli come: quercetina, resveratrolo, epigallocatechina-3-gallato ecc. Alcuni di questi studi non hanno permesso di dimostrare l’effetto sperato di

queste molecole, in altri casi sostanze particolarmente promettenti sulla base di risultati ottenuti in modelli in vitro o animali sono stati smentiti e non hanno poi confermato la loro efficacia negli studi condotti sull’uomo come nel caso dei b-glucani. Alcuni recenti studi sulla supplementazione con quercetina negli atleti si sono concentrati sulla possibilità di contrastare i fenomeni infiammatori, lo stress ossidativo e le disfunzioni immunitarie indotti dall’esercizio fisico, (McCarthy et al., 1992). Quando l’assunzione di quercetina è associata a quella di altri polifenoli e componenti alimentari come gli estratti di tè verde, gli oli di pesce ricchi in Omega-3, si assiste ad una sostanziale riduzione dei fenomeni infiammatori, contemporaneamente si è dimostrato che se assunta sotto forma di integratore alla dose di 1g/die la quercetina è in grado di ridurre il tasso di patologie che si verificano in atleti sottoposti a stress da esercizio fisico (MacNeil et al., 1993). Sebbene i meccanismi alla base di questa azione esercitata dalla quercetina non siano ancora del tutto chiariti, una possibile spiegazione risiede nel fatto che dati interessanti hanno indicato come il trattamento con quercetina favorisca l’aumento del numero di mitocondri a livello del tessuto muscolare scheletrico, aumentando così le capacità di endurance dei soggetti. Nel complesso risulta attualmente prematuro indicare in specifici alimenti funzionali la via da seguire per prevenire la comparsa delle patologie indotte da una pratica sportiva troppo intesa, tuttavia è condivisibile suggerire ai soggetti particolarmente attivi di aumentare l’apporto dietetico di quegli alimenti particolarmente ricchi di componenti antiossidanti, il cui mix ha permesso di ottenere i migliori risultati nel ridurre il rischio di infezioni negli atleti come recentemente riportato in un documento internazionale che ha analizzato la relazione tra esercizio fisico e funzione immunitaria (Walsh et al., 2011).


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Mackinnon LT. (1996) Immunoglobulin, antibody and exercise. Exerc Immunol Rev 2: 1- 34. MacNeil B and Hoffman-Goetz L. (1993) Chronic exercise enhances in vivo and in vitro cytotoxic mechanisms of natural immunity in mice. J Appl Physiol 74: 388-395. McCarthy D.A., Macdonald I., Grant M., Marbut M., Watling M., Nicholson S., Deeks J.J.,Wade A.J. and Perry J.D. (1992) Studies on the immediate and delayed leucocytosis elicited by brief (30-min) strenuous exercise. Eur J Appl Physiol Occup Physiol 64: 513- 517. Ogonovszky H., Sasvari M., Dosek A., Berkes I., Kaneko T., Tahara S., et al., (2005). The effects of moderate, strenuous, and overtraining on oxidative stress markers and DNA repair in rat liver. Can J Appl Physiol, 30(2), 186-195. Radak Z., Taylor A.W., Ohno H., & Goto S. (2001). Adaptation to exercise-induced

oxidative stress: from muscle to brain. Exerc Immunol Rev, 7, 90-107. Sen C.K. (1995). Oxidants and antioxidants in exercise. J Appl Physiol, 79(3), 675-686. Shek P.N., Sabiston B.H., Paucod J.C. and Vidal D. (1994) Strenuous exercise and immune changes. In: Accord Franco-Canadien, Vol. 3. Physical exercise, hyperthermia, immune system and recovery sleep in man, edited by Buguet A and Radomski M.W. La Tronche, France: Centre de recherches du Service de Sante des Armees, p. 121-137 Shephard R.J., Gannon G., Hay J.B. and Shek P.N. (2000) Adhesion molecule expression in acute and chronic exercise. Crit Rev Immunol 20: 245-266. Walsh N.P., Gleeson M., Pyne D.B., Nieman D.C., Dhabhar F.S., Shephard R.J., Oliver S.J., Bermon S., Kajeniene A. (2011) Position statement. Part two: Maintaining immune health. Exerc Immunol Rev.17:64103.

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Alimenti AlimentiFunzionali Funzionali- III - III(2011) (2011)ottobre ottobre- -


FUNCTIONAL TRENDS

La rubrica presenta le novità più recenti e interessanti a livello internazionale nel segmento “functional”, oltre a un’analisi critica di quelle più attraenti in funzione dei trend e degli sviluppi dei mercati di riferimento. Un valore aggiunto significativo per chi è coinvolto nello sviluppo dei prodotti. La rubrica è frutto di una collaborazione esclusiva tra “Alimenti Funzionali” e Mintel gnpd (global new products database) la più importante agenzia-osservatorio nel mercato mondiale dei prodotti di consumo. Azienda: Hitech Maltomax Foods Marchio: Acti Life Prodotto: Coffee Flavoured Nutrition for Adults Paese: India Packaging: bottiglia di plastica Descrizione del prodotto Il Coffee Flavoured Nutrition for Adults a marchio Acti Life è stato formulato secondo le linee guida imposte dal National Institute of Nutrition specificamente per la popolazione indiana adulta. Questo prodotto vegetariano ha un basso contenuto di grassi e prebiotici addizionati (Actifibres) che migliorano i processi digestivi, riducono il colesterolo e potenziano globalmente il sistema immunitario e l’assorbimento del calcio per ossa più forti. Il prodotto con-

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www.mintel.com

tiene sostanze antistress, quali le vitamine C e B, in grado di mantenere il consumatore attivo per tutto il giorno. Inoltre, aiuta a mantenere la vista in buone condizioni e conferisce alla pelle un aspetto luminoso. È in grado di garantire riflessi pronti per affrontare agilmente ogni situazione. Si può consumare sia caldo che freddo ed è commercializzato in confezioni da 300 g. Ingredienti Estratto di malto d’orzo, latte scremato in polvere, zucchero, frutto-oligosaccaridi, estratto di caffè in polvere, radice di cicoria in polvere, minerali, vitamine, emulsionanti (lecitina, mono e di-gliceridi degli acidi grassi), sodio e idrogeno carbonato (agenti lievitanti), sale, caramello IV (colorante alimentare naturale).

Azienda: Xan Confections Marchio: CocoXan Prodotto: Coco Heart Dark Chocolate Truffles Paese: Stati Uniti Packaging: cartoncino Descrizione del prodotto I tartufi al cioccolato Coco Heart Dark Chocolate Truffles con il marchio CocoXan contengono il coenzima Q10 che aiuta a migliorare e a preservare la salute dell’apparato cardiovascolare. Questo prodotto, commercializzato in confezioni di cartoncino, contiene 7 tartufi. Sono disponibili le seguenti varietà: Coco Well; Coco Brain, Coco Preggers e Coco PMS. Questi prodotti contengono ingredienti in grado di favorire salute e benessere.

Ingredienti Cioccolato fondente (liquido di cacao, zucchero liquido, burro di cacao, lecitina come emulsionante, vaniglia, sciroppo di tapioca, zucchero bianco, panna, glicerolo, sorbitolo, Ubichinolo (Kaneka QH™), sale, estratto di crusca di riso.

Azienda: Dr Sears America’s Pediatritian Right Treck Global Marchio: Dr Sears Family Essentials Prodotto: Vanilla Flavor Cool Fuel Nutritional Beverage Paese: Stati Uniti Packaging: cartoncino Descrizione del prodotto La bevanda Vanilla Flavor Cool Fuel Nutritional Beverage a marchio Dr Seals Family è naturale al 100% e fornisce un nutrimento bilanciato per i bambini. Contiene 18 vitamine essenziali e minerali, proteine e DHA (acido do-


cosaesaenoico) per lo sviluppo cerebrale. Ha un quantitativo di zuccheri inferiore del 60% rispetto ad analoghi prodotti e contiene 4 g di fibra per porzione. È priva di glutine, di lattosio, di grano, di lievito e di acidi grassi trans. Non contiene sciroppo di mais a elevato contenuto di fruttosio e la confezione comprende 4 brik da passeggio. Nella gamma è inoltre disponibile una versione aromatizzata al cioccolato.

Ingredienti Arachidi (tostate e salate) (arachidi, oli vegetali) (arachidi, semi di rapa a basso contenuto di acido erucico, semi di girasole, semi di soia, sale), pandolce (farina bianca e arricchita (farina di grano, farina di malto d’orzo, niacina, ferro ridotto, tiamina mononitrato, riboflavina, acido folico), margarina (olio di semi di soia parzialmente idrogenato, olio di semi di soia, acqua, sale, lecitina, mono e di-gliceridi degli acidi grassi, sodio benzoato e acido citrico, sostanze aromatizzanti artificiali, beta carotene (colorante), retinil palmitato), sciroppo di mais a elevato contenuto di fruttosio, zucchero bianco, zucchero di canna, uova, aromi naturali e artificiali, sodio idrogeno carbonato, sale), burro di arachidi (in fiocchi) (arachi-

Ingredienti Acqua filtrata, maltodestrina, proteine isolate del latte, zucchero liquido, olio di semi di rapa a basso contenuto di acido erucico, 2% o meno di frutto-oligosaccaridi, sostanze aromatizzanti naturali, micronutrienti (lattato di magnesio, ascorbato di calcio, taurina, D-alfatocoferolo, solfato ferroso, zinco solfato, beta carotene, niacinammide, vitamina B12 (cianocobalamina), selenite di sodio, colecalcifero-

Descrizione del prodotto La bevanda De-Tox Drink della Equalis è stata prodotta con una miscela di estratti di frutta e vegetali per aiutare a disintossicare il corpo. Il prodotto, aromatizzato all’uva e limone, contiene una miscela di aloe vera, tarassaco, verbena, limone e uva ed è privo di zuccheri aggiunti, conservanti e coloranti. Sono inoltre disponibili le varianti Dry Time, Relax e Break Up.

lo, acido folico, tiamina idrocloridrica, solfato di rame, riboflavina, piridossina idrocloridrica, ortofosfato di-potassico, cellulosa microcristallina come addensante, carbossimetilcellulosa di sodio, miscela di fosfati (tripotassio, ortofosfato, dipotassio ortofosfato, sodio polifosfato), lecitina come emulsionante, grassi derivati dal pesce (acciughe, sardine), acidi grassi, colina cloridrica, rebaudioside a.

Azienda: Equalis Italia Marchio: Equalis Brand Prodotto: De-Tox Drink Paese: Italia

Azienda: Gamer Grub Marchio: Gamer Grub Prodotto: PB&J Performance Snack Paese: Stati Uniti Packaging: busta autoreggente Descrizione del prodotto PB&J Performance Snack della Gamer Grub rappresenta una gustosa miscela di fiocchi di burro d’arachidi, arachidi, fragole, gelatine alla fragola e pandolce. Questo snack mix è confezionato con vitamine e nutrienti selezionati in grado di supportare le prestazioni cognitive e non lascia le dita unte. Il produttore devolve parte dei profitti in favore di un sano riciclo dei rifiuti elettronici. È disponibile inoltre nelle varianti: Pizza, BBQ e S’Mores.

di parzialmente sgrassate, zucchero bianco, oli vegetali parzialmente idrogenati (olio di guscio di palma, olio di semi di soia), siero di latte minerale ridotto, glucosio, lecitina, sostanze aromatizzanti artificiali, gelatine in fiocchi (zucchero bianco, purea di fragola), glucosio, pectina, acido citrico, citrato trisodico, sostanze aromatizzanti naturali), fragola disidratata (fragola, zucchero bianco, acido citrico), zolfo, sostanze aromatizzanti naturali e artificiali, colorante rosso allura AC, miscela per migliorare le prestazioni cognitive (ortofosfato di dimagnesio, colina bitartrato, vitamina C, D-alfa-tocoferil acetato, acido glutammico, beta carotene, niacinammide).

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Alimenti AlimentiFunzionali Funzionali- III - III(2011) (2011)ottobre ottobre- -


FUNCTIONAL TRENDS

Azienda: General Mills Marchio: General Mills Fiber One 90 Calorie Prodotto: Chocolate Peanut Butter Brownies Paese: Stati Uniti Packaging: confezione flessibile Descrizione del prodotto I Chocolate Peanut Butter Brownies con il marchio General Mills Fiber One 90 Calorie contengono solo aromi naturali. Si tratta di golosi biscotti al cioccolato arricchiti con gocce di cioccolato e abbelliti con una guarnizione. Ogni biscotto fornisce 90 calorie, il 20% della dose raccomandata giornaliera di fibre, 3 g di grassi e aiuta a soddisfare l’appetito, a controllare il peso e a mantenere attivo il sistema digestivo. Il prodotto è certificato kosher. Ingredienti Farina di grano, estratto di radice di cicoria, zucchero bianco, fiocchi di burro di arachidi (zucchero bianco, olio di guscio di palma, olio di palma, farina di arachidi parzialmente sgrassata, siero di latte, latte scremato in polvere, burro di arachidi, sale, lecitina), oli vegetali (olio di semi di rapa a basso contenuto di acido erucico, olio di palma, olio di guscio di palma), fruttosio, cacao alcalinizzato, zucchero di canna, glicerolo, acqua, albumi, farina di arachidi, agenti lievitanti (sodio idrogeno carbonato, sodio alluminio fosfato), ami-

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do di mais, sale, sostanze aromatizzanti naturali, burro di arachidi, latte a basso contenuto di grassi, siero di latte, olio di semi di sesamo, gomma xantano, gomma di semi di carrube, lecitina.

Azienda: Livesmart Marchio: Live Smart Bar Flax Bar Prodotto: Original Flaxseed Health Bar Paese: Stati Uniti

Descrizione del prodotto Nuova a marchio Live Smart Bar Flax Bar è Original Flaxseed Health Bar. Il prodotto vegano è ottenuto con lino e avena biologici e fornisce il 100% di antiossidanti naturali e oltre il 100% della quantità giornaliera raccomandata di omega-3 e acidi grassi. Il prodotto è privo di frumento, lattosio e soia ed è in grado di placare i morsi della fame per alcune ore. Apporta 98 calorie a porzione ed è perfetto per il pranzo dei ragazzi. Questa barretta a base di lino totalmente naturale è disponibile inoltre in una versione al cioccolato Chocolate Flavored Flaxseed Health Bar. Ingredienti Semi di lino macinati, avena, acqua pura, semi di girasole, semi di sesamo, datteri, cocco, uvetta, noci, mandorle, albicocche disidratate, mirtilli rossi disidratati, mirtilli disidratati, succo di mirtillo rosso, zucchero di canna, succo di melograno, succo d’arancia, olio di oli-

va, succo di limone, vaniglia, tè verde, cannella, sale marino, vitamina E.

Azienda: Lull Marchio: Lull Prodotto: 100% Natural Relaxation Drink Paese: Regno Unito Descrizione del prodotto Lull è una bevanda leggermente frizzante, 100% naturale, formulata per rilassare la mente e il corpo. È caratterizzata da una miscela rinfrescante di bacche e kiwi con 11 estratti officinali e un gusto distintivo di lavanda. Ogni 250 mL contengono 2.000 mg di estratti di erbe officinali provenienti da tutto il mondo le cui proprietà benefiche sono state accuratamente preservate. Tra queste si trovano: la lavanda distensiva, l’ibisco ringiovanente, il tè verde tonificante, la camomilla calmante, la melissa rilassante, boccioli di limetta rassicuranti, i fiori della passione che infondono felicità, la jojoba che contrasta gli stati d’ansia, il luppolo che elimina lo stress, la valeriana equilibrante e il finocchio depurativo. La bevanda a basso contenuto di calorie è priva di aromi artificiali, coloranti, dolcificanti o conservanti ed è commercializzata in una bottiglia di alluminio che, non solo protegge i delicati estratti officinali dall’effetto delle radiazioni UV, ma è anche eco-sostenibile, leggera e totalmente riciclabile. Ingredienti Acqua gasata, concentrati di frutta (kiwi, mirtillo, mirtillo rosso, uva rossa), estratti di erbe (lavanda, ibisco, tè verde, camomilla, melissa, fiori di tiglio, fiori della passione, jojoba, luppolo, valeriana e finocchio), succo concentrato di carota, magnesio, vitamine (B1, riboflavina, niacina, acido pantotenico, vitamina B6, vitamina B12, vitamina C, vitamina E).


In-Formare L a quaLità deL cibo a convegno presenta il corso dedicato a

I N T E R V E N T I D E L L A G I O R N ATA

SEDE E DATA

Nuovi ingredienti alimentari: riformulazione della ricetta e impatto sui costi di produzione Cibus Tec - Fiere di Parma - Viale delle Esposizioni 393A - Parma Padiglione 7 - Area Convegni Parma, 18 ottobre 2011 – 14.00 – 17,30 Trend di mercato e sviluppo nel settore degli ingredienti alimentari Sebastiano Porretta - Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari – Parma

Riformulazione di erbe e spezie al servizio dell’innovazione: nuove attività funzionali di “vecchi” ingredienti alimentari Ingrid Fiordaliso Candalino - Assicurazione e Controllo Qualità - Drogheria & Alimentari spa

Ingredienti funzionali per il controllo della capacità di ritenzione idrica della carne Maurizio Bianchi PhD - Application Manager - Meat Products - Prodotti Gianni spa

Ruolo dell’innovazione tecnologica e degli ingredienti per una gestione ottimale della qualità industriale Fernando Tateo - Di.Pro.Ve - Facoltà di Agraria - Università degli Studi di Milano

Cambiamenti nel profilo sensoriale del prodotto finito e in shelf life in seguito a una modifica di ricetta Silvia Abbà - Sensory R&D Manager - Silliker Italia

Ingredienti in etichetta: come cambiano gli elementi chiave della scelta del consumatore Claudia Rossi - Tecnologo Alimentare

Ideazione e organizzazione

Luigi Bonizzi - Ambrogina Pagani Università degli Studi di Milano Maria Luisa Cortesi - Raffaella Mercogliano Università degli Studi di Napoli Federico II Giorgio Giraffa - Centro Ricerca per le Produzioni Foraggere e Lattiero-Casearie Erasmo Neviani - Nicoletta Pellegrini Università degli Studi di Parma Antonio Trifirò - Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma

CON LA PARTECIPAZIONE DI

Media Partner

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Comitato scientifico

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Alimentazione e prevenzione del rischio di patologie tumorali

CONVEGNI

Il 17 maggio scorso presso Villa Gualino a Torino, sede della Scuola di Sicurezza Alimentare, si è svolto un incontro dal titolo “Alimentazione e nutrizione nella prevenzione di patologie tumorali” durante il quale sono stati trattati aspetti medici e nutrizionali e sono state presentate testimonianze di aziende che hanno indirizzato la produzione, negli ultimi anni, verso alimenti funzionali.

Tumori: le modificazioni a livello cellulare Nel primo intervento “Alimentazione e tumori: meccanismi di trasformazione cellulare”, Oscar Bertetto, Oncologia Medica, A.S.O. San Giovanni

Oscar Bertetto.

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Battista-Molinette, Torino, ha presentato le caratteristiche di una cellula neoplastica. Questa ha la capacità di riprodursi senza controllo, ha delle atipie morfologiche e funzionali oltre a essere meno differenziata. Le nostre cellule, da qualunque organo provengano, hanno lo stesso patrimonio genetico; ogni cellula, però, utilizza solo una parte specifica, in quanto dalla membrana cellulare, grazie al recettore che si lega al messaggero, arriva il giusto messaggio al nucleo cellulare. I tumori insorgono perché s’inceppa il meccanismo di trasmissione del messaggio: o è il messaggio a essere eccessivo o si registra un eccesso di messaggero o di recettore o i recettori sbagliati continuano a trasmettere al nucleo anche se non arriva alcun messaggio. Esistono anche alterazioni nelle proteine del nucleo che regolano la lettura del DNA, oltre a una serie di tumori nei quali le cellule non vanno più incontro al meccanismo di apoptosi, il meccanismo di morte programmata. L’alimentazione offre grandi potenzialità d’introduzione nelle nostre cellule sia di sostanze cancerogene che composti in grado d’inibire le mutazioni. Per quanto riguarda il rischio di mutazioni del DNA, non esiste una soglia al di sotto della quale si è certi che non avvenga una degenerazione neoplastica, ma la nutrizione ha un potenziale benefico in grado d’invertire la tendenza.

I microinquinanti alimentari Ennio Cadum, Epidemiologia ambientale, Arpa Piemonte, ha trattato il tema dell’“Assunzione di microinquinanti attraverso la catena alimentare”. I microinquinanti possono essere sia organici (diossine, PCB, IPA, sostanze scar-

Ennio Cadum.

samente biodegradabili che tendono al bio-accumulo) che inorganici (soprattutto metalli pesanti). Tra i micro-inquinanti organoclorurati si possono contare 419 composti cancerogeni che si differenziano per il numero e la posizione degli atomi di cloro nella molecola. La loro tossicità è stata valutata grazie al fattore di tossicità equivalente (TEF): è stato assegnato 1 alla diossina di Seveso (2,3,7,8-TCDD), mentre tutte le altre hanno un valore inferiore. Noi veniamo in contatto con queste sostanze tramite l’alimentazione: il 97% trami-


te la frazione grassa di alimenti contaminati di origine animale. Durante la relazione “I cancerogeni negli alimenti di origine animale: il progetto della Regione Piemonte”, Elena Fraccaro, Epidemiologia dei tumori, CPO Piemonte, Torino, ha preso in

cerogeno alimentare; la realizzazione di una pagina web; il confronto tra programmi di controllo ASL ARPA e le indicazioni di priorità. A oggi sono state identificate le sostanze classificate dalla IARC nei primi due gruppi, sono stati inseriti nel data-base i dati relativi e realizzate 19 schede riassuntive di 19 sostanze cancerogene.

Alimentazione e prevenzione

Elena Fraccaro.

considerazione la nutrizione sia come fattore di rischio che come fattore di protezione, in quanto esistono agenti cancerogeni presenti negli alimenti e assorbiti per via alimentare. Il testo “Food, Nutrition and the Prevention of Cancer: a global perspective”, risultato di quattro anni di lavoro dei massimi esperti mondiali, propone una classifica degli alimenti distinguendo tra quelli che aumentano e quelli che diminuiscono il rischio di cancro e con questo libro, la medicina torna a ragionare sul cibo come modulatore della bilancia salute-malattia. Il progetto della Regione Piemonte ha come scopo la sistematizzazione delle informazioni attualmente presenti nella letteratura scientifica sugli agenti cancerogeni presenti negli alimenti e la diffusione delle informazioni al personale coinvolto nelle attività d’ispezione e controllo degli alimenti attraverso l’identificazione, tramite le monografie IARC, di tutte le sostanze chimiche cancerogene presenti negli alimenti di origine animale; la creazione di un data-base; la redazione di schede riassuntive per ogni can-

Nereo Segnan, direttore CPO, Torino, ha tenuto un intervento dal titolo “Dieta e cancro: rischi prevenibili”. La prevenzione dovrebbe essere attuata in un contesto unico con interventi individuali, collettivi e ambientali strettamente correlati. Infatti, la salute di un individuo è influenzata oltre che dalla biologia e dal comportamento personale, anche dall’ambiente fisico e sociale. I problemi di salute possono essere suddivisi in tre grosse categorie: disabilità, co-morbidità e fragilità nell’ammalarsi. Essere esposti o meno a fattori di rischio può provocare l’insorgenza di disabilità; inoltre, sembra che l’attività fisica abbia un effetto di riduzione del rischio di una malattia, mentre la dieta occidentale è correlata a tumori, malattie cardio-vascolari, diabete, obesità, ipertensione, dislipidemia, demenze senili e osteoporosi. Per una prevenzione sostenibile è utile proget-

Nereo Segnan.

tare, sperimentare e validare interventi anche attraverso una rete di gruppi interdisciplinari, oltre a risultare molto importante disegnare un intervento sugli stili di vita. Maria Luisa Amerio, Struttura Complessa di Dietetica e Nutrizione Clinica, Ospedale Cardinal Massaia ASL Asti, ha parlato di “Obesità e rischio oncologico”. I tumori, seconda causa di morte nel mondo, in Europa e in Italia, sono patologie in costante crescita. Con riferimento al 2007, si stimano 12 milioni di nuovi casi di tumore nel mondo. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,

Maria Luisa Amerio.

nel 2007 si sono verificati 7,9 milioni di decessi nel mondo riconducibili a forme tumorali e di questi, tre quarti sono localizzati in Paesi a reddito medio-basso. Un caso di decesso ogni otto nel mondo è dovuto al cancro e questa patologia provoca di per sé più morti dell’AIDS, della tubercolosi e della malaria se considerate nella loro globalità. Una meta-analisi degli studi osservazionali effettuati fino ad oggi, che ha preso in esame oltre 282.000 soggetti, ha confermato la forte associazioni tra Indice di Massa Corporea (BMI) elevato e aumento del rischio di tumori. Un aumento di 5 punti del BMI è associato a un aumento del 50% del rischio relativo di adenocarcinoma all’esofago. Nelle donne i cinque

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Alimenti AlimentiFunzionali Funzionali- III - III(2011) (2011)ottobre ottobre- -


punti di crescita del BMI sono associati a un aumento del 60% del rischio di tumore uterino e il peso eccessivo aumenta anche il rischio di tumore della cistifellea (RR 59%); negli uomini il rischio maggiore riguarda il tumore del colon. Infine l’aumento del BMI comporta il 12% di rischio in più di tumore al seno dopo la menopausa. L’aspetto più sorprendente dello studio riguarda le associazioni sia con tumori comuni, sia con quelli meno comuni e l’esistenza di chiare e nette differenze tra i sessi. Data l’associazione tra BMI e rischio di tumori, non sorprende che l’incremento del grasso corporeo abbia gli stessi effetti negativi sui risultati del trattamento e sulla sopravvivenza stessa. I meccanismi biologici che spiegano come l’obesità aumenti il rischio di sviluppare tumori risultano differenti per ciascun tipo di neoplasia e verosimilmente molti meccanismi non sono conosciuti. L’unica cosa veramente certa è che bisogna puntare sui cambiamenti dello stile di vita.

Dalla prevenzione alla terapia Nella relazione “Alimentazione e nutrizione: dalla prevenzione alla terapia”, M. Antonietta Di Vincenzo, D.G. Sicurezza degli alimenti e della nutrizione, Ministero della Salute, Roma, ha sottolineato che il piano d’azione dell’OMS

Maria Antonietta Di Vincenzo.

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per le politiche alimentari nel periodo 2007-2012 individua quattro sfide di salute: 1) malattie legate alle abitudini alimentari; 2) obesità nei bambini e negli adolescenti; 3) carenza di micronutrienti e malattie legate alla sicurezza del cibo, attraverso lo sviluppo delle linee guida sulla sicurezza del cibo e sulle abitudini alimentari; 4) miglioramento della qualità nutrizionale della ristorazione collettiva. Il progetto del Ministero della Salute “Guadagnare salute” fornisce indicazioni per promuovere comportamenti salutari, prodotti sani, informare i consumatori e tutelare i minori; favorire una sana e sicura alimentazione nella ristorazione. La relatrice ha successivamente presentato le linee d’indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica e per quella ospedaliera e assistenziale, in quanto oltre il 40% dei pazienti risulta malnutrito all’ingresso in ospedale e il 64% dei pazienti peggiora il proprio stato di nutrizione durante la degenza. È stato calcolato che un’individuazione precoce della malnutrizione e un adeguato trattamento nutrizionale permettono di ridurre del 40% la durata della degenza e del 50% l’insorgenza di complicanze con altresì un risparmio di 500-600 euro a paziente.

Le strategie della ristorazione collettiva Raffaele Dell’Acqua, Sodexo, ha trattato il tema del “miglioramento del pasto fuori casa”. Questo tipo di ristorazione spesso si rivolge a segmenti sensibili, quali bambini, ragazzi, anziani o degenti. Mangiare in un ristorante aziendale 5 giorni alla settimana diventa un fattore di protezione della salute e, per quanto riguarda gli adulti soprattutto, cambia gli stili alimentari. Gli adulti sono attratti da nuovi stimoli e dalle mode di consumo, le parole chiave sono: curiosità; voglia di nuovo/diverso ed edonismo. Nuove tendenze

Raffaele Dell’Acqua.

ed equilibrio nutrizionale sono un matrimonio possibile grazie alla collaborazione tra nutrizionisti e chef. Sodexo ha così creato il Salad Bar con lo scopo di favorire un maggiore consumo di verdura di stagione, legumi e alcuni cereali; Natural, un modo per favorire un maggiore consumo di frutta (ricca di antiossidanti) attraverso un’offerta invitante e varia (frutta fresca, tagliata, in macedonia, frullata o con yogurt); Vitality, un pasto equilibrato per soddisfare il palato all’insegna del gusto che può essere scelto tutti i giorni con due modalità: l’isola Vitality e il percorso Vitality. La ristorazione collettiva ha un ruolo importante nella tutela della corretta alimentazione, nel mantenimento della cultura e tradizione alimentare italiana (per esempio piatti regionali) e nella prevenzione e protezione sociale.

La politica di due importanti industrie alimentari “La verdura, scoppia di salute” era il titolo dell’intervento di Laura Bettazzoli, Fondazione Bonduelle. Le molteplici azioni del Gruppo Bonduelle in favore dello sviluppo sostenibile si strutturano secondo cinque direzioni: le persone (garantire la sicurezza sul lavoro, favorire la formazione con l’istituto Pierre e Benoit Bonduelle e promuovere i colloqui evolutivi); l’agricol-


tura (estendere la carta degli approvvigionamenti a tutti i partner di tutti i Paesi e assicurare il progresso della ricerca agronomica in collaborazione con università e aziende sementiere); le risorse naturali (ridurre il consumo di energia (in italia -6,4% nell’ultimo anno) e di acqua (in italia -4,2% nell’ultimo anno), valorizzare i rifiuti vegetali (in Italia 97% riciclati) e i rifiuti industriali banali (99,3% riciclati); qualità e nutrizione (migliorare il processo qualitativo garantito dalle certificazioni dei siti produttivi, preservare le qualità nutrizionali delle verdure (per esempio attraverso la diminuzione del tenore in sale) e promuovere l’importanza di una corretta alimentazione attraverso le iniziative della Fon-

dazione L. Bonduelle); il trasporto (ridurre le emissioni di CO2 favorendo il trasporto su rotaia). La Fondazione L. Bonduelle approda in Italia nel 2005 con i seguenti obiettivi: informare diversi tipi di pubblico; agire sul campo; sostenere la ricerca nel settore medicosociale e agronomico. Il gruppo Bonduelle dal 2008 ha sviluppato il programma di autoregolamentazione VisaSanté, che si basa sulla valutazione e l’ottimizzazione dei propri prodotti alimentari. Il lavoro di riformulazione continua delle ricette (sopressione dell’utilizzo dell’olio di palma, riduzione della quantità di sodio, abbassamento del tasso delle materie grasse) e il programma consentono di migliorare costantemente le qualità nutrizio-

nali dei prodotti esistenti e di quelli in fase di studio. Un’altra finalità del progetto è quella di offrire ai consumatori un’etichettatura semplice, trasparente e obiettiva. È nato il blog InOrto.org per rispondere alle esigenze di chi desideri creare o gestire un orto domestico. InOrto è uno strumento messo a disposizione di tutti dalla Fondazione L. Bonduelle, per avvicinare le persone alle verdure, per insegnare ad apprezzarle, dal seme alla tavola. Le sezioni distintive di inOrto.org: “dizionario” dell’orto, ricco di tante definizioni utili; “crea il tuo orto”, con tutti i consigli per rendere più facile la coltivazione; “il calendario”, perché c’è un momento giusto per ogni fase, dalla semina alla raccolta; “l’orto di”, con

INULINA: BENESSERE E LEGGEREZZA Dalla radice della cicoria, una fibra solubile dalle spiccate proprietà salutistiche e funzionali: • Promuove la crescita della flora batterica intestinale • Bassissimo potere calorico • Sostituisce la funzionalità di zuccheri e grassi • Migliora struttura e palatabilità

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le testimonianze degli appassionati; “le domande”, lo spazio, che offre la possibilità di esporre i propri dubbi, richiedere consigli pratici e condividere i propri progressi “sul campo” con gli altri amatori e con Nara Marrucci, web editor ed esperta di orti e giardini. Inoltre, è possibile registrarsi al sito inserendo il proprio nome e il proprio indirizzo e-mail per ricevere la newsletter mensile di inOrto.org. Altra testimonianza di un’azienda del settore alimentare impegnata nella ricerca e nello sviluppo di alimenti funzionali è stata la relazione di Elisabetta Argenti, Danone, dal titolo “Prevenzione e alimento funzionale” che ha trattato il caso degli steroli vegetali. Gli studi epidemilogici e la letteratura scientifica mostrano moltissime evidenze dell’impatto di dieta e nutrizione sull’incidenza dei fattori di rischio associati a un’alta probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari (CVD), la prima causa di morte nel mondo. Diversi sono i fattori di rischio modificabili, quali le dislipidemie, l’ipertensione, il diabete, l’obesità, il fumo e la sedentarietà. La nutrizione nel tempo è passata dall’obiettivo d’identificare una dieta adeguata per evitare mancanze di nutrienti all’obiettivo di promuovere la salute attraverso l’alimentazione. I fitosteroli o steroli vegetali sono composti lipofili della famiglia dei triterpeni, ampiamente distribuiti nel regno vegetale, le cui proprietà ipo-colesterolemizzanti sono note fin dagli anni ’50. Gli alimenti che contengono la maggior quantità di steroli vegetali sono l’olio di mais e l’olio di soia, alcuni semi e la frutta secca come sesamo e mandorle. La frutta fresca e la verdura contengono solo ridotte quantità di fitosteroli. Sono componenti naturali delle cellule vegetali, dove svolgono una serie di funzioni simili a quelle del colesterolo nelle cellule dei mammiferi. Chimicamente hanno una struttura analoga a quella delle molecole del colesterolo, dalla qua-

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le si distinguono per le catene laterali. L’insieme dei dati clinici è concorde nel dimostrare che il consumo giornaliero di 1-3 g di fitosteroli riduca i livelli di colesterolo LDL, senza alcun effetto significativo sul colesterelo HDL o sui trigliceridi. Sulla base dei dati a disposizione in letteratura, la Commissione Scientifica Europea per l’Alimentazione (Scientific Committee on Food, SCF) ha dichiarato in un documento redatto nel 2002 che i fitosteroli e i fitostanoli hanno efficacia sovrapponibile nel ridurre i livelli di colesterolo totale e di quello LDL nel sangue. I prodotti addizionati di fitosteroli presenti nel mercato sono autorizzati secondo la procedura prevista dal regolamento comunitario CE n. 258/97 relativo sui nuovi prodotti e nuovi ingredienti alimentari. L’effetto è ottenuto con un consumo giornaliero di 1,5-2,4 g di steroli-stanoli vegetali. La riduzione del colesterolo è dal 7 al 10% in 2-3 settimane. Danone ha presentato una domanda di autorizzazione di claim salutistico ai sensi dell’articolo 14 del Regolamento (CE) n. 1924/2006 per un suo prodotto di successo che ha 5 referenze diverse e che ha subito già 3 riformulazioni dal lancio, pur con grande attenzione al profilo sensoriale.

La comunicazione “Le strategie di comunicazione” sono state approfondite da Federico F. Ferrero, In Adv HealthCare. Oggi, il cibo parla sano in quanto si sta assistendo alla rivoluzione di un mercato che dalla comunicazione di valori di piacere e desiderio si muove in modo sempre più evidente verso contenuti di salute e sostenibilità. È una rivoluzione che, a detta del relatore, per una volta, non nasce negli Stati Uniti, da sempre avanguardia delle strategie di marketing e comunicazione, ma in Italia, in una cittadina della provincia di Cuneo: Bra,

dove nel 1986 nasce Slow Food, il movimento eco-gastronomico che sta influenzando la cultura del cibo nel mondo occidentale. Slow Food, anche se crescendo è dovuto scendere a qualche compromesso rispetto alle sue linee guida più “integraliste”, rimane il soggetto che è stato capace di comunicare una nuova cultura del cibo. E, come sempre, chi meglio comunica più vende. Tre sono i valori imprenscindibi-

Federico F. Ferrero.

li per una comunicazione di successo nel mercato del food: buono, sano e sostenibile. Il primo valore ha due componenti: la tradizione (è un buono etico oltre che sensoriale; è il filo rosso delle radici, che procede di generazione in generazione, come avveniva per la medicina ancestrale, e vede nella “famiglia” un ambiente sicuro, piacevole, rassicurante) e la rassicurazione (in un mondo che ha necessità di garanzie e di modelli da seguire, anche il gusto si avvale delle proprie “celebrity”. Gli chef sono diventati personaggi di culto. Le aziende più attente li stanno corteggiando: dallo “chef della Nazionale” ai più famosi “stellati”, che assumono la funzione di guide all’acquisto). Il sano, non solo deve avere una solida base scientifica, ma anche un notevole grado di specializ-


zazione. Infatti, nell’era di internet, delle denunce e delle authority, la proprietà salutistica del prodotto dev’essere inattaccabile, supportata da letteratura scientifica internazionale o da studi dedicati sviluppati da team accreditati. Per questo sono particolarmente preziose per le aziende le partnership con le Università e le Società Scientifiche, o addirittura l’istituzione di propri istituti di ricerca. Un’ulteriore strategia di accreditamento è quella di cercare l’endorsement di associazioni scientifiche con “marchi di approvazione” o bollini di qualità o di specializzazione quali “gluten free”, “demeter”, “bio”, che hanno una funzione simile al medico: certificare la salubrità del prodot-

to. Questa dichiarata salubrità convince spesso all’acquisto anche chi non è interessato direttamente dal benefit promesso (come nel caso dei biscotti per celiaci, sempre più spesso scelti per la colazione di tutta la famiglia). I temi della sostenibilità ecologica, della provenienza territoriale (km 0), dell’utilizzo consapevole delle risorse, del rapporto etico con la filiera produttiva e del riciclaggio dei materiali di confezionamento sono ormai imprescindibili per l’immagine di qualsiasi marchio o prodotto che voglia accreditarsi come “buono” a 360 gradi. La sostenibilità in senso più esteso coinvolge il comportamento dell’individuo nei confronti del proprio corpo prima che dell’ambiente.

I marchi leader si sono sostituiti ai Governi nell’azione di sensibilizzazione ed educazione sociale della popolazione sui temi dell’alimentazione. Kellogg’s, che negli ultimi cinque anni ha stravolto la propria immagine, sostiene molteplici programmi di educazione alimentare, blog, mini-siti. Le istituzioni pubbliche stanno cercando oggi di recuperare il terreno perduto e s’impegnano con ampie azioni di sensibilizzazione sul cibo che assorbiranno risorse molto ingenti. Per le aziende del cibo è fortemente strategico riuscire a essere coinvolte in questi programmi rivolti al grande pubblico. Simonetta Musso

Cioccolato Riccioli Bottoni Foglie Pezzi Quadretti Cilindri Fiammiferi Scaglie

Applicazioni: muesli, cereali e yogurt, prodotti da forno, gelato e dessert. Cioccolato: dal single origin all’extra dark; dal gluten free al senza zucchero; bio e aromatizzabile. Anche con ingredienti “healthy”: Probiotici Prebiotici Vitamine e minerali Acidi grassi Omega 3 Polifenoli estratti dal tè verde e cacao

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...non solo bontà e fantasia 29 29

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RENDICONTI FIERE

Sempre alto l’interesse per gli alimenti funzionali Le ultime novità per gli integratori e i functional food sono state presentate lo scorso maggio a Ginevra durante il Vitafoods Europe and Finished Products Expo, il più importante evento internazionale dedicato al mondo d’integratori, alimenti funzionali, supplementi dietetici e nutraceutici. Oltre 600 gli espositori tra laboratori ed enti di ricerca, produttori di materie prime e di brand innovativi che hanno presentato gli ultimi sviluppi a più di 10.000 visitatori, in crescita del 27% rispetto al 2010. Si è riscontrata una grande attenzione all’equilibrio tra i nutrienti e cresce l’offerta di alimenti arricchiti. I principi attivi sono intesi in un contesto più ampio di progettazione formulistica, considerando il più possibile l’ampiezza delle interazioni metaboliche e, grazie alle nuove tecniche di rilascio, il componente è veicolato in modo più mirato, assecondando i naturali processi di assorbimento e quindi ottimizzando la biodisponibilità e favorendo il bilanciamento delle funzioni metaboliche. La tendenza risulta, pertanto, in una maggiore piacevolezza, comodità, specializzazione; l’industria nutraceutica è cresciuta moltissimo nell’ultimo anno e le sessioni della conferenza hanno messo in evidenza come sia di vitale importanza per i professionisti tenersi aggiornati sulle tendenze e richieste in continuo cambiamento. Nel 2010, l’Italia ha sfiorato i 3 miliardi di euro e, secondo le previsio-

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ni, si raggiungeranno, a livello globale, i 243 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. Per la nuova domanda di salute attiva e mirata, che si sta diffondendo tra i consumatori, i functional food concorrono, insieme a uno stile di vita più appropriato, a stabilizza-

re il benessere e l’equilibrio fisiologico. L’offerta punta sempre di più alla personalizzazione basandosi su ingredienti naturali. La prossima edizione dell’esposizione si svolgerà dal 22 al 24 maggio 2012 sempre al Palexpo di Ginevra.

Colostro bovino con fruttani Il colostro è uno dei nutrienti più efficaci; per migliaia di anni la natura ha fornito questo aiuto ai giovani mammiferi per sopravvivere, crescere e svilupparsi in modo appropriato. È scientificamente provato che molte delle sostanze protettive contenute nel colostro bo-

vino (raccolto nei primi giorni dopo il parto) potrebbero essere utili anche per l’uomo. Per la conservazione delle sostanze attive, il colostro dev’essere trasformato in polvere passando attraverso una filtrazione sterile, e quindi l’essiccazione

Colostro bovino incapsulato ColFos (Favea).


e l’incapsulamento. La procedura d’incapsulamento è importante per la conservazione e la protezione delle immunoglobuline, un gruppo di sostanze attive in grado di fornire una protezione immunologica passiva contro i microbi patogeni e le tossine. Le immunoglobuline hanno una struttura complicata e sono di solito caratterizzate da un’ele-

vata sensibilità a diversi fattori esterni, quali la temperatura, il pH, la presenza di enzimi. Il colostro polverizzato e incapsulato ColFos della Favea Ingredients è in grado di superare l’ambiente acido dello stomaco e, finché non raggiunge le zone successive del tratto digerente a pH neutro, non viene assorbito.

Trattamento delle infezioni del tratto urinario Biosearch Life ha messo a punto un nuovo approccio terapeutico nel trattamento e nella profilassi delle infe-

L’acido ursolico (Biosearch Life).

zioni del tratto urinario, problema molto comune nelle donne che provoca disagio o può aggravare altre condizioni genito-urinarie. L’estratto di salvia (Salvia officinalis L.) in polvere standardizzato in acido ursolico Ursolia ha un’azione antinfiammatoria, antiossidante e decongestionante, mentre i cranberry sono in grado di contrastare l’adesione batterica all’epitelio, ma non la componente infiammatoria. Pertanto, l’assemblaggio ursolia + cranberry risulta efficace sia come coadiuvante del trattamento nelle infezioni acute che come profilassi delle infezioni ricorrenti del tratto urinario.

Gelato ipocalorico ad alto contenuto proteico Laboratoire PYC ha presentato “Shake & Freeze”, un gelato ipocalorico ricco in proteine e, senza equivalenti sul mercato, adatto per perdere peso. Il prodotto è stabile: una miscela in polvere che si deve reidratare in uno

shaker e porre in freezer: il prodotto finito, dopo alcune ore, è molto simile, per cremosità e gusto, ai gelati tradizionali. Sono stati presentati diversi gusti, quali cioccolato, vaniglia, fragola, pesca melba e caffè tutti con aromi naturali, senza l’utiliz-

zo di coloranti artificiali, conservanti e ingredienti OGM. Inoltre, seguendo le tendenze del mercato, le ricette contengono vero cioccolato o pezzi di frutta. Per trovare la soluzione, Laboratoire PYC si è rivolta all’esperienza di Ingredia Nutritional sugli isolati proteici ottenuti dal latte e sulle applicazioni nei gelati; inoltre, la fonte di proteine Prodiet 95 S è stata scelta per le proprietà funzionali e nutrizionali. Il basso contenuto in grassi e lattosio oltre al buon profilo aminoacidico fanno sì che il prodotto finito sia perfettamente adatto alle applicazioni della gestione del peso. Ogni porzione apporta 15 g di proteine, il 50% in meno di grassi e carboidrati e il 35% in meno di calorie di un gelato tradizionale.

Soluzioni naturali per il benessere Quest’anno Roquette ha presentato soluzioni globali che non solo trasformano le sfide in opportunità, ma danno anche libero sfogo all’innovazione. Oltre ai benefici nutrizionali e salutistici e alle funzionalità tecnologiche dei propri ingredienti, l’azienda offre un supporto a livello scientifico, nutrizionale, tecnico, legislativo e di marketing. Per esempio, per il benessere di origine vegetale sono stati proposti un prodotto a base della fibra solubile Nutriose ottenuta dal grano o dal mais e un concentrato di nutrienti essenziali in compresse di clorella. Per quanto riguarda i benefici per la salute, gli stick Satiety Smart per ridurre l’appetito, grazie alle proprietà nutrizionali di Nutriose, sono una soluzione pratica e originale per mantenere una figura snella pur essendo indulgenti con se stessi.

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Riduzione del colesterolo nel sangue I fitosteroli sono strutturalmente correlati con il colesterolo, dal quale differiscono per la presenza di catene laterali modificate contenenti gruppi metilici ed etilici extra. Questa differenza strutturale porta a un diverso metabolismo nell’organismo umano che assorbe il 55-60% del colesterolo della dieta e soltanto il 5% dei fitosteroli. I fitosteroli PinVita della Danisco sono ottenuti dai pini, una fonte sostenibile;

sono disponibili in forma libera o esterificata e trovano applicazione negli integratori dietetici, nelle creme spalmabili, nei prodotti lattiero caseari e da forno, nei condimenti, nella maionese, nei cereali e nelle barrette. Questi fitosteroli sono nella forma più pura e sono privi di allergeni. I fitosteroli PinVita hanno un impatto limitato sul gusto, struttura o aspetto degli alimenti e delle bevande.

Estratto di alghe brune per la gestione del peso InSea2, estratto acquoso di alghe brune lanciato lo scorso anno da Algues&Mer, è l’unico ingrediente attivo nella gestione del peso con un claim salutistico relativo all’articolo 13.5 sotto esame da parte dell’EFSA. È estratto in modo naturale da Ascophyllum nodosum L. e Fucus vesciculosus L. e i florotannini, polifenoli specifici

delle alghe marroni, hanno effetti dimostrati sulla digestione dell’amido e sulla glicemia postprandiale, secondo i risultati di uno studio clinico randomizzato a doppio cieco e controllato da placebo. Infatti, è risultato che InSea2 riduce del 48% la risposta glicemica e del 6% la risposta insulemica dopo l’ingestione di carboidrati rispetto al placebo.

L’Ashwagandha contiene diversi gruppi di composti chimici: lattoni steroidei, alcaloidi, flavonoidi e tannini. I composti principali e potenzialmente più attivi sono probabilmente gli alcaloidi e i lattoni steroidei, anche chiamati withanolidi. NatActiv Ashwagandha di Naturex contiene il 2,5% di whitanolidi (HPLC), o il 5% di whitanolidi (UV). L’Ashwagandha è stata studiata come un adattogeno, un prodotto vegetale naturale in grado di aumentare la generale resistenza dell’organismo allo stress, ai traumi, all’ansietà e alla fatica. Come adattogeno, l’Ashwagandha aiuta a mantenere l’omeostasi durante i periodi di stress e ad aumentare le capacità psicomotorie. In uno studio clinico sull’uomo, l’Ashwagandha ha dimostrato di migliorare la generale attitudine mentale e i tempi di reazione. Altri studi hanno dimostrato benefici sulla salute cardio-vascolare e proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti.

Rivitalizzazione delle funzioni dell’organismo Di tutte le piante medicinali utilizzate nella tradizione ayurvedica, l’Ashwagandha (Withania somnifera) è la più apprezzata. È classificata come pianta in grado di ringiovanire, normalizzare e rivitalizzare le funzioni dell’organismo. Tradizionalmente sono state utilizzate le radici per ridurre ansietà, fatica cronica, spossatezza, tosse,

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reumatismi, infiammazione, perdita di peso, ulcere, impotenza e disturbi ginecologici. A causa delle somiglianze tra queste proprietà e quelle delle radici del ginseng, spesso è chiamata il ginseng indiano.

Le radici di Ashwagandha (Naturex).


Purificare l’organismo in 5 giorni

Pyour Synergy è un prodotto innovativo per la salute dell’intestino che combina due prodotti brevettati in un programma di soli cinque giorni. Non è una dieta, né prevede la rinuncia a qualche alimento o bevanda. È il prodotto ideale per purificare il proprio organismo in modo semplice, facile ed efficace.

Il segreto di un organismo in salute è un intestino in salute, cioè una flora intestinale in salute. La microflora, milioni di miliardi di batteri, insieme ai movimenti intestinali e al tasso d’idratazione, sono la chiave della nostra naturale energia, resistenza e benessere. Pyour Detox è un prodotto altamente innovativo: la combinazione del Bio-Active Gel, una formulazione che contiene il complesso brevettato 2QR combinato con sostanze prebiotiche, e l’Her-

che aiutano la flora intestinale e l’idratazione bilanciata. È ottenuto con ingredienti naturali al 100% con un piacevole sapore di tè verde e melissa.

bal Micro-Fibers, una miscela di psillio e inulina. Il complesso 2QR ha la capacità unica di bloccare selettivamente l’adesione dei batteri dannosi alla mucosa gastro-intestinale portando a una riduzione significativa della colonizzazione microbica. La miscela Herbal Micro-Fibers ha la funzione di carrier per il Bio-active Gel: infatti, prima dell’assunzione devono essere diluiti con acqua. Pyour PreBio è un integratore prebiotico dalla confezione HydraVit brevettata; è basato sui galatto-oligosaccaridi

Proteine per uno stile di vita sostenibile

La cura del tessuto connettivo Rousselot propone soluzioni efficaci per il mercato dei prodotti per la cura della pelle. A Vitafoods ha presentato la reale efficacia del proprio collagene idrolizzato Peptan nella rigenerazione e mantenimento del tessuto connettivo, osteo-articolare e tendineo, nonché quale integratore proteico altamente funzionale per il mantenimento del peso nelle diete ipocaloriche. Recenti studi clinici relativi alla cosmetica nutrizionale hanno dimostrato come i prodotti di bellezza contenenti il Peptan mostrino spiccate proprietà di reidratazione, ritardando l’invecchiamento della pelle. Nella produzione di specialità per la cura della pelle e dell’igiene personale, la gamma del Peptan ha dimostrato scientificamente, attraverso differenti studi condotti in vitro, la propria capacità

Solanic ha presentato Pro Go, una proteina vegetale con un profilo aminoacidico unico. Può essere utilizzata nel mercato dell’integrazione globale e della nutrizione per sportivi ed è disponibile per una vasta gamma di applicazioni, dalle polveri alle barrette, alle bevande e ai gel. Solanic, controllata da Avebe, ha svi-

di stimolare la sintesi del collagene endogeno. Altri studi condotti in vivo e in vitro hanno testato i vantaggi derivanti dall’assunzione del collagene nella rigenerazione e mantenimento del tessuto osseo. Tali effetti positivi sono stati riscontrati anche nella cura delle patologie più comuni a carico delle articolazioni e nell’effettiva cura del dolore nei soggetti anziani affetti da artriti e artrosi, ma anche nei soggetti sportivi più giovani. Il collagene Peptan è una proteina pura e la propria rilevanza funzionale e nutrizionale è dimostrabile nelle specialità alimentari dietetiche, quali snack, barrette, bevande e succhi, dove viene impiegato per la riduzione e il mantenimento del peso corporeo o per ottimizzare e reintegrare il consumo proteico di sportivi, donne e anziani.

luppato un estratto puro di proteine dalle patate con un contenuto veramente elevato di aminoacidi ramificati, perfetti per i nuovi concetti per la nutrizione per sportivi. Inoltre, la lavorazione è sostenibile: il terreno necessario è 5-10 volte inferiore a quello per le proteine lattiero-casearie o della carne così come è inferiore l’energia utilizzata.

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Azione anti-infiammatoria e anti-ossidante Actiplants Bilberry della Symrise è un estratto standardizzato di mirtilli (Vaccinium myrtillus) con una con-

centrazione in antociani di almeno il 25%. Insieme agli altri estratti della linea Actiplants è in grado di potenziare il sistema cardiovascolare e immunitario e di mantenere la salute mentale e fisica. Trovano applicazione in molti alimenti e integratori nutrizionali, quali barrette di cereali, bevande istantanee e compresse. L’estratto Actiplants di mirtillo apporta benefici per la salute grazie alla sue proprietà anti-ossidanti e anti-infiammatorie e aiuta a livello dei capillari, della vista e dell’intestino. In un modello animale è stato dimostrato che Actiplants Bilberry è in grado di ridurre in modo significativo i sintomi della colite acuta indotta.

quali le difficoltà di concentrazione, la gestione dello stress, i disturbi del sonno, i problemi di digestione, gli occhi stanchi e le gambe pesanti. Questi estratti possono essere utilizzati singolarmente o in combinazione.

Efficace gestione del peso Chromax di Ingredia è il picolinato di cromo più puro sul mercato ed è riconosciuto come punto di riferimento per la qualità in quanto è il primo a rispettare gli standard di qualità richiesti dall’EFSA. Testato clinicamente, ha di-

Naturalmente in salute contro il jet lag Un ritmo circadiano confuso causa sintomi da stress, quali affaticamento giornaliero, spossatezza, sonno disturbato,

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disordini digestivi e diminuite prestazioni mentali e fisiche. Questo è particolarmente d’intralcio, soprattutto per gli uomini d’affari, in quanto spesso devono essere al loro massimo dopo un lungo volo. Ma non sono solo i viaggiatori che soffrono dei sintomi del jet lag: medici, chef, lavoratori in turno e altre persone vivono non in sincronia con il loro orologio interno ogni giorno. Per la prima volta Frutarom ha presentato una selezione di estratti botanici attivi contro i sintomi del “jet lag”. La “Jet-Lag Campaign” di Frutarom si rivolge ai produttori nutraceutici e di alimenti funzionali che vogliono creare prodotti per questi gruppi di persone. La campagna comprende estratti di ribes nero, fieno greco, avena verde selvatica, melissa e foglie di vite rossa. Ciascuno di questi estratti ha come target indicazioni specifiche del jet lag,

Chromax per la gestione intelligente del peso (Ingredia).

mostrato di avere un impatto positivo sulla sensibilità dell’insulina e di prendere parte nella regolazione del metabolismo dei carboidrati e nella gestione del peso. È disponibile in piccole confezioni contenenti la dose attiva giornaliera raccomandata di 2 mg di Chromax, che fornisce tutti i benefici del cromo senza preoccupazioni per la salute.


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www.chiriottieditori.it


SALUTE E BENESSERE

Energia bilanciata e migliori prestazioni mentali

Secondo uno studio effettuato in Germania, Regno Unito e Stati Uniti, sulle bevande energetiche, per gli sportivi e funzionali, i consumatori chiedono con insistenza un’energia bilanciata e prolungata e migliori prestazioni mentali. Sono state intervistate persone di età compresa tra i 14 e i 59 anni, per un totale di più di 1.700 persone per ogni Paese. Sembra pertanto che le nuove forme di apporto energetico e di miglioramento delle prestazioni mentali siano la chiave del futuro delle bevande funzionali. Gli ultimi risultati delle ricerche Beneo mostrano che “energia prolungata”, “energia bilanciata” e “prestazione mentale” occupano i primi posti tra i benefici richiesti dal consumo di bevande sportive, energetiche e funzionali. Nel consumo delle bevande energetiche, tutti gli intervistati sostengono la grande importanza dell’energia prolungata (Regno Unito: 84%, Germania: 81%, Usa: 87%). Con riferimento al consumo di bevande funzionali, gli intervistati mettono al primo posto l’apporto di “energia bilanciata” (81% degli americani, 84% degli inglesi e 76% dei tedeschi). Questo studio quantitativo mostra che la garanzia di non cariogenicità delle bevande è molto apprezzata in tutti i Paesi. In particolare, gli intervistati americani privilegiano le bevande per sportivi sicure per i denti (76%), mentre gli intervistati tedeschi e inglesi pre-

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feriscono che siano le bevande funzionali a garantire la sicurezza per i denti (Germania: 78% e Regno Unito: 86%).

La frequenza con cui si consumano bevande energetiche, per sportivi e funzionali è soggetta a considerevoli

18% e bevande funzionali 20%). Anche tra gli intervistati tedeschi e inglesi si registra una differenza nella frequenza del consumo mensile, con il 31% dei tedeschi che preferisce bevande funzionali (bevande energetiche 23% e bevande per sportivi 24%) e più di un terzo (36%) degli intervistati inglesi che sceglie di consumare una bevanda energetica (bevande

differenze nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Germania. Con il 30% degli intervistati americani che consuma frequentemente bevande per sportivi, questa categoria di bevande sembra essere la preferita sul mercato statunitense (bevande energetiche

per sportivi 31% e bevande funzionali 16%). La differenza non si riscontra solo nella frequenza con cui si consumano le bevande funzionali, in base al Paese o al tipo di bevanda funzionale, ma anche nell’ora del giorno in cui le bevan-

Frequenza e occasioni di consumo


de stesse vengono consumate. Sembra che in tutti i Paesi si sia d’accordo sul fatto che le bevande per sportivi siano da consumare preferibilmente mentre si praticano attività sportive (il 62% dei tedeschi, il 51% degli inglesi e il 60% degli americani intervistati). Tuttavia, gli intervistati tedeschi sentono la necessità di un apporto energetico in orario serale, con il 52% che consuma una bevanda energetica, rispetto agli inglesi e agli americani che ne preferiscono il consumo durante il giorno, o sul lavoro (Regno Unito: 49% e Stati Uniti: 62%).

Spossatezza diffusa L’uniformità del bisogno d’integrazione energetica e di energia prolungata tra tutti gli intervistati potrebbe essere in parte dovuta alla mancanza di energia percepita in tutte le nazioni. Nello studio Beneo, gli intervistati di sesso femminile percepiscono maggiormente la “mancanza di energia” (Stati Uniti: 47%; Regno Unito: 43% e Germania: 39%). Tuttavia, questa mancanza di energia interessa tutte le età in tutti i Paesi, indipendentemente dal sesso: in Germania sono soprattutto gli adolescenti a lottare maggiormente (43%) con i bassi livelli energetici, mentre nel Regno Unito e negli Stati Uniti, sono rispettivamente i gruppi di età compresa tra i 20 e i 29 anni e i 30 e i 39 anni a risentirne in misura maggiore (Regno Unito: 45% e Usa: 44%). I risultati della ricerca nei 3 Paesi campione confermano la convinzione dei ricercatori della Beneo che i consumatori continuano a cercare nuovi modi per apportare energia e migliorare le prestazioni nella categoria delle bevande funzionali. L’azienda è in un’ottima posizione per sfruttare al massimo le opportunità di sviluppo di nuovi prodotti nel campo delle bevande funzionali con il dolcificante di nuova generazione, Palatinose (nome generico:

isomaltulosio) che apporta l’energia totale dei carboidrati sotto forma di glucosio per un periodo di tempo più prolungato (il glucosio è la fonte di energia per le prestazioni fisiche e mentali). Con il suo basso indice glicemico, rilascia energia in maniera bilanciata,

senza picchi e cadute improvvise del livello di glucosio nel sangue. In questo modo favorisce anche una migliore ossidazione dei grassi durante l’attività fisica. Inoltre, è il primo carboidrato completamente digeribile e sicuro per i denti.

Bevande naturali per il benessere Il tè è la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua. Oggi sono popolari soprattutto i tè pronti in quanto i consumatori sono soddisfatti dell’effetto dissetante disponibile in qualsiasi momento, senza alcuna preparazione. All’interno di questa categoria và crescendo sempre di più la tendenza verso il tè verde e bianco grazie ai loro benefici per la salute. L’industria alimentare e delle bevande può scegliere tra una vasta gamma di estratti di tè di alta qualità (rooibos, honeybush, nero, verde o bianco) per i propri prodotti. Questi ingredienti naturali non solo apportano un buon sapore, ma aggiungono valore e possono essere utilizzati per creare interessanti note aromatiche sia nelle bevande che nei prodotti lattiero caseari. I tè sono composti solo dalle foglie giovani e dai germogli dei cespugli sempreverdi di Camelia sinensis. Questo cespuglio è utilizzato per produrre il tradizionale tè nero oltre ai tè verdi, bianco e oolong. Possono essere creati differenti tipi di tè a seconda della selezione delle foglie, delle zone di produzione e di come sono lavorate. I polifenoli e la caffeina sono le sostanze di valore più familiari. La caffeina è ben conosciuta e popolare per il suo effetto stimolante e i polifenoli sono classificati come metaboliti vegetali secondari e sono antiossidanti che combattono l’effetto dannoso dei radicali liberi e promuovono il benesse-

re. Oltre ai polifenoli, una delle principali sostanze attive nel tè verde, nero e bianco è la caffeina, ma il tipo che si trova nel tè è estremamente delicato rispetto a quella del caffè e il contenuto varia molto a seconda del tipo e dell’origine. Per esempio, il matè del Sud America è particolarmente conosciuto per la sua caffeina ritenuta responsabile dell’effetto di miglioramento nella circolazione e stimolante. Per contro, i tè rooibos e honeybush non contengono affatto caffeina: entrambi sono poveri in tannino e sono considerati particolarmente salutistici e facili da digerire, caratteristiche che li rende una bevanda rinfrescante e naturale adatta per i bambini. I consumatori sono consapevoli delle differenze che esistono tra i diversi tipi di tè e apprezzano i benefici che que-

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ste bevande offrono alla salute e al benessere, oltre a conoscere i diversi sapori. Il tè nero è conosciuto per il sapore intenso e il tè verde non è così dolce come gli altri tè. Il tè bianco è solo leggermente dolce, mentre il tè rooibos ha un delicato sapore fruttato che ricorda la vaniglia. Il portfolio Wild comprende ingredienti ottenuti dall’intera gamma dei diversi tipi di estratti e di tè da infusione. Oltre ai classici tè nero e verde, l’aziende produce estratti di tè bianco, rooibos, honeybush e matè. Wild offre gli estratti in forma concentrata e in polvere e tutti questi prodotti, a eccezione del matè e del rooibos, sono disponibili anche biologici. Inoltre, il gruppo

fornisce un’eccellente varietà di tè da infusione e può offrire all’industria anche miscele di estratti di rooibos con la vaniglia. Nella lavorazione del tè, Wild presta particolare cura nel mantenere il sapore distintivo della bevanda e tutte le proprietà benefiche. Sono utilizzate tecnologie avanzate di estrazione per assicurare che le sostanze chiave siano rilasciate dalle foglie anche con l’uso di metodi particolarmente delicati. Il risultato sono prodotti con un sapore fresco. Le bevande che contengono gli estratti di tè sono posizionate nel segmento premium per l’alta qualità e l’origine naturale.

zazione e pastorizzazione. CapsuDar è un ingrediente attivo, stabile a un ampio intervallo di pH, con una significativamente più lunga shelf life e in grado di non alterare il sapore dei prodotti finiti arricchiti.

Il cartoccio del latte Milk V della Tnuva (LycoRed).

Latte arricchito in calcio e vitamina D L’azienda israeliana Tnuva ha lanciato Milk V, il latte dedicato ai bambini con un doppio contenuto di calcio (il più elevato in Israele) e maggiori livelli di vitamina D (1,5 µg per porzione) grazie alla soluzione unica CapsuDar fornita da LycoRed che ha partecipato allo sviluppo del prodotto. Uno dei benefici più importanti per la salute del bambino è la salute delle ossa, essenziale per uno sviluppo normale. Un bicchiere di Milk V contiene 400 mg di calcio, circa il 30% della dose giornaliera raccomandata. La vitamina D è molto sensibile all’ossidazione e dev’essere formulata in modo che sia stabile ai diversi pH. Lycored utilizza una tecnologia esclusiva per assicurare formulazioni di vitamina D altamente stabili anche alle alte temperature. La formulazione CapsuDar è una vitamina D microincapsulata di grado alimentare adatta alla dispersione in acqua e protetta dall’ossidazione. Tutti gli ingre-

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dienti delle formulazioni CapsurDar sono esenti da OGM e allergeni. La maggiore sfida nell’arricchimento dei prodotti lattiero caseari è la stabilizzazione dei minerali e delle vitamine durante i processi di omogeneiz-

Ingredienti per la salute cerebrale Per la salute cerebrale è stato presentato Cognitex Basics, un formulato complesso progettato appositamente da Enzymotec per Life Extension e caratterizzato dalla fosfatidilserina di alta qualità e da Sharp-GPC Active, un’esclusiva alfa-glicerilfosforil colina. Enzymotec sviluppa, produce e commercializza innovativi ingredienti bioattivi e prodotti finiti ottenuti con tecnologie brevettate. Questi prodotti sostengono la salute in generale, dal sistema cardiovascolare alle funzioni co-

gnitive e apportano soluzioni innovative in tre segmenti di business: Vaya Pharma, una divisione farmaceutica specializzata allo sviluppo, la produzione e marketing di farmaci innovativi, clinicamente testate ed efficaci; Infant Nutrition, che fornisce composizioni lipidiche che simulano il grasso del latte umano per il benessere dei neonati; BioActive Ingredients, che fornisce ingredienti bioattivi premium innovativi sviluppati su misura per rispondere alle necessità delle industrie farmaceutiche e della nutrizione.


Estratto delle foglie di olivo anti-ipertensivo Uno studio condotto presso l’Università dell’Indonesia e pubblicato sulla rivista Phytomedicine (15; 18(4):251258) ha messo in evidenza che l’estratto di foglie d’olivo Benolea di Frutarom è efficace in modo equivalente al farmaco Captopril nel diminuire gli elevati valori della pressione sanguigna. Inoltre, secondo questo studio Benolea, riduce in modo significativo il colesterolo totale e i livelli di trigliceridi nel plasma, un effetto che non è stato osservato con il farmaco tradizionale. Lo studio randomizzato, a doppio

cieco e con controllo attivo ha coinvolto 232 partecipanti di età compresa tra i 25 e i 60 anni con ipertensione al 1° stadio (pressione sistolica compresa tra 140 e 159 mmHg e pressione diastolica compresa tra 90 e 99 mmHg) che non assumevano alcun farmaco. Un periodo di 4 settimane senza trattamenti è stato seguito da uno di 8 settimane di trattamento con 500 mg di Benolea o con una compressa da 12,5 mg di Captopril, due volte al giorno. Se dopo due settimane non era registrata alcuna risposta al Captopril, i partecipanti ri-

cevevano una dose doppia del farmaco. Sono stati dati consigli dietetici per aiutare i partecipanti a gestire l’ipertensione e sono stati monitorati gli eventi collaterali e i cambiamenti nei parametri analitici quali quelli ematologici di routine, elettrolitici nel siero, la funzione renale e quella epatica. Alla fine dello studio, sia Benolea che Captopril hanno ridotto sensibilmente la pressione sistolica e diastolica: la riduzione nel gruppo con il trattamento naturale era paragonabile a quella del gruppo con il trattamento con il farmaco di sintesi.

Bellezza dall’interno Il collagene rappresenta fino al 30% delle proteine totali del corpo umano ed è principalmente concentrato nel tessuto connettivo. La sua enorme capacità di estensione ha diversi effetti positivi, soprattutto sulla pelle. Le persone che assumono prodotti contenenti i peptidi del collagene naturale di Verisol hanno una pelle più soda e liscia. Durante il naturale processo d’invecchiamento, il tessuto connettivo perde la sua consistenza che Verisol della Gelita è in grado di rallentare. Verisol mantiene il suo effetto stimolante anche con l’assunzione orale e non solo topica. Gli alimenti contenenti collagene sono già diffusi in Giappone, mentre negli Stati Uniti e in Europa è previsto che si diffondano rapidamente. Verisol può ottimizzare e potenziare un’enorme gamma di alimenti, solidi e liquidi, dalle compresse rivestite attraverso le bevande dietetiche fino ad alimenti quali il cioccolato.

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La prima caramella “profumata” senza zucchero L’idea delle caramelle ‘profumate’ è stata lanciata per la prima volta in Giappone, dove gli esperti hanno studiato l’idea, confermando che la fragranza veniva rilasciata dalla pelle in seguito all’ingestione di geraniolo.

rosa in bocca, nonché dalla persistente fragranza di rosa rilasciata sulla pelle. Grazie al geraniolo in essa contenuto, un alcool monoterpenico acrilico, ovvero un liquido incolore presente in piante, quali rosa, lavanda e vaniglia, la ca-

ramella può rientrare tra i nutricosmetici (integratori alimentari che favoriscono e aiutano la funzione e la struttura della pelle). Il geraniolo è un antiossidante naturale e la sua fragranza, una volta assunto sottoforma di caramella, viene rilasciata dal corpo tramite i pori, producendo un profumo naturale, dolce e delicato, in grado di perdurare per ore. Attualmente, la Deo è disponibile in Bulgaria.

Sano è bello Hitex produce un’innovativa gamma d’ingredienti per le aziende produttrici d’integratori alimentari e alimenti funzionali con una particolare attenzione a Lipowheat, un ingrediente ricco in ceramide, la cui funzione idratante, tramite l’assunzione per via orale, è stata dimo-

La caramella dura al profumo di rosa, denominata Deo, contiene l’Isomalt di Beneo e, oltre ad avere un piacevole aroma, dopo essere stata gustata, rilascia attraverso la pelle una fragrante profumazione di rosa. L’idea, messa a punto da Beneo nell’ambito del concetto innovativo Candy Innovation Matrix, è stata raccolta, per prima, da Alpi, un’azienda dolciaria bulgara. Con la Deo di Alpi, Beneo ha dato una nuova impronta alla confetteria funzionale: ricorrendo all’utilizzo dell’Isomalt, l’unico sostituto del saccarosio derivato naturalmente dalla barbabietola da zucchero, la caramella dura è senza zucchero, ha un ridotto contenuto calorico, un basso indice glicemico ed è sicura per i denti. Grazie alla proprietà dell’Isomalt di sciogliersi lentamente, il piacere del gusto è amplificato dal rilascio prolungato del delicato aroma di

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strata con studi clinici. Infatti, per questo ingrediente è stato approvato dalla FDA il claim “aiuta a idratare la pelle”. Hitex non solo fornisce ingredienti, ma aiuta i produttori nello sviluppo della formulazione, nella comunicazione e nella consulenza legale.

Il sapore “grasso” potrebbe prevenire l’obesità Durante un simposio al meeting annuale dell’Istituto dei tecnologi alimentari (IFT) 2011 è stato affermato che gli individui rilevano i grassi negli alimenti principalmente attraverso l’odo-

re e la struttura, sebbene gli studi stiano sempre più mettendo in evidenza che i grassi e gli acidi grassi possono anche essere degustati. Questi studi mostrano pure che alcuni individui


non possono percepire i grassi a causa di variazioni genetiche. Combinati a fattori ambientali, quali vivere in un contesto urbano vicino a negozi di alimentari o a fast food, questi individui sono più portati a ingerire un maggior quantitativo di grassi e quindi ad affrontare un maggiore rischio di obesità. La percezione generale è che le persone mangiano ciò che piace, ma non sempre; in queste persone, la genetica svolge un ruolo chiave nel coordinare la preferenza e la selezione dei grassi con il metabolismo e lo stoccaggio di questo nutriente. Come risultato, chi ha una percezione deteriorata del grasso e potrebbe inconsciamente desiderarli per compensare una carenza; per contro, gli individui più sensibili al sapore dei grassi, ne ingeriscono di meno. Una varia-

zione genetica nel sapore influenza le sensazioni dovute ad alimenti e bevande, che a loro volta ne influenzano la scelta e l’assunzione. Tutto questo potrebbe influenzare il rischio individuale per le malattie cardiovascolari, l’obesità e il cancro. Una recente ricerca collega la percezione degli alimenti cremosi a una maggiore assunzione di grassi, un’aumentata preferenza per i grassi e gli oli addizionati e una minore preferenza per i prodotti lattiero-caseari a basso contenuto in grassi. Le differenze biologiche nella percezione degli alimenti sono reali e potenzialmente importanti per l’accettabilità degli alimenti; alcuni segmenti delle popolazioni possono richiedere approcci o formulazioni alternativi per raggiungere il massimo della preferenza.

Snack con grelina per placare la fame Sulla rivista Hormone and Metabolic Research (2011; 43:135-140) sono stati pubblicati i risultati di uno studio coordinato da Livio Luzi dell’Università degli Studi di Milano su alcuni snack in grado di determinare un aumento dei livelli di grelina nel sangue e, come conseguenza, di placare la fame che tornerebbe a farsi sentire solo dopo un periodo più lungo. La grelina, infatti, è un ormone prodotto da un’area dello stomaco chiamata antro gastrico che agisce a livello del sistema nervoso centrale determinando una sensazione di sazietà. Nell’ultimo decennio si è assistito al dibattito sull’ormone grelina quale potenziale target per il trattamento dell’obesità. Nonostante una stretta correlazione tra l’assunzione di snack e l’obesità, il consumo di questi alimenti si è rivelato una buona abitudine in un regime nutrizionale salutistico. Lo scopo di questo stu-

dio era di valutare se una diversa composizione di nutrienti influenzasse i livelli post-prandiali di grelina e gli incrementi di glucosio indotti da 6 snack dolci a parità di carboidrati assunti. Sono stati arruolati 20 volontari in salu-

te (10 maschi e 10 femmine di età compresa tra 33 e 34 anni) che sono stati sottoposti a 7 test in 140 giorni: a tutti i soggetti reclutati è stata somministrata la stessa quantità di zuccheri, 50 grammi, sotto forma di glucosio puro o di uno dei 6 snack analizzati (cioccolato alle nocciole, wafer al cioccolato, wafer al cioccolato ripieno di latte e nocciola, una merendina fresca a base di latte e cioccolato e due tipi di praline) e sono stati analizzati i livelli di grelina circolante e l’area delle curve glicemiche indotte. Tre ore dopo l’assunzione di cioccolato alle nocciole, la grelina era significativamente inferiore a quella indotta dall’assunzione dei wafer al cioccolato. Le curve glicemiche, peraltro, non risultavano differenti tranne che per il cioccolato alle nocciole, che ha mostrato la curva più bassa. Inoltre, il contenuto in grassi degli snack era inversamente proporzionale ai livelli di grelina nel plasma dopo 3 ore dall’assunzione e direttamente correlato con il punteggio di sazietà. Anche il carico energetico è risultato inversamente proporzionale alla quantità di grelina presente nel plasma dopo 3 ore. I risultati indicano che, nonostante fosse stata somministrata la stessa quantità di carboidrati, la risposta glicemica cambiava a seconda del tipo di prodotto somministrato. Quella maggiore si è

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avuta naturalmente con il glucosio puro, mentre valori molto bassi sono stati osservati per il wafer al cioccolato ripieno di latte e nocciola e per la merendina fresca a base di latte e cioccolato. Il wafer ripieno è risultato anche lo snack che determina il rilascio più appropriato di grelina.

Il concetto emerso è che non tutti gli snack sono equivalenti dal punto di vista nutrizionale: alcuni funzionano meglio di altri, limitando il picco glicemico e, soprattutto, rilasciando più grelina, quindi saziando di più e riducendo la ricerca di nuovo cibo per un periodo superiore.

Lecitina e fosfolipidi per applicazioni dietetiche Lipoid è il fornitore leader a livello globale di lecitina e fosfolipidi, e offre una vasta gamma di fosfolipidi naturali e sintetici prodotti su scala industriale nei siti produttivi certificati GMP e Iso 9001:2008. Attraverso un processo di sviluppo ben definito, Lipoid amplia continuamente il proprio portfolio, oltre a sviluppare concetti personalizzati su richiesta. Il sistema qualità risponde ai più elevati standard definiti dagli organi legislativi e dalle industrie alimentari. Phosal è un derivato dalla soia ed è costituito da fosfolipidi in fase liquida. Trova applicazione come solubilizzante di composti attivi lipofili o come fonte di fosfolipidi.

Lipoid R comprende frazioni di lecitine e fosfolipidi, oltre a frazioni di lisolecitina derivati dalla canola per applicazioni dietetiche. Phytosolve presenta sofisticati sistemi personalizzati di solubilizzazione basati su fosfolipidi principalmente per composti attivi lipofili. Le soluzioni altamente concentrate di polioli e fosfolipidi facilitano la dissoluzione di grandi quantitativi di lipidi formando emulsioni trasparenti/traslucide con una consistenza liquida/gelatinosa e con gocce dalle dimensioni inferiori ai 100 nm. Può essere incorporata una vasta gamma d’ingredienti attivi lipofili potenziandone la biodisponibilità.

L’estratto di melassa contro l’obesità All’incontro annuale della Società per lo studio dei comportamenti nutrizionali sono stati presentati i risultati di uno studio sperimentale svolto sui ratti che suggeriscono come l’integrazione dietetica con l’estratto di melassa possa fornire un nuovo approccio per la gestione del peso. La ricerca ha analizzato l’impat-

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to dell’estratto di melassa aggiunto a una dieta ricca in grassi. Questo estratto è ricco in polifenoli, un gruppo di composti chimici che si trova nelle piante conosciute per le proprietà antiossidanti. Ai ratti è stata somministrata una dieta ricca in grassi e la stessa dieta integrata con un 2 o un 4% di estratto di me-

La lecitina è una miscela di lipidi polari e no che contiene non meno del 60% di materiale insolubile in acetone, secondo la definizione dell’Unione Europea. Quelle disponibili sul mercato sono soprattutto derivate dal tuorlo d’uovo e da semi vegetali. Il fosforo contenuto nei lipidi che si trovano nella lecitina è indicato con il termine fosfolipidi e, insieme ai glicolipidi e agli sfingolipidi, rappresentano la frazione lipidica della lecitina. I fosfolipidi sono componenti attivi nella lecitina e sono costituenti essenziali della membrana cellulare. Sono molecole anfifiliche e le loro proprietà funzionali dipendono dalla natura dei gruppi di testa polari: fosfatidilcolina (PC), gruppo fosfato esterificato con la colina; fosfatidiletanolamina, gruppo fosfato esterificato con l’etanolamina; fosfatidilserina (PS), gruppo fosfato esterificato con la serina. Grazie alle loro caratteristiche, i fosfolipidi si comportano come emulsionanti, solubilizzanti o sistemi di trasporto. La fosfatidilcolina (PC) svolge un ruolo importante nella formazione e nel rinnovamento della membrana cellulare oltre che nella rigenerazione delle cellule danneggiate; inoltre, è una fonte importante di colina, la cui carenza può essere causata da una dieta molto ridotta in grassi, dall’assunzione di certi farmaci (per esempio, tetraciclina o paracetamolo) o dall’abuso di alcool e può portare a danni severi al fegato. La fosfatidilserina (PS) supporta il metabolismo cellulare, la comunicazione intercellulare e la trasmissione dei segnali chimici all’interno della cellula, influenzando la fluidità della membrana cellulare. Abbassa il livello di cortisolo nel sangue con un impatto positivo sulla riduzione dello stress e la costruzione del tessuto muscolare. Diversi studi riportano l’impatto positivo della PS sulla fase di recupero dopo attività sportive e sulla prestazione delle cellule nervose nel cervello.


lassa. Dopo 12 settimane di queste diete, i ratti che hanno consumato la dieta contenente il 4% di estrat-

to di melassa hanno fatto registrare un minor peso corporeo, una ridotta massa grassa e un diminuito livello di leptina nel sangue, un ormone prodotto dalle cellule adipose. Ulteriori studi hanno dimostrato che l’integrazione con la melassa porta a un aumento dell’energia escreta (più calorie perse nelle feci) e un aumento dell’espressione genetica per diversi biomarker delle cellule epatiche e adipose del metabolismo energetico. Sono previsti studi clinici per il prossimo anno che forniranno l’opportunità di valutare l’efficacia dell’estratto di melassa nel controllo del peso.

Melatonina e controllo del peso Ricercatori dell’Università di Granada, Spagna, hanno analizzato gli effetti della melatonina sull’obesità, sulla di-

slipidemia e sull’elevata pressione sanguigna associata all’obesità in giovani ratti Zucker diabetici e obesi. I risulta-

ti sono stati pubblicati sul Journal of Pineal Research (Vol. 50, Issue 2, pagg. 207-212, 2011). La melatonina si trova in piccole quantità in alcuni frutti e ortaggi quali senape, mandorle, semi di girasole, cardamomo, finocchio, coriandolo e ciliege; l’assunzione di questi alimenti potrebbe aiutare a controllare l’aumento di peso e a prevenire le malattie cardiache associate all’obesità e alla dislipidemia. I ricercatori hanno riscontrato che la melatonina ha un effetto benefico sui ratti giovani che non hanno ancora sviluppato malattie metaboliche o cardiache e ritengono che possa aiutare nella prevenzione delle malattie cardiache associate a obesità e dislipidemia. Inoltre, se questa scoperta venisse confermata anche sull’uomo, la somministrazione di melatonina e l’assunzione di alimenti che la contengono potrebbero essere uno strumento utile per combattere l’obesità e i rischi a essa associati.

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La cisteina causa dell’obesità?

RICERCA

Uno studio finanziato dal Consiglio per la ricerca della Norvegia ha come obiettivo l’approfondimento del meccanismo biologico che collega la cisteina all’obesità. Questo progetto è iniziato nel 2010 e proseguirà fino al 2013. Le persone con elevati livelli dell’aminoacido cisteina hanno dai 6 ai 10 kg di grasso in più rispetto alle altre persone. I ricercatori norvegesi studiando questo fenomeno sono arrivati alla conclusione che si potrebbe aiutare a prevenire e a trattare l’obesità, malattia peri-

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colosa per la vita. C’è una correlazione molto alta tra i livelli elevati di cisteina e l’obesità; la questione è se questa sia una relazione causale. Molto del grasso corporeo è dovuto a un alto livello di cisteina, ma qual è la connessione? Perché alcune persone hanno livelli di cisteina più elevati? Quanto dipende da fattori genetici o dalla dieta? Nel 1998 una giovane ricercatrice norvegese, Helga Refsum, ha vinto un premio che ha utilizzato per costruire una collaborazione tra la Oxford Uni-

versity e il Dr. Amany Elshoorbagy; tale collaborazione ha portato alla scoperta di una correlazione diretta tra la cisteina e l’obesità. Il progetto ha coinvolto le Università di Oslo e di Oxford insieme a diversi altri istituti di ricerca. L’obesità è causata dall’assunzione di più calorie di quelle effettivamente bruciate e il surplus è stoccato come grasso nell’organismo. Il concetto è semplice a livello generale, ma a livello molecolare, emergono molte più sfaccettature nella relazione rendendo più difficile l’integrazione. I lunghi e complessi processi biochimici degli enzimi che convertono gli alimenti in energia possono essere influenzati da molti fattori. Lo stesso vale per la scomposizione dei grassi. La ricerca di Refsum indica che la cisteina svolge un ruolo chiave nel modo in cui l’organismo metabolizza l’energia, accumula i grassi e li scompone. In questo ultimo progetto, i ricercatori studieranno anche come la cisteina influenzi il cervello, per esempio, se sia in grado d’influenzare la sensazione di sazietà.


I nostri geni svolgono un ruolo importante nella determinazione del peso; la percentuale del grasso corporeo varia molto a seconda dei gruppi etnici. Tenendo in considerazione queste differenze, i criteri alla base degli indici di massa corporea per quanto riguarda l’obesità differiscono a seconda della popolazione. Nei livelli di cisteina sono indubbiamente coinvolti i fattori genetici: due condizioni genetiche conosciute dimostrano una stretta correlazione. Le persone con la forma più comune di una condizione genetica, omocistinuria, sono carenti di uno degli enzimi che convertono l’omocisteina in cisteina. Questi livelli hanno bassi livelli di cisteina e sono estremamente snelli. Per contro, le persone con una differente condizione genetica, la sindrome di Down, hanno il 50% in più di quello stesso enzima rispetto al normale, con livelli di cisteina superiori alla media e la tendenza a essere sovrappeso. La connessione tra cisteina e malattie correlate all’obesità è l’argomento centrale della ricerca di Refsum che ha dimostrato che riducendo i livelli di cisteina si arrivi a una perdita di peso in cavie e ratti. Con una successiva integrazione di cisteina, il peso aumenta di nuovo con un rischio maggiore di diabete. I ricercatori stanno ora cercando di comprendere l’intera catena complessa delle reazioni chimiche che avvengono durante il metabolismo, dall’ingestione degli alimenti alle funzioni della cisteina. La cisteina è chiaramente correlata al peso, ma cosa determina i livelli di cisteina? Da dove inizia il tutto? Gli esperimenti con le cavie e i ratti hanno indicato come responsabile la metionina, un aminoacido coinvolto nel processo metabolico prima della cisteina. Risultati di altre ricerche indicano come il livello di cisteina non sia direttamente influenzato dalla dieta, ma questo richiede maggiori approfondimenti. Se si determinasse che è possibile modificare i livelli di cisteina attraverso la dieta, potrebbero al-

lora essere proposte nuove raccomandazioni nutrizionali. I ricercatori prevedono lo sviluppo di farmaci in grado di regolare i livelli di cisteina al fine di prevenire e curare l’obesità. Il gruppo di ricerca di Refsum si sta preparando a testare farmaci che potrebbero influenzare il metabolismo della cisteina nelle cavie. La cisteina è un aminoacido contenente zolfo; non è essenzia-

le, cioè è sintetizzato nell’organismo e non dev’essere integrato con la dieta. Attraverso un complesso processo biochimico gli aminoacidi non essenziali sono formati dai nutrienti assunti e diventano la base per la costruzione delle proteine. Il precursore della cisteina è l’aminoacido essenziale metionina: se la sua assunzione è insufficiente, la cisteina dev’essere integrata.

Bambù, un nuovo alimento salutistico Sulla rivista Comprehensive Reviews in Food Science and Food Safety (2011, vol. 10, issue 3, pagg. 153-168) è stata pubblicata una rassegna realizzata da ricercatori indiani della Panjab University sugli studi sui germogli di bambù, una fonte ricca in nutrienti con proprietà anti-ossidanti e anti-tumorali. Fin dall’antichità il bambù è intrinsecamente collegato con la civiltà dell’uomo; conosciuto a livello popolare per gli usi industriali, è meno noto che i giovani germogli possono essere consumati come alimento, sia freschi che fermentati conservati in scatola. Non solo sono buoni, ma sono ricchi in nutrienti, soprattutto proteine, carboidrati, minerali e fibre, e sono poveri in grassi e zuccheri. Grazie all’elevato contenuto in fitosteroli e in fibre, possono essere etichettati come nutraceutici o medicine naturali. La ricerca ha messo in evidenza che i germogli di bambù forniscono diversi benefici per la salute: migliorano l’appetito, la digestione e la perdita di peso, e aiutano nella cura delle malattie cardiovascolari. È stato riportato anche che i germogli hanno attività antitumorale, antibatterica e antivirale e hanno capacità antiossidante, grazie alla presenza dei composti fenolici. La

fibra di bambù ora è un ingrediente comune nei cereali per la prima colazione, i succhi di frutta, i prodotti da forno e a base di carne, le salse, il formaggio grattugiato, i biscotti, la pasta, gli snack, i dessert surgelati e molti altri prodotti alimentari. In questa rassegna viene posta molta attenzione sui benefici salutistici dei germogli di bambù e sul loro potenziale per l’utilizzo come alimento funzionale.

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Vitamina E e colesterolo Gli integratori di vitamina E contenenti tocotrienoli sono raccomandati per una salute ottimale, ma i loro effetti sono scarsamente conosciuti. L’obiettivo dello studio condotto da ricercatori malesi e pubblicato sulla rivista Nutrition&Metabolism (2011, 8:42) era di determinare gli effetti dell’integrazione con una frazione ricca in tocotrienoli (TRF) sul profilo lipidico e sullo stato ossidativo di individui adulti in buona salute a una dose di 160 mg/ die per 6 mesi. Sono stati reclutati 62 soggetti suddivisi in due gruppi per età: metà con età compresa tra 35 e 49 anni e metà con un’età superiore ai 50 anni. A ciascun gruppo, in modo randomizzato, sono state somministrate le capsule con il TRF o con il placebo per 6 mesi e sono stati analizzati campioni di sangue all’inizio, a 3 e a 6 mesi. Il colesterolo HDL nel gruppo che ha

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assunto l’integrazione con il TRF era più alto dopo 6 mesi. I livelli nel plasma della vitamina E totale, in particolare i tocotrienoli, sono aumentati in modo significativo nel gruppo con l’integrazione con il TRF dopo 3 mesi. I tocotrienoli totali nel plasma sono aumentati solo nel gruppo degli over 50 dopo 6 mesi d’integrazione con TRF, come pure i cambiamen-

ti nelle attività enzimatiche. Inoltre, i ricercatori hanno rilevato un aumento dell’attività di diversi enzimi antiossidanti, tra i quali la superossido-dismutasi e la catalasi, nel gruppo che ha ricevuto l’integrazione con la vitamina E. I miglioramenti osservati nei livelli di colesterolo nel plasma e della vitamina antiossidante potrebbero indicare una riparazione del bilanciamento redox dopo l’integrazione con il TRF, soprattutto negli individui con un’età superiore ai 50 anni.

Acidi n-3 PUFA e malattie di origine infiammatoria Uno studio condotto da ricercatori australiani e pubblicato sul The American Journal of Clinical Nutrition (maggio 2011), dimostra come il consumo di alimenti contenenti acidi grassi polinsaturi n-3 PUFA e frutta secca può diminuire il rischio di mortalità per malattie di origine infiammatorie. I ricercatori hanno studiato se le assunzioni con la dieta di acidi PUFA (n-3, n-6 (omega-6) e acido α-linolenico), di pesce e di frutta secca possono essere associate a 15 anni di mortalità attribuita a malattie infiammatorie non-cardiovascolari e non-tumorali. Le analisi hanno coinvolto 2.514 partecipanti di età uguale o superiore ai 49 anni. Sono stati raccolti i dati relativi alla dieta utilizzando un questionario semi-quantitativo sulla frequenza alimentare e sono state calcolate le assunzioni di frutta secca. La mortalità da malattie infiammatorie è stata confermata dall’Australian National Death Index. In 15 anni, 214 soggetti sono deceduti per malattie infiammatorie. Le don-

ne con l’assunzione più elevata di n-3 PUFA totali, rispetto a quelle con l’assunzione più scarsa, hanno fatto registrare un rischio ridotto del 44% per la mortalità dovuta a malattie infiammatorie, mentre quest’associazione non è stata osservata negli uomini. Sia negli uomini che nelle donne, l’assunzione di acido a-linolenico è stata inversamente associata con la mortalità infiammatoria. I soggetti che hanno assunto più frutta secca hanno ridotto il rischio (dal 32 al 51%) di mortalità per malattie di origine infiammatoria rispetto al riferimento. L’assunzione dietetica di acidi a lunga catena n-3 e n-6 PUFA e di pesce non è stata associata alla mortalità da malattie infiammatorie. È stato pertanto riportato un nuovo legame tra assunzione dietetica di acidi n-3 PUFA totali e rischio di mortalità per malattie di origine infiammatoria nelle donne più anziane. Inoltre, i dati di questo studio indicano un ruolo protettivo della frutta secca, ma non del pesce contro questa tipologia di mortalità.


Combattere l’obesità con la cicoria Sulla rivista British Journal of Nutrition sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Maastricht e patrocinato da Sensus che ha esaminato l’effetto dell’integrazione dell’oligofruttosio sui profili dell’appetito, sulle concentrazioni dell’ormone della sazietà e sull’assunzione dell’energia negli uomini. L’oligofruttosio è estratto dalle radici della cicoria su scala industriale e poiché non può essere rotto dagli enzimi digestivi, ha lo stesso effetto nell’intestino delle fibre dietetiche. Grazie al suo basso

valore energetico può essere utilizzato come sostituto di grassi e zuccheri negli alimenti. 31 soggetti in salute (10 uomini e 21 donne) di età compresa tra 25 e 31 anni e con un indice di massa corporea compreso tra 24,5 e 25,1 kg/m2 sono stati coinvolti in uno studio randomizzato a doppio cieco. I soggetti hanno ricevuto 10 g di oligofruttosio o 16 g di oligofruttosio o 16 g di placebo (maltodestrine) al giorno per 13 giorni con un periodo di sospensione di 2 settimane fra i trattamenti. Sono stati controllati il profilo dell’appetito, le concen-

trazioni del peptide 1 attivo simile al glucagone (GLP-1) e del peptide YY336 (PYY) e l’assunzione energetica al giorno 0 e al giorno 13 del periodo di trattamento. L’interazione tempo-trattamento ha mes-

so in evidenza una tendenza alla riduzione nell’assunzione energetica: era significativamente ridotta dell’11% nel trattamento con 16 g di oligofruttosio, valore inferiore anche a quello trovato con il trattamento con 10 g di oligofruttosio nel giorno 13. Pertanto risulta che la dose di 16 g/die e non quella di 10 g/die potrebbe essere efficace nel ridurre l’assunzione energetica.

Il resveratrolo nella lotta contro l’obesità Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Aarhus e pubblicato sull’International Journal of Obesity (vol. 34, pagg. 1546-1553) sottolinea come il resveratrolo cambi la produzione di certi composti cellulari chiamati adipochine e produca un effetto anti-infiammatorio. Lo studio è stato il primo, in vitro, a suggerire gli effetti anti-infiammatori del resveratrolo sull’espressione e sulla secrezione delle adipochine nel tessuto adiposo negli uomini. L’obesità è strettamente correlata con uno stato d’infiammazione cronica di basso livello che coinvolge anche il tessuto adiposo, con una produzione potenziata di sostanze bioattive (adipochine). La riduzione delle calorie (CR) riduce la produzione di adipocitochina e migliora il profilo metabolico nei roditori. Alcuni di questi effetti sono mediati dall’attivazione dell’enzima sirtuina 1 (Sirt1) e in questo studio è stato studiato se la fitoalexina naturale resveratrolo (RSV), che è un potente attivatore del Sirt1, abbia effetti anti-infiammatori negli espianti del tessuto adiposo. L’effetto del resveratrolo sull’interleuchina 1b (IL1b) ha indotto cambiamenti dell’espressione del gene adipochina mRNA e la secrezione è stata misurata negli espianti di tessuto adiposo umano.

L’esposizione in vitro del tessuto adiposo umano all’IL1b ha aumentato la secrezione delle adipochine pro-infiammatorie IL6, IL8 e di altre sostanze correlate all’infiammazione, mentre l’incubazione concomitante con il resveratrolo ha invertito la secrezione stimolata da IL1b (16-36%) e l’espressione genetica di queste adipochine (25-48%). Effetti simili sono stati osservati in pre-adipociti differenziati umani nelle colture primarie indicando che gli adipociti umani sono un target potenziale per gli effetti del resveratrolo.

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MERCATI E CONSUMI

Nel 2010 ancora in crescita gli alimenti funzionali

L’ultimo rapporto redatto dalla Leatherhead Food Research sulle direzioni future del mercato globale degli alimenti funzionali, intesi come alimenti e bevande con uno specifico claim salutistico, ha valutato questo mercato in 24,2 miliardi di dollari nel 2010. Diversi fattori hanno facilitato la crescita degli alimenti funzionali: i cambiamenti nella dieta dei consumatori, gli stili di vita, la consapevolezza e l’interesse per la salute e il benessere sono fattori importanti nella creazione della domanda per prodotti con potenziali effetti benefici per la salute. L’espansione della conoscenza scientifica e delle capacità tecnologiche ha portato a un aumento dell’innovazione dei prodotti e, di conseguenza, il numero delle introduzioni di nuovi prodotti è cresciuto di circa il 28% all’anno con una diversificazione dei benefici salutistici suggeriti. Dal 2003, Leatherhead ha monitorato lo sviluppo del mercato e ha stimato una crescita di 1,5 volte. Inoltre, il mercato degli alimenti funzionali sta crescendo in modo significativamente più veloce rispetto al mercato globale degli alimenti e delle bevande di circa il 4% all’anno. La capacità del mercato degli alimenti funzionali di continuare a crescere dipende da diversi fattori. I consumatori richiedono le prove, confermate da ricerche scientifiche indipendenti, che

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i prodotti funzionali apportino i benefici promessi. Durante la recessione il mercato degli alimenti funzionali ha continuato a crescere e, anche se le previsioni non sono del tutto positive, la domanda potrebbe continuare a reggere. Le decisioni dell’EFSA riguardo l’efficacia dei claim funzionali avrà un impatto significativo sullo sviluppo del mercato. I claim funzionali legittimati convincono maggiormente i consumatori che sono così più portati all’acquisto, d’altro canto l’elevata percentuale di bocciature da parte dell’EFSA indica le difficoltà

che le aziende affrontano nel commercializzare nuovi prodotti con claim convalidati e ciò potrebbe rallentare l’innovazione. La salute, la nutrizione e il benessere sono le chiavi caratteristiche di molte strategie per le principali aziende al mondo produttrici di alimenti e bevande che guardano al mercato degli alimenti funzionali come opportunità di crescita. Il potenziale per un’espansione significativa sembra arrivare dalle grandi multinazionali del settore alimentare e dalla velocità con la quale lanciano nuovi prodotti sul mercato.


Ingredienti attivi come anti-ipertensivi e per migliorare il sistema immunitario L’analisi redatta da Frost & Sullivan sul mercato europeo delle soluzioni nutrizionali per la salute del sistema immunitario e per l’ipertensione mette in evidenza che il mercato ha raggiunto nel 2009 un valore di 977,9 milioni di dollari e stima che possa raggiungere gli 838,6 milioni di dollari nel 2016. La crescente incidenza dei problemi correlati con l’alta pressione sanguigna elevata e un carente sistema immunitario, oltre alla tendenza alla prevenzione delle malattie, sta guidando il mercato europeo verso soluzioni nutrizionali per la salute del sistema immunitario stesso e anti-ipertensivi. L’epidemia d’influenza suina che ha flagellato l’Europa e gli Stati Uniti è uno dei fattori che ha fatto aumentare l’interesse dei consumatori nel mantenimento di un sistema immunitario in salute. I produttori d’ingredienti stanno approfittando della crescente consapevolezza del mercato verso il potenziale degli ingredienti con effetti positivi sulla salute del sistema immunitario nella prevenzione dei sintomi influenzali e delle infezioni delle vie respiratorie. Sebbene gli ingredienti in grado di abbassare la pressione sanguigna non siano attualmente molto popolari, è previsto che crescano lentamente grazie alla crescente consapevolezza dei consumatori. Uno dei principali ostacoli allo sviluppo di questi ingredienti è la preferenza dei consumatori verso i metodi tradizionali di diminuire la pressione sanguigna, quali l’esercizio fisico, la gestione del peso, la riduzione del sale e i farmaci diuretici, beta-bloccanti, inibitori dell’ACE (enzima per la conversione dell’angiotensina), i bloccanti del canale del calcio o i vasodilatatori. In modo simile, il segmento degli ingredienti stimolanti la salute del sistema immunitario sta affrontando la sfida

di una competizione rigorosa tra i numerosi ingredienti presenti sul mercato, molti dei quali hanno anche altri benefici. Per esempio, i probiotici e i prebiotici sono stati sviluppati principalmente per fornire benefici all’apparato digerente, piuttosto che vantaggi al sistema immunitario. Questo scenario crea con-

fusione nei consumatori e li dissuade dall’acquisto. Inoltre, i temi legislativi che riguardano i claim salutistici stanno limitando l’innovazione e la crescita nel mercato europeo delle soluzioni nutrizionali per la salute del sistema immunitario e per la diminuzione della pressione sanguigna. I passi compiuti dall’EFSA per portare chiarezza nei criteri richiesti per ottenere un’opinione positiva sui salutistici sono utili per incoraggiare l’innovazione nel mercato.

Aumento della domanda di proteine di alta qualità New Nutrition Business ha pubblicato un rapporto dal titolo “il potere delle proteine – nuovi alimenti, nuovi mercati”. La crescita delle proteine come nutrienti che possono aiutare la gestione del peso guiderà l’aumento del mercato delle proteine di qualità. I consumatori più attenti alla salute cominciano a essere sempre più consapevoli dei benefici delle proteine nella dieta, soprattutto in relazione alla gestione del peso: infatti, sta cambiando l’immagine delle proteine come alimenti esclusivamente dedicati ai “body builder”. Un target più ampio di consumatori, tra i quali anche quelli più anziani, porterà il mercato al valore di 1,71 miliardi di euro nel 2020. Molte aziende si sono focalizzate sulla produzione di barrette e bevande come mezzi per apportare una dose elevata di proteine, ma queste vesti non sono in genere particolarmente apprezzati. Ci sono modi nuovi e diversi di assumere proteine e questo si è dimostrato un fattore importante nello sviluppo del mercato. Attualmente, nelle menti dei consumatori le proteine sono correlate al pasto principale. Il marchio Quorn ha utilizzato questo legame per

lanciare un nuovo marchio di proteine, ottenute da funghi, posizionandole quale elemento centrale del pasto. È previsto che le nuove proteine raggiungano un valore di 2,5 miliardi di dollari nel prossimo decennio in quanto la crescita della domanda globale crea opportunità per nuove fonti proteiche più salutistiche.

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notizie dal mondo Il progetto europeo Nu-Age per studiare l’alimentazione anti-invecchiamento La percentuale degli europei oltre i 65 anni è in aumento (ora è del 25%) e si prevede che nel 2030 essi rappresenteranno il 40% della popolazione generale; per tale motivo diventa di fondamentale importanza la prevenzione delle malattie legate all’età (anche per diminuire le relative spese sanitarie e sociali). A tale scopo è partito a maggio il progetto NuAge (“New dietary strategies addressing the specific needs of elderly population for a healthy ageing in Europe”) che ha ricevuto 9 milioni di euro nell’ambito del Tema “Alimentazione, agricoltura, pesca e biotecnologia” del Settimo programma quadro dell’Unione Europea; esso mira a contrastare il declino sia cognitivo che fisico cui vanno incontro gli anziani. Coordinato dall’Università di Bologna, il consorzio Nu-Age riunisce 31 esperti del mondo della ri-

cerca e del settore accademico e industriale. I partner esamineranno l’impatto della dieta sugli anziani europei e forniranno informazioni fondamentali su come possiamo vivere più a lungo e più in salute. Verrà sviluppata una nuova piramide alimentare rivolta agli ultra sessantacinquenni chiamata Nu-Age 65+. I 1.250 volontari di cinque Paesi (Italia, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia) riceveranno cibo arricchito e istruzioni su come modificare la propria dieta per conformarsi alla piramide. Dai risultati che emergeranno dallo studio, il team di Nu-Age potrà valutare gli effetti della piramide alimentare sulla salute e sui fattori dell’invecchiamento, per poi confrontarli con quelli relativi ad anziani che non partecipano all’intervento alimentare. Lo studio si occuperà,

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inoltre, delle determinanti socioeconomiche legate alla scelta alimentare. “Nel corso della sua attività, Nu-Age cercherà di colmare l’attuale mancanza di conoscenze su come la dieta possa influenzare e contrastare le malattie legate all’età e il deperimento funzionale. Questo contribuirà a migliorare la salute e la qualità della vita della popolazione europea che sta invecchiando” ha affermato il coordinatore del progetto Nu-Age, l’immunologo Claudio Franceschi dell’Alma Ma-

ter dell’Università di Bologna. Nu-Age scommette sulla possibilità di contrastare e rallentare il processo d’invecchiamento, sia fisico che mentale, con un’alimentazione sana e completa. Dalla varietà delle competenze dispiegate e dal coinvolgimento dell’industria è evidente che l’ambizioso obiettivo è gettare le basi di un’ampia conoscenza integrata per la sviluppo e la promozione di una vasta gamma di cibi e stili alimentari che favoriscano la salute in età avanzata.

Partnership strategica tra Ocean Spray e Artemis L’Ingredient Technology Group (ITG) di Ocean Spray e Artemis International, hanno annunciato i dettagli della loro partnership strategica. Artemis, società specializzata in fitonutrienti per applicazioni nutraceutiche nel settore alimentare, delle bevande, degli integratori dietetici e nel settore farmaceutico, fornirà a Ocean Spray un supporto commerciale e di marketing per la vendita della polvere e dell’estratto di cranberry ai produttori di nutraceutici. Saranno pertanto unite la conoscenza del prodotto e del settore delle due società per competere nel mercato nutraceutico. Artemis svolgerà un ruolo essenziale nel supportare i clienti esistenti e nel guidare la continua crescita di Ocean Spray in questo segmento di mercato. Il ricco pa-

trimonio di Ocean Spray, l’impegno volto alla qualità e l’innovazione pionieristica rappresenteranno per Artemis un vero vantaggio nel portare avanti la crescita commerciale dei prodotti alimentari a base di cranberry. Ocean Spray, azienda leader nella ricerca sul cranberry per oltre 65 anni, con-


Nutrition

tinua a investire in attività scientifiche per sostenere il ruolo che il cranberry può svolgere nella salute e nel benessere di tutto il corpo. Le credenziali della società si fondano sui rigorosi controlli di qualità che soddisfa-

no la Global Food Safety Initiative (GFSI), e che comprendono la recente certificazione da parte del Safe Quality Food Programme, che Ocean Spray adotta nei suoi impianti di produzione di cranberry essiccati.

Nasce la divisione DSM Nutritional Lipids DSM Nutritional Products ha annunciato la formazione della divisione Nutritional Lipids, che abbinerà i prodotti a base di DHA omega-3 e ARA omega-6 della Martek al proprio portfolio degli acidi grassi polinsaturi (PUFA). Nutritional Lipids si focalizzerà sullo sviluppo e sul posizionamento dei lipidi nutrizionali innovativi. Questa divisione potrà contare sulla tecnologia e sulla posizione nel mercato statunitense della Martek e sull’asset globale della DSM Nutritional Products per catturare le significative opportunità di crescita a livello globale e accelerare l’espansione internazionale. Sempre più numerose sono le

ricerche scientifiche che dimostrano come i lipidi nutrizionali apportino significativi benefici per la salute del cervello, degli occhi e dell’apparato cardiovascolare. Gli esperti hanno notato che i lipidi salutistici, quali DHA, EPA e ARA, sono nutrienti importanti per tutta la vita, ma che ancora molti consumatori non ne includono abbastanza nella dieta giornaliera. La categoria dei lipidi nutrizionali sta crescendo rapidamente e offre significative opportunità di crescita. Il portfolio di questa divisione si può già ritrovare in più di 400 marchi di formule per la prima infanzia, integratori nutrizionali, alimenti funzionali e mangimi in tutto il mondo.

40 anni di vitamina B3 L’importanza della vitamina B3 è stata scoperta negli anni ’30, quando i ricercatori hanno messo in evidenza che gli alimenti ricchi di questa vitamina aiutavano a curare la pellagra, una malattia caratterizzata da dermatiti, diarrea e

demenza che, se non trattata, poteva portare alla morte. Da quando l’integrazione con la vitamina B3 è stata considerata essenziale, nei Paesi industrializzati la carenza è stata praticamente eliminata con la sua aggiunta, per esempio,

Carnipure™ Fidati della purezza Carnipure™, la L-carnitina di Lonza, è un nutriente naturale essenziale per il metabolismo energetico. I prodotti con il marchio di qualità Carnipure™ sulla confezione, indicano al consumatore che contengono L-carnitina pura prodotta da Lonza Ltd, Svizzera.

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nelle farine. La vitamina B3 sotto forma di niacina o niacinamide si può trovare negli alimenti e nelle bevande funzionali, negli integratori dietetici e nei prodotti farmaceutici. Inoltre, è risaputo che la niacina abbia un impatto benefico sul profilo lipidico nell’organismo, soprattutto in grado di aumentare il colesterolo LDL e di diminuire i trigliceridi. Fin dal 1971, Lonza ha fornito più della metà della richiesta mondiale per la vitamina B3 da parte delle industrie alimentare e mangimistica. Per affrontare le iniziative future di crescita, è prevista l’apertura di un nuovo sito produttivo presso il campus all’avanguardia per le scienze naturali di

Lonza a Nansha, Cina, per la fine del 2012. Lonza ha iniziato la produzione della niacina in Svizzera a Visp e, successivamente, sono stati costruiti altri due siti produttivi, uno a Guangzhou, Cina, nel 1995 e l’altro a Nansha nel 2003. Si stima che nel 2010 più di 18 miliardi di polli e 950 milioni di suini abbiano ricevuto l’integrazione di vitamina B3 e, quale leader globale del mercato della vitamina B3, Lonza ha iniziato una serie di nuovi studi per definire ulteriormente il ruolo che l’integrazione della niacina svolge nel miglioramento della salute animale, ottimizzando la produttività e aumentando il ritorno economico per gli allevatori.

Sharp PS: fosfatidilserina approvata come novel food Enzymotec ha annunciato che la sua fosfatidilserina di soia (PS), Sharp PS, ha ricevuto l’approvazione come “novel food” dalla Commissione europea. È il solo produttore di PS ad aver ottenuto l’approvazione che permette di commercializzare e utilizzare Sharp PS in una vasta selezione di alimenti e bevande in Europa. La PS è uno dei mattoni principali per l’organismo; è un nutriente naturale che si trova nella membrana cellulare ed è particolarmente abbondante nel cervello; apporta un contributo cruciale alla struttura e alla funzione delle cellule nervose e, come suggerito appunto dell’elevata concentrazione nel cervello, ha un

ruolo fondamentale nel mantenimento delle funzionalità delle cellule nervose, quali la neurotrasmissione di composti chimici specializzati o la propagazione del segnale. Il processo di approvazione di un novel food nell’Unione europea è lungo e difficile; Enzymotec si è impegnata notevolmente in questo iter in quanto fornitore leader di PS sia come integratori dietetici che come alimenti funzionali. L’approvazione rafforza l’approccio strategico di Enzymotec verso l’industria degli alimenti funzionali. Inoltre, quest’opportunità permette ai clienti di Enzymotec di essere all’avanguardia dell’innovazione nell’industria alimentare.

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Le GMP per gli integratori alimentari La domanda per le buone pratiche di fabbricazione per gli integratori della IADSA è cresciuta vertiginosamente con più di 600 copie scaricate dal sito web di IADSA da giugno a inizio agosto. Sviluppata da un gruppo di tecnici esperti, la guida globale è la prima nel suo genere pensata tenendo in considerazione le altre guide GMP utilizzate nei cinque continenti. Essa fornisce le linee guida per la promozione della migliore

pratica produttiva di integratori, compresi la lavorazione, il controllo qualità, il confezionamento, la distribuzione e lo stoccaggio e contiene le raccomandazioni per le aree critiche della produzione di prodotti di alta qualità, quali il recupero o la ri-lavorazione dei materiali, la documentazione, le autoispezioni, le operazioni di subcontratto, le analisi di laboratorio, le procedure di reclamo, il ritiro dei prodotti dal mercato e le procedure di emergenza.

Gli specialisti della nutrizione medicale s’incontrano a Parigi Il 1° dicembre si svolgerà a Parigi presso l’Hotel Scribe il 1° incontro mondiale su alimenti medicali e nutrizione 2011 dal titolo “Il mercato emergente dei complementi terapeutici”. Nel contesto attuale è necessaria una prospettiva originale per tutte le industrie correlate alla salute e alla prevenzione delle malattie e gli alimenti medicali offrono un eccellente strumento: sono in grado, infatti, di rallentare specifiche condizioni croniche e sono complementari alle terapie farmacologiche approvate. Durante l’incontro sarà discussa una vasta gamma di obiettivi per le terapie e la prevenzione: malattie neurodegenerative, diabete, menopausa,

osteoartrite, depressione, sindrome metabolica, cancro. Sarà sottolineato anche il potere degli alimenti anti-infiammatori contro lo stress ossidativo correlato alle malattie. Lo scopo di questo meeting è di riunire tutti gli specialisti per confrontare le diverse scuole di pensiero e per discutere le opportunità degli alimenti medicali come mercato emergente e/o di nicchia dei complementi terapeutici. Sarà suddiviso nelle seguenti sessioni: panoramica e tendenze di mercato; legislazione e claim; alimenti medicali e nutrizione – progressi scientifici e prospettive; il potere degli alimenti medicali – l’area della nutrigenomica; il punto di vi-


sta del marketing. La sessione network è creata per fare in modo che tutti possano entrare in contatto nel modo più semplice con le persone di riferimento. Questo summit si presenta

come un’eccellente piattaforma per iniziare nuove relazioni professionali con aziende interessate alle ultime innovazioni e alle prospettive degli alimenti medicali. www.medicalised-food.com

Stato GRAS per AstaPure Algatechnologies, azienda israeliana specializzata nella coltivazione di microalghe, ha annunciato che la sua astaxantina AstaPure ha ottenutolo lo stato di GRAS (Generally Recognized As Safe)

dalla FDA per le applicazioni in alimenti e bevande. Da anni il marchio AstaPure ha trovato diverse applicazioni, quale ingrediente attivo, in integratori dietetici, alimenti (prodotti da forno, cereali,

La coltivazione di microalghe all’aperto (Algatechnologies).

prodotti lattiero caseari, caramelle dure e frutta) e bevande in Giappone. Lo stato GRAS è un ulteriore riconoscimen-

to dei benefici per la salute di questa astaxantina, un ottimo antiossidante con un potere circa 500 volte superiore

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rispetto alla vitamina E e molto più potente di altri carotenoidi, quali luteina, licopene e beta carotene. AstaPure è utilizzata principalmente nella nutrizione per sportivi e nei prodotti sviluppati in modo specifico per la

salute dell’apparato cardiovascolare e della pelle. La linea AstaPure comprende l’oleoresina al 10% di astaxantina, le gocce al 2,5% di astaxantina, quelle vegetariane al 2% oltre a quelle idrosolubili e la polvere al 3% di astaxantina.

Consumatori disposti a pagare di più gli OGM più nutrienti Uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Resource Economics ha valutato la propensione dei consumatori a pagare più cari prodotti alimentari migliorati, ad esempio nel contenuto di vitamine e antiossidanti, ottenuti mediante metodi transgenici e intragenici. I ricercatori della Iowa State University chiariscono che le modificazioni intrageniche si riferiscono a piante geneticamente modificate con geni provenienti da altre piante appartenenti alla stessa specie, mentre gli alimenti transgenici derivano da piante modificate con geni derivati

da altre specie. Nello studio sono stati reclutati 190 consumatori randomizzati, con un’età media di 44 anni, provenienti da due aree urbane, ed è stato utilizzato il meccanismo di mercato a licitazione per rilevare l’intenzione di pagamento per un determinato prodotto. Prima dell’offerta di prezzo all’asta, i partecipanti hanno ricevuto tre prospetti di informazioni sugli OGM, nella fattispecie uno a favore delle biotecnologie, uno contrario ed una valutazione obiettiva. In ciascuna licitazione i consumatori hanno proposto tre offerte, una per ciascun

prodotto: 0,5 kg di broccoli, 0,5 kg di pomodori cuore di bue e circa 2,5 kg di patate rosse. Ciascun prodotto si trovava in confezioni etichettate sia come “senza OGM”, “OGM intragenico” e “OGM transgenico”, sia in confezioni semplici con la sola indicazione del nome e del peso del prodotto. Le offerte sono state effettuate anche per i prodotti etichettati come OGM, OGM intragenici o OGM transgenici, ma con l’indicazione aggiuntiva in etichetta “maggiore contenuto di antiossidanti e vitamina C”. Dopo aver preso visione delle informazioni è stato chiesto ai partecipanti di visionare i prodotti e quindi fare le proprie offerte. I vincitori per ciascuna offerta sono quindi stati portati in una stanza per pagare il prodotto ma, poiché in realtà non sono stati forniti prodotti geneticamente modificati nutrizionalmente superiori a causa dell’incompletezza della normativa attuale sugli alimenti intragenici, i vincitori ne sono stati informati e sono stati loro consegnati invece prodotti con etichetta semplice.

I ricercatori hanno riscontrato che meno dell’8% delle offerte proposte corrispondevano a zero. Per i prodotti senza valore nutrizionale migliorato, l’offerta media è risultata superiore per i prodotti etichettati come senza OGM rispetto a quelli senza specifiche particolari, mentre i prodotti con etichetta semplice hanno ottenuto offerte medie superiori a quelli definiti OGM trangenici. Nel caso di geni trasferiti nei prodotti freschi con metodi intragenici, finalizzati ad aumentare il tenore in antiossidanti e vitamina C, i partecipanti hanno manifestato la propensione a pagare il 25% in più rispetto al prodotto puro e semplice. Secondo gli autori dello studio, quindi, questi dati sperimentali indicherebbero che i consumatori sarebbero favorevoli ad accettare ed acquistare prodotti alimentari geneticamente modificati con un maggiore contenuto di vitamine e antiossidanti e che la propensione è maggiore nel caso di tecniche intrageniche anziché transgeniche. rssl

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