Pmi live n. 19

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Anno IV - N.19 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2012 spedizione in abbonamento postale art. 1, legge 46/04 del 27/02/2004 Registrazione n째 921/2009 presso il Tribunale di Latina

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In questo numero: Editoriale pag. 3 PMI LIVE COMPIE TRE ANNI: GRAZIE! A tutti voi un augurio per un 2013 all’insegna del confronto e dei risultati

L’intervista pagg. 4/6 IL 2012 SI CHIUDE CON DUE GRANDI SFIDE: FORZA NEC E JSF Intervista al Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Biagio Abrate

Economia pag. 7 UN CONFRONTO TRA LE REGOLAMENTAZIONI D’IMPRESA Il Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca presenta il Rapporto “Doing Business Subnational in Italy 2013”

Internazionalizzazione pagg. 8/10 CRESCE LA COLLABORAZIONE ITALIA-BRASILE Diversi i settori coinvolti, con particolare riferimento alle alte tecnologie IL MERCATO DELLA DIFESA ITALO-BRASILIANO Intervista al Vicepresidente esecutivo dell’ABIMDE Ammiraglio Carlos Afonso Pierantoni Gambôa

La voce delle PMI pag. 11 LE PMI SONO UN BENE COMUNE DA SALVAGUARDARE Con Giorgio Fassina si inaugura la nostra nuova rubrica che dà voce alle PMI

Aerospazio pag. 12 A NAPOLI IL CONSIGLIO MINISTERIALE DELL’ESA L’Italia stanzia circa 1,2 miliardi per gli impegni pluriennali

Aiad pag. 13 LO SPAZIO COME GARANZIA DELLO SVILUPPO DEL SISTEMA ITALIA L’AIAD delinea il quadro delle ultime politiche nazionali ed europee

Ciao Alberto pagg. 14/15 CIAO ALBERTO Dedicato ad Alberto Beretta PMI Live: anno IV numero 19 bimestrale NOVEMBRE - DICEMBRE 2012

Art direction - Graphic: Pier Paolo Bigioni

Registrazione: presso il Tribunale di Latina - n° 921/2009

FOTO COPERTINA: Daniele Papagni WWW.CYBERNAUA.IT

Direttore responsabile: Roberta Busatto direttore@pmilive.it

Stampa: Nuova Grafica 87 Via del Tavolato Snc 04014 Pontinia (LT)

Redazione: Coop. Editoriale “Barra Spaziatrice” redazione@pmilive.it

Editore: Coop. Editoriale “Barra Spaziatrice” info@barraspaziatrice.it iscritta al roc in data 25/10/2011 con numero 21618 Sito web: www.pmilive.com

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Ad Alberto Beretta, collaboratore attento e generoso

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TERZO ANNO DI PUBBLICAZIONE

PMI LIVE COMPIE TRE ANNI: GRAZIE! A TUTTI VOI UN AUGURIO PER UN 2013 ALL’INSEGNA DEL CONFRONTO E DEI RISULTATI

La fine dell’anno coincide per noi con un momento imIl compimento del nostro terzo anno di vita coincide portante, che va oltre i bilanci a consuntivo delle atcon il lancio di una nuova rubrica, “La voce delle tività e l’elencazione di programmi e desideri per PMI”, dedicata proprio a tutte le Piccole e Medie l’anno che verrà. Imprese che vogliano condividere il loro pen“ETIAM CAPILLUS UNUS HABET Nei mesi di novembre-dicembre, infatti, PMI Live siero, le loro preoccupazioni, le loro ambizioni. compie il suo compleanno. Uno spazio a disposizione per tutti coloro che UMBRAM SUAM” vogliano mettere in luce una criticità, un pro(dalle “Sententiae” di Pubilio Siro, Siamo arrivati a tre, un numero da bambini nelmimo del 1° secolo a.C.) la vita umana ma, perdonate la presunzione, da blema, un punto di forza del nostro sistema leeroi in quella della stampa indipendente. gislativo, produttivo e istituzionale. Siamo riusciti a resistere alla crisi economica, finanL’augurio è che il 2013 sia all’insegna di un confronziaria, sociale e politica del nostro Paese, pur attraverto che veda le PMI finalmente protagoniste e che sia per tutti voi un anno di soddisfazioni. sandone proprio i momenti peggiori. Lo abbiamo fatto grazie soprattutto alle imprese che ci sostengono e alle istituzioni Intanto, la fine di questo 2012 porta via con sé un amico di PMI che ci ascoltano. Grazie alla nostra tenacia che è la tenacia delle Live, un collaboratore generoso, un grandissimo professionista, PMI tecnologicamente avanzate, della Difesa e dell’Aerospazio. un uomo dotato di una profonda dignità. Questo numero è dedicato a lui, ad Alberto Beretta. Ci mancherà Grazie alla passione che ci lega tutti al destino del nostro Paese. Abbiamo ancora molta strada da fare insieme, ma per farla ab- il tuo esempio. biamo bisogno di voi, delle vostre idee, del vostro supporto, della vostra collaborazione. Roberta Busatto Direttore Responsabile Per questo vi chiediamo di farci sentire sempre di più la vostra vicinanza.

Editoriale

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IL 2012 SI CHIUDE CON DUE GRANDI SFIDE: FORZA NEC E JSF INTERVISTA AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA GENERALE BIAGIO ABRATE

Come è ormai tradizione, chiudiamo l’anno di PMI Live ospitando un personaggio di rilievo. E, parlando di rilievo, abbiamo quest’anno il piacere e il privilegio di ospitare il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Biagio Abrate. Abbiamo avuto una prima opportunità di intervistarlo nel novembre 2010 quando era ancora Segretario Generale della Difesa. Successivamente, nel dicembre 2011, a conclusione di un anno particolarmente delicato per gli assetti geopolitici del Mediterraneo, il Generale Abrate ci ha aiutati a sintetizzare i principali avvenimenti occorsi. È quanto vorremmo fare anche in questa occasione, cercando di mettere a fuoco gli avvenimenti che maggiormente hanno interessato le PMI del settore. Cogliamo l’occasione per augurare al Generale Abrate e all’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli le migliori fortune personali e professionali, in virtù del prossimo avvicendamento alla guida dello Stato Maggiore Difesa. Generale Abrate, il 2012 è stato un anno caratterizzato da crisi e tagli alla spesa pubblica. In che modo questo processo ha coinvolto le Forze Armate italiane? “La revisione dello strumento militare, che si inserisce nel più ampio quadro di riforme strutturali poste in essere dal Governo Monti, è di fatto una necessità che la Difesa avvertiva da tempo e, pertanto, un obiettivo che si era già ripromessa di conseguire nel medio termine. L’esigenza di procedere alla revisione del nostro strumento militare era infatti imposta, oltre che dalla situazione economica e dalle prospettive future, soprattutto dal mutamento del quadro geostrategico, la cui gestione, bruscamente e imprevedibilmente peggiorata in questo 2012, chiede il possesso di un apparato militare proiettabile, integrabile in chiave euro-atlantica ma, soprattutto, sostenibile. Mi permetta di essere tecnico citando solo alcuni dati. Nel 2007 la percentuale del bilancio per la funzione della Difesa, cioè quella che va realmente a sostenere lo strumento militare, alle Forze Armate, era pari allo 0,94% del PIL, mentre oggi è pari allo 0,87%. In termini reali, ossia tenuto conto del tasso d’inflazione, il calo è stato ancora più forte. Ora, l’unica voce di bilancio che è costantemente cresciuta nel quinquennio è stata quella del “personale”, che ha raggiunto un peso eccessivo rispetto alle altre voci pari, da sola, a circa il 70% della spesa. Visti gli organici attuali e il trend delle spese per il personale, se nulla cambiasse, la disponibilità di risorse per l’operatività e gli investimenti si contrarrebbe ulteriormente in maniera inevitabile; di conseguenza, non sarebbe più possibile garantire la formazione, l’addestramento e l’equipaggiamento necessari per assicurare l’operatività e la

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L’INTERVISTA

sostenibilità del nostro strumento militare nei termini capacitivi cui ho fatto prima riferimento. Questo il motivo vero; il motivo forte; la molla che ha spinto il Governo e il Parlamento ad approvare in tempi record il disegno di legge delega per la “revisione dello strumento militare”. Ridurre le spese per il personale non vuol dire affatto sottovalutare l’elemento umano. È esattamente il contrario: per svolgere il proprio compito al meglio, e per conseguire l’interoperabilità di Comandi e Reparti che il nuovo scenario ci impone, il militare ha bisogno di essere responsabilmente formato, perfettamente addestrato e ben equipaggiato. Oggi i nostri militari svolgono la loro missione in maniera egregia; lo fanno, non solo per le loro qualità umane e professionali, ma anche perché sono equipaggiati con mezzi terrestri e aereo-navali e con sistemi di protezione, di osservazione e di comunicazione di ottimo livello. È tuttavia evidente che, nel futuro, gli squilibri strutturali della nostra spesa militare non ci avrebbero consentito, a meno di provvedimenti incisivi, di mantenere i livelli operativi e qualitativi sinora espressi, e che siamo chiamati a fornire per far fronte agli impegni assunti in sede internazionale nell’ottica della sicurezza e difesa comune. Per correggere l’evidente squilibrio e per restare alla pari dei partners europei all’Italia non restava, quindi, che procedere al ribilanciamento della ripartizione delle spese. Per tale motivo, si è scelto di procedere verso uno strumento militare più ridotto, ma parimenti efficace, proiettabile, interoperabile e sostenibile. Ciò significa, a bilancio stanile, pari a circa 14 miliardi di euro, ricondurre la spesa per il “personale” verso livelli simili a quelli degli altri Paesi europei, pari a circa il 50%. Parlando di cifre, questo implica dover ridurre nell’arco di circa un decennio, o poco più, il personale in servizio a non più di 150.000 militari e 20.000 civili, dagli attuali 190.000 e 30.000 (il primo dato previsto dal d. lgs 215/01). Una riduzione importante, me ne rendo conto. Ma è un passo necessario se si vuole avere Forze Armate in grado di operare al meglio, quindi, personale gratificato e motivato. E perché abbia senso, questo percorso deve essere fatto avviato subito; adesso”. In che modo, alla luce di quanto appena detto, si è invece modificato il rapporto con l’industria della Difesa ed in particolare delle PMI? “Il panorama industriale italiano è caratterizzato da una rilevante presenza di piccole e medie imprese. Il modello ottimale dal punto di vista dell’organizzazione industriale vorrebbe i capi-commessa delle maggiori industrie di settore supportare le PMI integrandone gli sforzi con un organico concorso di sviluppo e di produzione. Tale

modello non trova purtroppo sistematica applicazione, sia per la discontinuità dei programmi di armamento, sia perché i capi-commessa nazionali spesso assorbono le competenze tipiche dei piccoli fornitori. Da questa situazione consegue che il mancato sviluppo e consolidamento di un tessuto connettivo di PMI, con effettive eccellenze di nicchia, porta i capi-commessa a rivolgersi spesso all’estero per parti e componenti. La Difesa supporta l’Industria nei suoi sforzi tesi all’esportazione dei propri prodotti, ad esempio tramite la stipula di opportuni accordi bilaterali con altri Paesi, creando quindi la cornice giuridica per le commesse delle industrie nazionali, promuovendo all’estero il materiale già in uso presso le nostre Forze Armate, e fornendo la propria expertise a supporto dell’Industria nazionale. Le strategie del Ministero della Difesa sono volte a supportare le eccellenze industriali nazionali, così da assicurare il continuo aggiornamento di mezzi ed equipaggiamenti dello strumento militare e migliorare nel contempo la valenza tecnica dell’industria per la Difesa, promuovendone la competitività e salvaguardandone l’indipendenza nei settori strategici. A questo impegno si aggiunge la volontà di creare nuove opportunità industriali capaci di colmare i gaps dello strumento militare identificati nell’ambito del processo di sviluppo del sistema Difesa. A livello normativo, inoltre, si è assistito di recente a importanti interventi nel campo della vendita e dei trasferimenti di materiale militare. Al riguardo, la Direttiva UE Intra-Community Transfer (ICT) ha comportato l’alleggerimento dei controlli all’interno dell’Unione Europea, agevolando l’export di materiale per la Difesa. L’attesa comune è che, conseguentemente, per le PMI italiane si apra un mercato molto più libero, in grado di offrire nuove e maggiori opportunità di lavoro e crescita”. Che importanza avrà d’ora in avanti l’innovazione tecnologica nell’ambito del procurement della Difesa? “Lo scenario geostrategico attuale e la congiuntura economica in atto impongono, come si è detto, una razionalizzazione della spesa, che dovrà esser necessariamente reindirizzata, in parte, verso la ricerca e l’investimento, quindi verso la tecnologia. Di conseguenza, per il futuro continuerà, anzi, verrà rafforzata la sinergia tra il Segretariato Generale della Difesa e lo Stato Maggiore della Difesa affinché l’innovazione tecnologica possa essere valorizzata a tutto vantaggio dell’operatività, vera ragion d’essere delle nostre Forze Armate”. Qual è il futuro dei grandi programmi, come Forza NEC e JSF? “L’obiettivo del progetto “FORZA NEC” è quello di garantire allo strumento militare la


capacità di diramare e gestire informazioni e ordini real time/near real time; elemento cruciale, questo, per la condotta di operazioni nelle quali la tempestività è l’elemento premiante. In particolare, con il progetto “FORZA NEC” si intende conseguire la digitalizzazione e la modernizzazione della Forza Armata Esercito, così come della Marina e dell’Aeronautica – sempre in un quadro marcatamente interforze, avvalendosi del contributo dell’industria nazionale della Difesa – sviluppando le capacità nel settore C2ISR (Command and Control, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance), al fine di ottimizzare l’interoperabilità nella gestione delle informazioni, elemento fondamentale per conseguire la “Situational Awareness” e per garantire la sicurezza del personale ed il successo delle operazioni. È facile a questo punto intuire come progetti del tipo “FORZA NEC” siano – per finalità, connotazioni e propensione verso il “futuro” – destinati a diventare i pilastri della trasformazione soprattutto dello strumento terrestre in un’ottica sempre più tecnologica, interoperabile e multinazionale. Peraltro, l’impegno finanziario previsto per la finalizzazione del programma garantirà ricadute positive sia per la progettualità del futuro strumento militare sia per la produttività dell’industria, contribuendo in tal modo allo sviluppo, alla crescita e alle esportazioni di un segmento produttivo nazionale ad alto contenuto tecnologico e d’innovazione che include il comparto delle PMI. Per quanto attiene al programma JSF, esso risponde a una necessità irrinunciabile: quella di disporre di una componente aerotattica rispondente ai principi di efficienza, di efficacia capacitiva e di interoperabilità che connotano l’attuale contesto operativo. Gli attuali velivoli (quali Tornado ed AMX) esauriranno la loro vita tecnica nell’arco dei prossimi quindici anni e, poiché la sostituzione delle linee aeromobili si realizza in un quindicennio circa, è stato a suo tempo deciso di ammodernare la componente aerotattica dotandosi di un velivolo che assicuri il necessario supporto ai contingenti a terra con elevati standard di interoperabilità, elemento cruciale nelle operazioni di peacekeeping del futuro, ove la minaccia viene prevedibilmente dal “terreno”. Ecco come si è arrivati all’F-35 – o JSF – progetto del quale siamo, oltre che fruitori, anche partners. Il programma JSF rappresenta infatti, oltre che “l’aereo del futuro”, un’opportunità a livello industriale ed occupazionale. Il velivolo verrà infatti assemblato in Italia, garantendo così la continuità nell’impiego delle maestranze più qualificate che altrimenti, progressivamente si sarebbero trovate senza occupazione. Inoltre, la produzione di alcune importanti parti e sistemi garantirà all’industria nazionale la crescita e lo sviluppo in settori avanzati altrimenti destinati all’estinzione. Non ultimo, il fatto che la manutenzione sarà eseguita per i prossimi 40 anni nel sito nazionale di Cameri, che assurgerà pertanto a polo di riferimento europeo, comporterà un ritorno, in termini economici e di know how per un periodo estremamente significativo. L’industria aerospaziale italiana è una eccellenza del Paese. E questo programma, nel disegno della Difesa, ne costituisce una delle espressioni più pure, attuali ed efficaci”.

delle PMI rispetto alle colleghe del resto del mondo? “La grande industria è a mio avviso il risultato dell’intelligente e perseverante azione delle parti industriali e governative che ha caratterizzato i decenni a partire dal dopoguerra, e grazie alla quale si è saputo capitalizzare le nostre competenze ingegneristiche e produttive, conseguendo una capacità, un peso ed un prestigio che sono prerogativa di ogni nazione evoluta. Le PMI, per propria intrinseca vocazione, capitalizzano al massimo i punti di forza geneticamente italiani: mi riferisco in particolare alla spiccata flessibilità, alla propensione all’innovazione e alla reattività. Queste qualità non si sviluppano dall’oggi al domani, ma conseguono da un’innata predisposizione all’interlocuzione con il cliente, dalla comprensione esaustiva delle sue esigenze e dall’abilità di cogliere gli aspetti salienti e pertinenti della realtà di riferimento per poi sfruttarle con creatività. A queste caratteristiche, va aggiunto il fatto che le dimensioni ridotte spesso consentono di muoversi con una marcia in più in progetti nei quali la rapidità di realizzazione è fondamentale. Mutuando dall’ambito della moda, le PMI agiscono spesso come veri e propri atelier, in grado di dedicare al cliente uno spettro completo di competenze per sartorialmente attagliarvi la soluzione richiesta, in un processo interattivo che porta spesso alla fidelizzazione del cliente. Sono frequenti infatti le occasioni in cui le PMI italiane si impongono per la qualità del prodotto più che per il mero risparmio economico; il che, in tempi di drammatico contenimento dei costi, è ancor più importante. In sostanza, possiamo riconoscere alle PMI italiane l’abilità di aver saputo conciliare, anticipando i tempi, le esigenze del mercato globale con le potenzialità e la creatività della realtà nazionale”.

E quali sono i punti di forza delle Forze Armate? “A mio avviso, l’individuazione dei punti di forza delle Forze Armate va ricercata nell’atto formale del giuramento. Quella formula, quel grido, “Lo giuro”, suscita emozioni e sensazioni che non verranno mai dimenticate, né dal militare, né dai familiari, né dagli amici, né dai semplici spettatori. In quella frazione di secondo in cui si grida la promessa di fedeltà alla Repubblica Italiana, si offrono a disposizione del Paese le proprie energie migliori e il proprio onore. Chi giura si unisce idealmente a quella schiera di italiani che, in nome di quel solenne impegno, hanno dedicato, sacrificandosi, ogni loro risorsa alla Patria, per la sicurezza dei cittadini italiani, anteponendo l’interesse generale a quello personale. Il giuramento è la più efficace espressione di questo sacrificio e racchiude il senso stesso del nostro quotidiano impegno professionale, in Italia ed all’estero. Le Forze Armate, soprattutto in un momento così impegnativo, hanno bisogno di poter contare su uomini e donne di valore che incarnino ed esaltino, con legittimo orgoglio, le peculiarità di ogni singola componente, mettendo a disposizione della comunità, nazionale ed internazionale, le migliori professionalità e le migliori capacità. Attualmente oltre 6.000 militari, in missione Quali sono, secondo lei, i punti di forza sotto l’egida delle principali organizzazioni dell’industria italiana e in particolare internazionali, hanno idealmente raccolto

il testimone dalle decine di migliaia di uomini e donne che da trent’anni onorano il Tricolore e accrescono il prestigio del Paese, portando ovunque la solidarietà e l’umanità del popolo italiano. Una partecipazione qualificata e qualificante, quella di uomini e donne pienamente consapevoli delle proprie responsabilità, dell’importanza e del significato del loro impegno, che operano interpretando il loro ruolo con equilibrio e saggezza, rispettando culture, religioni, usi e costumi anche molto diversi dai nostri e meritando, in tal modo, la riconoscenza delle popolazioni locali e la stima dei partners internazionali. I nostri militari hanno sempre saputo anteporre al proprio interesse il bene del nostro Paese, dimostrando un amor di Patria nel suo significato più puro, per il quale molti, purtroppo, hanno perso la vita, mentre altri portano per sempre segni indelebili. Ecco, questo è il nostro punto di forza: il sacrificio di noi stessi, senza “se” e senza “ma”, per il bene comune”. Quali sono, secondo Lei, i principali traguardi raggiunti dal Sistema Difesa nel 2012 e quali quelli che dovrà tentare di conquistare nel 2013? “Negli ultimi anni le Forze Armate italiane hanno fatto veri e propri passi da gigante in ogni settore, imposti sia dal mutato quadro geostrategico sia dall’evoluzione della società di cui le nostre Forze Armate sono espressione. È un fatto che la professionalizzazione, l’ingresso del personale femminile, l’interoperabilità e, soprattutto, la partecipazione a tutte le operazioni fuori area – e la credibilità che ne è conseguita – abbiano reso le Forze Armate all’avanguardia, in Italia e all’estero. Individuare un preciso ambito di distinzione con tali premesse è oggettivamente difficile. Mi sento però di dire che, se esiste un settore che mi ha impressionato per quanto rapidamente ed efficacemente si è saputo adattare alle nuove sfide, questo è stato senz’altro la logistica. I numerosi impegni delle Forze Armate hanno reso evidente che lo strumento militare, per essere efficace, deve essere sostenuto e sostenibile. C’è stata, di conseguenza, una radicale revisione del settore che ha trasformato un’organizzazione statica, in gran parte territoriale e mirata ad ipotesi di impiego ben definite, in una struttura agile, con una catena di Comando e Controllo integrata e flessibile,

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perfettamente idonea a supportare i nostri militari nelle molteplici attività che caratterizzano l’attuale contesto operativo. Abbiamo oggi una logistica in grado di garantire ogni attività, dal mantenimento, ai rifornimenti, ai trasporti ed alla gestione delle relative risorse finanziarie; una logistica basata sul corretto impiego delle tecnologie informatiche d’avanguardia che permettono un’esatta individuazione delle esigenze dell’utente finale, un’accurata ottimizzazione dei processi logistici e, non ultimo, il pieno coinvolgimento dell’Industria e, quindi, del Sistema Paese. Risulta chiaro che il primo beneficiario è l’uomo sul terreno, al quale tutti noi dobbiamo fare riferimento nel pianificare un’operazione. Il militare italiano può contare su un apparato logistico aderente ed efficace, che assicura il supporto all’operatività in condizioni di sicurezza ragguardevoli. Pensiamo semplicemente ai mezzi da combattimento moderni a bordo dei quali operano oggi i nostri militari: oltre a garantire un’adeguata mobilità, assicurano un elevato grado di protezione, caratteristica fondamentale ed imprescindibile nelle operazioni odierne. E, parlando di mezzi, l’esempio che s’impone su tutti è senz’altro il “Lince”, veicolo blindato ormai “celebre” per il decisivo, fondamentale apporto fornito ai nostri militari in tema di sicurezza, specialmente in Afghanistan. Potrei continuare citandole altri esempi, ma ritengo importante rimanere al concetto base: quello che veramente conta è che oggigiorno i nostri militari, ovunque essi siano, possono contare su un apparato logistico aderente, che li segue ovunque e che soddisfa ogni necessità operativa, rendendo la loro missione efficace, sostenibile, ma, soprattutto, sicura. Per rispondere alla seconda parte della Sua domanda, vorrei sottolineare quanto detto all’inizio dell’intervista: la revisione dello strumento militare è un provvedimento necessario e non più prorogabile. Ciò in quanto, come detto, se vogliamo mantenere in futuro i livelli di operatività e di interoperabilità dello strumento di cui oggi disponiamo ed andiamo fieri, siamo chiamati

a modificare gli squilibri strutturali della nostra spesa militare, portandoci verso valori tendenziali della spesa, pari al 50% per il “personale”, al 25% per “l’operatività” ed al 25% per “l’investimento”. Il disegno di legge delega ora approvato dal parlamento traccia in modo semplice ma efficace questo percorso. Un percorso che ci chiama tutti ad un impegno serio e responsabile cui guardare con fiducia”. Quali sono i principali avvenimenti del 2012 che le sembra importante ricordare? “Prima di tutto il mio pensiero va alle famiglie che hanno perso i propri cari nell’adempimento del proprio dovere in Patria e all’estero. In questa occasione vorrei rinnovare loro il più profondo cordoglio e la più sentita, affettuosa vicinanza di tutti gli uomini e donne con le stellette. Certamente, il tema principale di questo 2012 è stato quello della revisione dello strumento militare, su cui, però, mi sono già soffermato a sufficienza. Ma non è il solo. Nel corso del 2012 ho avuto il piacere di incontrare in diverse occasioni i miei omologhi dei Paesi appartenenti alla NATO. Per me è stato motivo di immenso orgoglio ricevere attestati di stima sull’operato dei militari italiani impiegati nelle missioni all’estero. Sono veramente fiero del lavoro che i nostri Soldati, i nostri Marinai, i nostri Avieri, i nostri Carabinieri svolgono, 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana, 365 giorni l’anno con professionalità e generosità esemplari. Vorrei, in questa occasione, sottolineare anche la prontezza, l’efficienza e la flessibilità d’impiego dei Reparti, i quali, ovunque chiamati a intervenire, hanno raggiunto risultati sempre all’altezza delle aspettative, riscuotendo, in ogni contesto, il più ampio riconoscimento da parte delle popolazioni e delle autorità militari e politiche locali. Parlando di estero, ma su un altro piano, voglio ricordare il grande successo riscosso dagli atleti militari alle Olimpiadi di Londra. Sono fortemente convinto che il conseguimento di risultati importanti possa essere solo il frutto di una dedicata, mirata e costante applicazione psico-fisica. Essere ottimi militari e ottimi sportivi richiede qualità fisiche, virtù morali e

condivisione di valori quali la disciplina, l’onestà, il coraggio e il rispetto per l’avversario, in assenza dei quali risulta pressoché impossibile raggiungere obiettivi importanti. Venendo a quanto fatto a casa nostra, vorrei ricordare innanzi tutto l’impegno dei circa 100.000 Carabinieri i quali capillarmente distribuiti sul territorio, dando vita a ben 4732 Stazioni, trasmettono in tutti i Cittadini fiducia, serenità e sicurezza. Un “presidio”, un riferimento prezioso, pronto ad intervenire in aiuto a più deboli in caso di necessità. E certamente non posso dimenticare l’impegno incessante dei nostri soldati nel controllo del territorio così come nelle operazioni di soccorso alla popolazione. A tale specifico riguardo, voglio ricordare l’operato dei nostri militari in occasione del sisma che nel maggio scorso ha colpito gravemente le popolazioni del Centro Nord. Con l’operazione “Una Acies”, che ha visto i nostri uomini e donne allestire campi di accoglienza, rimuovere macerie, mettere in sicurezza diversi edifici pericolanti, tra i quali numerose abitazioni, i soldati italiani si sono guadagnati, una volta di più, la gratitudine di tutti i cittadini. Non ultimo, voglio citare un importante traguardo nel campo della cooperazione istituzionale: l’Accordo Quadro di Cooperazione siglato in tema di Sanità tra lo Stato Maggiore della Difesa e la Regione Lazio, con il quale è ora possibile il comune reciproco utilizzo di strutture, professionalità e mezzi della sanità civile e militare al fine di realizzare progetti e attività cliniche che consentano standard qualitativi di eccellenza, oltre che un sensibile contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni. In conclusione, è stato un 2012 quanto mai impegnativo, ma anche fruttuoso. Mi permetta, quindi, di cogliere quest’occasione per ringraziare tutti i militari per il loro impegno e di condividere con loro la soddisfazione di aver fatto cose buone. Auguro a tutti gli uomini e donne con le stellette un 2013 se possibile ancora migliore; ma, soprattutto, auguro loro di poter passare un sereno periodo di Feste con i loro Cari. Sono questi ultimi che, con il loro affetto, ci permettono di assolvere al meglio la nostra professione”. Roberta Busatto

1982-2012: TRENT’ANNI DI MISSIONI ALL’ESTERO A Roma il convegno presentato dal Generale Franco Angioni

Si è svolto il 29 novembre in Campidoglio, nella sala della Protomoteca del Campidoglio, il convegno “1982– 2012: Trent’anni di missioni all’estero”, presentato dal Generale Franco Angioni. Il convegno è stato un’occasione per favorire un dibattito aperto sul ruolo che l’Italia svolge da oltre 30 anni nelle missioni internazionali di pace, analizzando la situazione negli scenari di crisi e l’efficacia dell’azione dell’Italia in essi. Sono infatti intervenute numerose Autorità politiche, militari, rappresentanti delle Istituzioni italiane ed estere, del mondo accademico e giornalistico. Il Generale Angioni, Comandante della missione italiana ITALCON in Libano nel 1982, ha raccontato con efficacia quello che era il clima dentro e fuori il nostro paese in quegli anni, descrivendo quelli che sono stati gli inizi delle missioni militari all’estero: “Era il 23 settembre 1982, quando iniziò la missione in Libano che si concluse il 19 febbraio 1984” ha raccontato il Generale Angioni “per il contingente italiano furono mesi intensi, carichi di tensione e di pericoli, con molta soddisfazione dei singoli e delle forze armate. L’Italia da un punto di vista internazionale sembrava uscita dal letargo”. Trent’anni fa, in Libano, l’Esercito Italiano iniziava, infatti, la sua nuova storia, diventava un esercito moderno e da allora i militari italiani, ieri di leva e oggi

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L’INTERVISTA

professionisti, sono presenti con impegno e dedizione in tutti i teatri internazionali di operazione. Il convegno non è stato soltanto un’occasione per ricordare l’ingresso delle forze armate italiane nelle operazioni complesse delle nazioni unite ma anche un momento di riflessione su quelle che sono le sfide presenti e future che il nostro Paese, così come la comunità internazionale, si prepara ad affrontare. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Biagio Abrate ha sottolineato come “gli oltre 6.000 militari che, in questo momento, sono in missione sotto l’egida delle principali organizzazioni internazionali (ONU, NATO, Unione Europea) hanno idealmente raccolto il “testimone” dalle decine di migliaia di uomini e donne che da trent’anni onorano il “tricolore” e accrescono il prestigio del Paese, portando ovunque la solidarietà e l’umanità del Popolo italiano. La missione in Libano – ha proseguito il Generale Abrate - segnò l’inizio di un nuovo corso non solo per la politica militare, ma per la stessa politica estera italiana. Sono particolarmente grato al Generale Angioni, della cui straordinaria energia e della cui proverbiale determinazione, le Forze Armate, a distanza di trent’anni, continuano a beneficiare”. L’Esercito Italiano è sempre stato presente nei grandi teatri operativi internazionali: Libano, Namibia, Kur-

distan, Somalia, Mozambico, Ruanda, Bosnia, Albania, Macedonia, Kosovo, Timor Est, Afghanistan, Iraq, Bosnia, Sudan, Pakistan, Libano, Ciad e Repubblica Centro Africa, Georgia, Haiti. In chiusura della prima parte del convegno, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Claudio Graziano, che ha comandato il battaglione il Mozambico nel 1992, la Multinational Brigade Kabul di ISAF in Afghanistan e la missione UNIFIL in Libano dal 2007 al 2010, ha testimoniato, attraverso la sua esperienza sul campo, l’importante passaggio dall’esercito di leva a quello di professionisti, illustrando l’impiego dell’Esercito nell’attuale contesto geopolitico e strategico. Sono circa 5000 i militari dell’esercito impiegati all’estero, di cui 4000 in Afghanistan (80% dell’impegno totale), e 4600 i militari impiegati su tutto il territorio nazionale nell’operazione “Strade Sicure” e nella vigilanza di siti e installazioni. L’Esercito e tutte le Forze Armate concorrono inoltre alla salvaguardia delle libere istituzioni e svolgono compiti specifici in circostanze di straordinaria necessità e urgenza. L’Esercito, da sempre, contribuisce alle attività in caso di pubbliche calamità, solo per citare gli episodi di maggior rilievo: terremoto in Abruzzo (2009), alluvione in Sicilia (2011), emergenza neve nel centro – nord Italia (2012) e terremoto in Emilia Romagna (2012).


UN CONFRONTO TRA LE REGOLAMENTAZIONI D’IMPRESA Il Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca presenta il Rapporto “Doing Business Subnational in Italy 2013”

Il Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca ha recentemente presentato, insieme alla Banca Mondiale e alla Banca d’Italia, il Rapporto “Doing Business Subnational in Italy 2013”. Il Rapporto studia le regolamentazioni che favoriscono o limitano l’attività imprenditoriale. Sono state messe a confronto 13 città e 7 porti italiani e quelle di 185 paesi del mondo. Nel complesso l’Italia occupa il 73º posto del ranking mondiale, a fronte dell’87° dello scorso anno. “Il miglioramento ottenuto dal nostro Paese” ha commentato il Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca “ancora non tiene conto delle politiche che il Governo nel frattempo ha attivato e ancora in fase di attuazione, come la scelta di concentrazione dei tribunali, la telematizzazione dei processi, l’istituzione di tribunali specializzati per le imprese, le norme sulle tariffe e la riapertura dei concorsi per i notai, lo Sportello Unico dell’Edilizia, le semplificazioni, l’Autorità dei Trasporti”. Il Rapporto ha analizzato cinque fasi del ciclo di vita di un’impresa attraverso cinque indicatori: avvio d’impresa, ottenimento dei permessi edilizi, trasferimento di proprietà immobiliare, risoluzione di dispute commerciali e commercio transfrontaliero marittimo (riservato ai sette porti).

Tali indicatori sono stati selezionati perché interessano aree in cui vi sono variazioni nella normativa (o nella prassi) a livello locale e sono stati usati per valutare l’effetto delle riforme. Il Rapporto evidenzia rilevanti diversità sul territorio, segnalando significativi spazi di miglioramento per alcuni indicatori, in particolare sui permessi edilizi. Alcune esperienze di successo a livello locale, se diffuse a livello nazionale, consentirebbero un ulteriore sensibile miglioramento della posizione italiana nel ranking globale. “L’esistenza di tante difformità territoriali” ha proseguito il Ministro Barca “è un elemento positivo perché individua possibilità di progresso. Sul terreno dei permessi edilizi i risultati rappresentano uno sprone per le autorità locali che possono migliorare con nuove norme, simili a quelle adottate da Bologna, Cagliari, L’Aquila e Milano”. Esistono criticità che attraversano l’intero Paese, come la scarsa concorrenza nell’ambito dei servizi professionali; Milano, ad esempio, presenta dei costi per l’avvio di un’impresa superiori di oltre tre volte alla media Ue, oppure Torino, pur essendo al 1° posto in Italia per la soluzione di dispute commerciali, richiede comunque quasi un anno di attesa in più rispetto alla media europea “Rispetto all’avvio di nuove imprese, i miglioramenti possono avvenire solo a livello nazionale, perché legato per lo più al costo”. Per sollecitare un comportamento imitativo delle buone pratiche a livello di Amministrazione pubblica da parte di classi dirigenti e cittadini “appare decisivo” ha concluso il Ministro Barca “diffondere forme di dibattito informato che consentano di capire dove sono gli spazi di miglioramento e di individuare i soggetti responsabili del loro conseguimento. Solo così sarà possibile eliminare rendite di posizione e privilegi, liberando le energie del cambiamento che stanno crescendo ovunque in Italia. Nel complesso comunque il Rapporto evidenzia che esistono profili di contesto, di servizio, essenziali, le cui peculiarità non sono esemplificabili nella differenza nord-sud, come le scuole o la fruizione dei beni culturali e sui quali è necessario lavorare per aumentare la competitività del nostro Paese”. Giovanna Prina

Doing Business in Italia 2013 è un nuovo rapporto subnazionale realizzato da Doing Business che analizza le regolamentazioni d’impresa relative a quattro indicatori in 13 città italiane: Bari (Puglia), Bologna (Emilia-Romagna), Cagliari (Sardegna), Campobasso (Molise), Catanzaro (Calabria), L’Aquila (Abruzzo), Milano (Lombardia), Napoli (Campania), Padova (Veneto), Palermo (Sicilia),

Potenza (Basilicata), Roma (Lazio) e Torino (Piemonte). Viene altresì misurato l’indicatore sul commercio transfrontaliero marittimo in 7 porti: Cagliari (Sardegna), Catania (Sicilia), Genova (Liguria), Gioia Tauro (Calabria), Napoli (Campania), Taranto (Puglia) e Trieste (Friuli-Venezia Giulia). Le città sono state selezionate dal Dipartimento per la

programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE) della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. I dati inerenti alle città e ai porti italiani sono comparabili con quelli raccolti annualmente da Doing Business in 185 Paesi del mondo. I dati contenuti in Doing Business in Italia 2013 sono aggiornati al primo giugno 2012.

Graduatoria delle 13 città esaminate nel rapporto Doimg Business subnational

n.

Avvio di una attività imprenditoriale

Ottenimento di permessi edilizi

Trasferimento di una proprietà immobiliare

Risoluzione di una disputa commerciale

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Catanzaro Padova Potenza Bologna Palermo Bari Roma Milano L’Aquila

Bologna Cagliari L’Aquila - Milano

Bologna Palermo Campobasso - Napoli

L’Aquila - Torino

Torino Napoli Potenza Roma Cagliari Campobasso Catanzaro L’Aquila Palermo

Padova Roma Torino Campobasso Bari

Catanzaro Cagliari Bari, Milano

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Torino Cagliari Napoli

Catanzaro Napoli Palermo

Potenza Padova

Milano Bologna Padova

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Campobasso

Potenza

Roma

Bari

ECONOMIA

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CRESCE LA COLLABORAZIONE ITALIA-BRASILE Diversi i settori coinvolti, con particolare riferimento alle alte tecnologie

Apriamo la rubrica dedicata ai Paesi più interessanti per gli scambi commerciali nei settori della Difesa e dell’Aerospazio con il Brasile, un partner di importanza crescente nei rapporti bilaterali e nel contesto globale. In Brasile esiste la comunità di origine italiana più grande del mondo con 25/30 milioni di discendenti, una presenza industriale imponente con 716 fabbriche e filiali produttive di molte delle migliori imprese italiane e una rete istituzionale che si appoggia su quasi 140 terminali oltre che su centinaia di Associazioni italiane. Nel 2010 il “Piano d’Azione di Partenariato Strategico tra Italia e Brasile” sottoscritto tra i due Governi ha indicato tra le priorità: • la creazione di un rapporto privilegiato di collaborazione industriale, con particolare riferimento ai settori navale, aereonautico, infrastrutturale delle telecomunicazioni e dell’energia con specifica attenzione, in quest’ultimo caso, alle energie rinnovabili; • la creazione di un rapporto privilegiato nel settore della Difesa, con particolare menzione ad ipotesi di collaborazione industriale e trasferimento di tecnologie (unità navali, trasporti terrestri, manutenzioni motori aerei da addestramento, comunicazioni satellitari); • il rilancio della collaborazione scientifico-tecnologica in vari settori, con particolare riferimento a quello spaziale e alla realizzazione di attività comuni nel settore sportivo, sia per quanto riguarda gli investimenti previsti per la Coppa del Mondo di Calcio del 2014 ed i Giochi Olimpici del 2016 che per il rilancio della collaborazione tra i Comitati Olimpici dei due Paesi. Secondo i dati di una ricerca congiunta di Ambasciate/Consolati/ ENIT 2013 nel 2011 l’economia brasiliana, pur crescendo con un ritmo inferiore a quello del 2010 (2,7%, secondo le stime EIU, rispetto al 7,5% dell’anno precedente), è diventata la sesta economia mondiale per PIL (espresso in dollari USA), superando il Regno Unito. La

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previsione di crescita per il 2012 dell’EIU è del 3,3%. La bilancia commerciale mette in evidenza la vocazione di esportatore di “commodities” (minerali di ferro, soia, caffè, derivati del petrolio) e di importatore di beni intermedi e ad alta tecnologia. Secondo i dati raccolti, invece, dall’Ambasciata italiana in Brasile, le esportazioni italiane nel Paese sudamericano sono cresciute nell’ultimo decennio del 264% con una progressione che, malgrado le difficoltà economico-finanziarie evidenziatasi in un contesto globale nel 2009 ed anche nell’anno in corso, non sembra destinata ad attenuarsi. I dati relativi ai primi mesi del 2012 confermano che quello brasiliano continua ad essere uno dei mercati in assoluto più promettenti e interessanti per il nostro export. L’export italiano aumenta con la crescita del Brasile: +250% negli ultimi 10 anni, +3,1% nei primi 7 mesi del 2012. Le imprese italiane presenti in Brasile con 250 fabbriche e filiali produttive censite nel dicembre 2007 sono arrivate nel giugno del corrente anno a ben 716. La presenza è concentrata nelle aree di maggior presenza della comunità italiana (San Paolo, Minas Gerais, Rio de Janeiro, Santa Caterina, Rio Grande del Sud, Paranà, ecc.) ma che si sta estendendo anche agli Stati del Nord, Nordest e Centro del Paese nei quali si registrano i tassi di sviluppo più elevati. Le nostre imprese, che danno lavoro direttamente e tramite l’indotto a oltre mezzo milione di lavoratori brasiliani, sono peraltro attive in settori ad alto contenuto tecnologico come macchinari e componenti industriali (27% del totale), automotive (16%), chimica (8%), industria del mobile (6%), telecomunicazioni (5%), alimentare di qualità, abbigliamento, energia, ecc. Pertanto sul Brasile è ricaduta la scelta dell’organizzazione di una rassegna dedicata all’Italia con oltre 400 eventi organizzati in un anno (Momento Italia-Brasile 2011-2012). Piera Zocchi


IL MERCATO DELLA DIFESA ITALO-BRASILIANO

Intervista al Vicepresidente esecutivo dell’ABIMDE - l’Associazione brasiliana delle imprese della Difesa e della Sicurezza, Ammiraglio Carlos Afonso Pierantoni Gambôa Che peso ha il settore Difesa e Aerospazio nell’Economia brasiliana? Qual peso tem o setor Defesa e Aeroespacial na Economia Brasileira? “La base industriale delle Ditte della Difesa e Aerospazio in Brasile lavora esclusivamente per il Governo e opera per rispondere alle richieste del Sistema di Difesa e Sicurezza Nazionale. Ciò che dimensiona questo settore è lo stanziamento pubblico previsto dal Governo Federale con una visibilità di cinque anni. In conseguenza di ciò il valore del PIL generato dalle industrie del settore difesa e aerospazio riflette questo valore che si attesta attualmente intorno al 4% del valore del PIL brasiliano”. “A Base Industrial das Empresas de Defesa e Aeroespacial no Brasil tem como cliente final exclusivamente o Governo brasileiro para atender o Sistema de Defesa e Segurança Nacional. Tudo depende do Orçamento previsto pelo Governo Federal para os próximos cinco anos. Pelo tanto o valor do PIB gerado pelas indústrias do setor defesa e aeroespacial reflete este valor é atualmente o 4% do inteiro produto interno bruto nacional”. Quale è il ruolo dell’industria della difesa nel definire le strategie di sviluppo del settore? Qual é o papel da indústria da Defesa em definir estratégias de desenvolvimento do setor? “Non sarà l’industria a definire da sola quali saranno i prodotti né i requisiti degli stessi; saranno gli organi del proprio governo a determinare quali e a quali strategie dovranno rispondere i prodotti che saranno considerati necessari o strategici per il Sistema di Difesa Nazionale. Sarà compito delle imprese mostrare le proprie capacità e la loro conoscenza tecnologica”. “A indústria não decide sozinha quais serão os produtos nem os requistos dos mesmos; serão os órgãos do próprio governo em determinar quais e de que tipo serão os produtos a serem considerados necessários e estratégicos para o Sistema de Defesa Nacional. Será uma tarefa das empresas mostrar suas capacidades e seu conhecimento tecnológico”.

umane, con un’ampia prospettiva nel numero di prodotti, principalmente per via dei grandi eventi che si realizzeranno prossimamente in Brasile come la Coppa del Mondo e le Olimpiadi. Le Piccole e Medie Imprese, molte volte rappresenteranno la base tecnologica dell’indotto delle imprese di dimensioni maggiori”. “As Pequenas e Médias Empresas possuem um papel muito importante principalmente quando forem fornecedoras de equipamentos de segurança para grandes aglomerados, com amplos volumes de produtos, principalmente para os grandes eventos que acontecerão proximamente no Brasil como Copa do Mundo e Olimpíadas e por serem as PMI, muitas vezes, a base tecnológica de empresas de grande porte”. Le PMI del settore hanno appositi e adeguati spazi di discussione e di interfaccia rispetto ai livelli istituzionali militari e civili? As ‘PMI’ do setor possuem específicos e adequados espaços de discussão e de interface com as instituições militares e civis? “Le PMI per essere molte e di piccole dimensioni, necessitano di essere rappresentate dall’associazione che le riunisce e le rappresenta con un peso maggiore nei confronti delle autorità di governo. Le PMI, o imprese così chiamate, per avere meno di 40 dipendenti, rappresentano il 57% di tutte quelle associate all’ABIMDE”. “As PMI por serem muitas e de pequenas dimensões, precisam ser representadas pela associação que as reúne e as representa com um maior peso perante as autoridades do governo. As PMI, ou empresas assim chamadas por terem menos de 40 funcionários, representam o 57% de todas as associadas à ABIMDE”.

Quanti associati conta l’associazione brasiliana? E tra questi quante PMI? Com quantos associados conta a ABIMDE? E quantas empresas associadas são ‘PMI’? “L’ABIMDE conta 184 ditte brasiliane tutte operanti nel Settore Difesa ed in quello Aerospaziale e ha al suo interno più di 100 ditte che si configurano come Piccole e Medie Imprese”. Quale, in particolare, quello delle PMI? “A ABIMDE conta no total com 184 empresas Brasileiras todas atuando no Setor Defesa Qual, em particular, o papel das ‘PMI’ (Pequenas e Média Empresas)? “Le Piccole e Medie Imprese possiedono un ruolo molto importante e Aeroespacial e conta com mais de cem empresas consideradas como PMI dentro de sua nella fornitura di apparati di sicurezza per grandi concentrazioni associação”.

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Quali sono le principali attività che svolge? Quais são as principais atividades que a ABIMDE desempenha? “Il ruolo più importante che riveste l’ABIMDE è quello di rappresentare tutti i suoi associati della categoria presso gli organi governativi preposti nella definizione delle necessità del sistema di difesa e sicurezza nazionale, ossia, il Ministero della Difesa e il Ministero della Giustizia. L’ABIMDE svolge questo importante servizio di interlocutore affinché le sue associate abbiano un portavoce presso gli organi ammnistrativi e legislativi per essere ascoltate e rappresentate le necessità del comparto, partecipando assieme al legislatore nella definizione degli strumenti che favoriranno i suoi associati e nell’adattare la legislazione relativa al supporto finanziario alle esigenze del settore”. “O papel mais importante da ABIMDE è de representar a categoria junto aos órgãos governamentais prepostos à definição das necessidades do sistema de defesa e segurança nacional, ou seja, o Ministério da Defesa e o Ministério da Justiça. A ABIMDE desenvolve este importante serviço interlocutório para que suas associadas tenham um porta-voz junto ao Poder Executivo e Legislativo para que sejam ouvidas e representadas as necessidades da categoria, participando com as autoridades na definição dos instrumentos para favorecer suas associadas e para adaptar a legislação orçamentária às exigências do setor”.

di quello umano, ci si aspetta dall’Italia un grande contributo nell’ingegno e nella tecnologia, attività nelle quali si è sempre messa in luce”. “A Itália sempre foi um país visto com muita simpatia pelo Brasil por sua grande contribuição migratória na criação da base populacional e que infelizmente ficou ausente em momentos oportunos para acompanhar o desenvolvimento do Brasil deixando espaço para outros países. Nesta nova fase de desenvolvimento do Brasil, onde é mais favorecida uma transferência tecnológica do que humana, se espera que venha da Itália uma grande contribuição do engenho e da tecnológica na qual a Itália sempre se destacou”. Ci sono collaborazioni in atto tra i due Paesi? Existem colaborações no momento entre os dois Países? “Esiste un eccellente rapporto tra le autorità del Settore Difesa dei due paesi e ciò potrà essere sfruttato anche per promuovere un avvicinamento tra le imprese che potrebbero beneficiarsi dell’incontro affinché tecnologie ancora non presenti nello scenario nazionale possano trasformarsi in breve tempo in prodotti brasiliani per il mercato interno e per gli altri paesi dell’area”. “Existe um ótimo relacionamento entre as autoridades do Setor Defesa dos dois Países e isso poderia ser aproveitado para realizar uma aproximação também entre as empresas dos dois países que poderiam se beneficiar do encontro para que tecnologias ainda não presentes no cenário nacional possam se transformar em breve em produto brasileiro para o mercado interno Esistono in Brasile forme di finanziamento riservate alle PMI del e para outros países da área”. settore? Quali opportunità ci sono per la cooperazione tra le aziende Existem no Brasil formas de financiamento dedicadas às ‘PMI’ do setor? “Esistono sì finanziamenti del BNDES (Banca Nazionale di Sviluppo italiane e quelle brasiliane? Economico), ma purtroppo favoriscono principalmente le imprese Quais oportunidades existem para uma cooperação entre Empresas Italianas e di grandi dimensioni mentre quelle di piccolo e medio taglio Brasileiras? hanno più difficoltà ad ottenere finanziamenti per le loro attività. “Esistono senza dubbio spazi e opportunità specialmente Si deve inoltre considerare che il 99% delle industrie della Difesa all’interno dei grandi progetti della Difesa Nazionale come il e dell’Aerospazio sono industrie di capitale privato fatta eccezione Controllo delle Frontiere marittime e terrestri dove l’industria per IMBEL ed ENGEPROM, le uniche imprese pubbliche che fanno italiana troverebbe spazi per un suo contributo offrendo la parte dell’ABIMDE”. competenza e la conoscenza tecnologica, approfittando della “Existem financiamentos do BNDES, mas favorecem principalmente as empresas de grande nuova legislazione che stimola e favorisce le porte como EMBRAER ou outras de grandes dimensões enquanto as de pequena e média ditte straniere nel trasferire il proprio dimensão não conseguem financiamentos para suas atividades. Deve-se considerar que 99% know how offrendo vantaggiosi das Indústrias de Defesa e Aeroespaciais são indústrias privadas com a exceção de IMBEL e strumenti per un insediamento ENGEPROM, as únicas empresas públicas que fazem parte da ABIMDE”. industriale in Brasile”. Come descriverebbe i rapporti tra grandi aziende e PMI? “Existem sem dúvidas espaços e oportunidades Como considera os relacionamentos entre grandes empresas e as ‘PMI’? especialmente dentro dos grandes projetos da “Ancora una volta l’importante ruolo delegato all’ABIMDE Defesa Nacional como o Controle das Fronteiras è di facilitare le relazioni tra le grandi e le piccole imprese e marítimas e terrestres onde a indústria Italiana principalmente di favorire l’approssimazione delle ditte tra di loro encontraria espaços para uma sua contribuição affinché si realizzino collaborazioni che sfruttino le sinergie che oferecendo a competência e o conhecimento nascono da attività congiunte”. tecnológico, aproveitando da nova base legislativa “Mais uma vez o importante papel da ABIMDE em facilitar os relacionamentos e entre grandes que estimula e favorece as empresas estrangeiras em e pequenos e principalmente fomentar o aproximação das empresas entre si para que se transferir seu conhecimento tecnológico para uma realizem colaborações desfrutando a sinergia de atividades conjuntas”. base industrial nacional”. Come giudica i rapporti tra Brasile e Italia? O que o Senhor acha dos relacionamentos entre a Itália e o Brasil? “L’Italia è sempre stata un paese visto con molta simpatia dal Brasile per il suo grande contributo migratorio nella creazione della popolazione nazionale e che purtroppo è stato assente nei momenti opportuni per accompagnare lo sviluppo del Brasile lasciando spazio ad altri paesi. In questa nuova fase di sviluppo del Paese, nel quale è favorito il trasferimento tecnologico al posto

IL FORUM ECONOMICO ITALO-BRASILIANO

Il commento del Sottosegretario agli Affari Esteri Marta Dassù Italia e Brasile possono contare sulla complementarietà dei sistemi economici e sulle comuni radici storico-culturali. Lo ha sottolineato il Sottosegretario Marta Dassù al forum economico italo-brasiliano a San Paolo che ha aperto il 25 maggio 2012 la missione di sistema italiana Governo-Regioni-Sistema Camerale, in cui erano presenti oltre 600 operatori commerciali e rappresentanti istituzionali italiani e brasiliani. “L’Italia” ha dichiarato “rappresenta per la controparte brasiliana una grande opportunità, in quanto ha riconquistato un ruolo chiave nel consesso europeo e funge da hub sia verso la Turchia, la Federazione Russa e la regione caucasica, sia verso il mondo arabo. D’altro canto, in una visione strategica globale, che coinvolge l’intero Occidente, il Brasile, dotato di un sistema politico democratico e stabile, potrà offrire l’occasione per ampliare la relazione euro-atlantica attraverso un asse verticale che unisca il nord e il sud dell’Atlantico”.

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Al forum sono stati firmati sei memorandum of understanding e intese tecniche in settori cruciali per l’ulteriore approfondimento della presenza italiana in Brasile come la nautica, il settore portuale e i distretti industriali delle PMI. Durante i lavori i relatori hanno posto in risalto gli ottimi fondamentali del sistema economico brasiliano: una crescita stimata del PIL per il 2012 del +3,2 %, la lieve incidenza del debito pubblico sul PIL, che è passata dal 60,4% nel 2002 al 37,2 % nell’aprile 2012, le riserve internazionali che, con oltre 364 miliardi di dollari, consentono a questo Paese di essere al sesto posto nel ranking mondiale, la forte attrazione di investimenti esteri diretti che, con circa 66,7 miliardi di dollari, ha posizionato il Brasile al quinto posto nella classifica internazionale, un abbassamento tendenziale dei tassi di interesse reali, che, sebbene rimangano ancora elevati, hanno visto il proprio valore passare dal 16 per cento del 2003 al 3,4 del 2012. Inoltre, il Forum ha presentato agli operatori e alla rappresentanza istituzionali presenti una rassegna

del contributo che il sistema economico italiano offre allo sviluppo di questo Paese. La versione aggiornata dell’ebook “Modello di sviluppo industriale del sistema Italia in Brasile”, realizzata grazie anche al sostegno della DGSP proprio per il lavoro di pre-matching realizzato con il MISE e l’Ufficio di San Paolo dell’Agenzia-Ice, ha reso disponibili alcuni dati significativi: la presenza imprenditoriale italiana in Brasile si sostanzia di oltre 710 filiali e stabilimenti produttivi di aziende italiane, che occupano oltre 130 mila lavoratori diretti e nell’indotto oltre 400 mila. Si tratta di un contributo che lo stesso Ministro Carvalho ha definito più volte straordinario. La missione, in programma fino al 25 maggio, prevede tappe a San Jose’ dos Campos, Santos, Curitiba e Belo Horizonte, con focus specifici su aerospazio, logistica-nautica, “Oil and Gas”, agroindustria e automotive. Le aziende italiane sono impegnate in 1500 btb con aziende brasiliane che presentano potenziali interessanti per progetti di cooperazione economica e commerciale.


LE PMI SONO UN BENE COMUNE DA SALVAGUARDARE Con Giorgio Fassina si inaugura la nostra nuova rubrica che dà voce alle PMI

L’invito ad aprire questa nuova rubrica “La voce delle PMI” mi rende orgoglioso e mi fa pensare agli oltre 40 anni dedicati a questo mondo nell’ambito aerospaziale. Fin da quando ho iniziato, nel lontano 1974, le PMI chiedevano visibilità e considerazione ed ancora oggi, pur avendo ottenuto qualcosa, continuano la loro battaglia con nuovi obiettivi. Uno dei principali problemi delle PMI è la mancata capacità di coalizzarsi per problemi comuni. Anche attualmente, presso l’AIAD, è operativo un Comitato delle PMI che ben sta operando per dare una maggiore visibilità e riconoscimento delle loro istanze, ma che purtroppo registra la partecipazione di non più di una decina di Aziende. Eppure i temi trattati sono di vitale importanza per le PMI. Le PMI sono nate, anche prima della seconda guerra mondiale, per iniziativa di volonterosi pionieri che, mettendo spesso in gioco le loro risorse, vedevano nel mondo aeronautico il futuro dello sviluppo della Nazione. All’inizio rappresentavano, per la maggior parte, Aziende realizzatrici su licenza di prodotti Americani o, le più avanzate, progettatrici esse stesse di prodotti o sistemi. Con l’evolversi del tempo a queste si sono aggiunte anche importanti Aziende produttrici di servizi tanto che oggi, quando facciamo riferimento alle PMI, ci rivolgiamo a due tipologie diverse, seppur spesso complementari. Entrambe hanno in comune non la richiesta alle Grandi Aziende o alle Istituzioni di aiuti particolari o condizioni di favore per l’accesso ai programmi ma, per realizzare quel Sistema Italia da tutti richiamato, una considerazione per lo meno pari a quella che, negli altri Stati, è riservata alla stessa tipologia di Aziende. Primo punto nelle richieste di entrambe è una parità di trattamento rispetto ai fornitori esteri inclusi termini di pagamento (infatti a questi vengono spesso riconosciuti pagamenti effettivi a 30 giorni ed in alcuni casi in anticipo, mentre agli italiani sono riservati termini di pagamento in tempi completamente differenti). Altro punto comune è l’apertura di un dialogo con le Grandi per proporre o ricevere input sulla direzione delle ricerche innovative da intraprendere ricevendo commenti e valutazioni di interesse su quelle a loro proposte o indicazioni delle loro aspettative per l’evoluzione della tecnologia. Questo dialogo permetterebbe di essere in grado di rispondere alle future esigenze, ferma restando, al momento della scelta, la competizione con altri concorrenti. A questo riguardo dobbiamo segnalare l’iniziativa lombarda, avviata per iniziativa delle Grandi Aziende del territorio, dell’istituzione di un Distretto che ha come punto fondamentale la conoscenza della realtà presenti sul territorio per ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili rendendo partecipi le Grandi Aziende delle iniziative che vengono intraprese e individuare eventuali mezzi di supporto alle iniziative giudicate vincenti. Anche il dialogo con l’Amministrazione Difesa risulta indispensabile per anticipare le esigenze e definire regole che tengano conto della peculiarità delle PMI. Per esempio sarebbe importante che sia l’Amministrazione che le Grandi Aziende, in analogia a quanto fatto da altre Nazioni, prevedessero fin dall’emissione di RFQ a

fornitori esteri la richiesta di indicazioni dei costi per l’assegnazione di una licenza di costruzione e/o supporto ai loro prodotti qualora prescelti. Con le Autorità Governative sono aperti tavoli di discussione sulle regole per l’esportazione che penalizzano notevolmente i produttori Italiani rispetto alle Aziende concorrenti europee non tanto per aspetti politici quanto per quelli burocratici. Anche per quanto riguarda i programmi finanziati si cerca di rappresentare l’istanza che richiede un maggior vincolo per le Grandi Aziende ad utilizzare nelle loro ricerche le PMI e la definizione di un importo minimo del’investimento più adeguato alle dimensioni e possibilità delle PMI per le richieste avanzate autonomamente. Il gruppo rappresentato dalle Aziende fornitrici di prestazioni, che spesso hanno investito sia in macchinari sia in certificazioni ai massimi livelli, si vede spesso penalizzato dalle politiche delle Grandi. Anche in questo caso non viene richiesto alcun trattamento di favore ma che si possa disporre di un codice di regole che permetta loro di avere accordi di programma, e non singoli ordini, consentendo quindi un recupero degli investimenti dedicati al programma stesso. Infatti ben difficilmente riescono a ottenere un contratto per il programma ma solamente per la commessa in corso. In tal caso, pur essendo costrette a fare investimenti per attrezzature, cicli produttivi, procedure di controllo ecc, non hanno la garanzia di poterli recuperare sulla quantità legata al programma in quanto la commessa successiva, pur in assenza di contestazione del lavoro ed anche in presenza di piena soddisfazione da parte del Cliente, viene ancora posta in gara con magari l’assegnazione ad altro fornitore che a sua volta dovrà investire in attrezzature senza garanzia di recupero. Obiettivo comune è rappresentato dall’internazionalizzazione. Il mercato Italiano non è più in grado di dare sicurezza alla sopravvivenza di tutte le Aziende, anche per la presenza di più realtà con le stesse potenzialità. Per questo il supporto sia dell’Amministrazione, con le sue diramazioni nei vari Paesi, che delle Grandi Aziende, per la loro presenza nei vari mercati, sarebbe un ottimo veicolo di traino. Più volte si è cercato di invitare le Aziende, oggi concorrenti o complementari, ad accordi che consentissero un maggior massa critica nell’affrontare investimenti che, così stando le cose, molto spesso trovano invece ripetizione. Credo che la ragione di tali difficoltà sia legata, anche, alla partecipazione diretta delle proprietà nella gestione; proprietà che con molto coraggio ha investito notevoli risorse personali e che oggi non vede di buon occhio una riduzione del proprio coinvolgimento seppur in presenza di un maggior patrimonio ma in comune con altri. Queste sono solo alcuni dei problemi che le PMI devono affrontare e per le quali il Comitato AIAD sta cercando di trovare soluzioni. Come detto, la partecipazione delle PMI al lavoro del Comitato non è molto numerosa e questo limita la forza di chi cerca di rappresentarle. L’invito che rivolgo a tutte le PMI è di partecipare per dare sia supporto alle iniziative intraprese sia per evidenziare altri argomenti che necessitano di approfondimenti e soluzioni. Il mio augurio è che, con l’aiuto di tutti, il futuro delle PMI sia affrontato da tutte le parti coinvolte come la salvaguardia di un bene comune e non come il mantenimento di privilegi di pochi. Ne guadagnerebbe, innanzi tutto, la Nazione. Giorgio Fassina Presidente Gemelli Spa

LA VOCE DELLE PMI

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A NAPOLI IL CONSIGLIO MINISTERIALE DELL’ESA L’Italia stanzia circa 1,2 miliardi per gli impegni pluriennali

Si è tenuta il 20 e 21 novembre a Napoli, a poco più di un mese dallo IAC (International Astronautical Congress), l’edizione 2012 del Consiglio Ministeriale dell’ESA. Hanno raggiunto il capoluogo campano oltre 450 persone, tra delegati, osservatori e giornalisti, che si sono dati appuntamento al Polo Fieristico della Mostra d’Oltremare. Per l’Italia hanno partecipato il ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Francesco Profumo e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese. L’incontro ha fatto registrare l’incremento della quota della membership dell’Agenzia Spaziale Europea, che è salita a venti nazioni partecipanti, grazie all’ingresso per la prima volta di Polonia e Romania. Quindici Paesi sono stati rappresentati a Napoli al massimo livello politico, contribuendo a dare valore e prestigio all’evento. Nonostante l’attuale fase di congiuntura economica sfavorevole, le sottoscrizioni complessive hanno raggiunto un valore totale dell’ordine di 10 miliardi di Euro, confermando l’importanza che tutti i Paesi membri attribuiscono alla ricerca e all’innovazione nel settore spaziale, per sviluppare le capacità tecnologiche e industriali europee. Sono circa 1,2 i miliardi stanziati dall’Italia per gli impegni pluriennali, al fronte di un totale complessivo di 10,1 B di euro. “La lunga sessione della conferenza ministeriale – ha dichiarato in occasione della chiusura dell’evento a Napoli il presidente dell’ASI Enrico Saggese - ha consentito di raggiungere traguardi importanti per i programmi relativi alla Stazione Spaziale Internazionale e ai lanciatori”. “Il settore dello Spazio - ha sottolineato il ministro Francesco Profumo - è strategico per la ricerca e lo sviluppo industriale dell’Italia. Il risultato della Ministeriale conferma il ruolo politico del nostro Paese, che si è concretizzato con la partecipazione al progetto Vega di nuovi partner, come la Germania, e con il rinnovato impegno di Olanda e Francia. Un importante riconoscimento politico all’Italia è testimoniato - aggiunge - anche dall’impulso alla nuova famiglia di lanciatori”. Il ministro della Ricerca italiano ricorda anche “la partecipazione del Paese allo sviluppo della Stazione Spaziale Internazionale, con attività importanti per il settore scientifico e industriale, oltre alla confermata partecipazione nei settori dell’osservazione della terra, dell’esplorazione e delle telecomunicazioni”. Diverse le risoluzioni interessanti: NUOVA RISOLUZIONE SULL’EVOLUZIONE DELL’ESA In primis va registrata l’approvazione di una specifica Risoluzione sulla futura evoluzione dell’ESA e sui rapporti tra ESA e Unione Europea. L’Italia ha auspicato in tal senso che queste due realtà trovino le modalità esecutive per garantire la migliore sinergia possibile tra le rispettive attività nel settore spaziale in modo da evitare duplicazioni e massimizzare i ritorni degli investimenti degli stati membri. GRANDI PROGRAMMI EUROPEI Per quanto riguarda i grandi programmi europei Galileo e GMES, su proposta italiana è stata sottolineata l’importanza di una tempestiva ed efficiente implementazione di questi programmi, inclusa la disponibilità dei primi servizi entro la fine del 2014. L’Italia considera lo Spazio un settore strategico in tutte le sue componenti costitutive (ricerca, progettazione, realizzazione, lancio e gestione operativa delle missioni spaziali) e ritiene necessaria una visione europea complessiva che miri al rafforzamento del ruolo dell’Europa nel settore spaziale e alla valorizzazione degli investimenti, con ricadute in termini di servizi ed applicazioni e con benefici diretti per i cittadini e per la competitività. In questa prospettiva, nel corso della Ministeriale, la rappresentanza italiana ha sostenuto soprattutto i programmi che maggiormente assicurano questo obiettivo.

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LANCIATORI Nel settore dei lanciatori, nel quale si è registrata un’intesa franco-tedesca sullo sviluppo futuro del lanciatore europeo Ariane, l’Italia ha voluto dare un sostanziale contributo mettendo a disposizione 26 milioni di euro. L’obiettivo è quello di assicurare una maggiore competitività sul mercato del futuro lanciatore e una crescente sinergia con il programma Vega, per il quale sono stati sottoscritti ben 85 milioni. In proposito, oltre al sostegno finanziario degli altri stati membri già partecipanti al programma, l’Italia ha chiesto e ottenuto per la prima volta anche quello della Germania (che partecipa con nove milioni di Euro). Si rafforza ulteriormente, così, il carattere europeo di questo programma, cui il nostro paese contribuisce per oltre il 60 percento dei costi.

 STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE Per quanto concerne la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’Italia ha sostenuto la piena valorizzazione scientifica e tecnologica di questa infrastruttura per tutta la durata della sua vita operativa (fino al 2020). In questa prospettiva, il contributo italiano è fissato in 144 milioni di euro, 45 dei quali per favorire il rafforzamento della cooperazione con la NASA attraverso la realizzazione di un modulo di servizio per il futuro veicolo di trasporto umano dell’agenzia USA (il cosiddetto “barter element”).

 OSSERVAZIONE DELL’UNIVERSO, DELLA TERRA E ESPLORAZIONE SPAZIALE Nel campo dell’Osservazione dell’universo e dell’Esplorazione spaziale, l’Italia ha poi sottolineato l’importanza dello sviluppo della collaborazione con partner extra-Ue come la Russia. In questo settore, il nostro paese ha contribuito con 55 milioni al finanziamento della missione Exomars.

Per quanto invece riguarda i programmi di Osservazione della Terra, il contributo complessivo italiano è stato di 208 milioni di euro per progetti scientifici (Earth Explorer) e metereologici che offrono una risposta ai problemi dell’ambiente, della tutela del territorio e dei cambiamenti climatici. 

 APPLICAZIONI ALLE TELECOMUNICAZIONI Infine, a proposito dei programmi di sviluppo tecnologico e alle applicazioni integrate nel settore delle telecomunicazioni, il contributo italiano è complessivamente di 109 milioni: un finanziamento importante assicurato con l’obiettivo di massimizzare il leverage di questi programmi sull’indotto del settore, che ha già brillanti caratteristiche di autosostenibilità.
 PROGRAMMI FACOLTATIVI Le sottoscrizioni complessive italiane per i programmi facoltativi sono state di 657 milioni di euro ripartite, per un periodo pluriennale (tre-cinque anni), nel modo seguente: 137 milioni per i programmi sui lanciatori; 208 per i programmi per l’osservazione della terra; 200 per i programmi relativi al volo umano; 109 milioni per i programmi di sviluppo tecnologico e nel settore delle Telecomunicazioni, navigazione e sicurezza. PROGRAMMI OBBLIGATORI L’Italia nel corso dei prossimi cinque anni contribuirà ai programmi obbligatori con circa 500 milioni.

Questo livello di contribuzione rientra pienamente nella programmazione strategica approvata dal Governo ed ha assicurato all’Italia di mantenere un ruolo di leadership nell’ambito ESA nel cui ambito resta il terzo paese contributore. NUOVA RISOLUZIONE CENTRO SPAZIALE GUAIANESE Proposta totale ESA: 435,6 M€ con richiesta di contribuzione italiana di 50,7 M€. Sottoscrizione italiana di 50,7 milioni di euro.


LO SPAZIO COME GARANZIA DELLO SVILUPPO DEL SISTEMA ITALIA L’AIAD delinea il quadro delle ultime politiche nazionali ed europee

Lo Spazio costituisce uno dei pochi settori a tecnologia avanzata in cui l’Italia ha attuato una stabile politica di presenza e sviluppo, cosolidando una posizione di primo piano a livello europeo e mondiale (competenze, tecnologie, infrastrutture, programmi). Questo patrimonio non va disperso (come purtroppo è avvenuto nella storia recente del nostro Paese in molti altri settori industriali hi-tech) al contrario deve essere valorizzato e potenziato. Una politica spaziale solida e lungimirante deve puntare a rafforzare e mirare il supporto istituzionale ai programmi nazionali ed europei avendo come obiettivo la conferma del ruolo industriale su attività considerate strategiche che comportano ricadute economiche e sociali e la piena valorizzazione delle infrastrutture e dei centri operativi di primissimo piano di cui il Paese dispone (Fucino, Matera, etc.) garantendone il pieno mantenimento allo stato dell’arte ed evitando dispersioni e duplicazioni di sforzi. Per questo è necessario un piano che coinvolga tutte le Istituzioni interessate (Difesa, Ricerca, Sviluppo Economico, Ambiente, etc.) e la stessa Industria, che costituisce anch’essa un asset da difendere e promuovere, sulla base di una roadmap a medio/lungo termine per il coordinamento e l’armonizzazione dei programmi nazionali, di quelli Europei (ESA, EC) e delle opportune collaborazioni internazionali. Gli investimenti nel settore Spaziale rivestono un ruolo centrale nel corso dell’attuale crisi economica. I Governi delle grandi Nazioni, comprese quelle investite dalla crisi, hanno unanimemente confermato il valore strategico dell’investimento spaziale quale elemento imprescindibile per la crescita economica. Gli Usa intendono escludere la NASA dalla spending review, la Francia investe in nuove missioni con emissione di space-bond, la Germania supera la stessa Francia nella corsa per il primato in ESA, la Gran Bretagna punta a portare il business spaziale nazionale da 9 a 30 Miliardi di £ entro il 2030 (UK Space Strategy 2012-2016), la Cina ha posto la conquista dello Spazio

come argomento centrale dell’ultimo congresso del Partito. Lo sviluppo ed utilizzo di beni spaziali genera effettivamente in modo diffuso ulteriore sviluppo economico e benessere; si pensi ad esempio alle applicazioni innovative di servizi derivanti dall’esistenza di satelliti appartenenti al sistema GMES (Global Monitoring Environment and Security) nella prevenzione di eventi naturali, la gestione delle coltivazioni e del territorio, la sicurezza delle infrastrutture critiche; si pensi alle applicazioni di Galileo. Lo Spazio è quindi una priorità, perché rappresenta un elemento essenziale per la sovranità degli Stati e perché gli investimenti in settori strategici come questo garantiscono il futuro ruolo del sistema Italia nel campo dell’innovazione e rappresentano un’opportunità per stimolare la crescita e l’economia nazionale. Il sistema Paese ha investito ingenti risorse in passato nello sviluppo di eccellenze tecnologiche nazionali, sino a coprire tutta la catena del valore del settore spazio, attraverso una filiera sempre più consolidata. L’industria spaziale italiana si è dimensionata per rispondere alle esigenze del cliente istituzionale civile e militare, con crescenti investimenti in ricerca e in risorse umane ad alta specializzazione. L’Agenzia Spaziale Italiana, pur operando come agenzia tout-court nella realizzazione di beni spaziali italiani ed europei in ambito ESA è tuttora impropriamente assimilata ad un Ente e/o Centro di Ricerca. Riferisce al MIUR anche se lavora in tandem con la Difesa ed altre Istituzioni per la realizzazione di infrastrutture spaziali e relativi servizi. Il budget annuale dell’Agenzia spaziale italiana è andato diminuendo progressivamente in valore assoluto in questi ultimi 5 anni e ancor più in valore reale, in totale controtendenza rispetto a quello delle maggiori nazioni europee (Francia, Germania, UK). E’ necessario invece tutelare le eccellenze tecnologiche nazionali per mantenere un ruolo centrale in un quadro di concorrenza internazionale ovunque sostenuta dagli investimenti pubblici. Gli obiettivi di medio termine, in continuità con le competenze maturate nel passato, richiedono per i prossimi anni un impegno economico coordinato tra i vari enti istituzionali interessati (MIUR, Difesa, MiSE, Regioni/ Distretti) e adeguato ai volumi di finanziamento su cui l’industria nazionale si è ad oggi strutturata. Maurizio Madiai Coordinatore Aerospazio AIAD

AIAD

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CIAO ALBERTO

Dedicato ad Alberto Beretta Quando si abbandona l’esperienza terrena chi rimane cerca, come ultimo saluto, di ricordare, ricostruire la vita di chi non c’è più, quasi si tentasse di tener ancora con noi chi se n’è andato. Alberto ci ha lasciato qualche giorno fa dopo una lunga e terribile malattia, e ripercorrere la sua esperienza, il suo mondo, cosa ha fatto e come l’ha fatto è un compito che, per quanto onorevole, non si potrà riuscire a raccontare con poche righe nel sua interezza, tanto è stato il lavoro e la tenacia con cui l’ha sempre portato a termine.. Poco dopo il 1970, quando entrai in LABEN ed iniziai a lavorare con Alberto sui primi sistemi satellitari, mi raccontò che ricordava un’immagine di un libro delle elementari: un venditore di caldarroste, un bimbo e un manager (mi diceva un manager perché era vestito bene ed aveva una ventiquattro ore!). Il bimbo pensava: Ah, se potessi essere il venditore di caldarroste! Il venditore di caldarroste pensava invece: Ah, se potessi essere quel manager! E il manager: Ah, se potessi essere quel bimbo! Un ricordo che aveva e che forse ha caratterizzato il suo impegno professionale. Non fermarsi, non accontentarsi fin quando hai raggiunto il tuo scopo, il tuo sogno. Solo allora hai fatto quello che devi e puoi tornare alla serenità di un bimbo. Alberto non si è mai fermato, ha lottato con tenacia, con forza in ogni sua impresa. Dopo essere stato operato mi descriveva il suo male e l’intervento subito con una oggettività ed una conoscenza “tecnica” della situazione e dei particolari che mi sorprendeva. Non riuscivo a capire come potesse affrontare quella sfida con tale spirito. Ma chi non molla affronta i problemi cercando di indagare, conoscere, imparare e apprendere per cercare soluzioni che ti permettano d’andare avanti. Ma chi già Direttore Commerciale e Marketing chiede di più a se stesso e decide di prender una laurea, studiando in aereo, negli intervalli di pranzo e nel pochissimo tempo libero che ha, cosa cerca se non l’avere strumenti migliori per meglio lavorare? Alberto era questo.

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Non conosco le sue passioni più segrete, ma so per certo che per Alberto non è un luogo comune l’affermare che ha sacrificato la sua vita per il lavoro e che il lavoro è stata una delle passioni più grandi, al punto che ha continuato a lavorare fin a pochi giorni prima di morire, quando il suo fisico e la sua voce non hanno più sostenuto il suo spirito. Un amico comune mi ha detto: “E’ un eroe!”. Forse è vero, forse anche di più. Un eroe sacrifica la propria vita per un gesto finale, per un atto di coraggio. Alberto ha dato tutta la vita per il suo lavoro. Professionalmente, dopo un’ottima esperienza di progettista (ricordo le faticose e non facili discussioni sulle scelte tecniche…) è diventato uomo di marketing raggiungendo obiettivi e risultati di indubbio valore, anche questi ottenuti con tenacia non disgiunta da una incredibile capacità di cogliere le opportunità dove altri non le intuivano. In seguito Direttore Marketing e Vendite in Alenia, in Alcatel Alenia Spazio Direttore Internazionale dell’Equipments Sales. Poi ancora Direttore Generale di Alenia Spazio Direzione LABEN e nel 2007 Direttore della Politica Industriale presso l’Agenzia Spaziale Italiana e Delegato italiano all’IPC (Industrial Policy Committee) di ESA. Insignito della Stella al Merito del Lavoro (Maestro del Lavoro) dal Presidente della Repubblica Italiana. Dal 2009 in Aero Sekur. Ma questo è un percorso che ci è noto e tutti noi sappiamo quanto, seppur già minato dalla malattia, abbia continuato a fare. Ciao Alberto, le stelle per la quali hai lavorato ti siano più vicine! Massimo Conte

usa più portare le soluzioni. I nostri giovani colleghi preferiscono portare i problemi. Più di 35 anni sono passati da quando giovanotti ci siamo conosciuti, entrambi per crescere le nostre aziende nell’attività spaziale che allora era ancora una cosa solo per pochi. Su sponde contrapposte per molto tempo, poi finalmente insieme, purtroppo per troppo poco tempo. Ciao Alberto, piango la tua amicizia, la tua caparbietà, la tua intelligenza, ma più di tutto il coraggio che hai sempre mostrato, soprattutto negli anni del dolore. Con te se ne va anche un po’ della mia giovinezza e del mio cuore e provo nuovamente la nostalgia degli anziani che vedono andarsene la gioia di avere intorno degli amici. Con te se ne va anche un po’ della mia capacità di creare e poi costruire il futuro per il bene comune. Che Dio ti accolga in pace. Ross Silvio Rossignoli

Come sembrava assurdo dire addio ad Alberto in quel pomeriggio di abbagliante sole invernale sul sagrato della chiesa. Con vicino suo figlio, che cammina proprio come lui. Una vita insieme, Alberto diciamo 40 anni? Mi ha insegnato di tutto: dall’elettronica alla politica, soprattutto l’amicizia assoluta, quella che non fa domande e c’è sempre quando ne hai bisogno. Bastava un’occhiata e ci capivamo al volo, in pizzeria come al tavolo con i ministri dell’ESA. Sapevo che lui aveva ragione, anche se magari non capivo, e cercavo di dargli retta (purtroppo non sempre, soprattutto all’ASI: lui cercava di farmi ragioAlberto nare, io gli dicevo che era “disgustosamenCiao. te normale”, lui rideva ). Adesso lo faccio Mi è difficile pensare che non ci si possa più vivere lo stesso e gli chiedo cosa dovrei vedere. Che non entri più nel mio ufficio con fare: lui lo sa sempre. la tua aria sorniona per dirmi come pensi di risolvere un problema. Perché adesso non Giovanni Bignami


Dear all, this is to inform that my beloved friend Alberto died last night. I knew him since more than 35 years and he was the one of the strongest and clever colleague I ever had. God will give him finally peace forever. Piango con voi la sua morte Ciao everybody. Ross Dear Silvio: I’m really sorry to hear about losing Alberto and your friend. We all share a common vision of human space exploration and work to move this effort forward, and it is sad to have one of us not live long enough to see mankind visit the Moon or Mars in their lifetime. I’m afraid that the rate at which we are progressing that we will all have a shared fate with Alberto, wondering if mankind will ever leave Earth again. To honor Alberto we should try to move the effort forward as quickly as possible. Sincerely, Phil Sadler Avevo saputo stamani la brutta notizia. Grazie per avermi associato nel ricordo del caro collega Alberto. Condivido I tuoi apprezzamenti sulla sua intelligenza e tenacia anche in questi ultimi tempi così travagliati. Spero abbia trovato ora la pace. Non ho contatti diretti con la sua famiglia, ma se ti è possibile ti prego di trasmettere a loro le mie condoglianze. Piero Messidoro Ross, It is with a deep sadness and heavy heart that we learn of the loss of Alberto. As you know Alberto and my immediate family had become close friends during my time at Aero-Sekur, even sharing the same office. It was just yesterday, yes, just yesterday, I spoke with Debbie of Alberto, and then with thought of communicating with him to show appreciation for his efforts to help locate my Italian family in Lizza-

no en Belvedere, and especially the home in Fannano where my grandfather had lived before coming to the USA. Can you please advise me on how to appropriately show my respect to Alberto and his family? For example in USA we send flowers, or sympathy card, or delver food, or visit the family, etc. Of course our distance from Italy limits our possible responses. Please let me know. With sadness, Gene, Debbie and Case Giacomelli Dear Silvio: I am crying with you, he was a nice person and a good friend and I feel lucky to have had the chance to work closely with him and to have had the opportunity to learn from him as well. Ciao, Stefania De Pascale Dear Silvio, I was deeply saddened to hear about the loss of your dear friend Alberto. To see the many emails that have followed, it is apparent that Alberto touched many people’s lives and that he will be deeply missed. Please accept my condolences and pass them along to his family. He will be in my thoughts and prayers. Sincerely, Raymond Wheeler Dear Silvio, Words cannot help that much in these thinks, but he was one person I feel lucky to have meet. Ti abbraccio Alberto Battisteli My Beloved Boss, I am so sorry to get the sad news of Alberto. My heart goes out to you and his family. Please my I have his home address to send card or flowers to his family as I spend time with him the his beautiful daughter at Agrospace. I would like something from the USA for him. Big Hug for you. Ursella Slusher

Dear Silvio, dear all, this notice reaches me with deep sadness. What a big loss, professionally and especially emotionally. I had the opportunity to meet Alberto first about 10 years ago, after I had known about him already since my childhood. Working together with an old friend of my father was very special for me. And it was such a pleasure for me to see you and Alberto to reconnect some years ago with my father who had had the pleasure to work with him already since the 70th. It was so wonderful to witness this moment of true friendship at the Dornier museum and I was lucky to feel the same warmth of Alberto towards me. We had a frequent and always inspiring exchange of ideas, even when his illness made it more and more difficult for him. Thank you Alberto! I appreciate every moment and will always keep your memory. With my and my Dads deepest sympathy to all who miss our friend, Ulrich Kuebler Dear Silvio, Dear all, I am shocked to hear about the death of Alberto. I only knew him for a couple of months, but it was enough time to recognize his ambition in human space exploration. I had the luck to meet him in person at the Agrospace conference this year. During our dinner event, I was sitting next to him and it was a pleasure spent the evening with him and his daughter. Please pass on my condolences also to her (and her two children)! I will keep Alberto in my mind! Sincerely, Daniel Schubert Dear Silvio my most sincere condolences to you and Alberto family. It has been an honor to work with Alberto on the space research activities at Aerosekur. Ciao Giuseppe Colla

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Cooperativa editoriale

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