Avis Notizie n° 3 del 2018

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Set. 2018 Direttore Resp. Professor Giorgio Maltoni

Foto Giorgio Sabatini

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Anno 57 Num. 3

Il Faggione del Tramazzo



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sommario DIRETTORE EDITORIALE Rosanna Ricci

COORDINATORE EDITORIALE e GRAFICO Elisa Bugani REDAZIONE Meris Dall’Agata Tebe Fabbri Valdemaro Flamini Maria Gori Angela Grattoni Lorenza Montaletti Noelia Paci Stefania Savorani HANNO COLLABORATO Rosa Bucci Angelo Cappelli Marco Gentile Claudio Lelli Massimo Milandri Roberto Pizzigati Marina Ravaioli Andrea Salsi Sabrina Sirri Sauro Urbini Avis Nazionale

Il faggione del Tramazzo

Fogliame del faggio

All’interno Ferdinando Scianna della copertina: Io ti racconto che...

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Giugno 2018

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Giornata mondiale del Donatore di sangue

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#presinellareteNo#libericonAvis

7-11

Testi dei lavori premiati

12-16

Emoglobinopatie acquisite

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La nuova Carta dei Servizi

18-21

I Patriarchi

22-24

Vita delle Sezioni

25-27

Mirabilavis 4U

28-30

“Quando il nonno rubava le gomme”

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Nuove poltrone per plasmaferesi

IMPAGINAZIONE E STAMPA FILOGRAF - Forlì

32-33

Alla scoperta del Salento

TIRATURA 7.500 copie Chiuso in tipografia il 17/09/2018

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I volontari Avis

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40° anniversario Castrocaro e Terra del Sole

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Un viaggio nell’arte

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ADMO

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AIDO

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Nuoto in acque libere

DISEGNI Lucia Centolani FOTOGRAFIA Franco Barboni Giorgio Sabatini Lorenzo Valentini DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Avis Comunale Forlì

AVIS NOTIZIE • Editrice: Avis Comunale Forlì Onlus Via Giacomo della Torre, 7 Tel 0543.20013 – Fax 0543.22143 CF 00629090408 forli.comunale@avis.it – www.avisforli.it AvisComunaleForlì Unità di Raccolta Avis Forlì Padiglione Morgagni Via Forlanini, 34 0543.735070 e 0543.735071


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Giugno 2018 Un mese di soddisfazioni

ANDERLINI GIANFRANCO BENINI ELVIO BIONDI CLAUDIO BONETTI GIAMPAOLO BORCELLI EVANGELINA CECCARELLI VAINA FARNETI MARCO GUARDIGLI LAURA PIRAZZINI GIAMPAOLO SEDIOLI ANDREA SPAZZOLI MANOLA TEDALDI GIAN PAOLO VALENTINI LUCIANO VETRICINI ENRICO

È stato un mese nel quale alla nostra Associazione sono giunti due riconoscimenti del ruolo sociale che svolge, assicurando quel farmaco, che comunemente chiamiamo “sangue”, che noi donatori mettiamo a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno per sopravvivere, gratuitamente, in forma anonima e consapevole. Il giorno 12, giornata scelta vicina al 14 giugno, Giornata Mondiale dei donatori di sangue, in apertura del Consiglio Comunale di Forlì, il Sindaco Davide Drei ha consegnato a 12 nostri soci l’attestato di “cittadino benemerito”. Voglio ricordare che questo riconoscimento non rientra fra quelli previsti dal nostro Statuto, ma è con questo atto che l’Amministrazione cittadina vuole riconoscere ai donatori di sangue l’importante ruolo che svolgono per la comunità forlivese, e non solo, e lo fa con l’attestato di cittadino benemerito ai donatori che negli ultimi due anni hanno raggiunto traguardi importanti: 80 donazioni per le donne e 120 per gli uomini. Quest’anno i soci ai quali è stato consegnato il riconoscimento sono stati:

È la quarta volta che ha avuto luogo la consegna dell’attestato da parte di due Amministrazioni che si sono succedute. Ci auguriamo che anche le prossime Amministrazioni vogliano mantenere questa che ormai è diventata una tradizione che ci rende sempre più motivati nell’impegno di aiutare chi ha bisogno e che è motivo di orgoglio per chi riceve l’attestato. Altra data da non dimenticare da Avis è il 26 giugno, quando intorno alle 20:15 il Consiglio

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Comunale, in maniera quasi unanime (1 astensione) approvava la convenzione che assegna per 50 anni in comodato d’uso gratuito la palazzina di Via Giacomo Della Torre (donata al Centro Trasfusionale gestito da Avis Comunale di Forlì nel 1960 dalla famiglia Casadei per ricordare il figlio Erio, giovane promessa del motociclismo, morto tragicamente in un incidente stradale), oggi di proprietà del Comune di Forlì. A carico di Avis sarà la ristrutturazione dell’intero immobile e l’impegno di ospitare le altre Associazioni del dono, oggi esistenti, AIDO e ADMO, la sede di Avis Provinciale e i Gruppi sportivi che portano in giro le magliette con i nostri colori. Anche Forlì avrà così la sua “Casa dei donatori”, dove le Associazioni avranno una sede degna per il ruolo sociale che svolgono e per le loro attività istituzionali. Con il 26 giugno si chiude un lungo periodo di incertezze e si comincia a ragionare su tempi certi; siamo tuttavia consapevoli che avremo davanti a noi circa due anni molto impegnativi e con qualche disagio per i volontari, per il personale e per molti soci.

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Dovremo lasciare vuota la palazzina durante la ristrutturazione a partire dalla prossima primavera, quando prevediamo l’inizio dei lavori; fino ad allora il tempo sarà impiegato nella progettazione, nell’approvazione del progetto e nell’assegnazione dei lavori. Sono certo che supereremo tutti i disagi con lo spirito e la consapevolezza che stiamo scrivendo un pezzo di storia per Avis, per il volontariato, per la città. Questa operazione ha richiesto un grande impegno. Voglio ringraziare per primi i volontari che hanno sempre creduto e hanno sostenuto il nostro intento; voglio ringraziare la Giunta che ha creato le condizioni perché ciò potesse avvenire; tutto il Consiglio Comunale che prontamente ha recepito e condiviso l’importanza di questa operazione. Infine un grazie ai tecnici ed ai funzionari del Comune per l’impegno profuso e per la vicinanza dimostrata, per poter arrivare a questo risultato. Appuntamento alla posa della prima pietra! Il Presidente Valdemaro Flamini

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Giornata Mondiale del Donatore di Sangue 14 Giugno 2018

“Be there for someone else. Give blood, share life” (in italiano “Sii disponibile per qualcun altro. Dona sangue e condividi la vita”): questo lo slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata Mondiale del Donatore 2018 che si è tenuta, come ogni anno, il 14 giugno. La data scelta è il giorno di nascita dello scopritore dei gruppi sanguigni, Karl Landsteiner: questa iniziativa è diventata un’occasione per sottolineare il grande valore sociale e umano di tale gesto e per ribadire l’importanza di garantire ovunque la disponibilità di donazioni gratuite, periodiche, anonime e associate.

Le principali manifestazioni internazionali si sono tenute in Grecia e, come sempre, anche AVIS è scesa in campo per promuovere eventi su tutto il territorio nazionale con lo scopo di ringraziare chi già compie questo gesto di grande solidarietà e coinvolgere un numero sempre maggiore di persone. I protagonisti dei manifesti della campagna sono persone comuni appartenenti a differenti gruppi etnici e fasce d’età. Nella loro mano tengono una pallina rossa, simbolo di quel gesto di solidarietà e generosità che è il dono. Accanto al loro volto campeggia la scritta “In ogni momento qualcuno nel mondo ha bisogno di sangue. Non fare mancare il tuo aiuto. Dona il sangue e condividi la vita”. AVIS Nazionale

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#presinellareteNo#libericonAvis Progetto Scuola 2017 – 2018

In Avis saremo anche presuntuosi, ma veramente il progetto coi ragazzi del secondo anno delle Scuole Secondarie di Primo Grado ci inorgoglisce molto! La mia impressione è che possa essere anche uno dei motivi per consolidare maggiormente il rapporto “Insegnante-Alunno”. Forse dalla platea del Teatro Diego Fabbri non si avverte, ma per me che sono loro vicina sul palco, è veramente gratificante notare la compostezza e la serietà con le quali i ragazzi rappresentano il loro brano! Mi sento di poter affermare che la tematica “Dono del Sangue” così importante per la vita di tutti noi, in tutte le sue casistiche, attraverso questa manifestazione, venga vissuta da tutti come gesto fondamentale. Il dono del sangue, in questo frangente, viene affrontato dai ragazzi con impegno e divertimento, aiutati da insegnanti, famiglie e anche da noi volontari Avis che tutti gli anni entriamo nelle loro classi per far loro conoscere l’importante necessità di questo “elemento” che a tutt’oggi solo la persona può fornire. Per il momento mi sento di affermare: “Progetto vincente…non si cambia”. Restiamo comunque sempre disponibili a mettere in campo nuove idee. Il nostro Presidente Valdemaro Flamini e tutti noi volontari che abbiamo collaborato a questo progetto, ringraziamo la Direzione del Teatro Diego Fabbri che nella mattinata del 18

maggio ha concesso l’uso gratuito del Teatro. Ringraziamo altresi, per l’importante impegno, il Sig. Valmori della “Gelateria Crem Caramel” che ogni anno distribuisce gratuitamente i coni gelato a tutti i ragazzi partecipanti al progetto. Fondamentale, per la memoria storica, l’impegno sempre gratuito del volontario Orlando Cappelli, prodigatosi nel trasporto degli strumenti musicali, il volontario Pierino Genito per le riprese e la realizzazione dei DVD che in seguito verranno distribuiti nelle classi partecipanti ed il Sig. Lorenzo Valentini per le foto scattate durante lo spettacolo. Siamo riconoscenti in particolare a tutte le personalità cittadine che, nonostante i loro numerosi impegni, ogni anno ci onorano della loro presenza. Veramente grazie a tutti. Meris Dall’Agata

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Testi dei lavori premiati

Illustrati da Lucia Centolani

ISTITUTO COMPRENSIVO N° 1 SCUOLA MEDIA “CATERINA SFORZA”

ISTITUTO COMPRENSIVO N° 2 SCUOLA MEDIA “M. PALMEZZANO”

BASTAAAAAA!!! Nel mio silenzio piu’ totale La notte incombe e porta troppi pensieri La mia ferita e’ ancora piu’ profonda e i ricordi di quelle parole Sono come una corona di spine Io non sono uno scherzo Ho bisogno di rispetto.

LUPI Ragazza triste e sola

che non vai più a scuola, il tuo sorriso è spento volato è nel vento. Qui maledetti lupi dagli occhi bui e crudi, ti han fiutato e presa e la tua anima offesa. La tua vita è cambiata dopo che insultata è stata, tutti quei messaggi infami ti danno pensieri strani. Non tutti ce la fanno a sopportare questo danno, e a non tutti il sorriso tornerà all’improvviso. Come sarebbe bello il mondo senza quel branco di lupi immondo che han vissuto senza nulla ottenere con quelle zampe rovinate e nere! Come sarebbe bello il mondo senza quel branco di lupo immondo che feriscono persone buone in questo gioco di aberrazione! Ragazzo triste e solo La tua gioia ha preso il volo, ti arriva un messaggio è scritto “Vieni se hai coraggio” vai all’appuntamento ed un lupo prepotente, ti strige forte il mento e ti dice “Sei un perdente”. Insieme agli altri lupi affamati e sguardi truci, ti fa cadere a terra e ti sbrana in questa guerra. Non tutti ce la fanno a sopportare questo danno, e a non tutti il sorriso tornerà all’improvviso. Come sarebbe bello il mondo senza quel branco di lupi immondo che han vissuto senza nulla ottenere, con quelle zampe rovinate e nere! Come sarebbe bello il mondo senza quel branco di lupi immondo che divora i sentimenti senza avere ripensamenti.

Sono come una nuvola soffice e vuota Ma questo nulla si riempie della paura di parlare Rit1

Basta!!! Ora ti spiego quello che tu Non riesci a capire Perche’!! È arrivato il guerriero che si Salva da solo Basta!!! Ora ti spiego quello che tu Non riesci a capire Perche’!! Se mi butti nel buio non ottieni splendore!!!!

Bullo! Ricorda bene! Lo so che in alto io non ci posso arrivare Ma una perla sul fondale rimane tale e quale Io non voglio piu’ tornare bambino Io non sono uno scherzo Non e’ piu’ quel girotondo a far cascare il mondo Sono come una nuvola soffice e vuota Rit 2

Basta!!! Ora ti spiego quello che tu non riesci a capire Perche’!! È arrivato il guerriero che Si salva da solo Basta!!! Ora ti spiego quello che tu non riesci a capire Perche’!! Se io cado nel buio mi rialzo da solo!!!!! Bastaaaaaa!!!!

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 3 SCUOLA MEDIA “ORCEOLI”

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 4 SCUOLA MEDIA “P. MARONCELLI”

BALLA SUL BULLO RIT.

Balla balla balla sul bullo Bello bello se non sei bullo Ricorda sempre che il bullo non sa Che un vero amico lui non ce l’ha Forza forza fatti più furbo Con tanti amici metti su il turbo Ricorda che la minaccia non fa Sentir più grandi della complicità

UN AMICO PUÒ GUARIRE La mia adolescenza è stata molto dura piena di dubbi, incertezze e paura sono arrivato a scuola pieno di speranze ma in cambio ho ricevuto solo disuguaglianze Nella classe ero l’unico non italiano e tutti mi trattavan come fossi un marziano a casa mai dormivo, diverso mi sentivo perché disprezzavano me non lo capivo Ma nonostante tutto nel gruppo classe entrai purtroppo dopo poco tempo mi ci cancellai iniziavano a girare prese in giro un po’ pesanti insieme a mie foto a dir poco imbarazzanti

Se c’è qualcuno che mi fa Un brutto scherzo sulla chat Oh mamma mia come farò? Tutti gli amici perderò Senza gli amici non so stare Ma quelli veri so trovare Siamo una forza noi insieme Saremo ciò che il bullo teme

Io che ogni giorno venivo ignorato e anche su Whatsapp venivo insultato su Insta gli altri mi dicevano “fai schifo” purtroppo si mettevano contro di me Da quando sono qui io mi sento inutile la scuola è così grande che mi sento fragile io disprezzato, lasciato solo di fronte agli altri mi sento debole Vorrei sapere sempre cosa dicono di me avrei cose da dire ma no, non mi capiscono chi voglio diventare devo sceglierlo da solo e non sarò mai quello che vogliono loro

RIT Se hai bisogno già lo sai Chiedere aiuto tu potrai Ad un adulto che ti aiuterà Stai sicuro lui ti capirà Una mano ti voglio dare Ma il coraggio devi trovare Tu lo sai che sei speciale Nessuno può più farti male RIT

Coro Ehi, bullo! Sei forte sei bello ma, sul serio, tu non hai un cervello a voi bulli piace tanto fare i prepotenti ma sai cosa vi dico? siete solo dei perdenti Ogni volta che incontrate un bambino indifeso lo prendete in giro e lui si sente offeso siete una minaccia per i bambini ma dentro il vostro cuore siete piccolini

Grazie all’Avis donerai E tante vite salverai Abbiamo scritto una canzone Per la loro associazione Per ricordar che è una famiglia E anche se il timor ti piglia Vinci come una partita Forza avanti con la vita

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 6 SCUOLA MEDIA “BENEDETTO CROCE”

Se sei preso nella rete non ti devi scoraggiare il cuore può toccare e un’amicizia rovinare vivi la tua vita e fatti aiutare ti salverai solo se parlerai pensa con la tua testa ragiona con il tuo cuore e ama la tua vita rendila infinita. Se la vita vuoi preservare non ti devi lasciar distrarre da commenti e insulti e dalle malvagità le persone no non vanno giudicate ma vanno amate e rispettate e la vita tu non devi sprecare è preziosa come il mare una parola può ferire ma un amico può guarire.

LA FELICITÀ DAL VIVO

Lui mi scriveva in anonimato per mettermi paura ma avevo capito Io sono forte e tu sei mingherlino io sono grosso e tu sei piccolino Questo capitava ogni giorno ormai fino a quando io mi ribellai alle richieste non ho obbedito e allora lui mi ha aggredito Caro amico, dai, guardami in faccia e non rispondere con una parolaccia Non ti nascondere dietro lo schermo ma rivela il tuo aspetto esterno

Ti voglio raccontare la storia un po’ speciale la storia di un potere del tutto eccezionale RIT.

Mai avrei creduto che mi avresti insultato nei tanti messaggi che tu mi hai mandato avevo pensato “un amico ho trovato” invece mi hai lasciato, tradito, rimpiazzato Il mio cuore te l’ho dato ma tu me l’hai spezzato e adesso mi domando perché hai fatto questo a me fuori sei forte dentro un bambino non fare questo errore trattami con amore Pensa a quelli che si fidavano di te e ora non capisco perché hai tradito me

C’era un ragazzo solo di nulla lui parlava si fece amici sull’ iphone e quindi si trovò incatenato al web perso e deriso da chi... non era amico vero era un’illusione che gli toglieva libertà era caduto in una rete intrappolato nel web

Ormai sempre più solo si chiuse in se stesso senza sapere come, sognava di scappare... RIT.

Coro Non ti rendi conto di ferire i sentimenti se tu prendi in giro anche gli adolescenti le tue parole hanno un significato perché ora lui non si sente accettato I commenti che tu scrivi possono essere pesanti le ferite mentali sono angoscianti Non ti limitare a usare il cellulare esci all’aria aperta per comunicare

Era un ragazzo solo nessuno gli parlava perso e deriso da chi non era amico vero era solo un’illusione e gli toglieva libertà …

Qualcuno se ne accorse un nuovo amico che con un abbraccio vero lo portò via con sé RIT.

RIT Se sei preso nella rete non ti devi scoraggiare Se sei preso nella rete un amico può guarire

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E l’amicizia vera è come una barriera forte e non si spezza mai e poi si avverte … all’improvviso della potenza di un sorriso Di quell’ abbraccio vero aperto e sincero forte che non si spezza mai e poi si avverte … all’ improvviso della potenza di un sorriso e poi si avverte … all’ improvviso ... della POTENZA di un sorriso...


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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 7 SCUOLA MEDIA “P. ZANGHERI”

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 8 SCUOLA MEDIA “SAN MARTINO IN STRADA”

MAMMA AIUTO AH, VI SBULLO

Anche questa notte la vedo lunga e triste Guardo il cielo scuro senza stelle Occhi un po’ smarriti cercano un appiglio Cercano un aiuto per domani Dovrò affrontare ancora il bullo della classe Che brutto andare a scuola ogni mattina Sono proprio io la vittima prescelta Del ragazzo che credevo il compagno ideale Ma è forte strafottente rispetto proprio niente Bel tipo di cafone sicuro di se Chissà perché ha scelto fra tanti proprio me Sono timido indeciso riservato

Io règno sovràno, io sòno il capitàno, io sòno quello chè comanda còn le chiavi in màno. Io sòno forte, sòno il mèglio, sòno un pèzzo dùro, non ci sòno paragòni, sòno un fìgo di sicùro. La mia vècchia dice sèmpre che ha problèmi finanziari, e chè ci pòsso fàre col mio frà (a)i domiciliari. Il mio vècchio nòn è màle, quàsi sèmpre si dispèra, e chè ci pòsso fàre se lui àbita in galera. Non fàtemi arrabbiare chè sennò si mette màle, vi prèndo per il còllo e vi bùtto per le scàle, vi stèndo con un pùgno chè vi sèmbrerà uno sbàllo, mi piàce, è pròprio bèllo ed è per quèsto che vi sbùllo. RIT

Bùllo bùllo … Smètti di menàre e smètti anchè di farti odiàre, Bùllo bùllo … Sè ti rèndi cònto che non sèrve spaventàre, Bùllo bùllo … Guàrda la tua vìta che ti scàppa dalle dìta, Bùllo bùllo … È tùtta un dolore, sì, perché ti mànca amòre. Bùllo bùllo …

RIT

Anche se non sono proprio quello che volevi Anche se non ho il coraggio di confessarti il mio dolore

L’amòre non mi sèrve, io sòno il capitàno, quèllo chè non deve chièdere perché vi tèngo in màno. Quàndo ho chiesto amòre voi mi avète rifiutàto, troppo attènti a farvi bèlli, che vi impòrta del mio stàto. Vi pensàte intelligènti se prendète un voto àlto, e per quèlli insufficiènti non c’è spàzio più di tànto. Vi attaccàte al cellulàre neanche fòsse il vostro cuòre, e chi c’è dall’àltra pàrte, neànche fosse amòre. Siamo tùtti sbalestràti e parliàmo come càni, le paròle sono sèmplici ed usiàmo anche le màni, siamo sòli, poco amàti, siamo i bulli del quartiere, ricchi sòlo di rancòre e di càlci nel sedère. RIT

Bùllo bùllo … Smètti di menàre e smètti anchè di farti odiàre, Bùllo bùllo … Sè ti rèndi cònto che non sèrve spaventàre, Bùllo bùllo … Guàrda la tua vìta che ti scàppa dalle dìta, Bùllo bùllo … È senza colore, mànca lùce nel tuo cuòre.

RIT

Bùllo bùllo … Smètti di menàre e smètti anchè di farti odiàre, Bùllo bùllo … Sè ti rèndi cònto che non sèrve spaventàre, Bùllo bùllo … Solo pochi amici, tùtti pièni di dolòre Bùllo bùllo … Una vita persa in una stùpida canzòne.

Mamma aiuto aiutami tu In questi giorni non vivo più

RIT I miei sogni da ragazzo non li ricordo più Ma spero sempre che qualcuno presto arriverà A distruggere online questa libertà Invisibile e protetta dalla tecnologia Per fare cose che non puoi fare Nella vita reale RIT Ogni giorno è uguale nessuno mi difende La mia disperazione è sempre qui Queste gravi offese fanno troppo male Preferirei di più un pugno nello stomaco Non riesco a reagire mi chiudo nel silenzio Non riesco a dire basta e vomito terrore

Ah, vi sbullo .. Bùllo bùllo (x 4 volte)

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 9 SCUOLA MEDIA “G. FIORINI - VILLAFRANCA”

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SCUOLA MEDIA “SANTA DOROTEA”

SO CHE FINIRA’ Solo e zitto resto, fisso il soffitto e stò come in prigione Con l’illusione di andare via, di evadere da casa mia, Non riesco a dormire non ne posso più Tutte queste voci come un disco a loop girano veloci Si insinuano serpenti, stingono i denti, senti, Vivo col veleno dei perdenti prepotenti Morsi dei tempi empi … morsi dei tempi empi

BULLO NO Quello là è un gradasso pensa d’essere un asso. Si sente inferiore e lo nasconde per ore. Crede d’essere fiero ma è solo prigioniero e la sua debolezza annienta ogni dolcezza. RIT

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Sconfiggere il bullo ora tu puoi, Unisciti al coro e canta con noi.

E’ solo uno scudo per non mostrarsi nudo. Fà sempre dispetti, ma anche lui ha dei difetti. Quando non farà male inizierà ad amare. Se guardi il cielo cambierà il suo pensiero.

Esce, scivola dentro il pianto La lacrima quando, quell’oscurità che tengo dentro mi consuma e allora canto, rima dopo rima a tempo Faccio una catena e la tiro fuori, So che se ne andrà, so che passerà, So che se ne andrà, so che finirà, So che passerà, so che finirà

Ma che senso ha seguire certe regole, Tegole che ti cascano in testa, ti rendono più debole più solo Mai più solo, io le sorvolo e spicco il volo Abile, senti il coro del branco, casino che facciamo dall’ultimo banco Senti il coro del branco, casino che facciamo dall’ultimo banco

RIT Usa tutte le armi, riuscirò a liberarmi. Se mi vuoi bullizzare le guardie corro a chiamare. Ogni giorno dai Social mi proteggerò e mai più le tue offese riceverò.

Sono quel che sono non ho scelto d’essere, ma ho scelto d’essere Dal vostro malessere datemi il condono Ci vuole più coraggio ad essere cha a fare il paggio, Peggio per voi, io non mi offendo, oggi spento, sguardo affranto ma domani capobranco (x 2)

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RIT

Vivi senza bugie, ama senza pretese ascolta senza giudizi parla senza offese. Ma ora sai che facciamo? Ci teniamo per mano la nostra saggezza vincerà la violenza.

So che se ne andrà, so che passerà, So che se ne finirà, so che se ne andrà, So che passerà, so che finirà RIT So che se ne andrà, so che passerà, So che se ne andrà, so che finirà So che passerà.

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Emoglobinopatie acquisite meta-emoglobinemia, sulfo-emoglobinemia, carbossi-emoglobinemia

binemie da esposizione professionale poiché numerosi composti di uso industriale (anilina, nitrobenzene, fenoli, nitrocomposti ecc.) agiscono come agenti ossidanti. Diagnosticare la condizione di metaemoglobinemia risulta non semplice, visto che i pazienti che ne sono affetti non presentano sintomi particolari, anche se i più evidenti sono costituiti da cianosi, problemi respiratori ed alterazioni a livello cardiaco. Per riscontare l’aumento dei livelli ematici di metaemoglobina sono indispensabili gli esami del sangue con connessa spettroscopia del liquido derivato dall’emolisi degli eritrociti, è utile anche l’esecuzione dell’elettroforesi dell’emoglobina. I soggetti che evidenziano questa condizione devono seguire una terapia farmacologica che include la somministrazione per via endovenosa di acido ascorbico, ossia della comune vitamina C, o di blu di metilene: entrambi i farmaci sono in grado di svolgere un’attività riducente capace di trasformare il ferro da ione ferrico a ferroso. Una maggiore cautela va adottata quando si segue il trattamento farmacologico a base di blu di metilene in quanto bisogna rispettare il dosaggio deciso dal medico per non incorrere in effetti collaterali. Caso diverso è l’anemia da carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi, situazione nella quale aumenta il rischio di emolisi a causa dello stress ossidativo non più controllato dal glutatione ridotto, ma soprattutto viene resa impossibile la riduzione del Ferro a 2+. Detto ciò risulta evidente che la somministrazione di farmaci antimalarici o l’assunzione di favici (entrambe condizioni che ossidano il Ferro) in soggetti con deficit in questa via enzimatica possano costituire la metaemoglobina. Generalmente la carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi è secondaria ad una situazione congenita e ciò è stato osservato in tutti i

Proseguiamo il percorso nelle emoglobinopatie trattando alcune forme molto particolari e che nel caso della carbossiemoglobina ha un risvolto molto particolare perché coinvolge i fumatori. Meta-emoglobinemia La metaemoglobina è una emoglobina in cui il ferro, ossidato, è passato dallo stato bivalente a quello trivalente e questa condizione la rende incapace di svolgere la sua funzione essenziale di cessione dell’ossigeno ai diversi tessuti dell’organismo. Un incremento della concentrazione di questa molecola in rapporto all’emoglobina totale (la quota fisiologica si aggira intorno al 2%) causa fenomeni d’ipossia tessutale. Indicativamente per concentrazioni superiori al 10% è possibile osservare cianosi e per concentrazioni superiori al 2025% manifestazioni cliniche conclamate con segni di grave ipossia (ipotensione, cefalea, nausea, alterazioni del sistema nervoso centrale e coma). La metaemoglobinemia può essere dovuta a cause congenite che determinano o una alterata struttura della globina o un deficit dell’enzima metemoglobina-reduttasi che riconverte il ferro trivalente nella forma bivalente. Più frequenti sono le metaemoglo-

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continenti, con una frequenza media dei portatori di uno o due geni anomali nel mondo del 7,5%, ma il tasso è molto variabile nelle diverse aree geografiche, dal 35% in alcune regioni africane allo 0,1% in Giappone e nei paesi nordeuropei. In Italia il deficit di G6PD è particolarmente diffuso nella valle del Po, in tutto il Meridione, in Sicilia e soprattutto in Sardegna. La Sardegna rappresenta la regione italiana in cui il deficit della G6PD carenza raggiunge la più elevata frequenza media, pari al 12,6%, ma è anche una delle aree che nel mondo presenta la più alta densità del difetto enzimatico: in alcune zone si raggiunge una frequenza pari al 30%, ciò è stato posto sia in relazione alla peculiare posizione geografica, sia all’altitudine. Relativamente alle province (i dati si riferiscono al periodo in cui la Sardegna era suddivisa in 4 province) è stata riscontrata un’incidenza del difetto pari rispettivamente al 5,7-6,8% nella provincia di Sassari e al 25-33,3% in quella di Cagliari. La massima incidenza è osservabile nelle zone dove era endemica la malaria da Plasmodium falciparum. Infatti, è stato ipotizzato che lo stress ossidativo indotto da una condizione di deficit di G6PD a livello degli eritrociti possa creare un ambiente sfavorevole all’insediamento del Plasmodio, tale condizione sembra direttamente correlabile al grado di deficit enzimatico. La G6PD carenza, chiamata anche favismo, è una malattia geneticamente trasmessa come carattere recessivo legato al cromosoma X. Colpisce prevalentemente gli uomini, detti emizigoti, mentre le donne sono più spesso solo “portatrici” dell’anomalia. Esistono comunque dei rari casi di donne dette omozigoti in cui il deficit si manifesta. La principale manifestazione clinica della G6PD carenza è rappresentata dall’emolisi che si manifesta in tre quadri clinici: • Anemia emolitica acuta, indotta dall’assunzione di farmaci o alimenti, o durante un’infezione; • Anemia emolitica cronica; • Ittero neonatale, con sequele neurologiche

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nei casi più severi e non trattati. Più spesso, tranne le forme di anemia emolitica cronica che sono rare, i soggetti carenti non presentano alcun sintomo particolare. La classificazione dell’OMS della G6PD carenza si basa sul livello di attività eritrocitaria dell’enzima e sull’importanza delle manifestazioni cliniche: • Classe I: deficit severo (dall’1 al 4 % di attività enzimatica residua); • Classe II: deficit intermedio (dal 3 al 10 % di attività enzimatica residua); • Classe III: deficit moderato (dal 10 al 40% di attività enzimatica residua). La G6PD è normalmente presente in tutti i tessuti ma il suo deficit si esprime essenzialmente nel globulo rosso in cui nessun altro enzima permette la produzione di NADPH, a differenza delle altre cellule nucleate dell’organismo. In assenza di NADPH tutti gli stress ossidativi comportano un’alterazione dei principali costituenti del globulo rosso (membrana ed emoglobina). L’emoglobina denaturata precipita all’interno della cellula formando dei corpuscoli chiamati corpi di Heinz, essi stessi capaci di generare radicali liberi dell’ossigeno tossici. Questa denaturazione dell’emoglobina e l’ossidazione dei costituenti di membrana porta all’emolisi (distruzione dei globuli rossi). In seguito all’emolisi, i globuli rossi sono degradati nel fegato, che trasforma l’emoglobina in bilirubina. La bilirubina può quindi formare dei calcoli biliari che ostruiscono la colecisti e possono determinare un ittero. In alcuni casi, l’emoglobina può essere eliminata nelle urine e provocare emoglobinuria.

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Quando l’emolisi è importante può indurre un quadro clinico di anemia con compromissione generale del paziente. Qualche ora o qualche giorno dopo l’assunzione di una sostanza che può causare emolisi, si possono presentare sintomi quali: • febbre, pallore, cefalea; • dolori addominali e lombari; • emissione di urine scure; • astenia o anoressia inspiegabile; • ittero. L’insorgenza di tali sintomi dovrebbe far sospettare una crisi emolitica. Nel periodo neonatale il deficit può manifestarsi con ”itterizia” (ittero neonatale) che insorge verso il secondo o terzo giorno di vita. In caso di coliche biliari o di comparsa di ittero, la litiasi deve essere ricercata con un’ecografia. Come regola generale, la terapia è soprattutto preventiva escludendo qualche alimento (vedi più avanti) ed evitando l’assunzione di alcuni farmaci, per quanto possibile. Uno dei fattori scatenanti l’emolisi è rappresentato dalla ingestione di fave, legumi che hanno dato alla malattia il nome “favismo”. In questo caso l’emolisi e l’anemia possono insorgere qualche ora dopo l’ingestione. Possono essere molto gravi, con un’insufficienza renale acuta associata, e richiedono un trattamento d’urgenza con trasfusione o exsanguino trasfusione. Possono manifestarsi a qualunque età. Alcuni farmaci possono inoltre essere responsabili di un’emolisi nei soggetti G6PD carenti. L’effetto di questi prodotti è variabile a seconda dell’individuo e del tipo di deficit. La tolleranza individuale è imprevedibile, i soggetti carenti devono dunque seguire scrupolosamente le raccomandazioni delle liste dei farmaci e degli alimenti pericolosi. I soggetti G6PD carenti sono predisposti a sviluppare un’emolisi acuta in seguito all’ingestione di alimenti. Sono state elaborate delle raccomandazioni relative all’alimentazione per le persone affette da G6PD carenza, precisamente: • non consumare fave, qualunque sia il modo di preparazione e consumazione; • non consumare bibite contenenti chinina;

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• prestare attenzione in caso di assunzione di prodotti naturalmente ricchi di vitamina C o prodotti arricchiti di vitamina C (come alcuni succhi di frutta). Si raccomanda allo stesso modo, di non consumare integratori alimentari contenenti vitamina C. Sulfo-emoglobinemia Viene classificata come sulfoemoglobinemia una rara forma di emoglobinopatia dovuta all’anomala presenza di sulfoemoglobina a livello ematico, dovuta alla formazione per reazione dell’emoglobina con l’idrogeno solforato, una piccola quantità finisce dall’intestino nel sangue. Per cui un atomo di zolfo viene incorporato nella molecola dell’emoglobina determinando la condizione di sulfoemoglobina, la combinazione tra lo zolfo ed il ferro dell’eme determina un legame irreversibile che comporta la formazione di un pigmento verde che va ad alterare la regolare funzione di trasporto dell’ossigeno da parte dell’emoglobina. In ambito clinico si può identificare anche una forma di sulfoemoglobinemia secondaria e transitoria che può essere causata da trattamenti con sulfamidici. Questa tipologia di emoglobinopatia è spesso determinata dall’assunzione di specifici farmaci che appartengono alla classe dei sulfonammidi, tra cui: acetanilide, fenacetina, trinitrotoluene, sulfamidici, nitrati; l’alterazione ematica può essere causata anche dalla somministrazione di altre sostanze che possono rivelarsi nocive per l’uomo quali: fenazopiridina, sumatriptan, dapsone, solfato di idrossilammina. Come conseguenza il soggetto colpito da questa intossicazione da idrogeno solforato palesa delle caratteristiche alterazioni a partire dalla tipica colorazione variabile dal verde al bluastro del sangue, della cute e delle mucose; a livello ematico non si registrano anomalie dall’esame emocromocitometrico ed infatti la condizione di sulfoemoglobinemia si risolve in maniera spontanea, basterà sospendere l’assunzione di quella classe di farmaci che di solito espone il soggetto al fattore causale, la risoluzione viene favorita dalla sostituzione degli eritrociti mediante la

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regolare emopoiesi; nei casi clinici più severi può essere necessario sottoporre il paziente ad una trasfusione di sangue. L’intossicazione da idrogeno solforato che determina la sulfoemoglobinemia può differenziarsi in due forme: una più lieve che si palesa con sintomi quali tosse, tachicardia, faringite e congiuntivite; mentre la forma più grave si caratterizza per un quadro clinico che può comportare collasso, perdita di coscienza e paralisi respiratoria. In rari casi può rendersi necessaria una trasfusione di sangue. Non sono noti antidoti.

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generale, sul breve-medio periodo, il CO può contribuire a ridurre la capacità lavorativa e negli atleti la performance sportiva, mentre basse ma protratte esposizioni di CO sul lungo termine possono contribuire, assieme ad altre sostanze presenti nel fumo di tabacco, all’insorgenza di ipertrofia miocardica. Anche gli strumenti domestici alimentati a gas, petrolio, kerosene, carbone o legna possono produrre CO quando non sono debitamente installati e mantenuti o non sono utilizzati correttamente. Le fonti principali di tale inquinante si possono in definitiva classificare in due gruppi: Fonti derivate dall’uomo: processi industriali, trasporti, riscaldamenti domestici, combustione incompleta dei rifiuti e di residui agricoli, deforestazione, combustione incompleta di combustibili fossili, fumo di tabacco. Fonti naturali: attività vulcanica, decomposizione della vegetazione, incendi boschivi. Il CO si sprigiona però anche dalla combustione incompleta di gas metano CH4, benzina, kerosene, gasolio, olio combustibile e da apparecchi di combustione quali motori, centrali termiche, forni, stufe, scaldabagni, bracieri e fornelli installati o regolati in maniera errata, oppure in cattivo stato di manutenzione. Elevate concentrazioni di CO sono pure raggiungibili nei garage sotterranei o isolati dall’ambiente esterno in cui gli automezzi sostano con il motore acceso, o in ambienti dove avvengono processi biologici che producono tale gas (cantine di vinificazione, vasche di depurazione). Il CO è più conosciuto per le morti cosiddette

Carbossi-emoglobinemia La carbossiemoglobina, indicata in forma abbreviata COHb, è un complesso stabile formato da monossido di carbonio (CO) ed emoglobina all’interno dei globuli rossi. Le principali fonti di esposizione esogena al monossido di carbonio sono i processi di combustione e il fumo di sigaretta. Il Monossido di Carbonio (CO) è un gas incolore e inodore che si sviluppa per la combustione incompleta di composti contenenti carbonio. Il fumo di tabacco rappresenta una delle principali fonti di esposizione a CO per l’uomo, sicuramente la principale fra quelle facilmente prevenibili. La sua concentrazione è più elevata nel fumo laterale (sidestream) di sigaretta che in quello principale (mainstream). La tossicità del CO inalato è legata alla sua forte affinità per l’emoglobina, molto superiore a quella dell’ossigeno, che porta alla formazione di carbossiemoglobina con una drammatica riduzione dello scambio gassoso. Le conseguenze cliniche sono rappresentate dalle intossicazioni acute e croniche che possono essere letali o lasciare danni permanenti a livello cardiaco o neurologico. Il CO è molto diffusibile, non viene trattenuto dal filtro di sigaretta, e si diffonde rapidamente dal sangue nei tessuti. Non viene trattenuto dal filtro placentare, per cui rappresenta un grave pericolo per il feto. Il CO presente nel fumo di tabacco è particolarmente pericoloso per i bambini e per gli adulti fumatori con problemi respiratori o con storia di anemia o patologie cardiovascolari. Nei soggetti fumatori sani, in

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“bianche”, da intossicazioni acute in ambienti confinati, che per la sua attività subdola legata al fumo di tabacco. Quest’ultimo oltre a contenere le ben note sostanze nocive come nicotina, radicali liberi e catrame, rappresenta anche una fonte importante di CO, che viene prodotto soprattutto durante la combustione imperfetta (ad una temperatura tra i 400 e i 500 °C) che si ha tra una boccata e l’altra di una sigaretta accesa e durante la sua combustione, ancora più bassa, che avviene nel portacenere o per terra quando la cicca non viene spenta in maniera completa. L’affinità del CO per l’emoglobina è di circa 240 volte maggiore rispetto a quella dell’ossigeno. L’emivita del CO è di 240-360 min. (4-6 h) quando si respira aria ambiente non inquinata, a livello del mare; è invece pari a 60 min. quando si respira O2 al 100% ed è infine pari a 23 minuti a 23 atmosfere assolute di O2. La quota di CO inalato che passa attraverso la barriera alveolo-capillare oscilla fra il 58 e il 60%. Gli effetti dannosi del CO sono una conseguenza della sua capacità di combinarsi in forma quasi irreversibile con l’emoglobina, producendo carbossiemoglobina (COHb), composto molto stabile, che si forma quando un atomo di ferro viene rimpiazzato dal CO. La concentrazione fisiologica di carbossiemoglobina nei non fumatori è compresa tra lo 0,3 e lo 0,7 %. Nei fumatori la concentrazione di carbossiemoglobina è mediamente del 4%. Nei forti fumatori essa può raggiungere anche il 15-20%. La trasformazione del 50% di emoglobina in carbossiemoglobina può condurre alla morte. La presenza di carbossiemoglobina nel sangue riduce la quantità di HbO2 circolante, spostandone la curva di dissociazione verso sinistra, riducendo così la disponibilità di O2. Il trasporto di ossigeno da parte del sangue, assicurato dall’ossiemoglobina, ne risulta quindi compromesso. La carbossiemoglobina è pertanto un agente asfissiante, che provoca ipossia e anossia tessutale. Altri meccanismi secondari tuttavia contribuiscono alla patogenesi della intossicazione.

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Infatti il CO si combina non solo con l’emoglobina, ma anche con la mioglobina. Differenti livelli di carbossiemoglobina possono provocare diversi tipi di effetti negli individui colpiti, dalle difficoltà respiratorie fino all’asfissia. Livelli di carbossiemoglobina inferiori al 10% provocano scarsi sintomi clinici come la riduzione della vigilanza e della massima capacità lavorativa. A livelli del 10-30% si manifestano invece rinorrea, cefalea, nausea e vertigini fino a riduzione del visus e delle funzioni cognitive. Livelli di HbCO del 30-40% sono associati a cefalea grave, dispnea da sforzo, nausea, vertigini, offuscamento del visus, atassia, confusione mentale, obnubilamento del sensorio e svenimento. Livelli superiori al 50% provocano tachipnea, convulsioni, coma e morte per grave shock ed insufficienza cardiorespiratoria. Il segno più tipico di una grave intossicazione ambientale da CO è una colorazione caratteristica rosso ciliegia della cute e delle mucose, dovuta al colore rosso brillante della carbossiemoglobina. Per persone sane la morte si verifica a concentrazioni dell’ordine del 50%, ma livelli più bassi possono già risultare mortali in soggetti con cardiopatie, con insufficienza respiratoria o quando la domanda di ossigeno aumenta, come nel corso di una attività fisica. Nel caso di intossicazione acuta da monossido di carbonio occorre utilizzare ossigeno iperbarico. Uno dei segni clinici di elevata concentrazione di COHb è la colorazione rosso ciliegia assunta dalla cute. Dr. Marco Gentile Responsabile U.d.R.

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La nuova Carta dei Servizi Uno strumento per migliorare

garanzia è possibile ricorrere per tutelare i propri diritti. È stata stilata secondo i principi enunciati nella Tabella sottostante ed è un documento in evoluzione in quanto la qualità del servizio che eroghiamo necessita del contributo di tutti: AVIS Forlì coi suoi dirigenti e volontari, gli operatori sanitari ed amministrativi e gli utenti cioè i Donatori stessi. Principi fondamentali per l’erogazione di servizi pubblici secondo il DPCM 27gennaio 1994

A breve i Donatori troveranno presso i Punti di Raccolta e sul sito Internet dell’AVIS di Forlì un nuovo documento: la Carta dei Servizi. La Carta dei servizi (CdS) è stata introdotta in Italia negli anni ‘90 con l’obiettivo di migliorare i rapporti tra Pubblica amministrazione e cittadino, garantendo a quest’ultimo uno strumento di controllo e tutela nei confronti dei soggetti (pubblici o privati) erogatori di servizi. È uno strumento che le aziende erogatrici di servizi pubblici (l’Avis opera in convenzione con l’Azienda USL della Romagna nella raccolta di sangue ed emocomponenti e nella gestione dei donatori) possono utilizzare per comunicare con i propri utenti e nel contempo per intraprendere un percorso di miglioramento organizzativo e gestionale. Introdotta per la prima volta con il DPCM 27 gennaio 1994 “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici”, nel settore dei servizi sociali e socioassistenziali la CdS è stata richiamata dall’art. 13 della Legge 328/2000 quale requisito indispensabile per l’accreditamento e dall’art. 32 della Legge regionale dell’Emilia-Romagna 2/2003 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” quale strumento di comunicazione e trasparenza. La CdS tuttavia non rappresenta solo uno strumento di comunicazione e trasparenza verso l’esterno, ma svolge anche un’importante funzione di tutela degli utenti (per noi innanzitutto i Donatori), che saranno in grado di valutare - in modo diretto e autonomo - la qualità delle prestazioni ricevute e la loro coerenza con quanto promesso. Rappresenta la promessa che Avis Forlì fa ai destinatari del proprio servizio: attraverso questo patto, si impegna formalmente a fornire determinati livelli di servizio (standard di servizio), attribuisce agli utenti il potere di controllo sul proprio operato e indica chiaramente a quali mezzi di

Eguaglianza Il servizio deve essere erogato garantendo parità di trattamento tra gli utenti. Questo non significa uniformità del servizio, ma piuttosto una diversificazione dello stesso, perché è solo riconoscendo la diversità dei bisogni e delle specifiche condizioni iniziali che si potrà passare da un’eguaglianza formale a un’eguaglianza sostanziale Imparzialità Il soggetto erogatore ha il dovere di neutralità rispetto agli utenti, ossia deve eliminare ogni possibile forma di discriminazione che possa escludere o limitare l’accesso al servizio a chi ne abbia diritto Continuità L’erogazione del servizio non può essere interrotta se non nei casi previsti dalla normativa di settore Diritto di scelta Quando il servizio è erogato da più soggetti, si deve dare all’utente la possibilità di scegliere a quale soggetto erogatore rivolgersi Partecipazione Il coinvolgimento degli utenti in fase di progettazione e di verifica del servizio deve essere garantito con ogni mezzo, in quanto momento di crescita dell’organizzazione e opportunità di miglioramento del servizio Efficacia ed efficienza Il servizio deve essere erogato ricercando la migliore combinazione tra risultati conseguiti e risorse impiegate (economiche e umane) e tra risultati attesi e risultati raggiunti Dott.ssa Sabrina Sirri Responsabile Qualità U.d.R.

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I Patriarchi Il Faggione “immortale”

Con questo numero di AVIS notizie concludiamo la trilogia de’ “I Patriarchi” scelti e sapientemente illustrati, narrati, dal dott. Massimo Milandri. Grazie alla sua colta e particolareggiata conoscenza del nostro territorio ci ha presi per mano e ci ha guidati all’incontro con la Farnia di via Golfarelli, tipica quercia della pianura romagnola, con il Cedro del Libano di Selbagnone, giunto attraverso il Mediterraneo nel 1700 circa e, sull’ Appennino, con il Faggione del Tramazzo. Tre piante, tre monumenti che ricorderemo! Ora ne conosciamo la forma della chioma, lo spessore del tronco e le sue mutilazioni, i rami sani, le cicatrizzazioni di quelli abbattuti e il sempre rinnovato vigore con cui reagiscono alle ferite delle tempeste scatenate dalla natura e dagli uomini. Abbiamo ripercorso il loro accidentato cammino nei secoli e ammirato la forza, “l’intelligenza” con cui preservano l’ esistenza della specie e ritrovato, ce lo auguriamo, la capacità di vedere e ascoltare queste vite parallele. No, non li dimenticheremo, li racconteremo ai nostri ragazzi. Grazie dott. Milandri. L’Avis desidera esprimere al dott. Massimo Milandri la sua profonda gratitudine per l’immediata disponibilità e la generosa collaborazione. Tebe Fabbri con un tronco di m. 5,30 di circonferenza (ovvero m. 1,66 di diametro) si impone e si esalta rispetto al bosco che lo circonda che, pur costituito di piante di 50-60 anni, sembrano alberelli rispetto al Faggione. Infatti gli viene attribuita un’età presumibile di 200 anni. Nei testi botanici i faggi non sono così longevi come le querce e non dovrebbero superare i 250 anni sperando che possano comunque arrivare anche oltre. L’albero è possente, inclinato in parte verso valle, ha un forte apparato radicale che lo ancora in un terreno ricco di massi di roccia ruzzolati nella conca dove vive il faggio. La sua chioma a semisfera crea un vuoto attorno a sé. Sul tronco strane escrescenze tondeggianti sono ciò che resta dei rami che, stroncatisi, l’albero ha inglobato mediante un cercine di cicatrizzazione che li ha avvolti impedendo così a funghi, batteri e spore di infettare l’interno del fusto. Il fatto che queste cicatrici siano nella parte a valle del tronco denota che anticamente il faggio cresceva nel margine di un bosco posto a monte mentre a valle vi era un pascolo o un’area libera, mentre il faggio fiancheggiava l’antica strada vicinale comunale. La domanda è come mai è riuscito a vivere fino a noi mentre tutto attorno vi sono boschi ceduati (tagliati) per la produzione da legna da ardere? Piante così vecchie in effetti venivano lasciate qua e là nei pascoli per il meriggio del bestiame ovvero per il riposo delle bestie e il loro ombreggiamento nelle estati calde e secche. Oppure venivano la-

Un itinerario interessante nel nostro Appennino Forlivese è quello di risalire la Valle del Montone giungendo a S. Benedetto in Alpe per poi svoltare a destra per Marradi. In località Campo del Fango si svolta a destra su una strada bianca (Strada Provinciale n. 86) per Tredozio situata nella Valle del Tramazzo. Risalendo ed entrando nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, al Passo del Tramazzo (quota 975) si svolta a destra su una strada di servizio forestale che percorre il crinale fra il Bacino del Montone - Acquacheta ed il bacino del Tramazzo - Marzeno. La strada forestale non sempre è agibile a tutti e servono macchine robuste o fuoristrada specialmente se non è estate. In località Monte Collina (m.972 di quota) la strada lascia il crinale e scende con alcuni tornanti per poi proseguire lungo un torrente. Infine compie una curva di 90° e si dirige verso valle sfiorando i ruderi di Cà Cerreta. Nella curva si innesta una pista forestale (antica strada Comunale vicinale che da Cà Cerreta scendeva a Cà Giovannetti) ed imboccandola e scendendo di circa 100 metri, in una conca, troviamo la meta del nostro girovagare, il Faggione del Tramazzo. L’itinerario, che assomiglia ad una mappa del tesoro, vale la pena percorrerlo per ammirare questo superbo esemplare maestoso di faggio che con i suoi m. 30 di altezza, con una chioma di m. 35,

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sciati questi alberi presso le strade per il riposo dei viandanti se posti presso una fonte d’acqua o per segnalare da lontano un passo o un passaggio di difficile percorrenza. Il Faggione forse aveva proprio una funzione di dare ristoro alle persone che passavano, oppure che lavoravano nei boschi come pastori o boscaioli o raccoglitori di castagne e si riposavano bevendo e mangiando all’ombra del faggio che di per sé è ricchissimo di fogliame. Infatti il faggio è una pianta sciofila e ombrofila per cui crea chiome particolarmente fitte e ombrose. Nel nostro immaginario, quando pensiamo ad un bosco cupo e misterioso oppure ombroso e fresco, allora ci raffiguriamo le faggete che coprono tutta la fascia alta del nostro Appennino. Infatti è una pianta esigente in fatto di umidità e vuole un clima di tipo Atlantico ovvero con scarsa escursione fra estate ed inverno. Vuole estati umide ed inverni non eccessivamente rigidi e questi climi li trova fra i m. 600-700 ed i 1700 metri di quota oltre i quali nell’Appennino vivono solo arbusti e brughiere. Se trova condizioni adatte di freschezza e terreno profondo e sciolto può vivere anche a quote più basse o anche (come annotava Ginanni naturalista ravennate del 1700) nelle pinete di Ravenna. Non è particolarmente esigente in fatto di terreno, ma rifugge i ristagni di acqua ed i terreni troppo compatti ed argillosi. Vuole terreni neutri o leggermente acidi. Il faggio pur vivendo in zone ostili per l’uomo, come le aree montane del nostro Appennino, ha anche dei punti deboli. Non sopporta le gelate tardive, le siccità estive e, se vissuto in bosco tutta la vita e scoperto improvvisamente, può ustionarsi e seccare la corteccia esposta al sole. Il 2017 è stato un anno deleterio per il faggio in quanto una gelata tardiva ad aprile ha seccato gran parte delle foglie appena emesse, poi la siccità estiva lo ha ulteriormente defogliato in anticipo per cui molte piante di

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faggio seccheranno nei prossimi anni. Il faggio è sempre stata una pianta utile all’uomo sia come legname d’opera, sia come legna da ardere o per produrre la carbonella. Pur col suo legno biancastro o rosato è sempre stato utilizzato per realizzare mobili o oggetti d’uso delle case da contadino e poi per la cellulosa e l’impellicciatura dei mobili moderni. Essendo una pianta amante dell’ombra, anche il taglio a ceduo per produrre legna da ardere può danneggiarla per cui, per il faggio si usa il ceduo o sterzo che è una pratica per far sì che la ceppaia non muoia nei trattamenti di taglio. Il suo frutto (la faggiola) è molto appetita da tutti gli animali della foresta ed in particolare dai cinghiali ed anche l’uomo vi faceva pascolare allo stato brado i maiali per ingrassarli. Le faggiole tostate sono un surrogato del caffè. Il nome faggio sembra derivare da una parola greca con significato di mangiare ed il termine latino Fagus silvatica indica che questa pianta crea le selve (Silvatica) ed è anche conosciuta come Madre Selva perché con la lettiere di faggio si crea un humus molto gradito da tutte le altre specie arboree. Infine la bellezza della sua corteccia liscia, grigia

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con le chiazze bianche dei licheni, il suo portamento così compatto della chioma, il colore verde pisello in primavera delle sue foglie, il verde cupo durante il periodo estivo ed il colore giallo-ruggine nel periodo autunnale o le gemme rossicce in inverno-primavera, ne fanno uno degli alberi più belli della flora italiana. Il fascino del faggio e delle Faggete ha sempre colpito l’immaginazione ed il rispetto di tutti sia dei boscaioli, sia dei turisti, sia degli artisti e dei Santi. Non è un caso se tanti religiosi scelsero le faggete assieme alle abetine come luogo di meditazione e di preghiera, non solo perché così poste in ambienti solitari e ostile all’uomo, ma anche perché il silenzio delle foreste lontano dalle distrazioni mondane facilitava la riconciliazione con la natura ed il raccoglimento. Non a caso in queste foreste San Giovanni Gualberto e San Romualdo concepirono le regole dei loro ordini religiosi e San Francesco ricevette le stigmate.

Chioma a semisfera del faggio

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Foto Giorgio Sabatini

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Quindi quando entriamo in una faggeta così ombrosa, fresca e silenziosa, dobbiamo qualche volta fermarci, smettere di raccogliere funghi, e cercare di riconciliarci con noi stessi. Il faggio può rilasciare elementi medicamentosi così si spiega perché nel laghetto degli Idoli nei pressi del Monte Falterona furono trovati moltissimi ex-voto, per grazia ricevuta, degli antichi etruschi che bevendo le acque della pozza del laghetto ricevevano beneficio in quanto vi marcivano dentro rami e foglie di faggio. Il Faggione del Tramazzo sintetizza tutti questi argomenti con la sua imponenza, la sua ombra fresca e accogliente, la sua chioma che sembra una chioccia che accoglie sotto di sé il viandante, il lavoratore, il turista che spesso si ferma a mangiare seduto sulle sue radici sporgenti, rassicurato e rinfrescato da quest’abbraccio possente dell’albero che sembra trasudare saggezza e forza. Massimo Milandri Dott. in Scienze Forestali

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Vita delle Sezioni Onorificenze maturate al 30 giugno 2018

Per eventuali verifiche rivolgersi all’Avis di appartenenza BERTINORO Distintivo in Rame Di Leonforte Alex Strada Sofia Distintivo in Argento Giovannini Pamela Lorusso Gianpaolo Scibilia Fabrizio Valbonesi Silvia Distintivo in Oro Gatti Sandro Salsi Teresina Distintivo in Oro con Smeraldo Sirotti Graziano CASTROCARO TERME e TERRA DEL SOLE Distintivo in Rame Battistini Andrea Franci Elisa Gattella Roberta Lombardi Leticia Lombini Alessio Magalotti Riccardo Peron Fausto Vallicelli Valentino Distintivo in Argento Assirelli Luca Carcione Luciano Caroli Giulia Cilea Rosalia Fabbri Irene Fiore Antonio Gattella Lisa Marchetta Michele Merenda Roberta Pelhuri Arsilda Ruscelli Federico

Serrani Mattia Straniero Mina Zoli Alessia Distintivo in Argento Dorato Asirelli Laura Galeotti Riccardo Gentilesca Dino Gurioli Michela Pizzigati Mattia Ricci Alessandro Distintivo in Oro Biondini Daniele Fabbri Roberto Turci Massimiliano CIVITELLA DI ROMAGNA Distintivo in Rame Agnoletti Dario Dini Enrico Grassi Luca Samsam Salah Distintivo in Argento Boanta Cornelia Masini Lucia Masini Maurizio Mordenti Romana Ravaioli Giulia Sansavini Oscar Scudu Santino Distintivo in Argento Dorato Bergamaschi Paola Maltoni Francesco Distintivo in Oro Ghetti Demis Distintivo in Oro con Rubino Matturro Vincenzo

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DOVADOLA Distintivo in Rame Frassineti Annalisa Gjoni Klevin Pezzi Fabrizio Trinchese Fabio Distintivo in Argento Bonavita Francesco Ranieri Sofia Staffa Martina Distintivo in Argento Dorato Cortesi Moreno Marzocchi Maurizio Nannini Silvia Perini Alice Ravagli Francesco Santi Andrea Toni Fabrizio Distintivo in Oro Ravaglioli Rossano Rodari Frederic Paul Antoine Vitali Andrea FORLIMPOPOLI Distintivo in Rame Alni Alice Bacchi Riccardo Benhya Mohammed Bergamaschi Fabrizio Bisacchi Gianluca Capanni Chiara


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Casadei Debora Galeotti Elisa Ghader Panah Federica Lolli Jacopo Lorenzi Luca Magnani Micaela Martinelli Agnese Mercuriali Marilena Motta Salvatore Pavone Gabriel Pyszczak Mateusz Reccia Alessandra Riguzzi Roberto Rossi Gessica Sproccati Serena Tassinari Filippo Trianni Chiara Vita Urbano Francesco Distintivo in Argento Bonini Piergiovanni Campacci Andrea Campri Claudio Capacci Viktoriia Casadei Silvia Ceccoli Monica Ciani Maurizio Cucchi Alberto Gaspari Marianna Giovanetti Valter Lapolla Luigia Massi Elisa Milanesi Pietro Palareti Enrica Rossi Gessica Rossi Stefano Roverelli Simone Sangiorgi Silvano Signani Tiziano Valentini Lisa Vitali Mirco Zimbardi Linda Mariacarmine Distintivo in Argento Dorato Benagli Massimo Bombardi Massimiliano Conficconi Maria Rosaria Fornasari Francesca Fornasari Giulia

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Golinucci Daniela Lolli Guido Mangelli Angela Passarini Marco Perugini William Simone Marco Versari Matteo Zanchini Maurizio Distintivo in Oro Bellini Bruno Bertoni Rosella Dall’agata Diana Di Leo Lorena Maltoni Massimo Severi Gabriele Zanoni Matteo Distintivo in Oro con Rubino Amadori Daniele Casadei Paolo Zambianchi Alessandro Distintivo in Oro con Smeraldo Matteucci Bruno MELDOLA Distintivo in Rame Chahbouni Noreddine Ciocca Morena Coromano Giulia Moffa Giuseppina Poliziani Michele Ranieri Alberto Tescari Lisa Zaccarelli Alex Distintivo in Argento Annesi Patrizia Biondi Stefano Camprini Andrea Cangialeoni Morena Cavalieri Michele Denaro Giuseppe El Halaby Khawla Ahmad Furlani Maria Chiara Noto Vincenza Petrini Nicola Zoli Alessandro Distintivo in Argento Dorato Bentivogli Antonella

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Bentivogli Gabriele Bertelli Sandra Bocchi Alberto Capacci Alex Fattini Silvia Mambelli Gianmaria Nanni Natascia Ranieri Maurizio Distintivo in Oro Canali Marialuisa Fabbri Rosella Mariani Piero Mengozzi Daniela Pini Letizia Savia Samanta Sabrina Travagliati Elio Zaccarelli Alberto Distintivo in Oro con Rubino Brancher Celestino Distintivo in Oro con Smeraldo Fabbri Maurizio MODIGLIANA Distintivo in Rame Baldini Maria Bonoli Sara Catani Marco Ciani Samantha Cornigli Bruna Giraldi Elisa SamorĂŹ Iris Tomassini Daniele Distintivo in Argento Baldoni Manuela Bandini Gabriele Fabbri Claudio Fabbri Luciana Foligni Stefano Giuliani Andrea Lombini Giordana Tassinari Marco Distintivo in Argento Dorato Fabbri Denise Magalotti Flavio Sangiorgi Daniela Visani Massimo


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Distintivo in Oro Dal Monte Rita Distintivo in Oro con Smeraldo Laghi Giancarlo PREDAPPIO Distintivo in Rame Bartolucci Piero Derni Biancaluce Ghmadh Mehdi Ivanova Viktoriya Dinkova Masotti Benedetta Paolucci Pier Luigi Solfrini Sarah Distintivo in Argento Annunziata Massimiliano Baldino Monica Calcina Valentina Castagnoli Matteo Facibeni Jenny Giacomoni Danilo Greggi Marica Savioli Mirko Valbonesi Luca Distintivo in Argento Dorato Capacci Margareth Noto Rosina Pettirosso Antonio Prati Massimo Schiumarini Marco Distintivo in Oro Farneti Daniele Giovanetti Rosalba Lambruschi Luca Lombardi Miria Sansavini Maurizio Stollberger Silvia Valmori Gabriele Distintivo in Oro con Rubino Bertozzi Tiziano Landi Claudio Landi Davide Distintivo in Oro con Smeraldo Magnani Silvano ROCCA SAN CASCIANO Distintivo in Rame Fogolla Ilaria Frassineti Lorenzo Ghetti Antonio

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Milarska Zofia Mariola Distintivo in Argento Manni Sonia Valmori Eleonora Distintivo in Argento Dorato Amadori Gianluca Cappelli Mirco Giorgini Luciano Mascioli Roberto Distintivo in Oro D’agosto Angelina Gabriela Fogolla Francesco Poggiolini Donatella Distintivo in Oro con Rubino Piovaccari Massimo SANTA SOFIA Distintivo in Rame Bresciani Veronica Danci Denisa Lenuta Fabbri Nicola Galeotti Federico Marzocchi Alessandro Munteanu Alina Distintivo in Argento Amadori Francesca Conficoni Emiliano D’ambrosio Simona Di Tante Francesca Mambelli Elisa Miron Laurentiu Miron Maria Mirabela Monti Massimo Raileanu Elena Riguccini Luca Distintivo in Argento Dorato Bardi Marco Daveti Clara Dianini Filippo Fasola Violeta Filipperi Marco Innocenti Alessandro Motta Cesare Musiema Milena Nanni Alex Nanni Denis Spadola Vincenzina Stoppa Sestilia Distintivo in Oro Foietta Filippo

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Lombardi Fleana Monti Claudia Rossi Igor Torri Massimiliano Distintivo in Oro con Rubino Balzani Edoardo Bardi Gian Paolo Bresciani Gianmichele Navacchi Celso TREDOZIO Distintivo in Rame Versari Carlo Distintivo in Argento Poggiolini Jonny Distintivo in Oro Villa Fulvia FRATRES PREMILCUORE Diploma per 8 donazioni Freddi Elisa Giovanetti Gabriele Gunelli Erica Rinieri Lorenzo Romualdi Lara Mihai Stan Robert Valpiani Giulia Medaglia Bronzo per 16 donazioni Incerti Massimo Medaglia Argento per 25 donazioni Casamenti Davide Maiolini Luca Razuan Muhamad Sardi Roberto Medaglia Oro per 50 donazioni Campacci Fabio Giovannetti Alessandro Guidi Massimo Pretolani Claudio Frassineti Maria Medaglia Oro con Smeraldo per 100 donazioni Spighi Silverio


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MirabilAvis 4U

Iniziativa che vince... non si cambia

Domenica 15 luglio si è svolta la quarta edizione del MirabilAvis, la giornata che puntualmente ogni estate Mirabilandia, in collaborazione con il Gruppo Giovani di Avis Regionale EmiliaRomagna, dedica ai donatori di sangue e ai loro amici. Anche quest’anno sono stati tanti i donatori arrivati al parco da ogni parte d’Italia ed è stata un’ottima occasione per chi ha approfittato dell’evento per compilare la domanda di iscrizione all’Avis, perché ha avuto il privilegio di entrare al parco con lo stesso prezzo agevolato riservato ai donatori effettivi. In questi 4 anni il rapporto e la fiducia tra lo staff di Avis Emilia-Romagna e la dirigenza di Mirabilandia si sono consolidati al punto da permettere ad Avis di ottenere, anno dopo anno, sempre più visibilità all’interno del parco. I volontari hanno accolto e accreditato i donatori prima dell’ingresso e hanno allestito un punto informativo interno accanto alla piazza principale. Al punto informativo era possibile lasciare una frase, un pensiero, un disegno su un’enorme striscia di carta a ricordo del proprio passaggio e della propria presenza oppure giocare con i nostri volontari rispondendo a svariati quesiti sulla donazione di sangue e plasma. Alcuni hanno incrociato i volontari in giro per il parco e si sono prestati per selfie e foto di gruppo con la cornice social #MirabilAvis. Il momento clou si è svolto nel pomeriggio alla stuntman arena, prima dello spettacolo di auto e moto Hot Wheels. Sul maxi schermo è stato proiettato un video promo sulla donazione del sangue e lo spettacolo è iniziato con l’ingresso nell’arena di un’auto a suon di sgommate di una portavoce di Avis Regionale Emilia-Romagna: io. Ho vissuto questo evento in prima linea fin dal primo anno, ma mai avrei creduto di poter vivere un’emozione tanto intensa. Arrivare a bordo di un auto con un pilota professionista che mi

ha shakerato come un cocktail e poi trovarmi di fronte una tribuna piena di gente sarà un ricordo impossibile da dimenticare. Avevo pochi minuti di tempo e tanti concetti in testa che volevo esprimere per far capire cos’è l’Avis a chi non la conosce. Non so se ce l’ho fatta, perché non ho parlato io, ha parlato il mio cuore. Come volontaria spero un giorno di incontrare qualcuno di quella platea e scoprire che il MirabilAvis è stato importante per decidere di diventare donatore di sangue. Come Referente del Gruppo Giovani regionale, ringrazio tutti gli avisini emiliano-romagnoli che si sono impegnati nella buona riuscita di questa giornata ed in particolare i ragazzi provenienti da Forlì e circondario: Gianluca e Michele di Avis Forlì, Veronica di Avis Predappio, Sara e Marco di Avis Modigliana. Se non c’eravate guardate cosa vi siete persi… e comunque Avis e Mirabilandia vi danno appuntamento al prossimo anno! Lorenza Montaletti

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“Quando il nonno rubava le gomme” Racconto secondo classificato Sezione Premio “IN MAGAZINE” prosa inedita

Ieri il mio nipotino è venuto a chiedermi un ricordo sulla guerra per la ricerca della scuola. Io mi sono spremuto le meningi, ma l’unico episodio con un minimo d’interesse che sono riuscito a tirare fuori è stato quando, nel 46, andai a rubare dagli inglesi. Noi della banda eravamo sempre stati un po’ monelli, ma cose gravi non ne avevamo mai fatte, prima che arrivasse Benito. Ripensandoci, c’era qualcosa in comune fra quel ragazzino e il suo illustre omonimo. Tutti e due avevano lo spirito del leader, la propensione a cacciarsi nei guai e a cacciarvi anche gli altri insieme a loro. Benito non era del paese ed entrò nella nostra classe ad anno scolastico già iniziato, ma nel giro di un mese da ragazzo straniero era passato a capo del nostro gruppo e l’aveva trasformato in una gang di monellacci. Oggi mi chiedo cos’avesse di speciale, perché tutti gli andassimo dietro. Certo, non perché fosse particolarmente bello, o intelligente, o ricco, o abile nei giochi. Non si può neanche dire che fosse propriamente simpatico, col suo atteggiamento altezzoso e la sua lingua maligna. Non vorrei essere troppo severo con i miei amici di allora. In fondo, facevamo più o meno le stesse cose che a loro tempo avevano fatto i nostri genitori: suonare il campanello e scappare via, spiare nelle stanze delle signorine, salire sugli alberi per rubacchiare un po’ di frutta. Però, con la faccenda dei copertoni, passammo davvero il limite. Sebbene la guerra fosse ormai finita da un anno, nel nostro paese continuava ad esserci un reparto di militari inglesi accampato nello stadio. Se ne stavano sempre nella loro base,

a fare esercitazioni, e quando uscivano, giravano sempre in gruppo, senza mai rivolgere la parola a noi del paese. Erano anche molto gelosi del loro accampamento, e pochissimi del paese avevano potuto entrarci negli ultimi due anni, anche solo per farci le pulizie. Non erano insomma simpatici come gli americani, che dove arrivavano subito regalavano sigarette e cioccolata e corteggiavano le ragazze. Sempre accade che intorno alle cose proibite si crei un’atmosfera di fascino e di mistero, e per questo, quando un sabato Benito ci disse: - Fra tre notti, andiamo tutti quanti al campo degli inglesi – fu come se avesse detto: - Stasera, andiamo tutti nella camera del faraone a rubare il tesoro. Non ricordo chi, obiettò: - Ma lì non fanno entrare nessuno. - C’è una siepe folta folta, vicino allo spogliatoio delle squadre ospiti, che dà su un punto dove la recinzione è mezza sfasciata. Un mio amico mi ha raccontato che, prima della guerra, si è visto un sacco di partite gratis sfruttando il passaggio segreto. - Però è pericoloso. Quelli sparano a vista… - A chi? Hanno mai tirato un colpo di fucile a nessuno, in due anni che sono qui? - E dopo che siamo entrati nel campo, cosa facciamo, un giro? - Certo che no. Al campo ci sarà di sicuro un sacco di materiale abbandonato. Noi ci prendiamo tutto quello che possiamo trasportare e ce lo portiamo a casa, e quello che non possiamo usare lo rivendiamo al signor Drudi, quello della borsa nera. Non ho mai saputo come quel trafficante avesse reclutato Benito; come avesse capito che

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quel ragazzino come tanti era la persona adatta a lavorare per lui, e a procurargli la manovalanza tra i suoi amici. Probabilmente, valeva anche lì il vecchio proverbio secondo cui Dio li fa e poi li accoppia. Tre sere dopo io, Gigen ad Morgagni, Zvanì ad Garoia e Piren ad Casadei c’incontrammo con Benito davanti alla chiesa parrocchiale. Benito ci aveva esposto minuziosamente il programma per la serata: uscire dopo il tramonto, con la scusa di una partitella fra amici, poi la spedizione dagli inglesi, e alla fine rientrare a casa prima che il campanile suonasse le ore undici. Arrivammo all’obiettivo designato senza troppi patemi d’animo, e anche strisciare sotto la siepe, come i marines nei film americani, non fu troppo difficile. Benito, freddo come un gangster di Chicago, allargò lo squarcio nella recinzione con le cesoie che si era portato dietro e potemmo passare. Quella notte, quando ebbi la recinzione alle spalle, e vidi davanti a me il prato verde, mi sembrò una pampa sconfinata, ma non deserta, al contrario riempita di tende, di jeep ed altri automezzi, di casse e cassoni. Mancavano gli uomini, perché era sera di libera uscita. Solo aguzzando bene lo sguardo si poteva distinguere una figuretta sopra gli spalti dal lato opposto, uno dei tre o quattro sfortunati rimasti a sorvegliare il campo. - Allora, facciamo in fretta – disse la voce di Benito, riportandomi alla realtà. – Le sentinelle o dormono o guardano fuori ma se giochiamo alle belle statuine, rischiamo di farci beccare lo stesso. Tu, Morgagni, che hai gli occhi buoni, vedi dove sono i copertoni? Gigen, ansimando, rispose: - No, non li vedo, però vedo un mucchio di casse sotto la tribuna. - Quelle, lasciale perdere. Un tale di Sant’Arcangelo rubò una cassa ai tedeschi senza sapere cosa c’era dentro; è saltato in aria, e hanno dovuto raccogliere i pezzi fino a Verucchio. Provai un’infantile ammirazione per la freddezza con cui Benito raccontò quel macabro aneddoto. Intervenne Zvanì: - I copertoni, non dovrebbero essere accanto agli automezzi? Mi sembra che siano lì, dietro le jeep parcheggiate. Benito disse: - Un po’ lontani, ma siamo andati

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troppo avanti per fermarci adesso, - e noi lo seguimmo, però questa volta anche lui aveva la voce ansimante. Passammo la pista di terra battuta, entrammo nell’ex campo da gioco, ridotto ad un prato incolto da tre anni di mancata manutenzione. Passammo accanto alle tende deserte, alle casse dal contenuto inquietante, alle jeep, ai bidoni di benzina che, non fossero stati troppo pesanti per essere portati via, avrebbero potuto nutrire le nostre famiglie per un anno. Benito si guardava continuamente intorno, forse raccogliendo dati per la prossima spedizione. Giungemmo ai copertoni, messi in colonne più alte di noi. Riuscimmo a prenderne sei, uno a testa e due per Benito, e poi cominciammo a farli rotolare verso il punto da cui eravamo partiti. Era anche divertente, come esercizio sportivo, e per un momento ci dimenticammo di dove eravamo e cosa stavamo facendo. Poi, però, forse facemmo troppo rumore, e risvegliammo l’attenzione della sentinella. Udimmo un urlo in una lingua straniera e poi una fucilata. Credo che la sentinella avesse tirato in aria, ma se la sua intenzione era quella di spaventarci, ci riuscì perfettamente. Buttammo tutti via le gomme e ci mettemmo a correre come lepri verso il buco da cui eravamo entrati, poi ci infilammo attraverso lo squarcio e passammo sotto la siepe, senza preoccuparci di evitare graffi e lacerazioni ai vestiti. Solo Benito continuò a far rotolare le sue due gomme fino al buco nella rete. Si rassegnò a sacrificarne una e a lasciare

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il campo con l’altra, scagliando continuamente insulti e parolacce contro di noi, perché ce ne stavamo impalati, senza dargli una mano. Una volta che fummo di nuovo tutti insieme, Benito ci disse chiaro e tondo che potevamo scordarci la divisione del bottino in parti uguali. Umiliati, non avemmo nulla da obiettare, e lui sparì nella notte, facendo rotolare il suo tesoro, diretto a chi sa quale nascondiglio in mezzo ai campi. Noi altri quattro ci separammo, vergognosi non per il tentato furto, ma per la nostra codardia, sapendo che adesso avremmo dovuto affrontare la prova più difficile: giustificare coi nostri genitori gli strappi ai vestiti. Ecco, questo è il mio ricordo del periodo intorno alla guerra, ma mi chiedo se sia il caso di spiattellarlo così, chiaro e tondo, a mio nipote. Se mai dovesse incontrare per strada Gigen ad Morgagni, che poi è diventato maestro; oppure Zvanì Garoia, che è stato a capo dei nostri vigili urbani pe vent’anni; oppure andrà al cimitero, e vedrà la tomba di Piren Casadei: riuscirà ancora ad avere il rispetto dovuto alle persone anziane ed ai morti, sapendo quello che abbiamo combinato in prima media? Soprattutto, conserverà il rispetto per me? I suoi genitori potranno permettersi di rimproverargli una marachella, senza che lui ribatta: “Io, perlomeno, non sono andato di notte a rubare i copertoni ai soldati, come il nonno”? Angelo Cappelli

Motivazione per secondo classificato ex aequo “Quando il nonno rubava le gomme” Senza retorica, viene raccontato un frammento di storia personale, che ha sullo sfondo la grande Storia. Un gruppo di ragazzini affronta una sorta di “prova di iniziazione” nel corso della quale emergono i caratteri individuali, i ruoli, e forse una traccia di futuro. Il racconto viene condotto agilmente verso il suo scioglimento, e si conclude in maniera commossa e divertita allo stesso tempo, anche in questo caso senza indulgere a sentimentalismi ma con un timbro asciutto e personale, che costituisce la caratteristica saliente del racconto.

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Nuove poltrone per plasmaferesi

L’Autunno si scalda con il Crowdfunding Avis-IdeaGinger

raccolta fondi dal basso), iniziativa su cui noi di Avis stiamo lavorando in collaborazione con la piattaforma online IdeaGinger. La Campagna partirà a fine Ottobre e durerà fino a fine Novembre 2018, durante la quale cercheremo di raccogliere ben 8.000€! Se raggiungeremo l’80% dell’obiettivo, il restante 20% verrà finanziato dalla BCC Ravennate Forlivese e Imolese e così potremo comprare almeno due poltrone. Non lavoreremo solo su internet, però! Ci saranno anche eventi dal vivo, come il Pranzo a buffet rivolto a tutto il Comprensorio dell’UDR, il 28 Ottobre (per info e prenotazioni chiama 0543-20013) e altre iniziative in fase di programmazione. Oggi più che mai abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e sappi che anche solo partecipando al Pranzo del 28 Ottobre puoi dare il tuo contributo. Non mancare e aiutaci a spargere la voce! Grazie di cuore.

Hai mai notato le differenze pratiche tra la donazione di sangue e quella di plasma? Quando doni sangue, sai che sarà generalmente più veloce rispetto alla plasmaferesi: circa un quarto d’ora invece di quaranta minuti. Ma le differenze non sono solo qui. Hai mai notato che quando doni sangue è più facile salire sulle poltrone grazie allo schienale che si muove avanti e indietro? E sai che se nel raro caso dovessi avere un abbassamento di pressione puoi essere messo subito nella posizione ​anti-shock​con le gambe in alto? Purtroppo con le attuali poltrone dedicate alla plasmaferesi la situazione è diversa, perché queste non hanno lo schienale mobile e l’accesso può essere problematico... In più niente gambe in alto solo grazie alla poltrona. La soluzione per agevolare la donazione di plasma, tutelando anche di più il donatore è comprare nuove poltrone con caratteristiche simili a quelle per la donazione di sangue. Così le nuove poltrone andrebbero a sostituire quelle vecchie per plasmaferesi. Solo che le nuove poltrone costano parecchio e a noi ne servono ben 4. In nostro aiuto però arriva il Crowdfunding (la

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Alla scoperta del Salento Accoglienza genuina!

Andare in gita è sempre un’esperienza piacevole, quando poi ci si va insieme ai “colleghi” dell’Avis il successo è assicurato. Dopo anni che non si era fatta, quest’anno è stata riproposta una gita della durata di una settimana. Il tema del viaggio è stato “alla scoperta del Salento” e ci ha permesso di visitare alcuni dei luoghi più belli di questa zona. In particolare siamo rimasti colpiti da Gallipoli: il meraviglioso centro storico e i suoi abitanti ci hanno accolto facendoci sentire come a casa. La pulizia delle strade, la cura nei dettagli e le stradine caratteristiche, hanno colpito il nostro cuore suscitando in noi meraviglia e stupore. Le persone che incontravamo ci raccontavano della loro vita come se fossimo “amici da sempre”. Alla sera, anche se eravamo molto stanchi dopo le lunghe camminate, non potevamo fare a meno di andare nel centro storico di Gallipoli per incontrare i nostri “nuovi amici” e scambiare con loro quattro chiacchiere. A Campi Salentina siamo stati accolti dal Sindaco in persona, che ci ha ricevuti in Comune e ci ha raccontato la loro storia: ha sottolineato come è importante valorizzare anche i piccoli paesi poco conosciuti, che rappresentano delle incantevoli realtà tutte da scoprire. Il

loro paese è legato storicamente alla nostra Romagna, in quanto il Cardinale Enrique Enriquez (originario di Campi Salentina) è sepolto a Ravenna. Oltre ad offrirci interessanti notizie storiche, il sindaco ci ha deliziato con una prelibata merenda: il pezzo forte è stato il “pasticciotto di Obama” una rivisitazione del tradizionale pasticciotto leccese. Grazie a loro possiamo dire di avere fatto “merenda con Obama”. Alla fine di questa esperienza durata ben 7 giorni, cosa ci siamo portati a casa? Tante nuove esperienze e ricordi ma, soprattutto, nuove amicizie. Quando si parte per una gita senza conoscere nessuno si ha sempre un po’ di timore, invece è stata un’occasione per conoscere persone nuove e creare legami che, speriamo, possano durare nel tempo. Sulla spinta dell’entusiasmo non possiamo fare altro che ringraziare AVIS per questa straordinaria esperienza, sperare che si possa ripetere anche l’anno prossimo (scegliendo una nuova destinazione tutta da scoprire) e consigliamo a tutti (donatori e non) di non farsi scappare questa meravigliosa opportunità Rosa Bucci

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I volontari AVIS Dietro le quinte e in prima linea

Hai mai pensato che potresti donare ad Avis anche un po’ del tuo tempo come volontario? Per far funzionare l’associazione e permettere ai donatori di svolgere il loro importante compito ci sono molte persone che collaborano insieme. C’è chi non può donare né plasma né sangue ma informa e avvicina i potenziali donatori; c’è chi si mette a disposizione “semplicemente” perché vuole aiutare gli altri. C’è poi chi sente il desiderio di “voler dare indietro” perché in prima persona o un familiare ha ricevuto sangue (lo confesso, io mi ritrovo in questa categoria per aver rischiato di non essere qui a scrivere). Senti che vorresti dare il tuo contributo ma sei ancora dubbioso? Non sai bene cosa fare e come proporti? Non avere paura! Ci sono moltissime cose che puoi fare come volontario Avis, c’è posto per ogni persona e competenza. Ami stare in mezzo alle persone e sei socievole? Sei perfetto per i nostri banchetti informativi.

Sai scrivere bene, disegnare vignette o fotografare? L’area comunicazione potrebbe fare per te. Sei bravo con i bambini e i ragazzi? Forse sei l’asso di briscola per l’informazione nelle scuole. E se invece non sei particolarmente espansivo o non sai trattare i bambini? Potresti dare un aiuto prezioso per il servizio di raccolta delle offerte ai funerali. Già, anche questo si può fare: Avis promuove la VITA anche in occasioni dolorose come la morte e accoglie l’ultimo gesto di chi ha preferito aiutare gli altri invece di essere coperto di fiori. Bene, deciso, puoi farlo! Per diventare un volontario Avis ti basterà scrivere a forli.comunale@avis.it oppure chiamare 0543.20013 per fissare un appuntamento. Durante una chiacchierata dal vivo potrai capire in che modo dare il tuo contributo, quanto tempo potrai dedicare e in quali aree potresti essere più utile. Ricorda che in questa nuova avventura sarai affiancato da volontari più esperti che ti aiuteranno e guideranno: non sarai lasciato solo. Coraggio, Avis e noi volontari abbiamo bisogno di te! Marina Ravaioli

CERCHIAMO TE! basta poco per fare la differenza... dona un po’ del tuo tempo.

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40° anniversario Castrocaro Terme e Terra del Sole

Gli anni passano, ma restiamo giovani vinciale è stato il sig. Savelli Stelvio. Il 1° novembre del 1979 si sono svolte le prime elezioni, grazie alle quali sono stati nominati: il primo presidente Ravaioli Verbano e il primo segretario Donatini Donato. Il presidente è rimasto in carica fino al gennaio del 1999 quando, a seguito di nuove elezioni, viene nominato presidente Cappelli Dino già componente del direttivo uscente. Dal gennaio 2002 sono stato nominato presidente e ho cercato di dare slancio all’associazione istituendo la Festa del Donatore giunta alla 16a edizione sospesa nel 2018 per la troppa burocrazia e costi ingiustificati. Negli anni, assieme ai miei collaboratori, abbiamo arricchito il calendario eventi, organizzando le conferenze de “I Mercoledì della Salute e della Prevenzione” in collaborazione col dott. Saverio Ruggeri e promosso le libere Camminate Notturne per i nostri colli. La nostra sezione può vantare 213 donatori attivi e 10 soci collaboratori. Dalla data di fondazione ad oggi sono state effettuate 10.590 donazioni. Durante questi anni sono “transitati” in sezione ben 623 donatori. Approfitto dell’occasione per ringraziare tutte le autorità associative e comunali, le associazioni e gli imprenditori intervenuti, che hanno contribuito a rendere speciale questa giornata. Un ringraziamento a tutti i miei collaboratori senza i quali non avremmo raggiunto i risultati odierni. Roberto Pizzigati Il Presidente

In data 21 aprile abbiamo festeggiato il 40° anniversario di fondazione dell’Avis di Castrocaro Terme e Terra del Sole “Donato Donatini”. Per celebrare il nostro anniversario abbiamo voluto coinvolgere associazioni del territorio che hanno accolto di buon grado l’invito. La celebrazione si è svolta presso la Chiesa di Santa Reparata a Terra del Sole con un concerto Banda e Coro ed è stata realizzata in collaborazione col Corpo Bandistico ed il Gruppo Corale del Comune di Castrocaro. Il concerto, dedicato alla memoria del nostro Presidente onorario Cav. Dino Cappelli, ha visto la presenza di numerose persone ed è stato un evento carico di emozioni. Nel corso della serata sono state consegnate Targhe commemorative a soci, amici e associazioni particolarmente vicine ad Avis. L’evento è stato coronato da un grandioso rinfresco offerto dal Gruppo del Fuoco di Terra del Sole in collaborazione con la ProLoco. Per fare conoscere meglio la nostra realtà, abbiamo piacere di raccontarvi un po’ della nostra storia associativa. L’Avis di Castrocaro è stata fondata il 26 aprile del 1978 con assemblea costitutiva nel palazzo Pretorio di Terra del Sole alla presenza dei signori: Bandini Tonino, Benericetti Ermanno, Biscatta Adriano, Boni Berto, Cantarelli Alide, Cappelli Dino, Donatini Donato, Dotti Giovanni, Dotti Lorenzo, Dotti Mario, Fiorini Celso, Fiorini Ornella, Gori Marcello, Gurioli Lucio, Gurioli Rosanna, Liverini Alberto, Mantellini Gianpaolo, Nati Romano, Reggiani Fedora, Savelli Stelio, Savorani Adriano, Savorani Walter, Valentini Bruno, Valentini Settimio, Vedoni Filippo, Visani Maria, Zoli Claudio, Zoli Giulio e del Prof. Giorgio Maltoni. Il primo commissario nominato dal consiglio Pro-

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Un viaggio nell’arte Destinazione: Musei San Domenico

La cultura è un grande patrimonio dal punto di vista intellettuale, ma anche, in molti casi, dal punto di vista economico, soprattutto quando si tratta, ad esempio, di importanti mostre non preconfezionate ma originali nell’indagare un tema in modo approfondito. L’ultima mostra (la tredicesima in ordine di tempo) dal titolo “L’Eterno e il Tempo fra Michelangelo e Caravaggio”, allestita ai Musei San Domenico ed organizzata dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi, si è chiusa il 17 giugno scorso riportando un numero di visitatori altamente positivo. Sono state superate infatti le

100.000 presenze con molti visitatori venuti da fuori provincia e dall’estero fra cui anche due prestigiose delegazioni: una del governo cinese che avrebbe voluto portare la mostra a Shanghai e l’altra della National Gallery di Washington. Un successo, dunque, che si allinea alle precedenti mostre dedicate al Canova, a Wildt e al Novecento. Il programma delle grandi mostre non si esaurisce però con la chiusura della rassegna appena citata. Sono, infatti, già in programma, sempre al San Domenico, due grandi mostre: la prima si terrà dal 22 settembre al 6 gennaio ed avrà come protagonista il noto fotografo siciliano Ferdinando Scianna, la seconda, con date da destinarsi ma relative sempre al periodo febbraio – giugno, avrà probabilmente come titolo ”Il Risorgimento dell’arte”. La mostra di Scianna dal titolo “Il viaggio il racconto la memoria” comprenderà circa 200 fotografie in bianco e nero appartenenti a tutta la carriera del fotografo. Le sezioni della mostra sono sei: La Memoria (Bagheria, la Sicilia, le feste religiose), Il Racconto (Lourdes, i bambini, Kami, il dolore), Ossessioni (il sonno, le cose, l’ombra, bestie, gli specchi), Il Viaggio (America, deambulazioni, i luoghi), Ritratti, Riti e Miti (le cerimonie, donne, Marpessa). Un altro pregio della mostra sarà l’accompagnamento, nella visita, di un’audioguida con voce di Scianna per conoscere meglio il suo

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percorso umano e artistico che lo ha visto dedicarsi alla fotografia da giovanissimo e, successivamente, nelle tappe del suo percorso di reporter, di fotografo di grandi marchi come Dolce & Gabbana e di appassionato cultore di foto di ritratti. Per quanto riguarda invece la mostra di pittura e scultura che si terrà nel 2019, il tema sarà “Risorgimento dell’arte” e coinvolgerà il

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periodo che va dal 1861 al 1911. Non una mostra storica, dunque, e da non confondere con l’arte del Risorgimento. Infatti nella mostra si evidenzierà il rinnovamento operato nell’arte in quegli anni grazie ad una forma di creatività nuova. Un progetto importante che apre le porte anche a tante altre espressioni d’arte, come la musica, il cinema, il teatro, la letteratura. Il fulcro della mostra sarà rappresentato dalle opere di due grandi artisti: Francesco Hayez (autore del notissimo quadro “Il bacio” che sarà in mostra) e Giovanni Segantini. Poi opere di tanti altri autori come Boccioni, Pellizza da Volpedo, Previati, Telemaco Signorini, Fattori, de Nittis, Vittore Grubicy, Sartorio, Angelo Morbelli. Non mancheranno poi autori del realismo, del divisionismo fino alla pittura macchiaiola con una continua e crescente apertura alla modernità, ma senza dimenticare le radici del passato. Rosanna Ricci

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Un kit salivare Salvavita

Dal 18 al 28 Giugno si è svolta la nona edizione del torneo di basket “Marghe All-Star” in memoria di Matteo Margheritini che è scomparso a causa della leucemia. Questa iniziativa rispecchia da anni il grande spirito di solidarietà e di partecipazione attiva che tutti i partecipanti nutrono verso la cittadinanza. Durante lo svolgimento del torneo le partite sono state molto avvincenti e i ragazzi si sono impegnati e hanno dato spettacolo: noi di Admo con i banchetti abbiamo interagito con le persone presenti e in qualche caso abbiamo anche eseguito il tampone salivare. La formula di questo torneo prevede una partecipazione di 150 ragazzi per formare le dodici squadre che da anni si sfidano per vincere, ed è diviso a gironi da tre squadre ciascuno, però solamente le prime due di ogni girone potranno accedere alle fasi finali del torneo.

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ASSOCIAZIONE DONATORI MIDOLLO OSSEO Il nostro obiettivo è quello di divulgare la nostra tematica e di renderli consapevoli del fatto che una cosa semplice come un kit salivare può effettivamente salvare una vita. Le serate sono state positive per noi perché molte persone che non conoscevano l’associazione ne sono venute a conoscenza e per noi questo è importantissimo per aumentare la nostra visibilità sul territorio. La fase eliminatoria del torneo si è svolta presso la polisportiva di Roncadello mentre la finale si è tenuta in Piazza Saffi mercoledì 11 luglio dove ovviamente Admo è stata presente. Speriamo che in queste giornate molti giovani abbiano avuto voglia di ascoltare la nostra tematica e di iscriversi con un gesto semplice ma grande. Andrea Salsi Volontario SCN - Progetto ADMO

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Donare dopo gli 80 anni ...è ancora possibile Lo dimostra senza ombre di dubbio lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “American Journal of Traplantation” firmato da Pietro Ruggementi dell’Istituto Mario Negri con la collaborazione dei ricercatori dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, del Policlinico di Padova e dell’Ospedale di Verona. Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle ricerche del “Mario Negri” riferisce: “quando ho iniziato il mio lavoro di medico, i donatori che avevano più di 50 anni non si prendevano neppure in considerazione”. In seguito il limite di età del donatore è stato progressivamente alzato anche proprio per merito delle ricerche del team del “Mario Negri”. “Il problema” dice Remuzzi “era come stabilire se il rene di un donatore ultraottantenne potesse essere ancora in condizione di essere utilizzato e se singolarmente”. Si è iniziato pertanto a biopsiare il rene appena prelevato creando uno score di valutazione non più solamente macroscopico e sugli esami di laboratorio del donatore ma sulla qualità mi-

croscopica che si è dimostrata molto più affidabile sulla futura funzionalità dell’organo. La biopsia ha dimostrato inoltre che la gran parte di quei reni trapiantati con successo sarebbe stata scartata con gli altri criteri indiretti in uso quali l’età, le malattie pregresse, le dimensioni del rene, ecc… Lo studio infatti presenta i dati a distanza di diversi anni dal trapianto e mostra che non c’è differenza nella sopravvivenza di questi organi rispetto a quelli prelevati a persone più giovani. Spesso nel caso di donatore anziano si destinano i 2 reni allo stesso ricevente perché è più raro trovare un rene perfetto, nel qual caso sommando la loro funzionalità fanno perfettamente il lavoro di un rene singolo. E’ quindi auspicabile che un utilizzo sempre più frequente del rene “buono” e del doppio trapianto di reni “ai limiti” da donatore ultraottantenne allo stesso ricevente possa consentire di ridurre il numero dei pazienti in lista di attesa con gli ottimi risultati che si sono ottenuti anche a distanza di tempo. Sauro Urbini

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Nuoto in acque libere Domenica 29 luglio

apprezzati dai vincitori. Per Avis è stata un’ulteriore occasione di proporre ai concorrenti e loro amici e conoscenti, persone in prevalenza giovani e in buona salute, l’importanza e l’urgenza di aderire all’Associazione e di iniziare il percorso di donatori.

Nell’ampia e assolata spiaggia e in un mare liscio come l’olio antistanti la Congrega Velisti di Cesenatico, si è svolto il 10° Trofeo Romagna Acque Libere al quale fin dai primi anni Avis Provinciale FC ha aderito, fornendo il patrocinio e mettendo a disposizione materiale divulgativo e premi. Lo svolgimento è ormai collaudato: più di 150 nuotatori, provenienti da tutta la regione ed anche oltre, si sono misurati sui due percorsi di 800 e 2600 metri. Di tutto rispetto i tempi realizzati dai campioni (migliori tempi: 31:55 agonisti maschi e 32:20 agonisti femmine, entrambi di Cervia Nuota). Concluse le gare, immancabilmente, a tutti i concorrenti è stato offerto un piatto di ottimi fusilli al ragù ed una fetta di cocomero alla “temperatura di cantina” (chi ricorda quando i nostri nonni immergevano il cocomero, legato con una lunga corda, nel pozzo? Ecco, quella era la giusta temperatura!). A mezzogiorno suonato si sono svolte le premiazioni, sia dei concorrenti suddivisi nelle varie categorie, sia delle Società. E proprio alle Società sono stati consegnati i premi offerti da Avis: sei bellissimi quadretti di ceramica decorati a mano, riproducenti scene della vita marittima di Cesenatico; pezzi unici, molto

Claudio Lelli

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Foto Giorgio Sabatini

Fogliame del faggio

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