La bambina di ghiaccio e altre fiabe

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i peli di gatto


Titolo originale Djevojčica od leda i druge bajke Copyright © 2006 Mila Pavićević Traduzione dal croato di Elisa Copetti

Per l’edizione italiana Copyright © 2019 Camelozampa Tutti i diritti riservati www.camelozampa.com

Prima edizione italiana: settembre 2019 ISBN 9788899842598

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Mila Pavićević

La bambina di ghiaccio e altre fiabe illustrazioni di Daniela Iride Murgia traduzione di Elisa Copetti


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Hans e la papera d’oro

Una volta, tanti anni fa, quando i monti erano molto più alti di oggi e strade bianche come zucchero si diramavano sulle loro pendici, quando gli angeli usavano ancora visitare la terra, esisteva un paese fatto di zucchero filato, che era chiamato appunto il Paese dello Zucchero Filato. Nel Paese dello Zucchero Filato le casette erano simili a quella della vecchia strega cattiva cui avevano fatto visita Hänsel e Gretel, solo che nelle casette fatte di dolci non vivevano più malvagie streghe, bensì, come è normalissimo al giorno d’oggi, nani dall’animo gentile. Gli abitanti di Zucchero Filato erano tutti così. Solo la porta di una casetta rimaneva sempre chiusa: il suo padrone, il nano Hans, non usciva mai e intorno alla sua casa si spandeva un odore davvero sgradevole.

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Per quanto fossero gentili, ai nani di Zucchero Filato non piaceva il nano Hans, sebbene non sapessero il perché. Dato che Hans non usciva mai dalla casetta, i nani, come tutti i nani, si inventavano delle storie su di lui… Alla fine le brutte storie sul nano dall’animo cattivo erano talmente tante che anche lui, poverino, aveva cominciato a crederci. Hans credeva per davvero di essere rude, pazzo, addirittura di fare parte di un “culto segreto”, perché così dicevano gli altri nani… Il suo unico difetto, invece, era che non amava molto i suoi simili. Più di ogni altra cosa al mondo amava la sua papera d’oro, che teneva chiusa nella casetta, in una gabbia piena di sabbia (era infatti una speciale razza di papera d’oro). Nella casetta non lasciava entrare nessuno, e nemmeno lui ne usciva mai perché temeva che qualcuno degli altri nani potesse prendere la sua papera e che allora non avrebbe avuto più nulla da amare. Così Hans, per tentare di difendere la sua cara papera addirittura dagli sguardi altrui, chiese aiuto a una di quelle fate mezzocattivemezzobuone. Lei, come fanno le fate, fece un incantesimo alla casetta di Hans, così che un odore sgradevole allontanasse tutti i suoi potenziali amici e proteggesse la papera.

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Ogni anno nel Paese dello Zucchero Filato si festeggiava la Giornata dei dolci, delle risate e dello zucchero filato. Alla cerimonia erano invitate le fate e ciascuna faceva un dono al Paese dello Zucchero Filato, come le fate di Rosaspina, solo che i doni di queste fate erano esclusivamente ricchezze materiali. Come in ogni fiaba, l’ultima delle fate era diversa, più nobile e più buona delle altre. Per questo si chiamava la Fata Buona. Lei amava sinceramente tutti gli abitanti di Zucchero Filato e per questo aveva deciso di donare loro una cosa speciale, proprio per la Giornata dei dolci, delle risate e dello zucchero filato. Era una fata molto originale. Promise che avrebbe donato loro una vita lunga, ricca di felicità e di benessere, ma siccome una vita ricca di felicità e di benessere non è un dono da nulla, la fata, per quanto fosse buona, chiese una cosa in cambio. E non una cosa qualsiasi. Chiese a ciascuno dei nani la cosa che avevano più cara. Tutti cominciarono a portare le loro amate torte al cioccolato, dolci, zucchero filato su bastoncini dorati, fiori e giocattoli… La fata sapeva che i nani donavano davvero le cose a loro più care, perciò era soddisfatta e pronta a mantenere la sua parte dell’accordo. L’accordo però aveva

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una condizione: tutti i nani dovevano consegnare la loro cosa più cara. Uno dei nani non era nemmeno uscito dalla sua casetta puzzolente. Si trattava di Hans. Se ne stava seduto accanto alla gabbietta piena di sabbia. A lui non interessava vivere una vita lunga, ricca di felicità e di benessere. Lui desiderava soltanto tenere la sua papera, non perché fosse d’oro o perché fosse speciale, ma perché era sua e lui le era davvero affezionato. Quando i nani capirono che Hans non aveva nessuna intenzione di uscire, bussarono alla sua porta e si misero a pregarlo come amico, fratello e nano affinché consegnasse alla Fata Buona la cosa che gli era più cara, implorandolo e promettendo che gli sarebbero stati grati per sempre. Hans in quel momento dimenticò tutte le brutte storie su com’era e su come avrebbe dovuto essere. Uscì dalla casetta e, piangendo, portò fuori la sua amata papera d’oro. La fata ne fu tanto meravigliata che la papera riuscì a scapparle. Dietro di lei rimasero soltanto le impronte nella sabbia. Ancora oggi nessuno sa dove sia… La Fata Buona la sta ancora cercando, senza successo. Gli abitanti del Paese dello Zucchero Filato

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ebbero in dono una lunga vita ricca di benessere e di felicità. E Hans? Divenne incredibilmente felice. Ricevette infatti il regalo più grande: un paese intero di amici… Cambiò casa, perché l’odore sgradevole non poteva sparire di punto in bianco. La porta della sua nuova casetta rimase sempre aperta. Qualcuno disse che la lasciava così per poter sempre accogliere gli amici, ma in realtà il nano Hans era convinto che la sua papera, un giorno, sarebbe ritornata… E così, di nuovo, vissero tutti felici, fino alla prossima occasione, quando la papera d’oro, forse, tornerà al Paese dello Zucchero Filato.

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