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NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELL’ ASSOCIAZIONE ONCOLOGICA ITALIANA M.d.V. - ONLUS Formazione di volontariato per la tutela e la riabilitazione dei laringectomizzati

Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in abbon. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Verona

(D.L. 460 del 04/12/1997)

ANNO XXXVIII • n.139 • I TRIMESTRE 2012

EDITORIALE Chi ben comincia... PRIMO PIANO Regione Sanità Una Commissione Europea CONOSCERE Ville e Palazzi nel rodigino LETTURE Il Santuario di Lendinara

e 0,50 - In caso di mancato recapito restituire all’Ufficio di VR CMP, detentore del conto, per la restituzione al mittente, previo pagamento resi


SOMMARIO 139 • I TRIMESTRE 2012

DITORIALE E Chi ben comincia…

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PRIMO PIANO L’importante è… proseguire Convegno: Treviso 4 maggio 2012 Convocazione Assemblea Generale L'esempio da seguire Una Commissione Europea Cremona: Convegno Cremona: Corso di riabilitazione fonetica

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SANITÀ & SALUTE Renato Dulbecco Il nemico "maldicenza" Un Libro - Gioco

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“SPECIALE” PER VOI Un gradito riscontro Logopedia in pillole Le voci del corpo Il naso artificiale A casa, che gioia!

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INFORMAREGIONE Assemblea generale: verbale Consiglio: Verbale Immagini della giornata “A voce alta” La nostra immagine in rete La nostra rete territoriale

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INFORMASEZIONI Festa di San Biagio Flash dalle Sezioni

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INTERMEZZO Primaverile

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CONOSCERE Ville e Palazzi nel rodigino Il Museo dei Grandi Fiumi L'alluvione del Polesine Le "Brevi" Veronesi illustri

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LETTURE Il tesoro di Lendinara È carnevale Leggete con me L'amicizia Alfredo, il mio "papà" eroe Poesie

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L E “ R U B R I C H E ” Metti Pasqua nel piatto

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Notiziario trimestrale dell’Associazione Oncologica Italiana M.d.V. Onlus Direttore Editoriale Caporedattore O. Adriano Zanolli Direttore Responsabile Marta Camerotto Redazione Impaginazione R. Cattellani P. L. Tornatore G. Zanuso Amministrazione sede AOI MdV Onlus Via Fratelli Rosselli, 11 37138 Verona Tel-Fax 045.561789 ccp n° 16702375 Stampa Grafiche SIZ spa - Verona divisione Novastampa Nel rispetto del D.L. 196/2003 si comunica che i dati in possesso dell’Ass. Onc. Ital. M.d.V. saranno usati con la massima riservatezza e non verranno ceduti a terzi ma utilizzati solamente per l’invio del nostro giornale “Sottovoce”. Comunque chi lo desidera può esercitare i suoi diritti previsti dall’art. 7 del D.L. 196/03 chiedendo le modalità del trattamento o chiedere informazioni sull’origine, l’aggiornamento o la cancellazione immediata degli stessi. Il programma indirizzi viene trattato su supporti cartacei con i requisiti minimi di sicurezza previsti dalla legge.

Autorizzazione Tribunale di Verona n. 1691 del 20/01/2006

© Edizioni AOI Onlus www.aoionlus.it info@ arvmdv.it Federata alla Favo-Roma Federata alla Fialpo-Verona Foto in copertina: Rovigo - Municipio

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero

Alberto Benetti, Antida Ballarin, Cesare Barca, Mons. Callisto Borbolan. Efrem Carraro, Roberto Cattellani, Giada Cerminara, Monica Cielo, Sergio De Stefani, Saturnino Frittelli, Armando Lenotti, Maurizio Magnani, Agnese Morini, Severino Pastore, Chiara Peverelli, Emanuela Rado, Giorgia Rampazzo, Walter Segala, Claudia Superchi, Umberto Tassini, Pier Luigi Tornatore, O. Adriano Zanolli, Giò Zanuso


EDITORIALE

Chi ben comincia… Apre nel segno della gratitudine un 2012 ricco di impegni È certamente un buon auspicio iniziare un nuovo anno associativo con la tangibile prova della disponibilità dei Dirigenti della Sanità Regionale. (vedi pag, 4) Con fiducia, quindi, pensiamo di definire a breve il problema ausili a tutela dei laringectomizzati, come disposto dalle vigenti leggi. Sarà nostro compito informare tutti i distretti ULSS per evitare i tanti disagi che i nostri associati spesso incontrano. Il PERCORSO da seguire è: A) richiesta elenco ausili necessari per 4/6 mesi da sottoporre al Medico Orl per la prescrizione con guida da parte dei nostri Maestri Riabilitatori con il preciso scopo di chiedere le cose indispensabili, evitando costi inutili. B) presentare richiesta al Distretto Ulss di competenza per la fornitura. Qualora si verificassero problemi sia per quanto attiene il punto A che B, informare il Presidente Provinciale di ogni Sezione, con tempestività. Siamo convinti che lavorando a fianco dei responsabili Sanitari si potranno superare tutte le criticità che si presenteranno. L’anno da poco iniziato, bisestile, non dimentichiamolo, sarà difficile in particolare per la situazione politico/finanziaria che stiamo vivendo e che ci dovrà insegnare nella vita quo-

tidiana ad affrontare con umiltà e responsabilità i problemi rinunciando alle cose superflue e spesso inutili. Il Mondo della Chirurgia e della prevenzione in questi ultimi anni ha modificato i vecchi schemi; si opera meno nella nostra patologia e di contro cresce sempre più il bisogno di assistenza, ruolo al quale siamo chiamati ad assolvere con rinnovato impegno. L’anno in corso dovrà puntare sempre più alla formazione dei nostri Maestri e vari Dirigenti, allo scopo di poter offrire un valido contributo sia all’operato che alla sua famiglia, in collaborazione con la Sanità. Vorrei ricordare che il Volontariato è un grande Patrimonio da spendere nella vita civile di tutti i giorni, l’importante è assolverlo con impegno e altruismo. Tra gli appuntamenti in calendario nel 2012, riveste significativa rilevanza la ricorrenza, nel prossimo marzo, del “quarantesimo” della nostra fondazione. Alle autorità il nostro grazie per la reciproca collaborazione e ai nostri associati uno stimolo a continuare sulla strada finora percorsa. Desidero sottolineare che il VOLONTARIO, volano indispensabile, vitale della nostra associazione non opera aspettando riconoscenza; gli può bastare il sorriso di un ammalato per sentirsi ricompensato e ar-

ricchito nello spirito... In questi giorni abbiamo appreso dalla stampa qualificata che il Ministero della Sanità e la Regione Veneto stanno rivoluzionando le strutture ospedaliere e i rapporti con la classe Medica; mi auguro che il senso di responsabilità delle parti in causa prevalga e ne esca un progetto che sia sempre più vicino ai bisogni del cittadino, eliminando buona parte della burocrazia, vero cancro della nostra Società. Ai Centri Servizi per il Volontariato (C.S.V.), che lavorano veramente con impegno a fianco delle nostre Associazioni un caloroso ringraziamento per il sostegno, ma anche un serio invito: RIDUCIAMO il numero delle associazioni che operano nel socio-sanitario e puntiamo a unire le forze rendendo più efficiente l’attività e guadagnando maggior rispetto dalle Istituzioni. Lo scorso mese di Gennaio, FIALPO, tramite il Dr. Umberto Tassini, ha partecipato a Londra a un convegno internazionale (vedi pag. 7). È stata un’occasione per constatare che le altre Nazioni Europee sono già da anni sulla strada delle unificazioni. Un monito per un obiettivo da perseguire con umiltà e determinazione. L’importante è crederci. Adriano Zanolli

Per la prossima ricorrenza festiva l'Associazione porge ai suoi iscritti, ai loro familiari e ai “nostri” medici, l'augurio di una Pasqua serena e foriera di pace e salute. SOTTOVOCE

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PRIMO PIANO

L’ importante è… proseguire Per il concreto interessamento del Dr. Mantoan, prosegue l’attività dei nostri maestri riabilitatori

Al Sig. Presidente Associazione Oncologica Italiana Mutilati della Voce Rag. Ottorino Adriano Zanolli Via F.lli Rosselli, 11 37138 VERONA Gentile Presidente, si fa seguito all’incontro dell’11/11/2011 nel corso del quale era stata rappresentata la necessità dell’Associazione da Lei presieduta di ricevere indicazioni sulle convenzioni da stipularsi con le UU.LL.SS.SS. per i Centri di riabilitazione fonetica. Come già a Vostra conoscenza la Legge Regionale 19/2009 ha abrogato, tra l’altro, la legge Regionale 30/1974 ad oggetto “Istituzione dei Centri per la rieducazione fonetica dei laringectomizzati” che costituiva il fondamento giuridico delle predette convenzioni. Pur in assenza di tale normativa specifica si ritiene che l’importante attività di collaborazione da Voi svolta nel campo della riabilitazione fonetica dei pazienti laringectomizzati (che si estrinseca nella messa a disposizione di un maestro rieducatore, sostegno psicologico ai pazienti e alle loro famiglie, informazione tempestiva e puntuale dei pazienti su tutti i presidi necessari e sulle modalità per ottenerli in tempi rapidi), trovi un’adeguata collocazione giuridica: • nell’art. 45 della legge 833/78 “Associazioni di Volontariato” con un richiamo agli obiettivi fissati nella stessa legge in particolare all’art. 2, punto 4; • nel D.P.C.M. del 29/11/2001 sui Livelli Essenziali di Assistenza. Si allega a tal fine uno “schema tipo” di atto convenzionale che potrebbe essere utilizzato dalle Aziende interessate. Si fa presente che quanto sopra prospettato era già stato valutato dai competenti uffici regionali come la soluzione più idonea per la problematica da Voi rappresentata. Distinti saluti.

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SOTTOVOCE


PRIMO PIANO

Corso o ECM GESTIONE E CLINICO RIABILITATIVA A DEL PAZIENTE LARINGECT TOMIZZATO Venerdì 4 maggio m 2012 presso Sala a Convegni Ospedale Regio onale di Treviso Direttore del Corso Prof.ssa M.C C. Da Mosto In collabora azione con

28 APRILE 2012 ORE 9,30 ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ISCRITTI CONVOCATI PRESSO LA SEDE DELLA SEZIONE DI PADOVA IN VIA MONTÀ 368, CON IL SEGUENTE ORDINE DEL GIORNO: APPROVAZIONE BILANCIO 2011- PREVENTIVO 2012 -VARIE IL PRESIDENTE RAG. ADRIANO O. ZANOLLI SOTTOVOCE

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PRIMO PIANO

L’esempio da seguire Quando un’autorità è vicina al volontariato

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SOTTOVOCE


PRIMO PIANO

Una commissione europea Costituita e finalizzata a una maggiore consapevolezza

Parlamento e Big Ben Nei giorni 19 e 20 Gennaio 2012 si è svolto a Londra l’incontro dell’Associazione Europea degli Specialisti delle patologie tumorali del distretto Testa-Collo sponsorizzato dalla società farmaceutica Merck-Serono. All’incontro erano invitati anche rappresentanti di Associazioni Europee di pazienti oncologici. Tra le rappresentanze di Germania, Spagna, Gran Bretagna, per l’Italia FIALPO era l’unica Associazione specifica delle patologie Testa-Collo. Interessante la presenza di GEPAC (Grupo Español de Pacientes con Cáncer) a cui appartengono alcune associazioni spagnole di laringectomizzati. A dire del rappresentante Diego Villalòn, a loro si aggiungerà a breve anche ALLE (Associacion de Laringectomizados de Leon) ben nota ad Ailar oltre che per il suo famoso coro di 23 Laringectomizzati che, dalla sua fondazione, ha tenuto oltre 150 esibizioni concertistiche. L’incontro era strutturato come Ta-

vola Rotonda, ovvero un oratore ha presentato alcuni punti di un argomento a cui ha seguito una discussione con il contributo di tutti i partecipanti. Per l’Italia i partecipanti medici specialisti erano: Dott. Alberto Costa (ex INT), D.ssa Lisa Licitra (Dip. Oncologia medica INT), Dr Mohassen Ansarin (Chirurgia Cervico Facciale IEO) e Dr Umberto Tassini (Ailar/FIALPO). Il Prof. Jean-Louis Le Febvre (Presidente EHNS European Head and Neck Society) ha illustrato lo scopo dell’incontro. Si vuol cercare di predisporre un programma di azioni, a livello europeo, volte a migliorare la conoscenza delle patologie tumorali della Testa-Collo e dare supporto ai pazienti di tali patologie. Durante il Congresso Multidisciplinare Europeo sul Cancro, tenutosi a Stoccolma nel 2011, è emersa una grave mancanza di conoscenza delle neoplasie di Testa-Collo. Da qui è nato lo scopo di ridurre i casi di mortalità annua dovuta a queste SOTTOVOCE

patologie richiamando l’attenzione dei Medici di Base di tutta Europa per una diagnosi precoce in base alle sintomatologie d’allarme, oltre che esplorare anche i bisogni non soddisfatti dei pazienti e possibili modalità per realizzarli. La D.ssa Sue Mayor (Medico Giornalista) ha richiamato l’attenzione sul fatto che le neoplasie di Testa-Collo sono poco conosciute e poco trattate dai mezzi di comunicazione. Quando lo fanno, comunque, si tratta di articoli brevi e senza essere posti in particolare evidenza. Ha quindi illustrato quali sono i meccanismi utili per creare l’interesse della stampa in genere, così da poter mettere in evidenza l’argomento e quali sono le informazioni che non destano alcun interesse. Uno dei motivi di scarso interesse riguardo le patologie Testa-Collo è da ricercarsi nella bassa percentuale di casi rispetto ad altre patologie. Occorre quindi trovare argomenti di comunicazione del tutto innovativi. I fattori ottimali da prendere in considerazione per supportare i media sono: 1. Rendere noto il tempo di un evento con margine sufficiente 2. Rilasciare un conciso comunicato stampa 3. Fornire le informazioni di base 4. Dare accesso agli specialisti La D.ssa Jesme Fox (Direttore della Fondazione Roy Castle per 2012 • TRIMESTRE I

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PRIMO PIANO

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Foto di gruppo dei partecipanti

L’impegno all’azione

D.ssa Sue Mayor

D.ssa Lisa Licitra

Prof. Lefebre

Prof. Vermorken

D.ssa Jesme Fox

Un Gruppo di lavoro

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SOTTOVOCE


PRIMO PIANO il Cancro del Polmone) ha fornito una carrellata sulle modalità da loro impiegate per suscitare l’interesse dei media e le metodiche delle campagne d’informazione utili per la raccolta fondi. Ha quindi sollecitato i partecipanti a considerare quali fattori possono mettere in evidenza le neoplasie Testa-Collo. Ha poi suggerito le basi per l’impostazione di una campagna informativa, ovvero la sua scaletta: 1. Quali scopi ci prefiggiamo? 2. Cos’è importante per gli associati? 3. Dare la priorità a • Urgenza dei bisogni per la soluzione/rimedio • Quantificare i termini d’impatto % sulla popolazione 4. Essere preparati a spiegare come si ottiene il rimedio 5. Quali sono i benefici per i pazienti, per la società civile, per l’economia, per le autorità ed i politici 6. Allocare le risorse per la campagna: personale, tempistiche, costi La strategia di comunicazione deve prevedere inoltre: 7. Assicurarsi che si parli ad una sola voce e si ripeta il messaggio 8. Sviluppare messaggi ad hoc per la situazione • Come saranno distribuiti? • Produrre comunicati stampa e riportarli sul sito web • Organizzare campagne con lettere scritte 9. Non dimenticare di • Proporre un personaggio noto al pubblico come testimonial. Una sua storia personale è di notevole impatto • Usare dati e statistiche

• Fare paragoni per rafforzare lacomunicazione. A seguito di quanto sopra, dal contributo fornito dai partecipanti, incluso il Dr. Tassini, è emerso che una migliore comunicazione potrebbe essere impostata su: 1. Evidenziare i nuovi rischi derivanti da uso di estrogeni e da HPV nelle neoplasie Testa/Collo 2. Usare cifre europee e non solo locali 3. Nuove speranze di trattamento del cancro Testa-Collo paragonate al passato 4. Aspettative di sopravvivenza e percentuali relative anche per paesi/zone 5. Testimonianza della Qualità di Vita dopo i diversi trattamenti. È anche emerso che convegni basati unicamente sulle varie e diverse tecniche chirurgiche non forniscono il supporto necessario alla presa di coscienza sulla diagnosi precoce da parte dei Medici di Base, né costituiscono un argomento molto valido per i mezzi comunicazione e tale da suscitare l’interesse generale ed essere messo in evidenza. Jonathan Lake (Psicoterapeuta) ha quindi presentato una serie di punti relativi all’impatto che la comunicazione della diagnosi ha nei confronti dei pazienti e di quali sono i loro bisogni prima durante e dopo la cura. Dalla discussione che ne è seguita è emersa la proposta, da parte di alcuni specialisti, di pensare ad un corso di “Buona Comunicazione” per gli stessi oncologi. Il Dr. Tassini ha invece obiettato che un simile corso non è esattamente quello che serve, mentre sarebbe più interessante l’utilizSOTTOVOCE

zo di un team di professionisti (Otorino, Oncologo, Logopedista, Psicologo) che includa an che un paziente oncologico già trattato che sia presente al momento della comunicazione della diagnosi. Questo perché una buona e corretta comunicazione richiede che il “trasmettitore” ed il “ricevitore” siano allo stesso livello. Questo purtroppo non avviene tra Medico Specialista (trasmettitore) e Paziente (ricevitore) in quanto quest’ultimo è in posizione di soggezione e più la situazione risulta grave tanto più egli scende di livello. Il paziente oncologico già trattato (nel nostro caso il Maestro Riabilitatore) è l’elemento che con il suo intervento è in grado di riportare l’equilibrio tra i due livelli. Come esperienza ha, inoltre, citato quella dell’Ospedale di Gallarate, dove, da circa 2 anni, il Maestro Riabilitatore è chiamato dal Primario ORL e dallo Staff medico ad essere presente nel momento della comunicazione diagnostica. Il metodo ha dato buoni risultati sia per quanto riguarda le fasi pre e post operatorie e nel prosieguo della riabilitazione perché si sono evitate fasi depressive del paziente. Il Prof. Jan Vermorken (Professore di Oncologia Università di Anversa e Capo Dip. Oncologia Ospedale dell’Università di Anversa) ha sollecitato la discussione presentando dati sui seguenti argomenti: • Le stime riguardo la probabilità che un Medico di Base diagnostichi un nuovo caso di tumore nel Testa-collo • Le risultanze di sopravvivenza di un paziente visitato inizial2012 • TRIMESTRE I

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PRIMO PIANO mente dal Medico di base • Tra le varie aree di Testa-Collo quali sono quelle particolarmente critiche per cui una diagnosi precoce riveste interesse particolare? La D.ssa Lisa Licitra (Direttore Struttura semplice di Oncologia Istituto Tumori di Milano) ha proposto l’analisi dei problemi e degli aspetti psicologici dei pazienti oncologici Testa-Collo in quanto risultano pazienti ben diversi da quelli affetti da altre neoplasie. In particolare ha riportato una serie di domande sottoposte a dei pazienti oncologici tra cui c’erano anche pazienti Testa-Collo. Le domande vertevano su • Cosa significa per te il termine Qualità di Vita? • Cosa ritieni contribuisca ad una buona Qualità di Vita? • Cosa contribuisce ad una mediocre o cattiva Qualità di Vita? • Descrivi quali sono i problemi fisici o psicologici o altri che influenzano la tua Qualità di Vita? Per i pazienti Testa-Collo il risultato della ricerca ha evidenziato che • Hanno un più basso livello culturale rispetto a pazienti affetti da altre neoplasie • Il rapporto tra maschi e femmine è risultato pari a 3:1 • Alta prevalenza di funzionalità compromesse • Minore attenzione al benessere rispetto ad altri pazienti Altri dati che emergono da questa ricerca • L’autosufficienza e la capacità collaborativa nei pazienti TestaCollo risulta meno importante • I pazienti hanno difficoltà a gestirsi indipendentemente dall’in-

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fermità • La capacità decisionale è demandata al partner/caregiver • Molti pazienti sono forti tabagisti ed alcolisti • Ai pazienti piace l’idea di una vita salutare, ma in realtà non la praticano Sono state quindi proposte alcune considerazioni da discutere • Fiducia negli specialisti con elevate aspettative nei ritrovati scientifici per le cure • La sessualità è ridotta specie nelle donne • Tendenza allo svilimento personale causato dalla menomazione chirurgica del volto in genere • Alto tasso di depressione • Depressione reattiva ansiosa • Pessimismo e paura diffusi con cessazione di ogni progetto futuro • Rifiuto delle relazioni personali con chiusura in se stessi Nella discussione che ne è seguita il Dr. Tassini ha ribadito ancora una volta l’importanza, in fase di comunicazione diagnostica, che ci sia la presa in carico da parte di un paziente oncologico già trattato. I partecipanti sono quindi stati suddivisi in 3 sottogruppi di lavoro ciascuno con il compito di suggerire una serie di proposte in base agli argomenti assegnati come segue: GRUPPO 1 - Strategie verso i Medici GRUPPO 2 - Incrementare la diagnosi precoce GRUPPO 3 - Impatto psicologico (al gruppo partecipavano anche la D.ssa Licitra e Dr. Tassini) Le proposte scaturite da ciascun SOTTOVOCE

gruppo si possono così riassumere: GRUPPO 1 • Proporre un libretto esplicativo delle sintomatologie, in varie lingue, da inviare ai medici di base, dentisti e farmacisti tramite le associazioni di categoria • Ampliare i motori di ricerca per il cancro Testa-Collo a cura di EHNS GRUPPO 2 Le proposte si sono basate su due interrogativi: 1.- Quanto tempo deve trascorrere tra comparsa dei sintomi e diagnosi definitiva? 2.- Come educare i Medici di Base sulle sintomatologie d’allarme per consentire una diagnosi precoce? Sono emerse le seguenti proposte • Attuare campagne informative in unione a gruppi più visibili (in Italia potrebbero essere LILT, AIOM, AIOCC) • Preparare un messaggio semplice da proporre ai media (es: La diagnosi precoce salva la vita) • Usare testimonial conosciuti al grande pubblico per trasmettere il messaggio informativo. GRUPPO 3 • Comunicazione diagnosi con team di specialisti • Attivazione del contatto anche con i familiari • Sensibilizzare i vari livelli di autorità interessate sulle problematiche dei pazienti Testa-Collo Ogni proposta è stata sottoposta al gradimento generale e l’elaborazione finale delle strategie verrà comunicata ai partecipanti da EHNS. Dr. Umberto Tassini


CONVEGNO

SOTTOVOCE

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Data…………………………Firma……….………………………………

Ai sensi e per gli effetti della Legge 675/96 e sue integrazioni il sottoscritto autorizza il trasferimento dei propri dati personali al Ministero della Salute allo scopo di poter partecipare al Programma di Accreditamento ed Aggiornamento professionale previsto dalla legge. I dati saranno utilizzati unicamente per gli scopi indicati.

* FIRMA LEGGIBILE per autorizzazione del Responsabile/Coordinatore di Unità Operativa/Servizio ______________________________________________

Ente di appartenenza __________________________________

Qualifica ___________________________________________.

Codice Fiscale________________________________________

E-mail _______________________@_____________________

Tel __________________________Fax ___________________

Via/Piazza ____________________________________n° ____

Residente in ____________________________CAP_________

Luogo di nascita______________________________________

Data di nascita _______________________________________

Nome ______________________________________________

Cognome____________________________________________

13 e 14 APRILE 2012

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Ufficio Formazione e Aggiornamento Presidio Ospedaliero Cremonese Viale Concordia, 1 - 26100 Cremona Tel. 0372/405185 - Fax 0372/405543 segreteria.formazione@ospedale.cremona.it www.ospedale.cremona.it

RESPONSABILE SCIENTIFICO Dr. Maurizio Magnani Responsabile U.O. Otorinolaringoiatria - Presidio Ospedaliero di Cremona - Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona

MODALITA’ DI ISCRIZIONE La scheda*, compilata in ogni sua parte, deve essere inviata per Fax (0372/405543) all’Ufficio Formazione Aggiornamento o email (segreteria.formazione@ospedale.cremona.it) entro il 6 aprile 2012. Le iscrizioni verranno accolte in ordine di arrivo e sino ad esaurimento dei posti disponibili. *Per i dipendenti il modulo va firmato, per autorizzazione alla partecipazione in orario di servizio, dal responsabile/coordinatore.

IL CORSO E’ RIVOLTO A: Medici di Medicina generale, Medici Specialisti ORL e Pneumologi, Medici della Riabilitazione, Infermieri, Logopedisti, Assistenti sanitari, Assistenti Sociali, Audiometristi, Fisioterapisti, Volontari AILAR e FIALPO.

POSTI DISPONIBILI: 200 COSTO: gratuito

SEDE Aula Magna “Magda Carutti” - Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona - Viale Concordia, 1 Cremona

INTEGRAZIONE CLINICOASSISTENZIALE DEL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO

INFORMAZIONI UTILI

SCHEDA DI ISCRIZIONE

Viale Concordia, 1 - Cremona

Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona

Sede Aula Magna “Magda Carutti”

13 E 14 APRILE 2012

INTEGRAZIONE CLINICO-ASSISTENZIALE DEL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO

CONVEGNO

Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona

PRIMO PIANO

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PRIMO PIANO SANITÀ & SALUTE AZIENDA OSPEDALIERA ISTITUTI OSPITALIERI DI CREMONA

Presidio Ospedaliero di Cremona

CORSO ELEMENTI DI

RIABILITAZIONE FONETICA

14 Aprile 2012 13.15 - 17.15

SEDE

PROGRAMMA

Presidio Ospedaliero di Cremona Aula Magna

13.15

Registrazione partecipanti

POSTI DISPONIBILI 30

13.30

Elementi di riabilitazione fonetica del laringectomizzato totale

L’INIZIATIVA È RIVOLTA A

14.30

CREDITI

Elementi di riabilitazione fonetica del laringectomizzato parziale 15.15

Infermieri, Logopedisti, volontari AILAR e FIALPO Il corso è in fase di accreditamento con il sistema ECM/CPD Lombardo. Per l’acquisizione dei crediti formativi sarà necessario presenziare al 100% delle ore previste dal programma.

Elementi di riabilitazione al gusto e all’olfatto MODALITA’ DI ISCRIZIONE

16.00

Elementi di valorizzazione della riabilitazione

Dipendenti Azienda Ospedaliera di Cremona

16.30 Discussione interattiva sui casi 17.15 Conclusione.

Somministrazione apprendimento

DOCENTI Maurizio Magnani (Direttore UO ORL Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona) Mariuccia Franzoni (Logopedista UO ORL Azienda Ospedaliera Valle Camonica di Esine) RESPONSABILE SCIENTIFICO Maurizio Magnani Direttore UO ORL Azienda Ospedaliera di Cremona

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2012 • TRIMESTRE I

SOTTOVOCE

utilizzare moduli aziendali disponibili al seguente indirizzo http://intranet.ospedale.cremona.it. I moduli vanno compilati, firmati da Responsabili e/o Coordinatori, inviati a Ufficio Formazione e Aggiornamento per Fax 0372 405543 o e-mail segreteria.formazione@ospedale.cremona.it.

Esterni (altre Aziende o liberi professionisti): compilare la scheda in allegato e inviarla a Ufficio Formazione e Aggiornamento per Fax 0372 405543 o e-mail segreteria.formazione@ospedale.cremona.it. TERMINE DI ISCRIZIONE 6 Aprile 2012 SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Ufficio Formazione e Aggiornamento Presidio Ospedaliero Cremonese Viale Concordia, 1 - 26100 Cremona Tel. 0372/405185 - Fax. 0372/405543 segreteria.formazione@ospedale.cremona.it


SANITÀ & SALUTE PRIMO PIANO SANITÀ & SALUTE

Renato Dulbecco Lo scienziato “migrante” Nobel per la lotta ai tumori Renato Dulbecco avrebbe compiuto 98 anni, essendo nato a Catanzaro il 22 febbraio 1914. Se oggi sappiamo che i tumori sono malattie dai mille volti e che il primo bersaglio per aggredirli è il Dna, il merito è della sua scoperta nel 1960, tappa fondamentale della storia scientifica che lo porterà nel 1975 a condividere il Nobel per la Medicina con David Baltimore e Howard Temin. Ribaltando tutte le teorie prevalenti fino allora, intuì per primo che alcune forme di tumore hanno origine da difetti genetici nel Dna e che “virus oncogeni” possono trasformare una cellula sana in una cellula tumorale. Dulbecco è considerato, a buon diritto, il padre delle ricerche italiane sulla mappa del Dna, denominate “Progetto Genoma”, avviate a Milano nel 1987, presso l’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), al suo rientro in Italia dopo quarant’anni. Si è sempre schierato in prima linea nel condannare la “fuga dei cervelli”, dichiarando così la propria sofferenza di “migrante” e la profonda amarezza per il “Progetto Genoma” arenato nel 1995 per mancanza di fondi. Questo “Progetto” è stato il sogno infranto della sua vita: identificare tutti i geni delle cellule umane e il loro ruolo per comprendere e combattere sempre più efficacemente il cancro. Ma Dulbecco andava, anche se con

strappo emotivo, dove lo portava l’insopprimibile richiamo della ricerca mirata a ridurre la sofferenza, combattere la cieca opposizione degli antiscientisti e demolire le mirabolanti promesse dei mercanti di “geni”. Senza scorciatoie, senza clamori, in anni di duro, appassionato lavoro ha arricchito la scienza con ricerche e studi sui virus responsabili dell’Herpes Zoster (fuoco di Sant’Antonio), sul mutante del virus della poliomielite, fa-

vorendo Albert Sabin nella scoperta del vaccino, sulle cellule staminali, sull’interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula, sui meccanismi genetici di alcuni tumori, in primo luogo quello del seno. SOTTOVOCE

Una vita la sua, contrassegnata dagli spostamenti fin dalla più tenera età. Da Catanzaro a Porto Maurizio piccolo borgo ligure, da Torino per gli studi universitari e la laurea in Medicina, al fronte francese e russo nella II° guerra mondiale, dalla California come docente universitario e ricercatore. a Londra come vicedirettore dell’Imperial Cancer Found, senza mai interrompere la spola con l’Italia, in particolare con Milano. Una vita contrassegnata anche da “colpi di scena”. Il più coinvolgente risale alla sua prima traversata verso gli Stati Uniti nel 1947. Tra lo stupito e il divertito, mezzo secolo più tardi, ricordava così l’inatteso incontro sulla nave con Rita Levi Montalcini. «Furono giorni bellissimi. Rita ed io, a camminare su e giù per il ponte, guardando l’oceano e discutendo di quello che avremmo fatto in America. Eravamo pieni di speranze». Erano due futuri Nobel in fuga dall’Italia… L’altro, nella primavera del 1995: mentre il Parlamento europeo votava contro la brevettabilità dei prodotti biotecnologici, Dulbecco dava alla stampa un libro sul futuro della genetica in cui suggeriva che meglio delle provette per rinnovare il miracolo della vita, funzionano amore, assistenza medica, alimentazione corretta, buone scuole e buone università. Concludeva: “Guardate al domani con oc2012 • TRIMESTRE I

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SANITÀ & SALUTE chio sereno. Non bisogna preoccuparsi (…) e neanche aspettare che la scienza provveda a tutto per noi”. Nel 1999 eccolo sul palcoscenico del Festival di San Remo. Si presentò al pubblico con straordinaria ironia resa ancor più gradevole dall’accento italo-americano e con disarmante semplicità: «Sono venuto qui per fare esperienze». In realtà per il

Prof. Dulbecco era un modo, anche se spiazzante, di servire ancora una volta la scienza devolvendo il compenso alla Fondazione che aiutava “il rientro dei cervelli” in Italia. Renato Dulbecco era uno scienziato gentiluomo, dalla cortesia innata, dal sorriso fanciullesco, instancabile nel diffondere la conoscenza ancor prima della scienza, in apparente relax sul

terrazzo della sua villa a La Jolla in California. Il 21 febbraio l’illustre scienziato “migrante” ha intrapreso la sua ultima, definitiva, traversata ed è il momento delle commemorazioni. E dell’amarezza: Roberto Dulbecco, aveva la cittadinanza americana ed era nato a Catanzaro. Italia, terra di santi, poeti, navigatori. Perché non di scienziati? a cura di Giò Zanuso

Il nemico “maldicenza” Da prevenire passando il testimone e vincere con l’impegno La parola “maldicenza” ha numerosi sinonimi tra cui calunnia e pettegolezzo, la cui etimologia deriva da “peto” con una chiara allusione alle manifestazioni rumorose anali. Questo la dice lunga sul significato e sul valore della maldicenza. A ben vedere maldicenza significa parlare male di qualcuno in modo gratuito, solo per il gusto di fare del male. Dante Alighieri sosteneva che la maldicenza è indizio di una mente malvagia. Numerosi sono gli aforismi che sono stati coniati a dimostrazione che questa cattiva abitudine nasce con la storia dell’uomo: “Ne uccide più la lingua della spada”. “L’invidia e la maldicenza hanno sempre avvelenato la vita”.

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“La volpe che non arriva all’uva dice che è acerba”. “La bocca è il barometro del cuore”. Come potete valutare, la spinta a parlare male del prossimo è un valore negativo direttamente proporzionale alla scarsa cultura, all’invidia e ad uno stato di frustrazione di chi si esercita in questo poco nobile sport. Purtroppo in più di un’occasione la maldicenza ha causato gravi danni alle persone : basti pensare che nell’antichità greca “l’Ostracismo” ha permesso di condannare all’esilio o a morte molti avversari politici. Era infatti in uso lo scrivere su dei cocci di vasi (Ostràka) il nome delle persone sospettate di delitti senza nessuna prova e motivazione. Durante la rivoluzione francese molte teste sono state tagliate dalla ghigliottina a causa di delazioni spesso immotivate. Le guerre civili di tutto il mondo e di tutte le epoche storiche SOTTOVOCE

hanno visto spesso episodi tristi di delazioni e di condanna dei propri confratelli. La storia comunque è onesta ed ha riservato una cattiva ricompensa ai calunniatori. Basti pensare a Giuda, l’apostolo traditore, il cui nome è divenuto sinonimo di “cattivo traditore” degli amici. In chiave societaria la maldicenza non è consentita in quanto l’organizzazione deve essere in grado di valutare autonomamente eventuali aspetti negativi con prove concrete e approvate. Purtroppo in più di un’occasione mi sono sentito dire da maestri rieducatori o da Presidenti di lungo corso che la loro scuola o sezione non funziona al meglio perché i “ricambi” non esistono oppure non sono all’altezza del compito, con la conseguenza che i quadri organizzativi ne vengono a soffrire. Occorre prevedere di neutralizzare la maldicenza con la serietà del proprio


SANITÀ & SALUTE impegno e cercando di abbozzare un sorriso ricordando l’invito dantesco “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Nella nostra associazione di volontariato fortunatamente esistono degli organismi decisionali e delle

riunioni ove le problematiche debbono essere valutate e risolte con decisioni condivise, come la democrazia rappresentativa insegna. Come fatto folcloristico è giusto ricordare che nella città di L’Aquila si celebra ogni anno

la festa pagana della maldicenza dedicata a S. Agnese; questa festa ha lo scopo di neutralizzare le influenze negative che la maldicenza può causare. Dott. Maurizio Magnani

Recensione: un libro - gioco Per pensare semplice e abbassare l’ansia Ho scelto di proporre all’attenzione il libro: “Anche gli orchi hanno paura” (Carlo Scataglini - Ed. Erikson, 2008), perché riprende un tema che ho affrontato in “Speciale per Voi” e per una serie di validi motivi. È di agevole comprensione, è didattico e condivisibile per il linguaggio universale che utilizza. Va bene per intraprendere un percorso ed esercitarsi a pensare in modo diverso. Va bene per nonni e bambini, mamme e papà. Il principio per cui porgo questo libro alla vostra attenzione è che non ci si deve arrovellare nel tentativo di trovare chiavi di lettura o interpretazioni di scritture tecniche o specialistiche. Si dovrebbe ragionare a partire dal semplice per avvicinarsi al noto e abbassare l’ansia. Si tratta di un libro-gioco che incrocia Shrek con il gioco dell’oca. Il libro ci ricorda come l’unica strada per sconfiggere le proprie paure è riconoscerle, affrontarle e condividerle con gli altri. Parlare senza timore e senza vergogna. Ovviamente, facile a dirsi e

meno a farsi. La forza dell’emozione è talmente intensa che il carico della paura può diventare insopportabile. Se lo è per i grandi, immaginiamoci per i piccoli! L’autore per gestire la paura mette a punto una strategia basata sulla modalità giocosa e di relazione. Racconta della famiglia De Orchis, orchi per niente mostruosi che incapperanno in una serie di avventure il cui trait d’union è la paura. Le paure in questione sono le più comuni e note ai più: le punture, SOTTOVOCE

gli insetti, i compagni di scuola prepotenti. La ricerca giocosa di strategie stimola a raccontarsi, ad interagire e a cooperare per combattere la paura. Come nel gioco dell’oca, metafora latente, se non si trova rimedio si resta inchiodati alla casella e si perde il turno. L’unica possibilità è contare sull’aiuto degli altri. Non è una gara o una competizione, ma un gioco terapeutico per fare uno sforzo di collaborazione. Si vince o si perde tutti insieme. Le carte-coraggio, propongono soluzioni pratiche alla paura del dottore, del dentista, dei tuoni e dei palloncini che scoppiano. L’autore vuole trasmettere un messaggio: non arrendersi di fronte alle emozioni negative. Spiega agli adulti come approcciarsi ai piccoli e alle loro fobie. Spiega come riconoscersi nel proprio passato e come guardare diversamente i propri comportamenti. Il sistema è all’insegna della leggerezza e della semplicità. a cura della Dott.ssa Monica Cielo 2012 • TRIMESTRE I

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“SPECIALE” PER VOI

Un gradito riscontro Quando “Sottovoce” ha un’èco Gent.ma Redazione, nel n. 137 del 2011 è stata pubblicata una lettera di una studentessa che avendo un nonno con un problema tumorale alle corde vocali, e quindi importanti problemi di comunicazione, si è prodigata a trovare una soluzione pur di migliorare la comunicazione con il suo caro nonno. Innanzitutto prima di entrare nel merito della questione vorrei esprimere la mia vicinanza a Chiara per la morte del nonno e un doveroso ossequio alla sua sensibilità perché si è davvero prodigata con i mezzi a lei disponibili pur di offrire una qualche possibilità di comunicazione. La lettera di Chiara offre l’occasione per riflettere sul bisogno di comunicare e proprio perché “Sottovoce” è un importante strumento di informazione mi pare opportuno rinforzare alcuni concetti. La perdita della voce a causa di problemi tumorali alla laringe, ma in particolar modo alle corde vocali, esita in problematiche fonatorie molto diversificate a seconda della sede e dell’estensione del danno, del tipo di intervento chirurgico e non per ultimo di quello riabilitativo e logopedico. Le possibilità di compensi, che migliorano la funzione comunicativa, sono molteplici cosicché è possibile che il malato possa ripristinare la fonazione attraverso una neoglottide che può generare una vocalità sostitutiva a quella fisiologica ma altamente efficace dal punto di vista comunicativo.

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La LIS è una lingua a pieno titolo che appartiene alla comunità dei sordi e non è precipuamente indicata alle “…persone affette dalla perdita della voce” (così come emerge nella descrizione di Chiara quando si riferisce al suo percorso di studi). Anche il sordo profondo ha una sua vocalità nonostante una dicitura oramai abbandonata lo indicasse come “sordomuto”. Il problema nel sordomuto è prevalentemente nella fase di ingresso dello stimolo uditivo! Le importanti ripercussioni anche nella fase in “uscita” cioè nel momento in cui la persona parla riguardano l’articolazione della parola e l’organizzazione morfo-sintattica e quasi mai la voce. La LIS quindi non può essere indicata come un’alternativa nelle patologie vocali più o meno mutilanti perché esistono molte possibilità vicarianti. E così, come la Redazione conclude nell’articolo, direi che per le patologie fonatorie causate da tumori è d’obbligo un intervento riabilitativo che nel caso delle laringectomie totali vede il maestro laringectomizzato e il logopedista impegnati a definire le aspettative, a sollecitare la motivazione e ad applicare tutte quelle tecniche che consentono di attivare una vocalità nuova e a ripristinare un importante strumento di comunicazione. Il malato certamente in questo percorso dovrà superare il momento di “lutto” della propria identità vocale ma potrà ripristinare una modalità SOTTOVOCE

comunicativa ampiamente condivisa a livello sociale. Dr. Logopedista A. Cestaro U.O ORL Ospedale “SS. Giovanni e Paolo” Venezia Direttore Dr. S. Bordin Gent.ma Dr. Cestaro. pubblichiamo con piacere la Sua lettera sollecitata da Chiara, una nipote che ha cercato di convogliare nella “lingua dei segni” la sua dolorosa impotenza per il “silenzio” del nonno. nonostante il purtroppo breve approccio logopedico. La ringraziamo per le puntuali precisazioni che concordano con quanto espresso nel nostro commento, in particolare in questo passaggio: «La “Lingua dei Segni”, così preziosa per altri silenzi, per il laringectomizzato, invece, può essere un freno alla riabilitazione fonetica. Chiara ci fa capire che per qualche laringectomizzato, come per il nonno, la riconquista della voce può fallire e allora, ecco la “Lingua dei Segni”, la comunicazione silenziosa. Ribadiamo tuttavia che il percorso riabilitativo più corretto ed efficace per il laringectomizzato, si realizza nel tempo con impegno costante, forte motivazione, senza fretta e con il supporto del logopedista e del maestro laringectomizzato.» Abbiamo pubblicato la lettera di Chiara (non senza ripensamenti e valutazioni), perché per noi era soprattutto una testimonianza d’amore. E l’amore nel cercare la luce ha i passi del cuore che non sempre trovano la via giu-


“SPECIALE” PER VOI SANITÀ & SALUTE sta. L’abbiamo pubblicata, per un altro motivo, forse più criptico, ma nell’ottica di un messaggio implicito già nel titolo (“Altre disabilità, altri silenzi”): non siete i soli che popolano il mondo del “silenzio” ma da quel

silenzio voi potete uscire; non datevi un tempo, ma il tempo. A nostro conforto, abbiamo il riscontro che questo messaggio è arrivato. Ed è ciò che ci stava più a cuore. La Redazione ringrazia per il

Suo giusto chiarimento. Il confronto a più voci arricchisce le tematiche proposte ed è il “segno” della vitalità di una pubblicazione. Cordiali saluti. La Redazione

Logopedia in pillole La respirazione: fondamentali conoscenze per i nostri maestri riabilitatori Nei numeri precedenti abbiamo trattato l’argomento inerente ai protocolli riabilitativi logopedici in soggetti con esiti di laringectomia totale ed è stato presentato un esauriente excursus sulle diverse metodologie riabilitative per l’acquisizione della tecnica fonatoria soggettivamente più idonea. A partire da questo numero, invece, ripercorreremo, sotto uno stretto profilo tecnico-riabilitativo, le principali e fondamentali tappe di un percorso logopedico standard illustrando gli esercizi che, passo dopo passo, vengono proposti durante le sedute. Sappiamo che, sebbene la figura del logopedista presenti un ruolo importante già in fase pre-operatoria, l’attività strettamente riabilitativa parte nell’immediato post-intervento. Infatti, la primissima funzione che deve essere presa in esame ed esercitata, quella di cui il paziente deve riprendere il controllo volontario, è la respirazione: funzione vitale per eccellenza. In condizioni

d’integrità anatomica la respirazione segue dei ritmi regolari, intervallati da atti respiratori più profondi, in base alle necessità, coinvolgendo lo sfintere laringeo e la cavità orale. Nel paziente con esiti di laringectomia totale il flusso aereo in ingresso o in uscita non può più essere controllato nemmeno dalla cavità orale, pertanto ci troviamo in una situazione di incoordinazione respiratoria. Dallo stoma tracheale infatti l’aria entra e fuori esce senza incontrare strutture che la possano regolare o bloccare in caso di necessità. E’ questo un concetto estremamente importante poiché questa nuova condizione porta alcune conseguenze, quali: sensazione di affanno, iposmia (deficit olfattivo) e difficoltà nel soffiare il naso. L’allenamento al controllo della respirazione prevede: la presa di coscienza dei movimenti del diaframma attraverso i normali atti respiratori che devono essere eseguiti con lentezza e regolarità. Si parte quindi da una espirazione lenta seguita da una breve sospensione respiratoria cui segue una inspirazione lenSOTTOVOCE

ta anch’essa seguita da una sospensione respiratoria. In questa prima fase, non vengono dati tempi tecnici di esecuzione, né si richiede che l’atto respiratorio profondo sia eseguito coinvolgendo il diaframma. Per eseguire la “sospensione” respiratoria, si chiederà di “fare la pancia dura”. Questo suggerimento facilita il coinvolgimento dei muscoli addominali, muscoli spesso poco utilizzati ma indispensabili nell’eseguire atti respiratori diaframmatici. Quando il paziente è in grado di eseguire volontariamente la sequenza descritta, e ciò avviene dopo qualche giorno di esercizio continuo e costante, si può richiedere l’esecuzione della respirazione diaframmatica volontaria. L’esercizio prevederà pertanto il rispetto delle medesime tappe già acquisite (espirazione lenta, sospensione, inspirazione lenta, sospensione) con la variante di “sgonfiare la pancia” in fase espiratoria e “gonfiare” la pancia in fase inspiratoria. I movimenti potranno essere percepiti sia a livello tattile che propriocettivo. Ovvero: ponendo una mano a livello delle co2012 • TRIMESTRE I

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“SPECIALE” PER VOI stole fluttuanti (dove finisce la gabbia toracica, per intenderci) in fase espiratoria dovremmo percepire uno svuotamento, cioè un abbassamento volumetrico. Quando invece si è in fase inspiratoria, ovvero si introduce aria, dovremmo percepire un rigonfiamento. La percezione propriocettiva interna dovrebbe corrispondere ad una sensazione di “vuoto d’aria” in fase espiratoria, di “sazietà d’aria” in fase inspiratoria. Pertanto, la corretta sequenza respiratoria controlla-

bile volontariamente, dovrebbe essere la seguente: butto fuori l’aria e la pancia si sgonfia con sensazione di “vuoto d’aria”; sospensione; tiro dentro l’aria e la pancia si gonfia con sensazione di “sazietà d’aria; sospensione... per ricominciare... E’ importante ricordare come l’allenamento della respirazione sia fondamentale anche nel decorso post-operatorio delle laringectomie parziali o ricostruttive poiché il passaggio del flusso aereo favorisce la riduzio-

Le voci del corpo

ne degli stati edematosi. (segue) Dr.ssa Emanuela Rado

Servizio Sanitario Nazionale Regione Veneto Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico Facciale Ospedali di Mirano e Noale VE Direttore Prof. Roberto Spinato

Quei rumori “naturali” che hanno un significato Desidero portare avanti una mini- serie di articoli con un filo conduttore: “non con parole, ma lo dico”. Nel precedente articolo si è affrontato il caso del “non detto” e del “non elaborato”. Ora propongo di considerare i rumori attraverso cui il corpo “parla”. Tra questi non è compreso l’acufene che è un fischio e un ronzio causato da un’anomalia dei recettori del nervo acustico della corteccia cerebrale. I nostri suoni “naturali” (etci, prrr, burp, ronf), secondo i medici sono un segnale del funzionamento. Fatto salvo che alcuni fra i rumori di cui diremo sono preclusi al laringectomizzato, vanno comunque considerati per il loro riflesso nella relazione e per il valore speciale. Iniziamo.

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• Brontolii della pancia: Tranquilli, tutto in funzione. Si tratta di movimenti, di contrazioni involontarie (non sotto il nostro controllo) delle pareti dell’intestino e dello stomaco per agevolare l’assorbimento delle sostanze nutritive. In genere si percepiscono quando abbiamo fame e si percepiscono di più perché non c’è nello stomaco il cibo ad attutire il rumore. Nel linguaggio corporeo socializzato in genere crea imbarazzo, specie nelle culture “efficienti”. Infatti, i brontolii possono interrompere il fluire di informazioni di un’importante riunione d’affari, che si protrae oltre le tredici. Nelle culture rurali, legate al ritmo del sole, sono invece apprezzati e subito ci si attiva per creare soddisfazione e benessere. Ciò attraverso condivisione di cibo, attenzione, e cura. Oltre a questa connotazione i brontolii, ovvero la peristalsi, come si SOTTOVOCE

dice in termini medici, aumenta quando ci sono emozioni molto forti e spesso le conseguenze sono “gassose”! I brontolii, a volte sono anche preludio di rapida disponibilità di accesso ai servizi igienici. Quindi il corpo sa bene come darci i segnali e come far capire a terzi la nostra condizione psico-fisica. • Bruxare: ovvero digrignare i denti! Si tratta di un rumore particolarmente notturno perché del tutto involontario della muscolatura della mandibola. E’ quasi fisiologico nei bambini ma non in età adulta. Chiedetelo a chi si accompagna nel sonno. E’ oramai noto che la componente emotiva è decisamente importante in questo caso. Vi lascio immaginare che tipo di difese si muovono in chi sta vicino a una persona che usa questo canale di “scarico” della tensione. • Eruttazioni: Eccesso di aria nell’apparato digerente. L’aria


“SPECIALE” PER VOI viene ingoiata durante il pasto e fa vibrare le pareti dello stomaco , dell’esofago e della gola quando viene espulsa. Per il mondo arabo è segno di grande soddisfazione per l’ospite, mentre nel nostro mondo va dominato contenuto e ritenuto. Va da sé che non vanno raggiunti i livelli da guinness (107 db, vedere su YouTube per credere!) ma si tratta di un rumore corporeo da gestire con spontaneità e che non deve creare eccessivi imbarazzi. Tale considerazione per la normalità della popolazione, ma per casi particolari come i laringectomizzati le eruttazioni o meglio il far vibrare l’aria fra le pareti dello stomaco e dell’esofago è fondamentale per parlare! • Flatulenze: sensazione liberatoria. E’ il rumore più temuto in pubblico per il sentimento di pudore che fa parte di insegnamenti antropologici e culturali. Il significato comune è di tipo dispregiativo e di squalifica. Ciò accade perché se nella miscela gassosa, residuo dei processi di degradazione della materia ingerita (cibo), si palesa lo zolfo… Il vicino patirà. Per meglio dire lo zolfo non è altro che il dato concreto della parte aggressiva del nostro sistema digerente e dunque mostra il nostro lato distruttivo. Tutti si difendono dalle flatulenze anche i cani, proprio per questa ragione. • Respirare: il rumore dell’attività polmonare è da sempre presente in noi, tuttavia ci facciamo poco caso. Diventa oggetto di attenzione solo dopo situazioni particolarmente cariche dal punto di vista emotivo. Le persone si ascoltano respirare se hanno

vissuto un forte spavento o dopo una malattia che abbia coinvolto il sistema respiratorio. Una delle osservazioni principali di questo rumore è tipica delle madri inesperte o che hanno temuto per la salute del proprio cucciolo: passano più volte a controllare il riposo e il ritmo del respiro. Il suo significato è : essere vivi! • Russare: le strutture molli della parte posteriore della bocca (ugola, palato molle e base lingua) sono implicate in quello che viene considerata una delle maggiori cause di separazione della camera coniugale! Qui il corpo parla di stanchezza ma anche di patologia. E’ molto pericoloso trascurarlo per le complicanze. Nel linguaggio comune viene spesso utilizzato per caricaturare situazione di meritato riposo. Vero è che si tratta di un rumore che si ripercuote nel silenzio notturno e che diventa invasivo dell’altrui spazio. Per questo è mal vissuto. • Singhiozzi: derivano dalla contrazione involontaria del diaframma (muscolo che si usa per espander i polmoni e respirare). In condizioni normali tale muscolo lavora lentamente , in condizioni eccezionali lavora con velocità e violenza. Nel contesto comune suscita comprensione e pudore perché insorge per essersi voracemente inghiottiti cibo o liquidi ed aria. • “Scrocchi” : delle giunture specialmente delle dita. Le articolazioni sono immerse nel liquido sinoviale che fa da lubrificante. Una forzatura fa si che si formino delle bolle di gas che scoppiando producono lo “scroc”. Alcuni medici sostengono che SOTTOVOCE

alla lunga possano portare all’artrosi perché si consuma il liquido. Nel linguaggio dei gesti è provocatorio e minacciante. A volte lo scrocchiare le nocche è preparatorio o di scarico di tensione. • Starnutire: si tratta di un suono che si produce in modo riflesso per espellere irritanti delle mucose nasali. Generalmente suscita comprensione e gesti di partecipazione allo “sforzo”. Nei casi di allergie ci sono raffiche che raggiungono anche 15 e 20 starnuti •Tosse: è dovuto al dilatarsi della glottide al passaggio dell’aria emessa ad altissima velocità dai polmoni. Non è un caso che ne parli da subito, poiché per il laringectomizzato è problematico affrontare un’ esperienza simile! Comunque è un suono che nel linguaggio comune, e senza voce, indica l’arrivo di malessere, di una forma febbrile o di un banale raffreddamento. Chi sente un suono simile attiva delle reazioni come difendersi, allontanarsi, oppure preoccuparsi o prendersi cura. Non va perduto il significato di un colpo di tosse per richiamare l’attenzione altrui ad interrompere un’azione giudicata poco adatta. Insomma un bel repertorio sonoro a nostra disposizione. Lo scopo di questa lettura è quello di rimanere vicino all’ascolto e vicini a come i suoni da noi prodotti, sgradevoli, sgraziati, fastidiosi o goffi comunque significhino qualcosa. Le voci del nostro corpo ci fanno appartenere alla relazione e dicono di come siamo nel mondo. Dott.ssa Monica Cielo 2012 • TRIMESTRE I

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“SPECIALE” PER VOI

Il naso artificiale Benefico ausilio dopo la laringectomia totale L’intervento di laringectomia totale ha un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita del paziente. In seguito all’asportazione della laringe e la conseguente confezione del tracheostoma si registrano, infatti, importanti ripercussioni a carico dell’apparato fonatorio e dell’apparato respiratorio. Ma se la perdita della voce risulta facilmente comprensibile ad ogni laringectomizzato, non si può dire lo stesso per quanto riguarda l’aumento delle secrezioni e della tosse, il respiro corto, la fatica ed i conseguenti problemi psico-sociali. Analizzando, quindi, la respirazione in seguito a laringectomia totale, essa avviene esclusivamente attraverso il tracheostoma nel collo, il naso non viene più utilizzato e l’aria esterna arriva direttamente nelle basse vie aeree (trachea-bronchi-polmoni) senza essere stata filtrata, riscaldata ed umidificata. Nel tempo, ciò comporta importanti alterazioni dei valori di calore ed umidità interni e gravi conseguenze a carico dello stesso sistema respiratorio. Per tale motivo è bene, indipendentemente dalla strategia utilizzata per tornare a parlare, procedere con una riabilitazione polmonare che preveda l’utilizzo di un filtro HME scambiatore di calore ed umidità da posizionare davanti allo stoma utilizzando il sistema di fissaggio più opportuno. Il filtro HME (Heat and Moisture Exchanger = Scam-

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biatore di Calore ed Umidità) volgarmente definito NASO ARTIFICIALE, è un dispositivo per la riabilitazione respiratoria e polmonare progettato per tutti i pazienti che respirano attraverso un tracheostoma e che, come il naso naturale, umidifica, filtra e riscalda l’aria in entrata. Nel dettaglio, il filtro HME è costituito da un corpo in plastica, una spugna interna trattata con sali di calcio ed un meccanismo composto da valvola a molla e coperchio superiore, che nei laringectomizzati pazienti portatori di protesi tracheo-esofagea, agevola l’occlusione manuale dello stoma migliorando contemporaneamente fonazione ed igiene. Il filtro HME, dunque, non è un semplice protettore stomale, ma garantisce al paziente tracheostomizzato riscaldamento, filtraggio ed umidificazione dell’aria inalata, oltre a proteggere lo stoma da agenti esterni. Il filtro HME è monouso, ha una durata massima di 24 ore e, funzionando in base ai semplici principi di evaporazione e condensazione, permette nuovamenSOTTOVOCE

te al paziente di inspirare aria filtrata, umidificata e riscaldata e di conseguenza di ripristinare parzialmente la resistenza respiratoria persa in seguito all’intervento demolitivo. Per ottenere i maggiori benefici derivanti dall’uso dell’HME è importante utilizzarlo costantemente, giorno e notte, 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana e non va mai lavato con acqua o con qualsiasi altro prodotto (i sali di calcio all’interno della spugna si scioglierebbero ed il filtro perderebbe la sua efficacia). Stabilito che in condizioni normali la temperatura interna a livello laringeo è di 36° e l’umidità è pari al 98% (situazione fisiologica), studi clinici dimostrano che in un paziente laringectomizzato che non utilizza un filtro scambiatore di calore ed umidità la temperatura scende a 20° e l’umidità diventa pari al 42%, mentre in un paziente laringectomizzato che utilizza un filtro scambiatore di calore ed umidità la temperatura arriva a 28,8° e l’umidità sale al 65% (i valori ritornano ad essere simili a quelli della situazione fisiologica). Per evitare il rischio di insorgenza di patologie respiratorie, il filtro scambiatore di calore ed umidità andrebbe utilizzato subito dopo l’intervento demolitivo e la conseguente creazione della stomia permanente.


“SPECIALE” PER VOI Studi clinici dimostrano infatti che i sintomi delle problematiche polmonari si sviluppano durante i primi 6 - 12 mesi in seguito alla laringectomia totale e poi tendono a stabilizzarsi. Utilizzando un filtro HME, un paziente riscontrerà effetti iniziali temporanei, a cui seguiranno benefici secondari permanenti che rimangono nel tempo. Non bisogna spaventarsi, quindi, se si nota un momentaneo aumento della espettorazione di muco perché i bronchi ed i polmoni

si stanno pian piano riadattando alla nuova situazione respiratoria ed il muco denso si sta sciogliendo a seguito dell’utilizzo del filtro umidificatore. In breve tempo si potrà apprezzare un miglioramento della funzione polmonare con riduzione dell’espettorazione del muco; un aumento della tonicità muscolare (diaframma, muscoli intercostali) e dell’attività muco-ciliare con conseguente aumento della resistenza respiratoria e fonatoria; una riduzione del rischio di

infezioni sia di tipo virale, sia di tipo batterico; una diminuzione dell’insorgenza di broncopneumopatie respiratorie (bronchiti, broncopolmoniti, broncopneumopatie cronico-ostruttive...); un miglioramento della voce in tutti i pazienti tracheostomizzati, portatori o meno di protesi tracheo-esofagea e quindi un notevole miglioramento della qualità di vita generale. Dr.ssa Claudia Superchi Specialista in logopedia Distrex SpA

A casa, che gioia!

Nessuno “nasce imparato”: ancora qualche consiglio Nella mia esperienza ho constatato che per i familiari accudire il proprio caro nel periodo post-operaratorio rappresenta un segno concreto d’affetto, un modo per esternare la gioia di poter essergli ancora vicino. Mi rendo conto però di quante incertezze abbiano, quanto timore di far male nell’utilizzo di alcune attrezzature. Personalmente desidero pensare che il ruolo dell’infermiere è indispensabile, in particolare durante la degenza, ma non si può sottovalutare l’aspetto che ho prima ricordato. Considerando che alla dimissione dall’ospedale, sono state fornite tutte le indicazioni necessarie, è pur vero che alcune situazioni, scontate per noi professionisti, per i “non addetti ai lavori”, possono creare qualche incertezza. E proprio alla luce di questa “realtà”, ho cercato di dare sempre nel modo più prati-

co e semplice, consigli/accorgimenti che migliorino la qualità della vita post-operatoria. L’aspetto della cura personale non è affatto secondario; infatti la cura di sé, il non lasciarsi andare segnalano semaforo verde alla voglia (e quindi alla riuscita) di ripresa. Ora rispondo ad alcune domande che mi rivolgono con una certa frequenza. Come si può comunicare nel periodo pre-riabilitativo fonetico? Aggiungo momentaneamente e per il minor tempo possibile, essendo auspicabile già durante la degenza la presenza del logopedista e del maestro riabilitatore. Si può comunicare ribadisco momentaneamente scrivendo su una lavagna magnetica, su fogli o utilizzando il computer (chi lo sa fare…). Come sistemare i guanciali? È importante che il capo sia leggermente rialzato, quindi i guanciali, devono essere due, sistemati uno sopra l’altro in modo SOTTOVOCE

tale da formare uno “scalino”; è preferibile che siano tre, di cui uno sotto in posizione normale e sotto due incrociati a “v” capovolta. Questo è molto importante perché permette una migliore espansione polmonare e quindi una respirazione migliore evitando soprattutto che le secrezioni provochino fastidio ed eventuali rischi di soffocamento. Concludo la panoramica “infermieristica” con un ultimo (ma primo per importanza) consiglio. Un eccesso di sollecitudine, se non a volte di commiserazione da parte dei familiari, può essere controproducente: far sentire il proprio caro autosufficiente è il modo migliore per aiutarlo a ritrovare il rassicurante ritmo della quotidianità. Giada Cerminara 2012 • TRIMESTRE I

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INFORMAREGIONE

Associazione Oncologica Italiana M.d.V. Onlus Formazione di volontariato per la tutela e la riabilitazione dei laringectomizzati Cod. Fisc. 80025880230 Legge Quadro del Volontariato N. 266 del 11.08.1991 e successive modifiche Sede Regionale: Verona - Via F.lli Rosselli 11 - Cap 37138 - Tel/Fax 045.561789 e-mail: info@arvmdv.it - sito internet: www.aoionlus.it

VERBALE DELL’ASSEMBLEA GENERALE Padova 17 dicembre 2011 L’assemblea Generale degli iscritti è convocata per deliberare alcune modifiche statutarie richieste dalla Regione Veneto U.C. PROGRAMMAZIONE, TERZO SETTORE : 1. art. 2 punto b) ultimo capoverso: stralciare “connesse” 2. art. 7 punto c) stralciare i riferimenti al Decreto Legislativo 460/97 3. art. 11 punto b) per l’assemblea straordinaria non è prevista seconda convocazione che comunque dovrebbe avere le stesse maggioranze della prima. Nel caso di modifiche statutarie è necessaria la presenza di una maggioranza qualificata (metà più uno, 2/3 ecc.); per quanto attiene lo scioglimento con il voto di almeno 3/4 degli aventi diritto al voto; 4. art. 15 punto b) stralciare la prevalenza del voto del presidente; 5. art. 27 precisare che “i beni che residuano dopo l’esaurimento della liquidazione saranno devoluti ad altre organizzazioni di volontariato operanti in identico settore” stralciare tutto il resto; 6. art. 28 stralciare il D. LGS n. 460/97; 7. art. 5 punto b) secondo capoverso: stralciare “In deroga a quanto sopra al Socio Sostenitore è sufficiente presentare la fotocopia della carta d’identità. Constatata la regolarità della convocazione e la presenza legale degli aventi diritto il Presidente alle ore 9,45 dichiara aperta l’Assemblea. Viene nominato Segretario il rag. Gaetano Bragantini. Si procede alla discussione e approvazione: Punto 1 Variazione approvata all’unanimità. Punto 2 Variazione approvata all’unanimità Punto 3 art. 11 punto b) viene cosi riscritto e approvato all’unanimità “L’Assemblea Straordinaria modifica lo statuto dell’associazione con la presenza di almeno ¾ degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti e delibera lo scioglimento e la liquidazione nonché la devoluzione del patrimonio con il voto favorevole di almeno ¾ degli associati. Punto 4 Variazione approvata all’unanimità Punto 5 al IV capoverso si propone di stralciare da “Il patrimonio sociale, qualunque sia la causa ..... imposta di legge” e sostituire con “I beni che residuano dopo l’esaurimento della liquidazione saranno devoluti ad altre organizzazioni di volontariato operanti in identico o analogo settore”. Variazione approvata all’unanimità. Punto 6 Variazione approvata all’unanimità. Punto 7 Variazione approvata all’unanimità Alle ore 11 si dichiara chiusa l’Assemblea non essendoci ulteriori interventi. Padova 17 dicembre 2011 Il Segretario Il Presidente Rag. Gaetano Bragantini Adriano O. Zanolli

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VERBALE DEL CONSIGLIO PADOVA 17 DICEMBRE 2011 Terminata l’Assemblea Generale per l’approvazione delle variazioni allo Statuto dell’Associazione il Presidente dichiara aperto il Consiglio Generale e invita i Maestri a rimanere e di partecipare. Relazione del Presidente. Il Presidente in considerazione che siamo ormai alla fine dell’anno solare riepiloga l’attività svolta: • Abbiamo proseguito nell’attività di formazione per i Maestri. Hanno partecipato nuovi Soci Ordinari per avviarli all’insegnamento per il necessario avvicendamen to e i Maestri per l’aggiornamento. • Abbiamo intensificato le iniziative e gli incontri con i Medici • Si e concluso positivamente il Convegno promosso dall’Azienda Ospedaliera di Verona; con l’Ospedale di Treviso si è stipulato un accordo di collaborazione per la promozione di un Convegno di una Giornata il 4 maggio p.v. • Sono proseguite regolarmente la pubblicazione della rivista “Sottovoce” molto apprezzata per i contenuti e per l’aspetto grafico molto accattivante. Altre pubbli- cazioni: “I quaderni della salute 2”; Aiutiamoli a crescere” per l’attività di pre- venzione nelle scuole. • Ritengo indispensabile ricercare nuovi Sponsor per “Sottovoce” e donazioni per finanziare le nostre iniziative, • Raccomando di intensificare i rapporti territoriali con Enti e di farsi conoscere e frequentare i CSV Provinciali. ATTIVITA’ 2012 • Promozione di un Corso a fine gennaio con l’intervento della dott.ssa Nadalini sul tema “L’approccio Maestri-Famiglia-Ospedali. • Promuovere la “raccolta fondi” a tale scopo è necessario conoscerne le metodo- logie e gli obblighi amministrativi e fiscali connessi. • Convegno del 4 maggio a Treviso • Rinnovo Convenzioni ULSS diffonderemo, appena in nostro possesso, la circo- lare della Regione con la convenzione standard. I Presidenti si devono far carico di seguire l’iter presso le Direzioni Sanitarie. • Impegno per reperire nuovi Volontari. • Pianificare il lavoro e le iniziative delle Sezioni. Raccomandiamo di comunicare SOTTOVOCE

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gli impegni programmati alla Segreteria del Regionale: • Impegno delle Sezioni e di tutti i Soci per raccogliere l’adesione al 5 per mille. • Corso con la collaborazione della soc. DISTREX con l’intervento della dr.ssa Superchi. A PROPOSITO DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI NEL CORSO DELL’ANNO, I PARTECIPANTI INTERVENUTI E PER SEZIONE HANNO IL DOVERE DI PRESENTARE UNA RELAZIONE E INDICARE GLI EFFET- TI POSITIVI E NON E I MIGLIORAMENTI CHE SI POSSONO ADOTTARE. • Per la sezione di Vicenza promuoveremo degli interventi presso gli Ospedali di Vicenza e Bassano per ottenere un Centro all’interno dell’Ospedale. • Frittelli della Sezione di Belluno propone di ristampare il “librettino manuale”.

Raccolte tutte le osservazioni e ascoltati gli opportuni interventi la seduta si chiude alle ore 12 e tutti sono invitati alla seduta conviviale per lo scambio di auguri. GB Padova 17 dicembre 2011 Il Segretario Il Presidente Rag. Gaetano Bragantini Adriano O. Zanolli

Immagini della “giornata” Un incontro associativo tra ufficialità e convivialità

1 - Zanolli tra le “sudate carte” e Tornatore

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2 - “Lectio brevis“ della Dr.ssa Superchi


INFORMAREGIONE INFORMASEZIONI - ROVIGO

3 - Un grazie al maestro Zambotti

4 - .... al maestro Olivo

5 - .... a Giò Zanuso di Sottovoce

6 - .... e alla Dr.ssa Superchi

7 - Buon appetito!

8 - Un caloroso “arrivederci” di gruppo

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“A voce alta” Il diritto di avere una voce il dovere di farsi ascoltare Il titolo e i sottotitoli riassumono esattamente lo spirito con cui ho aderito all’intervista proposta dalla giornalista di Radio Pace, Francesca Boari. Ritengo

sia un dovere morale di chi ne ha la possibilità spezzare il silenzio dell’ignoranza (nel senso di non sapere), smuovere dall’indifferenza o, peggio ancora. il “voltarsi dall’altra parte”. Personalmente ho sempre cercato di attuare questo principio non solo come Presidente dell’asso-

ciazione AOI onlus, ma anche come uomo e cittadino. Nella speranza e nell’intento di dare all’intervista e quindi all’informazione, maggiore eco, informo che l'intervista si può ascoltare cercando su Google le parole “Zanolli AOI”. Adriano O. Zanolli

La nostra immagine in rete La nostra rivista anche online Accanto alla tradizionale edizione cartacea, “Sottovoce” è ora visibile anche su Internet. Collegandosi al sito www.aoionlus.it con il proprio computer, la storica rivista della nostra Associazione può essere letta e sfogliata anche in formato elettronico, per facilitarne la consultazione e sopravvivere nel tempo alla distruzione della versione cartacea. E se avete perso un numero della vostra rivista preferita, niente paura! Potete trovare ben 24 numeri arretrati a partire dall’anno 2006. Durante gli ultimi dodici mesi, sono state oltre 3.100 le copie della rivista scaricate dai visitatori. Per visionare il numero prescelto, è necessario disporre del lettore Adobe-Reader che può essere scaricato gratuitamente da Internet. La nostra immagine nel web Un sito web non serve solamente per affermare la propria presenza nella Rete, ma soprattutto per non esserne esclusi. Si dice che un sito internet sia l’immagine

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di un ente e questa espressione è certamente vera se si considera il fatto che un portale non è semplicemente una vetrina attraverso la quale presentare i propri servizi, ma anche uno “strumento” attraverso il quale farsi conoscere, raccontare chi si è e cosa si fa. Questo è un punto importante, in quanto, si sa che la fiducia è uno dei requisiti principali per catturare l’attenzione di potenziali utenti, i quali devono essere certi di affidarsi a professionisti di cui potersi ciecamente fidare. Si capisce, quindi, come un sito svolga un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo di un’attività e come essere presenti sul web in maniera chiara e “trasparente” sia un requisito davvero indispensabile per realizzare la propria mission. Attraverso un attento monitoraggio delle visite si può conoscere l’efficacia del sito sia in termini di utilizzo, che di attrazione dei visitatori. Pubblichiamo i dati relativi alle statistiche per l’anno solare 2011 SOTTOVOCE

del sito web www.aoionlus.it

Numero di pagine viste diviso il numero di visite nell’anno: più questo numero è alto, maggiore è il grado di soddisfazione dell’utente, che resta sul sito a leggere ulteriori pagine, oltre alle prime. a cura di Roberto Cattellani


INFORMAREGIONE

La nostra Home page La pagina che accoglie ogni visitatore

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INFORMAREGIONE

La nostra rete territoriale Distribuzione per ULSS dei nostri Centri di Rieducazione a servizio dei malati e dei loro familiari ZONA ULSS 1 ULSS 1 ULSS 2 ULSS 3 ULSS 4 ULSS 5 ULSS 5 ULSS 6 ULSS 7 ULSS 8 ULSS 8 ULSS 9 ULSS 10 ULSS 12 ULSS 12 ULSS 13 ULSS 13 ULSS 14 ULSS 15 ULSS 16 ULSS 17 ULSS 18 ULSS 18 ULSS 18 ULSS 19 ULSS 20 ULSS 20 ULSS 20 ULSS 21 ULSS 22 ULSS 22 ULSS 22 ULSS 22

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COMUNE BELLUNO PIEVE DI CADORE FELTRE BASSANO SCHIO VALDAGNO MONTECCHIO M. VICENZA VITTORIO VENETO CASTELFRANCO MONTEBELLUNA TREVISO S. DONA' DI PIAVE MESTRE VENEZIA DOLO MIRANO-SALZANO CHIOGGIA CITTADELLA PADOVA MONSELICE ROVIGO ROVIGO TRECENTA PORTOVIRO VERONA 1 VERONA 2 SAN BONIFACIO LEGNAGO ISOLA DELLA SCALA NEGRAR BUSSOLENGO 1 BUSSOLENGO 2

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RECAPITO PRESSO OSPEDALE S. MARTINO REP. ORL DISTRETTO SANITARIO LOC. TAI OSPEDALE S. MARIA REP. ORL SCUOLA VIA J. DA PONTE 40 SCUOLA VIA MANIN 5 OSPEDALE S. LORENZO CENTRO PIAZZA CARLI SCUOLA VIA MEDICI 91 OSPEDALE CIVILE OSPEDALE S. GIACOMO OSPEDALE S. VALENTINO OSPEDALE S. MARIA OSPEDALE CIVILE OSPEDALE DELL'ANGELO OSPEDALE CIVILE CENTRO SERT - VIA LERINO CENTRO VIA MAMELI 2A OSPEDALE CIVILE PRESIDIO OSPEDALIERO OSPEDALE S. ANTONIO OSPEDALE CIVILE SEDE AOI P.LE SOCCORSO 4 OSPEDALE CIVILE REP. ORL OSPEDALE CIVILE S. LUCA ULSS 19 CONTARINA SEDE AOI VIA F.LLI ROSSELLI 11 SEDE AOI VIA F.LLI ROSSELLI 11 OSPEDALE FRACASTORO SEDE AOI LOC. CASETTE OSPEDALE CIVILE OSPEDALE SACRO CUORE CENTRO LARINGECTOMIZZATI CENTRO LARINGECTOMIZZATI

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REFERENTE FRITTELLI S. FRITTELLI S. BENATO V. VIVIAN S. OLIVO L. BOGONI C. BOGONI C. VIVIAN S. GAVA L. OLIVO L. CARRARO E. OLIVO L. TORNATORE P. TORNATORE P. FINOTELLO G. PREO L. MAGI G. MINETTO G. NALESSO T. GOLDIN R. GOLDIN R. CANDIANI G. CANDIANI G. PELLEGRINELLI CASOTTO I. SEGALA W. MAGAGNA G. BOGONI C. SEGALA W. FURLANI G. MAGAGNA G. MORBIOLI G. BOGONI C.


INFORMASEZIONI

Festa di San Biagio L’omelia di Mons. Callisto Barbolan sintetizza la ricorrenza liturgica onorata in ogni Sezione S. Nazaro, 3 febbraio 2012 Carissimi, ho accolto con gioia l’invito che mi è stato rivolto di essere con voi oggi, in questa splendida chiesa (*) che conserva le reliquie di S.Biagio, vostro patrono, per celebrare per voi e con voi l’Eucaristia. Il mio fraterno e riconoscente saluto a Mons. Roberto Tebaldi, Vicario del Vescovo per la pastorale e al parroco, Don Orfeo Massalongo, che mi onora della sua stima e della sua fraterna amicizia Saluto il Presidente dell’Associazione “Mutilati della Voce”, e di cuore saluto ognuno di voi e i vostri famigliari, qui giunti per questo annuale appuntamento. A nome del nostro Vescovo Giu-

seppe Zenti e dell’intera Chiesa veronese sono vicino alla vostra Famiglia Associativa e desidero partecipare ad ognuno di voi viva solidarietà che non è commiserazione per la situazione nella quale vi trovate, ma vicinanza fraterna nella consapevolezza che ognuno di voi è persona, e come tale è un dono per tutta la Chiesa e l’intera società. Festeggiando San Biagio nella sua ricorrenza liturgica, diamo lode al Signore, “gloria e corona dei Santi”. Oggi condividendo questa ricorrenza con voi desidero richiamare i motivi per i quali San Biagio è tanto popolare. San Biagio visse a Sebaste, in Armenia tra il III e il IV secolo. Pare fosse medico, e vescovo

Chiesa Ss. Nazaro e Celso

di quella città. La persecuzione di Licinio all’inizio fu larvata, poi si fece sempre più violenta. Per questo, su proposta dei suoi fedeli, Biagio lasciò la città, rifugiandosi in una grotta sui monti. Licinio, geloso della potenza del grande collega Costantino, lo fronteggiò anche contravvenendo all’Editto di Milano del 313, da lui stesso sottoscritto. Le sofferenze dei cristiani di Oriente furono grandi, finché Costantino non riportò sul collega rivale una completa vittoria ad Adrianopoli nel 323. Pare che San Biagio, recluso volontario nella caverna, continuasse a svolgere la sua opera di vescovo, non dimenticando neanche durante il suo esilio sui monti,

Cappella di San Biagio SOTTOVOCE

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INFORMASEZIONI

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il gregge dei cristiani di Sebaste, lontano e minacciato. E a questo gregge di uomini, si aggiunse, secondo la leggenda, un seguito di animali selvatici, che visitavano il vescovo nella caverna, portandogli il cibo quotidiano. Ma alla fine venne scoperto da alcuni cacciatori. Condotto nella città, fu imprigionato, e anche in carcere operò diversi miracoli. Durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione il suo corpo fu straziato con pettini di ferro, simili a quelli che venivano usati per cardare la lana.. La Passio, cioè il racconto del suo martirio, commenta così la coraggiosa resistenza del vescovo, nel sanguinoso strazio cui fu sottoposto: “Dilacerato corpore, infractus animo resistit”, che significa: “Mentre il suo corpo veniva dilaniato, il suo animo resistette incorrotto”. Morì nel 316, operando un ultimo miracolo: guarì un bambino che stava per soffocare a causa di una lisca di pesce conficcatasi nella sua gola. Questo episodio delicato e affettuoso, compiuto sulla via del martirio, valse al Santo la sua qualifica di protettore da tutti i mali della gola. La tradizione ne ha confermato la devozione attraverso un culto secolare, e la Chiesa lo festeggia nella liturgia di questo giorno a lui dedicato. Le festività cristiane, come quella che stia-

mo celebrando, sono memoria del passato, luce nel presente e annuncio di futuro. Nell’esprimere il nostro ringraziamento a Dio per la testimonianza di san Biagio, siamo invitati a gioire, a rallegrarci che un santo, un grande santo, sia di esempio e di sprone alla nostra fede. Santo è colui che, seguendo Cristo e lasciandosi condurre dallo Spirito, vive la stessa vita di Dio, “il solo Santo”. Partecipa della santità di Dio colui che accoglie in sé la vita di Dio, rispondendo alla sua chiamata e vivendo secondo la sua volontà. Così il santo è nella storia quotidiana un frammento luminoso dell’amore di Dio per noi. Ce lo ha illustrato anche la Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato. La lettera di san Giacomo ribadisce che, anche nella prova più dura, c’è sempre uno spiraglio per la gioia, perché la sofferenza rinvigorisce la pazienza, che è il fondamento della speranza (cfr Gc 1,2-4.12). Il brano evangelico, poi, ci ripete le parole di Gesù: “Non abbiate paura”. La fede non ci mette al riparo dai guai della vita. Essa apre un varco, dove – è vero – si inseriscono le tempeste più devastanti. Ma, attraverso quel varco “provvidenziale”, passa anche e soprattutto una Presenza (cfr Mt 10,28-33), quella del Signore Gesù. I testi liturgi-

ci insistono nel sottolineare che i credenti - non diversamente dagli altri - non vivono in una specie di paradiso dorato in cui viene messo tutto in ordine con un colpo di bacchetta magica. Questo messaggio è avvalorato dalla testimonianza dei Santi. I Santi, infatti, hanno vissuto i problemi, le ambasce, le difficoltà e le crisi di tutti. E tuttavia, li hanno affrontati con la luce della Parola e con la forza dell’Eucaristia. La fede non è un’assicurazione contro gli infortuni della vita, ma contro il pessimismo e la disperazione. In una società come la nostra, caratterizzata da relazioni fragili, conflittuali e di tipo consumistico, i cristiani sono chiamati a vivere una differenza proprio nella qualità delle relazioni, divenendo comunità alternativa capace di esprimere la possibilità di relazioni gratuite, forti e durature, cementate dalla mutua accettazione e dal perdono reciproco. Ci aiuti san Biagio, con la sua limpida testimonianza e con il suo prezioso insegnamento, a rimanere nell’amore e a corrispondere con entusiasmo alla “nostra vocazione” di cristiani.

(*) La chiesa di Ss. Nazaro e Celso è sorta nel 1483, per volontà dei Benedettini, accanto a un antichissimo sacello (cappella) che custo-

diva le reliquie dei santi. Ha la facciata gotica in cotto con finestre rinascimentali; l’interno, riccamente affrescato, ha tre navate e dieci

altari. La “Cappella di San Biagio” nel transetto sinistro, è decorata dai migliori pittori e scultori presenti in quel tempo a Verona.

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Mons. Callisto Barbolan Vicario Episcopale Vita Consacrata Diocesi di Verona


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LEGENDA 1 - Belluno: Messa con autorità 2 - Padova: Durante la Messa 3 - Rovigo: Gruppo partecipanti 4 - Schio (Vi): Dopo la messa 5 - Treviso: Un momento liturgico 6 - Venezia: Cappella Osp. dell’Angelo 7 - Verona: La “Candelora” 7 SOTTOVOCE

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Flash dalle sezioni Attività, programmi, iniziative e un “bentornato S. Biagio!” BELLUNO 3 Febbraio 2012 - Ci siamo ritrovati nell’atrio del reparto ORL dell’Ospedale “San Martino” per la consueta Santa Messa celebrata dal nostro immancabile Don Ivano e i concelebranti Don Luigi e Don Matteo. Hanno partecipato il Prefetto dr.ssa M. Laura Simonetti, il Sindaco avv. A. Prade, il Primario e gli ex Primari prof. Saetti e dott. Pradel, i medici e tutto il personale, i vari operati con i loro famigliari. Dopo la S. Messa è stato offerto un sobrio rinfresco tra saluti e un po’ di socializzazione. Da ringraziare le signore di buona volontà per i graditi dolci confezionati con le proprie mani. Ci siamo salutati con un arrivederci per il prossimo anno. Saturnino Fritelli PADOVA Volontariato in Ospedale 1 Dicembre 2011 - Nei “bracci” dell’atrio del Monoblocco Poli-clinico di Padova si è svolta l’iniziativa del Volontariato in Ospedale a cui hanno partecipato tutte le associazioni di volontariato afferenti all’Ospedale di Padova. La manifestazione ha riscosso un particolare successo, non solo da parte dei volontari e dell’utenza, ma dello stesso personale ospedaliero. Ciò è anche la conferma dello spirito di collaborazione che si è sempre avuto in questi anni tra l’Ospedale, nelle sue direzioni e nei suoi professionisti, e le associazioni

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con i volontari che si dedicano con passione ai malati e alle loro famiglie ed all’utenza in generale. La nostra associazione ha partecipato con un proprio banchetto, ed è stata un’occasione d’incontro e di confronto decisamente utile sia per far conoscere la nostra associazione sia per la nascita di sinergie con le altre associazioni. Mercoledì 15 febbraio - Presso l’Ospedale “Sant’Antonio”, si è svolta la festa di San Biagio, organizzata dalla nostra associazione in collaborazione con l’ULSS 16 di Padova e l’unità Operativa Semplice di Otorinolaringoiatria diretta dalla dott. ssa Antonella Fede. La giornata si è aperta con una relazione del dott. Roberto Franco, esperto in tematiche del lavoro e in particolare nel reinserimento nel mondo del lavoro della persone con handicap. È seguita la Santa Messa celebrata dal nostro Don Massenzio, con la quale si è voluto chiedere la protezione del nostro Santo Patrono San Biagio. Quest’anno il personale medico e paramedico ha voluto rendere ancora più sentita la celebrazione con i canti eseguiti dal coro “VASA CANTORUM” coordinato dal dott. Giampietro Avruscio a cui va il nostro ringraziamento. La funzione si è conclusa con l’ormai tradizionale benedizione della “candelora”. Porgiamo un ringraziamento alla nostra dottoressa Fede e alle SOTTOVOCE

sue collaboratrici. A tutti, un arrivederci all’anno prossimo. Severino Pastore VENEZIA 31 Gennaio e 1 Febbraio 2012 Un freddo siberiano inaugura la ripresa dell’iniziativa “Non bruciarti la vita” con le classi terze del Liceo scientifico “Benedetti” di Venezia. Con il validissimo supporto del volontario arch. Giancarlo Sfriso, la “scaletta” degli argomenti è arricchita da un filmato e da tematiche adeguate all’età. 3 Febbraio - Nella cappella dell’ Ospedale “dell’Angelo” a Mestre onoriamo San Biagio. L’efficace omelia di Don Francesco Barbiero, l’armonioso canto del gruppo corale “Coro delle Cime” di Gardigiano ex Montedison, la sempre emozionante “Preghiera” del laringrctomizzato e il rito della “Candelora”, scandiscono i momenti più toccanti della funzione religiosa. Condividono con noi il rito liturgico, il dott. Nicastro, il dott. Cazzato, la dott.ssa Zanetti, il nuovo radioterapista (purtroppo mi sfugge il nome), le logopediste e il caposala Maurizio. L’incontro si conclude con un rinfresco gentilmente offerto dal “catering” dell’Ospedale. 7-9-11-14 Febbraio - Date previste presso la scuola media statale “Giulio Cesare” di Mestre e annullate per la mia indisposizione.


INFORMASEZIONI 20 Febbraio - Riunione dei consiglieri e maestri. Si fa un’attenta valutazione dei vari aspetti, in particolare della crisi economica che coinvolge anche la nostra associazione e del perdurare di uno scarso coinvolgimento. Si sollecitano i presenti a prendere confidenza (anche con l’aiuto di figli o nipoti), con la pagina di facebook “Questa è la mia voce” che offre la possibilità non solo di condividere la nostra esperienza scambiando informazioni, consigli, ma anche di avvalersi del parere di medici e di professionisti che operano nel campo ORL. (psicologa, logopediste, privacy e legge). Si sono inoltre vagliate possibili mete per gite sociali, compreso un replay della gita a Marano. Proposta anche una città d’arte (Verona, Ferrara, Mantova), ma sempre con un occhio al portafoglio… Per il 28 Aprile è stato fissato un incontro di socializzazione presso la sede di Zelarino con, si spera, una gradita sorpresa.

Dal 3 Febbraio la nostra associata Marilena Gomiero è nonna di una splendida bambina. Ben arrivata, Anna! Pier Luigi Tornatore VERONA 6 Dicembre 2011 - Riunione del Consiglio Provinciale. Viene fatto il punto sulle attività svolte nel corso dell’anno passato e programmato un intenso lavoro per il 2012. Si è programmato un soggiorno al mare e possibili gite sociali sia per Verona città che per le sottosezioni di Bussolengo e Legnago. Il 17 Dicembre 2011 si è tenuto a Padova un incontro formativo con tutti i Maestri e la partecipazione della brava Logopedista Claudia Superchi che ci ha intrattenuto sui vari ausili e la loro applicazione. Prima di Natale si è tenuto in Sede Provinciale il solito incontro con le Famiglie alla presenza anche del rag. Zanolli e in tale occasione ci siamo fatto gli auguri natalizi. 3 Febbraio - Uno dei punti più

importanti riguarda la festa di San Biagio alla ha partecipato un elevato numero di associati e loro famigliari. La giornata si è conclusa con il solito ritrovo conviviale. A partire dal 28 Febbraio 2012 sono in programma vari incontri con le scolaresche e con i genitori, che si protrarranno fino alla chiusura dell’anno scolastico. Per Domenica 11 Marzo è stata programmata un’importante iniziativa in collaborazione con Verona Lirica presso il Teatro Filarmonico: in tale occasione verrà offerto agli oltre 600 abbonati un fiore e una locandina che illustra le finalità e gli scopi della nostra associazione. Il Presidente Dr. Tuppini inviterà i presenti alla opportunità di offrire donazioni e devolvere il 5 per mille a sostegno dei nostri progetti. - Un commosso ricordo va rivolto alla famiglia Melotti per la recente perdita del caro Nereo, amico e Maestro molto stimato. Walter Segala

VICENZA Spett. Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona. Sentiamo la necessità di ringraziare vivamente la dedizione e l’alta professionalità riscontrata in tutti i medici e nel personale dell’unità operativa complessa di Borgo Trento in particolare: il reparto di ORL nella persona del dott. Franco Barbieri, il reparto Chirurgia dell’esofago e dello stomaco con il direttore prof. Giovanni De Manzoni, la divisione di Chirurgia Plastica con il dott. Maurizio Governa che assieme hanno eseguito un delicato e complesso intervento chirurgico di exeresi di recidiva cutanea peristomale, esofagectomia totale, ipofaringectomia con confezionamento di tubulo gastrico - tecnica Pull-Through a torace chiuso, riuscito con successo. Si ringraziano inoltre tutte le equipe dei sopracitati medici e personale infermieristico e la dott.ssa Barbara Cariglino del reparto di terapia intensiva. Non vogliamo tralasciare l’umiltà, l’onestà e il prezioso aiuto datoci dal dott. Giovanni De Rossi. Marzo 2011 Cordialmente Fam. G.B. Lorenzato Vicenza

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INTERMEZZO

Primaverile Almanacco La Primavera inizia il 21 marzo e termina il 20 giugno. Ricorrenze e festività religiose: Domenica delle Palme (1° aprile), Pasqua (8 aprile), Lunedì dell’Angelo (9 aprile), Ascensione Nostro Signore (20 maggio), Pentecoste (27 maggio), Corpus Domini (10 giugno). Ricorrenze e festività civili: Anniversario della Liberazione (25 aprile), Festa del lavoro (1° maggio), Festa della Repubblica (2 giugno). Il 25 marzo ritorna l’ora legale: alle ore 2 spostare le lancette avanti di un’ora. Buon onomastico: Alessandra, Giulio. Giorgio. Marco, Caterina, Rita, Antonio, Proverbio - L’amico della pentola, nelle disavventure se la dà a gambe. L’oroscopo (per chi ci crede) Ariete: creativo, orgoglioso, ama l’azione, primeggiare, i legami sentimentali non mediocri e soprattutto la libertà. Poco diplomatico, detesta la menzogna. Toro: dotato di resistenza, pazienza e tenacia, tende a essere possessivo. Ama la famiglia, la stabilità affettiva ricca di passionalità. Gemelli: di intelligenza vivace e brillante, desidera esplorare tutto ciò che lo circonda. Eterno Peter Pan, è discontinuo e difficilmente instaura rapporti profon- di e duraturi.

Dal Vangelo Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salomè comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. (...) Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?» Ma guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benchè fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazzareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete come vi ha detto.» (Marco 16.1)

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Primavera in tavola Madre natura offre un’alimentazione depurativa e disintossicante del dopo inverno. Verdure e ortaggi: asparagi, bietole da costa, carciofi, carote, “castraure” cavoli cappuccio, cetrioli, cicorie, cipolle, fagiolini, fave, lattughe, piselli, pomodori perini, sedani, spinaci, taccole, zucchine. Frutta: ultimi agrumi, ciliegie, fragole, pesche, susine. Per Pasqua e Pasquetta stop ai propositi depurativi, ma si rimedia con delle buone camminate. Sulla tavola pasquale festosa e colorata, con gli immancabili (ahimé!..) agnello e capretto in varie e gustose ricette, timballi, zuppe, torte salate (una per tutte la torta pasqualina) pronte anche per il pic nic di pasquetta, e uova; uova in frittata con verdure, strapazzate, inserite, adagiate su canapè di carne. E, naturalmente, i vari pani augurali e la classica “Colomba”. Dalla Redazione giungano i migliori auguri di Buona Pasqua a tutti i collaboratori e ai lettori di Sottovoce.


CONOSCERE

Ville e palazzi nel rodigino Maestosità e armonia architettonica tra l’Adige e il Po Il numero considerevole di ville e palazzi sorti tra il ‘500 e il ‘700, testimoniano che nobiltà e ricchezza si sono fermate anche nel rodigino; ne ricordiamo, quindi, solo alcune. A Fratta Polesine: la palladiana Villa Badoer o “La Badoera” e Villa Molin, entrambe sorte intorno al 1570. Villa Badoer è stata realizzata per il senatore veneziano Francesco Badoer che voleva seguire sul posto l’opera di bonifica della zona. Alla sua sinistra si allunga perpendicolarmente Villa Molin; il proprietario, il nobile veneziano Giorgio Loredan, non potendo permettersi il Palladio, affidò la progettazione e la costruzione a un architetto sconosciuto che si ispirò all’opera dell’archi-star nato a Padova, vicentino d’elezione. A Canda: Villa Nani-Mocenigo, opera di Vincenzo Scamozzi realizzata tra il 1580 e 1584, trasformata in seguito nella facciata con due gradinate simmetriche che portano all’ingresso. A Fiesso Umbertiano: Palazzo Morosini-Calergi, voluto dai nobili veneziani Morosini nella propria tenuta agricola, ma realizzata dalla famiglia Vendramin-Calergi nel 1706; la costruzione è una delle poche a pianta centrale del Veneto. A Polesella: Villa Morosini-Mantovani detta Ca’ Morosini, splendida dimora di campagna del Doge Francesco Morosini, edificata verso la fine del ‘500; Villa Rosetta del tardo ‘600, fiancheggiata da due ariosi loggiati; la settecentesca Villa Armellini, detta delle “Sette Teste” per i sette mascheroni posti in chiave d’arco sui portali. A Paviole, frazione di Canaro: l’armoniosa, settecentesca Villa Martelli-Piccioli. A Trecenta: Palazzo Pepoli-Spalletti, detto “el Palazzon”, una eminente costruzione di architettura militare seicentesca; Villa Trebbi, del secondo ‘700, ora sede del Municipio e nei primi decenni dell’ottocento, punto di ritrovo dei carbonari trecentani; Palazzo Bellini del ‘700, attuale sede dell’Istituto per l’Agricoltura. A Ficarolo: al centro di un romantico parco, l’elegante Villa Schiati-Giglioli del tardo ‘500, impreziosita nell’800, ora sede del Municipio. A Gaiba: Villa Manfredini-Stampanoni di impian-

Villa Badoer

Villa Molin

Villa Nani-Mocenigo

Ca’ Morosini

Villa Trebbi

Pal Morosini-Calergi

Villa Armellini

Villa Schiati

Villa Manfredini-Stampanoni e Villa Marzolla to architettonico cinquecentesco, con annessa una cappella in stile rococò. A Crespino: di notevole interesse, Villa Marzolla, del ‘6-700, nota in particolare per le monumentali scuderie aggiunte nel 1802. Le ville ed i palazzi del rodigino, vinte le sfide con il tempo e le inondazioni, offrono ai posteri il prestigioso e intramontabile fascino del “bello”. Giò Zanuso SOTTOVOCE

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Il Museo dei Grandi Fiumi Una straordinaria Esposizione Permanente vive nel cuore del Delta La nostra città è orgogliosa di ospitare il prezioso Museo dei Grandi Fiumi, unico nel suo genere nel Veneto. Nel tratto finale del loro corso i due più grandi fiumi italiani, il Po e l’Adige, delimitano a Nord e a Sud la provincia di Rovigo, il Polesine, la “Mesopotamia italiana”, una terra che si spinge nel mare Adriatico attraverso l’ampio delta padano. La storia antica del Polesine, delle sue acque, delle sue genti, è raccontata nel Museo dei Grandi Fiumi, che ha sede a Rovigo nell’ex Monastero Olivetano di San Bartolomeo; è questo un ottimo esempio di architettura conventuale benedettina la cui fondazione con annessa la chiesa risale al 1244. Il recente restauro ha riportato questo significativo complesso architettonico all’antico splendore, già evidente nella sobria eleganza dei suoi chiostri, uno dei quali ornato da una splendida vera da pozzo rinascimentale attribuita alla mano di Iacopo Sansovino. Al primo piano, nella cornice degli ambienti cinquecenteschi un tempo impreziositi da affreschi, una superficie di circa 2000 mq è adibita a spazio espositivo. Efficaci accorgimenti scenografici hanno adattato gli ambienti dell’antico Monastero a ospitare gli innovativi allestimenti con tecnologie d’avanguardia e il museo diventa così “vivo”. Inaugurato nel 2001, il moderno Museo conduce il visitatore a rivivere il passato in un coinvolgente viaggio immaginario nella storia dell’uomo e nello spazio: le testimonianze archeologiche conservate nelle vetrine prendono vita tra ambientazioni a grandezza naturale, ricostruzioni virtuali, audiovisivi, installazioni multimediali. Lungo tutto il

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percorso museale le riproduzioni sperimentali dei reperti consentono anche ai non vedenti o ipovedenti la manipolazione tattile degli oggetti. I testi dei pannelli e le didascalie sono in lingua italiana con traduzione in inglese. Allo stato attuale sono visitabili le tre sezioni permanenti dedicate alle epoche del Bronzo, del Ferro e Romana, dove viene illustrata la storia di significativi siti archeologici tra il II millennio a.C. e il II secolo d.C. Nella prima sezione panoramiche storiche, culturali e commerciali dell’Europa protostorica fanno da cornice alla realtà venuta alla luce nell’area polesana con l’insediamento palafitticolo di Canàr di Castelnovo Bariano, con il villaggio arginato di Larda di Gavello, con l’abitato e la necropoli di Frattesina di Fratta Polesine e con l’interessante sito artigianale di lavorazione dell’ambra di Campestrin di Grignano Polesine. La sezione dedicata all’Età del Ferro esamina invece il vivace processo sociale ed economico dei secoli VI e V a.C. con la presenza etrusca nell’entroterra di Adria, testimoniata principalmente dall’insediamento rurale di San Cassiano di crespino e della necropoli di Balone presso Rovigo. Il terzo settore espositivo illustra l’espansione di Roma e l’esportazione dei suoi modelli culturali, sociali ed economici nei territori conquistati. Una sala interamente dedicata alla didattica, attrezzata con plastici e modelli in scala e un efficace apparato didascalico, mostra esempi dei più noti monumenti dell’architettura romana e le tecnologia sviluppate nell’ingegneria edile, idraulica, meccanica. È in fase di completamento l’allestimento della quarta sezione permanente de-


CONOSCERE dicata all’epoca Tardo antica e al Medioevo. Il Museo, attivo in ricerche archeologiche e promotore di corsi di Archeologia sperimentale, è inoltre dotato di un laboratorio di restauro e di due aule per lo svolgimento di laboratori didattici. La Provincia di Rovigo è stata definita “la Cenerentola del Veneto” ma se ricordiamo come finisce la favola ci accorgeremmo quanti tesori nascosti sono da “scoprire” nella nostra amata terra polesana, che con le sue ricchezze, storie, leggende, tradizioni, paesaggi e tanta cultura, invita il visitatore ad esplorare questo grande libro aperto. Antida Ballarin

L’inondazione del Polesine Quando la forza del volontariato supera le calamità L’immane evento che sommerse il Polesine, potrebbe essere sintetizzato in tutta la sua drammaticità con una fredda serie di dati. Ne riportiamo alcuni: la massa d’acqua che l’11 novembre 1951 su riversò con furia sconvolgente sulle terre è stata valutata dell’ordine dai 7.000 e 9.500 metri cubi al secondo; 88 è stato il numero delle vittime ufficialmente riconosciuto; circa 190.000 il numero dei profughi, di cui circa 100.000 non fecero più ritorno, rimanendo nel triangolo industriale Torino - Milano-Genova; perduti 24.000 capi di bestiame bovino, incalcolabile quello degli animali d’allevamento; intuibile il totale azzeramento dell’attività agricola. Non è questa la sede per esaminare le cause: le piogge intense e continuative, l’imprevidenza “prima” e l’inefficienza “dopo” delle istituzioni preposte a gestire l’evento, gli scarsi mezzi di comunicazione (i cosiddetti mass-media) del tempo. Merita, invece, sottolineare il capitolo positivo delle fasi di prosciugamento e di bonifica. Già nel giugno del 1952 si è potuto seminare in parte delle terre riemerse, grazie agli interventi realizzati dal “Consorzio Generale per la Ricostruzione delle Bonifiche Polesane” coordinato dal Commissario del Governo On. Giuseppe Brusacco. Fondamentale per la ripresa si è dimostrato anche il Presi-

dente della Provincia, il prof. Alfredo De Polzer. Detto questo, è assolutamente doveroso evidenziare l’eccezionale “onda” di solidarietà giunta non solo da tutta Italia, ma anche dall’Europa e dall’America. Un’immensa mano umanitaria tesa verso una popolazione segnata da povertà estrema e dall’impari, eterna lotta con l’elemento “acqua”. La macchina degli aiuti più efficiente è stata condotta dal volontariato, spinto unicamente da sentimenti di identificazione, condivisione, compassione, al di là di apparati burocratici, conflitti politici e, non raramente, di meschini giochi di potere. In Italia moltissime famiglie aprirono le porte delle loro case agli sfollati per offrire non solo un tetto, ma soprattutto il calore umano. Molti, di una certa età, ricorderanno il fermento che si percepiva nell’aria: si portavano nelle parrocchie, nelle scuole, nei centri di raccolta abiti, coperte, latte condensato e in polvere, generi alimentari non deperibili. Ricorderanno anche l’attesa di leggere le notizie dell’ultima ora, di vedere le immagini fotografiche che documentavano quel dramma inaudito. Forse più d’uno avrà negli occhi le splendide copertine della “Domenica del Corriere” dell’impareggiabile illustratore Walter Molino. SOTTOVOCE

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CONOSCERE Da quell’abbandono disperato sono passati poco più di sessant’anni. Troppo ostili le condizioni di sopravvivenza così legata all’attività agricola e agli “umori” dei fiumi, troppo povera per competere con l’industrializzazione delle città del Nord, troppo vulnerabile per invogliare a investimenti di grande potenzialità. Il primo significativo incremento demografico si è avuto nel 2007. Il cessare dell’emorragia migratoria è coincisa con la nascita di realtà produttive industriali, agricole e artigianali, con l’incremento dei servizi, con il turismo culturale e naturalistico. Il Polesine, questo lembo estremo della Pianura Padana, giovane terra dalla storia millenaria, ha ormai imboccato la strada del riscatto dalle ferite dell’alluvione. (Immagine da Internet)

Le “brevi”

• Rovigo ha dedicato alla generosità dei paesi che l’hanno aiutata nel tragico evento dell’alluvione, “Piazza Riconoscenza”, con al centro una fontana realizzata nel 1952 dallo scultore Virgilio Milani. • Il nome della località Salvaterra deriva dall’essere stato l’unico territorio salvato dall’inondazione della rotta dell’Adige del 950 che diede origine all’Adigetto. • Lendinara, un tempo nota per gli intagliatori del legno, ha dato i natali ad Alberto Mario (18251883), scrittore, patriota garibaldino, fervido sostenitore della causa risorgimentale che diffuse in Europa e negli Stati Uniti. • Botti Barbarighe, prende il nome dalla presenza di due antiche “botti”, ossia due dispositivi idraulici che consentivano l’intersezione di canali a livelli diversi, senza che le acque si confondessero.

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Giò Zanuso

• Il Giardino Botanico Litoraneo di Porto Caleri (Rosolina), inserito in un parco naturale, uno dei più importanti d’Europa, unisce la visitazione turistica alla ricerca scientifica. • A Occhiobello, in località Bosco e Malcantone, è stato eretto un monumento nel punto in cui il 14 novembre 1951 si originarono le falle della grande rotta che sommerse il Polesine. “Cippo commemorativo. (Foto: Color Club Tuttofotografia) • Nel fertilissimo terreno polesano si raccolgono: riso, mais, frumento, aglio, barbabietole, meloni, angurie, zucca (festeggiata a Melara con una affollatissima manifestazione). • La bellezza della Sacca di Cordovari, nasconde una delle economie più importanti di tutto il Polesine: la coltivazione di vongole e cozze.


CONOSCERE

Veronesi illustri Scienza e Musica, le eccellenze di due insigni “provinciali” Adesso facciamo un giro nella grande provincia di Verona, perché lì sono nati nel Settecento due personaggi famosi che vi presento in questa puntata: Lorgna e Salieri. Anton Maria Lorgna (1735-1796) nacque a Cerea e divenne uno scienziato di statura europea. Il padre, ufficiale della Repubblica Veneta, l’avviò alla carriera militare, ma il giovane cadetto preferì seguire all’Università di Padova studi scientifici e occuparsi poi in Dalmazia di interventi di difesa di quel territorio, devastato dai fiumi. Gli ottimi risultati ottenuti, gli valsero il grado di capitano e nel 1763 la nomina a istruttore nella Scuola Militare di Castelvecchio di Verona, di cui due anni dopo diventò comandante, ispiratore e animatore non solo nella realizzazione di strutture di difesa in terraferma ma anche nella preparazione di ufficiali di carriera. C’è da dire che la Serenissima in quegli anni si era resa conto che non poteva più contare per la propria difesa soltanto sulla flotta, ma doveva costruire fortezze nei propri territori ed avvalersi di ufficiali di professione, opportunamente addestrati. Vero erudito, pubblicò numerosi saggi di carattere scientifico, intessendo una vastissima serie di relazioni con i più grandi scienziati europei del tempo. Creò anche l’Accademia dei XL, società che riunì i 40 più prestigiosi scienziati italiani del tempo, fra cui Volta, che per mezzo di dispacci e di corrieri erano in contatto fra loro, avendo appunto Lorgna come coordinatore delle ricerche, che poi erano pubblicate a sue spese. Pur non muovendosi mai dai confini della Repubblica, ne ispezionò in modo approfondito il territorio, migliorandolo sotto l’aspetto idrico e compiendo opere di bonifica. Morì a Verona nel giugno del 1796, con le truppe francesi che avevano preso possesso della città, abbandonata dalla Repubblica Veneta, ai cui interessi Lorgna aveva dedicato tutta la vita.

Antonio Salieri (1750-1825) nacque a Legnago ed è come Lorgna un “grande” dimenticato, forse dai più conosciuto grazie ad un film sulla vita di Mozart di una trentina d’anni fa, che lo dipinge come l’avvelenatore per invidia del genio musicale austriaco, che gli stava sottraendo fama e fortuna alla corte di Vienna. Lì Salieri era approdato dopo i primi studi di musica a Venezia diventando allievo di Scarlatti e di Gluck e alla morte di quest’ultimo lo sostituì presso la Corte della capitale austriaca nella prestigiosa carica di Maestro di Cappella dell’opera italiana. Ricevette importanti riconoscimenti a Parigi, dove rappresentò “Les Danaides”, opera iniziata dallo scomparso Gluck e a Milano, dove alla Scala ottenne un vero trionfo con “Europa riconosciuta”, la sua opera più celebre. A Vienna si stabilì poi definitivamente, con il ruolo di compositore e di maestro, avendo fra i propri allievi Schubert e Beethoven. Ha prodotto opere in campi molto diversi, composizioni per il teatro, drammi giocosi, brani strumentali fra cui due concerti per pianoforte ed orchestra, concertini vivaci. Ma il genio di Mozart, che avrebbe superato i generi teatrali del tempo, oscurò la fama del musicista veronese, con una produzione di altissima qualità in ogni campo musicale attraverso una serie di capolavori, che tutti amiamo e che ne hanno fatto uno dei più grandi compositori di sempre, pur in una vita di soli 35 anni. La morte colpì Salieri cieco da tempo e al suo funerale fu Schubert a dirigere il ”Requiem”, che lo stesso autore veronese aveva composto molti anni prima. La città di Legnago gli ha intitolato il suo teatro più prestigioso e da qualche anno gli rende una doverosa memoria ripresentando le sue opere nel “Salieri Opera Festival”. (segue) Armado Lenotti SOTTOVOCE

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Il Santuario di Lendinara “Nostra Signora del Pilastrello” cuore spirituale del Polesine “La più cara gemma” di Lendinara, cittadina sulle sponde dell’Adigetto, è il Santuario dedicato alla Madonna, tuttora meta di conforto e speranza di numerosissimi pellegrini. Il legame tra Lendinara e la Madonna ha radici antiche: bisogna risalire al 9 maggio 1509. Dopo una nottata di pioggia e vento, una statuetta di legno, alta trentatré centimetri, della Madonna con il Bambino, posta in una nicchia sulla facciata di una casa, fu trovata intatta e sfolgorante di luce in una siepe. Collocata su un “pilastrello” (da cui l’appellativo), iniziò da subito la venerazione dei fedeli; venne quindi costruito un capitello per accoglierla più degnamente su un altare. Nella primavera del 1576 si verificò un altro fatto prodigioso; durante i lavori di ristrutturazione del capitello, l’acqua che gli operai attingevano da una fonte vicina per stemperare la calce, diventava color sangue. Si gridò nuovamente al miracolo, coronato questa volta da numerose guarigioni legate all’acqua che sgorgava dalla fonte. In segno concreto di ringraziamento per le grazie ricevute, il 26 agosto 1577 fu posta la prima pietra del Santuario. Il 16 maggio 1579 la statuetta fu portata con una solenne processione nel nuovo tempio ed esposta su un altare di marmo; l’acqua miracolosa fu incanalata in una cappella e raccolta in una vasca chiamata Bagno della Madonna, entro cui si immergevano gli infermi. La conduzione del luogo sacro fu affidata ai monaci della Congregazione benedettina di Monte Oliveto. Nel corso dei secoli il tempio votivo fu ampliato da una a tre navate, con quattro cappelle e impreziosito da pregevoli affreschi. L’odierna composizione del luogo di purificazione è stata progettata tra il 1816 e 1818 dal Rettore e architetto don Giacomo Baccari che lo rese indipendente dal Santuario con un atrio caratterizzato da elementi architettonici tra cui spiccano le colonne che sostengono le arcate, in marmo broccatello di Verona. La vasca contenente l’acqua miracolosa, rappresenta il rito battesimale e la purificazione dei peccati, mentre la sua forma ottagonale rappresenta la sal-

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vezza e la rinascita secondo la simbologia dei numeri d’epoca paleocristiana. Il Santuario nel 1911 fu innalzato a Basilica e nel 1920 ad Abbazia; nel 1968 con l’edificazione del nuovo Monastero dei Benedettini costituì l’attuale maestoso complesso. Gli innumerevoli ex voto “per grazia ricevuta” che tappezzano la cappella del Bagno della Madonna, dimostrano come la potenza terapeutica della fede possa superare quella della medicina e come il soprannaturale sia dentro di noi. Chi si reca nel Santuario Mariano di Lendinara in cerca di conforto per lo spirito e sollievo per il corpo, è avvolto da un abbraccio di pace e serenità. È già questo un miracolo della “piccola Lourdes” di casa nostra. Sergio De Stefani (Rovigo)


LETTURE

È carnevale nonostante tutto… e ridere fa bene Sole, nuvole, neve, freddo? Non fa differenza: è tutto uno scoppiettare di colori, fantasia, creatività, spensieratezza (ma non manca la satira…), Qui il carnevale è una cosa seria, con la gioiosa partecipazione di tutte le età. Ho letto che il carnevale discende dalle antiche feste in onore del dio Saturno. Durante queste feste, particolarmente trasgressive, i partecipanti alteravano la fisionomia dipingendo il volto con sugo di more e bucce di uva, dando origine più tardi alle prime maschere di corteccia d’albero, di cuoio e di legno. Per la civiltà contadina il periodo che coincide con il carnevale, segnava il passaggio dal freddo letargo invernale, alla rinascita della primavera. Come non accogliere e festeggiare il ritorno della luce, dei colori e del calore con un’esplosione di gioia? Scherzare e ridere (lo affermano seri studiosi), oltretutto, fa bene alla salute. Ma torniamo al nostro carnevale. Vi accompagno in un breve giro in provincia. A Padola (Comelico Superiore) godiamoci la mascherata di “Sot Narla”, spostiamoci poi in piazza San Luca dove troviamo una folla di pagliacci guidate dai “matazins” e dalle “matazere” (foto); ammiriamo la maestria di un artigiano che scolpisce bellissimi “volti di legno”. A Sedico assistiamo alla prima sfilata di carri allegorici provenienti anche da fuori provincia. Con i più piccoli, facciamo un tuffo nel mondo delle

fiabe (“Alice nel paese delle meraviglie”, “Ape Maia”) e dei cartoni animati (Flintstones), riveduti e corretti come parodia dell’attuale situazione politica. Con i più grandi, godiamoci lo spettacolo folcloristico del “Gruppo Musici e Sbandieratori” di Noale (Ve). Tra i molti carri apprezziamo particolarmente quello della Contea di Rivamaor, ispirato all’Inferno dantesco ma… con personaggi dei nostri giorni. A Castion assistiamo alla conclusione della 52a edizione carnevalesca, tra fiabe e satira politica, musica e balli. Con una festante folla di maschere e di famiglie al completo, applaudiamo la sfilata dei carri allegorici in parata per le vie del paese fino al Pian delle feste e ritorno. Bene fa la giuria ad assegnare il primo premio al carro di Sedico, “Pinocchio e la balena nel paese dei balocchi” e il secondo premio al carro di Cirvoi “Dopo al bus… riva al tacon” con cui si è voluto affermare i valori dell’onestà, della giustizia, dell’uguaglianza nonostante “questo mondo di ladri”. Mascherarsi è sempre stata una stuzzicante occasione per denunciare soprusi e ingiustizie senza “mostrare la faccia”. Dalle fantasmagoriche allegorie dei carri carnevaleschi, la gente invia chiari messaggi. Ma, si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Saturnino Fritelli (Belluno)

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Leggete con me Pensieri bellissimi e profonde considerazioni Desidero condividere con i lettori di Sottovoce alcune pagine di un libro che mi ha particolarmente coinvolto. Quante dolorose verità, quanto coraggio e quanta dignità nella sofferenza, ho trovato in questo brano! “Ogni malato reagisce a modo suo alla stessa infermità. Ne deriva che la stessa malattia può apparire diversa secondo la risposta delle differenti personalità psico-emotive. La leggerezza, l’insofferenza, il coraggio, la disperazione possono costituire diversi modelli di comportamento, che caratterizzano l’individuo malato, e in definitiva influenzano il fenomeno malattia. Anche il fatto di conoscerla modifica le reazioni dell’individuo alla malattia. E così si spiega la sua proverbiale paura, che può peggiorare le condizioni del male. E si spiega il suo coraggio. Coraggio, quindi cosciente, deliberato, basato sul rischio calcolato. Paura, insomma, che genera coraggio. Ecco questo è avvenuto e mi ha portato a risolvere con lucidità e determinazione il problema della mia malattia e della mia vita, gettando su un piatto della bilancia la sofferenza, l’affanno, la menomazione fisica, la depressione morale, le limitazioni, le paure, e sull’altro il rischio, si, ma unito alla speranza del ritorno alla vita. Si può amare vivendo in maniera diversa, avere famiglia e figli da crescere, trovare un lavoro e avere interessi per una vita assieme agli altri, ma è necessario uscire dal ghetto, quello che sentiamo dentro di noi, dell’avvilimento e della sfiducia e quello che proviamo nel prossimo che vorrebbe darci pietismo protettivo. Non è possibile immaginare la sofferenza dei “disabili” e delle loro aspirazioni se non si è provato, almeno una volta, a ricevere un insulto immeritato. Rileggo alcune frasi di un libro. “Non bisogna soffermarsi davanti al male. Bisogna ignorarlo e cercare di vivere un altro giorno facendo qualcosa. Ma a cosa serve imparare se tanto poi non ci sei più. Serve per andare avanti nella vita e per trasmettere agli altri quello che si è imparato. Serve per educare se stessi a combattere gli Istinti animali più biechi. Serve per imparare a riflettere, a ricordare, a

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sapere, a tollerare, ad amare. Serve per esprimersi meglio, per usare un linguaggio più preciso. Sapere è importante, non deve fare paura. Bisogna affrontare, combattere, non fare lo struzzo.” Leggendo un altro punto, ho pensato: «È proprio vero: il contatto con la natura fa sentire più vicini a Dio e che dalla sofferenza può germogliare l’amicizia». “Nella mia vita ho imparato che: camminare nella natura insegna a vedere le cose e se stessi come creature di DIO. Senza provare fatica, povertà, condivisione alla fatica non troveremo l’amicizia. Il gusto di vivere può essere dolce o amaro come qualsiasi cibo. Ho sempre pensato che assumersi responsabilità altrui non significa proteggere qualcuno, ma renderlo più debole e sottrarre il gusto ricco e complesso della vita.” L’autore suggerisce che c’è sempre un tempo per dare alla vita il valore d’essere vissuta. “Trova il tempo per pensare: è la fonte del potere. trova il tempo di ridere: è la musica dell’anima. Trova il tempo per giocare: è il segreto dell’eterna giovinezza. Trova il tempo per divertirti: è l’aiuto per vivere felici. Trova il tempo di dare: la giornata è troppo corta per essere egoisti. Trova il tempo di curare le amicizie: chi trova un amico trova un tesoro. Trova il tempo di imparare: non è mai troppo tardi.” Sono considerazioni che condivido e auguro a tutti di sentirle in sé. Anche se non è facile guardare con altri occhi la sofferenza, bisogna almeno provarci. a cura di Efrem Carraro (Treviso) dal libro “De Bando” (Da parte) di Gianni Chesta


LETTURE

L’amicizia Il valore dello scambio il calore della disponibilità Mi chiamo Giorgia. Ho lavorato come infermiera in strutture pubbliche e private. Se devo dire la verità, non avevo mai sentito parlare della scuola fonetica per laringectomizzati fino al 2002 quando ho incontrato Chiara, un’operatrice sanitaria. Con lei sono diventata non solo collega ma grande amica, anzi sorella. Ho conosciuto i suoi genitori, Gino che è laringectomizzato e Franca Finotello, due persone stupende che mi hanno fatto entrare nel loro mondo. All’inizio era strano vedere quell’ometto così piccolo ma con una forza cosi grande e una volontà che non avevo mai visto, sempre pronto a lottare. Mi sono sempre vicini nelle mie piccole difficoltà e sono sempre pronti a darmi dei consigli; con loro ho passato e passo sempre delle giornate fantastiche. Con loro ho cominciato a conoscere così le difficoltà che un laringectomizzato incontra ogni giorno, conoscere la scuola di rieducazione della voce e vedere quanto importante è. Con la mia professione e con il mio lavoro, ogni volta che posso faccio conoscere la scuola e l’importanza di frequentarla: forse non farò molto ma nel mio piccolo ci provo. Voglio concludere dicendo grazie a Gino e Franca. Quando si parla di famiglia, si pensa sempre ai ge-

Il Glicine: simbolo dell’amicizia nitori, ai fratelli, alle sorelle, ai mariti, ai figli... ma io credo che la famiglia non sia solo questo. La famiglia sono anche gli amici, quelli veri, quelli che ci sono sempre nel momento del bisogno, anche quando non viene richiesto, anche solo con un gesto o con una parola. Quelle parole che non hanno bisogno di voce, perché basta guardarli negli occhi o sentirne il profumo, per capire che sono sincere, quelli che capiscono sempre quando qualcosa non va, quelli che ti donano un sorriso e ti tengono la mano quando ne hai più bisogno... Giorgia Rampazzo (Venezia)

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Alfredo, il mio papà “eroe” Quando dolore fa rima con amore Chi, come me, è cresciuto leggendo le favole sa bene di quel confine tra realtà e fantasia, dove la realtà è la vita di tutti i giorni e la fantasia un piccolo rifugio accogliente in cui rinchiuderci quando quello che ci accade ci sembra troppo. Troppo pesante, troppo difficile, troppo faticoso, troppo doloroso, troppo lungo, troppo complicato, troppo triste, troppo impegnativo, troppo ingiusto. Non ci sono confini al troppo. Le volte in cui ho staccato la spina della razionalità ho sempre pensato agli eroi, quelli delle favole, quelli della mitologia, quegli esseri dalle sembianze umane che non vengono scalfiti da nulla, che compiono giornalmente imprese prodigiose senza paura, impregnando di coraggio, bontà e determinazione ogni loro azione. Pensavo: esistono davvero? Poi Alfredo si è ammalato: carcinoma alla corda vocale destra ci hanno detto. Malgrado il primo intervento chirurgico e le terapie, il carcinoma si è esteso anche alla corda vocale sinistra, con immediato intervento di laringectomia totale e successiva asportazione dei linfonodi. Ho pensato: è troppo. Alfredo è sempre stato per tutta la sua vita lavorativa uno stimato e riconosciuto decoratore, artefice di capolavori di rara maestria. Alfredo è un uomo eccezionale, una colonna portante in famiglia. Alfredo è, la nostra famiglia. Quello che stava per entrare bruscamente nella sua e nelle nostre vite era veramente troppo. Ricordo la paura, della morte inizialmente, e poi di non essere all’altezza delle prove che avremmo dovuto superare. Mi spaventavano il dolore interiore e lo smarrimento che vedevo negli occhi di Alfredo ogni giorno durante la convalescenza in ospedale. Mi spaventava il mondo fuori, che forse non avrebbe capito la sua mutilazione. Mi spaventavano tutte quelle parole che erano solite uscire dalla sua bocca: come sarebbero potute sopravvivere rele-

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gate improvvisamente in un angolo della gola? Con tutti questi pensieri nella testa è arrivato il giorno delle dimissioni dall’ospedale. Giorno dopo giorno osservavo Alfredo di nascosto, ammiravo incredula i suoi coraggiosi tentativi di riappropriarsi a piene mani della vita di prima, le prime commissioni svolte da solo, gli esercizi per imparare a parlare con voce esofagea, i successi, gli insuccessi, e alla fine la sua nomina come maestro riabilitatore, dopo nemmeno un anno dall’intervento. E mentre la paura piano piano si attenuava, mentre quel troppo non sembrava più proprio così impossibile da affrontare, ho guardato per l’ennesima volta quella persona che è Alfredo, mio padre, e ho avuto improvvisamente la risposta alle domande di un tempo: sì, gli eroi esistono. Non ci sono confini al troppo se non quelli che noi gli diamo. Chiara Peverelli (Venezia) (nella foto: il Dott. Bordin con Alfredo)


LETTURE

Quando il silenzio ha le parole della poesia

Preghiera del laringectomizzato “Iddio dell’universo Tu che dai voce alle onde e ai venti e rinnovi la vita ad ogni primavera, - dammi il coraggio della Tua speranza. Ascolta la mia silenziosa preghiera, - consola la mia solitudine, - rafforza la mia fede - fa che essa non vacilli mai. Tu che, solo, puoi udire la mia voce pietrificata, tramuta ogni mio gesto, ogni mio sorriso in una preghiera per Te e in un messaggio per i miei due volte fratelli. Se la mia parola è spenta, accendi nei miei occhi la fiamma ch’io veda la Tua mano ora che sono più vicino a Te Signore, perché anche la Tua voce è silenzio. Così sia."

Quando il buio

Pierre Bonnard: La finestra aperta

ha gli occhi della poesia BALLATA Non è sbarrata la porta. Tu rifugi notte di luna e fremi, dolce amante, del mio tormento. È caduta nel fiume una stella. L’àncora del tempo trattiene la domenica impigrita e tu cogli il giorno e il nostro desiderio. Sciolgono le nevi e il monte torna pietra e abeti e prati distesi al passo lento delle vacche. La radura è fiorita lassù dove cessa l’affanno della corsa e nell’abbraccio scivoli sull’erba e mi possiedi. Cesare Barca - non vedente (Verona)

VOGLIA DI PRIMAVERA Metti la tua nella mia mano e insieme andremo lontano; fra le zolle scure scopriremo i primi fili d’erba che timidamente si lasciano baciare dalla luce e dal calore solare. Incantate staremo a guardare la natura che smette l’abito invernale; ammireremo con gioia infinita il rinnovarsi della vita. In pochi giorni la campagna diverrà un verde mare ondeggiante alla marzolina brezza come al tocco di una lieve carezza. Non importa quanti anni ho contato se il cuore è rimasto bambino; facciamo insieme una corsa sul prato in questo radioso mattino. Agnese Morini - non vedente (Verona) SOTTOVOCE

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LETTURE

Metti Pasqua nel piatto Senza l’agnello e il capretto (e senza un pizzico di rimorso…) Paccheri al pesto di cima di rapa (per 4 p.) 1 - Pulire, lavare. lessare, scolare 800 g. di cime di rapa, conservando l’acqua di cottura che servirà per la cottura della pasta; tritarle nel frullatore con 2 filetti d’acciuga sottolio, 1 cucchiaio di capperi, 3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva fino a ottenere un composto non del tutto cremoso. 2 - Cuocere 500 g. di paccheri; mentre la pasta cuoce, soffriggere 2 spicchi d’aglio schiacciato in una padella capiente con 2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva e 1 peperoncino secco sbriciolato. Aggiungere il pesto di verdura e insaporire per qualche minuto a fuoco basso diluendo, all’occorrenza, con un po’ d’acqua calda. 3 - Scolare la pasta al dente, saltarla per qualche istante nella padella con il pesto; cospargere con grana grattugiato grossolanamente. Arrosto di Pasqua (per 4 p.) 1 - Tritare 200 g. di erbe verdi lessate (spinaci, biete, coste…), mescolarle con 200 g. di ricotta vaccina, 50 g. di parmigiano grattugiato e 1 albume; salare e pepare q.b. 2 - Appiattire una fetta da 600g. di pancetta di vitello, salare, pepare; ricoprire con100 g. di prosciutto cotto a fette e versare sopra il composto di erbe, disponendo al centro 3 uova sode sgusciate; arrotolare la carne su se stessa e legarla con lo spago da cucina. 3 - Roso-

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lare uniformemente la carne nell'olio extra vergine d'oliva, aggiungere 2 rametti di rosmarino, 1 scalogno tritato; sfumare con 1/2 bicchiere di vino bianco fermo, cuocere con il coperchio per 1 ora. bagnando, se necessario, con brodo caldo. 4 - A cottura ultimata, avvolgere la carne in carta d'alluminio e lasciarla riposare. 5 - Affettare la carne e cospargerla con il fondo di cottura filtrato e con l'aggiunta di 50 g. di burro fuso. Uovo (di cioccolato) ripieno 1 - Tagliare a fette 150 g. di pan di Spagna. Mescolare 1/2 bicchierino scarso di rhum con qualche cucchiaio di acqua; spennellare le fette e con queste foderare fino all’orlo l’interno di mezzo uovo di Pasqua di cioccolato da 500 g. 2 - Ridurre a pezzettini le rimanenti fettine di pan di Spagna e spruzzarle con un po’ di rhum allungato. 3 - Lavorare 600 g. di ricotta con tre cucchiai di zucchero a velo. Ammorbidire 2 fogli di gelatina da 2 grammi l’uno in acqua fredda e scioglierli con del rhum. Unire la gelatina alla ricotta, aggiungere 100 g. di panna montata, 150 g. di canditi misti a dadini, i pezzettini di pan di Spagna e 100 g. di cioccolato fondente a scaglie. Mescolare il tutto. 4 - Rovesciare con delicatezza il composto nell’uovo, non fino all’orlo. Mettere in frigo per 2 ore.


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