TB Magazine Novembre 2011

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2 TuttoBrindisi Novembre 2011


L’editoriale

di MARCELLO ORLANDINI

ABBIAMO ANCORA IDEE POCO CHIARE. MA A VOLTE BASTEREBBE UNA TELEFONATA

U

na delle cose che fa arrabbiare molto chi assiste pressoché impotente (non del tutto, perché c’è sempre la possibilità di scegliersi gli amministratori) alla paralisi di una città e di un porto che stanno al centro di un territorio dove si utilizzano le alte tecnologie in tanti settori produttivi, dall’aeronautica, alla chimica, all’energia, all’elettronica, è proprio la mancata applicazione delle opzioni innovative ai servizi ed alle infrastrutture. C’è Ecobach, il bus intelligente su software sviluppato da un centro di ricerca avanzato in Cittadella? Si accantona dopo un mese e si continuano a pagare le bollette delle connessioni telematiche per anni al server. Si ricorre all’alta progettazione per la security portuale, pagandola - giustamente - al fornitore (il Rina)? Tutto nel cassetto per anni, salvo riparlarne col prossimo Piano triennale delle opere dell’Autorità Portuale. Installiamo in una apposita struttura all’ex Punto Franco la centrale operativa del sistema di check-in online per gli imbarchi, soprattutto dei Tir, che avrebbe offerto un grosso vantaggio commerciale alla città? Non è mai entrata in funzione. Nelle nostre zone industriali (ci sono anche Ostuni, Fasano, Francavilla Fontana) è persino difficile avere l’Adsl. Un handicap radicato nella storia di Brindisi, partire in coda al gruppo, lasciarsi sfuggire le occasioni vere, quelle che portano lavoro e sviluppo senza chiedere al territorio di sobbarcarsi rischi industriali ed ambientali aggiuntivi. Quanti ricordano ciò che accadde, quasi sottotraccia, una ventina di anni fa quando la Coe Clerici, una delle più grandi compagnie del trasporto marittimo, chiese in concessione gran parte dell’area di Costa Morena Ovest per realizzarvi un hub della frutta esotica (banane, ananas e quant’altro) da circa 200 posti di lavoro? Allora lavoravo ancora nella redazione di Brindisi di “Quotidiano”, e parlammo del progetto. Non passò neppure un giorno che in redazione si presentarono due signori con una grande pianta di Costa Morena arrotolata sotto il braccio, che poi aprirono occupando un’intera scrivania, per spiegarci che “quelli lì”, i manager della Coe Clerici, volevano fregare la banchina alle imprese brindisine e che questa cosa andava bocciata. Uno di quei signori era il padre di uno dei politici che oggi potremmo ritrovarci in corsa per la carica di sindaco, l’altro pochi anni dopo finì al centro dell’Operazione Atlantide, mentre - non abbiamo saputo per quale ragione esatta, ma immaginate - la Coe Clerici il centro di smistamento della frutta esotica è andata a farselo a Salerno mentre a Costa Morena, come tutti sanno, i 200 lavoratori li abbiamo avuti, alla fine, ma disoccupati e in lascito da Mario Salucci prima di sparire da Brindisi. Bene, lunga premessa per dire che ancora oggi non ci sono idee chiare, sul rapporto da avere con i grandi operatori economici ed industriali. Torniamo alla rabbia della prima riga e alla più recente delle cause: noi abbiamo tre centrali termoelettriche dichiarate nel nostro territorio (più altre dal basso profilo, alimentate pare da biomasse importate dall’Indonesia e non dai campi del Salento), ne sopportiamo l’impatto ambientale e ne ricaviamo tornaconti occupa-

TUTTO BRINDISI N. 36 › Novembre 2011 Autorizzazione Tribunale di Brindisi n. 4 del 13/10/1995

Direttore responsabile Marcello Orlandini Direttore editoriale e commerciale Fabio Mollica

zionali e imprenditoriali (appalti per le manutenzioni, movimentazione del carbone), ma alcun vantaggio tecnologico. I buchi di tensione nelle reti di distribuzione industriale e urbana sono all’ordine del giorno, ad esempio. I nostri quasi 5mila megawatt di potenza installata dovrebbero darci qualcosa di più. Invece altri, con prontezza da amministratori lungimiranti e capaci – questo va riconosciuto – della presenza di colossi come Enel in Puglia, ma il discorso vale anche per altri territori, ricavano buone pratiche, progetti, innovazione tecnologica per le città e le infrastrutture logistiche. Prendiamo il caso di Bari, dove sia il Comune guidato dall’impetuoso Michele Emiliano, che l’Autorità Portuale riaffidata ad un manager capace come Francesco Mariani, hanno già siglato con Enel protocolli per la “Smart City” (città intelligente) e per il “porto verde”. In due parole: utilizzando un apposito fondo della Commissione europea, soggetto ad ulteriori dotazioni, e di cui Enel sta diventando uno dei più attivi co-utilizzatori e non solo in Italia, il Comune di Bari sperimenterà in alcune aree della città le illuminazioni a led, l’alimentazione mista fotovoltaico-tradizionale per le abitazioni, i rifornitori di energia per le auto elettriche. Il porto di Bari, invece, oltre all’illuminazione a led, all’utilizzo di fonti rinnovabili, avrà in banchina la possibilità di collegare gli apparati di servizio delle navi ad apposite reti di alimentazione Enel. Quindi oneri più bassi per gli armatori (che non dovranno più consumare per i generatori di bordo il costoso diesel a basso contenuto di zolfo prescritto dalla norme internazionali), e meno CO2 per la città. E a Brindisi? A noi bastano l’illuminazione artistica e il contributo per il “Verdi”. La rabbia cresce a dismisura (ma un giornalista non dovrebbe mantenere i nervi saldi? Provateci voi, se non siete altoatesini, leggendo le stesse cose che ci passano sotto gli occhi ogni giorno), perché ti trovi di fronte a discorsi cominciati bene e conclusi malissimo, come nella bozza del Piano delle opere triennale dell’Authority che andrà al vaglio del Comitato portuale il 22 novembre. C’è un intero capitolo dedicato alle ambientalizzazioni dell’area e dei servizi portuali. Finalmente. Ma poi ogni paragrafo specifico dedicato a singoli propositi (elettricità in banchina per le navi, autosufficienza energetica, abbattimento degli inquinanti) si conclude con queste parole: “Verrà eseguito lo studio di fattibilità, e successivamente verrà attivato il procedimento per la progettazione e la realizzazione dell’opera”; oppure, “le soluzioni dovranno comunque venire da appositi studi di fattibilità per valutare la compatibilità tra l’investimento ed il ritorno in termini di energia prodotta”. Ragazzi, telefonate all’Enel. È qui dietro l’angolo e a Brindisi non può dire di no. Fate una conferenza dei servizi, fate venire un funzionario del settore politiche energetiche dell’Unione europea. Ma basta con questa storia degli studi di fattibilità del nulla che continua a circondarci. Per non dire del cavolo.

Hanno scritto su questo numero Marcantonio Gallo, Guido Giampietro, Stefano Lamonica, Iole La Rosa, Giovanni Membola, Tiziana Piliego.

Editore: Edizioni Futura srl, Brindisi - Via de’ Catignano, 35 Pubblicita’: 0831.550246. www.brindisireport.it

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Stampa Tipografia Martano , Lecce www.brindisireport.it 3


U Grazie ad un concorso indetto dall’Istituzione contro l’emarginazione ed il disagio giovanile, sono stati finanziati cinque progetti sociali molto interessanti. Eccoli.

n concorso, 27 proposte, cinque vincitori: sono i numeri di “Vita alle idee”, concorso promosso e finanziato dall’Istituzione per la prevenzione dell’emarginazione e del disagio sociale (Ispedis), rivolto a tutti i cittadini maggiorenni residenti a Brindisi che avevano da proporre un progetto volto a prevenire l’emarginazione e il disagio sociale. «La mission del progetto era quella di democratizzare le opportunità e di creare le condizioni per coinvolgere tutti i cittadini interessati nella vita della città e dar loro modo di rendersi protagonisti attivi delle azioni di prevenzione dell’emarginazione e lavorare insieme per migliorare la qualità della vita della comunità», dice il presidente dell’organismo strumentale del Comune di Brindisi, Sebastiano Saraceno, che ha appena lanciato l’edizione 2011 del concorso. Vediamo intanto chi si è aggiudicato l’edizione 2010, che ha premiato cinque proposte indirizzate alle seguenti aree tematiche: diversamente abili, migranti, minori, famiglie e anziani. DANZANDO SI ASCOLTA Il progetto di Chiara Sergio era rivolto alle famiglie e mirava a dare consapevolezza corporea, gestuale ed espressiva e a migliorare la comunicazione genitore-bambino attraverso tecniche di rilassamento, danza-terapia, giochi creativi. Sono

Idee

vita alle

strati costituiti due gruppi, il primo con bimbi dai 4 ai 6 anni, il secondo con bimbi dai 7 ai 10. Gli incontri si sono svolti presso la sede dell’associazione culturale Officina Creattiva di Brindisi. La modalità di lavoro adottata è stata quella dell’approccio alla Danza Creativa e alle arti più in generale, come possibilità nuova e integrata di gioco, che favorisse la comunicazione. I canali utilizzati sono stati quelli sensoriali, con particolare attenzione al linguaggio corporeo e para-verbale. «Ho avuto la possibilità di trasformare questo progetto-esperimento “Danzando si ascolta” in “Danzando si sente”, “Danzando si impara”, “Danzando si cresce”, declinando la danza in tutte le forme ed i colori possibili e stupendomi ancora di quanto profondi possano essere i vissuti e gli scambi emozionali veicolati attraverso il corpo ed il movimento», racconta Chiara Sergio. «Fra i riscontri delle mamme mi è rimasto impresso quello della signora Paola, la quale, chiusa e titubante nella prima parte del laboratorio, ha poi espresso tutta la sua gratitudine per quanto questo momento di “comunicazione” avesse rappresentato nella sua vita: una

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BRINDISINI

Alcuni rimochiatori della flotta dell’azienda portuale Barretta

possibilità per rimettersi in gioco come donna, curandosi, valorizzandosi e riappacificandosi in primis con il proprio corpo. Il dato negativo è stata la quasi totale assenza dei papà». VIAGGIO TRA LE PAGINE Il progetto di Annamaria Mita era un percorso di avvicinamento al libro rivolto a minori di età compresa tra i 7 e i 10 anni, con l’obiettivo di sviluppare o accrescere il piacere per la lettura e familiarizzare con la biblioteca. Il tutto con la collaborazione della Biblioteca Provinciale e della Biblioteca Arcivescovile De Leo. «Molti bambini hanno espresso il desiderio di prendere in prestito i libri su cui si erano svolte le attività ed altri da loro scelti, coinvolgendo i genitori, a dimostrazione del fatto che avvicinare un bambino in biblioteca significa far partecipi genitori, fratelli, nonni», spiega la curatrice del progetto che ha coinvolto 25 bambini. PEDALIAMO INSIEME Corso di educazione stradale ideato da Domenico Turrisi (e realizzato in collaborazione con Francesco Liuti) era rivolto ai migranti che utilizzano il mezzo della bicicletta come “veicolo” di integrazione. Dopo la realizzazione del corso di sicurezza stradale in aule ci sono state alcune uscite di gruppo in cui gli utenti hanno potuto applicare, attraverso l’uso della bicicletta, le informazioni acquisite in aula, e migliorare la conoscenza del territorio brindisino e dei servizi offerti alla cittadinanza da Enti ed associazioni. Sono state organizzate anche delle escursioni di gruppo cui hanno partecipato cittadini italiani, realizzando in tal modo reali processi di integrazione, di conoscenza e di condivisione di spazi ed esperienze. UNIVERSI SOSPESI Un laboratorio teatrale per disabili e normodotati progettato da Sara Bevilacqua e finalizzato alla costruzione e alla messa in scena di un saggio finale, per superare l’in-differenza e comunicare attraverso la relazione. «Un’esperienza che ci ha fatto ripensare e rivedere la nostra idea di “normalità”, svelando le peculiarità di ognuno dei partecipanti, perché l’immenso potenziale di ciascuno non aspetta altro che di essere scoperto, creduto, valorizzato e donato. La “disabilità” è stata compresa e presa come valore positivo e valorizzata attraverso il gioco teatrale», commenta la Bevilacqua. APPRENDERE LA DEMENZA SENILE Gianluca Giannone ha ideato questa serie di incontri psicoeducativi rivolti ai familiari di pazienti affetti da malattie neurodegenerative, al fine di fornire strumenti utili ad un’assistenza più consapevole, serena ed efficace. «Il progetto ha coinvolto 30 familiari di persone affette da demenza - racconta Giannone -. L’obiettivo era quello di aiutarle a governare al meglio il decorso della malattia, andare a ricercare all’interno della famiglia una collaborazione più ampia, e far prendere consapevolezza dell’enorme carico di lavoro che il compito assistenziale prevede. Infatti “fare il caregiver” corrisponde a tutti gli effetti ad un lavoro che prevede competenze multidisciplinari». www.brindisireport.it 5


BRINDISINI

QUELLI CHE IL EATRO...

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Giulia Vecchio e Francesco Rina sono stati ammessi all’Accademia del Piccolo di Milano e alla “Paolo Grassi”, due tra le più prestigiose scuole di teatro d’Italia. Ecco come hanno inseguito i loro sogni.

BELLE STORIE di Iole La Rosa

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nche da una piccola realtà possono svilupparsi grandi talenti e nascere importanti opportunitá di formazione superiore o crescita professionale. Due giovani brindisini, Francesco Rina e Giulia Vecchio hanno deciso di seguire i propri sogni e provare a viverli fino in fondo. Talento, passione, impegno e tenacia li accomunano. Sono stati ammessi alle prestigiose scuole di teatro d’Europa “Paolo Grassi” e “il Piccolo” di Milano. Entrambi provengono dall’esperienza dei Meridiani Perduti di Sara Bevilacqua, un laboratorio teatrale in cui si fa ricerca e si lavora tanto; partendo dalla consapevolezza che se si sceglie il “teatro” per mestiere occorre tanto studio e si devono affrontare dei sacrifici. Il tutto attraverso il gioco e in un’atmosfera di non giudizio dove i ragazzi dai 13 ai 25 anni devono fidarsi prima di tutto e poi mettersi in gioco al cento per cento, divertendosi imparando. «Francesco e Giulia sono stati allievi modello! La mia scelta di portarli subito in scena è stata vincente», racconta la Bevilacqua: «Sin da piccoli hanno affrontato testi classici (Antigone, la Bisbetica Domata, il Mercante di Venezia, Romeo e Giulietta) ma anche autori contemporanei (Max Aub, Mariangela Gualtieri) per assaporare tutti i tipi di teatro possibili. Francesco ha iniziato con me a 11 anni e già sapeva cosa avrebbe fatto da grande! È molto intelligente, pignolo, razionale, consapevole del suo talento e ha una volontà di 6 TuttoBrindisi Novembre 2011

ferro. È molto curioso nei confronti delle diverse forme artistiche: danza, canto, musica. Suona il pianoforte e la chitarra». Giulia Vecchio non è da meno: «La conosco da quando aveva 14 anni. Ho avuto la fortuna di coltivare la sua passione e il suo talento come il Piccolo Principe fa con la sua rosa. È motivata e ha una grande passione per il teatro. Dotata di una vena comica eccezionale, ha una bellissima voce. Quando ha affrontato i personaggi dei miei spettacoli si è donata totalmente. I ricordi sono tanti e stupendi, abbiamo condiviso così tanto che solo al pensiero che fra pochi giorni si trasferiranno a

“Solo una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire”.

Paulo Coelho

Milano... mi commuovo». La scorsa estate i due hanno lavorato per un mese intero con Sara sui testi (monologo, dialogo e poesia) da presentare ai provini: «Auguro loro un cammino pieno di incontri importanti, i veri maestri oramai sono pochi e loro sono nei posti giusti! Spero che la gioia infinita vissuta e la passione condivisa insieme in questi anni al laboratorio non li abbandoni mai». GIULIA VECCHIO Sentiamoli allora i due ragazzi, partendo da Giulia Vecchio. Giulia, a che eta’ hai cominciato a “recitare”? A soli 5 anni con “Teatro città”, il laboratorio per bambini che per molti miei coetanei ha segnato i periodi più belli dell’infanzia. Dopo qualche anno ho interrotto. All’età di 14 anni sono venuta a conoscenza dei laboratori svolti da Sara Bevilacqua e così ho iniziato a frequentarli.

Sappiamo che il metodo utilizzato da Sara è particolare, qual é stata la tua prima impressione? Mi sono detta: ma dove sono finita! Qui sono tutti pazzi! In realtà un pò matta mi sentivo anch’io, perchè dimenticare i propri limiti, non sentirsi giudicati e non giudicare, far uscire fuori dei ricordi tristi, delle paure, dei momenti felici, non è per niente facile, soprattutto in un’età così difficile qual è quella dell’adolescenza. Togliersi finalmente dal volto la “maschera”, che spesso usiamo


Giulia Vecchio e Francesco Rina

quei personaggi e non potrò mai finire di ringraziare Sara e l’associazione culturale “Meridiani Perduti”, per avermi dato le basi per capire tutto questo. Ad un certo punto è scattata una molla che ti ha portato a “provarci”, come hai capito che eri pronta? Ho continuato per anni inseguendo il mio sogno: entrare in accademia. Con il supporto di Sara ho capito che ero pronta e così ho fatto i provini a Roma e a Milano. Inaspettatamente è stata quest’ultima città a darmi le più grandi soddisfazioni. Sono stata selezionata da due accademie: la “Paolo Grassi” e quella del “Piccolo Teatro”, che hanno metodi di insegnamento totalmente diversi, la prima più contemporanea, la seconda di stampo classico. La mia testa e la mia razionalità mi hanno detto “Piccolo Teatro”. Così nei

“Fate della vostra vita un sogno, e di un sogno una realtà”.

Antoine-Marie Roger de Saint-Exupery

davanti agli altri, è stata per me una delle esperienze più belle della mia vita, perchè toglievo la mia ma ne mettevo un’altra sempre nuova; su quel palco potevo diventare chiunque, una persona nuova, con dei nuovi problemi, con una nuova vita.. e questo mi ha aiutata molto a capire e ad affrontare meglio la mia età e me stessa. Cosa ti trasmette recitare? Tutti i personaggi che ho interpretato mi hanno lasciato qualcosa perchè io, in realtà, sono tutti

prossimi giorni sarò tra i nuovi 30 allievi-attori del corso accademico triennale “Jean-Louis Barrault”. FRANCESCO RINA Francesco, a che età hai iniziato a fare teatro? Ho iniziato all’età di tre anni, anche io a “Teatro Città”. È lì che è nata la mia passione, poiché ho capito quanto mi divertivo facendo teatro: era la parte più bella della giornata e già in me nasceva l’idea di non abbandonare mai il teatro durante la mia vita. Quanto ha inciso l’incontro con Sara? All’età di 11 anni, tramite un progetto scolastico,

ho incontrato Sara: lei è diventata il mio punto di riferimento artistico sul territorio durante la mia adolescenza grazie ai suoi laboratori di ricerca e mi ha assicurato una formazione che ha fatto fiorire il mio talento al meglio. La ringrazio molto e le riconosco un merito, in particolare: mi ha sempre guidato e non mi ha mai fatto incorrere in esperienze poco raccomandabili dal punto di vista artistico, di cui questo mondo è pieno, che possono deviare e formare in maniera errata. Ringrazio anche “Meridiani Perduti”, associazione culturale diretta da Daniele Guarini, di cui Sara è la regista ufficiale, poiché ha dato un solido sostegno all’avanzare del mio percorso formativo ed un valido contributo al fiorire artistico di Brindisi. Sara ci ha raccontato che già a 11 anni sapevi cosa avresti fatto da grande. Quando hai capito che il teatro avrebbe rappresentato la tua vita? In questi ultimi anni ho deciso, con consapevolezza ed entusiasmo, di concedere tutta la mia vita al teatro intraprendendo la strada verso il mestiere dell’attore, poiché credo fermamente che ognuno debba occupare il suo posto nella società esercitando un impiego che sia conforme alle sue attitudini, che sono una composizione inscindibile di talento e passione. Perciò io sento di dover fare l’attore e dedicare la mia esistenza all’arte. Com’è stata l’esperienza dei provini? Particolarmente dura: è iniziata con due mesi, di cui l’ultimo davvero intenso, di lavoro. Non è facile reggere la tensione che tutta l’esperienza delle selezioni comporta. Ciò che io avvertivo particolarmente, e credo che sia anche ciò che mi ha aiutato in maniera sostanziale, era la consapevolezza di giocarmi il futuro in 15 minuti di provino; questo mi spingeva ad un’unica conclusione: mostrare tutto ciò che so fare senza risparmiarmi, in gergo teatrale “dare tutto e subito”. L’emozione di leggere “ammesso”? L’ho provata per ben due volte, nella prima e seconda fase dei provini. Ammesso accanto al mio nome, un’emozione indimenticabile! Ciò che mi ha reso veramente felice e soddisfatto a pieno è la possibilità concessami di vivere quotidianamente ed esclusivamente di teatro. Sei preso dal trasloco e presto t’immergerai in studio e lavoro duro. Sei pronto? L’accademia “Paolo Grassi” è veramente impegnativa e non concede molti svaghi, ma non vedo l’ora di intraprendere questa nuova vita e di approdare a nuove realtà che mi aiuteranno di certo a crescere. Dal punto di vista umano, com’è ovvio che sia, mi dispiace lasciare la mia città dove restano la mia famiglia, i miei amici più cari, che hanno condiviso con me la stessa passione, e tutti coloro che hanno preso parte ad un mio frammento di vita da giovane. Dal punto di vista artistico credo molto nelle potenzialità del mio territorio, ma temo che se il Governo oggi non favorisce la cultura in Italia, al sud il concetto di arte rischia di essere smarrito. www.brindisireport.it 7


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BRINDISINI

GIANNI ANELLI Mister Vinarius

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uesta volta lo scherzo lo hanno fatto a lui, che è abituato sempre a fare battute ed a prendere in giro benevolmente gli amici: al termine dell’assemblea nazionale delle enoteche italiane aderenti all’associazione Vinarius (estesa anche all’estero), il presidente Franco Lunelli ha proposto a tutti i presenti di nominare presidente onorario, per acclamazione, l’enotecario brindisino Gianni Anelli, già vicepresidente di Vinarius. A quel punto tutti i suoi colleghi che gremivano la sala Selvarossa delle Cantine Due Palme (che hanno ospitato l’evento) sono scattati in piedi ad applaudire, mentre L’enotecario lui è rimasto sedubrindisino è to, incredulo e di stato eletto per stucco, perché non era al corrente di acclamazione questa decisione. presidente La presidenza onorario onoraria è il giusto dell’associazioriconoscimento per ne che riunisce un uomo che ha speso gran parte le migliori della sua vita al enoteche servizio dei prodotti d’Italia. e dei vini del territoUn riconorio, prima nel punto scimento che vendita Delizie di via Filomeno Conpremia anni di siglio, e oggi (anzi lavoro fatto con da qualche anno) passione e nell’enoteca, che amore per la ovviamente conserpropria terra. va lo stesso nome, aperta all’interno dell’aeroporto del Grande Salento, al cui interno Anelli propone ai viaggiatori solo vini e prodotti pugliesi. «Devo dire la verità: mi sono emozionato ed anche parecchio. Ho visto in quel gesto una sorta di ringraziamento per tanti anni di lavoro per l’associazione ma anche il giusto riconoscimento del territorio pugliese, e brindisino in particolare».

Gianni Anelli con la moglie Mariangela

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BRINDISINI

MUSICA MAESTRO!

SOLIDARIETÁ

I panettoni dell’Admo In piazza Vittoria il 27 novembre

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Cosimo Prontera tra i protagonisti del “Concerto per la Pace” svoltosi a Napoli.

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l maestro Cosimo Prontera, direttore artistico del Barocco Festival Leonardo Leo in Puglia, è stato fra i protagonisti del “Concerto per la Pace”, appuntamento organizzato dall’Unesco, svoltosi domenica 6 novembre nella Cappella del Tesoro di San Gennaro a Napoli. L’invito è scaturito dalla considerazione che il maestro è ormai considerato un riferimento di alto

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profilo professionale per la musica e le composizioni di Leonardo Leo e dal fatto che sia il titolare della cattedra di organo al Conservatorio di Potenza. «Il fascino di sedersi su quella panca e “toccare” i tasti di quell’organo costruito nel 1649, è stato irresistibile» ha dichiarato Prontera, «e se pensiamo che su quella panca si sono avvicendati musicisti del calibro di Cesare Netti, del

grande Francesco Provenzale, di Cristoforo Caresana, Nicola Fago, Francesco Durante ed altri, musicisti che si erano procurati stretti legami occupazionali con la cappella musicale del tesoro di San Gennaro in qualità di organisti o di maestri di cappella, questo stimola e sollecita maggiormente la ragione di chi ha dedicato i migliori anni della propria vita allo studio della Scuola Napoletana».

ome ogni anno l’Admo di Brindisi aderirà alla manifestazione indetta da Admo Nazionale denominata “Un panettone per la vita”, che si svolgerà in piazza della Vittoria domenica 27 novembre. ADMO è impegnata nella ricerca di donatori di midollo osseo e l’obiettivo che si prefigge è quello di far iscrivere quanti più brindisini possibile al Registro dei Donatori di midollo osseo, e avere come fine che per ogni paziente in attesa di trapianto ci sia un donatore che effettui una donazione di midollo osseo in suo favore. All’appuntamento di domenica 27 parteciperà anche l’associazione “Fuori di testa”, che intratterrà i bambini con giochi e attrazioni varie. I volontari dell’Admo incontreranno i cittadini di Brindisi per lanciare il messaggio di amore e di vita dell’associazione. Distribuiranno un panettone-pandoro confezionato appositamente per Admo da una nota azienda dolciaria a livello nazionale.


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WEB

CORSI

Organizzatori di matrimoni Al via alla Confesrecenti

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a Confesercenti provinciale di Brindisi, in collaborazione con Chicchi D’Arancio Wedding Planner, organizza per mercoledì 23 novembre 2011 alle ore 9 un corso base di “Wedding Planner”. Il corso

Cosimo Prontera tra i protagonisti del “Concerto per la Pace” svoltosi a Napoli.

BRINDISI REPORT Record di contatti! Ad ottobre il sito web della nostra casa editrice ha toccato quota 300.000. E la media di contatti giornalieri è prossima a 10.000. Un successo incredibile. Anche su Facebook. Ma le novità non sono ancora finite...

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l sito di BrindisiReport ad ottobre ha fatto registrare un nuovo record: sono stati infatti 300.000 i contatti mensili, ben 10.000 in più rispetto al mese di giugno, che nella pur breve storia del sito (attivo da poco più di un anno e mezzo) era stato quello che aveva fatto registrare i dati migliori. Per il quotidiano online della Edizioni Futura, editrice anche di TuttoBrindisi e del trimestrale PugliaMagazine, si tratta di un grande successo, che arriva a tre mesi dal restyling grafico del sito e all’aggiunta di nuovi contenuti (sondaggi e video).

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La media giornaliera di ottobre è stata di ben 9.823 contatti, ben 1300 in più rispetto alla media giornaliera dei primi 10 mesi dell’anno, e più del doppio rispetto ai dati del 2010, quando i contatti quotidiani erano “appena” 3.723. All’indirizzo www.brindisireport.it è possibile sfogliare il nostro mensile e PugliaMagazine. «Sono numeri che ci riempiono di soddisfazione e ci stimolano a fare ancora di più e meglio», dice Marcello Orlandini, direttore della testata, «tanto più se si fa riferimento ai contatti unici che dal giorno di

attivazione del sito sono 1 milione 64 mila, mentre le visite totali hanno superato i 4 milioni». Molto bene sta andando anche la pagina Facebook del sito, che conta più di 1500 amici ed è aggiornata con gli stessi tempi rapidi del sito web. Nelle prossime settimane il mondo web della Edizioni Futura si arricchirà di altre novità. È in arrivo infatti il sito di PugliaMagazine (www. pugliamagazine.it), già in fase di lavorazione, e sono in fase di sperimentazione delle App per migliorare la visualizzazione di BrindisiReport su iPad e iPhone.

si pone come obiettivo di fornire le informazioni di base per l’avviamento alla professione del Wedding Planner, “organizzatori di ricevimenti di nozze”, nuova figura in pieno sviluppo nel mercato italiano. Il corso si articolerà in tre giornate. Per informazioni ed iscrizioni si potrà contattare direttamente l’Ufficio Formazione della Confesercenti al n. 0831/523190.

PREMIAZIONE

Azzuro Salentino Il 19 novembre nel Salone dell’Autorità portuale

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i rinnova l’appuntamento con la rassegna AzzurroSalentino, organizzato dall’omonima associazione culturale brindisina. Sabato 19 novembre, alle ore 18.30, nella sala congressi dell’Autorità portuale, saranno premiate personalità che hanno dato e danno lustro al territorio salentino. La serata, che sarà presentata dal giornalista Mimmo Consales (TeleNorba), affiancato dal collega Renato Rubino (Puglia TV), sarà allieteta da momenti musicali a cura dei “La vaga Harmonia”. Ai premiati andrà, come di consueto, un’opera dell’artista Maria Concetta Malorzo.


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LE CAPITALI D’ITALIA, UFFICIALI E NON-UFFICIALI. 1861-1865: Torino (Regno d’Italia sabaudo). 1865-1871: Firenze. 1871-1943: Roma. 1943-1945: Roma (Repubblica Sociale Italiana). 1943-1944: Brindisi (Regno del Sud). 1944 (11 febbraio 15 luglio): Salerno. 1944-1946: Roma (Regno d’Italia). Dal 1946: Roma (Repubblica Italiana). Il re Vittorio Emanuele III a Brindisi (fototeca Briamo).

BRINDISI CAPITALE Parlano gli storici di Giovanni Membola

10 SETTEMBRE 1943 - 11 FEBBRAIO 1944, Brindisi sede del Governo del Regno del Sud. Cinque mesi di presenza della famiglia reale, di alcuni ministri e di alti funzionari governativi non sono bastati per essere inclusi tra le capitali in occasione delle varie commemorazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. È stata un’imperdonabile dimenticanza oppure il nostro capoluogo nei fatti non lo meritava? Abbiamo posto il quesito ad alcuni storici ed esperti del nostro passato che per anni hanno esaminato con attenzione i 154 giorni di permanenza

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Siamo stati sede del governo per cinque mesi, ma nessun atto ufficiale ci ha mai riconosciuti. Perché già allora eravamo deboli... dei sovrani e dei rappresentanti governativi nella nostra città. Ecco le loro risposte. «Brindisi può essere considerata capitale del regno a tutti gli effetti, anche se di una nazione divisa in due parti», afferma il professor Rosario Iurlaro della

Società di Storia Patria per la Puglia, uno dei più illustri studiosi della storia locale: «Qui furono aperte le sedi dei ministeri in alcuni edifici del centro storico, ma non solo, presso la Tipografia Ragione furono stampati alcuni numeri della Gazzetta Ufficiale, firmata da Vittorio Emanuele III e c’è scritto in calce Brindisi. L’incarico di comporre il bollettino ufficiale del regno fu dato a Efrem Mingolla, un militare esperto richiamato per l’occasione. In sostanza Brindisi ha svolto in questa fase tutte le funzioni fondamentali del regno».


STORIA

È della stessa opinione il professor Giuseppe Teodoro Andriani, autore tra l’altro di importanti pubblicazioni che ripercorrono con cura gli avvenimenti dell’epoca in questione: «Brindisi è stata capitale d’Italia, lo dimostra non solo la presenza di un governo ma anche quella del re. La partenza precipitosa da Roma di Vittorio Emanuele III è da intendersi come un’esigenza nazionale e non come una vera e propria fuga: era necessario mettere in salvo la monarchia, evitando la cattura del sovrano, che sarebbe diventato un utile ostaggio in mano alle truppe tedesche, con conseguenze inimmaginabili. Pertanto si può parlare di un trasferimento delle massime cariche dello Stato al fine di assicurarne lo svolgimento delle funzioni. Purtroppo fu commesso l’imperdonabile errore di lasciare l’esercito in rotta senza ordini e direttive, causando in questo modo migliaia di morti: quanto accaduto a Cefalonia è la testimonianza più eloquente, dodicimila soldati abbandonati al loro destino». Il giudizio è confermato dalle parole di Piero Melograni, in un noto programma trasmesso dalla Rai lo storico dichiara: «Brindisi rappresenta la continuità dello Stato, proprio perché si salvò la persona fisica del re», ma anche perché qui «fu data continuità a molte leggi» con la nomina di nuovi ministri e sottosegretari. «Il governo di Brindisi venne riconosciuto a livello internazionale - racconta ancora il prof. Andriani -, l’invio di ambasciatori dalla Russia, grazie all’accordo tra Togliatti e Stalin, e successivamente dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, lo dimostrano pienamente». Le stesse considerazioni e gli stessi argomenti sono stati enunciati anche dal professor Giacomo Carito, che ha inoltre parlato delle leggi e dei provvedimenti che furono deliberati in quei mesi: «Qui il governo ha preso decisioni importanti, tra queste la dichiarazione di guerra alla Germania». Non è dello stesso parere lo studioso ed esperto di storia locale Roberto Piliego, che spiega così il suo pensiero: «Brindisi è stata solo la sede casuale di un governo molto precario, privo di un’effettiva sovranità, perché sotto il diretto controllo delle forze militari angloamericane. La fiducia degli ex-nemici nel re e nel capo del governo Badoglio era assai limitata, per non dire inesistente ed entrambi erano considerati puramente strumentali alla buona riuscita del piano alleato d’invasione dell’Italia. Non è esatto, quindi, parlare di Brindisi capitale d’Italia, e neppure del cosiddetto Regno del Sud. Per lo stesso motivo la città di Salò non ha mai chiesto di essere considerata la capitale della prima repubblica sociale italiana, perché consapevole del fatto che il governo formato il 23 settembre 1943 da Mussolini, anche se molto più duraturo di quelli di Brindisi e Salerno (durò sino al 2 maggio 1945) era sotto il diretto controllo dei tedeschi, e loro strumento. La scelta di una capitale può avvenire soltanto in piena libertà, senza costrizioni o condizionamenti di alcun genere, con un atto

COSA FECERO

Un re fantasma Usciva di rado, e solo per vedere i nobili. La regina, invece...

G

iorni convulsi seguirono la firma dell’armistizio tra Italia e anglo-americani, che segnarono l’arrivo a Brindisi, nel pomeriggio del venerdì 10 settembre del 1943, della famiglia reale, del capo del governo Badoglio e di altre autorità a bordo della nave Baionetta. Durante la loro permanenza Vittorio Emanuele III, la regina Elena e il principe Umberto furono ospitati nei locali dell’ammiragliato nel castello svevo, i ministri nella caserma dei sommergibili, mentre gli ufficiali militari inizialmente nell’hotel Internazionale e Moderno. I sovrani trovarono una città quasi deserta, dove le condizioni di vita erano molto difficili. Mancava tutto e i pochi abitanti rimasti soffrivano la fame. Oltre la metà dei brindisini era sfollata per timore dei bombardamenti che avevano colpito e distrutto le case, le strade e le chiese, edifici simbolo prescelti per fiaccare il morale della popolazione, mentre avevano risparmiato i tanti obiettivi militari presenti in zona. In questa atmosfera quasi irreale il re preferiva rimanere nel castello, usciva raramente, sempre in auto, ospite presso alcune famiglie nobili della zona, come se non volesse avere contatti con la popolazione, che al contrario desiderava vederlo. Solo in occasione della sua partecipazione ad una messa celebrata in aeroporto ebbe modo di incontrare la gente. Alcune testimonianze dirette lo ricordano come una persona triste, preoccupata, probabilmente illusa di poter rientrare a Roma nel giro di pochi giorni, al massimo una settimana. La regina Elena invece partecipò in più occasioni ad iniziative di beneficenza. La partenza della casa reale alla volta di Salerno fece ricadere la città nello sconforto.

ufficiale del governo e del parlamento». Analisi interessante e ricca di spunti utili per un dibattito più approfondito sul tema, e che in qualche modo si avvicina a quanto dichiarato dal Presidente della Repubblica a proposito della scelta di invitare, quindi riconoscere come uniche capitali d’Italia, le città di Torino, Firenze e Roma alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ed escludere Salerno, anch’essa “ex-capitale” alla stregua di Brindisi: «Non esiste un atto normativo di formale trasferimento della capitale a Salerno come quelli che sanzionarono la trasformazione di Torino da capitale del Regno Sabaudo in capitale d’Italia, così come il trasferimento da Torino a Firenze e, finalmente, da Torino a Roma - ha scritto Giorgio Napolitano su esplicita richiesta di alcuni parlamentari campani che chiedevano giusto risalto e pari dignità al ruolo svolto dalla loro città -. E non è difficile individuare la causa di tale mancanza nella consapevole volontà di considerare sempre Roma la città capitale, malgrado l’occupazione nemica. Questo dato di fatto, tuttavia non affievolisce l’onore che si deve rendere a Salerno come sede del Governo italiano dall’11 febbraio al 15 luglio 1944, e il riconoscimento che a Salerno spetta nella storia della nuova Italia democratica». Oltre al chiarimento, i parlamentari salernitani si stanno impegnando per ottenere una cerimonia pubblica a Roma in cui dare giusto risalto e pari dignità alla loro capitale rimossa. Differente, se non del tutto assente, l’atteggiamento della classe politica brindisina. In questa città, che ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione dell’Italia libera, non ci sono state reazioni. «Credo che tutto ciò dipenda esclusivamente dall’attuale irrilevanza di Brindisi causata dalla mancanza di una forza politica importante», commenta Carito: «Tutto ciò che di buono si fa in questa città non viene divulgato oltre i confini regionali, e si assiste sempre di più, ed inermi, ad una sorta di annullamento mediatico di questo territorio». Anche per Andriani il problema è tutto locale: «Negli anni che hanno seguito il secondo conflitto mondiale i nostri politici, oltre a demolire importanti testimonianze storiche e monumentali della cultura locale, hanno voluto trasformare radicalmente la vocazione tipica di questa realtà, disinteressandosi completamente della storia e delle tradizioni locali. In questo modo anche i cittadini hanno cancellato e perso alcuni passaggi rilevanti degli eventi del passato». «Se Brindisi non è stata inclusa nelle celebrazioni nazionali - osserva invece Iurlaro - è anche perché alcuni nostri funzionari, che avrebbero dovuto prima informarsi e poi informare la classe politica dell’importanza storica e del ruolo svolto dalla città degli eventi del 1943-44, non sono stati capaci di farlo». Ridare dignità a fatti storici di tale rilevanza può essere il primo passo verso una più equa valorizzazione della componente popolo-territorio. Almeno proviamoci.

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ISTITUZIONI

Cabina di regia per la difesa delle coste

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rogetti sperimentali di difesa e piani straordinari di salvaguardia. Regione, Provincia e Comuni scendono in campo a tutela delle coste basse del litorale brindisino. Nei giorni scorsi si è svolto il primo vertice in Regione. Amministratori, tecnici e dirigenti dei competenti enti locali brindisini hanno preso parte all’incontro organizzato dall’assessore regionale con delega a Lavori pubblici, Fabiano Amati. Ragione del faccia a faccia: cercare una soluzione definitiva al problema dell’erosione costiera e del crollo della falesia. Nel corso della riunione è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per l’avvio di progetti sperimentali di difesa delle coste basse dei comuni brindisini. In primo piano, per quanto attiene il litorale nord brindisino, sia la salvaguardia della fascia costiera che abbraccia l’oasi protetta di Torre Guaceto sia le suggestive “alture di sabbia” che attraversano e caratterizzano il Parco naturale delle Dune costiere di Ostuni e Fasano. Un patrimonio da proteggere, anche attraverso studi e progetti pilota. Cabina di regia dei programmi di intervento sarà l’assessorato alle Opere pubbliche della Provincia di Brindisi, ente al quale la Regione ha affidato appunto il compito di coordinare le diversi misure da attuare a salvaguardia della costa. Insieme ad Amati, hanno firmato l’intesa l’assessore regionale al Bilancio e Programmazione Michele Pelillo, il presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese, il commissario prefettizio del Comune di Brindisi Bruno Pezzuto, i sindaci e gli amministratori dei Comuni di Carovigno (l’assessore all’Urbanistica Antonio Pagliara, delegato dal sindaco Vittorio Zizza), di Fasano (il sindaco Lello Di Bari), di Ostuni (l’assessore all’Urbanistica Andrea Pinto, delegato dal sindaco Domenico Tanzarella), di San Pietro Vernotico (sindaco Pasquale Rizzo), di Torchiarolo (sindaco Giovanni Del Coco), il segretario generale dell’Autorità di Bacino Antonio di Santo e il Direttore generale dell’Arpa Puglia Giorgio Assennato. I prossimi passaggi: “Dopo la sottoscrizione del Protocollo d’intesa di oggi - spiega l’assessore provinciale Maurizio Bruno - si passerà

alla fase sperimentale attraverso la realizzazione di interventi congiunti per arginare il fenomeno dell’erosione delle coste sulla base delle linee guida che danno efficacia prescrittiva ad uno studio eseguito dal Politecnico di Bari su incarico dall´Autorità di bacino della Puglia”. Da qui l’impegno chiesto alle Pubbliche amministrazioni locali dei vari Comuni, che ora devono predisporre i progetti: «Vigileremo affinché non si arrivi alla prossima stagione con i soliti problemi», aggiunge Bruno. Durante l’incontro in Regione si è fatto il punto anche sul Piano delle coste, approvato una decina di giorni fa dalla Giunta regionale ed ora al vaglio dei Comuni, che hanno 40 giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni ed adottarlo. La palla dunque adesso passa ai Comuni, che devono approvare i piani comunali delle coste. Ogni Amministrazione comunale dovrà predisporre, in previsione di redazione dei prossimi bilanci comunali, apposite poste di bilancio che serviranno a fronteggiare i lavori di salvaguardia, come spiega l’assessore all’Urbanistica del comune di Ostuni, Andrea Pinto: “Le coste ostunesi non presentano grossi problemi lungo la dorsale costiera, fatta eccezione per il tratto a confine col Comune di Fasano ricadente nel parco naturale delle

L’assessore alle Opere Pubbliche Maurizio Bruno controllerà che i Comuni predisongano per tempo i progetti da finanziare.

dune costiere. Il lavoro che siamo chiamati a svolgere in sinergia con l’Amministrazione provinciale e gli altri Comuni consentirà di evitare, attraverso una sorta di cabina di regia, la duplicazione di interventi e la sovrapposizione degli stessi. Sul piano strettamente operativo, gli uffici tecnici comunali aspetteranno che la Regione Puglia trasmetta il piano approvato dalla Giunta regionale affinché venga conseguentemente adottato con l’elaborazione e la redazione di uno studio tecnico-amministrativo finalizzato allla tutela e alla gestione delle fasce costiere”. Nicola Quaranta www.brindisireport.it 17


GUIDO GIAMPIETRO storie nostre

C’È BISOGNO DEI CITY ANGELS? Esistono in 17 città, Lecce e Taranto comprese. Forse servirebbero anche da noi.

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n padania (con la lettera minuscola!, non si tratta d’un refuso) le avevano chiamate col termine vagamente militaresco di “ronde”. E mentre ancora si discuteva sulla foggia delle uniformi (sul colore non ci sono stati mai dubbi di sorta) e l’armamentario di cui dotarle, giungeva dagli Stati Uniti la moda delle “sentinelle” che lì avevano battezzato neighbourhood watch. Termine che designa un rapporto di collaborazione tra le autorità e cittadini che segnalano tempestivamente alle forze di polizia movimenti sospetti di auto e persone sconosciute che incutono sentimenti di allarme. Va subito detto che in Italia “ronde” e “sentinelle” sono fallite perché sovraccaricate di troppi significati ideologici. Così com’erano state concepite assomigliavano a un rito presenzialista completamente diverso dagli scopi di sicurezza che si erano prefissati. In aggiunta a un innegabile rigurgito forcaiolo c’era sempre il rischio concreto che cittadini, anche se muniti d’un semplice telefono, trovassero finalmente lo sfogo per un’attività delatoria di massa intrecciando in questa iniziativa rancori di vicinato, vendette di ex amanti, risentimenti di condomini, beghe di colleghi di lavoro e chissà quali altre bassezze. Anche se già all’epoca esistevano esempi di cittadini - anziani muniti di pettorina molto visibile - che, senza pose militaresche, spontaneamente spendevano (e spendono tuttora) una parte del loro tempo vigilando sui bambini all’ora dell’entrata e dell’uscita dalla scuola. In questo clima d’incertezza e con la gente che, come dice Milan Kundera, è “affetta da miopia spirituale” davanti ai casi d’indigenza e sofferenza morale (ancora prima che fisica) vengono alla ribalta i City Angels. È il 1994 quando il giornalista, scrittore e docente Mario Furlan li lancia a Milano. Oggi, a distanza di 17 anni, i City Angels rappresentano una realtà in diciassette città italiane (Roma, Napoli, Torino, Palermo, Salerno, Venezia, Parma, Padova, Messina, Brescia, Verona,

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Terni, Taranto, Novara, Como, Varese, Cagliari) e a Tuzla, in Bosnia-Erzegovina. Non si definiscono “ronde” ma volontari ben addestrati che aiutano i più deboli, immigrati, tossicodipendenti, anziani ed emarginati. Rappresentano un gruppo laico, indipendente, multietnico e antirazzista. Hanno un’età compresa tra i 18 e 45 anni e tra di loro ci sono anche donne e immigrati. Benedetto XVI li ha definiti gli “scout del XXI secolo”, mentre per il Presidente Napolitano rappresentano “la parte migliore della nostra società”. In definitiva questi volontari in maglietta rossa e casco blu danno il buon esempio ai cittadini incivili (purtroppo in costante aumento), aiutano le vittime della criminalità e della micro-delinquenza, svolgono un presidio nei punti a rischio della città. Da circa un mese, all’elenco delle città sopra menzionate, si è aggiunta Lecce dove, a giudizio del sindaco Perrone, il contributo dei City Angels sarà “importante in una città che sta vivendo una grossa trasformazione”. Naturalmente una realtà di questo genere (sono dieci i volontari che operano sul territorio) ha bisogno d’un supporto logistico. Così, oltre all’iniziativa promossa dall’Università del Salento, la Provincia ha assicurato una casa e il Comune ha dichiarato la propria disponibilità a una stretta collaborazione. E Furlan, insediandosi a Lecce, ha tenuto a precisare che “come in tutte le città noi siamo angeli di strada. Quando vai sulla strada e ci vedi, noi siamo degli amici per le piccole grandi emergenze quotidiane. Ti siamo accanto se sei una donna e hai paura di fare brutti incontri mentre torni a casa. Se sei un senzatetto e hai bisogno di assistenza siamo a disposizione, così come ci mettiamo al servizio del turista che chiede informazioni. Ma facciamo anche un’opera di prevenzione della criminalità, per cui se c’è qualcuno che sta facendo del male a qualcun altro, non ci voltiamo dall’altra parte, ma interveniamo”. La prima cosa cui ho pensato dopo aver letto la notizia di cronaca è stata: bene!, una volta tanto Brindisi non si trova tra le città a rischio, quelle per le quali si muove Furlan con i suoi angeli di strada (da persona allergica agli anglismi sono più portato all’utilizzo di questa espressione). Mi ero quasi convinto di questa

spiegazione allorché, come un nugolo di api infastidite, mi sono tornati alla mente i tanti episodi di “nera” cittadina verificatisi negli ultimi tempi: furti negli appartamenti, incendi d’auto, rapine a tabaccherie e negozi, assalti a concessionarie, scippi a pensionati, sacrileghe asportazioni di offerte, vandalismi ad arredi urbani e beni architettonici, bombe e colpi di pistola sparacchiati a mo’ d’intimidazione o per un mirato tiro a segno. Insomma un’infinita serie di fenomeni di microdelinquenza (micro?) che le istituzioni cercano di minimizzare per evitare allarmismi. Oltre a questo scenario - di per sé già sufficiente per inserire di diritto Brindisi tra le città a rischio - mi sovviene il recente “giallo” di Partout, un bellissimo cavallo di razza shire dagli occhioni dolci che trainava un pittoresco carro, grazie al quale due coniugi olandesi sono partiti alla volta di Gerusalemme. Ma come - mi sono chiesto -, dopo avere attraversato al piccolo trotto mezza Europa e l’Italia in tutta la sua lunghezza ed aver deciso di salpare da qui per l’Oriente (e non da Bari o Otranto…) proprio a Brindisi doveva “sparire” il cavallo? Che vergogna! Meno male che, per la solerzia e il fiuto degli agenti della Sezione volanti, Partout è stato ritrovato e restituito alla coppia, che ha così potuto riprendere l’insolito pellegrinaggio. Un episodio, questo, che la dice tutta sullo stato di pericolosità (anche per gli animali!) del nostro territorio. E allora perché Furlan non manda anche a Brindisi i suoi preziosi volontari? Probabilmente perché, come in tutte le cose italiche, occorre una raccomandazione o quanto meno una segnalazione che caldeggi l’intervento e spieghi come, con tutta la buona volontà, la Caritas diocesana e le altre associazioni di volontariato non possono farcela a fronteggiare da sole l’emergenza. Anche perché il Carabiniere e il Poliziotto di quartiere (obiettivamente non molto “visibili” sul territorio) o sono in numero inferiore alle necessità o sono stati riassorbiti nei prioritari compiti istituzionali contro una criminalità organizzata mai completamente domata. “Mondo sii buono; esisti buonamente” invoca il grande poeta Zanzotto recentemente scomparso. Quante volte - guardando l’orrido che si spalanca sotto i nostri piedi - non l’abbiamo fatta anche noi questa preghiera? Perché è proprio nei momenti difficili come gli attuali che può venirci incontro la parola consolatrice dei poeti. Certo sarebbe ancora meglio se, in questo caso, fosse affiancata dall’aiuto silenzioso e disinteressato degli angeli di strada…


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SCUOLA

LA PRESIDE VULCANICA Elvira D’Alò ripulisce il giardino con gli alunni. Propone un diario uguale per tutti («per evitare discriminazioni»). Educa i bimbi alla lettura dei quotidiani. Apre i locali alle associazioni e agli anziani. Qualche genitore protesta, scrive Tiziana Piliego. Ma molti bambini la adorano.

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sentirla parlare del suo lavoro, sembrerebbe quasi una mosca bianca. Eppure Elvira D’Alò, da cinque anni dirigente scolastica del VII Circolo “Rodari”, non si sente affatto tale. “Io sono una persona che crede ancora, nonostante i tagli economici e le parole di chi dice che la cultura non dà da mangiare e non fa arricchire, e nonostante gli attacchi alla credibilità della scuola, nel servizio pubblico e credo nella scuola come servizio aperto al territorio”. Ecco perché durante il suo primo anno di gestione, quando un’associazione di anziani ha chiesto di poter usare i locali della scuola durante i week-end, per ballare e trascorrere qualche ora di svago, lei ha dato subito la disponibilità, emozionandosi vedendo queste persone, prive all’epoca di una sede, divertirsi e sorridere. Lei ha scelto di dirigere un circolo che comprende scuole dell’infanzia e scuola primaria. È un approccio fuori dal comune quello che ha nei confronti del suo mestiere, una passione che trasuda dalle sue parole, dai suoi occhi, dal suo sorriso. Un entusiasmo che non si smorza neanche davanti alle difficoltà e agli ostacoli che inevitabilmente si incontrano quando si devono gestire le esigenze educative di tanti bambini, oltre al personale docente e ai collaboratori scolastici. Quest’anno è balzata agli onori della cronaca cittadina per aver assunto, secondo uno sparuto gruppo di genitori, una decisione poco condivisibile: l’adozione di un diario scolastico uguale per tutti, stampato grazie al contributo di alcuni sponsor e che si avvale anche del patrocinio del Comune di Brindisi, venduto poi alle famiglie al prezzo di 6 euro. “Non sono una pedagogista che pensa che i bambini debbano essere tutti uguali, guai se fosse così. Ritengo però che in un contesto educante, avere lo stesso diario significhi evitare momenti di competitività e discriminazione”. Il contributo chiesto alle famiglie per l’acquisto del diario è servito a coprire le spese di stampa, perché i tagli apportati dal Governo non consentono alle scuole neanche di pagare le bollette e acquistare il materiale minimo per la didattica. La sua lunga esperienza le permette di “impressionare” anche i più scettici su quella che è l’istituzione scuola. Nel suo incontro con i

genitori e le insegnanti dei bambini di tre anni che si affacciano a questo mondo, usa parole semplici e chiare che colpiscono subito. “La scuola dell’infanzia è, dal punto di vista pedagogico, il primo importante gradino della vita di ogni scolaro. Se si riesce a far amare la scuola dai primi anni, sarà così per sempre. E chi abbandona la scuola lo fa perché nessuno è stato in grado di fargliela amare”. Ecco allora spiegato il motivo del suo lavoro senza sosta per garantire ai suoi studenti non solo la migliore attività curriculare, ma la serie infinita di iniziative che coinvolgono già i piccoli di tre anni e i loro genitori, come ad esempio quella più a breve scadenza, in prossimità del Natale. Un’esperienza già vissuta lo scorso anno, quando i piccoli hanno fatto visita agli anziani ospiti della casa di riposo “Il Focolare”, portando doni, ma soprattutto tanta gioia. È uno scambio tra realtà dello stesso territorio, quello messo in atto. Il VII Circolo apre le porte a tutti e per il terzo anno le associazioni che vogliono offrire attività diverse da quelle scolastiche possono farlo, a patto che il contributo chiesto alle famiglie sia irrisorio. “Credo in queste attività extra-scolastiche perché hanno pari dignità delle materie curriculari”. Nell’ottica di formare il cittadino del domani, la D’Alò ha aderito al progetto dei Giovani Editori di Firenze, già sperimentato da insegnante dell’Istituto Morvillo-Falcone. Da cinque anni, gli studenti delle ultime classi della scuola primaria, leggono, una volta la settimana, in classe, il “Corriere della Sera”, confrontandosi poi con insegnanti e compagni sui temi di maggiore interesse. Il progetto ha lo scopo

di avvicinare gli studenti alla lettura dei quotidiani alla luce degli ultimi dati che vedono gli italiani agli ultimi posti della classifica per quanto riguarda la lettura dei quotidiani. Quest’anno gli sforzi si concentreranno sul miglioramento del servizio. “Stiamo chiedendo una copia per ogni bambino, in maniera che ognuno di loro possa tenere in mano il giornale, sfogliarlo, annusare anche l’odore dell’inchiostro, magari guidati da un professionista”. Ma il cittadino del domani, nella sua ottica, si forma anche attraverso iniziative più manuali. Col progetto “Il giardino fiorito sempre pulito”, ideato per combattere il bullismo diffuso nel circolo, i bambini si sono occupati degli spazi verdi della loro scuola, seminando e curando le piantine. E quest’anno, su invito del commissario prefettizio del Comune, continueranno la loro opera di piccoli giardinieri. Poi ci sono le iniziative che puntano a demolire i luoghi comuni. È già partito un progetto, in collaborazione con la Questura, per stravolgere la visione che si ha della figura del poliziotto, visto come colui che arresta e punisce e non come colui che garantisce anche la nostra sicurezza. Negli anni passati, il VII Circolo ha avviato delle proficue collaborazioni con i Carabinieri, la Guardia di Finanza con tanto di dimostrazioni con cani anti-droga e discussioni molto apprezzate dai ragazzi sui pericoli della droga. E non è detto che quest’anno non si possa rifare. Ma quest’anno scolastico è già iniziato con una bella novità: alcuni locali della scuola sono stati ripuliti e adibiti a biblioteca con tanto di inaugurazione ufficiale, con bambini entusiasti e curiosi di poter avere uno spazio tutto per loro dove sfogliare libri e divertirsi col teatrino dei burattini. Dette così queste cose sembrerebbero scontate, ma la passione e il lavoro che ci sono dietro ad ognuna di queste iniziative sono tutt’altro che scontati. Per una donna tenace come Elvira D’Alò, che armata di sacchetto e paletta raccoglie insieme ai suoi ragazzi le deiezioni canine e conserva le cartacce raccolte negli spazi esterni della scuola per portarle nelle singole classi e insegnare che il bene comune va rispettato, dirigere una scuola stando seduta dietro ad una scrivania sarebbe riduttivo e mortificante. Lei va avanti come un treno, senza scoraggiarsi mai e confrontandosi ogni giorno con i suoi collaboratori e soprattutto con i suoi studenti. Sarà per questo che i suoi ragazzi e i bimbi la rincorrono per abbracciarla o per rubarle un bacio. Lei è molto di più che un semplice capo, lei è una di loro. Tiziana Piliego www.brindisireport.it 21


Satira SOGNANDO ALTAN

ASSENTEISMO ALLA ASL, POSTINI CHE RUBANO, POLITICI INCOMPETENTI. QUESTA CITTÁ NON HA FUTURO! INTERVENIAMO O CI RISERVIAMO IL PIACERE DI DIRE CHE L’AVEVAMO DETTO?

FINALMENTE IN CITTÁ SOFFIA IL VENTO DEL CAMBIAMENTO. IL PRI CANDIDA DE RINALDIS SAPONARO. NEL PD SCALPITA GIOVANNI CARBONELLA. NEL PDL CI PROVA PIERO SANTORO. I SOCIALISTI POTREBBERO RIPROPORRE PINO MARCHIONNA. I VENDOLIANI VINCENZO GUADALUPI. BADATE BENE, NON SI TRATTA DEI LORO NIPOTI, MA DI QUELLI DI SEMPRE!

LUIGI VITALI

Professione AntiMax! Abbiamo trascorso una giornata con il deputato. Era meglio non farlo: ormai è proprio fissato.

B

erlusconi è cotto, ormai non lo sopportano più nemmeno i suoi più fedeli zerbini. Nel Pdl è il fuggi-fuggi generale: tutti a riposizionarsi e a cercare scialuppe di salvataggio, tanto gli italiani, come si sa, dimenticano in fretta. Lui no, l’onorevole Luigi Vitali da Francavilla Fontana, parlamentare da soli 15 anni, continua a ricoprire il suo ruolo con assoluta coerenza. Farà l’AntiFerrarese fino alla morte, non sappiamo se la sua o quella dell’ex amico. Intanto lo abbiamo seguito per una estenuante intera giornata. Eccovi il resoconto. Ore 6.00. Vitali legge i giornali e conta quanti articoli la stampa di regime ha dedicato a Ferrarese. Arrivato al decimo, inizia a gridare in francavillese stretto, tanto che anche i familiari faticano a comprenderlo. Ore 7.00. Venuto a sapere che il presidente della Provincia la sera prima ha cenato al ristorante “Pasqualino Settebellezze”, chiama subito il prefetto e chiede l’immediato intervento dei Nas e dei vigili sanitari per una disinfestazione. Ore 8. Dirama tre comunicati stampa contro SuperMax, il più soft dei quali ha per titolo “Ferrarese pezzo di m...”. Ore 11. Venuto a sapere che Ferrarese

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la sera prima è riuscito a fare l’amore per ben quattro volte in poche ore e per di più «dopo 12 ore di lavoro in Provincia», Vitali chiama TeleRama e nel corso dell’intervista denuncia: «Chiederò l’antidoping per tutti i presidenti della Provincia», poi, a microfoni spenti, dice ad una sconvolta Lucia Portolano: «Ti posso assicurare che quando eravamo amici non arrivava neanche a due».

Ore 14. Vede i tg locali e annota 13 interviste con Ferrarese, che peraltro quel giorno non aveva fatto nulla per meritarsele. Vitali ormai pensa al suicidio. Ore 18. Per consolarsi, il deputato prepara un comunicato contro la sinistra «capace solo di attaccare Ber-

lusconi». Ma Studio100, da sempre acerrima nemica di Ferrarese, dedica un editoriale al vetriolo contro Vitali, accusato di «essere capace solo di attaccare il presidente della Provincia». L’onorevole, ormai preso dalle convulsioni, inizia a cambiare canale. Va prima su Puglia Tv e poi su TeleRama, ma è sfigato, perché becca la pubblicità. Della Prefabbricati Pugliesi!

CAMBIO DI STRATEGIA

Pagliaro e la Regione Puglia-Salento

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ome dichiarato in una intervista concessa al nostro trimestrale PugliaMagazine, Paolo Pagliaro, l’editore di TeleRama e inventore della Regione Salento, ha cambiato idea. Non chiede più la scissione dalla Puglia, ma pretende almeno che a Bari decidano di chiamare la regione Puglia-Salento. Ora la strategia è chiara: Pagliaro sta seguendo la stessa avvincente cavalcata del Pci, divenuto negli anni, Ulivo, Pds, Ds, Pd. Un vortice di cambiamenti che ha scombussolato gli elettori di centrosinistra, che all’uscita dai seggi supplicano i sondaggisti: «La prego, non mi chieda per chi ho votato, perché da dieci anni

ormai non lo so più neanche io per chi cazzo voto!». Ecco, Pagliaro ha deciso di seguire la stessa strategia: se a Bari non approveranno la proposta del nome PugliaSalento, l’editore ha già pronta la prossima mossa: «Chiederò che la regione venga chiamata Puglia». E il Salento? «Cambierò il nome di TeleRama in TeleSalento». E a chi gli chiede perchè abbia fatto tutto sto casino per niente, risponde: «In realtà non mi sono fermato a questo. Chiederò ai leccesi di chiamare i propri figli Ciceri (se maschi) e Tria (se femminucce) e lancerò una nuova linea di abbigliamento per bambini: Salento 012».


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FOTO DI VITO MASSAGLI

CRAIG CALLAHAN


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ISTITUZIONI

ATTIVATO LO SPORTELLO DI PARITÁ La Consigliera provinciale di Parità Alessandra Amoruso ha fortemente voluto questo nuovo strumento, che sarà a disposizione dei cittadini nei giorni feriali, dalle ore 9 alle 12. E nelle prossime settimane saranno avviati anche un sito web ed una pagina Facebook, «perché l’obiettivo - dice - è uscire dal Palazzo e far comprendere a tutti l’utilità di questa nuova figura».

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ntra nel vivo l’attività dell’ufficio della Consigliera di Parità, istituito presso l’Amministrazione Provinciale di Brindisi, presso gli uffici di Largo San Paolo. La Consigliera di parità Alessandra Amoruso ha infatti inaugurato nei giorni scorsi lo Sportello per l’utenza, a cui i cittadini potranno rivolgersi nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 9 alle 13, per chiedere informazioni o interventi sulle tematiche di competenza dell’ufficio. Queste ultime riguardano funzioni di promozione e controllo dell’attuazione dei principi d’uguaglianza, di pari opportunità e non discriminazione tra uomini e donne nel lavoro. Nell’azione della consigliera si intrecciano l’attività di contrasto, assistenza, consulenza e intervento (sino alla soluzione del caso ed al ripristino delle condizioni di legalità) e l’attività di prevenzione e rimozione delle cause di discriminazione. Vale a dire informazione, formazione, promozione di ricerche, rimozione di cause e di ostacoli alla piena esplicazione della parità, mediante la lotta contro gli stereotipi di natura sessuale ed il perseguimento della condivisione fra uomo e donna del lavoro di cura e della conciliazione fra tempi di lavoro e tempi di vita. Si tratta insomma di una figura nuova ed importante, che potrà avere una valenza importante per la soluzione di problematiche sociali di rilievo. «Lo sportello - spiega la Amoruso - sarà anche itinerante: almeno una volta la settimana il personale addetto sarà in visita in scuole, comuni della provincia e luoghi di lavoro per promuovere le varie attività dell’Ufficio» A sostegno dell’Ufficio di Parità sarà presto attivo un sito internet e verranno sviluppate altre iniziative tese a promuovere lo sportello per l’utenza sui social network. «Con queste nuove iniziative tentiamo di uscire dal palazzo e di far comprendere al meglio a tutti i cittadini l’utilità di questa figura. Comprendiamo bene che a volte ci possano essere delle difficoltà a contattare un simile servizio, però i brindisini devono capire che questo sportello può rappresentare un

importante aiuto per la risoluzione di grandi problemi». Il primo fra tutti è la disparità di genere tra uomo e donna: «La situazione rispetto a diversi anni fa è cambiata, ma ancora oggi, soprattutto in determinati settori, è ancora pesante la differenza tra il numero di incarichi di vertice affidati agli uomini e alle donne». Quando ci si può rivolgere all’Ufficio della Consigliera di Parità? «I cittadini possono farlo se ritengono di aver subito una discriminazione nell’accesso al lavoro o nell’accesso a corsi di formazione, nello sviluppo della carriera, nel livello di retribuzione. Oppure se hanno avuto difficoltà a vivere serenamente la maternità o il rientro dalla maternità, o per la negazione di congedi parentali». Ma a lei possono rivolgersi anche le imprese? «Certo. Per esempio nei casi in cui si voglia valorizzare la presenza femminile in azienda, o accedere ai finanziamenti previsti dalla L. 125/91. O ancora per la predisposizione di progetti sulla riorganizzazione aziendale e sulla flessibilità in base alla L. 53/2000 e al D.L. 151/2001». E negli Enti pubblici?

«Anche gli Enti possono interfacciarsi con l’Ufficio di Parità della Provincia: per presentare il piano di Azioni Positive in base all’art. 3 del D.L. 196/2000, integrare le pari opportunità nelle politiche dell’Ente, favorire l’uguaglianza tra uomo e donna nel lavoro, migliorare la presenza femminile nell’Ente e favorire i processi di carriera delle donne, o infine per contrastare in modo efficace le discriminazioni in base al sesso». L’Ufficio di Parità dell’Ente fa capo all’assessorato alle Politiche del Lavoro, affidato ad Enzo Ecclesie (in foto), che proprio nei giorni scorsi ha rifinanziato nuove misure a sostegno delle imprese locali. www.brindisireport.it 27


STEFANO vampiri LA MONICA di mattina

LA MORTE CAUSA STRANI SENTIMENTI Pareggia tutti. Ecco perché provo pietà per il campione e il dittatore

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ra una mattina di ottobre, pochi giorni fa. Sembrava un giorno fuggito dall’estate, e infatti un’amica mi aveva spedito il video di quello che presumibilmente era l’ultimo bagno della stagione. La vedevo nuotare nel piccolo display del mio cellulare, e l’invidia che spesi insieme a un sorriso valse da sveglia. E allora in piedi!, ché c’è Valentino che corre sulla moto. In poltrona davanti alla tv, avvolto da un accappatoio e dalla sottile aria d’ozio che solo le domeniche sanno offrire. Durante l’ultima pausa per la pubblicità, un veloce gioco col telecomando per sbirciare una rassegna stampa o qualche news dell’ultima ora. E si vedono uomini con qualche kefiah annodata al collo e tutti col fucile nella mano. Questo lo guardo più tardi. Torno dai ragazzi sulle moto. Stanno per scattare col semaforo verde, per una gara che non sembra troppo carica di pepe, ché il titolo mondiale è stato già vinto. L’atmosfera perfetta per chi ha sempre vissuto un centimetro dietro i primi campioni, e con questi leggermente appagati ora vuole un po’ di gloria solo per sé. E infatti qualche scaramuccia parte dal primo istante, poi l’aria sembra acquietarsi. Fin quando non arriva una curva all’apparenza noiosa, ma sufficientemente infida da far scivolare una moto, che la forza centrifuga dovrebbe far accomodare, grattando, sulla morbida sabbia che hanno messo di lato. Ma la ruota ritrova il contatto con l’asfalto e tornare nel centro della pista è un attimo, come lo è il sopraggiungere di altre due moto che non possono più frenare né sterzare di lato. E violano la carne nell’unico punto che i piloti lasciano scoperto tra casco e protezioni che indossano. Poi il tempo si ferma, ché un giovane è morto. SIC se n’è andato. Il dolore è quasi insostenibile. Lo diventa subito con vari esperti stipati in uno studio

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televisivo per spiegarci cosa successo. É successo che un ragazzo è morto. Non staremo peggio sapendo che si è trattato di una sconvolgente fatalità, l’evento meno probabile che poteva accadere. Come Achille che poteva essere colpito soltanto al tallone. Né staremo meglio al pensiero che almeno se n’è andato facendo una cosa che amava. Devo cambiare canale... I ribelli coi fucili sono ancora lì. Esultano, sparano colpi di giubilo al cielo, ed è un fiume di gente che insegue se stessa, tutti che vogliono andare più avanti per raggiungere la punta, la testa di quel serpente in movimento. E troppi movimenti fa la telecamera tenuta in mano dall’amatore che sta improvvisando un servizio giornalistico: mi viene un po’ di mal di mare, forse anche la nausea. Ma è niente in confronto a quando le immagini mi portano nel punto in cui tutta la gente si è radunata. Sembrano fedeli dietro il carro di una processione, solo che qui sul pianale di legno non c’è la statuina di una Madonna, bensì un uomo sanguinante che sa bene di essere sul punto di morire. Ma è una notizia di ieri: io so già che quell’uomo è già morto. E infatti le immagini successive restituiscono il suo cadavere steso su un piccolo calesse con due ruote. Stavolta non riesco a cambiare canale...

Non è una cosa sbagliata. Forse neanche giusta. Ma è la sola cosa che ci fa restare umani Rimango solo sgomento per l’esatta misura del mio dispiacere per entrambe le morti. Per un ragazzo che correva sulle moto, e che ha confermato una volta ancora lo stupido adagio sull’erba buona che appassisce per prima. E per un antico dittatore che sarebbe dovuto essere ucciso mille e mille volte solo per pareggiare tutte le morti che ha cagionato. Non è umano provare la stessa pena per due persone così diverse tra loro. O forse lo è più di ogni

altra cosa al mondo. Come la Livella di Totò: la morte pareggia tutti gli uomini. Poi le immagini tornano a ieri, proprio al momento in cui il dittatore è circondato dai suoi aguzzini come una preda tra i leoni. Sanguina e implora pietà. Forse impreca. Come ultima mossa per aver salva la vita, chiede al giovane boia che sta caricando il fucile se riesce a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Cambio canale... Ci sono le immagini di una conferenza stampa: il SIC che litiga col passato campione del mondo. Ricordo di averle viste in diretta. E ricordo bene cosa pensai. Sembra un’atroce bestemmia il solo fatto che mi tornino in mente, che io ammetta di averlo tacciato dell’arroganza di chi vorrebbe scalzare i campioni dal trono e prenderne il posto ma ancora non è arrivato al loro livello, e con il sarcasmo si macchia soltanto del reato di lesa maestà. Ma ora il SIC è morto, e tutto ciò che poteva essere rivolto all’uomo adesso nemmeno scalfisce quello che è già diventato mito. Io mi sento comunque uno sporco bestemmiatore. E cambio ancora canale.

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mmagini oltre la più terribile e bieca immaginazione testimoniano che il dittatore è stato stuprato con un bastone di legno pochi istanti prima di essere ammazzato. E di lui mi ricordo anche che disse che “l’Africa non ha bisogno di democrazia, ma di pompe d’acqua”. Scavo più a fondo nei ricordi in cerca del nome del piccolo paese che venne raso al suolo in cerca degli oppositori del regime, e la loro assenza fece sfogare la rabbia dei soldati contro le loro donne. Chissà se quei soldati sapevano distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. E se lo avesse saputo fare il colonnello quando ordinò l’attacco. Ma il nome proprio non mi viene. Compaiono subdoli quelli di Sabra e Chatila, e più in là il viso rotondo di Ariel Sharon. Mi sembra tutto un po’ grottesco. Invece è semplicemente terrificante. Così come la mia confusione nella quale ho creduto di provare la medesima compassione per questi due uomini che sono morti questa domenica mattina. Sto per alzare gli occhi al cielo e dire “perdonami, SIC”. Poi parte un’intervista ad una ragazza che ha perso tutti i suoi familiari per mano dei soldati agli ordini del colonnello. “Non posso concepire nessuna forma di violenza né di vendetta. In nessuna circostanza.” Forse mi ha detto che provare lo stesso sentimento, assolutamente identico in ogni più microscopica sfaccettatura, per il SIC e per il colonnello non è una cosa completamente sbagliata, o sbagliata non lo è affatto. Forse non è neanche giusta. É la sola cosa che ci fa restare umani...


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In meno di tre anni di attività il Consorzio “Puglia Best Wine” ha realizzato diverse missioni all’estero, una serie di iniziative a supporto dell’internazionalizzazione e della comunicazione delle aziende aderenti al consorzio. Apulia Wine Identity è un progetto, promosso dal Consorzio e dall’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Puglia. Partner tecnico, la Guida del Gambero Rosso, che guiderà le degustazione dei vini selezionati e presentati dalle 21 aziende partecipanti. La giuria è composta da giornalisti, master wine ed opinion leader internazionali provenienti da tre continenti: 280 le etichette in degustazione, di cui 60 (vendemmia 2010) in en primeur. Previsti 5 eno-tour di territorio, con visite alle aziende e delle città coinvolte: Brindi, Lecce, Trani e Barletta. (www.pugliabestwine.it)

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EVENTI

LA DISFIDA

DEI VINI PUGLIESI Dal 22 al 27 novembre una cinquantina di enogiornalisti nazionali ed internazionali daranno il rating alle bottiglie di Negroamaro, Primitivo e Nero di Troia prodotte da 21 cantine. L’iniziativa del consorzio Puglia Best Wine, punta a promuovere il territorio ed i prodotti delle nostre aziende

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on Apulia Wine Identity, per la prima volta, il meglio dell’enologia pugliese mette insieme le forze per ospitare, nel proprio territorio, una manifestazione autoprodotta di altissimo livello e aperta al mondo, con la partecipazione di una cinquantina di giornalisti enogastronomici provenienti da ogni dove. In scena dal 22 al 27 novembre, con epicentro nella stupenda città di Trani, la kermesse prende slancio dalla volontà di raccontare al gotha della stampa specializzata internazionale, nel modo più diretto ed efficace, la storia e il presente di un’enologia che si sta facendo conoscere nel mondo con prodotti capaci di intercettare a pieno l’evoluzione del gusto di un consumatore sempre più preparato ed esigente. L’evento è stato promosso da Puglia Best Wine, il consorzio che con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Puglia ha messo insieme le 21 aziende partecipanti e coinvolto, come partner tecnici, la Guida del Gambero Rosso e, per la presentazione del Rapporto Economia del Vino in Puglia, l’Unicredit. Di grande interesse il rilievo internazionale voluto per questa prima edizione di Apulia Wine Identity: sono infatti 20 le nazionalità di provenienza dei giurati selezionati, tra cui spiccano le delegazioni dei paesi emergenti dell’area BRIC, (Brasile, Russia, India e Cina) ma anche Corea, Thailandia, oltre a rappresentanti dei mercati di sbocco tradizionali, come Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Svizzera. La Giuria di esperti - in grandissima parte giornalisti specializzati - sarà chiamata a degustare en primeur il meglio delle produzioni non ancora in commercio di Negroamaro, Primitivo e Nero di Troia della vendemmia 2010, a visitare territori di produzione e a decretare, in conclusione, il rating raggiunto dai vini nelle diverse sessioni di degustazione. Ospiti che oggi saranno visitatori e giudici, ma domani, certamente, ambasciatori entusiasti di un territorio particolarmente vocato alla viticoltura di

IL PROGRAMMA Il clou a Trani e Barletta. Tra gli ospiti Bruno Gambacorta e Marco Sabellico. Le città di Trani e Barletta condivideranno l’ospitalità della prima edizione di Apulia Wine Identity, la manifestazione interamente dedicata ai vitigni storici della regione, in programma dal 24 al 27 novembre 2011. Epicentro dell’evento il prestigioso Hotel San Paolo al Convento, nella città di Trani, dove si terranno le degustazioni dei vini en primeur riservate a giuria e giornalisti. Sabato 26, sempre a Trani, alle ore 18, gli eventi aperti al pubblico, con una fantastica degustazione dei vini selezionati per Apulia Wine Identity (oltre 160 le etichette presentate) e la presentazione del libro di Bruno Gambacorta, noto giornalista del TG2 e storico curatore di Eat Parade. Si chiude domenica 27 alle ore 12, al teatro comunale della città di Barletta, con il talk show dedicato ai produttori, invitati a rispondere alle domande di Marco Sabellico (della Guida del Gambero Rosso) e dei giornalisti italiani ed internazionali presenti all’evento.

qualità e, sempre più identificato come una “nuova frontiera dell’enologia italiana” caratterizzato da un potenziale di crescita, in valore e per export, più che significativo. Sarà un viaggio nei territori di produ-

zione, dalle terre del Nero di Troia, a Nord di Bari, sino a raggiungere i lembi più estremi del Salento, tra le province di Brindisi e Lecce, senza dimenticare l’importanza della zona di Manduria, condivisa in parte anche dalla provincia di Taranto. Un caleidoscopio di aziende, territori e vitigni che avranno modo di svelarsi ad un pubblico più ampio, con le degustazioni aperte ai wine lover e operatori della ristorazione pugliese. «Vogliamo esaltare il legame identitario che lega i nostri vini ai diversi territori di produzione - spiega Lugi Rubino, presidente del Consorzio Puglia Best Wine - e ampliare e promuovere la conoscenza dei nostri vini coinvolgendo autorevolissimi rappresentati della comunicazione internazionale». Nella giornata di chiusura di domenica 27 novembre verrà proclamato il rating sulle tre varietà 2010 (Negroamaro, Primitivo, Nero di Troia) e, a seguire, ci sarà un talk show con tutti i produttori che risponderanno alle domanda dei giornalisti invitati. Un focus particolare sarà dedicato alla stampa economica: in una regione come la Puglia l’enologia riveste non solo un dato di bellezza e tradizione ma anche un dato economico non indifferente. L’obiettivo, sottolineare il valore economico del sistema produttivo del vino di qualità, il potenziale di crescita sui mercati interno ed estero e contribuire così a sviluppare una più ampia comunicazione di relazione con il territorio, valorizzandone gli aspetti culturali, naturalistici e gastronomici.

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I titolari di tre delle cinque aziende che hanno fondato il Consorzio Puglia Best Wine: Luigi Rubino (presidente), Angelo Maci e Alessandro Candido www.brindisireport.it 31


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EVENTI

PROMESSI SPOSI

MATRIMONIO IN VETRINA

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al 10 al 13 novembre, nei padiglioni 18, 19 e 20 della Fiera del Levante a Bari, torna “Promessi Sposi” il salone nazionale dedicato alle coppie di futuri sposi, che tanto successo ha riscosso lo scorso anno (con circa 30 mila visitatori in 4 giorni, tra cui 11 mila coppie di futuri sposi). È l’edizione numero 18 quella che “Pubblivela” si appresta a mettere in scena, tra tanti eventi/spettacolo che allieteranno il pubblico di visitatori, come affascinanti sfilate di abiti da sposa, sposo e cerimonia, il concorso nazionale “Un giorno da modella” in collaborazione con “White Sposa”, gli sfiziosi corsi di cucina e una creativa novità: l’esposizione dell’Accademia delle Belle Arti di Bari, dal titolo “Il dolce d’artista”, i cui partecipanti sono: Anastasia Silvestri con l’opera DOLC’E’, Gianni De Serio e Mariangela Cassano con l’opera SALITA e SEDUTA, Michele Schino con l’opera TAKE IS SWEETY, Raffaella Del Giudice con l’opera PERDERSI M’E’ DOLCE, Roberto Sibilano con l’opera ROTHKO, Silvia Ferrante con l’opera GONFIA DI SE’, Vanessa Clemente con l’opera SENZA TITOLO. Infine, corsi di nail-art tenuti da “Nails Unghie e bellezza”, per le future spose che vogliano sbizzarrirsi. “Promessi Sposi” è una kermesse unica sul territorio pugliese, che abbraccia l’intero universo del matrimonio, in ogni suo dettaglio, e si rivolge non solo agli operatori del settore nuziale, ma anche alle coppie di futuri sposi, che, recandosi in fiera, hanno a portata di mano una vera e propria guida per poter costruire il loro matrimonio in tutte le sue sfaccettature, avendo un ampio ventaglio di scelte e di idee a loro disposizione. L’offerta espositiva vanta, infatti, oltre 1.000 abiti da sposa degli stilisti locali, nazionali ed internazionali, le più belle sale ricevimenti e gli hotel, pugliesi e non solo, aziende pasticcere e di catering, abiti da cerimonia in genere, agenzie viaggi, liste nozze e bomboniere, confetti, centri benessere, flower designer, make-up artist e hair stylist prestigiosi, fotografi, tutto per l’arredamento della casa, wedding planner, noleggio di auto d’epoca ed extralusso etc. Tra gli eventi che verranno presentati durante la quattro giorni ci sarà anche il concorso “Un giorno da modella”, organizzato in collaborazione con “White Sposa”, che tante adesioni ha raccolto lo scorso anno. Il concorso nazionale è rivolto a tutte le future

A Bari e Galatina le due edizioni del Salone nazionale dedicato ad un settore trainante per la Puglia, dove si produce il 40% degli abiti da sposa italiani.

spose che vogliano vivere un’esperienza unica, sfilando con splendidi abiti da sposa sulla passerella messa a disposizione da questa organizzazione. Tramite appositi casting (che si svolgeranno nei giorni 10 e 11 novembre nell’area casting e sfilate del padiglione n.18), saranno selezionate dieci aspiranti modelle che concorreranno, sabato 12 novembre alle ore 17:00, alla vittoria di 4 fantastici premi, legati al giorno delle nozze (un abito da sposa Errico Maria, un week-end a Parigi presso l’hotel Arès, una coppia di fedi Polello e il noleggio dell’auto nuziale con autista offerto dall’autonoleggio Il Maggiolino). Altro evento molto gustoso delizierà il palato dei visitatori: si tratta dei corsi di cucina tenuti da Anice Verde, azienda di catetring e scuola di cucina, che tanto successo hanno avuto lo scorso anno con numerosi iscritti che hanno voluto lasciarsi guidare dall’esperienza di validi cuochi, maestri del fornello. Quest’anno ci sarà anche una gara culinaria tra giornalisti, sabato 12 novembre alle ore 9:30. “Si Sposa”, anche quest’anno rivista ufficiale dell’evento “Promessi Sposi” a Bari, dopo il successo ottenuto nella scorsa edizione, con 5 mila copie distribuite durante la quattro giorni alle coppie di futuri sposi che hanno visitato la kermesse dedicata

al matrimonio. “Si” è una guida, un prezioso vademecum per le coppie di futuri sposi che vogliano essere consigliate, coccolate, condotte all’altare tra i dettagli più originali e le ultime tendenze nuziali. All’interno tutte le nuove collezioni di abiti da sposa e sposo, il reportage dalle passerelle milanesi di Sposaitalia, le location più affascinanti per i ricevimenti più glamour nella sezione Ville, dimore e castelli Sposi, e poi interviste esclusive a Diego Dalla Palma e Luca Montersino, e tanti consigli utili per chi si appresta a vivere il giorno più bello della sua vita. Sponsor ufficiale della manifestazione è la Msc Crociere, il main sponsor è “Si Sposa”. Il Salone sarà aperto dal 10 al 13 novembre 2011 secondo questi orari: giovedì 10 e venerdì 11 novembre dalle 16.00 alle 21.30; sabato 12 e domenica 13 novembre dalle 9.30 alle 21.30. Si accede dall’ingresso di Via Verdi. Per infor-

mazioni rivolgersi ai numeri 080 2141014 e 0836 528503, oppure www.promessisposi.it. Dal 24 al 27 novembre “Promesis Sposi” si sposta invece al quartiere fieristico di Galatina.

Orari fiera: giovedì 24, venerdì 25 e sabato 26 novembre dalle 16:00 alle 21:30; domenica 27 mattina dalle 9:30 alle 13:30; domenica 27 pomeriggio dalle 15:30 alle 21:30.

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LUOGHI

CENARE A PALAZZO

Finalmente Palazzo Festa è tornato a vivere, con un concept tutto nuovo e molto accogliente, che propone caffetteria, lounge bar, self service, ristorante e pizzeria. Ma anche arte...

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toria, bellezza e delizie del palato rappresentano il mix perfetto per “ Il Palazzo Festa”. Nella centralissima via Fernante Fornari 26 affascina, in tutta la sua eleganza, lo splendido Palazzo del 1300 che tra volte, pietre, cortili e scalinate si propone, già dalle 06,30 come caffetteria, lounge bar, self-service, ristorante, pizzeria fino alle 24.00 tutti i giorni, domenica inclusa. Il locale, estremamente sobrio e luminoso, per questo discreto e suggestivo, è dotato di molteplici sale poste su più livelli, allestite per feste, lauree, eventi, occasioni speciali, ma anche per cene romantiche o pranzi tra amici o in famiglia. Versatile ed accogliente, basa la sua peculiarità sull’attenzione al cliente ed alle sue esigenze, proponendo una vasta gamma di sapori accompagnati dai migliori vini locali e non. Ottima l’idea di fare del Palazzo anche una galleria artistica: il contrasto tra il classico dell’immobile ed il contemporaneo degli splendidi quadri di Dario e Pino Nardelli è davvero azzeccato. Degustazione gratuita del vino novello delle Cantine Due Palme il giorno 11 novembre a partire dalle ore 20,00, alla presenza del presidente ed enologo della cantina Angelo Maci, con musica live e un menu speciale per la serata! Iole La Rosa

PALAZZO FESTA Via Ferrante Fornari 26, Brindisi Tel. 0831.529956 -349.4408339

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Cartellone EVENTI › PROTAGONISTI › MOSTRE

17-18 Giovedì e Venerdì

NOVEMBRE

Brindisi TEATRO IMPERO

A CHE SERVONO GLI UOMINI

Comp. Stabile Amici del Teatro

“Chi dice donna dice danno” è un proverbio che denigra in qualche modo il genere femminile, ma ha un che di magico nella trasformazione dell’aggettivo in verbo, dove alla parola donne si affianca il fatto che danno conforto, danno la vita, danno il coraggio e danno se stesse per amore. La morale della nuova commedia musicale “A che servono gli uomini” della Compagnia Stabile Amici del Teatro si avvicina più a questa diversa interpretazione. Si tratta di una piece con soli cinque attori che racconteranno come possano coesistere uomini e donne fuori da luoghi comuni e tradizioni popolari. Al centro della storia c’è Teodolinda (Jenny Ribezzo, in foto) disegnatrice stufa del genere umano, soprat-

tutto di quello maschile. Un bel giorno, il suo vicino di casa, Gianni Padovan (Piero Ribezzo) una sorta di Archimede Pitagorico, imbranato con le donne, le mette una pulce nell’orecchio: potrà diventare mamma iniettandosi il seme maschile, ma senza bisogno del rapporto. Inizia così l’avventura, che condurrà alla scoperta del nome del donatore: Osvaldo (Lino Pacella) un play boy di periferia. Il costo dei biglietti per il teatro Impero è di 12€ poltronissime e 10€ poltrone (Posti prenotabili in platea) e 8€ posti liberi in galleria. Prevendita: Scuola di Musical Fabbrica di Stelle, via don Gnocchi, 45-Brindisi. Tel: 339/1302614 - 0831 508068. www.brindisireport.it 37


TEMPO LIBERO I CARTELLONE

Piovono libri: ecco il programma

Mart. e Merc.dì

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DICEMBRE

’assessore provinciale alla Cultura Paola Baldassarre ha presentato nei giorni scorsi il calendario dei primi appuntamenti inseriti nella rassegna “Incontri con l’autore”, che fino a maggio vedrà la partecipazione delle scuole superiori del territorio provinciale. L’iniziativa è promossa dalla Provincia di Brindisi, da Taberna Libraria di Latiano e dalla Società Dante Alighieri sezione di Brindisi. Questo il programma dei prossimi appuntamenti. Mercoledì 16 novembre: Bruno Gambarotta presenterà le sue “Ricette di Nefertiti”. Venerdì 18 novembre, al museo MAPRI di Bindisi Vincenzo Cerami con “Consigli a un giovane scrittore”, mentre martedì 6 dicembre, sempre al MAPRI, Luca Desiato con “Il marchese del Grillo”. Si torna poi a Latiano con Ettore Catalano che presenta, giovedì 15 dicembre “Per altre terre - il viaggio di Ulisse”; Anammaria Bomucci con “Il futuro è lunedì” lunedì 9 gennaio 2012 e Piero Luigi Vigna “in difesa della giustizia” mercoledì 18 gennaio. Sono in corso contatti per la presentazione dell’autobiografia di Silvio Muccino e per il bestseller “Bianco come il latte, rosso con il sangue” di Alessandro D’Avenia. “Questo progetto - ha dichiarato la Baldassarre - vede insieme l’ente locale, l’associazionismo e le scuole per la creazione di ambiti compatibili finalizzati alla promozione di nuove sensibilità. Già lo scorso anno abbiamo ottenuto grandissimi risultati proprio tra i giovani nella volontà di vincere la disaffezione alla lettura e proporre tematiche che restituiscono una visione etica dell’esistenza”.

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NUOVO TEATRO VERDI Brindisi

L’uomo prudente Di Carlo Goldoni. Con Paolo Bonacelli.

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NOVEMBRE NUOVO TEATRO VERDI Brindisi

Mi scappa da ridere Con Michelle Hunzicker. Regia di Giampiero Solari.

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er Michelle Hunziker la risata è un modo di comunicare, un aspetto della propria personalità. Partendo da queste considerazioni il regista Giampiero Solari ha tagliato su misura per lei il one-woman-show Mi scappa da ridere, il primo spettacolo originale col quale Michelle ha deciso di confrontarsi per raccontare la sua favola, tra ricordi d’infanzia, passioni e principi azzurri, per una galleria di immagini che nella fantasia fondono realtà, invenzione e immaginazione, sempre all’insegna del buon umore.

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’uomo prudente - commedia rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1748 - è l’unico “giallo” di Carlo Goldoni, una rarità sporadicamente rappresentata. Nel ruolo del ricco mercante veneziano Pantalone c’è un signore del teatro italiano e interprete tra i più autorevoli, Paolo Bonacelli, che porta in scena la commedia con la preziosa collaborazione del regista Franco Però. Federica Di Martino veste i panni di Beatrice, moglie di Pantalone, mentre Roberto Tesconi recita nel triplice ruolo di Brighella,

il quotidiano online della provincia

servitore di Pantalone, di Arlecchino, servo in casa di Pantalone, e di un giudice. Nell’adattamento degli stessi Però e Bonacelli, lo spettacolo sviluppa una trama di disordine familiare incentrata, per l’appunto, sulla figura di Pantalone, della sua seconda moglie Beatrice e del figlio Ottavio, i quali, per avere mano libera con i propri spasimanti, disubbidiscono al mercante arrivando quasi ad avvelenarlo. Al pubblico la sorpresa di scoprire come l’intrigo viene sventato e come Pantalone riesce a ristabilire l’ordine famigliare.

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MARCANTONIO GALLO magazzini culturali

TEMPI DURI, MA LA CULTURA NON SI FERMA Un bel libro della Hobos, incontri con gli autori, ed una nuova realtà fuoriporta...

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’Italia sui giornali esteri viene spesso definita una repubblica le cui principali risorse sono il turismo e l’agricoltura. Nulla a che vedere però con la green economy di cui sentiamo parlare sempre più spesso: siamo ancora lontani da quel modello produttivo e di consumo orientato al rispetto dell’ambiente e al risparmio energetico. Spesso, con la complicità di personaggi politici che sembrano pure invenzioni letterarie e fatti di cronaca a dir poco sbalorditivi, nelle descrizioni che fanno di noi sembriamo tutt’al più un vecchio libro folk. Ma, dicono, è in corso una trasformazione: dopo Totò, Peppino, la Dolce Vita, la Moda e il Design c’è un’arte nuova che si affaccia all’orizzonte, quella di arrangiarsi. Naturalmente quest’arte presuppone una buona dose di ottimismo. Da tutti i fronti culturale, industriale, politico - si domanda un occhio benevolo su ciò che ci circonda. Stiamo attraversando un momento di grandi cambiamenti sociali e le certezze del passato ormai si sono sgretolate. La fiducia nel futuro, nel progresso e nell’innovazione stanno lasciando il posto ad una sempre più crescente preoccupazione per l’oggi. E se Checov scriveva che qualsiasi idiota può superare una crisi, ma è il quotidiano che ti logora, così l’oggi, che dovrebbe essere più importante di qualsiasi ieri o di un domani ipotizzato, ci vede incapaci di vivere serenamente. Nostalgici per un passato che, chissà perchè ricordiamo tutto sommato più rassicurante, e malinconici per un futuro che ci appare sempre più approssimativo, ormai ci facciamo assorbire da svariate incertezze, e oggi rimangono poca voglia e soprattutto pochi mezzi per distrarsi. Di quello che facciamo nel presente - incontri, famiglia, acquisti, lavoro, consumi, cibo, sonno - tutto sembra precario e aleatorio. Così ci facciamo scivolare addosso le cose come fosse un deja vù che racconta la noia dei nostri giorni. La quotidianità dei gesti ci appare insopportabile. Siamo socialmente sempre più insoddisfatti

e spaventati economicamente. Anche Brindisi è pervasa da questa atmosfera di fine epoca, di possibile fine di un sistema economico che sempre più vacilla a livello mondiale, eppure nonostante questa ambientazione dark si continua coraggiosamente a produrre cultura. Non sempre tutto è all’altezza delle aspettative ma una città che si muove, organizza e si dà da fare lascia presupporre un movimento respiratorio, e laddove c’è respiro si può ben sperare ci sia pure una forma di vita. Ma non ci vuole la bacchetta magica per accorgersi che c’è aria di stanchezza. Basta saper osservare gli altri per realizzare il fatto che siamo un poco sfiduciati nel prossimo ed in noi stessi. Spesso indossiamo le nostre facce come fossimo marchi di fabbrica, ci (ri)conosciamo e pur nascosti dietro occhiali scuri leggiamo negli occhi dell’altro la fatica di portare avanti iniziative, di difendere le idee e di non farsi saccheggiare le intenzioni. Ma le facce in giro sono sempre quelle dei soliti noti, raramente si incontrano interlocutori nuovi e la sera percorriamo la strada per tornare a casa stanchi e avviliti. Per fortuna, però, riusciamo a ritrovarci nelle vecchie lentezze: girato l’angolo, ed in perfetta solitudine camminiamo la notte dentro una città che addormentata sembra più bella e pulita. Ci si ritrova nel centro all’orgoglio di essere, a modo proprio, qualcuno che non dorme nell’attesa e non bivacca nell’incertezza. Tra poco l’aria fresca e le sfumature dell’oscurità lasceranno il posto al nuovo giorno che si annuncerà con le prime luci dell’alba, che strieranno di arancio il blu di uno dei cieli più belli del mondo. Ma intanto, arrivato a casa, in quel breve non-tempo prima del sonno, ringrazi nel dormiveglia i tuoi compagni di avventura e tutti quelli che, con il loro impegno, spesso silenzioso, permettono di vivere meglio e superare le stanchezze. LEGGERE. Esce ViaMaestra, per conto delle Edizioni Hobos, una antologia narrativa sulla città di Brindisi curata da Clara Nubile e Michele Bombacigno. La raccolta vede le collaborazioni di quindici autori brindisini che nei più disparati stili narrativi hanno raccontato la città cercando di guardarla da punti di osservazione differenti e inusuali, partendo dagli interstizi e dalle faccende laterali e dimenticate

per trovare le infinite verità e peculiarità che la contraddistinguono. RACCONTARE. Prosegue la rassegna “Cultura, Spettacolo e…” inserita nella manifestazione “Piovono Libri” patrocinata dall’Amministrazione Provinciale di Brindisi Assessorato alla Cultura e dal Comune di Latiano. La particolarità di questa iniziativa è il ruolo da protagonista riservato alle scuole superiori della provincia di Brindisi: infatti tutti gli autori presenti nella rassegna, tra cui Vincenzo Cerami, Bruno Gambarotta, Antonio Caprarica e Luca Desiato, autore de Il Marchese del Grillo, incontreranno alternativamente studenti di Brindisi, Francavilla Fontana, Mesagne ed Ostuni negli istituti scolastici per un momento di curiosità e riflessione sul mondo dei libri, che sarà approfondito poi negli appuntamenti serali aperti anche al pubblico. Altra particolarità è che alcuni degli incontri saranno ospitati all’interno delle sale del Museo Mapri di Brindisi. La provincia di Brindisi, con l’Assessore Paola Baldassarre, si conferma per il secondo anno consecutivo come la prima provincia d’Italia per offerta nell’ambito culturale di un insieme di autori e spunti di crescita per le nuove generazioni. “L’intento della nostra iniziativa, - dice Paolo Legrottaglie, presidente dell’Associazione Vivi la tua città di Latiano e promotore della rassegna, - è strettamente culturale. Riteniamo infatti che solo attraverso lo studio, la conoscenza, l’interrelazione con vari autori si possa svegliare la coscienza critica che ognuno di noi possiede per sovvertire quel fenomeno di malcostume che impera nella nostra società, fatta soltanto di approssimazione culturale, e in cui la televisione la fa da padrona.” Gli incontri saranno moderati da Ettore Catalano, che avrà il compito di presentare gli scrittori avviando una conversazione in cui il pubblico presente potrà intervenire, e vedranno l’intervento della compagnia teatrale TeatroDellePietre di Brindisi, i cui attori introdurranno i libri con la lettura di alcune pagine. Info: tabernalibraria@libero.it. FUORI PORTA. A Lecce è nato OPEN, progetto unico nel suo genere, che vede la collaborazione di tre realtà: la Fabbrica dei Gesti della danzatrice Stefania Mariano, la Cooperativa Improvvisart, che ha portato a Lecce e in Puglia le famose “cene con delitto”, e il DB Cinema d’Essai, una delle 20 sale di Circuito d’Autore. L’intento è quello di essere uno spazio dove le arti si possano fondere e dove lo studio, la ricerca e la sperimentazione dei diversi linguaggi artistici abbiano modo di contaminarsi, offrendo agli artisti che lo vorranno un’opportunità di scambio e di crescita. Se volete vivere l’arte con un approccio trasversale. Info: OPEN, c/o CineTeatro DB d’Essai via dei Salesiani 4, Lecce.

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NON RESTATE A GUARDARE

d i FA B I O M O L L I C A

UN LIBRO PER I NOSTRI GIOVANI SENZA IDEE E SENZA PASSIONI

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elle scorse settimane ho curato un progetto di stage a Londra per un gruppo di ragazzi diplomati che grazie ai fondi europei e alla Regione Puglia hanno avuto la possibilità di trascorrere 30 giorni a Londra per imparare l’inglese, conoscere la città, scoprire esperienze aziendali locali. Dopo tre giorni era evidente che l’80 per cento di questi ragazzi non aveva alcuna motivazione a stare lì: nessuna passione, nessuna curiosità, nessun interesse. Andavano in giro per musei, gallerie, imprese, centri commerciali, scuole di design; ascoltavano le testimonianze di imprenditori, designer, giornalisti, ma poco o nulla di quello che sentivano era destinato a restar dentro le loro menti. Sembravano interessati esclusivamente a capire in quale locale avrebbero trascorso la serata. Per qualcuno il problema principale era come procurarsi dell’erba da fumare. Penso a questa esperienza e mi torna in mente una frase che odio, emblema della rassegnazione tipica del nostro territorio: «Non c’è lavoro, che dobbiamo fare?». Ho sempre pensato che il lavoro c’è, per chi vuole lavorare (a meno che non si pretenda un posto fisso al Comune, alla Provincia o alla Monteco). Il lavoro si inventa. Nasce dalle passioni e dalla voglia di creare qualcosa di proprio. Nasce dalla volontà di dimostrare che si

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è in grado di costruire qualcosa. Di realizzarsi. Ecco perché nelle pagine di questo numero di TuttoBrindisi abbiamo proposto alcune storie di giovani brindisini che hanno saputo avviare un progetto, farne un lavoro (sia pur temporaneo), oppure sono riusciti a raggiungere gli obiettivi che si erano prefissati o a realizzare i propri sogni, a volte partendo dal nulla. Spero che queste storie - e quelle che continueremo a raccontare nei prossimi mesi, perché per fortuna ce ne sono tante - possano servire a tutti i ragazzi che non hanno idee, passioni e motivazioni. A quelli che non si preoccupano di essere protagonisti del loro futuro e preferiscono affidarlo ad altri, sempre che ci sia qualcuno a loro interessato. A questi ragazzi (che non sono tutti i ragazzi), e a quanti continuano a dire che non c’è lavoro, suggerisco di leggere la biografia di Steve Jobs scritta da Walter Isaacson: sono 600 pagine che trasudano la voglia di vivere e di fare la differenza di un uomo che da ragazzo si faceva di acidi e da adulto ha rivoluzionato il mondo dei computer, della musica, della telefonia, dell’editoria elettronica, dei film di animazione (e per finire in grande ha inventato i tablet). Ma temo che già il numero di pagine del libro possa far passare la voglia di leggerlo. Peccato. Perchè sarebbe un’altra occasione persa di cambiare in meglio la propria vita.


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