Giornalino dicembre 2017

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Dicembre 2017 - numero 3 - anno XXXIII


SOMMARIO La Casa informa

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Lettera del presidente

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Q&B - Audit 2017

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Lettera aperta

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L’incontro con l’altro mantiene giovani

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La sedia dell’accoglienza

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Invito alla visita

in primo piano ...

La sedia dell’accoglienza ‐ Pagina 9

Progetti in rete

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Un futuro per Leer

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AVULSS

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Chi siamo

Ricordi

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Caro papà

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L’angolo della poesia

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Antologia di racconti

Caro papà ‐ Pagina 13

Attività

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I nostri lunedì al 4° piano di via Pive

In bacheca

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Paginetta umoristica

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Ringraziamento ai volontari

Ringraziamento ai volontari ‐ Pagina 29


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EDITORIALE

LETTERA DEL PRESIDENTE di Diego Pintarelli

L’

Presidente A.P.S.P.

avvicinarsi del Natale evoca in tutti noi emozioni fatte di ri-

cordi, nostalgia ma anche attesa e speranza. Nostalgia per quei pezzi di cuore che abbiamo perso per strada ma che fanno comunque parte sostanziale della nostra vita. Speranza di vivere in occasione del Natale momenti di incontro, di felicità e anche di meditazione per chi vive la religiosità di questa ricorrenza. L’A.P.S.P. come sempre certa di creare un’atmosfera e una cornice fatte di arredi ed addobbi per i nostri ospiti e familiari, presupposto per evocare in loro i natali vissuti nelle rispettive famiglie. L’alta professionalità dei nostri operatori unita all’attenzione e alla sensibilità che hanno sempre dimostrato, sono certo che renderà anche questo Natale speciale. Non voglio soffermarmi a decantare la qualità dei servizi offerti dalla nostra A.P.S.P. di cui abbiamo spesso parlato e che è stata riconosciuta anche quest’anno dalla commissione preposta alla verifica. Vorrei dedicare poche parole a tutti coloro che operano a vario titolo nell’istituzione perché soprattutto loro è il merito della qualità erogata.


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LA CASA INFORMA/EDITORIALE

A nome mio personale, del Consiglio di Amministrazione e del Direttore rivolto un caloroso e affettuoso augurio a TUTTI di serene Festività e che il 2018 sia ricco di soddisfazioni personali e professionali. Rivolto inoltre un GRAZIE particolare a tutti coloro che a vario titolo operano quotidianamente con impegno e dedizione per far si che l’assistenza offerta agli Ospiti residenti rappresenti quella vera PRESA IN CARICO che deve contraddistinguere il nostro operato.

Dal Comitato Editoriale Auguri per un Natale primordiale, sgombro di cose, ricco di buoni sentimenti, che accende una luce di accoglienza sul nostro abete, aggiunge al nostro presepe tutta l’umanità e dona un sorriso, così luminoso, che oscuri rabbia, disprezzo, indifferenza dalle nostre vite! Auguri dal Comitato Editoriale!!!


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PROGETTI IN RETE

Settembre 2017 “Lotteria” e “Vaso della Fortuna” presso la Casa di Riposo “Santo Spirito” di Pergine Valsugana L’Associazione di Volontariato: “Un Futuro per Leer (Sud Sudan) e Dintorni” in collaborazione con la Casa di Riposo “Santo Spirito” ha organizzato una “Lotteria” per la sede di via Marconi il 7 settembre e un “Vaso della Fortuna” per la sede di via Pive il 20 settembre. Lo scopo dell’iniziativa è stato di raccogliere fondi per donne e studenti del Sudan del Sud, sfollati a causa della guerra, da inviare alla Comboniana suor Lorena Morales che lavora con le donne, e al Comboniano padre Yakob Solomon che assiste studenti/studentesse. Questi missionari vivono coraggiosamente in territori teatri di guerra quotidiana, per rimanere solidali con la gente dei villaggi, persone che hanno perso tutto: casa, animali, i loro campi e soprattutto molti famigliari. Quest'anno la “Lotteria” in via Marconi si è tenuta all'aperto con la presenza di un gentile gelataio con il suo “carretto di gelati”. Nonostante la fatica siamo state felici di aver potuto intrattenere e rallegrare gli anziani e le anziane ospiti, assieme ai loro parenti e amici, presenti in quell'occasione, sperando di non averli stancati troppo. Poiché non tutti i biglietti erano coperti da un premio, abbiamo riservato dei premi di consolazione. Per la sede di via Pive abbiamo organizzato, invece, il “Vaso della Fortuna” con molti oggetti grandi e piccoli in modo che tutti potessero ricevere anche solo un piccolo premio. A nostro avviso l'evento è riuscito anche presso la sede di via Pive grazie pure alla collaborazione della signora Carmen che è stata di grande aiuto nel ravvivare la festa. Un particolare ringraziamento va alla signora Giovanna Meneghini e al signor Giorgio Dalmaso che ci hanno aiutato con consigli e aiuto pratico. Un grazie di cuore a tutti i loro collaboratori e volontari che hanno permesso di trascorrere due pomeriggi in serena compagnia. Nella speranza di essere riuscite a far felici per un po’ di tempo i nostri nonni e nonne desideriamo informare sull’esito economico per la nostra Associazione: Con la “Lotteria” abbiamo ricavato € 705,00 Con il “Vaso della Fortuna” abbiamo incassato € 92,00 Per un totale di € 797,00 Ancora grazie a tutti, per l’Associazione la Presidentessa Silvana Conci Pergine Valsugana, il 22-09-2017


Pergine, 22 novembre 2017

Eccellenza Reverendissima, Noi siamo un gruppo di persone che abitano nella Casa di Riposo a Pergine e che trascorrono la loro vita pregando anche per il bene di questa terra trentina, di cui Lei è Pastore. Siamo ben coscienti dei numerosi impegni di un Vescovo in mezzo alle importanti realtà della nostra Diocesi. Siamo una piccola realtà, ma siamo anche noi Sue pecorelle. Ci chiedevamo se un giorno Lei potesse trovare un po’ di tempo per passare da noi per una pur breve visita: ora che non possiamo più incontrarLa nelle nostre Parrocchie e che le nostre giornate scorrono più lente di un tempo, la Sua presenza fra noi sarebbe fonte di grande conforto e benedizione. Con spirito filiale, a nome degli Ospiti della Casa di Riposo.


A Sua Eccellenza Reverendissima Vescovo di Trento Don LAURO TISI

LETTERA APERTA a cura dei Residenti di via Marconi


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LA CASA INFORMA

L’INCONTRO CON L’ALTRO MANTIENE GIOVANI a cura della dott.ssa Paola M. Taufer, psicologa dell’A.P.S.P. e referente Cafè Alzheimer e Centro Ascolto Alzheimer

L

o confermano recenti ricerche, ma lo sapevamo già da tempo: stare con gli altri, parlare, ascoltare, confrontarsi, fa bene alla salute e rallenta l'invecchiamento. Il benessere relazionale e sociale è infatti un punto di partenza per vivere con una buona qualità di vita. Vivere con gli altri ci fa sentire bene e soddisfa diversi bisogni fondamentali dell'uomo: rafforza il senso di appartenenza, migliora le capacità cognitive e intellettive, aumenta la soddisfazione personale e mantiene un adeguato livello di autostima. Naturalmente è sempre la qualità del rapporto che fa la differenza: se siamo capaci di parlare e di ascoltare riStare con gli altri, spettando i tempi degli altri, avremo una vita relazionale migliore. parlare, ascoltare, Inoltre, confrontarci su argomenti che ci stanno a cuore, ci stimola e mantiene il cervello attivo, quindi più giovane, confrontarsi, fa bene capace di apprendere, elaborare e produrre idee creative. alla salute e rallenta Dopo il successo degli incontri del 2017, anche nel 2018 prosegue il Cafè Alzheimer, momento mensile di incontro, l’invecchiamento. di confronto, discussione e ascolto, aperto a tutta la popolazione.

Se è importante stare con gli altri, come abbiamo detto, è altrettanto importante avere le giuste conoscenze su invecchiamento, malattia, ma anche su memoria, comunicazione, autostima. Per questo il Cafè Alzheimer si propone come punto di incontro del territorio, in cui informarsi, comprendere, conoscere e proporre: tutto questo sorseggiando un buon caffè in compagnia.

CENTRO ASCOLTO: NON SOLO ALZHEIMER In altri casi servono spazi individuali, in cui poter essere accolti e orientati attraverso la malattia (qualsiasi malattia) e i servizi a disposizione: anche nel 2018 è attivo, su appuntamento, il Centro Ascolto Alzheimer, ogni primo lunedì del mese dalle 16.00 alle 19.00. Un primo colloquio evidenzia le reali necessità del richiedente e i diversi servizi (medico, psicolo-


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go, infermiere, fisioterapista, educatore, animatore) possono venire attivati al bisogno. Questo Centro Ascolto si pone come punto di riferimento per tutti coloro (familiari, caregiver) che hanno necessità di supporto psicologico, legato al carico del to care (del prendersi cura); maggiori informazioni riguardanti le malattie tipiche dell'invecchiamento (in particolare le demenze) e conoscere i servizi disponibili sul territorio. Per appuntamenti: tel. 0461-531002.

Cafè Alzheimer 2018 Il 1° lunedì del mese dalle ore 17.00 alle ore 18.30 A.P.S.P. - Centro Servizi Piano terra - struttura di via Pive

8 gennaio 2018:

“Alzheimer: non è solo demenza” a cura del dott. Alberto Galluppi ( Medico APSP) 5 febbraio 2018:

“Alzheimer: istruzioni per l'uso. Dalla malattia ai servizi” a cura della dott.ssa Paola M. Taufer (psicologa APSS) 5 marzo 2018:

“Memory Lab: laboratorio di memoria” a cura della dott.ssa Giulia Virginia La Monica


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LA CASA INFORMA

LA SEDIA DELL’ACCOGLIENZA

“L

a sedia ospitale: qui c’è (un) posto per tutti” è il titolo dato alla manifestazione che il Comune di Pergine ha promosso e organizzato nella primavera e nell’estate di quest’anno assieme al “Tavolo per la pace” e che ha visti coinvolti molti soggetti quali scuole, Enti e associazioni del territorio, tra cui anche la nostra A.P.S.P.. Il Progetto: La “sedia ospitale”, il mobile oggetto della manifestazione 2017, ideato da Wolftraud De Concini, assume un ruolo di primo piano: è stato proposto in forma di concorso, con il quale si invitavano i ragazzi delle scuole, le associazioni, gli artisti, gli immigrati, i cittadini in generale, a raccogliere le vecchie sedie di legno, a sistemarle e decorarle. Le sedie raccolte sono state esposte, in maggio, durante la giornata della pace con le scuole, e in estate in un contesto più ampio, con l’installazione in una mostra al Parco Tre Castagni e, con l’aiuto degli operatori economici anche nelle vetrine dei negozi e nei luoghi più rappresentativi del centro cittadino e delle frazioni. Al termine, le sedie rinfrescate sono state esposte in una sala galleria d’arte e poi messe in vendita o all’asta, con il ricavato da destinare a scopi dei beneficenza. Le sedie sono diventate così anche un vero concorso proposto da “Pergine città dell’accoglienza”.

“La sedia può essere considerata un simbolo dell’accoglienza. Offrire all’amico, al visitatore, al viaggiatore di passaggio, al forestiero venuto da lontano, un posto dove riposarsi e dove sentirsi accolto, è stato da sempre il primo gesto di ospitalità. Aggiungere una sedia – in casa, a tavola, nelle feste – significa accettare l’altro nella collettività”. (Cit. Wolftraud De Concini Artista e ideatrice del progetto).

LA NOSTRA PARTECIPAZIONE La vita in R.S.A. è spesso vista come “un mondo a parte”, separato, distante, quasi marginale rispetto alla vita “fuori”; così il “mondo interno” all’istituzione rischia di rimanere confinato nel rigido ambito della sofferenza, della malattia, dell’esclusione e dell’isolamento, per questo siamo stati ben lieti di poter far dimi-


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nuire tale separazione tra “dentro” e “fuori” partecipando all’iniziativa dando, così, l’opportunità ai nostri residenti di portare alla comunità “esterna” anche la loro voce e facendo in modo che vi sia accoglienza e accessibilità anche per chi è colpito da disabilità e o malattia.


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LA CASA INFORMA/LA SEDIA DELL’ACCOGLIENZA Per portare il nostro contributo abbiamo scelto di partecipare in collaborazione con i bambini della scuola elementare di Madrano, con cui abbiamo già condiviso un bellissimo percorso intergenerazionale con il progetto “T-Essere Memoria”; ecco allora che i nostri residenti hanno dipinto di bianco una sedia di legno ed una carrozzina creando lo sfondo che in seconda battuta, assieme ai bambini, nella loro scuola, hanno proceduto a decorare e abbellire con la tecnica del decupage. Le nostre sedie sono state, assieme a molte altre, in mostra nelle piazzette del centro cittadino e ad abbellire le vetrine di alcuni esercizi commerciali ammirabili fino alla festa in occasione della sagra patronale. Con la riapertura delle scuole è stata fatta una manifestazione con i bambini di alcune classi che hanno cantato e danzato in mezzo a tutte le sedie che concorrevano per ricevere il riconoscimento per la “più bella” o comunque quella che la maggioranza dei visitatori votanti ha ritenuto essere quella che maggiormente rappresentasse il tema dell'accoglienza e della pace. Un ultimo evento è stato promosso dal 7 all'8 ottobre, in sala Maier, dove sono state messe nuovamente in mostra e dove si è svolta la premiazione.

IL VALORE AGGIUNTO Oltre al bellissimo risultato, per noi è stata una occasione in più per dare l'opportunità ad anziani e bambini di entrare in contatto gli uni con gli altri e condividere esperienze con una progettualità comune, superando così le barriere esistenti tra


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la “generazione dell’esperienza” e la “generazione dell’energia”. Con le maestre e con Luisa (responsabile del progetto TEssere Memoria), in questi momenti di incontro abbiamo visto concretizzarsi l’idea che ogni generazione ha qualcosa da donare alle altre e che l’incontro con gli anziani incide positivamente sul processo di socializzazione dei bambini e sulla loro capacità di allacciare relazioni significative con degli adulti al di fuori della propria cerchia familiare. L’anziano, con i suoi ritmi più lenti, ha tempi e modi che sono a portata di bambino e che lo accompagnano nel percorso di crescita e di educazione alla differenza: i bambini si abituano alla disabilità dell’anziano, non sviluppano pregiudizi e imparano a vedere l’altro in quanto persona, indipendentemente dai suoi handicap fisici o motori. Dall’altra parte, l’incontro con i bambini dà l’opportunità agli anziani di riconquistare la propria identità adulta, di sentirsi ancora utili nel presente e di riscoprire la gioia dell’attesa del futuro più immediato. Gli anziani possono trovare continuamente scopi e motivi di soddisfazione personale, contrastando la pigrizia e mantenendo una visione attiva e positiva della vita anche nella sua fase più avanzata.


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RICORDI

CARO PAPA’ di Donata e Flavia

C

aro Papà,

ti scriviamo questa lettera in occasione del Santo Natale, il primo che trascorreremo separati perché una fredda mattina di gennaio hai chiuso gli occhi per sempre. Scriveremo in questa lettera il nome Papà

sempre con la lettera maiuscola perché maiuscola è stata tutta la tua vita. Noi speriamo tanto che tu

possa leggere in qualche modo le nostre parole, Papà, speriamo di poter ancora una volta esprimere tutta la nostra gratitudine e il nostro amore per te. Ecco Papà... amore… di questo è stata piena tutta la tua

vita. Per la Mamma, che ti ha lasciato così presto, per noi figlie, per i generi, per i nipoti, per chiunque tu

abbia incrociato sul tuo cammino. Pensa quanto sarai stato di conforto a chi leggeva i tuoi bellissimi scritti

sui giornalini delle case di riposo o su Strenna Trentina oppure su questo giornale o nei libri che hai pub-

blicato .Quante persone sconosciute si saranno ritrovate nei tuoi pensieri, nel tuo ricordare in modo lucido

e intelligente il tempo passato. Nel riportare alla memoria fatti, tradizioni ,usi della tua amata Val di Non

(la pu bela dele val...dicevi ) . E poi,Papa', solo e unicamente per tuo merito Dave e Kitty dalla lontana

Florida hanno potuto conoscere i luoghi di origine del loro nonno. E quanto impegno e intelligenza hai

profuso nei corsi di inglese seguiti ad oltre ottant'anni di età, apposta per poter scambiare due parole con

loro che l'italiano non lo avevano mai conosciuto … quanti quaderni hai riempito con la tua bella calligrafia

solo appena un po' incerta, esattamente come uno studente qualsiasi. E invece eri un super studente, Pa-

pà, usavi il pc, il tablet ,il cellulare con una disinvoltura invidiabile . Con te si poteva parlare di qualsiasi

argomento, eri sempre aggiornatissimo . E durante i nostri viaggi in camper quanto entusiasmo per qual-

siasi iniziativa si prendesse : una mostra, un paesaggio, un buon pranzo...tutto ti trovava pronto e attento

a cogliere ogni più piccolo particolare con intelligenza ed allegria. Tutto ti rallegrava, una fetta di torta e

un caffè preso con una vicina di casa, la lezione all'Università della Terza Età, un pranzo con tuo ex collega, un pomeriggio con gli amici di una vita che avevamo conosciuto perché sullo stesso pianerottolo nel

primo condominio dove abbiamo abitato e con i quali l'amicizia si è sempre più rafforzata. D'altra parte,

Papà, come si poteva non volerti bene ? Eri sempre generoso al punto da mandare gli auguri non solo per

compleanni e anniversari, ma addirittura per gli onomastici...chi li ricorda più gli onomastici ? E non ne

dimenticavi uno, Papà, mai ! Anche in questo esprimevi il tuo amore e la tua attenzione per gli altri, an-

che in questi piccoli gesti affettuosi … inviati con un sms, si capisce, eri super tecnologico ..lo sei stato fino

all'ultimo giorno ! Ecco, noi speriamo di aver ereditato almeno un po' delle tue splendide qualità e, come

abbiamo voluto scrivere nelle tue memorie, il bello di essere figlie sta nell'aver avuto un Papà come te.

Grazie di essere stato nelle nostre vite, continua a proteggerci e guidarci dalla Luce dove certamente sei in

questo momento.

Le tue

Donata e Flavia


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L’ANGOLO DELLA POESIA

Nadal dent per la val… di Massimo Dorigoni Fòr per la not, soliva su ogni casa come ‘n linzòl de seda la nef la s’è postada. Dent per la val, silenzio, tut che tase, ‘na roba sol se sente… mis-cià con la bauta quel bon odor de dase. E’ ariva Nadal anca quest’an, ‘na festa semplize, per noi ancora cara endò trionfa ‘l vin polenta col cunèl e bòn formai de tara. Ne goden tut el pòc lontan dala zità coi so slusori ghe assan la gloria a quei, scuerti de baiochi, i crede de esser siori…


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La tua vita è STRAordinaria di Giuliana Fontanari Sighel Straordinarie sono le lacrime che allagano gli occhi mostrando l’essenza pura di un sentimento. Straordinario è il pianto di un bimbo quando la mamma si accorge che è solo un pretesto per farsi abbracciare forte forte. Straordinario è un fiore grondante di rugiada illuminato dal primo sole del mattino. Straordinario è guardarsi le mani sporche di terra senza avvertire la fatica del lavoro. Straordinario sarebbe se tutti i guerrafondai del Mondo deponessero le armi e in quell’attimo si accorgessero che la vita è STRAordinaria. Ma come mai non ci accorgiamo che la vita è STRAordinaria? Solo perché abbiamo tolto le prime quattro lettere rendendola così, semplicemente, squallidamente, esclusivamente…ordinaria.


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PROGETTI IN RETE

AVULSS CIVEZZANO-FORNACE-PERGINE a cura di Renzo Rossi (Presidente AVULSS)

AVULSS CIVEZZANO FORNACE PERGINE X° DI FONDAZIONE 23 settembre 2017 VILLA MORETTA

A

bbiamo voluto festeggiare i 10 anni di attività dalla nostra fondazione in un incontro effettuato a Villa Moretta con alcuni degli Ospiti dell’ APSP di Pergine, accompagnati dagli operatori dell’ Ufficio Animazione, per rendere viva la nostra giornata e per coinvolgere alcune delle persone cui dedichiamo parte del nostro tempo e a cui raccontare un po’ della nostra storia

STORIA L'AVULSS e' una Associazione voluta da Don Giacomo Luzietti e promossa dall'OARI. L'acronimo AVULSS significa"Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali Socio Sanitarie" mentre OARI significa "Opera Assistenza Religiosa Infermi". E' nata a seguito della legge quadro 833 del 23 Dicembre 1978 di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. L'AVULSS ha assunto veste giuridica a Milano il 3 Ottobre 1979. L'AVULSS e' una Associazione libera e autonoma di cittadini che, interpretando le diverse situazioni culturali, professionali, sociali, politiche, alla luce dei principi cristiani, si mettono soprattutto a servizio degli ultimi, sia direttamente, sia intervenendo nelle realtà socio-sanitarie.


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OBIETTIVI La missione dell'AVULSS è chiaramente riportata nella "Carta del volontario" scritta da Don Giacomo Luzietti. Il Volontario AVULSS è accanto a chi soffre, intende aiutarlo a superare i momenti di difficoltà e si offre come punto di riferimento. Il volontario AVULSS deve seguire un Corso di formazione di base che copre alcune delle varie situazioni nelle quali si troverà ad operare, in modo da conseguire una preparazione generica, ma molto utile per evitare possibilmente errori durante la sua attività.

ATTIVITA' Attualmente esplichiamo la nostra attività nei Comuni di Pergine, Civezzano e Fornace presso le famiglie in stato di bisogno, ma principalmente nella Casa di Riposo di Pergine dove, da anni, collaboriamo con l’ ufficio animazione per progetti vari di assistenza alle persone ospiti dell’ APSP. E’ stato quindi, per noi, un onore ed un piacere poter festeggiare il X° anno di fondazione, presente la nostra delegata di zona Signora Rosella Menestrina Gilli, con gli operatori dell’ufficio animazione (mai abbastanza ringraziati), assieme ad alcuni residenti, con i quali abbiamo assistito alla celebrazione della S. Messa, celebrata da Don Marco D’alonzo, e quindi condiviso un piccolo rinfresco in allegria. Per finire mi preme ricordare un pensiero del nostro caro fondatore Don Giacomo: “Nessuno ci obbliga a fare questa scelta di servizio. Il volontario è servo di tutti nell’ amore. Servo vuol dire: donare tutto se stessi come Gesù, che è venuto per servire fino a dare la vita. Il servire è un dono senza contropartita. Dono di amore, di speranza, di luce.”

Si ringraziano vivamente le Suore “Sorelle della Misericordia” di Villa Moretta per la gentile accoglienza.


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RICORDI

ANTOLOGIA DI RACCONTI a cura di Bruna Nadalini

LA NEVE E' arrivata, la sulle cime del Lagorai, si è presentata la neve, con quel mantello bianco, che con i riflessi del sole brilla come i diamanti. Ed ecco, dopo un paio di giorni, nevica qua, nella vallata, scende lentamente, copre ogni cosa, si sente il silenzio, sembra tutto ovattato, solo sulla strada si sente il rumore dello spazzaneve. Devo sbrigarmi, vado in soffitta cerco la slitta, è un po impolverata ma fa lo stesso, scendo frettolosamente le scale, mia madre è lì sulla porta, pronta a sgridarmi, non vuole che vada a slittare, perché nevica, non ascolto nessuno, vado. Come è bella la neve, si sta posando su ogni cosa, io mi avvio lungo una stradina di campagna, è un po' erta quello che ci vuole, vado su su piano lascio le mie impronte degli scarponi andanti, e la scia della slitta, eccomi arrivata, ora non mi resta che scendere, basta una spinta e giù. La slitta parte, la neve scende, i fiocchi si appoggiano sul mio viso, che bello, una ventata d'aria accarezza il viso, i fiocchi scivolano via arrabbiati, intanto la slitta va... Lascio dietro di me i filari delle vigne e qualche albero tutto si copre lentamente, un gatto mi attraversa la stradina, c'è una coppia di merli infreddolita, mi avvicino a casa, vedo uscire il fumo dal camino, c'è mamma che mi aspetta, mi sono fermata nel cortile, porto la slitta all'interno è bagnata come me. Quando arrivo in cucina, sento i rimproveri di mia madre, di mio padre, mi prendo qualche ceffone, una litigata. Mi scendono due lacrime, poi tutto passa. Ricordo di un tempo, dove ci si divertiva con poco, per me era bello veder cadere la neve, magari rotolarci. La neve quel miracolo della natura, che copre ogni cosa, ascolti il suo silenzio, si fa scuro, vedi questi fiocchi di neve, bianchi, che scendono, tutto sembra magico, qualcuno da lassù la fa danzare, volteggiare, arrivare qua a me, si posa sulla mia mano, si scioglie, non c'è più.

… il Lagorai


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IL FREDDO Novembre, il freddo sta bussando alle porte. Tutto è cambiato, la natura autunnale con la sua miriade di colori, sta facendo posto al' inverno, tutto si è fermato, si è messo a riposo ogni cosa. Le giornate sono più corte, il sole con i suoi raggi dorati scalda poco, è imbronciato, anche lui pretende il suo riposo, mi incammino lungo le strade, non ho meta, osservo il susseguirsi delle stagioni, ho la mia ombra che mi segue, è silenziosa come me... l'aria è fredda, ma sono vestita, con materiale tecnico, mi sento comoda, cammino nei giardini, non c'è più il rumore dei bambini, che giocando gridano, c'è qualche vecchietto seduto su una panca, si prende un po' di sole, c'è una piccola fontanella che

gocciola

emette il suono tac... tac..., passo via... cammino oltre, camminando faccio rumore perché calpesto le foglie secche, cadute a terra dagli alberi, sembra di vedere un tappetto colorato disteso, con qualche macchia di terra qua e la. Dal campanile sento il rintocco delle ore, c'è una folata di vento, che alza un po' di foglie... cammino... cammino, ora fiancheggio il muro di cinta del cimitero, entro...ogni tomba che vedo mi ricorda una persona, ne vedo tante, arrivo su una tomba dove è sepolta una persona a me cara... il mio pensiero è per lui che da molti anni non c'è più, mi sale la malinconia e le lacrime

passeggiata al parco ...

cadono,...E' l'estate fredda dei morti,.. piango perché con me ormai non c'è più nessuno ...


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PAGINETTA UMORISTICA

RICORDANDO SOCRATE E TRILUSSA a cura di Lino Beber

Il saggio filosofo Socrate aveva affermato che “non conviene curare il corpo, se non si cura anche lo spirito” e nei tempi moderni si è riscoperto che il ridere può essere una terapia utile per accelerare la guarigione anche di mali fisici oltre che psichici. Carlo Alberto Salustri (1871-1950), più noto come Trilussa (anagramma del suo cognome) ha definito l’umorismo la cintura di salvataggio nel fiume della vita. È lo zucchero della vita; ma quanta saccarina in commercio. Fu nominato senatore a vita il 1 dicembre 1950 e il 21 dicembre passò a miglior vita!

Qual è la parte del corpo che sente meno i dolori? I piedi, perché sono i più lontani dalle orecchie. Animale che ha più bisogno di compagnia = il verme solitario Cura per il verme solitario (tenia solium e tenia saginata) = introdurre un altro verme nell’intestino, così non è più solo Baccalà = mummia commestibile Calvizie = la disoccupazione del pettine Culturismo = viaggio di una supposta Digerire = futuro del verbo mangiare Lepre = un coniglio con lo sprint Russare = musica da camera Turista = vagabondo che ha denari Vagabondo = turista senza denari


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LE VIGNETTE a cura di Bruno Corradi

smo Il giusto pizzico di sarca


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LA CASA INFORMA

INVITO ALLA VISITA:

LA CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO A PERGINE a cura di Andrea Zuccatti

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e opere d’arte non sempre sono inaccessibili o lontane, chiuse nei musei o appese alle pareti degli antiquari. Più spesso le troviamo a portata di mano, senza nemmeno accorgercene. E’ sufficiente fare qualche passo. La proposta di visita che vi faccio è talmente accessibile da essere proprio dietro casa, quella di riposo si intende, la si raggiunge spingendo una carrozzina in circa 3 minuti dalla struttura di via Pive, qualcuno in più per chi parte dalla struttura di via Marconi. Il tunnel abbrevia incredibilmente le distanze! Si tratta della piccola, ma ricca, chiesa di San Carlo Borromeo. La storia di questa chiesa è articolata e la sua presenza è documentata già nel 1339, allora dedicata a San Nicolò da Tolentino. Nel 1615 venne ristrutturata e dedicata a San Carlo Borromeo e solamente da allora venne chiamata chiesa di San Carlo. Questa chiesa fu la sede dei “confratelli della buona morte”, congregazione medievale che si occupava di dare pietosa sepoltura ai morti. Le confraternite della Misericordia fiorirono per le condizioni storiche favorevoli. La violenza, i disordini, le guerre, i contagi, e le epidemie furono la quotidianità del Medioevo, e la congregazione trovò la sua sede nella chiesa di San Carlo finchè venne proibita dai vescovi feltrini nel 1759. In tempi successivi ospitò anche la predicazione in lingua tedesca per i germanofoni di Pergine e della valle dei mocheni. E’ da dopo la seconda guerra mondiale che la chiesa viene utilizzata come punto di partenza dei funerali, riprendendone l’antico collegamento con il vissuto della morte. Questa una breve storia della piccola chiesetta. Ma perché dovreste visitarla? Perché questo piccolo scrigno a forma di casetta custodisce alcuni tra i più preziosi affreschi presenti nella nostra regione. Grazie all’opera di restauro avvenuta negli anni 2008-2009 è possibile ammirarli in tutto il loro splendore. Alla parete destra della navata si trovano gli affreschi che illustrano alcuni episodi incentrati sulla figura di San Nicola. Le scene sono organizzate in riquadri rettangolari. In alto a destra la Consacrazione a vescovo di Nicola. Il santo inginocchiato e orante riceve la mitra vescovile alla presenza di tre vesco-


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vi, di altri rappresentanti della chiesa contraddistinti da suppellettili ecclesiastiche e dalla folla. La scena accanto - San Nicola placa la tempesta-mostra la disperazione dei naviganti che invocano l’intervento del santo mentre salva l’imbarcazione dalla furia delle acque. Nell’affollata raffigurazione dell’evento calamitoso sono superbamente espresse le reazioni umane di fronte al pericolo: si colgono gli sforzi dei marinai che si aggrappano alla nave e tirano le funi, la paura e il raccoglimento che attanagliano i rassegnati, la speranza di quelli che pregano e invocano il santo ed il ringraziamento di fronte al pericolo scampato. La frammentaria scena in alto a sinistra, delimitata da una monofora tamponata e dalla costruzione di un pilastro della struttura architettonica settecentesca, è occupata dalla rappresentazione di un edificio composto da una camera da letto al piano superiore e da un portico a quello inferiore. Nel primo ambiente San Nicola appare ad un dormiente, nel secondo un armigero addormentato è seduto di fronte ad una porta chiusa. I due episodi si possono riferire al leggendario racconto agiografico del Miracolo dei tre stratelati (generali bizantini) che, ingiustamente incarcerati, furono liberati per intercessione di San Nicola che apparve in sogno all’imperatore. In assenza di qualsiasi notizia documentaria riferibile a questo ciclo, la sua esecuzione e la paternità possono essere unicamente oggetto di ipotesi. L’indubbia altissima qualità della pittura, che non ha confronti con il panorama coevo trentino, induce a ritenere che la maestranza pittorica che l’eseguì, presumibilmente si formò sulla conoscenza della produzione dei seguaci di Giotto attivi in area veneta, come suggeriscono l’impostazione delle architetture e la possanza corporea dei personaggi, nonché l’attenzione alla realtà. Questo ciclo pittorico non è l’unico presente nella piccola chiesetta. OItrepassando le porte della sacrestia si possono ammirare altri affreschi di diversa fattura. Questi affreschi rappresentano il martirio di santa Caterina d’Alessandria e sulla parete opposta una Madonna con bambino e santi e una navicella. Gli altri rappresentano San Paolo, Santa Dorotea, San Giovanni Battista. L’attribuzione di questi ultimi dipinti sembra essere plausibilmente a Venceslao, lo stesso autore degli eccezionali affreschi dei mesi nella Torre d’Aquila al Castello del Buonconsiglio, classificati come capolavori del gotico internazionale. Il ciclo dei mesi è noto in tutto il mondo, e spesso, anche in documentari stranieri, le immagini sono usate per illustrare la vita e l’economia in Europa nel quattordicesimo secolo. La datazione dei dipinti nella chiesetta perginese dovrebbe collocarsi alla fine dello stesso secolo ed è probabilmente di pochi anni anteriore o coeva agli affreschi della Torre d’Aquila. Che altro aggiungere, visitatela!!!


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PROGETTI DI RETE

CHI SIAMO dai Clown di Corsia - C.R.I.

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e in un reparto pediatrico o una Casa di Riposo incontrate uno strano dottore con il camice bianco tutto “sporco” di colori, strani pantaloni e scarpe, un naso rosso e un inconfondibile sorriso, siete certi di aver incontrato un CLOWN DI CORSIA. Dal 2007 i clown di corsia della Croce Rossa Italiana, sono una realtà nei reparti pediatrici dell’ospedale Santa Chiara e in alcune case di riposo del Trentino. Presenti in quasi tutti i 22 gruppi di volontari sparsi nella nostra Provincia, con Il loro strano abbigliamento, il modo un po’ buffo di camminare e muoversi, l’atteggiamento e la loro energia riescono a creare dei rapporti molto speciali con i pazienti o gli ospiti, con i loro parenti e tutto il personale in turno. Erano gli anni ’60 quando un (vero) dottore americano di nome PATCH ADAMS ha iniziato quella che nel tempo è stata definita “la terapia del sorriso”. E’ stato infatti dimostrato scientificamente che ridere e sorridere fa bene a chi è ammalato perché le endorfine alleviano lo stato di malessere. Non solo, concentrare la propria energia su argomenti positivi, l’attenzione su situazioni comiche e distoglierla quindi dalla situazione contingente, permette a molti pazienti di affrontare la quotidianità e addirittura degli esami anche invasivi, limitando l’ansia e lo stress. I 120 clown di corsia della Croce Rossa Italiana in Trentino sono settimanalmente impegnati in varie attività, in costante aumento e diversificazione. Iniziando 10 anni fa come clown di corsia nei reparti pediatrici, sono diventate figure famigliari in varie case di riposo, intervengono in al-


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cune scuole elementari in attività dedicate ai bambini e sono spesso di supporto ad attività varie organizzate da Croce Rossa Italiana. Sono pronti ad operare in caso di maxi emergenze (terremoti, inondazioni ecc), dopo il primo intervento degli altri volontari dell’organizzazione, per essere strumento di svago e “ri-equilibrio” nei campi di accoglienza. Un clown di corsia non è solo un “simpatico birbone” .. è un attento ascoltatore del cuore delle persone. Non di rado in una casa di riposo si può vedere, in un angolino, uno strano “dottore” stare “vicino vicino” ad una nonna, che gli sta raccontando un pezzetto della propria vita. E il Clown di corsia, zitto con gli occhi negli occhi, è il contenitore in cui questa anziana ospite può posare i propri ricordi. Certa che nulla sarà perso.


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ATTIVITA’

I NOSTRI LUNEDÌ AL 4° PIANO DI VIA PIVE dal gruppo Amicizia

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ella sala grande, quella verso il castello, già dal 2005 a tutt’oggi, ci troviamo con Gabriella ogni lunedì mattina tanto è vero che noi la chiamiamo “la Gabriella del lunedì” anche se ha un cognome ben preciso che solo qualcuno conosce. Siamo in tanti ad aspettarla, più di una ventina e proveniamo da tutti e quattro i piani, compreso il Nucleo; lei cammina nel centro del grande cerchio come un cuore di fiore intorno ai suoi petali. Ogni volta parliamo di argomenti diversi, sempre attuali, perché i nostri incontri vertono sugli avvenimenti, sulle ricorrenze, intorno alle stagioni e agli eventi che succedono durante ogni anno solare. Così in dicembre ci troviamo a parlare dell’Avvento con la storia di Maria, Giuseppe e la nascita del Bambinello; durante gli altri mesi non ci dimentichiamo dei miracoli del Cristo ed in primavera della sua Passione, Morte e Resurrezione. Ma le ceste di verdura, di foglie, frutti e fiori che Gabriella ci porta, che ci fa tenere in mano, soppesare, toccare, annusare e guardare sono relative alle quattro stagioni che tutti noi conosciamo per via del nostro trascorso contadino o da massaie così lei impara da noi alcune ricette che non avrebbe mai pensato di trattare. Non vengono dimenticate le festività nazionali col canto degli inni patriottici ed il ricordo dei militari che hanno perduto la loro vita per la nostra libertà e noi insegniamo a Gabriella i nomi dei regnanti asburgici e sabaudi che non conosce. Una volta al mese affrontiamo una fiaba, una novella, una storia per piccoli così ci proiettiamo nel nostro passato di scolaretti, di nipotini con le nonne che ci insegnavano le preghiere davanti al focolare con tutti i fratellini intorno e ancora oggi con Gabriella recitiamo quelle che lei ha solo su un libretto molto vecchio. Con noi stanno sempre delle ragazze molto giovani, le stagiste delle superiori, che si prestano come noi al gioco dei contrari , che ci suggeriscono il nome delle città, dei fiori, degli animali che iniziano con una determinata lettera dell’alfabeto, così facciamo tutti bella figura. Nel nostro gruppo che si chiama “dell’Amicizia”, da circa un anno, ogni 2° lunedì del mese arrivano delle signore dal 1° piano così anche noi del 4° possiamo ascoltare la volontaria Sabrina che legge il libro dei mesi in dialetto trentino ovverosia degli usi, costumi, lavori campestri, giochi e funzioni religiose che la nostra gente esercitava mese per mese. In questo modo noi ci vediamo ancora bambini al gioco, giovanotti ai fidanzamenti e in guerra, uomini e donne in casa coi figlioletti, alla stalla con gli animali, nei campi a lavorare duramente, nelle miniere, in chiesa e in tanti altri momenti che sembravano dimenticati.


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E Gabriella, dopo 12 anni di incontri ravvicinati di questo tipo afferma che trova senza dubbio impegnativo arrivare ad ogni immancabile lunedì con un bel po’ di argomenti da tirare fuori dalle nostri menti e dai nostri cuori, ma che l’entusiasmo che la pervade le dà tanta forza per continuare insieme a noi. E’ convinta che possiamo divertirci un mondo anche se il tempo a disposizione ogni settimana corre veloce e si arriva in un battibaleno al caffè delle nostre operatrici dell’”Intervento 19” e l’arrivederci alla prossima volta è subito in programma.


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In bacheca

RINGRAZIAMENTO AI VOLONTARI “Noi non dimentichiamo come ci fate sentire quando ci offrite la vostra presenza” Grazie di cuore

I nostri residenti hanno pensato a questa bellissima frase per ringraziare i volontari che ogni giorno prestano servizio nelle nostre strutture. Mercoledì 15 novembre la nostra casa ha invitato i volontari a cena in sala polivalente; quale migliore occasione per aggiungere ai ringraziamenti ufficiali quelli del cuore, dei nostri residenti stessi. Nelle settimane precedenti si era raccolta la lavanda dai cespugli di Via Marconi e “spiumato” i fiori dei giardini ed orti delle due strutture. Nei laboratori vari si è provveduto a ridurre in pezzetti ed ad essiccare il tutto. Mescolati petali e lavanda sono stati inseriti in sacchettini traspiranti. Mancavano le decorazioni, fiori ? nastri? Abbiamo deciso: farfalle. Le farfalle volano di fiore in fiore e possono portare i nostri ringraziamenti ad ognuno; tutti all'opera quindi con le fustellatrici per ricavare farfalline dalla gomma crepla, infilarle sul filo e collegarle al sacchettino. Scrivere la frase scelta da alcune residenti ed attaccarla ha completato l'opera, cosicché alla cena è stato possibile consegnare ad ogni volontario un sacchettino profumato. Sacchettino da riporre in un cassetto, in un armadio, in un qualsiasi posto che quando si aprirà svilupperà un filo di profumo che porterà il nostro ricordo e rinnoverà il nostro ringraziamento.


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staff

Comitato editoriale Presidente: Giovanni dott. Bertoldi Direttore: Cristina Bolgia In redazione: Fabrizio Cestari Giovanna Meneghini Andrea Zuccatti Cura redazionale e impostazione grafica: Cristina Bolgia Giovanna Meneghini Fotografie: Archivio Servizio animazione

Redazione presso: S. Spirito - Fondazione Montel Azienda Pubblica di Servizi alla Persona

38057 - Pergine Valsugana (TN) Via Marconi n. 4 tel. 0461/531002 fax 0461/532971 E-mail: redazioneilponte@apsp-pergine.it Sito: www.apsp-pergine.it

Stampa: Grafica Pasquali snc di Pasquali Paolo e Silvano www.graficapasquali.it

Distribuzione gratuita Si ringraziano tutti coloro che hanno dato il loro apporto per la realizzazione del periodico

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