Babel#15

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THE CHRONICLES OF RIDDICK: ASSAULT ON DARK ATHENA Le mie prigioni piattaforma 360 ps3 pc sviluppatore starbreeze studios produttore atari versione pal provenienza svezia

a cura di Gianluca “UnNamed” Girelli

l nuovo chronicles of Riddick nasconde una doppia anima. starbreeze ha racchiuso in un solo pacchetto due titoli, il vecchio escape from Butcher Bay, acclamato titolo per Xbox del 2004, e la nuova espansione Assault on Dark Athena. La buona notizia è che Butcher Bay risulta ancora un titolo godibilissimo, dotato di meccaniche che poco risentono di cinque anni sul groppone. La cattiva notizia è che la nuova sezione, Dark Athena, non è poi così illuminata come la prima. A prima vista simile a molti altri first person shooter sul mercato, con ambientazione buia e clastrofobica figlia della generazione Doom, Riddick nasconde un impianto di gioco complesso che comprende non solo sparatorie, ma anche fasi di picchiaduro, platform(?), adventure e stealth. Al giocatore non verrà chiesto solo di sparare a tutto ciò che si muove, di tanto in tanto dovrà parlare con altri personaggi, raccogliere informazioni e accettare incarichi. In fase d’attacco, invece, dovrà sfruttare l’innata capacità di vedere al buio per sferrare attacchi a sorpresa, stando attenti a non allarmare guardie sufficientemente all’erta da far sconsigliare assalti frontali. tranne in specifici casi, i due approcci non sono mai esclusivi e viene lasciata alla natura del giocatore il modo in cui affrontare l’avventura. starbreeze porta Riddick al passo con i tempi, grazie ad un completo restyling tecnico, l’engine è stato sostituito con quello dell’oramai non più recentissimo the Darkness. Modelli e animazioni sono stati rivisti, le mappe si presentano sufficientemente dettagliate, mentre i nuovi effetti non stonano con i vecchi assets. siamo lontani dal primato tecnico che Riddick rappresentava su Xbox, ma tutto sommato non ci si può lamentare. si sarebbe potuto fare qualcosa in più, invece, sul fronte dell’intelligenza artificiale: se è vero che i soldati nemici sono lontani dall’essere dei dementi, cappellate o comportamenti irrazionali non mancano, frutti di un’I.A. che funzionava all’epoca dell’uscita, ma che ad oggi è funzionale e superata. Rimasto inalterato, ma questa è una nota positiva, il doppiaggio e in generale il carisma che

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contraddistingue il protagonista Riddick, ben pochi titoli possono vantare personaggi così ben caratterizzati. La prima parte di gioco è sufficientemente varia: le fasi adventure non fanno gridare al miracolo, ma fanno il loro dovere, le fasi stealth funzionano, le fasi sparatorie offrono una buona libertà d’ingaggio e le mappe offrono una certa varietà. Purtroppo la seconda avventura si presenta un po’ più annacquata, le fasi adventure diminuiscono a discapito di quelle stealth e (soprattutto) quelle blastatorie rendendo il gioco più lineare, anche a causa di un’ambientazione limitata come può essere quella di un’astronave (la Dark Athena, appunto) e di un plot narrativo che richiede di affrontare per l’ennesima volta una fuga da una prigione. se l’originale Riddick fosse stato uno sparatutto di stampo classico difficilmente sarebbe stato ricordato, ma probabilmente i problemi in fase di produzione hanno costretto il team ad affrettare lo sviluppo a scapito della varietà generale. Assault on Dark Athena soffre nelle sezioni in multi a causa della sua nemmeno troppo celata connotazione single player, al di là delle solite modalità che funzionano meno per la struttura stessa del gioco, anche le nuove PitchBlack e Butcher Bay Riot, seppur originali, soffrono in fin dei conti di una certa limitatezza. A distanza di cinque anni, nulla è cambiato, molto è cambiato. La natura multigenere di Riddick permette al titolo di risultare ancora godibile e non Riddick è decisamente un tipo monoespressivo. Come l’originale, uguale uguale

sfigurare di fronte ad avversari più quotati, ma la scena FPs, nel frattempo, non è rimasta a guardare. si potrà obbiettare che modifiche all’impianto di gioco avrebbero rotto l’equilibrio che regolava il gameplay originale, ma almeno dal nuovo capitolo ci si aspettava qualche passo in avanti, non passi indietro. Provaci ancora Vin. 7


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