Avis Notizie n.2 2017

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Mag. 2017 Direttore Resp. Professor Giorgio Maltoni

Foto Giorgio Sabatini

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Anno 56 Num. 35


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SOMMARIO SEGRETERIA Elisa Bugani REDAZIONE Rosanna Ricci Codirettore Meris Dall’Agata Tebe Fabbri Valdemaro Flamini Maria Gori Noelia Paci Stefania Savorani Nicola Tassinari A QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO Immacolata Basso Maria Giovanna Faiella Marco Gentile Claudio Lelli Mario Proli Ylenia Salamone DISEGNI Giorgio Serra (Matitaccia) FOTOGRAFIA

Giorgio Sabatini Lorenzo Valentini Tebe Fabbri Pierino Genito Avis Nazionale

AVIS NOTIZIE • Sede AVIS: Via G. Della Torre, 7 Tel. 0543 20013 - Fax 0543 22143 forli.comunale@avis.it - www.avisforli.it C.F. 00629090408 Unità di Raccolta Forlivese c/o Medicina Trasfusionale, Via Forlanini, 34 - 0543 735070 e 0543 735071 TIRATURA 7.500 copie Chiuso in tipografia il 28/4/2017 Impaginazione e stampa FILOGRAF - Forlì. Progetto grafico Wells Bologna

All’interno Copertina:

Ponticello

Loggia

Art Decò Al sangv n’é aqua

pag. 2-4

Resoconto Assemblea Avis Forlì

pag. 5

Avis Comunale Forlì - Consiglio Direttivo

pag. 6

Resoconto Assemblea Avis Forlì-Cesena

pag. 7

Avis Provinciale Forlì-Cesena Consiglio Direttivo

pag. 8-13

Relazione del Consiglio Direttivo Avis Forlì

pag. 14-18

Relazione del Consiglio Direttivo Avis Provinciale Forlì-Cesena

di Noelia Paci

di Ylenia Salamone

di Valdemaro Flamini

di Claudio Lelli

pag. 19

5 X Mille

pag. 20-23

Consigli Direttivi Comprensorio Forlivese

pag. 24-27

Forlì Sotterranea

pag. 28-31

Viaggio tra le emoglobinopatie Intervalli di donazione

di Mario Proli

di Marco Gentile

pag. 32

Mirabilavis

pag. 33

Avis scuola 2016-2017

pag. 34-35

Resoconto tornei anno 2017

pag. 36-37

Giuseppe Migliori “Intervista”

pag. 38

Admo con i giovani e non solo

pag. 39

Aido trapianti di fegato

pag. 40

Gita Avis

di Meris Dall’Agata di Maria Gori

di Rosanna Ricci

di Immacolata Basso

di Maria Giovanna Faiella Lago Maggiore, Villa Taranto, Isole Borromee


FORLÌ, 26 FEBBRAIO 2017

RESOCONTO ASSEMBLEA Avis Comunale Forlì

La cerimonia di premiazione dei donatori, quest’anno, si è tenuta dopo l’Assemblea elettiva del 26 febbraio alla presenza di numerosi donatori. Un Salone Comunale veramente affollato ha fatto, quindi, da cornice a questo evento importante, non solo per l’Associazione, ma anche per la nostra città come testimoniato dalla presenza di molti rappresentanti delle più importanti Istituzioni Locali. In apertura il Presidente Valdemaro Flamini ha ringraziato tutti gli intervenuti per la loro presenza ed ha manifestato piena soddisfazione per i risultati conseguiti nell’anno 2016 che evidenziano, ancora una volta, un aumento di donazioni e di donatori, soprattutto giovani, con un incremento da ricondurre soprattutto alla presenza femminile.

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Ha poi preso la parola il Sindaco Davide Drei che, portato il saluto della città, ha voluto dare il benvenuto ad Avis in Comune, che è anche la casa di Avis. Ha poi espresso la sua soddisfazione personale e della città per l’incremento di donatori sottolineandone la positività per la presenza di giovani ed in particolare di donatrici. Il Sindaco ha poi manifestato il suo rammarico per la mancata attuazione del Progetto della ”Casa del donatore”, che avrebbe, tra l’altro, consentito il recupero di un bene storico. Chiarito che ciò è da ricondurre al venir meno delle condizioni di fattibilità, non imputabili né al Comune né ad Avis, ha confermato l’impegno della sua Amministrazione a raggiungere l’obiettivo. Ha anticipato che si stanno vagliando soluzioni alternative partendo da quella che in-


teresserebbe l’attuale Sede di Via Giacomo Della Torre per la quale si stanno ricercando modalità per svincolarla da una precedente destinazione. Il Sindaco ha poi concluso il suo intervento ringraziando il Consiglio Avis uscente e augurando buon lavoro al nuovo appena eletto. E’ intervenuto poi il Vicario Emerito, Monsignor Dino Zattini che, dopo aver portato il saluto del Vescovo, ha sottolineato di aver partecipato molte volte agli eventi organizzati da Avis il che gli ha consentito di cogliere l’amore della gente verso questa Associazione che, con grande continuità e armonia con le Istituzioni, lavora per il bene comune diffondendo un messaggio positivo per tutta la Comunità. Ai partecipanti è giunto anche il saluto del Signor Prefetto portato dalla Dottoressa Giulia Borriello che nel suo intervento ha svolto alcune riflessioni sul tema del dono connettendolo alla solidarietà e alla generosità e rimarcando il suo valore civico. Per l’AUSL Unica di Romagna è poi intervenuto il Dott. Paolo Masperi, interlocutore diretto della nostra Associazione per le questioni sanitarie.

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Dopo aver portato il saluto del Direttore Generale dell’Azienda ha espresso soddisfazione per i rapporti che si sono instaurati con l’Avis comunale di Forlì: rapporti di grande collaborazione nella fase delicata del rinnovo della Convenzione pensata in una logica nuova con l’obiettivo di raggiungere una maggiore omogeneità. Il Dott. Masperi ha poi reso grande merito ai donatori che nonostante la chiusura di diversi punti di raccolta non hanno fatto venir meno le loro preziose donazioni. Il saluto del Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi è stato portato dalla Dott.ssa Angelica Sansavini che nel suo intervento ha sottolineato come, da sempre, ci sia stata, nella Fondazione, attenzione e gratitudine per il mondo del volontariato e quindi anche per Avis che è espressione del dono per eccellenza; ha altresì confermato, per il futuro, il sostegno alla nostra Associazione per il conseguimento dei nuovi importanti obiettivi che si è prefissata. Gilberto Bagnoli, Vice Presidente del Centro Servizi per il Volontariato di Forlì-Cesena ha poi ringraziato tutti i donatori e i volontari per la loro


preziosa e insostituibile opera; ha poi sottolineato come l’aumento di donatori e di donatrici giovani sia un indicatore che dà grande fiducia per il futuro: la continuità di Avis è importantissima per tutta la collettività ma anche per il sistema del Volontariato in ragione delle relazioni che sa instaurare con le altre Associazioni. A chiudere gli interventi il Prof. Claudio Lelli che oltre a portare i saluti del Consiglio dell’Avis Provinciale, che presiede, ha illustrato brevemente la funzione di raccordo esercitata dal Consiglio stesso tra le due realtà importanti che afferiscono alla nostra Provincia: Forlì e Cesena. Con alcuni dati ha evidenziato come, in controtendenza rispetto all’andamento regionale, l’Avis Provinciale di Forlì-Cesena abbia fatto registrare, nell’ultimo anno, un aumento di donazioni grazie alla sostanziale stabilizzazione di Forlì ed ad una leggera crescita di Cesena. Al termine degli interventi le Autorità presenti hanno consegnato l’attestato e il distintivo ai premiati e la cerimonia si è conclusa in un clima di serenità e cordialità con l’appuntamento al prossimo anno. Noelia Paci

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CONSIGLIO DIRETTIVO

AVIS COMUNALE FORLÌ

Quadriennio 2017-2020

Flamini Valdemaro

Presidente

Gori Maria

Consigliere

Malaguti Roberto

Vice Presidente Vicario

Lelli Claudio

Consigliere

Montaletti Lorenza

Vice Presidente

Marabini Giulio

Consigliere

Vetricini Enrico

Segretario

Morelli Marina

Consigliere

Forni Alberto

Tesoriere

Nannini Monica

Consigliere

Aprili Claudio

Consigliere

Bresciani Mirco

Consigliere

Paci Noelia

Consigliere

Cappelli Orlando

Consigliere

Salamone Ylenia

Consigliere

Cucchi Alfio

Consigliere

Saporetti Enrico

Consigliere

D’Alleva Gianluca

Consigliere

Tamburrino Oronzo

Consigliere

Dall’Agata Meris

Consigliere

Tassinari Nicola

Consigliere

Drei Stefano

Consigliere

Zagnoli Nicolò

Consigliere

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SAVIGNANO SUL RUBICONE, 25 MARZO 2017

RESOCONTO ASSEMBLEA Avis Provinciale Forlì-Cesena

L’assemblea dell’Avis Provinciale di Forlì-Cesena del 25 marzo si è svolta in un caldo pomeriggio savignanese. Si è aperta con l’intervento del Presidente dell’Avis locale, Augusto Tosi, che, proprio in occasione del 40° anno di Fondazione dell’Avis di Savignano, ha gentilmente ospitato la nostra assemblea. L’assemblea era particolarmente ben propensa ad accogliere le proposte del presidente uscente Claudio Lelli, il quale, dopo aver indetto le votazioni per l’insediamento del comitato elettorale (Santolini Stefano, Gentilini Daniele e Buda Claudio), ha presentato la Relazione del Consiglio Direttivo Provinciale. A seguire, il Tesoriere Pietro Miliffi ha presentato il bilancio consuntivo 2016, la relazione finanziaria, ed il bilancio preventivo 2017, tutti votati all’unanimità favorevolmente. Dopo aver rivolto un saluto alla D.ssa Milena Strocchi, ex Presidente del Collegio dei Revisori dimessasi un anno fa per motivi personali, il Presidente del Collegio dei Sindaci Dott. Neddo Verna ha presentato la relazione del Collegio ed ha precisato la necessità di inserire persone particolarmente qualificate nel nuovo Collegio dei Revisori, con speciale riferimento alla figura del Presidente. • Il Dott. Biguzzi ha sottolineato l’importanza del mantenimento dell’autosufficienza nella raccolta di sangue, facendo presente che, dato il calo demografico, fattore potenzialmente problematico, sarà di precipua importanza puntare sui giovani nuovi donatori. Elemento ribadito anche in altri interventi, sotto diversi punti di vista: il Dott. Aguzzoni Fausto (Presidente Avis Cesena), lo ha identificato, ad esempio, come una sfida per il futuro, come del resto sarà, per l’Avis di Cesena, la costituzione da quest’anno della nuova Unità di Raccolta. Anche il Presidente dell’Avis di Forlì, recentemente riconfermato, Valdemaro Flamini ha sottolineato come nel nuovo Consiglio Direttivo l’elemento giovanile è stato fortemente sostenuto e valorizzato, riconoscendogli la disponibilità e l’impegno fino ad ora profuso all’interno dell’Associazione. Lo scopo è comunque quello comune verso una sempre mag...... 6

giore fidelizzazione del donatore, per garantire un servizio sempre più efficiente e vicino agli obbiettivi prefissati. • È stata anche proposta da Daniele Gentilini (Presidente Avis Predappio) un’iniziativa di stimolo alla tutela della salute, proprio attraverso gli strumenti preventivi che l’Avis gratuitamente offre ai propri donatori, chiaramente pensando in un’ottica progettuale mirata. • Lorenza Montaletti ha presentato l’evento dell’Avis Regionale a Mirabilandia domenica 16 luglio, durante il quale si potrà usufruire di un ottimo sconto. Speriamo possa essere una meravigliosa occasione per i donatori e le proprie famiglie, per cui la giornata è stata pensata, per vivere una giornata di vacanza all’interno del parco, all’insegna della promozione e sensibilizzazione di Avis e della Donazione di Sangue e Plasma. • Infine il Dott. Tieghi Andrea (presidente Avis Regionale E/R) ha ricordato i festeggiamenti per i 90 anni dell’ Avis Nazionale, in occasione dei quali è stata organizzata, il 19 ottobre a Bologna, un’iniziativa sulle 3 religioni monoteiste. Di nuovo, anche a livello regionale, è stata ribadita la necessità sempre più stringente di soddisfare le esigenze di coloro che hanno bisogno di trasfusioni. Anche se grazie alla medicina le prospettive di vita dei pazienti malati si sono allungate molto, in un’ottica di collaborazione, rimane fondamentale riuscire a far comprendere ai donatori quanto il rispetto delle prenotazioni prese, possa incidere sull’efficienza del servizio, poiché una mancata comunicazione comporta la creazione di posti vuoti e non rimpiazzabili, fenomeno che oltre a comportare dei costi, va a scapito dei riceventi. A conclusione dell’assemblea si è proceduto all’elezione dei nuovi Consiglieri (25), dei nuovi Sindaci Revisori (3) e dei Candidati ai nuovi Consigli Regionale e Nazionale e sono stati votati i delegati alle Assemblee Regionale (Bologna, 29 aprile) e Nazionale (Milano, 19-21 maggio). Ylenia Salamone


CONSIGLIO DIRETTIVO

AVIS PROVINCIALE FORLÌ-CESENA

Quadriennio 2017-2020

Presidente Vice Presidente Vicario Vice Presidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere ...... 7

Lelli Claudio Morgagni Lino Vetricini Enrico Bussi Valentina Freschi Massimo Bartolomei Oscar Boschetti Luciano Fabbri Massimiliano Faedi Rino Furgiuele Claudio Miliffi Pietro Molari Marco Moretti Eva Nicolini Edo Olivetti Mirko Paci Ivano Rabiti Alessandro Rosati Lucia Santolini Giuliano Savini Vittorio Spinosi Piero Tassinari Marco Ulivetti Emiliano Urbini Elide Zammarchi Elio

Avis Forlì Avis Cesena Avis Forlì Avis S.Piero In Bagno Avis Forlì Avis Sarsina Avis Cesenatico Avis Meldola Avis Savignano Avis Gatteo Avis Civitella Avis Montiano Avis Predappio Avis Cesena Avis S.Sofia Avis Mercato Saraceno Avis Rocca S. Casciano Avis San Mauro Pascoli Avis Forlimpopoli Avis Dovadola Avis Gambettola Avis Modigliana Avis Castrocaro Avis Cesena Avis Cesena


FORLÌ, 26 FEBBRAIO 2017

RELAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO Avis Comunale Forlì

1 - Rinnovamento nella continuità Per l’AVIS, nelle sue diverse organizzazioni territoriali, i primi mesi dell’anno rappresentano il periodo in cui vengono convocate le assemblee dei Soci per la discussione della relazione del Consiglio e del bilancio finanziario, e per la loro approvazione. Quest’anno l’assemblea assume un valore particolare poiché dovrà eleggere il Consiglio direttivo che guiderà l’Associazione per i prossimi quattro anni e il Comitato dei Sindaci revisori che dovranno verificare che il Bilancio consuntivo sia corretto. Prima di inoltrarci nel vivo degli argomenti, un doveroso ricordo va ai Soci che quest’anno ci hanno lasciato, affinché il loro nome resti nella nostra memoria legato all’opera meritoria che hanno svolto con le loro donazioni: Denis Amaretti Antonio Benini Albano Briganti Daniele Casamenti Luana Masoni Il Consiglio che oggi andiamo ad eleggere, dovrà saper continuare quell’opera di costruzione che, fin dalla nascita dell’Associazione, ha visto impegnati ormai centinaia di dirigenti. E parlo di opera di costruzione perché la nostra è un’Associazione che ha costruito, giorno per giorno, operando sulla base delle leggi, nazionali e regionali e delle direttive che si sono susseguite nel tempo, quella rete di solidarietà sociale che ha permesso di garantire a tutti coloro che ne hanno bisogno quel farmaco che è il sangue, fino ad ora insostituibile, sempre più sicuro e appropriato alle esigenze di ciascuno. Ecco quindi la necessità di un Consiglio rinnovato, anche con nuove professionalità che, oltre alla gestione “ordinaria”, sappia anche dare nuova linfa alla comunicazione rivolta ai donatori, che oggi sono molto più responsabilizzati rispetto al ...... 8

passato, quindi particolarmente interessati a capire perché vengono richieste tante informazioni, a cosa servono e quali sono i risultati che la loro donazione produce. Ai donatori, infatti, si chiede la compilazione del questionario che viene somministrato prima della donazione, con cura e meticolosità, perché il donatore non è più quella figura che con retorica “eroica” tende il braccio, ma è colui che, anche nella vita di tutti i giorni, si comporta in modo tale da non mettere a rischio la sua salute e, contestualmente, la salute di chi riceverà il suo sangue e che considera, perciò, quell’atto un atto responsabile e normale, perché in una società civile è normale aiutare chi ha bisogno. Ecco, quindi non un eroe, ma un cittadino responsabile, che risponde all’appello a chiamata, come in tante occasioni si fa, quando serve quel particolare gruppo sanguigno o quella componente specifica, plasma o piastrine, conoscendo l’importanza della sua funzione. Ma comunicazione e informazione sono importanti anche nei confronti di tutta la popolazione, giovani innanzitutto, affinché siano sempre più coloro che diventano donatori per garantire anche in futuro che chi avrà bisogno di sangue o dei suoi derivati trovi sempre una risposta ai suoi bisogni. Un piccolo gesto può salvare una vita: questo è il messaggio che deve entrare nella mente di tutti i cittadini. Io voglio ringraziare tutti quei Soci che hanno risposto all’invito di candidarsi e che hanno manifestato la volontà di mettere a disposizione dell’Associazione il loro tempo e la loro professionalità; in particolare ringrazio coloro che si sono candidati per la prima volta: sappiano che, eletti o no, in Associazione c’è posto per tutti, come sa bene chi già collabora anche senza essere membro del Consiglio, che tutti insieme si cresce. E voglio ringraziare quei soci che, per vari motivi, hanno deciso di chiudere la loro esperienza di dirigenti dell’AVIS comunale. Grazie per ciò che avete


fatto; sono certo che l’Associazione sarà sempre nei vostri cuori come una grande famiglia. 2 – Programmi per i prossimi quattro anni Ho detto rinnovamento nella continuità in quanto i progetti che hanno già visto un inizio di percorso dovranno vedere una giusta conclusione proprio nel prossimo quadriennio. Alcuni di essi stanno già determinando un cambiamento che definirei epocale anche per la nostra Associazione. Tutti siete al corrente che è cambiato in questi ultimi tempi l’assetto della sanità pubblica. L’unificazione della sanità romagnola in un’unica Azienda Sanitaria ha già prodotto una serie di razionalizzazioni nel modo di essere e di lavorare per molti operatori sanitari nell’ottica di offrire un servizio ai cittadini sempre più qualificato, senza aumentarne eccessivamente i costi: alcuni risultati sono già riscontrabili. Per quanto riguarda il “sistema sangue” doverci confrontare con un unico interlocutore e non più con quattro realtà che dovevano rappresentare le peculiarità del proprio territorio, ha fatto sì che anche dal lato associativo, e non solo avisino, abbiamo, per così dire, scoperto un nuovo modo di collaborazione, anche superando quei campanilismi che ci distinguevano. Tutto il sangue prelevato sul territorio romagnolo già da tempo, viene analizzato e lavorato nell’Officina Trasfusionale che ha sede a Pieve Sestina, per cui è stato necessario stabilire regole e modalità comuni per tutto il territorio. Ciò ha portano vantaggi immediati: per quanto riguarda gli operatori sanitari (medici e infermieri) ora tutti hanno la stessa formazione e, per quanto riguarda i donatori, adesso possono effettuare la loro donazione nella sede a loro più comoda, senza più dover rispettare quella di iscrizione. All’Officina Trasfusionale è demandato il compito di gestire la programmazione della raccolta, in stretta collaborazione con il Centro Regionale Sangue e l’applicazione dei decreti e delle circolari che vengono emanati e che hanno il compito di uniformare il sistema su tutto il territorio nazionale, anche in applicazione delle normative europee. La parte programmatica è gestita attraverso il Comitato Sangue e Plasma composto in maniera paritetica dai rappresentanti dell’Azienda Sanitaria, dai dirigenti dei Servizi di Medicina trasfu...... 9

sionale e dai rappresentanti delle Associazioni dei donatori; la parte tecnica viene gestita in tavoli di lavoro specifici di cui fanno parte i sanitari, medici e infermieri, sia aziendali sia dipendenti delle Associazioni dei donatori. In Romagna coesistono diversità nella raccolta; in particolare nel comprensorio di Forlì e in parte nella provincia di Ravenna la raccolta viene effettuata direttamente da Unità gestite rispettivamente dall’AVIS Comunale di Forlì e dall’AVIS Provinciale di Ravenna, mentre nella provincia di Rimini, parte di Ravenna e Cesena è gestita dai Servizi di Medicina trasfusionale dell’Azienda Sanitaria. Da parte dell’Azienda sanitaria Romagna c’è la richiesta di arrivare ad una raccolta gestita in tutto il territorio dalle Associazioni dei donatori. Ciò comporterebbe avere personale dipendente dalle Associazioni, professionalmente preparato in maniera omogenea, con possibilità di spostarsi sul territorio a seconda della necessità. Con un’organizzazione sempre più puntuale saremo in grado di dare risposte non solo alla necessità di autosufficienza nel nostro territorio, ma anche di contribuire a supportare le esigenze che provengono da altre zone, per emergenze particolari; già adesso 100 sacche di sangue raccolto a Forlì ogni settimana soddisfano necessità che non sono del nostro territorio. La tecnologia permette ormai di raccogliere anche solo alcuni componenti del sangue, ad esempio solo plasma o solo piastrine, per cui si stanno seleziono gruppi di donatori particolarmente idonei a specifiche donazioni rispondenti a specifiche esigenze. Su questi temi sarà più preciso il Dott. Marco Gentile, direttore responsabile della nostra Unità di Raccolta. L’organizzazione del “sistema sangue” della Romagna rappresenta già da tempo un punto avanzato a livello regionale ed oltre; è per questo motivo, che ci si appresta a rinnovare le dirigenze anche delle strutture superiori, provinciale, regionale e nazionale, dell’AVIS. Perciò la nostra rappresentanza all’interno dei consigli deve vedere la presenza di soci capaci, motivati e pronti a prendersi anche importanti responsabilità. 3- L’AVIS di Forlì: associazione e territorio Il nuovo Consiglio che oggi verrà eletto riceverà in


eredità un’Associazione viva ed economicamente tranquilla che, anche con l’apporto di nuove idee, dovrà essere in grado di ricoprire un ruolo importante nella sanità del territorio e nel mondo del volontariato. L’entità del bilancio consuntivo 2016, che fra poco verrà illustrato dal tesoriere, è sicuramente la miglior fotografia di un anno di impegni, che sommati a quelli degli anni precedenti, rappresenta la migliore dimostrazione di come la collaborazione dei 13 dipendenti, personale amministrativo, medico e infermieristico, sia stata determinante. Ciascuno di loro è fortemente impegnato nel lavoro quotidiano della gestione del servizio a cui è chiamato e nel ruolo delle responsabilità richieste, nel mantenimento e nello sviluppo di una qualità di un sistema di sicurezza che siamo chiamati a rispettare. Il personale dipendente è assunto con contratto a tempo indeterminato nel rispetto del contratto nazionale AVIS. Qualche giorno fa, a completamento del contratto nazionale, abbiamo firmato, primi in Italia, il contratto integrativo che rappresenterà un ulteriore strumento per garantire tranquillità di lavoro per i dipendenti e, nel contempo, maggiore responsabilizzazione degli stessi, fortemente coinvolti nella ricerca di un costante miglioramento, anche in vista delle periodiche visite della commissione regionale per la conferma dell’accreditamento dei locali e del servizio. Oltre al personale a tempo indeterminato, ci avvaliamo anche di personale con rapporto di libera professione solo nelle sostituzioni del personale effettivo nei periodi di malattia e ferie e nella gestione di alcuni progetti specifici, alcuni già in essere, altri in via di definizione. L’Unità di Raccolta è lo strumento, istituito su autorizzazione della Regione, che sotto la responsabilità del dirigente del Servizio di Medicina trasfusionale, ha il compito della raccolta di sangue ed emo-componenti nel comprensorio forlivese e che viene gestita dall’associazione di donatori presente sul territorio, cioè l’AVIS comunale di Forlì. Il Presidente di AVIS è titolare delle autorizzazioni dei Punti di raccolta ed è anche il rappresentante legale. Il tutto è regolamentato da una convenzione stipulata tra AVIS e Azienda sanitaria locale. Questa nuova organizzazione non va vista come ...... 10

la fine del decentramento associativo, ma solo come centralizzazione dell’organizzazione operativa; cioè le Sezioni territoriali continuano a gestire i rapporti con i loro iscritti, con il territorio e le istituzioni. Ciò vuol dire adempiere alle funzioni statutarie, perché se è vero che ormai è stata raggiunta l’autosufficienza nella raccolta, è vero anche che basta qualche evento, quali maltempo o epidemie influenzali importanti, a mettere in crisi il sistema, come è successo all’inizio di quest’anno, senza considerare che ogni anno occorre garantire il ricambio generazionale dei donatori che hanno raggiunto i limiti di età e vengono dimessi. 4 – Cosa fa l’AVIS I positivi risultati raggiunti sono dovuti ad un’attività associativa supportata da un buon numero di volontari che hanno messo a disposizione sia un po’ del loro tempo, ma soprattutto la loro professionalità acquisita nel corso delle loro esperienze di vita e di lavoro. Gli obiettivi di aumentare il numero dei donatori e di fidelizzazione degli stessi, possono essere raggiunti solo se si riesce a far vivere una presenza costante dell’Associazione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei luoghi dove i cittadini passano il loro tempo libero, per parlare a tutti di associazionismo, di volontariato, di impegno sociale, di corretti stili di vita, ecc. e far capire che, a volte, un piccolo gesto, come dicevo prima, può salvare una vita. È importante, inoltre, far sentire la vicinanza dell’Associazione ai donatori, ascoltare i loro suggerimenti e anche le loro contestazioni; tutelare la loro salute e i loro diritti: un donatore che ha fiducia nell’Associazione è un donatore molto responsabile e consapevole dell’importanza del gesto che fa, quindi è la migliore garanzia di sicurezza anche per il ricevente. L’informazione assorbe certamente una grande parte dell’impegno di AVIS; si sfruttano tutti gli strumenti che sono a disposizione: dal Notiziario alla stampa, dalle televisioni al sito Internet e a Facebook. A questo proposito voglio riportare alcuni dati relativi al nostro sito. Nel 2016 gli accessi al sito sono stati come media mensile 8.600, con un aumento del 61% rispetto all’anno precedente, mentre le pagine visitate sono state 33.000 (media mensile) con un aumento del 91%; le pagine più viste sono l’Home page, Dove


e Come donare, gli Eventi, le News, il Notiziario e la Photogallery. Poiché gli aggiornamenti sul sito sono giornalieri, sono utilizzati anche per alimentare la pagina Facebook; questa metodologia crea una proficua sinergia e aumenta la visibilità delle informazioni di AVIS attraverso i vari canali. È anche importante in occasione di feste, ricorrenze o manifestazioni sportive la presenza con il nostro gazebo o con il “classico banchetto”, dove, nelle piazze o al parco, abbiamo la possibilità di rispondere alle domande dei cittadini che manifestano la volontà di diventare donatori o di conoscere l’AVIS. Sono tante le occasioni che si presentano, poiché da tempo abbiamo instaurato proficue collaborazioni con le istituzioni pubbliche, con altre associazioni di volontariato e con società sportive. Anche i nostri Gruppi sportivi, podisti, ciclisti e, dallo scorso anno, la squadra di calcetto, contribuiscono a dare visibilità all’Associazione oltre ad essere occasione per stare insieme svolgendo una salutare attività fisica. Ha un’importanza particolare, come sempre, l’attività svolta nelle scuole, di ogni ordine e grado, dove utilizziamo il tempo che ci viene messo a disposizione per parlare non solo di dono del sangue, ma anche di volontariato, di impegno nella società civile, di salute e di corretti stili di vita. Dallo scorso anno AVIS, AIDO ed ADMO hanno deciso, per quanto riguarda gli interventi presso gli Istituti superiori, di parlare a nome delle tre Associazioni che hanno la stessa finalità di donare una parte di sé a chi ne ha bisogno per la propria salute. Il nostro impegno nei confronti degli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori riguarda, per quelli che manifestano la volontà di diventare donatori, l’attivazione del percorso richiesto per gli aspiranti che comprende la visita medica, il prelievo di sangue per le analisi e l’elettrocardiogramma effettuati direttamente a scuola; dopo chi risulta idoneo viene chiamato alla prima donazione. Negli anni questa attività ha dato i suoi frutti, tanto che i donatori compresi nella fascia d’età fra i 18 e i 24 anni è il 19%, la percentuale più alta nella nostra regione. Certamente a questa percentuale contribuisce anche la lettera, a firma congiunta del Sindaco e del Presidente di AVIS, che spediamo all’atto del compimento dei 18 anni come invito ai neo maggiorenni a diventare donatori di sangue. Questo dato, se da un lato deve far riflettere a rive...... 11

dere in positivo anche quei giudizi negativi troppo frettolosi sui giovani, dall’altro rappresentano per l’Associazione una bella certezza che per il futuro ci sarà, per chi ne ha bisogno, il sangue necessario. Per quanto riguarda i ragazzi delle scuole elementari e medie, ci rivolgiamo, attraverso loro, anche alle famiglie; i nostri interventi mirano, soprattutto, a trasmettere messaggi su corretti stili di vita per tutelare, in primo luogo, la propria salute e, nel contempo, cerchiamo anche attraverso i temi che sono anno dopo anno l’oggetto del concorso musicale che si conclude a maggio con l’esibizione delle scolaresche al Teatro Diego Fabbri, il rispetto, l’aiuto al più debole, l’accoglienza, la pace, la difesa dell’ambiente. Cito solo alcuni dei temi proposti negli ultimi anni: • La libertà non è un spazio libero ... libertà è partecipazione; • Sotto tutte le bandiere liberi di donar…SI; • La conoscenza crea legami … e noi ci mettiamo i nostri linguaggi; • Il sangue non va versato ma donato; • Ambientiamoci@AvisForlì. In una scuola sempre più multietnica e multicolore, speriamo aiutino anche all’affermazione di una solidarietà senza confini. Ciò è reso possibile grazie agli insegnanti che ci mettono tutto il loro impegno e la loro passione. 5 - Quattro anni molto impegnativi Nella relazione per un’assemblea elettiva, oltre al resoconto dei quattro anni di lavoro del Consiglio uscente, c’è l’elenco delle attività avviate da portare a conclusione e dei progetti abbozzati che non hanno ancora iniziato il loro percorso. Inizialmente facevo riferimento a “rinnovamento nella continuità”, perché negli oltre quarant’anni di volontariato in AVIS ho assistito a tanti cambiamenti, perché sono mutati i riferimenti di legge e gli interlocutori che gestiscono la sanità pubblica; è cambiato il nostro modo di lavorare, sono cambiati consiglieri e dipendenti, ma non sono cambiate le finalità dell’Associazione. Ciascun consiglio ha passato il testimone a quello successivo, ne ha perfezionato le attività, ha proposto nuovi progetti di lavoro, ha introdotto delle novità, perché ciascun nuovo consigliere porta nuove proposte, come speriamo che succeda in futuro. Credo però che sia giusto anche ricordare i mo-


menti salienti che in questi quattro anni hanno impegnato tutta la squadra che è stata alla guida dell’Associazione. Sì, perché abbiamo operato veramente come una squadra, dove ognuno conosce bene il suo ruolo e sa prendersi le sue responsabilità; è in questo modo che siamo riusciti a superare indenni anche lo scoglio delle dimissioni di un Presidente capace, preparato e dinamico qual è stato l’amico Fabrizio. Non era scontata la buona riuscita della ristrutturazione che ha portato alla chiusura di sette punti di raccolta, concentrandola nei tre punti di Forlì, Santa Sofia e Modigliana, che sono stati ristrutturati per essere adeguati alle normative europee e nazionali; i donatori hanno dimostrato grande senso di responsabilità, superando i campanilismi e hanno capito che si trattava di un’azione finalizzata a garantire l’applicazione di parametri di maggiore sicurezza ed efficienza. E’ stata un’operazione determinante per il consolidamento dell’esperienza dell’Unità di Raccolta e per il superamento dell’esame per ottenere l’accreditamento delle tre strutture da parte della Commissione nel 2014, confermato poi nel 2016. Dal lato puramente associativo, è stato il quadriennio che ha progettato e realizzato gli eventi che hanno caratterizzato il 2016; l’ottantesimo compleanno dalla fondazione dell’AVIS forlivese. Come non ricordare l’interessante convegno “Il sangue è vita” con gli interventi di relatori di fama nazionale e la bella mostra fotografica che ha visto impegnati tanti volontari nell’allestimento e nella gestione e che, visitata nei 40 giorni di apertura da numerosi cittadini, ha ben reso i grandi cambiamenti di AVIS e della donazione di sangue dal lontano 1936 ad oggi. L’11 giugno al Parco Urbano abbiamo consegnato al Comune di Forlì l’opera scultorea L’urlo di Gino Del Zozzo a ricordo di tutti i donatori di Forlì, quelli passati in ottant’anni, ma anche quelli che verranno. In questa occasione si è celebrata la ricorrenza della Giornata mondiale del dono del sangue, con la presenza del Presidente dell’AVIS regionale Andrea Tieghi e della Dott.ssa Licia Petropulacos, in rappresentanza dell’Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione. E nel pomeriggio Festa del Volontariato con le associazioni che operano nella nostra città, ...... 12

culturali,assistenziali, di protezione civile, ecc. che manifestano quanto grande sia la solidarietà e l’impegno nel sociale dei volontari di Forlì. Infine voglio ricordare tra le iniziative per l’80°, il premio di laurea magistrale istituito, di comune accordo con l’Università, consegnato alla Dott.ssa Valentina Facchinetti per la tesi “Immigrazione e salute”, consegnato nel corso del convegno “Processi migratori tra dimensione internazionale e locale: una prospettiva sociologica” organizzato dal Campus di Forlì. La visibilità di AVIS in questi quattro anni è certamente cresciuta; si sono consolidati proficui rapporti con le istituzioni locali, in taluni casi con una vera e propria collaborazione in diverse iniziative; si è stretta una collaborazione con le altre associazioni del dono, AIDO e ADMO , con le quali ci si presenta assieme negli incontri con gli studenti; sono stati attivati rapporti con altre associazioni di volontariato che operano nel settore culturale, sportivo, assistenziale. Tutto questo ha portato ad una crescita complessiva dei volontari che mettono a disposizione parte del loro tempo libero: i giovani impegnati hanno maturato importanti esperienze anche a livello regionale. Si è consolidato il numero delle donazioni, nonostante l’introduzione di nuove regole e la ristrutturazione delle sedi di raccolta . Significativo è stato l’aumento del numero dei donatori, passati da 3320 all’inizio del 2013 ai 3642 al 31 dicembre 2016, con un aumento medio di 80 all’anno: è un risultato importante visto il contesto sociale ed economico in cui ci troviamo. Di questo risultato va dato merito ai giovani che ogni anno entrano a far parte di AVIS, facendo diventare la Sezione di Forlì quella con un’età media fra le più basse. In particolare registriamo che nella fascia d’età fra i 18 e i 34 anni le donne hanno quasi raggiunto gli uomini (666 contro 684), mentre nelle fasce meno giovani i numeri sono nettamente sbilanciati a favore degli uomini. Due parole vanno spese anche sull’operato del Consiglio uscente composto da 23 consiglieri: nel corso dei quattro anni si è riunito 29 volte, superando sempre abbondantemente il numero legale, per cui le decisioni sono sempre state prese puntualmente e il lavoro è proceduto regolarmente: questo è un grande merito che va riconosciuto a


tutti i componenti. 6 - La nostra sede: una storia finita male Quattro anni fa abbiamo iniziato a parlare della necessità di una nuova sede in grado di accogliere AVIS, Comunale e Provinciale, i nostri gruppi sportivi, AIDO ed ADMO in locali idonei a svolgere tutte le attività associative: i locali attuali non rispondono più alla cresciuta attività, senza contare che avrebbero bisogno di manutenzione; era stata individuata la palazzina dell’ex obitorio dell’Ospedale Pierantoni, di proprietà del Comune che l’avrebbe affidata a noi, che rispondeva alle nostre esigenze e che, tra l’altro, trovandosi lungo il percorso dei donatori sarebbe stata a loro più vicina quando si recano a donare, quindi ci avrebbe permesso di mantenere più facilmente i legami associativi. Nelle assemblee degli ultimi due anni vi avevo informato sullo stato del percorso intrapreso che ci aveva portato alla stipulazione della convenzione con il Comune che ci avrebbe permesso di iniziarne la ristrutturazione, a nostre spese, in stretta collaborazione con i tecnici comunali. Infine il progetto esecutivo era stato presentato alla Soprintendenza per i Beni culturali e paesaggistici, che aveva già concesso l’autorizzazione al cambio d’uso dello stabile. Il permesso di ristrutturazione è stato concesso, ma purtroppo avremmo dovuto salvaguardare gli arredi fissi (ara espositiva e tavoloni in marmo per la preparazione delle salme). Per noi, ma anche a parere del Comune, è apparso subito evidente che quella prescrizione avrebbe sottratto spazi vitali per la nostra attività, obbligandoci a rinunciare. Dal giugno scorso l’Amministrazione comunale è impegnata a trovare una soluzione alternativa, dal momento che l’attività è aumentata per tutte le tre associazioni, in particolare per ADMO che ha necessità immediata, essendo diventata effettivamente operativa, di uscire dallo “sgabuzzino” nel quale è relegata. Oggi forse potremmo aver trovato la soluzione, ma voglio fermarmi qui. Spero che il Sindaco, se lo riterrà opportuno, ci darà ulteriori informazioni. Non è facile sintetizzare in poche parole il bilancio dell’attività di quattro anni, ed è altrettanto difficile dire quali saranno le strade da percorrere nei prossimi anni, perché non dipenderanno solo ...... 13

da noi. Forse ci saranno nuove leggi e nuovi regolamenti che dovremo puntualmente eseguire per garantire sicurezza ai donatori e ai riceventi: non dimentichiamoci che la gestione della raccolta in questi ultimi anni è notevolmente cambiata, diventando sempre più mirata a rispondere, in sicurezza, con tempi certi e ridotti sprechi. E’ sempre ben presente nei donatori la motivazione che li ha spinti a questa scelta e non vi può essere gratificazione più grande di quella di sentirsi dire “grazie AVIS per avermi salvato la vita”. A ben poco, di fronte a ciò, valgono i riconoscimenti che oggi ci apprestiamo a consegnare, riconoscimenti che continuerò, comunque, a considerare un momento importante nella vita di un donatore … e lo dico per esperienza personale, perché nella mia fortunata e lunga “carriera” di donatore li ho collezionati tutti; mi manca solo quello previsto quando verrò messo a riposo. Ma valgono come una piccola soddisfazione e quando li guardi ti fanno sentire a posto con la tua coscienza. Oggi sono 556 i soci che hanno diritto a ricevere uno dei riconoscimenti previsti dal regolamento statutario. Non me ne vogliano gli altri che saranno premiati, d’altra parte la “carriera” per tutti è cominciata così, se cito solo il numero dei distintivi di rame: sono 236, riconosciuti dopo 8 donazioni. Sono il futuro dell’Associazione, sono i nuovi cittadini, attivi e responsabili. Il primo ringraziamento che devo fare a nome di tutto il Consiglio, ma anche a nome della sanità pubblica e di coloro che hanno avuto bisogno di noi, va sicuramente a tutti i donatori che, quando squilla il telefono e arriva il messaggio dall’Unità di Raccolta “vieni a donare”, rispondono “presente”. Personalmente voglio ringraziare tutti i componenti del Consiglio, tutti i volontari che ci hanno aiutato nella tante attività svolte, tutto il personale che ogni giorno opera con la massima professionalità e disponibilità e a tutti coloro che mi hanno dato, oggi, la possibilità di manifestare l’orgoglio di aver coordinato questa squadra, che è stata una gran bella squadra. L’augurio più sincero va ai soci che entreranno nel nuovo Consiglio per la prima volta, affinché il loro apporto sia determinante nella realizzazione dell’attività che ci aspetta: buon lavoro. Valdemaro Flamini


SAVIGNANO SUL RUBICONE, 25 MARZO 2017

RELAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO Avis Provinciale Forlì-Cesena

Autorità, Amici delegati, Presidenti, Consiglieri e carissimi Volontari, vogliate accogliere il mio più sincero benvenuto all’Assemblea della nostra Avis provinciale. Come da decisione del Consiglio, oggi teniamo questa riunione in territorio di Savignano sul Rubicone. A partire dall’anno 2015 abbiamo voluto dare carattere ‘itinerante’ allo svolgimento della nostra assemblea, con lo scopo di rendere sempre più coinvolte le realtà di tutte le Avis territoriali. Il primo ringraziamento va perciò all’Avis Comunale di Savignano che quest’anno celebra il quarantesimo anniversario di fondazione e che si è attivata per accoglierci e permetterci di passare un pomeriggio di ‘festa’ oltre che di impegno associativo. Non di meno dobbiamo ringraziare il Comune di Savignano ed il Sindaco Filippo Giovannini per l’accoglienza in questi locali. Savignano ci riporta alle storiche gesta di Giulio Cesare e alle infinite congetture su quale sia esattamente il fiume attraversato nel 49 a. C. e quale l’autentica frase da lui pronunciata in quel frangente. Prima di entrare nel vivo della relazione, vi chiedo di osservare un momento di raccoglimento in ricordo dei soci, appartenenti a tutte le nostre comunali, che ci hanno lasciato nel corso degli ultimi dodici mesi. Li ricordiamo tutti; li ammiriamo per lo spirito di appartenenza che hanno dimostrato verso l’Associazione e ancor più per il senso di generosità messo in pratica nei confronti delle persone che hanno tratto beneficio dal loro dono. Il tema delle assemblee AVIS per l’anno 2017 è: “90 anni di ordinaria solidarietà” Cito le parole del Presidente AVIS Nazionale Vincenzo Saturni: “Il nostro percorso è iniziato nel 1927 dopo che il dott. Vittorio Formentano pubblicò sulla stampa un invito a donare il sangue. A quell’appello risposero in 17 e da allora abbiamo compiuto grandi passi, superando quota 1.300.000 soci, tutti indistintamente accomunati dai valori che da sempre contraddistinguono la nostra Associazione: volontariato, ...... 14

solidarietà e anonimato”. Vedete in copertina la riproduzione del manifesto (che abbiamo personalizzato per la nostra Assemblea), vi sono scritti in azzurro i nomi di tanti donatori e, inframmezzati a questi, in rosso quelli dei primi 17 donatori, più quello del presidente Formentano. Pensate che se volessimo leggere i nomi dei donatori oggi attivi, al ritmo del battito del nostro cuore, occorrerebbero 13 giorni per pronunciarli tutti! A questi dobbiamo aggiungere la miriade di coloro che in questi 90 anni sono passati nelle nostre file. Siamone orgogliosi. Moltissime le iniziative e le manifestazioni (alcune già svolte) che si svolgeranno per celebrare la ricorrenza; ne cito solo alcune: - il 14 marzo al Senato, alla presenza del Presidente Pietro Grasso si è tenuto “AVIS: 90 anni di impegno nella medicina e nella società”; - “AVIS & FRIENDS” all’Arena di Verona, evento a favore delle popolazioni terremotate, inizialmente programmato per il 30 aprile, ma spostato a data da definire. - dal 19 al 21maggio a Milano si terrà l’Assemblea di AVIS Nazionale; - mi piace ricordare anche la campagna di comunicazione “#dialettisolidali”. Seguiremo con interesse e partecipazione le varie altre iniziative che verranno programmate. Andiamo ora a valutare l’anno e, brevemente, il quadriennio trascorsi insieme, con uno sguardo verso l’area romagnola e la nostra intera regione. Oggi si conclude il mandato quadriennale di attività del Consiglio direttivo eletto dall’Assemblea del 23 marzo 2013. Come previsto dal nostro Statuto e dal Regolamento regionale siamo perciò chiamati ad assolvere le importanti incombenze elettorali. Si sono concluse il 12 marzo scorso le Assemblee delle Avis Comunali. A tutte, salvo poche eccezioni, è stato presente un dirigente della Provinciale. L’impressione emersa è quella di sezioni attive, profondamente radicate nel territorio e fortemente motivate alla fidelizzazione dei propri soci. A tutte le sezioni


il dirigente provinciale ha raccomandato, pur nella specificità delle diverse realtà, di rimanere unite alle consorelle del territorio, all’Avis di “Area Vasta” e all’Avis della nostra Regione. Pressoché in tutte le sezioni si sono svolte le elezioni dei nuovi Consigli; in alcuni casi le candidature sono affluite numerose, in altri è stato un po’ difficile trovare persone disponibili. Ben sappiamo che i doveri organizzativi della nostra, come di tutte le associazioni, sono precisi e a volte pressanti e ciò può comportare per i dirigenti qualche difficoltà, ma siamo altrettanto convinti che ogni volontario accetta anche qualche incombenza pur di portare a termine l’impegno che fa della propria sezione una “cellula” del tessuto complessivo della nostra Associazione (con la A maiuscola!). Approfitto per evidenziare che la proposta di abrogare il comma 2 dell’articolo 18 del Regolamento regionale (deroga nelle sezioni con meno di 500 soci circa l’ineleggibilità alle cariche dell’Associazione dopo due mandati consecutivi), non è “passata” alla nostra Assemblea dello scorso anno come pure all’Assemblea regionale. Ciò ha consentito in alcune sezioni più piccole di rieleggere il presidente e le altre cariche dell’ufficio di presidenza senza contravvenire al Regolamento. Vero tuttavia che in alcuni casi l’avvicendamento si è realizzato, cosa peraltro auspicata e a volte chiesta a gran voce dai “vecchi” dirigenti. Dunque, oggi abbiamo i nuovi Consigli in 24 delle nostre sezioni comunali. Ricordiamo che San Mauro non ha svolto le elezioni perché si trova disallineata con le scadenze elettorali. Ricordiamo pure che l’Avis di Base di Calisese, la cui costituzione è avvenuta il 19 gennaio 2015, ha anch’essa rinnovato il Consiglio e che partecipa a questa assemblea come persona giuridica, mentre i donatori sono rappresentati dai delegati della Comunale di Cesena. Parliamo del nostro Consiglio Il Consiglio uscente dell’Avis Provinciale FC è abbastanza numeroso; seguendo una tradizione di vecchia data, il numero dei consiglieri è di uno per ogni sezione comunale ad eccezione di Cesena e Forlì che contano quattro consiglieri ognuna. In totale 31 membri che, come ho detto, sono un numero elevato, il che forse è stato il motivo di non raggiungimento del numero legale in due sedute (una nel ‘14 ed una nel ‘15). Proprio queste evenienze hanno consigliato di proporre una riduzione, nel nuovo Consiglio direttivo, a 25 consiglieri, decisione dibattuta e passata a maggioranza durante l’assemblea dell’anno scorso. Durante questi quattro anni il Consiglio si è riunito 18 volte. Durante le nostre riunioni abbiamo sempre ...... 15

lavorato con affiatamento e sempre con la massima correttezza, ancorché in qualche caso con posizioni dialettiche, ma questo è il senso della democrazia e della discussione. Durante i quattro anni ci sono stati alcuni avvicendamenti, i posti vacanti sono stati prontamente occupati dai consiglieri supplenti. Giacché siamo entrati in argomento di regole e Statuto, e sempre parlando di adempimenti burocratici, vi rammento che l’anno scorso abbiamo adottato il Codice Etico. Esso è un documento stilato ed adottato ai sensi del Decreto Legislativo 08/06/2001 n° 231. Definisce il complesso di norme etiche e sociali al quale gli esponenti aziendali (in questo senso le Avis sono da considerare alla stregua di aziende) si devono attenere. Si rivela inoltre come una motivazione forte per il rispetto di regole di qualità e la stimolazione di azioni correttive al fine di migliorare i rapporti aziendali. Questi, che vi ho esposto, sono tutti aspetti burocratici, non di meno sono importanti per la corretta conduzione della vita associativa; vanno curati e tenuti nella dovuta considerazione al fine di rendere giusti e legali i comportamenti e gli atti della nostra Associazione. Vediamo ora i dati associativi Nel corso del 2016 si è registrato un aumento dei donatori. Le statistiche degli aumenti o delle diminuzioni non devono servire a fare classifiche o ad individuare i più “bravi”, servono solo a renderci conto di quanto lavoro sia stato fatto o sia ancora da fare per far sì che la nostra Associazione sia sempre all’altezza della propria mission: mettere a disposizione della Sanità tutto il sangue di cui c’è bisogno, affinché le cure ai malati siano garantite e sicure. Sempre importante è il numero di nuovi donatori, ragazzi appena maggiorenni o comunque molto giovani; ciò a conferma della validità del lavoro di promozione svolto nelle scuole e dell’autorevolezza di cui gode l’Avis nei nostri territori. Fra i giovani, sempre più numerosi sono quelli di origine straniera, i nuovi cittadini, che abbiamo contattato in particolare nelle scuole superiori e che dimostrano, con l’adesione al gesto della donazione di sangue, di sentirsi partecipi e responsabili di fronte ai bisogni della società in cui essi ora vivono. La presenza femminile si attesta intorno ad un terzo. Tra le giovani leve, sotto i 30 anni di età, la presenza tra maschi e femmine si equivale. Sappiamo che poi, nel corso della vita, per molte donne è più difficile mantenersi nella condizione di donatrici attive, perciò la componente femminile si riduce nella fascia di età dei 30 - 40 anni.


Al 31.12.2015 donatori attivi: 12.448 soci ex donatori e collaboratori 209 PER UN TOTALE DI 12.657 SOCI Al 31.12.2016 donatori attivi: 12.641 soci ex donatori e collaboratori 206 PER UN TOTALE DI 12.847 SOCI Il risultato complessivo è di 190 associati in più, pari a + 1,5%. In rapporto alla popolazione provinciale i soci Avis rappresentano il 3,25 %. Le percentuali più alte le troviamo nei Comuni della collina e della montagna a dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, del senso di partecipazione e condivisione assai vivo nelle comunità più piccole. Dati sulla raccolta Nel 2016 la raccolta ha ancora una volta ottenuto risultati incoraggianti. Il numero delle donazioni al 31.12.16 (compreso Premilcuore) è stato di 23.713 contro le 23.414 del 2015, quindi con un aumento di 299, cioè + 1,28%. di cui 18.167 (17.916 nel 2015) sacche di Sangue Intero, 5.431 (5.421 nel 2015) di Plasma e 115 (77 nel 2015) unità di Piastrine. Pertanto si è verificato un discreto aumento del Sangue Intero (+1,4%), mentre il Plasma, dopo l’exploit del 2014 ed un altro consistente aumento del 2015, ora è sostanzialmente stabile. Notiamo poi il buon aumento percentuale delle Piastrine (49%), ma i numeri assoluti in questo caso sono piccoli. Nel 2016, come area romagnola, oltre a garantire l’autosufficienza, siamo riusciti a soddisfare, mediamente, la richiesta di 100 unità settimanali richieste dal Centro Regionale Sangue. La dottoressa Vanessa Agostini, che salutiamo come nuova direttrice dell’Officina Trasfusionale, (che ha sostituito la dottoressa Rita Santarelli ora felicemente in pensione e dedita a fare la nonna), oggi non può essere con noi per sopraggiunti impegni; per lei relazionerà il dott. Rino Biguzzi che spiegherà con maggior dettaglio questi numeri, soprattutto in riferimento all’autosufficienza, vero e più pregnante obiettivo di tutta la filiera sangue. Ormai sono stati “metabolizzati” anche i nuovi decreti, operativi dal febbraio 2016, che disciplinano tutte le operazioni tecniche inerenti il sangue; i donatori se ne sono accorti compilando il nuovo questionario che hanno trovato un po’ più lungo del precedente. Apprezziamo il fatto che ora in tutta Italia i criteri di ammissione o di esclusione sono uniformi. Accettiamo di buon grado le novità, come già avvenuto in passato, nella consapevolezza che le innovazioni ...... 16

sono messe in atto sempre nell’ottica di una migliore sicurezza per il donatore e per il ricevente. Azienda USL della Romagna – Accreditamento – Piano regionale Sangue – Convenzione L’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna, creata con la Legge Regionale 22 del 2013, è operante dal 1° gennaio 2014. Essa è la quinta azienda sanitaria italiana per popolazione residente e tra le prime per superficie territoriale e numero di ospedali. Il territorio di riferimento ha una popolazione di oltre 1,1 milioni di persone residenti. La nuova Azienda dispone di 15 ospedali pubblici, cui si aggiunge l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola, riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) il 13 aprile 2012 e 14 case di cura private accreditate. L’obiettivo che sta alla base dell’istituzione dell’AUSL della Romagna è quello della massima valorizzazione delle risorse, senza rinunciare all’erogazione di elevati livelli di assistenza, attraverso un progetto di innovazione, sviluppo e crescita. La creazione dell’AUSL della Romagna ha importanti ripercussioni sul sistema sangue, dalla raccolta, alla lavorazione, alla distribuzione e all’utilizzo. Per quanto ci riguarda, l’aspetto più immediato è quello che concerne la raccolta. Nella nostra provincia le situazioni sono state nel passato, e lo sono anche oggi, lievemente diverse, anche a motivo delle organizzazioni della raccolta e dell’esistenza di due diverse convenzioni fra Aziende USL (ora ex) e Avis comunali ‘capofila’ delle Avis di comprensorio. Nella realtà cesenate la raccolta è svolta dall’Azienda USL presso il Bufalini, mentre l’Avis Comunale di Cesena svolge la funzione di raccolta e di coordinamento nelle Comunali del territorio. Nella realtà forlivese, a fare data dal 1° aprile 2012, la raccolta è svolta direttamente dall’Avis Comunale di Forlì sia in città, sia nei due punti di prelievo (occorrerebbe chiamarli ‘articolazioni organizzative’) di Santa Sofia e Modigliana. L’attuale situazione dei punti di raccolta deve essere ritenuta la migliore possibile, in quanto contempera aspirazioni a volte opposte: da una parte l’esigenza di ridurre i punti di raccolta, segnatamente quelli che erano sottoutilizzati o ritenuti troppo difformi dagli standard prescritti dalle norme di accreditamento e tali da rendere eccessivamente onerosa la messa a norma; dall’altra, la comprensibile aspirazione di ogni sezione a conservare il punto di raccolta, inteso anche come centro di aggregazione della vita associativa e di momenti di socializzazione fra gli aderenti. A tal proposito riaffermiamo con forza il principio che la sezione periferica nulla deve perdere in termini


di impulso a rimanere viva e operativa; anzi proprio dalla maggior disponibilità di tempo dei dirigenti può venire quella spinta per meglio organizzare le iniziative e le modalità di intervento sul territorio, al fine di avvicinare nuovi aspiranti donatori. Passato qualche anno dall’avvio della nuova situazione, possiamo dire che i donatori si sono abituati alle nuove modalità e, a parte un inevitabile momento di smarrimento iniziale, sono generalmente soddisfatti della nuova organizzazione. Come punto di forza annotiamo la prenotazione della donazione (siamo ben oltre i due terzi); l’invio degli SMS, che ha segnato una nuova modalità di chiamata dei donatori, ora va integrato con le telefonate dirette (ormai di e-mail, SMS, Whatsapp e chi più ne ha più ne metta, ne abbiam piene… le nostre giornate!). Tali modalità hanno comunque portato all’ottimizzazione dei tempi operativi (attesa, donazione, pausa e ristoro post donazione) con generale gradimento da parte della maggioranza dei donatori. Riguardo l’accreditamento, abbiamo vissuto due step: la prima fase si è svolta negli anni 2013/14, nel 2015 la seconda fase ha interessato Cesena e comprensorio, e un anno fa è stata la volta del forlivese. Possiamo essere molto soddisfatti dei risultati delle operazioni di accreditamento che riguardano l’operatività dei nostri centri e punti di raccolta. Già nella prossima estate è prevista un’altra tornata di visite. Il Piano Sangue e Plasma della Regione Emilia-Romagna 2013-15 è da tempo giunto a scadenza ed è in elaborazione il nuovo Piano 2016-18. Ricordiamo che questo documento, promulgato come legge dalla Regione Emilia Romagna, detterà i principi che governano l’intera filiera trasfusionale. Come Avis della Romagna, vogliamo mettere in evidenza gli eccellenti risultati derivanti dell’esperienza maturata in AVR intorno all’Officina Trasfusionale di Pievesestina e dall’ottima organizzazione complessiva coordinata fra AUSL e Avis romagnole. Esperienza che auspichiamo - ne siamo fermamente convinti! - possa e debba essere portata a modello anche oltre il territorio romagnolo. Atteso che sono scadute le due proroghe, a suo tempo concesse alla vecchia convenzione, il Comitato di Programma sangue e plasma dell’AUSL della Romagna (che si riunisce a Pievesestina con cadenza circa trimestrale) ha proposto di firmare la nuova convenzione, nell’intento di confluire ad una stesura il più possibile uniforme, fra Azienda unica e le quattro Avis titolari (Comunali di Cesena e Forlì, Provinciali di Ravenna e Rimini). Ciò anche alla luce della conclusione del lungo iter della stesura della Convenzione nazionale approvata dalla Conferenza Stato-Regioni e del recepimento da parte della Regione Emilia Romagna e della relativa firma con ...... 17

l’Avis Regionale. La Commissione costituita in seno al Comitato ha lavorato alacremente ed il percorso della nuova Convenzione è ormai giunto alla mèta. Come tappa intermedia si prefigura la creazione di Unità di Raccolta sia nel territorio di Cesena, sotto la responsabilità dell’Avis Comunale di Cesena (sul modello del forlivese), sia nel territorio di Rimini. In tempi un po’ più dilatati si auspica poi la creazione di un’unica Unità di Raccolta della Romagna che possa dialogare con l’Azienda USL della Romagna. In queste fasi di passaggio è importante muoversi con decisione ma anche con calma per non “mancare il bersaglio”: è meglio dedicare un tempo leggermente più lungo e ponderare bene ciò che si sta facendo. E’ di poche settimane fa il progetto di assistenza a pazienti talassemici (prevalentemente della provincia di Ferrara) che vedrà assegnate alla Romagna 30 persone da trattare con regolarità ogni circa due settimane. In tal senso saremo chiamati a fornire un adeguato numero di sacche che subiranno una lavorazione dedicata. L’Avis, come sempre, non si tira indietro rispetto alle richieste della Sanità. Occorrerà ovviamente organizzare il progetto sotto l’aspetto tecnico/medico ma anche dal punto di vista economico. Alcune iniziative Non voglio dilungarmi, ma è opportuno che brevemente ricordi le iniziative che si sono svolte in questi quattro anni. Alcune si sono ripetute con cadenza annuale, fra queste: Abbiamo riportato il gazebo sulla spiaggia di Cesenatico in occasione delle manifestazioni del NAL (Nuoto Acque Libere) con buoni risultati in termini di immagine. A Savignano abbiamo appoggiato, contribuendo in parte alle spese, i “Giochi senza fratture” delle sezioni del Rubicone: bellissime serate molto partecipate dai giovani; le squadre si sono sfidate con dovizia di secchiate d’acqua, animate dai due bravissimi presentatori; alla fine, risottata per tutti i partecipanti. Abbiamo realizzato le agende settimanali con il contributo del 5 per mille e il sostegno di privati ed enti pubblici. La copertina dell’agenda ’17 ritrae un celebre monumento della Città di Cesena: la Fontana Masini; l’anno precedente riportava la Sala San Giacomo di Forlì. Ci piace mettere in evidenza ogni anno un monumento insigne delle nostre città, ne avremo per molti anni! Abbiamo collaborato con L’Avis regionale per la buona riuscita dei seminari della Scuola di formazione permanente di Bertinoro, rivolti a dirigenti e volontari, operativi dal 2014. Buona la partecipazione da tutta la Regione, in un clima di cordialità e ospitalità di cui Bertinoro è espressione. L’impegno per il futu-


ro è partecipare sempre numerosi e, possibilmente, coinvolgere a turno sempre nuovi dirigenti/volontari in modo tale da ottimizzarne la fruizione e renderla più efficace. Poi ricordiamo alcune iniziative “una tantum” realizzate in questi quattro anni: - Nel 2013 abbiamo svolto un interessante e partecipato corso di aggiornamento rivolto ai dirigenti (specie ai nuovi entrati nei Consigli rinnovati a febbraio dello stesso anno). Relatori sono stati Antonio Ragazzi ed il prof. Valerio Melandri, docente alla Facoltà di Economia e Commercio di Forlì. - Nel 2014 abbiamo attivato un corso sulla sicurezza per dipendenti, come prescritto dal D.lgs 81/08. - Nel 2015 abbiamo organizzato una riuscitissima serie di incontri dal titolo “Le vie del sangue” consistita in un corso di informazione/formazione rivolto a dirigenti e volontari sulle metodologie di lavorazione del sangue e degli emoderivati. Il corso si è svolto a Pievesestina in cinque ‘puntate’, ad ognuna delle quali ha partecipato una decina di volontari che, accompagnati dalla Dott.ssa Chicchi, hanno potuto vedere direttamente tutte le operazioni tecniche di lavorazione del sangue. Nell’ultimo incontro i partecipanti si sono ritrovati tutti insieme, presente anche il Consigliere di Avis regionale Davide Brugnati, per un seminario conclusivo. Dalla positiva esperienza di questi incontri è nata, l’anno scorso, l’idea di produrre un video che raccontasse il percorso del sangue dalla donazione alla trasfusione, chiamando e facendo parlare i protagonisti: gli operatori sanitari, i donatori (noi!) e le persone che hanno avuto beneficio dalle donazioni. Devo dire che sono proprio le parole di questi ultimi a rappresentare il messaggio più efficace per incentivare nuovi cittadini ad aderire al dono. Le riprese ed il montaggio (ringraziamo il regista Matteo Medri ed il suo staff tecnico), finanziati in parte anche dall’Avis Provinciale di Ravenna, sono stati effettuati nell’estate scorsa e dal mese di novembre il video è disponibile per tutti coloro che ne abbiano bisogno, per incontrare i ragazzi delle scuole o tenere incontri o assemblee informativi. Sono anche state prodotte delle “pillole” di pochi secondi; questi brevi messaggi sono stati diffusi sui social e stanno raccogliendo un gran numero di contatti dei ragazzi. Oggi vogliamo presentare il lavoro ai nostri ospiti; vediamo la versione breve, 4 minuti, mentre la versione completa è di 16 minuti. A seguito del terremoto che nei mesi scorsi ha colpito l’Italia centrale, molte Avis si sono mobilitate; anche nella nostra provincia diverse sezioni hanno messo a disposizione somme, anche consistenti, per aiutare le popolazioni e/o le sezioni Avis colpite. Come provin...... 18

ciale abbiamo deliberato di accantonare 500 euro, lasciando al nuovo Consiglio il compito di decidere la destinazione. Devo anche segnalare che le Comunali di Cesena e di Forlì hanno aderito ad una bella iniziativa promossa da alcune Radio private (Radio Sabbia, Radio Studio Delta, Radio Gamma) per la raccolta di giocattoli inviati ai ragazzi delle zone colpite. Prima di concludere, voglio, a nome di tutti, esprimere un plauso alla sezione Avis Comunale di Forlì che ha concluso i festeggiamenti dell’80° di fondazione, festeggiamenti che tutti ricordate e che hanno portato spesso in prima pagina dei quotidiani e dei “social” il nome dell’Avis forlivese. Anche Meldola, Gambettola e Dovadola, nel 2016 hanno celebrato importanti anniversari (40°, 30°, 30° rispettivamente). Altresì mettiamo in evidenza gli anniversari che quest’anno si celebrano; iniziamo, per ‘degni rispetti’, dalla sezione che oggi ci ospita: Savignano (40 anni), ricordiamo poi Gatteo (30 anni), Bertinoro (35 anni), Tredozio (35 anni), Forlimpopoli (40 anni), Cesenatico (50 anni), Santa Sofia (70 anni). E già guardiamo all’anno 2018, al 60° dell’Avis di Cesena. Le manifestazioni che ogni sezione organizzerà, oltre a rafforzare un legittimo senso di appartenenza dei soci, saranno tese ad incentivare ulteriormente l’azione di sensibilizzazione verso il dono. Sui siti di ogni sezione e sul nostro provinciale troverete via via tutte le informazioni. Siamo vicini alla consorella FRATRES di Premilcuore, all’AIDO, all’ADMO con le quali è viva la collaborazione nell’opera di proselitismo fra i ragazzi delle scuole. Siamo ‘in rete’ con le altre Associazioni di Volontariato, facenti capo ad Assiprov che le coordina e le sostiene. Ed ora, in chiusura del mandato quadriennale, voglio, con poche parole ma con grande cordialità, esprimere il mio ringraziamento a tutti voi: Delegati, Consiglieri (in particolare i componenti dell’Esecutivo), Sindaci revisori, Presidenti, Volontari. Ed uno speciale plauso voglio rivolgere a Michela: il suo lavoro è prezioso e insostituibile. Il grazie più sentito, tuttavia, va a tutte le donatrici e a tutti i donatori. Riusciremo mai a vedere realizzato il sogno che esprimiamo con il motto che tanto ci piace ripetere (ancor più durante questo anno e il prossimo, a cento anni dalla Grande Guerra): “Il sangue si dona, non si versa!”. Non so… un fatto certo è che noi avisini la nostra “buona battaglia” la combattiamo ogni giorno! Grazie per l’ascolto; buon proseguimento e buon lavoro ai nuovi Dirigenti/Consiglieri. Claudio Lelli


5 PER MILLE

un altro modo di donare Sostieni l'Avis per rafforzare ed ampliare il numero dei donatori, per garantire l'autosufficienza del sangue del Sistema Sanitario Nazionale e il supporto a tutte le attività di sostegno alla promozione della salute del cittadino.

Devolvere il 5 per mille non costa nulla La quota devoluta rientra nelle imposte già destinate allo Stato e contribuisce concretamente a sostenere l'Associazione.

Destina il tuo 5X1000 ad Avis Forlì Inserisci nell'apposito spazio del modulo utilizzato (Modello Unico PF, Modello 730 o apposita scheda allegata al CUD per tutti coloro che sono dispensati dall'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi) la tua firma ed il codice fiscale di:

Avis Comunale Forlì 00629090408

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Quadriennio 2017 – 2020

CONSIGLI DIRETTIVI Comprensorio di ForlĂŹ

AVIS COMUNALE DI BERTINORO

Giangrasso Moris Di Leonforte Alex Mezzanotte Giorgio Benini Giovanni Berti Enrico Gatti Sandro Sirotti Graziano Zondini Enrico

Presidente Vice Presidente con funzioni di segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

Cappelli Dino Rabitti Riccardo Bonavita Adriano Benericetti Ermanno Carcione Luciano Caroli Ezio Gori Morena Guardigli Marco Lombardi Gianni Magnoli Andrea Pizzigati Mattia Tosti Riccardo Ulivetti Emiliano Ulivetti Rino Vallicelli Daniele Zoli Davide

Presidente Onorario Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

AVIS COMUNALE DI CIVITELLA DI ROMAGNA

AVIS COMUNALE DI CASTROCARO TERME E TERRA DEL SOLE

Pizzigati Roberto Bandini Carlotta Malfetti Elisabetta ...... 20

Presidente Vice pres. Vicario Vice presidente

Masini Lucia Bezzi Kevin Caminati Miriam Foschi Prima Balward Khalid Casadei Franco Colinelli Enrico Gentili Pierluigi Miliffi Pietro

Presidente Vice Presidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere


AVIS COMUNALE DI DOVADOLA

Giardini Elisa Bandini Marco Casamenti Monica Calonaci Ronnie Giammarchi Ubaldo Magnani Alessio Ragazzini Chiara Savini Vittorio Staffa Martina

Presidente Vice Presidente Segretario/Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

D’Alleva Gianluca Dall’Agata Meris Drei Stefano Gori Maria Lelli Claudio Marabini Giulio Morelli Marina Nannini Monica Paci Noelia Salamone Ylenia Saporetti Enrico Tamburrino Oronzo Tassinari Nicola Zagnoli Nicolò

Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

AVIS COMUNALE DI FORLIMPOPOLI

AVIS COMUNALE DI FORLÌ

Flamini Valdemaro Malaguti Roberto Montaletti Lorenza Vetricini Enrico Forni Alberto Aprili Claudio Bresciani Mirco Cappelli Orlando Cucchi Alfio ...... 21

Presidente Vice Pres. Vicario Vice Presidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

Boccali Daniele Presidente Benvenuti Marta Vice Presidente Cerami Dario Segretario Morelli Sergio Tesoriere Bacchi Riccardo Consigliere Bagattoni Vittorio Consigliere Capacci Walter Consigliere Dall’Agata Diana Consigliere Matteucci Bruno Consigliere Matteucci Franco Mauro Consigliere Santolini Giuliano Consigliere


AVIS COMUNALE DI MELDOLA

Baldini Giuseppe Baldoni Gabriele Giannantonio Stefania Tassinari Cinzia Mercatali Matilde Bandini Gabriele Caputo Marco Malpezzi Andrea Mercatali Daniele

Presidente Vice Presidente Segretario Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

AVIS COMUNALE DI PREDAPPIO Bernardi Franco Badiu Aurel Ghirotti Emanuela Caminati Sara Benoli Gastone Bertelli Sandra Cirincione Francesco Cucchi Primo De Paola Giuseppe Di Filippo Emanuela Fabbri Massimiliano Ghirotti Samanta Marinari Adele Mina Mescolini Pierangelo Triolo Antonio

Presidente Vice Presidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

AVIS COMUNALE DI MODIGLIANA

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Gentilini Daniele Presidente Picchi Michela Vice Presidente Mingozzi Elena Segretario Gentili Chiara Tesoriere Landi Iames Consigliere Lombini Patrizia Consigliere Magnani Domenico Giovanni Consigliere Moretti Eva Consigliere Panciatichi Rita Consigliere Vetricini Egidio Consigliere Zanetti Marina Consigliere


AVIS COMUNALE DI ROCCA SAN CASCIANO

Parrucci Clara Liverani Andrea Piovaccari Isabella Rossi Andrea Villa Fulvia

Presidente Vice Presidente Segretario Tesoriere Consigliere

FRATRES DI PREMILCUORE

Rimini Oriano Tagliaferri Miriam Ferrini Silvia Albani Oscar Amadori Alessandro Rabiti Alessandro Turri Giuseppe

Presidente Vice Presidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere

AVIS COMUNALE DI SANTA SOFIA Berti Piero Presidente Schiumarini Claudio Vice Presidente Baesti Consuele Segretario Bucci Bruno Tesoriere Cangini Giorgio Consigliere Cocchi Verano Consigliere Fabbri Gianfranco Consigliere Olivetti Mirko Consigliere AVIS COMUNALE DI TREDOZIO

Ricci Claudio Spighi Silverio Romualdi Lara Guidi Matteo Bosi Adriana Freddi Barbara Giovannetti Mauro Guidi Francesco Guidi Giuseppina Guidi Pietro Paolo Mengozzi Giulia Rinieri Riccardo

Presidente Vice Presidente Segretario Capogruppo Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere

Nel precisare che per uniformitĂ di esposizione sono stati indicati soltanto gli incarichi statutariamente previsti, ogni eventuale errata corrige, su richiesta, verrĂ pubblicata sul prossimo numero. ...... 23


UN TUFFO NEL FUTURO?

FORLÌ SOTTERRANEA

Quel flusso scorre ancora...

Più conosciuta è la Forlì di sopra, quella delle case, dei palazzi, delle chiese, dei monumenti. Meno apprezzata è invece la città di sotto, ruvida e inattesa, inquadrata nella luce


fioca delle cantine o nel fresco delle antiche ghiacciaie. La Forlì sotterranea delle segrete, dei vecchi rifugi di guerra, di cunicoli, pozzi, tunnel e sottopassi, tubature, scoli illuminati dalle bocche di lupo dei marciapiedi. In questo mondo underground spicca, per grado autoritario, la via d’acqua che da un millennio alimenta la città: il Canale di Ravaldino. Le cronache raccontano che fu costruito nel XI secolo quando all’altezza di San Lorenzo in Noceto venne realizzata una chiusa sul fiume Rabbi per sviare parte del corso e stringere quel flusso in modo da renderlo più potente e utile ad alimentare le ruote dei mulini. Seguendo il tratto della strada che scendendo dal contrafforte dell’Appennino giunge in pianura, il Canale divenne un importante strumento al servizio delle comunità che lambiva. San Martino in Strada, il Cittadone, le campagne della bassa oltre il Molino Pelacano, verso Coccolia. Per secoli il flusso di acqua corrente ha contribuito a macinare granaglie, lavare panni, rinfrescare giovani bagnanti durante le calure estive. Quando la città s’è allargata oltre la primigenia conformazione urbana, il Campo dell’Abate è diventato la Piazza grande e a Ravaldino è stata strutturata una fortezza, il Canale s’è trovato dentro la città e, poco alla volta, ha visto oscurare pezzi il cielo sopra il suo passaggio diventando sempre più sotterraneo. All’inizio furono ponti, poi grandi opere come il loggiato del palazzo comunale, quindi crescenti tratti coperti e divenuti pezzi di via, di piazza, di passaggio. Quando il tempo ha cominciato ad accelerare il passo con la prima industrializzazione, il Canale si è prestato maggiormente al servizio delle strutture di servizio: la pescheria, la conceria, il macello. Da qui si attingeva acqua per lavare mentre il suo letto si trasformò in cloaca dove scolare residui. Il sogno dell’energia elettrica non durò oltre la sperimentazione della prima turbina idroelettrica installata in città che fu smontata e trasportata nel salto ben più alto del canale fratello, quello di Schiavonia. Ma anche questa fu una storia breve. Il Novecento ha visto il declino delle storiche funzioni, dopo l’arrivo dei servizi moderni, soprattutto quello dell’acquedotto e dell’energia elet-

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trica portata dal Nord Italia. Rimaneva un problema igienico e per questo venne coperta gran parte dei tratti rimasti a cielo aperto. La tombinatura divenne la veste sepolcrale e del Canale è sopravvissuta la memoria coltivata dagli studi e grazie ad alcune simbologie architettoniche allestite nei pressi del Municipio. Eppure quel flusso scorre ancora. L’acqua continua ad entrare sotto la città dall’antro di Ravaldino per riemergere in prossimità della linea ferroviaria, dopo via Pelacano. C’è però un punto in cui il canale erompe dal sarcofago in cui è costretto per riappropriarsi della sua identità. Un luogo dal fascino inquieto, vicino all’Oratorio di San Luigi. L’accesso è possibile percorrendo l’acciottolato che ha per nome via del Canale di Ravaldino. Qui si entra in un altro mondo, come ha scritto la mano anonima di un writer. La scritta è anticipata dall’odore, anzi dal profumo, del canale; una fragranza sgarbata che evoca la melma e suscita il ricordo dei tempi in cui i corsi d’acqua erano tratti della quotidianità. Un ponticello scavalca il Canale che spunta dal sottosuolo e prosegue, nel versante opposto, seguendo un’ansa sovrastata da travi metalliche conficcate nel muro vetusto di un edificio popolare. Archi spartani con ringhiera s’affacciano sul Canale che dopo pochi metri torna a inabissarsi. E alle spalle di chi segue la corrente prende vita una teoria inquietante trama di disegni, scritte e Tag con serpenti, pesci, insetti, poesie, icone. E’ una specie di tuffo nel futuro che sembra muovere dalle paure che il corso sotterraneo delle cose propone a una società troppo asettica, spesso apatica, che rischia di confondere per puzzo il profumo d’acqua vissuta mentre non reagisce con i comportamenti appropriati all’inodore aerosol di polveri sottili. In questo breve tratto, il Canale rivendica la sua storia e un ruolo per il futuro. Quale? Forse è impossibile da vedere ai nostri occhi. La speranza è in una scritta tracciata da mano colta. Su un tratto di parete nella loggia che s’affaccia sul corso d’acqua si legge questa frase: “La gente tende a notare i colori di una giornata solo all’inizio e alla fine”. Citazione raffinata, tratta dal libro “Storia di una ladra di libri” di Markus Zusak. Parole che fanno riflettere sulla capacità di leggere il tempo. Perché, continuerebbe la citazione, “in un giorno si susseguono un’ infinità di sfumature e tinte, in ogni istante. Una singola ora può essere composta ...... 26


da migliaia di colori diversi”. E soprattutto perché nel ciclo delle albe e dei tramonti sta il ritmo della trasformazione, del cambiamento, della vita. Questo “Altro mondo” custodisce l’orgoglio del passato, storie e identità, e contiene semi di rinascita. Dice un’altra scritta: START. E fa pensare che proprio qui, nel punto in cui il Principe della Forlì sotterranea riemerge dal ventre della città, possa essere magicamente segnato un punto di partenza per il futuro. Mario Proli Giornalista

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INFORMAZIONI SANITARIE

VIAGGIO TRA LE EMOGLOBINOPATIE

La talassemia

Si parla di “anemia” tutte le volte che l’emoglobina si riduce sotto i valori normali a prescindere dal numero dei globuli rossi. L’anemia è un sintomo, non una malattia, ed il trattamento è subordinato alla definizione della patologia di base. Nel grande gruppo delle anemie sono comprese le emoglobinopatie, ovvero le malattie dovute ad alterazioni della emoglobina. Classificazione dell’emoglobinopatie e talassemie • Alterazioni strutturali dell’Hb: • anomala polimerizzazione Hb (HbS); • anomala cristallizzazione Hb (HbC); • emoglobine instabili; • emoglobine con h affinità per l’O2 (policitemia); • emoglobine con i affinità per l’O2 (cianosi). Difetti quantitativi nella produzione delle catene globiniche: • alfa-talassemia; • beta-talassemia; • deltabeta-talassemia, gammadeltabeta talassemia, alfabeta-talassemia persistenza di Hb fetale (HbF): • pancellulare; • eterocellulare. Emoglobinopatie acquisite: • meta-emoglobinemia; • sulfo-emoglobinemia; • carbossi-emoglobinemia; • incremento HbF (chemioterapia, ripresa midollare, mielodisplasie). Affronteremo in questa prima parte la talassemia e in particolare le forme alfa e beta. La TALASSEMIA (composto anomalo del greco, thàlassa, «mare», e àima, «sangue») è una malattia ereditaria che comporta anemia ed è particolarmente diffusa nelle regioni costiere; ...... 28

più precisamente si tratta di un gruppo di anemie ereditarie, comuni nei paesi del Mediterraneo (da qui il nome di anemia mediterranea), del Sud-Est asiatico e di alcuni paesi dell’Africa equatoriale, anche se, in seguito agli spostamenti migratori, è attualmente presente in quasi tutto il mondo. Nelle regioni più colpite, circa il 10% della popolazione è talassemico. I globuli rossi dei talassemici sono più piccoli (condizione clinica nota come microcitemia). La talassemia è una seria patologia ereditaria causata da un difetto genetico di formazione dell’emoglobina; rappresenta uno dei più comuni disordini ereditari emolitici nell’essere umano; in coloro che sono affetti dalla malattia, la forma mutata di emoglobina causa una graduale distruzione dei globuli rossi (emolisi) fino a sfociare nell’anemia. Essenzialmente, le talassemie vengono classificate in α (alfa) e β (beta) talassemie, in funzione della sub-unità proteica difettosa che compone l’emoglobina. Alfa Talassemia L’alfa talassemia è causata da una mutazione in una o più delle quattro coppie di geni che codificano per la catena alfa. Si distinguono quindi quattro tipologie: • Portatore sano (un solo gene mutato) – I portatori sani hanno normali livelli di emoglobina e normali indici legati agli eritrociti (globuli rossi), ma possono trasmettere il gene mutato ai loro discendenti; in molti casi si scopre che un soggetto è portatore sano della patologia dopo la nascita di un figlio con malattia da HbH (emoglobina H) oppure con tratto alfa talassemico. L’unica possibilità di


diagnosticare la condizione di portatore sano è l’analisi del DNA. • Tratto alfa talassemico (due geni mutati) – Nei soggetti con tratto alfa talassemico si riscontrano microcitemia, MCV diminuito e lieve anemia cronica, ma, di norma, non manifestano altri sintomi. La diagnosi del tratto alfa talassemico arriva solitamente in seguito all’esclusione delle altre cause di anemia microcitica; la conferma può arrivare dall’analisi del DNA. • Malattia da emoglobina H (3 geni mutati) – Questa forma di alfa talassemia può causare anemia più o meno severa e splenomegalia; alcuni soggetti rimangono asintomatici, mentre in coloro che sono colpiti da anemia grave il quadro clinico può essere piuttosto pesante. • Alfa talassemia major (4 geni mutati) – È nota anche come idrope fetale ed è la forma di alfa talassemia più grave. I feti che sono affetti dalla malattia diventano anemici e idropici durante il periodo della gestazione; spesso il loro cuore e il loro fegato hanno dimensioni superiori al normale. La diagnosi viene generalmente effettuata in gravidanza dopo l’esecuzione di un’ecografia fetale che rivela presenza di un feto idropico; nella gran parte dei casi nella madre si registra tossiemia e c’è il forte rischio di gravi emorragie dopo il parto. Spesso si verificano aborti spontanei. In altri casi i feti nascono morti oppure muoiono poco tempo dopo la nascita.

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Beta Talassemia Le beta talassemie sono causate da mutazioni in uno o in entrambi i geni che codificano per la beta globina; le mutazioni identificate fino a oggi sono centinaia, ma quelle più comuni sono soltanto una ventina; la gravità dell’anemia provocata dalla beta talassemia è legata sia al tipo di mutazione genetica sia da quanto diminuisce la produzione di beta globina; in alcuni casi la produzione di beta globina può essere addirittura assente. Si distinguono queste forme di beta talassemia: • Tratto beta talassemico – I soggetti con tratto beta talassemico hanno un gene normale e un gene mutato; solitamente queste persone non riferiscono particolari problemi di salute; è presente microcitosi e spesso una lieve forma di anemia. La mutazione può essere trasmessa ai discendenti. • Talassemia intermedia – Nel soggetto colpito da questa forma sono presenti anomalie in entrambi i geni, ma il suo organismo è in grado di produrre comunque una certa quantità di beta globina; la severità dell’anemia e la presenza di problemi di salute dipendono


essenzialmente dal tipo di mutazione. I soggetti colpiti da questa forma di talassemia possono necessitare occasionalmente di trasfusioni di sangue. • Talassemia major (anche anemia o morbo di Cooley, dal nome del pediatra statunitense che per primo descrisse la patologia) – Si tratta della forma più grave di beta talassemia. Il soggetto presenta anomalie in entrambi i geni che causano una notevole riduzione (se non addirittura la perdita) della produzione di globina beta; ciò fa sì che venga impedita un’adeguata produzione di emoglobina A. La talassemia major si manifesta generalmente nei neonati dopo tre mesi dalla nascita e provoca una grave anemia che ne mette in pericolo la sopravvivenza. I soggetti affetti dalla talassemia major devono sottoporsi vita natural durante a regolari trasfusioni di sangue e ad altri importanti trattamenti medici. Purtroppo la terapia trasfusionale ha vari effetti collaterali tra cui il sovraccarico marziale che obbliga a una terapia chelante per evitare i danni che l’abbondanza di ferro genera nell’organismo (emocromatosi). Segni e sintomi della talassemia Le manifestazioni cliniche delle talassemie dipendono dalla severità della forma; i soggetti in cui è presente un solo gene mutato possono rimanere asintomatici per tutta la loro vita; in alcuni bambini i segni e i sintomi della malattia sono riconoscibili fin dalla nascita, mentre altri possono avvertirli soltanto dopo un certo periodo di tempo, generalmente entro i primi anni di vita. ...... 30

Fra i principali segni dell’anemia mediterranea si possono ricordare la debolezza, la stanchezza, la sensazione di fiato corto, il pallore, l’ittero, la colorazione scura delle urine, l’irritabilità, la lentezza nello sviluppo, l’addome sporgente e deformità ossee del viso. Diagnosi Se il padre e/o la madre sono affetti da talassemia, le probabilità di trasmettere la malattia ai propri figli sono elevatissime. Quando si sospetta che un bambino sia talassemico lo si può sottoporre a tutta una serie di esami specifici (per esempio, la determinazione dell’emoglobina A2 i cui livelli sono elevati nei portatori sani di geni beta talassemici). La presenza di splenomegalia (aumentata dimensione della milza) può essere il segno della presenza di talassemia; si tratta però di una manifestazione clinica non molto specifica dal momento che sono molte le condizioni patologiche che possono provocarla. Maggiormente specifici sono gli esami del sangue; i globuli rossi di coloro che sono affetti da anemia mediterranea sono più piccoli del normale e la loro forma è anomala. L’emocromo può rivelare una grave forma di anemia, uno dei sintomi delle forme più severe di talassemia. L’elettroforesi delle emoglobine mostra la forma anormale delle proteine che trasportano l’ossigeno, anche se non tutte le varianti di talassemia possono essere identificate tramite l’esecuzione di questo esame. Alcune forme di talassemia vengono identificate solamente dopo l’esecuzione dell’analisi del DNA. Sono possibili anche test prenatali; quelli che vengono generalmente utilizzati sono il campionamento dei villi coriali, l’amniocentesi e il prelievo di sangue fetale.


Trattamento Le forme più lievi di talassemia non richiedono cure particolarmente gravose; in alcuni casi possono rendersi necessarie delle trasfusioni di sangue, in particolar modo dopo un intervento

chirurgico, dopo il parto o nel caso in cui si sviluppi una grave infezione. Le forme moderate e gravi di talassemia richiedono frequenti trasfusioni di sangue; il problema, in questi casi, come già accennato, è l’accumulo eccessivo di ferro nell’organismo; è quindi necessario il ricorso a terapie chelanti allo scopo di proteggere cuore, fegato e altri organi. Nelle talassemie particolarmente gravi l’unica terapia risolutiva è rappresentata dal trapianto di midollo; in questo caso è necessario il ricorso a un donatore, di solito un fratello, che abbia una compatibilità genetica per i geni HLA. Dr. Marco Gentile Responsabile U.d.R.

Distribuzione geografica delle talassemie e delle emoglobinopatie

CHIARIMENTI

INTERVALLI DI DONAZIONI Il DM 02/11/2015 “Disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti”, ricalcando quanto già indicato nelle precedenti analoghe normative definisce che: per il sangue intero la donna può donare 2 volte/anno se in età fertile e 4 volte/anno se in menopausa e l’uomo 4 volte/anno; per la plasmaferesi, senza differenza di sesso, l’intervallo minimo è di 14 gg salvo che sia seguente ad una donazione di sangue intero e/o di plasmapiastrinoaferesi per cui l’intervallo è di 30 gg. Eventuali diverse periodicità sono segnalate al donatore tramite l’invio degli esami. Anno: si intende un periodo di 365 gg. Il numero di giorni si intende interamente trascorsi e non comprendono il giorno in cui si desidera fare la donazione (es: se l’intervallo è di 90 gg la donazione di sangue si può fare al 91° giorno dopo la donazione di sangue precedente). ...... 31

Il gestionale, dopo l’adeguamento a quanto richiesto dalla normativa non consente di effettuare accettazioni in deroga alle periodicità sopra indicate. E’ sempre consigliato attendere la convocazione. Dr. Marco Gentile


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PATROCINIO COMUNE DI FORLÌ

AVIS SCUOLA 2016-2017 FINALITÀ 1) Educazione alla convivenza civile, cittadinanza e solidarietà; 2) Educazione al rispetto delle diversità, anche di genere, all’interno del gruppo e nella società; 3) Educazione alla salute (tutela della propria ed altrui salute) e alla prevenzione mediante: a) la trasmissione di conoscenze scientifiche in particolare riferite alle problematiche inerenti alle donazioni/trasfusioni di sangue; b) la trasmissione di conoscenze sulle motivazioni, finalità e necessità delle donazioni di sangue; c) il contributo a formare cittadini attivi, consapevoli e responsabili del loro futuro e soprattutto disponibili a rispondere ai bisogni sociali anche con il “dono”.

PROGRAMMNA SVOLTO I festeggiamenti e le varie iniziative messe in campo per celebrare l’ottantesimo anniversario della nascita della nostra Associazione Avis-Forlì si sono appena conclusi in modo, oserei dire, “ottimo”, che già ci siamo attivati per argomentare su un altro soggetto. Importante per tutti noi, che siamo o meno coinvolti in Associazioni, è il rispetto per l’AMBIENTE. Proprio di questo argomento, in tutte le sue sfaccettature, tratteremo, parleremo, verificheremo, musicheremo e canteremo. Quest’anno infatti, insieme a Dirigenti scolatici ed Insegnanti delle classi secondarie di primo grado, si è deciso di privilegiare per il nostro “Concorso” l’ambiente, scegliendo come titolo:

Ampio margine di azione avranno i ragazzi nello scegliere fra le tante sfaccettature di questo tema. Produrranno, ne siamo più che certi, dei lavori ...... 33

musicali che andranno sicuramente oltre le nostre aspettative. Ogni anno infatti possiamo constatare come ragazzi e insegnanti si misurino col massimo impegno nel creare esibizioni musicali degne di veri professionisti. Con la scelta del “tema” proposto intendiamo privilegiare il lavoro di gruppo all’interno della classe. Consideriamo il loro operato come palestra di crescita al fine di acquisire elementi di organizzazione e partecipazione. Per migliorare gli interventi che noi volontari realizziamo, insieme ad un medico, all’interno delle classi, viene distribuito un questionario-intervista che i ragazzi dovranno rivolgere ai loro parenti ed amici adulti (all’interno dell’ambito familiare o vicinato). In questo modo il messaggio dell’importanza del donarsi per gli altri, avrà maggiore divulgazione. Negli Istituti Superiori della città abbiamo effettuato accessi con un team sociosanitario Avis, guidato da un medico e da un volontario, che si sono messi a disposizione dei ragazzi per chiarire ed ampliare le loro conoscenze sul sangue e derivati e sul percorso che ogni volontario compie col suo importante gesto. Si informano i ragazzi anche sui principi portanti di altre due Associazioni che ci affiancano, quali sono Aido e Admo. Si sono presentati ben 285 aspiranti donatori, per fare gli esami di routine, che vengono effettuati gratuitamente dalla ns. equipe. Questo numero rappresenta circa il 25% dei ragazzi incontrati (quindi una elevata percentuale) contro una media del 5% che si riscontra sulla totalità della popolazione in Italia. 9 Istituti Comprensivi: Classi 43

Studenti

1075 circa

1 Istituto Privato “Santa Dorotea”: Studenti

100

circa

11 Istituti Superiori: Classi 60

Studenti

1350 circa

Sono stati, inoltre, realizzati n° 4 incontri presso gli Istituti IPSSAR Alberghiero e Psicosocio-pedagogico di Forlimpopoli che hanno visto la partecipazione di circa 100 studenti. Meris Dall’Agata


RESOCONTO TORNEI ANNO 2017 In marzo si sono conclusi i tornei promossi dall’Avis: tre di burraco e uno di scala 40. Uno in più degli anni scorsi. Abbiamo iniziato domenica 15 gennaio al Circolo Democratico con un torneo di burraco che ha visto la partecipazione di 56 persone - 14 tavoli. Anche quest’anno come già in precedenza il Circolo ha offerto un ricco buffet a tutti i partecipanti.

Domenica 12 febbraio si è svolto un torneo di burraco in ricordo di Mario Acciai presso il Bar Sport di Roncadello. E’ stato il titolare a chiederci di organizzare questo primo torneo in quanto Mario ha insegnato e introdotto il gioco del burraco nel bar che abitualmente frequentava. La partecipazione è stata di 24 persone (6 tavoli). Il gestore ha messo a disposizione squisiti salumi che abbiamo aggiunto ai premi da noi predisposti. Ha offerto inoltre un buffet con dolci di carnevale. ...... 34

Venerdì 17 febbraio si è svolto un torneo di Scala 40 al Circolo Ricreativo di S. M. in Villafranca in ricordo di Stefano Garavini realizzato con la collaborazione della famiglia, in particolare della moglie Elena. La partecipazione di 48 persone (12 tavoli) e l’organizzazione, fra quanti erano stati subito esclusi, di un mini torneo “delle mele” ha creato proprio una bella atmosfera. I premi messi a disposizione dalla famiglia erano pregiati prosciutti e salumi. Il forno pasticceria Alessandro Golfera ha offerto un buffet consistente in crostate, ciambelle e spianate.


Giovedì 9 marzo al Circolo Acli di Roncadello abbiamo effettuato l’ultimo torneo di burraco. Possiamo dire di avere chiuso in bellezza con la partecipazione di 60 persone (15 tavoli). Abbiamo fatto il pieno ed è stato proprio un bel risultato per il “nostro piccolo circolo”. Infatti questo è stato il torneo dell’anno più partecipato. Durante la serata è stato offerto un buffet in parte dal circolo (piadina con salame) e in parte dall’Avis. Inoltre a tutte le signore è stata consegnata una piccola confezione di mimose.

Alcuni premi sono stati donati da Artidea Ceramiche, Banca di Forlì, Caseificio Mambelli, Flamigni Dolciumi, Gioielleria Il Brillante, Gioielleria Ororè, Macelleria Non solo Carne. I premi consistenti in prodotti alimentari da noi acquistati e confezionati per ogni singolo torneo sono stati molto graditi dai giocatori e quindi la decisione del Consiglio Direttivo di autofinanziare l’iniziativa (utilizzando parte delle quote versate dai giocatori) si può proprio dire sia stata un vero successo. L’aver poi consegnato a tutti un premio “consolazione” ha riscosso il gradimento dei partecipanti. Il Consiglio Direttivo desidera ringraziare i Soci e i Consiglieri dei Circoli che hanno messo a disposizione i locali, le Attività Commerciali e le Aziende che hanno offerto alcuni premi messi in palio. Un ringraziamento caloroso a tutti gli affezionati partecipanti ai quali chiediamo di non mancare alle nostre prossime iniziative. Maria Gori

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INTERVISTA

GIUSEPPE MIGLIORI Dottor Giuseppe Migliori, alcuni mesi fa lei è andato in pensione lasciando il suo lungo impegno di medico al Servizio Trasfusionale dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni, di cui era stato nominato, nel 2006, Responsabile del Reparto. Che cosa resterà nel suo cuore dei tanti anni trascorsi al Trasfusionale? “La possibilità di aver conosciuto moltissime persone: i donatori di sangue. Con molti di loro ho stabilito un bellissimo rapporto confidenziale. Non è per piaggeria se dico che molti non li dimenticherò mai. All’inizio era un po’ tutto casereccio e il rapporto col donatore spesso così confidenziale da arrivare al personale. Il medico del trasfusionale veniva interpellato anche per problematiche non inerenti la donazione. O per consigli. Ad esempio, molti viaggiatori ci interpellavano per informarsi su vaccinazioni e terapia antimalarica per un viaggio internazionale.” Quindi una lunga strada percorsa assieme. Quali le tappe più significative? “Senz’altro le raccolte di sangue, di plasma per la produzione industriale di farmaci, di piastrine, di staminali per trapianto di midollo, di cellule dendritiche per vaccinoterapia nei tumori della pelle. E poi la raccolta di plasma per produzioni di collirio autologo, la raccolta di piastrine per produzione gel da utilizzare nelle rigenerazioni dei tessuti, la rimozione del colesterolo nelle gravi ipercolesterolemie. Per non parlare poi della terapia trasfusionale ambulatoriale o di quelle endovenose con emoderivati, aferetica in malattie neurologiche ed ematologiche, endovenosa con ferro.” ...... 36

Parliamo delle attuali attività del trasfusionale di Forlì, in particolare di quelle che richiedono il coinvolgimento del donatore “Le riassumo brevemente: Il dono del sangue trasforma il donatore da ‘brava persona’ a ‘persona solidale’. Il dono del sangue trasforma una comunità di individui in una comunità di persone. Il dono del sangue permette a persone colpite da malattie gravissime di superare momenti davvero bui e poter arrivare a dire ai loro cari: ‘ce l’ho fatta’, ‘sono guarito’. Non si deve mai dimenticare che le pesantissime terapie oncologiche sono sostenibili solo grazie al supporto trasfusionale.” Quali le tappe più significative da lei condivise nell’attività del trasfusionale? “Nel 1982 tutta l’attività del trasfusionale avveniva nella Palazzina Avis di via G. della Torre. Dopo qualche anno iniziammo ad utilizzare le macchine per la plasmaferesi e lo spazio per le due tipologie di raccolta era insufficiente. Decidemmo così di lasciare la raccolta del sangue nella palazzina e trasferire la raccolta del plasma in un locale situato nei sotterranei dell’ospedale Morgagni. Questo spazio, essendo molto ampio, ci permise di avviare un’attività di Day Hospital rivolta ai pazienti bisognosi di terapia trasfusionale. Nacque così quel Day Hospital che è stato ed è un fiore all’occhiello del trasfusionale di Forlì. Oggi conta più di 3000 accessi all’anno.” In questi spazi vennero avviate altre attività? “Certo. Verso la fine degli anni 80, nei locali, opportunamente divisi, venne avviata l’attività di raccolta delle cellule staminali per autotrapian-


to di midollo per i pazienti ricoverati al Reparto Oncologico. Non dimenticherò mai le espressioni dei donatori che, arrivando per la plasmaferesi, incrociavano lo sguardo dei pazienti oncologici, con, spesso, i segni inequivocabili della malattia. Quella era forse una commistione forzata di persone, ma quanti donatori e quanti pazienti hanno preso coscienza dell’enorme importanza del gesto del dono del sangue!” Quando avvenne il trasferimento del Trasfusionale nei padiglioni del Morgagni? “Negli anni ‘90, quando l’ ingresso dell’automazione negli esami trasfusionali, richiese ampi spazi da dedicare alle nuove tecnologie e si rese pertanto necessario riservare ad esse l’intero piano della palazzina di via G. Della Torre. Trasferimmo così donazioni di sangue, plasmaferesi e Day Hospital nei padiglioni del giardino interno del Morgagni, sino ad allora utilizzati come sale operatorie e sala travaglio dell’ostetricia, a sua volta trasferita al Pierantoni. Poi, nel 2004, avvenne l’ultimo trasferimento e fu al nuovo Morgagni.” Poi ci fu, finalmente, la costituzione dell’Unità di Raccolta Avis, integrata fortemente col trasfusionale, ma autonoma ed associativa. E’ vero che lei si è battuto per molti anni per costituire l’UdR di Forlì? “Sì, e spesso contro persone gerarchicamente molto più in alto di me. A volte mi sono preso del visionario, a volte peggio. Ma dopo tanti anni, la ‘congiunzione astrale’ derivante dall’incontro fra rappresentanti associativi lungimiranti (fra tutti Valdemaro Flamini e Fabrizio Francia), fra Direttori Aziendali capaci, la Dott.ssa Petropulakos prima e la Dott.ssa Capocasa poi, nonché la determinante presenza ...... 37

del presidente della CTSS, allora sindaco di Forlimpopoli, Paolo Zoffoli, è stata costituita una unità di raccolta che, senza tema di smentite, non ha eguali in Regione e che farà da apripista per i cugini di Cesena e di Rimini.” Quale messaggio le piacerebbe rivolgere ai donatori? “Di non avere mai paura delle novità che riguardano gli standard di sicurezza. Più vengono rispettati, più si fa del bene alla persona che deve ricevere il dono. E i donatori lo sanno. I donatori lo capiscono. Inoltre vorrei inviare un augurio a chi prenderà il mio posto, ai dirigenti Associativi e alla Direzione Generale dell’Azienda per migliorare ulteriormente questo nostro servizio trasfusionale del quale i cittadini di Forlì e non solo (visto che i pazienti oncologici provengono da tutta Italia) possono essere fieri. Grazie per avermi permesso di compiere parte del cammino insieme”. Rosanna Ricci


ADMO CON I GIOVANI E NON SOLO

ASSOCIAZIONE DONATORI MIDOLLO OSSEO

Il 2017 comincia per ADMO con tante nuove idee, progetti e collaborazioni. Parallelamente alle attività portate avanti nel 2016, che stanno spingendo sempre più giovani a dare la propria disponibilità per diventare potenziali donatori di midollo osseo, la realtà di ADMO sta abbracciando sempre nuovi contesti. I primi mesi dell’anno hanno visto incontri con diverse scuole del ravennate e l’iscrizione di giovani che, dopo essere stati informati della possibilità di donare il proprio midollo a malati oncoematologici per dar loro una speranza di guarigione, hanno effettuato un semplice prelievo salivare per entrare nel registro dei potenziali donatori di midollo osseo. Questi ragazzi, attraverso l’informazione e la sensibilizzazione al tema, azioni che ADMO continua a portare avanti con grande gioia e spirito di solidarietà, hanno deciso di fare un gesto semplice, ma di vitale importanza per chi ha come unica speranza di completa guarigione il trapianto di midollo osseo. Questo gesto assume ancora più valore considerando che la compatibilità tra donatore e ricevente, se non consanguinei, è molto bassa, di uno su 100.000. Attualmente ADMO si sta impegnando ad attivare collaborazioni con quelle realtà in cui i giovani sono protagonisti, come l’università e le associazioni sportive, azioni che mirano a portare la cultura del dono, e in particolare della dona...... 38

zione di midollo osseo, nelle conoscenze comuni di quante più persone possibile. Un esempio è la collaborazione, avviata nel mese di marzo, con i Tigers di Forlì. ADMO non si rivolge però solo ai giovani, ma a chiunque voglia diffondere il messaggio o sostenere le nostre attività. Si è appena conclusa infatti la campagna pasquale “Una colomba per la vita 2017” in cui l’associazione ha proposto, come ogni anno, prodotti dolciari e non solo. Inoltre periodicamente organizziamo delle giornate di tipizzazione presso la nostra sede di Forlì e se hai dai 18 ai 35 anni, un peso corporeo uguale o superiore a 50 kg e godi di buona salute non esitare a contattarci! Saremo felici di darti tutte le informazioni e se vorrai, alla prima occasione utile, avrai la possibilità di iscriverti con un semplice prelievo salivare effettuato da uno dei nostri sanitari. Puoi contattarci telefonicamente al 392.1197476, mandare una mail a forli@admoemiliaromagna.it o un messaggio via facebook alla nostra pagina “Admo Forlì Donatori Midollo Osseo”. Se sei in zona e hai voglia di passare di persona presso la nostra sede ci trovi tutte le mattine dal lunedì al venerdì in Via Giacomo della Torre, 7 – 47121 Forlì (c/o AVIS). Immacolata Basso SCN ADMO – sez. Forlì


TRAPIANTI DI FEGATO

Sperimentata con successo la conservazione a caldo

Per la prima volta un paziente ha ricevuto l’organo mantenuto in vita con una tecnica che potrebbe ridurre il numero e la severità delle complicanze legate all’espianto Primo trapianto di fegato in Italia con l’organo mantenuto “in vita” alla temperatura di 37 gradi in una macchina da perfusione normotermica, una tecnica utilizzata finora solo nel trapianto di polmone. Lo ha eseguito l’equipe dell’Unità Operativa di Chirurgia Epatica e del Trapianto di fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, diretta dal professor Franco Filipponi. La procedura - eseguita dai chirurghi Davide Ghinolfi e Daniele Pezzati - consentendo una migliore conservazione dell’organo da trapiantare, può contribuire ad ampliare il numero di potenziali donatori. Al momento sono pochissimi i Centri di Trapianto al mondo che dispongono di questi strumenti e hanno eseguito procedure simili sul fegato. Nella pratica clinica comune, l’organo, nel periodo che intercorre tra il prelievo nel donatore deceduto e il successivo impianto nel ricevente, viene conservato in ghiaccio a una temperatura variabile tra 0 e 4 gradi. Questo tipo di conservazione, pur avendo il vantaggio di rallentare il metabolismo, non protegge il fegato da danni che sono tanto maggiori quanto più prolungato è il tempo trascorso in questo ambiente non fisiologico. Procedura d’avanguardia Con la procedura adottata nel centro toscano, invece, il fegato dopo essere stato prelevato dal donatore e trasportato a Pisa è stato conservato nella macchina da perfusione normotermica che ...... 39

lo ha mantenuto perfettamente vascolarizzato con sangue umano ossigenato e ricco di componenti nutritizie. Durante questo tempo, inoltre, ne sono stati monitorati i parametri funzionali e le capacità metaboliche. Il paziente cui è stato trapiantato l’organo ha avuto un regolare decorso post-operatorio. «Il centro di Pisa, che l’anno scorso ha effettuato il maggiore numero di trapianti di fegato in Italia, si pone all’avanguardia anche nell’utilizzo delle più recenti scoperte tecnologiche applicabili alla trapiantologia - commenta il direttore del Centro Trapianti, Franco Filipponi - Ci auguriamo che l’introduzione di questa tecnologia, minimizzando il numero e la severità delle complicanze legate all’inevitabile fase di conservazione dell’organo, possa contribuire ad ampliare il numero dei potenziali donatori». Vantaggi per i pazienti L’introduzione della macchina per la perfusione normotermica d’organo è stata possibile grazie al supporto dell’Organizzazione Toscana Trapianti della Regione Toscana. «Poter conservare, prima del trapianto, l’organo perfuso in ambiente simile a quello fisiologico, controllandone anche le funzioni vitali, garantisce maggiore sicurezza e qualità alla pratica trapiantologica, considerando, tra l’altro, che i donatori d’organo sono sempre più anziani - spiega il responsabile del progetto, Davide Ghinolfi, chirurgo presso il Centro Trapianti di Pisa - Le nuove tecnologie possono dare l’opportunità di eseguire metodiche di ricondizionamento dell’organo in grado di farlo funzionare al meglio. Per valutare scientificamente i benefici di questa nuova procedura, avvieremo a breve uno studio clinico mettendo a confronto pazienti che ricevono il trapianto dell’organo conservato col metodo tradizionale e quelli che lo ricevono con la nuova tecnica di conservazione». Maria Giovanna Faiella Corriere.it/Salute


GITA AVIS FORLì

LAGO MAGGIORE VILLA TARANTO E ISOLE BORROMEE Dal 30 settembre al 1° ottobre 2017

Organizzazione tecnica Robintur Ag. Viaggi Ritrovo in Piazzale Giolitti (dietro all’Inps) alle ore 6,00 1°GIORNO FORLÌ-ANGERA-VERBANIA-MERGOZZO Partenza in pullman G.T. per Angera, sosta ad Angera, graziosa cittadina sul lago e visita guidata della medievale Rocca Borromeo, costruita probabilmente su un’antica fortificazione romana, al fine di controllare tutti i traffici sul lago. Oltre all’imponente struttura del ‘200 a cui sono stati aggiunti altre parti nel ‘600, interessanti sono gli affreschi del ‘400 con le storie dell’Arcivescovo Visconti. Proseguimento per Mergozzo e pranzo in hotel. Nel pomeriggio partenza per Verbania e visita libera agli splendidi giardini di Villa Taranto, 16 ettari di parco donati allo stato italiano dal fondatore, il capitano scozzese Mc Eacharn. Il giardino ospita migliaia di piante importate da ogni parte del mondo e collezioni rarissime delle quali alcune uniche in Europa. Al termine rientro in hotel, cena e pernottamento. 2° GIORNO MERGOZZO-ISOLE BORROMEE Dopo la prima colazione, incontro con la guida ed imbarco con battelli privati per le ISOLE BORROMEE: si comincia con la caratteristica Isola dei Pescatori, dedalo di viuzze e scorci pittoreschi e proseguimento per l’ Isola Bella con Palazzo Barocco e i giardini terrazzati all’italiana capolavoro dell’epoca, dove vivono liberi i pavoni bianchi. Pranzo in ristorante sull’isola. Nel pomeriggio visita dell’Isola Madre con il giardino botanico che raccoglie piante da tutti i continenti. Al termine partenza per il rientro a Forlì previsto in serata. ...... 40

N° MASSIMO POSTI DISPONIBILI 53 QUOTA DI PARTECIPAZIONE PER PERSONA Donatori Avis Forlì

e 170

Famigliari e amici

e 200

Ragazzi fino ai 12 anni

e 170

Supplemento camera singola e 25 La quota comprende: viaggio in pullman gran turismo; visita guidata alla Rocca di Angera; guida (intera giornata) per le Isole Borromee; battelli privati per le 3 isole Borromee; ingresso Isole Borromee; sistemazione in hotel 3 stelle in camera doppia con servizi privati; pensione completa dal pranzo del 1°giorno alla colazione del 2°giorno; bevande ai pasti (un quarto di vino e mezza minerale a persona a pasto); pranzo in ristorante il 2°giorno; assicurazione medico sanitaria. La quota non comprende: ingresso a Villa Taranto di e 7,50; tutto quanto non espressamente indicato alla voce “la quota comprende”. ISCRIZIONI DAL 12 AL 14 GIUGNO 2017 presso Uffici Avis (Via Giacomo della Torre, 7) dalle 8:30 alle 12:30 con acconto di e 50 a persona. Al momento dell’iscrizione sarà richiesto il Codice Fiscale e un Documento di Identità (carta di identità o passaporto) di ogni iscritto. Possibilità di saldo in un’unica soluzione. Per gli iscritti: SALDO dal 4 al 6 settembre (vedi orari iscrizioni)


Il sangue è un elemento che ci accomuna tutti. Non ha nazionalità né religione, non dipende dal colore della pelle, al punto che ce lo si può scambiare. Il sangue è un elemento universale. Eppure, anche all’interno di un solo Paese, ci sono tanti modi di dire sangue e tanti modi di dire che lo riguardano. Da queste considerazioni è nata la campagna di comunicazione “Dialetti”: una campagna partecipativa, che ha coinvolto attivamente tutte le 3.400 sedi invitate a inviare il loro proverbio o motto sul sangue e a partecipare al casting online. Il risultato è una campagna che rappresenta il ritratto collettivo dell’Associazione e, indirettamente, dell’intera società italiana. Una testimonianza dell’eterogeneità delle tradizioni, credenze, sistemi di vita e di rapporti, ma al tempo stesso anche dell’universalità di certi valori e sentimenti, come l’amicizia e la solidarietà. Una campagna stampa, radio e video che attraverso il volto e la voce di tante persone vuole esprimere l’orgoglio di essere donatori ma anche la normalità, la quotidianità di un gesto che dovrebbe rientrare nelle abitudini di tutti e, chissà, un giorno anche nelle “tradizioni” non più solo orali ma di comportamento dell’intero Paese.


Foto Tebe Fabbri

Ai sensi dell’art. 10 della legge n° 675/1996 e successive modificazioni e integrazioni la informiamo che i suoi dati sono conservati nel nostro archivio informatico e che saranno utilizzati dalla nostra Associazione soltanto per l’invio di materiale informativo inerente la nostra attività. La informiamo inoltre che ai sensi dell’art. 13 della legge medesima, Lei ha diritto di conoscere, aggiornare, cancellare, rettificare i Suoi dati o opporsi all’utilizzo degli stessi, se trattati in violazione della legge. Periodico in distribuzione ai soci e sostenitori dell’AVIS di Forlì, Provincia e Regione. Registrazione Tribunale di Forlì n. 336 del 14 febbraio 1963. Spedizione in A.P. - Art. 1 comma 2 DCB di Forlì


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