Andrea Benetti: "La spiritualita' nell'arte Neorupestre" di Diletta Iacuaniello

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An d re a B e n e tti

L A S P I R I TU A L I TÀ N E L L ' A R TE N E O R U P E S TR E



"L'arte è il mezzo piÚ affascinante col quale la materia racconta lo spirito" Andrea Benetti



A N D R E A B E N E TTI

LA SPIRITUALITĂ€ NELL' ARTE NEORUPESTRE Opere scelte 2008 > 201 2

a cura di Diletta Iacuaniello testi di Carlo Fabrizio Carli Francesco Elisei Silvia Grandi Massimo Guastella Diletta Iacuaniello Christian Parisot Gregorio Rossi andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org


ANDREABENETTI

LA SPIRITUALITÀ NELL'ARTE NEORUPESTRE Opere scelte 2008 > 201 2 a cura di Diletta Iacuaniello testi Carlo Fabrizio Carli Francesco Elisei Silvia Grandi Massimo Guastella Diletta Iacuaniello Christian Parisot Gregorio Rossi apparato biografico Gregorio Rossi Andrea Benetti Archives Foundation fotografie Mimmo Guglielmi Alessandro Ostini progetto grafico Colour Frame ringraziamenti Alberto Albertini Marco e Simone Cesari Letizia Campo Di Costa Giuseppe Masturzo Alessandro Ostini Vittorio Poggioli Nicola Selvatici © Edizioni Media Brain Settore editoriale "Arte Contemporanea" © Immagini opere Andrea Benetti Archives Foundation www.andreabenetti.com www.andreabenetti-foundation.org I N COPERTINA: "C ACCIA IV" · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 00 X 50 · 201 0


Andrea Benetti col professor Louis Godart al Quirinale (Roma) in occasione dell'acquisizione di un'opera di Andrea Benetti nella Collezione d'Arte del Quirinale, voluta dal Presidente Napolitano e dal professor Louis Godart


Prefazione LA SPIRITUALITÀ NELL’ARTE NEORUPESTRE DI ANDREA BENETTI Da sempre l’arte pittorica racconta il tempo, la cultura e la società cui appartiene. La pittura ed il disegno sono stati la prima forma di comunicazione esistente, attraverso la quale l’uomo ha iniziato ad esprimere se stesso, i propri sentimenti, i propri ideali e il proprio modo di porsi rispetto al mondo. Sin dalla notte dei tempi, ancor prima di sviluppare un linguaggio proprio, l’uomo sente l’esigenza di rappresentare la realtà che lo circonda tramite incisioni e disegni per trasmettere il proprio pensiero e dare libero sfogo agli interrogativi relativi al mondo ed alla propria presenza sulla terra. L’attività espressiva dell’uomo preistorico, quindi, oltre a raccontare e ad essere certamente legata alla realtà della vita quotidiana, possiede soprattutto scopi propiziatori ed esoterici. Spesso, infatti, le immagini prodotte all’interno delle caverne venivano realizzate in occasione di rituali magici, svolti al fine di favorire il buon esito della caccia o la nascita dei figli. Esse erano rivolte agli idoli ed agli spiriti ultraterreni, affinché intervenissero nella vita dell’uomo ed esprimessero dunque un dialogo non solo fra individui, ma anche e soprattutto con forze maggiori e sovrumane cui l’uomo sentiva di dovere sottostare. Prima e più potente fra tutte queste divinità era di sicuro la natura, la cui potenza aveva un ruolo determinante sulla sorte dell’uomo. Essa era sentita e venerata come una divinità madre e fonte di vita da cui tutto dipendeva ed alla quale venivano dedicati numerosi riti e cerimonie. Proprio da qui parte la poetica dell’arte Neorupestre di Andrea Benetti: egli si rifà all’arte primitiva dal punto di vista tecnico espressivo, ma la sua grandezza sta nella capacità di cogliere e riproporre in chiave attuale i contenuti spirituali che emergono da quest’arte, elaborandoli e rendendoli estremamente attuali. L’artista, attraverso le sue opere, ci porta a guardare alla società primitiva come esempio da seguire, in merito al rispetto ed all’importanza che essa assegnava alla natura, riproponendo la sacralità di quest’ultima e ridimensionando l’onnipotenza che l’uomo di oggi sente di avere nei confronti del mondo, esortando quindi il ritorno ad un dialogo, ad uno scambio maggiore fra uomo e natura. Nella società contemporanea, è ormai chiaro a tutti come l’uomo arrivi senza scrupoli a sacrificare e violare

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le leggi naturali, per favorire se stesso e le proprie esigenze, non curandosi minimamente delle conseguenze, che questo comportamento produrrà. L’apparente semplicità e l’immediatezza delle immagini celano dunque uno studio e un pensiero tutt’altro che superficiali: sono qui veicolo di spiritualità, rappresentano un pensiero filosofico sensibile e profondo, che vede come unica salvezza per l’uomo la ricerca della sacralità della vita attraverso la ricostruzione di un rapporto armonico e semplice con l’ambiente che ci circonda, proprio come ci insegna il saggio uomo primitivo. Anche dal punto di vista figurativo, al centro della rappresentazione vi è la natura e non l’uomo. È infatti da notare come in tutte le opere della pittura Neorupestre di Benetti l’essere umano venga ridotto a una sottile linea astratta, quasi destinato a scomparire accanto alle figure degli animali, protagoniste indiscusse della scena. Egli non ha volto, non possiede nulla di naturalistico è una figura stilizzata, al contrario dei bisonti e dei cavalli che, se pure stilizzati, ritrovano bidimensionalità e sono caratterizzati ed evidenziati da nette campiture di colore. Tutto dunque al fine di restituire alla natura, grande madre generatrice di vita, il ruolo fondamentale che le era stato giustamente assegnato all’alba dell’umanità. A questo proposito ritorna anche il binomio cavallo e bisonte, tema ricorrente e fondamentale della pittura rupestre; come sosteneva Leroi-Gourhan, l’arte del paleolitico esprimerebbe una cosmologia centrata sulla divisione della natura in elementi maschili e femminili e i due animali nell’antichità erano considerati i due principi vitali opposti complementari, maschile e femminile appunto, senza i quali non ci sarebbe vita. L’arte e il pensiero di Andrea Benetti ci aiutano dunque a comprendere quanto l’arte primitiva sia in realtà estremamente completa ed attuale, tutt’altro che semplice ed elementare, anzi complessa e carica di significato. Anche se con il passare dei secoli e con l’evoluzione del pensiero, l’uomo ha affinato le tecniche di rappresentazione e cambiato i soggetti delle sue pitture modificando ed elaborando le sue forme espressive per dare vita a molteplici forme di arte e comunicazione, per Benetti è molto interessante tornare ad osservare l’arte dei primitivi poiché come egli stesso afferma nel suo manifesto dell’arte

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Neorupestre: “nelle grotte della preistoria era già stato inventato tutto; le opere figurative, astratte, simboliste, concettuali…” Lo stesso Picasso disse: “da Altamira in poi tutto è decadenza e nessuno di noi è in grado di dipingere così bene”. Andrea Benetti sa bene questo e coniuga magistralmente antico e moderno riuscendo a riproporre e fare proprie le caratteristiche estremamente contemporanee dell’arte dei popoli primitivi dando nuova vita ad un’arte interessante, attuale e perfetta per istintività e vivacità espressiva, ma anche ricca di spiritualità e mistero. Poche linee essenziali dunque che trasmettono forza energia e vitalità, forme semplici e immediate, che oggi come allora celano un messaggio profondo e rivolto al divino. Le immagini delle opere di Benetti, così forti e nette, assumono un potere spirituale, cercano di fare riemergere nell’animo umano sentimenti istintivi, primordiali e incontaminati, che sono stati dimenticati dall’uomo contemporaneo ed invitano il fruitore a fermarsi e a riflettere sulla caducità della vita. Sono un’esortazione a ritrovare l’essenza fanciullesca, che ci porta ad amare la natura, le cose semplici ma assai importanti che ci circondano e che troppo spesso vengono dimenticate e poste in secondo piano rispetto ai beni materiali e consumistici, che caratterizzano la società contemporanea. L’opera di Benetti, dunque, è molto di più che un ritorno al primitivismo: la sua arte è un mezzo per invitare l’uomo ad una riflessione spirituale, per esortare ad un ritorno alle origini, inteso come rinnovamento e purificazione. Un’arte che non mira a stupire, ma a riflettere, un’arte fatta di intelligenza e sentimento, che è assai rara nel panorama contemporaneo.

Diletta Iacuaniello

Critica d'arte

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Andrea Benetti ripreso da un autoscatto nel 201 0 a Cavalese (TN)

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DAL CATALOGO DEL LXI PREMIO MICHETTI (EDIZIONE VALLECCHI) Il lavoro pittorico di Andrea Benetti parte dalla constatazione dell'infranta armonia, della primigenia e ormai interrotta integrazione, tra uomo e natura. Sussisteva, certo, in antico, un timore panico nei confronti della Grande Madre; ma anche quando “la natura non rappresentava una minaccia, l'uomo la rispettava, con il rispetto che si deve ad una divinità”. L'uomo moderno – scrive sempre l'artista – ha “distrutto un incantesimo e profanato la sacralità della natura e della vita”. Questa diagnosi è oggi ampiamente condivisa, ma essa non deve restare puramente teorica, consegnata ad una disposizione astratta e inerte. A cominciare dall'arte: è necessario, sostiene Benetti, recuperare le valenze linguistiche primigenie dell'operare estetico, in particolare dell'espressività rupestre. Opere come Mulini a vento, Percorsi, Incontro fortunato (tutti 2009) – dipinti, che tuttavia, con i loro aggetti, attingono ad una pur ridotta tridimensionalità – intendono interpretare, nella vivace cromia e nella marcata scansione costruttiva, la sintesi formale e l'icasticità espressiva di quella primordiale per certi versi insuperata civiltà figurale. Un'arte capace di “simbolicamente ripartire dalle proprie origini”, senza peraltro smarrire (né sarebbe, in fondo, d'altronde possibile) la coscienza di quanto è nel frattempo avvenuto.

Carlo Fabrizio Carli

Critico e storico dell'arte Curatore del Premio Michetti

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BENETTI “L’ARTE TRA ALCHIMIA E MOVIMENTO” Cesare Brandi teorizzò la formulazione dell’immagine e la costituzione dell’oggetto, questi due elementi risultarono essere molto importanti al fine di riuscire a comprendere il lavoro e l’opera di un artista. Lo Iato che separa la formulazione dell’immagine e la costituzione dell’oggetto rappresenta la chiave di lettura dell’arte e dell’artista. Quando guardiamo le opere di Benetti è come se fossimo trasportati al centro di questa grande officina alchemica che è il pensiero dell’artista. Durer quando incise “Melancholia I” diede la rappresentazione del rapporto stretto che esiste tra l’arte, l’artista, il filosofo, il demiurgo e il procedimento alchemico della trasformazione degli elementi. Zolà descrisse l’artista come un sentimento che interpreta la realtà. Unendo queste affermazioni riusciamo a comprendere quanto sia duro e problematico il lavoro di un artista e quante volte, in maniera maldestra, definiamo l’arte. Le opere di Benetti sono una sintesi formidabile tra alchimia, movimento, capacità interpretativa e soprattutto quel tanto cercato taglio obliquo contemporaneo che ad oggi risulta essere lo strumento principe per definire. Le sue opere narrano di elementi cardini della vita dell’universo, la terra, l’aria, l’acqua, il fuoco, tutti questi elementi hanno una loro energia, vigoria, forza, Benetti li raccoglie, li cristallizza all’interno delle sue opere, ne trasforma i connotati dando avvio ad nuovo ordine classico fatto di arte e movimento, dove la figura umana è assente, disturberebbe il cosmico respiro delle cose.

Francesco Elisei

Curatore del padiglione Repubblica di Moldova alla 52. Biennale di Venezia Curatore del padiglione IILA/ Costa Rica alla 53. e 54. Biennale di Venezia

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UN "ECOLOGICO" RIDUZIONISMO ESPRESSIVO La tecnica assunta non è mai neutra e indifferente, al contrario essa impone un peso decisivo, condiziona il contenuto, il “che cosa” si vuole esprimere. Il detto fatidico di Marshall McLuhan “il medium è il messaggio” trova una prova eloquente nelle pitture di Andrea Benetti. Come negli antichi mosaici bizantini o nelle pitture medioevali, le figure di Benetti risultano radicalmente schiacciate sulla superficie; la terza dimensione, ovvero la resa illusionistica della profondità spaziale, è stata completamente eliminata, e con essa sono spariti tutti i dettagli personalizzanti e descrittivi; le figure si avvicinano a degli stampi conformi che le obbligano a posizioni iterate e ripetitive, secondo una disposizione paratattica e frontale, che ci porta a definire la sua arte astratta e sintetica. Un tratto comune, questo, anche alle prime Avanguardie tra fine Ottocento e primi Novecento, Simbolismo in primis, anticlassiche, antinaturalistiche, antimoderne: si pensi ad esempio alla soluzione di Gaugin e della Scuola di Pont-Aven, che proponeva l’à plat, la stesura compatta e sintetica dei colori delimitati da sagome stilizzate, ovvero astratte, secondo il significato etimologico del termine (abtraho = tirar fuori, selezionare), che tendono a darci una raffigurazione del mondo generalizzata, ridotta ai valori di superficie. Ma ritorniamo ancora indietro nel tempo: se all’epoca della koiné bizantina spesso la collocazione spaziale dei corpi era irrilevante, anche nella pittura medioevale troviamo una decorazione “bassa”, scene iconograficamente scoordinate, immagini/simboli posti a random, spesso affastellate mediante un processo di accumulazione in fondi “senza sfondo”, piatti e senza alcun riferimento spaziale di profondità, con modalità espressive che immediatamente si collegano alle soluzioni assunte cinque secoli più tardi - nel secondo Ottocento - ed evidenti nelle tendenze artistiche che abbandonano la copia dal vero, il riporto fenomenico e realista ricco di dettagli icastici, in favore di una simbologia iconica semplificata e ridotta. Proprio passando per i quadri simbolisti e in seguito con le necessità economizzanti delle seconde Avanguardie (Pop Art) ecco che si rintraccia un filo diretto con la contemporaneità, e nella fattispecie con i lavori in questione di Benetti. L’artista ha ben compreso che viviamo in un’epoca in cui ormai il centro è ovunque e non serve sistemare all’interno

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di rigide griglie rappresentative le varie forme del reale: il computer e le recenti applicazioni tecnologiche ci hanno ormai abituati ai salti temporali e spaziali, in cui viaggiamo saltando da un luogo all’altro, da un periodo storico all’altro senza problemi, annullando qualsiasi distanza, anche culturale. Siamo ormai avvezzi a sondare lo spazio per intercettare forme e simboli vaganti in una dimensione priva di coordinate, per classificarli e ordinarli in una sorta di nuova cartografia del mondo, e Benetti ha introiettato bene questa modalità dell’oggi. Nei suoi quadri troviamo figure ambigue, che richiamano alla mente forme di oggetti e di utensili in bilico tra un passato arcaico, che implode fino alle origini dell’espressività dell’uomo, e un futuro ipertecnologico: i molteplici pattern dai colori forti e squillanti – automobili, aeroplani, uomini, animali, oggetti d’uso comune, eccetera – diventano “forme intenzionali”, ovvero schemi, modelli di un mondo visto attraverso una lente sintetizzante, in cui le cose e le persone si trasfigurano in elementi simbolici, quasi araldici e, in quanto tali, si dispongono di volta in volta in ritmi compositivi sempre diversi. In ogni figura emerge l’outlined, quella linea di contorno netta che oggi è tornata tanto in uso anche tra i wallpainter e gli street artist, ma che possiamo tranquillamente mettere in relazione con l’analoga pratica della cloisonne cara ai Simbolisti: l’effetto che si ottiene è del resto analogo, cioè quella di dare forma ad un’idea, ad un’intenzione non naturalistica, ma decodificabile secondo principi e abitudini visive ormai entrate di fatto nella nostra capacità di interpretare l’attuale repertorio del visibile, fatto di icone, di simboli, di immagini sintetiche che con pochi tratti ci dicono tanto, in perfetta sintonia con la cartellonistica, la pubblicità, la comunicazione mediale e soprattutto il linguaggio dei computer. Chi non è, infatti, oggi in grado di decodificare i tanti e molteplici significati che racchiude un’icona su un desktop o all’interno di un comune software? La velocità dell’epoca attuale ci ha ri-abituato – come nelle epoche antiche e pre-moderne – a surrogare con la nostra mente ciò che è carente a livello descrittivo; la comunicazione va veloce, ci butta addosso a ritmi sempre più frenetici quantità di dati inimmaginabili solo qualche decennio fa, allenando di conseguenza anche le nostre capacità noetiche nel rintracciare i significati

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più o meno espliciti nella sinteticità delle immagini che ci circondano. Ecco allora che il contorno netto e deciso e la stesura cromatica piatta delle pitture di Benetti, al posto dello sfumato e degli effetti illusori di profondità della pittura realistica, determinano la spazialità, come al tempo stesso l’emergenza rispetto allo sfondo o l’aspetto stereometrico delle icone, si trasformano in un vero e proprio nuovo codice linguistico, in grado di fornirci una riconoscibilità percettiva precisa. Non è un caso inoltre che Benetti adotti un altro ausilio, lo stencil o la mascherina, estremamente in voga adesso tra i giovani artisti, elemento che ci riporta ad una costante dell’arte medioevale, per definizione antinaturalistica come le più recenti correnti pittoriche: usare un pattern, un modello, significa guardare la realtà per selezionarne l’essenza comunicativa ed espressiva, riproponendola filtrata e alleggerita dai suoi gravami descrittivi. Praticando un sano e, oserei dire, quasi “ecologico” riduzionismo espressivo Andrea Benetti sembra opporsi a quell’invadenza delle immagini che ormai sta raggiungendo livelli parossistici, invitandoci a riflettere non solo sulle sue “ripetizioni differenti” della realtà, ma anche su quei meccanismi di serializzazione che oggi stanno alla base di ogni prodotto, materiale o culturale che sia.

Silvia Grandi

Docente e Ricercatrice di Storia dell'Arte Contemporanea Facoltà di Lettere e Filosofia - Dipartimento Arti Visive Università degli Studi di Bologna

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Andrea Benetti e Vittorio Sgarbi a Palazzo Taverna (Roma) in occasione della mostra "Portraits d'artistes", nella quale vi era esposta un'opera di Andrea Benetti tra i grandi Maestri della pittura del Novecento

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IL POTERE DELLE IMMAGINI · IL NUOVOGRAFFITISMO DI ANDREA BENETTI É molto più verosimile che queste pitture siano i più antichi relitti dell'universale credenza nell'influenza delle immagini. Ernst Hans Gombrich.

Gombrich dedica le pagine d'avvio del suo fondamentale The Story of Art alle pitture ritrovate nell'Ottocento nelle grotte di Altamira, in Spagna, e di Lascaux, nella Francia meridionale, origine tribale della straordinaria vicenda della storia dell'arte occidentale. Un cammino linguistico lungo e articolato che sin dagli inizi del secolo appena trascorso ha registrato sussulti di non poco conto e che, discostandosi dai canoni e dagli statuti propri dell'arte, si è frantumato in molteplici codici e rivelato di notevole influenza sulla percezione visiva a diversi livelli. E pur tuttavia la pittura primitiva consegnata oramai alle pagine dei manuali di storia dell'arte ritorna degna d'ogni considerazione nell'estro artistico di Andrea Benetti. Innanzitutto, nella produzione dell'artista bolognese, ridiventa centro delle attenzioni quel potere delle immagini che sin dalle origini la pittura e l'arte in genere hanno esercitato su intere comunità nel corso della storia. Andrea Benetti, declinandolo attraverso le invenzioni primitive, è soprattutto interessato a passare dalle sedimentazioni dell'immaginario preistorico alla descrizione di ambienti del paesaggio contemporaneo. Le sue opere rappresentano apertamente scenari visionari, che carichi delle memorie iconiche primordiali s'innestano sulle idee del tutto personali sull'arte. Per lui nella cultura occidentale, dopo l'1 1 settembre, è giunto il momento di azzerare, ripartire da capo («Noi dobbiamo ripartire dagli albori dell'uomo e dall'arte primigenia, per ricostruire un nuovo mondo, in cui il rispetto per la natura e per la dignità umana siano finalmente al centro del volere dell'uomo») ovvero è necessario riconsegnare contenuti e ridestare interessi nei confronti della condizione esistenziale e del rispetto per la natura nella civiltà contemporanea («quella stessa natura con cui dobbiamo ritornare in armonia e ricominciare a rispettare e ad amare»), eludendo, in particolare nel fare artistico, gesti e concettualizzazioni autoreferenziali gratuitamente provocatorie e fini a se stesse («Una lavatrice rotta o una bicicletta arrugginita non sono arte, ma semplicemente una lavatrice rotta ed una bicicletta arrugginita. L'arte è tutt'altra cosa»). In una fase storica in cui si rischia l'autodistruzione del pianeta, ciò è quanto, dunque, emerge dal suo Manifesto dell'arte neorupestre, proposto nel 2009 alla 53ª Biennale di

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Venezia (Padiglione I.I.L.A. – Costa Rica, Natura e sogni), in cui palesa la sua intenzionalità in rapporto a quello che produce: «L'arte deve simbolicamente ripartire dalla proprie origini (...) avrà la lungimiranza di ritornare sui propri passi, verso le proprie radici, consapevole della necessità di dare un segnale chiaro e forte di ricostruzione delle fondamenta, che sono alla base della nostra esistenza». Benetti propone la forza del simbolo con modalità e icone moderne. In tal senso è uno stratega dell'arte che mette a frutto la sua poliedrica formazione e, in particolare, affiora la sua testa pensante da manager aziendale, che ha attitudine all'organizzazione del lavoro e alle tecniche di comunicazione, per di più supportate da una sensibilità ambientalista e politica. Sa come focalizzare le dovute attenzioni sulla sua produzione: con perizia manageriale, bypassando il sistema dell'arte, ha guadagnato alcune mete espositive di indubbio valore, dalla Biennale veneziana alla 61 ª edizione del Premio Michetti, a Francavilla al mare, e a Palazzo Taverna, nella capitale, sede dell'Amedeo Modigliani Institut Archives Legales. In queste occasioni espositive ed altre come quella che presentiamo in questa sede, il pittore ha presentato le sue pitture recenti che -come ha puntualmente osservato Silvia Grandi- hanno assunto quei caratteri linguistici collocabili nelle esperienze simboliste approdate negli esiti pop, entro cui si registra una operatività di tipo concettuale, non senza, mi pare di poter aggiungere, quelle associazioni tra figure, segni e forme di sapore surrealista e prestiti dagli stili astraenti dei grandi maestri delle avanguardie amati dall'artista (Vasilij Kandinskij, Paul Klee, Joan Mirò), che danno ai suoi modi un'impronta eclettica. Sui supporti, lui veicola un intricato insieme di figure agevolmente decodificabili, che orientano il senso di annullamento e di rinascita in una collisione cronologica di significati sedimentati nella memoria, in chiave ora di repechage del repertorio pittorico preistorico, in cui animali e cacciatori stilizzati, ossia prede e predatori, danno vita a scenari magico - propiziatori, ora di proiezione contemporanea ove si alterna, a composizioni decorativamente fitomorfe, una rinnovata galleria di prede e predatori o, per meglio dire, di consumi e consumatori: automobiline, velivoli, imbarcazioni, paesaggi marini, giocatori e campi da golf. È un assortimento, sospeso nell'atmosfera irreale dello spazio, composto da forme astratte e campi colore, che dettaglia i nuovi simboli del momento culturale che essi rappresentano. In una osservazione meticolosa della materia, combinando sui fondi in gesso colori acrilici a

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sostanze naturali (caffè, karkadè, cacao, hennè) che soddisfano le personali opzioni cromatiche, imprime pattern sulla materia densa che danno rilievo ed evidenza alle sue icone, quasi ad alludere ad una tridimensionalità spaziale. Con una sorta di cloisonnisme alla Gauguin, definisce alfine le sue immagini nel tentativo di sortire nell'immediatezza visiva una lettura semplificata dei tratti principali delle figure, che, campite di colore, sono subito riconoscibili. Lo sguardo visionario di Andrea Benetti fissa, tra realtà e finzioni, la sua poetica; costruisce frammentari scenari, sereni e perfino divertenti, di vita contemporanea, che tuttavia al tempo stesso divengono metafora della crescente inettitudine e della consuetudine a una irresponsabile quanto confortevole spensieratezza quasi gaudente, priva di sentimenti ed emozioni quanto di preoccupazioni concrete; dunque rappresentano la condizione precaria dell'umanità, il cui comportamento viaggia costantemente sul Titanic in rotta verso la rovina imminente, come l'intende lo stesso artista. Le tematiche invitano a una riflessione più esplicitamente politica sulle problematiche rimosse dall'uomo, segnatamente sulla sua condizione attuale, e vede nel ritorno all'armonia con la natura l'unica possibile forma di riabilitazione. Con sapiente capacità di suggestione, cioè innescando l'ambiguità delle visioni, Benetti è intenzionato a risvegliare in ogni spettatore tanto il piacere per l'iconico quanto le coscienze, mediante rappresentazioni ironiche sebbene funzionali: quindi rende più esplicito il dialogo tra l'artista e la collettività, facendo leva sul magico potere evocativo delle immagini.

Massimo Guastella

Docente e Ricercatore di Storia dell'Arte Contemporanea Responsabile scientifico del labTasc - Università del Salento - Lecce

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Andrea Benetti e Christian Parisot, il Presidente degli Archivi Amedeo Modigliani a Roma nella sede degli Archivi, davanti ad un'opera di Benetti, durante la mostra intitolata "Portraits d'artistes", nella quale vi erano esposti alcuni dei grandi nomi della pittura del Novecento

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LO SPIRITO DELLA VELOCITÀ PER ANDREA BENETTI

Velocità, aggettivo qualitativo o nome proprio? Non entrando, e non volendo approfondire il trattato della pittura di Leonardo da Vinci, Andrea Benetti si basa sullo studio della costruzione interna delle sue opere, dove la velocità interpreta la ripartizione degli elementi plastici, pittorici e grafici. Come quella del corpo umano, o quella di una “macchina”, questa velocità è discreta, e qualche volta si fa persino dimenticare… ma non fa difetto, dando all’opera quelle linee di forza che sono parte integrante della sua vita d’artista. L’artista si pone di fronte al suo operato e studia le linee dinamiche. Noi, gli spettatori, saremmo tentati di trovare l’arcano della sua applicazione, cercando il metodo d’interpretazione, cercando il valore estetico nell’applicazione di una formula privilegiata, non essendo ne matematici, ne filosofi: “interpretiamo liberamente”. La velocità sembra essere la chiave di lettura del nostro secolo, di quello recentemente trascorso, dove il significato della rapidità d’esecuzione era alla base della riuscita. Delle “similitudini”, dei rapporti, e dei metodi comparativi con le avanguardie potrebbero essere una “scusa” per decifrare la storia e la genesi della sua espressione artistica, ma sono riferimenti talmente evidenti, che la sua maniera d’esprimerli, lo escludono rapidamente… Cézanne, sembrerebbe più interessante come artista da mettere in paragone, per il suo metodo pittorico, nato dopo le grandi innovazioni Impressioniste, e proprio da questo “giovane” pittore si può iniziare il discorso sulla “rapidità” d’esecuzione, con il pennello appena intinto e con esecuzione immediata e spontanea “ritrarre” un paesaggio o una figura con la stessa valenza, con lo stesso metodo e con la stessa qualità estetica: attraverso la luce e il colore. Questa è solo una premessa, all’ordine cronologico che si presenta spesso a noi, riflettendo un cammino e una stesura di idee cromatiche: partendo dal fatto e dalla constatazione che ogni artista, e stato ed è un allievo. Proprio per questo definirei : plurale l’atteggiamento espressivo di Andrea Benetti. I

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venerabili trattati di Cennino Cennini, Leonardo da Vinci, Durer o i testi di Delacroix ci guidano nelle nostre ricerche e nella nostra maniera di “vedere” l’arte senza controllo con il passato, ma attraverso il messaggio riscoperto, rivalutato noi possiamo rileggere il presente, il pittore o l’artista che si dichiara tale, perché ha scoperto di essere “veloce” nell’intuire la figura o il paesaggio. Dobbiamo rendere un omaggio all’istinto, e all’intuito di Andrea Benetti per le sue sottolineature, per la messa in evidenza del suo modo di interpretare la velocità, perché parte da lontano, dai trattati, dalle caverne degli uomini primitivi, per accelerare verso la contemporaneità: attraverso la velocità del suo sguardo sulla pittura, sulla forma e sulla qualità dell’essere moderno. Un’autocritica cromatica, un gioco esilarante, una maniera d’addolcire la brutalità della guerra inneggiata dai Futuristi, che sono d’attualità dopo un secolo, ma che sottolineano, in un clima politico attuale la dimensione della crisi produttiva ed economica come allora, in un momento legato alla velocità della comunicazione moltiplicata per X milioni di volte, attraversata da avvenimenti che vanno: dalla passeggiata sulla luna, alla scoperta del nano sistema dei computers, che svolgono alla velocità della luce calcoli infinitesimali… ma, che non sostituiranno mai la mano dell’uomo e della sua impronta sulla tela, sulla forma e sul colore scelto per dare forma ad un sogno, al sogno dell’artista che vive nel suo tempo alla velocità della sua fantasia. Tratto dal libro da collezione a tiratura numerata e firmata, ideato e realizzato da Andrea Benetti, intitolato "Esplorazione inconsueta all'interno della velocità"

Christian Parisot

Presidente dell'Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales – Paris-Roma

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TRATTO DAL CATALOGO DELLA 53. BIENNALE DI VENEZIA, EDITO DA UMBERTO ALLEMANDI & C. Nel 1 879 de Sautuola e sua figlia affermarono e comunicarono che nella grotta di Altamira, nei pressi di Santander in Spagna, vi erano pitture eseguite da uomini preistorici. Gli studiosi di preistoria si misero a ridere e risero per almeno vent'anni. Poi l'abate Breuil e Cartailhac si recarono in quei luoghi ed alle risate si sostituì lo stupore: le pitture erano autentiche ed erano certamente opera dell'uomo preistorico ed in bellezza non hanno niente da invidiare ad alcuna pittura moderna. Lo stupore è un atteggiamento, almeno in apparenza, che non ha alcunché di scientifico e forse per questo gli scienziati hanno in orrore questo sentimento. D'altronde la scienza produce la verità, od almeno vi prova sinceramente. La poesia invece produce il meraviglioso, od almeno vi si dedica con altrettanta sincerità. Noi abbiamo creduto che forse nel meraviglioso vi è qualcosa di della verità. Andrea Benetti è un artista e quindi un poeta: così una sera, non per scherzo, ma sicuramente con animo allegro, perché l'arte deve essere anche gioia, nacque l'idea dell'arte “Neorupestre”. Nei mesi successivi alla conversazione di quella sera, che poi si era protratta durante la notte, ci mettemmo a studiare e poi riflettere che duecento o più secoli orsono espressero con la pittura le più alte aspirazioni del loro cuore e della loro spiritualità. Così è nata l'esigenza di stendere il “Manifesto dell'Arte Neorupestre” che non propone il ritorno al passato, né vuole essere una nostalgia roussoniana e neanche un'operazione di riproposta o recupero; è invece una riflessione per guardare l'evoluzione artistica in un'ottica diversa. Se per esempio ci rechiamo a Lescaux ci appare evidente come questo complesso, che annovera una moltitudine di capolavori dipinti, si sia meritato l'appellativo di “Cappella Sistina della preistoria”. Poi quando si pensa quanti millenni addietro quelle opere sono state realizzate, ci si trova di fronte ad un problema di enormi dimensioni che diviene ancora più macroscopico se spaziamo sulle figure dell'arte rupestre a livello planetario

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accorgendosi così che dal figurativo all'astratto tutto è stato affrontato. Allora, in altri giorni ed altre notti di conversazione, con Benetti abbiamo provato ad uscire da quel delirio che fa immaginare che i nostri antenati, nudi o vestiti di pelli e foglie, si siano ostinati per millenni e millenni in maniera idiota a picchiare insieme dei sassi in attesa della scintilla. Maghi semidementi ossessionati dalla selvaggina, oscuri primitivi impegnati a danzare attorno al totem della caccia. La rappresentazione della loro arte è infinitamente più ricca di astrazione di quella della semplice vocazione al cibo; una consumata arte del disegno, un'elevata qualità del segno grafico. Il Manifesto dell'Arte Neorupestre tende ad acquisire dei fratelli negli abissi del tempo, almeno immaginare chi fossero quei metafisici che possedevano meravigliose tecniche artistiche e che le hanno espresse con una preoccupazione di eternità. Con semplicità mi sento di affermare che il Manifesto dell'Arte Neorupestre rappresenta una novità assoluta, si riferisce ad un archetipo ormai innegabile, dal quale l'artista, se tale, non può più prescindere. Picasso afferma: “Dopo Altamira, tutto è decadenza”. Il Manifesto dell'Arte Neorupestre riconosce le meraviglie ed i capolavori del passato però ci impegna a porsi di fronte a novità del contemporanea e soprattutto ai clamori ed alle provocazioni con occhio disincantato.

Gregorio Rossi

Curatore del M . A. C . I . A. - Museo di Arte Contemporanea Italiana in America Curatore del padiglione "Natura e sogni" alla 53. Biennale di Venezia

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A N D R E A B E N E TTI

LA SPIRITUALITÀ NELL' ARTE NEORUPESTRE Opere scelte 2008 > 201 2

OMAGGIO ALLA PITTURA RUPESTRE andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org


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P AG. 30 • C ACCIA V · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 00 X 60 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 1 5-W/TM-OHA/T-1 0 P AG. 31 • C AVALLO CON TORI · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 70 X 50 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 295-W/TM-OH/T-1 0 P AG. 32 • C ACCIA VI · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 80 X 1 00 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 23-W/TM-OHA/T-1 0 P AG. 33 • C ACCIA VII · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 50 X 1 00 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 36-W/TM-OHA/T-1 0

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P AG. 34 • C ACCIA II · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 50 X 1 00 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 67-W/TM-OHA/T-1 0 P AG. 35 • C ACCIA III · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 50 X 1 00 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 68-W/TM-OHA/T-1 0 P AG. 36 • C ACCIA VIII · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 60 X 1 00 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 71 -W/TM-OHA/T-1 0 P AG. 37 • TORO CON CAVALLI · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 1 20 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 20-W/TM-OHA/T-1 1

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C AVALLO CON FIGURE · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 40 X 50 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 1 4-W/TM-OH/T-1 0

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ALTAMIRA · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 60 X 80 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 08-W/TM-OH/T-1 0

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P AG. 40 • C ACCIA IV · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 00 X 50 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 306-W/TM-OHA/T-1 0 PAG. 41 • LA LEGGENDA DEL CACCIATORE · OLIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 50 X 1 00 · 201 1 - ARCHIVIO N° 1 31 -W/TM-OHA/T-1 1 PAG. 42 • CACCIA: L' IMPREVISTO · OLIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 00 X 1 50 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 70-W/TM-OHA/T-1 1 PAG. 43 • DANZA DEGLI ANIMALI · OLIO E CACAO E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 1 20 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 76-W/TM-OCA/T-1 1

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C ACCIA GROSSA · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 80 X 1 00 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 65-W/TM-OHA/T-1 1

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C AVALLI E BISONTI · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · 80 X 1 00 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 29-W/TM-OHA/T-1 1

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P AG. 46 • ANIMALI GEOMETRICI · O LIO E HENNÈ E PIGMENTI SU TELA · CM 70 X 50 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 367-W/TM-OHP/T-1 2 P AG. 47 • FANTASMI PREISTORICI II · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 70 X 50 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 368-W/TM-OH/T-1 2 P AG. 48 • LO STREGONE · O LIO E HENNÈ E PIGMENTI · CM 70 X 50 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 371 -W/TM-OH/T-1 2 P AG. 49 • ANIMALI GEOMETRICI II · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 30 X 1 20 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 369-W/TM-OHA/T-1 2

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S OPRA • D ANZA TRIBALE · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 80 X 80 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 370-W/TM-OH/T-1 2 A SINISTRA • DONNA PREISTORICA · OLIO E CACAO E PIGMENTI SU TELA · CM 80,7 X 60,2 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 30-W/TM-OCP/T-1 0

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TORO BIANCO · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 70 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 360-W/TM-OHA/T-1 2

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TORO INFURIATO · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 50 X 70 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 372-W/TM-OH/T-1 2

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LA FUGA DEL CAVALLO · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 60 X 60 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 363-W/TM-OH/T-1 2

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FANTASMI PREISTORICI · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 60 X 60 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 366-W/TM-OH/T-1 2

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ANIMALI III · O LIO E HENNÈ E PIGMENTI · CM 60 X 60 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 364-W/TM-OHP/T-1 2

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D ANZA PROPIZIATORIA路 O LIO E PIGMENTI SU TELA路 CM 60 X 60路 201 2 - ARCHIVIO N 掳 361 -W/TM-OP/T-1 2

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A N D R E A B E N E TTI

LA SPIRITUALITÀ NELL' ARTE NEORUPESTRE Opere scelte 2008 > 201 2

ASTRATTISMO E SIMBOLISMO DELLE ORIGINI andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org


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S OPRA • FONDALI MARINI · O LIO E CACAO SU TELA · CM 50 X 40 · 2008 - ARCHIVIO N ° 31 0-W/OC-OC/T-08 A SINISTRA • I L CROCEVIA · O LIO E CACAO SU TELA · CM 60 X 40 · 2008 - ARCHIVIO N ° 31 1 -W/OC-OC/T-08 61


VERSO L' INFINITO · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 50 X 50 · 2009 - ARCHIVIO N ° 288-W/OK-OK/T-09

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I L RINOCERONTE E LE DUE AQUILE 路 O LIO E CACAO SU TELA 路 CM 50 X 50 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 349-W/OC-OC/T-09

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S OPRA • S ENSAZIONI COLORATE · OLIO E CACAO E ACRILICO SU TELA · CM 80 X 60 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 340-W/OC-OCA/T-1 0 A SINISTRA • I L ROSPO ELETTRONICO · O LIO E CACAO SU TELA · CM 65 X 45 · 2009 - ARCHIVIO N ° 1 28-W/OC-OC/T-09 65


Cavalli 路 O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA 路 CM 1 00 X 1 00 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 1 72-W/TM-OCA/T-09

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I sogni del pesce azzurro · O LIO E CAFFÈ SU TAVOLA · CM 31 ,5 X 30 · 2008 - ARCHIVIO N ° 252-W/C È-OC È/TV-08

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I L RETTILE · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 60 X 50 · 2009 - ARCHIVIO N ° 276-W/OK-OK/T-09

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I L GIRINO · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 60 X 50 · 2009 - ARCHIVIO N ° 299-W/TM-OH/T-09

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LA MIA FANCIULLEZZA · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 50 X 70 · 2009 - ARCHIVIO N ° 279-W/OK-OK/T-09

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D INAMICHE PARALLELE 路 O LIO E ACRILICO SU TELA 路 CM 50 X 70 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 1 77-W/TM-OA/T-09

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LA CIVETTA ALLEGRA · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 50 X 50 · 2008 - ARCHIVIO N ° 277-W/OK-OK/T-08

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S ALTO NEL PASSATO · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 50 X 50 · 2008 - ARCHIVIO N ° 285-W/OK-OK/T-08

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ALLEGRA CONFUSIONE 路 O LIO E ACRILICO E CACAO SU TELA 路 CM 50 X 70 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 1 61 -W/TM-OCA/T-09

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LA COERENZA · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 70 · 2009 - ARCHIVIO N ° 209-W/TM-OHA/T-09

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P AG. 76 • LE 7 MERAVIGLIE · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 50 X 35 · 2008 - ARCHIVIO N ° 284-W/OK-OK/T-08 P AG. 77 • S TRANE PERCEZIONI · O LIO E CAFFÈ SU TELA · CM 70 X 50 · 2008 - ARCHIVIO N ° 264-W/C È-OC È/T-08 P AG. 78 • P ERCORSI · O LIO E ACRILICO SU TELA · CM 70 X 50 · 2009 - ARCHIVIO N ° 228-W/TM-OA/T-09 P AG. 79 • LA CREAZIONE · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 00 X 1 00 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 21 0-W/TM-OHA/T-1 0

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P AG. 80 • LA TAVOLOZZA · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 80 X 40 · 2008 - ARCHIVIO N ° 282-W/OK-OK/T-08 P AG. 81 • LA PROVOCAZIONE · O LIO E ACRILICO SU TELA · CM 70 X 50 · 2009 - ARCHIVIO N ° 21 2-W/TM-OA/T-09 P AG. 82 • I MPRESSIONI · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 20 X 30 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 205-W/TM-OHA/T-1 1 P AG. 83 • C AVALLO A DONDOLO · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 50 X 50 · 2009 - ARCHIVIO N ° 294-W/TM-OH/T-09 83


ESILIO 路 O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA 路 CM 70 X 50 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 1 80-W/TM-OCA/T-09 84


Onde radio 路 Olio e acrilico su tela 路 cm 80 x 60 路 2009 - Archivio n掳 226-W/TM-OA/T-09 85


D IVERSITÀ · O LIO E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 70 · 2009 - ARCHIVIO N ° 1 78-W/TM-OA/T-09

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I NCONTRO FORTUNATO · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 70 · 2009 - ARCHIVIO N ° 206-W/TM-OHA/T-09

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O MAGGIO A B OLOGNA 路 O LIO E ACRILICO E CACAO SU TELA 路 CM 50 X 70 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 224-W/TM-OCA/T-09

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I L MIO U NIVERSO · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 80 · 2009 - ARCHIVIO N ° 1 99-W/TM-OHA/T-09

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9 NOVEMBRE 1 989 · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 60 X 80 · 2009 - ARCHIVIO N ° 268-W/OK-OK/T-09

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AMORE PROFONDO 路 O LIO E CACAO SU TELA 路 CM 60 X 80 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 306-W/OC-OC/T-1 0

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S OPRA • C OLORI AL VENTO · O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 80 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 74-W/TM-OCA/T-1 1 A SINISTRA • G IOCHI D' INFANZIA · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 60 X 40 · 2008 - ARCHIVIO N ° 272-W/OK-OK/T-08

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S OPRA • TARTARUGA · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 80 X 1 20 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 38-W/TM-OHA/T-1 1 A SINISTRA • P ESCI TROPICALI · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 00 X 1 20 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 229-W/TM-OHA/T-1 1

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LOTTA TRA DRAGHI · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 1 00 X 1 50 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 1 8-W/TM-OHA/T-1 1

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M ULINI A VENTO 路 O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA 路 CM 1 00 X 1 50 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 223-W/TM-OCA/T-09

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Salvaguardia ambientale 路 Olio e caco su tela 路 cm 50 x 70 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 1 1 2-W/OC-OC/T-09

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I L PAPIRO NASCOSTO 路 O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA 路 CM 1 00 X 1 50 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 1 07-W/TM-OAC/T-09

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O MAGGIO A KAROL WOJTYLA · O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA · CM 70 X 50 · 2009 · ARCHIVIO N ° 1 39-W/TM-OCA/T-09 1 00


LE DUE LUNE · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 80 X 60 · 2008 - ARCHIVIO N ° 283-W/OK-OK/T-08 1 01


AMORE ETERNO 路 O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA 路 CM 50 X 70 路 201 1 - ARCHIVIO N 掳 1 27-W/TM-OCA/T-1 1

1 02 1 02


LA LUNA IN SOGNO 路 O LIO E CACAO

SU TELA 路 CM 1 00 X 1 50 路 2009

1 03 1 03

- ARCHIVIO N 掳 325-W/OC-OC/T-09


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S OPRA • ALCHIMIA DI UN AMORE · O LIO E CACAO E PIGMENTI SU TELA · CM 40 X 1 20 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 305-W/OC-OCP/T-1 2 A SINISTRA • FIOR DI LOTO · O LIO E KARKADÈ SU TELA · CM 60 X 60 · 2008 - ARCHIVIO N ° 270-W/OK-OK/T-08

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A N D R E A B E N E TTI

LA SPIRITUALITÀ NELL' ARTE NEORUPESTRE Opere scelte 2008 > 201 2

UN PRIMITIVO NEL TERZO MILLENNIO andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org


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S OPRA • AEREO I · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 30 X 40 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 289-W/TM-OH/T-1 0 A SINISTRA • I L D ECOLLO · O LIO E CACAO SU TELA · CM 30 X 20 · 2008 - ARCHIVIO N ° 31 2-W/OC-OC/T-08

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EVOLUZIONI AEREE II 路 O LIO E PIGMENTI SU TELA 路 CM 80 X 60 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 1 80-W/TM-OP/T-1 0 110


I MBARCAZIONI III 路 O LIO E CACAO SU TELA 路 CM 60 X 50 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 1 24-W/OC-OC/T-1 0 111


I MBARCAZIONI II 路 O LIO E CACAO SU TELA 路 CM 60 X 80 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 31 9-W/OC-OC/T-1 0

112


I MBARCAZIONI IV 路 O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA 路

CM 60 X 80 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 320-W/OC-OCA/T-1 0

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I MBARCAZIONI 路 O LIO E PIGMENTI SU TELA 路 CM 60 X 80 路 2009 - ARCHIVIO N 掳 204-W/TM-OP/T-09

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I MBARCAZIONI V 路 O LIO E CACAO E ACRILICO SU TELA 路 CM 60 X 80 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 203-W/TM-OCA/T-1 0

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S OPRA • I MBARCAZIONI VI · O LIO E CACAO E PIGMENTI SU TELA · CM 50 X 70 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 202-W/TM-OA/T-1 2 A SINISTRA • I MBARCAZIONI AL TRAMONTO · O LIO E ACRILICO SU TELA · CM 60 X 50 · 201 2 - ARCHIVIO N ° 202-W/TM-OA/T-1 2

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G OLF ( SCENA IV) 路 O LIO E PIGMENTI SU TELA 路 CM 60 X 80 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 1 87-W/TM-OP/T-1 0

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G OLF ( SCENA X) · O LIO E HENNÈ E PIGMENTI SU TELA · CM 50 X 70 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 93-W/TM-OHP/T-1 0

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1 20


S OPRA • G OLF ( SCENA V) · O LIO E PIGMENTI SU TELA · CM 60 X 50 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 89-W/TM-OP/T-1 0 A SINISTRA • G OLF ( SCENA IX) · O LIO E HENNÈ E PIGMENTI SU TELA · CM 70 X 50 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 88-W/TM-OHP/T-1 0

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1 22


S OPRA • TENNIS · O LIO E CACAO DELAVATO SU TELA · CM 50 X 50 · 2008 - ARCHIVIO N ° 342-W/OC-OC D/T-08 A SINISTRA • TANGO · O LIO E CACAO SU TELA · CM 1 00 X 80 · 2009 - ARCHIVIO N ° 341 -W/OC-OC/T-09

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S OPRA • AUTO D' EPOCA · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 40 X 1 20 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 1 1 9-W/TM-OH/T-1 1 A SINISTRA • M OVIMENTI · O LIO E CACAO SU TELA · CM 60 X 1 20 · 2009 - ARCHIVIO N ° 333-W/OC-OC/T-09

1 25


AUTOMOBILI · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 60 X 80 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 293-W/TM-OH/T-1 0

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VESPA P IAGGIO · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 60 X 80 · 201 1

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- ARCHIVIO N ° 1 25-W/TM-OHA/T-1 1


FIORI INCORNICIATI · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 80 X 60 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 298-W/TM-OH/T-1 1

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N OTTURNO FLOREALE II 路 O LIO SU TELA 路 CM 80 X 60 路 201 0 - ARCHIVIO N 掳 1 52-W/O-O/T-1 0

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P AG.1 30 · FIORI IN NERO · O LIO SU TELA · CM 60 X 40 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 42-W/O-O/T-1 0 P AG. 1 31 · FIORI IN BIANCO · O LIO SU TELA · CM 60 X 40 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 1 41 -W/O-O/T-1 0 P AG. 1 32 · M ARGHERITE CON FIORI · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 1 20 X 50 · 201 0 - ARCHIVIO N ° 301 -W/TM-OH/T-1 0 P AG. 1 33 · FIORI CON BACCHE · O LIO E HENNÈ SU TELA · CM 40 X 50 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 297-W/TM-OH/T-1 1

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S OPRA • Q UADRIFOGLI · O LIO E CACAO SU TELA · CM 80 X 80 · 2009 - ARCHIVIO N ° 339-W/OC-OC/T-09 A SINISTRA • I FIORI MAI NATI · O LIO E CAFFÈ SU TAVOLA · CM 48 X 31 · 2008 - ARCHIVIO N ° 250-W/C È-OC È/TV-08

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S OPRA • U VA BIANCA · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 50 X 70 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 373-W/TM-OHA/T-1 1 A SINISTRA • U VA NERA · O LIO E HENNÈ E ACRILICO SU TELA · CM 70 X 50 · 201 1 - ARCHIVIO N ° 238-W/TM-OHA/T-1 1

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A N D R E A B E N E TTI

LA SPIRITUALITÀ NELL' ARTE NEORUPESTRE Opere scelte 2008 > 201 2

BIOGRAFIA DI ANDREA BENETTI andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org


A N D R E A B E N E TTI BREVI CENNI BIOGRAFICI Andrea Benetti, nato a Bologna nel 1 964, da diversi anni esprime col favore della critica e del pubblico qualificato le proprie idee e la propria pittura, nel complesso mondo dell'arte contemporanea. Oltre ad avere esposto in luoghi di grande pregio, sono ormai una dozzina i musei, le istituzioni e le collezioni internazionali, che ospitano le sue opere in permanenza. Nel dicembre 2006, Benetti ha ideato e stilato il Manifesto dell'Arte Neorupestre, successivamente presentato alla 53. Biennale di Venezia, nel padiglione "Natura e sogni", situato presso l'università Ca' Foscari. In occasione dell'evento, sotto l'egida della Biennale, è stato pubblicato un catalogo, edito da Umberto Allemandi. Sempre nel 2009, Andrea Benetti ha realizzato un libro da collezione, con tiratura limitata (le copie sono firmate e numerate), intitolato “Esplorazione inconsueta all’interno della velocità”, in cui egli formula, e rappresenta con la propria pittura (dodici dipinti su tela), delle tesi innovative sulla velocità in relazione alle varie civiltà susseguitesi nel corso della Storia ed all'atavico desiderio di dominio dell'uomo. Hanno aderito al progetto e scritto nel libro, avvalorando l'importanza delle tesi sostenute da Andrea Benetti, una dozzina di autorevoli professori universitari. Inoltre, la parte critica riferita alle dodici opere pittoriche, è curata da importanti nomi del mondo dell’arte contemporanea. Il volume è già stato acquisito da musei, biblioteche ed istituzioni di rilevanza internazionale. Nel luglio 201 0, il pittore bolognese è stato invitato ad esporre alla LXI edizione del Premio Michetti, la blasonata rassegna internazionale di arte contemporanea, che si svolge ogni anno, dal 1 947, nel Museo Michetti. A novembre 201 0, la pittura Neorupestre di Andrea Benetti è approdata a Palazzo Taverna (Roma), nella sede degli Archivi Legali Amedeo Modigliani, accanto alle opere di Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani, Andy Warhol, Keith Haring, Mario Schifano, Max Jacobs, Carlo Corsi, Jules Pascin, Guido Cadorin... in occasione della mostra intitolata “Portraits d'artistes”, curata dal

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Presidente degli Archivi Modigliani, il professor Christian Parisot e dal professor Pierfrancesco Pensosi. Vittorio Sgarbi ha presentato il progetto alla stampa ed alle TV. In concomitanza con la mostra a Roma, in occasione del programma "Academic impact" dell'O.N.U., l'Istituto Europeo Pegaso, in rappresentanza dell'Italia, donava alla Collezione d'Arte delle Nazioni Unite (Palazzo di Vetro • New York) l'opera di Andrea Benetti intitolata "Against violence". Nel maggio 201 1 , Benetti è stato invitato dall'Università del Salento, Facoltà dei Beni Culturali, per tenere un seminario sull'arte Neorupestre agli allievi del corso di laurea di Storia dell'Arte Contemporanea, presentato dal professor Massimo Guastella. Nel settembre 201 1 si è tenuta la mostra di Benetti, dentro le grotte di Castellana, che è entrata a far parte del programma di ricerca sull'arte contemporanea del Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università del Salento. Il 9 marzo 201 2, si è conclusa una tappa molto importante della carriera artistica di Andrea Benetti, con l'acquisizione di una sua opera nella Collezione d'Arte del Quirinale. Il brillante traguardo è avvenuto per volere del Presidente Giorgio Napolitano con il pieno avvallo del professor Louis Godart, Consigliere per la conservazione dei beni artistici del Quirinale. Il ricevimento nel Palazzo della Presidenza della Repubblica e, precisamente nello studio del professor Louis Godart è durato circa un'ora, periodo durante il quale il professore ha lodato l'impegno e l'operato artistico di Andrea Benetti, rivelandosi un fine conoscitore dell'arte Neorupestre. Dopo qualche mese, nel maggio 201 2 si è conclusa anche l'acquisizione di un dipinto di Andrea Benetti da parte del Museion, l'avveniristico museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano. Attualmente sono in corso altre importanti acquisizioni e la preparazione dei lavori di affresco su roccia artificiale, che Benetti realizzerà nella primavera 201 3, all'interno del tunnel, che porta all'ingresso delle celebri grotte di Frasassi, in provincia di Ancona.

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MUSEI E COLLEZIONI ISTITUZIONALI E PRIVATE CHE HANNO NELLA PROPRIA COLLEZIONE PERMANENTE DELLE OPERE DI ANDREA BENETTI

C OLLEZIONI ISTITUZIONALI E PRIVATE Collezione d'Arte delle Nazioni Unite

New York, U.S.A.

Collezione d'Arte del Quirinale

Presidenza della Repubblica Italiana Roma, Italia C o llezione d'Arte della Farnesina Ministero degli Affari Esteri Roma, Italia Collezione dell'Ambasciata d’Italia in Cina

Pechino, Cina

Collezione d'Arte Facchini · La Fenice et des Artistes

Venezia, Italia

Collezione dell'Istituto Europeo Pegaso

Foggia, Italia

M USEI E PINACOTECHE Rinaldi-Paladino Art Museum Foundation

Lugano, Svizzera

MACIA · Museo di Arte Contemporanea Italiana in America

San Josè, Costa Rica

Ambasciata d’Italia in Nuova Zelanda

per il costituendo Museo di Arte Contemporanea Italiana Wellington, Nuova Zelanda

Museion · Museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano

Bolzano, Italia

Museo Francesco Paolo Michetti

Francavilla al mare (CH), Italia Pinacoteca Silvestro Lega

Modigliana (FC), Italia

Pinacoteca Amedeo Modigliani

Follonica (GR), Italia

Museo Speleologico "Franco Anelli"

Grotte di Castellana (BA), Italia

Museo di Arte Contemporanea Logudoro Meilogu

Fondazione Nazionale · Banari (SS), Italia

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HANNO SCRITTO DELLA PITTURA DI ANDREA BENETTI

C RITICHE, PRESENTAZIONI ED INTERVISTE Christian Parisot • Presidente dell'Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales • ParisRoma Silvia Grandi • Docente e ricercatrice di Storia dell'Arte Contemporanea • Facoltà di Lettere e Filosofia - Dipartimento Arti Visive - Università degli Studi di Bologna Massimo Guastella • Docente di Storia dell'Arte Contemporanea • Responsabile scientifico del labTasc • Università del Salento • Facoltà dei Beni Culturali - Lecce Gregorio Rossi • Curatore del Museo di Arte Contemporanea Italiana in America Curatore del padiglione dell'IILA • Costa Rica alla 53. Biennale di Venezia Francesco Elisei • Curatore del padiglione della Moldova alla 52. Biennale d'Arte di Venezia Curatore del padiglione dell'IILA • Costa Rica alla 53. Biennale di Venezia

Pierfrancesco Pensosi • Giornalista e critico d'arte Professore di "Teorie e Tecniche dei Nuovi Media" alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia Kenneth H. Keller • Direttore e professore della Johns Hopkins University • Bologna Center Silvia Godelli • Assessore alle Attività Culturali della Regione Puglia Francesco Schittulli Provincia di Bari

Presidente della

Francesco Tricase • Sindaco del Comune di Castellana Grotte (BA) Stefano Elefante • Assessore alla Cultura del Comune di Castellana Grotte (BA) Maurizio Tommaso Pace • Presidente delle Grotte di Castellana Giuliana Di Gioia • Giornalista

Carlo Fabrizio Carli • Critico d'arte • Curatore di tre edizioni del Premio Michetti Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione "La Quadriennale di Roma"

Anna Puricella • Giornalista

Bruno Chicca • Docente all'Università Primo Levi - Critico e storico dell'arte

Luciana Cavina d'arte

Chiara Filippini • Ricercatrice dell'Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales • ParisRoma Curatrice del Centro Documentazione e Ricerca Amedeo Modigliani

Gaia Giorgetti • Giornalista e scrittrice

Roberto Sabatelli • già Direttore della Pinacoteca Amedeo Modigliani

Emanuele Caputo • Giornalista Vincenzo Chiumarulo • Giornalista •

Giornalista e critica

Sonia Cosco • Giornalista e critica d'arte Carolina Lio • Curatrice e critica d'arte Simone Soldera • Giornalista e scrittore Andrea Rinaldi • Giornalista

Simona Gavioli • Curatrice e critica d'arte Curatrice del Premio Internazionale di Pittura Zingarelli • Rocca delle Macìe

Lucas De Laurentiis d'arte

Umberto Zampini d'arte

Diletta Iacuaniello • Critica d'arte

Curatore e critico

Curatore e critico

Paola Naldi • Giornalista e critica d'arte

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ESPLORAZIONE INCONSUETA ALL'INTERNO DELLA VELOCITÀ

I L LIBRO E LE DODICI OPERE DI ANDREA B ENETTI L’opera editoriale ideata e realizzata da Andrea Benetti, organica alla mostra pittorica composta da dodici opere su tela, intitolata "Esplorazione inconsueta all’interno della velocità" è pubblicata e promossa dal Museo di Arte Contemporanea Italiana in America (MACIA), per celebrare l’operato artistico di Andrea Benetti e promuovere le idee ed i contenuti della sua ricerca, sul tema della "Velocità". A suggellare il profilo internazionale della pubblicazione vi è il patrocinio dell’Istituto Italo-Latino Americano (I.I.L.A.), organismo internazionale che tra i propri incarichi vanta quello di Osservatore Permanente presso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU). Fanno parte dell’I.I.L.A. la Repubblica Italiana e le venti Repubbliche dell’America Latina, tra cui Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay e Repubblica Bolivariana del Venezuela. L’iniziativa editoriale del Museo d’Arte Contemporanea Italiana in America (MACIA) ha riscosso la sentita ed ufficiale partecipazione del Presidente Emerito della Repubblica di Costa Rica, Oscar Arias Sanchez, premio Nobel per la Pace nel 1 987. Hanno inoltre patrocinato l'opera editoriale di Andrea Benetti l'Ambasciata d'Italia in Costa Rica, l'Ambasciata del Costa Rica in Italia, la Fondazione ed il Museo Michetti, l'Associazione Culturale della Johns Hopkins University, l'Istituto Europeo "Pegaso", l'Associazione Culturale "Viedimezzo" e l'Associazione Culturale "Logo Comune". I TESTI CRITICI SONO A CURA DI

Christian Parisot

Presidente dell'Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales · Paris-Roma Gregorio Rossi

Curatore del MACIA · Museo di Arte Contemporanea Italiana in America Curatore del padiglione dell'IILA / Costa Rica alla 53. Biennale di Venezia Chiara Filippini

Ricercatrice dell'Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales · Paris-Roma Curatrice del Centro Documentazione e Ricerca Amedeo Modigliani Roberto Sabatelli

già Direttore della Pinacoteca Amedeo Modigliani << Il Cavallo dipinto da Andrea Benetti proiettato (dimensione 6 x 4 metri) sulla parete rocciosa della caverna "La Grave", dentro le grotte di Castellana, durante l'inaugurazione della mostra "la pittura Neorupestre" a cura del professor Massimo Guastella

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H ANNO SCRITTO NEL LIBRO DI ANDREA BENETTI UN ' ANALISI SULL' INFLUENZA DELLA VELOCITÀ NELLA LORO MATERIA DI INSEGNAMENTO Professor Kenneth H. Keller

Direttore e professore della Johns Hopkins University School of Advanced International Studies · Bologna Professor Gianfranco Pasquino

Ordinario di "Scienze politiche" · Dipartimento di Scienze politiche Università degli Studi di Bologna · Johns Hopkins University Professor Antonino Galloni

già Professore di "Economia" Berkeley University (California) Università L.U.I.S.S. Università Cattolica del Sacro Cuore (MI) Università degli Studi di Roma Università di Modena Professor Fabrizio Politi

Preside della Facoltà di Economia Ordinario di "Diritto costituzionale" · Università degli Studi dell'Aquila Professor Gaetano Bonetta

Preside della facoltà di Scienza della Formazione Ordinario di "Pedagogia generale" · Università degli Studi di Chieti e Pescara Professor Raffaele Bugiardini

Ordinario di "Malattie dell'apparato cardiovascolare" Facoltà di Medicina e Chirurgia · Università degli Studi di Bologna Professor Pierluigi Giordani

già Ordinario di "Urbanistica" Dipartimento di Architettura urbanistica e Rilevamento · Università degli Studi di Padova Professor Silvio Bergia

già Ordinario nel raggruppamento disciplinare di "Fisica teorica" Dipartimento di Fisica · Università degli Studi di Bologna Professor Mauro Catenacci

Ordinario di "Diritto penale" Facoltà di Giurisprudenza · Università degli Studi di Teramo Professor Gianluca Tagliamonte

Professore di "Etruscologia e antichità italiche" Dipartimento dei beni culturali · Università del Salento · Lecce Professoressa Renata Nemola

Professoressa di "Accompagnamento al pianoforte" e "Pratica dell'accompagnamento" Conservatorio "Gian Battista Martini" di Bologna Professor Francesco Romeo

Professore di "Filosofia del Diritto" Dipartimento di Scienze giuridiche · Università degli Studi di Chieti e Pescara Andrea Benetti e Maurizio Pace Presidente delle Grotte di Castellana) all'inaugurazione della mostra >>

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I L VOLUME È STATO ACQUISITO DA Amedeo Modigliani Institut Archives Lègales · Paris-Roma Palazzo Taverna · Roma · Italia The Pollock-Krasner Foundation Inc. Park Avenue · New York - USA Biblioteca del Quirinale Roma · Italia MAMbo · Museo d'Arte Moderna di Bologna Bologna · Italia Museo e Fondazione Michetti Palazzo San Domenico · Francavilla al mare · Italia Biblioteca dell'Accademia di Belle Arti di Bologna Bologna · Italia Johns Hopkins University Bologna · Italia Biblioteca Comunale degli Intronati Palazzo della Sapienza · Siena · Italia Istituto Europeo Pegaso Foggia · Italia MACIA · Museo di Arte Contemporanea Italiana in America San Josè · Costa Rica

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IL MANIFESTO DELL'ARTE NEORUPESTRE PRESENTATO ALLA 53. B IENNALE D 'ARTE DI V ENEZIA NEL PADIGLIONE "N ATURA E SOGNI ", PRESSO L' UNIVERSITÀ C A' F OSCARI All'alba dell'umanità, ancor prima di inventare la scrittura, l'uomo sentì la necessità di comunicare, di lasciare una traccia di sé nel mondo; tutto ciò lo fece grazie alla pittura. Quell'uomo si rapportava ogni giorno con il sole, con la terra, con l'acqua, con il cielo... integrandosi armonicamente nella natura; e quand'anche la natura non rappresentasse una minaccia, egli la rispettava, con il rispetto che si deve ad una divinità, consapevole dei propri limiti umani. L'uomo contemporaneo ha rinnegato quei limiti e calpestato quel rispetto, ponendosi prepotentemente al centro del mondo e mettendo al primo posto le proprie esigenze, il proprio egoismo. Così facendo, ha stupidamente distrutto un incantesimo e profanato la sacralità della natura e della vita. Allora, facciamo un passo indietro. Azzeriamo e ripartiamo da quel doveroso rispetto per la natura e per l'essere umano; l'arte, deve ripartire dalla prima forma artistica, ovvero l'arte rupestre. Noi dobbiamo ripartire dagli albori dell'uomo e dall'arte primigenia, per ricostruire un nuovo mondo, in cui il rispetto per la natura e per la dignità umana siano finalmente al centro del volere dell'uomo. Solo così riaffermeremo la sacralità della vita, ormai perduta in cambio di un miope e vacuo stile di vita, che sta portando la terra all'autodistruzione. Ricreiamo le condizioni per “avvolgere” il mondo di amore e di pace. Ripartiamo da quella pittura rupestre, che l'uomo primitivo, molto più saggio di noi, realizzava sulle pareti rocciose, ingraziandosi il volere delle forze sovrannaturali. Per la propria parte, questo è ciò che l'arte può fare. Ritroviamo dentro di noi quell'essenza primordiale, incontaminata, priva dei condizionamenti, che muovono l'uomo odierno; condizionamenti imposti da un sistema consumistico mondiale, che ci sprona sempre di più ad essere produttori inarrestabili e consumatori insaziabili. Ricreiamo un giusto rapporto tra l'uomo e l'ambiente, tra la produzione ed il consumo. Ricerchiamo dentro di noi la purezza del bambino, che ancora non conosce il mondo e lo interpreta attraverso la fantasia, osservandolo con curiosità e stupore. Viviamo rappresentando l'oggi come un attimo immortale ed analizzando il passato con uno sguardo critico, ma costruttivo; non viviamo in termini utilitaristici, in cui ogni atto è paragonabile ad una mossa, nel gioco degli scacchi, il cui fine è quello di conquistare tutta la scacchiera. Viviamo ascoltando l'essenza che c'è in

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ognuno di noi; quell'essenza fanciullesca che ci porta ad amare il contatto con la natura, il cibo sano, le tradizioni, i valori condivisi e fondanti, che hanno elevato per lungo tempo l'esistenza umana; rifuggiamo dalle gettate di cemento incontrollate, dalle plastiche, che ormai avvolgono ogni cosa, dalla velocità forsennata che permea, inconsciamente, ogni nostra azione e ci spinge ad una corsa esasperata, anche laddove essa non è affatto necessaria. Riappropriamoci del corso della storia e non accettiamo passivamente tutti i cambiamenti imposti dall'alto, mediante campagne di persuasione, che ci portano ad essere dei numeri e non più delle persone, con le proprie peculiarità e, soprattutto, con le menti pensanti. L'uomo non può mai essere un numero; nemmeno quando la popolazione mondiale raggiunge un affollamento senza precedenti. Ricordiamoci sempre che l'essere umano è, prima di tutto, un'essenza immateriale, oltre ad essere un corpo, troppo spesso proteso alla ricerca del piacere effimero. Questo concetto ci è ormai sfuggito dalla mente e questa “fuga” ha provocato effetti nefasti. Rinnegare o non coltivare la sfera immateriale dell'uomo e rinnegare l'uomo stesso. Questa concezione non è ispirata alla religione, ma ad una visuale “dualista” dell'individuo, ovvero che distingue i due livelli su cui cresce e si forma un essere umano. Non sbilanciare l'ago della bilancia a favore della materia nelle scelte di vita, è un evidente segno di consapevolezza e di saggezza, che ci eleva da qualsiasi altro essere vivente. Senza una parte di mistero, di immaterialità, l'uomo non ha futuro ed è destinato all'estinzione; e prima dell'estinzione toccherà il fondo dell'esistenza, in cui il valore della vita non esisterà più, sacrificato sull'altare di un edonismo becero e privo di solidi contenuti. Nel parallelismo con l'arte, i simboli, i tratti, i colori devono tornare ad essere i protagonisti della pittura, forieri della semplicità e della bellezza della vita che rappresentano. L'istintività, il sentire primordiale, che risiede in ognuno di noi, deve guidarci nell'interpretare ciò che ci circonda; anche l'uso e l'assimilazione della tecnologia più avanzata deve essere filtrata attraverso questa sensibilità. Nell'arte, il senso del mistero, dell'ignoto, deve regnare incontaminato; devono esistere dei dubbi, poiché nella “società delle certezze” non vi è più spazio per la fantasia e, qualora essa sia presente, appare finta, creata a

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tavolino e finalizzata ad un risultato certo. Tracciamo un netto confine tra ciò che è vero e sentito, che viene da quella parte “misteriosa” del nostro io, e ciò che è falso e strumentale. Una lavatrice rotta o una bicicletta arrugginita non sono arte, ma semplicemente una lavatrice rotta ed una bicicletta arrugginita. L'arte è tutt'altra cosa. Nelle grotte della preistoria, ove gli “artisti rupestri” tracciavano i propri segni e spargevano i colori, era già stato inventato tutto; le opere figurative, astratte, simboliste, concettuali... Le future strade dell'arte pittorica erano già delineate nel complesso; nulla mancava all'appello. Ripartiamo, allora, da quelle intuizioni geniali, istintive, che venivano dal cuore ed avevano la forza dell'infante, che traccia segni e colori, spesso inconsapevole dei significati intrinsechi delle proprie creazioni, poiché generate da un livello subcosciente ed affiorate al conscio senza mediazioni. Produrre dei beni per cento volte quelle che sono le nostre reali esigenze ed assistere impassibili ad una grande fetta dell'umanità, che muore ogni giorno per l'assenza di acqua e di cibo, è criminale ed antitetico al nostro sentire. Con quale coscienza possiamo avvallare la civiltà del consumismo, quando ancor oggi vi è una vasta parte del mondo che lotta per la sopravvivenza, quasi sempre perdendo? Un azzeramento è necessario, prima che sia, e forse lo è già, troppo tardi. Se l'essere umano vorrà evitare l'autodistruzione, sarà necessaria una ripartenza, che tenga conto degli errori commessi, per superarli e dare un peso alle cose vere dell'esistenza umana, rifuggendo i falsi miti e le stupidaggini imposte da uno stile di vita vacuo, ma generatore di profitti per coloro che lo controllano. Ad un certo potere fa comodo un individuo che non pensi, che non si erudisca, che segua pedissequamente le mode create in laboratorio. Guardiamo intorno a noi ed iniziamo a verificare il quoziente di consapevolezza della gente comune, per capire quanto siamo raggirati, “rincretiniti”, resi innocui da una marea di stupidaggini che, all'improvviso, sono divenute tutte un'importante ed unica ragione di vita. Vi sono molti fattori, che caratterizzano il progresso della nostra civiltà, che possono essere considerati delle armi a doppio taglio; e ciò dipende da come le usiamo. Purtroppo, nella società, l'uso improprio e l'abuso di molti beni è ormai la prassi, divenuto un consolidato “modus vivendi”. Tutto ciò

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accade trasversalmente, accomunando i più abbienti agli indigenti, i giovani agli anziani, tutti uniti nella forsennata corsa, che ci sta portando ad essere, non più individui, ma pedine, le cui scelte, i cui movimenti, sono comandati dall'alto, ma senza fili, poiché tutto ciò non sia percepito come una dittatura, bensì come scelte assunte dall'individuo, grazie al libero arbitrio. Siamo dunque “pilotati” come una macchinina radio comandata ed abbiamo la sensazione di essere liberi, di decidere noi ciò che determina il nostro futuro; ma liberi non lo saremo mai, finché non spezzeremo questa catena di tacita e, molto spesso, inconsapevole obbedienza. Ecco perché l'arte deve simbolicamente ripartire dalle proprie origini; essa ha sempre precorso i tempi ed appare come un faro da seguire; questa volta, però, non correrà verso l'ignoto, verso l'inesplorato, ma avrà la lungimiranza di ritornare sui propri passi, verso le proprie radici, consapevole della necessità di dare un segnale chiaro e forte di ricostruzione delle fondamenta, che sono alla base della nostra esistenza. Sarà un ritorno alle origini simbolico; ma spesso i simboli posseggono una forza pari soltanto alla forza della natura; quella stessa natura con cui dobbiamo ritornare in armonia e ricominciare a rispettare e ad amare.

Bologna, 7 dicembre 2006

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Andrea Benetti insieme alle AutoritĂ Istituzionali all'inaugurazione della mostra allestita all'interno delle grotte di Castellana ( BA). All'inaugurazione, oltre alla musica live di Frank Nemola, c'erano delle proiezioni di opere sulla roccia

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SOMMARIO

Prefazione · La spiritualità nell'arte Neorupestre di Andrea Benetti • Diletta Iacuaniello .......... pag. 1 0 61 ª Edizione Premio Internazionale F. P. Michetti Tratto dal catalogo edito da Vallecchi • Carlo Fabrizio Carli .......... pag. 1 4 "Benetti: l'arte tra alchimia e movimento" Tratto dal catalogo "Anfratti della pittura Neorupestre" • Francesco Elisei .......... pag. 1 5 Un "ecologico" riduzionismo espressivo • Silvia Grandi .......... pag. 1 6 "Il potere delle immagini • Il nuovo graffitismo di Andrea Benetti" Tratto dal catalogo della mostra nelle grotte di Castellana • Massimo Guastella .......... pag. 20 "Lo spirito della velocità per Andrea Benetti" Tratto da "Esplorazione inconsueta all'interno della velocità" • Christian Parisot .......... pag. 24 “ M a n i fe s to d e l l ' Arte N e o ru p e s tre ” p re s e n ta zi o n e a l l a 5 3. B i e n n a l e d i Ve n e zi a Tra tto d a l c a ta l o g o e d i to d a U m b e rto Al l e m a n d i & C . • G re g o ri o R o s s i . . . . . . . . . . p a g . 26 Le o p e re • O p e re s c e l te 2008> 201 2 • O m a g g i o a l l a p i ttu ra R u p e s tre . . . . . . . . . . p a g . 29 Le o p e re • O p e re s c e l te 2008> 201 2 • As tra tti s m o e s i m b o l i s m o d e l l e o ri g i n i . . . . . . . . . . p a g . 5 9 Le o p e re • O p e re s c e l te 2008> 201 2 • U n p ri m i ti vo n e l te rzo M i l l e n n i o . . . . . . . . . . p a g . 1 07 Biografia di Andrea Benetti • Brevi cenni biografici .......... pag. 1 39 Musei e collezioni • Le opere di Andrea Benetti ospitate in permanenza .......... pag. 1 42 Hanno scritto della pittura di Benetti • Critiche, presentazioni, interviste .......... pag. 1 43 "Esplorazione inconsueta all'interno della velocità" • Il libro e le 1 2 opere .......... pag. 1 45 Andrea Benetti alla Biennale di Venezia • Il Manifesto dell'Arte Neorupestre .......... pag. 1 48 Sommario .......... pag. 1 53

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Andrea Benetti ritratto a Roma, mentre era in corso la mostra a Palazzo Taverna, intitolata "Portraits d'artistes"


"Dopo Altamira, tutto è decadenza" Pablo Picasso


Un ringraziamento speciale a

COLOu RFRAM E

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