La mobilità che proponiamo di Bernardo Rossi Doria

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Mobilità ancora non ci siamo Roma 12 maggio 2014

LA MOBILITA’ CHE PROPONIAMO Presentazione del modello incentrato sul ferro, sull’intermobilità, sulla programmazione di area vasta metropolitana dI Bernardo Rossi Doria

Il coordinamento CALMA ha da tempo proposto una “agenda” che ha come obiettivo la riduzione della mobilità nell’area vasta di Roma metropolitana delle auto private e della congestione della rete stradale, con la costruzione di un sistema integrato ed intermodale di trasporti collettivi, orientato al ⁃

recupero e potenziamento della rete ferroviaria regionale esistente e la sua integrazione con le linee metro del territorio di roma Capitale e con una “ragnatela” di percorsi di superficie per la mobilità nell’area storica centrale. ⁃

Risorse x la realizzazione della(e) ragnatela: La pianificazione di politiche della mobilità deve riferirsi all'area vasta (Metropolitana e Regionale). Dovrà prevedere: Drastica riduzione della mobilità su gomma con il trasferimento dei finanziamenti per infrastrutture stradali e autostradali, oggi 67% del totale, al potenziamento della rete regionale su ferro; Miglioramento della abitabilità e vivibilità degli insediamenti residenziali con la integrazione delle reti di mobilità collettiva territoriale con le reti locali (tramviarie bus) e con le reti ciclabili e pedonali. Come avvio di questa inversione di tendenza vanno abbandonati i progetti del corridoio autostradale Roma-Latina, del prolungamento della Roma Civitavecchia, del corridoio Tirrenico FiumicinoFondi, l'autostrada Cisterna-Valmontone e del secondo anello del GRA con il trasferimento dei finanziamenti per essi disponibili alla messa in sicurezza della Pontina e dell'Aurelia, e al raddoppio e la trasformazione di tutte le ferrovie regionali FR esistenti in metropolitane con l'ammodernamento delle relative stazioni come nodi di scambio intermodale. In questo quadro occorre abbandonare le politiche di privatizzazione del servizio pubblico. L’aeroporto di Ciampino, cresciuto a dismisura in questi anni nella più completa assenza di controlli ambientali e di legalità, va ricondotto, per ragioni sanitarie, di sostenibilità ecologica e di sicurezza, ai livelli di attività precedenti all’anno 2000 delocalizzando da subito i voli low cost a Fiumicino.

la riconversione e potenziamento e trasformazione delle oltre “cento stazioni” esistenti e in gran parte dismesse, diffuse sul territorio metropolitano regionale, in nodi di scambio intermodale (TPL su gomma parcheggio auto private - rete ciclabile&pedonale) 1


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il riorientamento della rete stradale territoriale provinciale e regionale a servizio delle nuove stazioni, e reindirizzo del sistema di trasporto regionale su gomma verso le stesse.

la graduale riqualificazione degli insediamenti residenziali territoriali esistenti con integrazione negli spazi liberi da recuperare quali: spazi naturali tutelati, spazi agricoli per la produzione di prossimità (Km0, ecc.) , spazi da destinare a servizi locali (standards) alla residenza.

Gli obiettivi presupposti della “ Agenda” sono di natura urbanistico territoriale e assumono •

la constatazione della avvenuta urbanizzazione del territorio metropolitano per residenze, attività commerciali ed industriali in quantità largamente superiori alle effettive necessità

il conseguente principio dell’arresto del consumo di suolo in-edificato con la sua restituzione ad usi e funzioni naturali agricole, e di servizi alla residenza.

La costruzione della “Ragnatela” E’ sempre più matura la consapevolezza che l’area di Roma Capitale possa e debba essere servita (con tempi di realizzazione brevi e finanziamenti compatibili con l’emergenza in atto) da un sistema leggero di mobilità su ferro ovvero da una rete di tramvie di superficie in corsie protette capaci di collegare il sistema esistente delle stazioni metro fin qui realizzato senza cessioni di aree e volumi alla speculazione privata. Esiste già un nocciolo progettuale consistente nel completamento ed estensione delle linee tramviarie ⁃

n.8 con estensione verso linee 3 e 19 , e verso EUR

n.19, Sulla via Casilina

n. 2 (con estensione verso Foro Italico)

n. 3 da completare integralmente.

nella realizzazione della linea Saxa Rubra - Eur, da sempre ignorata nonostante l’approvazione di una delibera di iniziativa popolare,

ed infine nella realizzazione di una tramvia in superficie di 2


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collegamento dei tratti T4 e T1 della Metro C, da s.Giovanni a Clodio, secondo la proposta lungimirante e strategica fatta a suo tempo da Italo Insolera, ripresa dal comitato Progetto Celio e sviluppata da Caputi, con un progetto, di metropolitana leggera al di sotto del lgt di sinistra. Altre linee di tranvie di superfici dovrebbero risultare dalla trasformazione di un appropriato sistema di corsie preferenziali da implementare subito con lo scopo preliminare ed urgente di incrementare la velocità commerciale dell’attuale sistema di trasporti pubblici su gomma. Questa “ragnatela” di superficie consentirebbe finalmente di assumere ed affermare un principio fondamentale: quello della intangibilità del sottosuolo archeologico del centro di Roma in quanto bene culturale tutelato dalla legislazione statale. Con questo che il “project financing” in cambio della cessione di sottosuolo sarebbe inammissibile. *

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Con queste ipotesi si avvierebbe una graduale riduzione e disincentivazione del ricorso all’auto privata per l’accesso all’interno di aree centrali da riqualificare per una mobilità lenta, e la completa reimpostazione del sistema dei parcheggi PUP, a fronte di una efficiente rete di trasporto collettivo. La ragnatela, infine, richiederebbe finanziamenti incomparabilmente lontani da quelli necessari per l’attraversamento del centro storico con nuove linee metropolitane interrate.

Il progetto complessivo di assetto territoriale della mobilità metropolitana è riassunto nella presentazione di due immagini costruite da molti anni ( e probabilmente aggiornabili con la registrazione di eventi recenti). DIA: roma_Ferro_N, roma_mobB_N

Il recente aggiornamento legislativo sulle città metropolitane. Il governo ha appena e finalmente approvato una legge che istituisce , con un elenco, le città metropolitane. Per esse sono indicati tempi e procedure per la 3


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formazione dei rispettivi Statuti. Inoltre si sostituiscono alle Province e regolano l’assetto istituzionale delle province adiacenti. La legge contiene un riferimento al caso di Roma Capitale che, come è noto, gode di uno statuto speciale che fa parte di in una specifica legge dello Stato. Le preliminari osservazioni al decreto legislativo, propongono le seguenti osservazioni ed interrogativi e sono di seguito formulati: 1- Lo spazio territoriale di riferimento della città metropolitana di Roma è quello della Provincia di Roma, che sarà pertanto abolita. Nell’ambito delle riflessioni di CALMA si è da tempo osservato che lo spazio territoriale Metropolitano di Roma Coincide con gran parte con quello della regione, include l’intera provincia di Viterbo, mentre esclude parte della provincia di Latina che gravita verso Sud. Ciò si deve al fatto che molti residenti della provincia di Viterbo sono in realtà pendolari gravitanti verso Roma dove lavorano o comunque svolgono le loro attività quotidiane. Molti di loro sono residenti di Roma espulsi per l’insostenibilità dei costi di residenza. In sintesi si osserva che la popolazione residente in questi territori esterni alla provincia di Roma sono in realtà cittadini a pieno titolo della città metropolitana. La loro esclusione si configura come una forma di discriminazione che rende soltanto più disagiata la loro mobilità pendolare, ma, ovviamente non può impedirla. 2- Le procedure per la formazione dello statuto della città metropolitana,propongono i seguenti interrogativi. a) escludono l’attribuzione di specifici ruoli ai comuni esterni alla abolenda Provincia di Roma e prevedono processi farraginosi e inconcludenti per la loro eventuale inclusione nel territorio della città metropolitana. Basti pensare al problema della abolizione dell’intera provincia di Viterbo. Inoltre b) lo statuto di Roma Capitale non è modificabile con le procedure del decreto legislativo approvato, perché è istituito e approvato con legge dello Stato. Eppure la sua modifica sarebbe necessaria per risolvere il problema della necessaria trasformazione dei Municipi in organismi dotati di piena autonomia e statuto alla pari di tutti i comuni della istituita città metropolitana.

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