Puglia Magazine Ott-Dic 2011

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EDITORIALE

d i FA B I O M O L L I C A

ELOGIO DELLA GIOVENTU’ ABBIAMO CONFEZIONATO UN NUMERO CHE È UN INNO AI GIOVANI: QUELLI CHE NON SI PIANGONO ADDOSSO, CHE SANNO COSA VOGLIONO FARE E DOVE VOGLIONO ARRIVARE. GIOVANI CHE CANTANO, CHE ENTRANO IN AZIENDA O LE DIRIGONO GIÁ, OPPURE A CUI SONO STATI AFFIDATI IMPORTANTI INCARICHI...

“A

guardar bene le pagine di questo secondo numero di PugliaMagazine, ci siamo accorti che c’è, involontariamente, un filo conduttore che lega molti degli argomenti trattati. È la gioventù: la necessità di un ricambio generazionale, la voglia di emergere di quanti sono ancora “nei migliori anni della loro vita”. Eccovi allora Giuliano Sangiorgi ed i Negramaro, la rockband più amata (e migliore) d’Italia. E poi Pietro Montinari, un 40enne alla guida di Confindustria Puglia. Ed Exprivia, azienda d’eccellenza di Molfetta che in tempi di crisi assume 100 persone (che in buona parte saranno giovani). È “ringiovanita” e più moderna l’immagine che Gianfranco Viesti vuole dare alla Fiera del Levante, una istituzione che col tempo si era

logorata ed oggi guarda al futuro con occhi diversi. E che dire di Giancarlo Piccirillo, che a 36 anni si ritrova a capo di PugliaPromozione, l’agenzia che deciderà come e dove pubblicizzare la nostra regione? Poi siamo andati a trovare i ragazzi che gestiscono il sito PugliaEvents.it: un laboratorio che produce e promuove cultura, esattamente come fanno (bene) il Teatro Pubblico Pugliese e l’Apulia Film Commission. Insomma, senza volerlo abbiamo confezionato un magazine che sembra un inno alla gioventù. La gioventù migliore. Quella che non si piange addosso. Che ha passioni, sogni, idee e motivazioni. Che prova a fare qualcosa anche in un territorio difficile. Perché tutto può cambiare. Basta volerlo.

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Sommario pag. 4 NEGRAMARO: ESSERE I NUMERI 1 PUGLIESI. La rock-band salentina è la più amata d’Italia. A PugliaMagazine Giuliano Sangiorgi spiega i segreti del loro successo e presenta in anteprima i due concerti che vedranno protagonisti i Negramaro a Bari l’8 ed il 9 novembre. E poi dice: «Non condivido l’idea di una Regione Salento».

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“CHIAMIAMOLA SIAMO O NON SIAMO REGIONE LA CALIFORNIA PUGLIA-SALENTO” DEL SUD ITALIA? PUGLIESI. L’editore di TeleRama spiega perché ha fondato il movimento Regione Salento” e dice: «Non sarò candidato a sindaco o al Parlamento»

ECONOMIA. Il settimanale di casa Berlusconi, Panorama, elogia la Puglia e Vendola per i risultati conseguiti sul fronte occupazionale e dello sviluppo. Ma c’è ancora qualche problema da risolvere...

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ECCO LA NUOVA FIERA

LECCE: SUBLIME BELLEZZA

ECONOMIA. Gianfranco Viesti parla dei progetti per il risanamento economico ed il rilancio della Fiera del Levante, che non ospiterà più solo esposizioni, ma anche congressi, eventi ed aziende.

LOVELY PLACE. La città del Barocco raccontata da un collega che la vive. E vede cose stupende e cose migliorabili

E INOLTRE 14 ECONOMIA Exprivia. Valle Fiorita. Co.Mo.Sud Saicaf

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A Bari e Galatina “Promessi Sposi” il salone nazionale dedicato al matrimonio. Con un programma ricco di eventi e sorprese.

24 GIOVANI

Giancarlo Piccirillo.

34 STORIA E CULTURA

la Puglia vista dagli Ottomani.

38 PORTFOLIO

Nudo d’autore: dietro il nome d’arte Paul Banner si cela un fotografo di San Severo.

PUGLIA MAGAZINE ANNO I, N. 2 › In attesa di registrazione del tribunale Editore: Edizioni Futura srl, Brindisi, via De Catignano Direttore responsabile: Fabio Mollica Graphic Design: Salvatore Antonaci

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MARE

Il centro nautico Idea Verde ci guida alla scoperta delle novità del Salone nautico di Genova.

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CARTELLONE

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LOVELY PLACE

CUCINA

Cinque ricette di ristoranti pugliesi

VINI

La disfida dei bicchieri

In un click tutti gli eventi in calendario in Puglia.

Mostre, concerti, rassegne teatrali.

La Sommità Resort, Ristorante La Barca

Hanno scritto per questo numero: Guido Giampietro, Romina Giurgola, Massimiliano Iaia, Mario Lioce, Ettore Ramellini. Stampa: Sedit, Bari. Pubblicità: 0831.550246 - 347.7290074. www.pugliamagazine.it Il prossimo numero sarà in distribuzione dal 7 gennaio 2012.

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NEGRAMARO ESSERE I NUMERI G

iuliano Sangiorgi è il frontman della rock band più popolare ed amata d’Italia, ma è rimasto il ragazzo di provincia semplice e timido che era prima di diventare così amato e conosciuto. Poi sul palco si trasforma in un folletto, ma di persona è il tipo che se lo ringrazi per aver accettato di farsi intervistare ti risponde: «Ma come grazie, sono io che devo ringraziarti!». Lo interrompiamo durante le prove del tour che finalmente è partito, l’1 ottobre scorso, dopo lo slittamento dovuto all’operazione alla gola cui il cantante si è dovuto sottoporre nei mesi scorsi. E poiché Checco Zalone quando lo imita lo prende in giro perché parlerebbe sempre del Salento, partiamo proprio da lì. Cosa pensi dell’idea di una Regione Salento? Non mi piace assolutamente. Il Salento è un’identità culturale molto precisa, ha il suo fascino, come tutte le zone del mondo che hanno da difendere una cultura indigena. Altro che chiudersi o delineare nuovi confini, io sono a favore di un’apertura al mondo in maniera totale. Tornare al sottoregionalismo, o al sottoinsieme, non ha proprio senso. Piuttosto dovremmo aprirci, perché la diversità deve convivere nel mondo. Il Salento è storia, passato, cultura, famiglia ma deve aprirsi al mondo e conoscerlo. Io amo il Salento. Lo amo e per alcuni aspetti lo odio. Così come amo e odio Bari o Foggia allo stesso modo. Qual è la canzone di Casa 69 che ti piace di più? Non riesco a sceglierne una. Le sento tutte mie. E la stessa cosa accade al resto della band. Ma ce ne sarà una che ti emoziona più di altre. Per esempio a me ogni volta che ascolto Apollo 11 scappa la lacrima. Ti ringrazio. Fece lo stesso effetto a mia madre la prima volta che gliela feci ascoltare. Ah sì? E com’è andata? Ero appena tornato dall’America, e ogni volta che

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Il tour arriva a Bari, per due serate che si annunciano indimenticabili e sold-out. Giuliano Sangiorgi, leader della rockband più amata d’Italia, ci svela i segreti del loro successo. E parla della sua terra e della Puglia, bocciando l’idea di una Regione Salento. di Fabio Mollica


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I sei componenti della band. Al centro c’è Giuliano Sangiorgi.

«Ma quale sottoregionalismo! Dobbiamo aprirci ancora di più al mondo, perché dobbiamo imparare a saper convivere con la diversità»

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torno da un viaggio resto ore a parlare con lei. Quella notte abbiamo fatto le 5 del mattino, e lei mi parlava dello sbarco sulla Luna, delle attese, dell’emozione del momento, della voglia e della necessità di tenere sempre un sogno nel cassetto, di sognare e sperare. Il sogno in quei giorni era la Luna. Andai a letto e la canzone venne fuori di getto. Quando al mattino gliela feci sentire, scoppiò in lacrime. Che musica ascolti? Tutta, dalla classica (Gershwin), ai Led Zeppelin, ai Queen of the Stone Age a Caetano Veloso. Ma ne ascolto davvero tantissima. Quando è un’arte e non solo un genere. Al concerto di Jovanotti a Lecce, l’estate scorsa, ti sei esibito in un pezzo difficile, “Love is a losing game” di Amii Winehouse. In quel contesto è stata una cosa inaspettata. Che serata! L’ingresso sul palco è stato davvero emozionante. Lorenzo la sera prima era stato a cena da me e siamo rimasti svegli fino alle 3 di notte. La canzone di Amii l’avevo già cantata il giorno del suo matrimonio e mi ha chiesto di riproporla live. È stata una serata magnifica. Cosa fai quando non lavori? Quando non lavoriamo viaggio, ma non per fare il turista. Anche se devo dire che viaggiamo sempre per lavoro. Sono nella felice condizione di chi non smette mai di lavorare, perché ama il suo lavoro, e di chi può dire che lavora anche quando non lo sta facendo, perché una canzone ti può venire in ogni mo8 PugliaMagazine ottobre-dicembre 2011

DUE CONCERTI A BARI I Negramaro suoneranno al PalaFlorio l’8 ed il 9 novembre. I biglietti sono ancora in prevendita: per informazioni e prezzi consultare il sito www.negramaro.it mento. Se tutti potessero fare il lavoro che amano, lo farebbero anche 48 ore al giorno. Per me scrivere è fondamentale. Quando i medici ti hanno detto che dovevi operarti hai avuto paura di non poter più cantare? No, paura di dover smettere no. Ero solo triste per dover sospendere il tour. Ma per fortuna i fans hanno capito ed hanno aspettato. Ed oggi siamo costretti ad aggiungere nuove date in tutta Italia. Credo che la tua voce sia tornata più matura e più forte di prima. Beh, sì, è il frutto dell’esperienza, dei con-

«La Puglia è una regione dove si coopera, l’uno affianco all’altro. Dove la gente si ritrova insieme e resta insieme» certi. Come saranno i concerti del nuovo tour? Lavoriamo con uno staff di visual-maker fantastico, sono inglesi che hanno elaborato un concept live stupendo. E poi ci sono tante

sorprese ed intrecci con teatro e cinema. Ogni sera Casa 69 diventerà Teatro 69, con attori diversi che in città diverse reciteranno monologhi. In questo modo daremo spazio ad un teatro che in Italia non ha più posti. Avete registrato “La finestra” a San Francisco e “Casa 69” a Toronto. Dovete per forza andare così lontano per creare capolavori? No, non andiamo in posti così lontani per presunzione o esterofilia, ma per tornare al nostro nucleo, a noi sei e basta, un nucleo allargato a chi ha lavorato con i grandi del mondo musicale, gente che magari non ti ha mai ascoltato e quindi ha l’orecchio più obiettivo. Vivete insieme, lavorate insieme. Non sentite mai la necessità di restare soli? È vero, Casa 69, la cascina in cui viviamo, è una factory casa-lavoro. Ma ci ritagliamo i nostri momenti di solitudine. E sai cosa accade in quei momenti? No. Che sentiamo il bisogno di sentirci sempre. Come trovi l’ispirazione per scrivere? Le canzoni arrivano senza sapere da dove e perché. Cosa pensi dell’Italia di oggi? L’Italia ha un popolo fantastico, che però deve svegliarsi su concetti come socialità e collettività. C’è da rifare l’Italia. E gli italiani sono pronti a farlo. E come vedi la Puglia? La Puglia è la mia casa ed è un paradiso, soprattutto culturale e artistico, si veda gli


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esempi di Puglia Sound o il lavoro fatto nel settore cinematografico. Sono orgoglioso di questa apertura verso l’arte, perché chi l’ha stimolata ha capito che l’arte è alla base della convivenza civile e pacifica, non è solo intrattenimento. L’arte buona fa vivere meglio un popolo, magari non dà da mangiare ma crea la spiritualità giusta per mangiare. È ovvio che ti riferisci a Nichi Vendola, politico che apprezzate e che avete sostenuto. Ma non ti sembra che si sia un po’ afflosciato? Credo che sia un momento in cui le cose si stanno per riaccendere. Qual è il posto che più ami in Puglia? Ogni posto ha la sua magia. Il Salento è il posto in cui sono nato, ma ogni volta che giro la Puglia, oppure che vado all’estero e torno a casa, rimango colpito dal fascino della mia terra, che va da Foggia a Leuca. Qual è il tuo piatto tipico preferito? Fave e cicoria. Vi rivedremo mai a Sanremo? No. Voglio dire: grande rispetto per Sanremo, è un posto grandissimo

LA SORPRESA Ad ogni concerto un ospite per un intermezzo “teatrale”. Al concerto al Forum di Milano l’ospite d’onore è stato Paolo Rossi. Chi salirà sul palco del PalaFlorio?

che è servito a farci conoscere. Ma noi non vogliamo gareggiare, perché nella musica e nell’arte non c’è gara.

«Ogni volta che ritorno in Puglia rimango colpito dal fascino della mia terra» Perché i salentini sono così orgogliosi di essere salentini? Credo che brindisini, tarantini, baresi e foggiani non sentono nè vivono allo stesso modo il legame con la loro terra. Non saprei. Di certo il Salento è un territorio che ha tanto da raccontare. Ma rimane una terra bella se si apre allo scambio, non se diventa un ghetto. Tra “La finestra” e “Casa 69” sono trascorsi tre anni. Quando vedremo il vostro prossimo cd? Non lo so. Ma abbiamo già scritto materiale per un paio di dischi. Ma ora c’è il tour in Italia, e in primavera qualche tappa all’estero. PM

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PUGLIESI

PAOLO PAGLIARO:

CHIAMIAMOLA REGIONE

PUGLIA-SALENTO

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agliaro, scusi, critichiamo Bossi e la Lega e poi spezzettiamo la Puglia, creando la Regione Salento? Qual’ ė il nesso, mi perdoni? Noi non siamo secessionisti, noi siamo annessionisti, nel senso che vorremmo finalmente annettere il Salento all’Italia e all’Europa. Noi siamo l’esatto opposto della Lega. Nazionalisti ed Europeisti, cantiamo l’inno nazionale e ad Alberto da Giussano preferiamo mille volte Alberto Sordi. Battute a parte, se ci muovono questa critica è perché davvero non hanno altri argomenti. Penso che ormai anche i più scettici hanno colto il fatto che se non ci attrezziamo per tempo con una revisione dell’assetto istituzionale del nostro territorio, il federalismo ci travolgerà. Se invece avremo l’opportunità di autodeterminare il nostro modello di sviluppo allora potremo finalmente concentrare le risorse sugli investimenti che ci porteranno dopo decenni di isolamento ad essere a pieno titolo una regione italiana. È una battaglia vera o una boutade politica per far diventare Paolo Pagliaro sindaco di Lecce o deputato? Premesso che credo da sempre in questa battaglia, la madre di tutte le battaglie a favore di questo territorio, già nel 2000 fui socio fondatore di un movimento che perseguiva lo stesso obiettivo. Direi che se avessi avuto queste ambizioni personali le avrei perseguite molto più agevolmente da imprenditore e da editore televisivo che da rompiscatole che é andato a rompere le uova nel paniere della politica dei partiti... Chiedere la Regione Salento non significa certificare l’assoluta inadeguatezza della classe politica salentina? No. O quantomeno non in maniera così semplicisitica. Vede, quando noi abbiamo iniziato, più di un anno fa, siamo stati precursori di un sentimento, quello che oggi si chiama degli “indignati”. Ecco, noi siamo i “Salentinos”, che a differenza degli indignati, integrano la loro rabbia per le angosce del presente con una proposta seria e concreta che guarda al futuro. Come ci tutelerà la nostra classe politica con una Puglia lunghissima, oggettivamente Baricentrica e senza Province?

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L’editore di TeleRama, ideatore del movimento Regione Salento, spiega le ragioni della sua battaglia. E in questa intervista dice: «Non è una boutade a fini personali. Vedrete che non sarò candidato nè a sindaco di Lecce nè al Parlamento». di Romina Giurgola A chi guardate? Con chi farete alleanze: destra o sinistra? Con chi pensa che si debba ripartire dalla società civile, dai giovani capaci, dalla meritocrazia come ricetta politica alternativa al clientelismo. Con chi riconosca, gettando il velo dell’autoconservazione, che siamo una risorsa non solo di voti ma anche di contenuti. Se non ci sono queste basi andremo da soli. Cosa chiedete? Di governare il cambiamento, a partire dalla nostra proposta più immediata: cambiare il nome di questa Regione in Puglia-Salento, come Emilia-Romagna o Friuli Venezia Giulia o Trentino Alto Adige. Non é un’operazione campanilistica, non è soltanto una rivendicazione identitaria, pur importante. Ma è soprattutto una strepitosa operazione di marketing territoriale. E sarà anche un monito politico forte a non trascurare più il territorio di Brindisi, Lecce e Taranto. Fare una nuova Regione vorrà dire aumentare i costi della casta. Non crede? Macché. Per come l’abbiamo in mente noi sarà un modello virtuoso da esportare in tutta Italia, senza carrozzoni, senza vitalizi, con stipendi normali e senza sprechi e privilegi di casta a partire da telefoni e benzina. Chi prenderà la pensione lo farà con la continuità contributiva, non con la politica. Vedrà che resteranno in campo solo le persone motivate di buona volontà e di buone intenzioni.


Paolo Pagliaro è l’editore dell’emittente salentina TeleRama

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ECONOMIA

SIAMO O NON SIAMO LA CALIFORNIA DEL SUD? Undici anni fa Franco Tatò scriveva il suo libro, in cui spiegava perché questa regione non decollava, pur avendone le potenzialità. Oggi Panorama, giornale della famiglia del premier, elogia la Puglia (e perfino Nichi Vendola) per i risultati ottenuti sul fronte occupazionale. Ma i problemi non mancano. Come ci hanno spiegato i rappresentanti delle associazioni di categoria. Che alla politica mandano a dire... di Ettore Ramellini

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he l’elogio più alto dell’operato del governatore Vendola arrivasse proprio da una testata del fronte nemico, il settimanale Panorama, proprio non ce lo saremmo immaginato. Eppure è accaduto. Il numero di fine ottobre aveva in allegato un dossier interamente dedicato alla nostra regione che non lasciava spazio a dubbi. «Se c’è qualcosa che alimenta il motore pugliese sono l’orgoglio e una ritrovata autostima. Merito del governatore Vendola, che partendo da Bari si è ritagliato la sua visibilità internazionale? La risposta sta piuttosto nell’iniezione di fiducia che è riuscito a trasmettere al territorio», ha scritto il periodico della Mondadori. Che ha poi elencato le cifre del successo: la crescita dell’export del 22% nel primo semestre 2011, ma soprattutto i 49 mila nuovi posti di lavoro in più creati nel secondo trimestre dell’anno. Un taglio della disoccupazione di 2,2 punti percentuali (era al 13,8%) ed il primo posto in Italia per incremento occupazionale. Dati su cui non pesano ancora gli effetti del Piano regionale del lavoro varato all’inizio dell’anno: 340 milioni di euro divisi in 43 interventi, 22 dei quali già avviati. Sono numeri eccezionali, che fanno sognare la vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone, che addirittura parla della Puglia come di una potenziale Silicon Valley,

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Il presidente di Confindustria Puglia, Pietro Montinari

ÂŤMi attribuisco solo il merito di aver servito con lealtĂ , e con tutte le energie, la mia terraÂť

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ECONOMIA

«con una concentrazione virtuosa di cervelli, idee e applicazione industriale che dia un futuro alla nostra economia». Sembrano lontanissimi i tempi in cui Francò Tato, uno dei più apprezzati manager italiani, scriveva che la Puglia, a causa di alcuni problemi strutturali, aveva perso l’occasione di diventare la California del Sud Italia: undici anni dopo il suo libro, sembriamo di nuovo in corsa. E perfino in pole position. Eppure, come emerge dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori, cioè le imprese ed i loro rappresentanti, i problemi non mancano. GLI OSTACOLI DELL’INDUSTRIA Per esempio, secondo Pietro Montinari, presidente di Confindustria Puglia, «abbiamo un sistema ancora poco internazionalizzato, anche se siamo all’avanguardia. Questo ci ha consentito di reggere meglio la crisi globale, perché siamo un sistema chiuso». Per l’imprenditore leccese, c’è un altro ostacolo: «Viviamo troppo di intermediazione politica, con troppi settori non aperti alla concorrenza. Così può accadere che sia più facile realizzare un software per la Asl che non farne uno per il mercato, perché magari c’è l’amico che ti fa avere la commessa. Questo crea ostacoli all’innovazione e all’efficienza. E poi c’è il problema della liquidità aziendale: gli enti locali hanno sforato il patto di stabilità e quindi ci sono ritardi nei pagamenti che creano difficoltà nella gestione finanziaria delle imprese. Le aziende possono sopravvivere a bilanci negativi, purché i flussi siano positivi. Non è vero il contrario». Per venire incontro a questo problema l’anno scorso fu siglato un protocollo d’intesa con Regione e Abi sulla cessione crediti pro-soluto e pro-solvendo della Regione Puglia. Ma il meccanismo non ha funzionato perché fu siglato a novembre, dopo un paio di certificazioni del credito e qualche pagamento, la Regione ha di nuovo sforato il patto di stabilità e quindi i pagamenti di tutti i lavori pubblici sono nuovamente bloccati. «Stiamo di nuovo tallonando l’Ente per riattivare il protocollo. Ma è comunque inammissibile che le imprese debbano pagare le banche per ottenere ciò che spetta loro di diritto». Intanto ci sono settori in crisi profonda, come

l’edilizia, ed altri che vanno leggermente meglio: «La metalmeccanica di precisione ed i servizi più innovativi, quelli più aperti ai mercati internazionali, registrano buone performance. Così come il turismo, ma dobbiamo ancora investire tanto in cultura dell’accoglienza e connettività del territorio. Ci sono stati ottimi risultati per l’aeroporto di Brindisi, grazie anche a Ryanair, ma una volta scesi, per i turisti che devono raggiungere Otranto o Gallipoli il viaggio può costare il doppio di quanto si è speso per l’aereo. Ed è un’avventura. Bisogna connettere

il territorio con collegamenti ferroviari (c’è un accordo quadro del 2006 rimasto sulla carta). È inconcepibile che i collegamenti ferroviari non arrivino in aeroporto». Per Montinari la politica può fare ancora molto per la crescita del territorio: «C’è bisogno di una riorganizzazione dell’architettura dello Stato. Aggiungere una regione in più, la Regione Salento, non risolve il problema. Se riorganizziamo il sistema fatto di regioni, province, comuni, ato, aree metropolitane si farebbero grandi passi avanti. È fondamentale un ritorno dello Stato alle sue funzioni essenziali, mentre qui invece

assistiamo ad intromissioni dello Stato per perseguire obiettivi impropri». A cosa si riferisce è presto spiegato: «L’obiettivo è spesso quello di garantire occupazione precaria, e ci si dimentica di fornire i servizi che lo Stato deve garantire. Pensi a tutte le stabilizzazioni dei precari, per esempio: non creano occupazione duratura ma soprattutto non rappresentano il problema che lo Stato deve risolvere. La storia dimostra che non ci può essere sviluppo a prescindere dalle imprese. Oggi si dibatte dell’assunzione di 1800 medici per garantire livelli minimi e assistenziali, quando un posto letto nel pubblico costa 206 mila euro, e circa la metà nel privato. Il costo medio per notte di degenza nella sanità pubblica è di circa 1500 euro a notte, nella migliore spa 5 stelle, massaggi compresi, siamo intorno ai 300 euro». Per il presidente di Confindustria dovremmo puntare «su settori ad alto contenuto di innovazione e tecnologia e sui settori che hanno alto valore aggiunto. La competizione fatta sui settori labour intensive invece è perdente, giacché esisterà sempre un Sud più Sud di noi, disposto a fare la stessa cosa ad un prezzo inferiore». I DOLORI DEL COMMERCIO «Per noi la situazione è forse ancora più difficile», dice Ottavio Severo, presidente regionale della Confesercenti, «visto che negli ultimi anni abbiamo dovuto sopportare prima la concorrenza dei centri commerciali, poi la crisi economica». Ed è così che un settore portante dell’economia pugliese quello del commercio e dei servizi, si è ritrovato in ginocchio. «Ci siamo mossi a livello nazionale e regionale per attivare politiche che potessero ridare fiato ai consumi. A Bari è stata istituita la cabina di regia per sfruttare al meglio i fondi Por 2007/2013, ed i risultati pian piano stanno arrivando, pur con tutte le difficoltà del caso, dovute essenzialmente al patto di stabilità, che blocca fondi pur disponibili». Un’altra boccata d’aria potrebbe arrivare, secondo Severo, dai distretti urbani del commercio, ed anche qui c’è da registrare il lavoro d’intesa tra Regione, Comuni, associazioni di categoria e privati: «A breve la Regione finanzierà i progetti presentati da 44 comuni, finalizzati a far rivivere i centri storici ed a sostenere le attività commerciali esistenti e a crearne di nuove». La Puglia, insomma, non sta ferma.

COME AVVENNE CHE SPIEGAI LA SICILIA AD UN MARZIANO di Filippo Martorana. “Con una prosa limpida e scorrevole, che a tratti sospende anche il tono illustrativo per impreziosirsi di una felice vena letteraria, Martorana realizza una felice sintesi dei nostri mali atavici e contemporanei...” Marcello Benfante, La Repubblica “... Un romanzo sottile e affabile, scintillante d’idee e molto istruttivo, sulla Sicilia e i siciliani... Un libro che invita a giocare con l’intelligenza e con le citazioni...” Massimo Onofri, L’Avvenire

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ECONOMIA

SE IMPREBILI I POSS

I EXPRIVIA ASSUME 100 PERSONE Il gruppo molfettese presieduto da Domenico Favuzzi, che ha sedi in Italia e all’estero ed è quotato in Borsa, ha lanciato un piano di assunzioni che sarà completato entro il 31 dicembre. Si cercano programmatori, analisti e consulenti in Information Technology. A settembre l’azienda si era aggiudicata un appalto da 12 milioni di euro, per cinque anni, per la realizzazione e l’esercizio dell’infrastruttura tecnologica del Sistema informativo integrato (la banca dati nazionale degli utenti dell’energia).

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n netta controtendenza con il mercato in declino, c’è una azienda pugliese che in questo periodo fa nuove assunzioni. È il il Gruppo Exprivia di Molfetta: sono oltre 100 le risorse da selezionare entro dicembre 2011 (analisti; analisti programmatori, programmatori, analisti funzionali Murex; programmatori Murex, specialisti/consulenti IT). L’azienda cerca neo-laureati, ma anche profili junior, middle e senior che lavoreranno nelle sedi di Molfetta, Roma, Milano, Padova, Mestre. Exprivia Spa, una società quotata all’MTA segmento Star di Borsa Italiana, è specializzata nella progettazione e nello sviluppo di tecnologie software innovative e nella prestazione di servizi IT per i mercati Banche e Finanza, Industria e Servizi, Telecomunicazioni e Media, Energy e Utilities, Pubblica Amministrazione e Sanità. Conta 1600 persone e ha sedi in Italia e all’estero. In netta controtendenza rispetto al mercato, il Gruppo Exprivia, in fase di espansione a livello internazionale, oltre che di consolidamento sul mercato nazionale, continua dunque a registrare una decisa crescita, che si traduce in un incremento di risorse interne


qualificate. Ad assecondare questa tendenza concorrono anche l’aggiudicazione di gare e importanti commesse e l’ampliamento dell’offerta nei confronti dei clienti. Ai candidati è richiesta una laurea in Informatica o Ingegneria Informatica; o anche in Matematica o Ingegneria Elettronica e Gestionale. La selezione si svolgerà in due fasi, con un primo approccio di carattere conoscitivo e motivazionale e un secondo più tecnico, affidato ai referenti delle varie aree di Produzione interessate al processo. Per le figure junior l’inserimento è agevolato attraverso un percorso formativo in aula o fasi di training on the job. «Siamo alla ricerca di profili con competenze altamente specialistiche oltre che innovative - spiega Domenico Favuzzi, presidente e amministratore delegato di Exprivia - che inseriremo nel breve e nel medio periodo, ma anche di neolaureati da formare con percorsi di sviluppo mirati. A tal fine abbiamo avviato intense relazioni con i poli accademici regionali e nazionali, promuovendo processi virtuosi mirati all’assunzione di personale e alla valorizzazione del territorio». Per maggiori informazioni e l’invio delle candidature consultare il sito www.exprivia. it, sezione Job. IL MAXI APPALTO. Il piano di assunzioni varato dall’azienda è, almeno in parte, il risultato dell’aggiudicazione della gara europea indetta da Acquirente Unico SpA (interamente partecipata dallo Stato) per la realizzazione e l’esercizio dell’infrastruttura tecnologica e delle applicazione del SII-Sistema Informativo Integrato, la banca dati nazionale degli utenti dell’energia. Acquirente Unico è la SpA pubblica che, per legge, garantisce la fornitura di energia elettrica a quasi 29 milioni di utenti (oltre 24 milioni di famiglie e quasi 5 milioni di piccole e medie imprese), presenti nel mercato tutelato dopo la liberalizzazione del luglio 2007, per i quali approvvigiona più di un quarto del fabbisogno di energia elettrica del Paese. L’offerta di Exprivia è risultata la migliore tra le 10 offerte presentate da sei raggruppamenti e quattro società. La commessa ha un valore di circa 12 milioni di euro e una durata di cinque anni. «L’aggiudicazione di questa gara - ha commentato Domenico Favuzzi - consolida il nostro posizionamento nelle soluzioni software per l’energia, settore caratterizzato da una logica di forte integrazione dei processi e di globalizzazione. La liberalizzazione del mercato dell’energia costituisce uno dei grandi snodi per la modernizzazione del nostro paese e ci avvicina sempre più all’Europa. In questo scenario l’ICT è chiamato a svolgere un ruolo decisivo ed Exprivia ne è oggi uno dei protagonisti principali».

LA SOLIDARIETÁ. Il gruppo Exprivia è attivo anche sul fronte della solidarietà. Nel settembre scorso il suo impegno nel garantire sostegno ai bambini mozambicani orfani a causa dell’Aids ed inseriti nel progetto Hope Maputo-Orphan Project, ha portato all’azienda il premio che l’organizzazione umanitaria Humana People to People. Dal 2006 infatti Ezprivia assicura a 100 piccoli orfani educazione, cibo, salute e protezione. Questi bambini partecipano ad attività ricreative, sportive ed educative e fruiscono di visite mediche ed assistenza. Tali interventi sono possibili grazie alle donazioni dirette di

fondi, alla raccolta di abiti usati, agli accordi stipulati con circa 700 amministrazioni comunali e centinaia di esercenti privati ed al sostegno di aziende come Exprivia. «Sosteniamo i piccoli orfani del Mozambico già da cinque anni e intendiamo proseguire nell’azione», spiega Favuzzi: «L’obiettivo è riuscire a fare la differenza per loro, intervenire per cambiare uno stile di vita in maniera tangibile. È questa la nostra sfida, la nostra ambizione. Il nome del progetto “Hope” speranza - è la sintesi del percorso fatto insieme ad Humana, a favore di questi bambini». PM

Domenico Favuzzi, presidente e ad di Exprivia. Nell’altra pagina la sede di Molfetta

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ECONOMIA

Piero Minisci e Carlo Sardano, i due soci fondatori di Valle Fiorita

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SE IMPRE ILI B POSSILE VAL TA FIORI

Un esempio

da imitare Carlo Sardano e Piero Minisci hanno iniziato nel 1997 solo con i panini: oggi sono il terzo gruppo italiano operante nel settore. La loro impresa, situata nella zona industriale di Ostuni, dà lavoro a 23 persone, molte delle quali detengono quote aziendali, ed ha raggiunto un fatturato di circa 5 milioni di euro. Ecco i loro prossimi obiettivi. DI MARIO LIOCE

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uando parlando di impresa si citano le iniziative del nostro territorio, molto spesso si assiste allo sterile binomio vino-olio, quasi ci fosse una sorta di misteriosa impossibilità di partorire idee diverse. Mancanza di una classe imprenditoriale adeguata? Infrastrutture talmente insufficienti da limitare lo spirito di impresa? Scarso supporto delle istituzioni allo sviluppo economico del territorio? Basterebbero tali quesiti per rendere necessario lo spazio di almeno un altro articolo. Tuttavia, armandosi di pazienza e buona volontà, le sorprese non mancano nemmeno nella nostra provincia. Una di queste è Valle Fiorita di Ostuni, uno dei principali produttori a livello nazionale di prodotti da forno e sandwich. Quando le imprese parlano di sé stesse c’è sempre il vizio di un abuso del termine “leader”: leader di, leader nel; un’attribuzione spesso impropria e fuorviante ma che nel caso di Valle Fiorita trova una collocazione ben precisa. Se la giovane età di questa impresa lascia ancora ampi margini di crescita economica e strutturale, è una realtà incontrovertibile che abbia già raggiunto - nel breve volgere di pochi anni - una meritata leadership nell’ambito della qualità. Standard di produzione e gestione certificati, elevato livello delle materie prime utilizzate, spiccata cura e attenzione alle esigenze di salubrità, innovazione di prodotto e di processi e tanto altro ancora ne certificano il primato in Italia. Fa effetto pensare che un’azienda del

nostro territorio, così martoriato dalla piaga della disoccupazione, produca una tipologia di prodotti destinati a realtà sovente ben più moderne della nostra, in cui stili di vita dinamici e rapidi conducono a un consumo orientato al “fast food”. Un chiaro segnale che sacrificio, spirito imprenditoriale e fantasia possono far attecchire idee di successo anche in contesti difficili. Oltre agli elementi summenzionati, la modernità di Valle Fiorita si misura anche in altri ambiti assolutamente innovativi: sia per assicurarsi il pieno coinvol-

Sacrificio, spirito imprenditoriale e fantasia possono far attecchire idee di successo anche in contesti difficili Valle Fiorita è nata agli inzii del 1997. Produce in media circa 10-12.000 pezzi al giorno tra tramezzini, focacce, focaccine, pani speciali, pucce. Ha 23 dipendenti ed il fatturato 2010 si è attestato intorno ai 5 milioni di euro, confermando il trend di crescita dell’ultimo biennio. Nel giro di tre anni la sede sarà trasferita dall’attuale capannone di 2500 metri quadrati, in un’altra struttura di 5400 mq, sempre nella zona industriale di Ostuni.

gimento fattivo ed emotivo del personale, sia per premiarne la costante dedizione, a molti collaboratori sono state cedute delle quote dell’azienda. Una politica degna di economie più illuminate della nostra. Non è infrequente che a molte delle aziende del nostro territorio si rimproveri, come da manuale del management, un orientamento al prodotto e non al mercato, fenomeno che provoca “l’incapacità” di ascoltare - e quindi di soddisfare - i segnali e le esigenze che il mercato e i consumatori manifestano. Anche in questo caso nulla di tutto ciò è ascrivibile a Valle Fiorita. Pur non avendo a disposizione i budget di imprese ben più grandi da indirizzare alle attività di comunicazione e marketing, Valle Fiorita ha sempre destinato attenzione e risorse verso tali leve. Una continua attività di monitoraggio dei mercati moderni e maturi come quello francese e inglese per le necessarie politiche di benchmarking, attenzione verso il design del packaging dei loro prodotti per aumentarne l’appeal e, elemento fondamentale, sensibilità verso le politiche di branding, le uniche in grado di assicurare un costante incremento dei livelli di equity e awareness del proprio marchio. Gli elementi per augurare a Valle Fiorita un futuro radioso ci sono tutti, la nostra speranza è che queste idee imprenditoriali possano rappresentare una sorta di volano per il nostro territorio, aiutando e incentivando la nascita di altre realtà economico-produttive.

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DEL FIERA NTE LEVA

“VI PRESENTO LA NUOVA FIERA” Addio alla campionaria settembrina. Spazio alle esposizioni specializzate. Nuovi spazi per congressi ed eventi, ma soprattutto un quartiere fieristico vivo. Grazie all’arrivo di tante nuove aziende che avranno i loro uffici tra i capannoni. Il presidente Gianfranco Viesti illustra progetti e idee che cambieranno il volto ad uno dei simboli della storia e dell’economia regionale

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residente, ha alle spalle la sua prima Fiera del Levante: qual è il suo bilancio? Come ho ricordato nella conferenza stampa a fine manifestazione abbiamo proposto una fiera più ordinata rispetto al passato, con controlli maggiori su forme di vendita abusive, nuovi criteri di selezione del personale occasionale (ridotto numericamente rispetto agli anni precedenti e selezionato secondo criteri democratici, che hanno assicurato pari dignità a tutti i candidati), costi ridotti al massimo senza togliere nulla di essenziale, una cerimonia inaugurale ordinata e sufficientemente partecipata, un buon numero di ambasciatori esteri (20) e la visita di un sottosegretario. È comunque confermata la necessità di rivedere totalmente l’impostazione del format: aspetti su cui stiamo discutendo in questi giorni con la Regione, gli enti fondatori e le rappresentanze di imprenditori. Ma ha ancora senso una campionaria, quando ormai tutte le ferie sono specializzate? Negli ultimi tempi è stato proposto a settembre in Fiera un formato unico nel panorama italiano. Si tratta di un’esposizione di tante cose (dall’edilizia all’arredamento, dall’artigianato estero ai beni di largo consumo fino alla ristorazione) che è difficile definire un simbolo della Puglia migliore. Nel settembre 2012, non ci sarà più una campionaria, ma una fiera plurispecializzata per il grande pubblico; una vetrina di qualità, articolata in moduli, attenta all’imprenditoria e alle creatività giovanili e che non potrà prescindere da importanti spazi riservati all’agroalimentare, all’artigianato pugliese. Auspico, poi, un’inaugurazione meno paludata e aperta ai cittadini. Una fiera, dunque, del buon vivere e del buon consumare, di prodotti e servizi che sappiano offrire value for money (valore per il loro costo) per i consumatori. Anche ad aprile 2012 ci sarà una fiera da noi organizzata, che

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non si chiamerà più Expolevante, e sarà orientata al tempo libero. Quali sono i progetti, i cambiamenti per il prossimo anno? La Fiera del Levante sta diventando un quartiere polifunzionale, a servizio dell’economia quantomeno della Puglia e dell’intero Mezzogiorno, ma con l’ambizione di svolgere un ruolo importante, con il tempo, nello scenario nazionale ed internazionale. Il quartiere fieristico continuerà in primo luogo ad ospitare esposizioni, fiere, mostre. Alle rassegne da noi organizzate si affiancherà un calendario assai più fitto di saloni e fiere specializzate, che diano agli operatori occasioni di conoscenza, di incontro e contatto e generino valore per chi partecipa a fronte del costo sostenuto. Il nuovo grande padiglione fieristico, aperto in occasione di Agrilevante, rappresenta una infrastruttura con molti aspetti di eccellenza per questi eventi. Grazie anche all’accordo concluso nella primavera 2012 con la Regione Puglia la Fiera del Levante disporrà di un vero centro congressi. Verrà realizzata, con semplicità, rapidità e a costi contenuti, nel nuovo grande padiglione,

questo traguardo tra cinque anni: le imprese e i cittadini si aspettano risultati entro cinque mesi. Ebbene, la manifestazione di interesse lanciata ad aprile per nuove attività nel quartiere sta dando buoni risultati. Una parte degli spazi sarà espressamente dedicata, in coerenza e in esplicita collaborazione con le politiche regionali volte alla promozione dell’imprenditoria giovanile, ad imprese nuove o nascenti. Insomma una fiera permanente delle idee e delle conoscenze, tecniche e commerciali. Attività che rafforzeranno un’economia delle fiere e dei congressi, sia nei servizi sia nei contenuti. Fiere e congressi non si svolgeranno più in un quartiere vuoto. Ma opereranno a fianco, a contatto fisico, con una realtà quotidiana di impresa. Le imprese della Fiera avranno a loro volta vantaggi di contiguità rilevanti, fra loro e con le attività espositivo-convegnistiche. Si può raggiungere l’equilibrio di bilancio. E perché la Fiera si ritrova con un passivo enorme? Il passato ci ha consegnato una situazione critica. È nostra convinzione, però, che la Fiera del Levante possa avere risultati di bilancio significativamente diversi. L’obiettivo, allora, è aumentare il più possibile i ricavi, ridurre le perdite, migliorare il risultato economico. Nel 2012 puntiamo ad azzerare, o quantomeno a ridurre al minimo, le perdite. Come giudica lo stato attuale dell’economia pugliese? In difficoltà come tutte le economie internazionali. Recentemente ha mostrato alcuni segnali

«Abbiamo ereditato una situazione di bilancio critica. Nel 2012 puntiamo ad azzerare, o quantomeno a ridurre al minimo le perdite» una sala per riunioni da 1500 a oltre 3000 posti, con molte sale vicine per sessioni parallele; ovvero una grande sala, fino a 6000 posti per eventi singoli; ovvero uno spazio per concerti e spettacoli, ma anche per eventi aziendali, che può superare i 10.000 partecipanti. Volete far tornare a vivere l’area fieristica ospitando nuove aziende. Ci parli di questo progetto. La Fiera deve diventare il fiore all’occhiello della regione e vivere 365 giorni l’anno con iniziative permanenti che si integrino ai convegni e alle attività fieristiche. Non possiamo arrivare a

positivi sul fronte delle esportazioni e, per la prima volta, nell’ambito della creazione di occupazione. Su quali settori si deve puntare? Su tutti a patto che siano capaci di attivare lavoro e riescano a uscire dalla domanda locale e a puntare a quella internazionale. Come si crea sviluppo sul territorio? Noi pensiamo innanzitutto a fare bene ciò che ci compete e a rendere la Fiera del Levante un attore rilevante per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione e di creazione di imprese in Puglia.


ECONOMIA

Gianfranco Viesti, presidente della Fiera del Levante

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SE IMPRE BILI POSSI .SUD O CO.M Franco Gentile, amministratore della Co.Mo.Sud

«L’80 per cento del nostro fatturato deriva da commesse estere. Abbiamo realizzato impianti per stabilimenti in Yemen, Quatar, Oman»

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ECONOMIA

GRANDI LAVORI IN CORSO Una torcia di 178 metri in Yemen. E poi filtri lunghi 36 metri, inceneritori, termovalorizzatori e scambiatori di calore: l’impresa brindisina di Franco Gentile è specializzata nella realizzazione di mega-impianti che finiscono in tutto il mondo. Grazie all’altissima competenza del personale. E non solo...

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uando nacque, nel 1993, la Co.Mo.Sud si proponeva sul mercato come piccola azienda subfornitrice di carpenteria industriale. Oggi l’azienda di Franco Gentile è una delle realtà più interessanti del Sud Italia, ha una cinquantina di dipendenti ed una sede che si estende su 24 mila metri quadrati e produce impianti ad alta tecnologia per stabilimenti energetici e petrolchimici. Tra gli ultimi lavori realizzati figurano per esempio una torcia alta 178 metri (per la francese Technip, destinata ad un impianto yemenita di YemenGas) ed un filtro lungo 36 metri per 10,5 metri di diametro, in acciaio duplex (materiale di difficile lavorazione). Ne avete fatti di passi avanti, dal 1993! «È il risultato di un lavoro improntato alla qualità. Nel nostro ufficio tecnico ci sono ingnegneri e tecnici di altissimo livello. Puntare sull’altissima specializzazione del personale è stata la nostra scelta vincente, che il mercato ha apprezzato, insieme all’altra nostra forza...». Quale? «La posizione logistica: siamo nella zona industriale di Brindisi, praticamente affacciati sulle banchine portuali. In cinque minuti anche le nostre produzioni più imponenti raggiungono la banchina dov’è ormeggiata la nave in partenza. E del trasporto ci occupiamo noi stessi, facendo lavorare agenzie locali ed evitando al cliente finale la grana del doversi occupare della spedizione». Vi siete specializzati in produzioni colossali. «Realizziamo filtri industriali, torce, scambiatori di calore, inceneritori, elettrofiltri e termovalorizzatori. Si tratta di grandi impianti che quasi sempre finiscono all’estero. Soprattutto in Medio Oriente: abbiamo ricevuto commesse provenienti da paesi come Oman, Yemen, Quatar». E come siete riusciti a procurarvi i clienti? «Col contatto diretto. Valigia, presentazione dell’azienda, buone referenze e conoscenza della lingua inglese. Appena avviata l’azienda feci un giro in Francia ed Inghilterra. Poi via via gli altri mercati. In questo settore funziona così».

La torcia alta 178 metri realizzata da Co.Mo-Sud per un impianto della YemenGas. Sotto una fase di lavorazione in azienda ed il filtro lungo 36 metri che esce dallo stabilimento per raggiungere il porto ed essere caricato sulla nave.

Come mai lavorate più all’estero che in Italia? «È stato un caso: è il mercato che decide. L’80 per cento del nostro fatturato deriva da ordini esteri. Ma in fondo la cosa non dispiace». Qual è la situazione attuale del vostro settore? «Di certo non florida, la crisi si sente, ed anche molto. Nel nostro piccolo ci riteniamo fortunati: stiamo lavorando ad un progetto per un elettrofiltro che finirà in una acciaieria in Belgio, ed abbiamo altri ordini che ci consentono di stare tranquilli». Lei ci tiene molto a sottolineare le qualità dei vostri dipendenti. «A Brindisi questo settore ha sempre avuto particolari riconoscimenti. I nostri collaboratori riescono ad effettuare saldature e produzioni davvero di altissima qualità e difficoltà. E questo anche grazie ai continui corsi di aggiornamento e specializzazione cui partecipano. Anche in questo settore il mercato è molto selettivo e richiede la massima

innovazione e competenza. Siamo in possesso di circa 120 qualifiche di procedimenti di saldatura, nel pieno rispetto sia delle normative europee che di quelle americane, requisiti indispensabili per poter aspirare alla realizzazione di progetti sempre più ambiziosi. Ed ovviamente abbiamo costantemente prestato attenzione alle certificazioni di qualità». PM

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ECONOMIA

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aicaf, società per azioni barese che rappresenta un indotto di circa 200 famiglie (75 dipendenti diretti) e vanta un totale di circa 4 milioni di chilogrammi di caffè importato, torrefatto e commercializzato, sta per compiere 80 anni (nel 2012) e sta per vivere la sua quarta generazione: la collaborazione tra la famiglia Lorusso e l’ingegnere Nicola Signorile (amministratore delegato e socio dell’azienda) ha reso possibile questi ultimi 40 anni di storia, sempre con il vento in poppa. Al timone dell’impresa c’è l’onorevole Antonio Lorusso, 71 anni, cavaliere di gran croce, presidente di Saicaf. «Io e la mia famiglia dobbiamo alla lungimiranza di mio padre Leonardo, al suo forte intuito, alla sua intelligenza imprenditoriale, il cammino, lo sviluppo e l’affermazione dell’azienda, oggi tra quelle leader nella torrefazione e commercializzazione del caffè. E sono certo che con la collaborazione di mio figlio Leonardo, delle mie sorelle Giovanna e Simonetta, dei miei nipoti e dell’ingegnere Nicola Signorile, la nostra società potrà proseguire nel suo cammino illuminato e continuare a garantire un futuro prospero per i nostri collaboratori e la Puglia». L’onorevole ha saputo insegnare al figlio leonardo, laureando in Economia (ed amministratore delegato del comparto Saicaf Vending), la modestia e l’umiltà che contraddistingue la famiglia: «Il nostro successo - spiega il giovane manager - è dovuto al gruppo e ai nostri collaboratori». Oggi Saicaf racchiude più marchi, tra cui Tobiaco Caffè, Sao Caffè, San Paolo. La distribuzione dei prodotti avviene in tutto il Sud Italia (isole escluse) ed a macchia di leopardo anche nel centro Nord. «Fondamentale è per il nostro gruppo l’incremento sui mercati esteri, che oggi rappresenta solo il 10% del giro d’affari totale», aggiunge Leonardo Loruzzo: «Siamo molto interessati ai paesi arabi e ai paesi emergenti asiatici, dove la cultura dell’espresso sta prendendo piede. Purtroppo in quella parte di mondo l’industria italiana si è fatta superare da multinazionali americane che hanno saputo conferire alla bevanda un’immagine nuova». Oggi infatti il modo di consumare la bevanda è profondamente cambiato. «Il caffé, dopo il grano, è il prodotto più consumato al mondo, per la sua versatilità. Ma è importante non confonderlo con tutti i suoi surrogati. Una azienda come la nostra, prima produttrice in Puglia, deve difendere una bevanda naturale, senza chimica e senza conservanti, dalla inondazione di espressini freddi, gelati al caffè e altre tipologie di prodotto. Nulla da ridire, per carità, però il caffè è un’altra cosa». E comunque per ogni bar il caffè rappresenta ancora circa il 65% del fatturato. «Per questi motivi la neocostituita Associa-

SE IMPRE ILI B POSSI AF SAIC

UN CAFFÈ SEMPRE AL TOP La società barese continua ad avere il suo core-business nel prodotto più commercializzato dopo il grano, e non crede nello sviluppo dei suoi surrogati. Una filosofia che negli ultimi tre anni di crisi ha dato ragione all’azienda, che è cresciuta in fatturato, e per la fine del 2012 punta ad un ulteriore +10% zione Don Leonardo Lorusso vuole diventare un faro per la formazione dei prossimi caffettieri della nostra terra. Fare un caffè non deve più significare approssimazione ma una continua difesa della qualità, della cortesia e della professionalità. Negli ultimi dieci anni abbiamo deciso di fare solo i torrefattori e dialogare con gli operatori del settore per

una continua crescita nella formazione di luoghi che non si possono più chiamare bar. E su questa strada proseguiremo il nostro cammino», conclude Leonarso Lorusso, che si pone obiettivi ambiziosi: «Per fine 2011/2012 puntiamo ad una crescita del 10% del nostro fatturato, che negli ultimi tre anni di crisi non è mai calato».

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IL “RAGAZZO” CHE DEVE PROMUOVERE LA PUGLIA Dopo l’esperienza al Teatro Pubblico Pugliese, Giancarlo Piccirillo è stato chiamato a dirigere PugliaPromozione, l’agenzia regionale che sostituisce le vecchie Apt. Ecco quali sono i suoi progetti. E come funzionerà la nuova struttura che, dice, «non organizzerà eventi, non darà contributi, resterà “leggera” e si avvarrà della collaborazione dei professionisti del settore».

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iancarlo Piccirillo ha 36 anni e da due mesi è direttore di Puglia Promozione, l’agenzia che ha sostituito le Aziende di promozione turistica. Gestirà un budget importante ed avrà pieni poteri decisionali su come indirizzare la promozione del brand Puglia. Su come sia arrivato ad essere prescelto circolano già diverse dicerie. La prima ovviamente riguarda la sua presunta amicizia con Vendola, ma i due non si conoscevano. Siamo ancora poco abituati a vedere dei “non ancora vecchi” sulle poltrone che contano. E quando ne vediamo uno, per molti è difficile pensare che ci possa essere arrivato per meriti e competenze. Piccirillo, sente il peso di questa nomina? So di essere una anomalia e da questo punto di vista anche un privilegiato. Ciò che è nornale in un paese del Nord Europa, essere nei posti di comando a 35-40 anni, da noi non lo è, perché siamo abituati a guardare

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alle generazioni in maniera diversa: si entra nelle stanze dei bottoni dopo aver superato il mezzo secolo di vita. Sento comunque di avere una grande responsabilità soprattutto: è normale quando si interpretano questi ruoli come servizio alla collettività, o come nel mio caso, ad un mercato produttivo. L’ha voluta Vendola, dica la verità! Mi creda: la mia nomina non ha nulla a che fare con la politica. Anche se capisco che è difficile pensare che una cosa del genere possa accadere.

Laurea in Giurisprudenza, una esperienza nel Teatro Pubblico Pugliese, poi in regione sulla programmazione Fesr, dopodichè ho portato avanti i progetti Puglia Sounds e Teatri Abitati. Non ho mai fatto parte di alcun partito. Quanti soldi avrà a disposizione per promuovere la regione? Puglia Promozione gestirà annualmente 5 milioni di euro sul bilancio ordinario più altri fondi straordinari che potranno derivare da progetti comunitari. Nel primo anno potremmo attivare qualche decina di milioni di euro,

«La crisi ha portato le persone a spendere in maniera diversa. Dobbiamo adeguarci a questi “nuovi consumatori”». E com’è spuntato fuori il suo nome? Dopo un lavoro svolto nelle attività culturali della Regione, credo di aver dato il mio contributo in un lavoro che ha portato la Puglia ai vertici della produzione culturale italiana. Qual è il suo curriculum?

ma dovremmo essere bravi nel riuscirci. Come funzionerà l’agenzia? Avremo un’articolazione territoriale per province, Bat compresa, ovviamente. Saranno nodi operativi per la gestione delle destinazioni: nel senso che forniranno servizi


Giancarlo Piccirillo, 36 anni, direttore di PugliaPromozione

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all’utenza. Uno dei progetti che partirà subito quest’anno è la rivoluzione nel concept dell’informazione turistica. Cioè? Alzeremo gli standard qualitativi nei gate di primo accesso a chi arriva in Puglia, e nell’orientamento al turista nelle località di soggiorno. Abbiamo una rete di una ventina di uffici informativi da adeguare come numero di lingue e orari di apertura e come servizi erogati. Questi uffici dovranno diventare presto attivi nell’organizzazione di visite guidate gratuite e programmate; nel fornire l’accesso diretto ai servizi di prenotazione alberghiera, e dei siti più attrattivi come musei e teatri, ma anche servizi di accoglienza vera e propria come un’area wireless per i turisti. Vogliamo rendere il patrimonio fruibile e le imprese direttamente collegate al servizio pubblico che eroghiamo. Lo faremo innanzitutto informatizzando il sistema di gestione dei dati statistici. Cosa che dovrebbe esistere già da un pezzo... Invece così non è stato. Ai primi di novembre faremo partire la sperimentazione del sistema informatizzato per la raccolta dei dati: è un problema strutturale in Puglia. Pensi che ad oggi non sappiamo ancora quanti turisti abbiamo avuto l’estate scorsa. Questo è un ostacolo per noi che promuoviamo e per le imprese, che non possono programmare la loro strategia aziendale. Il sistema informatizzato sarà gestito in periferia e consentirà un aggiornamento quotidiano dei dati. In periodi di destagionalizzazione avremo i dati delle presenze in un ponte festivo, anziché quelli aggregati per mese. Così le imprese sapranno subito se gli converrà aprire o restar chiuse. Vi occuperete anche del marketing territoriale. Certo. Sarà fatto all’estero e fuori Puglia, e seguirà un processo bottom up: le strategie saranno pianificate e organizzate insieme alle imprese. A queste ultime non manderemo l’invito per una fiera in Inghilterra, ma le chiameremo per scegliere i mercati obiettivo e per decidere come promuovere l’offerta. Insomma farete quello che ha già fatto negli anni scorsi il consorzio Turismo Torino, che ha fatto diventare il capoluogo piemontese una delle città turistiche più frequentate d’Europa.

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Con la differenza che Turismo Torino opera su un territorio che è metropolitano. Noi invece dobbiamo promuovere una intera regione. Come giudica il lavoro fin qui svolto dalla Regione nel settore turistico? In questi anni è stato fatto un enorme lavoro: la crescita che c’è stata non è frutto del caso ma di un investimento forte sull’attrattività complessiva di questa regione. Quello che è mancato è la visione dentro la quale tutti gli attori si possono riconoscere.

La strategia, la visione, non sono qualcosa di teorico, ma rappresentano ciò che ti dice dove stiamo andando e qual è la crescita che potremo avere. Rispetto a questa strategia chiara e condivisa chi vuole investire in Puglia potrà decidere in quale settori investire. Ecco perché delle Apt così come le conoscevamo resterà ben poco. Quindi niente commissari e altri incarichi simili? Anche l’assenza del presidente, una figura

politica, sostituita da quella di un direttore, un tecnico, è un segnale. Nelle province avremo come riferimento dei professionisti. Ed un comitato tecnico-scientifico che avrà composizione su base provinciale. Ogni territorio esprimerà un proprio esperto che mi supporterà nel collegamento con i territori. Una struttura leggera ed agile. E rispetto alle Apt non avremo più patrimoni da gestire: vogliamo diventare un modello di organizzazione pubblica leggera. Altri progetti? Ne ho tanti, ma prima di parlarne voglio essere sicuro dei confini che gli stessi progetti possono avere. Posso dire che Città aperte, per esempio, avrà un respiro regionale: daremo alla regione la possibilità di aumentare il proprio livello di fruibilità su tutto l’anno. Mentre invece non faremo eventi e non daremo contributi. Siamo partiti da meno di due mesi e stiamo per lanciare campagne promozionali in Russia e Germania. Nel primo paese dobbiamo lanciare un nuovo volo charter diretto che da febbraio collegherà Mosca a Brindisi, per un target di turisti di reddito medio-alto, e stiamo per partire con una campagna pubblicitaria nell’area metropolitana di Mosca. In Germania invece c’è la necessità di consolidare un mercato per noi strategico, tentando di destagionalizzare i flussi utilizzando i voli low-cost. Anche in questo caso partirà una campagna pubblicitaria in quel paese. Mi pare di capire che state lavorando a stretto contatto con Aeroporti di Puglia? Aeroporti di Puglia è stato, è e sarà un attore importante del mercato, uno dei pricinpali artefici della crescita di questi anni. Ho apprezzato anche la loro ultima iniziativa, Pugliavola, che è stata lanciata per rispondere ad una necessità: pianificare delle strategie di incoming. PM


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LOVELY PLACE

LECCE. LA CITTÁ CHE STUPISCE Non basta il Barocco a spiegare il successo della capitale del Salento. C’è la movida, c’è una certa atmosfera. E poi la cultura, gli spettacoli, la gastronomia... Ma anche qui non tutto è perfetto. Come ci racconta un cronista del Quotidiano di Brindisi, Lecce e Taranto di Massimiliano Iaia

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accontano che Pier Paolo Pasolini rimanesse fermo per diversi minuti, ammirato, davanti alle bellezze del Barocco. Secondo la casa editrice turistica Lonely Planet stiamo parlando di una città “a portata di tasca”, “bella da far venire le vertigini”. Scegliendone le vie che facessero da cornice al suo “Mine vaganti”, Ferzan Ozpetek riferì di aver immaginato di lavorare con un grandissimo attore in più. Eppure, c’è molto di artistico ma non c’è niente di finto nel boom che negli ultimi anni ha vissuto la città di Lecce, divenuta proverbialmente la “Firenze del Sud” non solo per l’invidiabile patrimonio architettonico, ma anche per le fiumane di turisti che da anni scelgono il Salento per il loro periodo di vacanza. Ma Lecce è pronta anche ad accogliere chi arriva per tempi ben più lunghi, con un’offerta capace di fare invidia alle città limitrofe che si lamentano delle vacche magre, in tempi di crisi e non. A Lecce non si sono inventati niente, se non imparare a sapersi smarcare, quando serve, dagli stereotipi de “lu sule, lu mare e lu ientu”, un po’ come fanno i napoletani che non ne possono più di essere soltanto accostati a pizza e mandolino.

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A

bituarsi alle occasioni che offre la città è un attimo, stupirsi no. Pochi posti possono abbinare il fascino architettonico alla vivacità di una “movida” rigenerata dall’ingresso di Lecce tra le proposte universitarie. Non solo quello, si dirà, ma tant’è. Così come è un dato innegabile che il Salento stia vivendo negli ultimi tempi un’esplosione turistica. Passi da gigante, che fanno riversare in piazza Sant’Oronzo viaggianti di tutte le lingue con appresso l’immancabile fotocamera per immortalare la statua. Poi - più in là, magari - arriverà il momento di capitalizzare effettivamente i risultati di così tanti ingressi, visto che molte indagini hanno fatto emergere ancora l’intollerabile presenza del “nero”, del “sommerso”. Aspetti, questi, che certamente non contribuiscono a far decollare un’economia che voglia davvero definirsi turistica. È una cultura fresca, quella che si respira a Lecce, perché oltre alle chiese e agli edifici storici non mancano le rappresentazioni teatrali, le discussioni sull’arte. E poi si sfoglia un libro, sorseggiando un caffè all’aperto se non piove, per vedere l’effetto che fa. Di sera, la fotografia più bella la regala il Duomo illuminato, e spesso i turisti che si affiancano non parlano, non commentano. Sembra vogliano

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A CENA?IN HOTEL Tra le migliori tavole della città ci sono i ristoranti di tre alberghi. In controtendenza con la maggioranza delle città italiane, dove la ristorazione d’albergo non è quasi mai al top delle classifiche, a Lecce da un paio d’anni le tavole di tre hotel dominano la scena nei giudizi delle guide gastronomiche nazionali. Sono quelle dei ristoranti “Le quattro spezierie” dell’Hotel Risorgimento (affidato alle mani dello chef Donato Episcopo), “Artecrazia” dell’Art Hotel (chef Antonio Raffaele), e il The Cube dell’Hilton Hotel (con lo chef Gigi Perrone). Si mangia in maniera divina anche all’Alex Ristorante, situato a due passi dall’anfiteatro. Se volete provare la cucina tradizionale salentina, provate la Locanda Rivoli (sempre in centro) e l’Osteria del Pozzo Vecchio (a Cavallino). Per un pasto informale e fuori dal comune, segnaliamo invece altri due locali situati nel centro storico: “All’ombra del barocco” e “Doppio Zero”.

esprimere un desiderio, o una dedica per essere lì in quel momento, chissà. Ed è come quando, una volta l’anno, vengono aperti al pubblico i cortili dei palazzi storici, per far scoprire un mondo di fiori sconosciuto. Poi, non tutto fa poesia, nel senso che le pessime abitudini risiedono anche a Lecce. Peccato per quegli incivili che nei vicoletti centrali lasciano i loro bisogni, contaminando in maniera insopportabile le superfici solitamente riservate ai pedoni. Sì, perché gli automobilisti si sfogano tutti nel centro storico, ed è soprattutto al mattino che individuare un parcheggio diventa impresa improba per ognuno. Chi punta verso l’ufficio, chi verso l’università, chi verso il tribunale: l’imbottigliamento è quasi traumatico, e la terra del sole si trasforma nel ranocchio di una città provinciale e con i peggiori vizi delle metropoli.

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eglio mettersi a tavola, e i prodotti tipici sono quelli che tutta la Puglia conosce e che i settentrionali cercano, desiderano, si fanno spedire al Nord, ignari del fatto che il contesto conta - sempre -, e che anche la “frisedda” addentata sui Navigli non dà lo stesso piacere, per forza.


LOVELY PLACE

Si mangia forse meglio se ci si spinge più nell’entroterra, se si scoprono una per una le infinite località, piene di agriturismi, di idee per le vacanze, di una ricchezza che ha per unità di misura il vino o l’olio. Ma nel capoluogo si ha la possibilità di mangiare per ogni gusto, per ogni idioma: ristoranti greci, locali argentini, posti in cui servono gli aperitivi con il sushi. E nei pub la musica dal vivo c’è sempre, perché una possibilità non è negata nemmeno ai giovani gruppi che qualche volta hanno voglia di emergere ma sempre hanno qualcosa da comunicare. “Un caffè come si deve” di mannoiana memoria è quello che - non solo i turisti chiedono nei bar storici di piazza Sant’Oronzo o nei punti limitrofi, e come alternativa al rinomato pasticciotto c’è chi va a prendere un cono nelle gelaterie di fama, fa niente se il calendario segna mesi invernali.

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piccoli chioschi sono ancora in piedi perché c’è chi vuol venderti i “gratta e vinci”. Chiedono soldi - e in cambio non ti danno nemmeno sogni da milionario - i punkabbestia che è facile incrociare nei vari angoli. Al limite, sono disposti a realizzare sul momento caricature a buon mercato per rendere difforme il viso di chi pensava - con una semplice vacanza - di aver

cambiato un po’ soltanto l’animo. Inevitabile, anche per chi vive a un tiro di schioppo in quelle città che aspettano di fare il salto di qualità, chiedersi il perché di certi miracoli, che geograficamente non si estendono a macchia d’olio. Sin troppo ovvi, in questo caso, i riferimenti all’amore per la propria terra. Forse va tenuta in considerazione la gelosia per ciò che si ha, anche quando ciò che si ha magari non è tantissimo.

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mare lo straniero può voler dire anche convivere con gli extracomunitari, ma certo non farsi incantare da chi punta a colonizzare territori per meri interessi economici. Rivendicare l’orgoglio delle proprie radici è operazione semplice, più complicato è domandarsi cosa si sia disposti a fare per la terra natale. Discorsi da dibattiti lunghi, c’è chi se ne infischia ma c’è anche chi mastica amaro e cerca l’antidoto. Oppure va bene anche un rimedio di breve periodo, giusto per distrarsi, perchè a Lecce può capitare di scendere e scoprire che nell’anfiteatro di sera c’è un concerto di Niccolò Fabi. Per tutti, gratis, all’aperto. E, affacciandosi, si ritrova la pace. PM

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CAPITALE DELLA CULTURA? Lecce si propone come candidata per il 2019. Ecco cosa ne pensa Franco Ungaro dei Cantieri Koreja Siamo contrari o favorevoli all’aria che respiriamo? Siamo contrari o favorevoli alle capitali europee della cultura? Koreja non è contraria né favorevole, semplicemente allibita. Spiace solo che in quindici anni le amministrazioni cittadine abbiano sprecato tanto tempo e tante risorse. Anziché sviluppare il profilo di una città di cultura e arte, dinamica e contemporanea, mettendo al centro innovazione e Mediterraneo, Lecce si è avvitata su se stessa, su vanitosi e provinciali annunci mai seguiti da pratiche concrete e politiche coerenti: Lecce ‘città universitaria e dei giovani’, Lecce ‘porta d’Europa’, Lecce ‘Spoleto del Sud’, Lecce ‘capitale euromediterranea’, Lecce ‘capitale del cabaret’, Lecce ‘capitale della moda’, ‘Lecce capitale dei weekend’, ‘Lecce capitale del turismo’, ‘Lecce capitale internazionale dell’arte’. Di fatto oggi la città non è nemmeno capoluogo, altro che capitale! I talenti riconosciuti nella moda, nell’imprenditoria, nella ricerca, nell’arte per la maggior parte non sono nati o non vivono e operano nella cinta urbana (Capasa, Winspeare, Negroamaro, Emma Marrone, Francesco Libetta, Fabio Novembre, Ricchiuti etc). Non c’è rilevante produzione culturale e artistica indigena, Lecce è culturalmente vuota senza il decor barocco. “Lecce la morta, che ama solo lo sfavillìo degli ori barocchi e inganna perfino la morte” scriveva l’amato Ugo Ercole d’Andrea. È ancora così. La città non si è mai saldata con la provincia, chiusa nel proprio autocompiacimento e nella propria ‘micromegalomania’. Ad memoriam ci rimangono e rimarranno stucchevoli sfilate di modelle e di macchine d’epoca, parate militari in piazza, i vigili a cavallo nel centro storico, aiuole e boulevard fioriti e ben curati nel loro incancellabile e insopportabile anonimato, il presepe nell’anfiteatro, periferie sempre uguali a se stesse con le loro solitudini e disperazioni. La rinascita culturale della nostra città non è ancora partita. Città senza identità, senza elementi di specificità e caratterizzazione storico-sociale e culturale tipici di una piccola città di provincia con la centralità del mercato e della tettoia liberty, con i teatri, il castello, i palazzi a dispiegare socializzazione e cultura. Restano i tanti contenitori culturali e artistici ristrutturati (palazzi, ex conventi, castelli, teatri e anfiteatri) aperti alla fruizione con noiosissimi e jurassici riti inaugurali (chi non ricorda conti, nobili e palazzinari in carrozza dirigersi qualche anno addietro verso l’anfiteatro romano?) salvo lasciarli il giorno dopo senza alcun progetto culturale di fruizione pubblica né un piano straordinario di attivazione e mobilitazione delle energie creative in una Lecce propagandata come “città d’arte”. Ancora oggi per bellissimi luoghi come i Teatini, Palazzo Turrisi, Conservatorio di S.Anna, Palazzo Vernazza, il Castello di Carlo V manca qualsiasi traccia di riconoscibilità e identità, rimangono puri orpelli decorativi senza comunità e persone che le possano abitare. Contenitori trasformati in animati suk dove succede di tutto e di più, fiere dell’artigianato, caffetteria, mostra dei pupi, presepi, matrimoni, cene di gala, balletti, corsi di formazione. Lecce è in pauroso ritardo rispetto alle altre città che preparano da tempo le proprie candidature a Capitale europea della Cultura 2019 e sperimentano politiche virtuose nella costruzione di sistemi culturali integrati (musei, teatri, biblioteche, centri d’arte), nella innovazione sociale e culturale, nella relazione con gli operatori professionali del luogo, nella fruizione del patrimonio culturale, nel sostegno all’industria culturale e creativa, nella offerta culturale di respiro europeo e internazionale, nella creazione di reti nel Mediterraneo e persino nella piena valorizzazione del ricco patrimonio barocco creato dai nostri avi. Possiamo permetterci di tenere a lungo Santa Croce imbacuccata da reti e tubi metallici? Riusciamo a invertire la rotta da qui al 2014 termine ultimo per la candidatura? Potrà Lecce in due anni diventare attrattiva non solo dal punto di vista turistico ma anche da quello culturale? Noi abbiamo fede che le cose cambino e non abbiamo mai mancato di cercare e offrire dialogo e collaborazione ma se la musica rimane la stessa i Cantieri Koreja sono destinati a chiudere molto prima del 2014 senza il ‘miracolo’ di vedere Lecce capitale europea della cultura. Franco Ungaro Cantieri Teatrali Koreja di Lecce

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LOVELY PLACE

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È

possibile che la cronaca della conquista (cruenta) d’una terra possa ingenerare nel lettore una specie di sindrome di Stoccolma, cioè un anomalo sentimento d’ammirazione nei riguardi di chi, quella storia, ha scritto? E questo anche quando il lettore è un lontano discendente della stessa gente che quella violenza subì? Dico senz’altro di sì, e non solo perché da quei fatti sono trascorsi oltre cinque secoli o perché questo impone la legge evangelica del perdono, ma anche per una ragione squisitamente letteraria. Come non rimanere ammaliati, infatti, da questa terzina che descrive la Puglia (la “Terra Longa” degli Ottomani): “La sua campagna pare in primavera / un giardino dell’Eden, / dal mare la sua riva è un tesoro che scorre…?” O da questo enfatico riferimento a Otranto: “… biasimare non si potrebbe chi l’abita; se vuoi trascorrere vita serena, vai ad abitare là”? È questo linguaggio poetico che riesce a camuffare le atrocità commesse dai turchi durante le scorrerie in Puglia e, in specie, durante l’eccidio di Otranto, prologo al più ambizioso progetto della conquista di Roma e di tutto l’Occidente. L’autore dello scritto è Semseddin Ahmed Ibn Kemal, cronista al seguito della spedizione comandata da Ghedik Ahmed Pascià. La sua Cronaca è inserita nelle Storie della Casa di Osman scritte su commissione del sultano Bayezid II “il Giusto”, figlio di Maometto II. La fonte, tradotta da Asim Tanis su sollecitazione di Maria Corti, è stata dalla stessa pubblicata nel 1990, presso Scheiwiller a Milano, nel volumetto Otranto allo specchio. Questa storia colpisce perché Ibn Kemal - un giornalista che oggi definiremmo embedded ha scritto, più che una cronaca, un vero poema epico ricco di immagini naturalistiche e di iperbole, alla maniera dei racconti de Le Mille e una notte. E proprio su queste descrizioni fabulose del paesaggio pugliese il committente contava perché venissero esaltate le sue gesta così da tramandarle ai posteri. Dopo aver parlato degli scopi dell’impresa (Maometto II - al-Fatih, il Conquistatore aveva chiesto ad Ahmed Pascià di annettere all’Islam la Puglia “scacciandone gli infedeli”) così Ibn Kemal descrive il teatro della battaglia: “La Puglia è un grande paese tra quelli che si affacciano sul mare; essa è descritta e nota ampiamente; il suo esercito dal cattivo costume è rinomato e noto per numero e ottimo addestramento; poiché il Mediterraneo costituisce la maggior parte delle sue frontiere, essa è annoverata tra le isole; i nemici sono riusciti a darle buon sviluppo e perciò questa regione è prospera e i suoi prodotti sono abbondanti”. Ma Ibn Kemal deve fare il mestiere per cui è stato pagato e lo fa mitizzando il racconto, trasformando la realtà in miraggio pur di enfatizzare l’impresa dei turchi. Così, infatti, descrive la potente flotta ottomana: “Navi grandissime

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1) Mola; 2) Brindisi; 3) Torri di ingresso; 4) Isola di Sant’Andrea; 5) Isolette delle Pedagne; 6) Torre Cavallo

LA PUGLIA VISTA DAL NEMICO Maometto II aveva chiesto ad Ahmed Pascià di annettere all’Islam la Puglia “scacciandone gli infedeli”. I turchi scrissero: «La sua campagna sembra, in Primavera, il giardino dell’Eden». Ecco come venne descritta la nostra regione, nella cronaca e nella cartografia Ottomana. di Guido Giampietro che a vederle sembravano grandi un mondo, tirate le ancore […], si diressero verso la Puglia; avanzarono con le vele che, come bandiere rischiaratrici delle tenebre, impedendo la penetrazione dei raggi del sole, coprirono la volta del cielo; con le navi sterminate, coperte di pece, il mare Mediterraneo prese l’aspetto di una pianura marina; con le punte delle lance verdeggianti e le bandiere, il mare assomigliò a una terraferma. […] I remi coprirono da ambedue i lati la superficie del mare, quella flotta assomigliava a migliaia di giganti; il mare infuriato […] aveva l’apparenza di un cammello ubriaco dalla bocca spumeggiante. Con la pura brezza mattutina, divenuta la messaggera della

vittoria, navigarono per un po’ di tempo. Giunti in Puglia vi entrarono e saccheggiarono i paese incontrati”. E come si fa a prendersela col cronista quando, qualche pagina dopo, descrive l’ambiente bucolico che gli viene incontro? “[Dalla Puglia], in cui ogni angolo è pieno d’oro e d’argento […], trassero tanti schiavi e schiave i quali […] avevano visi più puliti delle acque e occhi fonti di bellezza, e di cui era impossibile stimare il valore. Se di tutto questo ottenuto si togliesse un quarantesimo, diventerebbe un tesoro per i mendicanti di tutto il mondo. Ne presero tanto che ad esprimere e a scrivere non resisterebbero la lingua e le dita. Nel luogo


STORIA

1) Taranto; 2) Isole Cheradi; 3) Capo San Vito; 4) Convento Cappuccini.

soprannominato c’erano molte opere rare, paesi, città grandi ed ognuno aveva nei suoi dintorni una campagna prospera e una infinità di villaggi”. E dopo l’idilliaca descrizione, ecco la vittima predestinata: Otranto. “C’era una città che in confronto alle altre era come la luna piena tra le stelle; aveva una campagna verdissima […] piena di gente e, di fronte alle […] altre città, sembrava la notte della nascita di Maometto tra le altre notti. Il suo nome è Otranto… Ahmed Pascià raggiunse quella fortezza dalle mura solide; truppe numerosissime quanto le stelle si gettarono, come fanno le cicale sui campi di grano, sulla campagna nei dintorni della città, dintorni che parevano un giardino di alberi pieni di frutta e di foglie… Nemmeno nelle notti, il chiaro di luna, dando colore alla frutta non ancora matura sugli alberi, poteva farne l’aspetto lucente e neppure l’alba poteva pulire il viso ai fiori freschi…”. Sorvolando sull’eccidio della città e il martirio degli ottocento cristiani (né il lirismo di Ibn Kemal, né quello degli altri storici ufficiali ottomani - gli shahnameci - potrebbe infatti cancellare la macchia di quella vittoria!) rimane da chiedersi su quali ausili alla navigazione marittima (mappe, carte nautiche, atlanti, portolani, insulari, ecc.) i turchi potessero contare per rendere fruttuose le loro scorrerie in tutto il bacino del Mediterraneo (e non solo!). Al riguardo c’è da dire che ci troviamo in presenza d’una cartografia che, per bellezza pittorica, si discosta notevolmente dai canoni della scienza geografica fino a quel tempo dominante. Non fosse altro perché, a seguito del richiamo a Istanbul di artisti dalla Persia e dall’Asia centrale, a corte si era venuta formando una scuola miniaturistica che, oltre all’illustrazione dei libri, si occupava della rappresentazione ora fantasiosa, ora ricca di dettagli - di coste e vedute di città. Tra tutti i cartografi del XV secolo particolare

importanza riveste il Piri Reis, nato a Gallipoli (Gelibolu) sui Dardanelli. Insieme allo zio Kemal Rais - il famoso Camalicchio delle cronache popolari - combatté da corsaro nel Mediterraneo e fu durante questa attività che eseguì

marineria ottomana aveva avuto da sempre per queste coste o perché furono quelle più toccate nei numerosi viaggi di Piri Reis e dello zio. Su tutte le carte, oltre all’indicazione dei centri urbani, compaiono le torri di guardia edificate o

E di Otranto dissero: «Biasimare non si potrebbe chi l’abita. Se vuoi trascorrere vita serena, vai ad abitare là» disegni di coste e porti annotandovi utili notizie relative ai punti di orientamento ma anche al commercio. Nel 1485 lo zio entrò al servizio della marina ottomana e nel 1499, zio e nipote, furono nominati ammiragli (qapudan) della Sublime Porta. L’opera fondamentale di Piri Reis è Il libro del mare (Kitab-ï Bahriyye) - pubblicato in Europa solo nel 1919 - che lo storico tedesco Eduard Sachau definì “un’opera cartografica con annesso testo descrittivo, che, a causa della sua vasta ampiezza e della sua esattezza nei dettagli, merita di essere annoverata tra i monumenti più significativi della letteratura turca”. Cinque sono le carte che descrivono le coste pugliesi, dalle isole Tremiti al versante orientale del Gargano, a quello meridionale (con l’indicazione di “Provincia di Puglia” o Vilayet-i Puliye), fino alle due carte dedicate alla Terra di Bari. Quattro, invece, sono quelle riguardanti le coste salentine e queste sono le più belle e accurate, probabilmente per l’interesse che la

sui promontori o nei pressi di spiagge dove fosse facile effettuare uno sbarco o nelle vicinanze di fiumi che consentissero di fare “l’acquata”, cioè il rifornimento d’acqua dolce. È dunque in questo modo che ammiragli e cartografi ottomani hanno raccontato quel mare di Puglia che nei secoli è stato solcato da eroi mitologici e da profughi offesi dalla Storia; da eserciti regolari e da ciurme di corsari barbareschi. Oltre che da Crociati e mercanti, monaci e infedeli, pellegrini e furfanti. Un mare che però ancora oggi permette alle genti d’Oriente e d’Occidente d’incontrarsi e conoscersi. PM

IL LIBRO

Le mappe che abbiamo pubblicato in queste pagine sono tratte dal bel libro “Il Mediterraneo nella cartografia ottomana (coste, porti, isole negli atlanti di Piri Reis)”, scritto da Vito Salierno per Capone Editore, € 35.

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EVENTI

PROMESSI SPOSI

MATRIMONIO IN VETRINA

Q

Dal 10 al 13 novembre, nei padiglioni 18, 19 e 20 della Fiera del Levante a Bari, torna “Promessi Sposi” il salone nazionale dedicato alle coppie di futuri sposi, che tanto successo ha riscosso lo scorso anno (con circa 30 mila visitatori in 4 giorni, tra cui 11 mila coppie di futuri sposi). È l’edizione numero 18 quella che “Pubblivela” si appresta a mettere in scena, tra tanti eventi/spettacolo che allieteranno il pubblico di visitatori, come affascinanti sfilate di abiti da sposa, sposo e cerimonia, il concorso nazionale “Un giorno da modella” in collaborazione con “White Sposa”, gli sfiziosi corsi di cucina e una creativa novità: l’esposizione dell’Accademia delle Belle Arti di Bari, dal titolo “Il dolce d’artista”, i cui partecipanti sono: Anastasia Silvestri con l’opera DOLC’E’, Gianni De Serio e Mariangela Cassano con l’opera SALITA e SEDUTA, Michele Schino con l’opera TAKE IS SWEETY, Raffaella Del Giudice con l’opera PERDERSI M’E’ DOLCE, Roberto Sibilano con l’opera ROTHKO, Silvia Ferrante con l’opera GONFIA DI SE’, Vanessa Clemente con l’opera SENZA TITOLO. Infine, corsi di nail-art tenuti da “Nails Unghie e bellezza”, per le future spose che vogliano sbizzarrirsi. “Promessi Sposi” è una kermesse unica sul territorio pugliese, che abbraccia l’intero universo del matrimonio, in ogni suo dettaglio, e si rivolge non solo agli operatori del settore nuziale, ma anche alle coppie di futuri sposi, che, recandosi in fiera, hanno a portata di mano una vera e propria guida per poter costruire il loro matrimonio in tutte le sue sfaccettature, avendo un ampio ventaglio di scelte e di idee a loro disposizione. L’offerta espositiva vanta, infatti, oltre 1.000 abiti da sposa degli stilisti locali, nazionali ed internazionali, le più belle sale ricevimenti e gli hotel, pugliesi e non solo, aziende pasticcere e di catering, abiti da cerimonia in genere, agenzie viaggi, liste nozze e bomboniere, confetti, centri benessere, flower designer, make-up artist e hair stylist prestigiosi, fotografi, tutto per l’arredamento della casa, wedding planner, noleggio di auto d’epoca ed extralusso etc. Tra gli eventi che verranno presentati durante la quattro giorni ci sarà anche il concorso “Un giorno da modella”, organizzato in collaborazione con “White Sposa”, che tante adesioni ha raccolto lo scorso anno. Il concorso nazionale è rivolto a tutte le future spose che vogliano

A Bari e Galatina le due edizioni del Salone nazionale dedicato ad un settore trainante per la Puglia, dove si produce il 40% degli abiti da sposa italiani.

vivere un’esperienza unica, sfilando con splendidi abiti da sposa sulla passerella messa a disposizione da questa organizzazione. Tramite appositi casting (che si svolgeranno nei giorni 10 e 11 novembre nell’area casting e sfilate del padiglione n.18), saranno selezionate dieci aspiranti modelle che concorreranno, sabato 12 novembre alle ore 17:00, alla vittoria di 4 fantastici premi, legati al giorno delle nozze (un abito da sposa Errico Maria, un week-end a Parigi presso l’hotel Arès, una coppia di fedi Polello e il noleggio dell’auto nuziale con autista offerto dall’autonoleggio Il Maggiolino). Altro evento molto gustoso delizierà il palato dei visitatori: si tratta dei corsi di cucina tenuti da Anice Verde, azienda di catetring e scuola di cucina, che tanto successo hanno avuto lo scorso anno con numerosi iscritti che hanno voluto lasciarsi guidare dall’esperienza di validi cuochi, maestri del fornello. Quest’anno ci sarà anche una gara culinaria tra giornalisti, sabato 12 novembre alle ore 9:30. “Si Sposa”, anche quest’anno rivista ufficiale dell’evento “Promessi Sposi” a Bari, dopo il successo ottenuto nella scorsa edizione, con 5 mila copie distribuite durante la quattro giorni

alle coppie di futuri sposi che hanno visitato la kermesse dedicata al matrimonio. “Si” è una guida, un prezioso vademecum per le coppie di futuri sposi che vogliano essere consigliate, coccolate, condotte all’altare tra i dettagli più originali e le ultime tendenze nuziali. All’interno tutte le nuove collezioni di abiti da sposa e sposo, il reportage dalle passerelle milanesi di Sposaitalia, le location più affascinanti per i ricevimenti più glamour nella sezione Ville, dimore e castelli Sposi, e poi interviste esclusive a Diego Dalla Palma e Luca Montersino, e tanti consigli utili per chi si appresta a vivere il giorno più bello della sua vita. Sponsor ufficiale della manifestazione è la Msc Crociere, il main sponsor è “Si Sposa”. Il Salone sarà aperto dal 10 al 13 novembre 2011 secondo questi orari: giovedì 10 e venerdì 11 novembre dalle 16.00 alle 21.30; sabato 12 e domenica 13 novembre dalle 9.30 alle 21.30. Si accede dall’ingresso di Via Verdi. Per informazioni

rivolgersi ai numeri 080 2141014 e 0836 528503, oppure www.promessisposi.it. Dal 24 al 27 novembre “Promesis Sposi” si sposta invece al quartiere fieristico di Galatina. Orari fiera: giovedì 24, venerdì

25 e sabato 26 novembre dalle 16:00 alle 21:30; domenica 27 mattina dalle 9:30 alle 13:30; domenica 27 pomeriggio dalle 15:30 alle 21:30.

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PORTFOLIO

NUDO

D’AUTORE Dietro il nome Paul Banner, ormai famoso a livello internazionale, si cela un fotografo (e pubblicitario) di San Severo, Vito Tota. Che con i suoi scatti, mai volgari, fa emergere una donna consapevole del potere seduttivo della feminilitĂ

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PORTFOLIO

U

n tributo alla bellezza femminile. Basterebbe questa frase per raccontare i tanti anni di lavoro di Paul Banner noto per i suoi nudi artistici caratterizzati da uno stile inconfondibile nel panorama internazionale. È con questo pseudonimo che Vito Tota, pubblicitario pugliese, è arrivato alla ribalta internazionale. Considerato uno dei più talentuosi fotografi di nudo artistico, si è imposto per il suo stile originale, capace di reinterpretare il corpo femminile, fra erotismo e glamour. Nato a San Severo 45 anni fa, presto si avvicina alla fotografia, che gli consente di comunicare la sua visione personale della bellezza, il modo per fermare il tempo, la perfezione del momento. La sua passione per la comunicazione lo porta a laurearsi in Sociologia e ad avvicinarsi al mondo della pubblicità. Da oltre venti anni è infatti art director e copywriter della HGV Italia, una nota agenzia pubblicitaria pugliese con la quale, grazie alla sua inesauribile creatività, ha firmato originali e raffinate campagne pubblicitarie, contribuendo a dare una forte valenza professionale al ruolo della comunicazione e alla crescita del territorio in cui opera. I suoi scatti, che denotano una grande padronanza del mezzo fotografico, sono apparsi su Photo magazine, Foto Hits, Duclerck, Photographer, People Magazine, CHeads, Max, Acid Jazz, Men’s Healt, Stern, Cool Hunter magazine, Art magazine, Vanity Fair e tante altre. La Rai gli ha dedicato uno speciale andato in onda su Rai International. Nel 2008 la casa editrice francese “Ragage Editions” gli ha dedicato una monografia dal titolo Sensualità.Nel 2009 con la casa editrice “Claudio Grenzi Editore” ha pubblicato un volume dal titolo Eros e glamour. L’indugio nell’immagine del corpo. Sempre nel 2009, 35 sue opere sono state esposte nella sede del MAT nell’ambito della prestigiosa rassegna intitolata “Eros. L’incanto e l’identità”, al fianco di nomi come Andrea Pazienza e Jacovitti. Al di là dell’alto tasso di sensualità, i nudi di Paul Banner, rivelano una loro peculiare valenza artistica, non solo perché riescono a superare una rappresentazione freddamente oggettiva del corpo femminile comunicando sensazioni ed emozioni, ma anche perché oltre ed estrinsecarne l’alto potenziale erotico ne colgono l’armonia delle linee con grande senso della composizione, del colore e dei chiaroscuri. Le figure femminili di Banner, trasmettono

un senso di erotismo positivamente intrigante, a volte misterioso ma mai morboso o perverso, anche quando, come talvolta accade, giocano a provocare o ad assumere pose teatralmente drammatiche. Paul Banner è riuscito a conseguire nei suoi scatti due risultati importanti per un fotografo di nudi: innanzitutto realizzare immagini in grado di comunicare erotismo anche quando, tra luci ed ombre, in parte soffusamente alludono più che esplicitamente mostrare (e spesso mostrano tanto…), centrando così l’elemento intorno al quale l’erotismo principalmente ruota: l’immaginazione. In secondo luogo i suoi nudi riescono ad essere sempre intensamente sexy senza scivolare nella volgarità. Le donne di Banner infatti, lungi dall’apparire quale strumento passivo di piacere, appaiono consapevoli del potere seduttivo della propria femminilità, divertendosi ad utilizzare la loro apparente vulnerabilità come mezzo per affascinare. Dice di lui Giorgio Rigon, noto fotografo e critico fotografico: “La donna di Banner è avvolta in una morbida luce calda che ha sapore d’intimità domestica, una luce carezzevole, metafora di ben altre carezze. È una fotografia, quella di Banner, che va letta con gli strumenti dell’estetica d’Arte, non meno che con quelli della sensualità”. Per conoscerlo meglio il lavoro di Vito Tota visitate il suo sito web: www.paulbanner.com.

NON SOLO DONNE. Alcuni scatti del fotografo foggiano. Qui a sinistra, invece, una delle sue campagne pubblicitarie, per il pastificio Tamma, vincitrice del premio “Agorà” per la sua originalità.

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MARE

SOGNI PER L’ESTATE Il cantiere nautico Idea Verde ci guida alla scoperta delle novità dell’ultimo Salone nautico di Genova

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C38 SESSA MARINE

Stile elegante, design innovativo, per questa barca che promette di diventare un nuovo best seller. La luce che filtra attraverso le ampie vetrate, come in una veranda, contribuisce ad aumentare la sensazione di fusione con il mare. Sottocoperta l’ottimizzazione degli spazi garantisce una vivibilità estrema grazie alle due cabine matrimoniali e al bagno di dimensioni elevate per la categoria. Le due cucine, una interna e l’altra situata nel pozzetto, le zone prendisole, le chaise longue e gli ampi divani permettono di sentirsi come a casa. € 275.000+Iva. Leasing a partire da € 1.800 al mese.

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Il nuovo stile Prestige di seconda generazione: l’interno aperto sul mare, spazi vivibili di grande effetto caratterizzano il Prestige 400, che si integra alla perfezione nel nuovo mondo Prestige. Esibito all’interno, il nuovo stile Prestige, elegante senza mai eccedere, offre armonie di forme e materiali e colori contemporanei. Due cabine separate, dinette trasformabile, due bagni € 290.000+Iva. Leasing a partire da € 1.900 al mese.

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MARE

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MARE

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Cavatelli Mediterraneo ingredienti per 4 porzioni › 200 gr. di pasta fresca di grano duro o di semola › 50 gr. di olio d’oliva › 30 cl. di vino bianco › 80 gr. di cozze fresche al netto del guscio › 100 gr. di pesce spada › 80 gr. di gamberi › 100 gr. di melanzane già arrostite › pomodorini rossi “Tombolino di Leverano” › prezzemolo › 1 spicchio di aglio › pepe › mentuccia fresca Mettere in una casseruola olio e aglio; appena inizia a fumare immergere gamberi, cozze, pesce spada e pomodorini tutto insieme; versare subito il vino, il pepe ed il sale. Cuocere per 10 minuti con aggiunta di un mestolo di acqua della cottura della pasta. Mettere a cuocere i cavatelli e le orecchiette; appena pronta versare la pasta nella casseruola ed aggiungere le melanzane, saltare nella casseruola finché non è tutto amalgamato. Servire nei piatti e arredare con coriandoli di menta fresca. Ricetta del ristorante L’ANGOLO DI BEPPE Torre Lapillo - Porto Cesareo (Lecce) tel. +39.0833.565333 www.angolodibeppe.it info@angolodibeppe.it

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CUCINA

Gnocchetti di patate, fagiolini e fiori di zucchina ingredienti per 4 porzioni PER GLI GNOCCHI: › 1,5 kg. di patate lesse › 150 gr di farina 0 › 150 gr di semola di grano duro › 2 uova › noce moscata PER LA SALSA: › 20 fiori di zucchina › 100 gr. di fagiolini pinti › 1 dl di olio extravergine di oliva › 2 palline di tartufo nero › 1 spicchio di aglio › 1 rametto di rosmarino › 5 foglie di menta › la polpa di 2 pomodori ramati tagliati a cubetti › sale e pepe q.b. Schiacciate le patate ancora tiepide su un tavolo di marmo, unirvi le farine, le uova, un pizzico di sale, pepe e noce moscata, amalgamare delicatamente e procedere per la preparazione degli gnocchi. In una padella riscaldiamo l’olio, e farvi imbiondire l’aglio con il rosmarino e la menta, unire i fagiolini pinti (precedentemente

sbollentati) e i pomodorini. Cuocere per alcuni istanti a fuoco dolce ed aggiungere i fiori di zucchina tagliati a listarelle. In abbondante acqua salata bollire gli gnocchi, scolarli e passarli nella salsa, saltarli e servirli su piatti individuali, guarnendo con tartufo nero affettato ed un filo di olio extra-

vergine di oliva.

dere 50 gr di burro con uno spicchio di aglio in camicia e cuocete da entrambi i lati i 4 medaglioni. Sistemare nel piatto in un angolo il pane dorato con le olive fritte, mentre al centro, i funghi con su il medaglione tagliato a metà, infine un filo di olio extravergine di oliva.

Ricetta del ristorante DUCA DI MARTINA Martina Franca (Ta)/Via Taranto, 59 - Zona G tel. +39.080.4805152 www.relaisvillasanmartino.com info@relaisvillasanmartino.com

Ricetta del ristorante IL POETA CONTADINO Alberobello (Bari) / Via Indipendenza, 21 tel. +39.080.4321917 www.ilpoetacontadino.it ilpoetacontadino@tiscali.it

Lombatina di agnello in crosta di olive leccine per 4 persone

ingredienti per 4 porzioni › 100 gr. di olive nere › 200 gr. di funghi di bosco › 300 gr. lombata di agnello › 60 gr. di caciocavallo › 50 gr. di pane di Altamura › 50 gr. olio extra vergine di oliva › 50 gr. di burro › 30 gr. di farina › 50 gr. pangrattato › 1 uovo › aglio › 20 cl. di vino bianco Tagliate 4 medaglioni dalla lombata di vitello, battete leggermente e create una tasca con un coltello ben affilato, inserite del caciocavallo tagliato in piccoli pezzi e infarinate le 4 lombatine, passatele nell’uovo e infine nel pangrattato e olive disidratate. In un padellino con 30 gr. di olio friggete le olive e infine far dorare nello stesso olio delle fette sottili di pane di Altamura. Cuocete i funghi precedentemente tagliati a lamelle, con olio, aglio, prezzemolo e sfumate con del buon vino bianco. Per ultimo in un tegame ben caldo far fon-

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RICETTE

Costatine di agnello con spezie varie ingredienti per 4 porzioni › 1 kg. di costatine di agnello › timo, salvia e rosmarino q.b. › 50 gr. di olio extravergine di oliva › sale q.b. Prendere le costatine di agnello, porre il tutto in una teglia, successivamente cospargere le erbette aromatiche tritate sull’agnello poi mettere l’olio e il sale. Mettere in forno ventilato per 20 min. a 200°. Ricetta del ristorante MEDINA Orsara di Puglia (Fg)/Piazza Municipio, 18 tel. +39.0881.964044/968101 +39.348.2437411 www.orsara-medina.it gigi@orsara-medina.it

Costatine di agnello con spezie varie ingredienti per 4 porzioni › 1 Kg. di agnello › 1 Kg. di patate › formaggio pecorino grattugiato e grana › 3 cucchiai di olio › prezzemolo › aglio › pomodorini a pezzetti › sale e pepe q.b. In un “coccio” (tegame in terracotta) unto di olio e con pochi pezzi di pomodorino, sistemare le patate sbucciate, lavate e tagliate a pezzi sottili, condirle dopo averle ben sistemate con sale, pepe, prezzemolo, aglio a pezzetti, formaggio grattugiato, una croce di olio e poi poggiare i pezzi di agnello e condire nuovamente come per le patate. Risistemare in superficie le patate ordinatamente ed un po’ accavallate e condire nuovamente, un filo d’olio e un goccio d’acqua. Infornare a forno moderato per un’ora e più, finchè la carne sia cotta e le patate ben cotte ed un po’ abbrustolite. Ricetta del ristorante MASSERIA IL FRANTOIO Ostuni (Brindisi) / S.S. 16 Km. 874 tel. +39.0831.330276 www.masseriailfrantoio.it prenota@masseriailfrantoio.it

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I fondatori del Consorzio Puglia Best Wine. Da sinistra: il presidente Luigi Rubino (Tenute Rubino), Nunzio Filo Schiavoni (presidente del Consorzio Produttori Vini di Manduria), Angelo Maci (preisdente delle Cantine Due Palme), Francesco Zecca (Conti Zecca) e Alessandro Candido (Candido). In meno di tre anni di attività ha realizzato diverse missioni all’estero, una serie di iniziative a supporto dell’internazionalizzazione e della comunicazione delle aziende aderenti al consorzio. Apulia Wine Identity è un progetto, promosso dal Con-

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sorzio e dall’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Puglia. Partner tecnico, la Guida del Gambero Rosso, che guiderà le degustazione dei vini selezionati e presentati dalle 21 aziende partecipanti. La giuria è composta da giornalisti, master wine ed opinion leader internazionali provenienti da tre continenti: 280 le etichette in degustazione, di cui 60 (vendemmia 2010) in en primeur. Previsti 5 eno-tour di territorio, con visite alle aziende e delle città coinvolte: Brindi, Lecce, Trani e Barletta. (www.pugliabestwine.it)


EVENTI

LA DISFIDA

DEI VINI PUGLIESI Dal 22 al 27 novembre una cinquantina di enogiornalisti nazionali ed internazionali daranno il rating alle bottiglie di Negroamaro, Primitivo e Nero di Troia prodotte da 21 cantine. L’iniziativa del consorzio Puglia Best Wine, punta a promuovere il territorio ed i prodotti delle nostre aziende

C

on Apulia Wine Identity, per la prima volta, il meglio dell’enologia pugliese mette insieme le forze per ospitare, nel proprio territorio, una manifestazione autoprodotta di altissimo livello e aperta al mondo, con la partecipazione di una cinquantina di giornalisti enogastronomici provenienti da ogni dove. In scena dal 22 al 27 novembre, con epicentro nella stupenda città di Trani, la kermesse prende slancio dalla volontà di raccontare al gotha della stampa specializzata internazionale, nel modo più diretto ed efficace, la storia e il presente di un’enologia che si sta facendo conoscere nel mondo con prodotti capaci di intercettare a pieno l’evoluzione del gusto di un consumatore sempre più preparato ed esigente. L’evento è stato promosso da Puglia Best Wine, il consorzio che con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Puglia ha messo insieme le 21 aziende partecipanti e coinvolto, come partner tecnici, la Guida del Gambero Rosso e, per la presentazione del Rapporto Economia del Vino in Puglia, l’Unicredit. Di grande interesse il rilievo internazionale voluto per questa prima edizione di Apulia Wine Identity: sono infatti 20 le nazionalità di provenienza dei giurati selezionati, tra cui spiccano le delegazioni dei paesi emergenti dell’area BRIC, (Brasile, Russia, India e Cina) ma anche Corea, Thailandia, oltre a rappresentanti dei mercati di sbocco tradizionali, come Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Svizzera. La Giuria di esperti - in grandissima parte giornalisti specializzati - sarà chiamata a degustare en primeur il meglio delle produzioni non ancora in commercio di Negroamaro, Primitivo e Nero di Troia della vendem-

IL PROGRAMMA Il clou a Trani e Barletta. Tra gli ospiti Bruno Gambacorta e Marco Sabellico. Le città di Trani e Barletta condivideranno l’ospitalità della prima edizione di Apulia Wine Identity, la manifestazione interamente dedicata ai vitigni storici della regione, in programma dal 24 al 27 novembre 2011. Epicentro dell’evento il prestigioso Hotel San Paolo al Convento, nella città di Trani, dove si terranno le degustazioni dei vini en primeur riservate a giuria e giornalisti. Sabato 26, sempre a Trani, alle ore 18, gli eventi aperti al pubblico, con una fantastica degustazione dei vini selezionati per Apulia Wine Identity (oltre 160 le etichette presentate) e la presentazione del libro di Bruno Gambacorta, noto giornalista del TG2 e storico curatore di Eat Parade. Si chiude domenica 27 alle ore 12, al teatro comunale della città di Barletta, con il talk show dedicato ai produttori, invitati a rispondere alle domande di Marco Sabellico (della Guida del Gambero Rosso) e dei giornalisti italiani ed internazionali presenti all’evento.

mia 2010, a visitare territori di produzione e a decretare, in conclusione, il rating raggiunto dai vini nelle diverse sessioni di degustazione. Ospiti che oggi saranno visitatori e giudici, ma domani, certamente, ambasciatori entusiasti di un territorio particolarmente vocato alla viticoltura di qualità e, sempre più identificato come una “nuova frontiera dell’enologia italiana” caratterizzato da un potenziale di

crescita, in valore e per export, più che significativo. Sarà un viaggio nei territori di produzione, dalle terre del Nero di Troia, a Nord di Bari, sino a raggiungere i lembi più estremi del Salento, tra le province di Brindisi e Lecce, senza dimenticare l’importanza della zona di Manduria, condivisa in parte anche dalla provincia di Taranto. Un caleidoscopio di aziende, territori e vitigni che avranno modo di svelarsi ad un pubblico più ampio, con le degustazioni aperte ai wine lover e operatori della ristorazione pugliese. «Vogliamo esaltare il legame identitario che lega i nostri vini ai diversi territori di produzione - spiega Lugi Rubino, presidente del Consorzio Puglia Best Wine - e ampliare e promuovere la conoscenza dei nostri vini coinvolgendo autorevolissimi rappresentati della comunicazione internazionale». Nella giornata di chiusura di domenica 27 novembre verrà proclamato il rating sulle tre varietà 2010 (Negroamaro, Primitivo, Nero di Troia) e, a seguire, ci sarà un talk show con tutti i produttori che risponderanno alle domanda dei giornalisti invitati. Un focus particolare sarà dedicato alla stampa economica: in una regione come la Puglia l’enologia riveste non solo un dato di bellezza e tradizione ma anche un dato economico non indifferente. L’obiettivo, sottolineare il valore economico del sistema produttivo del vino di qualità, il potenziale di crescita sui mercati interno ed estero e contribuire così a sviluppare una più ampia comunicazione di relazione con il territorio, valorizzandone gli aspetti culturali, naturalistici e gastronomici. PM

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P.O. FESR PUGLIA 2007/13

IN PUGLIA OGNI GIORNO È UN EVENTO!

R

ealizzato nell’ambito del P.O. FESR Puglia 2007-2013, Puglia Events è il nuovo sistema di comunicazione integrata della Regione Puglia per promuovere e raccontare, in Italia e all’estero, gli eventi Made in Puglia. Per chi è alla ricerca di spettacoli teatrali, appuntamenti d’arte o incontri con il cinema d’autore, per chi vuole sapere di più su manifestazioni tradizionali, sport, fiere e business, iniziative di eccellenza gastronomica: Puglia Events è il portale ideale per sapere sempre dove, come e quando in un click. Puglia Events è la guida digitale, in italiano e in inglese, per conoscere i programmi, le location, la mappe e i dettagli di ogni appuntamento. Un mondo dove interagire attivamente,

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E oggi è possibile averli tutti a portata di click. Basta andare al sito www.pugliaevents.it, per accedere ad un mondo di appuntamenti da non perdere creare wishlist personali con gli eventi preferiti, condividere commenti e foto ed essere sempre aggiornati con le ultime news. L’obiettivo del progetto? La promozione del brand territoriale anche attraverso la comunicazione e la promozione dei tanti eventi presenti in Puglia durante tutto l’anno.

Ma non è tutto. Puglia Events non è solo un portale per turisti. E’ infatti anche un servizio pubblico destinato agli operatori culturali del territorio, pubblici e privati, che possono usufruire di una vetrina comune per la promozione dei propri eventi. E’ quindi uno strumento di facile utilizzo per la creazione e l’aggiornamento di eventi, rassegne e location. Inoltre, al fine di offrire un servizio completo ed efficiente, gli utenti possono contare sul supporto full-time di una redazione dedicata. Il portale, consultabile anche tramite dispositivi mobile, è sostenuto da una comunicazione pubblicitaria pianificata sui media tradizionali e sul web e ha dato vita ad una community in


crescita sui principali canali social (Facebook, Twitter, Flickr e YouTube). Puglia Events quindi è un progetto completo e, nell’ottica di offrire ai turisti e ai pugliesi uno strumento utile nella scelta degli eventi, per l’estate 2011 è stata realizzata anche la prima guida ufficiale “What’s On in Puglia”: un’agenda con tutti gli eventi della stagione estiva, distribuita nei punti chiave di tutta la regione (aeroporti, porti e stazioni, punti informativi, hotel, stabilimenti balneari e principali luoghi di interesse). Nato solo ad Aprile 2011, il portale registra già una media di 1500 visite al giorno, triplicate nel mese di Agosto e provenienti da tutto il territorio italiano. Buone anche le visite dall’estero, in particolare da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Belgio, Spagna e Norvegia. Ad oggi il portale raccoglie più di tremila eventi caricati e oltre mille location, cinquemila utenti iscritti, di cui più di mille sono organizzatori che

finora hanno aderito al progetto e che partecipano attivamente ogni giorno alla realizzazione dei contenuti del portale. Puglia Events per gli operatori Possono registrarsi su PugliaEvents.it tutti gli operatori pubblici e privati, in forma singola o associata, che hanno programmato, o che intendono programmare, organizzare e promuovere eventi: associazioni, imprese, enti pubblici, organismi religiosi, consorzi, fondazioni. Gli eventi devono essere classificabili in una delle categorie di Puglia Events (cinema, musica, teatro e danza, business e fiere, sport e ambiente,

enogastronomia, tradizione, intrattenimento, arte e cultura) e devono svolgersi in Puglia entro il 31 Dicembre 2012. Per registrarsi basta cliccare su PugliaEvents.it e seguire le indicazioni. L’accesso nell’area riservata del portale per la creazione e la gestione di eventi e location non è il solo benefit che Puglia Events offre. Il vero vantaggio è il supporto di un team a disposizione degli utenti per consulenza e supporto nell’utilizzo del portale, oltre al sistema di comunicazione integrata online e offline: un amplificatore della promozione del territorio pugliese a livello locale, nazione e internazionale. “I like” Puglia Events La community di PugliaEvents.it è sempre più social, con più di 7.000 Likers e 700 Followers di tutto il mondo sempre aggiornati sugli eventi della Puglia. Una grande famiglia che segue su Facebook gli highlights degli appuntamenti pugliesi e che ne condivide le esperienze. Una comunità che ha voglia di vivere la Puglia anche a distanza grazie al live blogging su Twitter. Ma anche l’occhio vuole la sua parte, e allora su Flickr è possibile vedere le foto caricate direttamente dalla redazione di Puglia Events e dagli utenti iscritti al gruppo. E per rivivere le emozioni dei grandi momenti di musica e della tradizione basta cliccare su YouTube. Nelle foto (PugliaEvents.it): sopra il Folk Festival di Carpino, la Notte della Taranta di Melpignano ed il Mercatino del Gusto di Maglie. Sotto un concerto dell’Acquaintesta Music Festival 2011 di Bari.

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Cartellone

PUGLIAEVENTS

EVENTI › PROTAGONISTI › MOSTRE › In collaborazione con www.pugliaevents.it

11 Venerdì

NOVEMBRE NUOVO TEATRO VERDI Brindisi, prima nazionale

CARMEN

Compagnia De Danza Aida Gomez

A

ída Gómez, che in carriera ha lavorato con il grande ballerino gitano Joaquín Cortés e con uno dei maggiori coreografi del XX secolo, il francese Maurice Béjart, è una delle artiste più importanti nel panorama della danza spagnola. Coreografa e artista affermata, vincitrice del Premio nacional de la Danza (2004), del Premio Cultura della Comunidad de Madrid (2008) e del Premio La Barraca de la Universidad Internacional Menendez Pelayio (2010), presenta per la prima volta in Italia una versione della Carmen piena di sensualità e freschezza. In scena ci sono diciassette ballerini affidati alla direzione scenica di Emilio Sagi, già

direttore del Teatro Real di Madrid, noto in Italia per aver preso parte con i suoi allestimenti a varie manifestazioni di assoluto prestigio, dal Rossini Opera Festival di Pesaro ad alcune tra le più importanti stagioni d’opera, tra cui quelle della Scala di Milano, del Teatro Comunale di Firenze e del Comunale di Bologna. Le musiche originali di José Antonio Rodríguez eseguite dal vivo si accompagnano alle note della celebre opera di Bizet arrangiate da Miguel Roa, in uno spettacolo in cui viene esaltata la forza prorompente della celebre sigaraia di Siviglia. www.fondazionenuovoteatroverdi.it

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18

27

Venerdì

Venerdì

NOVEMBRE

NOVEMBRE

ANGELÈ Manduria (TA)

DEMODÈ Modugno (BA)

IOTATOLA Musica

99POSSE Musica

info@angele.it - 339 3649533

080.5621567

NOVEMBRE

6

POLO MUSEALE

PINACOTECA PROVINCIALE BARI

16

Fino al

Fino al

NOVEMBRE

Ascoli Satriano (FG) LO SPRECO NECESSARIO. IL LUSSO NELLE TOMBE DI ASCOLI SATRIANO

L

o spreco necessario. Il lusso nelle tombe di Ascoli Satriano, è il titolo della mostra, a cura di Marisa Corrente, in corso presso il Polo Museale di Ascoli Satriano (in via Santa Maria del Popolo, 68), organizzata in occasione del Centocinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia. Il percorso si svolge all’interno del Polo Museale che ospita collezioni della Diocesi di CerignolaAscoli Satriano e l’eccezionale complesso di marmi policromi di età ellenistica proveniente dal Paul Getty Museum. La mostra archeologica intende evidenziare gli aspetti qualitativi e quantitativi del lusso nella dimensione funeraria del centro daunio di Ausculum, con reperti provenienti dagli scavi archeologici condotti in circa un cinquantennio di ricerche nel territorio. Il percorso espositivo mette bene in evidenza lo scenario della ricchezza e del privilegio di Ausculum, importante centro del Carapelle, attraverso l’accurata regia e l’evidente strategia del potere che segnano le tombe del lusso in un ampio arco cronologico. La mostra è accompagnata da una breve guida a cura di Marisa Corrente. Sono previste visite guidate su richiesta, a cura dell’Associazione di Promozione Sociale “Nostoi”. Info: 334.6613414.

Bari

ESPRIT MEDITERRANEEN

I

otatola è un duo “sui generis”, molto originale e tutto da spiegare. Il progetto Iotatola nasce dall’incontro tra Serena Ganci, femme du jazz cresciuta nei club di Parigi, e Simona Norato, rockeuse che ha calcato alcuni tra i più grandi palchi indie d’Italia. “’Iotatola’ é un’espressione che abbiamo rubato alla figlia di un amico” - spiegano le artiste: “Quando era piccola e i grandi cercavano di aiutarla a fare le cose, la bimba diceva sempre ‘io ta tola’ che vuol dire ‘io da sola’. Abbiamo sposato quest’espressione come forma di emancipazione femminile. Siamo due donne e siamo una band. Facciamo tutto da sole”. Serena, vocalist, assieme a Simona, strumentista, con il brano Addio, ha entusiasmato la giuria e la platea dell’ultima edizione di Musicultura, vincendola, oltre a ricevere il Premio AFI per il miglior progetto discografico (Divento viola) e venendo definite dagli addetti ai lavori una delle realtà più interessanti della musica italiana.

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H

anno sempre raccontato l’Italia con forza, parole e suoni senza veli, senza ombre. E ora, dopo dieci anni, tornano i 99 Posse di O’ Zulu’, Marco Messina, JRM e Sacha Ricci per raccontare ancora questa incredibile Italia del 2011. Lucidi e ironici, crudi, potenti lanciano “Cattivi guagliuni”. L’album uscirà in anteprima il 18 ottobre solo su iTunes, mentre dal 25 ottobre sarà in tutti i negozi. A fine novembre partirà invece il tour. Al Demodè di Modugno saranno in prima assoluta. Il suono di Cattivi Guagliuni segna una sorta di ritorno alle origini e ripropone l’efficacissima miscela di generi che caratterizza la band fin dal primo album, naturalmente aggiornata a oggi. Si va dall’R’n’B tinteggiato di Reggae della title track ai suoni Nu Disco di “Confusione totale” e “Penso che non me ne andrò” fino all’Hardcore Punk di “La Paranza di San Precario”. Con alcuni punti fermi: il Raggamuffin e l’Hip hop. Costo del biglietto: 10 €.

C

on una scelta di immagini di più di cinquanta autori italiani, che attraverso le loro opere hanno definito una linea di narrazione della propria identità mediterranea, ancora una volta la Pinacoteca Provinciale di Bari è protagonista di un evento culturale che vede al centro dell’interesse il confronto dialettico tra antropologia e fotografia. Promossa dall’Assessorato per i Beni e le Attività Culturali della Provincia di Bari, e patrocinata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia, la mostra Esprit Méditerranéen, a cura di Clara Gelao, direttrice della stessa Pinacoteca, e di Cosmo Laera, fotografo e ideatore di eventi fotografici, potrà essere visitata fino al 6 novembre. L’esposizione prende spunto dal volume fotografico, curato da Cosmo Laera (sua la foto in alto), con un testo critico di Roberto Mutti (ed. Arti Grafiche Favia, Bari), costruito sull’idea dell’esistenza di una sorta di “mediterraneità”, cioè di una più o meno esplicita appartenenza ad una civiltà millenaria, ricca di componenti storiche, filosofiche, antropologiche, e della conseguente possibilità di riconoscere questa dimensione mediterranea. Informazioni: Pinacoteca Provinciale, Via Spalato 19 / Lungomare Nazario Sauro 27, 70121 Bari Tel. 080 / 5412421/2/3/4/5/6/7.


PUGLIAEVENTS MOSTRE

DAEDALUS RISING La personale di Zaelia Bishop alla Fabrica Fluxus di Bari

È

29

Da Sabato

OTTOBRE

PIAZZA PALIO

Lecce

LECCEARREDO DESIGN Fino all’1 Novembre Ingresso gratuito

N

el cuore dell’autunno leccese ritorna l’appuntamento esclusivo con LecceArredo Design, occasione per trasformare la naturale inclinazione ad abitare la bellezza degli spazi, sempre in aperta ricerca di personalizzazione in armonia. Nell’open space di Leccefiere, l’edizione 2011 darà ancora più spazio al design ed alla creatività attraverso i materiali innovativi che diventano confort a portata di mano. LecceArredo Design 2011, evento firmato Enneplus, racconta una design che vuole essere più accessibile. Forme, idee, usi, ma anche un estetica che parla un linguaggio accattivante, ma sempre familiare e diretto. La tendenza è sicuramente la personalizzazione della casa, vissuta sempre più come luogo dove esprimere a pieno la propria personalità e vivere in modo informale. Non ci si accontenta di librerie, mobili e arredi per il soggiorno o le altre zone della casa, ma si ricerca il pezzo di qualità, il più possibile personalizzabile e che duri nel tempo. LecceArredo Design punta a guardare al futuro in maniera energica e propositiva, con un fervente e continuo desiderio d’evoluzione per affrontare ogni sfida del mercato, nel nome della sobrietà, della funzionalità e del relax che diventa un’idea in espansione.

all’insegna del labirinto la nuova mostra presentata negli spazi della Fabrica Fluxus Art Gallery di Bari. La personale “Daedalus Rising” di Zaelia Bishop (Roma, 1977), a cura di Francesco Paolo Del Re in collaborazione con Roberta Fiorito resterà aperta fino al 27 novembre. È la prima mostra personale nel Sud Italia dell’artista romano autore di affascinanti assemblage materici, sospesi in equilibrio sulle regioni selvatiche della memoria e del sogno. Sepolto da sedimenti di rimembranze e stratificazioni di desideri e patimenti di stagioni mai del tutto disabitate, il labirinto risorge sulla spinta di un irrefrenabile movimento tellurico, come luogo di fantasmagoria, architettura impossibile in cui riconnettere ipotesi di storie, frammenti di narrazioni disparate, filiazioni letterarie, echi di possibilità, mesmerismo di citazioni e voracità di collezioni. È lo scenario ideale in cui ambientare l’affaccendarsi di un’adolescenza eterna, popolata dalla filigrana di figure care, appassionate, screpolate dal tempo che non perdona, sgretolate dagli urti di un’immane catastrofe del quotidiano che si fa concrezione, escrescenza, infiorescenza umbratile protesa verso lo spettatore, come per un abbraccio di riconoscenza. Dal labirinto parte la sfida titanica dell’artista, lo strenuo tentativo di trovare l’uscita del dedalo, nonostante la consapevolezza del possibile fallimento. La mostra “Daedalus Rising” presenta due cicli di lavori realizzati da Zaelia Bishop nell’ultimo anno, distinti ma tra loro vincolati, accompagnati da un’installazione. I “Portraits After Great Pain” nascono sotto il segno del Naufragio, inteso come metafora di frantumazione. Sono ritratti di uomini, donne e bambini smarriti nel tempo che tornano, nella labile traccia fotografica centenaria sopravvissuta fino ai giorni nostri, a bussare alla porta del presente portando in dono i segni di una trasformazione. Ciascuno dei protagonisti dei ritratti porta infatti su di sé la memoria di un urto antico. Gli elementi che ne trasfigurano corpi e volti sono la traccia ultima del ricordo della loro collisione. L’intero lavoro va inteso come una ricerca tra le pagine scomposte di biografie immaginarie. Ciascuna biografia addensa un ricordo inesorabilmente sfigurato dal tempo e attualmente non intellegibile.

I “Diari dal Dedalo” rappresentano una tappa all’interno di un lungo percorso parzialmente autobiografico che si dipana in modo labirintico e senza destinazione, attraverso la memoria stessa dell’autore. Si presentano nella forma di piccole wunderkammern apparecchiate in vecchie scatole di legno. Sono un tentativo di ricomporre frammenti e simboli disseminati lungo la linea d’ombra che separa la fanciullezza dall’età adulta. All’ingresso della galleria, inoltre, lo spettatore è accolto da un’installazione. Dal soffitto dello spazio espositivo Zaelia Bishop fa calare una serie di elementi sospesi per mezzo di fili sottili intrecciati, simili a capelli. Elementi naturali, vegetali o animali, armati di disidratata pericolosità, concrezioni fossilizzate di un tempo immemore, nodi di parole per carteggi afasici, argini in cui è stato lasciato scorrere il fiume della memoria fino a non trattenere più l’eco di un’acqua, memoria che si sclerotizza in un lacerto fotografico, in una congettura biografica, nello sbiadire di una passione, ansito di un futuro passato. Ricorrono gli elementi che caratterizzano la personale grammatica espressiva dell’artista: non evenienze casuali, ma epifanie di un’attitudine elettiva che vengono investite dello smisurato potere evocativo di spalancare mondi, di condensare ricordi, di distillare il dolore e amplificare il sentimento, di assurgere a vettore presente di un rimosso, di un desiderio estenuato, di un delitto vaporizzato, di un rinunciatario trionfo, di un rituale smarrito e senza istruzioni. I temi che permeano tutto il corpo del lavoro di Zaelia Bishop sono il tempo inesorabile, che preserva disseminando e poi logora, e il senso della perdita irrimediabile a esso connesso. INFORMAZIONI: Francesco Paolo Del Re, cell. 320.0823405. Fabrica Fluxus Art Gallery, 080.5236319. www.fabricafluxus.com

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Da Giovedì

NOVEMBRE FIERA DEL LEVANTE

Bari

MEDIMEX Fino al 27 Novembre Ore: 9.00-0.00

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edimex è la Fiera delle Musiche del Mediterraneo, prima in Italia, organizzata da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale, con l’obiettivo di favorire la relazione tra mercato musicale regionale, italiano ed europeo - con particolare attenzione al Mediterraneo - allo scopo di incentivare scambi artistici e rapporti commerciali e sostenere lo sviluppo dell’intero comparto musicale. Una borsa mercato musicale che si svilupperà in oltre 4.000 mq di spazio espositivo nella più importante campionaria del Mediterraneo, ospiterà 150 stand e 1000 operatori nazionali e internazionali; previsti 4 spazi dedicati a showcase e concerti selezionati che coinvolgeranno artisti pugliesi, italiani e internazionali e 4 aree dedicate a convegni internazionali, presentazioni, workshop e incontri d’autore. Orari: 9.00-24.00 www.pugliasounds.it/medimex www.pugliamagazine.it

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10-11 Sabato e Domenica

DICEMBRE

CENTRO STORICO

Noci

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Venerdì e Sabato

DICEMBRE

TEATRO TATÁ

Taranto

CIRCUS INCOGNITUS Via Grazia Deledda. Tel. 099.4725780.

J

amie Adkins porta il suo straordinario talento per raccontare la storia di un uomo che lotta contro la sua peggiore paura: parlare in pubblico. Cominciando con un palco vuoto e un solo microfono, Jamie siede alla sua macchina da scrivere per creare un nuovo spettacolo. Come lui si confronta con le sue paure, il mondo del palco inizia a cambiare intorno a lui. Egli si destreggia quasi con tutto, cammina su un precario filo molle, si ritrova alle prese con la propria antica sedia, e si confronta con un cappello con le proprie idee. Light design di Nicolas Descoteaux. Costumi di Katrin Leblond. Musiche di Lucie Cauchon. Direttore artistico Jamia Adkins. La foto in questa pagina è di Amanda Russel. Lo spettacolo andrà in scena a Foggia, Teatro del Fuoco, il 4 dicembre.

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PETTOLE NELLE GNOSTRE E CIOCCOLATO IN SAGRA Ore 18.00-02.00

I

l secondo degli appuntamenti d’autunno organizzati dal Parco Letterario Formiche di Puglia è una manifestazione che anticipa le festività natalizie con la degustazione dei dolci tipici tradizionali del periodo. Pettole e cartellate declinate

in vario modo sono preparate al momento dalle massaie di Noci, depositarie di un sapere tanto antico quanto attuale. Non manca il buon cioccolato da mordere e da bere e il miglior vino dolce pugliese da degustare tra una chiacchiera ed un ballo improvvisato.

3-8

TEATRO FORMA

Bari

PEPPE SERVILLO, JAVIER GIROTTO E NATALIO MANGALAVITE in CONCERTO

A

GENNAIO

CENTRO STORICO

Lecce

LUCI D’ARTISTA: ILLUMINANDO LECCE Ore serali

L

DICEMBRE

Via Fanelli, 206/1. Tel. 080.5010277.

Nuovo Evento

uci d’artista è un’iniziativa tesa a portare l’arte contemporanea agli occhi di tutti. Le installazioni luminose che sostituiranno le tradizionali luminarie natalizie saranno realizzate da artisti attivi in ambito nazionale e internazionale, riconosciuti dalla critica e ospitati in manifestazioni

3

Sabato

di notevole rilevanza artistica, affiancati da 3 studenti meritevoli selezionati dalle Accademie di Belle Arti pugliesi. “Luci d’artista”, altro non è che il tentativo di portare al sud l’esperienza che a Torino è ormai giunta alla 12° edizione. Le ideatrici dell’evento sono Ilaria Caravaglio e Chiara Miglietta

rriva al Forma il sorprendente trio italo-argentino, nello spettacolo che presenta i brani dell’ultimo album Futbol. Un trio quasi naturale, nonostante provenga da culture musicali diverse, nato dalle ripetute collaborazioni che i singoli musicisti hanno alternato nel corso degli anni. Tra le formazioni di Javier Girotto spicca l’elegante duo con il pianista argentino Natalio Mangalavite, con il quale ha inciso Colibrì, un cd che rappresenta la sintesi dell’intero sentire sudamericano, al quale si è poi aggiunta la voce di Peppe Servillo, andando, così, a creare il Trio G.S.M. La loro collaborazione è poi sfociata nel loro primo disco L’Amico di Cordoba. In questa serata il trio italo-argentino presenta il nuovo cd, Fútbol, ispirato al libro “FÚTBOL - Storie di Calcio” di Osvaldo Soriano, con racconti musicali in cui si alternano storie di vita, d’amore e di pallone. Poltronissima € 30, poltrona € 25.00.


PUGLIAEVENTS

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Da martedì

DICEMBRE

TEATRO ROYAL

Bari

LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI

Esclusiva Regionale

20-21 B Martedì e Mercoledì

DICEMBRE

CANTIERI TEATRALI KOREJA

Lecce

OPEN DANCE 2011

Compagnia Artemis Danza di Parma: “I Bislacchi: omaggio a Fellini” Ore 20.30. Via G. Dorso, 70. www.teatrokoreja.it

I

Bislacchi si ispira all’universo del cineasta Federico Fellini: i danzatori rievocano e reinventano immagini, scene e personaggi di alcuni film del grande maestro sulle celebri note di Nino Rota. In un’atmosfera ricca di poesia e sentimento, ma anche di energia e vigore, la danza e il teatro si intrecciano per ricreare il meraviglioso mondo felliniano. “Con I Bislacchi ho cercato di far vivere a modo mio lo spirito di Fellini su di un palcoscenico[…]” dice Monica Casadei, ideatrice, coregografa e regista dello spettacolo. Dopo la laurea in Filosofia, Monica Casadei inizia, nel 1994, la sua avventura di coreografa legata alla nascita di Artemis Danza in Francia, maturando ad oggi, 25 creazioni. Ha curato inoltre le coreografie di numerosi spettacoli teatrali e d’opera. Decisive nel suo percorso formativo, inoltre, le contaminazioni orientali derivate dai soggiorni in India e Cina e dallo studio delle arti marziali. Premio della critica “Danza&Danza” 2000: Miglior coreografa della nuova generazione, Premio “Anita Bucchi” 2007: Cuba 2006. La rivoluzione energetica (Miglior coreografia dell’anno). Ai Bislacchi prendono parte Vittorio Colella, Melissa Cosseta, Gloria Dorliguzzo, Nicola Marrapodi, Sara Muccioli, Emanuele Serrecchia.

Di Bertold Brecht Con Umberto Orsini

FIno al 18 dicembre www.teatropubblicopugliese.it

uffa e mordace parabola satirica sulla corruzione del potere, “La resistibile ascesa di Arturo Ui” racconta la cronaca nera della Berlino degli anni Trenta invasa dalle squadracce naziste, trasferita per invenzione dell’autore in una coeva Chicago in cui l’industria magnatizia del commercio dei cavolfiori prospera all’ombra sinistra del gangster Arturo Ui, satirico “alias” di Adolf Hitler. Scritta tra il 1940 e il ‘41 dall’esilio finlandese, Brecht definirà in seguito l’opera una «farsa storica», dato il piglio ironico, salace ed «epico» al contempo con cui essa ricostruisce la tragicomica epopea di un trust scalcagnato in una città corrotta, ammiccante alla situazione eco-

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Da Domenica nomico-politica in dissesto nella Germania dello stesso periodo. Con Umberto Orsini assoluto protagonista nel ruolo del titolo, affiancato da una troupe giovane e affiatata, lo spettacolo intende assecondare pienamente l’ispirazione grottesca del copione, conferendo all’apologo una dimensione “circense”, dove l’incisiva brevità dei singoli “numeri”, l’equilibristica retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una “rivista” briosa e nitida, caustica ed elegante sul tragico nonsenso del nostro passato.

15 Giovedì

GENNAIO

TEATRO ROYAL

Bari

GUERRA

Prima Nazionale Con Anna Bonaiuto, Manrico Gammarota FIno al 15 gennaio www.teatropubblicopugliese.it

A

nna Bonaiuto è protagonista di “Guerra” di Lars Noren, testo dedicato a una giornata di una famiglia sopravvissuta alla guerra civile. Con precisione da entomologo Lars Norén mette allo scoperto le ferite di una famiglia di sopravvissuti. Medaglie che non si possono strappare via. Amputazioni e cicatrici che innalzano i personaggi a un’altezza tragica. E’ Eschilo, oppure Sofocle, ma siamo anche noi.

DICEMBRE

NUOVO TEATRO VERDI

Brindisi

CERTE NOTTI Danza

Coreografie Mauro Bigonzetti, canzoni e poesie Luciano Ligabue

A

terballetto, la principale compagnia di danza contemporanea italiana, nel 2009 ha festeggiato i 30 anni di attività mettendo in danza la musica, le parole e i versi di Luciano Ligabue nello spettacolo Certe notti. Autore della coreografia è Mauro Bigonzetti, uno dei più quotati artisti sulla

scena internazionale, che prende a prestito l’universo musicale e poetico del rocker emiliano per un viaggio onirico tra il buio e la luce, tra il cielo e la terra, lungo i confini della notte, forza rigeneratrice che si alimenta al suono del rock e col sudore e l’energia degli artisti in scena. www.fondazionenuovoteatroverdi.it.

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LOVELY PLACE

IL PARADISO

DIETRO L’ANGOLO

È

stata una delle strutture ricettive più apprezzate dell’estate: La Sommità, boutique hotel a 5 stelle, è una dimora storica cinquecentesca, che rappresenta la punta di diamante del pregiatissimo centro storico di Ostuni. Recentemente acquisito da un imprenditore di San Vito dei Normanni, la struttura oggi è uno dei vanti della nostra terra. Un luogo in cui l’ospite riscopre i cinque sensi: gli arredi, i tessuti e l’architettura trasmettono l’emozione del tatto; i profumi e le musiche dell’olfatto e l’udito; le luci e i sapori della vista e del gusto. Insomma, chi sceglie la Sommità è certo di andare incontro ad un soggiorno all’insegna della raffinatezza e dell’esclusività. Con le sue quindici eleganti camere e suites, ognuna caratterizzata da peculiarità strutturali differenti che vengono in parte espresse dal proprio nome, e con la Spa che propone programmi personalizzati che si focalizzano sul benessere, il rilassamento e la rimessa in forma fisica sia durante un breve soggiorno che durante una vacanza, il boutique hotel si propone come luogo per romantiche fughe di coppia (di un week-end, oppure di un solo giorno!). Dopo un’attenta

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valutazione, lo staff della Spa è in grado di consigliare i trattamenti più adatti agli ospiti, utilizzando prodotti con ingredienti ed essenze naturali (tutti i trattamenti benessere della Spa del Relais La Sommità si avvalgono della metodologia e dei prodotti Spa Mareminerale, frutto della ricerca Culti). Un discorso a parte merita il ristorante Cielo, con lo chef Sebastiano Lombardi, promessa della cucina italiana, che con le sue ricette regala piatti unici per un viaggio nei sapori primari della Puglia. Passato e presente si incontrano nei piatti che Sebastiano prepara con passione, unendo le ricette del passato a un gioco creativo che non dimentica i sapori e gli odori dei prodotti autentici e naturali della nostra regione. Il desiderio di unire tradizione e innovazione per una cucina contemporanea si è consolidato nel tempo, anno dopo anno, grazie alle esperienze che hanno visto lo chef in prima linea in alcuni dei più importanti ristoranti d’Italia. Dai primi passi presso la Scuola Alberghiera di Melfi al Relais Chateaux “Il Pellicano” con Antonio Guida, al “Terme Manzi Hotel” di Ischia con lo chef Nino di Costanzo, e ora al Relais La

Il Relais “La Sommità” è un luogo incantevole che offre una ristorazione di altissimo livello ed una ottima spa. È il luogo ideale per una fuga romantica nei week-end.

Sommità a Ostuni, dove mette la sua cucina al servizio dell’arte.

RELAIS LA SOMMITÁ Via Petrarolo 7, Centro storico di Ostuni Tel. 0831.305925 - www.lasommita.it


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LOVELY PLACE

SANA FOLLIA A TAVOLA

V

olete un posto dove si mangia in maniera eccezionale e diversa dal solito? Bene, dovete andare a Marina di Pulsano, al ristorante “La Barca”, di Saverio Galeone. Il ristorante esiste da una trentina d’anni ed è tra i più rinomati del tarantino, ma da qualche mese in cucina, alla bravissima Pina Lorè (mamma di Saverio) è stato affiancato il giovane chef Salvatore Carlucci. Ne è nato un intreccio di tradizione ed innovazione che fa fuochi d’artificio, fin dai primi piatti che vi verranno serviti. Il locale è rinomato per il crudo di mare. Noi abbiamo iniziato con un incredibile arancino di riso al pesce azzurro con pomodorini e capperi, seguito da strepitose capesante padellate e spruzzate col tartufo su una schiacciatina di patate. Il terzo antipastino merita un applauso: bignè al tonno. Il quarto vi farà pensare che in cucina ci siano dei folli, ma la follia genera capolavori, come il sandwich di pane nero con l’orata (rigorosamente pescata). Il polipetto grigliato su burratina al limone e pepe di shoa, pur ottimo, vi farò tornare in una dimensione più classica, se così possiamo dire. Si sale nuovamente di tono con il risotto mantecato alla burrata con tartare di gambero rosso dello ionio. Sul menù ci sono anche il risotto ai ricci, i paccheri ai crostacei e gli scialatielli mare. Fuori menù invece i tortelloni farciti con ricciola o le lavagnette con pesce spada e zucchine.

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Saporita la cernia con pomodorini ed olive, in alternativa suggeriamo la zuppa di gamberi rossi e la grigliata mista. Spada o tonno marinato a secco. Tra i dolci da non perdere la torta di ricotta e pistacchio, i gelati di Pizzo Calabro e lo spumone artigianale. Ma noi vi suggeriamo di chiedere il cheesecake al cioccolato: meraviglioso! Il costo fisso di tutti i vini pugliesi in bottiglia (15 euro) se da un lato può far storcere il naso, dall’altro vi mette al riparo da brutte sorprese e consente di bere vini ottimi ad un prezzo ragionevole. Per un pasto completo si spendono 35/40 euro, vini esclusi. Chiuso il lunedì.

RISTORANTE LA BARCA Litoranea Salentina, Marina di Pulsano (TA) Tel. 099.5333335 / 329.5644381

Al ristorante “La Barca” (Marina di Pulsano) tanti piatti insoliti e sorprendenti, nati da un grande intreccio di innovazione e tradizione. Piatti pazzeschi, ottimo servizio, giusti prezzi.


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