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Lunedì 14 settembre 2009 REDAZIONE: Via Nazario Sauro, 102 - 85100 Potenza - Tel. 0971.69309

Lo strano caso della strada comunale che collega contrada Montocchino a contrada Serra

Il mistero sui 500 metri asfaltati L’arteria è percorribile fino a un certo punto poi l’abbandono totale LA strada comunale che collega contrada Serra e contrada Montocchino è stata oggetto, nel mese di maggio, di un nostro articolo nel quale si evidenziava il grave stato di abbandono e pericolo in cui versava da ormai un decennio. Manutenzione inesistente, se si eccettua un piccolo tratto di soli 500 metri che, stranamente, è stato nuovamente asfaltato e messo in sicurezza all’inizio dell'anno. Dopo numerose segnalazioni sembrava che qualcosa, finalmente, potesse cambiare per i residenti delle due contrade. Infatti qualche giorno dopo l’articolo sono iniziati i lavori per sistemare il tratto di strada più disastrato, circa 800 metri, che era ormai ridotto ad un percorso di rally con voragini e avallamenti di dimensioni preoccupanti. Ma a contrada Montocchino si è verificato un caso unico: dopo circa un mese i lavori sono stati interrotti e i famosi 800 metri sono rimasti abbandonati al loro destino. Dopo aver rimosso il tappeto di asfalto, infatti, qualcuno ha pensato bene di lasciare il fondo stradale così com'era. Era difficile, ma l'amministrazione comunale è riuscita a trasformare una situazione critica in una drammatica. Sono passati quattro mesi, e ad oggi il cantiere è chiuso. Si viaggia su pietre e massi su quella che è una vera e propria mulattiera. Solo dopo una telefonata al responsabile dei lavori, nel mese di agosto, sono stati rimossi i ferri da cantiere, che erano stati “dimenticati”, alla faccia di ogni minima norma di sicurezza. Riuscire a sapere quando riprenderanno i lavori è, purtroppo, un mistero. Dagli uffici del Comune sono arrivate solo risposte vaghe, certezze zero. Quello che è certo, invece, è il disagio di tanti cittadini che, dopo aver sopportato per anni una viabilità ai limiti della decenza, vedono i loro diritti scontrarsi con un'amministrazione lenta e svogliata, che lascia i lavori a metà dell'opera, e nella totale noncuranza. Dopo un mese di lavori e 4 di totale abbandono nessuno, all'interno del Comune, ha sentito l'esigenza di mettere la parola fine ad una situazione che si trascina da ormai un anno. In un lampo di genialità, i tecnici comunali hanno avuto la bella idea di iniziare, e poi abbandonare, i lavori contemporaneamente su tutti e due i tratti di strada che giungono a contrada Montocchino, con il risultato, disastroso, di obbligare i residenti ad un supplizio giornaliero qualunque strada essi percorrano. Ormai si avvicina la stagione invernale e immaginare in che situazione verserà la strada dopo le prime piogge non è un esercizio difficile. Nel primo articolo relativo ai problemi di contrada Montocchino scrivemmo che, date le vicine elezioni, la speranza era di vedere un cenno, da parte del Comune, verso coloro che risiedono nelle campagne. Le elezioni sono passate, così come l'attenzione verso le contrade. L'amministrazione, sindaco in primis, dovrebbe rendersi conto che tali scempi e sperperi non sono più tollerabili, ancor di più se si tratta di lavori pubblici. Resta sempre il mistero di quei 500 metri: perché in quel tratto si è intervenuti e, invece, il resto della strada è stato abbandonato? Mistero. Vito Mancusi

APPELLO PER IL NOVANTUNESIMO Nelle foto di Mattiacci è possibile vedere la strada nella parte asfaltata e in quella abbandonata

«La storia non si cancella» NONOSTANTE le speranze di salvare il Novanunesimo battaglione siano al lumicino, Anna Giosa, moglie di un militare in servizio a Potenza, non molla la presa e si è appellata al presidente della Camera, Fini, al ministro della Difesa, La Russa e al prefetto di Potenza, Riccio. Anna Gioia ha scritto a nome delle mogli e compagne degli ufficiali e sottoufficiali di stanza alla Caserma “Lucania”. La soppressione del Battaglione lascerebbe «priva di presidio militare l'intera Regione Basilicata - unico esempio del genere in tutto il territorio nazionale - così di fatto spegnendo la fiamma che da 200 anni - si legge nella missiva - arde per ricordare i tanti lucani che hanno dato la loro vita in difesa del suolo patrio e della bandiera». Una perdita che non è sfuggita «agli occhi della comunità locale tanto che la notizia della soppressione ha scatenato la protesta generale e i vari comitati di quartiere hanno in pochi giorni ed nel pieno del mese di luglio - quando la città si svuota per le ferie - raccolto più di 18.000 firme di cittadini fermamente contrari alla soppressione». La signora Giosa ha anche rimarcato come non «può trascurarsi che la presenza di un presidio militare nel capoluogo della Basilicata deve essere ritenuto indispensabile anche sotto l'ottica degli interventi di protezione civile considerando l'altissima sismicità dell'intera provincia e la necessità del diritto alla sicurezza dei cittadini, né più e né meno di quanto chiedono i cittadini di altre regioni italiane». E per fare maggior presa sul ministro della Difesa nell lettera Anna Gioia ha fatto appello alla storia politica di La Russa «tutta piena di valori tendenti al rispetto del ruolo delle forze armate» in modo che il ministro della Difesa non ignori «che in tal modo l'offesa viene recata prima alla bandiera tricolore e alla sua storia in Basilicata e poi ai cittadini tutti che hanno sempre creduto negli stessi valori che la sua formazione politica ha sempre condiviso». Insomma «la memoria di un popolo non può essere cancellata e noi - prosegue la lettera non finiremo mai di gridare a tutti la nostra disperazione perché continuiamo a credere che non si possa inermi assistere agli effetti di scelte miopi e discutibili che compromettono la vita di tante persone, la comunità sociale nella quale vivono e le possibilità di un sano sviluppo economico».

Discarica di pneumatici in viale del Basento e servizio di vetture pubbliche carente

Le gomme ci sono, ma i taxi no Il consigliere del Pdl, Antonino Imbesi, ha presentato due interrogazioni SERVIZIO taxi - inesistente - e discarica a cielo aperto a viale del Basento. Questi i temi delle due interrogazioni presentate dal consigliere comunale del Pdl, Antonino Imbesi. Nel capoluogo di regione «è assolutamente necessario che esista un servizio taxi». Quello attuale «gestito da privati, è incapace di rispondere alle esigenze dei potenziali utenti». Ogni giorno, molte persone che partono - o arrivano - da piazzale Zara o dalla stazione centrale «specie nelle ore

notturne, trovano serie ed enormi difficoltà a muoversi da e verso le proprie abitazioni o gli alberghi cittadini». Insomma, ad oggi, «la nostra città - ha aggiunto Imbesi non è in grado di offrire un necessario e fondamentale servizio di trasporto urbano confacente con le esigenze dei possibili fruitori». E siccome fino a oggi il sistema privato non ha funzionato «è arrivato il momento che il Comune prenda atto che è necessario istituire e garantire un servizio pubblico efficiente». L’esponente del

Pdl ha poi chiesto che l’amministrazione comunale provveda «a un’immediata azione di bonifica in via del Basento» dove sono ammassati molti pneumatici ai bordi della strada. «I tanti copertoni abbandonati si legge nella nota - si trovano collocati poco prima della strada che porta all'Alfa Romeo, scendendo da via Appia». Un degrado che non fa che «aggravare il difficile momento che Potenza sta vivendo per la raccolta rifiuti». Insomma bisogna, al più presto, provvede-

re a «rimuovere e pulire la zona anche perché i suddetti rifiuti speciali sono ingombranti, nocivi e pericolosi per la salute pubblica». Il consigliere del Pdl ha concluso chiedendo alla giunta comunale di conoscere chi è «deputato a rimuovere i suddetti pneumatici e per quali motivazioni, fino ad oggi, non vi abbia provveduto» Non solo: «Invito l'amministrazione comunale a prendere gli opportuni provvedimenti perché ciò non accada più».

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