Giornale "Fresa-Pascoli" News

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N. 0 / Maggio 2018

"FRESA-PASCOLI" NEWS PON 2014-2020 PROGETTO 10.1.1A -FSEPON- CA-2017-317 "INCLUDERE NELLE DIVERSITA'"

Intervista al Dirigente Scolastico Il Dirigente ci ha concesso l'intervista ! Abbiamo predisposto in anticipo le domande da porre, distribuito gli incarichi per l'attività, richiesto un appuntamento e, muniti di carta e penna, un pò tesi ed emozionati, ci siamo buttati ! Il Dirigente Scolastico Prof. Michele Cirino è stato molto gentile e disponibile, ha risposto a tutte le nostre domande e curiosità, dandoci anche consigli preziosi per la nostra crescita. Vi riportiamo una sintesi dell'intervista svolta, comprensiva delle domande formulate. E' mai stato intervistato da giornalisti di un giornale scolastico ? Si, spesso da ragazzi di altre scuole Ci racconta com'è andata? E' andata molto bene, è questo il modo dove io mi posso esprimere nei confronti di altre persone Da quanti anni fa il dirigente scolastico ? Da 11 anni Ha mai pensato di cambiare professione? Gli anni giocano a sfavore però ho altre attività come lo sport, la natura, la campagna Da piccolo cosa pensava di fare? Da bambino ero molto appassionato d storia e pensavo sempre di diventare giornalista, scrittore e fare il docente. Come ha fatto a diventare dirigente?Entrando nel 1992 a scuola facendo il maestro, poi facendo il docente e in seguito diventando dirigente Desidera cambiare scuola nel futuro? La scuola è sempre una sola, non c'è un luogo preferito Che cosa le piace di più nel fare il dirigente? Mi fa piacere percepire la personalità dei ragazzi. Secondo me la "Fresa Pascoli" non ha soltanto docenti con grandi qualità, grazie ai quali può perseguire i suoi obiettivi, ma anche dei bravi alunni, altrettanto importanti. Cosa le piace fare nel tempo libero? Nel tempo libero mi piace stare con la famiglia e sono un gran tifoso dell'Avellino. C'è un particolare episodio accaduto in questi anni che ci vuole raccontare ? Si, entrarono dei ragazzi e bruciarono delle carte, poi, sono uscirono fuori con l'intenzione di aggredire il collaboratore scolastico, poco dopo poi entrarono in palestra distruggendo alcune cose. Chiamai i loro genitori e dissero che non avevano soldi per pagare i danni e così alla fine i ragazzi finirono per pulire tutta la scuola, però spesi più soldi per comprare cose da mangiare che per riparare la palestra.

Il D.S. Prof. Michele Cimino, l'Esperto A. Giordano, il Tutor G.Fasano e gli allievi del PON

Vi presento la mia scuola, la Scuola Media "Fresa-Pascoli" Oggi vi parlerò della mia scuola. La Fresa Pascoli è situata a viale Europa a Nocera Superiore.La scuola si presenta su due piani, all' entrata si trova uno spazio che noi ragazzi abbiamo decorate con delle aiuole. Appena si entra, si può trovare la sala dei professori, dove ogni tanto si fanno colloqui con altre scuole, poliziotti, ecc. Sulla destra e sulla sinistra ci sono due corridoi, a destra ci sono le scale per salire sopra, mentre a sinis-tra si può arrivare alla palestra. Nella

suola ci sono molte aule, si può trovare anche la sala informatica e il laboratorio di scienze. La Scuola è frequentata da oltre 600 alunni distribuiti su 30 classi. Essa è nata nell’anno scolastico 2005/2006 tra la fusione della Scuola Secondaria di primo grado “A. Fresa”, nata nel 1977/1978, e dalla scuola “G. Pascoli”, nata nel 1969/1970, che nel 1972 fu intitolata al noto poeta italiano. Ciro Copertino

prosecuzione dell'intervista

L'intervista al Dirigente

Dirigere una scuola come la fa sentire ? Mi fa sentire un po' carico di del peso di impegnarmi e arrivare alla fine dell'anno e dare ai ragazzi l'amore perché l'amore è a capo di tutti infatti "SI PUO' ESSERE SCHIAVI NELLA MIGLIORE DEMOCRAZIA E LIBERI DELLA MIGLIORE DITTATURA" Se non fosse dirigente cosa le piacerebbe fare?Un lavoro che dia senso all'attività Come partecipa alle attività della famiglia? Ad esempio va mai a fare la spesa? Faccio la spesa ogni sabato alle ore 19:30 sia per la Giulia Boccia, Daniele Claudini mia famiglia sia per quella di mia sorella e non vi dico quanto spendo . Crede il lavoro di dirigente sia più adatto a u-

na donna o a un uomo ? Perché? Non esistono differenze c'è sempre uno sforzo in più per le donne perché devono lavorare e devono essere anche mamme invece per l'uomo è più facile non perché l'uomo è più bravo ma perché la donna ha mancanza di tempo . Ringrazia,mo di cuore il nostro Dirigente, che ci ha dato l'opportunità di sperimentare il ruolo degli intervistatori, esperienza nuova e stimolante. Valentina Gambardella


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"Fresa Pascoli" NEWS

Il giornalista Mario Francese

INCHIESTA GIORNALISTICA

Mario Francese era un giornalista assassinato dalla mafia, ucciso la sera del 26 Gennaio 1979. Si occupava della mafia, prima come telescriventista dell' Ansa e poi per il quotidiano "La Sicilia" di Palermo. Quando diventò giornalista professionista si occupò della strage di Ciaculli, della morte del C.C. Giuseppe Russo e fu l'unico giornalista ad intervistare la moglie di Toto Riina

Del suo omicidio furono condannati Totò Riina, Leoluca Bagarella, Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano con il movente di averlo eliminato per il suo straordinario impegno civile contro la mafia di quegli anni. Nel 1996 è stato istituito un premio giornalistico in sua memoria, assegnato dall'Ordine dei Giornalisti della Sicilia La lapide dedicata a Mario Francese

continua....

Alessandra Campanile

Il Prete che "osò" sfidare la camorra !

Don Peppe Diana La mattina del 19 marzo 1994 don Giuseppe Diana era nella sua chiesa a Casal di principe, era il giorno del suo onomastico, quando entrarono in chiesa due uomini chiedendo chi fosse Don Peppe ma il parroco non se lo fece ripetere due volte. Rispose subito che era lui e gli spararono cinque colpi di pistola. Il parroco morì all'istante. Il suo impegno civile e religioso contro la camorra ha lasciato un profondo segno nella società campana. Solo la morte poteva far tacere colui che ha osato sfidare con estremo coraggio la camorra.Don Giuseppe Diana nacque a Casal di Principe, dove la camorra era l'unico "organo di potere". Aveva studiato a Roma, ma era rientrato nella sua città. Aveva una grande forza di volontà, iniziò subito a lavorare, realizzando un centro di accoglienza per i primi immigrati africani. Doveva impedire che quelle persone diventassero soldati della camorra. Don Diana non era un prete come tanti. L' assassino di Don Peppe fece tanto clamore, come quello di don Pino Puglisi in Sicilia. I giudici hanno condannato all'ergastolo come esecutori dell'omicidio, Mario Santoro e Francesco Piacenti e come mandante il boss Nunzio De Falco detto "o lupo". Don Diana fu ucciso per il suo coraggioso impegno di contrasto alla camorra, egli cercava di aiutare la gente nei momenti resi difficili dalla terribile camorra, soprattutto negli anni del dominio della camorra casalese, legata principalmente al Boss Francesco Schiavone. Don Peppe Diana incarna lo spirito di un prete che non molla mai neanche davanti alle difficoltà della morte, della violenza e soprattutto non aveva paure della mafia, ma, la combatteva meglio di tutti e prova a salvare i bambini, uomini e persone che pensano che la violenza fosse la scelta migliore di vivere. Giulia Boccia

Totò Riina usa ill telecomando del condizionatore ma, simbolicamente, attiva un detonatore

Le rappresentazione cinematografica delle mafie Gomorra e La Mafia uccide solo d'estate Due film da cui sono state tratte delle serie televisive molto diverse ed entrambe seguitissime. Ma quali sono le differenze ? La prima stagione di "Gomorra - La Serie" sviscera la storia del clan camorristico Savastano e di alcuni suoi esponenti. Il clan è comandato dal boss di Secondigliano Don Pietro Savastano, Al suo fianco girano uomini fidatissimi, tra cui il braccio destro Ciro Di Marzio detto l'Immortale,Pietro affida a Ciro il compito di preparare il figlio Gennaroa diventare futuro capo della famiglia insegnandogli le dure regole del clan. n seguito ad un controllo della polizia, Don Pietro viene arrestato e portato in carcere e così il controllo del clan passa nelle mani di

Donna Imma, moglie del boss. Donna Imma prende le redini della situazione in mano e, non fidandosi di Ciro, gli ordina di recarsi in Spagna per trattare con il capo clan rivale Conte, In contemporanea la moglie di Don Pietro manda il figlio Genny in Honduras con lo scopo di farlo maturare grazie alle dure relazioni con i narcotrafficanti. Al ritorno dalle Honduras, Genny, completamente cambiato, vuole riprendere in mano il potere del clan. A quel punto Ciro, sentendosi svalutato da Genny, decide di muovere guerra ai Savastano e uccide Donna Imma. Svelato il tradimento, Gennaro scatena una vera guerra contro l'Immortale che però riesce a colpirlo in uno scontro a fuoco. Dopo essere stato ferito da un colpo di pistola, Genny riesce a sopravvivere in extremis mentre Don Pietro viene fatto evadere Daniele Ciafardini


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"Fresa Pascoli " NEWS

Recensione del Film "La Mafia uccide solo d'Estate"

INCHIESTA GIORNALISTICA

Non solo d'estate...

La Camorra tra storia e finzione

Nel finale del Film "La Mafia uccide solo d'estate" vengono così ricordate le tante vittime

Il film di Pierfrancesco Diliberto (detto PIF) parla della mafia, che lui ha vissuto personalmente. La prima scena parla di Arturo, un bambino che viene battezzato quando giunge in città Ciancimino, condannato per associazione mafiosa. I suoi primi turbamenti amorosi coincidono con quelli di Marchese e Bagarella, innamorato della cantante Spagna. Trova le risposte ai suoi dubbi amorosi nei consigli di politici e commissari e trova la soluzione quando il più potente dei politici lo aiuta: Andreotti. E' questa la parte più intelligente e umoristica del film. La scelta di narrare vicende drammatiche dal punto di vista di un bambino risulta vincente così come i mafiosi sono descritti in modo ironico e spietato. Arturo, crescendo diventa più consapevole di ciò che succede intorno a lui. Andreotti non è più il suo idolo e il poster che aveva sopra al letto è caduto con l'esplosione che uccise Chinnici. Racconta l'evoluzione di Palermo, ove all'inizio si diceva che la mafia non esisteva e che gli omicidi erano "per colpa delle fimmine". Ma Arturo ha capito , e lo capì anche Palermo, raffigurata dalla scena del funerale di Paolo Borsellino quando il 24 lugliLe differenze tra "Gomorra-La serie" e "La Mafia uccide solo d' estate" sono tante, ad esempio in Gomorra ci sono giovani camorristi assetati di potere mentre in La mafia uccide solo d'estate ci sono uomini adulti, rappresentati come perdenti anche se spietati, a differenza dei protagonisti di Gomorra che sono, almeno nella prima e seconda serie, personaggi apparentemente vincenti. In Gomorra i personaggi sono tut-

o 1992 la città andò davanti alla cattedrale per dire che volevano la mafia fuori dallo Stato. In un'intervista Diliberto disse " Quando ero ragazzino ero il cronista di una puntata nera del giornalino della scuola ed un mio amico disse in classe che aveva visto una testa mozzata e io rimasi sconvolto non per la scena ma perché quella testa mozzata non l'avevo trovata io, in quel periodo vivevamo in una bolla che ci proteggeva ma il fatto più traumatico è che quella bolla è esplosa". Solo le morti di Falcone e Borsellino hanno aperto gli occhi alla città ". Arturo poi viene a sapere da Flora che doveva andare via da Palermo perché era troppo pericoloso ma quando si fecero grandi si fidanzarono perché Flora ritornò a Palermo e si incontrarono. Se la storia tra Arturo e Flora sembra debole è perché il resto è pesante. L'autore parte con la debolezza dei bambini e finisce con la coscienza e l'impegno dell'età adulta. Il film termina il protagonista racconta al figlio e agli spettatori la lotta tra gli uomini e la legge contro la mafia. Valentina Gambardella

La camorra nasce nel 1800 e il nome deriva dal "capo di morra" , un gioco d'azzardo che viene svolto in strada che poteva portare a vincite o addirittura a litigi e a violenze. Il camorrista ha il compito di non far degenerare questi giochi. Fin dall'inizio il camorrista si veste con vestiti costosi e con gioielli, a differenza dei mafiosi. ll primo camorrista fu Ciccio Cappuccio, detto Re di Napoli, che morì il 1892. Fu il capo più carismatico, chiamato anche Guappo o Signorino, per far capire a tutti la sua raffinatezza e il suo modo di fare. Nel 1800 per diventare un proprio e vero guappo bisognava stare in prigione per un periodo di tempo, dove finisce il cosiddetto "apprendistato"per dare inizio alla malavita. Il vero guappo è un borghese, un commerciante sempre bene istruito, mentre lo scugnizzo è il vassallo più fedele. Fu scritta anche una canzone sulla malavita ovvero "Guapparia" nel 1914, una delle tante canzoni in cui il Guappo viene visto come amministratore di pace e giustizia. C'è stato anche un film dedicato alla camorra "La camorra sfida, la città risponde" A Napoli l'organizzazione criminale di Rampone, per mezzo di scagnozzi capeggiati da Vito, impone a piccoli industriali e a commercianti onerosi pagamenti. Don Francesco Gargiulo, proprietario di un arsenale, tenta di opporsi ma viene piegato da Vito che rapisce suo figlio Marco e ne violenta la fidanzata Maria. Marco, assetato di vendetta, per mezzo di alcune fotografie scattate mentre i malviventi compiono le loro gesta criminali, permette al commissario De Stefani di inchiodare i colpevoli. Rampone, però, assolda il terribile killer François e, impone così ai negozianti di ritirare le deposizioni. . Francesco Gargiulo si decide ad agire,raggiunge Rampone e compie la strage. Gaya L. Prudente e Annachiara Milito

La Mafia uccide solo d'estate e Gomorra a confronto

Chi è il protagonista ? ti negativi mentre nella Mafia uccide solo d' estate ci sono molti personaggi positivi, tra cui il protagonista Arturo, che da grande vorrebbe fare il giornalista, ma anche Flora, il giornalista amico di Arturo ed i suoi genitori; i mafiosi rimangono sempre in secondo piano, sono i

buoni i veri protagonisti. In Gomorra, al contrario, i camorristi rischiano di apparire degli miti da imitare, soprattuttto dai giovani, che spesso sono attratti da questi falsi eroi negativi che sembrano avere tutto quello che oggi sembra possa bastare: potere e soldi. Nella terza serie di Gomorra iniziano a farsi strada i valori: il pentimento per le scelte più spietate, l'importanza dell'amicizia e della famiglia. Daniele Ciafardini


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Uno dei migliori giocatori della storia calcistica mondiale

Diego Armando Maradona Diego Armando Maradona entrò nella squadra calcistica del Napoli nel 1990 e uscì alla fine della Champions quando fece vincere lo scudetto al Napoli. Quella partita viene ancora oggi ricordata dai napoletani che rimasero davvero dispiaciuti, quasi disperati, quando andò via. Io non ho vissuto quel periodo di grandi gioie ma mi hanno descritto quell'annata come qualcosa di sbalorditivo. La stagione 1990-1991 cominciò con la vittoria nella Supercoppa italiana del 1990 ottenuta battendo la Juventus per 5-1. Nelle prime tre partite di campionato, invece, la squadra ottiene un punto. In Coppa dei Campioni, dopo la doppia vittoria sugli ungheresi dello Újpesti Dózsa, al secondo turno il Napoli incontrò lo Spartak Mosca; l'andata al San Paolo finì in parità, 0-0, e in occasione della partita di ritorno in Russia Maradona non partì con la squadra, bensì noleggiò un aereo privato ed arrivò a Mosca solo la sera successiva; il caso fu ampiamente affrontato dalla stampa italiana. Maradona entrò in campo solo nel secondo tempo, l'incontro finì 0-0 anche dopo i supplementari e i russi vinsero la partita ai rigori, nonostante Maradona avesse siglato il suo. L'esperienza italiana di Maradona finì il 17 marzo 1991 dopo un controllo antidopping effettuato al termine della partita di campionato Napoli-Bari (1-0) che diede il responso di positività. Maradona ha dichiarato in proposito : So di aver fatto del male prima di tutto a me stesso e quindi alla mia famiglia, alle mie figlie. Credo che in futuro imparerò a volermi più bene, a pensare di più alla mia persona. Non mi vergogno però. Non ho fatto male a nessuno, salvo a me stesso e ai miei cari. Mi dispiace, sento una profonda malinconia, soltanto questo. (...) Non voglio più essere costretto a giocare anche quando non sono in grado, a farmi infiltrare di cortisone perché devo essere in campo per forza per gli abbonamenti, per gli incassi, perché bisogna vincere a qualunque costo per lo scudetto o per la salvezza, perché in ogni partita ci si gioca la vita. A me gli psicologi stanno cercando di levarmi il vizio della cocaina. L'ansia dei napoletani degli ultimi 90 minuti saliva sempre di piu di ogni secondo e a finire partita a Napoli successe il bordello più totale. Le ultime notizie danno Maradona come Presidente, forse allenatore, della Dinamo Briest, squadra della Bielorussia dove inizierà la sua avventura dopo la metà di luglio, terminata la Coppa del Mondo in Russia. Ma siccome Maradona è pur sempre Maradona, tutto può ancora succedere ! Daniele Ciafardini

Un giovane Diego Armando Maradona

Un racconto mozzafiato che oscilla tra realtà e finzione

Aiuto !

Un giorno mi trovavo con

mio cugino su di una montagna, ricordo che era autunno, il 23 ottobre. Era una delle poche giornate soleggiate avvenute in quella stagione e per questo ci avventurammo lì. Non conoscevamo molto la strada, ma eravamo entrati nel vero e proprio divertimento che ci incamminammo senza sapere dove stavamo andando. Salivamo, salivamo senza una meta precisa, sapevamo soltanto che stavamo su di una montagna. Ad un certo punto capimmo che c'eravamo persi perché nessuno dei due conosceva la strada del ritorno. In cima alla montagna c'era un piccolo villaggio dove vivevano delle persone, così l'unica speranza di scendere dalla montagna era di chiedere loro se potevano accompagnarci. Iniziammo a salire, allora, più su, eravamo stanchi ormai, ma non vedevamo neanche l'ombra di quel villaggio. Per la strada ad un certo punto trovammo un fiore, sembrava un sogno, visto che in quella stagione non se ne vedevano. Per noi quel fiore fu un segno di speranza, ci fece capire che non dovevamo arrenderci, così continuammo a salire. Affrontammo tantissimi ostacoli, tra la fame e la sete, dalle strade piene di spine ai funghi velenosi, ma riuscimmo a intravedere quel villaggio. Arrivati lì cercammo qualcuno che ci aiutasse a capire come tornare indietro, ma purtroppo, quel giorno c'era una festa in un paese vicino e gli abitanti di quel villaggio erano scesi tutti a festeggiare.-

Un sentiero di montagna

Perdemmo tutte le speranze ormai era sera, il telefono non prendeva, eravamo stanchi e avevamo fame, così non potevamo fare altro che aspettare. Era tardissimo, sicuramente i nostri genitori erano preoccupatissimi, ma noi non sapevamo che fare, io iniziai a chiedere aiuto urlando e mio cugino, disperato, bussò, invano, per tutte le porte delle case. Ad un certo punto vedemmo un uomo, si avvicinò chiedendoci cosa fosse successo e in poco tempo riuscimmo a spiegare tutto e, così capendo la situazione ci accompagnò a casa. Quest'uomo fu il nostro eroe, ma appena scendemmo dalla macchina non potemmo neanche più ringraziarlo perché all'improvviso sparì e non l'abbiamo mai più visto. Giada Esposito


La Cronaca Il Concorso dei Maddonari di Nocera Superiore

NEWS

La festa dei madonnari

Una riflessione da parte dell'esperto

Nel 1998 nella Chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli di Nocera Superiore arrivò Don Roberto Farruggio, un parroco che non aveva mai pensato di creare una manifestazione che ora viene riconosciuta in tutto il mondo, "Il concorso internazionale dei madonnari", giunto quest'anno alla sua XIX Edizione, che si svolgerà dal 17 al 22 Maggio in onore di San Pasquale Baylon e Maria di Costantinopoli.Il concorso dei madonnari consiste nel disegnare a terra con i gessetti e creare un disegno religioso. Artisti provenienti da tutto il mondo si cimentano in questa nobile arte. L'artista dal pomeriggio del 19 fino al pomeriggio del 20 maggio ha tempo di disegnare e se non finisce in tempo il disegno comunque viene considerato un disegno finito. L'artista che ha vinto quasi sempre a Nocera è stata Marianna Battipaglia, una ragazza molto brava che ha girato tutto il mondo per disegnare. Purtroppo Don Roberto Farruggio l'anno scorso ha lasciato la Chiesa Maria Santissima di Costantinopoli dove era stato tanti anni e il vescovo Giuseppe Giudice lo ha spostato alla Chiesa di San Francesco a Sarno e ha trasferito Don Raffaele Corrado, un parroco sarnese che è entrato nella Chiesa ed è stato accolto dai cittadini come uno di famiglia. E lui disse che sarebbe stato pronto ad ogni problema, e adesso tutti aspettano come sarà la festa di San Pasquale Baylon si vedrà anche i madonnari quest'anno come saranno. I Madonnari portano avanti un’antica forma d’arte la cui origine risale al XVI secolo. Stiamo parlando di artisti itineranti che viaggiavano in tutto il Paese, lavoravano sui numerosi monumenti costruiti nel periodo del Rinascimento Quando poi il lavoro veniva completato, dovevano trovare un altro modo per guadagnarsi da vivere e molto spesso ricreavano i dipinti delle chiese sui marciapiedi raffigurando, per la maggior parte dei casi, uno dei soggetti preferiti dell’epoca: la Madonna. Da qui il nome “Madonnari”. Questi artisti itineranti si spostavano da una provincia e da una città all’altra secondo il calendario delle festività locali. Unendosi ai festeggiamenti, infatti, riuscivano a guadagnarsi da vivere grazie alle persone che si fermavano a osservarli e che gettavano qualche moneta se il lavoro dell’artista era di loro gradimento.

I nostri giovani giornalisti hanno lavorato con passione ed entusiasmo, cimentandosi nel ruolo di cronisti, intervistatori, fotografi e redattori . Il risultato è un piccolo giornale molto eterogeneo, spontaneo e fresco, come le loro idee.Questi studenti, attraverso il percorso svolto, sono diventati un pò più consapevoli di se stessi e partecipi della realtà che li circonda, che ora guardano con uno sguardo puù aperto e riflessivo.

Valentina Gambardella

Assunta Giordano Un madonnaro all'opera

Cronaca internazionale

Lo sfruttamento minorile La storia di Iqbal Iqbal Masih era un bambino di solo 4 anni che viveva nel Pakistan. Venne venduto dal padre per pagare un debito e venne adibito alla fabbricazione di tappeti. Per sei lunghi anni, Iqbal fu costretto a lavorare dieci o dodici ore ininterrotte per una rupia al giorno.Nel 1992 riuscì a scappare con Fatima, Maria, Emerson, Ben, Salman e Karim, altri bambini che lavoravano con lui, per andare a una manifestazione che parlava dello sfruttamento minorile. Quando tornò dal suo padrone si rifiutò di lavorare, lo picchiarono ma lui non si arrese. Con la sua famiglia dovette andarsene dalla sua città. Così incomincio a viaggiare per raccontare le sue esperienze sul lavoro minorile. Ovviamente la sua notorietà divenne ben presto un’arma a doppio taglio: le sue denunce contro i proprietari di fabbriche tessili si facevano sempre più incendiarie, e nel contempo attiravano l’ira e la reazione contrariata della categoria chiamata in causa. Non mancarono le minacce verso il ragazzo, diventato il simbolo di speranza per sei milioni di bambini in Pakistan e non solo, sfruttati e offesi. Le minacce si morte si trasformarono ben presto in realtà: il 16 aprile del 1995, Iqbal in sella a una bici stava facendo rientro al suo villaggio, situato a 40 chilometri da Lahore, quando venne ucciso da un gruppo

di uomini, appartenenti a una rete mafiosa che gestiva il commercio di tappeti e il reclutamento dei bambini-schiavi nelle fabbriche. Iqbal aveva solo dodici anni, quando morì a pochi passi da casa.A Iqbal vsono state dedicate tante scuole anche in Italia . In Pakistan ci sono più di 150 milioni di bambini che lavorano nell'agricoltura familiare o nel piccolissimo commercio . In America latina lavorano tra il 15-20% dei bambini sotto i 15 anni ma anche in Italia lavorano 350 milioni di bambini Alessandra Campanile

Iqbal Masih


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"Fresa Pascoli " NEWS

La storia del più giornalista di tutti

Giancarlo Siani : la storia e le motivazione dell'omicidio

Giancarlo Siani era un giornalista che fu assassinato dalla camorra. Per catturare i suoi assassini ci sono voluti più di 12 anni. Da Torre Annunziata si occupò di cronaca nera cioè di camorra, studiò ed analizzò le famiglie camorriste che controllavano il comune e i suoi dindorni fu in questo periodo che inizio a collaborare con l'Osservatorio sulla camorra, rivista di carattere socio-informativo, diretta dal sociologo Amato Lamberti e successivamente con il quotidiano "Il mattino", dove fece riferimento alla redazione distaccata di Castellammare di Stabia. Il suo sogno era stampare il contratto da praticante giornalista professionista per poi sostenere l'esame e diventare giornalista professionista. Il boss Nuvoletta aveva un problema con un altro boss con il quale era giunto sul punto di far scoppiare una guerra. L'unico modo di uscirne era soddisfare la richiesta di costui e cioe' eliminare Gionta. Nuvoletta che non vo-

leva tradire l'onore di mafioso, facendo uccidere un alleato, lo fece arrestare, facendo arrivare una soffiata ai carabinieri. Siani venne a conoscenza di questo particolare e lo scrisse, provocando le ire dei camorristi di Torre Annunziata. Per non perdere la faccia con i suoi alleati di Torre Annunziata, Nuvoletta, con il beneplacito di Riina, decretò la morte di Siani il 23 settembre 1985. Gli spararono una squadra di almeno due assassini mentre era seduto in auto. A Giancarlo Siani sono state intitolate tante strade; il 19 marzo del 2010 il sindaco di Ferrara insieme ai giornalisti ferraresi e ai rappresentanti di Assostampa e Ordine dei giornalisti dell' Emilia Romagna ha inaugurato la sala stampa comunale intitolata a Siani su proposta dell' ufficio stampa del comune. Il 19 settembre del 2016 è stata inaugurata un opera di street Art dedicata giovane giornalista Alessandra Campanile

Tre storie con suspence Racconti di vita vissuta

Avincii “ Non ce la faccio più” T. Bergling un deejay di 28 anni, si suicida per trovare la pace. Lui, a causa della sua dipendenza da alcolici ,soffriva da cinque anni di pancreatite acuta e sembrava che il suo dolore si spegnesse, così fanno sapere i suoi familiari in un comunicato stampa." Tim era una fragile anima artistica in cerca di risposte esistenziali. Quando ha smesso di fare tour voleva trovare un equilibrio per essere felice e fare la cosa che amava di più : la musica", spiegano i familiari prima di confermare l'eventuale ipotesi : il suicidio. "Il suo malessere che lo aveva inghiottito ,potrebbe essere la causa dello stress di Avincii che non avrebbe più retto." Arrivano le due autopsie dalle autorità omaniane. I risultati vengono comunicati due ore dopo << la morte non è sospetta>> recita l'agenzia AFP. Avincii trovava nell'alcol una via per sfuggire alla pressione dei fan. Per un deejay il viaggio non è mai una gita di piacere. Si viaggia sempre per lavoro, si suona, si riprende un altro aereo e si ricomincia a suonare, molto impegnativo per un ragazzo di soli 28 anni.Figuriamoci quando sei tra i primi

tre dj più pagati al mondo. Avincii incarna lo spirito di un ragazzo malato con il sogno di trovare la felicità non sui palchi suonando, ma in cielo. di Giulia Boccia

Un giorno sfortunato Clara ha 18 anni e vive in un paesino molto piccolo. Lei una sera è in giro con degli amici che sono più grandi di lei e se ne vanno a fare un giretto in un posticino piuttosto sconosciuto. Era tarda sera ed erano appena usciti fuori dal locale di cui avevano passato tutta la serata. Mentre stavano tornando a casa non si resero conto che stavano sulla corsia sbagliata e sfortunatamente un'altra macchina che stava venendo verso di loro non li vide anche perché era buio e si scontrarono. Subito dopo vennero le ambulanze con i carabinieri e li portarono subito in ospedale. Rimasero feriti solamente due di loro mentre gli altri due non c'è l'hanno fatta. Non si sa precisamente come e perché sia successo ma forse si tratta di guida sotto l'effetto di alcolici. di Federica Califano

Un cane eroe Due sorelle di 4 anni erano scomparse la sera del 24 aprile verso le ore 18:30, si erano allontanate dal loro giardino mentre la mamma stava preparando la cena, in compagnia del loro fedele cane pitbull, Margot. Si sono messe a camminare nel bosco e quindi lungo un sentiero che porta a un boschetto a circa tre chilometri da casa. Qui però si sono perse e poi, vinte dalla stanchezza, si sono addormentate fino a quando, verso l'una e mezza di notte, sono state svegliate dai circa 200 operatori delle forze dell'ordine che le stavano cercando: Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, volontari della Protezione Civile e uomini del Soccorso Alpino. Ma il ruolo più importante in questa vicenda forse appartiene a Margot, il cane che per tutto il tempo in cui si trovavano da sole, nel bosco, non le ha mai abbandonate. di Antonella Apicella S.M.S. "Fresa Pascoli"


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