Andrea Benetti “ANFRATTI DELLA PITTURA NEORUPESTRE” a cura di Francesco Elisei

Page 1

ANDREABENETTI ANFRATTI Della Pittura NeoRUPESTRE

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 1

a cura di Francesco Elisei

12/01/11 12:27


ANFRATTI DELLA PITTURA NEORUPESTRE La mostra di Andrea Benetti, che si tiene a Bologna, presso la Tedofra Art Gallery, intitolata “Anfratti della pittura neorupestre”, individua tre principali suggestioni, che animano l’innovativa pittura di Andrea Benetti. La prima celebra e rende omaggio agli artisti che decine di migliaia di anni fa, inventarono la pittura. Chiamata convenzionalmente “pittura rupestre”, è da circa un secolo studiata ed interpretata nelle grotte di tutto il mondo e continua ad essere, a nostro giudizio, il mistero più affascinante della storia dell’arte. La seconda vuole esaltare ed omaggiare l’origine della pittura astratta, anch’essa ideata e realizzata, per la prima volta, dall’uomo preistorico, attraverso figure geometriche ed un simbolismo che, ancora oggi, è in gran parte da decifrare. La terza suggestione interpreta lo sguardo dell’uomo odierno, con gli occhi ed il sentire dell’uomo primitivo. Se decine di migliaia di anni fa, l’uomo preistorico raffigurava principalmente gli animali che lo circondavano, come fossero gli attori coprotagonisti della sua storia, ecco allora che oggi, quello stesso uomo, raffigurerebbe aerei, automobili, treni, barche, giocatori di golf e tutto ciò che nel terzo millennio d.C. lo circonda, sia fisicamente, che virtualmente, attraverso la tempesta di milioni di immagini proposte ogni giorno dai moderni canali di comunicazione. Tedofra Art Gallery

Cavallo con figure - Olio e hennè su tela, cm 40 x 50, (2010)

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 2

12/01/11 12:27


Caccia VIII - Olio e hennè e acrilico su tela, cm 60 x 100, (2010)

Benetti: l’arte tra alchimia e movimento Cesare Brandi teorizzò la formulazione dell’immagine e la costituzione dell’oggetto, questi due elementi risultarono essere molto importanti al fine di riuscire a comprendere il lavoro e l’opera di un artista. Lo iato che separa la formulazione dell’immagine e la costituzione dell’oggetto rappresenta la chiave di lettura dell’arte e dell’artista. Quando guardiamo le opere di Benetti è come se fossimo trasportati al centro di questa grande officina alchemica che è il pensiero dell’artista. Durer quando incise “Melancholia I” diede la rappresentazione del rapporto stretto che esiste tra l’arte, l’artista, il filosofo, il demiurgo e il procedimento alchemico della trasformazione degli elementi. Zolà descrisse l’artista come un sentimento che interpreta la realtà. Unendo queste affermazioni riusciamo a comprendere quanto sia duro e problematico il lavoro di un artista e quante volte, in maniera maldestra, definiamo l’arte. Le opere di Benetti sono una sintesi formidabile tra alchimia, movimento, capacità interpretativa e soprattutto quel tanto cercato taglio obliquo contemporaneo che ad oggi risulta essere lo strumento principe per definire. Le sue opere narrano di elementi cardini della vita dell’universo, la terra, l’aria, l’acqua, il fuoco, tutti questi elementi hanno una loro energia, vigoria, forza. Benetti li raccoglie, li cristallizza all’interno delle proprie opere, ne trasforma i connotati dando avvio ad nuovo ordine classico fatto di arte e movimento, dove la figura umana è spesso assente, disturberebbe il cosmico respiro delle cose. New York, 5 gennaio 2011

Francesco Elisei Curatore del padiglione della Moldova alla 52. Biennale di Venezia Curatore del padiglione I.I.L.A. / Costa Rica alla 53. Biennale di Venezia

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 3

12/01/11 12:27


Cavallo con tori - Olio e hennè su tela, cm 70 x 50, (2010)

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 4

12/01/11 12:27


Brevi cenni biografici su Andrea Benetti Andrea Benetti, nato a Bologna nel 1964, da diversi anni esprime con successo le proprie idee e la propria pittura, nel mondo dell’arte contemporanea. Oltre ad avere esposto in luoghi di grande pregio, sono ormai una decina i musei, le istituzioni e le importanti collezioni nazionali ed internazionali, che ospitano le sue opere in permanenza. Nel 2006, Andrea Benetti ha ideato e stilato il “Manifesto dell’Arte Neorupestre”, successivamente presentato alla 53. Biennale di Venezia, nel padiglione “Natura e sogni”, presso l’università Ca’ Foscari. In occasione dell’evento, sotto l’egida della Biennale, è stato pubblicato un catalogo, edito da Umberto Allemandi. Nel luglio 2010, il pittore bolognese è stato invitato ad esporre alla LXI edizione del Premio Michetti, la blasonata rassegna di arte contemporanea, che si tiene ogni anno dal 1947, nei mesi estivi, nel museo Michetti. A novembre 2010, la pittura neorupestre di Benetti è approdata a Palazzo Taverna (Roma), nella sede degli Archivi Legali Amedeo Modigliani, accanto alle opere di Andy Warhol, Amedeo Modigliani, Giorgio De Chirico, Keith Haring, Mario Schifano, Max Jacobs, Carlo Corsi, Jules Pascin, Guido Cadorin... in occasione della mostra intitolata “Portraits d’artistes”, curata dal presidente degli Archivi Modigliani, Christian Parisot e da Pierfrancesco Pensosi. Vittorio Sgarbi ha presentato il progetto della mostra all stampa. Sempre nel 2009, Andrea Benetti ha realizzato un libro da collezione, con tiratura numerata, intitolato “Esplorazione inconsueta all’interno della velocità”, in cui egli formula, e rappresenta con la propria pittura (dodici dipinti su tela), delle tesi innovative sulla velocità, in rapporto ai cicli storici ed alle civiltà, focalizzando l’attenzione sul desiderio di dominio dell’uomo. Hanno aderito al progetto e scritto nel libro, avvalorando l’importanza delle tesi sostenute da Benetti, una dozzina di autorevoli professori universitari. Inoltre, la parte critica riferita alle dodici opere pittoriche, è curata da importanti nomi del mondo dell’arte contemporanea. Il volume è stato acquisito da musei, biblioteche ed istituzioni internazionali. A suggellare questo percorso qualitativo, vi è l’acquisizione di un’opera di Andrea Benetti nella Collezione d’Arte delle Nazioni Unite, donata dall’Istituto Europeo Pegaso, in occasione delle giornate del programma O.N.U. denominato “Academic Impact” (18 e 19 novembre 2010).

Mulini a vento - Olio e cacao e acrilico su tela, cm 100 x 150, (2009)

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 5

12/01/11 12:27


La creazione – Olio e hennè e acrilico su tela, cm 100 x 100, (2010) Musei che ospitano le opere di Andrea Benetti - Pinacoteca Silvestro Lega – Modigliana (FC), Italia - Pinacoteca Amedeo Modigliani – Follonica (GR), Italia - Rinaldi-Paladino Art Museum Foundation - Lugano, Svizzera - Museo di Arte Contemporanea Italiana in America - San Josè, Costa Rica - Ambasciata d’Italia in Nuova Zelanda per il costituendo Museo di Arte Contemporanea Italiana Wellington, Nuova Zelanda - Museo di Arte Contemporanea - Fondazione Nazionale Logudoro Meilogu – Banari (SS), Italia Collezioni private che ospitano le opere di Andrea Benetti - Collezione d’Arte delle Nazioni Unite - New York, U.S.A. - Collezione Facchini - La Fenice et des Artistes - Venezia, Italia - Ambasciata d’Italia in Cina - Pechino, Cina - Istituto Europeo Pegaso – Foggia, Italia

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 6

12/01/11 12:27


Golf (scena IX) - Olio e hennè e pigmenti su tela, cm 70 x 50, (2010)

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 7

12/01/11 12:28


Quadrifogli – Olio e cacao su tela, cm 80 x 80, (2009)

Eventi ed esposizioni personali - 2006/2011 Galleria St’Art (BO), 2006; Museo delle Genti d’Abruzzo (PE), 2007; Johns Hopkins University (BO), 2008; Aeroporto di Pratica di Mare, Roma, 2008; Atelier Zensi (BO), 2009; Royal Carlton Hotel (BO), 2009; Palazzo Brancaccio, Roma, 2009; Palazzo Dogana - Provincia di Foggia, 2009; Palazzo d’Accursio - Comune di Bologna, 2009; Tedofra Art Gallery - Bologna, 2011.

Eventi ed esposizioni collettive - 2008/2011 Museo delle Genti d’Abruzzo (PE), 2008; M.I.N.T. Milano International Antiques and Modern Art Fair - Castello Sforzesco (MI), 2009; Galleria Fondantico (BO), 2009; Fondazione Mantovani (MI), 2009; Palazzo Malvezzi - Provincia di Bologna, 2009; LXI Premio Michetti “Diorama Italiano” - Museo Michetti - Francavilla al Mare (CH), 2010; a Palazzo Taverna - Sede degli Archivi A. Modigliani (Roma), 2010

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 8

12/01/11 12:28


Hanno scritto della pittura di Andrea Benetti Christian Parisot Presidente dell’Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales – Paris-Roma Gregorio Rossi Curatore del Museo di Arte Contemporanea Italiana in America Curatore del padiglione “Natura e sogni” alla 53. Biennale d’Arte di Venezia Francesco Elisei Curatore del padiglione della Moldova alla 52. Biennale d’Arte di Venezia Curatore del padiglione IILA / Costa Rica alla 53. Biennale d’Arte di Venezia Carlo Fabrizio Carli Critico e storico dell’arte - Curatore di varie edizioni del Premio Michetti Roberto Sabatelli già Direttore della Pinacoteca Amedeo Modigliani Chiara Filippini Ricercatrice dell’Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales - Paris-Roma Curatrice del Centro Documentazione e Ricerca Amedeo Modigliani Umberto Zampini - Curatore e critico d’arte Carolina Lio - Curatrice e critica d’arte Pierfrancesco Pensosi - Giornalista e critico d’arte Gaia Giorgetti - Giornalista e scrittrice Sonia Cosco - Giornalista e critica d’arte Simone Soldera - Giornalista Paola Naldi - Giornalista Luciana Cavina - Giornalista Andrea Rinaldi - Giornalista

Movimenti - Olio e cacao su tela, cm 60 x 120, (2009)

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 9

12/01/11 12:28


Bologna, 7 dicembre 2006

MANIFESTO NELL’ARTE NEORUPESTRE di Andrea Benetti All’alba dell’umanità, ancor prima di inventare la scrittura, l’uomo sentì la necessità di comunicare, di lasciare una traccia di sé nel mondo; tutto ciò lo fece grazie alla pittura. Quell’uomo si rapportava ogni giorno con il sole, con la terra, con l’acqua, con il cielo... integrandosi armonicamente nella natura; e quand’anche la natura non rappresentasse una minaccia, egli la rispettava, con il rispetto che si deve ad una divinità, consapevole dei propri limiti umani. L’uomo contemporaneo ha rinnegato quei limiti e calpestato quel rispetto, ponendosi prepotentemente al centro del mondo e mettendo al primo posto le proprie esigenze, il proprio egoismo. Così facendo, ha stupidamente distrutto un incantesimo e profanato la sacralità della natura e della vita. Allora, facciamo un passo indietro. Azzeriamo e ripartiamo da quel doveroso rispetto per la natura e per l’essere umano; l’arte, deve ripartire dalla prima forma artistica, ovvero l’arte rupestre. Noi dobbiamo ripartire dagli albori dell’uomo e dall’arte primigenia, per ricostruire un nuovo mondo, in cui il rispetto per la natura e per la dignità umana siano finalmente al centro del volere dell’uomo. Solo così riaffermeremo la sacralità della vita, ormai perduta in cambio di un miope e vacuo stile di vita, che sta portando la terra all’autodistruzione. Ricreiamo le condizioni per “avvolgere” il mondo di amore e di pace. Ripartiamo da quella pittura rupestre, che l’uomo primitivo, molto più saggio di noi, realizzava sulle pareti rocciose, ingraziandosi il volere delle forze sovrannaturali. Per la propria parte, questo è ciò che l’arte può fare. Ritroviamo dentro di noi quell’essenza primordiale, incontaminata, priva dei condizionamenti, che muovono l’uomo odierno; condizionamenti imposti da un sistema consumistico mondiale, che ci sprona sempre di più ad essere produttori inarrestabili e consumatori insaziabili. Ricreiamo un giusto rapporto tra l’uomo e l’ambiente, tra la produzione ed il consumo. Ricerchiamo dentro di noi la purezza del bambino, che ancora non conosce il mondo e lo interpreta attraverso la fantasia, osservandolo con curiosità e stupore. Viviamo rappresentando l’oggi come un attimo immortale ed analizzando il passato con uno sguardo critico, ma costruttivo; non viviamo in termini utilitaristici, in cui ogni atto è paragonabile ad una mossa, nel gioco degli scacchi, il cui fine è quello di conquistare tutta la scacchiera. Viviamo ascoltando l’essenza che c’è in ognuno di noi; quell’essenza fanciullesca che ci porta ad amare il contatto con la natura, il cibo sano, le tradizioni, i valori condivisi e fondanti, che hanno elevato per lungo tempo l’esistenza umana; rifuggiamo dalle gettate di cemento incontrollate, dalle plastiche, che ormai avvolgono ogni cosa, dalla velocità forsennata che permea, inconsciamente, ogni nostra azione e ci spinge ad una corsa esasperata, anche laddove essa non è affatto necessaria. Riappropriamoci del corso della storia e non accettiamo passivamente tutti i cambiamenti imposti dall’alto, mediante campagne di persuasione, che ci portano ad essere dei numeri e non più delle persone, con le proprie peculiarità e, soprattutto, con le menti pensanti. L’uomo non può mai essere un numero; nemmeno quando la popolazione mondiale raggiunge un affollamento senza precedenti. Ricordiamoci sempre che l’essere umano è, prima di tutto, un’essenza immateriale, oltre ad essere un corpo, troppo spesso proteso alla ricerca del piacere effimero. Questo concetto ci è ormai sfuggito dalla mente e questa “fuga” ha provocato effetti nefasti. Rinnegare o non coltivare la sfera immateriale dell’uomo e rinnegare l’uomo stesso. Questa concezione non è ispirata alla religione, ma ad una visuale “dualista” dell’individuo, ovvero che distingue i due livelli su cui cresce e si forma un essere umano. Non sbilanciare l’ago della bilancia a favore della materia nelle scelte di vita, è un evidente segno di consapevolezza e di saggezza, che ci eleva da qualsiasi altro essere vivente. Senza una parte di mistero, di immaterialità, l’uomo non ha futuro ed è destinato all’estinzione; e prima dell’estinzione toccherà il fondo dell’esistenza, in cui il valore della vita non esisterà più, sacrificato sull’altare di un edonismo becero e privo di solidi contenuti. Nel parallelismo con l’arte, i simboli, i tratti, i colori devono tornare ad essere i

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 10

12/01/11 12:28


protagonisti della pittura, forieri della semplicità e della bellezza della vita che rappresentano. L’istintività, il sentire primordiale, che risiede in ognuno di noi, deve guidarci nell’interpretare ciò che ci circonda; anche l’uso e l’assimilazione della tecnologia più avanzata deve essere filtrata attraverso questa sensibilità. Nell’arte, il senso del mistero, dell’ignoto, deve regnare incontaminato; devono esistere dei dubbi, poiché nella “società delle certezze” non vi è più spazio per la fantasia e, qualora essa sia presente, appare finta, creata a tavolino e finalizzata ad un risultato certo. Tracciamo un netto confine tra ciò che è vero e sentito, che viene da quella parte “misteriosa” del nostro io, e ciò che è falso e strumentale. Una lavatrice rotta o una bicicletta arrugginita non sono arte, ma semplicemente una lavatrice rotta ed una bicicletta arrugginita. L’arte è tutt’altra cosa. Nelle grotte della preistoria, ove gli “artisti rupestri” tracciavano i propri segni e spargevano i colori, era già stato inventato tutto; le opere figurative, astratte, simboliste, concettuali... Le future strade dell’arte pittorica erano già delineate nel complesso; nulla mancava all’appello. Ripartiamo, allora, da quelle intuizioni geniali, istintive, che venivano dal cuore ed avevano la forza dell’infante, che traccia segni e colori, spesso inconsapevole dei significati intrinsechi delle proprie creazioni, poiché generate da un livello subcosciente ed affiorate al conscio senza mediazioni. Produrre dei beni per cento volte quelle che sono le nostre reali esigenze ed assistere impassibili ad una grande fetta dell’umanità, che muore ogni giorno per l’assenza di acqua e di cibo, è criminale ed antitetico al nostro sentire. Con quale coscienza possiamo avvallare la civiltà del consumismo, quando ancor oggi vi è una vasta parte del mondo che lotta per la sopravvivenza, quasi sempre perdendo? Un azzeramento è necessario, prima che sia, e forse lo è già, troppo tardi. Se l’essere umano vorrà evitare l’autodistruzione, sarà necessaria una ripartenza, che tenga conto degli errori commessi, per superarli e dare un peso alle cose vere dell’esistenza umana, rifuggendo i falsi miti e le stupidaggini imposte da uno stile di vita vacuo, ma generatore di profitti per coloro che lo controllano. Ad un certo potere fa comodo un individuo che non pensi, che non si erudisca, che segua pedissequamente le mode create in laboratorio. Guardiamo intorno a noi ed iniziamo a verificare il quoziente di consapevolezza della gente comune, per capire quanto siamo raggirati, “rincretiniti”, resi innocui da una marea di stupidaggini che, all’improvviso, sono divenute tutte un’importante ed unica ragione di vita. Vi sono molti fattori, che caratterizzano il progresso della nostra civiltà, che possono essere considerati delle armi a doppio taglio; e ciò dipende da come le usiamo. Purtroppo, nella società, l’uso improprio e l’abuso di molti beni è ormai la prassi, divenuto un consolidato “modus vivendi”. Tutto ciò accade trasversalmente, accomunando i più abbienti agli indigenti, i giovani agli anziani, tutti uniti nella forsennata corsa, che ci sta portando ad essere, non più individui, ma pedine, le cui scelte, i cui movimenti, sono comandati dall’alto, ma senza fili, poiché tutto ciò non sia percepito come una dittatura, bensì come scelte assunte dall’individuo, grazie al libero arbitrio. Siamo dunque “pilotati” come una macchinina radio comandata ed abbiamo la sensazione di essere liberi, di decidere noi ciò che determina il nostro futuro; ma liberi non lo saremo mai, finché non spezzeremo questa catena di tacita e, molto spesso, inconsapevole obbedienza. Ecco perché l’arte deve simbolicamente ripartire dalle proprie origini; essa ha sempre precorso i tempi ed appare come un faro da seguire; questa volta, però, non correrà verso l’ignoto, verso l’inesplorato, ma avrà la lungimiranza di ritornare sui propri passi, verso le proprie radici, consapevole della necessità di dare un segnale chiaro e forte di ricostruzione delle fondamenta, che sono alla base della nostra esistenza. Sarà un ritorno alle origini simbolico; ma spesso i simboli posseggono una forza pari soltanto alla forza della natura; quella stessa natura con cui dobbiamo ritornare in armonia e ricominciare a rispettare e ad amare.

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 11

12/01/11 12:28


Via delle Belle Arti, 50 - Bologna www.galleriatedofra.it - tel.+39 3847266681 Apertura: Dal lunedĂŹ al VenerdĂŹ ore 15.00 - 20.00 Sabato ore 10.00 - 13.00 / 15.00 20.00 Domenica su appuntamento

Via F. Zanardi, 56/4 - Bologna - Italia info@andreabenetti.com - www.andreabenetti.com

33998_benetti_Catalogo 8 Facciate.indd 12

12/01/11 12:28


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.