La Notizia n. 106

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Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - BS

BIMESTRALE DI ATTUALITÀ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN ANNO XIX N. 106 - FEBBRAIO 2013

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DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Dal Prato CAPO REDATTORE Graziano Pelizzaro REDAZIONE Giulia Avanzi Laura Leorati Francesca Lugoboni Elodio Perani Sandra Tosi Paolo Zani COLLABORATORI Giorgio Arienti Sante Bardini Annalisa Cappa Cristina Delmenico Michele Galli Luca Ghizzi Daniele Guerra Marta Leali Donatella Lusenti Franco Mondadori Francesca Pesci Luca Piazza Marisa Rodighiero Mariavittoria Spina Giulia Stuani Davide Truzzi Giovanni Zangobbi PROGETTO GRAFICO Claudia Dal Prato EDITORE Centro Culturale “San Lorenzo” via Virgilio, 25 46040 Guidizzolo (MN) Tel. 348 3115232 e-mail: redazione@lanotiziaguidizzolo.com Sito internet: www.lanotiziaguidizzolo.com R. O. C.: N° 9434 del 16-10-00 Aut. Tribunale di Mantova N° 8/95 del 30-05-1995 Stampa: Arti Grafiche Studio 83 (VR) Cellofanatura e spedizione postale: Coop Service s.c.r.l. Virle Treponti (BS) COSTO MODULI 1 modulo verticale: mm 60 x 38 € 40,00 2 moduli orizzontali: mm 60 x 82 € 70,00 4 moduli orizzontali: mm 60 x 170 € 120,00 1/2 pagina: mm 124 x 170 € 200,00 Pagina intera: mm 277 x 170 € 300,00

sommario 3 Editoriale 4 Le molte passioni 7 I.S.A. Nicole Betti vince la borsa di studio 8 Cronaca 14 Bimbi nati nel 2012 16 Fiori d’arancio 2012 17 Ippoterapia e Onoterapia 25 Notizie dall’Amministrazione 29 Ricette 30 I Pistoni Roventi alla “Motorumata di Anghiari” 32 Un Bijou di museo 35 Psicologia 36 Appunti di viaggio 38 Arte e dintorni - La nostra Storia 39 Arte e dintorni - Cinema 40 Arte e dintorni - recensioni 41 Astri e civiltà 43 Gestiamo la pressione arteriosa 44 Gruppo Micologico Naturalistico 45 Biogas: soddisfazioni per la sospensione 46 Intervista all’Assessore Lino Valbusa 48 Quattro bagole 50 Pro Loco Guidizzolo 51 Numeri utili

In copertina: Sofia Dal Prato

Invitiamo i lettori a proporre, per le rubriche, problemi o situazioni che siano di interesse generale. 2


editoriale

Andrea Dal Prato

Tangenziale: sogno infinito Da quanti anni si parla di tangenziale? Quanti anni si è discusso se era meglio a sud piuttosto che a nord del paese? Se questa tanto agognata tangenziale fosse stata un figlio, oggi sarebbe laureato all’università statale del malgoverno e dell’ipocrisia presentando una tesi sull’opportunità o meno di amministrare la “cosa pubblica” senza tener conto degli interessi privati. Ma procediamo con ordine. Da quando si é iniziato a parlare di tangenziale ad oggi sono state ipotizzate ben tre diverse varianti; due a sud del paese ed una a nord, l’ultima in ordine cronologico. Tre comitati di cittadini sono nati a difesa della realizzazione della variante alla Goitese a nord o a sud del paese, oggi questi comitati sono praticamente silenziosi. Il 13 luglio 1989, l’allora sindaco Comm. Ageo Gallesi indisse, in Teatro, un’assemblea, alla quale era stata invitata tutta Ia cittadinanza perché aveva ricevuto dall’Anas la richiesta di un parere riguardo ad un progetto di circonvallazione che si sarebbe dovuta realizzare “entro pochi mesi”. Il progetto, come sottolineato da una circolare emanata dall’Amministrazione Comunale, “...era in netto contrasto con la realtà ambientale ed economica del paese e consisteva in un tragitto di circa 7 Km, di strada sopraelevata in terrapieno molto distante dal capoluogo, con conseguente difficoltà di inserimento sulla viabilità interna”. “Pollice verso“, dunque, da parte dell’Amministrazione targata Gallesi per questo progetto che, a suo parere, avrebbe distrutto circa 60 biolche mantovane di terreno fertile oltre al fatto che sarebbe stato deviato un traffico ritenuto “importante” per l’economia del paese. Un traffico che, non bisogna dimenticare, é causa di rumori, incidenti e grave inquinamento. Di tale progetto, datato 1989 e preceduto tre anni prima da una prima ipotesi di variante deliberata dal Consiglio Comunale e molto più vicina al paese rispetto a quella proposta dall’Anas, esisteva già il progetto esecutivo finanziato dallo Stato. Nel 1996, sindaco Zangobbi, il Consiglio Comunale confermava la scelta delle amministrazioni precedenti di costruire la tangenzia-

le a nord. Nel 2003, il sindaco Maccari comunicava al Consiglio Comunale “...che si poteva considerare definitivamente chiusa la fase progettuale con l’avanzamento in trincea di buona parte della strada”. Nel 2005, il sindaco Gandini rispondeva in un’intervista ”Sono molto soddisfatto, devo dare atto del grande lavoro di questi mesi dell’Amministrazione provinciale e dei suoi tecnici che hanno portato risultati eccellenti. La Provincia ha già comunicato ai proprietari dei terreni l’avvio del procedimento che porterà agli espropri, così che il 2006 sarà l’anno che vedrà le ruspe in azione”. Nel 2006 il sindaco Pelizzaro ottenne la conclusione positiva della conferenza di servizi, in cui i 18 enti interessati esprimevano parere favorevole. L’inizio lavori sembrava imminente, anche perché si andava concludendo la fase degli espropri. Ma la progettazione definitiva ed esecutiva ha richiesto più tempo del previsto e così, una volta conclusa nel 2010, si dovette fare i conti con le ferree regole del patto di stabilità. Nel 2012, il sindaco Desiderati, durante lo scambio degli auguri natalizi, con la cittadinanza, nella sala Consiliare comunicava: “Regione e Provincia stanno lavorando per superare i vincoli posti dal patto di stabilità. La Regione ha nuovamente inserito l’opera tra le priorità lombarde e garantito alla Provincia una quota significativa del patto di stabilità. La Provincia sta operando per completare l’acquisizione delle aree, passaggio necessario perchè la Provincia stessa abbia la piena proprietà e disponibilità delle aree. Dobbiamo essere fiduciosi...” Nella speranza che la matassa si dipani il più presto e che l’intera vicenda non assuma i contorni di una soap-opera americana, auspichiamo, dall’Amministrazione Comunale, una dichiarazione pubblica dalla quale poter apprendere con schiettezza ed onestà le reali motivazioni che hanno condotto a questi ritardi, senza sotterfugi o ulteriori prese in giro. Per il bene della collettività come d’altra parte dovrebbe essere.

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Franco Boccazzi

Le molte passioni del Prof. Sante Bardini Mi mostra la mano sinistra. È priva dell’anulare. “Prufesùr, l’è sucès quand… “. Inizia così il racconto di una vita dinamica e tormentata ma sempre vissuta con quello spirito di adattamento proprio degli uomini di una volta. E dei guidizzolesi in particolare. Era una peculiarità questa che apparteneva a tutti coloro che erano appena usciti da una guerra devastante ma era anche il portato di un’educazione antica dove la sofferenza e la parsimonia erano presenze quotidiane in ogni famiglia. Intendo dire in buona sostanza che si iniziava da giovanissimi a percorrere la via aspra della vita, senza mai scadere nella disperazione di fronte alle difficoltà. Franco Boccazzi ha cominciato a 9 anni - subito dopo la guerra - a lavorare come marangone presso la ditta Cagioni, Tomasi ed Anversa, mobili ed infissi, molto nota ed apprezzata in tutta la zona. La sua paga era di 500 lire alla settimana (corrispondenti a 0,25 centesimi di euro oggi) che lui però vedeva raramente. Andavano dai clienti per concludere gli ordini e volentieri all’osteria della Via de Mès (via Chiassi) a fare qualche gargarismo curativo - la segatura, si sa, è terribile per la gola -. È passato poi a costru-

MULTIMARCA

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ire astucci di legno da Giuseppe Marchini, detto “Mantua”. Era assai benvoluto e lo ricorda come caricaturista, divertissement nel quale era abilissimo. Con pochi tratti di matita rappresentava il soggetto con lineamenti immediatamente riconoscibili ma leggermente modificati da una penetrante, amabilissima ironia. Racconta che aiutava il figlio Guido a portare gli astucci a Lumezzane ma quando Guido, carattere birichino e focoso, vedeva una sottanina (usa proprio questa espressione, apprezzo il suo garbo) perdeva la testa ed il portafogli si appiattiva e le palanche erano restìe ad uscire dalle sue tasche.

Stanco di questa situazione, va allora a lavorare a Medole, a fare cassette per la frutta, ma non mancava comunque di stare alle calcagna del Guido. Questi sfuggiva ad ogni tentativo, suo e di altri creditori, ed una volta lo ha visto calarsi addirittura da una finestra del primo piano. Io, sopraffatto dall’immagine che mi riporta al “Guardie e ladri” di Totò, sorrido. Sorride anche Franco ma mi precisa con orgoglio che, tampinando quotidianamente, l’amico Guido, ha sempre recuperato tutto. Era sveglio, intelligente, capiva che bisognava darsi da fare perchè nessuno ti regala mai nulla. All’età di quindici anni faceva il manovale ma la domenica era assiduo ai corsi di edilizia tenuti alla Scuola d’Arte di Guidizzolo dall’arch. Ricciardo Campagnari di Mantova. È passato poi a lavorare, sempre come falegname, presso un nuovo laboratorio. Il titolare aveva una sua metodologia curiosa ed infallibile per scansare un po’ di tasse: davanti al cliente scriveva i vari costi del mobile su un’anta dello stesso. Dopo il pagamento dava una piallatina al “documento” ed ogni traccia era scomparsa. Ma anche il nuovo datore di lavoro aveva il braccino corto e Franco, un bel giorno, mosso


anche dai rimproveri del padre, va a trovarlo a casa sua di buon mattino. Lo tira letteralmente giù dal letto e gli chiede il pagamento degli arretrati. Dalle parole grosse passano alla colluttazione ed entrambi finiscono in fondo alla scala di legno che portava al piano superiore. Il giorno dopo lo paga ma non gli parla più. Franco mi dice che comunicavano solamente tramite biglietti, praticamente un’anteprima dei pizzini di oggi. È una situazione difficile. Non può andare avanti. Cambia padrone. Finisce ad Ostia mare come pittore di serramenti. Raggranellava un bel po’ di denaro ma avvertiva crescente la nostalgia del paese. Era solo e mi confessa che di notte ricordava l’amatissimo Guidizzolo e sempre più frequentemente piangeva sopraffatto dalla malinconìa. Mi appare in tutta la sua bellezza il carattere dell’uomo: volitivo, determinato, coraggioso ma non privo di quei sentimenti che legano tutti, intimamente, al carattere, alle tradizioni ed alle immagini della propria terra. Mentre scrivo gli appunti mi torna alla mente l’incantevole brano del Manzoni “Addio, monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo, cime ineguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari … Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!” Per andare e tornare da Roma usava una 600 di poco prezzo ma di tante mani sul cui radiatore era costretto, soprattutto quando si arrampicava sugli

Appennini, a buttare continuamente secchi di acqua fredda. Tornato finalmente a casa ha l’incidente che lo priva del dito. Nel forare un serramento gli scappa la fresa che gli trancia di netto l’anulare sinistro. Quasi non se ne accorge. Con questo handicap non può continuare nel suo mestiere abituale ed allora diventa commerciante ambulante di pelli di daino ed altri articoli per auto. Allora il prodotto andava per la maggiore perché era quasi uno status symbol. Con pochi bessi si aveva una nuova ricercatezza da sfoggiare. Nel 1969 prende la licenza di mercantino. Gli affari sono così floridi che ne prende una anche per la moglie. Andavano in mercati differenti, lui da una parte e lei dall’altra, ogni giorno per sei giorni alla settimana. Ma alla domenica, mi puntualizza, non si riposavano perchè facevano le fiere. Vacanze mai. La vita da ora in poi ha scansioni assai meno concitate ma è estenuante per il troppo lavoro. Cede una licenza, tiene l’altra e con la moglie va ai mercati paesani a vendere calze. Oggi Franco è un personaggio conosciuto da tutti, è uomo di campagna dal carattere pacato, sereno anche se ancora dalla voce potente e dalla parlata tumultuosa. Si concede finalmente ai suoi interessi particolari: norcineria e raccolta funghi. Per la luciferina abitudine che ho di stare meglio che posso con i piedi sotto la tavola, mi intrigano entrambi e raddrizzo le orecchie. Apprende l’arte masalina all’età di 24 anni seguendo il suo

amico Remo Cagioni, operaio presso una ditta di Gazoldo. Dopo due anni è maestro finito e va presso le famiglie a far sö el pursèl da solo o con qualche aiutante occasionale. È molto richiesto per l’attenzione, la bravura e le conce. Ho un soprassalto di professionalità scolastica ed avendo discrete conoscenze nella materia, gli insinuo qualche scaltra domanda tecnica. Dalle risposte capisco che Franco segue una prassi alquanto personale ma ricca di criteri validissimi. Mi fa vedere un braccio tormentato. Una volta, per un brusco scarto dell’animale al momento di sparargli il chiodo per tramortirlo è stato ferito profondamente dal polso al gomito. Si è legato alla bene e meglio con una corda, si è coperto con un giubbetto impermeabile ed ha continuato il suo lavoro. La descrizione dell’episodio cruento non mi ha sorpreso più di tanto. Un tempo, molti anni fa, nel nostro contado, non c’erano tempo né soldi per farsi curare dal dottore per cui le famiglie si abituavano a sopportare an-

Una porchetta pronta per la cottura

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Una splendida raccolta di porcini

che i dolori più lancinanti. Era un’educazione spartana che forgiava alla vita di allora, rude e senza fisime ma illuminata da grandi valori umani e religiosi. Il suo repertorio è quello classico dei masalìn mantovani: salame, cotechino, coppa, pancetta, fiocco (detto impropriamente culatello) e guanciale. Ecco, il guanciale. La lavorazione di questa parte del maiale fornisce un prodotto estremamente interessante, poco frequentato dalle nostre parti ma sempre presente invece nella norcineria dell’Italia centrale e meridionale. Ritrovarlo a Guidizzolo mi dà la misura dei suoi elevati interessi nel settore.

Altra passione è quella della raccolta dei funghi. Morto prematuramente il Fondatore e Presidente del “Gruppo micologico naturalistico Colli Morenici”, Claudio Lugoboni, nel 2001 ne ha preso il posto su sollecitazione degli iscritti. Quello dei funghi è un entusiamo che lo coinvolge sin da quando era bambino. Me ne parla con amore, quasi con devozione. Aveva dieci anni e già andava su e giù per le campagne dell’alto mantovano con suo papà Mario. Riusciva ad introdursi nei meandri boschivi delle sponde collinari dove c’erano funghi commestibili e saporiti. Si trovava e si trova il

Boletus aereus (detto bronzino). A suo competente parere è il migliore del mondo. Mi faccio ripetere la stima palatale. Non arretra: il migliore del mondo. Sono basito per il giudizio ma anche perché mi accorgo che Franco non stima il pericolo. Segue infatti la nostra conversazione l’amico Andrea Dal Prato. Interviene solamente di quando in quando per precisare e circostanziare. Ha la funzione di notaio. Prende nota di eventuali impegni futuri. Con un sorriso accattivante manovra in modo da registrare che a primavera, quando si riaprirà il fronte di guerra, nell’ambito delle grandi manovre che lui diligentemente organizza, ci sarà una degustazione della norcineria del nostro amico, un cartoccio di finocchietto selvatico per le mie esperimenta sul guanciale - anch’io mi do da fare nella fattispecie - e forse anche un assaggio di Boletus aereus. La conversazione è finita. Ero stato avvertito che Franco avrebbe portato qualcosa. Preparo la tavola, porto del pane, del Bardolino di sana e robusta costituzione fisica, bicchieri, tovaglioli, un dolcetto. Apriamo la busta omaggiata per la convivialità. Salame delizioso e - toh, chi si vede – so quante fette di guanciale stupendo. A primavera !

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I.S.A. :Nicole Betti vince la borsa di studio Con la consegna di una borsa di studio ad una studentessa e una targa all’insegnante Noris Tomasi è stato celebrato, all’Istituto d’Arte, il X anniversario della morte del prof. Alessandro Dal Prato che ne fu il fondatore e direttore. Dopo un saluto di benvenuto del dirigente scolastico Prof. Giuseppe Rizza e dell’amministrazione Comunale con l’assessore Lino Valbusa, della professoressa Mirella Monacelli, di ex colleghi e allievi oggi docenti, un’accorato amarcord di Ugo Bazzotti, tornato dopo quarant’anni nella sua scuola, con l’emozione, davanti alla giovanissima platea, “di sentirsi ancora in classe con i suoi studenti”. Racconta l’esperienza significativa maturata in una scuola dove rapporto umano, dialogo, sollecitazione costituivano i fondamenti. Sulla guida sicura e ordinata del fondatore Prof. Alessandro Dal Prato, pittore e pedagogo, da celebrare nel decennale della scomparsa, quale felice interprete degli ideali umanistici della cultura mediterranea volta a formare uomini da cui trarre i frutti migliori in tutti i campi. Ricorda poi come il momento creativo scoperto nei laboratori di Guidizzolo, prodotto non di immediati risultati ma di pazienti tecniche acquisite con fede e fatica, sia stato illuminante nel suo lavoro di critico d’arte, fornendogli formazione e metodo per valutare un’opera “oltre l’epidermide”. Raccomandando, pertan-

to, ai ragazzi di saper cogliere l’opportunità di una scuola in cui oggi come ieri non solo si apprendono svariate tecniche ma soprattutto si impara a saperle utilizzare al meglio nelle più disparate discipline. E l’importanza di studiare l’arte incoraggiando il pensiero creativo quale potenziale enorme in tanti ambiti ampiamente sottolineata anche dal direttore prof. Rizza. In chiusura Giovanni Magnani per Excursus, associazione di ex allievi e docenti dell’Istituto Statale d’Arte che si prefigge di tener alto il prestigio dell’Istituto, un grazie a una “scuola di vita e lavoro” che ha insegnato a molti ad essere uomini nella società e nel mondo. Quindi assegnati due riconoscimenti: la IV Borsa di Studio Alessandro Dal Prato per l’anno scolastico 2011-2012 di 500 euro all’alunna di 2ª A Nicole Betti di Montichiari (BS) consegnata da Andrea Dal Prato; e una targa speciale a Noris Tomasi con la seguente motivazione “Questo riconoscimento in segno di gratitudine e stima per il fecondo impegno didattico nell’insegnamento svolto con passione, rigore e ineguagliabile competenza nell’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo”.

TRATTORIA PIZZERIA

Tra i presenti gli ex dirigenti scolastici Edoardo Bassoli e Antonio Piazza.

Andrea Dal Prato consegna la borsa di studio a Nicole Betti

Ugo Bazzotti consegna la targa di riconoscimento a Noris Tomasi

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Anche le esequie cambiano

Sono sempre di più coloro che, davanti ad un lutto familiare, preferiscono non ospitare in casa le esequie del proprio caro defunto. Che si tratti di un cambiamento culturale o di una nuova moda, non importa. É un dato di fatto. Magari oggi più diffuso in città, ma sta diffondendosi ovunque. Talvolta sono le dimensioni dell’abitazione, oppure la semplice volontà di ricordare il proprio caro in casa da vivo, fatto sta che prende sempre più corpo la scelta di svolgere il rito delle esequie in locali alternativi. Per il vero la legge consente di trasportare la salma, nelle prime ventiquattr’ore dal decesso, anche presso l’obitorio o presso le camere mortuarie degli ospedali, ma la soluzione più innovativa e più confacente è la sala del commiato. Forse le ricordiamo perché ce le ha mostrate certa cinematografia americana, ma in Lombardia ne sono già sorte più d’una. Che si chiami sala del commiato o casa funeraria, è una struttura realizzata proprio per sollevare la famiglia da ogni problema, in un momento così delicato, qual è la perdita in una persona cara. Appoggiarsi a chi sa come affrontare e risolvere ogni frangente ed ogni adempimento legato al lutto diventa non solo utile, ma comodo ed efficace. In genere poi l’ambiente in cui si tengono le esequie è più confacente di quanto possano essere le fredde sale mortuarie di certi ospedali. Ne è un esempio, per rimanere nella nostra zona, la Casa Funeraria delle Onoranze Funebri Marchetti di Castiglione delle Stiviere, la prima casa funeraria in provincia di Mantova. Una casa funeraria che è un luogo dove ogni famiglia può portare il proprio estinto in un ambiente che rispecchia la tranquillità, la riservatezza, la discrezione, ma soprattutto i valori morali e religiosi, indispensabili in momenti difficili come la perdita di una persona cara. La casa funeraria può ospitare anche cerimonie per riti diversi, compresi quelli propri delle comunità straniere.

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Solidarietà del G.V.G.

Nei giorni scorsi il presidente del Gruppo Volontari Guidizzolesi Luciano Bondioli e i consiglieri Franco Marchesini e Angela Pinelli hanno consegnato a don Roberto Buzzola parroco di San Giacomo delle Segnate, Quistello, Nuvolato, San Rocco un’offerta di 500 euro. Dopo la Santa Messa celebrata in un locale dell’oratorio di San Giacomo hanno potuto constatare de visu le profonde ferite ancora aperte causate dal terremoto del maggio scorso: la chiesa parrocchiale inagibile e spazi collegati, centri di ascolto fondamentali per intercettare le necessità da soddisfare, da riattivare. “Abbiamo scelto questo luogo - ha detto Bondioli - per diverse ragioni: il gemellaggio Guidizzolo-San Giacomo delle Segnate dettato dalla Diocesi, l’analogia sia pure su diversa scala tra ambiti di intervento sociale a favore di persone in difficoltà specie se anziani, il fatto che essendo

stato don Roberto curato a Medole negli anni ‘70 era conosciuto da molti dei nostri associati.” Da Marchesini e Pinelli ricordare sulle parole del vescovo di Mantova Mons. Busti come l’offrire, “con un gesto utile a chi dona insieme a chi riceve abbia soprattutto aiutato a riscoprire e valorizzare quella solidarietà che diventa fraternità.” Da don Roberto un sentito grazie a nome della propria comunità così duramente colpita.


Teatro, vecchia passione dei guidizzolesi

Apprezzatissima la mostra presentata all’inaugurazione del cartellone teatrale 2012-2013. In esposizione nel foyer rari gioielli dell’archivio di Giuseppe Valbusa, impegnato collezionista cui va il merito di aver tratto dall’oblio un interessante spaccato di storia locale e facendo nel contempo ripensare l’opportunità di elevare a patrimonio pubblico importanti documenti del centenario percorso teatrale, ora di proprietà privata, per dar vita a varie sezioni tematiche museali. Ma veniamo alla mostra: sono inviti, avvisi, cartoline che testimoniano le proposte di commedie, operette, veglie danzanti, soprattutto films del “Cinema Teatro Dopolavoro” OND degli anni ‘30 e del Teatro-Lanterna Verde del dopoguerra. Guardando con attenzione ci si sente trasportati in un mondo dimenticato o sconosciuto con curiosi inserti pubblicitari, tra cui “Segue film Luce sonoro” o “il film della vigilia Fascista”; oppure con la locale Filodrammatica del Dopolavoro “posti tutti a sedere a L.3 i primi e a L.2 i secondi”; e “parlato in italiano” per il films Lady Lou con Gary Grant. Una mostra da vedere e tutta da scoprire; idealmente collegata a quella permanente posta sulla parete dirimpetto - foto di attori da Angela Finocchiaro a Paolo Cevoli sul palco guidizzolese in questi ultimi anni - mostrando continuità nella cultura teatrale del territorio.

In chiusura, a tutti i presenti, a cura della Pro Loco, l’omaggio di una cartolina del Teatro di via Filzi anni ‘30, naturalmente tratta dallo “scrigno” di Valbusa.

Bimbinfesta

Bimbinfesta organizzato da Comune e Pro loco con Gocce d’Oceano si è confermato un appuntamento coi fiocchi. La tensostruttura del Centro sportivo domenica scorsa ha infatti registrato per l’intero pomeriggio un allegro via vai di famigliole: mamme, papà, bambini di diverse età, ma anche nonni e nonne. Svariati e accattivanti gli spazi fruibili e intercomunicabili tutti con simpaticissime proposte. Per i più piccini, “facciamo le pappe” con terriccio, granturco, pellet e la supervisione di una volontaria dell’Aido di Castiglione; oltre a molli attrezzi per liberi esercizi di psicomotricità. Per i più grandicelli invece attività più impegnate, sportive amatoriali con Scuola di calcio e Atletica, e prove di abilità su vecchi giochi da Campana a Lastec. Coinvolgente ed educativo l’angolo che ha visto fiorire da materiale di riciclo, sollecitati dalla fantasia creativa

di Susi, incredibili oggetti da riutilizzare, tra cui svuota-tasche e portapenne. E importante è stato il progetto solidale con le originali matite di carta dipinte a mano dalle terze classi elementari. Cedute poi a libera offerta e l’intero ricavato destinato all’acquisto di penne vere da inviare a

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coetanei poverissimi del Madagascar; e da Valter dell’Associazione Libera presentati in slide altri interventi a favore di questo paese in grossa difficoltà. Una novità rispetto all’edizione precedente, la baracca dei burattini di Jessica con spettacoli che hanno rapito l’attenzione di grandi e piccoli incamerando scroscianti battimano. Mentre per gli amanti della lettura la Biblioteca ha curato una bella esposizione di libri per l’infanzia, sempre disponibili presso la sede.

Yucca

Questa pianta ha sempre goduto di splendida salute, in appartamento durante l’inverno e sul balcone d’estate, o anche piantata in terra, con un riparo d’inverno. É conosciuta anche come “tronchetto della felicità”. Ne sono conosciute oltre 40 specie, originaria degli Stati Uniti meridionali, del Messico e del Sud America; alcune sono senza fusto, altre hanno steli eretti, vigorosi, talvolta con delle ramificazioni che si sviluppano con l’età. Le specie coltivate in appartamento hanno fusto legnoso,

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eretto, scarsamente ramificato, con corteccia liscia; all’apice dei fusti si produce un folto cespo di lunghe foglie carnose, rigide, appuntite, di colore verde; esistono varietà con fogliame variegato. In estate occasionalmente le piante adulte producono alte pannocchie, che portano numerosi fiori campanulati, di colore bianco o crema o giallo. Quella di Alessandro Cargnoni che riproduciamo in foto è stata una vera sorpresa. All’inizio di ottobre era semplicemente una pianta con le foglie leggermente ingiallite, tanto da far pensare che si stesse seccando, poi improvvisamente nel giro di 25/30 giorni ha sviluppato la sua “pannocchia” che ha raggiunto l’altezza di oltre 4 metri.

Natale di luce con la materna

Un augurio originale alla cittadina con i bambini della materna del capoluogo nella “pilata” del 16 dicembre scorso. E un messaggio forte per un Natale di luce e di pace, ma soprattutto sull’auspicio di aprire a un nuovo tempo di amore e fraternità. Frutto della felice collaborazione docenti-alunni-genitori, l’appuntamento è stato preceduto da un simpaticissimo invito, realizzato e recapitato a mano dagli stessi bambini a tutti gli esercenti del paese, con preghiera di non disertare la loro “straordinaria serata”.


Grandi e piccoli con simboliche torce elettriche in mano intonando canti personalizzati, sono partiti dal monumento, e dopo aver attraversato il centro storico e fatto tappa nelle varie piazze tra lo stupore generale, sono approdati alla sede della materna per uno scambio d’auguri. In testa al corteo, portata da due scout di Castiglione delle Stiviere, una lanterna con la “Luce di Betlemme”, il famoso olio proveniente dalla chiesa della Natività, dove una lampada arde ininterrottamente da secoli alimentata a turno dalle Nazioni cristiane della terra. Uno spettacolo gioioso e desueto cui non sono mancate pause di riflessione: un minuto di silenzio ricordando le piccole vittime della strage di Newtown in Connecticut; e la lettura di qualche articolo della Carta dei Diritti del Bambino.

Remember Sayonara

Il nuovo direttivo della Pro Loco di Guidizzolo ha iniziato la sua attività con il botto! Infatti, Il 16 dicembre scorso ha organizzato, sul piazzale antistante la Sede Municipale, un party dal titolo “Remember Sayonara” con il Dj Marino Medola, aperto a tutti. Verso le ore 18 è iniziato lo spettacolo e dopo poco tempo il piazzale si è letteralmente riempito di giovani, di bambini, di genitori, dei “diversamente e sempre giovani”, mamme, nonne, ecc. Per riscaldare l’atmosfera, un po’ freddina a dire il vero, oltre alla bellissima musica, i ragazzi della Pro Loco e i loro amici, hanno elargito a piene mani vin brulé, bombardini, bevande bollenti, birra, bevande analcoliche, il tutto accompagnato da pizzette, panettoni, ceci, caldarroste, scaglie di grana ed altre sfiziosità. C’è stata poi la lotteria con ben tredici premi che

andavano dai cesti pieni di leccornie, a quelli colmi di verdure, ai panettoni. Vicino ai gazebo della Pro Loco, l’Aido ne ha installato uno suo, per porre l’attenzione sulla donazione degli organi. La musica ha imperversato per quasi tre ore, e andava dal “revival” degli anni 70/80 (Queen), alla cumbia fino ai giorni nostri. In mezzo alla piazza quasi tutti ballavano, chi da fermo, sorseggiando vin brulé, chi, come i bambini con i genitori, agitandosi e muovendosi tutti felici. Sono state sicuramente diverse centinaia i partecipanti alla manifestazione: quelli che partecipano sono sempre i migliori!

Attività benefica

Una quarantina di bambini di quinta elementare, guidati dalle catechiste, in campo per una iniziativa benefica. Nell’arco di quattro sabati pomeriggio hanno preparato dei bellissimi lavoretti con materiale usato e decori a decoupage. Allestendo poi davanti alla chiesa una vivace bancarella tutta estro e colore; quindi cedendo a libera offerta, con disinvolta autonomia e spontanei auguri di buone feste, i loro manufatti ai vari acquirenti, per lo più i partecipanti delle messe domenicali. Inutile dire che i piccoli capolavori dal festoso sapore natalizio sono andati a ruba segnando il tutto esaurito; il ricavato è stato destinato alla Caritas parrocchiale per aiutare i loro coetanei in difficoltà. Particolare interesse ha destato il Mercatino dell’usato organizzato dalla Caritas parrocchiale

0376 840494 Apertura:

dalle 11.00 - 14 e 16.30 - 22.00 domenica 16.00 - 22.00 Lunedì chiuso Via Solferino, 66 Guidizzolo MN

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nel Salone don Giulio dell’Oratorio. Con la proposta ben articolata e accattivante di un vasto assortimento di capi d’abbigliamento, casalinghi, giochi per i più piccoli. Ceduti per quattro domeniche successive a libera offerta e con l’intero ricavato devoluto a sostenere le fasce più deboli e bisognose del territorio. L’iniziativa, di per sè non sconosciuta, è stata connotata da alcune importanti novità. All’allestimento e soprattutto alla faticosa fase preparatoria di raccolta materiale, catalogazione, riordino su decine di tavoli monotematici dei pezzi in mostra, hanno partecipato - coordinati dalla dottoressa Renata Faini - volontari giovani e meno giovani, italiani e di altre etnie, di Guidizzolo ed altre realtà limitrofe. Evidenziando prima di tutto la tensione, nonostante le diversità personali, a lavorare insieme maturando a vari livelli e in un’apertura a tutto campo su progetti condivisi volontà e capacità d’integrazione. Poi le diverse provenienze, da Medole specialmente, dei volontari coinvolti hanno messo in luce l’impegno a collaborare in un’ottica non solo trasversale ma anche sovracomunale, così come nel nuovo spirito delle recenti unità pastorali.

Il ‘52 in festa

Ci sono classi che si ritrovano spesso, altre che lo fanno solo in occasioni particolari. La classe del 1952 è una di queste e lo fa mediamente ogni cinque anni. Non si poteva certo saltare il 2012, ovvero l’anno dei sessanta. Un appuntamento importante, una tappa della vita

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significativa. Per qualcuno, magari, è già tempo di bilanci. In un noto ristorante della zona, egregiamente organizzata dal “coscritto” Agostino Bicelli, in arte “DJ Ago”, la festa della classe 1952 ha visto una partecipazione numerosa, oltre le aspettative. E come in tutte le feste di classe, ci si ritrova tra vecchi compagni di scuola, ma anche con altri che sono venuti ad abitare a Guidizzolo da grandi e che non hanno condiviso con gli altri i tempi eroici della giovinezza. Si sprecano i “ti ricordi”, ma anche i “com’è cambiata quella (o quello)”… senza renderci conto che gli altri commensali staranno dicendo lo stesso di noi. E allora come cambiare registro? Con la musica, con il canto, con l’animazione del DJ Ago! E così, tra un risotto ed una capasanta, tra una cantata ed un ballo, tra un dolorino qui e una terapia là, arriva mezzanotte e ci si avvia verso casa. Già, è finito il tempo quando dopo la cena della classe si andava al night!

Il falò di Bombana Livio

Cinquecento persone, a rappresentare praticamente tutte le famiglie guidizzolesi, davanti al buriel allestito da Livio Bombana. Un appuntamento ormai tradizionale che grazie agli ampi spazi interni e cortivi disponibili ben si presta a manifestazioni di grande respiro. All’esterno erano distesi vari gazebo con l’offerta di ceci e vin brulè, e supercuochi per la risottata finale innaffiata da vino novello; mentre nel capanno-


ne erano imbanditi lunghi tavoli. Gli occhi di tutti però rivolti, tra cori festosi, sul magico momento dell’accensione del falò per indovinare, sulla direzione delle fiamme, gli auspici dell’anno nuovo. Che a detta degli esperti del campo sembrerebbero essere stati buoni; le fiamme si sono infatti subito animate puntando dritte al cielo senza ondeggiare fumando sui vari lati. Ad accrescere l’emozione del rituale sacrificio della vecia uno spettacolo pirotecnico coi fiocchi. “Nonostante la crisi abbiamo voluto riproporre il consueto invito alla cittadinanza - ha detto Livio - per non deludere tutta la gente che contava sulla nostra proposta per passare qualche ora in sana allegria.”

Esordio per l’Orchestra fiati

Applauditissimo esordio nella serata di capodanno nel Teatro comunale. Un repertorio di grandissimo impatto ed elevate difficoltà esaltato dalle capacità artistiche degli orchestrali diretti dal M° Nicola Ferraresi. Una serata condotta all’insegna della giovialità oltre che della bella musica, intervallata da alcuni

simpatici siparietti tra gli stessi esecutori ed il maestro. All’inizio, dopo l’Inno degli Italiani, lo scambio di doni: al maestro Ferraresi, da 10 anni direttore del Corpo Bandistico Guidizzolo, due bacchette, alcuni spartiti ed una penna perché continui a scrivere musica oltre che dirigerla; al presidente della Banda, Marco Gottardi, un album con le foto di tanti e significativi momenti. Al termine sul palco è salito Franco Marchesini, presidente di quello che in questi giorni si è appena ufficialmente formato: l’Ente Filarmonico Guidizzolo. Un po’ un ‘ritorno alle origini’ in quanto la Banda nacque nel 1839 proprio come Ente Filarmonico musicale; attualmente la volontà di racchiudere in un unico Ente appunto le molte anime musicali di Guidizzolo: la Banda, ora Orchestra fiati, la scuola di musica, il Coro polifonico, l’Orchestra; nuove forme e modalità musicali aperte ad esecutori e pubblico sempre più vasti: percussioni, coro lirico, cori giovanili, ecc. Così Guidizzolo diventerà sempre più centrale per la musica di tutto il territorio.

Ph Valter Tellaroli

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In leggera diminuzione le nascite del 2012 rispetto a quelle del 2011, infatti la cicogna ha portato 64 nuovi cittadini (contro i 74 dello scorso anno). In aumento il numero dei figli di cittadini stranieri residenti a Guidizzolo 25 contro i 39 degli italiani. I maschietti battono le femminucce 38 a 26.

Anna 30-5

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di Alessandro Dal Prato e Daniela Pasquali

di Valter Dal Prato e Francesca Lugoboni

Sofia 15-7

Teresa 20-12 di Davide Dal Prato e Fabiola Trentin

di Domenico Grillo e Marianna Caggiano

Benedetta 1-8 di Davide Ruggerini e Francesca Pesci

Pietro 5-5

di Albino Barbieri e Maddalena Pesci

Matilde 22-10 di Aldo Puleo e Rossella Marocchi

Diego 15-6

di Marco Bombana e Serena Simoncelli

Davide 28-5

Linda 14-1

Mattia 5-12

Yassine 4-1

di Gottardi Marco e Molinaroli Chiara

di Davide Lanfredi e Arianna Broccaioli

di Stefano Hu e Fanny Hu

Flavio 1-10

di Jamal Karim e Naima Khaya


Isabel 16-10 di Francesco Nori e Ilaria Floriani

Erika 14-5 di Matteo Mantelli e Laura Zecchini

Riccardo 7-1 di Gilberto Guidetti e Giulia Redini

Elisa 6-1 Daniela 6-1 di Francesco Casali e Anna Fezzardi

Pietro 18-6 di Michele Zanoni e Serena Tanchella

Sofia 21-3

di Marco Caiola e Patrizia Scalmana

Michele 11-2 di Mirko Cappellari e Serena Cirani

Davide 4-8 di Alex Vesnaver e Ramona Tarchini

Lorenzo 20-10 di Marco Iacovino e Roberta Madella

Gioele 7-12 di Stefano Cobelli

e Consuelo Buzzago

Samuele 7-8

di Giuseppe Marchiello e Elisabetta Guglielmi

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Giorgia 5-5 di Roberto Morandi e Katia Visani

di Lorenzo Pelizzaro e Paola Belinghieri

Sara 5-7

Andrea 8-12

Lucia 5-6

Matilde 13-11

Alberto 21-11 di Simone Pezzaioli e Ilaria Gialdini

di Simone Pistoni e Serena Bianchera

Giada 29-10

Elena 3-2

Matteo 21-10

Riccardo 27-1

di Alessio Monteverdi e Daniela Palmarini

di Fabrizio Gandellini e Luisa Gavioli

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di Fabio Brusini e Valentina Redini

di Marco Badini e Elisa Corradi

di Nicola Stanghellini e Mara Favalli

di Roberto Righetti e Marzia Mozzanica

Jack Thomas 13-11 di Steven Cappa e Lindsay Wooters

Elia 5-12

di Giacomo Boccola e Barbara Simioni


Caroline 5-2 di Manuel Ghignoni e Rossella Rosa

Diego 1-5

di Giovanni Medola e Beatrice Allegretti

Giorgia 25-5 di Sandro Piadena e Francesca Perniceni

Paolo 27-10

di Giuseppe Delmenico e Monica Rosa

Viola 16-3

Cesare 30-11

Mia 31-1

Daniele 30-12

di Fabio Toninelli e Lara Cappa

di Stefano Gabusi e Mara Zanni

di Giovanni Rodella e Ingrid Spagnoli

di Gianfranco Frer e Roberta Battaglioli

La redazione ringrazia per la collaborazione: - L’Ufficio Anagrafe del Comune sig.re Marianna Conchieri, Laura Trevini e Cristina Tartarotti - Lo studio fotografico “Foto & Video Digital Art” di Matteo Bertani e Marzio Bottoli - Un particolare ringraziamento alla collaboratrice Annalisa Cappa, per aver curato le rubriche “Fiori d’arancio” e “Bimbi nati”

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Fiori d’arancio Fotografie di lettori che si sono sposati nel 2012

Rossella Marocchi e Aldo Puleo

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Fanny Hu e Stefano Hu

23 giugno 2012

Valentina Tabai e Mattia Tomasi

19 maggio 2012

10 agosto 2012

Valentina Goffi e Cristian Barosi

4 febbraio 2012


Serena Simoncelli e Marco Bombana

18 febbraio 2012

Federica Vivaldini e Francesco Tessaro

27 maggio 2012

Giulia Stuani e Matteo Vidal

Marika Quagliotto e Rudy Zeni

8 settembre 2012

30 giugno 2012

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Arianna Spazzini e Raffaele Simoni

2 giugno 2012

Agnieszka Wzorek e Luigino Mason

21 luglio 2012

Ph Benito Pelizzoni

Chiara Azzini e Francesco Napoli

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8 settembre 2012

Angela Maffezzoni e Simone Tedoldi

6 ottobre 2012


Giovanna Rosa e Nicola Zanella

5 maggio 2012

Laura Castellini e Marco Ferrari

3 settembre 2012

Sonia Brulica e Paolo Segna

30 giugno 2012

Stefania Ruggenenti 8 settembre 2012 Oberdan Paganini

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Antonella Pirritano e Simone Buzzacchetti

1 luglio 2012

25 agosto 2012 Rosa Caso e Massimiliano Bertolotti

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Khaya Rabia e Sandro Cortelazzi

Deborah Cavaletti e Andrea Roversi

28 aprile 2012

1 settembre 2012


Ippoterapia e Onoterapia Delle due discipline, la prima, l’ippoterapia, è, probabilmente, più conosciuta: riguarda lo svolgimento di attività equestri, di animazione e di promozione sociale rivolte prevalentemente a persone diversamente abili, a bambini e adolescenti ed ha lo scopo di educare i diversi soggetti al rispetto per gli animali, per la natura, per il lavoro dell’uomo, cercando nel contempo di favorirne la socializzazione. Protagonista e compagno al tempo stesso è il cavallo come mezzo di terapia attraverso un insieme di tecniche di educazione e ri-educazione mirate ad ottenere un miglioramento del disagio causato da una serie di agenti patogeni quali problematiche o danni sensoriali, motori, cognitivi, affettivi, relazionali e comportamentali. Non ha certo la pretesa, l’ippoterapia, di sostituire altre terapie tradizionali, ma piuttosto di integrarle. L’istruttore, quasi sempre di giovane età, si dedica a questo impegno dopo il normale lavoro, aiutando gli allievi a sviluppare una relazione dinamica con l’animale. Vengono incentivate tutte le possibili espressioni di comunicazione che permettono il riavvicinamento alla dimensione corporea ed emotiva, allentando i conflitti e ristabilendo una connessione con la sfera emotiva e dei vissuti interiori. Le lunghe passeggiate all’aperto, lontano dai rumori, la riscoperta della flora e della fauna aiutano a ritrovare, con l’aiuto dell’amico cavallo, pace e serenità interiori ed a vincere molte paure. A fianco e parallelamente all’ippoterapia si è venuta sviluppan-

do, negli ultimi anni, un’altra disciplina, l’onoterapia, vale a dire la cura con l’aiuto dell’asino (dal greco onos). Attraverso l’onoterapia si cerca di sviluppare innanzitutto un rapporto fisico ed empatico con l’asino. L’adolescente e, in genere, il giovane con problemi di adattamento al mondo esterno, acquisisce maggior consapevolezza del proprio corpo e dei propri movimenti e sviluppa altresì la capacità di comunicare con un altro essere vivente. Questo fatto è favorito, come detto, dalla presenza di un contesto ambientale idoneo che aiuta a riscoprire alcuni valori fondamentali.

di essere capace di prendersi cura ed avere un rapporto affettivo con un altro essere che apprezza la mano che gli offre da mangiare o bere e lo “lecca” quasi accarezzandolo. L’asino, ancor più che il cavallo, dopo una fase (solitamente breve) di ritrosia più che di paura, accetta tranquillamente il cibo: erba, mela, carota, ecc... dalle mani del bambino e pare ringraziarlo con gli occhioni umidi e bassi. In tal modo, si sviluppa, prima, e accresce poi, la propria autostima e fiducia in sè stessi, portando il soggetto ad una progressiva maggiore autonomia. In buona sostanza attraverso

Nella fattispecie l’asino è visto come animale piccolo, morbido, obbediente, paziente, umile, prudente, lento, ma sicuro e affidabile. Spesso, superata qualche paura iniziale, il soggetto – utente riesce ad instaurare un rapporto istintuale e profondo, vissuto sul sentire. Il bambino, così come il soggetto diversamente dotato, riesce a recuperare una capacità di sentire in termini empatici ed emotivi. Nel caso di disabilità si sviluppa il senso

l’ippoterapia e l’onoterapia si sperimentano metodologie di approccio non alternative, ma integrative rispetto a quelle tradizionali e si offrono, al tempo stesso, momenti di svago guidato e controllato che consentono di gustare relax e divertimento anche al di fuori dell’ambiente familiare con possibilità, sempre più frequenti, di instaurare nuove e costruttive relazioni.

Antonio Quiri

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Giornata della memoria Sala Consiliare Comune di Guidizzolo

sabato 23 marzo 2013

In ricordo di Bruno Rodella caduto nella strage delle Cave Ardeatine

“Perchè il ricordo non si spenga mai”

Ore 10,00 Sala Consiliare Interverranno:

Ore 11,30 via Rodella

Sergio Desiderati Sindaco Pietro Gialdini Vice Sindaco Grazia Rodella nipote di Bruno Caterina Moccia Vice Presidente Nazionale ANMIG Giovanni Morselli Presidente Provinciale ANMIG

Scoprimento della targa sulla facciata della casa natale

24 A tutti i presenti verrà distribuito, in omaggio, un fascicolo sulla figura di Bruno Rodella


600 giorni: un primo bilancio A quasi due anni dall’insediamento di questa Amministrazione riteniamo utile fornire alcune indicazioni riguardo le condizioni socio economiche del Comune di Guidizzolo. Sin da subito abbiamo dovuto fare i conti con l’acuirsi della crisi economica che ha colpito non solo Guidizzolo o l’Italia ma tutto il mondo occidentale. Il nostro Ente, non avendo entrate diverse rispetto a quelle strettamente tributarie, vedendo praticamente azzerata l’attività edilizia che con gli oneri di urbanizzazione garantiva introiti in grado di soddisfare diverse esigenze del territorio ne ha sofferto e ne soffre più di altri. Erano anche già state appaltate opere, soprattutto scolastiche, che impegnano il nostro Comune. Nel dettaglio: - Ampliamento della scuola primaria - Nuova scuola dell’infanzia - Struttura polivalente - Ampliamento centro sportivo L’ampliamento della scuola primaria è volto sostanzialmente a garantire alla scuola la possibilità di una sempre migliore offerta formativa per i ragazzi: nuove aule e laboratori, spazi ampi e consoni alle esigenze di una moderna didattica.

Sulla necessità di una nuova scuola materna crediamo non vi possano essere smentite. La struttura che si sta erigendo e che sarà pronta per l’utilizzo con l’inizio del nuovo anno scolastico è stata vista con soddisfazione dalle insegnanti. Le stesse, ed a loro va il ringraziamento della comunità, hanno attivamente collaborato alla definizione di alcuni importanti adattamenti. Si sono dovute prevedere, e partiranno a breve, alcune opere per renderla pienamente fruibile e collegabile con Piazza Falcone Borsellino, snodo del Polo Scolastico. Altri importanti interventi di sistemazione e collegamento viario, in zona, troveranno attuazione con la programmazione prevista nei prossimi anni. La struttura polivalente diverrà uno dei centri di aggregazione significativi per Guidizzolo e contribuirà anche a rivitalizzare il parco Barriera. L’utilità sociale di questo edificio crediamo sia fuori discussione. Oggi quest’opera probabilmente attenderebbe. Il progetto e l’aggiudicazione dei lavori sono avvenuti poco prima dell’insediamento dell’attuale Amministrazione e comunque in un momento economico per il Comune completamente diverso. Con impegni finanziari significativi per il Comune per i prossimi anni nel contesto dell’appalto. Non senza difficoltà nel

reperimento dei fondi in un contesto generale cambiato. Il Centro Sportivo, luogo di crescita per tutti, vedrà nei prossimi mesi lavori di ampliamento finanziati da un mutuo (novembre 2010) del Credito Sportivo finalizzato proprio e solo a questo intervento. Si è atteso un momento nell’inizio dei lavori per trovare le risorse per dotare i campi dei necessari sottoservizi (raccolta acque piovane dei campi da calcio e illuminazione), risorse reperite con capitale privato. Per quanto attiene il territorio e l’urbanistica sono allo studio degli aggiornamenti del PGT (Piano del Governo del Territorio che ha sostituito il PRG ai primi del 2011). Strumento fondamentale di programmazione che, se ben articolato, consente lo sviluppo del territorio, in collaborazione con i cittadini. Strumento ancor giovane che ha bisogno dei necessari aggiornamenti ed adeguamenti. Alcune questioni sono già state concordate con l’Asl e consentiranno uno sviluppo più coerente con le principali direttrici viarie programmate, non ultima la prevista Tangenziale sicuramente opera di forte impatto territoriale. Dopo la prima fase di studio è ora il momento di mettere mano a tutta una serie di questioni e richieste di varianti che, nella logica di un interesse più

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vasto, potranno rispondere più adeguatamente alle esigenze che ci si presentano. Certo la situazione economica attuale, e con essa quella immobiliare/ edilizia, non depone a favore dell’ottimismo ma giocando sulle ricchezze del nostro territorio speriamo si diventi attrattivi per nuove iniziative. Qualcosa si stà muovendo e, per esempio, con l’attuazione di un piano di lottizzazione posto nella parte nord del paese alcuni tratti delle viabilità comunale verranno completati, migliorando i collegamenti interni. Stanno partendo inoltre le verifiche e gli aggiornamenti di tutto l’impianto di illuminazione pubblica per giungere anche su questo ad una significativa riduzione dei costi. Sui risultati più che positivi della raccolta differenziata viene riferito a parte.

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La situazione economica che si è venuta a creare ha condizionato famiglie e imprese ma ha condizionato, e fortemente, anche le pubbliche amministrazioni locali. A fronte di impegni assunti sono in parte mancate le entrate necessarie, evidentemente prima previste. Ciò ha comportato da un lato l’esigenza di incentivare tutte le procedure per i recuperi possibili, dall’altro la necessità di mantenere gli equilibri di bilancio in rapporto agli impegni ed ai servizi erogati. Si sono potuti realizzare alcuni interventi, ed altri stanno per essere ultimati o concretizzati, grazie all’apporto di capitali privati ai quali va il riconoscimento di tutti. Lo Stato, in virtù delle norme ema-

nate nel 2011 e 2012 ha tagliato al Comune di Guidizzolo nel anno 2012 somme significative e raddoppiato il saldo del Patto di Stabilità portandolo ad €. 389.000,00 contro €. 163.000,00. In quello che può essere definito come un anno ‘horribilis’, il 2012, si è riusciti a mantenere quella coesione sociale che riteniamo debba essere alla base di ogni convivenza civile. Non senza difficoltà le quali hanno gravato a carico di famiglie e imprese in un quadro nazionale non certo entusiasmante. L’applicazione di elevate aliquote Imu è solo una delle decisioni sofferte che l’Amministrazione si è trovata ad assumere. Contestarla è sicuramente doveroso, oltre che facile. Bisogna tuttavia tenere conto delle condizioni economiche del nostro Comune il quale non ha altre entrate di cui, diversamente, altri Enti possono godere (discariche di rifiuti, cave di ghiaia, ecc…). Il tema principale su cui si è sempre tenuta viva la discussione è stato quello di lavorare per avere quantomeno inalterati i servizi fondamentali per la persona: servizi sociali, scuola, cultura. Con la necessità anche di rivedere alcune tariffazioni,

peraltro ferme da diversi anni. Su queste ragioni riserviamo ampio spazio più avanti. La cultura è senza ombra di dubbio uno degli aspetti della vita di una comunità che maggiormente devono interessare tutti i cittadini: promuovere cultura è un imperativo. Cultura etimologicamente deriva dal termine latino colere, coltivare. Coltivare quel bagaglio di conoscenze (Salvaguardare l’eredità culturale) trasmesseci dalle generazioni passate (promuovendo le necessarie innovazioni per le prossime) e promuoverne di nuove per quelle future. Tutte le forme di istruzione sono state sostenute, la biblioteca si è ulteriormente sviluppata, il teatro (con la stagione principale che grazie agli sponsor si sostiene e riesce a produrre ulteriori risorse) è da oltre un decennio luogo privilegiato di incontro. Un doveroso ringraziamento va alle Associazioni di volontariato senza le quali tutto diverrebbe più difficile. Anche per loro sono in parte venuti meno contributi pubblici: tutti si sono rimboccate le maniche comprendendo la particolare situazione e riuscendo comunque ad offrire servizi indispensabili alla collettività.


RETTE MENSA E SCUOLABUS

del Piano diritto allo Studio che rappresenta l’impegno del comune a sostegno delle attività scolastiche e degli studenti di Guidizzolo, risultato di una buo-

na collaborazione tra amministrazione comunale, scuola e commissione politiche scolastiche.

Nel Piano Diritto allo Studio troviamo tutte le attività didattiche integrative scelte della scuola, il materiale di facile consumo e didattico e sono state accolte tutte le proposte avanzate dalla scuola stessa senza tagliare nessuna richiesta, imponendo però un tetto massimo sul costo orario dei professionisti che svolgono queste attività; si è riusciti a garantire il collegamento internet della scuola e par-

te del materiale hardware per consentire l’introduzione del registro informatico che i tagli ministeriali avrebbero tolto o reso irrealizzabili ma allo stesso tempo obbligatori. Il Piano contiene anche il finanziamento per gli interventi ‘ad personam’, aiuti individuali per ragazzi con difficoltà di apprendimento o di comportamento certificati dagli organi competenti; questa voce pur se inferiore rispetto all’an-

no precedente rimane molto alta. Quest’anno nel Pds trova posto il mercatino del libro usato che permetterà di introdurre un servizio utile alle famiglie; da tre anni troviamo il corso di lingua italiana per stranieri (al mattino per le donne e alla sera per i lavoratori). Il Piano racchiude il servizio di refezione scolastica e trasporto, dei quali si riporta il numero di utenti.

Il servizio di refezione alla scuola dell’infanzia costa alla collettività circa 7 €. a pasto (comprende il pranzo la merenda alla mattina e al pomeriggio; fornitura derrate alimentari,

spese di cucina e funzionamento generale)

portato a modificare la quota di compartecipazione chiesta alle famiglie, compartecipazione diversa in base alle fasce ISEE, che copre solo una parte del costo totale. Il corrispettivo

Sono passati cinque mesi dall’inizio delle attività scolastiche e due mesi dall’approvazione ALCUNI DATI

Pesanti tagli che in quest’ultimo anno (concentrati negli ultimi mesi del 2012) ci hanno

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richiesto era fermo da 4 anni, (nemmeno l’adeguamento inflattivo previsto dalla legge era mai stato applicato) Stesso discorso per quanto attiene lo scuolabus. Il servizio (scuolabus e assistenza) ha un costo complessivo di €. 98,614,00 annui; con i corrispettivi a carico dell’utenza si recupera meno della metà. Analizzate le spese e le quote di partecipazione richieste il Comune di Guidizzolo rimane tra quelli con i contributi inferiori a carico delle famiglie pur continuando a garantire una qualità di servizi non indifferente. Con i rappresentanti delle famiglie sono comunque in atto colloqui per giungere ad una soluzione il più ampiamente condivisa. Nei mesi di settembre e ottobre coloro che non hanno consegnato il buono-mensa sono stati rispettivamente 3 e 4; per queste famiglie, come per quanti volontariamente o per errore lasciano trascorrere i termini per il pagamento di qualunque imposta o corrispettivo sui servizi, scattano le misure necessarie per il recupero delle somme.

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É convinzione primaria di questa Amministrazione che non esistano cittadini di serie A o serie B; cittadini diversi a seconda del colore della pelle o del credo politico o religioso. Di fronte alle norme tutti siamo e dobbiamo essere uguali. In questo ambito ci si è sempre mossi. Nessuno può ricevere dalla collettività in misura diversa da quanto stabilito da leggi e regolamenti. Tutti abbiamo il compito di partecipare alla crescita ed al mantenimento dello stato sociale ognuno secondo le proprie capacità. Certi che nel corso della vita ognuno di noi riceve e dà alla comunità in cui vive.

Restando in tema di giovani, abbiamo ritenuto doveroso riproporre una serata dedicata ai neo maggiorenni, dal titolo “Giovani di sana e robusta Costituzione”, durante la quale si è fatto dono a tutti i ragazzi di una copia della Costituzione e del Tricolore. Tema principale di questa manifestazione è il battesimo civico dei “nostri” ragazzi, ai quali viene finalmente concessa la piena proprietà di un loro diritto fondamentale: poter contribuire alla vita politica e sociale del proprio Paese tramite il voto. Collegato a questo tema, quasi non fosse già di per sé importante, è il fenomeno dell’indifferentismo alla politica: fenomeno attualissimo, ma che già negli anni ’50 Pietro Calamandrei (uno dei padri della Costituzione) spiegava ai giovani. Rimanere indifferenti alla politica, affermava Calamandrei, è un po’ come trovarsi a bordo di una nave che rischia di affondare, senza curarsi affatto del problema perché “tanto non è mica roba nostra”. Questo è l’indifferentismo alla politica. Non si può rimanere indifferenti alla vita politica del proprio paese, se vogliamo disporre noi stessi delle nostre sorti. Molte persone sono ormai abituate a pensare che la libertà e i diritti, di cui oggi possiamo godere, siano una cosa assodata, naturale e dovuta…ma non è sempre stato così! Allo stesso modo non si può sperare che le nostre libertà rimangano inalterate, dobbiamo impegnarci tutti i giorni, insieme, per difenderle. Non è giusto, quindi, rimanere indifferenti alla politica, perché è una cosa che tocca tutti; dobbiamo renderci conto che non siamo soli, ma siamo parte di un tutto. Val la pena ricordare le parole di un grande presidente ameri-

cano, John Fitzgerald Kennedy, “non chiedete cosa può fare il vostro Paese per voi, bensì cosa potete fare voi per il vostro Paese”. E in tal senso va inteso il ruolo di tutti coloro che generosamente e con responsabilità rendono un servizio prezioso alla comunità: nella politica, nel volontariato, nell’impegno civile. Per questo non ci stancheremo mai di esortare tutti i cittadini e specialmente i giovani, cui spetterà il compito di traghettarci verso il domani, ad impegnarsi, “…portando ognuno la propria pietra al cantiere”. Un accenno, doveroso, al personale comunale. Negli ultimi 4 anni l’organico del Comune per pensionamenti e trasferimenti è diminuito di 5 persone. (Otto se ne sono andate, 3 sono arrivate). Nel frattempo sono aumentate le competenze in capo ai Comuni e, di conseguenza, i carichi di lavoro. I funzionari hanno svolto e stanno svolgendo egregiamente ogni attività andando sovente oltre quelle che sono le loro competenze e gli incarichi del loro inquadramento. La chiusura degli uffici il sabato mattina, peraltro uno dei giorni meno frequentati dall’utenza, è nata dalla necessità di uniformare l’orario alla maggior parte degli uffici pubblici (diversi comuni contermini (Piubega, Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Solferino, ecc ), comune capoluogo, amministrazione provinciale, prefettura, banche, ecc.), avere orari pomeridiani di apertura al pubblico ed ottenere sensibili risparmi sui costi delle utenze. Ferma restando comunque l’apertura di uffici o servizi quali la Polizia Locale, il settore Operaio o la Biblioteca e la reperibilità dell’Ufficio Anagrafe per le denuncie di decesso.


Ingredienti

1 kg di polpa di coniglio 1 costa di sedano 1 carota media 1 cipolla bianca media 2 foglie di alloro 4/5 bacche di ginepro 4/5 cucchiai di olio extra vergine sale e pepe – brodo vegetale PER LA POLENTA: Farina gialla fioretto o bramata secondo il gusto personale. In genere si calcolano 200 gr di farina per 1 lt di acqua.

Ricette

Il ristorante “LA BAITA” continua a fornirci piatti tradizionali, anzi “della nonna”. Questo è un piatto molto frequente nella nostra tradizione culinaria contadina e, come risaputo, la carne del coniglio ha un certo pregio perché magra, saporita, ricca di vitamine del gruppo B, con livello di colesterolo molto basso. Molto indicata nell’alimentazione dei bambini.

Procedimento

Disossare il coniglio, tagliare a pezzetti la polpa e in una padella capiente mettere l’olio, tutte le verdure tritate, l’alloro, il ginepro, sale e pepe. Rosolare per cinque minuti e poi aggiungere la polpa del coniglio, cuocere a fuoco lento per circa 1 ora bagnando di tanto in tanto con il brodo. Servire impiattando al centro la polenta e posizionando la carne sopra con il sugo che si sarà formato durante la cottura. Per la polenta: salare e portare ad ebollizione l’acqua; togliere l’acqua dal fuoco e versare lentamente la farina mescolando accuratamente per evitare la formazione di grumi. Rimettere sul fuoco e riportare ad ebollizione per 30-40 minuti mescolando di tanto in tanto.

Vino consigliato: bianco delle colline Moreniche

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a cura di Donatella Lusenti

Coniglio della nonna


I Pistoni Roventi alla “Motorumata di Anghiari” Da qualche anno è nato a Guidizzolo il moto club di enduristi denominato “I PISTONI ROVENTI”: pubblichiamo la cronaca del loro avventuroso viaggio ad Anghiari città toscana gemellata con Guidizzolo Nello scorso novembre un piccolo gruppo di motoenduristi facenti parte del club “I pistoni roventi” composto dagli amici: Giberto Angeri, Luca Botturi, Bruno Marchesini, Marcello Pasini, Carlo Pelizzari, Marco Tosadori, Valter Rosa e Mauro Zandonà sono partiti per partecipare alla “Motorumata di Anghiari” una gara che si tiene nel comune toscano. Dopo 3 ore e mezza di viaggio, arrivati a destinazione, due simpatici ragazzi, proprietari dell’Agriturismo “La Conca”, li attendono per accompagnare i nostri enduristi lungo un percorso mozzafiato alla scoperta

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dell’incantevole paesaggio dei “Monti Rognosi” che, a dispetto del nome poco invitante, rappresentano una Riserva naturale caratterizzata dall’affioramento di un particolare tipo di rocce conosciuto come ofioliti, sulle quali si sviluppa una peculiare vegetazione ricca di emergenze botaniche e faunistiche. Prima di partire hanno pensato di fare una merenda per dare energia da bruciare ai muscoli (pane, salame, sbrisolona e del buon Lambrusco) visto che fino a sera non si sarebbero più fermati. Le guide, gentili e disponibili, li hanno fatti sentire e

proprio agio e hanno illustrato quanto si andava visitando. Nel pomeriggio si inizia col visitare le meraviglie dell’appenino centrale, oltre ai 300 ettari di bosco che circondano l’agriturismo e in sella alla moto hanno raggiunto il meraviglioso punto di incontro fra quattro regioni: Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche. Al rientro vi era a disposizione dei “pistoni roventi” una attrezzata officina per rifocillare le moto che l’indomani avrebbero affrontato la Motorumata. Sistemate le moto, doccia calda e appuntamento con Livio Ghisolfi, che da anni partecipa alla

Sosta alla cascate sui Monti Rognosi


Avventura su sentieri impervi

rappresentazione enogastronomica “Cento Gusti”, per deliziare il palato con una fiorentina gigante e dell’ottimo Chianti al “Passo della scheggia” nella tipica trattoria “Antico Posto di Ristoro” gestita da Lucio con un menù ricco e sostanzioso. La mattina dopo (giorno di gara per la classica “Motorumata di Anghiari”), alcuni erano parti-

Foto ricordo nel centro di Anghiari

Un momento di svago e riposo

colarmente stanchi a causa di una brutta nottata trascorsa con il russatore pluripremiato Carlo, altri un po’ delusi dal tempo che con vento e acqua temevano li avrebbe accompagnati per tutta la giornata. I nostri coraggiosi enduristi sono comunque partiti. La gara è stata dura, maltempo, fango e cadute varie, nulla li ha ferma-

ti e all’arrivo, fortunatamente nessun infortunato, erano bagnati fradici, stanchi, doloranti e molto affamati ma con un grande sorriso contenti ed appagati della loro avventura. Caricate le moto, dopo la cena, partenza per Guidizzolo, sono tutti stanchi, qualcuno in macchina dorme e russa, altri parlano dell’avventura, dell’ospitalità ricevuta e già si programma un’altra moto cavalcata ad Anghiari, nella prossima in primavera.

Poldo, incoronato “RE” dei russatori

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Un Bijou di museo E’ unico in Italia, imperdibile per gli amanti del vintage ma anche per chi è appassionato di storia, o di moda, o di tecnologia industriale. E’ il Museo del Bijou, che si trova in pieno centro a Casalmaggiore (CR), città che per quasi cento anni è stata la capitale del … “gioiello dei poveri”: non oro, né argento, non brillanti o perle, appannaggio delle sole classi sociali più elevate, ma una produzione intensissima di oggetti di bigiotteria, realizzati con gusto e perizia, per regalare a tutti, (a tutte, per lo più) il piacere dell’eleganza e del piacersi. I bijoux di Casalmaggiore hanno segnato e seguito le mode e le epoche, sono stati indossati da giovani fanciulle degli anni Venti e da contadine degli anni Quaranta, hanno accarezzato la vanità e la seduzione. Ed ora ritrovano vita e il giusto riconoscimento nelle teche del museo, istituito dal Comune di Casalmaggiore nel 1986 e allestito nell’ex collegio di Santa Croce, costruito dai Padri Barnabiti verso la metà del 18° secolo: soffitti a volta, pavimenti in cotto, muri in pietra a vista sono la suggestiva cornice delle sale espositive. Nelle teche del museo si possono ammirare collane, brac-

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Spilla anni Cinquanta

ciali, spille, orecchini, ciondoli, cinture, ma anche distintivi, medaglie devozionali, occhiali, portaoggetti: in pratica la gran parte del campionario di quanto veniva prodotto dalle fabbriche di Casalmaggiore -fra fine Ottocento e gli anni ’70 del secolo scorso- per essere venduto sul mercato nazionale e internazionale. Si tratta di oltre 20 mila pezzi, fra bijoux ed accessori; ma nelle sale del museo sono esposte anche macchine utensili, attrezzi, fotografie e cataloghi, che documentano un fenomeno industriale pressoché unico in Italia ed altamente rappresentativo della storia dell’economia e del costume del Novecento. Nelle immagini di queste pagine potete ammirare una spilla risalente agli anni ’50, un decennio cruciale per la storia non solo italiana. Ebbene, in quegli anni di gravissime difficoltà politiche ed economiche, ma poi, dopo la Guerra, anche di straordinario dinamismo, operava a Casalmaggiore una industria che stava al passo con la tecnologia e le tendenze delle maggiori fabbriche europee ed americane, che dava lavoro a qualcosa come 600 persone (uomini, donne, e sì, anche bambini) producendo ornamenti personali: gioielli falsi, potrebbe dire qualcuno, l’Or at Casàlmagiuur, potrebbe ricordare qualcun altro. Oro matto: niente di prezioso, se non il gusto. Bello, in grado di abbellire chi lo indossa, ma assolutamente alla portata di tutti. In quegli anni erano state le dive del cinema a divulgare l’uso della bigiotteria: i gioielli di scena portavano le firme dei maggiori stilisti americani, e le mode lanciate dai film vengono poi riprese per la produzione

“di massa”, per essere vendute, esportate ed indossate… Sarebbe troppo lungo ripercorrere nel dettaglio la storia di questa fabbrica: accenniamo solo che fu frutto della straordinaria intuizione di un artigiano-orologiaio di Codogno, Giulio Galluzzi, che verso fine ‘800 venne a Casalmaggiore per il servizio militare, e qui rimase, apprendendo nuove nozioni tecniche dagli orefici locali e mettendoci del suo, provando ed ottenendo la placcatura in oro di un metallo non prezioso con una tecnica già conosciuta, ma mai sfruttata in Italia. Giulio Galluzzi cominciò la sua carriera girando per le strade e le fiere con la sua mercanzia: la sua valigetta, gli attrezzi, i clienti abituali. I suoi prodotti piacevano, la tecnica si affina, l’idea è quella di allargare il mercato, di invaderlo con i suoi prodotti placcato-oro. Il laboratorio artigiano si amplia, diventa fabbrica, dalla quale escono successivamente alcuni capi-reparto per fondare altre fabbriche, che poi però nel 1926 si riuniscono di nuovo, forti di competenze, esperienze, mercati diversi: nasce così un piccolo distretto della bigiotteria. Un successo che travalica i confini nazionali: la G.G. e poi la Società Federale Orefici esportano i loro oggetti in tutto il mondo, accontentando le richieste di commesse sudamericane, nord-africane, coloniali. Il regime fascista si appoggia alle fabbriche casalasche per la creazione di medaglie, gemelli, distintivi, e affida loro addirittura la produzione delle fedi in metallo con cui sostituire le vere d’oro donate dalle donne italiane alla patria. Tanta vicinanza al regime costò caro alle fabbriche casalasche nel dopoguerra, così come la


scarsa lungimiranza di alcuni amministratori e infine la concorrenza asiatica che già iniziava ad imporsi in diversi settori. La produzione si diversifica, si allarga a linee di occhiali, oggetti da scrivania, e poi apparecchi radio (la Emerson). La Fir, il “Fabbricone”, ha smesso definitivamente la produzione bigiottiera negli anni ‘70, e 15 anni dopo nasce, con i campionari fortunosamente recuperati, il Museo del Bijou di Casalmaggiore. Quell’arco di tempo è stato indispensabile per ripulire tutti i pezzi (che stipati in cantine e soffitte dell’azienda erano in pessime condizioni), ordinarli per tipologia o cronologicamente, reperire fondi e allestire le sale espositive; lavoro immane che è stato meritoriamente portato avanti dall’associazione Amici del Museo del Bijou e dal suo primo presidente, il dott. Francesco Zaffanella, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Casalmaggiore che ha sempre creduto nel progetto e nelle potenzialità (culturali, turistiche, artistiche, didattiche) di questo museo. Che oggi guarda (e salvaguarda) il passato, organizza il presente e tiene in piedi un futuro. Ovvero, il patrimonio museale viene catalogato, protetto, studiato, arricchito, valorizzato e messo in esposizione per diversi tipi di pubblico, perché la ricchezza di ciò che gli uomini hanno creato con il loro ingegno, le loro capacità, non venga disperso e sia sempre pronto a testimoniare

le eccellenze della nostra città le scuole di ogni ordine o grae dell’Italia. Pur essendo fuori do possono frequentare i labodalle rotte turistiche dei grandi ratori didattici che sono stati centri, il museo è visitato da un ideati dalla responsabile dei migliaio di persone “esterne” servizi educativi, dott.ssa Roa Casalmaggiore, che, appas- berta Ronda, capo-settore Culsionate di vintage o di design o tura del Comune di Casalmagdi tecnologia, vengono a sape- giore, e che aiutano a scoprire re della realtà casalasca e la gli oggetti in sé, i materiali, le raggiungono, anche da distan- lavorazioni, la storia della tecze considerevoli. Un dato che nologia e della gioielleria. Alpotrebbe ovviamente essere cuni dei percorsi sono dedicati maggiore, ma servono forze e a periodi storici precisi, come finanze anche per essere cono- “Archeobijoux”, per scoprire sciuti… come si adornavano gli uomini Oltre agli oggetti, il Museo rac- primitivi, o “Bijoux fra le piracoglie e studia materiale docu- midi”, per imparare lo sbalzo mentario: sono stati acquisiti su rame sulla base dell’iconoda poco un libro paga, un cata- grafia egizia; altri invece sono logo di Giulio Galluzzi del 1911, più orientati verso le discipline nonché il Libro Matricole del tecnico-scientifiche, per affina1922, con i nomi di moltissimi re le capacità fino-motorie dei dipendenti, con le loro mansio- bambini (anche con il supporto ni, i loro stipendi… E al museo di attrezzi e strumenti), o per sono conservati anche molti dei apprendere le varie caratterimacchinari che venivano uti- stiche dei materiali e trasforlizzati, perché anche la scienza e la tecnica siano presenti nelle sale museali insieme alla bellezza e alla creatività. Salvaguardia del passato, quindi, e organizzazione del presente. Sono davvero tante le iniziative messe in campo, prima fra tutte l’attività didattica: Una teca del Museo

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marli in piccoli bijoux, o ancora per comprendere l’importanza del riciclo e del riuso (“Ecogioielli”). Il recente allestimento di una sala per le mostre temporanee (“Sala Zaffanella”) ha dato ulteriore linfa al Museo del Bijou, che da un anno a questa parte può organizzare esposizioni e conferenze in grado di richiamare pubblico ed esperti: la prima mostra (fotografica) è stata dedicata alla nascita del museo e al contributo che l’associazione Amici del Bijou ha dato, in 25 anni di vita, per il suo allestimento; sono poi seguite le conferenze sui bijoux americani e il loro rapporto con i prodotti delle fabbriche di Casalmaggiore (con Erika Zacchello) e quella con una delle maggiori storiche italiane del gioiello e della bigiotteria, Deanna Farneti Cera, autrice delle più importanti pubblicazioni italiane sul tema. La proficua collaborazione con l’associazione Incontri e Eventi di Roma, presieduta da Norma De Lucia, ha portato a Casalmaggiore

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due collettive dedicate al bijou contemporaneo (oltre 40 gli artisti italiani che hanno potuto esporre le loro creazioni), mentre è stata dedicata alla storia della città nella seconda guerra mondiale la mostra “Gh’è Pippo…smorsa la lüs. Casalmaggiore e la provincia di Cremona sotto i bombardamenti”, aperta nel periodo della fiera di San Carlo (1-4 novembre) e visitata da oltre un migliaio di persone. L’attuale sede del museo era, negli anni 1943-45, un rifugio antiaereo e sotto le volte del palazzo dei Barnabiti hanno trovato riparo da “Pippo” molte delle Giulio Galluzzi famiglie residenti nel quartiere: ecco lo spunto che ha dato ori- tato i responsabili per raccongine alla singolare esposizione, tare agli studenti le vicende in cui hanno trovato posto na- delle fabbriche all’interno di un turalmente anche alcuni bijoux corso sulla produzione bigiotrealizzati dalle fabbriche locali tiera italiana del Novecento che in quegli anni e gli occhiali ad coinvolge alcuni dei nomi storici imitazione RayBan che veniva- del mondo dell’ornamento perno prodotti a Casalmaggiore sonale. Infine, fra le iniziative dopo l’arrivo degli Americani in più attese della prossima primavera c’è la seconda edizione veste di liberatori. I prossimi appuntamenti sono del corso di Creazione di Bijoux con l’artista vicentino Cosimo alternativi, tenuto da Norma Vinci, che disegna e crea splen- Piccioni, una delle collaboratrici dide tiare ispirate alla Magna storiche del museo. Tutte le iniGrecia (fino al 27 gennaio 2013), ziative della struttura espositiva con il mondo delle perle vene- sono comunque segnalate sul ziane dalla collezione di Au- sito internet www.museodelbigusto Panini (marzo-aprile) e jou.it, e possono essere meglio con i suggestivi gioielli di carta conosciute contattando lo 0375 dell’artigiano Fernando Maso- 284423 (Ufficio Cultura del Comune di Casalmaggiore). ne (maggio-giugno). L’importanza del Museo del BiLetizia Frigerio (Conservatore del Museo del Bijou) jou è stata recentemente sottoPaolo Zani lineata dal Politecnico di Milano, (Presidente dell’associazione Amici del Bijou) la cui docente Alba Cappellieri (Design del Gioiello) ne ha invi- Fotografie: Graziano Temporin


portarci in modo poco razionale, o poco coerente: ma non è forse questo il senso delle emozioni? O meglio, non abbiamo sempre pensato che le emozioni sono quel qualcosa che difficilmente è di immediata comprensione? Magari, la prossima volta che ci capiterà di pensarla in questo modo, potremmo chiederci “qual è il motivo per cui le mie emozioni dicono di comportarmi così? Non sarei d’accordo, ma mi viene da fare così…magari c’è un motivo!”. Sicuramente non sarà semplice capire noi stessi, ma, fidatevi, c’è sempre un motivo! Ed ecco che si spiegano tutte le cose che ci sembrano incoerenti! Ad esempio, tutti sappiamo che fumare fa male, ma quanti sono i fumatori in Italia? Tutte le donne vittime di violenza sanno che dovrebbero andarsene, ma perché restano

dove sono? Tutti i ragazzi sanno che dovrebbero studiare per la verifica, ma quanti non lo fanno? L’essere umano è quanto di più complesso si possa immaginare, ma, fin dall’antichità, abbiamo avuto bisogno di generalizzare i nostri comportamenti, per sentirci più al sicuro, per vivere in una sorta di chiarezza che ci desse la possibilità di non brancolare nel buio. E così ci siamo scordati, e sempre di più ci scordiamo, di quanto invece sia stupefacente l’originalità di ogni essere umano; anche nelle scuole si cerca di rendere i bambini tutti uguali, tutti ligi alle stesse regole, invece di tirar fuori da ognuno di loro le migliori doti che potrebbero offrire. Riflettiamoci: non sarebbe un mondo meno noioso, e forse meno pericoloso, se ognuno di noi potesse esprimersi al meglio? In tutta l’interezza di cui, per fortuna, siamo fatti.

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a cura della Dottoressa Giulia Stuani

Avete mai riflettuto su tutte le volte che ci diciamo “eh, la testa dice una cosa, ma il cuore ne dice un’altra!”? E se invece questa affermazione non avesse così senso? Siamo abituati a pensare a noi stessi come se fossimo divisi in due: da una parte la razionalità e dall’altra le emozioni, ma gli ultimi approcci scientifici che stanno guadagnando maggiore accreditamento, che seguono le mode come tutto il resto, sono proprio quelli che postulano l’interezza e l’unicità dell’essere umano. In fin dei conti, perché dovremmo pensare di essere divisi? In fin dei conti, nasciamo tutti interi, ci muoviamo tutti interi, ci relazioniamo agli altri tutti interi! Forse il pensare a noi come esseri divisi in due nasce dal fatto che a volte ci sembra di com-

Psicologia

Dicotomia cuore-cervello


Barcellona dott.ssa Francesca Lugoboni

Appunti di viaggio

Una città che ha tutto da offrire Barcellona è una di quelle città che non ha bisogno di presentazioni perché semplicemente splendida, vitale e colorata! Meravigliosa dal punto di vista artistico, con il suo centro medievale e gli edifici modernisti, è rinomata anche per la sua fantastica vitalità, i suoi locali e la movida senza fine. Iniziamo allora a conoscerla: cosa sarebbe Barcellona senza le Ramblas? Qui si concentra lo spirito della città oltre ad essere considerato il posto migliore per abbandonarsi al rituale spagnolo del paseo (il passeggio). Per le Ramblas non esiste riposo: il flusso della folla scorre ininterrottamente ad ogni ora del giorno e della notte. Nota con il nome di Rambla, in realtà questo famoso viale è costituito da cinque viali alberati ben distinti fra loro. Passeggiandovi si viene attratti da

tutto ciò che è offerto: statue viventi, suonatori ambulanti, mimi e caricaturisti. Lasciamo alle spalle il caos delle Ramblas per addentrarci nel centro storico e più antico della città: il Barrìo Gotico, chiamato così per la presenza al suo interno di numerosi e splendidi monumenti gotici. Ricco di passato il quartiere è l’unica zona della città completamente conservata come nel Medioevo, con edifici, piazze e viuzze che meritano una passeggiata per apprezzarne lo splendore. A svettare sul quartiere gotico è la maestosa Cattedrale che comprende un amalgama di stili architettonici differenti, un po’ barocchi, un po’ gotici. Entrando, sulla destra, possiamo osservare ben ventotto cappelle poste tra le altissime colonne che sorreggono il soffitto. Qui, vicino al fonte battesimale, merita una sosta la targa che ricorda il battesimo di sei indiani caraibici por-

tati con sé da Cristoforo Colombo giunto dalle Americhe. Dirigiamoci ora verso il mare ed il suo famoso quartiere de La Barceloneta, tradizionale borgo di pescatori e marinai. Con le sue viuzze, piazzette e vecchi bar, l’intera zona è un tuffo nella Barcellona di cento anni fa, dove i più anziani portano ancora le sedie sulla strada e chiacchierano amabilmente. Se vogliamo invece ammirare la città dall’alto è consigliato dirigersi verso la zona detta Gracia, che comprende i quartieri collinari da cui è possibile godere di splendidi panorami. A rendere particolarmente attraente questa zona, polmone di Barcellona, sono i suoi quindici

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parchi, tra cui lo stupefacente Parc Güell, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1984. Questa autentica magia architettonica fu progettata dal genio di Gaudì che decise di sfruttare le sue conoscenze urbanistiche, miste alla creatività artistica e alla sua esuberante immaginazione, per realizzare un’urbanizzazione in mezzo alla natura. Il risultato è un complesso magico e fiabesco, caratterizzato da un’atmosfera suggestiva e surreale con strutture stile fumetto, comignoli a forma di fungo e arcate gotiche. A Barcellona si respira l’anima di Gaudì e Gaudì rappresenta la città. Per questo sul nostro cammino incontriamo alcune delle sue più rinomate opere urbanistiche: Casa Batllò e La Pedrera. La prima esprime il nazionalismo di Gaudì che rappresenta un’allegoria della leggenda di Sant Jordi: il tetto, infatti, è la schiena del drago e i balconi i teschi delle sue vittime, mentre La Pedrera è un condominio magico, in cui ogni dettaglio porta l’impronta del genio visionario che l’ha creato e il cui tetto è sormontato da camini che appaiono guerrieri medievali. Non è, infine, possibile parlare di Gaudì senza ammirare la

Viaggia insieme a te!

Sagrada Familia, simbolo della città e capolavoro rappresentativo dell’architetto che vi lavorò per quarant’anni senza mai ultimarla. Oggi l’opera è costituita da due facciate, la Natività e la Crocifissione, dai fianchi e da parte dell’abside, mentre manca completamente il tetto. Finanziata grazie alle offerte dei fedeli, la costruzione avanza a ritmi lentissimi e si stima che i lavori possano terminare entro il 2030. Ultima tappa del nostro itinerario è Montjuïc, chiamato anche Monte degli Ebrei per via di un cimitero ebraico che sorgeva qui nel Medioevo. Si tratta di una montagna situata tra la città e il mare dove è piacevole passeggiare fra i vialetti dei suoi curati parchi e fioriti giardini per giungere, infine, alla Fundaciò Joan Mirò, tributo a uno degli artisti più rappresentativi cui Barcellona deve molto. Fondato dallo stesso Mirò, il museo ospita circa mille opere d’arte che mostrano l’evoluzio-

ne artistica del maestro. Difficile descrivere in cosi poco spazio una città tanto ricca. Cos’altro aggiungere per invogliarvi a trascorrervi un long weekend? Barcellona ha proprio tutto: musei ricchi di tesori inestimabili, meraviglie architettoniche, spiagge vivaci e vie sempre animate. Insomma una meta perfetta!

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Quasi un romanzo arte & dintorni

È prossima la pubblicazione di ”Quasi un romanzo”, libro del prof. Franco Mondadori con prefazione della prof.ssa Stefania Fontanesi, edito dal Centro Culturale San Lorenzo che sarà distribuito gratuitamente alle scuole e a quanti ne fossero interessati. Ne anticipiamo due brevi capitoli.

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prof. Franco Mondadori

La nostra storia

Due amici

Perani Latino lamenta il silenzio del suo amico Michele Grassi. Michele, anni 18, è a Mantova a far pratica di commercio nel negozio di Bovi Primo nella contrada della Cicogna. É tempo di Carnevale e nel caffè di Perani sono state fatte due feste da ballo, Latino è stato in piedi fin tardi per i preparativi e nei giorni seguenti non è mai andato a letto se non a tarda ora. Latino, ora che ha un po’ di quiete, si affretta a scrivere e a inviare il suo ritratto. Non lo avrebbe mandato perchè è tan-

to brutto e si ripromette di mandargliene un altro più bello. Michele vorrebbe l’amico a un veglione, ma il padre di Latino non concede il permesso e inoltre per la prossima domenica è in programma un veglione anche a Guidizzolo. “Non ti diverti qui? Cosa vuoi andare a fare a Mantova?” I due amici si vedranno in un’altra occasione.

Martina a Michele

Martina: “Immagino quante volte avrai pensato al tuo negozio e quanto avrai desiderato poter farti in una mosca e volare a Guidizzolo”. Michele: “É poco tempo che siamo lungi l’uno dall’altra ma mi pare molto assai, questa vita nuova mi figura un sogno, mi vedo solo senza il bene di vederti, baciarti assieme a Carmela e alla piccola Maria. Pazienza!” Carmela quando torna da scuola domanda sempre del papà. Chiede che le porti la cogomina e la pentolina. Nel 1898 Carmela ha avuto gli esami, è tutta contenta perchè crede di essere passata ... dall’uscio. “Caro papà, desidero sentire come stai. Verrei volentieri a trovarti. Ti dirò che mangio tanta pappa perchè quan-

do vieni a casa mi troverai più grassa”. Maria ha un po’ di tosse, è vicina alla mamma mentre Martina scrive e chiama papà, tata, mamma. “Papà è andato sul tram che fa tò tò tò”. Carmela manda un bacio e Michele “Ciao bel dunì e, ricevuto tuo bacio, mando il mio”. E Martina: “Carmela ti manda cento baci, Maria duecento e tua moglie mille”. Il 20 luglio: “Domani è la fiera, ti ringrazio del tuo invito, ma la distanza è di circa 290 kilometri”. Collodi è a 12 Km da Montecatini. Michele è andato con alcuni mantovani e nel ritorno una sosta a Pescia, a tavola rosso di Chianti annacquato. Nel ‘98 con Luigi Scalori sulla funicolare e nel discendere una grande paura che la fune d’acciaio si spezzasse. Se passando per qualche contrada sente piangere una bambina a Michele sembra udire Maria tanto facile al pianto. “Che bravo!... hai proprio scritto appena arrivato. Non hai perduto tempo. Rendesti contenta colei che tanto desiderava avere tue notizie. Il professore ha trovato un miglioramento. Sia ringraziato Iddio che esaudì le mie preghiere. E tu pure devi ringraziarlo”. Qui si conclude l’esame del carteggio.


Consumismo e cannibalismo loro membra insanguinate. Ma guardatevi! Non vi riconoscete? Siete voi, in coda per acquistare l’ultimo ritrovato della tecnologia o per accaparrarvi l’agognato capo firmato, durante il periodo dei saldi. Siete voi, alla continua e affannosa ricerca di cose inutili, di cui potreste tranquillamente fare a meno. Siete voi che desiderate una cosa, solo perchè ce l’hanno tutti. Siete voi che vi sentite profondamente frustrati e insoddisfatti, se quella cosa non è alla vostra portata. State diventando, senza saperlo, profondamente avidi e attaccati ai beni materiali. Siete una massa di decerebrati barcollanti che si dirigono verso i luoghi del futile e del superfluo. Quando vi renderete conto che non siete altro che cibo per i vermi? Ah, se riuscissimo, per un attimo, ad intravedere il nostro destino in quelle creature smembrate e senza pace! Ah, se riuscisssimo a sentire l’odore del sangue fresco e della carne cruda! Gli Zombie sono qui ora. Sono, allo stesso tempo, quello che siamo e quello che diventeremo! Gli Zombie siamo noi!

arte & dintorni

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dott. Luca Piazza

fonde inesorabile. Non esiste alcuna cura. Tutte le categorie umane sono coinvolte senza distinzione di età, di razza o di sesso. Alcuni portano ancora i segni di un orrenda morte: chi ha semplicemente il collo squarciato, chi trattiene le sue viscere fuoriuscite tra le mani, chi è privo della calotta cranica e ha l’encefalo sanguinante in vista, chi ha un occhio penzolante, appeso all’orbita. Ma chi sono in realtà questi Zombie? Sono essenzialmente morti che camminano, recanti sulla loro carne i segni del disfacimento e della putrefazione. Ma sono anche creature viventi. Queste creature non sono in grado nè di parlare, nè di ragionare ma conservano una labile memoria della loro vita passata. I loro ricordi li conducono verso i luoghi che, in vita, davano loro un senso di sicurezza e di benessere: i centri commerciali. Gli Zombie si ammassano numerosi davanti alle porte di ingresso di questi monumenti ormai chiusi e inaccessibili. E, non potendo entrare, smanacciano e mugugnano, lasciando sulle vetrate saliva, umori e brandelli delle

Cinema

Vorrei innanzi tutto consigliare ai più impressionabili di non proseguire oltre, nella lettura del mio articolo. L’argomento infatti è un pò scabroso e non vorrei urtare la suscettibilità di alcuno. Nel 1978 esce in Italia “Zombi” di George Romero, un film di fondamentale importanza nella storia del cinema. Nato come film horror, “L’alba dei morti” (o “Dawn of the dead”, titolo originale) travalica i confini del genere per divenire film di denuncia politica e sociale. Negli Stati Uniti dilaga un’invasione di Zombie. Le campagne, i paesi e le città sono infestate da queste creature costrette a trascinare lentamente il loro corpo maciullato. La situazione è desolante: tutte le attività umane sono interrotte e ovunque regna l’anarchia. Gli Zombie sono continuamente alla ricerca di sangue fresco e di carne cruda. Sono cannibali e si cibano dei loro simili, infettandoli. Il morso determina una specie di morte apparente da cui ogni cadavere si risveglia trasformato, a sua volta, in un altro Zombie. Si tratta di un morso malefico attraverso cui il contagio si dif-


Una scuola come tutte le altre

dott.ssa Giusi Nobilini

Recensioni

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É un romanzo che si legge velocemente, accattivante nella trama e scorrevole nel linguaggio, intrigante per i molti colpi di scena; partecipa di una linearità ancora ottocentesca senza trascurare tutti gli elementi che sono indispensabili oggi per pubblicare. L’autore racconta di tante storie che si incontrano sullo sfondo della società consumistica e della scuola devalorizzata; prima la sua: di uomo, mediocre nello stipendio e nello stile di vita, con un lavoro da insegnante di lingue e traduttore, sposato con una donna ricca convinta di amarlo al di là delle apparenze, ma presto sensibile al continuo richiamo di un ambiente superiore e superfluo. Il rapporto con tutti gli abitanti della scuola incide con forza l’anima del nostro provocando suo malgrado riflessioni che lo porteranno a risolvere un terribile e sconcertante mistero. Romanzo di denuncia o romanzo di formazione? Non si può nascondere il grande cambiamento che avviene nel protagonista in concomitanza agli

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avvenimenti che prima subisce e poi affronta sia sul lavoro che nella vita privata, la sua capacità di riflessione, la sensibilità di fronte alla ingiustizie lo por-

teranno a recuperare il coraggio di muoversi con lucidità nel bel mezzo di situazioni degne di un investigatore stile Castle, perfetto mix televisivo tra sensualità e audacia. La trasformazione lascia decisamente soddisfatti, il professore ha li-

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berato la società e la sua scuola dai cattivi, ha trovato il coraggio per licenziarsi e per togliersi qualche soddisfazione personale. Spassosi, quasi comici alcuni commenti, quando l’autore si lascia trasportare da una vena quasi dadaista nelle finte risposte che rifila agli aspiranti scrittori. Mi lascia invece perplessa la descrizione dell’istituzione scolastica, forse perché sono un’ insegnante che crede fortemente, nonostante tutte le riforme, al valore dell’insegnamento e all’importanza degli alunni; perciò timidamente mi chiedo: magari il prof. Perboni, quando descrive quelle squallide figure di colleghi, dedite a tutto; denaro, carriera, sesso, fuorché al loro lavoro, condivide la mia sensazione che un po’ di colpa ricade anche sugli insegnanti.

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I pianeti della settimana “Nella fisica moderna, l’universo appare come un tutto dinamico, inseparabile, che comprende sempre l’osservatore in modo essenziale. Nell’esperienza che se ne può avere i concetti tradizionali di spazio e di tempo, di oggetti isolati, e di causa ed effetto, perdono il loro significato.” giorni della settimana, mentre per motivi religiosi è scomparsa la nomenclatura originaria dei giorni dedicati a Saturno e al Sole. Le lingue germaniche invece hanno mantenuto la traduzione diretta dei giorni dedicati al Sole, alla Luna e a Saturno (ad es. l’inglese Sunday, Saturday e Monday), mentre gli altri giorni sono stati dedicati a divinità locali affini a quelle del pantheon romano, come ad es. Freyja, l’equivalente germanica della dea Venere cui si attribuì il giorno che chiamiamo venerdì (ingl. Friday). Vediamo quali pianeti spiccheranno nel cielo di febbraio: subito dopo il tramonto la sera dell’8 Mercurio e Marte in congiunzione brilleranno vicinissimi all’orizzonte a ovest; di nuovo appena dopo il tramonto, Mercurio sarà visibile nei giorni attorno al 16, momento della sua massima elongazione orientale; infine, la notte del 18 il Primo Quarto di Luna apparirà luminoso accanto a Giove e alle Pleiadi.

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dott.ssa Mariavittoria Spina

“vagabondo, errante”), un termine che fatta eccezione per le comete si tendeva ad attribuire ad ogni corpo celeste in grado di spostarsi, cambiando posizione rispetto agli astri apparentemente immobili e per questo conosciuti in antichità come “stelle fisse”. Soltanto nel 2006 l’Unione Astronomica Internazionale promulgò una definizione precisa di pianeta, che portò alla classificazione degli otto pianeti del sistema solare e di altri corpi celesti minori, come il pianta nano Plutone. La cultura greco-romana assimilò l’usanza caldea di attribuire ai “pianeti” i nomi delle divinità che si riteneva governassero a turno la Terra: Saturno, il Sole, la Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere. Ciascun giorno era dedicato alla divinità che ne reggeva la prima ora, ma quando l’imperatore Costantino istituì ufficialmente la settimana, nel 321 d.C., sostituì il dies solis “il giorno del Sole” con il dies dominica “il giorno del Signore”. Ancora oggi molte lingue romanze conservano la traduzione dei nomi latini di cinque

I NOSTRI SERVIZI

Il 2013 sarà un anno di eventi astronomici eclatanti: oltre al consueto appuntamento con fenomeni suggestivi quali eclissi e sciami meteorici, si prospetta il transito ravvicinato di oggetti stellari come asteroidi e comete. Per gustarsi lo spettacolo del cielo basterà alzare lo sguardo e puntare nella giusta direzione gli occhi, nostro principale strumento di osservazione e di meraviglia. Iniziamo l’annuale viaggio tra le stelle mettendo a fuoco il nostro telescopio interiore. La misura del tempo e dello spazio è soltanto una convenzione, relativa e mutevole come l’avvicendarsi delle civiltà. Un riflesso del compromesso tra gli sconfinati spazi delle energie celesti e le forze del tempo terrestre si può ritrovare anche in elementi comuni, silenti vestigia di civiltà antiche che riecheggiano nella nostra quotidianità, come i giorni della settimana, storicamente legati ad una categoria di oggetti celesti molto cara all’umanità: i pianeti. Nel corso della storia è mutato il concetto di pianeta (dal greco

Astri e civiltà

Fritjof Capra, Il Tao della fisica


È successo quattro secoli fa

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prof. Massimo Marocchi

La nostra storia

arte & dintorni

Siamo nel 1616 ma sembra oggi. Viene inoltrata la richiesta, quasi una supplica, di diminuzione delle tasse che la comunità di Guidizzolo deve versare annualmente, impegnandosi a versare la somma senza ritardo. Dopo quattro secoli, la storia si ripete, le tasse continuano ad “assillarci”, ora confidiamo, che i nostri “Governanti”, vogliano tenerne conto e dimezzarle. Documenti tratti dall’Archivio Gonzaga di Mantova (buste 2289-2737, c. 237)

15 gennaio 1616, Giovanni Magno (segretario) al commissario di Guidizzolo da Mantova “Doppo haver Sua Altezza sentite le considerationi addotte per nome di cotesto commune intorno alla tassa che gli è stata imposta per l’ordine novo, s’è indotta l’Altezza Sua a moderar essa tassa compatendo con molta benignità ad esso commune, qual doverà pagar in luogo delle lire tre mila ottanta che gli erano addossate nell’ordine publicato sotto il 10 aprile dell’anno passato, solamente lire mille cinquecento, così essendo parso ragionevole alla prudenza dell’Altezza Sua havuto riguardo alle cose allegate per nome d’esso commune. Doverà perciò Vostra Signoria intimarli questa benigna moderatione che hanno ottenuta col instarli che prontamente diano principio al conferire annualmente alla sodetta somma comminciando nei termini notificati nel sodetto ordine, qual nel resto intende Sua Altezza che venga osservato...”

18 gennaio 1616, Annibale Bertazzolo, luogotenente del commissario, al Chieppio da Guidizzolo “Ho hauto le lettere di Vostra Signoria scrittemi nel particolare dell’ordine sopra le fattioni de comuni, nelle quali mi commette in nome di Sua Altezza Serenissima debba convocar li huomini di cotesto commune per intimarli che pagino le lire millecinquecento a detto commune tassate per le dette fattioni. Rispondo a Vostra Si-

gnoria come hoggi ho fatto unire detti huomini di governo de agionta et parte de quelli della macina, a quali ho letto le dette sue lettere, quali si sono dolsi grandemente della grave tassa a loro fatta per essere povero questo comune et ha altri aggravii et per essere puoco il numero delle teste et per essere ancora solo quindeci cavalli detto comune, dove hanno terminato ricorrere a detta Altezza Sua aciò gli sia moderata detta tassa...”


Gestiamo la pressione arteriosa

Dott. Elodio Perani

C’è una domanda che rimbalza spesso nei colloqui dei vecchiotti: ...e la pressione come va? Giustissimo occuparsene a questa età ma è ora di sapere che, salvo casi eccezionalmente precoci, bisogna iniziare a controllarla a 2530 anni. Detto ciò va precisato che il valore della pressione arteriosa non deve essere né un dato storico e neppure un atto di misurazione occasionale. Qualche anno fa, per andare direttamente al pratico, ho trattato la terapia medica dell’ipertensione arteriosa, accennando soltanto al suo coinvolgimento sulla nostra salute; ora ritengo utile rientrare in argomento per migliore conoscenza. Voglio evidenziare infatti che il controllo pressorio, quello della coagulabilità ematica e della pervietà delle arterie carotidi comuni, riscontrabile ecograficamente sul collo, ci danno la possibilità di prognosticare eventuali gravi insulti circolatori di cui il peggiore è l’ICTUS CEREBRI. La pressione arteriosa dipende dallo stato di elasticità delle arterie (RESISTENZA PERIFERICA), dalla quantità di sangue circolante e dalla frequenza cardiaca determinata dalla pompa (PORTATA CARDIACA). Ricordo che, quando ero bambino, il dottor AGGOGERI al mio nonno Cesare valutava la pressione arteriosa con l’auscultazione stetoscopica delle zone pulsanti e che l’eventuale terapia consisteva nel salasso, una soluzione parziale e molto breve se non addirittura dannosa. Studi sistematici di misurazione

erano iniziati nel 1700 finché nel 1896 un medico torinese, SCIPIONE RIVA-ROCCI, inventò il primo SFIGMOMANOMETRO a mercurio che, dopo vari perfezionamenti, venne in uso comune verso il 1940/45 con la sua incerta esattezza nel percepire i toni durante la misurazione. Questo apparecchio è ancora in funzione ma negli ultimi anni l’elettronica l’ha superato con un sistema automatico per misurare dinamicamente sia il dato singolo

che il monitoraggio delle 24 ore. Non bisogna assolutamente equiparalo ai diffusissimi apparecchi da polso, pratici ma soltanto indicativi. Durante la normale giornata e nelle singole rilevazioni la pressione arteriosa manifesta continue oscillazioni e nella notte, indipendentemente dalla qualità del sonno, si abbassa moltissimo; la mancanza di questa caratteristica ha una grande importanza clinica. Si parla anche di aumento scaturito dalla emotività in ambiente medico ma io rifiuto di credere che, nel nostro tenore evolutivo, esistano persone con questa ignorantissima reazione. Le condizioni ideali per la migliore

indagine devono essere precedute da 5 minuti in ambiente a temperatura confortevole e completamente silenzioso, posizione seduta senza accavallare le gambe e schiena ben appoggiata. Nella mezzora precedente astensione da pasti pesanti, caffè e thè, fumo, alcool e sforzi fisici. L’arto superiore deve appoggiare su un ripiano ad altezza tavolo con il palmo della mano rivolto verso l’alto in modo che il bracciale, applicato senza indumenti e ben stretto 2-3 cm. sopra la piega del gomito, sia alla altezza del cuore. Tutti i dati vanno correttamente riportati su una precisa scheda per essere valutati dallo specialista che, in presenza di inspiegabili e persistenti anomalie, ricorrerà al monitoraggio delle 24 ore, con ugual sistema e principio, ma con regole e modalità diverse. Il concetto base è quello di valutare la pressione arteriosa durante una normale giornata lavorativa. Naturalmente anche qui lo specialista, per interpretare correttamente il monitoraggio, deve sapere in coincidenza di quali fatti si siano verificate le oscillazioni dell’esame. Lo strumento viene applicato alla cintura o a tracolla e collegato al bracciale che rileverà la misurazione ogni 15 minuti per 24 ore, alla fine delle quali verrà rimosso allo stesso Centro Ipertensione e tradotto in valori. Penso che, alla prima lettura di questa dettagliata e lunga spiegazione, possa venire il “capogiro” ma brevissimamente si capirà che sono semplici e logiche spiegazioni.

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GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO

Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di G. Arienti

I funghi della campagna mantovana da: Mantova Agricoltura - terza parte

Panus tigrinus Commestibile nome dialettale: ciudin dal salas Fungo abbondante nelle golene di Po e del Mincio soprattutto in primavera, dove fruttifica di preferenza sui salici morti e sui pioppi. Cappello dapprima nerastro che poi si screpola diventando bianco crema con squame ocra e con la tipica forma ad imbuto. Si consumano solo gli esemplari più giovani, anche se con risultati mediocri, poiché la carne diventa fibrosa nel maturo.

Coprinus comatus Buono nome italiano: agarico chiomato - fungo dell’inchiostro Pioppeti non arati e prati, soprattutto in primavera. Il cappello cilindrico e slanciato è tutto bianco e arruffato con una calotta scura in cima; a maturità si liquefa vistosamente in inchiostro nero a partire dal margine del cappello; lamelle bianche poi nere. Si mangia quando è tutto candido ed è molto apprezzato in Francia.

Agaricus bisporus Ottimo nome italiano: prataiolo, champignon Fruttifica specialmente in primavera nei prati trattati l’anno prima con il concime naturale o nei campi arati dove solleva il terreno. Fungo grande e carnoso con lamelle rosa poi bruno scure e gambo provvisto di un anello. Di grande soddisfazione per chi lo conosce, grazie alle dimensioni e alla sua copiosità nelle zone di crescita.

Agrocybe aegerita Ottimo nome dialettale: piupin, ciudin d’la piopa Fruttifica cespitoso dalla primavera all’autunno su piante vive e ceppaie morte di pioppo ma, nonostante il nome dialettale, anche su robinia, gelso, platano, tiglio, olmo, salice, sambuco e perfino ai piedi di rose vive. Cappello bruno che a maturità tende a sbiancare a partire dal margine, le lamelle sottostanti sono ocra; il gambo fibroso presenta un anello labile. E’ il fungo meglio conosciuto dalla folla dei funsaròi, insieme al ciudin e alla burtulana e dei tre il più pregiato.

Coprinus atramentarius Tossico nome italiano: fungo dell’inchiostro Forma dei piccoli cespi sui terreni ruderali o di riporto. Cappello conico grigio bruno, anch’esso deliquescente; lamelle all’inizio bianche ma nere a maturazione. Non va confuso col precedente tutto candido, poiché risulta leggermente tossico quando viene consumato col vino, in quanto l’abbinamento provoca l’effetto similantabuse.

Coprinus comatus

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continua sul prossimo numero

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Biogas: soddisfazione per la sospensione dell’impianto I giochi sembravano fatti, le carte in ordine: inve- “Di solito - hanno dichiarato i cittadini - non viece l’iter non è stato perfetto e di fronte al parere ne chiesto il rimborso delle spese legali a meno del Tar i cittadini di Birbesi e Guidizzolo esulta- che non ci sia una ragione di fondo schiacciante”. no. E non solo loro, perché da Ceresara a Medo- E se alcuni considerano il verdetto del Tar degno le sono diversi coloro che hanno criticato forte- delle più grandi class action americane che si vemente l’opera. dono solo nei film, altri mantengono l’aplomb e La sospensione dei lavori della centrale a biogas rimandano al 5 giungo, quando si terrà l’udienza di Birbesi è stata ordinata di fronte a un errore pubblica. Tutti sono d’accordo su un punto: “Siatecnico: per la valutazione d’impatto ambienta- mo grati all’avvocato Paola Brambilla di Bergale (Via) si sarebbe seguita la legge del 1999 (che mo che, esperta in questo campo, ha saputo geha portato a non eseguire la Via stessa) invece di stire la causa con professionalità e precisione”. quella in vigore, del 2006. Secondo il comitato “no biogas” lo stop forzato La notizia, anche se probabilmente non in modo di sei mesi può rivelarsi un valido deterrente per formale, sembra essere giunta anche agli addet- non proseguire nei lavori. Nel caso la sentenza ti ai lavori che ieri, nelle campagne di Birbesi, di giugno chiedesse a Guidizzolo Energia di rihanno rallentato la cementificazione dei 27mila presentare la valutazione d’impatto ambientale, metri quadrati destinati all’impianto. prenderebbe avvio un iter di circa due anni con la Ovvia la soddisfazione dei cittadini che hanno conseguente perdita di ingenti somme di denaro. fatto ricorso al Tar per bloccare la realizzazione Claudia Morselli dell’iniziativa della società Guidizzolo Energia e che nelle ultime ore non hanno esitato a divulgare la notizia tramite messaggi di ogni genere, anche sui social network. “Fin dall’inizio siamo stati considerati dei semplici contestatori, degli sciocchi che volevano battersi contro una cosa che, al contrario, era stata venduta per buona e giusta. Questa ordinanza del Tar ci dà forza e ulteriore coraggio per proseguire nell’azione”. Il Tribunale amministrativo, infatti, oltre a sospendere i lavori, ha anche condannato la Provincia di Mantova e la società al pagamento delle spese legali della parte ricorrente, per un ammontare di 2mila euro. Parte del cantiere con alcuni manufatti in avanzata costruzione

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Intervista all’Assessore Lino Valbusa Responsabile dei settori Affari Generali, Ambiente ed Ecologia, Sicurezza e Personale, l’assessore risponde ad alcune nostre domande che ripropongono i dubbi e le richieste di chiarimenti raccolti tra la popolazione di Guidizzolo. Dopo poche settimane dall’avvio della raccolta differenziata “porta a porta”, quali sono i primi risultati? Finito il mese di ottobre Mantova, Ambiente, la ditta che gestisce la raccolta rifiuti, ci ha immediatamente comunicato i primissimi dati complimentandosi con i guidizzolesi. La raccolta differenziata ha raggiunto immediatamente l’80% e sconta anche alcuni rifiuti presenti già in piattaforma senza i quali avrebbe sfiorato addirittura il 90%. Anche da parte mia un sincero ringraziamento per la fattiva collaborazione che tutti abbiamo messo in atto, frutto di sensibilità e senso civico. Diverse piccole ditte hanno lamentato che sono stati recapitati loro dei contenitori per certi tipi di raccolta differenziata, pur avendo detto, che non li avrebbero usati, al tecnico che li aveva intervistati. Non è uno spreco? Chi li paga? Le utenze che conferiscono i rifiuti sono di due specie: domestiche e non-domestiche ed alle stesse viene attribuita una diversa aliquota di tariffa rifiuti.

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Ovviamente per questa distinzione, che serve per una corretta imposizione evitando che il tributo sia scompensato tra abitazioni civili e attività, serve proprio che i conferimenti siano separati. Come mai a metà gennaio non sono ancora state inviate alle famiglie le cartelle per il pagamento della tariffa raccolta rifiuti del 2012? Non si corre il rischio che si ingolfino troppe tasse per le famiglie, l’IMU, la TIA, ecc.? Il passaggio avviato sul nuovo sistema di raccolta, per il quale il nostro Comune ha ottenuto che non vi fosse nessun aumento in virtù degli ottimi risultati sulla differenziata degli anni precedenti, ha portato ad allungare i tempi di recapito delle fatture. Le quali dovevano arrivare entro il mese di dicembre per l’anno 2012, quindi posteriori rispetto al servizio usufruito. Certo, in questo periodo tutti noi contribuenti saremo chiamati non solo per la tariffa rifiuti ma anche per l’Imu e, lo anticipo, pure per canoni di fognatura e depurazione. Quest’ultimo è riferito

all’annualità 2010. A questo proposito ricordo che ci troviamo a pagare il 2010 in quanto, su richiesta del nostro Comune, la Sisam accordò un allungamento dei tempi relativamente all’anno in cui fummo colpiti dal tornado nel quale i Canoni non vennero riscossi. Alcuni cittadini hanno chiesto il rimborso dell’IVA pagata sulla tassa rifiuti. Spetta il rimborso? Il problema dell’Iva non è nuovo. In più di un’occasione il Governo (questa infatti non è materia comunale), si è espresso nel senso del pagamento dell’Iva per la tassa rifiuti. Anche recentemente, l’Agenzia delle Entrate ha confermato l’assoggettabili-


tà all’Iva della tariffa. Dall’anno 2010 l’art. 14, comma 33, del DL n° 78/2010 come convertito nella legge 30.07.2010 n° 122 ha interpretato in via autentica che la Tariffa rifiuti, di cui all’art. 238 del D.L.vo n° 152/2006 ha carattere di corrispettivo e pertanto risulta gravata da Iva. È evidente come per noi non rappresenti un problema. Avete cambiato gli orari di apertura degli uffici comunali, eliminando il sabato e si stanno sentendo tante lamentele. È possibile che l’Amministrazione torni sui suoi passi? Gli orari di servizio dei dipendenti comunali, così come gli orari di apertura al pubblico,

sono sempre stati oggetto di riflessioni attente che ottemperassero ai legittimi interessi della cittadinanza e dei lavoratori. La decisione recentemente assunta di chiudere gli uffici il sabato mattina (però non tutti i servizi) nasce da più considerazioni. Da una parte era palese la necessità di uniformarci agli altri Enti territoriali quali l’Amministrazione provinciale o gli altri comuni limitrofi in quanto i contatti frequentissimi avvengono ovviamente durante gli orari di presenza dei funzionari; dall’altra parte si è manifestata la necessità di aperture pomeridiane al pubblico, richieste più del sabato mattina che risultava il giorno meno “traffi-

cato”. Avendo i nostri uffici per la maggior parte un unico operatore non era materialmente possibile ampliare l’orario al pomeriggio ed aprire il sabato.

Nuovo Consiglio Comunale Ragazzi È Nicole Giazzoli la neopresidente del Consiglio Comunale dei Ragazzi; vice Silvia Pasini, segretario e vicesegretario Davide Bonesi e Filippo Chinaglia. Consiglieri Theo Guatta, Giovanni Delmenico, Muhammad Hamza, Elia Aziz, Anna Vinciguerra, Ivan Artioli, Riccardo Passoni. Teatro delle elezioni l’aula consiliare dei grandi, accolti dal sindaco Sergio Desiderati, dall’assessore alle politiche scolastiche Simone Zampolli, dalla presidente del Consiglio Comunale Emanuela Costa, con l’augurio di buon lavoro nei vari ambiti di pertinenza del C.C.R. e la possibilità di evidenziarne le eventuali problematiche, essendo fondamentale per l’amministrazione il punto di vista dei ragazzi. Il via della seduta sull’inno nazionale, offrendo al primo cittadino lo spunto per sottolineare l’importanza del senso di appartenenza alla nostra nazione tanto per gli italiani come per quanti hanno scelto di venire nel no-

stro Paese e sono stati accolti. A seguire richieste e indicazioni dei ragazzi fioccano a tutto tondo. Dall’installazione di pannelli solari ai piccioni; dalla sistemazione del campo di calcio del plesso scolastico all’acquisto di arredi interni ed esterni; dal riscaldamento della palestra alla maggiore pulizia dei bagni. E non manca la richiesta di abolire le lezioni di sabato e soprattutto i compiti a casa. Su questi ultimi Zampolli fa notare che il proseguimento di questo impegno è fuori discussione;

suggerendo per contro come buon metodo il programmarli diluendoli giorno per giorno. Mentre l’insegnate vicario Antonio Lanza spiega come togliere il sabato equivalga a sposare il tempo pieno con 40 ore settimanali con costi di gestione lievitati. Per le problematiche ambientali l’esaustiva risposta dall’assessore Lino Valbusa. In chiusura tutti in teatro per una visita guidata al “Calendario di Guidizzolo”.

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Quattro bagole

- Ciao, dove vai di corsa? - Vado in Comune… - Mah… è sabato… è chiuso! - Come… è chiuso? - Certo, non lo sai? adesso al sabato non lavorano più… - E perché? - Dicono che al sabato c’era poca gente! - Ma non è vero! a me faceva comodo, e non solo a me! E adesso tutti quelli che lavorano durante la settimana e potevano andarci al sabato? - Si arrangiano, prenderanno un giorno di ferie… - Ma non è giusto! - E le banche allora? Se hai bisogno, ci vai gli altri giorni.. - E invece pensa te che adesso le banche stanno creando sportelli aperti al sabato e anche la domenica… - Si… la domenica!? - Certo! Nei centri commerciali! - Ah beh, nei centri commerciali… - E allora? Vanno incontro alle esigenze della gente, come dovrebbe fare anche il Comune…. - Che invece ha chiuso… - Ma almeno si può sapere come l’hanno giustificato? - Dicono che sono chiusi anche tutti gli altri comuni vicini… - E’ così? - Veramente io ho controllato su internet… Su dieci comuni vicini, solo un paio sono chiusi, tutti gli altri sono aperti... - Ma allora non è vero… - Però qui hanno aperto al mercoledì pomeriggio… - A cosa serve? - Boh… sarà per completare l’orario…

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- Ma chi lavora… lavora anche il mercoledì pomeriggio! - Cosa vuoi che ti dica… hanno deciso così… - Ma la gente cosa dice? - Non è che sia contenta, anzi! Si sentono tante lamentele… Però sai come siamo noi… - Certo, ci lamentiamo, brontoliamo… - … ma poi ci adattiamo a tutto! - Si, però non è giusto… ci sarà qualche altra ragione… - Ho sentito dire che c’erano alcune dipendenti che al sabato devono andare dal parrucchiere… - Dai… possiamo crederci? - Beh, io non so più cosa credere! - Non solo tu, qui mi sembra che ci sia un disorientamento generale… - E gli assessori, quelli che prima ricevevano al sabato? - Continuano a ricevere al sabato. - Ma allora il comune è aperto! - No, è chiuso, ma è aperto… dipende da cosa ti serve… - Ma così le spese di luce, riscaldamento… ci sono lo stesso! - Non credo sia stato fatto per risparmiare sui costi… - Perché, sarebbe stata una brutta idea? prima di aumentare le tasse sarebbe meglio tagliare i costi… - A parole, sono tutti d’accordo… - A parole! - Va beh, ho capito, torno lunedì! -Te salude!


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PRO LOCO GUIDIZZOLO Apertura: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9,00 alle 11,00 Telefono 0376 1620426 - fax 0376 1620443 - piazzale Marconi, 2 - c/o Municipio

Notiziario a cura di Daniele Guerra

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SE...

Nel mondo infinito delle parole ci sono diverse interpretazioni della voce “se…”. Nella famosa poesia “se” (if) di R. Kipling, questa semplice congiunzione è un precetto di come diventare uomini, “se” si seguono gli insegnamenti dei padri. L’altro se …invece è una congiunzione terribile, contagiosa, corrosiva, pericolosa, irreale. Racchiude in due sillabe tutti i rimpianti degli uomini. E’ la chiave dei cassetti dei sogni non realizzati, delle opportunità lasciate scappare, delle decisioni non prese, di tutto quello

accumulano freneticamente. In seguito, si deve di conseguenza sopportare ciò che non si può più cambiare, e inoltre è difficile e quasi impossibile riprendersi il passato. Occasioni perdute, sogni non realizzati per non aver avuto abbastanza coraggio, tempo, forza d’animo, non essere riusciti a parlare, pensare, rischiare. Non essere riusciti a resistere alle avversità, alle ostilità e a farci, pertanto, condizionare dalla normalità più sicura e tranquilla. Si vorrebbe mettere il nastro della vita passata in pausa, per capire cosa è successo, come mai non si è

per cui, quando si è vecchi, s’invidiano, e si ammirano i giovani, e nello stesso tempo si tormentano e si preoccupano per loro, perché i ragazzi non sono in grado di cogliere l’attimo, non hanno ancora dentro i “se…”, che in seguito consumeranno i loro pensieri, le loro anime. Per i giovani ogni conoscenza è preziosa. Non sono ancora guastati dalla nostalgia del non essere riusciti a fare, dei “se…” perduti. La vita corre troppo velocemente, ed è troppo entusiastica per chiedersi cosa si vorrebbe realmente realizzare, e i “se…” si

riusciti ad aprire quel cassetto. Questa congiunzione condizionale, che ha preso parte attivamente alla vita dell’uomo e ne ha condizionata la storia, si può applicare anche a quelle associazioni che spesso s’identificano con le persone che le dirigono. La Pro Loco di Guidizzolo in questi ultimi anni è stata identificata come un “qualcosa” di animato e con un “cervello” con cui parlare, pensare, discutere; infatti si dice: La Pro Loco ha fatto, ha detto, la Pro Loco ha sbagliato, ha sviluppato nuove idee, ha provocato, polemizza-

to, ha suscitato interesse, ha avuto successo, ecc. Spesso non si pensa che dietro il sipario ci sono uomini e donne che lavorano, lottano, discutono, si incavolano. Anche per la Pro Loco, quindi ci sono molti “se” non realizzati, molti cassetti che non è riuscita ad aprire, molti ostacoli che spesso le hanno impedito di essere se stessa, di uscire dalla piattezza e dalla normalità. Quante volte, nel direttivo si è sentito affermare se avessimo potuto, avuto la forza di…, se avessimo avuto più coraggio, più soldi, ascoltato o ignorato quei discorsi, se avessimo rischiato di più, se … se….e così via. Oggi la Pro Loco di Guidizzolo è ad una svolta, ad un giro di boa. Nei cosiddetti consiglieri “diversamente giovani” rimasti, esistono, forse, ancora molti “se…”; ora, però, sono entrati dei giovani che si spera riescano a far sparire queste due sillabe odiose. Dovranno farlo con il loro lavoro (che dovrà essere quasi a tempo pieno), la loro naturalezza, spontaneità, collaborazione, serietà. Soprattutto dovranno usare le loro orecchie per ascoltare tutti, ma proprio tutti, i loro nasi per “sentire l’aria che tira”, le loro bocche per parlare a tutti, indistintamente e autonomamente e infine i loro occhi per riuscire a “leggere” sinceramente negli occhi di chi sta di fronte. Questi sensi, se usati lealmente e con sincerità, saranno la chiave per aprire il cassetto dei “se…”. Svuotarlo sarà comunque un duro, durissimo lavoro che dovrà essere affrontato tutti insieme, in assoluta indipendenza e autodecisione, cercando, inseguendo e accettando la collaborazione di tutti.


Anagrafe - Stato Civile - Elettorale: Da lunedì a venerdì: dalle 10.00 alle 13.00 mercoledì: dalle 14.30 alle 17.30 sabato: reperibilità, solo per decessi cell. 347 8074979 Segreteria - Ragioneria - Tributi - Ufficio tecnico Scuola - Teatro - Segretariato sociale: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 12.30 mercoledì: dalle 14.30 alle 17.30 Assistente sociale: mercoledì e venerdì

dalle 10.00 alle 13.00

Polizia Locale: mercoledì e sabato

dalle 9.00 alle 11.00

Municipio (centralino) - tel. 0376 819201 Vigili Urbani - tel. 0376 840241 Teatro e manifestazioni - tel. 0376 1620428 Posta elettronica certificata: guidizzolo.mn@legalmail.it

ORATORIO SAN LORENZO ORARIO DI APERTURA 1ª e 3ª DOMENICA Maggio - Settembre dalle 17.00 alle 19.00 Ottobre - Aprile su prenotazione 335 422406

BIBLIOTECA tel. 0376 840435

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lunedì 9-12 / 15-19 martedì 9-12 giovedì 15-19 mercoledì venerdì 9-12 sabato

9-12 / 14.30-18.30 14.30-18.30 14.30-18.30 9-12 9-12

ASSOCIAZIONI Pro Loco - tel. 0376 1620426 Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 338 4597404 AVIS - AIDO - tel. 0376 840177 Raphaël - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292 GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240 Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172 Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189 Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382 Amici di Rebecco - tel. 0376 819678 Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376 818419

CIMITERO Apertura tutti i giorni della settimana Gen. - Feb. e Nov. - Dic. da Marzo a Ottobre da Aprile a Settembre

dalle 8 alle 17 dalle 8 alle 19 dalle 8 alle 20

PIAZZOLA RIFIUTI Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14.30 alle 17.30 Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30

AMBULATORI MEDICI • Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733 Prenotazione visite: 0376 840433 (8.30-12.30) Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento) Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 (su appuntamento) • Dr. Orfeo Valerio Galvani Ambulatorio 0376 819794 - Abitazione 0376 819096 Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30 Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento) • Dr. Giuliano Ponti Ambulatorio 0376 819475 - Abitazione 0376 819177 Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12.30 Giovedì: dalle 16.30 alle 19 Ambulatori medici presso sede AVIS • Dr.ssa Doriana Bertazzo Riceve su appuntamento tel.0376 83040 - 838500 Martedì dalle 17 alle 18,30 Giovedì dalle 8,30 alle 9,30 • Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350 Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17.30 alle 18.30 Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109 • Dr.ssa Vincenza Di Marco Riceve su appuntamento tel. 335 1736606 Lunedì - Martedì - Venerdì: dalle 10.00 alle 11.00 Mer.: dalle 16.00 alle 17.00 Gio.: dalle 10.30 alle 11.30 • Pediatra di base Riceve su appuntamento tel. 0376 631797 NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO tel. 800 228521 (Guidizzolo 0376 819005)

ENTI Protezione Civile - tel. 0376 847388 Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653 Istituto Comprensivo - 0376 819049 - 819059 Istituto Statale d’Arte - tel. 0376 819023 Corpo Bandistico - tel. 0376 840090 Fondazione “Rizzini” onlus - tel. 0376 819120 SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869 Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326 CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253 Parrocchia Birbesi - tel. 0376 819602 Parrocchia Guidizzolo - tel. 0376 819052

Numeri utili

UFFICI COMUNALI

SANTE MESSE GUIDIZZOLO Festivi: Prefestivi: Feriali: Lun. Merc. Giov. BIRBESI Festivi Feriali: venerdì REBECCO Prefestivi

estate 8 - 10.30 19 18 9.30 8.30 18

inverno 8 - 10.30 18 17 9.30 8.30 17

EMERGENZE GUARDIA MEDICA - 118 CARABINIERI - 112 - 0376819006 VIGILI DEL FUOCO - 115 FUGHE GAS - 800905440

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