cambia il mondo n.0

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l’intensità con cui si daranno gli avvenimenti. Di qui l’enorme importanza di conoscere la storia e gli avvenimenti del Venezuela, tra i quali spicca la questione dell’oro venezuelano. Comprendere Il debito pubblico

Le grandi multinazionali come avrebbero mai potuto impossessarsi non solo di fatto, ma anche legalmente delle grandi risorse del Venezuela? Semplice: attraverso il processo di privatizzazione. Per poter procedere alla privatizazione delle risorse del paese e delle grandi imprese statali era però necessario trovare una scusa. E la scusa arriva dalla presenza di un enorme debito pubblico. Il debito pubblico non è qualcosa che nasce spontaneo, ma si crea a proposito. Invitiamo a tal fine a leggere il capitolo XXIV de “Il capitale” di Carlo Marx. Una volta creato il debito pubblico e diventato talmente alto, praticamente impagabile, il governo del paese altamente indebitato deve procedere alla vendita delle risorse del paese o meglio svenderle obbligatoriamente a prezzi stracciati (de galina flaca, per dirla alla venezuelana). Il debito pubblico ha una duplice funzione al servizio del capitale. In Italia, ad esempio, nessun privato, neppure il più ricco e potente, avrebbe mai potuto creare la capillare infrastruttura ferroviaria di migliaia di chilometri che caratterizza le Ferrovie dello Stato, o l’infrastruttura telefonica della Telecom, due grandi imprese che in mano privata possono assicurare profitti enormi. Ci riesce lo stato, proprio grazie alla possibilità di creare debito pubblico, quindi costruendo queste grandi imprese attraendo i capitali necessari. Una volta costruite queste grandi imprese, il privato riesce ad impossessarsene attraverso due stratagemmi: da un lato si affida la gestione di queste grandi imprese a “manager di fiducia del grande capitale” che portano queste imprese al bordo del fallimento, facendole apparire come imprese che non danno alcun utile allo stato e che sarebbe meglio liberarsene; insomma si creano “carrozzoni” come l’IRI, in Italia o la PDVSA e la CANTV durante la IV Repubblica in Venezuela. Per creare carrozzoni, imprese che danno solo perdite non è difficile, essendo sufficiente, ad esempio, aumentare spropositatamente il numero degli addetti; in questo modo i gestori, nominati dai politici di turno, con l’assunzione indiscriminata, oltre a creare clienterismo político che pemette di conservarli nel potere (dato che gli assunti li appoggeranno nelle future elezioni), contribuiscono a creare imprese perennemente in perdita, i cui bilanci annualmente vengono ripianati dallo stato, contribuendo anche ad aumentare il debito pubblico; dall’altro lato la classe politica al potere fa di tutto per far crescere il debito pubblico. Una volta che il debito pubblico ha raggiunto livelli tali, in cui i soli interessi sul debito assorbono gran parte del bilancio, lo stato è costretto a vendere i propri beni, o meglio a svendere i propri “carrozzoni”, che apparendo appunto come imprese che non danno utili debbono necessariamente essere vendute a prezzi decisamente inferiori. Questa storia, che si è compiuta pienamente in America Latina e in Venezuela si sta ripetendo in Europa. La stagione delle privatizzazioni in Venezuela, in Italia e in Europa Il Venezuela paese ricco di risorse – come abbiamo visto – grazie all’azione dei politici di turno, è costretto ad indebitarsi con il Fondo Monetario Internazionale ed è spinto a farlo precisamente per poter avere la scusa per procedere alle privatizzazioni, ovvero procedere alla svendita delle grandi imprese dello stato, tra le quali la più importante è PDVSA, la statale petrolífera. Da un lato, dunque, i politici al governo in Venezuela indebitano il paese, 24

Venezuela, una lezione per l’occidente in crisi | [Cambiailmondo n. 0 – 12/2011]


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