Basketville # 18

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n.18 - 22 settembre 2009

ScariOlé! Spagna campione d’Europa. Con un allenatore italiano

All’interno

Caserta Teramo Trofeo Lido delle Rose



l’E-ditoriale www.basketville.it Numero 18 – 22 settembre 2009 Direttore Responsabile FRANCO MONTORRO franco.montorro@basketville.it www.basketville.it è una testata registrata presso il Tribunale di Lucca e di proprietà di Media dell’Otto s.r.l. Via delle Ville, 1140/A 55100 Lucca Telefono +39 3202 119 119 E-mail: redazione@basketville.it Progetto Grafico Appunto Via Caduti per la Patria, 47 20050 Lesmo (MI) Telefono e fax +39 039 596724 www.appuntoweb.com Fotografie Agenzia Ciamillo-Castoria Autorizzazione del Tribunale di Lucca numero 894 del 16 marzo 2009

Azzurro tenebra. Ma non da oggi

Un Sergio Scariolo giustamente sorridente in copertina, un Carlo Recalcati con in faccia i mille segni della disfatta nell’immagine qua a fianco. Due facce, davvero. Quella di un’Italia che vince all’estero e quella di un’Italia perdente su tutti i fronti. Perché questo è il nocciolo di una questione che ci ostiniamo a considerare solo legata alla nazionale e che invece coinvolge tutta una pallacanestro in stato di crisi. Non da oggi. Era il 2003 quando ancora prima di conquistare un incredibile medaglia di bronzo agli Europei in Svezia Recalcati confessava apertamente il suo pessimismo: «Ho solo questi giocatori e se non mi danno il 110% sempre, non vinciamo con nessuno. Ma dopo di loro c’è il vuoto». Sono passati sei anni è la situazione è peggiorata, per colpa di tutti ma soprattutto di una Federazione che non è stata in grado di indurre le leghe ad un progetto comune che avesse come fine il rilancio dell’attività giovanile e la ristrutturazione dei campionati. Le leghe, poi, hanno badato ai propri interessi in nome soltanto di due esigenze difficili da far convivere: vincere e risparmiare. Ovviamente con un gran numero di insuccessi. La bacchetta magica per riportare la Nazionale in alto non ce l’ha nessuno e se il materiale umano è quel che è, bisogna dunque lavorare per averne il prima possibile altro, di migliore. Poi, se è vero che nemmeno Riccardo Muti potrebbe inaugurare la Scala di Milano con una filarmonica di paese, è altrettanto vero che un eccellente allenatore (e il suo staff) rappresenta un indubbio valore aggiunto. Senza voler segare la panchina a Recalcati, che ha colpe ma non è l’unico colpevole, e senza identificare per forza in Pianigiani il salvatore della patria cestistica (ma a breve sulla home page faremo qualche riflessione sul complesso della sua candidatura, infine senza rimpiangere l’occasione perduta di non riaffidare la squadra a Messina, però ci chiediamo: proprio a proposito di coach Ettore, che mossa fu quella di togliergli la gestione tecnica del Cna, il gruppo allenatori nazionali? Ecco, sono state anche mosse inopportune come questa a mandarci alla deriva, adesso con una barca che in più rischia di affondare nell’indifferenza di molti. Salviamo la Nazionale e salveremo il basket. Ma chiediamoci non solo chi lo può fare, ma chi non lo vuole fare e avremo già linee più certe di azione.

Franco Montorro franco.montorro@basketville.it


Europei

Hasta la vista, Don Sergio Scariolo porta la Spagna al primo titolo continentale. E’ lui l’unico italiano vincente, quest’estate. Purtroppo non allena più per noi da molto tempo

di Franco Montorro Amare curiosità: l’Italia ha vinto i suoi due titoli europei battendo in finale la stessa avversaria, la Spagna. La Spagna non aveva mai vinto l’oro continentale, lo ha fatto nell’edizione clamorosamente disertata dagli azzurri, con in panchina un tecnico che in Italia non allena da anni e che in Italia non abbiamo poi sempre trattato benissimo. Fin dagli esordi, quando Rubini se la prese con la categoria degli allenatori yuppies e tutti pensarono

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per prima cosa a Messina e a quel giovanotto bresciano in giacca e cravatta e con il gel nei capelli. A Scariolo non andò benissimo nemmeno alla Fortitudo, mandato via per ragioni ufficialmente sconosciute, non certo tecniche e nel 2003, dopo la prima, fortunata parentesi spagnola, il ritorno a Bologna sponda Virtus fu l’ultimo colpo di teatro dell’asssurdo di Marco Madrigali. Acqua passata, Sergio Scariolo è sul trono d’Europa con la Nazionale spagnola, al termine di


Europei

un torneo iniziato con affanni e fiatoni e il tormento di dover continuare a credere nella malasorte avversa per una nazionale - ed una generazione - come noto abituata a vincere molto tranne che nel Vecchio Continente. Era ancora fresco, prima di Katowice, il ricordo della beffa patita a Madrid nel 2007, con il canestro del russo (sic!) Holden a gelare l’entusiasmo di milioni di appassionati iberici. Non era scontato che Scariolo ce la facesse e non

è stato semplice, ma se un tabù è stato finalmente infranto, siam doppiamente lieti che sia accaduto con lui in panchina. E’ bravo e ce lo siamo lasciati sfuggire, fino ad un certo punto per questioni economiche. In quanto a quest’Europeo in generale, Slovenia e soprattutto Serbia hanno rappresentato le principali sorprese positive: la prima per aver finalmente trovato continuità ad alto livello, la seconda per essere uscita da un lungo tunnel (quasi sei anni).

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Serie A

Caserta, profilo basso

la Juve ha intrapreso un rinnovamento quasi totale, allestendo in tempi rapidissimi una formazione pratica di Sante Roperto Esiste un’alchimia particolare, una chimica che unisce indissolubilmente una squadra ed il suo nome a quello di un’intera città. La Juvecaserta è stata questo fin dagli anni Ottanta ed oggi torna ad esserlo, con rinnovato vigore per la città della Reggia e per i suoi numerosi tifosi. In una Serie A che in Campania, dopo Avellino e Caserta, ritrova anche Napoli, il sodalizio bianconero si appresta a vivere la sua seconda stagione ai massimi vertici. Col desiderio però di chiudere col passato e dimenticare la prima, e poco fortunata, stagione in A dopo 14 anni d’assenza. Con queste premesse la proprietà bianconera si è data un profilo decisamente più basso rispetto al passato, sposando

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un progetto segnato da una rifondazione totale sia fuori che in campo (confermati solo Michelori e il neo capitano Di Bella). Sono arrivati infatti al PalaMaggiò Pino Sacripanti (nella foto), sceso molto più a Sud delle sue precedenti esperienze di Cantù e Pesaro, e Claudio Coldebella (nella foto), che dopo l’addio al basket giocato nel 2006 esordisce nel ruolo di direttore sportivo. Ne è nato un progetto tecnicotattico che ha orientato le linee guida del mercato: ruoli ricoperti a pieno, giocatori con caratteristiche simili ma non sovrapponibili, un organico giovane ma col giusto mix di esperienza, il tutto completato in tempi rapidissimi. 
Inutile dire che molto passerà dalle mani dell’ex Hapoel Timmy Bowers e di Jumaine Jones (17.9 di media nel 2007 a Napoli), al loro talento Caserta affida gran parte delle proprie


Serie A

speranze. Buone cose potranno arrivare anche dalla guardia-ala Ebi Ere (nella foto) e da Antanas Kavaliauskas (nella foto: ala-pivot di 208 cm che ama giocare lontano dall’area), due atleti completi, dall’ottima confidenza col canestro e che bene si adeguano al gioco in transizione di Sacripanti. Difesa e contropiede saranno infatti le chiavi tattiche della nuova Pepsi che, in cabina di regia, avrà due playmaker scelti proprio con queste caratteristiche, Di Bella e Koszarek (arrivato a Caserta in questi giorni dopo gli Europei giocati con la sua Polonia). Anche Doornekamp si è aggregato da poco mentre Di Bella e Bowers hanno avuto qualche problema fisico, ma il precampionato dei casertani, nel quale hanno perso solo due gare con Roma e Teramo, è filato tutto sommato liscio strappando più di un

sorriso di soddisfazione all’entourage bianconero. L’opera andrà valutata al completo ed ovviamente alla prova del campo, ma questa Juvecaserta ha tutte le carte in regola per conquistare tranquillamente la salvezza. Se però si nutre qualche ambizione in più, il discorso potrebbe farsi più difficile, perché per sognare i play off alla Pepsi manca qualcosa: non c’è un back up nel post di 3 (la società sta ancora sondando il mercato), manca un 5 di ruolo e di peso e la panchina dovrebbe essere più profonda. Quanto finora assemblato comunque può bastare per migliorare il tredicesimo posto della passata stagione e se, tra le tante scommesse fatte, il duo Sacripanti-Coldebella dovesse aver pescato qualche nuova rivelazione, allora i tifosi possono iniziare a sognare.

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Serie A

Teramo cerca il bis Dopo una stagione storica, la società abruzzese riparte da basi solide e da contratti almeno biennali per i nuovi arrivi

di Paolo Marini La stagione della conferma. Ecco cosa attende la di Paolo Marini Banca Tercas. L’annata che identifichi lo scorso campionato dei biancorossi (prima partecipazione alle Final Eight di Coppa Italia e ai playoff scudetto e terso posto in classifica al temine della regular season) come l’ennesimo step di un percorso di affermazione ai vertici della Serie A. Un sentiero aperto sette anni fa, che ora richiede un ulteriore sforzo a una società ambiziosa come quella del presidente Antonetti. E per porre utili presupposti, l’entourage teramano ha scelto di puntare sul sicuro stavolta. Niente ricostruzioni, riconferma di 5 atleti, contratti almeno biennali per i nuovi ed estensione con coach Capobianco

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fino al 2012. Senza contare un’estate intera per allontanare definitivamente l’ipotesi di cessione del gioiello di casa. Peppe Poeta, sospeso fra Roma e Milano per diverse settimane, ha (ri) trovato nella sua Teramo l’asso nella manica per tentare l’approdo a un club da Eurolega, l’obiettivo che da un paio d’anni il giocatore si è posto. Appuntamento a luglio 2010 per vedere come finirà la storia (quella di Poeta, e anche quella dell’altro Nazionale Amoroso (nella foto, in azione), in scadenza e atteso a una stagione importante). Ma non andiamo troppo in là, e restiamo al Teramo Basket di adesso. Una Banca Tercas che ha sicuramente dato un


Serie A

impatto maggiore al gioco interno (con James Thomas e il canadese Jesse Young). Meno tiratori sul perimetro (che non sempre si traduce in abbassamento della qualità di gioco, dato che in squadra disponi di “esperti della materia” come Drake Diener e Ryan Hoover) e più chili e centimetri nel pitturato. Che poi, messi addosso a un centro come Thomas, capace un paio d’anni fa di dominare la categoria dei big men in Serie A, potrebbero risultare determinanti (rassicuranti in EuroCup, dato che per la prima volta la Banca Tercas farà l’esperienza del doppio impegno settimanale). Altro fattore determinante sarà la capacità di Bobby Jones (nella foto) di fare le

giuste moss(e). “Straight outta Compton”, l’ex compagno di squadra alla Washington University di Nate Robinson e Brandon Roy avrà il compito di non fra rimpiangere l’attuale virtussino David Moss, che nella passata stagione ha riscritto il capitolo “difesa sul play” dell’ABC del basket. Anche a Jones (e a Bruno Cerella) coach Capobianco chiederà di marcare dalla point guard al secondo lungo, in un contesto di squadra che, è vero, baserà la sua forza prima sul togliere spazi in attacco agli avversari, ma che non si tirerà indietro nelle partite a punteggi alti. Basterà questo per riconfermarsi? No, però aiuterà molto!

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Eventi

Trofeo Lido delle Rose Venerdì 25 e sabato 26 settembre a Roseto torna una manifestazione ormai storica della pallacanestro italiana. In campo, quattro squadre di Legadue

di Luca Maggitti Sarà a ingresso libero il 64° Trofeo Lido delle Rose sarà ad ingresso libero. Questa la decisione del Comitato Organizzatore, con l’auspicio che al Palasport Remo Maggetti di Roseto degli Abruzzi ci sia una bella cornice di pubblico Venerdì 25 e Sabato 26 Settembre 2009. Il Trofeo si è giocato al “Campo della Pineta” dal 1945 al 1948, al “Campo Di Giorgio” nel 1949 e poi all’”Arena 4 Palme”, prima che i tempi moderni lo portassero al Palasport “Remo Maggetti”. A contendersi il “Torneissimo” (così lo ribattezzò Aldo Giordani, nella foto) nell’edizione 2009, saranno 4 squadre di Legadue: Brindisi, Pistoia, Rimini, Scafati. Questo il programma. Venerdì 25 Settembre: ore 18.30 Rimini-Scafati;

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ore 20.30: Brindisi-Pistoia Sabato 26 settembre: ore 18.30 finale terzo posto; ore 23.30: finale primo posto. Qualche pillola di storia sul torneo. Ad esempio: si giocò fra le macerie. Come spogliatoio una cabina sulla spiaggia e come doccia l’acqua del La liberazione di Rosetodall’occupazione nazista, come ricorda Luigi Braccilli, ebbe luogo la mattina del13 giugno 1944, festività di S. Antonio da Padova. A Montepagano i “bandisti” trassero dalle custodie i loro strumenti e cominciarono a suonare in segno di giubilo, mentre a Roseto, con altrettanto tripudio, i “cestisti” trassero dalla soffitta il pallone di “palla a cesto” per tirarlo gioiosamente nella reticella sul campo in terra rossa della pineta (oggi ospita un parco-giochi per bambini). Passò poco più di un anno per, come


Eventi

si dice … leccarsi le ferite, ed un trio di giovani pensò di organizzare un torneo di pallacanestro che sarebbe certamente parso anacronistico, ma, proprio per questo, avrebbe avuto la possibilità di fare effetto. Da allora, scriverà nel 1973 sul Guerin Sportivo Aldo Giordani, «mille ricordi, un unico quadro: la gente che si assiepa, il gioco che ti esalta, il crocchio notturno sotto i pini, mentre la brezza del mare culla i commenti, le critiche, le indiscrezioni, i discorsi di tutti – Siamo giunti all’edizione numero ventotto. La “classicissima” del basket, la Sanremo

dei canestri, è più fresca che mai. Come Siena ha il Palio, Roseto ha il “torneo”. Un piccolo centro abruzzese che diventa per tre giorni la capitale europea dei giganti, il quadrivio continentale dello sport di moda, dello sport in pieno “boom”, cui tanto ha contribuito la ricorrente fiammata annuale all’Arena Quattro Palme». Un grande evento, l quale hanno partecipato grandi campioni (come Dino Meneghin, qui in una foto del 1976) e grandi squadre anche dall’estero (come il Maccabi 2006 allenato da Spahjia, nella foto)

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Donne A1

Novità sul lago

A Como nuova conduzione tecnica e squadra rinnovata. Conferma scontata per Brooke Smith, Stabile è il nuovo play. L’ultima novità è Natasha Andjelic di Roberto Perticaroli Tantissime le facce nuove in casa Comense. A cominciare dalla panchina dove siederà il serbo Bukvic che ha portato una ventata di novità nell’ambiente bianconero. Confermate Fazio, Aziz, Smith e Donvito, era stata confermata anche Slavcheva che poi per motivi personali ha lasciato la squadra celermente sostituita da Natasha Andjelic, l’ultima stagione a Pozzuoli, in passato vista anche a Ribera. Il parco straniere è completato dalla lunga Harmon e dall’esterna svedese Sinclair. Il play titolare è Susanna Stabile, vogliosa di giocare dopo il grave ifnortunio subìto la passata stagione a Parma. Per un commento sulla stagione 2009-2010 parola al vice-presidente Stefano Pennestrì:

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«Siamo tutti ottimisti: alcune ragazze, straniere e italiane, hanno addirittura chiesto di potersi presentare ed allenare con lo staff prima del raduno del 20 Agosto per poter essere in forma ottimale ai primi allenamenti ufficiali. Questo è un segnale che abbiamo scelto atlete di grande professionalità. Il gruppo sta lavorando coeso agli ordini di un coach preparatissimo il cui atteggiamento, durante gli allenamenti e le amichevoli, ci soddisfa in pieno. L’obiettivo rimane quello prefissato in sede di costruzione della squadra, ovvero dal quinto all’ottavo posto. Posizioni che credo saranno combattute con la stragrande maggioranza delle squadre partecipanti. Ma al di là dei fondamentali risultati sportivi sono sicuro che trascorreremo una piacevolissima annata data la caratura morale delle giocatrici».


Serie A

La Piazza dei miracoli

Livorno conferma in panchina Cinzia, reduce dalla salvezza, e alla quale quest’anno chiede minori sofferenze. Per far questo squadra interessante e lunga, con vecchie conoscenze, in attesa della novità Kelly di Roberto Perticaroli Cinzia Piazza sprizza contentezza da tutti i pori quando la incontriamo, non solo perché è il giorno del suo compleanno ma perchè vede crescere giorno dopo giorno la sua creatura. «Sono felicissima»ammette dopo che le chiediamo lo stato d’animo nel ricominciare una nuova stagione in qualità di responsabile tecnica di Livorno, di cui lei ha rappresentato uno spicchio di storia importante come giocatrice e in cui ora spera di scrivere pagine importanti anche in panchina. Dopo un’annata tribolatissima (salvezza ottenuta al secondo turno di playout dopo tanti cambiamenti nell’organico e in panchina), quest’anno si cerca la stabilità, puntando su giocatrici affidabilissime. Italiane di esperienza e straniere già a conoscenza del nostro campionato. Organico stravolto (confermate solo Balestra, nella foto, Buccianti e Mariani): gli arrivi italiani sono Buzzanca e Sarti, entrambe dalla “rinunciataria” Pontedera, mentre per le straniere si è andato sull’usato sicuro. Dopo un anno non esaltante (per lei) a Venezia, tante speranze sono riposte in Vujovic: riscatto, “mano” ed esperienza.. Terza reincarnazione italiana anche per Willis: dopo La Spezia e Umbertide, porta la sua atipicità in Toscana per formare con Kelly una coppia di lunghe interessante. In regìa la giovane belga Carpreaux, un flash lo scorso anno a Ribera. I suoi “penetra e scarica” per Vujovic saranno una delle specialità della casa. Anche se fisicamente potrebbe pagare dazio contro play di stazza maggiore. Ma come verrà messa in campo Livorno? «Avendo lunghe dinamiche, mi piacerebbe giocare a ritmi elevati. Per il momento posso dire che sono felice di come la squadra si sta formando. Obiettivi? Debbo dire playoff, vista la formula del campionato. Potrebbe sembrare un po’ presuntuoso ma la qualificazione playoff vuol dire salvezza sicura, evitando i playout, un’esperienza che non vorremmo ripetere». Un grosso augurio a Cinzia: in epoca di “quote rosa”, è l’unica donna su una panchina di A1.

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Donne A1

La nuova Parma In Emilia una delle novità più importante della stagione: il ritorno nel femminile di Stefano Michelini. Con una squadra sempre nella sicure mani di Francesca Zara e con tante giovani in rampa di lancio, Narviciute su tutte di Roberto Perticaroli In questa estate del basket femminile italiano, una delle notizie più interessanti è stato il ritorno di Stefano Michelini, dopo le stagioni di Venezia. Subito la domanda di rito: perché questo ritorno e perché a Parma? «Mi ha attratto il progetto di questa società che ha da 35 anni la stessa proprietà, che continua a stare nel basket femminile con immutata passione, oltre che con la competenza che tutto l’ambiente le riconosce. Quest’anno a Parma è tutto diverso rispetto al passato: nessuna stella, squadra più giovane (23.5 anni di media, solo Umbertide la batte, n.d.r.), anche perché il budget è inferiore, nel rispetto della crisi economica che tutto il mondo sta vivendo. L’idea è stata perciò quella di allestire una squadra con sette senior (le quattro straniere più Zara, Franchini e Milica Micovic) a cui aggiungere delle giovani, alcune di Parma alcune prese da fuori, che comunque staranno in campo, a cui verrà data fiducia e minutaggio. Penso a Elena Bestagno (da Como) e Formica (da Catania) e a Narviciute e Pieropan che invece sono cresciute nel settore giovanile della società». Per le straniere, due le conferme (Screen e Summerton, di cui però bisognerà valutare le condizioni fisiche dopo l’infortunio occorsole durante i playoff della passata stagione) e due novità: la prima è in realtà un nome già conosciuto in Italia, parliamo di Ajanovic, già vista per due stagioni a Viterbo. New entry assoluta per l’altra lunga, l’olandese Halman , in arrivo dal campionato spagnolo. Insomma, una squadra che avrà in Zara e Franchini le leader, intorno alle quali comunque sia tutte hanno la possibilità di mettersi in luce. E chissà che quest’anno che Parma parte a fari spenti, non esca fuori una stagione più che interessante.

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«Non avendo centri statici, anzi, avendo dei “5” che sono in realtà dei numeri “4”, l’idea base è quella di tenere i ritmi alti. Abbiamo esterne ben dotate fisicamente e pivot certamente meno fisici di molte nostre avversarie. Cercheremo di giocare nella maniera a noi più congeniale, cercando di far avere alla mia squadra una forte identità». In chiusura, speranze ed ambizioni: «Se escludiamo Taranto, Venezia e Schio, alle loro spalle tutto può succedere. Questo deve rappresentare uno stimolo per le mie giocatrici». Avversarie avvisate….


Donne A1

Il muro di Pozzuoli Con gli innesti di Walker e Van Malderen la squadra allenata da Fulvio Palumbo cambia faccia, diventando più solida vicino a canestro. Ma il jolly rimane Tamecka Dixon, al suo terzo anno con la compagine puteolana di Roberto Perticaroli Non c’è dubbio che tra i personaggi del nostro basket femminile un posto di riguardo se lo merita Fulvio Palumbo, deus ex machina di Pozzuoli dove in pratica è tutto e fa di tutto. Una sua creatura per cui ogni anno compie sacrifici per poterla migliorare sempre di più. Quello che incomincerà il prossimo ottobre sarà per la squadra puteolana la terza stagione consecutiva in serie A1, un grande risultato raggiunto in un posto dove fare sport non è facile e dove ben conosciamo i salti mortali che fa Palumbo per portare avanti la sua attività. Ma andiamo a scoprirlo questo Pozzuoli edizione 2009-2010. Cominciamo dalle conferme tra le quali, anche se ad un certo momento sembrava davvero ad un passo da Pomezia, merita il primo posto Adriana Grasso, lo scorso anno senza dubbio il miglior pivot italiano, tanto da meritarsi la chiamata di Ticchi, e memoria storica della società della Solfatara. Dopo una stagione in cui ha dovuto fare gli straordinari, quest’anno dalle parti dei tabelloni si sentirà meno sola. Arriveranno infatti a Pozzuoli Walker, pivot fisicamente prestante, e Van Malderen (nella foto), alla sua quarta apparizione in Italia dopo le esperienze con La Spezia, Cavezzo e Parma. Conferma invece nel reparto esterne per Naydenova e Dixon: soprattutto quest’ultima da tre anni è l’immagine della società campana, il vero jolly di Pozzuoli che in sede di mercato ha visto il ritorno da Rende di Chesta (che in A1 gioca da italiana, in A2 da comunitaria) mentre, dopo Napoli e Priolo, terzo “giro” italiano per Barnes, che consente a Palumbo di migliorare il proprio quintetto nello spot di ala. Conferma per Benko. Ma al coach campano chiediamo un commento sulla sua squadra: «Rispetto alla scorso anno siamo senza dubbio più solidi sotto canestro e con Barnes abbiamo acquisito una giocatrice eclettica che senza dubbio ci darà una gran mano. Per questo motivo sicuramente avremo una gioco più

interno rispetto al nostro passato, una scelta in controtendenza perché mi sembra che invece un po’ tutti hanno cercato di migliorarsi nel reparto guardie. Con un pre-campionato un po’ “nascosto”, «avrò la squadra al completo solamente il primo di ottobre». Palumbo non fa pronostici sulla stagione: «E’ un campionato strano, per la prima volta siamo in 12: dietro alle tre grandi, tra le altre le differenze mi sembrano minime. Può succedere di tutto. Staremo a vedere».

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Donne A1

Il nuovo Geas Dopo il bel campionato da matricola, la squadra lombarda è attesa al compito più difficile: la conferma. Perse Tillis e Penicheiro, Roberto Galli conta sulla voglia di riscatto di Martinez e sulla novità Mosby di Roberto Perticaroli Esordisce così Roberto Galli, condottiero del Geas (da quest’anno affiancato in panchina da Montini): «Credo che la nostra competitività sia rimasta inalterata, anche con i cambiamenti che abbiamo apportato all’organico». Dunque, il coach lombardo non “indossa il lutto” per la perdita di Penicheiro e Tillis (comunqua sia defezioni importanti per il nostro campionato) e si avvicina alla nuova stagione con ottimismo. «Abbiamo straniere più giovani ma abbiamo infuso esperienza nel gruppo italiano con l’inserimento di Danzi. Sono ottimista, anche se so che non saremo più la sopresa come lo scorso anno». A questo proposito, Roberto togliersi un sassolino dalla scarpa: «Per qualcuno evidentemente siamo ancora una neo-promossa visto il calendario che ci è stato riservato. Nelle prime sei giornate incontriamo tutte le migliori. Non possiamo certo dire di essere stati trattati bene». 
Aumentata la potenzialità sotto canestro con l’arrivo di Danzi, al posto del “duo delle meraviglie” Tillis e Penicheiro sono arrivate Martinez, reduce da stagioni non esaltanti a Schio e la new entry assoluta dalla Francia Mosby. «Faccio molto affidamento su di loro, sulla voglia di riscatto della spagnola e sul nostro nuovo pivot, con la soddisfazione di offrire una novità al campionato”. Senza tutta via tralasciare l’importanza del gruppo tricolore: «Ovviamente continuiamo ad aspettarci molto dal nostro gruppo italiano che abbiamo potenziato con l’arrivo di Danzi». Il gruppo straniere è completato dalle confermate Machanguana e Twehues. Stagione della verità per Crippa e Arturi (nella foto, in maglia azzurra).

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Donne A1

Beata gioventù Lollo Serventi per il secondo anno consecutivo guiderà Umbertide: largo alle giovani, italiane e straniere, con Callens neo-capitano chiamata alla conferma e in attesa di conoscere le condizioni di Newton, nuovamente vittima di un infortunio prima di arrivare in Umbria Il pomeriggio in palestra di Lollo Serventi (nella foto) inizia molto presto: l’appuntamento è verso le 15.00 per l’allenamento individuale di Mohammed, pivot nigeriano appena uscito dall’università, la lunga di peso che Umbertide. Con lei e la serba Maksimovic in Umbria sperano di aver messo chili e centimetri sufficienti per soffrire meno vicino ai cristalli. Per il resto, conferma per Rossi e Callens (per la belga anche i gradi di capitano). Poi, via alle novità e, soprattutto, al “festival delle giovani”. Cominciando dalla cabina di regia dove, vicino alla confermata Rossi, è stata aggiunta Gorini, classe ’92, in arrivo dall’Athena. Poi si è continuato a guardare verso Roma: è arrivata infatti alla corte di Serventi anche Cinili, proveniente dal San Raffaele. Una giocatrice chiamata al salto di qualità, fisico e mentale: a lei guarda con tantissimo interesse anche il settore squadre nazionale. Da Lucca (ma scuola Schio) arriva Chiara Consolini, lo scorso anno la miglior realizzatrice italiana del girone nord della A2. In tutta questa linea verde, Bagnara che ritorna ad essere allenata da Serventi dopo gli anni di Reggio Emilia, è la più grande di tutte, ma all’anagrafe c’è scritto “1987”… Come polizza contro ogni avversità ad Umbertide hanno puntato su Chelsea Newton ma purtroppo, dopo l’infortunio dello scorso anno alla caviglia, questa volta è toccato al ginocchio… Davvero tribolato questo matrimonio tra la società umbra e la forte giocatrice americana. In Umbria aspettano e sperano che le sue condizioni quando arriverà in Italia siano tali di non dover mettere

di Roberto Perticaroli mano nuovamente all’organico come purtroppo è accaduto esattamente dodici mesi fa (al suo posto arrivò Hodges). Ora parola al coach: «L’idea è quella di formare un gruppo con un programma triennale, per dare continuità e non dover cambiare squadra alla fine di ogni stagione. Certo, sappiamo che i rischi sono tanti. Abbiamo la squadra dall’età media più bassa (21.5 anni, n.d.r.) e lavoriamo anche per poter offrire al movimento un ricambio generazionale. Il proposito è quello di raggiungere un risultato attraverso il miglioramento individuale delle giocatrici. Per molte è il primo, massimo secondo anno in A1: il campionato più difficile degli ultimi anni visto che oltre il 33% delle squadre andrà a fare i playout e, a parte le tre “super”, c’è molto equilibrio ma mai come quest’anno il livellamento mi sembra verso l’alto. Comunque io confido del lavoro delle ragazze e dello staff tecnico: sono molto contento di allenare questo gruppo. Per plasmare il gruppo ci vuole tempo ma in queste giocatrici c’è il talento giusto per poter raggiungere i nostri obiettivi».

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