Alto Adige. Industrie culturali e creative.

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Alto Adige. —

Industrie culturali e creative. —


Terra di cultura, centro di creatività Generare contenuti e muovere l’economia 3 Core culturale Tra patrimonio e contemporaneità 7 Cinema Un settore strategico in costante sviluppo 12 Industrie culturali La cultura come motore economico 20 Industrie creative Progettare e produrre cose belle 26 NOI Techpark Il nuovo parco tecnologico dell’Alto Adige 34 Enti & partner in Alto Adige Istituti e strutture competenti 36


Terra di cultura, centro di creatività

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Le imponenti montagne che circondano l’Alto Adige non hanno impedito agli altoatesini di guardare al di là delle vette. Anzi. Forse proprio per le condizioni estreme della vita alpina, la gente di questa terra – 518.935 abitanti su una superficie di quasi 7.400 km², che ne fanno la provincia più estesa d’Italia – ha sempre avuto un forte spirito creativo e una notevole capacità di intraprendere strade non convenzionali in cerca di soluzioni per facilitare la quotidianità. Se a questo si aggiungono la posizione di confine e la naturale condizione di ponte tra Nord e Sud, si può facilmente comprendere come precisione e creatività, rigore e spontaneità convivano felicemente nel DNA degli altoatesini. Per natura plurilingue e multiculturale (il 70% della popolazione è di madrelingua tedesca, il

26% italiana, la restante parte ladina), l’Alto Adige è un luogo di confronti e scambi continui, capaci di generare nel tempo una fiorente economia, un’alta qualità della vita e una spiccata attitudine imprenditoriale. In particolare per quanto riguarda le industrie creative e culturali, si può parlare dell’Alto Adige come di una terra vivace, attiva e produttiva. La cultura, innanzitutto, è parte integrante della vita quotidiana, l’offerta è altissima e la risposta della popolazione molto positiva. Unica provincia in Italia con tre assessorati alla cultura – tedesco, italiano e ladino – pensati per rappresentare e sostenere le specificità culturali e linguistiche che compongono la molteplicità sociale del territorio, l’Alto Adige ha strategicamente deciso di affiancare alla consolidata notorietà agricola, naturalistica e

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turistica anche quella culturale, con un lavoro mirato e indirizzato non tanto ai turisti, quanto piuttosto agli altoatesini stessi. Grandi sono stati negli ultimi decenni gli investimenti in questo senso (infrastrutture, finanziamenti agli operatori e soprattutto marketing illuminato e processi di avvicinamento ai linguaggi della cultura), tali da generare un’economia di settore decisamente positiva rispetto alla media nazionale. Le organizzazioni che in Alto Adige si occupano di cultura sono più di 1.700, se si considerano sia gli enti pubblici sia le industrie culturali vere e proprie. Particolarmente vario e ricco è il panorama associazionistico, che ha potuto proliferare in

special modo negli anni ’80 e ’90 grazie a una politica mirata all’incentivazione. Di recente, in linea con il trend nazionale ed europeo, anche in Alto Adige si è sviluppato un nuovo scenario fatto di piccole imprese. Nello specifico, le cooperative di comunicazione od organizzazione di eventi hanno saputo rispondere a un’esigenza storica e di contesto che vuole il mondo culturale sempre più autosufficiente e sostenibile. Resta comunque ancora importante l’investimento da parte delle istituzioni: anche grazie a questi finanziamenti il volume d’affari degli operatori culturali si aggira attorno ai 45 milioni di euro, cifra che dimostra la vocazione del territorio in questo settore nonché la volontà politica di potenziarlo.

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Dal 2005 il forte asburgico di Fortezza viene utilizzato per eventi sociali, culturali e grandi mostre. Con i suoi 65.000 m² di superficie, è il più grande complesso storico dell’Alto Adige. Fortezza (1) La performance “Glass” a cura di Progetto Intermittenze, nella vetrina di Casa della Pesa. Il piano terra nel 2014/15 è occupato dalla “Weigh Station for culture”, luogo di promozione della cultura. Bolzano (2)

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Verso la contemporaneità Agli occhi del mercato culturale internazionale, l’Alto Adige è diventato particolarmente interessante verso la fine degli anni 2000, quando a Bolzano è stato inaugurato il museo d’arte moderna e contemporanea Museion, mentre l’ex fabbrica di alluminio Alumix, sempre a Bolzano, e il Forte di Fortezza hanno ospitato la biennale d’arte contemporanea Manifesta. Due eventi cruciali che hanno generato un fermento positivo in tutto il comparto culturale altoatesino, facendo leva sulla spinta verso la contemporaneità più che sugli aspetti legati alla tradizione.

L’istituzione del Fondo provinciale per le produzioni cinematografiche e televisive, gestito dalla Business Location Südtirol – Alto Adige (BLS), e la fondazione della Libera Università di Bolzano, con in particolare la nascita della Facoltà di Design e Arti, hanno permesso a molti giovani creativi di formarsi e di restare o di tornare a lavorare in Alto Adige. Qui hanno riscontrato un ambiente propizio per la creazione di piccole e medie imprese come agenzie di comunicazione, studi di design, new media, società di software, case di produzione o di service production, radio e televisioni, e case editrici. Sostegno al settore

Da un lato si è “svegliata” la provincia, attivando un incisivo processo di decentralizzazione della proposta culturale dal capoluogo alle periferie. Dall’altro la nuova dimensione contemporanea, vivace e stimolante dell’Alto Adige ha attratto operatori e imprenditori e ha riportato a casa molti altoatesini prima residenti in altre città europee. Un ritorno che ha dato una grandissima spinta anche all’industria creativa, oltre che a quella culturale.

Al fine di incentivare e sostenere ulteriormente questi settori produttivi, la Provincia autonoma di Bolzano sta mettendo a punto un nuovo sistema di supporto economico per le imprese creative e culturali, che si allontana dai finanziamenti a pioggia per favorire invece veri e propri progetti di incubazione e accelerazione. Nell’estate 2015 è stata approvata infatti una nuova legge sulla promozione della cultura che amplia

gli strumenti di finanziamento e il panorama dei beneficiari, individuando specifiche aree dell’economia creativa. Obiettivo è in primis quello di aumentare la partecipazione dei cittadini continuando a sostenere da un lato il tessuto associazionistico, ma garantendo dall’altro anche il sostegno ad attività professionali quali case editrici, spettacoli dal vivo e cinema. Altra novità introdotta dalla legge è la possibilità, in casi specifici, di finanziamenti pluriennali: un prezioso strumento per chi si occupa di cultura perché permette una programmazione a lungo termine. La semplificazione burocratica prevista, inoltre, aumenta la potenza e l’incisività di una normativa che ha per obiettivo la promozione della cultura come investimento pubblico strategico, strumento sociale e leva per il potenziamento del settore imprenditoriale a essa connesso. Proprio per garantire questo ultimo punto, la legge prevede anche la costituzione di fondi di garanzia per facilitare l’accesso al credito da parte delle organizzazioni e per incentivare l’occupazione giovanile, compresa la possibilità di

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concedere agli artisti contributi, sussidi e sussidi di qualificazione, anche sulla base di bandi. Nel frattempo le industrie stesse si sono attivate in un’ottica collaborativa, dando vita a reti d’impresa, hub e coworking spaces pensati per la cooperazione, la crescita reciproca e gli scambi professionali e professionalizzanti. Oggi dunque, nella Provincia autonoma di Bolzano – in classifica tra le prime 25 regioni in Europa in termini di PIL – il settore produttivo della cultura e delle industrie culturali e creative è tra i più sviluppati a livello nazionale e genera impatti decisamente positivi sulla globale economia locale.


Core culturale - Patrimonio (musei, siti archeologici, biblioteche, archivi) - Arti visive (pittura, scultura, fotografia) - Arti performative (teatro e danza, circo, festival)

Industrie culturali - Musica (mercato della musica registrata, esecuzioni musicali dal vivo) - Libri e stampa (editoria, riviste e quotidiani) - Film e video - Televisione, radio e web media - Videogiochi e software

Industrie creative - Architettura - Design (design d’interni, graphic design, design di prodotto, moda, artigianato) - Pubblicità e comunicazione

I settori che alimentano il panorama culturale Nel 2006, la Commissione Europea ha elaborato una definizione delle Industrie Culturali e Creative (ICC) che include vari settori e subsettori, finalizzata a mostrare “quanto la cultura stimoli lo sviluppo economico e sociale, oltre all’innovazione e alla coesione”.

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Core culturale

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La cultura, in tutte le sue forme, è da sempre un fenomeno sociale rilevante in Alto Adige. Strumento al contempo di coesione dei gruppi linguistici e di rappresentazione delle specificità identitarie di ciascuno, non è solo ampiamente prodotta dai numerosi operatori che lavorano nel settore, ma anche fortemente frequentata dalla popolazione, sia per quanto riguarda l’arte sia lo spettacolo. Da un lato esiste un ingente patrimonio che richiede una necessaria conservazione: musei, siti

archeologici e castelli diffusi capillarmente su tutto il territorio. Dall’altro la varietà delle tradizioni, la multiculturalità, la buona gestione economica e una politica lungimirante hanno permesso all’Alto Adige di diventare uno dei luoghi di maggiore sviluppo culturale in Italia, una delle province in cui si produce, si presenta e si investe di più in tale settore. Contemporaneità e patrimonio convivono felicemente, rendendo ricco e vivace il fermento culturale altoatesino.

Il quarto piano panoramico di Museion, durante il vernissage della mostra “Design is a state of mind” a cura del designer Martino Gamper. Bolzano (1)

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Patrimonio La forza economica dei musei Un importante indicatore dell’efficace politica culturale della Provincia di Bolzano è la rete museale altoatesina, costituita da oltre 120 strutture con un totale di 1,5 milioni di visitatori nel 2014. Di queste, solo un terzo è gestito da Provincia e Comuni, nove fanno parte dello specifico circuito dell’Azienda Musei provinciali, mentre le restanti sono in mano ad associazioni e privati. Uno studio accademico sviluppato per l’Università di Vienna ha recentemente rilevato dei dati interessanti nel confronto tra i nove Musei provinciali altoatesini e quelli dei Länder austriaci. Innanzitutto una

differenza di base: i primi sono dislocati sull’intero territorio, mentre i secondi si concentrano nei maggiori centri urbani. Quelli altoatesini sono inoltre musei specializzati e non universali come invece quelli del panorama austriaco. Questi due fattori – specializzazione e dislocazione – rendono i musei altoatesini particolarmente attrattivi per i turisti, che ne riempiono le sale durante tutto l’anno. Il legame tra turismo e cultura si dimostra dunque forte in Alto Adige, e le cifre confermano appieno questa concordanza. I nove Musei provinciali contano infatti tra i 720.000 e gli 800.000 visitatori all’anno. Il più visitato è l’archeologico di Bolzano, che ha fatto della mummia Ötzi il proprio highlight, capace di

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L’artista Michael Sailstorfer nella fase di allestimento delle sue opere all’interno della mostra collettiva FROM & T(W)O, presentata da Merano Arte (2011). Merano (2) L’installazione pubblica di Luna Mauer “Vorschläge zur Veränderung”, nell’ambito del progetto espositivo “Place_it” di Lungomare (2008). Bolzano (3)

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catalizzare ogni anno quasi 300.000 persone. Il dato più interessante rilevato è la quota di autofinanziamento: 33-37% dell’Alto Adige contro il 15-18% dell’Austria. In cifre, i nove Musei provinciali altoatesini incassano ogni anno 3,5 milioni di euro dagli ingressi venduti (e in parte dai bookshop). A questi si sommano i finanziamenti da parte della Provincia, per un budget complessivo di 10 milioni di euro. Obiettivo dell’Azienda Musei provinciali non è solo quello di attirare pubblico pagante, ma di far sì che ogni struttura sia un punto di riferimento culturale e sociale per l’area in cui si trova e un polo efficace di valorizzazione del territorio.


Arti visive 3

Museion In provincia sono molti gli enti e le istituzioni dedicati all’arte, classica o contemporanea, internazionale o locale. Primo fra tutti Museion, il museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano, nato nel 1985 originariamente come associazione su iniziativa di Piero Siena, che ne fu il primo visionario direttore. La sua intuizione: farne un luogo di mediazione tra Italia e paesi germanofoni. Siena contribuì fortemente allo sviluppo e alla diffusione dei linguaggi e delle professionalità dell’arte visiva in Alto Adige. Oggi Museion è una fondazione di partecipazione, della quale fanno parte la Provincia autonoma di Bolzano e l’Associazione Museion. Gallerie… e non solo Sempre a Bolzano e sempre nel 1985 è stata fondata arge/ kunst Galleria Museo, con l’ambizione di presentare al pubblico locale le emergenze dell’arte contemporanea regionale, nazionale e internazionale. Diretta da professionisti con grande esperienza, arge/kunst racconta l’arte in termini di ricerca e innovazione, cercando di potenziare l’interesse dei visitatori per la speri-

mentazione e di aumentarne la fiducia verso il linguaggio complesso dell’arte. Da citare, poi, Merano arte, punto d’incontro per le forme espressive del contemporaneo e piattaforma per arte figurativa, fotografia, architettura, musica, letteratura e nuovi media. Lo spazio, gestito da un’associazione culturale, ha sede in un edificio storico dei Portici meranesi e, oltre a presentare progetti di artisti internazionali, si focalizza sulla promozione e sulla valorizzazione degli artisti locali più meritevoli. Molto prezioso, infine, il lavoro svolto dal Südtiroler Künstlerbund, associazione nata nel 1946 che si occupa di promuovere e agevolare il percorso professionale degli artisti altoatesini e di farsi intermediaria tra questi e i consumatori, sensibilizzandoli verso i linguaggi artistici e culturali. Gli iscritti sono più di 300 e rappresentano uno spaccato esaustivo del potenziale artistico del territorio: si tratta infatti di un numero molto elevato in proporzione a quello degli abitanti, soprattutto se si consi-

dera che alcuni di questi artisti hanno raggiunto una notevole fama internazionale, come Aron Demetz, Hubert Kostner e Robert Pan. O come Rudolf Stingel, originario di Parcines e oggi residente a New York: nel 2013 Palazzo Grassi a Venezia gli ha dedicato l’intero spazio espositivo di oltre 5.000 m² per una mostra personale. Le gallerie d’arte private sono un punto di riferimento importante in Alto Adige, soprattutto per la crescita del mercato di settore. Alcune sono molto note e attive anche nel panorama internazionale, dove “esportano” artisti locali e non: oltre alla Galleria Alessandro Casciaro – inaugurata nel 2015 da Casciaro dopo che la storica Galleria Goethe, gestita con il padre Ennio, ha chiuso i battenti – e la galleria Antonella Cattani, entrambe a Bolzano, sono da citare la Galleria ES Erwin Seppi a Merano e la Galleria Doris Ghetta a Ortisei. Significativo è stato anche il proliferare nell’ultimo decennio di iniziative indipendenti nate in particolare nelle periferie, a dimostrazione che non è Bolzano l’unico centro nevralgico

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culturale e artistico in Alto Adige. Molti infatti sono gli esempi dell’intraprendenza di giovani artisti, curatori e operatori: dagli spazi autogestiti come G.A.P. a Glorenza ai collettivi che organizzano mostre ed eventi indipendenti oppure progetti di recupero – sia permanenti sia temporanei – di spazi urbani o industriali in disuso come Kunsthalle Eurocenter a Lana, Macello Butchennial a Bressanone e Kunst Boden_nah a Chiusa. Un Lungomare in città A Bolzano è da segnalare un progetto interdisciplinare tra cultura, imprenditoria e coworking primo nel suo genere: l’associazione culturale Lungomare, luogo di sperimentazione e di produzione artistica, ha sede in una struttura che ospita diverse realtà impegnate in ambiti creativi diversi quali la casa di produzione Miramonte film, lo studio di design Lupo & Burtscher, gli architetti Frötscher & Prader e l’esperto di usability e web Philipp von Hellberg.


Doris Ghetta

Eventi

Galleria Doris Ghetta, Ortisei

“Nell’arte contemporanea tutti sono in movimento, le persone si spostano e il web mette il mondo in mano a chiunque. Per questo posso avere la mia galleria in un luogo periferico, ma in continuo fermento, come l’Alto Adige”. Doris Ghetta, figlia di corniciai, inizia la sua carriera nella bottega di famiglia a Ortisei. Poi una tappa a Milano, dove collabora per tre anni con la Galleria Marco Rossi. È qui che entra in contatto con il mondo dell’arte contemporanea, che impara a conoscere e a capire in fretta. Nel 2013 il grande passo, con l’apertura della galleria che porta il suo nome, oggi una delle più affermate realtà commerciali per l’arte contemporanea in Alto Adige. Attualmente rappresenta i più importanti scultori altoatesini e pittori internazionali e ha come clienti grandi collezionisti ma anche giovani che iniziano a collezionare. Le partecipazioni a fiere nazionali e internazionali, la capacità di fare network e uno spazio vivo e vissuto da pubblico, collezionisti e addetti ai lavori, sono gli ingredienti della veloce e costante crescita della galleria gardenese.

Bolzano Danza “Bolzano, la città che danza”. Da molto tempo questo slogan accompagna i corsi e il festival di Bolzano Danza, rassegna che da oltre 30 anni riempie di danzatori e appassionati le estati del capoluogo. Circa 90 corsi proposti, una trentina di docenti, più di 800 corsisti – provenienti non solo dall’Alto Adige ma anche da Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Lussemburgo e Stati Uniti – che frequentano più di un corso ciascuno, per un totale di oltre 1.500 iscrizioni. Pensato fin dagli inizi con un respiro internazionale, il festival ha saputo negli anni imporsi nel panorama mondiale come luogo di sperimentazione e ricerca, ospitando le prime di spettacoli pluripremiati e portando questo linguaggio universale anche al di là dello spazio teatrale. Punti di forza negli ultimi anni sono stati la penetrazione nelle periferie e in luoghi inediti della città e l’impegno in azioni dal forte impatto sociale, come ad esempio il coinvolgimento nel lavoro coreografico di anziani delle case di riposo. A confermare il successo di questa strategia, il bilancio in positivo e la risposta del pubblico: nel 2014, anno del trentennale, il festival ha registrato oltre 6.000 presenze e, sempre nel 2014, un aumento del 13% degli spettatori under 30.

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L’inedita performance “Transports Exceptionnels” della compagnia Beau Geste: un duetto per danzatore e macchina escavatrice. Bressanone (4) Il Teatro Comunale, progettato dall’architetto Marco Zanuso, domina la centralissima piazza Verdi. Bolzano (5)

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Teatro e arti performative In sala e all’aria aperta Medium privilegiato di narrazione, basato prevalentemente sull’uso del linguaggio, il teatro ha avuto il compito di affermare – attraverso la mediazione della forma artistica – le specificità delle diverse culture e delle diverse lingue che convivono nella provincia di Bolzano, dando a ciascuna la possibilità di esprimere unicità, appartenenza e identità. Un processo cruciale in una terra per natura multiculturale e plurilingue. Ecco perché il teatro in Alto Adige è così amato e frequentato. La provincia conta 60 organizzazioni – suddivise tra italiane, tedesche e ladine – in gran parte piccole realtà di teatro indipendente, amatoriale o dialettale. Chi volesse potrebbe assistere ogni giorno ad almeno uno spettacolo: in sala tra ottobre e maggio, ma anche nei mesi estivi grazie ai tanti teatri all’aperto, i cosiddetti Freilichttheater, allestiti in luoghi suggestivi come masi o castelli. E se il capoluogo altoatesino è il centro dell’attività teatrale, anche fuori Bolzano si vive un interessante fermento nelle arti del palcoscenico, come dimostrano i ricchi cartelloni dell’elegante Puccini, teatro all’italiana di Merano, del Teatro Comunale di Brunico oppure del gruppo Dekadenz a Bressanone, che nel suo minuscolo teatro-cantina propone cabaret e teatro di qualità al pubblico di lingua tedesca. Piccolo gioiellino delle estati altoatesine è il festival Aterteater, che ogni anno a luglio ospita tra le montagne ladine della Val Badia spettacoli di alcune delle più interessanti compagnie della scena contemporanea.

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Bolzano, città di teatro Il capoluogo, con i suoi 106.264 abitanti, ospita 20 organizzazioni teatrali e quattro teatri attivi nei quali convivono più di una stagione e di un ente organizzatore. Un ruolo fondamentale a livello locale è rivestito dalle Vereinigte Bühnen Bozen (VBB) e dal Teatro Stabile di Bolzano, rispettivamente rappresentanti dei gruppi linguistici tedesco e italiano: i due enti condividono la struttura del Teatro Comunale nella centrale piazza Verdi. Il primo è un teatro di produzione al 100%, una rarità nel panorama nazionale che soffre di politiche economiche sempre più restrittive. Le VBB riescono a garantire un cartellone annuale di spettacoli prodotti in loco, attivando un gran numero di maestranze locali come scenografi, costumisti, tecnici e attori. Lo Stabile, invece, dalla sua fondazione nel 1950 è diventato uno dei principali teatri italiani e

recentemente il suo progetto artistico per il triennio 2015/17 si è classificato primo nella sua categoria in Italia, quella dei 20 Teatri di Rilevante Interesse Culturale. Ma il successo di questo ente non si misura solo in termini di prestigio e valutazioni ministeriali: i numerosi spettatori sono prova della sua capacità di penetrazione nel territorio. Solo nella stagione 2013/14, lo Stabile ha registrato un numero complessivo di quasi 100.000 presenze, per un totale di 325 rappresentazioni tra spettacoli prodotti e ospitati. Oltre 54.000 sono stati gli spettatori delle 202 recite andate in scena a Bolzano, Merano, Brunico, Bressanone e Vipiteno, e più di 45.000 quelli che hanno visto gli spettacoli prodotti dallo Stabile durante la tournée nel resto d’Italia. Sempre nel capoluogo, ci sono altre due strutture. La Casa della Cultura “Walther von der Vogelweide” – per i bolzanini “Waltherhaus” – in pieno centro,

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spesso ospita rinomate compagnie teatrali dell’area germanofona, come ad esempio il Burgtheater di Vienna. Il Cristallo, invece, è stato pensato e costruito per portare il teatro in uno dei quartieri popolari di Bolzano. Qui gli enti residenti sono quattro, autonomi ma coordinati dalla giovane cooperativa che gestisce gli spazi. La grande partecipazione degli abitanti del quartiere dimostra come la politica di inclusione dell’intera popolazione nelle dinamiche culturali e di ampliamento dell’offerta anche alle aree urbane più periferiche e popolari sia qui pienamente riuscita.


Cinema

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Da alcuni anni la Provincia autonoma di Bolzano, comprendendo il grande potenziale che l’audiovisivo può avere in termini di ricaduta economica sul territorio, ha deciso di concentrarsi anche su questo settore, sviluppando un interessante sistema di sostegno economico. Obiettivo principale è quello di rendere l’Alto Adige una location di rilievo, in grado di attrarre produzioni cinematografiche e televisive sia nazionali sia internazionali, capaci di generare un indotto economico notevole e di creare occupazione. Una visione strategica lungimirante, che ha contribuito a rafforzare la notorietà dell’Alto Adige nel mondo, ma soprattutto a generare un nuovo e fiorente settore d’impresa.

Grazie a questa capillare offerta e all’intraprendenza imprenditoriale degli altoatesini, in pochi anni l’Alto Adige si è affermato a livello internazionale come location ideale per il cinema e la tv, tanto da attirare registi da Oscar come Giuseppe Tornatore o di fama internazionale come Baltasar Kormákur e Olivier Assayas. Anche i premi prestigiosi per i film finanziati e sostenuti non mancano. Ne sono un esempio il Grand Prix della Giuria nella sezione “Un certain regard” a Cannes per Turist, il Marc’Aurelio d’Oro per il miglior film al Festival Internazionale del Film di Roma per TIR, o le ben otto statuette al Deutscher Filmpreis (gli Oscar del cinema tedesco) per The Dark Valley.

Il territorio, infatti, attualmente risulta molto interessante non solo per la sua bellezza indiscutibile e spettacolare, ma anche proprio in virtù dei servizi offerti e degli importanti finanziamenti stanziati dalla Provincia e gestiti dalla Business Location Südtirol – Alto Adige (BLS).

E così è possibile scorgere, in sempre più film e serie tv internazionali, immagini suggestive di questo territorio o leggere nomi altoatesini tra le maestranze citate nei titoli di coda. Il set in alta quota per la realizzazione del film Brothers of the Wind di Gerardo Olivares con Jean Reno (2014). Alta Val Pusteria (1)

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I numeri del cinema in Alto Adige Dalla nascita, nel 2010, del Fondo provinciale per le produzioni cinematografiche e televisive gestito dalla BLS, l’Alto Adige è diventato sempre più territorio di cinema. Le produzioni che scelgono di girare in provincia trovano panorami mozzafiato ma anche aziende e professionisti del cinema, competenti e preparati.

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BLS Film Fund & Commission Grande impulso al settore cinematografico in Alto Adige si deve alla costituzione nel 2010 – per volontà della Provincia autonoma di Bolzano – del reparto Film Fund & Commission della BLS e del Fondo per i finanziamenti alle produzioni. Si tratta in primo luogo di un sostegno di tipo economico, dovuto agli stanziamenti, ma anche alla creazione di una rete professionale efficiente e capace di rispondere alle necessità di un settore creativo complesso ed esigente. Uno dei compiti della Film Commission è naturalmente l’aumento della notorietà dell’Alto Adige come location cinematografica, non solo per quel che riguarda il paesaggio montano, ma anche per gli ambienti più insoliti e le riprese in interni. Complementare allo scopo promozionale, e principa-

le obiettivo della Film Commission, è quello di generare, attraverso la presenza sul territorio delle produzioni cinematografiche, un evidente effetto economico sia nell’immediato sia nel lungo periodo. Fondamentale in questo senso è il meccanismo di funzionamento del Fondo, che impone ai produttori beneficiari l’obbligo di spendere in loco il 150% dell’importo ricevuto per la realizzazione del progetto. Questo significa che a un’assegnazione di 100.000 euro deve corrispondere una spesa di almeno 150.000, che può riguardare ad esempio il pagamento di service tecnici, catering, noleggio attrezzature, hotel e il coinvolgimento di professionisti come location manager o attori, reclutati direttamente in Alto Adige. Con un finanziamento di 5 milioni di euro all’anno, la BLS è riuscita a sostenere in cinque anni più di 130 progetti, dai più

piccoli documentari indipendenti fino alle grandi produzioni internazionali, puntando in particolare sulle coproduzioni tra Italia, Austria, Germania e Svizzera. L’interesse per la cinematografia di lingua tedesca è dovuto chiaramente alla posizione strategica dell’Alto Adige e alla sua capacità di fare da ponte ideale tra Nord e Sud anche nel campo dell’audiovisivo. Una directory online che raccoglie ed elenca tutti i professionisti del luogo, una banca dati delle location, l’organizzazione di incontri di coproduzione fra produttori delle aree linguistiche italiana e tedesca, il supporto nella richiesta di permessi e l’intermediazione con le istituzioni pubbliche locali: sono solo alcuni dei servizi aggiuntivi offerti dalla BLS a chi decide di realizzare in Alto Adige il proprio film.

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Il settore è in continua evoluzione e la BLS si pone come obiettivo a lungo termine quello di sostenere e incrementare lo sviluppo del territorio e della sua capacità di offrire infrastrutture, personale specializzato e servizi dedicati al mondo dell’audiovisivo. Progetti di supporto alle imprese, formazione e aggiornamento di alto livello, provvedimenti politici ed economici mirati e strategie territoriali sensibili permetteranno al settore cinema in Alto Adige di farsi sempre più forte e influente, continuando, anche nel lungo periodo, a generare un ritorno economico evidente.


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Piccoli cine-professionisti crescono È ormai da decenni che l’Alto Adige forma talenti nel settore del cinema. Dalla sua fondazione nel 1988 la Scuola di documentario, televisione e nuovi media ZeLIG di Bolzano ha inserito nel mondo lavorativo molti professionisti del genere documentaristico. Il percorso di studi si sviluppa in un corso di formazione triennale per la specializzazione nel documentario, con diversi indirizzi per operatori cine-tv, montatori e registi, le cui competenze acquisite si estendono a tutto il settore audiovisivo. Le lezioni sono in tre lingue: i docenti provengono dall’area linguistica italiana, tedesca e inglese. La scuola organizza anche corsi per film-maker professionisti sullo sviluppo di progetto e sulla preparazione ai pitch, corsi di video partecipato e convegni internazionali. Inoltre ZeLIG è

una casa di produzione per film, documentari e progetti crossmedia, e fornisce così occasioni di lavoro ai propri studenti ed ex studenti. Negli ultimi anni, anche altri professionisti hanno potuto perfezionare la loro formazione, grazie ai percorsi professionalizzanti organizzati dalla BLS. Vari i formati proposti: RACCONTI, uno Script Lab per autori e sceneggiatori che supporta lo sviluppo di soggetti cinematografici e televisivi ambientati in Alto Adige; RACCONTI Local Talents, un programma di mentoring per sceneggiatori locali; MOV!E IT!, una piattaforma con una serie di iniziative di formazione per giovani interessati a lavorare nel settore o professionisti che vogliono aggiornarsi. E infine CAMPUS, incontri a tema cinematografico per professionisti e aspiranti tali, organizzati durante Bolzano Cinema, il festival cinematografico altoatesino.

Al di là delle occasioni di formazione teorica, non mancano poi le possibilità di apprendimento pratico sui tanti set che si susseguono sul territorio.

Gli attori Brigitte Hobmeier e Tobias Moretti vestono i panni di Leni Riefenstahl e Luis Trenker, sul set del film Luis Trenker – Der schmale Grat der Wahrheit (2015). Passo delle Erbe (2) Un momento delle riprese del film Karl der Große di Gabriele Wengler. Il film in costume racconta le storiche imprese di Carlo Magno (2012). Alpe di Siusi (3)

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Le imprese cinematografiche In risposta alla costante crescita delle produzioni cinematografiche che decidono di girare in Alto Adige, insieme e grazie al Fondo gestito dalla BLS si è sviluppato un ecosistema imprenditoriale legato alle professionalità del settore. Dal 2010 a oggi la quantità di imprese specializzate è cresciuta esponenzialmente, permettendo alle produzioni che arrivano in Alto Adige di trovare sempre più professionisti capaci di rispondere in loco a tutte le loro esigenze. Sono nate così, ad esempio, nuove case di produzione, oggi in grado di gestire in modo professionale e preciso produzioni e coproduzioni di varia natura. Una di queste è la Echo Film di Bolzano, società che realizza film e documentari, e che lavora anche come production service per produzioni cinematografiche internazionali. Si sono sviluppate poi anche reti di

aziende e liberi professionisti, come la Filmwerkstatt di Merano, il cui campo di competenza orbita attorno a film, audio e nuovi media. Il suo scopo è quello di creare un network efficace, di agevolare gli scambi e i contatti produttivi in un contesto lavorativo comune all’interno del quale i singoli soggetti possano sia seguire progetti indipendenti sia realizzare progetti condivisi. Negli spazi meranesi della Filmwerkstatt ci sono sale di montaggio, una color-grading station, uno studio di registrazione e uffici per la produzione. Falegnami, elicotteristi e guide alpine In questi anni sono nate anche altre realtà professionali come agenzie di casting e filiali di grandi società nazionali e internazionali di noleggio di attrezzature tecniche (R.E.C., Panalight, Maier Bros., Movie People) che, avendo una propria sede anche in Alto Adige, pos-

sono garantire alle produzioni la fornitura dei materiali in loco. Tanti sono anche i singoli professionisti locali che mettono a disposizione la loro capacità organizzativa (location e production manager), creativa (sarti, truccatori, scenografi) o tecnica (elettricisti, operatori, macchinisti). Il lavoro sul set non costituisce una possibilità di occupazione e di introito solo per loro, ma coinvolge anche figure professionali lontane dal mondo del cinema. Ne sono un esempio gli elicotteristi, utili alle produzioni per le riprese aeree. Gabriel e Marco Kostner, fondatori della Elikos di Pontives, società per il trasporto a gancio di materiali ad alta quota e per attività di soccorso alpino, hanno collaborato spesso con produzioni cinematografiche come quelle di The Italian Job, Quantum of Solace (della serie di James Bond), Blutgletscher e la serie tv Un passo dal cielo andata in onda sulla Rai.

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Ci sono poi le guide alpine, a cui affidare la sicurezza sui set in alta montagna, per consentire alle troupe di girare in assoluta tranquillità aggirando ostacoli quali basse temperature, frane, valanghe, altitudini, percorsi poco agevoli o addirittura inagibili. E non solo, in molte produzioni sono cruciali anche imbianchini, falegnami, artigiani di vario tipo e imprese edili per la costruzione delle scenografie. Senza di loro, probabilmente, molti progetti cinematografici non sarebbero andati a buon fine.


Peter Trenkwalder

Eventi Bolzano Cinema Ogni anno ad aprile il festival Bolzano Cinema ospita autori, registi e attori, con approfondimenti tematici su personaggi di rilievo della storia del cinema. Le sale del centralissimo Capitol, gestito dall’associazione Filmclub, hanno visto negli anni la presenza a Bolzano di attori e cineasti come Wim Wenders, Hanna Schygulla, Liliana Cavani, Margarethe von Trotta, Krzysztof Zanussi, Mimmo Calopresti, Edoardo Winspeare, Eva Mattes, Katja Riemann, Mario Adorf e Tobias Moretti. Bolzano Cinema – nel 2016 alla sua 30 a edizione – è un concorso che premia i migliori film e documentari, ma propone anche prime visioni e un focus sui cortometraggi oltre che sulle produzioni realizzate in Alto Adige grazie al Fondo gestito dalla BLS. Il festival, che dal 2016 si chiamerà Bolzano Film Festival Bozen, è un evento importante per il settore, soprattutto in quanto punto d’incontro e di scambio che mette in comunicazione professionisti e produzioni provenienti dal mondo cinematografico tedesco, italiano e internazionale. Una piattaforma unica di dialogo tra due (e più) culture attraverso il linguaggio universale del cinema.

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L’azienda Panalight Südtirol supporta le produzioni cinematografiche noleggiando tutta la strumentazione tecnica necessaria. Bolzano (4)

Trenkwalder & Partner, Vipiteno

“In termini organizzativi, il cinema non è tanto diverso dal mio mondo. Ma devi saper pensare in un altro modo. Come lattoniere devo costruire tetti fatti per durare decenni, nel cinema basta una settimana, poi si smonta tutto e si passa al prossimo set”. Peter Trenkwalder è un lattoniere di Vipiteno con grande esperienza nella costruzione di tetti e facciate, soprattutto nelle condizioni estreme dell’alta montagna. Sette anni fa la curiosa proposta di costruire una piattaforma in parete, ma non una piattaforma qualsiasi, bensì una struttura per una produzione cinematografica. Da lì in avanti le richieste si sono susseguite, tanto che a oggi Trenkwalder ha già lavorato a più di dieci film, non solo costruendo scenografie, ma addirittura integrando alla sua attività quotidiana anche il lavoro di service production. Grazie alla capacità di gestione e organizzazione soprattutto in ambienti estremi, costruita in 40 anni di attività in alta montagna, ma anche grazie alla profonda conoscenza del territorio e dei suoi abitanti nonché alla possibilità di coordinare situazioni logistiche complesse – dalla ricerca di guide alpine ai tour in elicottero – Trenkwalder & Partner è diventata negli anni un punto di riferimento per le produzioni nazionali e internazionali che arrivano in Alto Adige per girare i loro film.

Come in ogni festival che si rispetti, anche la centralissima via Streiter si colora con il suo “red carpet” durante Bolzano Cinema. Bolzano (5)

Cinema 17


Scuola di lavorazione della pietra, Lasa

Settimane Musicali Meranesi, Merano

Dimitri, Merano

Teatro Puccini, Merano

Giardini di Castel Trauttmansdorff, Merano

Bolzano Danza, Bolzano

Museion, Bolzano

Akrat, Bolzano

Plank, Ora

Wams, Laives

NOI Techpark Südtirol/Alto Adige, Bolzano

Teatro Comunale (Vereinigte Bühnen Bozen, Teatro Stabile di Bolzano), Bolzano

Scuola di documentario, televisione e nuovi media ZeLIG, Bolzano

Facoltà di Design e Arti – Libera Università di Bolzano, Bolzano

Filmclub, Bolzano

Georg Mühlmann, San Genesio

Zebra, Bressanone

Forte, Fortezza

WooDone, Varna

Gruppo Dekadenz, Bressanone

Kastelruther Spatzen, Castelrotto

Aron Demetz, Selva di Val Gardena

Il Salone, Brunico

Settimane Mahleriane, Dobbiaco

I luoghi della cultura in Alto Adige Pur essendo un territorio montuoso e apparentemente dispersivo, in Alto Adige le attività culturali non si concentrano solo nel capoluogo Bolzano o nei centri di Merano e Bressanone. Le iniziative e le imprese culturali altoatesine si sviluppano anche nelle vallate e nei luoghi più remoti. Nella mappa, alcuni esempi.

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Industrie culturali

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Accanto al settore cinematografico, esistono in Alto Adige molte altre industrie culturali capaci di generare un positivo impatto economico sul territorio. In primis la musica – ambito a confine tra cultura ed economia – che vive da sempre una felice relazione con l’Alto Adige e i suoi abitanti. Da un lato grazie ai numerosi enti che propongono festival e stagioni musicali e dall’altro grazie a tanti giovani imprenditori che hanno fatto della musica il proprio business, sia per la produzione che per quanto riguarda la promozione. Anche l’editoria, la stampa e l’industria dell’informazione rivestono un ruolo di rilievo nel comparto dell’imprenditoria culturale altoatesina. Dalla carta

al web, l’Alto Adige ha costruito una propria identità culturale anche attraverso quelle aziende che producono un costante flusso di contenuti e notizie. Dai “tradizionali” libri e giornali, fino ai più contemporanei strumenti di narrazione offerti dalla rete, passando per i linguaggi della radio e della televisione. Tutte queste industrie, dunque, sono l’esempio perfetto dell’efficace legame che intercorre tra la cultura e l’economia, necessarie entrambe per sviluppare e garantire il benessere di un territorio.

La performance in piazza Erbe di Soweto Kinch 4tet durante il Jazz Festival Alto Adige, che “invade” con la musica anche gli spazi urbani (2015). Bolzano (1) Il concerto inaugurale di Bolzano Festival Bozen è solitamente riservato all’Orchestra Haydn che si esibisce nel suggestivo parco delle Semirurali. Bolzano (2)

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Musica Da Mahler a Moroder Il legame tra l’Alto Adige e la musica è forte e radicato: basti pensare che l’80% degli spettacoli messi in scena nell’arco di un anno è di genere musicale. Pertanto si può parlare di una terra attenta e attiva in questo settore in termini di produzione, formazione e presentazione. Uno dei musicisti altoatesini più conosciuti a livello mondiale è sicuramente Giorgio Moroder, all’anagrafe Hansjörg, nato in Val Gardena nel 1940. Passando per le discoteche di Monaco di Baviera e di Berlino, una volta arrivato a Hollywood negli anni ’70 divenne il pioniere della musica elettronica e uno degli artisti più innovativi e influenti della disco music. Negli anni, oltre a vincere tre Grammy, tre Golden Globes e tre Oscar per le colonne sonore di film cult come Top Gun, Flash-

dance e Midnight Express, ha collaborato con Freddie Mercury, Donna Summer, Barbra Streisand, David Bowie, Blondie e tantissimi altri. Ultrasettantenne, è da poco tornato ai primi posti delle classifiche grazie alla collaborazione con il duo francese di elettronica Daft Punk. Nell’ottica della tradizione, invece, è notevole la quantità di complessi, cori e Musikkapellen, le tradizionali bande di paese. E poi la forza di gruppi folk come i celebri Kastelruther Spatzen: vera e propria impresa musicale capace di coinvolgere 3040.000 spettatori alla Spatzenfest, l’annuale concerto che si tiene a Castelrotto, il piccolo comune di origine del gruppo. Ma anche in grado di fatturare cifre importanti: più di 15 milioni i dischi venduti, 26 dischi d’oro in Germania, 18 dischi d’oro e 13 di platino in Austria, 16 dischi d’oro in Svizzera e 50-70 concerti all’anno.

Anche la musica classica ha una lunga tradizione in Alto Adige, come testimonia la presenza di una delle più prestigiose orchestre europee, l’Orchestra Haydn, di una stagione operistica con produzioni significative e di festival di fama internazionale come le Settimane Musicali Meranesi oppure le Settimane Musicali Gustav Mahler a Dobbiaco (il compositore austriaco era un grande amante e frequentatore della Val Pusteria). Un importante circuito è quello di Bolzano Festival, che per alcuni mesi fra l’estate e l’autunno raggruppa manifestazioni come il Concorso Pianistico Ferruccio Busoni a Bolzano, l’Accademia Mahler, ma anche il festival di musica antica Antiqua e il progetto Orchestre Musica e Gioventù. Grande attenzione viene data anche al potenziale giovanile nel settore della musica classica, come dimostra la presenza costante dell’European Union Youth Orchestra che, nelle sue

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tournée internazionali, sceglie di esibirsi a Bolzano, una delle poche tappe al di fuori delle grandi capitali europee. Anche il Conservatorio Claudio Monteverdi, a Bolzano dal 1940, è un luogo significativo di formazione e aggregazione. La musica contemporanea Il calendario annuale per gli amanti della musica contemporanea in Alto Adige è fitto e intenso. I festival si succedono di mese in mese, con una particolare intensificazione in estate, quando le serate anche in montagna si fanno più tiepide e perfette per l’ascolto all’aria aperta. Tanti i generi musicali presenti, come ad esempio il jazz, particolarmente amato in Alto Adige. Tra i diversi eventi, il più conosciuto è l’Alto Adige Jazz Festival, nato nel 1982, che da allora ha portato in provincia di Bolzano grandissimi nomi della scena internazionale come Chick Corea, Paolo Conte,


Pat Metheny o Paolo Fresu. Da qualche anno il festival è improntato più sulla presentazione di scoperte e giovani talenti, piuttosto che di big names. Significativo anche l’effetto economico di questo evento che si svolge tra fine giugno e l’inizio di luglio: riuscendo ad attirare appassionati da tutta Europa, il festival aiuta albergatori e ristoratori in quella che potenzialmente è la bassa stagione per il turismo in Alto Adige. E ancora, altre manifestazioni che coinvolgono i generi musicali più disparati: i concerti di world music ai Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano che hanno visto la partecipazione di Goran Bregovic e Bobby McFerrin, o le serate organizzate dai giovani collettivi di Dj come Wupwup e Dncng Crew, che fanno ballare gli altoatesini dando voce anche alla scena locale più “underground”.

All’interno del ricco ecosistema dell’industria musicale altoatesina si posiziona anche Uploadsounds, progetto implementato dalla cooperativa Leitmotiv e da un team interamente under 35: un mix tra concorso, circuito di eventi e concerti e soprattutto piattaforma di supporto ed export per band e musicisti emergenti dell’area dell’Euregio formata da Alto Adige, Trentino e Tirolo. Più di 350 gli artisti coinvolti nelle ultime edizioni, una quindicina le tappe del tour in tutta l’Euregio, con più di 5.000 spettatori complessivi. Le entrate superano i 200.000 euro, suddivisi tra contributi delle amministrazioni delle tre regioni coinvolte e sponsor privati. Il 77% della cifra totale è stata reinvestita in loco, nel lavoro di imprese locali e di molti collaboratori per lo più giovani: segnale positivo che ne dimostra l’impatto sull’economia locale.

Eventi Transart Un evento autunnale simboleggia in modo particolare l’attenzione, l’attrazione e il desiderio di innovazione che legano il territorio altoatesino alla musica: Transart è un festival di musica e cultura contemporanea in grado di unire non solo i generi ma anche i linguaggi e le forme del fare cultura oggi. Nel corso delle varie edizioni si sono succeduti per la musica artisti come Patty Smith, Laurie Anderson, Blixa Bargeld e i Sonic Youth ma anche il Klangforum Wien, l’Ensemble Modern e l’Arditti Quartet. Per le arti visive e performative Jannis Kounellis, Marina Abramovic, Kendell Geers e Roman Signer, per il teatro La fura dels baus e per la musica elettronica Dj come Nils Frahm e Jon Hopkins. Performance e clubbing, danza e arte contemporanea si uniscono infatti durante le settimane di festival e incontrano i luoghi dell’Alto Adige anche più periferici e inaspettati. Dalle aree produttive ai castelli, dalle sedi aziendali alle terme, nessuno spazio sfugge al team organizzativo che, grazie alla sua capacità di guardare oltre gli schemi prestabiliti della fruizione musicale, è riuscito nell’impresa di riunire nella stessa “sala da concerto”, ovunque essa sia, un pubblico di ogni genere ed età. Un aspetto particolarmente interessante di questo evento è legato al suo specifico business model. Transart ha sviluppato infatti una capillare rete di partner e sponsor, sia pubblici sia soprattutto privati, riuscendo così a pianificare un finanziamento autonomo e sostenibile. Negli anni ha coinvolto aziende visionarie e alcuni dei principali attori del sistema economico altoatesino, proponendo ai privati non solo le classiche formule di sponsorship, ma anche partnership tecnico-logistiche: l’utilizzo di spazi aziendali come location per performance e concerti, e la fornitura di materiali, strumentazioni tecniche, macchinari, prodotti o servizi utili per la realizzazione degli eventi proposti. Un’interessante dimostrazione di intraprendenza degli organizzatori, che hanno saputo inventare una formula economica efficace, nonché di lungimiranza dei privati, che hanno capito quale valore aggiunto possa garantire la partecipazione attiva ai fenomeni culturali del proprio territorio.

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Un momento della serata “Absolute Zappa” dell’Absolute Ensemble, presentato da Transart negli spazi industriali dell’azienda Selectra (2005). Bolzano (3) La rotativa di Athesia - la prima al mondo con touch screen - pesa 250 tonnellate e stampa 45.000 esemplari all’ora in doppio sviluppo, con una velocità della carta di 11,75 m al secondo. Bolzano (4)

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Editoria e media Discutere, raccontare, scrivere, commentare, leggere: in Alto Adige queste pratiche sono estremamente diffuse fra la popolazione. Una certa eredità si può forse riconoscere nella tradizione altoatesina dello Stammtisch, il tavolo intorno al quale gli avventori abituali di un locale si trovano a chiacchierare, dibattere, dialogare su temi di attualità quotidiana davanti a un bicchiere di vino. E certamente la varietà culturale e linguistica del territorio porta a uno spontaneo bisogno di narrazione, di sé e dell’altro. Ma non si tratta solo di conversazioni da bar: sono molti, infatti, quelli che del naturale istinto alla comunicazione e allo storytelling hanno fatto uno strumento e un linguaggio professionale.

significativo dal fatto che non solo le biblioteche ci sono, ma sono anche frequentate assiduamente dalla popolazione con un numero di prestiti che arriva quasi a 3 milioni l’anno.

alla quale si affiancano il quotidiano Südtiroler Tageszeitung, il settimanale di politica e attualità ff e il settimanale di economia Südtiroler Wirtschaftszeitung (SWZ).

Il settore dell’editoria e della stampa rappresenta il primo per rilevanza e dimensioni tra le imprese creative e culturali in Alto Adige. Innanzitutto, nella provincia di Bolzano si stampano quotidianamente moltissimi giornali. Prevalentemente di lingua tedesca, ma anche italiani (con lettori concentrati a Bolzano) e ladini (in Val Badia e Val Gardena). Quasi ogni paese ha il suo Blatt – il suo giornalino – e la diffusione di informazioni a mezzo stampa è efficace e capillare, come conferma il dato percentuale dei lettori altoatesini: 77%, il più alto in Italia (la media nazionale è 52%).

Per quanto riguarda la lingua italiana, la testata di riferimento è l’Alto Adige fondato nel 1945, con una tiratura di circa 20.000 copie giornaliere (insieme al Trentino, con il quale condivide parte dei contenuti e della redazione). Come altrove, anche la provincia di Bolzano ha la sua versione locale del Corriere della Sera: il Corriere dell’Alto Adige.

Un popolo di lettori In Alto Adige si legge molto. Nel territorio provinciale, su 116 comuni ci sono quasi 300 biblioteche, con un patrimonio di 2,9 milioni di libri. Un numero rilevante, reso ancor più

Il quotidiano altoatesino più longevo, più letto e più diffuso, è il Dolomiten, che vende ogni giorno – tra versione cartacea e digitale – circa 45.000 copie. Si tratta della principale voce giornalistica in lingua tedesca,

Libri made in Alto Adige Il gruppo leader nel settore editoriale altoatesino è la casa editrice Athesia, che – oltre ai libri – dà alle stampe 20 pubblicazioni tra quotidiani come il Dolomiten, settimanali e mensili. Con le sue 26 sedi, il gruppo Athesia comprende diverse imprese come una tipografia, librerie e cartolerie oppure agenzie viaggi, per un fatturato di 90 milioni di euro.

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Esistono però anche altre case editrici e imprese editoriali indipendenti come Edition Raetia, Folio Verlag e Alpha Beta. La loro produzione comprende libri in italiano e in tedesco di autori altoatesini e non, romanzi e saggistica, ma anche numerose pubblicazioni d’arte, lifestyle e turismo, come guide e libri di ricette. L’attenzione è concentrata principalmente sul contesto altoatesino, ma lo sguardo è rivolto anche verso l’esterno. La catalogazione è femminile Infine, interessante ambito di sviluppo imprenditoriale in questo settore del mercato, è il caso della cooperativa femminile Librilib(e)ri, specializzata nella catalogazione bibliografica: un aspetto importante di divulgazione e accessibilità della conoscenza, che contribuisce alla diffusione e alla valorizzazione del patrimonio culturale.


Crowdfunding e “street funding” Per quanto riguarda invece i magazine al di là delle esperienze più istituzionali e tradizionali, si possono segnalare due esempi interessanti e molto diversi tra loro. Uno è quello di 39NULL, una rivista cartacea bilingue, patinata ed elegante, pubblicata una volta all’anno da un gruppo di giovani altoatesini che vivono all’estero. Uno spazio di narrazione del territorio, con lo sguardo rivolto al di là dei confini. La stampa è finanziata attraverso il crowdfunding, abbracciando felicemente nuovi sistemi di autofinanziamento e sostenibilità. L’altra storia significativa è quella di Zebra, primo giornale di strada dell’Alto Adige. Prodotto e stampato low budget, con contributi giornalistici volontari, il giornale viene venduto in strada da extracomunitari o altre persone bisognose che trattengono per sé il 50% dell’incasso. Un modello di business sociale, già ampiamente sperimentato altrove, che dal 2014 è arrivato anche in Alto Adige.

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La presentazione ufficiale della rivista 39NULL è una buona occasione per impossessarsi delle prime copie fresche di stampa. Lana (5) “Giocatori al servizio di altri giocatori” è la filosofia dell’azienda ProGaming. Bolzano (6)

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In onda…

…e in rete

Come diretta conseguenza dell’assetto multiculturale e plurilinguistico dell’Alto Adige, il panorama radiotelevisivo è sempre stato particolarmente vario e vivace. Ciascun gruppo linguistico ha infatti cercato una propria voce capace di rappresentarne e raccontarne le specificità.

Accanto a radio e televisioni, negli ultimi anni si è sviluppato un sistema di media online indipendenti che hanno cercato – riuscendoci – di farsi voce della pluralità altoatesina, scegliendo di non optare per una lingua di riferimento ma di utilizzare indistintamente, a seconda di chi scrive, l’italiano o il tedesco. Salto.bz e franzmagazine.com sono due esempi di sviluppo imprenditoriale in forma cooperativa nel sistema mediatico locale.

A Bolzano la locale sede della Rai produce e trasmette dagli studi di piazza Mazzini programmi di informazione e intrattenimento, sia televisivo sia radiofonico, destinati al pubblico altoatesino: Rai Alto Adige in italiano, Rai Südtirol in tedesco e ladino. Anche la radiotelevisione nazionale austriaca ORF ha una redazione locale per la messa in onda di Südtirol Heute, notiziario quotidiano dedicato all’Alto Adige. Esistono inoltre sul territorio alcune televisioni private, come Video33 – la più longeva – e SDF, che fanno entrambe capo alla Rosengarten Broadcast Media.

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Salto.bz è un portale di informazione che unisce tra le sue pagine virtuali due “voci” distinte: la redazione da un lato, che svolge un puntuale lavoro giornalistico, e una community dall’altro, che contribuisce liberamente alla produzione di contenuti e opinioni. Franzmagazine.com si concentra invece sulla cultura contemporanea in Alto Adige, Trentino e Tirolo, con una strategia d’impre-


sa multipla: la cooperativa franzlab infatti è editore del magazine ma anche organizzatore di eventi e agenzia creativa. La missione di franz è quella di raccontare e stimolare il sistema culturale locale attraverso l’uso di forme e linguaggi contemporanei. Videogame… per gioco Per far sì che un settore economico si sviluppi, è necessario che ci sia una domanda alla quale rispondere con progetti, aziende, prodotti. Il settore produttivo che comprende la creazione di software, videogame e attività connesse a tecnologia e informatica è in netta crescita nel mercato globale e l’Alto Adige, che punta a essere sempre più terra di innovazione, cerca di adeguarsi e di inserirsi in questo ambito dalle grandi potenzialità. Anche grazie al TIS innovation park – centro promotore per l’innovazione, la cooperazione e il trasferimento di know-how tecnologico per le imprese altoa-

tesine – negli ultimi anni l’attenzione verso le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi informatici è infatti aumentata, creando le condizioni ideali per la nascita di imprese locali che si occupano di questi nuovi business. Un esempio è ProGaming Italia, azienda bolzanina giovane e in espansione nata nel 2003 e incubata al TIS nella sua fase di start-up. ProGaming sviluppa e organizza eventi legati al mondo dei videogame e gestisce la parte italiana di tornei mondiali come il World Cyber Games. Partendo dalla personale passione per il videogioco dei fondatori, ProGaming è diventata un’eccellenza in questo mercato.

Nicolò Degiorgis Rorhof, Bolzano

“Rorhof è il nome originario del maso dove ci siamo installati. Una realtà dal passato agricolo che stiamo trasformando in un progetto culturale di respiro internazionale”. Rorhof è una bottega, un laboratorio, ma soprattutto una casa editrice che si occupa di progetti legati alla fotografia. Fondata nel 2014 dal giovane e talentuoso fotografo bolzanino Nicolò Degiorgis e da alcuni collaboratori, lo studio Rorhof ha già all’attivo sei pubblicazioni (quattro dello stesso Degiorgis, due di altri fotografi) distribuite nei migliori bookshop al mondo come quello del MOMA di New York, premi prestigiosi e numerose partecipazioni a festival e fiere specializzate. Il self publishing oggi è un settore in crescita nella fotografia. Con questa consapevolezza e una chiara visione dell’attuale sviluppo dell’editoria artistica e fotografica, Rorhof punta al mercato internazionale, continuando a lavorare e a produrre i propri libri in Alto Adige, e mettendo a frutto una positiva rete di contatti e collaborazioni e le capacità tecniche offerte dal territorio.

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Industrie creative

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Sarà per la bellezza formale delle vette che lo circondano o per la naturale propensione alla cura dei dettagli tipica della gente di montagna, sta di fatto che l’Alto Adige ha sviluppato nel tempo qualità progettuali e creative di altissimo livello, sia nel settore dell’architettura sia in quello dell’artigianato e del design. Dal piccolo oggetto di uso quotidiano creato dall’artigiano in alta montagna o dal designer più alla moda fino alla costruzione di grandi infrastrutture, la tradizione e la conoscenza profonda dell’ambiente e delle sue risorse si

mescolano con un particolare senso del contemporaneo e dell’innovazione, sia essa estetica o tecnologica. È grazie a questo efficace incontro che oggi l’Alto Adige può vantare personalità e studi di spicco internazionale, chiamati a progettare edifici, prodotti di design o campagne pubblicitarie non solo nella loro terra ma anche in moltissimi altri luoghi nel mondo, esportando felicemente il “fare e il saper fare” altoatesino.

Gli ampi spazi del laboratorio del designer Georg Mühlmann ospitano i suoi oggetti creati principalmente in legno. San Genesio (1) La casa bifamiliare “Am Steinbruch”, progettata dallo studio noa*, è ispirata all’antico modo di costruire alpino: la parte inferiore in pietra e quella superiore in legno. Renon (2)

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Architettura Energia e creatività Gli architetti iscritti all’albo professionale dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Bolzano sono circa 1.300. Questo numero, rapportato alle dimensioni demografiche del territorio, rivela l’impatto – anche economico – di un settore estremamente vivo in Alto Adige. Vitalità data anche dagli ingenti investimenti in opere e infrastrutture pubbliche che hanno trasformato questa regione in un punto di riferimento per lo sviluppo architettonico. Particolare attenzione nella progettazione è riservata al rispetto del contesto sia rurale sia urbano e allo sviluppo di tecniche sperimen-

tali di utilizzo dei materiali locali, così come ai concetti di sostenibilità, ecologia e risparmio energetico. Non a caso è altoatesina al 100% la certificazione CasaClima, uno standard edilizio che assicura un’alta efficienza energetica degli edifici ed elevate condizioni di comfort per gli abitanti. Rilasciata dall’Agenzia CasaClima di Bolzano, è conosciuta e riconosciuta ormai da tempo a livello globale; a oggi gli edifici certificati in Italia sono 6.000. Anche in ambito abitativo e privato – dalle industrie alle cantine vinicole – la spinta all’innovazione estetica e ingegneristica degli architetti locali ha potuto esprimersi in modo

efficace contribuendo alla creazione di un nuovo skyline, all’avanguardia ma anche perfettamente allineato con il paesaggio e l’ambiente altoatesini. Ecco perché i nomi più interessanti dell’architettura locale sono apprezzati ben oltre i confini della provincia, a partire dal più noto Matteo Thun, architetto e designer nativo di Bolzano. Ma anche bergmeisterwolf e MoDus Architects di Bressanone oppure il venostano Werner Tscholl, che rivitalizza in chiave contemporanea castelli, chiostri e rovine. Fino ad arrivare alla nuova generazione: da noa* di Bolzano, network che pensa l’architettura come sforzo collettivo, al giovane talento Peter Pichler, tornato in Alto Adige dopo aver lavorato anche per Zaha Hadid.

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Costruire… idee In Alto Adige l’architettura non riguarda solo il costruito. Grande importanza, infatti, è data anche ai fenomeni culturali legati a questa forma di creatività così impattante sui luoghi e sulle persone che li abitano. La Fondazione Architettura Alto Adige è particolarmente attiva in questo senso: dal 2004 promuove la qualità dell’architettura e contribuisce allo sviluppo sostenibile del paesaggio urbano e rurale, attraverso l’organizzazione di eventi e incontri di approfondimento e la pubblicazione della rivista Turris Babel, che raccoglie il meglio della proposta architettonica provinciale.


Artigianato e design Il legno è di design Già molto prima dell’era di internet, o più semplicemente prima della costruzione di strade di collegamento tra le aree montane più isolate, i contadini altoatesini erano autosufficienti non solo per il sostentamento, ma anche per la produzione di tutti gli oggetti di uso quotidiano necessari per vivere. È da qui che nasce la profonda tradizione artigianale ancora oggi conservata e protetta, nell’uso sapiente dei materiali locali come il legno, il marmo o la pelle e nelle tecniche originali.

Ulla Hell Plasma Studio, Sesto Pusteria

“Utilizzare materiali locali in configurazioni nuove e inedite, creare un dialogo tra un luogo, il suo paesaggio e le infrastrutture che vi si innestano, inventare spazi che siano esperienze. Questa la nostra filosofia”. Tre sedi – Londra, Pechino e Sesto Pusteria – quattro giovani soci e un massiccio uso di Skype per comunicare da una parte all’altra del pianeta. Plasma studio è un innovativo studio di architettura dallo spirito internazionale, impostosi sul mercato con progetti sempre attenti al contesto e al territorio. Ulla Hell è l’anima della sede pusterese dello studio, il cui nome deriva dalla parola greca “plasma” che significa forma, immaginazione, finzione. I quattro soci hanno realizzato numerosi progetti in tutto il mondo – dall’Alto Adige alla Cina – sia abitativi sia in ambito pubblico, dando a ciascuno un’impronta unica e caratteristica, senza mai ripetere schemi prestabiliti, ma anzi lavorando su un’efficace unione tra globale e locale, tra poesia e pragmatismo, tra tecnologia e umanità.

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Da questa abilità manuale innata si sono sviluppate professionalità artigiane e artistiche capaci di proiettare l’Alto Adige nel panorama mondiale: basti pensare allo scultore Aron Demetz, che con le sue figure antropomorfe in legno è arrivato alla Biennale di Venezia. Ma la strada della produzione di oggetti belli e funzionali non si ferma alle tradizioni. Grazie anche all’impulso dato dalla Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, oggi questa terra ricca di stimoli vanta un significativo numero di designer di talento. Da un lato quelli che esportano nel mondo il sapere locale. Uno su tutti, Martino Gamper, che ha iniziato a conoscere e lavorare il legno nelle falegnamerie di Merano, sua città di origine, per arrivare oggi a essere riconosciuto come uno dei più innovativi e influenti designer al mondo. Gamper ha fatto del riuso di materiali inutilizzati la sua cifra


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stilistica, smontando e rimontando mobili, sedie e oggetti di varia natura. Ormai londinese d’adozione, ha all’attivo collaborazioni prestigiose come quella con Prada, brand per il quale ha creato alcune vetrine, o con la celebre Serpentine Gallery di Londra dove ha curato la mostra di successo “Design is a state of mind”, presentata poi anche a Museion a Bolzano. Da segnalare anche Harry Thaler, altro designer meranese di nascita e londinese d’adozione, che dopo l’apprendistato da orafo e gli studi presso l’Università di Bolzano e il Royal College of Art di Londra ha conquistato la

scena internazionale. Tra i premi vinti, il più recente è stato il Monocle Global Retail Award nel 2014, conferitogli dal magazine inglese proprio per un progetto in Alto Adige: lo shop design per i negozi di Pur Südtirol, piccola catena locale di “supermercati” alternativi che vendono soltanto prodotti a chilometro zero e oggetti di design creati con materiali tradizionali locali e creatività contemporanea. Anche l’arredamento progettato da Thaler, dunque, non poteva che essere realizzato con materie prime altoatesine: legno, pietra, feltro. 4

Akrat è una cooperativa sociale che attraverso un laboratorio del legno e una sartoria reintegra lavoratori svantaggiati per rafforzare il loro ruolo nella società. Bolzano (3) La Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano ha dieci officine dove gli studenti possono realizzare prototipi o sviluppare progetti foto, video o di serigrafia. Bolzano (4)

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Dalla stube al MOMA Oltre ai talenti “da esportazione”, ci sono quelli che hanno deciso di restare, magari proprio reinventando il fare artigiano originario per portarlo nel nuovo millennio. Come ha fatto ad esempio l’azienda Plank di Ora. Partita dalla produzione della più tradizionale sedia in legno da stube, negli ultimi decenni l’azienda familiare – che oggi conta una quindicina di dipendenti, ha un fatturato di circa 3 milioni di euro ed

esporta il 90% della sua produzione in 48 paesi – ha deciso di investire sulla progettazione contemporanea, la ricerca e l’innovazione. Con l’aiuto di famosi designer come la “star” Konstantin Grcic, che per Plank ha progettato con materiali ad altissima tecnologia le sedute Miura e Myto, ha prodotto sedie che sono divenute vere e proprie icone del design globale, tanto da essere esposte al MOMA di New York. A scuola di… marmo e vetro Imparare le tecniche artigiane tradizionali, tramandarle alle nuove generazioni per farle vivere nel tempo integrandole con i nuovi linguaggi della creatività. Questo il compito dei tanti istituti di formazione artigiana in Alto Adige come la

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Scuola d’arte di Ortisei, che ha visto muovere i primi passi ad alcuni dei più talentuosi scultori del legno, la bolzanina Vetroricerca Glas&Modern, centro specializzato nella formazione e realizzazione di attività e prodotti legati al mondo del vetro, e ancora la scuola di lavorazione della pietra di Lasa, zona conosciuta anche col nome di Marmorgebirge (monti di marmo). Nel prolifico giacimento di “oro bianco”, si estrae da più di 100 anni questo prezioso materiale, capace di dare infiniti stimoli creativi e professionali ad architetti e artisti che – anche grazie alla scuola specialistica per scalpellini – hanno la possibilità di mostrarsi al mondo. Come nel caso del progetto per la ricostruzione della stazione di Ground Zero a New York, per la quale l’azienda Lasa Marmo ha fornito 32.000 m² di marmo di Lasa.


Pubblicità e graphic design In Alto Adige non mancano gli studi di comunicazione, pubblicità, grafica e marketing strategico, distribuiti su gran parte del territorio provinciale. Bolzano è comunque il centro più rilevante, dove sono presenti agenzie di medie dimensioni come blauhaus, gruppegut, Life Circus, DOC o hmc, alcune anche con più di 20 dipendenti. Il settore è vivace e in buona salute, grazie alle tante aziende presenti in Alto Adige – Loacker, Thun, Pircher, per citarne alcune di fama internazionale – che affidano la propria comunicazione e il marketing ad agenzie locali. Anche in questo caso la presenza della Facoltà di Design e Arti dell’università ha contribuito alla formazione di professionisti della grafica e della comunicazione visiva che, trovando in Alto Adige prospettive lavorative interessanti, dopo la laurea spesso si fermano in provincia oppure vi ritornano, dopo qualche anno di esperienza all’estero, per aprire il proprio studio o per lavorare in una delle tante agenzie locali.

Nei laboratori della Scuola per scalpellini di Lasa si impara a lavorare uno dei più pregiati tra i materiali, il marmo. Lasa (5) 3DW è un’azienda che sviluppa e produce oggetti in legno, utilizzando avanzatissime tecnologie. Lavora per artisti, designer, architetti e brand internazionali. Qui il dettaglio della lavorazione su un tradizionale angelo in legno. Laion (6)

Thomas Kronbichler & Martin Kerschbaumer Studio Mut, Bolzano

“Il nostro è uno studio di graphic design, che è un’altra cosa rispetto alla grafica. A noi interessa il processo – il design – che sta dietro a un progetto. È prima di tutto un lavoro sul concetto, sul quale poi si innesta un processo estetico e creativo che porta al risultato finale”. Thomas Kronbichler (29 anni, di Bolzano) e Martin Kerschbaumer (27, di Bressanone) si incontrano durante gli studi di Design e Arti all’Università di Bolzano. Entrambi, dopo la laurea e in periodi diversi, “imparano il mestiere” nell’agenzia berlinese Fons Hickmann m23. Poi il ritorno a casa, l’inizio di attività imprenditoriali autonome fino alla decisione di fondare insieme, nel 2014, Studio Mut. Realtà altoatesine e non, aziende vinicole, musei, università: questi i clienti dello studio che, grazie a un costante lavoro di ricerca, crea progetti grafici dal forte impatto concettuale e visivo. Tanto da aggiudicarsi premi internazionali (come il 100 Best Posters Germany, Austria, Switzerland 2013) e da mettere in cantiere collaborazioni importanti con realtà nel mondo dell’arte, della cultura e del graphic design, come Museion, l’art work space Centrale Fies in Trentino o la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

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Moda Tra eco e chic

Alex Terzariol MM Design, Bolzano

“Il nostro lavoro consiste nel proiettare immagini in avanti. Di un nuovo prodotto, oggetto o funzione. Dobbiamo riuscire a stupire, inventando sempre nuove soluzioni, solo così si può fare davvero innovazione”. Alex Terzariol è direttore creativo di MM Design, studio di industrial design di fama internazionale con sede a Bolzano che progetta oggetti – macchine da caffè, scarponi da sci, attrezzature ospedaliere ecc. – capaci di unire creatività e alta ingegneria. Nello specifico, MM Design si occupa di strategic design consultancy: una moderna specializzazione del design che non riguarda solo il disegnare oggetti, ma comprende anche e soprattutto lo studio del mercato e dei target di riferimento, al quale si affianca l’obiettivo di creare un prodotto tecnologicamente innovativo, attraverso la ricerca di materiali e funzionalità sempre nuove. È così che MM Design ha ottenuto risultati importanti, collaborazioni con le migliori aziende e premi prestigiosi come l’ADI Design Index, il Red Dot e il Compasso D’Oro – forse uno dei più ambiti nel mondo del design – che lo studio si è aggiudicato per il progetto dello scarpone da scialpinismo Masterlite.

Bolzano non è Milano, ma – forse per l’influenza della storica tradizione nell’artigianato e nel tessile – non si può dire che in Alto Adige manchino la creatività e il potenziale economico nel settore della moda. Alcuni designer altoatesini, infatti, sono ormai affermati nei circuiti internazionali: Zilla, il brand di borse create con materiali industriali dalla bolzanina Sylvia Pichler, o i cappelli e le scarpe di Reinhard Plank, artigiano visionario che ha messo una sua creazione perfino sulla testa di Brad Pitt. E poi Dimitri, partito da un piccolo atelier sartoriale a Merano e arrivato in pochi anni alla prestigiosa Mercedes Benz Fashion Week di Berlino e ad altri importanti appuntamenti

Lo stilista Dimitri Panagiotopoulos al lavoro nel suo atelier, dove crea insieme al suo team la nuova collezione. Merano (7)

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del mondo della moda. Le sue collezioni, apprezzate dalla critica e dai media internazionali, sono amate dalle star che spesso le indossano, favorendo la notorietà e la crescita internazionale di questo brand altoatesino.

raggiunto un fatturato di 800.000 euro (in crescita dal 30 al 100% ogni anno), ha dieci dipendenti e vende in 300 negozi in Europa e in due in Giappone.

Da non dimenticare anche la rete di giovani e dinamiche start-up della moda che partendo dall’Alto Adige stanno lanciando nel mondo i loro innovativi prodotti, come i calzini colorati di Wams, i berretti di Superleggero per il ciclista contemporaneo, l’abbigliamento ecologico per l’infanzia di Cora happywear o gli occhiali e le borse in legno – il materiale altoatesino per eccellenza – di WooDone ed Embawo. E ancora, le t-shirt ecologiche in bambù di Re-bello, azienda nata nel 2012 e incubata nella fase di start-up dal TIS innovation park di Bolzano, che già nel 2014 ha

Queste aziende, giovani e intraprendenti per natura, non si fermano alla produzione e commercializzazione ma lavorano con il marketing e i social media creando reti di collaborazione. Ne sono un esempio le già citate Re-bello, Wams e Cora happywear, che insieme ad altre imprese hanno creato lo spazio di coworking Vitamin nella zona produttiva di Laives, alle porte di Bolzano. L’obiettivo? Mettere a disposizione non solo ambienti e strumenti di lavoro, ma soprattutto il knowhow di ogni azienda, ciascuna nel suo settore di competenza, per costruire nel tempo una

Coworking modaiolo

comunità vivace e una crescita sia individuale sia condivisa. Il fashion hub firmato da un altoatesino Da citare, infine, l’esperienza internazionale dell’altoatesino Stefan Siegel, fondatore nel 2008 di Not Just a Label, una delle più influenti piattaforme web del sistema moda. Più di 18.000 i designer provenienti da 100 paesi, “scoperti” nonché rappresentati e sostenuti da NJAL nella loro vita produttiva e commerciale. Questo anche grazie alla piattaforma di ecommerce che offre ai pionieri e agli innovatori non solo un punto di vendita ma anche una fitta rete di contatti, strumenti di promozione e narrazione. Una vera e propria istituzione, capace di muovere idee ed economie come poche altre realtà hanno saputo fare.

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NOI Techpark

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L’Alto Adige è una terra con una forte vocazione all’innovazione e una delle più interessanti location economiche in Europa. Ingenti risorse pubbliche e private sono state destinate negli ultimi decenni in questo senso, generando una fiorente economia legata alle più moderne tecnologie, con un particolare impulso nelle tecnologie alpine, nell’automazione, nelle tecnologie alimentari e nelle tecnologie green (energie rinnovabili ed efficienza energetica), grazie alle quali l’Alto Adige si è da tempo conquistato una meritata fama di Green Region.

È proprio a questi particolari settori di sviluppo che sarà dedicato il NOI Techpark Südtirol/Alto Adige. Il parco tecnologico verrà inaugurato entro la fine del 2017 e sarà un vero e proprio generatore di idee e motore di innovazione per l’economia e la ricerca. Al suo interno convivranno – scambiando competenze e conoscenze – aziende private e istituti di ricerca e formazione altoatesini: la Libera Università di Bolzano, l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC), il Fraunhofer Innovation Engineering Center (IEC), l’Agenzia CasaClima, il Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg, EcoResearch e l’Istituto per le tecnologie innovative (IIT).

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NOI, acronimo di Nature of Innovation, è un nome significativo che delinea chiaramente la vocazione di questo luogo che sorge nella zona produttiva di Bolzano Sud. Il progetto architettonico – messo a punto dai vincitori del concorso tenutosi nel 2007, lo studio Chapman Taylor di Milano e CL&AA Claudio Lucchin & architetti associati di Bolzano – prevede il risanamento degli affascinanti edifici dell’ex Alumix, le centrali elettriche della fabbrica di alluminio Montecatini costruite tra il 1935 e il 1940 in stile Bauhaus e sotto tutela delle Belle Arti. Accanto a esse verranno innestate nuove strutture come il Black Monolith, che farà da ponte tra i complessi preesistenti.

scambio tra la ricerca scientifica e tecnologica e il mondo economico, rappresentato dalle aziende e dalle industrie che già hanno deciso, o decideranno, di entrare a far parte del progetto. Che si tratti di piccole imprese familiari, grandi realtà internazionali o start-up, ognuna di esse sarà affiancata individualmente nel suo percorso di innovazione ed entrerà a far parte di una fitta rete di ricercatori e imprenditori. Inoltre la presenza di responsabili per i diversi settori di sviluppo nonché la struttura stessa degli edifici – che permette vicinanza e continue occasioni d’incontro – garantiranno la germinazione di un ecosistema fortemente orientato all’innovazione.

Anche grazie a questa struttura funzionale ed efficiente, il NOI Techpark sarà un luogo strategico per la crescita e lo sviluppo della provincia che qui vedrà nascere progetti di contaminazione e

2 La facciata dell’edificio dei trasformatori dell’ex fabbrica di alluminio, linea di produzione Bolzano1, costruita nel 1936. Un interessante esempio di architettura razionalista. Bolzano (1) L’ex fabbrica Alumix è stata restaurata nel 2008 per ospitare la biennale d’arte Manifesta 7. La torre-serbatoio, decorata dal writer M-city, sarà simbolo del NOI Techpark. Bolzano (2)

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Business Location Südtirol – Alto Adige (BLS)

Enti & partner in Alto Adige •  Assessorati alla Cultura italiana, tedesca e ladina Le Ripartizioni Cultura italiana, tedesca e ladina della Provincia autonoma di Bolzano si occupano della promozione di arte e cultura, educazione permanente, studio delle lingue e aggregazione giovanile, ognuna tenendo conto delle specificità di ciascun gruppo linguistico. All’interno della Ripartizione Cultura tedesca, riveste un importante ruolo l’Ufficio Film e media, che si occupa di formazione, archiviazione e supporto tecnico nell’ambito della produzione audiovisiva sul territorio altoatesino. p www.provincia.bz.it/cultura p www.provinz.bz.it/ kulturabteilung p www.provincia.bz.it/ ntendenza-ladina •  Bibliotheksverband Südtirol BVS è un’organizzazione che rappresenta gli interessi delle biblioteche e dei bibliotecari della provincia. Favorisce e sostiene le biblioteche attraverso l’organizzazione di progetti, il servizio professionale di catalogazione dei media, l’assistenza informatica dei software di biblioteca e offrendo corsi, manifestazioni e viaggi-studio per la formazione e l’aggiornamento dei bibliotecari. p www.bvs.bz.it •  Camera di commercio di Bolzano Tra i compiti dell’ente autonomo di diritto pubblico rientra la rappresentanza degli interessi dell’economia altoatesina, la ricerca econo­mica, la promozione dello sviluppo economico e l’offer­ta di servi-

zi di supporto alle imprese locali. I servizi includono, tra gli altri, la formazione, la creazione e successione d’impresa, la promozione, il servizio inno­vazione e la camera arbitrale. La Camera di commercio di Bolzano ha inoltre compiti istituzionali quali la gestione del registro delle imprese, la registrazione di brevetti e marchi o il rilascio di docu­menti per il commercio con l’estero. p www.camcom.bz.it •  Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano L’offerta accademica della facoltà (trilingue come tutti i dipartimenti della LUB) si basa sullo studio per progetti, praticato in modo interdisciplinare fra comunicazione visiva e product design. Gli aspetti teorici sono fortemente legati a quelli pratici, favorendo uno stretto collegamento con le realtà del mondo della produzione e dei servizi. Al lavoro di progetto si affiancano i corsi teorici e specialistici e quelli di approfondimento nelle officine, dove si supporta il lavoro sperimentale. p www.unibz.it/it/design-art •  Film Association of South Tyrol FAS La FAS è un’associazione che raccoglie i professionisti del settore audiovisivo dell’Alto Adige. I suoi obiettivi: creare un punto di riferimento per chi lavora nel campo dell’audiovisivo sul territorio ed essere un mezzo per promuovere e sostenere la realizzazione di film in Alto Adige. La FAS è inoltre strumento di

diffusione e conoscenza del cinema locale e non solo. p www.fas-film.net •  Musei provinciali I Musei provinciali sono nove istituzioni museali di proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano che coprono i settori dell’archeologia, delle scienze naturali, dell’industria mineraria, dell’etnografia, della storia locale, della cultura ladina e dello sviluppo turistico. Finalità dei Musei provinciali è avvicinare i visitatori alla varietà culturale e alla storia naturale e sociale dell’Alto Adige. p www.musei-altoadige.it/it/ musei-provinciali.asp •  Ordine degli Architetti della Provincia di Bolzano L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori è un ente pubblico non economico. L’ordine forma e revisiona l’albo professionale, difende il titolo e la professione a salvaguardia del professionista, vigila sul corretto esercizio della professione, sostiene il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC nel suo compito di consulenza al legislatore e garantisce l’aggiornamento professionale degli iscritti. p www.arch.bz.it

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•  L’agenzia per la promozione territoriale dell’Alto Adige offre consulenza a imprese italiane ed estere su tutte le questioni legate al territorio, assistenza nella ricerca di superfici e di immobili commerciali e nel contatto con organizzazioni, fornitori di servizi e associazioni economiche. La BLS ha anche l’obiettivo di promuovere e sviluppare l’Alto Adige quale territorio cinematografico. Per farlo, il reparto Film Fund & Commission assiste le case di produzione nel loro lavoro sul territorio e gestisce il Fondo provinciale per le produzioni cinematografiche e televisive dotato di 5 milioni di euro di finanziamenti all’anno. p www.bls.info


Colophon © Business Location Südtirol · Alto Adige Bolzano 2015 Idea: Business Location Südtirol · Alto Adige Project management: Sara Valduga Progetto grafico: Studio Lupo & Burtscher, CH Studio Fotografie: Ivo Corrà p www.ivocorra.com Fotografie aggiuntive: p. 10 (4) Bolzano Danza p. 12 (1) Oliver Oppitz p. 14 (2) Roxy Film/Christian Hartmann p. 15 (3) Harald Kienzl/Kuadrat p. 17 (5) Alfred Tschager p. 21 (2) Gregor Khuen Belasi p. 22 (3) Maria Gapp p. 24 (5) Maria Gapp p. 27 (2) Alex Filz p. 34 (1) Alessandra Chemollo p. 35 (2) Alessandra Chemollo Foto di copertina: Facciata del museo d’arte moderna e contemporanea Museion, Bolzano Fotografo: Ivo Corrà Illustrazioni (6, 13, 18-19): Philipp Putzer p www.farbfabrik.it Coordinamento, traduzioni, revisione testi: Ex Libris Cooperativa p www.exlibris.bz.it Attività di ricerca e redazione: Anna Quinz Stampa: Athesia Ferrari-Auer Printed in Italy


Business Location S眉dtirol 路 Alto Adige Passaggio Duomo, 15 39100 Bolzano T +39 0471 066 600 F +39 0471 062 852 www.bls.info service@bls.info



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