Notiziario n.17

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News

News dagli Amici di Angal

a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Numero 17 – APRILE 2016

In questo numero:

Cronache da Angal

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In ricordo di Don Luigi Mazzuccato

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Tempo di bilanci, quest’anno anche tempo di svolte 2

Nuovi obiettivi e realizzazioni

3

E lontano da Angal…

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Testimonianze

Le “Murchison Falls”

Una mamma in miniatura (di Rita Polo)

4

Crocevia di sguardi su Angal (di Elena Nonini – Laura Cunico)

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Amarcord africano (IV)

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Cronache da Angal Segnali di “quiete dopo la tempesta” (a cura di Rita Polo) zione che temeva la chiusura dell’unico ospedale funzionante in un raggio di quasi 100 km, il solo in grado di fare un cesareo, di prendersi cura dei malati più gravi, di assistere i più bisognosi in modo qualificato, accessibile ed equo. Si è creato un clima di sospetto e di insicurezza, che accendeva gli animi e pregiudicava il lavoro. Percependo lo stato di emergenza e la criticità del momento, molti di noi si sono alternati ad Angal, per sostenere la gente, per indagare a fondo, per cercare soluzioni, mediazioni, accordi tra i vari attori (Simon, Ospedale, Diocesi, UCMB**, Distretto, Comunità, Amici di Angal). E per pianifi-

Un periodo buio, sicuramente, c’è poco da scherzare. I primi segnali li avevamo avuti l’estate scorsa, quando si è scoperta la mancanza dei farmaci a causa del debito al JMS*. La burrasca però è scoppiata in ottobre. Un folto gruppo di persone (in parte dipendenti dell’Ospedale, in parte membri della Comunità) ha accusato l’Amministratore dell’Ospedale, Mr. Simon Wikole, 18 anni di carriera ad Angal, di appropriazione indebita e malgoverno, chiedendone le dimissioni. Un quadretto molto attuale anche alle nostre latitudini, in verità... Simon ovviamente ha negato ogni addebito ma non si è “dichiarato sereno”, come invece avviene da noi, anche perché perseguitato a sassate sul tetto in lamiera (mabati) della sua casa. Alla fine è stato costretto a prendere il largo, con armi, bagagli e famiglia, mentre la Diocesi (a cui l’Ospedale appartiene) costituiva una Commissione d’inchiesta per verificare il suo operato. E così noi, Amici di Angal, ci siamo trovati senza il nostro principale interlocutore e prudenzialmente abbiamo dichiarato di voler vederci chiaro prima di continuare a fornire il nostro supporto all’Ospedale. Ovviamente ciò ha spaventato molta gente: dipendenti che vedevano messo a rischio lo stipendio, popola1


Don Dante, attuale direttore del Cuamm, senza enfasi, con molta compostezza, gli sarà piaciuto. Ci siamo commossi, ricordando le tappe della nostra amicizia con Don Luigi (nominato Monsignore, mal sopportava che lo chiamassimo così), il nostro percorso all’interno del Cuamm, la decisione di continuare il suo impegno ad Angal, dando vita all’Associazione Onlus “Amici di Angal” , una “gemmazione del Cuamm”, come l’ha definita Giannino Busato.

care un futuro, possibilmente migliore del passato. Italo Nessi è stato ad Angal in ottobre (dal 2 al 14), all’inizio della crisi. Giovanni Cardellino e Francesco Scarpari sono partiti d’urgenza in novembre, in un viaggio fulmineo dall’8 all’11, quando la situazione è precipitata. Subito dopo, dall’11 al 25 novembre, Rita Polo tornava ad Angal dopo 4 anni di assenza accompagnata da grandi personaggi del Cuamm, quali Elena Nonini (fisiatra), Anna Del Favero (infermiera) e Lorenzo De Martin (logista): il clima era già più disteso. Durante le feste di Natale (26/12 - 5/01) sono tornati Maddalena Casarotto e il marito Adelchi Dall’Oro, medici che avevano lavorato ad Angal negli anni ’90. Ma è stato all’inizio del nuovo anno (10/1 - 7/2) che si è svolto ad Angal un enorme lavoro non solo di public relations, ma anche di revisione di tutto il materiale inerente l’amministrazione di Angal negli ultimi 18 anni e di verifica dello stato attuale delle cose, grazie alla missione di Italo Nessi, tornato ad Angal con Francesco Scarpari (ormai malato di “angalite” acuta!) e Laura Cunico, esperta di Amministrazione, Risorse Umane e Sistemi di Gestione Ospedaliera in Africa, con alle spalle una lunga esperienza in Kenia, Somalia, Etiopia, Sud-Sudan (v. la sua Testimonianza, oltre a quelle di Rita e di Elena, alle pp. 4-6). Alla luce degli ultimi dati raccolti da Italo, Francesco e Laura, possiamo essere ottimisti. L’amministrazione di Simon, pur molto zoppicante, ha portato avanti l’attività dell’Ospedale per molti anni, senza ammanchi grossolani, ma senza un sistema organizzativo adeguato. Ora è il momento di fare un passo avanti. La crisi non è ancora superata, dobbiamo liquidare Simon nel modo più corretto possibile e cercare un nuovo Amministratore, ma possiamo gettare le basi per una gestione più efficiente, trasparente e controllata dell’Ospedale, grazie a nuove straordinarie competenze aggiuntesi al nostro gruppo operativo. E così, se Dio vorrà, anche da questo male potrà derivare un bene. Amen.

In occasione del conferimento della laurea honoris causa in diritti umani, l’11 novembre del 2010, ci diceva: Con l’accoglienza, il rispetto, il dialogo e, soprattutto, l’ascolto e la fiducia, ho imparato a conoscere il valore e la ricchezza del diverso, a voler bene alle persone, a scoprire ed apprezzare i doni di ciascuno e a fare causa comune, cercare il bene comune, dimostrare che si può costruire una convivenza pacifica e proficua per tutti, uomini e popoli. Nel giorno della sua scomparsa così ci scriveva Don Dante Carraro: Ciascuno di noi lo ricorda a suo modo, come amico, padre, fratello, sacerdote, missionario, perché si è fatto prossimo di tutti, ha condiviso con spontaneità e umanità i cammini di ciascuno, incoraggiando, sostenendo, rallegrandosi e anche soffrendo quando arrivava il tempo della prova. Ha reso Medici con l’Africa Cuamm la realtà stimata e autorevole che è oggi in Italia e nel mondo e tutti noi una famiglia, perché a questa cura dell’altro teneva con il suo stile sobrio e inconfondibile.

Tempo di bilanci, quest’anno anche tempo di svolte E’ proprio così. Quest’anno il Consiglio direttivo di “Amici di Angal” non è stato convocato solo per discutere ed approvare il bilancio consuntivo 2015 e preventivo 2016, ma è stato indotto dagli eventi a confrontarsi con il grande cambiamento in atto nella gestione dell’Ospedale e, conseguentemente, nella nostra Associazione. Ma prima i numeri. A consuntivo nel 2015 sono state acquisite entrate per € 261.668,79 con una flessione di € 18.177,34 rispetto all’anno precedente. Una quota pari a circa l’80% (€ 209.437) è da ricondurre a raccolta fondi (erogazioni liberali da privati e da imprese), una quota di circa il 16% al 5x mille (€ 40.714, in netto aumento rispetto all’anno precedente), mentre il resto viene spartito fra quote sociali e minima quota di entrate finanziarie.

*S’intende il magazzino di medicinali all’ingrosso (n.d.r.). **La sigla sta per Uganda Catholic Medical Bureau (n.d.r.).

In ricordo di Don Luigi Mazzuccato (1927-2015)

di Mario e Claudia Marsiaj Il 26 novembre del 2015 si è spento il Direttore del Cuamm Don Luigi Mazzuccato. Al funerale, celebrato nel Duomo di Padova, una folla di “vecchi” (come noi) e tantissimi giovani, due Vescovi e una trentina di sacerdoti. Don Luigi, così schivo, si sarà sentito imbarazzato, ma quanto ha detto di lui

Il consuntivo uscite ha visto un ammontare pari a € 391.295,81, in aumento rispetto al 2014, di cui € 305.625 per Workplan annuale a copertura dei vari progetti già avviati nei precedenti anni e ben oltre quanto previsto inizialmente dal Workplan stesso. Motivano questo dato in parte le spese 2


per la nuova sala operatoria, per un valore di € 60.000, e in parte la situazione di indebitamento nella quale è venuto a trovarsi l’Ospedale presso il Joint Medical Store (magazzino dove si acquistano farmaci e presidi sanitari di consumo), ripianata con altri € 30.000. Quanto sopraddetto si è reso necessario per affrontare un momento di seria criticità della struttura, il tutto effettuato in stretta aderenza alle finalità associative. L’esercizio si è chiuso segnando una perdita di € 129.627,02, certamente non sostenibile nel tempo senza improcrastinabili svolte.

Entrate finanziarie 3%

5 x 1000 16%

Raccolta fondi 80%

Spese Raccolta

Fondi 1% Spese per

neamente in un binario virtuoso la gestione della struttura; a ciò ha contribuito la loro analisi situazionale – contabile e di contesto – molto approfondita, insieme ai versamenti straordinari sopracitati. E’ stata un’impresa ardua, ma non meno arduo sarà accettare la sfida di assicurare in questa fase una presenza costante nostra a supporto tecnico di una nuova amministrazione dell’Ospedale, per salvarne la funzione di punto di riferimento sanitario per la popolazione Alùr. Analogamente sarà un passaggio delicato ma essenziale agganciare il treno di nuovi fondi anche e soprattutto in Uganda da donatori istituzionali (ce ne sono!), per mettere in sicurezza Angal dal punto di vista della sostenibilità. Noi stessi dovremo cambiare: approccio sempre meno benevolo/volontaristico e sempre più tecnico/scientifico nel supervisionare l’Ospedale. Il tutto non senza cuore, il vostro cuore: non siamo una impresa “for profit.” Per questo l’aiuto di ciascuno di voi e la vostra fiducia nella nostra comune impresa continueranno sempre ad essere balsamo per il nostro lavoro e motore interno di supporto alla promozione della salute degli Alùr.

Nuovi obiettivi e realizzazioni

Quote sociali 1%

1. Dei Progetti delle Ong internazionali Horizont 3000 e Cooperazione Tecnica Belga si parla ormai da due anni! Con fiducia stiamo aspettando la fase esecutiva, essendo stata quella preparatoria molto complessa e ostacolata da complicazioni burocratiche.

Uscite Progetto Orfani Finanziarie e Charitas 0.5% 16%

2. E’ stato invece realizzato, con grande soddisfazione delle ostetriche e delle partorienti, l’ampliamento della sala parto. Come ci riferisce la Dr.ssa Maddalena Casarotto, che ha lavorato di recente ad Angal, negli ultimi anni il numero delle donne che vengono a partorire al St. Luke è raddoppiato e quindi questo intervento era diventato indispensabile. Conclusa questa importante ristrutturazione, Fratel Gianni Bonafini, con il suo team di operai, si è dedicato al rifacimento del muro di cinta dell’ingresso all’Ospedale.

missioni 2%

Progetti Angal Hospital 80%

Progetto Asilo 0.5%

L’evento chiave è stata la perdita dell’amministratore storico di Angal, Simon Wikole, destituito dalla propria posizione per volere della comunità locale. Non ci è dato comprendere le motivazioni profonde di tale evento, su cui ognuno può quindi esprimere legittimi commenti ed opinioni. Di fatto l’Ospedale è caduto in una situazione di stallo per mancanza di farmaci, di stipendi regolarmente pagati e di serenità lavorativa nei dipendenti. Solo la discesa in campo di Francesco Scarpari, Italo Nessi e Laura Cunico ha permesso di riportare tempora-

La nuova sala parto, appena costruita e non ancora attrezzata.

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missioni ad Angal (15). La serata, introdotta dal Presidente della Regione Augusto Rollandin e dallo stesso Cardellino, è proseguita con l’esibizione di due giovanissime violiniste, Estelle e Carole (6 e 8 anni), allieve della Scuola Suzuki diretta dal Maestro Adriano Coluccio. A siglare la serata l’incontro con Claudia Marsiaj, che ha illustrato il “ruolo della donna nella realtà rurale africana”.

Veduta dall’esterno del complesso chirurgico, ora interamente ristrutturato. L’intervento del Presidente della Regione Augusto Rollandin a commento dell’attività di Karacel.

E lontano da Angal...

Chiudiamo questa rubrica dando doveroso spazio ad un evento luttuoso: la prematura scomparsa, a 59 anni, di un caro “Amico di Angal”, il Dr. Fabrizio Montagna, di Sommacampagna di Verona, stroncato da un infarto inesorabile. Valente odontoiatra, nel 2013 aveva compiuto due missioni ad Angal, venendo in aiuto del Progetto dentistico e fornendo validi stimoli al suo miglioramento (v. News n. 13). Siamo addolorati e vicini alla sua Famiglia.

16/10/2015 Intervista a Mario e Claudia Marsiaj da parte del Dr. Giorgio D’Ausilio per conto di Radio Oreb, emittente radiofonica di Vicenza con diffusione regionale. L’appuntamento con gli ascoltatori di questa radio dura ormai da molti anni, grazie all’interesse dell’amico giornalista, che segue le vicende nostre e dell’Ospedale di Angal. Tema dell’intervista: “50 anni di impegno”. 2-4/12 A Verona, presso la Chiesa di S. Maria Della Scala, tradizionale Mercatino di Natale in collaborazione con “Amici di Aber”.

Testimonianze

7/12 A Stresa durante la manifestazione fieristica in onore del Patrono, S. Ambrogio, in Piazza Cadorna era presente anche il Gruppo “Amici di Cinzia”, come avviene ormai da molti anni. L’obiettivo è la prosecuzione del progetto che prevede il sostegno, attraverso una borsa di studio, di due giovani di Angal. Il mezzo è la vendita di prodotti locali e oggetti dell’artigianato africano. Organizzatori, come sempre, Giuse, Claudio, Patrizia e i compagni di liceo, che anno dopo anno ricordano Cinzia Miscio portando avanti questa importante iniziativa, che ha già permesso ad alcuni ragazzi di raggiungere un diploma legato a un’attività ospedaliera.

Una mamma in miniatura di Rita Polo Prendersi cura dei piccoli: lavarli, nutrirli, cullarli. Gesti sempre uguali, scolpiti nel tempo, che rinnovano all’infinito il canto silenzioso della maternità sollecita e china. Nulla di nuovo, dunque, se non che a compiere questi gesti, ad Angal, è una bimba: uno scricciolo di pochi anni, che racchiude fra le sue esili braccia una sapienza antica. Il racconto di Rita ci restituisce un ritratto a vivide pennellate, soffuso di tenerezza.

19/12 Ad Aosta, nella Chiesa della Santissima Maria Immacolata, Concerto dell’Orchestra Suzuki organizzato da Giovanni Cardellino a favore dell’Associazione Karacel, che collabora attivamente nel sostenere l’Ospedale di Angal.

L’abbiamo vista subito, il primo giorno ad Angal, mentre stavamo gironzolando per l’Ospedale di sabato pomeriggio. Ci ha colpito perché quel soldo di cacio portava con disinvoltura sulla schiena un bimbo che era almeno la metà di lei. E ne sembrava parecchio orgogliosa! Non avrà avuto più di 5 anni. Il vestitino rosa, logoro, lasciava scoperte due gambettine e due braccine magre, ma lo sguardo era vispo e teneva sotto controllo tutta la Nutrition Unit. A un certo punto il suo radar si è fermato su un pargolo che giocava beatamente in un angolo. Rimosso con delicatezza dal dorso il suo fardello addormentato, è andata a riempire d’acqua una bacinella. Poi ha preso il pargolo, l’ha spogliato e, con mossa

14/02/2016 A Milano si tiene la consueta riunione del CD per esaminare ed approvare i Bilanci consuntivo 2015 e preventivo 2016 dell’Associazione. 19/02 Ad Aosta, con il Patrocinio della Regione Valle d’Aosta, è stata inaugurata nelle sale della Biblioteca Regionale la mostra fotografica intitolata “Karacel-Onlus. Dieci anni di generosità valdostana”. Le bellissime foto sono state scattate da Giovanni Cardellino nel corso delle sue numerose

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Crocevia di sguardi su Angal di Elena Nonini – Laura Cunico

lesta, ce l’ha messo dentro. All’inizio il bimbo è sembrato gradire la sorpresa: raramente mi è capitato di vedere qualcuno lavato con tanta solerzia e precisione! Le manine della bambina sfregavano rapide con l’acqua il corpo del bimbo, intrufolandosi accuratamente anche nei posti più reconditi, quelli, si sa, dove si annida abitualmente lo sporco: tra le dita, nelle orecchie, sotto le ascelle. Il capo necessitava però di un trattamento particolare: preso un pezzo di sapone, ha riempito di schiuma tutti i capelli, strofinandoli con grande energia. Dalla testa qualche goccia d’acqua insaponata deve aver cominciato a sconfinare verso gli occhi, perché il bimbo d’un tratto si è messo a piangere disperato. Non che questo la disturbasse: il lavaggio è stato portato a termine senza tentennamenti. Con una corsa la bambina è andata quindi a prendere un asciugamano macchiato e sbrindellato, talmente grande che, tenendolo con le braccia tese sopra la testa, lo trascinava per terra. Ci ha avvolto il piccolo, asciugandolo con la stessa accuratezza con cui l’aveva lavato. Congedato dunque anche questo bambino, ne ha sollevato un altro per dargli il biberon e cullarlo dolcemente. Inarrestabile! Con le sopracciglia alzate e la bocca aperta avevamo assistito ad uno scampolo della giornata di Lillian. Rosalba ci ha spiegato che aveva accompagnato in Ospedale come “assistente” una ragazza (sua sorella? sua zia?) con un bambino, ma che comunque lei si prendeva cura, con grande generosità, di tutti i bimbi della Nutrition Unit, come una mamma in miniatura. Quando Anna le ha portato in regalo un sacchetto di manghi, li ha distribuiti ad ognuno degli altri bambini, tenendone poi uno per se stessa solo alla fine. Siamo tornati molte volte a vederla, portandole qualche regalo (un vestito nuovo, delle ciabattine, del pesce), e sempre l’abbiamo trovata impegnata in qualche attività di assistenza. Non sempre però siamo stati bene accolti: Lillian dopo i primi approcci si era fatta con noi piuttosto scontrosa. Abbiamo il sospetto che fosse oggetto dell’invidia degli altri, che forse l’avevano allontanata. Gli equilibri in Africa sono spesso delicati, imprevedibili. E noi stranieri, pur con le migliori intenzioni, a volte siamo più dannosi che utili se non impariamo a valutare gli effetti delle nostre azioni.

Il resoconto lucido ed equilibrato di Elena, fisiatra al suo primo viaggio ad Angal, ma con all’attivo varie esperienze di cooperazione in aree rurali africane, che la rendono in grado di spaziare dall’ambito strettamente medico a più vaste considerazioni di ordine sociale e culturale, che ci prospetta nel suo testo in un suggestivo andirivieni dallo sguardo alla riflessione al confronto. Il tutto alla luce di una profonda ed autentica partecipazione umana. Quando penso al primo giorno della mia breve visita all’Ospedale di Angal, mi tornano alla mente tre immagini: • circa duecento bambini in braccio alle loro mamme e anche a qualche papà, pazientemente in fila nell’ampia e lunga veranda della pediatria in attesa di essere visitati dall’unico medico che si occupa di questo reparto; • tante neomamme con i loro neonati nella veranda e nel cortile dell’ostetricia; • i bambini malnutriti della Nutrition Unit: quelli più gravi, ricoverati da poco, distesi a terra sulle stuoie, gonfi, con lo sguardo triste, apatici, senza nemmeno la forza di scacciare le decine di mosche che corrono sul loro viso; e quelli che, grazie alle cure e alla corretta alimentazione, sono migliorati e quindi corrono, giocano, sorridono. Nonostante nelle mie esperienze africane di bambini malnutriti ne abbia visti molti, è di fronte a loro che continuo a provare le emozioni più forti; l’impatto con la loro sofferenza è sempre “un pugno nello stomaco”: impossibile “abituarsi”. Sono loro, inoltre, il segno inequivocabile della povertà endemica che affligge la popolazione di questa regione: una povertà non solo economica ma anche culturale (ne è prova il tasso di alfabetizzazione delle donne, che è ancora molto basso). Le altre due immagini, legate alla pediatria e all’ostetricia, mi portano fin dal primo impatto a fare alcune considerazioni sull’Ospedale di Angal. In Africa le mamme e i bambini sono da sempre le fasce più bisognose, più vulnerabili della popolazione. Ad Angal il maggior numero di ricoverati è proprio rappresentato da mamme e bambini. Ciò significa che la popolazione ha fiducia in questa struttura, che percepisce di ricevere cure di qualità, che ha capito l’importanza del parto assistito, che si sente trattata bene; significa inoltre che l’Ospedale è accessibile: infatti i poveri sono curati gratuitamente e ai meno poveri è chiesto un minimo contributo. Nei giorni successivi visito con i miei compagni di viaggio anche il resto dei reparti e i vari servizi (radiologia, laboratorio, farmacia ecc.), tutti con equipaggiamento basico ma sufficiente per garantire le cure essenziali in questo contesto rurale. Ho trovato molto belle la nuova sala operatoria già funzionante (magari ci starebbe bene anche un nuovo lettino chirurgico!) e la nuova sala parto,

La piccola Lillian all’opera.

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spaziosa e luminosa, che era ormai prossima all’inaugurazione: strutture entrambe realizzate con i fondi di “Amici di Angal”. Ho passato gran parte del mio tempo nel piccolo servizio di riabilitazione, perché mi era stato chiesto di esprimere, in qualità di fisiatra, un parere sul suo funzionamento. Devo dire che è stata una piacevole sorpresa trovare questo tipo di servizio (nelle mie esperienze di cooperazione in Africa mi sono occupata di tutt’altro che di riabilitazione, per esempio di tubercolosi, di AIDS, in ospedali rurali estremamente “poveri” e meno strutturati ed organizzati rispetto a quello di Angal). E’ evidente che le priorità di un ospedale in un simile contesto sono altre, ma offrire un trattamento riabilitativo a bambini e adulti cerebrolesi o con gravi problematiche ortopediche è molto importante non solo per migliorare la loro autonomia, ma anche per abbattere barriere culturali ancora molto radicate, che sono causa di emarginazione delle persone disabili. Mi ha affiancata nel mio lavoro l’assistente fisioterapista Jeska, che non ha frequentato una vera e propria scuola, bensì alcuni brevi corsi di formazione: spero che Jeska, che si adopera nel servizio con tanto entusiasmo, possa migliorare la sua preparazione e quindi la qualità dei trattamenti praticati, magari col supporto di fisioterapisti italiani, inviati a questo scopo per brevi periodi.

Gli altri due componenti del gruppo: Anna Del Favero e Lorenzo De Martin.

“Osservare e ascoltare”: prerequisiti fondamentali di ogni corretta interpretazione di una nuova realtà, ma tanto più preziosi nel caso di Angal, microcosmo che Laura, come già Elena, ha saputo scandagliare con spirito costruttivo e profondo rispetto, riuscendo a cogliere, oltre alle criticità di ordine amministrativo e gestionale, i molti e radicati punti di forza sul piano umano e professionale, da cui ripartire per costruire una realtà che, con simili presupposti, non potrà che essere migliore dell’esistente. “Imparare per migliorare”: una grande, vivificante lezione. Di Angal, della sua gente e dei suoi amici, conoscevo molto poco prima della partenza e questo mi ha facilitata notevolmente nel lavoro che mi è stato chiesto di svolgere. Scopo del mio viaggio è stato infatti quello di osservare e ascoltare, ovvero imparare il lavoro che ogni giorno molte persone svolgono in Ospedale, garantendo un servizio sanitario alla comunità. Imparare per migliorare. Ho incontrato persone accoglienti e collaborative, che con tanta pazienza e disponibilità mi hanno sostenuta in questo percorso di apprendimento. Ho trascorso con e tra loro la maggior parte del mio tempo, con la possibilità di osservarle, interrogarle e ascoltarle mentre lavoravano. Il comun denominatore trovato con il concorso di tutti è stato il desiderio di rendere l’Ospedale un posto migliore per chi ci lavora e per chi si fa curare. E, di fatto, porto a casa proprio questo: la volontà di crescere e costruire. L’Ospedale vive della presenza di persone volonterose, propositive, che lo rendono in grado di affrontare positivamente il periodo critico che sta attraversando. Un proverbio africano recita: If the rhythm of the drumbeats changes, the dance steps must adapt. Se il ritmo dei tamburi cambia, i passi di danza devono adattarsi. Allo stesso modo, anche l’Ospedale si adatterà a nuovi ritmi e, con il contributo di tutti, riuscirà a trovare quel “giusto passo”verso l’offerta di un servizio sanitario migliore. Con questi buoni propositi e grazie al vostro continuo sostegno, torneremo presto ad Angal per cominciare questa nuova avventura assieme ai nostri amici africani. …to be continued…

Elena e Rita con alcuni ragazzi di Angal.

Concludo con l’aspetto che più mi ha colpita e che considero estremamente positivo: tutto il personale dell’Ospedale è ugandese. Questo è veramente un bel risultato (nonostante le inevitabili criticità), che testimonia anni di lavoro paziente e intelligente di collaborazione con gli Africani, portato avanti dai Marsiaj e dagli “Amici di Angal”. E’ un esempio concreto di come gli Africani debbano/possano essere fautori del loro sviluppo pur con un importante supporto esterno, sia economico che di competenze professionali (sanitarie ed amministrative), come quello garantito da “Amici di Angal”, che probabilmente dovrà continuare ancora per molto tempo.

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Amarcord africano (IV) a cura di Claudia Marsiaj

Prima metà degli Anni Ottanta: le guerre e guerriglie, le

minato “bussolotto”, tanto era inadatto alle strade della savana). Entrambi i mezzi ebbero vita breve. Angal, inoltre, ricevette strumenti chirurgici, 1.000 (!) litri di acqua ossigenata e altre cose non richieste e inutili. Data la situazione, per fortuna era previsto anche l’invio di un certo numero di volontari e di due esperti. «Il Cuamm - scrive Mario - mi chiese se fossi disposto ad assumermi l’incarico di esperto per la riabilitazione di Angal. Non avevo incertezze sul mio desiderio di tornare a lavorare al St. Luke’s, però questa decisione avrebbe coinvolto pesantemente la mia famiglia. Il contratto prevedeva un impegno di due anni. Piero ed Elena non avrebbero potuto seguirmi... e Claudia? Ne parlai con loro. Mi incoraggiarono a partire. Mi avrebbero raggiunto durante le vacanze. In realtà, a causa della situazione di grande insicurezza, poterono venire soltanto l’anno seguente. Claudia, invece, fece la pendolare fra l’Italia e l’Uganda».

incursioni dei ribelli, il collasso economico provocato dalla tirannia di Amin avevano lasciato il segno anche negli ospedali del West-Nile. Malattie di vecchia e nuova generazione (colera, peste, morbillo, fino al temibile AIDS, che fece la sua comparsa proprio allora) avevano trovato nelle precarie condizioni sanitarie di larga parte della popolazione facile terreno per proliferare. In questa situazione di particolare emergenza matura la decisione di Mario di accettare l’incarico del Cuamm e di tornare per la terza volta, nel 1985, ad Angal (da L’Ospedale di Angal, cinquant’anni di vita, pp. 61-62, con lievi adattamenti): Presso l’Ospedale di Angal, al grosso problema dei feriti da arma da fuoco, alla fine dell’82 si aggiunse quello del colera. Nel focolaio endemico (già nel ‘67 erano stati segnalati sporadici casi) dei villaggi al confine con lo Zaire ricomparve la peste. Anche il morbillo mieteva molte vittime, a causa probabilmente della malnutrizione. Nell’82-’83 cominciarono a verificarsi casi di giovaniadulti perfettamente in salute, che all’improvviso iniziavano a dimagrire e in pochi mesi morivano a causa di malattie infettive e/o diarrea. La malattia era stata chiamata “malattia di Rakai” per gli innumerevoli casi verificatisi in particolare nell’omonimo distretto del Sud Uganda. Veniva chiamata anche “slim disease” per il forte dimagrimento che causava in breve tempo. Solo in seguito fu scoperta la vera natura della malattia: l’AIDS. […] In quegli anni la Cooperazione Italiana stanziò grosse somme a favore di una serie di programmi nei quali rientrò anche l’Uganda. Il Progetto West-Nile riguardava la riabilitazione dell’Ospedale governativo di Arua e di quelli missionari di Maracha e di Angal. Grazie a questo intervento l’Ospedale di Angal fu dotato di un fuoristrada “Campagnola” e di un furgone-ambulanza (sopranno-

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I Progetti

Che cosa puoi fare tu • Svolgere un’opera di sensibilizzazione. • Partecipare agli eventi di raccolta fondi. • Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti.

Assistenza degli orfani da AIDS contributo annuo necessario: € 200

Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali che accolgono e si prendono cura di questi orfani (285 al 30 giugno 2015). Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione).

Come contribuire

I contributi si possono inviare con bonifico bancario a: ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUS Unicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr) c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: L IBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

Ricovero gratuito per i bambini spesa annua: € 80.000

Assistenza degli ammalati di AIDS

Banco Popolare SOOC. COOP. – Via Mazzini 13 Negrar (Vr) c/c n. 000756 ABI: 05034 CAB: 59600 CIN: F IBAN: IT 84 F 05034 59600 000000000756

Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro.

spesa annua: € 35.000

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.

Operazione Proteine spesa annua: € 10.000

Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione. Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti bisognosi degli altri reparti.

Il 5x1000 del 2013 ha fruttato la somma di 40.714 euro, in aumento rispetto al risultato precedente (29.816). Nel ringraziare vivamente tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione, cogliamo l’occasione per ribadire l’importanza di questa forma di finanziamento, i cui contributi sono interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti avviati.

Samaritan Fund

spesa annua: € 7.500 Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non possono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.

Ulteriori informazioni si possono richiedere a: Amici di Angal ONLUS Via Vivaldi 3 - 37024 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 6020726 sito web: www.amicidiangal.org e-mail: info@amicidiangal.org mario@marsiaj.it

Supporto ai più poveri spesa annua: € 6.000

Consente la distribuzione di generi alimentari ad una quarantina di persone, due volte al mese.

Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone tilde.barone@live.it tel. (+39) 333 7122535

Supporto alla scuola materna

spesa annua: € 20.000

Giuseppina Ricciardi giuseppinaricciardi@hotmail.it

Il progetto si propone di migliorare le condizioni strutturali della scuola e di rendere più funzionale la sua gestione organizzativa, a partire dalla formazione del personale di assistenza e dalla disponibilità del materiale didattico.

tel. (+39) 338 7728989

Realizzazione grafica: DildaDesign - Vicenza Fotografie: da archivio dell’Associazione Stampa: Gestioni Grafiche Stocchiero, Vicenza

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