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L’EREDITÀ DEL SEMESTRE ITALIANO DI PRESIDENZA UE Q

ual è l'eredità del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, conclusosi lo scorso 31 dicembre? E qual è oggi il ruolo dell'Italia in un'Unione europea alle prese con la crisi greca, gli attentati in Francia, le gravi tensioni internazionali, le questioni legate all’immigrazione clandestina e una ripresa della crescita ancora troppo debole? Abbiamo forse riposto aspettative troppo alte e poca concentrazione sugli obiettivi realmente raggiungibili e costantemente messi da parte per far spazio alle discussioni su moneta unica e recessione? Sono queste le domande cui cerchiamo di dare risposta in questa edizione di Adriaeco. Da sempre siamo convinti che la ricostruzione di un sentimento realmente europeo e solidale, la rinascita di un vero sogno europeo e di una corretta politica debbano porre, come primo interesse, la tutela e la difesa dei diritti dell’uomo. La crescita rimane, ancora oggi, la parola d’ordine: cambiamento, sviluppo e progresso, le linee direttive su cui realizzare la nuova Europa. Sì ma come? Un dato salto subito all’occhio: l'accantonamento della linea guida imperniata solo ed esclusivamente sull’austerità. La priorità era questa e, fortunatamente, è stata condivisa dai partner. La cosa potrebbe sembrar ovvia, ma chi l’avrebbe data per scontata qualche mese fa? Anche in Italia ha caratterizzato una fase politica delicata. Discorso a parte merita il Piano Juncker. Forse non totalmente esaustivo, ma che in tutti i casi rimane un punto di partenza. 21 miliardi di euro in risorse effettivamente disponibili, 315 per effetto moltiplicatore della leva finanziaria, hanno l’obiettivo di stimolare la crescita e l'occupazione nell'Unione Europea martoriata dalla crisi. E’ notizia di questi giorni che il nostro Paese investirà nel Piano 8 miliardi tramite la Cassa Deposti e Prestiti. Le iniziative saranno articolate nei settori previsti dal Piano e in particolare per favorire il credito alle PMI, la Digital economy, il sistema delle infrastrutture di trasporto e dell'energia. Si tratta di progetti che generano investimenti programmati per oltre 20 miliardi di euro e che, oltre al contributo finanziario di Cassa Depositi e Prestiti, dovranno beneficiare quindi anche dell'intervento di privati e del cofinanziamento della Banca Europea degli Investimenti (Bei), oltre alle garanzie offerte dalla stessa Bei garantiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (Feis). Non è la panacea di tutti i mali, ma forse un nuovo inizio e che la pagina si possa voltare definitivamente una volta per tutte. Gabriele Costantini

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Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 34

Anno VI · Gennaio/Febbraio 2015 Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007 Iscrizione al ROC · numero 16575 Direttore responsabile Gabriele Costantini direttore@adriaeco.eu Editore · Gabbiano-Srl · Via Cingoli, 20/A · 60125 Ancona · T. 071.9989979 Redazione · Via Cingoli, 20/A · 60128 Ancona T. 071.9989979 info@adriaeco.eu - www.adriaeco.eu Redazione Zadar · 7. Domobranske pukovnije 1 23 000 Zadar, Croatia · Tel: +385 23 311 889 Hanno collaborato:

Sofia Beradi, Pierluigi Bonora, Rocco Borgognoni, Mafalda Bruno, Giuseppe Canducci, Pietro Ceccarelli, Gabriele Costantini, Ilaria Ferlito, Luigi Gagliardi, Andrea Gamberi, Fabio Lo Savio, Virginia Lupi, Leone di San Marco Ufficio grafico · Clizia Pavani grafica@adriaeco.eu Ufficio commerciale · marketing@adriaeco.eu Segreteria · segreteria@adriaeco.eu Stampa · Poligrafica Bellomo Via V. Diomede Gabrielli, 10 ·Ancona www.poligraficabellomo.it Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Distribuzione: in abbonamento postale 6 edizioni Euro 15,00. Per informazioni: 071.9989979 info@adriaeco.eu Chiuso in redazione: 06/03/2015

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Sommario EDITORIALE L’eredità del semestre italiano di presidenza Ue

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MACROREGIONE AL VIA Sottosegretario Sandro Gozi: L’Europa che vogliamo Gian Mario Spacca: macroregione Adriatico Ionica, dalle parole ai fatti IAI: dalla Carta di Ancona al Governing Board Rodolfo Giampieri: Forum AIC, forte impulso alla strategia macroregionale Ida Simonella: verso una governance unica dei Fora Confindustria Balcani: Eusair, grande opportunità di sviluppo Eusair: più attenzione alle PMI Banca Popolare di Ancona: una banca del territorio al servizio della Macroregione Emanuele Lodolini: da ambizione a realtà

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Sandro Gozi Sottosegretario agli affari esteri con delega alle attività inerenti al Semestre di presidenza Italiana del Consiglio dellʼUnione europea

PORTI & PORTUALITÀ p. 30 YoungShip Italia: porto di Ancona e Intermodalità Gruppo Giovani Federagenti: Giovani in sinergia Michele Pappalardo: basta campanilismi Galliano Di Marco: non fare il “Progettone” sarebbe un suicidio MOBILITÀ SOSTENIBILE Gianluca Carrabs: la ferrovia Fano – Urbino c’è

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CASE HISTORY Zanini Antonio: un servizio a 360°

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ITALIANI NEL MONDO Luciano Giorgi: esperienze di lavoro all’estero

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Gian Mario Spacca e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni

COOPERAZIONE SCOLASTICA p. 40 Banche di Credito Cooperativo: crescere nella cooperazione, incontro tra i mondi di scuola e banca FLASH DALLA MACROREGIONE Calabria · Sicilia · Basilicata · Puglia · Molise · Abruzzo · Umbria · Repubblica di San Marino · Emilia Romagna · Veneto Lombardia · Trentino Alto Adige · FVG · Slovenia · Croazia Serbia · Bosnia Herzegovina · Montenegro · Albania · Grecia AVVISO AI NAVIGANTI Le Marche nel bicchiere 2015

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Amb. Fabio Pigliapoco, Rodolfo Giampieri Presidente Forum delle Segretario Generale Iai Camere di Commercio dellʼAdriatico e dello Ionio

Ida Simonella assessore Antonio Franceschini alle relazioni internazionali Responsabile Ufficio Promozione del Comune di Ancona e Mercato e Segretario generale del Internazionale Forum CNA Nazionale


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L’Europa che vogliamo Il Sottosegretario Sandro Gozi fa il punto sul semestre di presidenza italiana dell’Ue e l’avvio dell’Eusair

La

seconda metà del 2014, l’Europa, ha rappresentato per l’Italia, un riferimento politico e finanziario importante. Dal primo di luglio, infatti, è iniziato il semestre di presidenza italiana culminato con il lancio della strategia europea per la Macroregione Adriatico Ionica (Eusair). Protagonista, oltre all’intero Governo, è stato Sandro Gozi, Sottosegretario agli affari esteri con delega alle attività inerenti al Semestre di presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione europea. In questa sua esperienza conferma di aver trovato “Un'Europa ripiegata su se stessa, rivolta al passato e chiusa in uno schema di austerità mentale prima ancora che finanziaria”. L’impegno del gruppo di lavoro italiano è stato quello di provare a scuotersi da questa situazione, cambiando metodo e riportando l’attenzione sugli investimenti iniziando con il piano Junker, che comunque dovrà essere accompagnato da altre risorse e, riaprendo il dialogo sulla flessibilità delle regole europee. “Sono stati 6 mesi di lavoro molto intensi – continua il Sottosegretario - che hanno portato all’avvio di una politica comune ambiziosa contro i cambiamenti climatici e per lo sviluppo delle energie pulite. E la nostra azione in questo campo è stata così forte che ha spinto anche Stati Uniti e Cina ad andare nella stessa direzione. Si è trattato poi il delicato argomento della regolamentazione legislati-

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va degli OGM, riconoscendo ai Paesi la potestà di limitare questo tipo di coltivazioni. Un altro risultato di particolare importanza è stato l’aver gettato le basi per una nuova politica dell'immigrazione, con gestione comune delle frontiere e rilanciando la cooperazione con i Paesi di provenienza dei migranti”. Il lancio della strategia europea per la Macroregione Adriatico Ionica (Eusair), si è rivelato il fiore all’occhiello del semestre, un punto di partenza per dare nuovo impulso e riportare l’attenzione dell’Europa sul quadrante sud-est dell’unione. "La Strategia dell'Unione Europea per la regione Adriatico-Ionica può diventare un moltiplicatore di occasioni per oltre 70 milioni di persone – ha affermato Sandro Gozi – ovvero l'area più popolata del continente dopo la Germania. L'Adriatico è il mare d'Europa e la Presidenza italiana si è battuta per avviare un nuovo ciclo politico e la macroregione rappresenta un ottimo esempio dell'Europa che vogliamo: basata su sviluppo e nuovi posti di lavoro, e concentrata su settori strategici quali ambiente, crescita marittima, turismo e cultura”. Non crede che sia necessaria una cabina di regia per coordinare le attività che si svilupperanno all’interno dell’Eusair? “Sono assolutamente d’accordo. Dopo la prima riunione del Governing Board dello scorso gennaio, la

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Sandro Gozi Sottosegretario agli affari esteri con delega alle attività inerenti al Semestre di presidenza Italiana del Consiglio dellʼUnione europea

Strategia della Macroregione Adriatico-Ionica avrà anche una cabina di regia nazionale coordinata dalla presidenza del Consiglio e dal ministero degli Esteri. A breve convocheremo una riunione di coordinamento della cabina. Il primo atto sarà l'individuazione di un progetto operativo che l'Italia dovrà poi presentare proprio al Governing Board. Questa è una notizia molto importante. L’Italia deve ricoprire il ruolo di leader tra i Paesi che fanno parte dell’area interessata. Dopo tutto, su 8 nazioni, ben 4 sono ancora fuori dall’Ue e tra le 4 già membri, credo che nessuno possa affermare che l’Italia non sia adeguata a guidare la strategia. Aggiungo che le regioni italiane che maggiormente saranno interessate e che potranno ricoprire un ruolo da protagoniste saranno in primo luogo le Marche e a seguire l’Emilia Romagna e il Veneto”. Quindi l’Eusair rappresenta un punto di svolta sotto diversi punti di vista e dopo il lancio, oggi ci si appresta a vivere un’intensa stagione d’incontri, progettazione e ideazione di nuovi progetti. C’è grande fermento e si sono create grandi aspettative in particolare da parte di chi non ha ancora ben chiaro che cosa sia la strategia e quali siano le modalità per realizzare progetti e accedere ai finanziamenti. Dopo l’apertura del Sottosegretario Sandro Gozi, l’approfondimento continua con il parere di quelli che

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Macroregione Adriatico Ionica

sono stati e saranno gli animatori della strategia i quali hanno fatto il punto sulla definitiva approvazione e segnalato quello che accadrà in questo 2015 e negli anni a venire. Oltre al Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, che da sempre ha creduto in questa strategia e che può essere considerato il vero trascinatore del riconoscimento e del lancio della stessa, abbiamo coinvolto le organizzazioni istituzionali (i cui Segretariati Generali hanno sede proprio nelle Marche e nello specifico nella città di Ancona), quali l’iniziativa Adriatico Ionica (di emanazione governativa), il Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio e il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio. Oltre alla parte prettamente istituzionale abbiamo voluto però coinvolgere anche quella società civile cui si fa grande riferimento ogni qual volta, si parla di Eusair. Abbiamo allora sentito come stanno vivendo questa fase di partenza le associazioni degli industriali, degli artigiani e il mondo degli istituti di credito che, non saranno diretti beneficiari dei fondi, ma dovranno svolgere la loro funzione concedendo credito e supporto nei paesi esteri alle aziende che vedono, in quella della Macroregione, un’area di sviluppo del loro business. Luigi Gagliardi

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Gian Mario Spacca e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni

MACROREGIONE ADRIATICO IONICA, DALLE PAROLE AI FATTI Conclusosi a novembre scorso il percorso di riconoscimento dell’Eusair ora occorre mettere in atto tutte le azioni necessarie affinché la strategia possa tangibilmente lasciare la sua impronta sui cittadini

Quando si parla di strategia per la Macroregione Adriatico Ionica, non po’ mancare il contributo del Presidente della Regione Marche Gina Mario Spacca. Forse tra i più tenaci e agguerriti (insieme a noi di Adriaeco ndr) della strategia che da gennaio 2015 si avvia verso la realizzazione di progetti condivisi e ricompresi nei quattro pilastri più due assi trasversali di cui si compone il Piano d’azione: blue economy, interconnessioni e infrastrutture, qualità ambientale, ecosistemi e cambiamenti climatici, e l’attrattività. Accanto ai quattro pilastri i due assi trasversali: sono ricerca, innovazione, sviluppo delle Pmi e formazione e capacity building”. Dopo il lancio dello scorso novembre, l’EUSAIR passa dalla fase propositiva a quella operativa, quali sono, dal punto di vista pratico, le attività che si stanno svolgendo? E soprattutto chi sta facendo che cosa? “Dal primo gennaio la Macroregione è ufficialmente operativa. Ora tutti i soggetti coinvolti devono impegnarsi concretamente, e velocemente, nell’ideazione dei progetti per

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ciascuno dei quattro pilastri di cui si compone il Piano d’azione dell’Eusair. Il fattore tempo è determinante: entro il 2016 si dovrà infatti già relazionare alla Commissione Europea sui progetti avviati. In questa fase, come già nelle precedenti, occorre il contributo di tutti, dalle città alle Università, dalle Camere di Commercio agli enti locali, dalle Regioni agli Stati. Accanto ai progetti, altre due sono le priorità su cui dobbiamo concentrarci: i finanziamenti e la governance. Sui primi è fondamentale che l’Eusair sia integrata nella nuova generazione di documenti di pianificazione e programmazione 2014-2020-Accordi di partenariato, fondi strutturali, programmi operativi e programmi Ipa. Quanto alla governance, occorre una leadership politica non solo forte ma anche appassionata. Durante l’evento di lancio della Macroregione la governance è stata affidata ad un board costituito dagli Stati, dall’Intergruppo AI del Comitato delle Regioni, dall’Iniziativa adriatico ionica, ecc. Il Primo Meeting del Governing Board si è svolto proprio ad Ancona lo scorso 22-23 gennaio, a

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Gian Mario Spacca con i ministri degli Esteri e i rappresentanti dei Paesi della Macroregione

testimonianza del ruolo centrale ricoperto dalle Marche nell’ambito della Macroregione”. Nonostante i famigerati “tre NO” della Commissione Europea, non crede che sia per lo meno utile che si realizzi una sorta di cabina di regia che coordini i diversi attori che concorrono all’implementazione e allo sviluppo della strategia macreoregionale? “Sicuramente. Occorrono una prospettiva ambiziosa e uno sforzo di condensazione perché vanno portate a sintesi tante istituzioni e prospettive differenti. Credo che sia necessario un coordinamento ispirato al principio di una chiara responsabilità in grado di misurare le azioni contenute nel Piano. La leadership politica incarnata dal Governing board potrà in tal senso favorire una dimensione operativa chiara ed un’efficiente organizzazione affidata a Gruppi direttivi tematici (Thematic Steering Groups) composti da ministeri competenti per ogni pilastro, rappresentanti regionali ed altri attori chiave. È inoltre opportuno che gli Stati che hanno guidato la consultazione degli stakeholder per i 4 rispettivi pilastri proseguano un ruolo attivo nell’ambito dei gruppi tematici, realizzando un’architettura di governance già tracciata nella fase di consultazione”. Quando si parla di EUSAIR, si utilizza spesso la parola “sussidiarietà”, a indicare che la strategia è un’esigenza che è scaturita dal basso e quindi dalla società civile ed economica e non da politici e burocrati…Lei è d’accordo con quest’affermazione? E se si perché? “La strategia macroregionale è nata con una forte spinta dal basso e un concreto coinvolgimento della comunità. E con la comunità occorre quindi mantenere una collaborazione continua e coordinata di progettazione che deve scaturire dalla convergenza dei vari soggetti istituzionali delle Regioni e degli otto Governi, ma anche della società civile, delle città, delle imprese, delle Università, delle Camere di commercio. Un grande lavoro di squadra che concretizza l’approccio dal basso adottato sin dall’inizio per la costruzione della strategia”. Le aziende, che poi insieme ai cittadini dovrebbero essere le vere beneficiarie dei finanziamenti, secondo lei, cono-

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scono questa nuova strategia e, soprattutto, hanno compreso i vantaggi che potrebbero derivarne? “La Regione, in questo complesso percorso di avvicinamento alla nascita della Macroregione, ha lavorato intensamente per coinvolgere il maggior numero di attori. Il processo di informazione/comunicazione, di condivisione dei vari step e dei risultati di volta in volta raggiunti, delle opportunità che in vari campi si sono aperte, ha coinvolto ovviamente anche il mondo delle imprese. E non poteva essere altrimenti: l’economia dell’area macroregionale, come ha rilevato un recente studio realizzato dal Consorzio Aaster, è largamente basata sul settore della manifattura, con una quota importante di turismo e commercio. Secondo il dossier, l’area può contare su un Pil di 856,3 miliardi di euro (dati 2012), di cui il 61,7% come parte delle Regioni italiane aderenti e il 48,3% dei Paesi Balcanici. Le aziende del nostro territorio possono dunque giocare un ruolo di primo piano nella Macroregione, rendendosi attori protagonisti. Sono certo che il lavoro di comunicazione svolto anche nei confronti degli imprenditori del nostro territorio, anche grazie alle Camere di Commercio marchigiane e alla rete del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, li abbia resi ancora più consapevoli delle possibilità loro offerte dall’Eusair”. All’interno dei pilastri che costituiscono la strategia, quali sono i settori che dovrebbero essere i primi sui quali concentrare gli sforzi progettuali? “I pilastri sono tutti, e allo stesso modo, rilevanti per la crescita dell’area macroregionale. Per la loro individuazione è stato infatti compiuto nei mesi un lavoro di consultazione e confronto con tutti gli stakeholders e rappresentano quindi la sintesi delle esigenze dei territori e delle comunità dell’area. Sicuramente i temi della connettività e della qualità ambientale sono di particolare importanza, ma il turismo sostenibile e la crescita blu non sono da meno. Tra i progetti più interessanti del primo pilastro si può citare quello di un marchio comune di qualità e tracciabilità dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Relativamente al secondo pilastro, obiettivo è migliorare l’accesso dell’Europa sud-orien-

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tale al resto del mondo, includendo l’area mediterranea attraverso l’estensione del corridoio Baltico-Adriatico lungo la dorsale adriatica. Fondamentali, poi, le Ict (tecnologie dell’informazione e comunicazione) per il raggiungimento di questi obiettivi e la Cloud adriatico-ionica rappresenta in questo senso lo strumento per connettere le piattaforme esistenti. Per quanto concerne il terzo pilastro, la regione adriatico-ionica deve preservare gli habitat e gli ecosistemi ed affrontare le sfide del cambiamento climatico attraverso una governance multilivello integrata che coinvolga tutti gli stakeholder in un processo condiviso e integrato. Infine, per il quarto pilastro, c’è il progetto di un marchio adriatico-ionico che comunichi tesori naturali, culturali e storici comuni, prodotti agroalimentari di alta qualità, tradizioni di ospitalità professionale, paesaggi attrattivi”. A quanto ammontano i fondi strutturali che la strategia potrebbe intercettare? “Saranno disponibili i fondi a gestione diretta dei programmi europei con canali di accesso privilegiato grazie all’appartenenza alla Macroregione e l’opportunità di accedere ai 300 miliardi del Piano Juncker. Per le strategie macroregionali, come si ricordava, sussiste la regola dei ‘tre no’: no a nuove regolamentazioni, no a nuovi organi, no a nuove risorse. Occorre dunque utilizzare al meglio quelle dei nuovi programmi europei. È per questo che è stata condotta, in ognuno degli otto Paesi aderenti alla Macroregione adriatico ionica, un’intensa attività per assicurare che l’Eusair sia integrata nella nuova generazione di documenti di pianificazione e programmazione 2014-2020 - Accordi di partenariato, programmi operativi e program-

mi IPA - così come nei fondi strutturali e d’investimento Ue e nei fondi IPA. Rispetto alla programmazione 2014-2020, il perseguimento degli obiettivi della strategia Eusair sarà sostenuto principalmente dai programmi di cooperazione territoriale (in particolare il Programma Adriatico-Ionico, le cui aree eleggibili coincidono con quelle della strategia), i Fondi strutturali e i programmi a gestione diretta, in particolare Horizon 2020, COSME, Europa Creativa, Erasmus+, Life”. Secondo lei, quante sono le possibilità che la strategia possa accedere alle risorse del Piano Juncker per la crescita e lo sviluppo dell’Europa? “Il grande tema è l’accesso, per implementare la Strategia, al Piano Juncker, ai 300 miliardi di euro per la crescita e lo sviluppo dell’Europa annunciato dal presidente della Commissione europea. Nel corso dell’evento di lancio dell’Eusair a Bruxelles, ho richiamato la necessità che gli Stati e le altre istituzioni coinvolte si impegnino con grande forza per sensibilizzare il presidente Juncker su questo. Il Governo italiano, in questo senso, è dalla nostra parte: il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi ha espressamente aperto alla possibilità che tali risorse siano rese disponibili anche per la Macroregione Adriatico Ionica. Del resto, a che cosa possono essere destinate se non a progetti che, come avviene nella Macroregione, nascono da un forte processo democratico, dalla collaborazione e sintesi tra i territori?”. Quando si potranno vedere i primi “bandi EUSAIR”? “Tra l’estate e l’autunno saranno disponibili i primi bandi del Programma Adrion, che sarà approvato a giugno. I fondi sono comunque intercettabili, come dicevo, anche attraverso altri programmi i cui bandi sono già disponibili”.


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IAI: DALLA CARTA DI ANCONA AL GOVERNING BOARD L’Iniziativa Adriatico Ionica sempre più fulcro nello sviluppo della strategia Eusair

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Iniziativa Adriatico Ionica, di emanazione governativa e guidata dal Segretario Generale Amb. Fabio Pigliapoco, ha giocato un ruolo fondamentale di stimolo e sostegno al percorso di riconoscimento della strategia per la Macroregione Adritico-Ionica.

E proprio con l’Ambasciatore proviamo a sintetizzare la fine del percorso di riconoscimento e l’avvio della strategia. Il 2015 sarà l’anno dell’Eusair… “Prima di parlare del 2015 – inizia Pigliapoco - è doveroso fare un raccordo con il 2014 e ricordare i due grandi eventi che l’hanno caratterizzato con riferimento al cammino per il riconoscimento dell’Eusair. Il primo, quello di febbraio ad Atene quando si è definito il Piano di Azione elaborato con l’aiuto degli stakeholders, che ha rappresentato la prima vera concretizzazione della strategia. Poi il secondo, a novembre che ha coinciso con il riconoscimento ufficiale della Macroregione e il definitivo lancio della strategia alla presenza del neo Ministro Paolo Gentiloni alla sua prima uscita da capo del dicastero. Da quest’ultimo evento è scaturito l’importante documento rappresentato dalla dichiarazione dei Ministri degli 8 Paesi che compongono la Macroregione, ma soprattutto la carta della governance. La carta ha definito la governance multilivello dell’Eusair che prevede al vertice il Governing Board, nella parte centrale i Thematic Steering Groups e alla base dell’ipotetica piramide gli stakeholders. Finalmente, il 2015 si è quindi aperto con l’incontro del 22/23 gennaio ad Ancona che ha visto la prima riunione del Governing Board. Da rilevare che ancora una volta le Marche e, nello specifico Ancona, hanno giocato un ruolo di primaria importanza, una leadership senza imposizioni, ma con il riconoscimento dei Paesi partecipanti, ospitando questo primo incontro. Come vede la storia si ripete, siamo partiti nel 2000 con la Carta di Ancona e siamo ritornati ad Ancona per il primo vero passo dell’Eusair dopo il lancio ufficiale”. Che cosa si è stabilito in questa prima riunione? “Durante questo primo incontro, il Governing Board ha fissato il calendario delle proprie attività, ha costituito una serie di regole e procedure necessarie per il suo corretto funzionamento, ha stimolato i Tematic Steering

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Amb. Fabio Pigliapoco, Segretario Generale Iai

Group, in altre parole i gruppi di lavoro per singolo pilastro della strategia, a incontrarsi entro marzo e invitato gli stakeholder a definire una location dove i loro rappresentati potranno fare base. Insomma si è messo in moto un dispositivo che, per quanto macchinoso, dovrebbe garantire la capacità di dare le necessarie risposte alle sempre maggiori aspettative che ci sono intorno alla strategia. L’intenzione è di provare a mettere velocemente in piedi almeno alcuni progetti, già in embrione, per concretizzare una prima iniziativa”. Come si sta muovendo in questo meccanismo l’IAI? “Devo dire che sempre di più l’IAI si sta avvicinando alla governace dell’Eusair. Innanzitutto il Boarding ha una presidenza cogestita dalla Commissione europea e dal presidente di turno dell’IAI, inoltre, durante la due giorni anconetana, si sono riuniti i Senior Officials i quali hanno dato mandato, al Segretario Generale, di riformare la struttura dei tavoli di lavoro dell’IAI al fine di renderli ancora più omogenei ai 4 pilastri della strategia”. Ritiene che la strategia sia un concetto sufficientemente conosciuto nella società civile? “Se per società civile s’intende il mondo delle professioni, delle istituzioni e della scuola, direi proprio di si. Sono state pubblicate decine e decine d’interviste e articoli, anzi se posso dire la mia, forse si è troppo enfatizzato le iniziative ingenerando, soprattutto in un periodo di crisi, speranze e aspettative molto elevate. Se poi mi chiede se anche le persone comuni che s’incontrano per la strada, chiaramente senza offendere nessuno, possa comprendere appieno le potenzialità o per lo meno i concetti della Macroregione, allora direi di no. Ma aggiungerei che, essendo un argomento particolarmente tecnico, sarebbe anche una pretesa forse esagerata”. Che tipo di progetti scaturiranno dalla strategia? IL GOVERNIG BOARD “In primo luogo saranno progetti che dovranno avere la loro ricaduta su almeno 4 o 5 dei Paesi adeIl “Governing Board” è composto dai rappresentanti nazionali (2 per renti, quindi saranno presi in considerazione solo proogni Stato partecipante, in rappresentanza dei ministeri Affari Esteri e getti che richiedono grande coesione e ingenti invedel coordinamento dei fondi europei), dai 4 coordinatori dei pilastri stimenti. Grandi investimenti che dovranno essere tematici attraverso i quali si sviluppa la strategia, dai rappresentanti garantiti non solo dai vari fondi europei già ricadenti della Commissione europea, del Segretariato permanente dell’Iniziativa nell’area, ma aperti anche alla partecipazione dei Adriatico Ionica (che ha sede proprio ad Ancona), dal rappresentante privati, delle istituzioni finanziarie internazionali, dei dell’Intergruppo adriatico ionico del Comitato delle Regioni, di quello Governi e delle stesse Regioni. Non va, infatti, dimendel Comitato europeo economico sociale e dell’Autorità del programma ticato che non sono previsti fondi aggiuntivi e quindi transnazionale Adrion, oltre dall’autorità slovena responsabile della si dovrà realizzare anche un gran lavoro di coesione con quelli esistenti. Un esempio di come ci si sta strategia Eusair. La presidenza del “board” viene cogestita dal Paese muovendo è il progetto Adrion, i cui fondi saranno in presidente protempore dell’Iniziativa Adriatico Ionica, ora ricoperta parte utilizzati per coprire le spese dei delegati per dalla Bosnia Erzegovina. Insieme a questo organismo di indirizzo, l’atpartecipare agli incontri che altrimenti non si potrantuazione della Strategia macroregionale adriatico ionica poggia su un no realizzare per mancanza di coperture economilivello tecnico (gruppi tematici) e uno territoriale (aperto alla società che da parte dei rispettivi Governi”. civile). Luigi Gagliardi

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FORUM AIC: FORTE IMPULSO ALLA STRATEGIA MACROREGIONALE Le numerose iniziative messe in campo direttamente dal Forum e le altrettante alle quali la delegazione dello stesso ha partecipato hanno dato un importante contributo all’avvio dell’EUSAIR

ato nel 2001 dall’intuizione e dalla lungimiranza di due indimenticati presidenti Augusto Bocchini della Camera di Commercio di Ancona e di Jadranka Radovani , Presidente della Camera dell'Economia di Spalato con l’obiettivo di creare una rete transnazionale che unisse le Camere di Commercio appartenenti ai Paesi che si affacciano sulle due sponde dell’Adritico e dello Ionio, (Italia, Croazia, BosniaErzegovina, Montenegro, Slovenia, Grecia e Albania) il Forum AIC è oggi guidato da Rodolfo Giampieri past president della Camera di commercio di Ancona e ora presidente dell’autorità portuale dorica.

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Quale Bilancio per le attività realizzate nel 2014? “Un anno sicuramente impegnativo e di svolta sotto tanti punti di vista. In primis la nascita della Macroregione Adriatico Ionica. A giugno la Commissione Europea ha lanciato ufficialmente la nuova Strategia dell’Unione Europea per la Macroregione Adriatico Ionica: dove economia marittima, protezione ambiente marino, completamento collegamenti nel settore dei trasporti e dell’energia e promozione del turismo sostenibile sono centrali. Proprio il Turismo Sostenibile connesso alle prospettive commerciali e di business è un riconoscimento del lavoro svolto in questi anni dal Forum e rappresenta la spinta per proseguire verso progettualità e azioni concrete a favore delle realtà imprenditoriali del settore. Molto impegnativo è stato il Forum internazionale che si è svolto a Corfù: la XIV Edizione del Forum ha ottenuto, in aggiunta ai patrocini delle Istituzioni Europee da parte del Comitato Economico e Sociale Europeo e del Comitato delle Regioni, l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo che ha ritenuto l’Iniziativa di notevole valore per rafforzare la cooperazione e lo sviluppo socio-economico tra i Paesi dell’area Adriatico Ionica. Il Forum ha difatti voluto dare un forte segnale riguardo al proprio impegno e quello delle Camere di Commercio dell’area dedicando questa edizione alla tematica: “Macroregione Adriatico Ionica: il ruolo delle Camere di commercio nei nuovi scenari economici”. Non da meno, la scelta della location greca, proprio durante la Presidenza Greca dell’UE, ha voluto essere un ulteriore contributo al processo macroregionale in vista della successiva presidenza italiana del secondo semestre 2014, quando c’è stata l’approvazione del Piano d’Azione e della documentazione della Strategia EUSAIR da parte del Consiglio Europeo. Duecento i delegati presenti all’Edizione tra cui rappresentati delle istituzioni europee (DG-Regio e DG Imprese e Industria), di enti nazionali dei Paesi dell’area Adriatico Ionica (National Contact Points e rappresentanti di diversi Ministeri), del Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica”. Finalmente la strategia EUSAIR è operativa... Qual è stato l'apporto che il Forum AIC ha dato affinché si realizzasse la strategia? “Una delegazione del Forum AIC ha preso parte insieme ad alcuni membri soci del network (le Camere di Commercio di Ancona, Spalato, Pola, Dubrovnik, Durazzo, l'Unioncamere Veneto e la Camera di Commercio di Ferrara) alla conferenza di presentazione della strategia. L'evento ha visto la partecipazione d’importanti relatori istituzionali della Commissione Europea e dei Ministeri degli 8 Paesi membri della Macroregione che nella prima parte della giornata si sono focalizzati sull'importanza del percorso fatto e delle opportunità che da oggi in avanti la realtà macroregionale potrà

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Rodolfo Giampieri Presidente Forum delle Camere di Commercio dellʼAdriatico e dello Ionio

offrire ai diversi territori, sotto il profilo della sicurezza, della tutela ambientale, dello sviluppo economico e della crescita occupazionale. Nel pomeriggio invece si sono avuti approfondimenti su temi di carattere più pratico, con il coinvolgimento diretto dei molti stakeholders presenti in platea. Si è discusso insieme ai National EUSAIR Coordinators (ex National Contact Points) degli 8 paesi e su input della Commissione Europea DG Regio, circa la necessità di concretizzare una nuova Governance in grado di sviluppare la Strategia EUSAIR e nello specifico il Piano d'Azione approvato nel giugno scorso, di costruire strategie di sviluppo e di attuarle attraverso un miglior utilizzo delle risorse finanziarie disponibili su quest'area a partire dai fondi strutturali e di investimento europei riferiti alla Programmazione 2014-2020. Una nuova Governance ed una nuova modalità di gestione ("streamlined governance and management architecture for the EUSAIR") come indicata dalla Commissione Europea nella recente Relazione "Commission Report COM (2014) 284 final" del 20 maggio 2014, in cui si chiede ufficialmente di intervenire su tre livelli con un ampio coinvolgimento degli stakeholders: - leadership politica e titolarità (political leadership and ownership); - coordinamento (coordination); - attuazione (implementation). Un modello di Governance di fatto già pianificato dai National Coordinators degli 8 paesi insieme alla Commissione, su richiesta del Consiglio Europeo, con apposito documento sottoscritto lo stesso giorno proprio in occasione della Conferenza di lancio; documento in cui, tra gli altri impegni, è espressamente contemplato il coinvolgimento dei principali e più rilevanti stakeholders della società civile a livello nazionale, regionale e locale, in ogni fase dell'attuazione della Strategia. E' proprio guardando a questo documento che il Forum AIC garantirà il proprio impegno nei prossimi mesi ove richiesto, e in ogni caso, proponendosi direttamente nelle diverse sedi istituzionali”. Secondo lei la strategia è percepita chiaramente da imprese e cittadini? “La Regione Marche e il comitato delle regioni hanno fatto numerosi eventi sulla macroregione, anche se il tema ancora presenta lati nebulosi dai cittadini ma credo che sarà più semplice raccontarla quando arriveranno le prime attività e si raggiungeranno degli obiettivi reali”. Tra i pilastri dell'Eusair, quale secondo lei è quello sul quale potrebbe esserci maggiore interesse per le imprese dell'area della Macroregione? “I pilastri sono 4 ed in ognuno di essi ci possono essere interessi diversi per diverse categorie di imprese. Diverso sarebbe dire quali imprese (tra quelle maggiormente rappresentate dal sistema camerale) potrebbero avere maggiori benefici a seconda dei settori produttivi...”.

Segreteria organizzativa Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, presso la Camera di Commercio di Ancona, Piazza XXIV Maggio, 1 - 60124 Ancona, Italy - Tel: +39 071 5898249 +39 071 5898266 - Fax: +39 071 5898255 www.forumaic.org - segreteria.forum@an.camcom.it

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VERSO UNA GOVERNANCE UNICA DEI FORA Nell’ultima plenaria del Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio, oltre al rinnovo delle cariche si guardato al futuro con spirito di cooperazione e coesione

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o scorso 12 e 13 dicembre si è tenuta, a Pescara, la sessione annuale del Forum delle Città. Il Forum è nato nel 1999 su iniziativa del Comune di Ancona e dell’Anci Nazionale durante l’approvazione della “Carta d’Ancona” con lo scopo di costruire e sviluppare l'integrazione economica, sociale, ambientale e culturale delle città costiere adriatico-ioniche e di collaborare alla realizzazione dell'integrazione europea e del suo allargamento.

Oggi l’associazione riunisce le città costiere dei sette paesi che fanno parte del bacino Adriatico-Ionio: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Albania e Grecia. All’incontro era presente anche l’assessore alle relazioni internazionali del Comune di Ancona, nonché neo Segretario generale del Forum, Ida Simonella che ci ha sintetizzato I lavori svolti e le prospettive future. “Nel corso dell’incontro – ha iniziato Ida Simonella – l’attività si è concentrata sul rinnovo delle cariche: Ancona dopo estenuanti trattative è riuscita a mantenere la segreteria del Forum mentre la nuova presidenza per il prossimo biennio sarà Kotor (Montenegro) che subentra a Pescara. La vicepresidenza è andata a Brindisi (che subentra a Kotor). Credo che la presidenza a un Paese non appartenente all’Unione sia un segnale forte e positivo, dal punto di vista politico, che il Forum è riuscito a mandare all’Unione europea, ovvero la volontà di traghettare Paesi dell’Est Europa verso l’Ue, che è, in definitiva, lo spirito per cui sono nate le macroregioni”. Cosa cambia ora con l’avvio dell’EUSAIR? “Occorre dare uno slancio diverso al Forum che in questi ultimi anni ha dato una forte spinta alla costituenda Macroregione Adriatico Ionica, insieme agli altri Fora della società civile, quello delle Camere di Commercio e quello delle Università. Con l’avvio della strategia Macroregionale è il momento di dimostrare una maggiore concretezza e dare una ricaduta forte alle strategie definite, attraverso l’attuazione dei programmi previsti nei quattro pilastri”. D’accordo, ma concretamente cosa significa? “Concretamente, per noi, significa innanzitutto replicare l’esperienza di favorire la coesione delle comunità di queste città. E la massima espressione di tale attività sarà, la realizzazione della seconda edizione degli YOUTH GAMES. Un’esperienza, quella vissuta la scorsa estate, che ha portato ad Ancona, grazie alla collaborazione di 17 città del Forum, circa 1000 atleti provenienti dagli 8 Paesi della Macroregione. I giochi sono stati un felice esempio di come, dal contesto istituzionale, la Macroregione può diventa elemento pregnante e di discontinuità culturale. Siamo intenzionati a ripetere l’esperienza e farci riconoscere questa come una best practice europea. In secondo luogo occorre attrezzarsi per partecipa-

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Un momento dei lavori

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Ida Simonella assessore alle relazioni internazionali del Comune di Ancona e Segretario Generale del Forum

re ai progetti europei che interesseranno la Macroregione. Le risorse a disposizione sono circa 90 milioni, non aggiuntive a quelle che oggi ruotano attorno a quest’area, ma che sicuramente saranno focalizzate meglio sui pilastri definiti nella strategia macroregionale. Per migliorare la capacità di progettare e gestire i fondi disponibili, daremo personalità giuridica al Forum (oggi ancora associazione di fatto) e faremo lavorare i nostri uffici progettazione, in collaborazione con quelli di altre città del Forum di grande esperienza internazionale (penso a Spalato o Dubrovnik). Non crede che ci sia bisogno di una governance unica che racchiuda l’attività dei vari Fora? “Credo proprio di si. Infatti, in prospettiva, vi è l’idea di un segretariato unico dei tre Fora delle società civili e ci stiamo muovendo tutti in questa direzione. Significherebbe rendere la macchina operativa non solo più efficiente, ma anche più efficace: la rete dei partenariati costruita in questi anni è un patrimonio straordinario che darebbe frutti migliori se messa a sistema. A quando invece le prime “call” dei bandi? “Chiaramente non è facile dare un’indicazione precisa, ma le prime call credo che arriveranno subito dopo l’estate. A quel punto verificheremo quanto di buono è stato fatto durante questi anni di duro lavoro per la costituzione della strategia macroregionale e quanta coesione riusciremo e unità di intenti riusciremo a portare nei progetti”. Luigi Gagliardi

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Un volume dedicato ai primi giochi della Macroregione Per ricordare e celebrare i primi giochi della Macroregione Adriatico Ionica è stato realizzato un libro fotografico, grazie al contributo del Comune di Ancona, Regione Marche e Autorità Portuale. Il libro, curato da Advcreativi, racconta attraverso le immagini, i luoghi e i protagonisti degli Youth Games. Le immagini delle Marche, della città di Ancona e del suo porto si alternano a quelle dei circa 1000 adolescenti, provenienti dalle 17 città che hanno rappresentato gli otto Paesi della Macroregione. A questi si aggiungano i 600 ragazzi delle scuole regionali che hanno fatto da reporter, accompagnatori, guide, intrattenitori. Per gli assessori Andrea Guidotti e Ida Simonella che hanno curato l’evento “è stato un modo per fissare con un libro, non tanto la competizione, ma quei momenti di grande allegria, il senso di partecipazione e di coesione. Ecco perchè i protagonisti sono gli adolescenti, le loro facce pulite, quando partecipano alla sfilata inaugurale, quando si sfidano sui campi di gara, si esibiscono sul palcoscenico, vivono momenti di amicizia nel villaggio allestito a Piazza Cavour. Alla redazione di Adriaeco va il sentito ringraziamento per il patrimonio fotografico messo a disposizione del libro”.

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EUSAIR: GRANDE OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO Roberto Mascali, Direttore di Confindustria Balcani

Rinnovata coesione tra paesi e maggiore comunicazione delle opportunità per massimizzare gli effetti positivi

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onfindustria Balcani nasce nell’ottobre del 2010 per offrire all’imprenditoria italiana e in particolare alle aziende del sistema confindustriale un approccio nuovo e transnazionale all’area balcanica proponendosi come un collettore delle esigenze delle imprese che guardano con interesse a questa area geografica.

Quando si parla di EUSAIR – abbiamo chiesto al direttore Roberto Mascali - si utilizza spesso il termine “sussidiarietà” a indicare che la strategia è un’esigenza che è scaturita dal basso e quindi dalla società civile ed economica e non da politici e burocrati… Lei è d’accordo con quest’affermazione? “Il decennio appena trascorso è stato dedicato all’allargamento dei dell’Unione; una scelta non sempre e non da tutti compresa in profondità ma che si deve considerare estremamente positiva. La comunità degli Stati è quindi cresciuta, ma all’allargamento deve coincidere un maggior coinvolgimento delle popolazioni delle aree geografiche dell’Unione, e strumenti come l’EUSAIR, vanno in questa direzione. Oltre a “sussidiarietà” un termine importante è sicuramente “opportunità”. La macroregione nel suo complesso deve necessariamente rappresentare un’area di crescita per l’UE e, un approccio integrato ai mercati della regione, risulta essenziale al fine di cogliere pienamente le opportunità presenti ma spesso ancora latenti e solo parzialmente espresse. La necessità di una strategia economica regionale si configura sicuramente come un’esigenza, in particolar modo sentita dagli operatori economici che operano sulle due sponde di Ionio e Adriatico e che hanno bisogno per ritornare a crescere di una visione complessiva e transnazionale. E il Sud Est Europa, unito e integrato, può puntare alla crescita. Osservando nel dettaglio il caso dell’Italia è immediato intuire la possibile centralità del suo ruolo. Nel 2013, ad esempio, l’export italiano verso la regione balcanica ha raggiunto i 13,6 miliardi di euro, un valore superiore a quello generato nello stesso periodo dall’export verso la Cina o verso India e Brasile insieme. Mi sembra anche interessante notare che l’EUSAIR è aperta verso Paesi non ancora membri dell’UE – Albania, Bosnia - Erzegovina, Montenegro e Serbia – e questo rappresenta un ottimo segnale in direzione di un ulteriore passo sulla via dell’integrazione”. Le aziende, conoscono questa nuova strategia e, soprattutto, hanno compreso che cos’è? “La strategia, ha subito un certo rallentamento sulla via dell’approvazione ed è assolutamente necessario procedere a una capillare operazione informativa altrimenti si rischia di non coglierne pienamente le opportunità. La nostra sensazione è che molte aziende italiane che pure conoscono e operano nei Paesi interessati non siano ancora sufficientemente consapevoli

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delle grandi opportunità offerte da EUSAIR ed è fondamentale che i corpi intermedi si mobilitino per diffondere le informazioni necessarie. In tal senso le associazioni aderenti alla Federazione di Confindustria Balcani presenti nei Paesi coinvolti dalla strategia sono pronte a sostenere il proprio ruolo nei processi d’informazione e approfondimento verso le aziende in modo da offrire il necessario orientamento”. Tra i quattro pilastri della strategia quale potrebbe essere quello più appetibile per le aziende? “Tutti i pilastri sono di potenziale interesse per le aziende che operano nella regione. In particolar modo mi sembra di grande importanza il pilastro denominato “Connetting the Region” che in potenza può colmare un deficit infrastrutturale che, purtroppo, in molte aree è un problema reale e inibisce la crescita economica. Nel pilastro, che vale la pena ricordarlo è coordinato da Italia e Serbia, gioca un ruolo importante anche l’energia. Al momento come Confindustria Balcani osserviamo con particolare attenzione questo settore centrale per i futuri equilibri della regione. Anche il quarto pilastro, legato al turismo sostenibile è fondamentale perché credo fortemente nella vocazione turistica, ancora non pienamente espressa, di una delle zone più belle d’Europa”. In conclusione che cosa si aspettano Confindustria Balcani e le aziende associate da questo nuovo modo di intendere l’Europa, non più delle nazioni, ma delle regioni e, quindi, dei popoli? “I paesi della regione balcanica sono stati, per lungo tempo, considerati come entità indipendenti fra di loro. Confindustria Balcani, collocandosi in piena linea con la crescente vocazione transfrontaliera della progettazione UE, parte dall’assunto opposto e cioè che sono molte le caratteristiche sociali, economiche, culturali e sistemiche che accomunano queste realtà e le rendono interdipendenti e strettamente collegate. Un approccio dinamico e flessibile all’area è di primaria importanza. Le strategie macroregionali rappresentano indubbiamente una nuova opportunità per lo sviluppo globale di una grande regione. In questo contesto il ruolo trainante delle Marche deve esprimersi sicuramente nella sua massima possibilità. Un altro contesto in cui abbiamo visto maturare qualche risultato interessante fa riferimento alla strategia del Danubio che ha coinvolto più di 300 piccole e medie imprese. Per citare un caso di successo, in Bulgaria e Romania tale impostazione collaborativa ha portato alla costruzione del ponte sul Danubio Vidin – Calafat. Con un approccio ordinato e razionale, una forte tendenza alla comunicazione delle opportunità e un buon livello di assorbimento dei fondi possiamo sicuramente attenderci buoni risultati da EUSAIR”.

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EUSAIR: PIÙ ATTENZIONE ALLE PMI La CNA rileva l’importanza di fare particolare attenzione alle azioni da avviare a favore delle piccole e medie imprese

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economia dell’area macroregionale è ricca di PMI cogliere quindi l’avvio dell’EUSAIR e dei suoi quattro pilastri d’intervento che individuano in ricerca, innovazione e sostegno alle PMI un target trasversale a tutte le azioni sembra decisivo con particolare riferimento al nostro sistema Paese.

È per questo motivo che la CNA è voluta intervenire quale stakeholder nella stesura del Piano di Azione e ha prestato particolare attenzione a quella indicazione trasversale e strategica riguardante ricerca, tecnologie e PMI e al Pilastro 2 “Connecting the region” del Discussion Paper EUSAIR. Ne abbiamo parlato con Antonio Franceschini Responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale CNA Nazionale. Quando si parla di EUSAIR, si utilizza spesso la parola "sussidiarietà", a indicare che la strategia è un'esigenza che è scaturita dal basso e quindi dalla società civile ed economica e non da politici e burocrati… Lei è d'accordo con quest'affermazione? “Non completamente! Non ho percepito su EUSAIR una particolare attenzione da parte della società civile ed economica e mi sembra, quindi, di poter affermare che l’input a lavorare sulla stessa sia da individuare in altre sedi. Il coinvolgimento è stato relativo, non penso ci si possa limitare a pubblicare dei sondaggi sui siti delle diverse realtà istituzionali europee per poter dire che c’è stato ampio coinvolgimento. Quest’ultimo, a mio avviso, si ottiene se le realtà rappresentative la società civile e la società economica sono coinvolte in un ampio dibattito e invitate a portare proposte. Come CNA ci siamo attivati da subito, trovando all’interno del Ministero degli Affari Esteri una grande disponibilità di ascolto e di portare contributi, informazioni e aggiornamenti sull’evoluzione dei lavori dedicati alla Macroregione Adriatico Ionica. Il nostro impegno inizia da lontano. Già nel settembre 2012 realizzammo a Pescara un’iniziativa pubblica e nell’anno successivo mettemmo a disposizione del Ministero della Coesione Territoriale e del Ministero degli affari Esteri il nostro contributo di analisi e proposte per la Strategia della Macroregione Adriatico Ionica in un convegno svoltosi ad Ancona il 12 novembre del 2013”. Le aziende, che poi insieme ai cittadini dovrebbero essere le vere beneficiarie dei finanziamenti, conoscono questa nuova strategia e, soprattutto, hanno compreso che cos'è? “Non credo che la conoscenza sia diffusa. Come CNA

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Antonio Franceschini Responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale CNA Nazionale

abbiamo svolto come dicevo ampia attività convegnistica, oltre agli appuntamenti citati ritengo opportuno segnalare anche un successivo evento organizzato a Pescara il 21 luglio 2014. Non credo sia una strategia assunta dall’opinione pubblica”. Tra i quattro pilastri della strategia quale potrebbe essere quello più appetibile per le aziende? “Nel percorso di analisi, studio e proposte effettuato, CNA ha prestato attenzione a quell’indicazione trasversale e strategica riguardante ricerca, tecnologie e PMI e al Pilastro 2 “Connecting the region” del documento alla base della consultazione ritenendo indispensabili azioni quali: diffusione e animazione della cultura imprenditoriale svolta in partnership tra istituzioni, università enti funzionali e associazioni; interventi finalizzati ad attenuare il gap tecnologico e di ricerca che separa la Macroregione dai valori medi dell’EU (industrializzare il sapere); dotare di risorse finanziarie e creditizie le imprese che, come risulta, lamentano uno shortage nell’approvvigionamento del credito (finanziarizzare il sapere); realizzare la funzione di snodo del sistema locale con attenzione particolare al completamento dei sistemi di mobilità e trasporto a rete, alla creazione delle piattaforme logistiche intermodali, al potenziamento del sistema portuale e aeroportuale in relazione ai rapporti nell’Adriatico, al ruolo di facilitazione dello sviluppo che possono svolgere i sistemi urbani”. In conclusione che cosa si aspettano CNA e le aziende associate da questo nuovo modo di intendere l'Europa, non più delle nazioni, ma delle regioni e, quindi, dei popoli? “In generale auspichiamo una maggiore attenzione al mondo delle PMI. Speriamo veramente si dia corso all’inserimento al mondo delle PMI in tutti i luoghi di preparazione dei vari accordi nel rispetto del principio previsto nello Small Business Act Think small first e del mainstreaming”.

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UNA BANCA DEL TERRITORIO AL SERVIZIO DELLA MACROREGIONE Grazie ad una strutturata presenza nei mercati esteri l’istituto marchigiano supportato dal Gruppo UBI si propone come partner di eccellenza per le imprese orientate ai mercati esteri

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avvio della strategia macroregionale comporterà dei cambiamenti negli equilibri economici e finanziari delle regioni interessate. Gli istituti bancari chiaramente non saranno beneficiari diretti dei finanziamenti, ma saranno sicuramente chiamati a supportare le aziende che decideranno di avvicinarsi ai diversi bandi per avviare o rafforzare le loro attività nell’altra sponda dell’Adriatico.

Per capire quale ruolo potrebbero giocare gli istituti di credito abbiamo incontrato il giovane e preparato Direttore Generale della Banca Popolare di Ancona Dott. Nunzio Tartaglia. Quali possono essere le ricadute sul territorio marchigiano dell’avvio dell’Eusair? “Innanzitutto faccio un passo indietro, perché occorre ricordare che stiamo vivendo una fase economica in cui oggettivamente il mondo si è terribilmente ‘allargato’. Negli anni dal dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino il mondo in cui si operava era quello occidentale, comprendendo Stati Uniti e Canada, di fatto il G7 di oggi. In quel mondo l’Italia aveva un grande vantaggio competitivo grazie al più basso costo di lavoro, all’elevata capacità imprenditoriale e alla propensione all’innovazione. Questo vantaggio competitivo è una delle ragioni del grande boom economico nel dopoguerra, peraltro aiutato da: svalutazione costante della lira e continuo finanziamento a deficit, quindi incrementando il debito pubblico, dei fabbisogni nazionali. Con la caduta del muro di Berlino il mondo si è aperto verso i Paesi dell’Est, che hanno iniziato a far parte a pieno titolo del mondo ed hanno cominciato a minare la competitività occidentale. Il tema dell’apertura dei confini, della ricerca dei mercati esteri è fondamentale per la sostenibilità delle nostre aziende e, in questo contesto, la Macroregione è una grande intuizione strategica. Perché i territori più vicini, se guardiamo alle Marche sono, oltre alle regioni italiane confinanti, quelle dirimpettaie coinvolte nella Macroregione. Da questo punto di vista l’idea che le Marche possano candidarsi a guida di questa macroregione, secondo me, ha delle prospettive importanti perché apre a mercati vicini ancora vergini e con prospettive di sviluppo. Quello che non è molto chiaro è: ma dall’intuizione strategica dei tavoli in cui tutte queste iniziative sono state benedette come le trasformiamo in piani operativi, in azioni concrete, in coinvolgimenti reali per le imprese? Perché tutto ciò che crea ricchezza e lavoro passa attraverso le imprese e, l’aspetto delle ricadute della strategia macroregionale, secondo me, non è ancora sufficientemente chiaro. Le Marche sono una regione che ha più interesse di tutti a lavorare con intensità con i mercati dell’Adriatico perché ne rappresentano i naturali mercati di sbocco. Inoltre, la posi-

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Direttore Generale Banca Popolare di Ancona Nunzio Tartaglia

zione centrale all’interno della Macroregione gioca un ruolo importante, questo binomio insieme alla buona dotazione infrastrutturale, vedi porto, aeroporto, interporto, danno alle Marche e ad Ancona un ruolo di leader naturale”. Da parte dell’Istituto c’è attenzione verso i territori della Macroregione? “Sul tema macroregione il nostro è un ruolo di accompagnamento alle imprese che a vario titolo saranno interessate a partecipare alle varie iniziative. Ciò significa mettere a disposizione credito e fornire una rete di relazioni e accordi internazionali che coprono tutta l’area. Abbiamo un ufficio di rappresentanza a Vienna che segue i Paesi della parte Nord dell’Ex Jugoslavia e un altro ad Atene che segue la parte Centro Sud, ma in generale, abbiamo una ramificata rete di accordi internazionali che ci permette di essere presenti in tutti i Paesi europei”. Quale dei quattro pilastri dell’Eusair è quello più interessante? “Prima di entrare nel merito vorrei fare un inciso: una recente analisi sulla forza dei brand a livello internazionale ha stabilito che il marchio “Made in Italy” è tra i 5 più importanti al mondo insieme, a Coca Cola, Apple, Facebook, Microsoft. Se poi alla forza del brand si associa anche la capacità di essere competitivi, il risultato è clamoroso. Quindi, sempre seguendo la logica per cui le aziende hanno futuro se si aprono al mercato e se riescono a vendere su territori ampi, esistono quattro settori in cui le aziende marchigiane possono essere incredibilmente competitive nel mondo. Il primo è quello del design e della creatività nella moda, nelle calzature fino al mobile; un secondo settore molto importante è quello della meccanica specializzata che, a livello marchigiano va dai frantoi Pieralisi ai sistemi di misurazione della qualità di Loccioni. In quest’ambito gli italiani sono particolarmente efficaci nel trovare nicchie di specializzazione e di mercato che li rende molto competitivi. Va ricordato, a supporto di quanto detto, che più della metà della componentistica Wolkswagen e Audi è prodotto in Italia. Il terzo settore è quello dell’agricoltura e dell’enogastronomia e infine il turismo. Questi ultimi due sono settori che vanno considerati in modo separato, ma sono in grado di sprigionare grandi sinergie anche se con obiettivi diversi. Il primo, infatti, deve produrre e vendere all’estero, il secondo deve portare turisti in Italia. Possiamo quindi guardare con estremo interesse a quasi tutti i pilastri della macroregione nella speranza che presto si possa passare dalla strategia all’avvio del piano di azione e quindi alla concretizzazione dei progetti”. Luigi Gagliardi

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EMANUELE LODOLINI: DA AMBIZIONE A REALTÀ

Da sinistra: l'On. Emanuele Lodolini con Gianni Pittella, Europarlamentare

Tra i maggiori sostenitori della strategia EUSAIR, l’Onorevole anconetano ha organizzato un convegno agli inizi del 2014 e presentato una risoluzione parlamentare

o scorso gennaio ci eravamo lasciati con l’On. Emanuele Lodolini, alla fine di un incontro sulla strategia macroregionale, organizzato dallo stesso e che vedeva tra i relatori anche l’Europarlamentare Gianni Pittella, consapevoli che il 2014 sarebbe stato l’anno della definitiva consacrazione della Macroregione Adriatico Ionica.

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Ci ritroviamo oggi a celebrare il definitivo lancio dell’EUSAIR e a prepararci per intercettare i finanziamenti 2014 – 2020; una bella soddisfazione per l’Italia e le Marche in particolare… “In effetti - afferma Emanuele Lodolini - se la Macroregione in passato era un progetto, un'ambizione, una strategia di cooperazione dal basso, grazie al semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea è realtà. Una grande opportunità di sviluppo per un migliore e più efficace utilizzo dei fondi strutturali in settori strategici quali turismo, trasporti marittimi e cultura. Decisivo e positivo l'impulso dato dal sottosegretario Gozi, ma va ricordato l’impegno di tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto, a cominciare dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, passando per tutte le organizzazioni che nel tempo si sono realizzate a sostegno dell’iniziativa e a tutti quelli che per tali organizzazioni hanno lavorato”. Anche lei comunque ha fatto la sua parte… “Certamente non mi sono tirato indietro, infatti, insieme all’On. Michele Bordo, Presidente Commissione Politiche comunitarie abbiamo messo a punto una risoluzione con motivazioni molto importanti e che impegnasse il Governo al sostegno dell’iniziativa. Sostegno che poi, anche grazie alla presidenza italiana del semestre europeo, si è concretizzato”. A questo punto i finanziamenti 2014 - 2020 sono utilizzabili? "Era importante - continua Lodolini - che la Macroregione fosse operativa all'inizio del nuovo ciclo politico europeo e potesse quindi attingere alle nuove risorse messe in campo con la programmazione 2014-2020. Senza dimenticare le risorse aggiuntive (300 miliardi) messe a disposizione dal presidente Juncker. La Macroregione avrà la possibilità di attivare nuovi investimenti, di moltiplicare le risorse ora a disposizione delle Regioni. Da una parte abbiamo i fondi per tutte le varie regioni e a questi si aggiungono quelli che arriveranno dai progetti di quelle che si affacciano sull'Adriatico e degli altri Paesi”. Quali sono i settori sui quali puntare maggiormente? “Direi che i 4 pilastri della strategia macroregionale sono tutti veramente importanti e quindi vanno necessariamente seguiti e monitorati tutti e in modo organico. Se però dovessi fare una classifica di priorità, direi trasporto marittimo e blu economy, cultura e turismo e ambiente”.

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MACROREGIONE ADRIATICO-IONICA: NUOVE OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI Al via il Master dell’Università di Teramo in “Diritto e impresa nella macroregione Adriatico-Ionica”

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n un momento di crisi sociale che investe, in negativo, anche l'occupazione giovanile, ogni tanto appare uno spiraglio, una buona notizia che fa ben sperare in una prossima ripresa economica, specialmente per quello che riguarda il futuro dei nostri giovani che saranno gli imprenditori del nostro Paese. Qualcosa di positivo insomma ogni tanto si muove, ed è quindi anche un piacere e sollievo darne notizia e ampia diffusione.

Le Camere di Commercio di Teramo e di Frosinone hanno istituito 20 borse di studio che copriranno l’intero costo d’iscrizione al Master dell’Università di Teramo in “Diritto e impresa nella macroregione Adriatico-Ionica”. “Il 22 e 23 gennaio scorso – ha spiegato Gianluca Sadun Bordoni, coordinatore del Master si è tenuto ad Ancona il primo Governing Board della strategia europea per la macroregione AdriaticoIonica (EUSAIR). Tale strategia, adottata ufficialmente dall’Ue nel Consiglio Europeo del 24 ottobre 2014, si propone di incrementare la cooperazione tra gli otto Paesi che compongono la macroregione: quattro facenti parte dell’Unione europea, e cioè Italia, Slovenia, Croazia e Grecia, e quattro che non ne fanno parte, e cioè Albania, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. Le principali aree individuate – ha continuato riguardano la “blue economy”, le reti energetiche e dei trasporti, la qualità dell’ambiente, il turismo sostenibile. Quindi l’Università di Teramo – ha concluso Sadun Bordoni con il Master in Diritto e impresa nella macroregione Adriatico-Ionica offre tempestivamente un inedito percorso formativo per consentire agli studenti italiani e degli altri Paesi dell’area di usufruire appieno delle opportunità offerte da questa nuova dimensione dell’integrazione europea nell’area adriatica, la nostra area. Il Master, integrato dagli stage presso istituzioni e imprese, consentirà agli studenti di approfondire i principali temi economici, giuridici e politici dell’integrazione Adriatico-Ionica, aprendosi ai nuovi scenari e alle nuove prospettive, anche occupazionali, che questo processo è destinato certamente ad aprire”. Il Master sarà realizzato grazie al sostegno delle Camere di Commercio di Teramo e di Frosinone, in collaborazione con l'Università di Tirana e con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico della Repubblica d'Albania. Mafalda Bruno

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www.unite.it

.Macroregione Adriatico Ionica


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PORTO DI ANCONA E INTERMODALITÀ Il 27 marzo alla Loggia dei Mercanti di Ancona si terrà il convegno organizzato da YoungShip Italia

Intermodalità: opportunità di crescita per il porto di Ancona”. Questo il titolo del convegno che YoungShip Italia organizzerà ad Ancona il 27 marzo alle ore 10.30 nella suggestiva cornice della Loggia dei Mercanti. L’evento anconetano s’inserisce all’interno di una strategia che prevede una serie d’iniziative itineranti che caratterizzeranno la vita associativa di questo 2015. I relatori che interverranno nella tappa marchigiana saranno: Simona Coppola, Presidente di YoungShip Italia, Tito Vespasiani, Segretario Generale Autorità Portuale di Ancona, Ida Simonella, Assessore al porto Comune di Ancona, Angelo Aulicino, Manager Hub Intermodali e Logistici, Angelo Accomando, Direttore commerciale Captrain Italia, Gianfranco De Angelis, Funzionario della Direzione Generale per il trasporto stradale e l'intermodalità del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Andrea Appetecchia Direttore Isfort. Modererà l’incontro Gabriele Costantini, direttore del periodico Adriaeco. “Abbiamo l’obiettivo di promuovere incontri in tutta la penisola da Nord a Sud – ha detto Simona Coppola presentando l'iniziativa – in modo da coinvolgere, nella vita associativa, la maggior parte dei nostri membri. Siamo soddisfatti del la riuscita dell'evento di Livorno e siamo felici di continuare il nostro percorso raggiungendo i nostri associati di Ancona e quanti vorranno unirsi a noi. Proseguiremo questi eventi, pensati con la formula del road-show, nei porti di Bari e Genova. E’ di particolare interesse per noi raggiungere tutti i membri di YoungShip Italia e trattare, in ogni porto, temi attuali e di particolare interesse per il territorio”. L'evento di Ancona punterà a mettere in luce l'integrazione tra i differenti nodi infrastrutturali che hanno una valenza strategica importantissima e non solo nell'Adriatico dove, tuttavia, molto si sta facendo per aggregare i porti connettendoli alle Reti TEN-T in particolare dopo l'estensione del corridoio Helsinki - La Valletta che include 3 diramazioni

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verso i porti di Ancona (via Bologna), Livorno e La Spezia (via Pisa - Firenze). L’ottimizzazione dell’intera filiera della logistica e del trasporto delle merci e dei passeggeri è oggi un obiettivo imprescindibile per aumentare la competitività del trasporto marittimo e la sua integrazione nella catena logistica. Sostenere investimenti infrastrutturali per l'accessibilità dei porti da terra e promuovere azioni politiche e strumenti finanziari per favorire il trasferimento modale sono, d’altronde, obiettivi comuni e condivisi da tutti gli stati membri dell’Ue. In assenza di risorse e nell'esigenza stringente di offrire risposte al territorio, la sfida si gioca sui servizi ed è qui che occorre un deciso cambio di marcia per aumentare la competitività di un intero sistema. Fabio Lo Savio

Che cosa è YoungShip Italia Costituita nel luglio 2013, YoungShip Italia è il branch italiano dell’associazione internazionale YoungShip International costituita in Norvegia e che conta a livello mondiale oltre 3.000 iscritti. YoungShip Italia riunisce giovani tra i 20 ed i 40 anni che operano per ragioni di lavoro o di studio nell’ambito dell’economia e dell’industria marittima. L’associazione si propone di divulgare la cultura del mare fra i giovani per avvicinarli alle professioni marittime in tutti i suoi aspetti, un tavolo di lavoro permanente che possa far dialogare settori complementari e che hanno tuttavia poca occasione di comunicare tra loro. Di seguito le cariche associative in auge per l’anno 2015. • Simona Coppola, Presidente. • Andrea Poliseno, Vice-Presidente Sud Italia, Sicilia inclusa. • Aldo Negri, Vice-Presidente Centro Italia, Sardegna inclusa. • Carolina Villa, Vice-Presidente Nord Italia, dalla Liguria in su. • Federica Archibugi, Segretario Generale. • Angeelijs Brizzi, Tesoriere. • Giulia De Paolis, Responsabile dei rapporti con YoungShip International, dei rapporti con le associazioni straniere e del web. • Alessandro Talini, Responsabile comunicazione, marketing e rapporti con la stampa. • Andrea Morandi, Responsabile organizzazione convegni e formazione. • Luisa Mastellone, Responsabile ricerca nuovi associati

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GIOVANI IN SINERGIA Il Gruppo Giovani Federagenti si è incontrato ad Ancona per discutere su opportunità e competitività del sistema portuale

Corrado Fois presidente Gruppo Giovani Federagenti

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n interessante incontro quello organizzato dal Gruppo Giovani Federagenti ad Ancona sul finire dell’anno che ha messo in luce il dinamismo e la cooperazione che contraddistinguono la costala degli under 40 protagonisti in aziende associate alla Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi.

Nata 10 anni fa il Gruppo Giovani si propone di raggiungere diversi obiettivi quali quello di approfondire la conoscenza della realtà economica politica e sociale contemporanea; promuovere lo studio, il dibattito, e la divulgazione di temi inerenti al settore in cui operano le imprese associate; favorire la reciproca conoscenza, la crescita professionale e la formazione degli associati; contribuire alla vita associativa di Federagenti con entusiasmo, idee, e iniziative, che aiutino la Federazione ad affrontare le sfide del futuro; collaborare con altri "Gruppi Giovani" che operano in ambiti collegati alle attività delle aziende associate, con lo scopo di condividere le proprie esperienze, e di promuovere iniziative comuni. Il presidente è Corrado Fois e il Consiglio direttivo è composto da Federica Archibugi, Simone Carlini, Cinzia Cincotta, Emilio Geraci, Luisa Mastellone, Giovanni Masucci, Elisabetta Masucci, Aldo Negri, Giorgio Palomba, Giuseppe Totorizzo e Carolina Villa. Corrado Fois, 38 anni, dopo la laurea in economia all’Università Bocconi di Milano, ha iniziato la sua carriera nell’ambito della consulenza manageriale presso la multinazionale Accenture. Fois è amministratore delegato di varie società del settore dello shipping e nell’ambito delle attività della Federagenti è membro della commissione Container. In passato ha ricoperto la carica di presidente del gruppo giovani agenti marittimi della Sardegna e di vice presidente del gruppo giovani agenti marittimi italiani. Ora è membro delle commissioni consultive portuali di Cagliari e Arbatax. “Questi sono incontri di grande importanza – ha dichiarato Fois – che permettono di cementare le relazioni e di pianificare azioni sinergiche fra noi associati. Con questo evento abbiamo chiuso il 2014, ma abbiamo già calendarizzato tutta una serie di meeting per tutto il 2015 che toccheranno scali d’importanza fondamentale per l’intero sistema logistico – trasportistico nazionale”. Ci sarà un nuovo happening anche nelle Marche? “Abbiamo chiuso il 2014 e torneremo in questo scalo a marzo del 2015. Ancona, d’altronde è elemento strategico prioritario per tutta una serie di attività che riguardano i core business delle nostre aziende. Una porta privilegiata a Oriente su cui gravitano interessantissime realtà”.

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BASTA CAMPANILISMI Porti polivalenti, ma criticità comuni per gli scali italiani, troppo immobilismo sulle iniziative di sviluppo

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ichele Pappalardo, presidente della Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi era anch’esso presente all’incontro e, a margine ha dichiarato: “L’anno che si va a concludere (2014 ndr) non è stato dei più facili, sicuramente è stato un altro anno di crisi, di grossi problemi. Da un lato c'è stata la continua evoluzione del mondo dello shipping, dall'altro si continua ad assistere a un immobilismo pressoché totale sulle azioni che si dovrebbero intraprendere in Italia per sviluppare i nostri porti. L'Italia e impreparata a sostenere volumi di traffico che vanno nella direzione dei commerci, del gigantismo navale, delle nuove rotte e non riesce ad acquisire i nuovi mercati. Dobbiamo muoverci immediatamente". Quali sono, a suo avviso le azioni da compiere nell’immediato? “Affermo da sempre che in Italia non si muovono solo contenitori. Tanto è vero che, quando andiamo a esaminare le merci movimentate, solo circa il 25% viaggia su container. Il resto riguarda liquidi, rinfuse, ro-ro, quindi altre categorie di mezzi di trasporto e di merci. L'intero sistema non può contare solo sui container. I porti italiani sono caratterizzati da una forte polivalenza, ma hanno, allo stesso tempo criticità e bisogni comuni. Il gigantismo navale ha delle conseguenze innegabili sulle infrastrutture e sono oggi necessarie opere di dragaggio praticamente su tutti gli scali della penisola. I fondali devono raggiungere i 16 o 17 metri, le banchine e le gru essere adeguate, senza dimenticare le aree retroportuali e la logistica integrata che devono evitare azioni di congestionamento del territorio così come, stiamo rilevando in alcuni porti del Nord Europa e degli Stati Uniti". E le azioni da compiere sul piano legislativo? “Il legislatore si deve muovere con un imperativo categorico che governi il suo agire che è questo: ogni decisione deve assolutamente tendere al bene del Sistema Paese. Una logica che parta da principi che esulino da quelli del campanilismo. Dico questo perché nel testo della legge di stabilità, appena approvato in Senato, sono stati assegnati, ad esempio, 40 milioni per il 2015-2016 e altri 55 milioni per il 2018, al progetto della piattaforma d’altura davanti al porto di Venezia. Ma allora che senso ha fare il piano nazionale se si assegnano risorse prima ancora della sua redazione? È come dire che chi riesce a far valere il suo peso va comunque avanti. Noi, invece, vorremmo che, fino a quando non saranno scritte le nuove regole del gioco, le bocce restassero ferme. Se si vuole dare un contentino a tutti, non ne usciamo più”. Gabriele Costantini

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Michele Pappalardo presidente Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi

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NON FARE IL “PROGETTONE” SAREBBE UN SUICIDIO Durante il primo mese del 2015 la movimentazione è stata pari a 1.883.981 tonnellate di merce, il 12,5% in meno rispetto a gennaio 2014

Galliano Di Marco presidente Autorità Portuale di Ravenna

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l calo più evidente in valore assoluto è per le derrate alimentari che da 237 mila tonnellate sono passate a 93 mila, registrando un calo del 60,9%, dovuto soprattutto alla farina di semi di soia. In diminuzione i quantitativi di coils sbarcati (-18,7%) ed in particolare quelli provenienti dalla Germania e da Taranto. Unico dato positivo quello relativo ai container che, con 15.935 TEUs, registrano un aumento del +23,0% rispetto a gennaio dello scorso anno. “Dopo oltre 20 mesi di crescita ininterrotta – commenta il Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco - gennaio segna un calo dei traffici del 12,5%, dopo che già dicembre aveva deluso le aspettative. Sicuramente il dato è legato anche alla stagionalità e a situazioni congiunturali che, si spera, non si protraggano nel tempo, ma non si può ricondurre esclusivamente a questi eventi. Da tempo diciamo che in assenza dei lavori di dragag-

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gio legati al Progettone, nei prossimi anni il traffico difficilmente potrà mantenere i livelli del 2014. Non mi stancherò mai di ripetere che l’unica salvezza per il Porto di Ravenna è il Progetto di Hub Portuale, attualmente al CIPE, per il quale sono già disponibili circa 220 milioni di finanziamenti pubblici. E’ notizia recente che il Ministro Lupi ha presentato a Bruxelles, alla Commissione Europea, un Piano Organico di interventi infrastrutturali con richiesta di finanziamento, interventi collegati al Nuovo Piano della Logistica che il Ministro ha ormai pronto. Dei 71 Progetti presentati, 15 riguardano il settore marittimo. Di questi 15, il più importante in termini economici, con un finanziamento richiesto alla UE di 29 milioni di Euro, è il Progetto “Hub Portuale di Ravenna”. Il Progetto era stato presentato, dopo un duro lavori di mesi, dall’Autorità Portuale di Ravenna al Ministero, nell’ambito dei bandi CEF (Connecting Europe Facility), proprio al fine dell’ottenimento di un cofinanziamento pari al 20% delle risorse relative alla parte lavori. La short-list dei Progetti sarà fatta dalla UE entro trenta giorni e l’esito dei finanziamenti richiesti, per i Progetti scelti, si saprà nel prossimo luglio. L’Autorità Portuale di Ravenna ha fatto una scelta precisa: il Progettone, riconosciuto dal Ministero e dal CIPE quale grande opera marittima, visto che grazie ad esso sarà, finalmente, possibile: svuotare le nostre casse di colmata, effettuare le operazioni di dragaggio e realizzare la Piattaforma Logistica collegata all’Hub. Questi sono i tre pilastri su cui sono stati e sono basati tutti gli Atti di programmazione regionale e nazionale e che sono stati recepiti nel nostro Progetto Definitivo. Non realizzare il Progettone – con la conseguente perdita delle risorse pubbliche (circa 250 milioni di Euro se si otterranno anche i 29 richiesti da Lupi alla UE) – sarebbe un vero e proprio suicidio sia politico che, soprattutto, imprenditoriale”.

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LA FERROVIA FANO – URBINO C’È L’Assise regionale, davanti a una rappresentanza dell’Associazione Ferrovia Valle del Metauro, ha approvato la mozione (20 favorevoli e 7 contrari) presentata da Adriano Cardogna, Presidente del gruppo Verdi in Consiglio regionale, per il ripristino della tratta ferroviaria Fano – Urbino Gianluca Carrabs, Amministratore Unico Assam

Adriano Cardogna, Consigliere dei Verdi

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anno vinto i Verdi e la ferrovia Fano - Urbino non è ancora morta. A febbraio il Consiglio regionale ha approvato con 20 voti a favore e sette contrari la proposta di revoca del decreto di dismissione della tratta. Non solo, l’approvazione impegna la Regione a chiedere alle Ferrovie dello Stato il trasferimento a titolo gratuito del tratto ferroviario alla Regione stessa. I Verdi contano di ottenere i fondi europei destinati al miglioramento delle ferrovie. Dopo questo successo, infatti, il prossimo obiettivo è di poter discutere su un progetto concreto entro un anno. La ferrovia era stata dismessa con un decreto ministeriale nel 2012, il voto di febbraio rappresenta il desiderio del Consiglio Regionale di riattivare, i 50 chilometri dismessi. “Siamo veramente soddisfatti –ha dichiarato Gianluca Carrabs – per l’approvazione in tempi stretti della nostra mozione che sarà inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Società Ferrovie dello Stato, alla Rete Ferroviaria Italiana e alla Fondazione Ferrovie dello Stato perché crediamo che questa sia una battaglia strategica per favorire sia il riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra sia una mobilità alternativa ed ecologica e per i marchigiani e per i turisti”. “Abbiamo solo un consigliere in Regione, Adriano Cardogna, che è riuscito ad ottenere 20 voti favorevoli e sette contrari per l’approvazione della nostra proposta di ripristino della ferrovia - ha continuato Carrabs - sostenitori di sinistra e di destra per immaginare uno sviluppo diverso che colleghi Fano e Urbino”. Il progetto dei Verdi è di ricostruire un treno che percorra lo stesso tragitto del vecchio, eventuali cambiamenti saranno valutati al fine di valorizzare il paesaggio del Montefeltro. “Viaggiare verso Urbino sarà un piacere per la vista e per il gusto – ha spiegato Carrabs – abbiamo già parlato con Slow Food e hanno valutato

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con interesse il nostro progetto: vorremmo che ci fossero delle tappe durante le quali il treno si fermerà e permetterà ai visitatori di conoscere la cucina e le specialità dell’urbinate”. “M’impegno – chiude Carrabs – a sollecitare le Istituzioni competenti a risponderci e a portare loro il progetto preliminare di manutenzione straordinaria e adeguamento della tratta Fano - Urbino che l’Associazione FVM sta predisponendo, soprattutto alla luce dell’intesa tra il Ministero dell’Economia e la Banca Europea per gli Investimenti, che prevede un finanziamento di 950 milioni di euro destinati al sostegno d’interventi di ammodernamento della rete convenzionale italiana, categoria nella quale rientra la quasi totalità delle linee regionali o complementari/secondarie italiane. Non ci sarà il treno per i turisti – termina – ma ci saranno i turisti per il treno”. “La mozione – ha dichiarato Adriano Cardogna – ha l’obiettivo di attivare tutte le procedure necessarie a chiedere alle Ferrovie dello Stato la revoca del decreto di dismissione della tratta. Inoltre nella stessa abbiamo proposto il trasferimento gratuito della titolarità della tratta, dalle Ferrovie dello Stato alla Regione Marche, una procedura che se realizzata potrebbe dare l’opportunità di predisporre e promuovere un progetto integrato inseribile nella programmazione europea 2014-2020 usufruendo così di risorse utili a riattivare la ferrovia. Abbiamo la responsabilità come Consiglieri regionali di recuperare un’infrastruttura dal valore sociale e patrimoniale enorme”. “Ora – finisce Cardogna – monitoreremo passo dopo passo l’iter delle richieste che abbiamo rivolto al Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca, in modo da accertarci che siano pervenute al tavolo delle Ferrovie dello Stato e cercare, così, di raggiungere l’obiettivo preposto”.

www.consiglio.marche.gov.it

.Mobilità sostenibile


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UN SERVIZIO A 360° 35 anni di storia e oltre 40 addetti. Questi i numeri della Zanini Antonio, azienda di servizi di Martignacco in provincia di Udine

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on oltre 35 anni di storia la ditta Zanini Antonio di Martignacco (UD) conta oggi più di 40 addetti. Nata nel 1979 come azienda di servizi si è poi sviluppata nel corso degli anni andando a crescere e specializzandosi progressivamente. In origine l’impresa operava nel settore agricolo, ma si è in seguito indirizzata nelle opere di manutenzione e realizzazione del verde pubblico e privato, nella realizzazione di parchi, giardini, aree verdi attrezzate e impianti sportivi. Poi si è introdotta nell’ambito nella bonifica delle aree degradate, ottenendo le iscrizioni necessarie per la gestione e il trattamento dei rifiuti. Di fatto, la ditta Zanini Antonio nel 1990 s’iscrive all’Albo Nazionale Gestori Rifiuti per il trattamento e il trasporto di rifiuti urbani, speciali, ingombranti e pericolosi, ottenendo altresì le autorizzazioni per la bonifica di siti e materiali contenenti amianto. Nel corso degli anni, la Zanini Antonio si è anche indirizzata nella realizzazione e manutenzione delle infrastrutture, quali strade, piazze, parcheggi, urbanizzazioni. In seguito si è introdotta anche nel settore delle costruzioni edili, residenziali, artigianali, industriali e commerciali. Con il titolare, Antonio Zanini, abbiamo discusso di quelle che sono a oggi i punti di eccellenza di questa realtà imprenditoriale. Quali sono le vostre aree di business? “Agli inizi, fine anni ’70, l’attività era prevalentemente legata al settore agricolo. Il passaggio alla manutenzione del verde pubblico e privato è stato quasi naturale. Con un occhio vigile alle problematiche ambientale abbiamo, in seguito, sviluppato tutti i servizi legati all’ambiente coinvolgendo il settore dell’edilizia e delle grandi infrastrutture. Tutto questo ci ha permesso di accrescere le nostre professionalità e, di conseguenza, il numero dei dipendenti”. In quali e quante regioni operate? “La nostra attività si sviluppa su tutte le regioni del Nord – Est. Al momento non operiamo all’estero, ma non escludo che in tempi relativamente brevi avremmo la possibilità di affacciarci anche a questo importantissimo mercato”. Quali sono, a vostro avviso, i settori su cui si potranno fare investimenti nel medio – lungo periodo? “Credo sia necessaria una premessa per rispondere a questa domanda. Ora la difficile fase di economica ha certamente colpito alcune aree su cui si operava. Penso, ovviamente, all’edilizia uno dei settori maggiormente sfavoriti da questa difficile congiuntura che, ormai, da più di 5 anni colpisce il settore. Tuttavia vi sono, a mio avviso, settori che hanno reagito in maniera plastica alla crisi. Penso a tutti i servizi legati all’ambiente e, ad esempio, a tutte le attività che svolgiamo nelle grandi infrastrutture. I porti ad esempio sono una prova di quanto sopra espresso. Nell’area adriatica, inoltre, vi sono situazioni da monitorare e, non son poche le iniziative a livello comunitario che spingono in questa direzione”. Gabriele Costantini

La sede della Zanini Antonio

Ravenna, Cruise Terminal

Ravenna, la Marina

Ravenna, il porto

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www.zaniniantonio.it

.Case History


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ESPERIENZE DI LAVORO ALL’ESTERO Luciano Giorgi: un’intensa carriera professionale spesa per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali e di pubblica utilità

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opo avere conseguito una laurea in ingegneria nucleare all’Università di Bologna, l’ingegner Luciano Giorgi, lascia l’Italia con destinazione Montenegro, al tempo regione dell’ex Jugoslavia, colpita da un grave sisma.

Luciano Giorgi

Le opere di ricostruzione di cui si occupa sono ospedali, policlinici, università, scuole, tribunali e edifici pubblici nei maggiori centri del montenegrino. Da lì la sua carriera prosegue verso una realtà più difficile pericolsa e impegativa: la Nigeria, dove contribuisce alla realizzazione di una grande centrale idroelettrica, Shiroro Hydroelectric Project, che ha lo scopo di fornire energia elettrica e acqua potabile a una grande regione, il Niger State. A livello personale, si adopera nei villaggi limitrofi alla realizzazione di pozzi i quali portano incisi sul coperchio le sue iniziali. La sua opera prosegue poi in vari stati del Medio ed Estremo Oriente, sempre con le stesse finalità. Questa esperienza maturata “in prima linea” gli ha ora riservato un riconoscimento internazionale di grande prestigio. Infatti, il CMD GROUP (Crisis Menagement & Developement Group) l’ha appena nominato membro onorario dell’Advisory Board. Il CMD GROUP è formato da un gruppo di professionisti di fama internazionale che, a stretto contatto con il Presidente e i vari ministri della Repubblica del Sudan del Sud, sta costituendo una piattaforma che promuove la pace e la realizzazione accelerata dello sviluppo d’infrastrutture, necessarie per portare acqua potabile, elettricità, educazione scolastica, assistenza sanitario-ospedaliera alle popolazioni. L’appena costituito stato del Sud Sudan, con capitale Juba, ha recentemente conquistato l’indipendenza dal Sudan stesso, pertanto la finalità del CMD GROUP è di promuovere in tempi rapidi una crescita economica che possa dare alla popolazione la possibilità di creare condizioni di vita migliori. E non solo, uno dei compiti più impegnativi del CMD GROUP è di rendere possibile lo sviluppo agricolo e industriale dello stato, selezionando le migliori imprese internazionali con le specifiche competenze tecniche e qualitative in grado di garantire la realizzazione delle opere nei tempi previsti dal programma, e utilizzando, per finanziarlo, lo sfruttamento delle abbondanti risorse naturali dell’area. Anche se da anni risiede in Malesia, Luciano Giorgi è sempre un nostro concittadino e a lui vanno le nostre congratulazioni per questa carica onorifica e, soprattutto, per l’intento che essa comporta.

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Italiani nel mondo

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CRESCERE NELLA COOPERAZIONE INCONTRO TRA I MONDI DI SCUOLA E BANCA Al via la IX edizione del progetto del progetto di educazione cooperativa Crescere nella cooperazione: tanti gli elementi di continuità e d’innovazione che ne caratterizzano l’edizione 2014-2015

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l 30 settembre 2014, presso la sede della Federazione marchigiana delle Banche di Credito Cooperativo – alla presenza di dirigenti scolastici e docenti, di presidenti e referenti della BCC – ha preso l’avvio la IX edizione del progetto marchigiano di educazione cooperativa Crescere nella cooperazione: in quella sede a più voci, sono stati illustrati gli elementi di continuità e d’innovazione che ne caratterizzano l’edizione 2014-2015. È subito emersa una prima evidenza: la ormai annosa storia del progetto non può più essere interpretata nella sua sola dimensione quantitativa, ma, a buon diritto, può essere assunta come indicatore di qualità. Anno dopo anno, infatti, accanto alla conferma dell’ampia partecipazione delle scuole, si è registrata un’emergenza sempre più fitta delle pratiche didattiche e imprenditoriali di eccellenza, frutto dell’entusiasmo e dell’impegno sempre più diffusi da parte di docenti e studenti, nonché della sensibilità dell’Ente promotore – e delle BCC della regione – che hanno accettato di proporre e sostenere un progetto a complessità crescente, aperto ai suggerimenti, alle esigenze e ai bisogni formativi espressi dalle scuole. Allo stato attuale, dunque, si può parlare del progetto come di una vera e propria ricercaazione la cui caratteristica, come è noto, è quella di istituire un circolo virtuoso tra le ipotesi di ricerca e la concreta realizzazione dei principi axiologici e didattici sottesi. Detto altrimenti, nella ricerca-azione la teoria fonda e guida la pratica e, d’altra parte, quest’ultima modifica e perfeziona la teoria. Nella ricerca-azione, inoltre, il cambiamento, che è l’obiettivo di ogni azione educativa, riguarda tutti i soggetti in gioco: nel nostro caso, docenti, studenti, coach, formatori, operatori delle BCC. Come hanno testimoniato coloro che hanno realizzato l’edizione 2013-2014, il progetto Crescere nella cooperazione da un lato presuppone e dall’altro mira a formare una scuola generosa e audace, oltre che competente e umile, che non si lascia scoraggiare dalle numerose e crescenti difficoltà legate alla sua funzione. La domanda che sorge spontanea è: quali interessi comuni possono legare la banca alla scuola, tanto da renderne fecondo il rapporto? Da quanto è emerso dai vari interventi, l’incontro tra i due mondi – scuola e banca – apparentemente così lontani, è assai più ricco di quanto non sia il legame meramente economico che si presuppone tra le due istituzioni. Entrambe, infatti, hanno profondamente a cuore la dimensione del futuro e guardano con apprensione e speranza alle giovani generazioni, entrambe hanno bisogno di revisione e rinnovamento, di radicamento e di cultura; entrambe devono impegnarsi a fondo per raggiungere i propri obiettivi; entrambe si appassionano a grandi imprese. Alla comprensione piena del progetto gli insegnanti – a quanto emerge dalle loro dichiarazioni – si sono avvicinati gradual-

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La responsabile didattica del progetto professoressa Bianca Maria Ventura

mente, vincendo le iniziali diffidenze e la paura del carico di lavoro che esso comporta, lasciandosi trasformare da stimoli, consigli e proposte e vivificando le esperienze professionali precedenti con nuovo entusiasmo e nuova creatività. Gli alunni, d’altra parte, avendo avuto la possibilità di discutere e decidere insieme, si sono sentiti protagonisti e responsabili. Del progetto allora vale la pena di ricordare i principi fondanti che sono anche gli elementi della sua continuità. Il fondamento axiologico del progetto risiede nella solidarietà, naturale propensione umana ad associarsi per affrontare difficoltà ed ostacoli e risolvere problemi comuni. Su di essa si fonda la cultura cooperativa e da essa discende il dovere personale e collettivo di riconoscere a tutti e a ciascuno il diritto di essere e di realizzarsi. Il presupposto antropologico della cultura cooperativa, d’altra parte, risiede nella dimensione relazionale dell’essere umano (Aristotele), la cui realizzazione è possibile solo nel rapporto con l’altro (M. Buber), poiché coessenziali sono l’io e l’altro (P. Ricoeur) e, soprattutto perché l’altro costituisce per l’io vincolo etico ed orizzonte di senso (E. Levinas). Questi principi, però, ancorché condivisi a livello teorico, nelle azioni quotidiane sono spesso disattesi: di qui la necessità di assumerli come oggetto privilegiato di interventi educativi forti, capaci di tradurre la conoscenza in competenze per la vita, a partire da un’idea semplice e rivoluzionaria - «L’unione fa la forza!» - che nel lontano 1843 ha guidato i probi pionieri di Rochdale alla fondazione del primo spaccio cooperativo, frutto di impegno, condivisione, azione sistematica, responsabilità e rispetto delle regole. Ispirandosi a storie esemplari come questa, il progetto prescrive una didattica centrata sul fare, sul costruttivismo e sul lavoro cooperativo ed inclusivo, su forme di valutazione che promuovono ed orientano, senza discriminare, senza escludere. Il fine è il potenziamento della dimensione relazionale degli alunni, attraverso la promozione della capacità di conoscersi e di valorizzarsi, di produrre insieme qualcosa di utile per sé e per gli altri. Allo scopo di facilitare il raggiungimento di quest’ardita finalità educativa, il progetto si è arricchito negli anni di nuove stimoli e proposte. Bianca Maria Ventura

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Cooperazione scolastica

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SICILIA: BOOM DI PASSEGGERI PER L’AEROPORTO DI COMISO

Erano 312.000 fino al giorno di Natale. Lo riferisce il presidente della società di gestione (So.A.Co), Rosario Dibennardo. "È un risultato - spiega - superiore alle attese. Il piano industriale prevedeva un traffico di 200/250.000 passeggeri nel primo anno. Abbiamo abbondantemente superato tale soglia". "Comiso è stato inserito nel piano nazionale degli aeroporti - aggiunge – e questo ci darà la possibilità di usufruire dei servizi Enav a carico dello Stato, come negli altri scali. Noi, per ora, abbiamo i servizi di torre pagati direttamente, grazie ai fondi per lo start up, messi a disposizione dalla Regione. Ma quei 4,5 milioni di euro finiranno a maggio 2015". La Regione e il ministero dei Trasporti stanno discutendo su questo e sicuramente si troverà una soluzione. Non è possibile interrompere il servizio per alcuni mesi". "Nel 2015 - termina Dibennardo - il nostro piano industriale prevede la soglia di 450.000 passeggeri, anche se puntiamo a superare il mezzo milione. Stiamo puntando su alcune rotte internazionali e soprattutto sulle tratte italiane più attese, Bologna e Verona o Venezia. Torino lo abbiamo già, con Fly Hermes. Rynair è interessata a incrementare: per l'estate tornerà Dublino, non sarà invece confermata Kaunas, in Lituania. Ma potremmo averne altre, più redditizie".

Sul finire del 2013 molti tra studiosi ed economisti avevano predetto che il 2014 sarebbe stato l’anno della ripresa. “Anche il Centro Studi di Confindustria – afferma Natale Mazzuca, presidente Unindustria Calabria aveva scritto che l'economia italiana avrebbe invertito la rotta e sarebbe cresciuta, seppur di poco. Una previsione che purtroppo non ha trovato rispondenza, facendo invece segnare un ulteriore - 0,5%, che sommato ai nove punti di perdita cumulati dal 2007 (che diventano 25 per l'industria e oltre 40 per le costruzioni) restituisce la fotografia di un Paese in gravissime difficoltà e di un territorio, quello calabrese, in crisi cronica e persistente. Tale situazione si riscontra ogni giorno, purtroppo, all'interno delle imprese, così come nella gestione della vita familiare e lavorativa, per chi ha la fortuna di avere un lavoro. Sono il Mezzogiorno e ancor di più la Calabria – prosegue Mazzucca – le aree che stanno pagando il conto più salato alla crisi complessiva, anche per le impostazioni date alle misure di politica economica assunte negli ultimi anni. Che molto dipenda dalla struttura economica del Sud, è di assoluta evidenza, ma che tanto e anche di più, considerati i tempi, sia a causa delle scelte effettuate a livello nazionale, come dimostra un recentissimo studio della Banca d'Italia, è meno noto e quasi per nulla evidenziato dai decisori politici meridionali, del tutto assenti dai temi di dibattito e quindi lontani dalla percezione e dalla consapevolezza della pubblica opinione”.

BASILICATA: PER MATERA PRIMO NATALE DA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA

CALABRIA: CRISI È CRONICA E PERSISTENTE

Natale Mazzuca presidente Unindustria Calabria

Si è respirata aria di festa con numerosi turisti che passeggiavano nel centro storico e nei Sassi di Matera. In piazza Vittorio Veneto – dove sono stati allestiti i mercatini – in molti hanno scattato selfie sotto l’Albero dell’Ulivo, realizzato con 36mila luci a led e hanno visitato il “Palombaro”. Alcune comitive, in particolare italiani, hanno scelto anche le località del Parco della Murgia, che, insieme ai Sassi, hanno fatto da scenografia naturale a celebri film come “Il Vangelo” di Pasolini e “The Passion” di Mel Gibson, mentre la città si prepara a ospitare nei primi mesi del 2015 le riprese del remake del kolossal “Ben Hur” con Morgan Freeman. Secondo quanto reso noto dal presidente del Consorzio albergatori materani, Gregorio Padula, “si sono registrate buone presenze di turisti; un dato in controtendenza rispetto ad altre zone del Paese. Anche grazie alla designazione a Capitale europea della Cultura, le presenze, anche nei “B & B”, sono aumentate rispetto agli anni precedenti in pariticolar modo in concomitanza con la grande festa “europea” del Capodanno in piazza e con il Presepe vivente in programma dal 2 al 5 gennaio”.

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PUGLIA: INVESTIMENTI SULLA BANDA ULTRA LARGA

Loredana Capone assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia

Una Puglia sempre più veloce e agile, con una burocrazia più efficiente. È questa che farà della banda ultra larga l'infrastruttura portante dell'intero sistema economico e sociale regionale. Saranno 148 i Comuni pugliesi che, entro giugno 2016, beneficeranno della connettività a fibra ottica: 2.682.311 cittadini, 47 aree produttive (ASI e PiP) e 1.217.690 unità immobiliari. Duemila chilometri di rete ottica e un beneficio occupazionale di almeno 500 occupati per i primi tre anni nei settori impiantistico, civile, elettronico e delle telecomunicazioni. L'intervento produrrà ricadute occupazionali a lungo termine e farà stimolo al mercato delle telecomunicazioni sia per i produttori di apparati, sia per gli operatori e per l'indotto. A realizzare l'opera la Società Telecom Italia S.p.A., vincitrice del "bando regionale per lo sviluppo delle Rete a Banda Ultra Larga nella Regione Puglia", con un investimento complessivo di 95.068.000 di euro di cui 61.728.411,35 di euro di contributo regionale. "È una nuova è importante sfida globale - ha detto Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia - cittadini, imprese ed enti pubblici avranno a disposizione un 'contenitore enorme'. Spetta a loro riempirlo di contenuti e questi contenuti potranno migliorare la qualità della vita di tutti. Ciascuno potrà avere a disposizione un modo potente per comunicare, allo stesso modo, con il vicino e con il resto del mondo”.

Ferro gomma e mare, alto medio e basso Molise: 91 milioni di euro per una viabilità potenziata, sicura e rispondente in tutto il territorio ai bisogni dei cittadini e alla sottesa idea di sviluppo derivante. Il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, e l'assessore al ramo, Pierpaolo Nagni, hanno presentato l'imponente piano di opere e interventi da appaltare nei prossimi dodici mesi in aggiunta ai 44 milioni già stanziati per il sistema idrico integrato e ad altri 4 milioni di economie riprogrammate per un totale di circa 140 milioni di euro. Un quadro infrastrutturale, quello indicato dal governatore e dall'assessore, che, attraverso recupero e riprogrammazione delle risorse Fsc 20072013, prende forma da un primo passo naturale: la fotografia dell'esistente. "Troppe - l'osservazione congiunta di Frattura e Nagni - le opere programmate senza che però siano state realizzate o, come in molti casi, ultimate. Noi vogliamo portare a termine tutte le incompiute. Siamo partiti da qui, coniugando, grazie al confronto diretto con gli amministratori locali, emergenze e necessità territoriali al potenziamento per noi prioritario della rete ferrata, tra elettrificazione e metropolitana leggera". Zone interne, principali aree cittadine e costa: 55 gli interventi, per i quali è certa la copertura finanziaria, programmati con una logica basata su un'attenzione capillare del territorio.

ABRUZZO: MACROREGIONE ADRIATICO IONICA, ALESSANDRINI A SUM-

MOLISE: 91 MILIONI PER LE INFRASTRUTTURE

Lo scorso dicembre a Rimini, promosso dalla Presidenza Italiana del Consiglio dell'Unione Europea si è svolto il convegno, aperto dal sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi dal titolo: 'Strategia UE per la Regione Adriatico-Ionica: un ponte per l'Europa', organizzato nell'ambito del Semestre di Presidenza italiana dell'Unione Europea. Al convegno ha partecipato anche il sindaco di Pescara Marco Alessandrini che ha confermato che “la città intende conquistare un ruolo di prima fila nella governance della Macroregione Adriatico Ionica, per questo siamo stati presenti anche al lancio ufficiale di strategia e progetto, a Bruxelles. Una presenza attiva, perchè condividiamo la strategia dell'Unione per la Macroregione e la necessità che questa diventi un ponte per l'Europa di tutti i territori che animano i Paesi che ne fanno parte”. Temi che “sono stati centrali – ha continuato il sindaco - anche nella fitta serie di seminari e confronti che si sono svolti, a Pescara, in occasione della XVI Sessione Plenaria del Forum delle Città dell'Adriatico e dello Ionio e che ha visto il passaggio della presidenza dalla nostra città a quella di Kotor". "È indispensabile – ha concluso Alessandrini - accogliere le proposte che arrivano dalla base territoriale, iniziando a ragionare concretamente sulle possibilità di realizzazione di progettualità ad ampio respiro, attraverso i diversi programmi che l'Europa ci mette a disposizione”.

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UMBRIA: PROROGATA A FINE 2015 OPERATIVITÀ FONDO ANTICRISI

La Giunta regionale dell’Umbria ha prorogato al 31 dicembre 2015 l’operatività del Fondo anticrisi per le imprese istituito presso Gepafin, la società finanziaria controllata dalla Regione e partecipata da tutte le maggiori banche operanti in Umbria: lo ha annunciato l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Riommi. “Si tratta – ha detto Riommi – di uno strumento che agisce su operazioni di consolidamento di esposizioni bancarie esistenti, sulla concessione di linee di credito per lo smobilizzo del portafoglio commerciale, per affidamenti di conto corrente e finanziamenti finalizzati al sostegno del capitale circolante delle imprese. Nel 2014 sono stati 60 gli interventi deliberati dal Fondo, per un totale di un milione 300 mila euro di garanzie, a fronte di finanziamenti per oltre 5 milioni 400 mila euro, di cui 900 mila per consolidamento e la rimanente quota per liquidità”. Dal 2009 – ha concluso – sono stati deliberati complessivamente mille 562 interventi di garanzia a fronte di finanziamenti per oltre 173 milioni di euro, di cui 85 milioni di euro per consolidamento di esposizioni a breve e 88 milioni di euro per operazioni finalizzate al ripristino della liquidità aziendale”.

Due milioni e 405.848 euro di agevolazioni finanziarie sono la buona notizia che il nuovo anno porta alle imprese dell’information and communication technology (1,5 milioni) e dell’artigianato, commercio al dettaglio in sede fissa, moda e design (905.848 euro). Tutto questo è stato reso possibile da una misura varata dal Comune di Bologna con il bando Progetti d’impresa (ex Mambo), finalizzato all’insediamento e allo sviluppo di attività imprenditoriali per la qualificazione di alcune aree della città”. Le candidature potranno essere presentate a partire dal 2 febbraio ed entro il 31 marzo. Si tratta di un forte provvedimento di sostegno al lavoro e all’impresa e saranno molte le novità e le semplificazioni introdotte rispetto agli anni precedenti. Ad esempio, le imprese possono essere collocate in quasi tutto il territorio del capoluogo e sono messi a disposizione anche alcuni immobili comunali inutilizzati da affittare. Spazio anche ai fablab e alle altre forme di economia condivisa o sharing economy. Il bando assegna 2,4 milioni di euro di incentivi, in parte a fondo perduto e in parte come finanziamenti a tasso agevolato. Le agevolazioni finanziarie saranno concesse per un importo massimo di 150.000 euro per singolo progetto e nel limite massimo del 50% delle spese ammesse.

SAN MARINO: A BREVE NELLA WHITE LIST

Pier Carlo Padoan

EMILIA ROMAGNA: “PROGETTI D’IMPRESA”, OLTRE 2 MILIONI DI AGEVOLAZIONI

Fonti sammarinesi confermano l’avvenuta firma del decreto da parte del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e l’imminente pubblicazione del decreto stesso sulla Gazzetta Ufficiale. Il segretario di Stato per le Finanze e bilancio, Gian Carlo Capicchioni, e il segretario di Stato Affari esteri, Pasquale Valentini, esprimono soddisfazione per la notizia, che conferma i buoni rapporti tra i due Stati. La pace fiscale giunge al termine di un percorso di avvicinamento che si era avviato nel 2009 ma aveva poi subito una brusca frenata culminata con la decisione dell’allora ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, di imporre oneri documentali particolarmente severi agli operatori italiani che intrattenevano rapporti economici con soggetti sammarinesi. Di fatto compromettendo le relazioni economiche tra i due Paesi e creando le condizioni, specie con la normativa sullo scudo fiscale, per un massiccio rientro di capitali che ha messo in forte difficoltà l’economia del Titano. Difficoltà che si sono poi riverberate anche sulle migliaia d’italiani che lavorano a San Marino. Poi il governo sammarinese ha intrapreso con decisione la via della collaborazione con le autorità italiane e da una parte la caduta del segreto bancario e dall’altra l’accordo di cooperazione per la lotta al riciclaggio hanno creato le condizioni per una reciproca fiducia sfociata prima nella fuoriuscita dalla black list con un decreto del 14 febbraio scorso e ora nell’ingresso nella white list.

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VENETO: LIBRERIE IBS E LIBRACCIO, FUSIONE PADOVANA

Si chiameranno IBS + LIBRACCIO le librerie di Roma, Ferrara e Padova, che oggi sono di proprietà di IBS.it s.r.l. e conosciute dal pubblico come IBS.it Bookshop. La gestione dei punti vendita delle tre città sarà affidata al Gruppo Libraccio a partire dalla prossima primavera 2015. Ad annunciarlo sono IBS.it e Libraccio, storici marchi del mercato librario italiano che, da diversi anni, sono partners. Libraccio, catena indipendente, conta oggi 33 negozi in 21 città e partecipa a IBS.it con una quota del 5,2%. Le nuove librerie, IBS + LIBRACCIO, si propongono di realizzare un modello di punto vendita sempre più attento alle esigenze dei clienti, proponendo un maggior assortimento di titoli e un’offerta più ampia che abbraccia novità, best sellers, libri di narrativa, manuali e cataloghi di ogni genere, libri vari e introvabili, offerti sia nuovi che usati a prezzi scontati oltre che ritirati da stock direttamente dai magazzini delle Case Editrici. L’offerta del nuovo punto vendita sarà completata, sempre con la rigorosa filosofia del nuovo e usato, con le specializzazioni scolastiche/universitarie, con tutti i prodotti dedicati all’home entertainment senza tralasciare le novità dell’editoria digitale. Le librerie venderanno gli eReader Tolino e finalizzeranno la vendita di eBook in store.

Nel 2014 in provincia di Udine hanno chiuso i battenti tre imprese artigiane al giorno, in totale 1.100 nei dodici mesi. Con 900 nuove iscrizioni il tasso di natalità economica è drammaticamente basso, come hanno denunciato oggi i vertici di Confartigianato Udine. “I giovani fanno sempre più fatica a fare impresa – ha dichiarato il presidente Graziano Tilatti – evidentemente non lo considerano un affare conveniente e questo è drammatico. Senza imprese non ci sarà nuova occupazione e una ripresa del reddito”. Il futuro rimane fosco. Infatti, secondo le previsioni dell’associazione di categoria, non c’è in vista alcun giro di boa, né fine del tunnel almeno nella prima parte dell’anno. Il domani, quindi, è legato alle speranze: agganciare l’artigianato al trend positivo dell’export e delle aziende più strutturate che hanno sbocchi internazionali; continuare nel percorso di aggregazioni e nella storica capacità di piccola innovazione nelle piccole e micro imprese locali. “È il caso che tutta la classe dirigente, in cui ognuno deve assumersi la propria responsabilità – ha sentenziato Tilatti – si renda conto che né la diagnosi che abbiamo fatto finora né la cura applicata sono corrette. Vanno individuate nuove strategie immediate con effetto moltiplicatore su lavoro e sviluppo”.

TRENTINO ALTO ADIGE: HOUSING SOCIALE IN CRESCITA

FRIULI VENEZIA GIULIA: L’ALLARME DI CONFARTIGIANATO UDINE

Graziano Tilatti presidente Confartigianato Udine

Da non confondere con le case popolari “Housing Sociale” è nato per bilanciare il rapporto tra il costo di accesso all’abitazione e le disponibilità economiche reali delle famiglie che vorrebbero viverci. Gli alloggi possono essere dati in affitto, a canoni particolari, ma anche essere riscattati dopo alcuni anni come acquisto vero e proprio. La Regione Trentino Alto Adige e la Provincia Autonoma di Trento in particolare ci hanno sempre creduto, al punto da istituire un Fondo apposito. Il Fondo oggi sta dando i primi risultati, coinvolgendo imprese come PensPlan Invest Sgr e Finanziaria Internazionale, con la consulenza fiscale dello studio CBA, e su un investimento di 110 milioni di euro si prevede di consegnare in tutto 500 alloggi, sebbene i primi contratti siano soltanto 100. C’è da dire però che di questi 100, 40 sono già pronti e completi! Mentre si stanno cercando i primi inquilini, che andranno a vivere nei 40 alloggi a breve, si pensa al nuovo bando man mano che si completano i lavori di questo primo lotto. L’acquisto degli immobili sarà a uso residenziale, avrà uno sconto del 30% rispetto ai prezzi di mercato. Come detto, gli inquilini pagheranno un affitto, ma in base ai contratti, col tempo alcuni potranno anche riscattare l’appartamento e acquistarlo. La messa in moto di questo processo sta permettendo anche la ripresa del lavoro edile, primo tra tutti a fermarsi durante la crisi. E con la ripresa dei cantieri riparte tutto l’indotto. Esempi da seguire ed imitare se si vuole sostenere la ripresa.

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LOMBARDIA: CROWDFUNDING, MILANO METTE 400MILA EURO PER PROGETTI D’INNOVAZIONE SOCIALE

Il capoluogo lombardo crede nell’innovazione sociale e nelle reti condivise riguardanti l’aggregazione sociale per realizzare la smart city e dare il via a nuovi modelli di business e di economica urbana condivisa. L’assessore allo Sviluppo economico, Politiche per il lavoro, Università e Ricerca del Comune di Milano, Cristina Tajani, ha annunciato a fine dicembre 2014 risorse finanziarie per oltre 400 mila euro destinate a progetti di crowdfunding sul territorio cittadino. “Grazie a queste azioni di crowdfunding - ha dichiarato Tajani - i progetti innovativi ad alto contenuto sociale avranno un’opportunità reale per finanziarsi ed emergere oltre a favorire lo sviluppo di una città più innovativa e che guarda al futuro in maniera solidale”. Un altro passo in avanti di Milano, verso Expo 2015, nel percorso cittadino a sostegno d’imprese e startup per lo sviluppo di nuovi modelli economici più inclusivi, sostenibili e di forte impatto sociale. I progetti che riusciranno ad ottenere attraverso azioni di crowdfunding un finanziamento almeno pari alla metà dell’importo complessivo previsto per la propria realizzazione potranno beneficiare di un contributo da parte dell’Amministrazione per la restante parte non coperta, fino ad un importo massimo di 50 mila euro per ogni singolo progetto.

Il mercato dell'elettricità con l'inizio del 2015 è diventato libero in alcune nazioni della ex Jugoslavia, ma le condizioni sono piuttosto diverse da luogo a luogo. In Bosnia-Erzegovina i cittadini potranno acquistare energia elettrica oltre che da fornitori "tradizionali" da ben 24 fornitori che hanno ricevuto la licenza dal ministero ma non si intravedono grandi volumi di migrazione. Non si dovrebbe assistere a drastici cambiamenti neppure in Serbia, dove attualmente ci sono 80 fornitori di energia elettrica e dove soltanto i cittadini che hanno un consumo di circa 2.000 chilowattora al mese potranno scegliere se cambiare gestore. Da sottolineare inoltre che, l’Industria elettrica di Serbia (EPS) offre ancora prezzi migliori delle altre compagnie. In Montenegro al momento ci sono due fornitori di energia elettrica, Bonus Montenegro che fornisce energia alle grandi fabbriche di alluminio e Electric Power, che fornisce tutti gli altri. Quindi anche in questa nazione non è prevedibile nel breve periodo un massiccio cambiamento di fornitori. I consumatori sloveni e croati hanno già acquisito da un anno il diritto a scegliere da chi acquistare energia elettrica. L'anno scorso la compagnia pubblica di Zagabria, nelle prime settimane dopo l'apertura del mercato per la famiglie, perse quasi 2.000 clienti, dopo di che fu costretta ad abbassare i prezzi dal sei a sette per cento.

SLOVENIA: INDUSTRIA PIÙ PRODUTTIVA

BALCANI: ELETTRICITÀ, SI APRE IL MERCATO

Il 2014 è stato un anno positivo per il settore industriale della Slovenia. La produttività, relativa ai primi undici mesi del 2014 è, infatti, aumentata del 2% rispetto allo stesso intervallo gennaio-novembre del 2013. Le statistiche mostrano, inoltre, che nel mese di novembre si è raggiunto addirittura un incremento del 3%. Gli incrementi più sostanziali relativi al periodo considerato sono stati registrati nel settore manifatturiero (+3,8%) e nell'estrazione dei minerali (+1,5%), mentre il settore energetico nel suo complesso (elettricità e gas) ha fatto segnare il più grande calo pari al 13,8%. La Slovenia si può definire fuori dalla crisi economica che l'ha attanagliata per diversi anni. Oltre all'aumento della produttività industriale ci sono, infatti, altri fattori positivi che trainano l'economia del Paese. Su tutti la crescita delle esportazioni e delle importazioni.

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CROAZIA: IDROVOLANTE DA ANCONA ALL’ISOLA DI PAGO

La compagnia tedesca European Coastal Airlines (ECA), che ha la concessione per le linee d’idrovolante in Croazia, allarga la sua attività nelle regioni adriatiche. La società, che ha sede a Spalato, ha dato vita l’anno scorso a due tratte, la Resnik (Spalato) Gelsa, sull’isola di Lesina e la Resnik - Arbe - Zagabria, mentre nel 2015 sarà la volta di Novalja (Pago), di Vallegrande (Curzola) e dell’isola di Lagosta. Grazie all’iniziativa congiunta di amministrazione cittadina, Autorità portuale e assoturistica, Novalja (isola di Pago) potrà contare a partire da questa estate sulla linea di idrovolante che la collegherà a Resnik, Zagabria, Ancona, Zara e Fiume. Il collegamento sarà molto importante sia per la popolazione isolana, sia per la locale industria turistica e consentirà trasferimenti più economici. In questo momento, nella città di Novalja sono in corso i preparativi relativi alla costruzione del pontile per l’attracco degli idrovolanti, come pure la procedura di ottenimento della documentazione e dei permessi. Se non vi saranno intoppi, entro 3 - 4 mesi al massimo Novalja sarà pronta ad ospitare gli idrovolanti. Novalja è una località che da anni sta vivendo un boom turistico legato alla vicina spiaggia di Zrce, diventata meta del divertimento under 30. Il costo dei biglietti da e per Novalja non è stato ancora fissato, ma lo sarà entro la fine di marzo. Secondo gli addetti ai lavori, la trasferta su questo speciale tipo di velivolo - riapparso nel Quarnero dopo più di 70 anni - durerà tra Novalja e Zagabria una quarantina di minuti. Sulla Spalato - Novalja si impiegheranno pure 40 minuti, uno in meno del trasferimento da questo centro turistico isolano fino ad Ancona.

L’azienda veneta ha firmato un contratto di affitto di 190 ettari nella municipalità di Negotin, dove inizierà la produzione di nocciole biologiche. A febbraio anche la Ferrero aveva investito in Serbia nello stesso settore. Dopo la sottoscrizione, il ministro dell’agricoltura Snezana Bogosavljevic Boskovic ha detto che il contratto dura 20 anni e che è rinnovabile per un periodo altrettanto lungo. Stando alle parole del ministro, la compagnia italiana – che in Serbia ha aperto la controllata Bioleska – avrebbe intenzione di ampliare i terreni coltivati fino a una superficie di 3000 ettari e che l’investimento potrebbe toccare una cifra tra i 20 e i 30 milioni di euro. L’azienda Rigoni è già presente in Bulgaria, dove negli ultimi dieci anni ha investito 25 milioni di euro nella produzione di frutta; l’amministratore delegato della compagnia, Andrea Rigoni, ha dichiarato che nella zona di Negotin ha visto possibilità non solo per la produzione di nocciole biologiche, ma anche di albicocche, amarene e lamponi.

BOSNIA – HERZEGOVINA: COMMESSA DA 25 MILIONI PER L’ITALIANA GCF

SERBIA: RIGONI DI ASIAGO IMPIANTA NOCCIOLETI A NEGOTIN

“L’aggiudicazione della gara per il tratto ferroviario Sarajevo-Bradina alla ditta italiana GCF è un segnale di inversione di tendenza per i nostri investimenti. Molte sono le opportunità ancora aperte nel settore infrastrutturale. Intendiamo proseguire con il nuovo Governo il lavoro già avviato, in particolare nel settore autostradale. Siamo in contatto con le principali aziende interessate, il sistema bancario e assicurativo nazionale per riproporre una offerta di sistema alle prossime Autorità bosniache.” Così l’Ambasciatore d’Italia in Bosnia Erzegovina, Ruggero Corrias, ha commentato la sottoscrizione del contratto, avvenuta a metà gennaio, tra l’Impresa pubblica per le Ferrovie della Federazione di Bosnia Erzegovina e la società GCF - Generale Costruzioni ferroviarie di Roma per la riabilitazione del tratto ferroviario, di circa 30 km, Sarajevo-Bradina. Il progetto, del valore di oltre 25 milioni di euro, finanziato dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), è stato aggiudicato all’impresa italiana in consorzio con la locale Hering d.o.o. a seguito di procedura di evidenza pubblica. Leader nel settore dell’armamento ferroviario, la GCF è stata fondata nel 1950 ed è oggi presente - con progetti di rinnovamento, risanamento e costruzione di scambi e nuove linee, anche per l’alta velocità - in Italia ed in tutta Europa.

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ALBANIA: LA STRADA VERSO L’UE È LUNGA

L'Ue rivela come l'apertura dei negoziati di adesione dell'Albania sarà presa in considerazione solo quando il Paese soddisferà tutti i criteri. La strada che porta l'Albania verso l'Unione europea sembra essere più lunga del previsto. Nonostante il Paese dell'Europa Sud-Orientale sia stato insignito dello status di candidato a membro dell'Unione, Tirana deve ancora fare i conti con la Commissione europea. Il messaggio da Bruxelles è stato, infatti, chiaro: "l'apertura dei negoziati sarà presa in considerazione solo quando l'Albania soddisferà tutti i criteri richiesti". Il verdetto della recente riunione dei ministri degli Esteri sul Paese balcanico è stata la seguente: "l'Albania non può fare progressi nel processo di adesione se non riesce ad avere un dialogo costruttivo e sostenibile tra la maggioranza e l'opposizione". A detta dell'organo comunitario è quindi l'instabilità politica a rallentare il percorso europeo dell'Albania. Dopo la concessione dello status di Paese candidato, l'Albania ha infatti ancora molte sfide da affrontare. I criteri indicati dall'Unione europea sono cinque. Tirana è obbligata a proseguire le riforme economiche, consolidare il sistema fiscale, ridurre la disoccupazione e l'economia sommersa. È necessaria una riforma amministrativa così come quella del sistema giudiziario. L'esecutivo di Edi Rama deve implementare gli sforzi nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata e garantire al Paese i diritti umani. L'ultimo criterio riguarda i media. Bruxelles chiede a Tirana di risolvere al più presto i problemi relativi alla libertà di espressione dei media.

Due aeroporti internazionali del Montenegro, Podgorica e Tivat, hanno entrambi visto il loro numero di passeggeri a migliorare nel 2014. L'aeroporto di Podgorica ha accolto 701,320 viaggiatori, in crescita del 3% rispetto al 2013, mentre l'aeroporto di Tivat ha continuato a crescere con 910,533 passeggeri movimentati, con un incremento del 5%. Tivat, che è l'aeroporto più trafficato del Montenegro, ha visto anche un aumento del 1,2% in operazioni di volo lo scorso anno con un totale di 5.294 arrivi e partenze registrate. Trafficato mese del aeroporto era agosto, mentre ha gestito 749,155 passeggeri tra maggio e ottobre. Il governo montenegrino ha recentemente detto che stava sviluppando un progetto di espansione per l'aeroporto costiera al fine di risolvere i problemi con la capacità.

GRECIA: VALDIS DOMBROVSKIS INTRAVEDE UN TERZO SALVATAGGIO UE

MONTENEGRO: DUE AEROPORTI INTERNAZIONALI DEL MONTENEGRO HA VISTO UNA CRESCITA NEL 2014

La Grecia potrebbe aver bisogno di un terzo salvataggio allo scadere dell'attuale piano che scade a giugno. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. L’instabililtà finanziaria della Grecia, ha spiegato Dombrovskis è dovuta al fatto che, il premier Alexis Tsipras, deve affrontare una situazione diversa da quella del suo predecessore Samaras e potrebbe non avere quindi le stesse opzioni di quest'ultimo. Col governo precedente si stava discutendo su come riportare la Grecia sul mercato, o attraverso un accordo cautelativo oppure con una linea di credito. Ma ora questo scenario sembra meno probabile, considerando l'instabilità finanziaria del Paese ellenico. Da Bruxelles, Simone Boitelle, portavoce del presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, fa però sapere che i Paesi dell'Eurozona non stanno discutendo il lancio di un terzo piano di salvataggio per la Grecia. Oltre a Dombrovskis ne aveva parlato anche il ministro delle Finanze spagnolo Luis de Guindos, parlando di un piano tra i 30 e i 50 miliardi di euro. La Grecia fa però sapere con Varoufakis che sarà restituito tutto il prestito pari ad Euro 1,5 miliardi al Fondo Monetario Internazionale entro marzo.

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LE MARCHE NEL BICCHIERE 2015 Nell’anno dell’Expo, le Marche del vino si presentano ad una platea mondiale

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e Marche nel bicchiere 2015 è, a pieno titolo, definibile come un'opera enciclopedica perché racchiude tutto il sapere sul tema vini, spumanti, cantine e oli monovarietali del territorio. La versione inglese della descrizione di tutti i prodotti censiti divisi per territorio rende il progetto editoriale di livello internazionale ed adatto ad un pubblico ampio ed esigente. Il vino marchigiano guarda con grande attenzione ai mercati internazionali e l'editore ha saputo cogliere nel segno con una grafica accattivante, una foliazione adeguata ed immagini suggestive che si abbinano ad una descrizione completa. Si tratta di un prodotto editoriale che non può mancare nella biblioteca di tutti gli appassionati di enologia marchigiana. Fabio Lo Savio

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