TerrAmica - Num. 1 - 2014

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piante. I vari tipi di loietto, la festuca, l’orzo selvatico, l’avena selvatica, l’erba marzolina, assieme ai vari trifogli, alla veccia, al ginestrino, alla sulla, con la presenza di radicchi selvatici, ortica... sono tutte piante che costituirebbero un ottimo prato. Definito ciò, c’è da capire quanto la capra riesca a trarre sostentamento dal proprio pascolo e quindi è bene averne uno le cui piante alternino le loro fioriture, in modo da protrarre il più possibile la disponibilità di cibo. E’ possibile anche sfalciare l’erba da somministrare giornalmente nella stalla, oppure sfalciarla, lasciarla asciugare e seccare per qualche giorno e poi metterla in rastrelliera: quest’ultima pratica è la più utilizzata in presenza di erba medica o di prati a prevalenza di leguminose. Naturalmente il fieno dovrà essere il sostentamento principale per i mesi in cui il pascolo sarà scarso o non accessibile (se piove o c’è neve): è bene quindi, laddove possibile, dedicare una parte dell’azienda ai prati ed agli erbai. Un erbaio indicato per le capre (e non solo) potrebbe essere realizzato con l’avanzo dei semi degli anni precedenti: potreste seminarli in aree da adibire ad erbaio, ed in primavera inoltrata falciare prima che la spiga giunga a maturazione. Naturalmente per i prati potrete sbizzarrirvi come vorrete, cercando però di falciarli prima che la pianta sia sfiorita, poichè a quel punto il fieno risulterebbe molto coriaceo e povero di sostanze nutritive. Pascolo, erba falciata, erbai e prati: in questo modo le capre avranno la maggior parte dell’alimentazione annua assicurata. Ma se avete un oliveto, evitate di lasciarcele pascolare: sapranno fare danni importanti tanto ai rami giovani quanto al fusto degli alberi. Potrete comunque utilizzate i residui di potatura per la loro alimentazione, ricordando che li gradiranno, purchè non eccediate mai con le dosi e te-

Zootecnia

niate conto che il sapore amaro sarà in buona parte conferito al latte. Un’altra soluzione, sempre da attuare in inverno, potrebbe essere quella di far pascolare le vostre capre nei vigneti o nei frutteti, ma solo se non avrete effettuato alcun tipo di trattamento. In un periodo in cui le raccolte dei frutti saranno terminate e le foglie degli alberi saranno cadute non attirando le capre, esse si concentreranno sul prato sottostante e sino ai primi giorni di marzo potranno anche continuare a tenere pulito e concimare un terreno che non utilizzereste in altro modo: ricorda-

te però che quando le gemme della vite e degli alberi inizieranno ad aprirsi sarà bene che le capre siano altrove, altrimenti penseranno loro a decimarvi bene le piante. Anche i residui di potatura delle piante boschive saranno apprezzati (le capre adorano il leccio, il castagno, la quercia e molto altro), ma fate attenzione con le felci e le edere poichè potrebbero creare problemi in virtù della loro tossicità. Molte persone hanno l’abitudine di dare della frutta alle capre, ma l’attenzione deve essere rivolta alla masticazione: capita di frequente che una capra ingoi per intero un piccolo frutto sferico e che questo possa crearle delle difficoltà occludendo l’esofago. Tagliare tali frutti potrebbe essere una soluzione, ma non esagerate mai con le dosi in quanto la frutta, come le ghiande o le castagne, può rappresentare un’integrazione (spesso proprio mentre stanno pascolando), ma non deve essere l’alimento principale.

Veniamo poi al pane secco, ai biscotti, alle fette biscottate, per non parlare del pane bagnato o dei pastoni di pane e crusca: tutto questo non è assolutamente indicato per un ruminante e quindi neanche per le nostre capre. Seppur siano graditi, i prodotti di forneria contengono lieviti o sono derivati da lievitazioni ma in entrambi i casi questo può creare discreti problemi in fase di ruminazione. Il pane mangiamolo noi uomini, o al limite diamolo ad altri animali, ma non certo ai ruminanti. L’ultimo alimento da tenere in considerazione è quello composto da granelle aziendali come orzo, mais e avena che sono molto apprezzati dalle capre e interi, spezzati o in farina possono essere considerati i migliori coadiuvanti in un’alimentazione a base di erba e fieno. E’ buona regola somministrare tali alimenti sempre dopo che l’attività ruminale sia stata avviata e quindi dopo che le capre abbiano mangiato del fieno. Le dosi, anche in questo caso, non devono essere eccessive (soprattutto per il mais) poichè potrebbero creare problemi di acidosi ruminale e/o diarree. Ricordate sempre di chiamare il veterinario per ogni dubbio e problema che riscontrerete con i vostri animali e lasciate che sia l’esperienza a guidarvi, solo dopo che questa si sia realmente concretizzata. La capra è un animale che sa adattarsi alla maggior parte delle situazioni climatiche/ambientali e quindi anche la sua alimentazione potrà variare a seconda di quanto la Natura saprà metter loro a disposizione. Quindi è bene ricordare che possiamo alimentarle con quello che abbiamo a disposizione nella nostra azienda.

Stefano Tosco Coltivatore diretto

TerrAmica | N. 1 - Luglio 2014

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