Quinta Poetica

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Dale Zaccaria

QUINTA POETICA

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Titolo | Quinta poetica Autore | Dale Zaccaria In copertina | Opera de I Camalioni Testi | Dale Zaccaria © Siae 2016 Introduzione | Giuliano Lozzi Traduzione in francese | Lucrezia Le Rose ISBN | 978‐88‐92612‐27‐3 © Tutti i diritti riservati all’Autore e agli Artisti Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore e degli Artisti.

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INTRODUZIONE DI GIULIANO LOZZI “Spiegami, Amore, ciò che non so spiegare:/ in questo breve terribile momento/ dovrei stare solo con i pensieri e sola/ non conoscere l’amore né fare nulla nell’amore?/ Uno deve pensare? Nessuno lo rimpiange?“. Sono richieste di chiarimento urgenti quelle che Ingeborg Bachmann, una delle massime poetesse del secolo scorso, rivolge al suo amore o, più in generale, all’amore nella sua poesia Erklär mir, Liebe! scritta nel 1956. Imperativa, chiede di essere ascoltata, di comprendere il proprio dolore e di potersi esprimere su ciò che, apparentemente, lei, donna che soffre per amore, non è in grado di dire. Tali richieste, che riguardano il come possiamo vivere la nostra interiorità, vengono accolte dalla poesia di Dale Zaccaria. L’amore vissuto e trasformato in parola poetica vibrante è un tema che attraversa come un filo rosso le liriche della Zaccaria, componimenti di varia natura (dall’inno al verso sciolto fino al sonetto) che indicano al lettore e alla lettrice una strada d’espressione non solo individuale, ma anche universale verso ciò che a parole, a volte, non si sa spiegare. Ma in Quinta Poetica l’amore viene senz’altro spiegato, espresso, e assume forme diverse. La forma della resistenza, della liberazione, della passione, del divino fino a declinarsi nella dimensione erotica al femminile dei sonetti finali 3


dedicati a una Deuxième muse in cui riecheggia il nome di Simone de Beauvoir. Un amore che non è mai violenza, ma è sempre canto dalla parte delle donne, un leggiadro e sussurrato “nastro giallo nell’aria”, un corposo “olio giallo verde arancio e limone”, una lieta e liberatoria “lingua inguine del cielo”. I colori più volte invocati e il linguaggio poetico vibrante che si fa azione racchiudono la natura performativa della lirica di Dale Zaccaria, una lirica che ricorda una “quinta” teatrale che lascia intravedere corpi in movimento e scenari onirici nei quali tutto è possibile e lecito, non foss’altro perché nei sogni, come nel teatro, pensiamo per immagini contrastanti e siamo liberi di organizzare un attentato d’amore o di venerare una splendida Franca Rame, a cui l’autrice peraltro si dedica da anni, con la rossa corona e lo scettro bianco. E queste immagini l’autrice di questa raccolta di poesie le invoca e le rende visibili agli occhi della lettrice e del lettore, fino a farsi quasi materia. L’amore è un linguaggio universale, con i suoi meccanismi e le sue costellazioni, i suoi colori e le sue resistenze. I versi di Dale Zaccaria parlano questo prezioso linguaggio.

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A Maria Paola, Pallina, anima pura, custode amica e compagna della mia poesia dedico.

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Se uno non impara a comprendere il valore della bellezza rimane sempre un mediocre, soprattutto se non si confronta sulla stessa con gli altri e non riuscirà a sceglierla, intuirla e a farla propria. Il problema non è la “bellezza” in sé ma di poterla godere, indicare, dipingere, raccontare, esaltare, vivere. Franca Rame

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QUINTA POETICA

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La bomba della vita e dei sogni Vi farò saltare tutti c’è in me l’anima della brigatista ho pronto un attentato d’amore due bombe a sinistra del cuore e un pugno chiuso di vita e di sogni.

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Il canto dei migranti Cantano silenziosi i migranti, come se tu fossi un lento viaggio in mare, cantano i bambini, le onde e i grembi delle donne e continuano a cantare.

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Quinta poetica Noi ci vogliamo bene senza ferita e senza memoria come l’acqua e la sete come la stella e il selciato il nostro bene non umano senza tempo e senza corpo oltre la terra, i cieli e i tanti mondi il nostro bene che va avanti e cammina che è a fianco che lotta, protegge e non giudica.

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Nel nome della donna Nel nome della donna ché il firmamento sempre la sorregga ché nessuno le offenda mai il corpo e il cuore né le porti via l’azzurro e la bellezza ché possa bere amore solo e soltanto amore ché non la sfiori la notte e la paura ché sia l’eterno a camminarle accanto ché il vento e il tempo la protegga ovunque sia ovunque vada.

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Nel nome della donna ad una donna.

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Ché tu venga a me con la luna tra i fianchi le nuvole in bocca l’interminabile dolcezza con le gambe del sogno un nastro giallo nell’aria a piedi scalzi d’amore senza scopo e senza fine.

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Promessa a difenderti l’anima a non ferirti mai a non sporcarti mai.

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Solo l’amore non muta non muore non cambia.

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