Oscar il gatto custode

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Chiara Valentina SegrĂŠ Paolo Domeniconi




Questo libro è ispirato alla vera storia di Oscar il gatto, che vive presso lo Steere House Nursing and Rehabilitation Center di Providence, Rhode Island (USA) e accompagna i pazienti nel loro viaggio più importante.

scritto da Chiara Valentina Segré illustrato da Paolo Domeniconi © 2015 CAMELOZAMPA Tutti i diritti riservati ISBN - 978-88-96323-24-3 www.camelozampa.com Finito di stampare nel mese di ottobre 2015 presso Stampe Violato, Bagnoli di Sopra (PD) Stampato su carta ecologica FSC


Chiara Valentina SegrĂŠ Paolo Domeniconi

Oscar

il gatto custode


Mi chiamo Oscar e sono un gatto. Badate bene, mica una di quelle palle di pelo tutte sbadigli e croccantini. Non che disdegni una bella ciotola di pappa, ma io non sono un gatto come gli altri. Io sono un gatto custode. I gatti normali vivono in case normali; Villa Speranza, dove abito io, ha settantatrÊ camere da letto e un grande parco con una lunga siepe dove vado a caccia di merli. A Villa Speranza non ci sono bambini, però ci abitano settantatrÊ nonni e nonne, piÚ gli infermieri, i dottori, i cuochi e il giardiniere che vengono qui ogni giorno.




A Villa Speranza, un gatto custode non si annoia mai. La mattina mi assicuro che tutti siano svegli, controllo sotto i letti e mordicchio i nuovi fiori (tranne quelli con le spine: una volta ho addentato un cactus e poi ho mangiato omogeneizzato di pollo per una settimana). Nel pomeriggio, schiaccio un pisolino nelle aiuole del parco. La sera sono impegnato in mensa: i nonni sono come i bambini, si sbrodolano e fanno cadere a terra il cibo, così ne approfitto per uno spuntino. Ma devo stare attento a Dolores, la capo-infermiera. Guai a indossare la divisa sporca o a farsi le unghie sul divano della sala visite. Persino il dottor Bonaiuto, che è più alto di lei di tre spanne, ha paura delle sue ramanzine. Dolores è come un gatto: un po’ burbera, ma in fondo buona e gentile. Per questo mi piace. Anche se quando mi vede in mensa, mi conviene correre a zampe levate, altrimenti son… dolores!



I nonni di Villa Speranza non sono sempre gli stessi. Qualcuno resta qui così poco che non faccio in tempo a riconoscerne l’odore; altri, a memoria di gatto, sono sempre stati qui. La signora Lisa dorme nella camera 307. La signora Lisa non sa più parlare e sta sempre in silenzio, anche quando vengono i suoi nipotini. Però sorride sempre quando le portano dei fiori, per cui, forse, è solo che la signora Lisa parla con i sorrisi invece che con le parole. E con me parla tanto, perché mi sorride ogni volta che mi vede.


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