Pentecoste 2007

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L’ECO DELLA CASA DI RIPOSO numero 2 — anno XXIV – redatto a cura della CASA DI RIPOSO S. SPIRITO — FONDAZIONE MONTEL — PERGINE — PENTECOSTE 2007


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L’Eco della Casa di Riposo

L’editoriale

di Cristina Bolgia e Sonia Pooli

Questo numero del periodico esce in concomitanza alla Festività di Pentecoste - sagra patronale delle Casa di Riposo. Si è voluto approfittare di questo spazio per ricordare l’origine e le usanze legate a questa Festa.

Pentecosate (particolare) Giotto di Bondon (Cappella degli Scrovegni, Padova) XIV° sec.

La Pentecoste cade 50 giorni dopo la Pasqua; il suo nome deriva dalla parola greca pentekoste, che significa appunto cinquantesimo (giorno). La tradizione di festeggiare il giorno di Pentecoste è antichissima: tra i primi popoli semiti era la "Festa della Mietitura" e "Festa dei primi frutti", si celebrava 50 giorni dopo l'antica pasqua semitica (che segnava il giorno dell'inizio della discesa dei pastori verso il piano), e determinava l'inizio della mietitura. Sugli altari venivano offerte al Signore le primizie per ringraziarLo del dono dei frutti della terra. Successivamente gli ebrei celebrarono in questo giorno la consegna delle Tavole della Legge a Mosè sul Monte Sinai. In quel giorno era d'obbligo, per chi poteva, il recarsi a Gerusalemme e per tutti era prescritta l'astensione da ogni attività e la celebrazione di sacrifici. Nella tradizione cristiana è la solenne commemorazione della discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli raccolti nel cenacolo. Come predetto da Gesù, lo Spirito Santo, in forma di lingue di fuoco, scese su di loro trasformandoli da uomini semplici e ignoranti in abili e sapienti oratori. Si può far risalire a quel momento la nascita dell'attività apostolica della Chiesa. Si racconta che il giorno stesso, dopo la discesa dello Spirito Santo, con la sua predicazione San Pietro convertì più di tremila persone. Inizialmente la Pentecoste indicava il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua, solo in epoca più tarda si trasformò nella celebrazione di un particolare giorno, il cinquantesimo dopo la Pasqua appunto. Dalla fine del IV° secolo la Pentecoste fu anche l'occasione per ricevere il battesimo per tutti coloro che ne erano stati impediti alla vigilia di Pasqua. USANZE ODIERNE DEI VARI PAESI In Italia è tradizione spargere petali di rosa dal soffitto delle chiese per ricordare il miracolo delle lingue di fuoco; per questo in Sicilia ed in altre parti d'Italia Pentecoste è chiamata Pascha rosatum. Il termine italiano Pasqua rossa deriva dal colore rosso dei paramenti sacri usati a Pentecoste. In Francia era uso suonare le trombe durante il culto, per ricordare il suono del potente vento che aveva accompagnato la discesa dello Spirito Santo. In Inghilterra la folla s'intratteneva con delle corse di cavalli. Durante i Vespri di Pentecoste, nella Chiesa d'Oriente, si formò l'usanza dello speciale rito della genuflessione, accompagnato dalla lunga preghiera poetica e dai salmi. Durante la festa di Pentecoste i Russi portano fiori e rami verdi nelle mani.


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Pentecoste 2007

Da IPAB ad Azienda

Il Presidente Maurizio arch. Mattivi

Negli ultimi anni, il settore dell’assistenza pubblica è stato oggetto di attenzione da parte degli organi legislativi che, attraverso provvedimenti statali, regionali e provinciali, hanno ridefinito i confini settoriali, la tipologia dei suoi operatori ed i principi gestionali. Parliamo della L. 328/2000, del D.Lgs. 207/2001 e della L.R. 7/2005 istitutiva delle Aziende pubbliche di servizi alla persona nella nostra Regione. Questa ultima legge regionale prevede la trasformazione dell’IPAB Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel in Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (A.P.S.P.), iter avviato con l’approvazione dei relativi regolamenti attuativi. In questo contesto il processo di trasformazione delle I.P.A.B. in Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona funge di fatto da catalizzatore e da vettore per lo sviluppo di ulteriori forme di riorganizzazione ponendosi come obiettivo finale la costituzione di un sistema sociale e sanitario fortemente integrato, risultato ottenibile attraverso un duplice percorso di raccordo politico e tecnico. Il primo per creare le sinergie idonee a sostenere l’impatto dei nuovi bisogni e delle nuove utenze e per sviluppare simmetrie organizzative con le strutture sanitarie. Il secondo per realizzare quelle ulteriori forme di sintonia tra sociale e sanitario indispensabili per la sostenibilità e per la qualità del sistema dei servizi. Lo scenario emerso dalla valutazione socio-sanitaria di distretto è caratterizzata da un forte incremento e progressiva differenziazione del sistema delle condizioni, dei bisogni, delle richieste e delle aspettative della popolazione in presenza di una costante evoluzione demografica. La percentuale di ultrasettantacinquenni residenti nel Comprensorio Alta Valsugana si avvicina al 9%. L’analisi delle tendenze demografiche compiuta periodicamente dagli uffici Provinciali, mostra una situazione che, nei prossimi 5 anni, tenderà a stabilizzarsi per quanto riguarda il numero di over 65, ma crescerà nel numero degli over 80. Questo comporta la crescita della popolazione non autosufficiente e quindi occorrerà dare una gamma di risposte assistenziali più varie, qualitativamente all’altezza dei nuovi bisogni. Al di là delle tendenze demografiche e dei problemi che pongono, va considerato un dato altrettanto importante: saranno generazioni più consapevoli, meno disposte ad accontentarsi, per certi aspetti più forti, ma anche più sole, in moltissimi avranno alle spalle non più di un figlio quando e se c’è. Ma oltre a questa caratterizzazione di ordine generale la nuova società “globalizzata” evidenzia lo sviluppo di nuovi bisogni e di casi e situazioni complessi e multiproblematici oltre che alla nascita di nuove problematiche sociali ed aggregazione di nuovi segmenti d’utenza . Si è rilevata infine la crescita di consapevolezza da parte dei cittadini in merito ai loro bisogni e diritti e maturazione di nuove aspettative e comportamenti nei confronti dei servizi. A fronte della dinamica di questa domanda si dovrà garantire una adeguata capacità di risposta all’incremento dei volumi e della sua complessità oltre che ad una maggiore possibilità di innovazione e sviluppo ricercando la razionalizzazione ed efficienza dei servizi, anche a causa della progressiva limitazione delle risorse. Si evidenzia infine come crescano le difficoltà di mantenere in equilibrio il rapporto fra il sistema della domanda e la rete dei servizi sia per la difficoltà di leggere e intercettare per tempo i nuovi bisogni e progettare risposte adeguate, che, soprattutto, per la contrazione delle risorse disponibili. In estrema sintesi, lo scenario dell’assistenza è caratterizzato dalla crescita della domanda, dall’aumento dei costi di gestione dei servizi, dalla diminuzione delle risorse economico – finanziarie da destinare al consolidamento, alla qualificazione ed all’innovazione del sistema. In tale scenario la Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel, con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 23 dd. 26 aprile 2007, ha adottato il nuovo statuto dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “S. Spirito – Fondazione Montel” di Pergine Valsugana, quale atto prodromico alla effettiva trasformazione. Si intende pertanto ringraziare quanti hanno contribuito alla stesura di tale documento fondamentale per la vita futura dell’azienda ed in particolar modo i colleghi del Consiglio di Amministrazione, il Direttore, che con la sua competenza ed esperienza ha saputo indirizzare il Consiglio di Amministrazione ad una puntuale lettura della normativa e quindi alla stesura di uno statuto moderno ed attento ai bisogni delle persone, l’UPIPA, che ha supportato il lavoro svolto attraverso una consulenza capace e disponibile, il Comune di Pergine Valsugana, che ha seguito con interesse ed attenzione tutto l’iter di trasformazione ed infine il Comitato Familiari Ospiti, che con le sue sollecitazioni è sempre pronto a contribuire al miglioramento dell’organizzazione e dell’efficienza e qualità dei servizi offerti. Non da ultimo un ringraziamento vada a tutto il personale dipendente, al personale religioso, ai vari collaboratori e volontari, ai familiari sempre presenti e collaboranti, e a quanti operano all’interno della nostra casa di riposo ormai pronta a divenire azienda pubblica.


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L’Eco della Casa di Riposo

Le attività Come nascono le idee …

del Gruppo maglia di Via Marconi

Ogni anno, il gruppo maglia presenta i propri “lavoretti” con una mostra mercato cercando di rendere “carino” il contesto circostante … Nasce, in questo modo, la decisione di avere una scenografia speciale per presentare le “creazioni” elaborate durante i momenti d’incontro e di lavoro che regolarmente ci hanno visti impegnati tutti i martedì e venerdì. Così, nell’inverno 2005-2006, si è pensato di allacciarci e valorizzare il lavoro di ricerca prodotto, dal gruppo lettura, per un concorso sul tema dell’alimentazione a cui la Casa di Riposo di Pergine ha partecipato … Da qui l’idea di cercare di ricreare un pezzetto d’ambiente familiare, in modo specifico una cucina, per realizzare una sorta di “casa nella casa”. Abbiamo così coinvolto i “frequentatori” della Casa (famigliari, operatori, volontari, ospiti, amici tutti …) chiedendo aiuto per recuperare oggetti “de stì ani” invitando chi avesse voluto collaborare a tale progetto a farsi avanti rivolgendosi al servizio animazione di Via Marconi. La partecipazione e collaborazione è stata grande e la mostra realizzata ne è stata la dimostrazione pratica; il risultato è stato ben al di sopra delle nostre aspettative iniziali, tanto che anche nell’anno appena trascorso abbiamo sentito il desiderio di proporre una mostra che proseguisse ciò che avevamo realizzato in precedenza … L’intenzione quindi, anche quest’anno, era di ricreare un pezzetto di “casa nella casa”, e nello specifico una camera da letto, dove i nostri anziani potessero ritrovare oggetti che conoscono e che hanno utilizzato per gran parte della loro vita, risvegliando ricordi ed emozioni legati al loro vissuto. Abbiamo così iniziato da un percorso di ricerca e raccolta di ricordi e recupero della memoria, dove proprio i nostri ospiti ci hanno raccontato com’erano tali ambienti e da cosa erano composti. Una volta partiti … questo ne è il risultato …

Un ringraziamento di cuore a tutte le persone che ci hanno aiutato a realizzare materialmente anche questo progetto e ci hanno fatto ritornare indietro nel tempo ed emozionarci riscoprendo oggetti dimenticati o per altri mai conosciuti …


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Com’erano le camere da letto di una volta e quali oggetti vi si trovavano maggiormente? dal Gruppo lettura giornale e discussione di Via Marconi Ogni camera da let la gaveva naturalmente: “’l let”…anca se el pù dele volte ghe n’era doi con en mez ‘n comodin… pochi i gaveva quel matrimonial… Ghera “’l cassabanc” con i cassetini en do che se ghe meteva dentro la biancheria… “’n armar” a do ante no massa alt, con ’n ripiano sora e ‘n caset soto con la seradura e la ciave… No gh’era ‘l bagno ‘n casa… così per lavarse la facia gh’era “‘n porta lavan co’l lavaman e na pignata” per l’acqua… de smalto bianco… I comodini a dir la verità non tuti i li g’aveva… se ‘l gh’era, se ghe meteva dento ‘l vaset, ensoma, ‘l bocal da not… che el pù dele volte l’ era smaltà, o de porcelana bianca… Se no gh’era el comodin se’l postava en tera soto al let… “‘n baul” co’l quercio e la ciave… “na luminiera a petrolio” che bisognava continuar a netarghe ‘l tubo per ‘l fum…o “na lampada a carburo” anca se i la dropava de pù ‘n miniera… Come “lampadario” se dropava na corda senza goma a fil dopio che la tegniva su la lampadina squerta da ‘n piat… Chi che no gaveva la stùa i usava la camera come sogiorno per far filò…, enfati, ‘n la camera gh’era quasi sempre “na fornasela a legna” o a carbon o “‘l fornel de ole” per scaldarla… “’l scaldalet con le brase” e “la monega”… per scaldar ‘l let ai mateloti… ‘l let l’era con do testiere : quela ‘nzima pù alta e quela ai pei pù bassa… l’era de legn de zirezar, nogara o de avez, ma stì ultimi i durava poc… con le ass dento opure ‘l sotomateras con le zòste e sora ‘l materas… “’l materas” l’era “‘l paion” fat de sfoiazi de orz…, quei de forment i era duri…, opure fat de lana de pegora o de piuma…. Anca “i cossini” i era de piuma de galina…, de quele che se magnava, e se no se ghe ne aveva a sa gh’era “‘l piumaro” che ‘l neva de porta ‘n porta per vender le piume… “‘l paviment l’era de legn” e se se ’nzinociava per tera per fregarli con ‘l bruschin de sagina… “I muri i era sbianchezadi, col scoat” de bianc e se ghe feva l’abasament verdin o con fasce de oio de lin cot per disegni… coi stampini… Le finestre le gaveva le “tende ricamade” o coi pizi che no serviva stirar… Sui muri “quadri grandi con le foto” de parenti morti o quadri del “Sacro Cuore” o dela “Sacra Famiglia”… Per pregar gh’era “l’inginocchiatoio”, “‘l libro dele preghiere”, e vizin al let “l’acquasandel” per segnarse prima de nar a dormir… ‘N tel let se trovava tanti pulesi… Come biancheria no gh’era miga tant… “i linzoi” i era cortissimi de canapa filada a man dale done e se no le era brave… ghe restava i gropi… la canapa la stava sei mesi ‘n smoia (a macero) ‘n de l’acqua… dopo le la bateva e le la filava… e restava la stopa… La “querta” l’era de lana fata “da’l tesadro”: se ghe portava la lana de pegora e ‘l feva la querta… opure se la feva coi scarti dei cavaleri… con quela greza che la era resistente, se feva roba per la casa… “‘l coprilet” l’era de tessuto de seda a spina de pesce e de solito de colore rosso bordò o celeste o gialino come i bozoli de seda… con ‘n fondo ‘n poche de sfranzole… opure i era fati a maia, de coton bianc come i sugamani… con ‘n font ‘n bordo laorà… “Camise da not” non se’n meteva… no gh’era i soldi…, per nar en de‘l let se dropava “la sotovesta” o “‘l corpet” con “le mudande longhe” fin soto al ginocio… con en bel pizot e ligade con i stringoti… I omeni i meteva le “mudande longhe”(i “diavolini”) felpade co’l bragarol coi botoni per enzolarle e ‘n font le se serava con do corde…


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L’Eco della Casa di Riposo

Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel di Pergine Valsugana classificata seconda al "2° Premio Ristorazione di Qualità nelle case di riposo". In occasione delle iniziative associative alla convention ASDIPP 2007 (Associazione Nazionale del manager del Sociale tra i Direttori ed i Dirigenti di Istituzioni Pubbliche e Private in ambito Assistenziale, socio-sanitario, educativo) che ha avuto luogo presso la fiera di Verona dal 17 al 19 aprile 2007 la Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel di Pergine Valsugana, rappresentata per l’occasione dallo Chef sig. Renzo Slomp, si è classificata al secondo posto nel "2° Premio Nazionale Ristorazione di Qualità nelle Case di Riposo". Tutti i partecipanti hanno presentato una pietanza tipica della propria regione. Il secondo posto, ottenuta grazie alla preparazione di un delizioso "strudel di mele con salsa di albicocche", è una grandissima soddisfazione per tutta la Casa di Riposo che si è imposta su avversari molto agguerriti provenienti dalla tutte le parti d'Italia.

Dal Servizio Cucina

di Renzo Slomp e collaboratori

Tempo fa il direttore ci ha messo al corrente di un iniziativa organizzata dal A.N.S.D.I.P.P e collegata alla fiera sanitaria di Verona in cui le case di riposo di diverse regioni italiane si confrontavano presentando un piatto di tema regionale e di vera applicabilità all’interno della struttura di provenienza. Per noi è stato un mettersi in gioco e dimostrando la nostra professionalità abbiamo preparato il piatto che ci era stato indicato. Parlando tra di noi abbiamo confrontato alcune ricette, consigliate dalle mamme altre dalle nonne o provenienti da altre realtà. La giornata è cominciata presto, abbiamo confezionato la nostra ricetta e con mezzi idonei messi a disposizione dalla nostra casa siamo partiti alla volta di Verona dove in una villa veneta si svolgeva il tutto. Abbiamo trovato altri colleghi e c’è stato uno scambio di idee e collaborazione. Il piatto portato da noi era lo “strudel”, dolce tipico della nostra regione e lo stesso giorno in concomitanza di una delle feste di compleanno era stato servito ai nostri ospiti. Abbiamo fatto bella figura e di questo ringraziamo tutti quelli che in varia misura o titolo ci hanno aiutato. La giornata si è conclusa verso le 02:00 della notte, eravamo anche quasi stanchi eppure …… eppure è stata una bella esperienza.


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Strudel di Per la pasta:

Procedimento:

250 gr. farina OO

Per la pasta: amalgamare farina, olio e acqua

40 gr. olio di Oliva 60 gr. acqua

Per il ripieno: mele (consigliate le renette o golden) uva sultanina pinoli cannella zucchero

fino ad ottenere un impasto omogeneo e morbido. Stendere la pasta con il mattarello (si può tirare anche con le mani bagnate in acqua). Per il ripieno: pelare le mele e tagliarle a fettine sottili, unire l’uva sultanina precedentemente messa a bagno, lo zucchero, la cannella e la polvere di biscotto. Cospargere con il ripieno precedentemente amalgamato e arrotolare il tutto. Cuocere in forno a 180°C per circa 40 minuti. Spennellare la pasta esterna con latte e zucchero.

polvere di biscotto

Servire spolverando con zucchero al velo.

Per la salsa:

Procedimento:

albicocche

Cuocere e pelare le albicocche, metterle in un

zucchero

mixer e frullare il tutto. Aromatizzare con

rum

vanillina o rum.

vanillina

Da servire tiepida.


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L’Eco della Casa di Riposo

Il racconto L’incontro

di Alberti Licia

Fino a quel 24/04/2004 la vita di Giovanna era apparentemente trascorsa tranquilla e serena: aveva 27 anni, una casa, un lavoro, il figlio, il marito che l’amava teneramente. Ma Giovanna non era felice; non le piaceva il suo nuovo lavoro da ricercatrice e dopo la nascita del figlio le cose si erano complicate; era difficile riuscire a gestire contemporaneamente il bimbo piccolo, le faccende di casa, il lavoro, il marito. le cose non erano più come prima e Giovanna era consapevole che non avrebbero mai potute essere come prima. Il 24/04/2004 Giovanna avrebbe dovuto partecipare insieme col marito al matrimonio di Mario e Laura. Laura aveva scelto da lungo tempo quella data per il giorno del matrimonio e Giovanna ed il marito avevano già confermato la loro partecipazione. Ma all’ultimo momento fu chiesto a Giovanna di sostituire una collega ad un incontro di lavoro che si doveva tenere in Finlandia a Joensuu proprio quel giorno. Così per senso del dovere ma anche per curiosità verso questo Paese, che non aveva mai visitato, accettò. Il 23/04/2004 Giovanna partì quindi da Trento, guidò fino a Milano Malpensa dove prese l’aereo che l’avrebbe portata all’incontro di lavoro. Dopo 5 ore di volo con scalo ad Helsinki arrivò infatti a Joensuu. Jim doveva partecipare al medesimo incontro di lavoro di Joensuu. Egli invece partì da Bangor nel Galles, con una valigia leggera e tanti pensieri per la testa. Aveva litigato con la moglie Claire, come erano soliti fare negli ultimi tempi e aveva sgridato la figlia Lillamo che non voleva saperne di studiare. Jim aveva 39 anni ed era scontento in genere della vita: dopo 15 anni di vita assieme, i difetti dell’uno e dell’altra si erano incancreniti al punto tale da allontanarli considerevolmente: era ormai stanco della maniacale ossessione per la linea di quella sua stupenda compagna perfetta e sempre più spesso Jim si rifugiava nelle sue canzoni e nei suoi dipinti. Quando erano più giovani la musica e la passione per l’arte li avevano uniti…ma ora Claire era stufa di un uomo assente, era stufa delle canzoni composte di notte e dei dipinti notturni di quel Galles umido e spettrale. Non era mai riuscita ad abituarsi…lei che proveniva dalla solare e poetica Provenza. Non si erano mai sposati perché credevano nell’amore e non nei contratti a lungo termine; ma ora l’amore era quasi svanito nel nulla, inghiottito dalla quotidianità dei giorni. La sera del 23/04/2004 Giovanna e Jim parteciparono alla cena del gruppo di lavoro. Giovanna lo notò subito per la sua bellezza, Jim era un uomo non molto alto, ma estremamente attraente, con quei suoi capelli biondi e ricci, gli occhi azzurro cielo, la bocca sottile e il naso lungo e un po’ schiacciato; le spalle erano larghe e rassicuranti ed il corpo muscoloso. Pure Jim notò Giovanna; Giovanna gli ricordava Luisa, un suo vecchio amore italiano. Entrambe avevano un ovale perfetto, il mento piccolo, le sopracciglia nere e fini, i capelli corvini e gli occhi verdi; il collo e le gambe erano lunghe, le spalle un po’ cadenti. Jim le sorrise, Giovanna ricambiò il sorriso ma non si parlarono.


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Solo il giorno dopo poterono parlarsi; infatti, dopo la riunione di lavoro, si sedettero vicini durante il pranzo in un ristorante indiano. Cominciarono così a parlare. Parlarono a lungo di vari argomenti…di lavoro, delle rispettive famiglie, dell’Italia e del Galles. Mentre discorrevano fluidamente in inglese e senza curarsi delle altre persone presenti, Giovanna sentiva nascere dentro di sé e con intensità crescente un sentimento strano. Giovanna si sentiva attratta da quest’uomo simpatico, intelligente e sensibile. Era pazzesco…era come aver trovato d’un tratto l’altra metà del cielo, l’anima gemella in cui non aveva mai creduto. Giovanna non aveva mai creduto nei colpi di fulmine e nell’anima gemella. Giovanna credeva nel matrimonio, credeva nell’amore costruito giorno per giorno eppure tutto questo stava accadendo senza che potesse prevederlo o evitarlo. Giovanna non era alla ricerca di fugaci avventure di una notte. Si sentiva però sull’orlo di un precipizio, in procinto di perdersi nel fuoco di una passione travolgente: aveva paura di questi sentimenti, ma al tempo stesso ne era affascinata. Innamorata in poche ore di quest’uomo, che la sua mente razionale le suggeriva essere estraneo, non riusciva a capacitarsi della situazione e soffriva per il forte senso di colpa verso suo marito. Si…Giovanna si era innamorata di Jim senza volere e senza accettare questo amore così inaspettato: tutto era successo in maniera così diversa da come era successo con suo marito! Anche Jim provava strane sensazioni e emozioni che non riusciva a spiegare. Non gli accadeva più da molto tempo di provare qualcosa per una donna; con Claire il fuoco della passione si era ormai sopito. E questa giovane donna aveva risvegliato in lui una passione dimenticata. Non poteva dire di essere innamorato, ma questa donna piovuta direttamente dall’Italia lo eccitava. Dopo il pranzo la riunione proseguì fino a sera quando il gruppo si ritrovò di nuovo al ristorante per consumare la cena. Questa volta Jim e Giovanna non sedettero vicini. Le parole non erano comunque più necessarie…i due dialogavano con gli occhi: durante la cena Giovanna e Jim si scambiarono lunghe occhiate; Giovanna si sentiva letteralmente bucare dagli sguardi di Jim, si sentiva confusa e con lo sguardo cercava di comunicare il suo evidente imbarazzo, mentre Jim provava un forte desiderio. Dopo cena il gruppo si riunì in un pub per bere un po’ di birra. Giovanna e Jim parlarono ancora un po’. Il tempo trascorreva inesorabilmente senza che i due se ne accorgessero e così giunsero le 23:30; Giovanna capì che era il momento di salutarsi. Sapeva che con quel saluto si sarebbero persi per sempre. Come si erano incontrati così dovevano separarsi. Giovanna avrebbe tanto voluto fermarsi più a lungo, avrebbe tanto voluto passare tutta la notte con lui, passeggiando mano nella mano per le vie della città, ma il pensiero del marito la riportò alla realtà. Jim avrebbe voluto dirle parole d’amore, avrebbe voluto baciarla e abbracciarla. Con il cuore pieno di tristezza Giovanna diede la mano a Jim. Lui la strinse forte, come a non volerla lasciare più. E tutto fu concluso; con una stretta di mano finì l’incontro fra due sconosciuti, fra due persone di diversi Paesi che per un attimo si piacquero e si amarono. Ora Giovanna e Jim si ricordano l’un l’altra; per Giovanna il 24/04/2004 rimarrà per sempre una data speciale e quasi magica. Dolcezza e amarezza fanno parte dei ricordi di Jim e Giovanna. Entrambi rimpiangono quello che avrebbe potuto essere in una situazione diversa e invece non è stato. Ora qualche volta Giovanna piange in segreto e prega per Jim; Jim invece compone canzoni per lei, canzoni che Giovanna non potrà mai ascoltare, canzoni che parlano di un amore incontrato e perduto in un solo giorno, il 24/04/2004.


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L’Eco della Casa di Riposo

Leggendo qua e là ho trovato questo racconto

di Paolo Bonini

Un uomo di 92 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato, una mattina alle 8.00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane. Sua moglie di 70 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbliga a lasciare la sua casa. Dopo parecchie ore di attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo che la sua camera è pronta. Mentre si reca all’ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo sospeso alla sua finestra come tenda. “Mi piace molto”, dice con l’entusiasmo di un ragazzino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo. “Signor Vinto, lei non ha ancora visto la sua camera, aspetti un attimo.” “Questo non centra niente”, dice. “La felicità è una cosa che scelgo a priori. Che mi piaccia la mia camera o no, non dipende dai mobili o dalle decorazioni – dipende dal modo con cui la percepisco.” “Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace. E’ una decisione che prendo ogni mattina al mio risveglio.” “Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano, oppure alzarmi e ringraziare il Cielo per quelle che funzionano ancora.” “Ogni giorno è un regalo e finché potrò aprire gli occhi, focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita.” “La vecchiaia è come un conto in banca. Prelevi da ciò che hai accumulato.”

Perciò, il mio consiglio per voi, sarebbe di depositare molta felicità nel vostro conto in banca dei ricordi. Grazie di aver partecipato a riempire il mio conto in banca, dove continuo a depositare.


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La luce sfavillante

di Giovanna Meneghini

Immaginate che qualcuno si smarrisca in una foresta nella notte... E' una notte senza luna; impossibile distinguere qualsiasi cosa intorno... L’inquietudine prende il sopravvento e, l'angoscia cresce sempre più nella solitudine della notte buia … All'improvviso, però, accade qualcosa... Una luce sfavillante si avvicina, forse qualcuno con una lanterna in mano... Oppure: la presenza di Dio ... Tutto questo accade anche nei periodi difficili della nostra vita quando tutte le luci sono spente, quando vediamo tutto nero senza sapere più quale direzione prendere, quando siamo stremati dall'angoscia e dalla solitudine... Pensiamo che ormai non ci sono più speranze, ma poi come per magia, in un istante, scorgiamo una luce, una persona speciale che con la sua presenza ci aiuta a ritrovare la strada... È Gesù che ci invita ad affidare le nostre pene, i nostri pesi a lui … Proprio in quell’attimo i nostri passi riprendono leggeri e sentiamo, nel più profondo del nostro animo, che possiamo camminare di nuovo, possiamo farcela e potremmo forse fare anche qualcosa di veramente speciale... aiutare, per esempio, chi come noi si è smarrito nel bosco in una notte buia... ed allora, per questa persona diventeremo luce, come in una magia che si rinnova... La luce sfavillante è l'’amore di Dio che ti dice: “Vieni a me...!!!” Gesù disse: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». (Giovanni 8:12) Il mio augurio più sincero è che ognuno di noi possa veramente trovare la “luce della vita”… “Allora la tua luce spunterà come l'aurora, la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, la gloria del SIGNORE sarà la tua retroguardia”. (Isaia 58:8) “Non più il sole sarà la tua luce, nel giorno; e non più la luna t'illuminerà con il suo chiarore; ma il SIGNORE sarà la tua luce perenne, il tuo Dio sarà la tua gloria”. (Isaia 60:19).


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L’Eco della Casa di Riposo

L’angolo della poesia LA MAMMA di Giorgio Oss Papot Maggio è il mese della Madonna,

La mamma dona la Vita,

la mamma di Gesù; in questo mese

ti protegge nelle sue braccia,

c’è anche la festa della mamma.

canta la ninna nanna,

La donna diventando mamma realizza il meraviglioso mistero

ti addormenta, consola, ti accarezza, sorride, e ti da un bacio.

dell’amore: la Vita. Auguri di cuore a tutte le mamme

La mamma dorme poco,

che sono ospiti della Casa di

lavora anche di notte

Riposo, a quelle che vi lavorano , a tutte le mamme del mondo. Grazie di essere mamme.

e non è mai stanca; prega, invoca protezione per i suoi figli, ti prende per mano, ti ama e non ti dimentica mai. La mamma la desideri da bambino, la cerchi da adulto, la chiami anche quando è in Paradiso, perché la mamma è la tua luce è il tuo fuoco è la tua Vita.


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DAI RICORDI DI SCUOLA di Paolina Laner e Angioletta Vallieri In palestra fra un esercizio e l’altro la signora Paolina e la signora Angioletta si sono ricordate di una poesia studiata ai tempi della scuola.

A MIA MADRE di E. De Amicis Non sempre il tempo la beltà cancella O la sfioran le lagrime e gli affanni; Mia madre ha sessant'anni, E più la guardo e più mi sembra bella. Non ha un accento, un guardo, un riso, un atto Che non mi tocchi dolcemente il core: Ah! Se fossi pittore, Farei tutta la vita il suo ritratto! Vorrei ritrarla quando inchina il viso Perchè io le baci la sua treccia bianca, O quando inferma e stanca Nasconde il suo dolore sotto un sorriso.... Pur se fosse un mio prego in cielo accolto, Non chiederei di Raffael D'Urbino Il pennello divino Per coronar di gloria il suo bel volto; Vorrei poter cangiar vita con vita, Darle tutto il vigor degli anni miei, Veder me vecchio, e lei Dal sacrificio mio ringiovanita.


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L’Eco della Casa di Riposo

A me mama

di Massimo Dorigoni

A ti mama, che te m’hai tegnù tra le to man apena vegnù al mondo, mi, popet pelà e tut stremì col muset tondo, te m’hai ninà en dei to brazzi forti con dolcezza, te m’hai strucà po’ fiss tra ‘n baso e ‘na carezza. A ti mama, en grazie grant, per averme dat la vita, e con umiltà e passion averme ensegnà la strada, quela pù drita.

Maggio

Mi perdo nei colori a sfogliare boccioli di papaveri. Scopro giuochi per bambini; donnine dalle testoline brune oppur corvine.

di Emma Valcanover

I prati tempestati son di margherite, e lungo i fossi fan da pizzo i gigli. Brilla ogni cosa sotto il sole.

Vestite bianche,

I colori si confondono

rosse, rosa.

con coriandoli di voli.

Fiordalisi a mazzi tra le acerbe spighe.

Le rondini accarezzano i miei occhi.


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OPINIONI E PENSIERI

di Ines

- LA GISELLA LA GINNASTICA: “Non saria mejo nar via per en sentier e su e su per la montagna. E po’ tornar con ‘n Fazolet de legna ‘n spala?”

- LA TERESA L’ETA’: I dis -“Cent’ani: che bela età!”- “Vinti ani l’è na bela età!”

- LA MARIA (pianzendo stremida) LA BEFANA 2007: “Me son sentida ciamar. L’era bruta tant che la mort!”

- LA LIDIA (an tel dì de i so 100 ani) “No se basa i omeni!”

- LA ROSALIA CASTEL PERGINE: “Ricordo una canzone che cantavamo quando ero piccola, a scuola: “Là su sul castello due volte redento esulti più bello il patrio vessil.”

- LA PIA I CAGNOTI: “Me pias i cagnoti. I carezo; i spazolo. No l’ è che sia ‘n laoro perché go ‘n mal de schena da mati”

- LA EMILIA “Bello! Che bello, grazioso! Un piccolo regalo giunto inaspettato; un cordiale pensiero imprevedibile che mi ha commossa.” Lei, signora, lo vede che c’è un piccolo annaffiatoio. Lo vede? Qui c’è dentro una pianta di fiori. Li vede i fiori? Qui c’è il manico. E’ un innaffiatoio piccolissimo. E’ un giocattolo. E’ un regalo che mi hanno fatto e io devo ringraziare chi me l’ha regalato. C’è scritto su: “Festa dell’anziano 2007. Emilia” Questo l’hanno regalato a me, proprio a me i miei compaesani. La frase è ornata da un mazzetto di miosotidi, i non ti scordar di me. La piantina è una pianta vera molto bella, dai fiorellini rosa a mazzetti e dalle grandi foglie verde scuro, …..”


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L’Eco della Casa di Riposo

Comunicare con gli ammalati di Alzheimer

di Suor Graziella

Alzheimer: inesorabile cammino che porta al degrado fisico e psichico della persona. E’ possibile mantenere nel malato la capacità di far emergere barlumi di luce e di vita, che rammentino a chi lo accompagna e lo cura la sua dignità di essere umano?…. L’Alzheimer attacca le aree cerebrali che controllano l’ideazione, la memoria, il linguaggio. L’esordio è graduale e insidioso e il declino della persona è generalmente lento. L’Alzheimer colpisce tutti i gruppo sociali, e colpisce ciascuna persona in modo differente. Alcuni parenti descrivono la loro sofferenza nel vedere i loro congiunti, così significativi per loro, dimenticare con sempre maggior frequenza e piano, piano, farsi come assenti, confondere i tempi, perdersi nello spazio,….fino a non riconoscere più né se stessi, né i loro cari. Il nostro cervello è come un luminoso e meraviglioso lampadario, addobbato di numerose lampadine,,,,,ma, con lo spegnersi di ciascuna di esse, poco a poco, si fa sempre più buio fitto. Ma quando tutto sembra perso in questi malati, scorgi occhi ancora vispi e un sorriso che ti dice: “Vieni qui, siediti giù”!! Così quando meno te l’aspetti, dopo un gesto di attenzione o nel partire, saluti con l amano, da colui che tu per primo dovresti ringraziare, ti senti dire: “Grazie, ciao!…..” e se nemmeno questo senti, resta ancora spazio per tanti affettuosi baci. Del resto, non fa così una mamma con il proprio bambino, ancora incapace di parlare?…. Se piange con lui soffre, se ride, con lui sorride, e osserva….e ascolta….e attende…..e avvia. E se una mamma scende al piano del suo figlio bambino, non può fare altrettanto un figlio adulto con sua mamma o papà?………… Ciò che conta è il linguaggio del cuore: se è possibile che il malato abbia perduto la testa, ciò non significa che abbia perduto il cuore. Il cuore si perde solo con la morte. Fino quando il cuore pompa il sangue che ci mantiene vivi, rimarrà viva la nostra identità, continueremo ad essere ciò che siamo. Si può perdere la memoria, recente o remota, ma non si perde la memoria del cuore. Questi malati meritano tutto il


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Pentecoste 2007

nostro rispetto perché la loro dignità non è scalfita dall’infermità. La comunicazione umana non si limita alla parola; al di là dell’irragionevolezza di questi malati sussiste a lungo la ragione del cuore. Dall’esperienza con i malati di Alzheimer ci arrivano molteplici messaggi. Uno è il seguente: “Quante parole spesso diciamo, spesso senza realmente comunicare; impariamo ad ascoltare, ad osservare, ad attendere, ad amare, il linguaggio dell’amore non smetterà di sorprenderci”.

Noi ragazzi del 1921

da gli Ospiti del Centro Diurno

25 APRILE, RICORDI DI LIBERTÀ E DEMOCRAZIA Storie parallele perché i protagonisti all’epoca non sapevano gli uni degli altri. Vicende di tempi ormai lontani. Maria e Italo nati nel 1921, Guido invece nel 1923, ricordano quel venticinque aprile come un giorno di libertà e democrazia. Racconti senza retorica che hanno coinvolto gli ospiti del Centro Diurno in un’appassionata discussione. Alcune testimonianze ci hanno aiutato a riflettere su questa giornata molto importante: Maria: stavo tornando a casa, a Civezzano, con alcuni dei miei familiari, ma all’altezza della località Cirè alcuni soldati ci hanno fermati e perquisiti. Dopo vari accertamenti ci hanno rilasciati. All’entrata del paese siamo stati nuovamente controllati. Regnava ovunque il caos, la gente scappava per le campagne, non si capiva ciò che stava succedendo. Arrivati a casa siamo stati accolti da fratelli e genitori, ci siamo così sentiti finalmente al sicuro. Solo il giorno dopo ci è stato riferito con certezza che tutto quello scompiglio era dovuto alla tanto sospirata liberazione dell’ Italia, correva l’anno 1945. Guido ricorda che in quei giorni era a Bolzano nella batteria anti-aerea tedesca, il venticinque aprile è ritornato a Trento a piedi… Italo: ha molti ricordi tra cui uno spicca su tutti. Lui che in quel periodo abitava a Milano racconta con lucidità lo spettacolo veduto a piazzale Loreto (28 aprile 1945), che definisce senza mezzi termini “schifoso”.. ma su questo episodio preferiamo sorvolarne i crudi dettagli. 25 aprile 1945: la liberazione L’ordine di insurrezione generale viene impartito dal CNLAI (Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia), che assume i pieni poteri civili e militari. A Milano ha inizio lo sciopero generale….


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L’Eco della Casa di Riposo

Approfondimento “Da IPAB ad Azienda” così partendo dall’articolo del Presidente proponiamo due interventi con l’intento di chiarire l’evoluzione che ha visto protagonista la “Casa di Riposo” negli ultimi mesi. La Consigliere Marta Bernabè racconta l’esperienza di questa trasformazione ripercorrendo questi anni di mandato, mentre il Direttore dott. Giovanni Bertoldi presenta il nuovo “Statuto” nelle sue parti sostanziali.

Io, Marta, consigliere Quando abbiamo terminato la stesura del nuovo Statuto sinceramente ho provato una certa emozione. E' un documento che definisce lo stato d'essere di questa Azienda che ha un altissimo valore sociale, senza scopo di lucro. Nell' adozione di uno strumento così importante siamo stati coinvolti tutti noi del Consiglio investendo la nostra conoscenza, buona volontà e competenza per offrire alla comunità un documento chiaro e in regola con le leggi, i bisogni e i mezzi (soldi..). Anche le Autorità comunali sono state coinvolte in questo lavoro. E' stato per me un cammino inizialmente nebuloso e difficile ma grazie alla conoscenza profonda e abile del Direttore abbiamo proceduto con facilità. Molti sono stati gli incontri, anche con altre case di riposo, allo scopo di scambiarci idee, progetti e osservazioni. La stesura del nuovo Statuto ha costituito un passaggio necessario per la trasformazione dell’IPAB in A.P.S.P. (Azienda Pubblica per i Servizi alla Persona) con competenze a tutto campo nell'ambito dell'assistenza socio-sanitaria. Di questa trasformazione epocale abbiamo cominciato a interessarci molto tempo fa con molti corsi sull'argomento. Il nostro Direttore Generale è un esperto in questa materia e ha provveduto a diffonderla a tutte le persone coinvolte nel progetto. In un Consiglio di Amministrazione composto da 7 membri io sono l'unica donna. All'inizio del nostro mandato, più di sei anni fa, mi sentivo carica di buona volontà e passo dopo passo ho affrontato assieme ai colleghi le enormi problematiche legate alla gestione di una casa come la nostra. Dapprima tutto era difficile e confuso poi la materia ha preso un contorno preciso e chiaro. Per me la cosa più complessa è stato conciliare i bisogni delle persone con


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Pentecoste 2007

le inevitabili regole di legge per una gestione limpida ed efficiente della struttura. Vorrei provare a elencare le funzioni di un Consiglio ma vi assicuro che sarebbe un elenco lunghissimo ed estremamente vario. Bilanci, delibere, questionari, piani di miglioramento, corsi, valutazioni, Carta dei Servizi, comunicazioni, verbali, contratti, assistenza… una mole di attività che passa tutta dal Consiglio dopo un attento lavoro del personale di ogni ordine e grado. Tutto si svolge in un clima di assoluta partecipazione con libertà di mettere in discussione eventuali punti di vista diversi. Il rispetto tra noi non è mai mancato e questo ha favorito un'attività costruttiva e serena dove gli impegni hanno sempre trovato soddisfazione. E' proprio il caso di dire che l'unione fa la forza! Una cosa molto complessa è il sistema di qualità che prende in considerazione ogni aspetto della vita nella casa con l'obbiettivo di migliorare sempre. Vi siete mai chiesti quanti siano i pasti preparati e serviti in un anno ai nostri anziani? Tutti magistralmente cucinati nella nostra cucina, vanto dell'Azienda, grazie ad uno chef di eccellenza e di quanti lo aiutano in questa importantissima funzione. Voglio inoltre ricordare il lavoro di tutti gli altri settori che contribuiscono alla vita della casa. Ognuno qui ha voce anche tramite il questionario di soddisfazione che ci da lo spunto per perfezionare la gestione del personale. Quando si lavora in un'Azienda come la nostra si ha il diritto-dovere di conoscerne il funzionamento in modo da sentirsi parte di una grande famiglia dove si desidera il bene reciproco. Un mio personale ringraziamento va al Presidente,

Lo Statuto

di Giovanni dott. Bertoldi

Provincia Autonoma di Trento

Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B .) (I.P.A.B.)

- Comune di Pergine Valsugana -

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “S. Spirito - Fondazione Montel” Montel”

STATUTO

L. n. 6972/1890 (Legge Crispi) Crispi) L.R. 1 agosto 1996, n. 3

Denominazione

Adottato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 23 dd. 26/04/2007

Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel – Pergine Valsugana

a cura Gianni Bertoldi 1.

2.


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L’Eco della Casa di Riposo

Origini e natura dell’ dell’IPAB Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel Data

Evento

secolo XIV

Nascita Ospedale Ricovero di S. Spirito

1508

Elevato a pubblico nosocomio e aggregato al Con bolla del Pontefice Giulio II grande ospedale di S. Spirito di Roma

Fino 1959

Origini e natura dell’ dell’IPAB Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel

Commento Per volontà della Società Lavoratori delle Miniere

dei

al Sede in P.zza Gavazzi

1959

Nuova sede al Palazzo Montel

Testamento Gentilini

Luisa

1975

Nuova struttura nell’orto-giardino annesso al Palazzo Montel

1978

Viene completata la struttura di via Pive

1985

Interventi di ristrutturazione

2002

Nuova struttura di via Marconi

2004

Certificazione di qualità ISO 9001:2000

2005

Attivazione Centro diurno c/o struttura di via Convenzione con Marconi Alta Valsugana

2005

Autorizzazione sanitaria RSA via Pive e via Marconi

Montel

in

Con contributi di vari Enti quali Stato - Provincia - Comune - Cassa Rurale e ASUC di Pergine Interamente finanziata dalla PAT Comprensorio

Nell’anno 1986 l’Ospedale Ricovero di S. Spirito, fino allora amministrato dall’Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.) – già Congregazione di Carità, fu dotato di un nuovo Statuto approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 52 di data 17/01/1986. Da tale data l’Istituzione è denominata Casa di Riposo S. Spirito – Fondazione Montel alla quale è riconosciuta la personalità giuridica di Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.).

3.

I servizi attualmente forniti Tipologia del servizio

Via Pive

RSA (residenza sanitaria assistenziale per non autosufficienti) Casa di soggiorno (struttura residenziale per autosufficienti Centro diurno integrato (struttura semiresidenziale per autosufficienti e parzialmente non autosufficienti) Pasti giornalieri per esterni (in convenzione con il Comprensorio C4 e con altre cooperative sociali)

131*

4

4.

Il patrimonio attuale

Via Totale Marconi 69 200

4

8

10-20

10-20

Il patrimonio mobiliare Il valore complessivo che risulta dall’ dall’inventario al 31.12.2005, esclusi i beni artistici, è pari ad € 1.397.457,50, come si può rilevare dall’ dall’inventario analitico conservato agli atti dell’ dell’Ente.

Il patrimonio mobiliare 70

70

Il valore di questo patrimonio è da considerare secondo il valore catastale ai fini ICI moltiplicato per 5 pari ad € 42.286.631,27.

* Già attivata procedura di autorizzazione per ulteriori n. 5 p.l.

5.

6.

Il sistema di governance attuale Gli organi sociali sono nominati dalla Giunta Provinciale di Trento su

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (A.P.S.P.)

designazione motivata da parte del Sindaco del Comune di

L.R. 21 settembre 2005, n. 7

Il Consiglio di Amministrazione è composto da 7 membri che

Pergine Valsugana. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione ha la rappresentanza legale dell’ dell’Ente e cura i rapporti con gli Enti e altre autorità autorità. Il Vice Presidente ne fa le veci solo in caso di

Denominazione A.P.S.P. “S. Spirito – Fondazione Montel” Montel” Pergine Valsugana

assenza o impedimento temporaneo. Il Collegio dei Revisori è composto da tre membri nominati direttamente dal Consiglio di amministrazione dell’ dell’IPAB

7.

8.


21

Pentecoste 2007

Caratteristiche A.P.S.P.

Riordino delle I.P.A.B.

L.R. 21 settembre 2005, n. 7

1) Autonomia statutaria, regolamentare, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica 2) Imprenditorialità Imprenditorialità 3) Possibilità Possibilità di porre in essere tutti gli atti ed i negozi, anche di diritto privato, funzionali al perseguimento degli scopi istituzionali 4) Distinzione dei poteri di indirizzo e programmazione (CdA) CdA) dai poteri di gestione (Direttore generale) 5) CCPL Enti locali 6) Programmazione economicoeconomico-patrimoniale (contabilità (contabilità economica) 7) Controllo di gestione 8) Semplificazione procedure contrattuali (trattativa privata) 9) Aziendalizzazione (estinzione in caso di grave dissesto economico)

IPAB che gestiscono residenze sanitarie assistenziali (RSA) vengano trasformate ex lege in aziende pubbliche di servizi alla persona (A.P.S.P .) (A.P.S.P.)

9.

10.

Principi

Statuto A.P.S.P.

Uguaglianza

Preambolo

Imparzialità Imparzialità

Titolo I° I°

- Disposizioni generali

Titolo II° II°

- Organizzazione dei servizi e delle attività attività

Titolo III° III°

- Organi

Titolo IV° IV°

- Struttura organizzativa e personale

Titolo V° V°

- Patrimonio, programmazione e contabilità contabilità

Titolo VI° VI°

- Norme transitorie, generali e finali

Allegato 1

- Inventario beni immobili

Continuità Continuità Diritto di scelta Partecipazione Efficienza Efficacia 10.

11.

Scopi

Principi L’Azienda è al servizio della persona; a tal fine orienta la propria attività al rispetto della dignità della persona e alla garanzia del principio di riservatezza. Garantisce adeguatezza, flessibilità e personalizzazione degli interventi, nel rispetto delle scelte dei destinatari e delle loro famiglie, promuovendo e perseguendo il miglioramento della qualità della vita.

12.

Scopi contribuire alla programmazione sociale e sociosocio-sanitaria; erogare e promuovere, anche in forma sperimentale o integrativa, interventi e servizi nell’ nell’ambito del sistema di politiche sociali e sociosociosanitare; sanitare; erogare e promuovere servizi diversificati all’ all’interno della rete locale dei servizi sociosocio-assistenziali e sociosocio-sanitari; erogare e promuovere servizi di cura e benessere alla persona;

Tipologia servizio

RSA

Centro diurno, centro servizi, alloggi protetti, hospice, assistenza hospice, domiciliare integrata, pasti, parrucchiere, odontoiatra, podologo, podologo, fisioterapia, lavanderia

13.


22

L’Eco della Casa di Riposo

Scopi

Ambito territoriale

Scopi realizzare attività attività strumentali;

Tipologia servizio valorizzazione patrimonio, fondazioni attualizzare le volontà agevolazioni volontà originarie dei (es: es: fondatori dell’ tariffarie) dell’ente; promuovere l’ l’addestramento, la centro specializzazione ed formazione e l’ alta formazione (pet l’aggiornamento; (pet-therapy, therapy, cure palliative) promuovere ed erogare servizi nel asili, formazione campo sociosocio-educativo.

a)quello principale, costituito dal Comune di Pergine Valsugana; b) quello secondario, individuato e definito per ciascun servizio per effetto di accordi, convenzioni, contratti; c) quello residuale, che può essere individuato per singoli servizi dal Consiglio di Amministrazione, anche oltre i confini provinciali, regionali o nazionali.

14.

15.

Disciplina delle attività

Criteri di accesso ai servizi

Realizzazione e promozione di servizi residenziali e semiresidenziali nonché nonché di altri interventi e servizi sociosocio-assistenziali e socioanche a carattere socio-sanitari ambulatoriale e domiciliare. Gli scopi e le finalità finalità aziendali vengono perseguiti principalmente tramite la realizzazione e la promozione di servizi residenziali e semiresidenziali nonché nonché di altri interventi e servizi socioassistenziali e socio socioanche a carattere socio-sanitari ambulatoriale e domiciliare.

L’Azienda può prevedere agevolazioni per la fruizione del servizio da parte dei residenti nell’ nell’ambito principale di attività attività, sia in forma generalizzata, sia in forma correlata alla capacità capacità di contribuzione dei fruitori, sia per categorie particolari dei fruitori stessi, al fine di attualizzare le volontà volontà dei fondatori e donatori, senza pregiudicare la parità parità di accesso al medesimo servizio da parte di tutti gli aventi diritto; in caso di servizi in convenzione, a parità parità di valutazione del bisogno e se ciò non contrasta con le disposizioni della convenzione stessa, verrà verrà data priorità priorità di accesso ai residenti dell’ dell’ambito principale di attività attività dell’ dell’Azienda

16.

17.

Organismi di partecipazione e rappresentanza L’Azienda, al fine di mantenere e consolidare i legami con la famiglia e la comunità comunità nella quale sono ubicati i propri servizi, promuove e favorisce la costituzione di organismi di partecipazione e di rappresentanza degli interessi degli utenti e dei loro familiari. Tali organismi hanno un ruolo consultivo e di promozione dell’ dell’attività attività del volontariato

Rapporti con i portatori di interessi carta dei servizi 2. modalità modalità di rendicontazione sociale delle proprie attività attività - bilancio sociale 3. modalità modalità di partecipazione dei portatori di interessi nei processi di programmazione e valutazione 4. sistemi di gestione e miglioramento della qualità qualità 1.

18.

19.


23

Pentecoste 2007

Organismi di partecipazione e rappresentanza

Benefattori In continuità continuità con lo spirito caritatevole che ha animato i fondatori dell’ dell’ente e mosso i cittadini a devolvere totalmente o in parte il proprio patrimonio a vantaggio dei soggetti più più deboli e bisognosi della comunità comunità locale, l’Azienda riconosce, valorizza e tutela i propri benefattori affinché affinché ne sia conservata e trasmessa ai posteri la memoria

L’Azienda, nello svolgimento delle sue attività a favore dei destinatari dei servizi, si prende cura anche dei bisogni della famiglia, elemento fondamentale e qualificante per una corretta gestione del caso ed un’appropriata erogazione delle prestazioni socio-sanitarie e socioassistenziali. 20.

Volontariato

21.

Organi dell’ dell’Azienda

L’Azienda, per il conseguimento delle finalità finalità di utilità utilità sociale stabilite dal presente statuto ed in considerazione dell’ dell’assenza di scopo di lucro propria della natura giuridica, promuove e sostiene le diverse forme di volontariato e di solidarietà solidarietà sociale secondo quanto indicato dalle disposizioni vigenti

Consiglio di Amministrazione Presidente Direttore Generale Organo di Revisione

22.

23.

CdA

Il Presidente

Il Consiglio di Amministrazione è l’organo di indirizzo, di programmazione e di verifica dell’azione amministrativa e gestionale dell’Azienda. Il Consiglio di Amministrazione è composto da 7 (sette) membri compreso il Presidente, nominati dalla Giunta provinciale di Trento su designazione motivata da parte del Sindaco del Comune di Pergine Valsugana La durata in carica del Consiglio di Amministrazione è di 5 (cinque) anni a decorrere dalla data di insediamento dell’Organo I consiglieri possono essere nominati per non più di 3 (tre) mandati consecutivi

Il Presidente è il legale rappresentante dell’Azienda e la rappresenta in giudizio, previa autorizzazione del Consiglio di Amministrazione. E’ sostituito nel caso di assenza o impedimento dal Vicepresidente. Egli assicura con la sua opera la vigilanza sul buon andamento istituzionale e l’unità di indirizzo dell’Amministrazione nei confronti degli enti titolari della competenza socioassistenziale e socio-sanitaria e della comunità locale di riferimento.

24.

25.


24

L’Eco della Casa di Riposo

Il Direttore generale

Organo di revisione

Il Direttore Generale è la figura dirigenziale apicale dell’Azienda, sovrintende all’attività dei dirigenti, è capo del personale e dirige i servizi dell’Azienda Egli è responsabile della gestione amministrativa, tecnica, economica, finanziaria e socio-assistenziale della medesima, nei limiti delle risorse, delle direttive e degli obiettivi assegnati dal Consiglio di Amministrazione

Collabora con il Consiglio di Amministrazione nella sua funzione di controllo, esercita la vigilanza sulla regolarità contabile e finanziaria della gestione dell’Azienda e attesta la corrispondenza del bilancio di esercizio alle risultanze della gestione redigendo apposita relazione accompagnatoria

26.

27.

Organizzazione

Tariffe

1. centralità della persona e della produzione di utilità sociale nell’erogazione dei servizi; 2. integrazione con i servizi territoriali pubblici e privati; 3. strumentalità dell’organizzazione rispetto al conseguimento delle finalità istituzionali; 4. distinzione tra poteri di indirizzo e programmazione e poteri di gestione; 5. massima flessibilità delle forme organizzative e gestionali; 6. valorizzazione e sviluppo delle competenze professionali; 7. orientamento al cliente e al miglioramento continuo; 8. efficacia, efficienza ed economicità gestionale.

Attraverso la valorizzazione del patrimonio, si possono prevedere agevolazioni tariffarie a favore dei soggetti indicati dai promotori dell’Azienda o da coloro che contribuiscono alla sua attività mediante donazioni o lasciti testamentari. Possono essere stabilite tariffe differenziate in relazione a particolari forme di erogazione dei servizi o all'erogazione di prestazioni accessorie

28.

29.

Cronoprogramma

Attività Attività che residuano dopo la liquidazione dell’ dell’Azienda

Termine parere Comune

Entro 30 gg. dal ricevimento

Approvazione statuto da parte della G.R. Trentino Alto Adige

Entro 45 gg. dal ricevimento

Iscrizione dell’azienda nel registro delle aziende Entro 11/01/2008 tenuto dalla Provincia di Trento Nomina Commissario straordinario (Presidente in Dalla data iscrizione dell’APSP nel registro delle carica) aziende

In caso di estinzione, le attività che residuano dopo la liquidazione dell’Azienda sono trasferite al Comune di Pergine Valsugana.

Approvazione regolamenti aziendali (personale, Entro 90 gg. dall’iscrizione contabilità, organizzazione generale, contratti) nel registro delle aziende Richiesta designazione membri CdA

Entro 15 gg. dall’approvazione dello statuto

Designazioni membri CdA

Entro 60 gg. dal ricevimento della richiesta

Nomina CdA

Entro 30 gg. dal ricevimento delle designazioni

Insediamento nuovo CdA da parte del Commissario Entro il termine stabilito straordinario dall’atto di nomina

30.

31.


25

Pentecoste 2007

Pillole di qualità

di Cristina Bolgia

STANDARD 2007: risultati del 1° trimestre degli indicatori di processo NR

STANDARD

% DI RISPETTO

NOTE

1 Effettuazione del colloquio pre-ingresso (almeno 12 ore prima)

100%

C

2 Presenza del tutor nella fase d’inserimento dell’Ospite (almeno nei primi 15 giorni)

100%

C

3 Redazione del PAI per il nuovo Ospite (entro 21 giorni dall’ingresso)

100%

C

Media: 15,44 giorni

4 Revisione del PAI (entro 8 mesi dal precedente)

100%

C

Non rilevabile

5 Informazione obiettivi PAI (entro 10 giorni dalla redazione del PAI)

100%

C

84,62%

C

100%

C

Media: 0,70 giorni

1

C

1 lesione imputabile all’ente

83,33%

NC

5 lesioni su 8 migliorate

10 Rilevazione dei parametri vitali (almeno 1 volta al mese per tutti gli Ospiti)

100%

C

Garantito a tutti gli ospiti

11

Valutazione medica periodica, esclusi i casi urgenti (entro 2 giorni prima del PAI)

100%

C

Media: 6,98 giorni prima

12

Prima visita fisioterapica (entro 3 giorni lavorativi dall’ingresso)

100%

C

Media: 1,05 giorni

13

Valutazione fisioterapica periodica (entro 2 giorni prima della verifica del PAI)

95,70%

NC

Media: 7,66 giorni prima

14

Trattamenti continuativi al piano o in palestra (almeno 50 Ospiti 1/v in settimana)

91,53%

C

59 ospiti in trattamento

15

Ginnastica di gruppo per gli Ospiti di Via Pive (almeno 20 Ospiti 1/v in settimana)

100%

C

24 ospiti in trattamento

16

Ginnastica di gruppo per gli Ospiti di Via Marconi (almeno 20 Ospiti 1/v in settimana)

85%

C

25 ospiti in trattamento

17

Valutazione odontoiatrica per tutti gli Ospiti esclusi i casi urgenti (1 all’anno)

18

Gestione delle emergenze (intervento del medico entro 15 minuti dalla segnalazione)

100%

C

4 emergenze; media: 6,5 min

19

Servizio di barberia agli Ospiti maschi (prestazioni non effettuate)

2,22%

C

98,78% di prestazioni effettuate

20

Attività di animazione/deambulazione di domenica (almeno 2/v a mese)

95,24%

C

21 attività effettuate

21

Alzata quotidiana a tutti gli Ospiti non autonomi nella prestazione (almeno 1/v al giorno)

95,53%

C

22

Effettuazione del bagno assistito agli Ospiti (almeno ogni 15 giorni)

94,37%

C

23

Gestione della turistica (numero di turni programmati e non rispettati)

100%

C

24

Revisione della valutazione animativa (entro 2 giorni prima della verifica del PAI)

100%

C

Media: 7,26 giorni prima

25

Attività di animazione nei soggiorni di nucleo (almeno 2/v alla settimana)

97,47%

C

91 attività svolte

26

Coinvolgimento dei volontari in attività di animazione (almeno 2/v alla settimana)

100%

C

107 attività gestite

27

Partecipazione attiva degli Ospiti alle attività (numero minimo di progetti personalizzati)

28

Sperimentazione della Pet-Therapy (almeno 35 Ospiti coinvolti 1/v alla settimana)

100%

30

Restituzione dei capi di vestiario puliti (entro 12 giorni, per il servizio esterno)

100%

32

Gestione dei pasti fuori orario (percentuale di rispetto della richiesta)

100%

C

33

Richieste di manutenzione su ausilii provenienti dai reparti (entro 1 giorno lavorativo)

100%

C

61 interventi effettuati

34

Effettuazione delle prestazioni di parrucchiera

80,26%

C

547 prestazioni effettuate

6 Obiettivi PAI (percentuale dei risultati ottenuti) 7 Prima visita medica (entro 3 giorni lavorativi dall’ingresso) 8 Prevenzione delle lesioni da decubito (non più di 5 lesioni imputabili all’Ente) 9 Trattamento delle piaghe da decubito (miglioramento delle lesioni entro 2 mesi)

LEGENDA: C= CONFORME

NC= NON CONFORME

Media: 65,44 ore prima

NON RILEVABILE

Media: ogni 11,5 giorni

NON RILEVABILE

C

38 ospiti coinvolti Media: entro 11,33 giorni


26

L’Eco della Casa di Riposo

Le associazioni I tempi che corrono ...

di Francesco Lunelli (Presidente dell’ ANVULSS)

Eh già … è proprio il caso di dirlo che i nostri tempi corrono.

troppo veloci per potersi fermare un attimo ad ammirarlo.

Corrono, perché ora sembra non ci sia più nemmeno il tempo per fermarsi un attimo e chiedersi dove ci porterà tutta questa frenesia.

Credo che gli anziani, o meglio, le persone della terza età, siano custodi di un grande sapere che soprattutto a noi giovani manca: quello di aver fatto trascorrere la vita in maniera forsennata della nostra seppur con molti più problemi da risolvere.

Mattino: lavoro; pranzo: tante volte fatto al bar con un panino; pomeriggio: di nuovo lavoro; sera: a casa per fare qualche lavoretto; cena: distratta quasi sempre dalla tv; sera tarda: addormentati sul divano; notte….e dopo poche ore tutto si ripete!!! Senza contare il telefonino, il computer… mezzi ormai “indispensabili” ma deleteri per la maggior parte di noi. Mi rendo conto in primis io della cattiva influenza che hanno questi mezzi di comunicazione, ti fanno sentire parte di un sistema a cui non ti puoi sottrarre, altrimenti rimani tagliato fuori. E questo è grave. Non lo so come fosse vivere durante i vostri tempi, i tempi dei miei nonni. Le tribolazioni della guerra, la mancanza di quello che per noi oggi è indispensabile (basti pensare ad una giornata senza la corrente elettrica, oppure l’acqua in casa, oppure doversi spostare a piedi). Le difficoltà erano molte più di adesso, ma sicuramente i tempi non correvano come ora. Questo ritmo forsennato ci fa ammalare di depressione e ci rende apatici a tutta la bellezza del mondo che ci sta intorno, perché

Questo sapere non deve andare perso e la mia esortazione ai giovani è quella di ascoltare sempre chi ha l’esperienza dalla sua, ci saprà sicuramente far riflettere e pensare che forse non sempre vale la pena di inseguire veloci il mondo, ma spesso è bello fermarsi ad aspettare.

Anche quest’anno, ringraziando lo Spirito Santo, Vostro protettore, ci ritroviamo a ringraziarLo dalle nostre sempre rinnovate amicizie. Confidiamo in Lui che ci tenga sempre in buona salute, così da continuare i nostri incontri. Un nostro fraterno saluto e auguri. Direttivo e soci Circolo Comunale Pensionati Pergine


Pentecoste 2007

CINQUE GENERAZIONI A SCUOLA

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di Lidia Roat Tecilla

Nella seconda metà dell’Ottocento I miei nonni sapevano leggere, scrivere e fare i conti. Mia nonna raccontava che a Ischia la scuola era ricavata in un locale privato dove una maestra insegnava le materie più importanti e il curato spiegava e faceva studiare la Storia Sacra. Una parte delle lezioni era dedicata ai lavori, all’ora indispensabili, come filare lana, canapa e lino usando il fuso e la rocca; si imparava il lavoro a rete e si confezionavano i veli per la chiesa o scialli per le feste, i ragazzi invece apprendevano il lavoro di intaglio del legno, a fare zoccoli, mensole e panche.

Primi vent’anni del Novecento Gli scolari di allora, fra cui anche mio padre, avevano un libro con le nozioni basilari di storia, geografia e con racconti e poesie. La scrittura era molto curata, italiana naturalmente, anche se allora il trentino faceva parte dell’Austria. Mio padre e i miei nonni parlavano con molto rispetto del Kaiser e ricordo che in casa mia si cantava, in sordina, “Serbi Dio dell’Austria il Regno”.

Copertina del libro da cui è tratto il testo riportato.

Anni Trenta - Quaranta Nel corso del periodo fascista l’insegnamento migliorò, perché venne integrato con la grammatica, le scienze, la musica e la poesia. Purtroppo nei piccoli paesi c’erano soltanto le scuole elementari e l’obbligo scolastico era di 8 anni, per cui si dovevano ripetere le classi terza e quinta. Nei centri più popolosi ed importanti si poteva frequentare l’Avviamento, che comunque non era obbligatorio.

Anni Cinquanta La riforma della scuola progredì rapidamente assieme al boom economico: si istituirono le scuole medie obbligatorie, in modo che dopo le elementari nei tre anni di media inferiore ci si preparava per le scuole superiori, istituti tecnici, licei, magistrali. Se nei tempi passati ben pochi potevano studiare, non per mancanza di intelligenza o capacità, ma per le difficoltà economiche delle famiglie, ora molti giovani poterono conseguire un diploma di scuola superiore.

Anni Ottanta - Novanta In questi in cui sono una nonna mi accorgo che la scuola è proiettata nel futuro e quando cerco di aiutare i miei nipotini a fare i compiti, le cose si complicano perché 8x3 fa sì 24, ma con uno strano giro di operazioni e così per le altre materie. Perciò questi bambini ad un certo punto mi dicono: - Nonna, per favore stai zitta che non capisci niente! E pensare che a scuola ero così brava! E’ arrivata l’era dei computer!


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El zog de l’oca

L’Eco della Casa di Riposo

di Gabriella Bonvecchio

Me par de esser el trapolot del zog de l’oca: do dadi trati da la man furesta del destin i me manda su ’n pontara e subit dopo zo ‘nden foss; i me svoltola ‘ndel polveron de na strada sbagliada, i me ‘ncrosa ai spini de na storia velenosa. Ven n’altra volta trat i dadi e tut de ‘n colp, mi trapolot del zog, vegno sbarà su ‘nde n’ ziel nof ‘ndo che roto nuvolosi cargadizi, ‘ndo che scanso grani de tompesta e subit dopo molà zo, su ‘nde na nova tera ‘ndo che la luna la zuga co le zorle de magio, ‘ndo che l’acqua fina la fa deventar bionda l’erba menta. Li davanti a mi gh’è ‘l traguardo, go propri en de le me man la vitoria:

Da “Filastrocca delle zorle”

di Gabriella Bonvecchio

Dopo la funzion del MAGIO, per poder en poc zugar

la speranza che me sgomberava dent

se neva zo ai Doseti per tante zorle entrapolar

la m’à spalancà la porta giusta.

e quando ‘l scanderlot propri pien l’era deventà ‘ntra i zighi de noi popi ghe deven libertà!


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Pentecoste 2007

Ciao a tutti! Siamo Karin e Valentina, due stagiste frequentanti il terzo anno del liceo delle scienze sociali all’istituto “Marie Curie”di Pergine Valsugana. Il nostro indirizzo è centrato sulla comunicazione e ci permette di apprendere le tecniche necessarie a realizzare una comunicazione efficace nelle relazioni con le altre persone, in particolare nel mondo del lavoro. Il corso di quest’ anno scolastico prevede a marzo un mese di tirocinio. Noi abbiamo avuto la possibilità di conoscere la vostra struttura e le sue caratteristiche e di “lavorare” assieme a Voi. La nostra attività era suddivisa in parte amministrativa (mansioni al pc e lavoro su documenti) e parte animativa (relazioni con le ospiti, familiari e personale di animazione). Durante i primi giorni abbiamo affrontato qualche lieve difficoltà poiché dovevamo ambientarci in una situazione del tutto nuova per noi: eravamo preoccupate di svolgere correttamente le mansioni assegnate ma, grazie alla disponibilità e all’accoglienza dei dipendenti, ci siamo sentite a nostro agio. Lavorando in animazione abbiamo avuto la possibilità di conoscere molti aspetti di questo lavoro, tra cui tutte le attività mattutine e pomeridiane offerte agli ospiti della struttura. Queste comprendono la ginnastica collettiva, l’attività cinofila assistita, i gruppi artistico- espressivo, lettura del giornale e dibattito, lavoro a maglia e funzioni religiose. Ci siamo stupite di quanto siano le figure professionali presenti in casa di riposo. Grazie alla disponibilità degli animatori abbiamo appreso un metodo efficace per stabilire relazioni con gli ospiti. Giorno dopo giorno, parlando con loro, abbiamo preso coscienza delle grandi differenze tra lo stile di vita del passato e le comodità di cui disponiamo al giorno d’oggi. Questo insomma è stata una possibilità per noi di conoscere più approfonditamente la vita passata e le sue caratteristiche. A nostro giudizio questo stage è stato assai positivo, poiché abbiamo capito quale strada intraprendere nella nostra vita professionale. Stare a contatto le ospiti ci ha dato molta soddisfazione poiché aiutare persone cordiali, accoglienti e affettuose che ne hanno bisogno è stato molto gratificante. Speriamo vivamente di ritornare da voi quest’estate; approfittiamo di questa occasione per ringraziare tutto il personale dell’ufficio, settore animazione e tutti i dipendenti in generale che ci hanno accolte, assistite e aiutate durante questo mese. Karin e Valentina


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L’Eco della Casa di Riposo

Circolo Ricreativo Due in Uno”…..ECCOLO !!!

di Alfonso Vinciguerra

Il giorno 14 marzo 2007, con immensa soddisfazione dei soci fondatori, è stato redatto l’Atto Costitutivo del “Circolo Ricreativo Due in Uno” : associazione senza scopo di lucro che intende svolgere attività di utilità sociale, nei confronti degli associati e di terzi, nei settori ricreativo, culturale e della solidarietà sociale, nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati. Alla costituzione del Circolo si e arrivati dopo che già da qualche tempo era maturata in alcuni di noi, operatori della Casa di Riposo di Pergine, l’idea di creare un Gruppo ricreativo per promuovere iniziative sia interne (gite, eventi sportivi, corsi di ballo, cene……) sia esterne alla Casa di Riposo (corsi vari, partecipazione a tornei….) al fine di agevolare lo spirito di aggregazione e di gruppo anche al di fuori dell’orario di lavoro. La scelta del nome stesso del Circolo “Due in Uno”, non è casuale ma palesa una forte voglia di unire sinergie e potenzialità, sicuramente presenti in tutti gli operatori che operano quotidianamente nelle due “Case” di via Pive e via Marconi, con l’intento di ottenere un Circolo Ricreativo che appartenga a tutti e che sia ambito in cui tutti possano, oltre che partecipare alle attività gia programmate, proporre con tranquillità nuove idee. A breve sarà indicata la sede del Circolo che, grazie alla disponibilità del nostro Direttore e dell’Amministrazione, dalla quale abbiamo ricevuto anche un primo contributo economico, verrà individuata all’interno della nostra Casa di Riposo. Sarà un punto d’incontro dove tutti gli associati potranno venire a conoscenza di tutte le trasparenti operazioni del Direttivo, condividere e proporre piacevoli attività e, soprattutto, mettere a disposizione la propria esperienza e capacità. Sicuramente, se ci sarà da parte di tutti noi una discreta partecipazione e una buona volontà nel portare avanti l’iniziativa, si avranno soddisfazioni e buoni risultati ……attualmente una cosa è certa:il Circolo Ricreativo “Due in Uno”…..ECCOLO !!!

Il Presidente del “Circolo Ricreativo Due in Uno”


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Pentecoste 2007

Lode allo Spirito Santo O fonte dell’amore, o immensa carità O Spirito che regni per sempre in ogni età. A te con gioia canti chi vive e crede in te; innalzi lodi e inni chi t’ama e spera in te. Tu sei pastore e guida di questa umanità: i popoli del mondo raccogli in unità! A te con gioia canti chi vive e crede in te; diffonda la Parola chi t’ama e spera in te. Tu reggi la tua Chiesa, le doni verità: i figli tuoi eletti conduci a santità. A te con gioia canti chi vive e crede in te; sia sempre sale e luce chi t’ama e spera in te. da “Uniti nella lode”

Visita Pastorale: S. Messa ufficiata in Casa di Riposo da S.E. Arcivescovo Luigi Bressan con Padre Albano e don Lamberto.


Calendario manifestazioni estive DATA

ORE

SEDE

EVENTO

INFO

La Pentecoste

DOMENICA 27 maggio 2007

VENERDI’ 1 giugno 2007

VENERDI’ 29 giugno 2007

GIOVEDI’ 5 luglio 2007

GIOVEDI’ 19 luglio 2007

MERCOLEDI’ 1 agosto 2007

12:15

entrambe

16:00

VIA MARCONI

CONCERTO

19:30

VIA PIVE

Iniziativa serale in giardino per i dipendenti

19:00

VIA MARCONI

“CENA IN TERRAZZA”

Cena con gli Ospiti della Casa e loro familiari sulla terrazza

19:00

VIA PIVE

“CENA IN GIARDINO”

Cena con gli Ospiti della casa e loro familiari nel giardino

12:00

entrambe

“PRANZO IN ALBERE’”

A cura dei Volontari del Movimento Decanale di Pergine

Mese di agosto secondo calendario

VIA PIVE

VENERDI’ 7 settembre 2007

15:00

VIA PIVE

“FESTA PATRONALE DELLA CASA DI RIPOSO”

Pranzo per Ospiti e familiari

Coro Edera del Circolo Comunale Anziani di Pergine

Con il “Circolo Ricreativo Due in Uno”

Torneo di bocce “GIOCHI IN AMICIZIA” Premiazione e rinfresco “GIOCHI IN AMICIZIA”

Ospiti, squadre e giocatori

L’ECO CURA REDAZIONALE, IMPOSTAZIONE GRAFICA E STAMPA A CURA DI Cristina Bolgia, Silvano Brol, dott. Andrea Moser e Giuseppe Zambotti SI RINGRAZIANO TUTTI COLORO CHE HANNO DATO IL LORO APPORTO PER LA REALIZZAZIONE DEL PERIODICO


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