Pmi 4

Page 1

Live

PMI

Bimestrale - n. 4 - anno I - spedizione in abbomento postale - art. 1, legge 46/04 del 27/02/2004 - Registrazione n° 921/2009 presso il Tribunale di Latina

Anno I n. 4 APRILE - MAGGIO 2010

barraspaziatrice

>

Cooperativa

>

>

Cooperativa editoriale

barraspaziatrice www.barraspaziarice.it info@barraspaziatrice.it

>

Le imprese al centro dell’economia

“Scegliere di essere strumento di aggregazione e aggiornamento delle PMI della difesa e dell’aerospazio significa voler contribuire alla definizione di un’identità forte, senza la quale è difficile pensare ad una piena rappresentanza”


EDITORIALE

La comunicazione al servizio dell’integrazione

IN QUESTO NUMERO: Editoriale

3

La comunicazione al servizio dell’integrazione di Roberta Busatto

L’intervista

4-5

Lavori in corso per un’agricoltura di qualità

Aerospazio

6-7

La parola d’ordine nella difesa e nell’aerospazio è l’integrazione

Dentro le PMI

8-9

Intervista al Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole e Forestali, Antonio Buonfiglio

Intervista all’Onorevole Marco Airaghi, Consigliere del Ministro della Difesa per le Attività Aerospaziali e Vicepresidente dell’ASI

Intervista a Salvatore Antonio De Biasio, Presidente di CMD S.p.A.

10 - 11

Difesa

Quando la cultura d’impresa diventa un modello vincente

Forze armate e nuove tecnologie dal segreto militare alla comunicazione ad ampio raggio Intervista al Generale Fogari, Capo Ufficio Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Difesa

Economia

12

Ancora nella coda della crisi, cominciamo a fare qualcosa?

Il punto sulla situazione economica attraverso un addetto ai lavori, l’Onorevole del Partito Democratico Michele Ventura

Idee a confronto

13

Forze armate e PMI a confronto

Aperture

14

Quando le donne vincono fa ancora notizia

Il risultato è un breve dizionario, che vi sintetizziamo

Primo Premio Oscar al femminile per la miglior regia a Kathryn Bigelow per Hurt Locker

PMI Live anno I numero 4 bimestrale Aprile - Maggio 2010 Registrazione: presso il Tribunale di Latina - n° 921/2009 Direttore responsabile: Roberta Busatto direttore@pmilive.it r.busatto@gmail.com

Integrazione e comunicazione: si può racchiudere in queste due parole il quarto numero di PMI Live. A leggere con attenzione gli articoli che seguono, infatti, emerge con chiarezza quanto queste siano in grado di imporsi quali fondamentali punti di riferimento per ciascuno degli interlocutori intervenuti. E, prima di qualunque altro, per noi. In primis l’integrazione. Dall’agricoltura, passando per lo spazio e arrivando alla difesa, il filo conduttore dei diversi contributi sembra essere quello della filiera e della rete d’impresa. Cito su tutte in tal senso, la riflessione sul ruolo sempre più critico delle associazioni di categoria, in particolare delle Piccole e Medie Imprese. In una società che sembra evolversi verso nuove e sostanziose forme di aggregazione in tutti i settori, dai partiti fino alle banche, anche le categorie produttive hanno la necessità di ripensare il loro futuro. E’ un argomento questo che continueremo a seguire con grande interesse, certi che il tema della rappresentanza delle Piccole e Medie Imprese, in qualunque settore operino, sia cruciale ai fini di un pieno sviluppo delle loro potenzialità. E arriviamo in questo modo alla comunicazione. Interna ed esterna. Quanto conta la volontà e quanto la capacità di trasmettere le informazioni nella definizione del rapporto tra PMI, tra queste e le grandi aziende e tra queste e le istituzioni? Andiamo così alla sostanza stessa della nostra rivista, che si pone in un rapporto dialogante con i suoi vari protagonisti. Scegliere di essere strumento di aggregazione e aggiornamento delle imprese della difesa e dell’aerospazio significa voler contribuire alla definizione di un’identità forte, senza la quale è difficile pensare ad una piena rappresentanza. Non basta essere portatori di interessi comuni per poter essere ascoltati, occorre saperli definire e comunicare, con chiarezza e determinazione. Da segnalare in tal senso l’interessante intervista al Presidente della CMD Spa, Salvatore De Biasio, che troverete a pagina 8. Il messaggio è chiaro: lo sviluppo delle PMI passa per l’accrescimento della loro cultura d’impresa e la cultura d’impresa è il gradino successivo rispetto ad uno sviluppo consapevole di quella individuale e collettiva. Per arrivarci occorre avviare percorsi di reciproco riconoscimento e, dunque, di comunicazione. Le altre rubriche ospitano prove tecniche di riflessione in ciascuno degli ambiti che ci interessano: la ricerca e l’innovazione con il Sottosegretario alle Politiche Agricole e Forestali Antonio Buonfiglio, l’aerospazio con l’Onorevole Marco Airaghi, la difesa con il Capo Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Difesa Massimo Fogari e l’economia con l’Onorevole Michele Ventura. Nella stessa direzione si muovono anche le altre due nostre abituali rubriche dedicate allo scambio: Idee a confronto e Aperture. La prima, ospita il resoconto di una giornata di incontro tra PMI e l’Istituto Superiore di Stato maggiore Interforze. La seconda una riflessione sul ruolo della donna in ambito economico, a partire dalla vittoria dell’Oscar per il miglior film da parte della regista Kathryn Bigelow. Chiude il giornale la nota lieta dei 236 anni dalla Fondazione della Guardia di Finanza, festeggiati con l’abituale concerto della Banda Musicale del Corpo, a proposito appunto di buona comunicazione. Non ci resta a questo punto che invitarvi alla lettura del quarto numero di PMI Live, chiedendovi però di dedicare una particolare attenzione alle domande sollevate in queste poche righe. Abbiamo bisogno di trovare tutti insieme adeguate risposte. A cui far seguire sempre più importanti interrogativi. Roberta Busatto Direttore PMI Live

Redazione: Coop. Editoriale “Barra Spaziatrice” redazione@pmilive.it Progetto Grafico: Vincenzo Schiano Moriello Stampa: Graficart snc - Formia (LT) viale dell’industria 37 - 04023

2

Editore: Coop. Editoriale “Barra Spaziatrice” info@barraspaziatrice.it

“ETIAM CAPILLUS UNUS HABET UMBRAM SUAM” (dalle “Sententiae” di Pubilio Siro, mimo del 1° secolo a.C.)

3


Controlled Environment Agriculture from Earth to Space and back

AGROSPACE2010

4

Ercole Fragasso

Sperlonga ex Chiesa Santa Maria 20-21 maggio 2010

Ha collaborato con la facoltà di Economia dell’Università Complutense di Madrid alla realizzazione del corso di formazione “Hacìa la humanizacion de la economia”. Ha collaborato presso la cattedra di Diritto del Lavoro dell’Università di Roma “La Sapienza” con il professor Mattia Persiani. È assistente di Diritto del lavoro dell’Università “Roma Tre”, presso la cattedra del professor Giampiero Proia presso. È stato designato dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome a rappresentare la Regione Calabria presso il Comitato di coordinamento dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni - Aran. Il 9 novembre 2000 è stato nominato membro del Consiglio di amministrazione di Trambus spa, società di gestione del trasporto pubblico della città di Roma. L’11 giugno 2001 è stato nominato Capo di gabinetto vicario del ministro delle politiche Agricole e forestali Gianni Alemanno e, nell’agosto dello stesso anno, membro del Nucleo valutazione e investimenti del ministero delle Politiche agricole e forestali.

FEDERLAZIO Latina SEGRETERIA Italy, 04100 Latina Piazza Mercato, 11 Tel. +39 0773.661212 fax +39 0773.661122 www.federlazio-latina.com federlazio.latina@federlazio.it

with the contribution of:

Il 2 novembre 2001 è stato nominato Commissario straordinario di Governo dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). Provincia di Latina

Comune Sperlonga

Il 23 aprile del 2002 è stato nominato membro del Nucleo per la valorizzazione del patrimonio alimentare italiano.

AGROSPAZIO2010 Agricoltura in Ambiente Controllato dalla Terra verso lo Spazio e ritorno

Progetto grafico Fabio D’Achille ph: Roberta Busatto

Il 21 ottobre 2002, con decreto del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Consiglio dei ministri, è stato nominato presidente del Consiglio di amministrazione dell’Agea. th

Veniamo ora ad un tema affrontato nel convegno “Agrospazio 2010” (www.agrospaceconference.com), quello dell’applicazione di tecnologie innovative nell’agricoltura. Ci riferiamo per esempio alle coltivazioni in ambiente confinato idroponiche, con l’eliminazione di molti problemi tradizionali provocati dalle serre tradizionali: utilizzo di anticrittogamici, desertificazione della terra utilizzata, dispendio eccessivo di acqua,

Ha svolto attività di Consulenza per la gestione del personale di consorzi ed enti di formazione.

organized by:

4 workshop internazionale

L’espansione delle certificazioni di qualità a prodotti e territori è un fenomeno costante negli anni. Quali misure di controllo e incentivazione il governo ha pensato di mettere in campo? “Il Governo ha adottato diverse misure per il controllo e l’incentivazione delle certificazioni di qualità e territoriali. Oggi però, oltre ad intensificare i controlli alle dogane e gli strumenti di lotta alla contraffazione, sono necessari interventi volti ad evitare una volgarizzazione delle denominazioni di qualità e di origine territoriale: la proliferazione dei marchi territoriali potrebbe prefigurare un’eterogenesi dei fini per cui all’eccesso di distinzione conseguirebbe l’omologazione”.

È divenuto Accademico dei Georgofili con lettura su “La risoluzione semplificata delle controversie in agricoltura, attraverso lo strumento dell’arbitrato e della conciliazione”.

sfida lanciata vece in questo ta allo spazio e

Apriamo con un tema molto importante e caratterizzante della nostra rivista: l’evoluzione imprenditoriale, in questo caso nell’agricoltura. Qual è secondo lei il futuro del settore? Quali le innovazioni necessarie per rilanciarlo e quali le differenze territoriali che lei individua? “In Italia, sono un milione e settecentomila le aziende agricole presunte; di queste, un milione e trecentomila ricevono il contributo comunitario della PAC, trovando in esso la fonte principale di reddito. Dall’analisi critica dei dati disponibili, risulta che, su un milione e trecentomila aziende agricole che percepiscono il contributo, solo 850 mila sono titolari di partita IVA e, tra queste, solo 600 mila presentano l’annuale dichiarazione dei redditi. Il dato è ancora più significativo se si considera che hanno rapporti con gli Istituti previdenziali solo 513 mila aziende e che, nonostante siano soggette a rischi non prevedibili e possano accedere a un contributo statale tra il 65 e l’80 per cento attraverso il Fondo di solidarietà nazionale, si assicurano meno di trecentomila aziende. E’, dunque, evidente che l’agricoltura italiana ed il suo futuro debbano necessariamente passare attraverso un percorso di professionalizzazione, all’interno di una politica dei redditi incentrata su un’opera di riqualificazione e riallocazione delle risorse che la Comunità ci restituisce ogni anno. Non è tanto dalla diversificazione delle politiche a livello territoriale che si può dare un nuovo impulso al settore quanto piuttosto dall’individuazione di quei soggetti che realmente svolgono l’attività agricola in maniera prevalente per assicurare loro una maggiore redditività.

Il tema dell’accorciamento della filiera divide molto. Lei ritiene possa essere un modo per sostenere il reddito dei produttori agricoli? “E’ banale distinguere le filiere in base alla loro “lunghezza”; ciò che conta è che, al loro interno, non vi siano passaggi parassitari e, soprattutto, dialettiche fondate esclusivamente sulla ripartizione delle risorse. Occorrono politiche di regolazione di mercato che trasformino la concorrenza in cooperazione, assicurino un’equa remunerazione a tutti i soggetti della filiera, anche con un processo di riqualificazione delle risorse della PAC e degli incentivi sulla qualità, e, infine, pongano l’accento sui canali di distribuzione”.

Ha frequentato: la Scuola Forense, presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma; la Scuola superiore dell’amministrazione pubblica e degli enti locali, presso il Centro italiano di direzione aziendale; il Corso di perfezionamento su “La flessibilizzazione del rapporto di lavoro e delle relazioni sindacali”, presso l’Università degli Studi di Roma“ Tor Vergata”; il Master program in “Study of western institution” presso la University of Notre Dame (Usa); la Scuola di specializzazione in “Diritto sindacale del lavoro e della previdenza sociale”, presso l’Università di Roma “La Sapienza”, quale vincitore di concorso e borsista.

PROGRAM

Serio, riservato, da sempre politicamente impegnato, Antonio Buonfiglio, è stato nominato con DPR del 12/05/2008, Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole e Forestali. Avvocato ed esperto del Diritto del Lavoro, è stato eletto nelle liste del Popolo della Libertà nella XXI circoscrizione, Puglia. Gli abbiamo chiesto informazioni sullo stato di salute del sistema agroindustriale italiano, sui suoi possibili sviluppi e sulle sue criticità.

A preoccupare molti operatori e molti osservatori è la difficoltà nel reimpiego di forze giovanili nelle imprese agricole. E’ d’accordo ed eventualmente quali soluzioni individua per invertire la rotta? “Solo se sarà in grado di garantire un reddito adeguato agli imprenditori agricoli professionali, l’agricoltura potrà esercitare un appeal sui giovani. Per questo, anche le risorse del secondo pilastro della PAC relative ai nuovi insediamenti debbono essere destinate solo a chi svolge l’attività agricola in maniera prevalente. Occorre, poi, elaborare un vero e proprio piano per i giovani che, in continuità con quanto già attuato dal Governo, agevoli l’imprenditoria giovanile e faciliti l’accesso alla terra anche attraverso l’individuazione di un regime fiscale che permetta di differenziare la posizione di chi detiene la “terra” come un bene rifugio e chi, invece, la possiede o la conduce, a qualsiasi titolo, quale fattore produttivo. Non è un caso che il valore dei terreni in Italia, anche per effetto della riforma della PAC e della crisi finanziaria, sia cresciuto più che in altri Paesi”.

Infine chiudiamo con il ruolo, apparentemente sempre più in crisi, dei soggetti collettivi del mondo agricolo. Ritiene importanti le loro funzioni o pensa che occorra procedere verso una semplificazione del quadro di rappresentanza? “Il tema della rappresentanza e della rappresentatività, non solo in agricoltura, subisce gli effetti di una lenta delegittimazione che si manifesta con crescente criticità. E’ ragionevole pensare che il processo di semplificazione che ha coinvolto i partiti toccherà anche tutte le organizzazioni sindacali e, più in generale, tutti i soggetti collettivi. Nel mondo agricolo, in particolare, finita l’epoca del collateralismo non ha più ragione d’essere la proliferazione di soggetti portatori di interessi collettivi; al contrario, in un quadro come quello attuale, varrebbe la pena insistere per una diversificazione funzionale tra soggetti destinati a rendere servizi per conto della pubblica amministrazione, soggetti impegnati nell’organizzazione e nella concentrazione di prodotto all’interno della filiera, e soggetti incaricati di facilitare il rapporto con il mondo della trasformazione. Parrebbe sufficiente, per la verità, una sola organizzazione di rappresentanza in grado di convogliare tutte le altre nel rispetto delle diverse sensibilità, secondo principi democratici, all’interno di una complessiva riforma normativa”. The fourth international AgroSpace workshop will progress on the challenge raised in 2004 of combining two different, yet inextricably linked, areas - namely, the application of scientific research to the food industries on Earth and in Space. The workshop will be a compelling, informative and essential two days focussed on the two fascinating and evolving areas of Space and agricultural research. A primary objective is to develop a path from the most advanced systems for food production on Earth to define specific requirements for future food systems in Space. Additionally, the scientific impact of Space research to improve knowledge and apply technology for protected environment food production on Earth will be addressed. Developing the issues of the previous AgroSpace workshop, the latest scientific and technological innovations related to protected growth techniques will be analysed - this will range from plant physiology to hydroponic production systems in a closed cycle and include topics such as additional lighting and automation. Pioneering international research will also be presented that will detail the growing systems of plants in a Space environment ranging from orbital stations to future colonies on the Moon and Mars. During the two day workshop, a critical review of different fields of activity will be presented promoting debate on study issues such as production processes, sustainability and product quality. New business concepts and development strategies will also be considered including urban horticulture and plant growth in extreme environments. Delegates set to participate and benefit in the workshop include international speakers, researchers, members of the business community, institutional representatives and journalists.

Tutto questo sul presupposto che l’agricoltura deve liberarsi del ruolo di ammortizzatore sociale e diventare un’attività produttiva, incentivata e sostenuta con adeguate politiche economiche, fiscali e previdenziali”.

Maturità classica e laurea in Legge presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Abilitazione all’esercizio dell’attività forense presso il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma.

5

Intervista al Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole e Forestali, Antonio Buonfiglio

Antonio Buonfiglio Nato a Roma il 2 novembre del 1968. Avvocato.

ai sistemi più lla definizione o avere i futuri o, delineare le le comporterà e da applicare a allo Spazio e egni, saranno nologiche nel ai sistemi di ’illuminazione dell’arte della te superiori in nie su Luna e ssegna critica dibattito sulle si produttivi e gie di sviluppo .). Relatori di esentanti delle aggio speciale: i affascinanti e gricola.

L’intervista

Lavori in corso per un’agricoltura di qualità

emissioni in atmosfera. Lei come giudica tali recenti soluzioni? “In agricoltura, come in altri campi, bisogna sempre distinguere tra la ricerca, che non può mai essere fermata, e la sperimentazione, che, invece, deve soggiacere ai principi di precauzione e conservazione ambientale. La terra e le altre risorse primarie vanno utilizzate tenendo sempre a mente che produciamo per l’oggi ma che amministriamo quello che ci è stato dato in prestito dai nostri figli”.

Il 23 dicembre 2002 è divenuto membro del Consiglio di amministrazione di Agripart-Partecipare all’agricoltura, Merchant Bank del settore agroindustriale costituita tra Agea, Ismea e Banca della Nuova Terra spa.

th

4 internat

AGRO

Controlled E from Earth

Nel giugno 2004 è stato nominato membro del Consiglio di amministrazione del Coanan- Consorzio delle anagrafi animali tra Agea, Italia lavoro spa, Izs di Teramo. www.agrospaceconference.com

Il 24 settembre 2004 è stato nominato membro del Comitato scientifico dell’Ismea, Istituto servizi del mercato agricolo. Il 12 ottobre 2004, è stato incaricato consulente della Presidenza della giunta della Regione Calabria per l’istituzione del Tavolo verde. Il 16 dicembre 2004, con delibera del Consiglio di amministrazione dell’Enea, Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, è stato nominato componente del Consiglio scientifico. Dal 2006, è stato coordinatore della Consulta nazionale dell’agricoltura di Alleanza nazionale. Eletto deputato nella XXI circoscrizione (Puglia), nella XV Legislatura, è stato componente della XIII Commissione (Agricoltura). Eletto deputato nella XVI Legislatura, è stato nominato sottosegretario di Stato alle Politiche agricole e forestali del IV governo Berlusconi.

5


Aerospazio

La parola d’ordine nella difesa e nell’aerospazio è l’integrazione Intervista all’Onorevole Marco Airaghi, Consigliere del Ministro della Difesa per le Attività Aerospaziali e Vicepresidente dell’ASI Ospitare nelle nostre pagine l’Onorevole Airaghi è per noi motivo di grande interesse. Il suo profilo sembra quasi raccontare il lavoro quotidiano della nostra rivista e l’intervista che segue ne è una prova. Il concetto che domina le sue parole è quello dell’integrazione: tra i settori di difesa e aerospazio, tra imprese e Stato, tra PMI, tra territori, tra soggetti economici. Insomma, si tratta di tutto ciò che PMI Live sostiene fin dal suo primo numero e che continuerà a sostenere fino al termine della sua, speriamo lunghissima, esistenza. Ci sembra importantissimo per una rivista come la nostra aprire questa intervista con il tema da lei più volte sollevato della necessità di una collaborazione tra ASI e Difesa. In che senso e con quali forme? “Credo sia ormai evidente a tutti l’implicita dualità di ogni attività satellitare. Mi sembra quindi lo meno doveroso per rispetto ai cittadini, i cosiddetti tax payers, cercare di fare sinergia delle ingentissime fonti finanziarie che queste attività richiedono: mettere cioè a fattor comune le risorse delle istituzioni civili con quelle della Difesa per massimizzare i risultati riducendo gli esborsi. Per raggiungere questo risultato ritengo fondamentale che il legame tra ASI e Difesa sia sempre più organico, continuo e profondo fino ad arrivare ad una generazione contemporanea, e quindi sinergica, del Piano Spaziale Nazionale e del Piano Spaziale della Difesa”. Oggi vorremmo occuparci maggiormente di aerospazio. Lei è Consigliere del Ministro e Vicepresidente dell’ASI. Che idea si è fatto di questo settore? Quali strategie andrebbero messe in campo per sostenere lo sviluppo dei grandi programmi e delle PMI? “Il settore aerospaziale è, e sempre più sarà nei prossimi anni, un settore strategico e trainante per le economie dei paesi maggiormente sviluppati, il discrimine tra grandi Nazioni e paesi di secondo piano sarà essere o no leader nelle attività aerospaziali. Oggi, purtroppo, il settore non è ancora in grado di auto sostentarsi e, in ogni parte del mondo, vive e si sviluppa solamente grazie ai programmi istituzionali. In questo quadro il ruolo delle Agenzie è fondamentale. Per la definitiva maturazione del settore credo fortemente che il loro lavoro debba privilegiare programmi ed iniziative che garantiscano il reale sviluppo delle attività industriali, siano esse legate al

6

credo che, in buona parte, lo sviluppo e la crescita delle PMI debba anche essere generato da subcontratti che la grande azienda per dimensione e struttura non può convenientemente evadere al proprio interno. Certo, se come prima dicevo, progetti delle PMI garantiscono una futura auto sostenibilità e la generazione di importanti spin-off, le risorse necessarie vanno trovate!” In una sua recente dichiarazione sostiene di ritenere indispensabile passare dal concetto di “spazio” come “fine” a quello, più maturo, di “spazio” come “mezzo”. Cosa intende? “Si, sono molto convinto che il settore debba andare verso la sua completa maturazione. Ormai le ricadute delle attività satellitari nella vita quotidiana di cittadini ed istituzioni sono tali da imporre di ottenerne adeguati vantaggi pratici ed economici. Non è più il tempo di “voler arrivare allo Spazio” (Spazio come fine) ma è ora di ottenere dallo Spazio i vantaggi che tali attività permettono (Spazio come mezzo di crescita”. Il 20 e 21 maggio a Sperlonga si svolgerà un convegno internazionale, il quarto, organizzato da Federlazio (Associazione delle PMI del Lazio) e patrocinato proprio da ASI ed ESA sul tema dell’Agrospazio. L’obiettivo è quello di prestare tecnologie spaziali alla Terra e viceversa attraverso l’implementazione di una serra gonfiabile ad ambiente controllato che sia utilizzabile sia nelle missioni spaziali che sulla Terra. Che ne pensa? “Interessante. Interessante soprattutto dimostrare come le attività spaziali offrano importanti ritorni anche in settori che tradizionalmente non si penserebbe di toccare. L’osservazione della terra dallo spazio sia con sistemi ottici, sia con sistemi radar SAR, sia soprattutto con camere iperspettrali, consente di valutare con precisione lo stato dei terreni agricoli e massimizzarne il corretto sfruttamento”.

settore dell’hardware o a quello dei servizi. Le Agenzie devono finanziare in particolare progetti che garantiscano reali ritorni economici e che abbiano la potenzialità di generare attività in grado in futuro di auto sostentarsi. Bilanciare il sostegno di grandi imprese con la crescita delle PMI mi sembra altrettanto opportuno, auspico infine che le nuove iniziative generino adeguati spin-off ”. Un tema importante è quello del finanziamento di progetti di ricerca delle PMI a prescindere dai grandi programmi nazionali e internazionali. Per qualcuno è necessario, per altri molto difficile. Lei cosa ne pensa? “E’ sia necessario che molto difficile… le risorse limitate non consentono di finanziare tutto e tutti, io

Chiudiamo con un’altra idea a lei cara, quella di “sistema Paese”. Cosa intende e quali sono le iniziative che ritiene inserite in quest’ottica? “Sono certo che mettere in sinergia le grandi forze della nostra Nazione, partendo dall’Università, l’Agenzia Spaziale, la Difesa, la grande industria nazionale, le PMI e tutte le istituzioni a vario titolo interessate, possa costituire un grande Sistema Paese in grado di garantire sostegno ed un grande sviluppo al settore aerospaziale italiano. Un forte e solido sistema Italia potrà poi con autorevolezza confrontarsi con le altre grandi nazioni in programmi bilaterali o multilaterali senza timore di vedere messo in discussione il nostro ruolo che, per tradizione e per attuale consistenza, ci spetta di diritto. Mi sembra che negli ultimi mesi questa consapevolezza stia sempre più radicandosi nel tessuto nazionale e vedo positivi presupposti per la concreta costruzione di questo auspicato forte Sistema Nazione”. Piera Zocchi

On. Ing. Marco Airaghi Nato a Gorla Minore (VA) il 19 febbraio 1959, ha conseguito la laurea in ingegneria meccanica, con indirizzo costruttivo generale, nel 1982 presso il Politecnico di Milano. E’ iscritto all’albo degli ingegneri della Provincia di Varese. Ha assolto il servizio militare nell’arma Aeronautica dal 1.01.83 al 31.12.83. Ha lavorato nel settore metalmeccanico come responsabile tecnico, responsabile manutenzione ed impianti e, successivamente, come Direttore di Stabilimento, export manager e responsabile marketing. E’ stato Consigliere di Amministrazione del Teatro di Saronno S.p.A. E’ stato Consigliere di Amministrazione e Membro del Comitato Esecutivo di Fondazione E.A. Fiera Internazionale di Milano. E’ stato Consigliere e Assessore comunale del Comune di Gorla Minore. Eletto Deputato al Parlamento nella XIV legislatura (20012006, Collegio di Saronno – Circoscrizione Lombardia II) è stato membro della X Commissione (Attività Produttive); della XIV Commissione (Politiche dell’Unione Europea); della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e del Comitato per la valutazione delle scelte Scientifiche e Tecnologiche (VAST). Riconfermato nella XV legislatura (2006-2008, Circoscrizione Lombardia II) è stato Segretario della XIV Commissione; membro del Comitato VAST e del Comitato Schengen. Presidente della Consulta Nazionale per l’Aerospazio, parla correttamente inglese e francese. Attualmente ricopre gli incarichi di Direttore Generale dell’Agenzia Industrie Difesa; di Consigliere del Ministro della Difesa per le attività aerospaziali ed è Vicepresidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.

7


Dentro le PMI

Quando la cultura d’impresa diventa un modello vincente

Intervista a Salvatore Antonio De Biasio, Presidente di CMD S.p.A. In premessa consentitemi di dichiarare la mia particolare simpatia per l’impresa di questa settimana. La CMD è l’esempio lampante di come il piccolo-medio possa diventare facilmente grande, grazie alla propria disponibilità alla ricerca, all’impegno, al rischio, alla flessibilità. Da Caserta fino in Cina è il percorso di Salvatore Antonio De Biasio e dei suoi soci, protagonisti mondiali della implementazione e della produzione di motori diesel destinati a vari settori, automobilistico, marino, aereonautico. Dal Sud del Paese un messaggio di risveglio, di fiducia e di autocritica che colpisce per la sua lucidità. La chiave dello sviluppo per De Biasio è nell’accrescimento della cultura individuale, collettiva e solo dopo d’impresa. Nella continua ricerca di strumenti adatti ad affrontare la complessità della vita, attraverso in primis la formazione e l’attenzione a quei valori indispensabili che vanno al di là del lavoro. Nelle righe che seguono troverete un imprenditore che ha ben presente il suo ruolo sociale. E di questo lo ringraziamo. In una scheda collegata a questo articolo troviamo una breve descrizione della CMD. Le chiediamo però di dirci in poche parole quali sono i suoi punti di forza produttivi. “Sostanzialmente noi trasferiamo i risultati di eccellenza da un settore agli altri. Ad esempio la progettazione, la prototipazione e l’ingegnerizzazione dei motori aeronautici possono essere implementati anche su quelli marini. Ci interessiamo di elettronica di controllo, abbiamo una nostra vera e propria “centralina CMD”, che monitora le caratteristiche funzionali dei nostri motori diesel. Da due anni siamo campioni del mondo per la prestazione nella durata di motori, campionato a cui partecipiamo con i diesel e ci confrontiamo anche con quelli a benzina. Il nostro controllo elettronico è talmente spinto da provocare un risultato sorprendente. Le prove consistono nella durata e non nella velocità, con variazioni che sollecitano più volte il motore in un arco temporale definito. Nel 2004 abbiamo implementato il motore JTD di Fiat, Alfa Romeo e Lancia. Stiamo, inoltre, portando avanti progetti per lo studio di un motore ibrido marino, in grado di essere applicati ad ogni tipologia di barca. I nostri motori sono potenti e veloci e possono essere utilizzati anche per scopi militari. Abbiamo implementato prodotti per l’aviazione aereonautica consentendole di atterrare anche dove non c’è un aeroporto. Ovviamente in questi casi c’è la necessità di calibrare il carburante anche per le fasi di emergenza, ecco perché abbiamo studiato sistemi di distribuzione a pressione che consentono di rispettare le condizioni di sicurezza. Con i nostri motori gli aerei possono atterrare ovunque.

8

Pensate a quanto sarebbe rivoluzionario come sistema a fini umanitari: con questi mezzi è possibile raggiungere popolazioni disagiate in Africa o in Sud America”. Dalle sue parole emerge la grande importanza dell’innovazione e della ricerca nei vostri progetti di sviluppo aziendali. “Esiste una ricerca simile solo in Germania, sui motori Mercedes. Poi ci siamo solamente noi. La nostra intrapresa industriale è coraggiosa perché legata all’innovazione e alla ricerca applicata. Molti dei nostri progetti sono portati avanti con Centri di ricerca, come ad esempio CIRA e CNR, Università, soprattutto del Sud d’Italia. Al centro di tutto però c’è sempre CMD. Investiamo l’11% del nostro fatturato in ricerca. E i risultati si vedono, se siamo stati premiati per due anni consecutivi, compreso questo del centenario, dalla Confindustria nazionale come azienda leader nell’innovazione di prodotto. Le imprese che guardano al presente per il futuro devono poi necessariamente investire in formazione e autoformazione, continuamente. Devono mantenersi aperte ai contesti esterni, facendo anche un bagno di umiltà come dovremmo fare noi italiani quando parliamo di India e Cina, Paesi diversi ma più che rispettabili”. E’ il mercato che chiama l’innovazione o questa che sviluppa nuovi mercati? “Un imprenditore deve avere chiaro il mercato in cui vuole muoversi. L’innovazione viaggia in base alle esigenze. Noi dobbiamo capire meglio delle altre come farla e su quali prodotti. La ricerca è un’ancora di salvezza per il nostro Paese. Noi italiani troviamo spazi nel mercato globale grazie alla qualità del prodotto, in ogni settore”. Qual è la chiave del successo per un’impresa come la vostra? “La ricchezza culturale, quale grande produzione di ri-

sorsa intellettuale. Noi imprenditori dobbiamo vedere il futuro con una base diversa. Non si può vivere di solo lavoro, e la tragedia del Veneto ne è la prova (De Biasio si riferisce al recente suicidio di alcuni imprenditori del Nord Est ndr), ma bisogna arrivarci solo dopo un proprio percorso di formazione che consenta l’elevazione dell’uomo rispetto alle problematiche vissute, grazie alla disponibilità di valori e strumenti di analisi”. Pensa che le PMI abbiano i ruoli di rappresentanza che meritano? “Le PMI sono il 92% delle aziende italiane e producono il 93% del PIL italiano. Il nostro è un peso oggettivo che dovrebbe essere riconosciuto anche sul piano sociale e politico. Purtroppo non è così”. E perché, secondo lei? “Per tre ordini di motivi. Intanto le grandi aziende nazionali nella loro struttura organica contano su centinaia di persone, alcune delle quali si dedicano solo ai rapporti politico-istituzionali. Le imprese di dimensioni più ridotte come fanno a fare questo? Poi mi domando, ma le PMi hanno il desiderio di mettere in comune le proprie potenzialità? In Alenia riusciamo ad essere capofila di progetti, con le altre aziende come noi iniziamo ragionamenti che poi puntualmente si fermano. Ciascuno guarda l’altro come avversario possibile. E, infine, c’è il peso elettorale dato dal numero di dipendenti eventualmente condizionabili, che rende le grandi aziende più forti e appetibili per le istituzioni”. Lei ha alle spalle esperienze di rappresentanza, prima in Confapi, ora in Confindustria e in AIAD: ha soluzioni da proporre? “La rete è il presupposto culturale di un’impresa capace di vincere i limiti delle PMI. Le associazioni datoriali dovrebbero mettere in campo azioni mirate a risolvere le tre problematiche prima citate. Occorre però che si parta da riflessioni prima di tutto su se stessi e sui propri limiti di rappresentanza. Dobbiamo imparare a stare insieme. Le associazioni in tal senso hanno un ruolo importantissimo ed è il motivo per cui ne faccio parte da sempre. Però il cambiamento deve partire da noi”. Roberta Busatto

L’AZIENDA Ragione Sociale: C.M.D. Costruzioni Motori Diesel S.p.A. Presidente: Salvatore Antonio DE BIASIO Amm.re Delegato: Mariano NEGRI (responsabile Cina) Consiglieri: Giorgio NEGRI (marina) Mario Rosario MARSICANO (automotive) SEDE SOCIALE: S.S. 87 km 23.300 – 81020 San Nicola La Strada (CE) Riferimenti: tel: +39-0823-424055; fax: +39-0823-422167; E-mail: info@cmdengine.com url: www.cmdengine.com www.fnm-marine.com ALTER SEDI A Brindisi, in Puglia, presso il Polo aerospaziale STABILIMENTI 1. Loc. Cartofiche – N.I. “Valle di Vitalba” – 85020 Atella (PZ) 2. Nucleo Industriale “Valle di Vitalba” – 85020 Atella (PZ) 3. Area Industriale ASI – Morra de Sanctis (AV) SEDI ALL’ESTERO - High –tech Industrial Development Zone-CHANGSHA (China) CAPITALE SOCIALE: oltre 6 milioni di euro int.versato DIPENDENTI: 112 PRINCIPALI CLIENTI: •AUTOMOTIVE Fiat, Alfa Romeo, Audi-VW e Ford.-Magenti marelli •AEREONAUTICA: Alenia e Avio •MARINO: rete di 45 distributori mondiali LA STORIA C.M.D., COSTRUZIONI MOTORI DIESEL S.P.A, è un’azienda italiana di engineering specializzata nel design di motori diesel e nelle principali applicazioni su ogni loro parte. Ha intrapreso la strada del mercato dei motori diesel nel 1991, supportata dal know-how tecnologico e dall’esperienza accumulata dal 1970 dai suoi membri fondatori della società F.N.M. Fratelli Negri Motori attiva dagli anni ‘50. Oggi, nel 2010, troviamo alla gestione della società la terza generazione di imprenditori. La prima dei nonni, la seconda dei genitori di Giorgio e Mariano Negri che hanno implementato il motore diesel più piccolo del mondo per la Uno della Fiat. E oggi la CMD è arrivata perfino in Cina, dove da circa 4 anni collabora proprio con la FIAT ed ha in carnet anche commesse di operatori cinesi di notevole standing . LA PRODUZIONE La produzione della CMD si articola intorno ai seguenti ambiti: • MOTORI MARINI • MOTORI AERONAUTICI • AUTOMOTIVE • ALTA PRECISIONE MECCANICA • RICERCA E SVILUPPO

9


Difesa

Forze armate e nuove tecnologie dal segreto militare alla comunicazione ad ampio raggio

Intervista al Generale Fogari, Capo Ufficio Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Difesa La comunicazione è una delle attività che caratterizzano le società contemporanee nel cosiddetto “villaggio globale”. Oggi, per un’organizzazione complessa come quella militare, che certamente persegue obiettivi di efficacia ed efficienza, ma che si basa su valori fondanti permeati di un fortissimo contenuto etico, il consenso e la legittimazione procurati da una comunicazione mirata sono oltremodo necessari per mantenere alta la motivazione dei suoi componenti. A questo scopo le Forze Armate hanno allestito in questi ultimi anni nuove strategie comunicative e di immagine il cui cavallo di battaglia sono sempre più i siti telematici forniti di informazioni, foto, bollettini e documentazioni specifiche che hanno lo scopo di promuovere verso l’esterno e nei riguardi della pubblica opinione la propria immagine. Le moderne tecnologie e l’informatizzazione hanno aperto la strada a straordinari miglioramenti in qualsiasi campo, generando nuove opportunità e aggiungendo valore al modo di lavorare, agire e comunicare. Questo concerne anche le stesse Forze Armate nelle quali lo sviluppo tecnologico ha da sempre determinato adattamenti o cambiamenti non soltanto nelle modalità di organizzazione e impiego della forza militare, ma anche nel suo significato e nella sua strumentalità al conseguimento dei fini politici, caratterizzando gli schemi volti a concepire e condurre le operazioni militari. Abbiamo voluto intervistare il Generale Fogari, colui che rappresenta la Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Difesa, per far comprendere i cambiamenti inerenti le strategie comunicative che l’organizzazione Forze Armate sta sempre più mettendo in pratica. Generale, le Forze Armate moderne di qualsiasi paese si sono attrezzate secondo i più moderni sistemi tecnologici. Quelle italiane non possono prescindere dall’adeguarsi al contesto internazionale. Quali sono queste tecnologie comunicative e quali i mass-media più utilizzati? “Solo qualche decennio fa pochi avrebbero creduto che all’inizio del XXI secolo le Forze Armate arrivassero a creare una vera e propria rete comunicativa che dispone di Addetti periferici alle relazioni esterne, in grado di raggiungere pubblici differenziati e di godere di una posizione di privilegio per intessere rapporti con il mondo accademico, con gli “opinion leader”, con i mass media nazionali, regionali e provinciali. Grazie al modello organizzativo per la comunicazione e alla “expertise” acquisita, le Forze Armate sono in grado oggi di analizzare e valutare l’informazione pesandone l’impatto in termini scientifici. Lo Stato Maggiore della Difesa è in rete con tutte le principali agenzie di stampa e in collegamento con numerose reti televisive. Scopi e tecniche di comunicazione sono entrati a far parte del ciclo formativo e di apprendimento del personale che opera nella branca. Il “news management” viene concepito come un’operazione quotidiana condotta con tecniche “militari”, con una carta della “situazione” dove sono riportate tutte le fonti di comunicazione verso l’esterno e i loro pubblici di interesse. Quotidiani nazionali e riviste veicolano, spesso gratuitamente, fascicoli illustrati che documentano le missioni in atto”. Una struttura complessa e delicata come la Difesa necessita di strumenti di comunicazio-

10

ne adeguati ma soprattutto di metodiche mirate sia quando deve proiettarsi all’esterno che quando proiettarsi all’interno. Quali sono gli strumenti e quale l’approccio operativo in un caso e nell’altro? “Gli scenari internazionali rendono attuali i temi legati alla Difesa. Al centro dell’attenzione ci sono il nuovo militare ed i nuovi compiti che è chiamato a svolgere. L’Ufficio Pubblica Informazione è in constante e continuo collegamento con i Comandanti responsabili delle varie missioni, ovvero con i relativi Addetti Stampa. Si viene quindi a creare una rete comunicativa con tutti i Teatri d’operazione che consente di monitorare in tempo reale l’evoluzione della situazione locale, fornire le necessarie e più esaustive informazioni e notizie agli operatori mediatici in Italia, fornire gli adeguati consigli ed orientamenti ai Comandanti e agli Addetti Stampa in loco allo scopo di raggiungere la massima capacità d’informazione”. E’ chiaro che se c’è un settore in cui l’attività dello Stato va protetta è proprio quello delle Forze Armate. Ci sono momenti di riservatezza assoluta ed altri che presuppongono cautela ma non eccessiva. Cioè momenti nei quali il dire e il non dire ha eguale valenza… “Tutto ciò che è riservatezza è legato a due aspetti. In primo luogo la sicurezza dei nostri militari. Per cui se ci sono problemi inerenti questo ambito, ovviamente non pos-

siamo dire la verità. In secondo luogo in molte situazioni non abbiamo potuto parlare perché il tutto ha un’alta rilevanza politica e quindi in sostanza dire la verità creerebbe dei grossi problemi a livello politico. Non diciamo delle bugie ma semplicemente glissiamo. Chi ci segue, sa che ben difficilmente questo vincolo diventa censura; un Ufficiale Pubblica Informazione sa di dover dire sempre la verità, quella, aggiungo io, per ragioni di sicurezza, possibile”. Mondo civile e Forze Armate: c’è veramente sinergia, come e quando? “Fino al secondo conflitto mondiale, le Forze Armate non avvertivano la necessità di attuare una politica di comunicazione che giustificasse la loro presenza. Esse traevano linfa vitale e legittimazione da valori forti come “Patria”, “Identità nazionale”, “Storia”. Valori che rappresentavano la ragion d’essere dell’Istituzione militare stessa, il motivo che ne consentiva l’accettazione ed il riconoscimento, quasi in maniera automatica, da parte della società civile. Il dopoguerra prospettò un cambiamento di scenario che pose fine a questo tacito consenso. Le Forze Armate dovettero confrontarsi con un problema di consenso di merito nato dal divario, constatato sul campo, tra l’esaltazione militare e l’impreparazione organizzativa dello strumento. La reazione che ne seguì fu una chiusura dentro un orgoglioso silenzio che determinò uno “stato di non comunicazione” tra i due sistemi, Forze Armate e società civile. Nella seconda metà degli anni ‘80, prima l’Esercito e poi le altre forze concepirono e avviarono una riorganizzazione della loro struttura comunicativa al centro e alla periferia, lanciando, al contempo, una efficace campagna integrata di immagine-reclutamento di stampo moderno. Fu in questo momento storico che iniziò a diffondersi la cultura della comunicazione. Gli anni ‘90 hanno segnato una fase di reale “ricostruzione comunicativa” grazie ad una serie di eventi che hanno predisposto un contesto estremamente favorevole per lanciare una nuova comunicazione”.

macroscopiche contrapposizioni; delicato perché i temi che qui si affrontano hanno inevitabilmente a che fare con la guerra, cioè con questioni ove si intrecciano la vita e la morte, il diritto in merito al ricorso alla forza, le emozioni che sempre si accompagnano a questioni quali la guerra e la pace. Inoltre, le grandi tematiche della difesa, della sicurezza nazionale ed internazionale, sono di difficile comprensione per il cittadino. Qualunque siano le opinioni di ognuno nei confronti degli eserciti, è certamente importante sapere cosa accade nei Teatri Operativi, quali sono le logiche che guidano i confronti militari, quali le esigenze ineludibili della logistica, quali le effettive realtà dei nuovi sistemi d’arma. È pertanto per queste sue peculiarità che l’informazione “degli affari militari” va vista in una prospettiva istituzionale in cui tutti gli attori sono chiamati, in piena libertà di idee e di atteggiamenti, a comprendere, prima di tutto, cosa sta accadendo, secondo quali regole e quali meccanismi”. Samanta Torchia

Ma il cittadino, l’operatore mediatico, il giornalista, l’opinione pubblica sono in grado sempre di comprendere la delicatezza che spesso si cela dietro tematiche militari? “Oggi siamo nella stagione del colloquio e delle relazioni, anche dirette, con i cittadini. Si tratta di una regola generale per tutta l’amministrazione pubblica ma che vale anche per un settore particolarmente difficile e delicato quale è quello della Difesa. Un settore, questo, che è difficile e delicato da comunicare perché condizionato da fattori che ne complicano il modo di diffusione delle notizie. Difficile, perché tutte le questioni militari appaiono prestarsi, ad una prima lettura superficiale, a facili generalizzazioni e

11


Idee a confronto

Economia

Ancora nella coda della crisi, cominciamo a fare qualcosa?

Il punto sulla situazione economica attraverso un addetto ai lavori, l’Onorevole del Partito Democratico Michele Ventura E dopo la Spagna? La situazione europea ci riempie d’angoscia, la nostra moneta scivola ai minimi e dopo la Grecia e il Portogallo, il contagio speculativo, aiutato da mesi e mesi di sottovalutazione di quanto stava accadendo, si allarga e rischia di non lasciare indenne anche questo nostro Paese che non ha messo sufficienti argini per limitare gli effetti di una crisi mondiale che viene da lontano e che non ha ancora finito di seminare vittime. L’Europa, politica, sta uscendo a pezzi da questa vicenda e la nostra preoccupazione, economica, è che la mancanza di crescita, il vero salvagente per non affogare nei debiti, travolga l’Italia. Gli analisti di casa nostra dicono che non corriamo rischi. Dicono che la scarsa esposizione delle nostre banche e una ricchezza basata su case e terreni qual è quella italiana, ci proteggeranno. Io ci spero davvero. Il 2010, dicono i primi dati, ha cominciato a mostrare segnali di ripresa con un rimbalzo della produzione industriale che però serve soltanto in parte a correggere la marcata flessione di dicembre. Ma le informazioni congiunturali sul secondo trimestre segnalano la possibilità di una battuta d’arresto: 0,8% di crescita quest’anno che arriverebbe all’1% nel 2011. Troppo poco perché la strada da recuperare è molta se è vero, come ha segnalato l’Istat, soltanto tre settimane fa, che il potere d’acquisto delle famiglie italiane è sceso nell’anno appena passato, del 2,8% e che il rapporto debito/Pil di questo 2010 è previsto al 121,1%. Numeri non lontani dagli Anni Novanta. E di fronte a questo? Il ministro Tremonti gloria la sua azione di governo, ma noi vogliamo richiamare, ancora una volta, la sua attenzione su quelle centinaia di migliaia di nuovi disoccupati il cui tasso, dicono le previsioni, è destinato a salire fino all’11% tornando sui livelli massimi degli ultimi 50 anni. Più volte, in questi mesi, abbiamo cercato di far concentrare l’azione del governo sulla necessità di riforme economiche sulle quali abbiamo dichiarato la nostra assoluta disponibilità. Abbiamo ripetuto che il PD è pronto all’elaborazione di un piano di strategia industriale nei settori innovativi e nella ricerca, a un adeguamento delle infrastrutture per rendere il Paese più competitivo. Abbiamo cercato di mettere al primo posto la necessità di maggiori risorse per i salari,

12

per le pensioni, per i giovani precari. Abbiamo sottolineato l’importanza di rilanciare i consumi, e non con le elemosine di incentivi già esauriti prima di diventare legge dello Stato. Abbiamo ripetuto che l’equilibrio della finanza pubblica è un obbligo al quale non possiamo permetterci il lusso di derogare. Ora, in questo frangente preoccupante per la tenuta della finanza del vecchio continente, vogliamo anche dar atto a Tremonti di essere stato tra i primi ad aver capito che il morbo della speculazione avrebbe potuto diffondersi e che la governance di politiche comuni in Europa è indispensabile. I governi, e non soltanto quello italiano, devono partire dal garantire l’applicazione di regole più appropriate per la gestione dei mercati finanziari, per la capitalizzazione dei sistemi bancari, per l’attività di sorveglianza. Devono facilitare e non creare ulteriori e nuovi ostacoli al finanziamento delle imprese. Ma devono scegliere da che parte stare. Non dalla parte degli speculatori e degli evasori, non dalla parte di chi contribuisce a trovare risorse promuovendo condoni. Ma dalla parte dei produttori, dei lavoratori, dei professionisti, degli artigiani, degli imprenditori che pagano le tasse e contribuiscono ogni giorno alla ricchezza del Paese. Per stare dalla loro parte bisogna anche ricordare che da noi l’aliquota massima è al 43% contro il 37,5% del resto d’Europa. Per stare dalla loro parte bisogna ricordare che gli adempimenti e la burocrazia soffocano anche le migliori volontà. Per stare dalla loro parte bisogna fornire risorse e infrastrutture, materiali e immateriali, a chi fa degli investimenti in cultura e innovazione il proprio business. Cominciamo a fare qualcosa? On. Michele Ventura Vicepresidente vicario del Gruppo PD Camera dei Deputati

Forze armate e PMI a confronto Il risultato è un breve dizionario, che vi sintetizziamo Il nostro giornale ha avuto il piacere di moderare nello scorso mese di marzo una tavola rotonda che ha visti impegnati in un serrato e aperto confronto le Forze Armate dell’ISSMI e alcune Piccole e Medie Imprese. L’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze è l’organo deputato a formare i futuri dirigenti militari delle forze armate dando loro le conoscenze adeguate per operare con grande professionalità all’interno degli stati maggiori e nella gestione di operazioni internazionali. L’incontro si collocava dunque pienamente negli obiettivi di accrescimento di preparazione in vista dell’acquisizione di incarichi di rilievo nel quadro nazionale e internazionale. Il tema al centro del dibattito è stato il rapporto tra Forze Armate e Piccole e Medie Imprese, tenute insieme da diversi fili di collaborazione. Ne è venuto fuori una sorta di dizionario a cura dei nostri militari che tenta di raccontare le PMI del settore, ma non solo. Il breve esercizio di sintesi che segue vale come sincero ringraziamento per averci fornito nuovi spunti di riflessione. Li appuntiamo come promemoria nostro e vostro e invitiamo le PMI che ci leggono a giocare con noi: vogliamo verificare se ci riconosciamo in questa sommaria descrizione. •

ALTA TECNOLOGIA e dunque alti investimenti

ECCELLENZA, raggiunta e mantenuta nel tempo nel proprio settore di competenza

FORMAZIONE SPECIALIZZATA, spesso autofinanziata

FLESSIBILITA’ e capacità di adattarsi o meglio ancora prevedere le mutazioni dei mercati

FRAMMENTARIETA’ e scarsa capacità di integrazione

INTERNAZIONALIZZAZIONE o meglio leadership globale

RAPPRESENTANZA POCO CHIARA e dunque mancanza di “forza contrattuale” in quanto PMI

RICERCA E INNOVAZIONE quali chiavi di sviluppo individuale e collettivo

SCARSA CONOSCENZA reciproca e delle istituzioni rispetto a queste

TERRITORIALITA’ – forte legame con il contesto di azione

VELOCITA’ di azione e reazione

L’ISSMI è l’organo deputato a formare i futuri dirigenti militari delle forze armate dando loro le conoscenze adeguate per operare con grande professionalità all’interno degli stati maggiori e nella gestione di operazioni internazionali, infatti questo e quanto riportato proprio nella Missione che questo Istituto si è dato e cioe: “L’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze ha il compito di perfezionare la formazione professionale e la preparazione culturale degli ufficiali delle Forze Armate, in previsione dell’impiego in incarichi di rilievo in ambito nazionale ed internazionale. Per l’assolvimento di detto compito l’Istituto: Organizza il Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze (denominato Corso ISSMI), il Corso COCIM ed il Corso per Consigliere Giuridico nelle Forze Armate (denominato corso CG), cui possono partecipare anche gli Ufficiali del Corpo della Guardia di Finanza nonché Ufficiali esteri; promuove attività di scambio con Istituti nazionali ed internazionali paritetici, attività di studio, ricerca e sperimentazione in materia di formazione superiore interforze e di sviluppo di tematiche strategico-operative di interesse interforze o di Forza Armata.”

13


Aperture

Quando le donne vincono fa ancora notizia Primo Premio Oscar al femminile per la miglior regia a Kathryn Bigelow per Hurt Locker The winner is…………….. Barbara Streisand, prima di pronunciare la canonica frase, nel presentare i nominativi dei 5 registi candidati all’Oscar aveva espresso il piacere che avrebbe provato se questo nominativo fosse stato Kathryn Bigelow. Nessuna donna aveva mai avuto l’onore di ricevere la statuetta dorata, come migliore regia, e ci sono voluti 82 anni. Solo tre le candidature sino ad ora: Lina Wertmuller per Pasqualino Settebellezze del 1976, Jane Campion per Lezioni di piano del 1993 e Sofia Coppola per Lost in translation del 2003. Fortunatamente per quanto riguarda le attrici questo primato è sfatato dalle 16 candidature, delle qua-

li 2 trasformate in vittoria, di Meryl Streep. Che strano fermarsi a pensare che il cinema, la settima arte, aperta a tutti e che può raccontare tutto non abbia molti “registi donne”. In effetti la Bigelow si definisce più esattamente una “filmmaker”; ogni suo progetto viene sviluppato da lei sin dall’inizio cucendoselo addosso come un vestito su misura. Ecco perché in 26 anni di attività ha fatto solo 8 film. The Hurt Locker non è un film di guerra e non prende posizioni politiche. E’ un film sul dramma della guerra, che mette lo spettatore all’interno di essa come il protagonista che affronta la morte senza alcuna apparente paura. Tratto dalla sceneggiatura creata assieme a Mark Boal (giornalista arruolatosi nella squadra di bombe in Iraq) e girato in soli 44 giorni e con 4 macchine da presa, è la storia di un’unità speciale di soldati volontari che devono disinnescare gli ordigni che incontrano durante la guerra a Bagdad, ma soprattutto è la storia delle loro emotività, delle loro diffidenze, delle loro paure e del loro rapporto con la guerra.

14

Kathryn Bigelow è anche una pittrice ma lei stessa dichiara di non aver mai tradito l’arte vedendone, giustamente, nel cinema una sua continuità e si vede. Nella sua carriera di regista ci ha dato film su vampiri, poliziotti corrotti, serial killer ma forse tutti ricordano di più Point Break del 1991 con l’indimenticabile Patrick Swayze, uno dei surfisti che effettuavano rapine strepitose nascosti dietro le maschere di quattro expresidenti d’America. Una nota curiosa: The Hurt Locker è costato 11 milioni di dollari e ne ha incassati circa 16; per Avatar J. Cameron (ex marito della Bigelow) ha speso 270 milioni di dollari ed è il film in assoluto più visto al mondo incassando più di 2 miliardi. Evidentemente questo film è destinato a strani record. Era il 7 marzo scorso quando questo premio è stato assegnato. Oggi ha ancora senso parlarne per trarne un messaggio: la donna quando vince un premio o quando acquisisce ruoli di potere e responsabilità fa ancora notizia. Ed è su questo che oggi vogliamo puntare l’attenzione, sulle grandi potenzialità inespresse dalla donna per lo sviluppo culturale ed economico della nostra società. Il patriarcato per fortuna è un retaggio del passato ma ancora oggi lascia alcune lievi scie. Le donne lavorano il doppio, tra famiglia e realizzazione professionale, faticano il doppio per conquistare gi spazi che meritano, quando li meritano, eppure ancora oggi decidono poco. E soprattutto guadagnano poco. Con buona pace dello sviluppo omogeneo che la nostra società sempre più sembra richiedere. Certo è che la precarietà dilagante sembra pesare proprio su chi si assume il rischio di portare avanti una famiglia e a volte per questa rinuncia a intraprendere sfide dal rischio troppo elevato. La Bigelow ce l’ha fatta e di questo la ringraziamo. Dedicandole la nostra speranza che sia presto solo una delle tante. Mirna Mascherino

La Banda Musicale della Guardia di Finanza nasce ufficialmente nel 1926, riunendo in un’unica compagine strumentale le diverse fanfare che fin dal 1883 erano state istituite presso molti reparti del Corpo. Attualmente è un complesso artistico stabile composto da 102 elementi provenienti dai diversi conservatori italiani, accuratamente selezionati tramite concorso nazionale. Dal 16 aprile 2002 è diretta dal Maestro, Tenente Colonnello Leonardo Laserra Ingrosso. Ringraziamo il Comandante Generale Cosimo D’Arrigo per l’invito a partecipare al Concerto per i 236 anni di Fondazione della Guardia di Finanza, l’orchestra per la splendida serata di musica e il Corpo per il lavoro che quotidianamente svolge con competenza e determinazione. AUGURIAMO ALLA GUARDIA DI FINANZA, “ragazza nel pieno delle forze e delle energie”, ALTRI 236 COMPLEANNI COSI’!

PMI Live è online: www.pmilive.it Vi aspettiamo!

Per ricevere PMI Live in abbonamento postale inviate una mail a:

info@barraspaziatrice.it

15


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.