Qui Brescia n.ro 193

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IN COPERTINA

Raffaele Collicelli, Presidente Cassa Edile di Brescia ph. Sergio Nessi

BRESCIA PHOTO FESTIVAL 2024

IL MUSEO DIOCESANO DEDICA

UN TRIBUTO A SAN PAOLO VI

BUON COMPLEANNO SENATORE!

NINO FERRARI, L’ARTE DEL METALLO

FESTIVAL TENER-A-MENTE 2024

NUOVA PORSCHE PANAMERA

21 GRAMMI CHARITY DINNER

ALCHIMIE A MONTIRONE

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RAFFAELE COLLICELLI, PRESIDENTE

CASSA EDILE BRESCIA PROTAGONISTI

RENATO CORSINI, BRESCIA PHOTO

FESTIVAL 2024

MUSEO DIOCEANO PER SAN PAOLO VI BUON COMPLEANNO

AUTONOMIA A GIORNI ALTERNI

SENATORE

NINO FERRARI L’ARTE DEL METALLO

MAX GAZZÈ AL

VITTORIALE PER TENER-A-MENTE

A NIGHT OF BOLD: NUOVA PORSCHE PANAMERA

Uno dei padri fondatori della Lega, il grande amico Roberto Calderoli, almeno da 40 anni, da sempre potremmo dire, si sta facendo un sedere quadrato per riuscire finalmente a portare a casa una legge che dia maggiori autonomie alle Regioni e agli enti locali, Province e Comuni. La sua è la vena originaria e più genuina della Lega che sul tema delle autonomie aveva programmato il suo futuro e visto crescere i suoi consensi. Riuscire ad ottenere una legge che dia più poteri alle periferie togliendoli a Roma (sempre padrona e ladrona) è l’obiettivo finale. L’idea originaria di Bossi e Miglio di un federalismo “spinto” è stata accantonata e le promesse del Cavaliere al Senatur si cono rivelate di cartapesta, provocando scissioni e ricuciture nel centrodestra. Non entro nel merito della legge che Calderoli cerca di far approvare tra mille ammutinamenti e ridimensionamenti e non so davvero se, demandare alle Regioni, certe autonomie sia un bene o ci porti ad una corruzione ancora più diffusa, specie in certi territori di fatto in mano alle mafie. Il dilemma attanaglia ogni schieramento politico ma quello che fa davvero annebbiare la vista è la posizione del Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, di voler accentrare ai suoi uffici, provvedimenti che è assolutamente meglio siano in mano alle amministrazioni locali. Parliamo di limiti di velocità, piste ciclabili, multe ridotte, autovelox.... Non è possibile professare la fede autonomista ed essere così spudoratamente contrari a lasciare ai sindaci il compito di poter scegliere come e quanto regolare il traffico sulle strade. Che ne sa il Ministero delle differenti esigenze e condizioni di ogni territorio. Ci sarà anche qualcuno che avrà esagerato con piste ciclabili inopportune o pensate male, qualche sindaco avrà fatto cassa con gli autovelox ma questo non toglie che questi ultimi siano ottimi dissuasori per gli spericolati. Se vogliamo davvero andare nella giusta direzione, la limitazione alla velocità nei centri abitati è un provvedimento, magari antipatico, ma opportuno sia per evitare un sacco di incidenti sia per ridurre le emissioni dei gas di scarico. Inoltre le nostre città si stanno popolando sempre più di anziani spesso un po’ distratti, sulle nuvole, anche un po’ rinco… e poco inclini a circolare se non con la propria automobile, magari quella piccola, elettrica che va anche adagio. Quindi guidare l’auto piano piano dove vive e si muove la gente, a piedi o in bicicletta, deve diventare un’abitudine, come lo è stato per le cinture di sicurezza, prima avversate ma alle quali poi ci siamo (quasi tutti) abituati o come avvenne anni prima con l’obbligo di indossare il casco guidando una motocicletta. Per correre ci sono altre strade e per chi proprio vuole esagerare c’è un bellissimo autodromo a pochi chilometri da qui.

TAYCAN TURBO

GT: LA PIÙ

POTENTE DI SEMPRE

LUIGI PER TUTTI

È stato un grande amico e con lui vogliamo ricordare tutti quelli che il Covid ci ha portato via come in una folata di vento in quella maledetta primavera del 2020.

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Vito Emilio Filì Luigi Mariani

DA VITTORIO PER LA CARRARA

ARCHITETTURA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE PASSIO, OPERE DI MAURIZIO BONFANTI

JUNK KOUTURE: SCUOLA FANTONI PREMIATA A MONTECARLO

JOE LOVANO E IL SUO PRIMO BERGAMO JAZZ

WALTER ALBINI IL TALENTO, LO STILISTA

MURALES PER PROMUOVERE LA PREVENZIONE

Tanti, grandi murales, che compaiono sui palazzi e sui muri delle città. Tutti raffigurano versioni diverse di una stessa donna, Sant’Agata, divenuta simbolo laico della prevenzione del cancro al seno. È la campagna di Europa Donna Italia, nata per promuovere l’adesione allo screening mammografico, e che ha toccato anche la città di Brescia. Il progetto si chiama “Ogni seno ha una storia, lo screening te la può raccontare”: ha visto protagoniste già Foggia, Milano, Bergamo. A Brescia, per la collocazione del murale è stato scelto il muro di cinta degli Spedali Civili, luogo simbolo della prevenzione in città, grazie alla collaborazione di ATS, ASST e della consigliera di Europa Donna Nini Ferrari. Ad interpretare Sant’Agata è stato lo street artist Maz-wioimaz (Mario Mazzoldi, StradedartsUrban Gallery Milano).

TASSONI, BRAND ICONICO DEL MADE IN ITALY

SELF ME, ALEJANDRO GONZÁLEZ RODRÍGUEZ A BRESCIA

LA SCUOLA CIRCOLARE E SMONTABILE

PIÙ POTENZA PER ZERO MOTORCYCLE

JUCY COUTURE PRESENTA HEART BREAK

un francobollo di poesia

LUSINGHE

Negli insondabili scrigni di Chrónos dio del viaggio nel tempo respira la memoria di fardelli colmi di frammenti di felicità e di baci appena sfiorati tra gli inganni di ammiccanti lusinghe.

Si narra l’amara solitudine di eremiti prigionieri dell’attesa dei dardi d’oro di Cupído e della cupidigia di desideri avversi a contemplare le stelle.

Risuona dai flutti del mare l’incanto di Sirene ammaliatrici che annunziano segrete vertigini promesse da quel che resta di disseccati avviluppi.

Nel caos della prossimità divisa coltiverò il profumo di germogli dai nomi novelli nascosti tra zolle di vita da fecondare con le blandizie del cuore. Benito Melchionna - marzo 2024

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CASSA EDILE BRESCIA

DA PIÙ DI 70 ANNI PROMOTRICE DI WELFARE, LEGALITÀ E INNOVAZIONE

Nata nel 1949 per volontà di alcuni imprenditori edili bresciani e rappresentanti sindacali come organismo per esprimere la volontà congiunta delle parti contraenti, oggi Cape è un porto sicuro per imprese e lavoratori del comparto delle costruzioni. Non solo prestazioni assistenziali ma anche un contributo importante per superare i limiti che da sempre affliggono il settore dell’edilizia: la sicurezza sul luogo di lavoro, la tutela della legalità e il contrasto alla concorrenza sleale. Insieme al Presidente Raffaele Collicelli conosciamo più da vicino le attività e i servizi proposti dalla Cassa Assistenziale Paritetica Edile Brescia.

La Cassa assistenziale paritetica edile (Cape) nasce come espressione della bilateralità del comparto edile bresciano. Imprenditoria e sindacato fianco a fianco per lo sviluppo di azioni volte al bene comune, è corretto?

“Proprio così. Il nostro ente si rivolge a lavoratori e imprese con lo scopo di erogare servizi e garantire al settore edile i vantaggi scaturenti dal dialogo delle due parti costituenti. La prima Cassa Edile italiana nacque il 1° aprile del 1919, 100 anni fa, per garantire quella continuità salariale e previdenziale ai lavoratori edili necessaria al conseguimento di requisiti minimi ai fini assistenziali, medici e pensionistici. A Brescia si costituì qualche decennio dopo, precisamente nel 1946, per volontà sia di alcuni imprenditori edili bresciani del Collegio dei Capomastri (poi Collegio dei Costruttori Edili e ora Ance Brescia), sia di rappresentanti sindacali della Camera del Lavoro (Fillea-Cgil, Feneal-Uil, Filca-Cisl). La Cassa assistenziale paritetica edile rappresenta, dunque, un unicum, un vanto che da 100 anni contraddistingue l’edilizia. Dalle peculiarità del settore (lavoro itinerante, all’aperto, caratterizzato da sempre da alta mobilità dei lavoratori tra le imprese) sono scaturiti i punti di forza di questa bilateralità. Su tavoli diversi le rappresentanze datoriali (a cui viene riservata la Presidenza dell’ente) e sindacali (a cui, invece, spetta la vice Presidenza) fanno il loro lavoro ‘di parte’ ma, accantonando i mandati personali, perseguono gli interessi di settore, disegnando strategie che possano favorire progetti di sviluppo e innovazione”.

Legalità, welfare e servizi per l’edilizia: sono questi i capisaldi che ispirano la vostra attività?

“Esattamente. In ambito di legalità, insieme a Eseb, l’Ente Sistema Edilizia Brescia, abbiamo firmato il patto per la Legalità con il Comune e la Provincia di Brescia, l’Ispettorato del lavoro, gli Ordini professionali (Collegio geometri, Ordine degli ingegneri, Ordine degli architetti), non solo per dar forza al concetto di legalità ma anche per combattere il dumping contrattuale allo scopo di infondere serenità ai lavoratori e sicurezza alle imprese del nostro settore. Negli anni siamo riusciti ad articolare una ricca offerta di prestazioni welfare garantite ai lavoratori e ai loro familiari, senza mai trascurare un doveroso supporto fornito alle aziende del comparto edile”.

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Quali sono le prestazioni assistenziali per i lavoratori e i servizi proposti da Cape di supporto alle imprese?

“Per i lavoratori e i propri familiari sono molteplici i servizi proposti a patto rispettino certi requisiti in fase di iscrizione: si va dalle prestazioni sanitarie che, dal 1° ottobre del 2021, vengono gestite a livello nazionale dal fondo Sanedil ed erogate tramite numerose aziende convenzionate sul territorio, a quelle previdenziali attraverso il fondo pensione Prevedi che integr a la pensione dei lavoratori edili usufruendo del sostegno contributivo del datore di lavoro. Per le imprese, invece, garantiamo un supporto continuo oltre al riconoscimento di una quota della malattia del lavoratore”.

Da destra, il presidente Raffaele Collicelli, il direttore Nicolò Depellegrin e il responsabile amministrativo Linda Minelli

Il tema della sicurezza nei cantieri è sempre di stretta attualità: quali sono le azioni più concrete condotte da Cape per la prevenzione degli infortuni, per la tutela della salute dei lavoratori e per la lotta al lavoro sommerso?

“Pur non essendo un organo ispettivo, il tema della sicurezza e della salute dei lavoratori è a noi molto caro. In sinergia con Eseb ci occupiamo di fornire al settore tutti gli strumenti per la prevenzione degli infortuni. Una delle iniziative più recenti, per esempio, riguarda lo sviluppo a livello nazionale del programma “Check – Il portale del Cantiere”, uno strumento pensato per le imprese iscritte e attive in Cassa Edile. Si tratta di una piattaforma digitale gratuita per la gestione digitale del cantiere grazie a cui monitorare in tempo reale le condizioni di sicurezza delle lavorazioni, se i macchinari utilizzati garantiscono la sicurezza necessaria ad addetti e operatori e se le maestranze coinvolte sono competenti a sufficienza per la realizzazione delle opere. Un’iniziativa ideata e pensata per tutta la filiera edile al solo scopo di migliorare le condizioni di lavoro nel comparto. Sempre con Eseb, inoltre, abbiamo realizzato ‘il decalogo della sicurezza’, pillole video informative - tradotte in 7 lingue (vista l’alta percentuale di lavoratori stranieri, oggi al 51%) e ricavabili dalla semplice scansione di un codice QR - utilissime per approfondire o rinfrescare concetti rilevanti per la gestione delle fasi lavorative in termini pratici. Ma non è tutto: stiamo facendo del nostro meglio per diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro anche al di fuori dei luoghi tradizionalmente deputati a questo scopo, ovvero a bordo macchina, all’interno degli scavi, sulle coperture e sulle solette. Questo per conseguire quanto prima il nostro scopo: ridurre il numero di infortuni sul lavoro”.

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Raffaele Collicelli, Presidente di Cassa Edile Brescia

Legalità, welfare e servizi per l’edilizia per imprese e lavoratori del settore edile

Così come la sicurezza, anche il tema della formazione riveste per Cape un’importanza primaria. Solo nel 2023 avete destinato tre milioni di euro per consentire agli operatori iscritti di aggiornarsi e restare al passo con i cambiamenti del settore partecipando a corsi gratuiti…

“Un lavoratore che vuole entrare nel nostro mondo è obbligato a svolgere una periodica e continuativa attività di formazione. È un tema che reputiamo strategico e sul quale stiamo lavorando anche per sfatare quel luogo comune secondo cui tutti gli infortuni avvengono solo ed esclusivamente nel nostro comparto. Oltre ai lavoratori, che dopo le scuole medie possono scegliere il percorso professionale per specializzarsi nel settore edile, oltre ai percorsi Its di alta specializzazione, in Eseb vengono formati e addestrati gli operatori che lavorano nei cantieri. Cape finanzia la formazione affinché, oltre che completamente gratuita, possa essere di qualità e concreta. Le maestranze hanno modo di apprendere le tecniche di lavorazioni in ampi capannoni, attrezzati con le tecnologie più innovative e usufruendo di macchinari di ultima generazione: il tutto potendo contare sulla professionalità e competenza dei migliori docenti. Non è un caso, dunque, se grazie alla responsabilità dei lavoratori e alla sensibilità delle imprese, abbiamo fatto grossi passi avanti in questo ambito”.

I dati dell’esercizio 2024 sull’occupazione in edilizia nella provincia di Brescia attestano una crescita sia delle imprese attive, sia degli operai occupati. Come interpreta questo trend?

“Gli ultimi anni hanno rappresentato per il settore edile un periodo decisamente fiorente, non solo a livello provinciale, ma su tutto il territorio nazionale. È innegabile che la stagione dei bonus statali (bonus facciate, sismabonus, superbonus solo per citarne alcuni) abbia contribuito alla crescita dei numeri registrati presso le Casse Edili in termini di imprese, numero di lavoratori e ore lavorate con conseguente aumento della masse salariali denunciate. Va però detto che, già nel 2019, ovvero prima della pandemia, il settore iniziava a intravedere la luce dopo il decennio di buio che ha vissuto tra il 2009 e il 2019. Del resto, le riqualificazioni civili, i revamping industriali e gli ampliamenti degli spazi produttivi, in aggiunta ai lavori per la realizzazione di nuove infrastrutture, sono elementi imprescindibili per la nostra società e, anche se si tende a non farci caso, è proprio il settore edile ad occuparsene. Oggi, nonostante la spinta dei bonus più famosi sia venuta meno, i numeri dell’intero comparto nella nostra provincia restano positivi: questo non solo per la fortissima tradizione edile radicata nel nostro territorio ma anche per la presenza cospicua di realtà produttive industriali e artigianali che hanno la frequente necessità di manutenere e sviluppare i propri siti produttivi. I numeri in crescita attestano anche un settore che opera sempre più in trasparenza: le imprese iscritte alla nostra Cassa Edile denunciano tutte le ore lavorate dai propri collaboratori e dichiarano i cantieri nei quali operano permettendo in questo modo controlli più mirati e garantendo legalità all’interno degli stessi”.

A settembre dello scorso anno, nel palinsesto delle iniziative allestite per Bergamo Brescia Capitale della Cultura, avete omaggiato il comparto delle costruzioni con un premio riconosciuto a lavoratori, imprese e consulenti del lavoro che si sono distinti per valorizzare un costruito virtuoso e di qualità. Quest’anno pensate ad iniziative simili per la valorizzazione della cultura edile?

Cape Cassa Assistenziale Paritetica Edile

Via G. Oberdan, 122

Telefono: 030 289061

info@cassaedilebrescia.it www.cassaedilebrescia.it

“Nel 2023 abbiamo cavalcato l’anno in cui Brescia e Bergamo erano Capitali, per ribadire che il settore delle costruzioni custodisce una propria cultura: lo slogan che ha accomunato le iniziative proposte, non a caso, recitava il claim ‘passione, innovazione, sicurezza, legalità’. Valori propri della cultura del costruire che costantemente, a prescindere dalle manifestazioni, vengono rivendicati con orgoglio dalle imprese e dai lavoratori che ogni giorno si impegnano nei cantieri. Gli enti bilaterali sono in prima linea negli ultimi anni per comunicare il vero spirito dell’edilizia: quello di un settore che, oltre ad una propria cultura, si caratterizza per la forte presenza di tecnologie innovative, una costante attenzione alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) di ogni intervento, e che sta provando a rendersi sempre più attrattiva nei confronti delle nuove generazioni. Non mancheremo occasione per ribadire queste verità e per riproporre iniziative a favore dei nostri iscritti: siamo vicini al nostro 80° compleanno, quella potrebbe essere la ricorrenza per un evento di rilievo”.

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BRESCIA PHOTO FESTIVAL 2024

Torna il Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f - Centro della Fotografia Italiana, con la curatela artistica di Renato Corsini, che porterà nei luoghi espositivi più prestigiosi della città e della provincia un programma articolato di mostre con alcuni dei nomi più importanti e celebrati della fotografia italiana contemporanea. Tra gli appuntamenti più attesi, l'importante monografica dedicata a Franco Fontana, in occasione del suo novantesimo compleanno.

Il titolo scelto per questa settima edizione è Testimoni, un termine che sottolinea la capacità dei fotografi di documentare il presente favorendo la lettura della nostra storia attraverso il racconto che gli artisti ne fanno traducendolo in opera d’arte che supera i confini del mezzo fotografico.

Come in ogni edizione, l’hub del Brescia Photo Festival sarà il Museo di Santa Giulia che ospita, dall’8 marzo al 28 luglio 2024, l'importante mostra monografica dedicata a Franco Fontana (Modena, 1933), uno dei pionieri della fotografia a colori, in occasione dei suoi novant’anni. La grande rassegna, dal titolo Franco Fontana. Colore, curata dallo Studio Franco Fontana, promossa da Fondazione Brescia Musei e co-prodotta con Skira Arte, presenta 122 immagini realizzate dal Maestro tra il 1961 e il 2017. La mostra è l’esito di un lungo e significativo lavoro di indagine e restauro sulle opere dell’artista, analogiche e digitali, che ha dato vita a un corpus di immagini capace di raccontare il lungo lavoro di Franco Fontana e del suo studio negli ultimi sei decenni. Il percorso espositivo, suddiviso in 4 sezioni, si apre con People, che documenta la ricerca sui “paesaggi umani”, ovvero sulla presenza della figura umana nelle sue fotografie. In Paesaggi urbani, la mostra esplora scenari e oggetti còlti da una prospettiva particolare. In questo caso, sono edifici, scorci cittadini, dettagli come graffiti, palme, elementi decorativi a diventare protagonisti della scena. Con questo gruppo di lavori, il linguaggio di Fontana raggiunge la sua piena maturità. La rassegna prosegue con la sezione Asfalti nella quale l’artista emiliano dà forma a un nuovo paesaggio, quello delle autostrade e delle superfici asfaltate. La rassegna si completa con Paesaggi che documenta l’indagine di Fontana sul paesaggio naturale. Le immagini, catturate durante i viaggi intorno al mondo, si caratterizzano per l’intenso contrasto tra colori e geometrie composte dalla luce, per l’effetto straniante che Fontana crea al punto che chi guarda queste immagini fatica a capire se si tr atti di una fotografia o di un dipinto.

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FRANCO FONTANA ® 1979 Parigi fond print 69x100

In contemporanea alla mostra di Franco Fontana, dall’8 marzo al 28 luglio 2024, sempre al Museo di Santa Giulia si tiene la mostra che ricorda, nel suo cinquantesimo anniversario, la strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974 quando, durante una manifestazione contro il terrorismo neofascista, un ordigno posizionato all’interno di un cestino portarifiuti, deflagrò provocando la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue. L’esposizione, dal titolo Maurizio Galimberti. Brescia, Piazza Loggia 1974, è promossa dalla Fondazione Brescia Musei e Ma.Co.f.,è curata da Renato Corsini, da un’idea di Paolo Lodovici, e ha beneficiato della collaborazione con Casa della Memoria di Brescia nella ricerca di alcune fonti iconografiche. La rassegna trae infatti spunto da alcune delle sedici fotografie che Renato Corsini riuscì a realizzare in piazza della Loggia pochi minuti dopo l’esplosione della bomba quando, accorrendo sul luogo dell’attentato, incontrò un collega fotografo che, sconvolto per quanto aveva visto, gli lasciò la propria macchina fotografica nella quale erano rimasti solo sedici scatti. Il valore storico e documentale di queste immagini, alle quali si sono aggiunti manifesti, carte d’identità, articoli di giornale, disegni di bambini, è stato sottoposto a un processo di scomposizione e ricomposizione, tipico della cifra tecnica più caratteristica di Galimberti. Il risultato è una installazione di 40 fotocollage di grande formato alle quali si aggiungono sei Polaroid 50x60, ottenute attraverso la trasposizione dell’immagine su lastra e sviluppo a strappo da negativo.

A partire da settembre 2024 il Brescia Photo Festival proseguirà al Museo di Santa Giulia con la personale di uno dei testimoni più accreditati del photo-reportage italiano, Massimo Sestini, che racconterà l’Italia attraverso le proprie immagini aeree, caratteristiche della sua cifra espressiva più che riconoscibile. Anche con Massimo Sestini la temporanea si presenta come un’installazione site-specific, allestita nelle logge del Chiostro di San Salvatore, sito UNESCO, composta da oltre 30 fotografie di grandissime dimensioni che guidano il visitatore lungo quarant’anni di storia italiana, periodo coincidente con la carriera di Sestini.

GABRIELE MICALIZZI

Il Brescia Photo Festival VII edizione prosegue con una infilata di mostre inedite e potenti in apertura tra marzo e settembre, dal Museo di Santa Giulia ad altri siti espositivi cittadini e della provincia. Dal 23 aprile al 1 settembre 2024, il Museo di Santa Giulia accoglierà Gabriele Micalizzi, uno dei più riconosciuti reporter italiani, fondatore del Collettivo Cesura, con una mostra site specific curata dallo stesso artista, nella quale s’interroga sul ruolo della fotografia storico-documentaristica nella società contemporanea. Qamishlo. Siria. 21.06.2015. ph. Gabriele Micalizzi

Dal 18 maggio al 30 settembre 2024, al Mo.Ca. si terrà anche la mostra ARCHIVE IN PROGRESS – Editi e Inediti, che ripercorre la vicenda professionale del fotografo napoletano Francesco Cito, per offrire ai visitatori l’opportunità di scoprirne l’evoluzione. L’esposizione, curata da Renato Corsini, raccoglie fotografie realizzate e pubblicate all'epoca in cui sono state scattate, ma anche immagini rimaste nel cassetto, preziose testimonianze di un modo di fare fotografia impegnato e colto.

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Francesco Cito, Niamey, 2010
GALIMBERTI BRESCIA, PIAZZA LOGGIA 1974
MAURIZIO
MASSIMO SESTINI FRANCESCO CITO Maurizio Galimberti, StudioN03, Piazza Della Loggia, Brescia, 2024

ITALIANA DEL MO.CA

Il secondo polo espositivo del Brescia Photo Festival in città è il Mo.Ca. – Centro per le Nuove Culture. Dal 16 marzo al 28 aprile, la retrospettiva dedicata a Federico Garolla (1925-2012), uno dei maestri della fotografia italiana, il cui stile, tra gli anni Settanta e Ottanta, ha illuminato il percorso di molti colleghi. La mostra, curata da Margherita Magnino e Carolina Zani, dal titolo Saper leggere il tempo, presenta una serie di circa 70 fotografie, tutte vintage, provenienti dall’Archivio Federico Garolla, in cui grandi attori teatrali, stelle nascenti della televisione, modelle, artisti ma anche persone comuni sono immersi in ambienti inconsueti e sorprendenti.

CHIARA SAMUGHEO

Dal 16 marzo al 12 maggio, il Mo.Ca. accoglierà anche Dentro il cinema, la personale di Chiara Samugheo (1935-2022), artista recentemente scomparsa che ha rivoluzionato la fotografia legata al mondo delle celebrità con il suo approccio innovativo, dando vita al reportage cinematografico. L’esposizione, curata da Mauro Raffini, dimostra come Samugheo abbia sempre concentrato la propria attenzione sui protagonisti che contribuirono a rendere il cinema una delle forme espressive più popolari e amate. La sua fama divenne rapidamente globale, tanto che fu chiamata a collaborare con le principali riviste di cinema, moda e costume, tra cui Cinema Nuovo, Epoca, Stern, Vogue, Paris Match, Life e Vanity Fair. Il suo sguardo femminile ha contribuito significativamente al movimento di liberazione sessuale che caratterizzò gli anni '60 e la mancanza di premeditazione, dalla sintesi tra la foto “posata” e l'istantanea catturata al volo, la portò a creare servizi fotografici molto apprezzati.

CARLO ORSI

Dal 18 maggio al 21 luglio 2024 il Brescia Photo Festival renderà omaggio a un altro maestro della fotografia italiana, Carlo Orsi (19412021), anch’egli non più con noi da pochissimi anni, autore capace di spaziare dalla moda al reportage, dal ritratto alla ricerca e dal glamour alla sperimentazione, mantenendo iconico e immediatamente riconoscibile il suo stile. La mostra PercORSI, curata da Silvana Beretta e Margherita Magnino, si concentrerà sui ritratti che l'artista ha realizzato nel mondo dell'arte, del cinema, dello sport, della musica, della moda e della cultura, attraverso 90 immagini, provenienti dall’Archivio Carlo Orsi, capaci di raccontare l'evolversi della società attraverso gli sguardi e le pose dei suoi interpreti.

Carlo Orsi, Luciano Pavarotti, 1985, Courtesy Archivio Carlo Orsi

12 I PROGETTI ANTOLOGICI
FOTOGRAFIA
SULLA
Chiara Samugheo, Claudia Cardinale, anni 60, Courtesy Archivio Mauro Raffini Federico Garolla, Fernanda Gattinoni, primavera-estate, Roma, 1955

I NUOVI POLI DI BRESCIA

PHOTO FESTIVAL SUL LAGO D’ISEO E SUL LAGO DI GARDA

La cifra del Brescia Photo Festival, sin dalla prima edizione 2017, è di diffondersi oltre i confini della città. Così, dal 13 aprile al 30 settembre 2024, le vie del centro di Marone (BS), sul lago d’Iseo, accoglieranno la mostra diffusa, curata da Renato Corsini, interamente dedicata al lavoro Lorenzo Antonio Predali, dal titolo Percorsi – La fotografia sul lago. Nativo proprio di Marone, attivo come fotografo dai primi anni del ‘900, attento interprete della società, delle tradizioni e della cultura sebina fino agli anni ‘50, Predali vanta un archivio di circa 15.000 immagini, prevalentemente realizzate sul lago d'Iseo, che gli eredi hanno voluto donare al Comune di Marone. In un tempo nel quale erano pochi i paesi che potevano vantare uno studio fotografico, il valore documentale e storico del lavoro di Predali diventa patrimonio di un'intera comunità e motivo di studi e approfondimenti non solo per appassionati di fotografia. “Testimone” dell'evoluzione di una società che ha attraversato il dramma della guerra, l'autore dimostra di saperne interpretare con lucida puntualità i momenti più significativi negli ambiti del lavoro, del tempo libero, delle cerimonie e della trasformazione edilizia.

DIECI FOTOGRAFE AL VITTORIALE

Tra le novità della VII edizione del Brescia Photo Festival vi è anche la collaborazione con la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (BS). Il complesso monumentale ospiterà, dal 25 maggio al 30 settembre 2024, una inedita mostra collettiva, curata da Renato Corsini, di 10 fotografe italiane: Maria Vittoria Backhaus, Silvia Camporesi, Ramona Zordini, Mariagrazia Beruffi, Luisa Menazzi, Giulia Calia, Antonella Monzoni, Caterina Matricardi, Alessandra Chemollo e Patrizia Bonanzina. La mostra propone una serie di scatti che coniugano la fotografia al femminile con il mito del Vate. Le dieci artiste sono state invitate a realizzare un lavoro site-specific all'interno e all'esterno della struttura museale di Gardone, con lo scopo di interpretare, ognuna con il proprio stile, questo luogo unico.

MAURO RAFFINI

Masnà. Vite sospese tra centro e periferia è il titolo della personale di Mauro Raffini, in programma al Mo.Ca. dal 18 maggio al 19 giugno 2024.

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Brescia Photo Festival 2024 - Dall’8 Marzo al 12 Settembre 2024 Museo di Santa Giulia, MA.CO.F - Centro della fotografia italiano, MO.CA - Centro per le nuove culture
informazioni: www.bresciamusei.com
Mauro Raffini, Falchera, Torino, 1977 Courtesy Mauro Raffini Lorenzo Antonio Predali, Carnevale, Marone, anni 40 Courtesy Comune di Marone Lorenzo Antonio Predali, Ritratto di famiglia, Marone, anni 50 Courtesy Comune di Marone Lorenzo Antonio Predali, Lago d_Iseo, anni 50 Courtesy Comune di Marone

ARTISTI PER IL PONTIFICATO DI

SAN PAOLO VI

BRESCIA MUSEO DIOCESANO, FINO AL 1° APRILE 2024

L’esposizione, che ruota attorno alle 16 medaglie d’oro (annuali), provenienti dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, realizzate nei sedici anni di pontificato da artisti contemporanei quali Manzù, Bodini, Fazzini e altri, celebra la figura del papa bresciano attraverso oggetti caratteristici della sua vita, alcuni dei quali già conservati al Museo Diocesano di Brescia. L’iniziativa si tiene in occasione del sessantesimo anniversario del Discorso agli artisti, tenuto in Cappella Sistina il 7 maggio 1964.

Dal 1° marzo scorso il Museo Diocesano di Brescia rende omaggio a san Paolo VI, inaugurando all’interno del percorso di visita una sezione permanente dedicata al papa bresciano.

Per celebrare questa iniziativa, dal 1° marzo al 1° aprile è in programma la mostra Artisti per il pontificato di san Paolo VI che commemora la figura del pontefice attraverso oggetti caratteristici della sua vita, alcuni dei quali già conservati al Museo Diocesano di Brescia.

I manufatti esposti sono rappresentativi della figura e dell’operato di San Paolo VI: la casula, la veste papale e lo zucchetto, il galero e l’anello episcopale, la copia della tiara papale, il ritratto realizzato dall’artista Francesco Bencivenga e il disegno preparatorio di Raffaele Scorzelli per il monumento del pontefice presente nel Duomo Nuovo di Brescia, insieme ad altri quattro bozzetti dello stesso artista.

La rassegna propone, inoltre, un prezioso tesoro, ovvero le 16 medaglie d’oro (annuali), provenienti dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, battute nei sedici anni di pontificato, periodo caratterizzato da significativi cambiamenti culturali, in cui l'arte contemporanea stava sperimentando diverse espressioni e dava vita a movimenti, come il concettuale, il minimalismo e l’arte ambientale. Durante il Concilio Vaticano II, nel 1965, papa Paolo VI aveva cercato di aprire la Chiesa a nuove forme di espressione, promuovendo il coinvolgimento degli artisti nella liturgia e incoraggiando l'uso di nuovi linguaggi che potessero comunicare il messaggio evangelico alle nuove generazioni.

Anche dal punto di vista numismatico, il pontificato di papa Paolo VI ha segnato il passaggio da una impostazione ancora molto tradizionalista, come quella proposta dall’incisore friulano Pietro Giampaoli, a una più moderna che ha davvero rivoluzionato l’aspetto della medaglia, grazie a personalità di primo piano della plastica contemporanea, quali Giacomo Manzù, Floriano Bodini, Pericle Fazzini e altri.

La rassegna si tiene in occasione del sessantesimo anniversario del famoso Discorso agli artisti, tenuto in Cappella

Papa Paolo VI, nato Giovanni Battista Montini il 26 settembre 1897 a Concesio (BS), è stato ordinato sacerdote nel 1920 e ha poi intrapreso una carriera diplomatica presso la Santa Sede. Ha servito come arcivescovo di Milano dal 1954 al 1963, prima di essere eletto papa dopo la morte di Papa Giovanni XXIII. San Paolo VI è ricordato per il suo ruolo cruciale nel Concilio Vaticano II: un evento che ha portato significative riforme nella Chiesa cattolica promuovendo il dialogo ecumenico, la liturgia rinnovata e una maggiore apertura alla modernità. Ha affrontato questioni sociali ed etiche, svolgendo anche un ruolo significativo nella promozione della pace e solidarietà mondiale. Per quest’ultima causa, ha pronunciato discorsi importanti alle Nazioni Unite. Paolo VI è stato, inoltre, il primo papa a compiere viaggi apostolici internazionali, incontrando leader religiosi e politici, con l’obiettivo di diffondere il suo messaggio di pace e fratellanza. Papa Paolo VI è stato proclamato santo il 14 ottobre 2018 da papa Francesco che, in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, ha incontrato maestri provenienti da tutto il mondo, proprio sulla scia di san Paolo VI nel 1964. Papa Francesco ha ricordato l’amicizia tra Chiesa e artisti definendola naturale perché questi ultimi “prendono sul serio la profondità inesauribile dell’esistenza, della vita e del mondo, anche nelle sue contraddizioni e nei suoi lati tragici”; e speciale per i “molti tratti di storia percorsi insieme”.

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MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA: NUOVA SEZIONE PERMANENTE DEDICATA A PAPA MONTINI

Sistina il 7 maggio 1964, nel quale il papa, attraverso la frase “Noi abbiamo bisogno di voi. Il Nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione”, si rivolse ai partecipanti, tracciando le linee essenziali per ristabilire un’amicizia che prevedeva una collaborazione da entrambe le parti, senza nascondere i problemi e gli ostacoli che hanno in qualche modo rallentato o bloccato il dialogo. Per rifare la pace e ritornare amici, propose due binari su cui procedere: la catechesi, in cui la comunità cristiana rendesse partecipi gli artisti nell’esperienza di fede; e il laboratorio, in cui la loro abilità e genialità si confrontasse con la materia e con la finalità dell’opera da realizzare.

Orari: tutti i giorni 10.00-12.00; 15.00-18.00 Chiuso il mercoledì

Ingresso alle collezioni del Museo e alle mostre:

Intero: €8,00; ridotto: €4,00

Informazioni: tel. 030.40233; museo@diocesi.brescia.it; www.museodiocesano.brescia.it

Il 16 marzo ricorreva il compleanno di Ugo Da Como. L’Associazione Amici della Fondazione Ugo Da Como, fondata nel 1996 per coadiuvare la Fondazione nell’opera di valorizzazione e ricordo del Senatore bresciano, ha organizzato nella Roca di Lonato, una rappresentazione teatrale dal titolo “Buon Compleanno Senatore”. Una originale rivisitazione di alcuni momenti della vita del Senatore in chiave teatrale, con testo, recitazione e regia a cura di Luciano Bertoli.

BUON COMPLEANNO SENATORE!

RAPPRESENTAZIONE TEATRALE IN OMAGGIO A UGO DA COMO

UGO DA COMO E LA FONDAZIONE

Ugo Da Como, cittadino onorario di Lonato del Garda, ha vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, muovendo i primi passi da politico spronato da Giuseppe Zanardelli, figura fondamentale per la sua formazione e per il radicamento nel credo liberale.

Nacque a Brescia nel 1869 da genitori molto colti e appartenenti all’alta borghesia di stampo socialista. Dopo la formazione al Liceo classico Arnaldo e la laurea in Giurisprudenza a Roma, si sposa nel 1895 con uno dei migliori partiti della Brescia tardo ottocentesca: Maria Glisenti. Molto legato a Lonato perché il nonno prima e il padre poi possedevano alcune tenute, Ugo Da Como venne eletto deputato nel collegio elettorale lonatese, tra gli zanardelliani e nominato Senatore del Regno nel 1920. Il legame con Lonato ispirò l’idea di creare un Istituto culturale che venne riconosciuto ufficialmente nel 1942, ad un anno dalla morte: la Fondazione Ugo Da Como.

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Non avendo avuto discendenza, tutti i beni divennero parte della sua Fondazione: oggi la Fondazione Ugo Da Como, coadiuvata nella sua opera da un gruppo di 100 persone che fanno parte dell’Associazione Amici della Fondazione Ugo Da Como, gestisce lo straordinario complesso monumentale che include la Rocca e la Casa del Podestà, entrambi Monumenti Nazionali. La Casa del Podestà è un ragguardevole esempio di Casa Museo che pure ospita la vera gemma della Fondazione: la Biblioteca monumentale che conta oltre 52.000 volumi datati a partire dal XII secolo e consultabili da chiunque ne faccia richiesta. Nel tempo il patrimonio culturale della Fondazione si è arricchito, basti ricordare la Donazione Tagliaferri (2010), il Deposito di antiche edizioni appartenute all’imprenditore bresciano Cavalier Giovanni Nocivelli o la Donazione Lombardi con quasi 400 pezzi di scultura (2017). Numerose le attività che organizza la Fondazione: molte rivolte al mondo della scuola ma anche manifestazioni di grande richiamo come Fiori nella Rocca (12-13-14 aprile 2024), Lonato in Festival (agosto 2024), Fiabe nella Rocca. Attualmente è in corso la mostra “Nino Ferrari. L’arte del Metallo tra tradizione e modernità” (sino al 9 giugno) e il 22 marzo ne aprirà una seconda, “Piranesi/Basilico. Vedute di Roma”. La Fondazione Ugo Da Como registra quasi 80.000 presenze all’anno, costituendo un indiscutibile volano per l’intero paese che fu caro al Senatore, Lonato del Garda.

“Buon Compleanno Senatore” del Capitano

Il testo rappresentato utilizza un “escamotage”, un espediente teatrale, in quanto a raccontare sarà giardiniere/ custode, un uomo che ha osservato il Senatore da molto vicino, ne ha sentito parlare fin dall’infanzia, un uomo che è diventato suo confidente, ammiratore, custode e amico fidato e segreto. Al centro del racconto c’è la casa di Lonato, la natura e l’amicizia. Il giardiniere ha colto dalle parole del Senatore, che la Casa del Podestà divenuta la “loro” dimora, esaltava il suo animo di artista e di poeta, mentre in lui fioriva la vocazione ad essere custode della bellezza e della magia che emanava la villa, divenuta alloggio di studiosi e biblioteca, perché la gente si arricchisse di quella risorsa spirituale, rimanendo colpito dalla sua armonia e bellezza. “Ho visto nel giardiniere/custode l’animo di ciascuno di noi, volto a conservare ed esaltare la ricchezza di questo generoso propagatore di buoni semi che fu il Senatore Ugo Da Como” dice l’ideatore e protagonista della piéce Luciano Bertoli. Il testo tocca alcuni momenti importanti della feconda vita di Ugo Da Como: uomo politico, letterato, collezionista, figlio e marito; inoltre ne evidenzia la ricchezza spirituale raccontata con semplicità da un giardiniere che ne attendeva il ritorno, per ascoltare dalla sua viva voce le imprese e le gesta. Accompagnano il racconto alcuni inserti letterari e brani musicali dell’epoca.

Nino Ferrari

L'arte del metallo tra tradizione e modernità

OMAGGIO AL GRANDE MAESTRO DELLA LAVORAZIONE DEI METALLI (1908 - 1981) CHE COLLABORÒ CON GUIDO FRETTE, GIO PONTI E ROBERTO SEBASTIÁN MATTA

“Nino Ferrari- L’arte del metallo tra tradizione e modernità” è il titolo della raffinata rassegna allestita alla Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda (Bs) dal 2 marzo al 9 giugno 2024. Curata da Stefania Cretella (Università degli Studi di Verona), la mostra punta i riflettori sulla straordinaria produzione di Nino Ferrari (Canneto sull’Oglio 1908 - Brescia 1981), maestro della lavorazione dei metalli, del cesello e dello sbalzo su argento, rame e peltro, attivo a Brescia e a Milano tra gli anni Trenta e gli anni Settanta del Novecento. Le opere sono esposte all’interno di alcune sale della Casa del Podestà, cuore del complesso monumentale della Fondazione Ugo da Como, integrate nel percorso di visita permanente della dimora (fra le meglio conservate Case Museo del Nord Italia) e valorizzate attraverso un allestimento progettato appositamente per l’occasione.

In mostra alla Fondazione Ugo da Como di Lonato del Garda (Bs) fino al 9 giugno 2024

NINO FERRARI E GIO PONTI

Nino Ferrari è uno dei grandi interpreti del nuovo gusto artistico che si diffonde negli anni Trenta e Quaranta, esprimendosi non solo in architettura, ma anche negli oggetti realizzati per la casa. Riprendendo l’antica tradizione lombarda, dà vita a creazioni sempre in dialogo tra la tradizione storica e le espressioni più moderne della sua contemporaneità, con una straordinaria abilità nel saper trasformare artigianalmente la materia grezza, attraverso un’eccezionale conoscenza delle tecniche e dei materiali.

Lo stile moderno di Nino Ferrari è da mettere in relazione con l’architetto Gio Ponti, il più importante designer italiano del dopoguerra. Il loro è un rapporto molto intenso e proficuo, testimoniato attraverso documenti d’archivio e opere realizzate da Ferrari su idee dell’architetto. La loro lunga collaborazione si colloca tra il 1936 e il 1952, anni in cui molte opere di Ferrari compaiono sulla rivista “Domus”, mensile sull’arte della casa e del giardino fondato e diretto da Gio Ponti. Proprio nel 1936 Gio Ponti dà vita al marchio “Casa e Giardino – Forniture utili e d’arte per la casa in città e in campagna”, con lo scopo di creare una collezione di oggetti per la casa moderna, risultato della collaborazione tra “tutti gli artisti creatori di nuovi modelli, tutte le industrie e tutti gli artigiani”. Nino Ferrari è uno di questi e diverse sue opere recano la marca “Casa e Giardino”, unitamente alla sua firma.

OLTRE 100 OPERE IN MOSTRA

Il percorso espositivo prende avvio dai primi anni di attività di Ferrari (1926), rilevando lo stretto legame maturato con forme e decori tratti dalla tradizione e dalla storia, per poi affrontare la definizione del suo caratteristico “stile modernissimo”, fino ad arrivare alla nascita dei fruttuosi rapporti di collaborazione instaurati con artisti e designer del calibro di Guido Frette, Gio Ponti e Roberto Sebastián Matta e alla sua partecipazione a esposizioni nazionali e internazionali. La mostra presenta opere provenienti da collezioni private e da alcuni importanti istituti pubblici (tra cui le Raccolte civiche del Castello Sforzesco di Milano) e propone per la prima volta al pubblico oltre un centinaio di opere tra lavori in argento, rame, peltro e altre leghe metalliche; disegni su carta e cartoncino; stampi in gesso, opere in diverse fasi di lavorazione e strumenti di lavoro.

Fra i must in esposizione, il piatto in argento sbalzato con quattro meandri ripetuti simmetricamente nella tesa e due gazzelle che saltano un ostacolo realizzato nella sua prima fase di ricerca (entro il 1935); la Testa di Medusa eloquente omaggio, in chiave moderna, dello Scudo con testa di Medusa di Caravaggio; il servizio di peltro a forma di “navicelle” eseguito su disegno di G. Fusi (architetto di cui non si conoscono altri lavori), che rappresenta un unicum all’interno del repertorio di Ferrari per la sua ironia e per lo spirito giocoso che anima il gruppo di quattro elementi; il set di piccoli segnaposto che sembrano risentire dell’influenza di certe creazioni proposte da Gio Ponti negli anni Venti; il vaso-versatoio in peltro che rielabora le forme dei vasi ellittici con piedini conici degli anni Cinquanta, donandogli ironiche sembianze animalesche grazie all’aggiunta di una coda ricurva e di un lungo collo terminante in una testa con cresta che funge da beccuccio: realizzato negli anni Settanta, potrebbe essere la messa in opera di un progetto, non pervenutoci, dell’artista surrealista Roberto Sebastián Matta (con cui collaborava, anche grazie al fatto che aveva sposato sua cugina Germana Ferrari) o una libera interpretazione di Ferrari dello stile del cugino acquisito. Le indagini attivate in occasione della mostra hanno permesso di recuperare, in una collezione privata, un vaso in rame esposto nel 1951 alla IX Triennale di Milano “Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell'architettura moderna”, realizzato da Nino Ferrari e progettato da Gio Ponti.

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IL PROGRAMMA

Il Festival si svolge nell’anfiteatro del Vittoriale degli Italiani: un luogo sospeso tra arte, cultura, natura e bellezza, con una magnifica vista panoramica sul Lago di Garda.

Nelle prime dodici edizioni sono stati ospitati i nomi più prestigiosi ed interessanti della musica e dello spettacolo internazionale: Lou Reed, Ben Harper, Herbie Hancock, Burt Bacharach, Keith Jarret, Hozier, Damien Rice, Damon Albarn, James Taylor, Joan Baez, Paolo Conte, The National, David Byrne, Paolo Nutini, Giorgio Albertazzi, Eleonora Abbagnato, David Larible, Patti Smith, Pat Metheny, Jeff Beck, Johnny Depp, Diana Krall, Michael Kiwanuka, Filippo Timi, Franco Battiato, Momix, Billy Corgan, James Morrison, James Blunt, New York City Ballet, Martha Graham Dance Company, Ludovico Einaudi, Stefano Bollani, Paul Weller, Steven Wilson, Franz Ferdinand, Arto Lindsay…

Con quasi 27.000 spettatori, nel 2023 le presenze hanno confermato l’indice medio di riempimento del teatro del 100%. Il 90% dei biglietti è venduto online e viene acquistato da tutte le regioni d’Italia e da tutto il mondo: nel solo 2023 sono stati venduti biglietti in 64 Paesi, tra cui Germania, Austria, Regno Unito, USA, Francia, Belgio, Russia, Svizzera, Estonia, Thailandia, Australia, Islanda, Kazakhstan, Finlandia…

Salutato da GQ Italia come uno dei 5 Festival più maturi del nostro Paese, insieme a rassegne storiche come Umbria Jazz e il Festival dei Due Mondi di Spoleto, e da Studio Aperto come una delle due rassegne più prestigiose del Bel Paese, insieme al Lucca Summer Festival, per ciascuna edizione Tener-a-mente raccoglie oltre 300 ritagli stampa su testate nazionali di grande diffusione, televisive, radiofoniche, cartacee e online. Dal 2019 la radio ufficiale del Festival è Radio Monte Carlo.

22 GIUGNO KASABIAN

23 GIUGNO DOGSTAR

25 GIUGNO INTERPOL

2 LUGLIO

GLEN HANSARD

3 LUGLIO

JAMES ARTHUR

5 LUGLIO

CAT POWER SINGS DYLAN

7 LUGLIO

JACK SAVORETTI

8 LUGLIO

JAMES BLAKE

10 LUGLIO

GARY CLARK JR

12 LUGLIO

PIÙ LUCE! – MASCHI

13 LUGLIO

FRANCESCO DE GREGORI

19 LUGLIO

COLAPESCE DIMARTINO

20 LUGLIO

LAUFEY

26 LUGLIO

MARCUS MILLER

27 LUGLIO

MAX GAZZÈ

29 LUGLIO

PASSENGER

20
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KASABIAN DOGSTAR INTERPOL GLEN HANSARD JAMES ARTHUR CAT POWER JACK SAVORETTI JAMES BLAKE GARY CLARK JR PIÙ LUCE FRANCESCO DE GREGORI
LAUFEY MARCUS MILLER MAX GAZZÈ PASSENGER
COLAPESCE DIMARTINO

A NIGHT OF BOLD

CENTRO PORCHE

BRESCIA PRESENTA NUOVA PANAMERA

NEL CUORE DELLA CITTÀ

Mercoledì 6 marzo il Centro Porsche Brescia ha organizzato per il lancio di Porsche Panamera la Night of Bold, una cena placée dal carattere esclusivo servita dal catering del ristornate stellato Miramonti l’Altro. Un evento in cui le decisioni audaci, di cui Porsche Panamera si fa promotrice, hanno ridefinito i confini della raffinatezza. L’audacia non è solo un concetto astratto, ma una caratteristica che vive in tutti coloro che vogliono sentirsi liberi di seguire il proprio istinto, che esprimono liberamente sé stessi senza scendere a compromessi. Nuova Porsche Panamera è pensata per queste persone. Una vettura che incarna il perfetto equilibrio fra uno stile di vita sportivo e un viaggio confortevole e lussuoso, diventando rappresentazione delle decisioni audaci di Porsche. La scelta della location è ricaduta sulla chiesa sconsacrata dei Santi Filippo e Giacomo, sede dell’associazione culturale C.AR.M.E. Un ambiente unico ed ipnotico situato all’interno dello storico quartiere bresciano del Carmine, che fa del contrasto fra antico e contemporaneo la chiave del suo fascino. L’atmosfera è stata ulteriormente arricchita da una performance piano-voce dal carattere elegante e sofisticato.

Tutto questo ha fatto da cornice al percorso culinario del ristorante stellato Miramonti l’altro, che il Centro Porsche Brescia ha voluto far vivere ai propri ospiti. Le portate proposte dallo Chef Philippe Léveillé hanno saputo trasmettere il carattere unico delle decisioni coraggiose, in un Menù che concilia lo spirito di continua ricerca a proposte legate al territorio e alla tradizione bresciana. Come sottolineato dal Brand Manager Porsche Giovanni Zaupa, l’evento di lancio di nuova Panamera è stato un’occasione per celebrare insieme ai clienti i valori che Porsche da sempre porta avanti.

Porsche Panamera è nata per diventare simbolo di questi valori, per tutti coloro che si sono guadagnati il diritto di seguire nient’altro che la propria strada.

NUOVA PORSCHE PANAMERA

Il nuovo look di questa berlina esprime fin dal primo sguardo la grinta e la personalità di una vettura sportiva all'avanguardia, rinnovandosi completamente nel design e nelle tecnologie di supporto alla guida. La nuova Panamera ha una silhouette e proporzioni tipicamente Porsche. Il passo lungo, la sporgenza anteriore accorciata e quella posteriore allungata creano dinamismo dal punto di vista estetico. Inoltre, troviamo una nuova fascia di luci posteriori tridimensionale con doppio arco e luce d’arresto integrata. All'interno troviamo un mix equilibrato di lusso e tecnologia, rinnovato e concepito per offrire un’accoglienza confortevole durante ogni viaggio, oltre ad un'esperienza di guida coinvolgente grazie al cockpit tutto centrato sul guidatore, che bilancia magistralmente comandi digitali e analogici. Le novità non sono dedicate solo al guidatore, è presente infatti un innovativo Display per il passeggero per la gestione del sistema multimediale.GRUPPO EUROCAR EUROCAR ITALIA

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Il cuore dinamico della nuova Panamera è la potenza di un motore al servizio di chi vuole unire al comfort del viaggio l’emozione di una guida sportiva: arte e ingegneria, emozione e prestazioni in un connubio unico. Oltre alle versioni termiche, la nuova Panamera è anche pronta a rispondere alle aspettative più ambiziose con ben quattro power train E-Hybrid, portando l'E-Performance a livelli senza precedenti di prestazioni, autonomia ed efficienza. Contribuisce a ridefinire gli standard attuali di guida ecosostenibile senza rinunciare alle emozioni di guida tipiche di una Porsche. La versione Turbo E-Hybrid garantisce infatti 680 CV di potenza combinata. Il piacere di guida è caratterizzato anche dall’integrazione del sistema PASM, con la regolazione elettronica degli ammortizzatori, progettato per garantire un comfort di prima classe. Il sistema di sospensioni nei modelli E-Hybrid si arricchisce anche del Porsche Active Ride, il nuovo sistema di contrasto del rollio e beccheggio della vettura.

SAOTTINI AUTO

L’Azienda viene fondata nel 1951 da Giacomo Saottini che decide di seguire l’esperienza paterna e di aprire una concessionaria nel cuore di Brescia. Oggi quella Concessionaria è presente su tutto il territorio della provincia con cinque sedi distribuite fra Brescia e Desenzano del Garda. Volkswagen, Audi, ŠKODA, SEAT, CUPRA e Porsche sono i marchi rappresentati dal Gruppo. A rafforzare l’attività del Gruppo si aggiunge una Divisione Usato dinamica e orientata all’offerta di vetture speciali e sportive, ma anche specialista Audi Prima Scelta :plus e Usato Certificato Volkswagen. Dal 2014 Saottini Auto rafforza la sua presenza sul Lago di Garda, a Desenzano: al Centro Porsche Brescia già presente dal 2002 si affianca la filiale Audi e Volkswagen di Viale Marconi. Poco prima di compiere 70 anni di storia, Saottini Auto entra a far parte del Gruppo Eurocar Italia, controllata di Porsche Holding Salzburg.

Il Gruppo Eurocar Italia è controllato al 100% da Porsche Holding. In Italia è il più grande gruppo di distribuzione ed assistenza per i marchi Volkswagen, Volkswagen Veicoli Commerciali, Audi, Seat, Skoda, Porsche e Lamborghini, Das WeltAuto e Audi Prima Scelta:plus. Presente in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana, con oltre 1.800 collaboratori, distribuiti in 47 sedi.

CENTRO PORSCHE BRESCIA

Viale Sant’Eufemia 94b Brescia

Via Faustinella, 3/7 Desenzano del Garda (BS)

Tel. +39 030 9150711

porsche@saottini.it

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LA PIÙ POTENTE

LA PORSCHE DI SERIE PIÙ POTENTE DI SEMPRE STABILISCE TEMPI RECORD A LAGUNA SECA E AL NÜRBURGRING

WEISSACH
TAYCAN
TURBO GT E TAYCAN TURBO GT CON PACCHETTO

Da zero a 100 km/h in 2,2 secondi e velocità massima fino a 305 km/h con il pacchetto Weissach Incremento di potenza di 120 kW per un tempo limitato grazie all’Attack Mode Fino a 815 kW (1.108 CV) di potenza di picco con il Launch Control Peso ridotto fino a 75 kg rispetto alla Taycan Turbo S Disponibile in versione a due o quattro posti, con sospensioni Porsche Active Ride di serie

Porsche amplia la gamma di versioni della sua berlina sportiva a trazione elettrica includendo la Taycan Turbo GT e la Taycan Turbo GT con pacchetto Weissach. Quest'ultima è stata concepita per l'utilizzo in pista e rinuncia quindi ai sedili posteriori a favore di un rapporto peso/potenza ancor più vantaggioso. Alla massima potenza, entrambe le vetture sono in grado di erogare più di 1.100 CV¹. Grazie a diverse soluzioni di alleggerimento della struttura e di ottimizzazione aerodinamica, queste sportive GT completamente elettriche innalzano lo standard in termini di dinamica di guida. Sull'asse posteriore viene utilizzato un inverter a impulsi più potente ed efficiente che impiega il carburo di silicio come materiale semiconduttore. Le prime Taycan Turbo GT saranno consegnate ai clienti a partire da questa primavera.

Semplicemente premendo un pulsante è possibile attivare la funzione che rende disponibili fino a 120 kW di potenza aggiuntiva per 10 secondi. L’Attack Mode si basa sulla funzione push-to-pass degli altri modelli Taycan². Il sistema è ottimizzato per la guida in pista e funziona in modo analogo a quello della 99X che Porsche utilizza nel Campionato mondiale ABB FIA Formula E. La spinta viene visualizzata da un timer con conto alla rovescia posto nel quadro strumenti e indicata dinamicamente sul tachimetro con una serie di cerchi animati.

Non è ancora in commercio, ma ha già conquistato un record: la Taycan Turbo GT con pacchetto Weissach si è aggiudicata il titolo di auto elettrica di serie più veloce sul circuito Weathertech Raceway Laguna Seca, in California, il 23 febbraio 2024. Con un tempo di 1:27.87min., il pilota Porsche addetto allo sviluppo, Lars Kern, ha realizzato il giro più veloce in assoluto rispetto a qualsiasi altro pilota a bordo di un'auto elettrica omologata per l'uso stradale.

Non molto tempo prima, una versione di pre-produzione di questo stesso nuovo modello aveva stabilito un nuovo record di categoria al Nürburgring. Anche in quell'occasione al volante c'era Kern, che aveva ottenuto un tempo di 7:07.55 min. sulla Nordschleife. Si tratta di un tempo ufficiale di ben 26 secondi inferiore a quello stabilito da Kern nell'agosto del 2022 in occasione del suo ultimo giro da record a bordo di una Taycan Turbo S equipaggiata con il pacchetto Performance e che rappresenta inoltre l'attuale record per le auto elettriche di serie, facendo della Turbo GT la quattro porte più veloce sul Nürburgring a prescindere dal tipo di powertrain.

"I due record a Laguna Seca e sulla Nordschleife dimostrano il grande potenziale della Taycan in pista", ha commentato il vicepresidente della linea prodotto, Kevin Giek. "Per mettersi alla prova in pista, non è sufficiente avere la massima potenza possibile. È necessario disporre anche di un adeguato pacchetto complessivo di accelerazione e frenata, aderenza in curva, aerodinamica, stabilità e messa a punto, che i nostri ingegneri sono riusciti a realizzare nella Turbo GT e, in particolare, nella Taycan Turbo GT con pacchetto Weissach con risultati assolutamente straordinari. Un ottimo lavoro era già stato fatto con i modelli Taycan recentemente aggiornati, ma indubbiamente le nostre nuove vetture GT alzano ancora di più l'asticella in termini di dinamica di guida".

"Il tracciato di Laguna Seca ha spinto la Taycan Turbo GT al limite ed è il pacchetto complessivo ad aver fatto la differenza", ha dichiarato il pilota addetto allo sviluppo Kern. "La Turbo GT con pacchetto Weissach stabilisce nuovi standard di riferimento per quasi tutti i parametri. Questi includono l'accelerazione e la frenata, un Attack Mode dall'utilizzo intuitivo e un powertrain progettato per ottenere la massima trazione e le più alte prestazioni. I livelli di aderenza in curva sono altrettanto straordinari. La maneggevolezza della vettura e la risposta dell'acceleratore sono incredibili. Gli pneumatici garantiscono un'ottima resa e il giusto bilanciamento in ogni situazione di guida. È stato divertentissimo guidare quest'auto sul tracciato ondulato di Laguna Seca".

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Il 15 marzo è stata la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla e Unobravo ha presentato l’Osservatorio sui DAN (Disturbi Alimentazione Nutrizione) in Italia: dove emerge come Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna sono le regioni più interessate, tra diagnosi e percezione del malessere. Infatti, in queste regioni si concentra la più alta percentuale di coloro che affermano di non avere un buon rapporto con il cibo o con il proprio corpo.

Secondo quanto emerge dai dati condivisi dal Ministero della Salute, dal 2019 al 2021 gli accessi alle cure per disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono aumentati quasi del 40%. Oltre all’impatto sulla salute fisica degli individui, disturbi come anoressia, bulimia nervosa e binge eating. coinvolgono anche l’intera sfera psicologica della persona, spesso rimanendo latenti a livello sociale, con conseguente impatto sulla qualità della vita e sulla salute mentale delle persone che ne soffrono.

L'analisi, condotta su un campione della base utenti di Unobravo, fornisce una panoramica dei DAN in Italia, accendendo i riflettori sul tema e sull’importanza dell’adozione di strategie preventive, tra le quali gioca un ruolo chiave l’intraprendere un percorso volto al benessere psicologico, oltre che fisico. Emerge così che, tra le persone che affermano di non avere un buon rapporto con il cibo e con il proprio corpo, solo il 9,3% sostiene di avere già una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare, mentre il restante 90,7% potrebbe essere alla ricerca di supporto psicologico per la prima volta.

Sul totale del campione, solo il 9,3% sostiene di avere ricevuto una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare e il 7,2% afferma che lo stesso sia in fase di miglioramento.

Le donne tra i 25 e 32 anni tra le più colpite da possibile binge eating disorder

Secondo l’indagine condotta dall’Osservatorio Unobravo, in Italia le persone che sostengono di non avere un buon rapporto con il cibo e con il proprio corpo sono principalmente donne (79,4%) e soggetti con meno di 33 anni (64,5%), con una concentrazione maggiore che si osserva nella fascia tra i 25 e i 32 anni (44,5%). Le donne in questa fascia d’età sono anche quelle che ricercano maggiormente un supporto psicologico per episodi di possibile binge eating disorder.

BINGE EATING DISORDER

UNOBRAVO HA PRESENTATO L’OSSERVATORIO SUI DAN, I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE E DELLA NUTRIZIONE IN ITALIA

L’IMPORTANZA DI INTRAPRENDERE

UN PERCORSO DI TERAPIA

Alcune persone provano ad affidarsi all’auto-aiuto per cercare di migliorare il proprio rapporto con il cibo e con il proprio corpo, ma l’Osservatorio Unobravo sottolinea come intraprendere un percorso di terapia psicologica sia cruciale per acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie emozioni e affrontare un DAN. Un trattamento efficace, inoltre, può prevedere anche l'intervento di altri professionisti della salute come medici e nutrizionisti, che possono sostenere il paziente aiutandolo a ristabilire abitudini alimentari più sane e a gestire eventuali problemi fisici causati dal disturbo.

Tra le persone che esplicitano questo malessere (che rappresentano il 28,1% del totale degli utenti coinvolti nell’analisi) l’82,5% è composto da donne e il 45% di esse ha proprio tra i 25 e i 32 anni.

Chi è Unobravo Nato nel 2019, Unobravo è il servizio di psicologia online che si propone come un punto di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle nel raggiungimento del benessere psicologico e supportarle nella crescita personale. Unobravo lavora ogni giorno per abbattere lo stigma sui temi di salute mentale e normalizzare l’accesso alla terapia attraverso prezzi accessibili e l’attenta selezione di professionisti per garantire sempre un servizio d’eccellenza. Ad oggi conta una équipe di 5.000 psicologi, più di 170.000 pazienti e un core team di oltre 250 persone.

Nota metodologica I dati citati provengono dall’iniziativa Osservatorio Unobravo sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione in Italia e sono relativi a un campione di 16.000 persone, parte della base utenti di Unobravo.

21 GRAMMI CHARITY DINNER

UNA SERATA STELLATA CON LO CHEF STEFANO CERVENI E LA PASTRY CHEF ANNALISA BORELLA PER RACCOGLIERE FONDI PER IL LOCALE

Mai data fu più azzeccata. È proprio il 29 Febbraio, nell’anno bisestile, che il 21grammi® di Viale Italia 13/Bis a Brescia, celebra i suoi 8 anni dall’inaugurazione del 2016. Un traguardo significativo della Cooperativa Sociale Big Bang Onlus - insieme al Centro Bresciano Down Aps che l’ha creata nel 2014 - che riflette l’impegno continuo nel promuovere opportunità lavorative, formazione ed inclusione sociale per persone con fragilità intellettiva.

Un nuovo modello di impresa sociale - Il percorso dalla concezione del business plan all’inaugurazione del bar ristorante 21grammi® nel 2016 è stato caratterizzato da una determinazione senza limiti, che ha portato alla creazione non solo di un luogo accogliente per gustare deliziosi piatti, ma anche sviluppare un modello di impresa sociale innovativa e sostenibile nel tempo. L’obiettivo, ambizioso, è diventato dunque negli anni concreto e tangibile e ha permesso al 21grammi® di aprire una nuova via. Da un lato formare giovani adulti con disabilità intellettiva ai prerequisiti lavorativi, facilitando il loro ingresso nel mondo del lavoro, all’interno di altre aziende. Parallelamente, supportare la direzione di queste aziende ed i colleghi, contribuendo a ridurre i timori e a superare gli stereotipi legati alle disabilità.

In questo reportage la prima cena di beneficenza per la raccolta fondi per il 21grammi®, cha ha avuto come obiettivo quello di coprire, o quantomeno alleggerire, la quota mutuo 2024. La serata si è svolta Lunedì 11 Marzo 2024 alla Tenuta 6 Ore a Gambara (BS) con lo Chef stellato Stefano Cerveni e la Pastry Chef Annalisa Borella. Ad accompagnarli lo staff del 21grammi®, che era presente in cucina e in sala, per una vera cena inclusiva. Accoglienza sulle note della band “I fuoripista” del CBD, che promuove la creatività dei ragazzi con sindrome di Down.

ALCHIMIE 2024 A MONTIRONE

Alchimie 2024 è la fiera mercato andata in scena a Montirone Domenica 25 febbraio. Un’iniziativa organizzata da Vini & Cucina Bresciana e Brescia nel Piatto. Un viaggio sensoriale lungo un’intera giornata per raccontare le eccellenze gastronomiche locali, promuovendo esperienze gustative originali, mettendo al centro un universo di alchimie botaniche e d’alpeggio (amari, formaggi, erbe ed infusi). Una fiera mercato che ha mostrato per la prima volta la ricchezza artigianale degli spirits locali, offrendo anche affascinanti combinazioni di sapori ispirate alla biodiversità delle valli bresciane dai formaggi ai mieli passando per infusi e tisane. Coinvolte nel progetto anche alcune scuole alberghiere.

DRIZZATE LE ANTENNE 2

L’uomo cerca sempre di dare un senso alla vita, fino alla sua morte che è in effetti l’implosione di tutti i sensi. Oggi siamo nell’era della tecnica e il senso della vita sembra essere solamente quello tecnologico. Pensiamo ad esempio ai telefonini, chiamati anche cellulari come il furgone che trasporta i detenuti, che oggi connettono tutti. Se li guardiamo in un’ottica psicologica, dimostrano l’incapacità moderna di reggere l’assenza. In pratica siamo diventati una risposta immediata agli altri e quando questa risposta non arriva subito, subentra l’angoscia e l’ansia. Non ce ne siamo accorti, ma così abbiamo perso la nostra libertà. Nell’epoca moderna riceviamo in un giorno le stesse informazioni che un uomo del Rinascimento riceveva in tutta la sua vita e le informazioni arrivano soprattutto sui nostri smartphone. Come? Attraverso una rete capillare di antenne 5G che rimbalzano le onde elettromagnetiche fino al nostro telefonino. Sono reti veloci che utilizzano tre fasce di frequenze (basse, medie e alte). Le alte frequenze hanno la capacità di trasportare moltissimi dati per unità di tempo, ma hanno una portata limitata e fanno fatica ad attraversare gli ostacoli. Commercialmente però le onde millimetriche, ad alta frequenza e ad altissima velocità, rendono gli smartphone più performanti e quindi più appetibili per la clientela. Allora le compagnie telefoniche devono installare numerosissimi ripetitori per riuscire a creare una copertura radio efficiente. Sono brutti tralicci metallici, alti più di 30 metri, che possono essere installati, a norma di legge, ad una distanza di soli 20 metri dalle abitazioni. Ed ecco il problema. In questa sede non vi parlerò degli effetti sull’organismo umano nel tempo delle emissioni elettromagnetiche dei 5G, cosa che gli scienziati stanno ancora studiando, ma dell’impatto ambientale sul paesaggio di queste orribili antenne. Viviamo nel paese più bello del mondo, con un patrimonio artistico unico, ma agli italiani sembra importare davvero poco. Suvvia, siamo nell’era della tecnica, non della bellezza monumentale!

FUOCHI DI PAGLIA

Il governo Conte ha promulgato delle leggi che agevolano e permettono l’installazione dei tralicci praticamente dappertutto e senza che la popolazione possa concretamente opporvisi. Perché così dice l’Europa (la solita tiritela), che prevede al 100% il cablaggio della fibra ottica e la copertura 5G entro il 2030. Ma ci sono delle assurdità concettuali. Tipo che lo stesso traliccio, un vero e proprio ecomostro, non sia utilizzabile da più compagnie telefoniche, ma che ognuna si possa costruire il suo ripetitore anche a pochissima distanza da quello della concorrenza. Magari su un comodo terreno privato, in modo che i canoni di affitto del suolo non vadano a beneficio dell’intera collettività, ma solo di una singola persona (o azienda) che magari non è nemmeno residente in quel Comune. E il problema non riguarda unicamente i centri urbani, ma anche intere aree naturali e paesaggistiche, dove avvengono disboscamenti e sbancamenti vari per fare posto alle piazzole in cemento che supportano i ripetitori e i relativi vani accessori. Per i tralicci sembra non valere nemmeno la Paesaggistica che dipende dalla Regione e che invece impone vincoli durissimi per le costruzioni delle civili abitazioni. Contestualmente i giovani non sembrano essere molto preoccupati dallo spuntare di questa prateria di funghi metallici, perché la vedono come un miglioramento delle performance dei loro smartphone con le tacche del segnale che vanno goduriosamente a fondo scala. Ma gli operatori immobiliari dicono che un traliccio 5G collocato nei pressi di una abitazione, può far perdere oltre il 20% del valore di vendita. E questo i Boomer, che le hanno comperate con il sudore della fronte, lo sanno bene. Comunque, tutti zitti che suona il telefono e a presto riveder nuove antenne!

Alla prossima e in alto i cuori leggeri.

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BeBeep!

NUOVO BRAND DELL’USATO AUTOTORINO

Alessandro Lischetti, Responsabile della filiale Autotorino di Bergamo

Nel panorama automobilistico in continua evoluzione, un nuovo protagonista ha fatto il suo debutto sulla scena: BeBeep, il rivoluzionario brand dell’usato by Autotorino. Si tratta di un progetto che mira a distinguersi dalle realtà già presenti grazie alla professionalità e al servizio strutturato e di qualità, dando valore all’auto usata, semplificandone l’acquisto in termini di accessibilità e garanzia. BeBeep, un nome di per sé curioso, che però racconta già molto del suo DNA; ricorda due colpetti di clacson che richiamano l’attenzione del cliente, in modo garbato e non fastidioso, quello che fa una vettura quando arriva e vuole farsi notare. Un brand ‘dinamico’, nell’immagine come nei contenuti, improntato al digitale, ma con un’ampia presenza fisica in tutte le 70 filiali Autotorino.

Così BeBeep diventa la risposta che Autotorino dà ad un mercato dell’usato in costante crescita, come dimostrano i dati: nel 2023 si registra un netto aumento dei passaggi di proprietà a livello nazionale (+6,6% 2023 vs 2022), con le auto usate diesel (46,5%) e benzina (36,8%) tra le più ricercate dagli italiani, con un incremento sul 2022 rispettivamente di +4,8% e +3,7%. Questo trend di crescita è confermato anche in provincia di Bergamo con un +6.5% rispetto allo scorso anno e, allargando la lettura dei Dati dell’Area Professionale Statistica ACI, anche in Lombardia, dove si registra un ancora più trainante +8,1%.

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“Con BeBeep ampliamo le soluzioni dedicate ai nostri clienti, soprattutto per l’approccio, frutto dell’esperienza di oltre cinquant’anni di Autotorino e di servizi in continuo affinamento. Così BeBeep diventa il modo con cui valorizzare ulteriormente tutto questo patrimonio di esperienza acquisito negli anni, trasformando l’usato in un vero e proprio brand al pari di tutti gli altri ufficialmente rappresentati sul nuovo - commenta Alessandro Lischetti, Responsabile della Filiale Autotorino di Bergamo - In questo contesto, vengono ancor più valorizzate le formule d’acquisto a tutela della tranquillità del cliente, tutte ‘Made in Autotorino’, come Soddisfatto e Rimborsato o come le soluzioni All-Inclusive specifiche per l’usato, con le estensioni di garanzia a chilometri illimitati di Soddisfatto e Garantito”.

L’USATO CHE SUONA BENE

La proposition di BeBeep è dominata dalla qualità del prodotto e del servizio; dalla selezione delle migliori autovetture usate (con uno stock che supera le 3.000 vetture, con tipologie di modello e alimentazione che soddisfano le più ampie esigenze), dalla garanzia estendibile fino a 48 mesi alle diverse possibilità di finanziamento, fino alla proposta di nuove ed innovative modalità d’acquisto all-inclusive, tutte espressamente declinate sulle specifiche del mondo dell’usato. Dall’altra l’attenzione si focalizza sul cliente, per garantire un supporto improntato all’approccio consulenziale, fondamentale nella scelta dell’auto più rispondente in base sia ai gusti, sia alle esigenze di un target sempre più consapevole ed esigente.

PIÙ ENERGIA IN CIRCOLO

A2A CONTINUA AD INVESTIRE IN UN PRIMATO ITALIANO PER LA LEADERSHIP TECNOLOGICA IN EUROPA

Ph. Davide Brunori 36

BRESCIA SI CONFERMA MODELLO PER LA DECARBONIZZAZIONE: INAUGURATA UNA NUOVA TECNOLOGIA CHE RENDE L’IMPIANTO DI VIA MALTA ANCORA PIÙ EFFICIENTE E SOSTENIBILE

INVESTITI CIRCA 110 MILIONI PER RECUPERARE IL CALORE DAI FUMI DEL CAMINO, 45 MILIONI SOLO PER ABBATTERE LE EMISSIONI

A PARITÀ DI RIFIUTI TRATTATI, ENERGIA TERMICA ULTERIORE PER 12.500 FAMIGLIE. LE EMISSIONI, GIÀ AMPIAMENTE SOTTO I LIMITI DI LEGGE, SUBIRANNO UN NUOVO TAGLIO DEL 40%

IL TERMOUTILIZZATORE EVITA L’EMISSIONE DI OLTRE 830MILA TONNELLATE DI CO2 L’ANNO, PARI ALL’ANIDRIDE CARBONICA ASSORBITA DA 5 MILIONI DI ALBERI

Mettere l’energia in circolo, così da non sprecare nulla, recuperando ogni calore di scarto che possa contribuire alla decarbonizzazione del teleriscaldamento della città. Questo l’obiettivo raggiunto da A2A a Brescia attraverso un investimento di circa 110 milioni di euro per rendere il termoutilizzatore ancora più efficiente e sostenibile, di cui 45 destinati agli impianti che consentono un ulteriore taglio delle emissioni. Grazie a una tecnologia innovativa sarà possibile generare energia termica in più per 12.500 famiglie a parità di rifiuti trattati, riducendo così l’uso del gas per alimentare la rete del teleriscaldamento e portando il rendimento dell’impianto vicino al 100% (dall’84% al 98%). La soluzione è stata inaugurata nei giorni scorsi dall’Amministratore Delegato di A2A Renato Mazzoncini alla presenza delle istituzioni: Laura Castelletti, Sindaca di Brescia; Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia ed Emanuele Moraschini, Presidente Provincia di Brescia.

“Questa tecnologia si aggiunge ai numerosi progetti realizzati negli ultimi anni per rendere sempre più efficiente il sistema ambiente-energia di Brescia. Grazie ai livelli di raccolta differenziata raggiunti e al recupero di energia dai rifiuti non riciclabili, la città ha azzerato il conferimento in discarica - ha spiegato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A. Con la nuova linea fumi, che massimizza l’efficienza del termoutilizzatore, incrementiamo l’energia termica prodotta dal TU destinata al riscaldamento delle famiglie bresciane. Un progetto che conferma l’impegno di A2A per la decarbonizzazione del tessuto urbano e il riutilizzo dell’energia disponibile sul territorio.

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Stiamo lavorando affinché il teleriscaldamento utilizzi sempre più il calore di scarto dei grandi impianti industriali per riscaldare senza produrre CO2. Un modello di circolarità che vede Brescia apripista ma che vogliamo esportare negli altri territori”. “Nel 1992, in consiglio comunale, ho votato a favore della realizzazione del termoutilizzatore di Brescia, proposto dall’allora Asm - ha ricordato la Sindaca di Brescia Laura Castelletti. Una scelta che, come è stato per il teleriscaldamento e la metropolitana, testimonia la lungimiranza del buon governo della città. Questo impianto, avviato nel 1998, ha consentito alla città di azzerare il conferimento dei rifiuti in discarica e avviare il percorso di decarbonizzazione del teleriscaldamento, altro fiore all’occhiello della città. Un percorso che oggi fa un nuovo significativo passo in avanti. In questi anni, come Amministrazione e come azionisti di A2A, abbiamo sempre spinto l’azienda a investire per rendere la città più competitiva e sostenibile.Vogliamo che A2A sia al nostro fianco nella sfida epocale per fare di Brescia una capitale verde europea. I problemi, lo sappiamo, non mancano. Ma la strada imboccata è quella giusta. Riscaldare e fornire energia grazie ai rifiuti vuol dire evitare l’emissione di grandi quantità di CO2. Oggi, mentre molti territori italiani sono ancora costretti ad esportare i propri rifiuti, Brescia si pone come modello nazionale di sostenibilità ed economia circolare”.

“Brescia si conferma territorio di innovazione – ha commentato il Presidente della Provincia di Brescia Emanuele Moraschini. Il progetto che A2A inaugura oggi consentirà di riscaldare 12.500 appartamenti senza usare fonti fossili, tagliando ancora di più le emissioni in atmosfera.

Un esempio di economia circolare tanto più prezioso in un territorio come il nostro, alle prese con i problemi del cambiamento climatico e dell’inquinamento dell’aria. Unire una gestione virtuosa dei rifiuti e un sistema come il teleriscaldamento è stata una felice intuizione che pone Brescia tra le capitali della sostenibilità”.

Quello che 50 anni fa è nato come un laboratorio, con la prima rete di teleriscaldamento in Italia, oggi è il modello Brescia: un sistema integrato energia-ambiente in grado di coniugare produzione di energia elettrica e calore, teleriscaldamento e gestione del ciclo dei rifiuti, azzerando il ricorso alla discarica. Un processo virtuoso che è stato ulteriormente migliorato. Si è infatti concluso il progetto di "flue gas cleaning" con l’avvio su tutte le tre linee dei nuovi sistemi di trattamento fumi e recupero di energia che consentiranno di immettere nella rete di teleriscaldamento 164 GWh/anno di calore aggiuntivo ad impatto ambientale nullo, massimizzando il rendimento dell’impianto e restituendo ai cittadini la quasi totalità dell’energia potenziale contenuta nei rifiuti sotto forma di energia elettrica e termica. Una best practice sul fronte della transizione ecologica che, oltre a rimettere in circolo il calore presente nei fumi, taglierà ulteriormente le emissioni, i cui valori, già ampiamente sotto la soglia di legge, saranno mediamente ridotti del 40%.

Se il modello Brescia, dove tutti i rifiuti vengono recuperati o come materia o come energia e nulla va in discarica, fosse applicato anche al resto del Paese, l’Italia farebbe un passo avanti nella transizione ecologica. L’Italia deve infatti ancora colmare un gap impiantistico nella gestione dei rifiuti: oggi smaltisce circa il 19% dei propri rifiuti in discarica, un valore lontano dal target europeo del 10% fissato per il 2035, mentre a Brescia si è raggiunto lo 0%.

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Laura Castelletti, Sindaca di Brescia, in visita alla centrale A2A

POLITICANDO

LIBERTÀ NON È UNO SPAZIO LIBERO

La politica a livello globale - e per ciò intendo quella internazionale, quella nazionale, ma soprattutto quella regionale per giungere a quella cittadina, è in continua e veloce evoluzione.

Dobbiamo pensare che i macrosistemi coinvolgono tutto, cioè il nostro pensiero si articola pervicacemente verso quanto di meglio ci possa capitare.

Parlare di guerra in Ucraina, di attacchi ai navigli nel Mar Rosso, della geopolitica in Medio Oriente o della democrazia in bilico negli USA, ci porta sovente a considerare gli affari di casa nostra come fossero secondari.

È però un errore! Infatti, non solo sono vitali per noi, ma anche per il posizionamento del nostro Paese all’interno degli schemi di cui abbiamo accennato.

Se la svolta verso la destra-centro italiana si è confermata con le elezioni in Abruzzo, dopo il passo falso in Sardegna - che però ha fatto ben capire che servono scelte giuste sugli uomini - allora possiamo pensare che, anche a giugno, alle elezioni europee, vi sarà la conferma di questo trend.

I partiti dovranno identificare i candidati giusti, i migliori da presentare agli elettori, con programmi non mirabolanti, ma allineati a quelli dei partiti e o coalizioni che li esprimeranno.

Ormai è finito il tempo delle promesse inattuabili, si devono fare scelte specifiche, come decidere se rimanere schiavi della burocrazia e della globalizzazione che ha portato al disastro che stiamo vedendo in termini generali, oppure cercare il cambiamento, mettendo l’Europa prima di ogni altra cosa. Da decenni diciamo che serve un ministro degli esteri europeo ed un esercito, oltre alla BCE, in sintonia con gli interessi occidentali sì, ma specificatamente per ciò che è il nostro credo europeo. Il vero problema è che noi dovremmo essere liberi di difendere i nostri nteressi ed i nostri ideali e non essere sudditi di alleanze alle quali apparteniamo ma dove non contiamo nulla. La politica deve tornare alla centralità delle scelte, non subirne solo gli interessi.

liberi non sarà più sufficiente, si dovrà parlare di tre stati? Gaza, Cisgiordania, Israele? Ma chi garantirà per gli accordi? L’ONU?… Mi viene da ridere…. I paesi arabi?…Aiuto! Le grandi potenze…? Cina? Usa? Russia?

Ma se abbiamo voluto questa guerra economica di potere e interessi uno contro l’altro, se non abbiamo identificato i responsabili del Covid e abbiamo assolto l’OMS, se nessuno è mai colpevole dove vogliamo andare?

Nemmeno il Papa può parlare, perché la bandiera deve essere per forza giallo-blu... Accordi precisi vi erano da almeno 10 anni e non sono stati rispettati, come quelli di camp David o di Abramo e come troppi altri ancora.

Smettiamola di fare gli struzzi, tornando a noi italiani, non facciamo finta che tutto possa cambiare per non cambiare nulla.

I ridicoli portavoce del campo largo o santo che sia, coloro che inneggiano alla brigatista Balzerani (onore per le idee mai rinnegate, ma stava dalla parte giusta?), coloro che scelgono candidati deboli e poi si stracciano le vesti… Facciamo in modo di scegliere meglio, magari anche persone, passatemi il termine, “nemiche” ma capaci.

Una Yalta due è più che necessaria, non finirò mai di dirlo, altrimenti i problemi non si risolveranno mai, se non con gravi sofferenze dei popoli interessati.

Vi sembra normale ciò che sta accadendo a Gaza? Vi sembra normale che qualcuno faccia il lavoro sporco per noi e che la comunità internazionale non sia in grado di porre fine ad una pulizia etnica e politica? Che poi faccia il “nostro gioco”, ben venga, ma forse non dovevamo giungere a tanto. Hamas non doveva prendere il potere che ha avuto grazie ai Paesi Arabi che giocano su due, anzi tre, tavoli e noi abbocchiamo sempre schiavi del dio (minuscolo) Denaro (maiuscolo)… dal calcio a tutto il resto.

Nessun ostaggio tornerà a casa, nessuno deve poter parlare, molti bambini moriranno ancora e forse pensare a due stati distinti e

Una scelta di campo per riportare il popolo a votare. Ormai, siamo al 50% ed oltre di non votanti. Ci vanno solo quelli che stanno in “squadra” e invece dovremmo andare tutti, come succedeva sino alla fine del secolo scorso. Possibile che il mondo non possa cambiare in meglio? Basta non aver paura di professare le proprie idee, di non farsi omologare, di partecipare e spingersi oltre.

Grazie ai candidati che sino a ieri non esistevano ed oggi si vogliono prendere responsabilità politiche, onore a coloro che li sostengono... Però, dovrebbero essere anche un po’ accattivanti, concreti, convincenti... essereun po’ “oltre il giardino”, come diceva Chance il giardiere nel famoso film interpretato dal grande Peter Sellers.

In questo anno avremo molti appuntamenti elettorali: regioni, città, comuni, oltre a quelli internazionali. In Russia si vota questo mese, in Europa a giugno e negli Stati Uniti a novembre.

Peccato che solo una minima parte del mondo è democratico: 48 paesi, sui193 accreditati all’ONU. Per cui le nostre scelte sono sempre minoritarie e…. allora vincono sempre e solo gli interessi economici.

Biden vs Trump, Putini vs ???, Xi Jinping vs ???????? A voi ben capire come siamo messi.

Tra poco, molto probabilmente, finirà anche la monarchia più vecchia del mondo. Le cose cambiano i tempi cambiano e inevitabilemte cambiamo un po’ anche noi.

Un sincero invito a partecipare, come diceva Giorgio Gaber, il grande, “la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”.

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DA VITTORIO PER LA CARRARA

LA FAMIGLIA CEREA HA SOSTENUTO IL RESTAURO DI DUE IMPORTANTI TELE DELLA PINACOTECA

CITTADINA ISPIRATE ALL’UNIVERSO DEL CIBO

Nella foto in alto, in piedi da sinistra: Enrico, Rossella e Roberto Cerea.

Seduti Gianpietro Bonaldi, GM di Accademia Carrara, mamma Bruna e Francesco Cerea

Nel 2023, l’anno della Cultura, due eccellenze bergamasche, Accademia Carrara e la famiglia Cerea-da Vittorio si sono incontrate e hanno collaborato al restauro di due opere del museo. Bellezza, prendersi cura e gusto, sono declinazioni di un modo di pensare e agire quotidiano che accomunano queste due realtà.

“Canestra di agrumi, castagne, corbezzoli e alzatina metallica con dolcetti” e “Fruttiera di porcellana, piatto con limone e alzatina con prugne” di Francesco Codino, sono le due tele, realizzate nel XVII secolo, di cui la famiglia Cerea ha finanziato il restauro. Una scelta non causale considerata il loro intimo legame con l’arte della tavola.

“Questi due dipinti - spiega Chicco Cerea, Chef di DaVittorio - rappresentano la bellezza e la vivacità che caratterizza anche il nostro mondo. Quando li abbiamo visti per la prima volta, subito ci si sono illuminati gli occhi perché al loro interno abbiamo trovato l’ispirazione per nuove ricette. Il nome originale dell’artista inoltre, Franz Godin in tedesco, ci fa pensare al godimento, ciò che cerchiamo di restituire ogni giorno, a tutti i nostri ospiti.

Francesco Codino “Canestra di agrumi, castagne, corbezzoli e alzatina metallica con dolcetti”
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Collaborare, poi, con la Carrara è stato un onore, un vero piacere. È questo il museo della nostra città, è un’eccellenza in Italia e nel mondo, si è generata un’intesa forte tra noi.”.

La partnership con la Fondazione Accademia Carrara avvalora la naturale inclinazione del Gruppo Da Vittorio nella promozione della cultura dell’haute cuisine e al tempo stesso la spiccata vocazione della Carrara ad essere attore protagonista non “solo” della scena culturale e artistica ma anche di quella dove si concretizzano relazioni strategiche tra impresa e istituzione museale. Un abbinamento che valorizza entrambe, che da forza e capacità di sviluppare iniziative virtuose.

“Valorizzare il patrimonio della Carrara - ci racconta Gianpietro Bonaldi, General Manager di Fondazione Accademia Carrara - significa prendersene cura, conservarlo e renderlo accessibile a pubblici sempre nuovi. Siamo un museo aperto, vivace, contemporaneo nella sua capacità di parlare a tutti, forte di una progettualità sviluppata da altissime competenze e da consolidate relazioni con tutto il mondo. Aprire le porte del museo è un valore irrinunciabile, che ci impegna costantemente e che passa anche attraverso partnership come quella con Da Vittorio. La Carrara e la famiglia Cerea lavorano entrambe su una dimensione internazionale partendo, con consapevolezza, da Bergamo dove restano le loro radici e il loro cuore. È questo un altro elemento che le accomuna e che porterà, ne sono convinto, a future nuove collaborazioni”.

La famiglia Cerea con il GM di Accademia Carrara Gianpietro Bonaldi, per l’occasione in divisa Da Vittorio
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Francesco Codino “Fruttiera in porcellana, piatto con limone e alzatina con prugne

PRIMA LA SALUTE INFORMAZIONI & CURIOSITÀ

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L’AMEBA MANGIA CERVELLO DALL’ACQUA DI RUBINETTO CHE PREOCCUPA ANCHE IN ITALIA.

Un’ameba potenzialmente pericolosa è stata collegata a 10 casi di infezione “mangia cervello” negli Stati Uniti, legata a lavaggi nasali effettuati con acqua di rubinetto non sterile. Come riportato dai centri specializzati americani, gli individui colpiti sarebbero in prevalenza pazienti anziani e con problemi immunitari e i casi evidenziati sarebbero avvenuti nell’arco di 30 anni. I sintomi determinati dall’ameba sono vari, spaziando da malattie cutanee a condizioni cerebrali gravi, motivo per il quale gli esperti di tutto il mondo stanno raccomandando alcune buone pratiche per evitare i possibili rischi.

Come si prende l’ameba mangia cervello: cosa dicono gli esperti

L’ameba in questione si chiama Acanthamoeba e attualmente i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti stanno indagando su 10 casi di infezione da parte di questo organismo nel cervello.

L’ipotesi è che nei casi analizzati, riguardanti 7 uomini e 3 donne, l’attacco sia avvenuto a causa della cattiva pratica di effettuare lavaggi nasali con acqua di rubinetto, in modo ripetuto per mesi o addirittura anni.

Chi rischia l’infezione da ameba mangia cervello

Le infezioni allo studio avrebbero riguardato, in particolare, quasi tutte persone anziane o con sistema immunitario deficitario. Sono in particolare tali tipologie di pazienti, quindi, a ricevere le raccomandazioni da parte degli esperti per scongiurare ogni possibile rischio.

Sebbene il collegamento non sia ancora ufficialmente confermato, i CDC si sono espressi contro l’uso di acqua non bollita per i lavaggi nasali, soprattutto per le persone immunodepresse, al fine di prevenire tali infezioni invasive.

I sintomi dell’ameba mangia cervello

Gli attacchi da parte di amebe sembrano aver avuto un’impennata nell’ultimo decennio, con alcuni casi anche molto recenti che hanno innalzato il livello d’attenzione in merito. I sintomi generati dall’ameba Acanthamoeba possono includere mal di testa, febbre, rigidità del collo, nausea e vomito. Le infezioni in seguito possono progredire verso condizioni più gravi, come encefalite. La diagnosi richiede test specifici, mentre la cura coinvolge farmaci antinfiammatori e antimicrobici, ma le infezioni cerebrali sono spesso fatali. Le precauzioni da adottare sono semplici: l’uso di acqua sterilizzata o bollita per i lavaggi nasali, oltre a evitare contatti con acque non trattate, specialmente per gli immunocompromessi.

Dr. Haim Reitan Direttore Sanitario Studio Medici Associati

MELANOMA: IN UN ANNO PERSI IN EUROPA OLTRE 100MILA ANNI DI VITA

Una diagnosi precoce è in grado di influenzare in maniera decisiva la prognosi e la qualità di vita. Marzo e aprile sono i mesi ideali per sottoporsi alla mappatura dei nei, un esame diagnostico non invasivo che permette di individuare il melanoma. Fonte: Repubblica Salute

IL MAGNESIO FUNZIONA CONTRO I CRAMPI MUSCOLARI CHE SI VERIFICANO DURANTE L’ATTIVITÀ FISICA?

Diversi studi clinici hanno documentato scarsi effetti della supplementazione con magnesio nei crampi, a meno che non sia riscontrata una sua carenza con un esame del sangue.

Fonte: Corriere Salute

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DODICI MILIONI DI ITALIANI DORMONO MALE

Dormire almeno 7-8 ore per notte è fondamentale per la salute psico-fisica di ogni individuo. Un sogno quasi irrealizzabile, quello del riposo salutare, per oltre 13 milioni di italiani. Una persona su sette, infatti, soffre di questo problema cronico, una vera e propria patologia, mentre a una su 5 è successo almeno una volta di fare i conti con la difficoltà ad addormentarsi, seppur per un breve periodo di solito legato a particolari momenti della vita (un lutto, una separazione, la perdita del lavoro, ecc.).

Fonte: IlSole24Ore Salute

IN ITALIA STUDIO SU ORGANOIDE D'OSSO PER NUOVE CURE SU SINDROME DI HURLER

Per la prima volta è stato creato in laboratorio un organoide d'osso, ovvero una riproduzione tridimensionale del tessuto cartilagineo e osseo umano, utilizzando cellule staminali scheletriche di pazienti con la sindrome di Hurler. Lo scopo è quello di studiare i meccanismi e sperimentare trattamenti più efficaci per curare questa malattia genetica rara pediatrica. La sindrome di Hurler colpisce un bambino su 100mila in Europa. Fonte: Sky TG24

TUMORE COLON-RETTO, UNA SCOPERTA RIVOLUZIONA L’APPROCCIO TERAPEUTICO

I risultati di uno studio coordinato dall’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr hanno dimostrato che è possibile ridurre la massa del carcinoma colon-rettale agendo su un complesso proteico noto come coesina. I dati ottenuti potrebbero favorire lo sviluppo di nuove cure antitumorali. I risultati, pubblicati sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, sono stati possibili grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. Fonte: InSalute News

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE MIGLIORA LA DIAGNOSI DI TUMORE AL POLMONE

Si chiama 'Deep Lung' ed è un programma basato su algoritmi di deep learning sviluppato dalla fondazione catalana Eurecat per monitorare, sulla base di Tac polmonari fatte sui pazienti, ad esempio coloro che si sottopongono a uno screening, i noduli sospetti e valutarne i cambiamenti, per rilevarne con maggiore accuratezza e in tempi più brevi l'eventuale malignità, e contribuire in questo modo alla diagnosi tempestiva del tumore. Fonte: Ansa Salute

IL FENTANYL E LE NUOVE DROGHE SINTETICHE: COSA

SONO Cresce l'allarme per questo farmaco oppiaceo impiegato in medicina che negli Usa si è trasformato in uno stupefacente di potenza letale. Si tratta di un analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina. Il Fentanyl ed i suoi derivati sono utilizzati sia in medicina sia in veterinaria. Il fentanyl, oltre alla sua azione analgesica, provoca stordimento ed euforia, quest'ultima meno marcata rispetto a quella causata da eroina e morfina. Viene chiamata "la droga degli zombie" per la capacità di trasformare chi la assume in "morti che camminano". Ancora più potenti sono altri oppiacei sintetici simili al fentanyl (alfa-metil fentanyl e il 3-metilfentanyl) e sintetizzati illegalmente, che risultano addirittura 100mila volte più forti della morfina. Fonte: TGCOM24

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MARIELLA BETTINESCHI ARTISTA FEMMINISTA

IN MOSTRA ALLA TRIENNALE DI MILANO

Sguardi sdoppiati di celebri ritratti femminili come La Fornarina di Raffaello, Bia de’ Medici del Bronzino o ancora la Signora con ermellino di El Greco; organze imbottite e decorate con parole di oro colato; trapunte di ciniglia, filo di nylon o di metallo e perline; carte da lucido materiche: la mostra All in one - fino al 24 marzo alla Triennale di Milano - espone quattro cicli di lavori realizzati fra il 1980 e il 2023 da Mariella Bettineschi, mettendo in luce l’incessante processo inventivo di quest’artista eclettica, in continua sperimentazione ed evoluzione. Originaria di Brescia, classe 1948, Mariella Bettineschi frequenta il Liceo Artistico e si diploma presso l'Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo nel 1970.

Il corpus dei suoi lavori non può essere racchiuso in una definizione lineare: la sua poetica si connota sia per la capacità di sperimentazione sui materiali che per la ricerca di linguaggio, che conduce l’osservatore a riflessioni sulla storia dell’arte e sulla centralità del ruolo della donna, attraverso diversi media, quali pittura, scultura, disegno, collage, fotografia, digital painting. Artista femminista, ha partecipato a mostre collettive e personali in istituzioni pubbliche e private internazionali in tutto il mondo: da Bergamo a Venezia, New York, Parigi, Roma, Londra, Detroit, San Gimignano, Modena, Turku (Finlandia), Milano, Berlino.

In questo momento alla Triennale di Milano è in corso la sua mostra All in One. Quali opere raccoglie?

“Inaugurata il 28 febbraio e visitabile fino al 24 marzo la mia mostra All in One, a cura di Paola Ugolini, comprende quattro gruppi di lavori realizzati fra il 1980 e il 2023: un viaggio che attraversa alcune stagioni della mia ricerca.

Sono esposte le serie Morbidi e Piumari (1980-1981) organze imbottite di fiocco o di piume, decorate con parole di oro colato o trapunte di ciniglia, filo di nylon o di metallo; i Tesori (1985) semplici carte da lucido che – lavorate e trattate con catramina, acquaragia e strati di colature di pigmenti dorati a caldo – diventano materiche; infine L’era successiva, serie che nasce nel 2008 (ed è ancora in corso) quando inizio a sperimentare lo sdoppiamento fotografico di Nature, Biblioteche e Ritratti femminili. In queste immagini decido di spostare l’attenzione dal presente al futuro, in un tempo dove tutti i parametri stanno cambiando e sono necessari sguardi nuovi”.

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Lei si definisce un’artista femminista: in che termini?

“Sono un’artista femminista perché sono una donna e un’artista. Non c’è altra scelta”.

Nelle sue opere la figura femminile è centrale: cosa ne pensa dell’essere donna oggi?

“Per le donne che vivono nei paesi con democrazie liberali alcune tappe sono state raggiunte, dopo il lungo cammino verso l’emancipazione e finalmente la liberazione. Sono diritti da difendere ogni giorno perché possiamo ricadere nelle situazioni nelle quali vivono molte donne nel mondo”.

Ci racconta della sua collaborazione con Dior?

“È stata una grande esperienza, molto emozionante. Un giorno di febbraio del 2022, mi ha telefonato Paola Ugolini, importante critica romana, dicendomi che era con Maria Grazia Chiuri, Direttrice Artistica di Dior, e stavano pensando, per la sfilata della collezione Prêt-à-Porter Autunno/ Inverno 2022-2023, nel Padiglione Dior nei Jardin des Tuileries di Parigi, di installare una grande “quadreria militante” con i miei Ritratti. La parola militante ha capovolto il concetto tradizionale di quadreria e ha dato un senso potente al concetto. 210 Ritratti con gli occhi raddoppiati, stampati grandi anche fino a tre metri, hanno invaso completamente lo spazio creando un’installazione stupefacente, al punto che il pubblico continuava a girare per guardarli e non si decideva a sedersi per assistere alla sfilata”.

Quale tecnica predilige tra le diverse che utilizza? Sceglie prima l’idea o il materiale/ la tecnica da utilizzare?

“Non ci sono regole, tutto avviene simultaneamente: l’idea chiede una tecnica o un materiale per incarnarsi o un materiale fa scaturire l’idea”. Lei ha alle spalle una carriera molto importante e ha incontrato grandi artisti: com’è cambiato il mondo dell’arte contemporanea oggi? Spesso è un ambiente percepito come qualcosa di difficile da avvicinare: cosa ne pensa?

“L’arte non è mai stata per il grande pubblico, ha sempre richiesto passione, curiosità, informazione. L’arte occupa uno spazio profondo, silenzioso. Guarda e vede il presente e lo racconta, quel presente che pochi sanno leggere e che decodificheranno solo quando sarà passato. Ecco il grande ruolo dell’arte, raccontare il presente! Se imparassimo a guardare cosa fanno gli artisti, potremmo capire cosa tutti noi stiamo vivendo”.

Un artista o un movimento che predilige?

“Se potessi pensare ad un mio museo ideale partirei dalle Korai greche, passerei al Bronzino, a Picasso, Duchamp, Brancusi, Fontana fino a Paolini”.

Ha vissuto all’estero e con le sue opere d’arte ha viaggiato in tutto il mondo: qual è la sua città preferita?

“Le città che conosco meglio, anche perché hanno ospitato il mio lavoro, sono Milano, Roma, Parigi, Londra, Berlino, New York. La città nella quale mi sento più a casa è New York”.

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ABBRACCIO DELLA CROCE 2023, tecnica mista su tela 150x190 cm

PASSIO

Opere di Maurizio Bonfanti

Si inaugurerà sabato 23 marzo 2024, presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco, la prima tappa della mostra itinerante dedicata a Maurizio Bonfanti, talentuoso artista bergamasco. L’esposizione, curata da Angelo Piazzoli e Tarcisio Tironi, resterà aperta fino al 3 maggio 2024 ed è articolata in due sezioni collocate nel Salone Principale (otto monumentali dipinti) e in Loggiato (bozzetti preparatori). Dato il rilevante valore artistico, culturale e spirituale della iniziativa, Fondazione Creberg ha inserito la mostra nel programma delle “Settimane della Cultura 2024”, organizzate dall’Ufficio per la Pastorale della Cultura e degli Istituti culturali della Diocesi di Bergamo.

NUOVA MOSTRA ITINERANTE DI FONDAZIONE CREBERG

Maurizio Bonfanti, artista serio e rigoroso, ha scelto Palazzo Creberg per l’esposizione delle nuove opere dedicate alla rivisitazione della sua storica Passio. “Quando nel settembre 2022, proposi a Bonfanti una nuova collaborazione dopo la mostra “Limen” (che organizzammo con lui, a Palazzo Creberg, nel 2016) - ha spiegato Angelo Piazzoli, Presidente della Fondazione Credito Bergamasco - mai avrei pensato che la mia suggestione lo avrebbe indotto ad affrontare un impegno di così rilevante spessore umano e artistico: il rivedere, adeguandola alle nuove urgenze dello spirito e alla evoluzione della sua tecnica, la raccolta Passio, realizzata tra il 2005 e il 2006, al tempo esposta in ambiti di assoluto prestigio, ora allocata presso il Seminario Vescovile di Bergamo”. “Passio parte seconda”. Così potrebbero essere definite le otto monumentali tele realizzate nel 2023 da Maurizio Bonfanti, che saranno esposte a Palazzo Creberg in una mostra curata da Angelo Piazzoli e Tarcisio Tironi, aperta dal 23 marzo al 3 maggio 2024 e distinta in due sezioni: nel Salone Principale saranno collocati i grandi dipinti, in Loggiato saranno visibili gli otto bozzetti preparatori.

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“L’intero ciclo – evidenzia l’artista – ripete in sequenza gli stessi soggetti che realizzai nel 2005. Dopo aver completato il polittico di Marne, avevo allora in progetto di dipingere la Passione di Cristo, escludendo il percorso tradizionale della Via Crucis e chiesi a don Sergio Colombo, che da tempo seguiva con infinita discrezione il mio lavoro in studio, l’indicazione di una sequenza possibile. Mi suggerì sette “stazioni” (L’ultima Cena, Il Getsemani, Il Processo, L‘abbraccio alla croce, Il Golgota, la Deposizione e il Sepolcro). Ci aggiunsi la figura di Giuda”.

Le nostre mostre itineranti - spiega il Presidente di Fondazione Crebergoltre un centinaio gli interventi promossi e realizzati direttamente nell’ultimo decennio – intendono essere connotate da arte, vita, pensiero, riflessione. Per questo è necessario ci sia un “idem sentire” con l’artista prescelto: arte intesa come etica ed estetica, dedita ad approfondire i misteri esistenziali della vita e della morte, del tempo che fugge, del Creato che stiamo distruggendo”. A tutti i visitatori verrà consegnato, come sempre gratuitamente, il catalogo edito dalla Fondazione Credito Bergamasco con testi di Maurizio Bonfanti, Alberto Carrara, Angelo Piazzoli, Tarcisio Tironi.

L’esposizione “Passio” rimarrà aperta al pubblico dal 23 marzo al 3 maggio 2024 con accesso libero e gratuito (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00). La mostra proseguirà a Romano di Lombardia e a Grumello del Monte.

È prevista una apertura straordinaria di Palazzo Creberg (Largo Porta Nuova 2, Bergamo) per sabato 23 marzo 2024 dalle ore 15.00 alle ore 19.00 con ingresso libero. In tale occasione l’esposizione verrà presentata, nel Salone Principale, alle ore 17.00; successivamente, per chi lo vorrà, sarà possibile dialogare con l’artista e i curatori fino alla chiusura del Palazzo (ore 19.00).

GETSEMANI 2023, tecnica mista su carta intelata, 230 x110 cm IL PROCESSO 2023, tecnica mista su carta intelata 230 x 170 cm GIUDA 2023, tecnica mista su carta intelata, 198x 140 cm
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LICEO ARTISTICO SCUOLA D’ARTE FANTONI

“UNA NOTA DIVERSA / NOTE THE DIFFERENCE”

COLLEZIONE JAZZ - ASSOCIAZIONE COLLEGAMENTI APS

MOSTRA AL FANTONI HUB FINO AL 30 MARZO

Via Camozzi – Passaggio via Sora, Bergamo

Una collezione Jazz: questo il tema della nuova mostra presso il Fantoni Hub, lo spazio gestito dalla Scuola d’Arte Fantoni, grazie alla disponibilità della Provincia di Bergamo. La mostra aperta dal 13 al 30 marzo è realizzata in collaborazione con l’Associazione CollegaMenti (www.collegamenti.eu), vedrà esposte le opere di 3 artisti con diversità, guidati nella loro attività artistica dall’arteterapeuta Lianne Schreuder. Una mostra speciale allestita appositamente in concomitanza con il Bergamo Jazz Festival.

COLLEGAMENTI

E SCUOLA D’ARTE FANTONI

L’arte è uno strumento importante per aiutare le persone ad uscire dal guscio della disabilità. La pittura attiva la capacità di espressione e comunicazione. Per questo la Scuola d’Arte Fantoni ormai da tempo ha dato ospitalità all’Atelier Arte e Diversità. Esito naturale della collaborazione la mostra Colori ed Emozioni l’anno passato e ora questa speciale Collezione Jazz. Il luogo protetto dell’atelier permette all’artista di comprendere, in maniera personale, elementi di vita quotidiana attraverso la pittura, che, tra tutti gli stimoli confusionali, lo aiuta a trovare sicurezza.

LA MOSTRA

Questa Collezione Jazz animerà lo spazio del Fantoni Hub con una serie dipinti ad acrilico su tela e una particolare reinterpretazione della Poltrona di Alessandro Mendini, diventata una vera Poltrona Jazz. Questa riedizione dell’originale seduta presenta la tradizionale struttura in legno intagliato e dipinto a mano. Così, dopo i grandi nomi dell’arte contemporanea internazionale è toccato a noi, artisti diversamente abili, decorare secondo il nostro gusto questa icona del ventesimo secolo. La sua decorazione infatti è avvenuta “di concerto”: I nostri artisti hanno dipinto insieme, come in un Jam- session nel jazz. Ognuno contribuisce spontaneamente con i suoi strumenti, fanno emergere un capolavoro dove ogni artista suona la propria nota. Mendini aveva pensato la poltrona proprio come “una tela bianca” per ispirare gli artisti a cercare i confini delle possibilità, ad andare oltre il convenzionale. Per gli artisti di Collegamenti è diventato il loro veicolo per uscire dal guscio della disabilità e viaggiare nel mondo dell’arte. Questo pezzo dal carattere forte verrà esposto nella vetrina verso via Camozzi, ma grazie ad un sistema di specchi potrà essere visualizzata su tutti i lati. Quindici i quadri esposti realizzati da Marco Delprato, Walter Falletta, Andrea Fogaccia –(Fogy) che si sono ispirati a fotografie di concerti di edizioni di Bergamo Jazz. “Siamo orgogliosi - ha raccontato l’arteterapeuta Lianne Schreuder - che il periodo di apertura della mostra coincida con quello del Bergamo Jazz Festival, potendo così condividere la nostra arte con amanti del Jazz e con chiunque ama la Nota Diversa. I dipinti in esposizione sono stati realizzati nell’arco di circa tre anni, da tre artisti dotati di grande sensibilità. Ci proponiamo dunque di presentarli come artisti, non solo come non come ragazzi con diversità”.

Mercoledì e Venerdì 13, 15, 20, 22 Marzo 15.30 - 18.30

Sabato e Domenica 16,17, 22, 23, 30 Marzo 15.00 - 19.00 www.collegamenti.eu - info@collegamenti.eu

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Per il Liceo Fantoni Elisa Gaetani Lisco ha ritirato emozionata il premio direttamente dalle mani di Troy Armour presidente dell’Associazione organizzatrice, con lei anche Emma Ambrosioni e Luca Quartini.

Junk Kouture, iniziato più di 10 anni fa come un piccolo concorso di moda indipendente per le scuole medie e superiori, nel nord-ovest dell’Irlanda, ha coinvolto fino ad oggi oltre 350.000 studenti, divenendo il più grande evento di educazione per la eco sostenibilità per i giovani di tutto il mondo.

Il Liceo artistico Andrea Fantoni ha partecipato con regolarità negli ultimi anni. Anche tutta la collezione 2024 è stata frutto di mesi di lavoro che hanno consentito di creare capi unici, inconsueti e tutti realizzati con materiali di riciclo: «Come passo iniziale – spiega la professoressa Anna Bulla, coordinatrice del progetto – i ragazzi sono stati invitati a riflettere su questo contest al cui centro sta l’attività di riciclo. Si è fatta poi un’analisi dei materiali selezionati e delle loro caratteristiche. Dalla materia si è passati alla fase teorica con la produzione dei veri e propri bozzetti degli abiti».

Ph: ALESSANDRO VILLA (abito)

JUNK KOUTURE

PREMIO INTERNAZIONALE ALLA FINALE DI MONTECARLO

Trasferta a Montecarlo con successo quella degli allievi delle classi seconde del Liceo Artistico della Scuola d’Arte Andrea Fantoni che pochi giorni fa hanno partecipato alla finale internazionale del contest Junk Kouture 2024.

Gli allievi della Scuola Fantoni si sono aggiudicati il Milan Designer of the year, primo premio categoria Italia (uno dei più prestigiosi), confrontandosi con concorrenti di assoluto valore.

La mission del contest Junk Kouture.è quella di spirare la creatività degli adolescenti, ed aumentare la loro consapevolezza verso la sostenibilità, attraverso la creazione di design straordinari con materiali ordinari e trascurati.

Concorso ma non solo perché i due giorni monegaschi sono stati per i ragazzi occasione di formazione tra laboratori creativi e prove per la sfilata, attività di team building con altri giovani stranieri, confronto con giovani di altre nazioni.

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Mariani
Luigi
LICEO ARTISTICO SCUOLA D’ARTE FANTONI

BECAUSE YOU ARE A WOMAN

FOTOGRAFIE DI DINA GOLDSTEIN, MAURIZIO FORCELLA,

In occasione della XIII Edizione di MIA PHOTO FAIR, la prima e più importante fiera d’arte dedicata alla fotografia in Italia, in programma all’ALLIANZ MiCo MILANO CONGRESSI dall’11 al 14 aprile 2024, Tallulah Studio Art presenta BECAUSE YOU ARE A WOMAN. Un progetto speciale, a cura di Patrizia Madau e Rebecca Delmenico, sviluppato attraverso l’accostamento visivo di quattro artisti della fotografia: Dina Goldstein, Maurizio Forcella, Keila Guilarte e Donatella Izzo. Ciascuno di loro esprime con stili differenti l’identità femminile e il suo cambiamento.

BECAUSE YOU ARE A WOMAN è lo sguardo sulle donne, il racconto delle loro suggestioni etiche, morali, amorali, contemporanee e i relativi contrasti sociali e culturali. Nella prospettiva di questi artisti la donna si libera di tutta una serie di imposizioni legate alla cultura occidentale, dove bellezza, giovinezza e ricchezza, veicolate da una perfetta apparenza, sono sinonimo di felicità. Una narrazione sull’universo femminile dove le donne vengono celebrate per la forza che dimostrano quotidianamente, per il loro essere indipendente di fronte alle sfide poste dalla contemporaneità.

Dina Goldstein (Tel Aviv, 1969) è nota a livello internazionale per le sue serie fotografiche, che si sviluppano in elaborate tableaux, in cui l’artista, con un linguaggio pop e irriverente, muove una critica sociale mostrando la propria versione degli archetipi della cultura di massa occidentale. Con le sue graffianti opere, Dina Goldstein affronta il cambiamento sotto diversi aspetti. Attraverso un racconto ironico e tagliente nella serie “In the Dollhouse” la fotografa scoperchia i lati oscuri di una dinamica ormai tossica nel rapporto di coppia, quella tra Barbie e Ken, caratterizzata dall’apparenza e dalla finzione. Con “The Fallen Princess” invece, abbatte il falso mito del “vissero per sempre felici e contenti”, creato da Disney ad uso e consumo di intere generazioni, ricontestualizzando le eroine Disney per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle sfide della società contemporanea.

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Con “The Last Supper” dalla serie “God of Suburbia”, si affronta il cambiamento che la società dovrebbe avere nei confronti delle persone in difficoltà. Nella ricostruzione della cena più famosa della storia religiosa, la Goldstein rappresenta gli apostoli di Gesù come appartenenti a una gang del Downtown Eastside di Vancouver, luogo noto per essere tra i più malfamati e disagiati del Canada. Invece di un banchetto, troviamo lattine di birra vuote e zuppe in ciotole di plastica.

Le donne di Maurizio Forcella (Premio Arte Cairo Editore 2023), sovvertono l’estetica dell’apparenza, decostruendo l’idea di un’estetica contemporanea, dove tutto deve apparire in maniera perfetta, levigata e senza incrinature. Nei suoi ritratti l’artista cerca quell’imperfezione che da sempre è fonte di creatività e innovazione, e la racconta attraverso i volti sinceri, segnati dal tempo. Occhi chiusi, volti rugosi, niente sguardi ammiccanti, né filtri camuffanti: queste sono le signore sognanti di Forcella. Donne gentili, libere che hanno riaffermato per tutte il diritto alla diversità. La lavorazione, affidata alle cosiddette AI-TTI (Ar7ficial Intelligence Text-To-Image), permette di elaborare contenuti fotografici intervenendo su aspetti estetici caratterizzanti e grazie ad un preciso lavoro di post-produzione i risultati sono quelli di una fotografia pittorica.

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BECAUSE YOU ARE A WOMAN

Il reportage di Keila Guilarte “I mille volti dell’Uganda” è stato realizzato in collaborazione con l’associazione To Get There, l'ETS (Ente Terzo Settore) fondata da Massimo Leonardelli e Piero Piazzi, con l’intento di aiutare le persone in difficoltà. Lo sguardo della fotografa cubana ci porta in mezzo a una realtà fatta di povertà e indigenza estrema, incontrando al tempo stesso la forza, la speranza, l’energia e l’attaccamento alla vita di questa popolazione caratterizzata dalla grande dignità. Scatti in bianco e nero, poetici ed evocativi raccontano gli sguardi inconsapevoli dei bambini e omaggiano soprattutto la personalità femminile ugandese, mostrata nella consuetudine di donne, madri e lavoratrici dalla grande tempra e fede.

Donatella Izzo nelle opere “Silent Time” e “She Wanted”dalla serie “No Portrait”, mostra l’anti-ritratto della donna in una società basata sull’apparenza e sulla moda dell’essere perfetti a tutti i costi attraverso i selfie, i filtri e i social. La vera rivoluzione è mostrarsi per quello che si è con le proprie fragilità e imperfezioni, anche dal punto di vista psicologico. Nelle opere della Izzo il viso è parzialmente nascosto per sottolineare l’idea dell’imperfezione che rende unici e fa sì che le personalità emergano scavando nell’io più profondo, andando oltre la superficie.

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In the moment of now non è solo il titolo della prima edizione di Bergamo Jazz Festival che porta la sua firma, ma è anche un suo principio di vita:

“Bisogna vivere nel momento presente, per sentire e capire da dove sei arrivato e progettare dove vuoi andare”

JOE LOVANO

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DIRETTORE ARTISTICO BERGAMO JAZZ 2024 ph. Federico
Buscarino
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Anna Donatini

Definito “uno dei più grandi musicisti jazz della storia” dal New York Times, Joe Lovano è nato nel 1952 a Cleveland, Ohio, da una famiglia di origini siciliane; si è avvicinato alla musica e al jazz grazie al padre Tony “Big T” Lovano, barbiere di giorno e musicista di notte, che gi trasmise la sua passione per il sassofono.

Tra i più illustri protagonisti della scena jazzistica internazionale, è considerato uno dei massimi specialisti odierni del sax tenore, ma suona anche altri tipi di sassofoni, oltre a clarinetto, flauto e batteria. Vincitore di un premio Grammy Awards e di numerosi altri prestigiosi riconoscimenti, nella sua carriera ha inciso e collaborato con i migliori jazzisti contemporanei: John Scofield, Herbie Hancock, Elvin Jones, Charlie Haden, Michel Petrucciani, Tom Harrell, McCoy Tyner, Ornette Coleman e molti altri.

Joe Lovano è stato più volte ospite di Bergamo Jazz e da quest’anno è incaricato della Direzione Artistica: nel 1991, in qualità di componente del quartetto di John Scofield; nel 1994 con un proprio quartetto; nel 1995 con il progetto “Broadway Music” di Paul Motian; nel 1998 in trio con Bill Frisell e Paul Motian; nel 2001 quale special guest del trio del pianista giapponese Yosuke Yamashita; nel 2016 con il suo Classic Quartet. Abbiamo avuto la fortuna di chiacchiere con questo grande artista a pochi giorni dall’inizio del festival: dalle sue parole emerge una profonda passione per il jazz, mentre la luce nel suo sguardo trasmette un autentico entusiasmo per la sua attività, rivelando un musicista costantemente alla ricerca di nuovi stimoli per arricchire ed ampliare lo spettro della propria arte.

Si tratta della Prima edizione di Bergamo Jazz Festival che porta la sua firma: cosa ha voluto trasmettere?

“Il Jazz è una forza vitale e in ogni momento della storia della musica ci sono nuove generazioni che si ispirano e si influenzano a vicenda.

Nel programma ho voluto veramente focalizzarmi su alcuni musicisti che oggi sono tra i più espressivi, sia come individui che in quanto artisti nel mondo del jazz e della musica; artisti che vivono il momento (In the Moment of Now) per proiettarsi verso il futuro, ognuno a modo proprio. Il jazz trae ispirazione da altri generi, dalle influenze internazionali, dagli scambi culturali e io vorrei cercare di trasmettere questo feeling”.

Avendo già suonato a Bergamo diverse volte, esisteva già un contatto con la nostra Città, ma per quali ragioni ha accettato la direzione del Bergamo Jazz Festival?

“Ricevere la proposta di dirigere questo festival è stato un onore e ne sono stato molto felice. Inoltre, è un privilegio lavorare con questo incredibile team, che ha una profonda passione per la musica; è raro collaborare con persone così capaci e motivate. Naturalmente ho la fortuna di avere altre occasioni per dare il mio contributo nella direzione e programmazione di festival ed eventi, come alla Knitting Factory di New York o al Village Vanguard, dove ultimamente ho presentato alcune band sotto la mia guida. Ogni volta che suoni o contribuisci a diffondere la benedizione della musica, è un momento di grande gioia. Avere la possibilità di farlo a Bergamo, per diverse sere consecutive, è meraviglioso”.

Uno dei primi appuntamenti del festival, il 20 marzo, è la proiezione del lungometraggio Lovano Supreme, che Franco Maresco ha girato su di lei in Sicilia. Sente un legame speciale con l’Italia?

“Tutto è successo un po’ per caso. Il film è stato presentato fuori concorso durante l’edizione 2023 del Festival del Cinema di Locarno; il 20 marzo sarà la seconda volta che viene trasmesso in Italia, grazie alla collaborazione con Lab80.

Le riprese sono cominciate nel 2017, quando mi recai a Palermo per un concerto in occasione del 50° anniversario dalla morte di John Coltrane. Fu straordinario suonare in quella circostanza alcune delle composizioni più memorabili di Coltrane, con il Salvatore Bonafede Trio.

Da quel concerto il lungometraggio successivamente si è trasformato in un racconto della storia della mia famiglia, delle mie radici, della storia del jazz, dell’America, del contributo dei musicisti italiani alla musica jazz, fin dai primi tempi, a New Orleans, Chicago, New York. Io sono originario di Cleveland, dove mio padre era un sassofonista di spicco della scena jazz e per questo la mia giovinezza è stata ricca di musica straordinaria. Ho avuto la fortuna di crescere con la musica e con persone che hanno fatto la storia della musica. Basti pensare che mio padre ha avuto la fortuna di ascoltare dal vivo Charlie Parker, Lester Young, John Coltrane, Miles Davis…

Abdullah Ibrahim

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Fabrizio Bosso Quartet B (© Roberto Cifarelli)
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JOE LOVANO

È cresciuto in una casa traboccante di musica, con suo padre sassofonista: il suo percorso nella musica era un destino naturale…

Nel corso degli anni sono diversi i musicisti di origine italiana che hanno lasciato una traccia importante, tra questi il grande sassofonista Sal Nistico della band di Woody Herman negli anni Sessanta. Io mi unii alla band di Herman dieci anni dopo, raccogliendo un’eredità molto forte. Avevo 23 anni e sentii un’enorme responsabilità nel prendere il suo posto.

Negli States, c’è un vero e filone di jazzisti - e sassofonisti! - italo-americani e io sono sempre stato molto orgoglioso di far parte di questa tradizione”.

Che ricordi ha dei nonni siciliani?

“Tutti i miei quattro nonni erano di origine siciliana, venivano da due paesini della provincia di Messina, Alcara Li Fusi e Cesarò. Purtroppo, non ho mai conosciuto i miei nonni, ma ho bellissimi ricordi delle mie nonne: momenti di musica, bei sentimenti riguardo l’Italia e l’essere italiani, un ambiente casalingo ricco di cibo buono, amore e passione”.

C’è un altro collegamento in comune con il nostro territorio: è stato insegnante di Francesca Remigi, musicista originaria di Albino...

“Sì, Francesca è una straordinaria musicista, compositrice e batterista con una visione molto chiara della musica e di chi è lei. È stato un piacere lavorare con lei al Global Jazz Institute di Boston, insieme a Danilo Perez e John Patitucci, che tra l’altro fanno parte del programma del festival quest’anno, con Adam Cruz. Al Berklee College of Music di Boston, dove insegno, ho spesso il piacere e l’occasione di incontraregiovani e talentuosi musicisti.”

Che consiglio darebbe ai giovani musicisti in cerca della loro strada?

“Fondamentale è avere davvero passione e amore per il proprio lavoro. Quello che fai trae ispirazione da ciò che altri hanno fatto prima di te; in ogni momento ti confronti con la musica di altri artisti, con chi è venuto prima, con i più giovani, con le persone della tua età…

IN QUESTE PAGINE ED IN QUELLE PRECEDENTI ALCUNI DEI PARTECIPANTI ALL’EDIZIONE 2024 DI BERGAMO JAZZ

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Il mondo del jazz è multigenerazionale e ascoltare gli altri ti mantiene sempre giovane. Avere la possibilità di studiare le composizioni dei grandi maestri, inoltre, aiuta a capire come sei e quanto puoi imparare dal passato, per riuscire a essere veramente te stesso nel momento presente – In the Moment of Now. Bisogna vivere nel momento presente, per capire da dove vieni e dove vuoi andare”.

La contaminazione è vitale per mantenere viva la musica e la creatività…

“Certo. Io continuo sempre a sviluppare idee, suono con nuovi ensemble e scrivo musica che si ispira ai luoghi che ho visitato. Viaggiare è importante per capire chi sei, dove sei stato e questo ti permette di suonare sempre con un approccio nuovo e con occhi diversi.”

Lei ha avuto una carriera straordinaria, incluso il conferimento di un Grammy. Un momento speciale del suo percorso che vuole condividere con noi?

Vorrei condividere quello che ho provato il weekend dell’8 e 9 marzo scorso a New York, quando ho suonato come solista con gli amici della Jazz at Lincoln Center Orchestra e con Wynton Marsalis, in occasione di un concerto dedicato a Wayne Shorter.

Tutti i brani erano masterpieces di Wayne Shorter arrangiati dai bravissimi strumentisti della band: ho provato una grande emozione, è stato davvero speciale suonare da solista, interpretare la musica di Wayne, essere presentato in quel modo da Wynton Marsalis…

Il giorno successivo, sabato 9 marzo, Ornette Coleman avrebbe compiuto 94 anni e prima del concerto ho ascoltato a lungo i suoi brani e un pezzo di Wayne, Storm. Durante il concerto, la sera, ho suonato lasciandomi trasportare dal flow, ispirato da entrambi questi grandi musicisti: i sentimenti e l’emozione che ho provato sono stati persino maggiori della sera precedente. Ogni vibrazione sonora era pervasa da qualcosa di spirituale.

Ora sono veramente felice ed entusiasta di venire a Bergamo per il Jazz Festival e non vedo l’ora di sentire gli artisti in programma. Nella pagina accanto la Violoncellista Ana Carla Maza (C)CristobalAlvarez

In questa pagina dall’alto Joe Lovano, al centro batterista Don Moye (foto Gianfranco Grilli) e qui a sinisrta John Scofield (ECM Records)

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ph. Federico Buscarino

WALTER ALBINI.

IL TALENTO, LO STILISTA

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WALTER ALBINI.

IL TALENTO, LO STILISTA

A cura di

Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini

Fondazione Museo del Tessuto

Via Puccetti 3, Prato museodeltessuto.it

Con la grande mostra Walter Albini. Il talento, lo stilista, a cura di Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini, la Fondazione Museo del Tessuto di Prato dal 23 marzo al 22 settembre 2024 rende omaggio al genio dello stilista e pioniere assoluto del Made in Italy Walter Albini (1941-1983), a poco più di quarant’anni dalla sua prematura scomparsa.

Walter Albini. Il talento, lo stilista vuole offrire una rilettura di tutto il percorso professionale di un protagonista della moda italiana tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, nata da un lungo lavoro di ricerca condotto dalle curatrici allo scopo di delineare un ritratto dello stilista, per molti quasi sconosciuto. Per la prima volta la mostra affianca a materiali grafici – disegni, bozzetti, schizzi, fotografie, riviste di moda e documenti d’archivio – moltissimi abiti, accessori e tessuti spesso inediti e mai esposti, permettendo così di ricostruire l’intera storia creativa di Albini, dalle prime esperienze come illustratore e disegnatore di moda alle ultime collezioni degli anni Ottanta.

Punto di partenza per la realizzazione del progetto è stata la Collezione Walter Albini del Museo del Tessuto, acquisita grazie a una cospicua donazione di Paolo Rinaldi, collaboratore di Albini, pervenuta tra il 2014 e il 2016: un patrimonio che comprende oltre 1.700 oggetti tra bijou, bozzetti, disegni, fotografie, documenti, libri, abiti e tessuti appartenuti allo stilista, che documentano gli interessi, la creatività e la grande capacità progettuale dello stilista.

Tra i celebri fotografi che hanno dato accesso ai loro archivi per la mostra e il catalogo si ricordano Maria Vittoria Backhaus, Archivio Alfa Castaldi, Archivio Ballo&Ballo, Fiorenzo Niccoli, Franco Bottino - Archivio Storico Fondazione Fiera Milano, Fondazione Gian Paolo Barbieri, Aldo Liverani.

UNA GRANDE MOSTRA CHE ATTRAVERSO PIÙ DI 300 OGGETTI, MOLTI DEI QUALI INEDITI, TRA DISEGNI, FOTOGRAFIE, BIJOU, TESSUTI E ABITI, RACCONTA OLTRE UN VENTENNIO DI PRODUZIONE DI UN PIONIERE ASSOLUTO DEL MADE IN ITALY, STILISTA, PADRE NOBILE DEL PRÊT-À-PORTER E DEL TOTAL LOOK

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TASSONI

Tassoni è un marchio storico tra i più amati e longevi d’Italia scelto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la mostra “Identitalia, The Iconic Italian Brands” dedicata ad alcuni tra i più importanti marchi, che hanno fatto e continuano a fare la storia del Paese.

La mostra nata per celebrare i 140 anni dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, curata dai professori Carlo Martino e Francesco Zurlo, docenti di Design all’Università La Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano, è stata inaugurata 1l 13 febbraio a Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy alla presenza del ministro Adolfo Urso. L’iniziativa coinvolge oltre 100 aziende simbolo del Made in Italy che fanno parte del vivere quotidiano in settori che vanno dall'abbigliamento alla cura della persona, passando per arredamento, automotive e agroalimentare. Attraverso disegni originali, pezzi rappresentativi, fotografie e documenti storici, i visitatori vengono accompagnati nelle diverse fasi della giornata: risveglio, mattinata, pomeriggio, sera e notte.

La storia di Tassoni, e in particolare della sua famosa Cedrata, infatti ha accompagnato non solo il processo di sviluppo industriale italiano, ma anche quello del costume e della comunicazione. A partire dagli anni ‘20 Tassoni ha intuito la necessità di far conoscere la marca partendo da manifesti futuristi per arrivare al Carosello. Lo spot televisivo di Cedrata Tassoni degli anni’70, con protagonista Mina e il suo jingle “Quante cose al mondo puoi fare, costruire, inventare, ma trova un minuto per me. Per voi e per gli amici,Tassoni”, ha rappresentato uno degli esempi di massima longevità della pubblicità italiana fino al 2023 con il lancio di un nuovo spot che rappresenta la nuova era Tassoni all’insegna del lusso di osare.

BRAND ICONICO PER IDENTITALIA

LA MOSTRA CHE CELEBRA IL MADE IN ITALY

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Tassoni è una storica azienda italiana nata a metà Settecento e divenuta farmacia nel 1793 a Salò sul Lago di Garda, dove ancora oggi si trovano la sede e la produzione. Dal 2021 è entrata a far parte del Gruppo Lunelli. Nel corso dei suoi 230 anni di storia Tassoni è diventato un marchio noto ed evocativo, entrato a far parte dell’immaginario collettivo e del patrimonio culturale italiano. Artigianalità, filiera corta e Made in Italy sono i punti di forza su cui si basa il successo dell’azienda, riconosciuta come una delle poche realtà del settore che produce da sempre al suo interno gli aromi, esclusivamente naturali. Fiore all’occhiello è la Cedrata Tassoni, luxury soft drink italiano per eccellenza, prodotta con aromi naturali estratti da cedri Diamante di Calabria. La nuova collezione, realizzata con il prezioso contributo del Mastro Erborista Tassoni, approda alla mixology e propone: Tonica al Cedro, Tonica Superfine, Soda La Classica, Ginger Beer, Ginger Ale, Chinotto Bio, Sambuco Bio e un Distilled Dry Gin d’autore con essenza di Cedro Diamante.

SELF ME

Alejandro González Rodríguez

Fino al 28 aprile 2024

Orari di apertura

Da giovedì a domenica, dalle 18:00 alle 21:00

Chiusura il 30, 31 marzo e il 25 aprile

Ingresso libero

L’associazione CARME è lieta di presentare SELF ME, mostra personale di Alejandro González Rodríguez, un lavoro sulla ricerca dell’identità nell’epoca dei social media, in programma dal 14 marzo al 28 aprile presso la sede dell’Associazione, l’ex chiesa SS. Filippo e Giacomo, in via battaglie 61/1- Brescia.

Attraverso una galleria di ritratti dipinti e installazioni site-specific, l’artista spagnolo invita il pubblico a guardarsi letteralmente allo specchio e a riflettere sulle proprie dinamiche di comportamento sociale, evidenziando l’ossessione con cui si cerca di perpetuare la propria esistenza nella rappresentazione idealizzata di sé sui social media.

Con uno sguardo ironico, provocatorio e decisamente drammatico, Rodríguez ricerca una propria grottesca bellezza attraverso la pittura, dipingendo soggetti alterati, dai tratti distorti, per metterci in guardia sulle conseguenze dell’eccessiva autocontemplazione o autocommiserazione.

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L’artista mette a confronto la ricerca dell’immortalità attraverso le gesta eroiche e le conquiste dell’antichità, con gli insignificanti gesti autoreferenziali e le esibizioni pubbliche digitali della nostra epoca.

L’auto-rappresentazione, lo sfrenato egocentrismo, il vacuo racconto di sé diventano un antidoto alla solitudine, alla mancanza di prospettive, e il timore del rapido passare del tempo amplifica il tentativo silenziosamente disperato di non cadere nell’oblio dei viventi.

Nato a Tarragona, Spagna, nel 1974, Alejandro Rodríguez González è un rinomato artista visivo che ha fatto di Berlino la sua base creativa e ispiratrice dal 2005.

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ARCHITETTURA E

INTELLIGENZA ARTIFICIALE:

LA RIVOLUZIONE È GIÀ INIZIATA

DALL’INTERAZIONE CON LE PIATTAFORME BIM ALLA RICERCA SUI NUOVI MATERIALI 64

Quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale nella progettazione architettonica? Quali i benefici? E come si stanno muovendo gli studi? L’American Institute of Architects (Aia), ossia la più grande community mondiale di architetti e professionisti del design (con oltre 98mila membri) ha di recente effettuato un sondaggio da cui è emerso che se da un lato ad oggi solo il 5% dei professionisti utilizza l’AI – si sale al 10% nel caso dei grandi studi con fatturati annui oltre 5 milioni di dollari – dall’altro il 40% si dice interessato a esplorare il potenziale e il 90% stima un aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale da qui ai prossimi tre anni, di cui il 27% in modo significativo. Entrando più nel dettaglio il 38% indica al primo posto applicazioni e soluzioni per attività di progettazione e design, il 35% per il marketing e il business development, il 34% per la compliance e il 28% per la selezione di materiali da costruzione e altri prodotti.

Il dibattito si sta concentrando in particolare sulla questione ambientale, ossia su quanto l’AI possa accelerare, nell’ambito della progettazione, gli obiettivi in termini di abbattimento delle emissioni. Il settore delle costruzioni è responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra. L’Unep (l’Agenzia Onu per l’ambiente) e GlobalAbc (la Global Alliance for Buildings and Construction) hanno contribuito a definire gli obiettivi di decarbonizzazione: entro il 2030 il settore dell’edilizia e delle costruzioni dovrà dimezzare le proprie emissioni e il 100% dei nuovi edifici dovrà essere a zero emissioni di carbonio ed entro il 2050 dovranno essere azzerate le emissioni in tutto il ciclo di vita. Le applicazioni software emergenti basate sull’AI vengono già utilizzate per ottimizzare la produzione di cemento e acciaio con l’obiettivo di ridurre i combustibili e abbattere le proporzioni di clinker. E l’AI sta già contribuendo a rivoluzionare le miscele di calcestruzzo e ad accelerare lo studio di nuovi materiali.

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Luigi Mariani

Numerosi i progetti e gli studi che si stanno portando avanti per verificare l’impatto concreto dell’AI in urbanistica e architettura. Paolo Santi, Principal Research Scientist al Senseable City Lab del Mit di Boston, ha pubblicato di recente un articolo di approfondimento su Nature Computational Science che analizza i risultati di un test effettuato da un team di urbanisti e scienziati dell’informazione dell’Università Tsinghua in Cina. La base di partenza è la cosiddetta “città dei 15 minuti” ossia un modello ideale di città a misura d’uomo in cui gli abitanti abbiano a disposizione tutti i servizi considerati essenziali a una distanza dalle loro abitazioni quantificata in massimo 15 minuti. Il team ha addestrato un’intelligenza artificiale per ottenere un progetto di città ideale inserendo fra i parametri determinanti anche la presenza di parchi, piste ciclabili e luoghi di intrattenimento. E si è ottenuto un modello su cui poi impiantare la progettazione definitiva. Un risultato considerato eccezionale soprattutto in termini di tempistiche: «L’efficienza è stata migliorata del 12% e del 5% rispetto a un flusso di lavoro completamente umano», spiega Santi sottolineando che lo studio dimostra la fattibilità di un flusso di lavoro integrato uomo-AI per la pianificazione della disposizione spaziale.

E, ancora, l’Index Lab del Politecnico di Milano ha appena svelato un algoritmo di intelligenza artificiale, simile a ChatGpt, che promette di rivoluzionare il mondo del design e dell’architettura, portando anche alla realizzazione di materiali con l’ausilio della robotica. «Basandosi su database composti da milioni di elementi, l’algoritmo è capace di creare cosiddetti pattern che i progettisti possono usare per effettuare lavorazioni, anche in piccola scala» spiega Pierpaolo Ruttico, founder e managing director di IndexLab. Il progetto interamente made in Italy conta sulla collaborazione di Fanuc, azienda che opera nel campo della robotica. Il prossimo step è far “comunicare” l’AI con un robot che realizza manufatti per velocizzare la realizzazione dei progetti.

Negli studi di architettura e progettazione si stanno facendo strada una serie di strumenti basati sull’AI: Autodesk ha lanciato tutta una serie di piattaforme e strumenti e fra le soluzioni più in voga ci sono anche Archistar, Midjourney. E l’intelligenza artificiale sta impattando anche sulle piattaforme Bim, ossia quelle per la modellazione delle informazioni sugli edifici, ottimizzando l’allocazione delle risorse, identificando potenziali conflitti, garantendo la conformità alle normative, snellendo il processo di costruzione e riducendo al minimo gli errori.

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NATURALISTICO

PO RR INI

RIVOLTO AGLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI SUPERIORI DI II GRADO

CLASSI II, III, IV, V

QUARTA EDIZIONE

29 LUGLIO01 AGOSTO

RIFUGIO MADONNA DELLE NEVI -

MEZZOLDO (BG)

ELEMENTI DI ECOLOGIA

AMBIENTE ALPINO

TECNICHE DI MONITORAGGIO DI FAUNA E FLORA

PAESAGGI MONTANI

CONSERVAZIONE ALPI

OROBIE

TERRITORIO

ESPERIENZE DI GRUPPO ➳•�

INFORMAZIONI campo.nat@legambientebergamo.it

CAMPO
ESTIVO
2024
CLAUDIO
➳•�
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LA SCUOLA CIRCOLARE SMONTABILE

AL VIA LA GARA D’APPALTO PER IL PROGETTO DI C+S ARCHITECTS

Lo studio con sede tra Treviso e Londra chiude il percorso dedicato alle scuole, che diventano spazi aperti. I progetti pilota in Veneto, Piemonte e Friuli. I rendering in 3D di Cervignano: i dettagli del progetto finanziato con 7,5 milioni dal Miur. Maria Alessandra Segantini: “Sperimentati layout scolastici circolari e un kit di montaggio che permette di smantellare l’edificio a fine vita riciclando i materiali costruttivi”.

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Prototipi di scuole circolari che costruiscono comunità, la visione di C+S Architects diventa realtà: approvato il progetto dell'Istituto Tecnico Malignani. Firmato da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini di C+S Architects, studio con sede tra Treviso e Londra e recentemente premiato come miglior studio di architettura italiano, il progetto per il nuovo Istituto Tecnico Malignani di Cervignano del Friuli è uno dei tre prototipi di scuole circolari che lo studio ha recentemente sviluppato nell'ambito del proprio programma di ricerca sulla progettazione scolastica. Tutti e tre sono edifici NZEB, (Nearly Zero Energy Building, ovvero un edificio ad elevata efficienza energetica), e sono prototipi per tutti i livelli di istruzione: un asilo nido per il Comune di Venaria Reale, in provincia di Torino, una scuola primaria a Conegliano (Treviso) e una scuola secondaria a Cervignano del Friuli (Udine). Questi prototipi sono tutti in costruzione. In Friuli sarà il Ministero dell’Istruzione, che ha finanziato il progetto, a gestire la gara d’appalto. Sono stati sperimentati nuovi layout scolastici circolari, differenti per le tre fasi di crescita dei ragazzi e costruttivamente, un kit di montaggio che permette di costruire l’edificio ‘a secco’ e smantellarlo a fine vita riciclandone i materiali costruttivi.

Il progetto per l’Istituto Tecnico Malignani a Cervignano del Friuli

Il nuovo Istituto Malignani di Cervignano del Friuli, recentemente approvato dal Comune, ospiterà due sezioni dell'ISIS Malignani, per 2.800 mq che saranno completate sul terreno adiacente inclusi tutti gli impianti sportivi. La scuola comprende 10 aule con una capacità totale di 250 studenti.

La dimensione delle aule è più generosa di quanto previsto dalla normativa (54 mq per aula anziché 49 mq) in quanto l'esperienza di C+S nella progettazione di edifici scolastici considera questa scelta un valore aggiunto alle potenzialità didattiche e alla possibilità di conformare lo spazio dell'aula posizionando i banchi in modo variabile a seconda della tipologia di lezione. La forma circolare è storicamente un elemento di centralità e coesione sociale in ogni cultura.

Uno spazio centrale, aperto e circolare diventa una piazza interna coperta che è il centro del layout. Su questo spazio a doppia altezza, inondato di luce zenitale e coperto da un'elegante struttura in acciaio, si affacciano le aule e quelle funzioni pubbliche, che possono essere aperte alla comunità dopo l'orario scolastico: un auditorium polivalente, una piccola biblioteca, un’aula studio e i laboratori.

Questi ultimi, disposti al piano terra, hanno il potenziale per diventare micro-incubatori chenin grado di connettere gli studenti alle industrie locali, grazie all’organizzazione di laboratori e attività da svolgere durante o dopo l’orario scolastico. Lo spazio della piazza interna al piano terra è stato pensato per gli studenti come luogo di incontro informale, dove trascorrere del tempo studiando, scambiando esperienze o semplicemente rilassandosi.

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MAURITIUS

CHÂTEAU DE LABOURDONNAIS, CHÂTEAU DE BEL OMBRE E FORT ADELAIDE: SULLE TRACCE DELLA STORIA MAURIZIANA

Mauritius, la perla dell’Oceano Indiano, non smette mai di stupire anche i visitatori più affezionati. Una vacanza sola non basta per scoprire tutti i tesori che custodisce: le spiagge da sogno, l’entroterra lussureggiante, le deliziose pietanze da accompagnare a soft drink, birra o rum, i siti patrimonio UNESCO, le eccellenti strutture ricettive con servizi di qualità e le molteplici tradizioni, che testimoniano una storia tanto ricca quanto varia, ancora tangibile nella stessa essenza dell’isola e nelle persone che la abitano. L’incontro “diacronico” tra Africa, Asia ed Europa (attraverso flussi migratori e domini coloniali) ha contribuito significativamente a dare forma a Mauritius in termini sia culturali che paesaggistici. Tanto che, al fascino dell’isola tropicale si aggiungono elementi, che a prima vista, parrebbero estranei al contesto: chi si aspetterebbe, infatti, di trovare dei castelli a Mauritius? Naturalmente, non si parla di torri merlate e passaggi segreti ma del senso più ampio della parola francese Château, che si riferisce non solo alle dimore di re e regine, ma anche lussuose proprietà legate alla produzione di vino o altri alcoolici. Più specificamente, a Mauritius, queste dimore erano spesso le abitazioni dei possidenti che gestivano la coltivazione di canna da zucchero, per la produzione di zucchero e rum.

Le Domaine de Labourdonnais

Questa proprietà è nota per l’omonimo castello (Château de Labourdonnais, appunto), costruito tra il 1856 e il 1859 e abitato per oltre 150 anni. L'accesso alla villa è spettacolare, con un ombreggiato viale alberato che conduce all’ingresso dello Chateau. L’edificio è in stile neoclassico, con il piano terra rialzato e un'ampia veranda che lo avvolge. La carta da parati meravigliosamente dettagliata della sala da pranzo è intervallata da grandi mobili in teak e legno nero, su cui campeggiano enormi barattoli usati per marinare il pesce e la carne nella dispensa; entrando nelle varie stanze il profumo delle spezie e quello del legno ammantano gli ambienti e rendono l’atmosfera ancora più inebriante. Al piano superiore, oltre ad ammirare l'elegante camera da letto, è possibile scoprire più a fondo la storia della proprietà. La tenuta è circondata da frutteti e giardini paesaggistici da scoprire passeggiando. Per riprendere le forze, La Table du Château (proprio a fianco dell’edificio principale, serve piatti preparati con frutta e verdura raccolta nella tenuta. In alternativa, la caffetteria La Terrasse offre opzioni per pranzi più leggeri. È possibile, inoltre, acquistare marmellate e rum preparati con i frutti della tenuta.

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Per ulteriori informazioni: www.mymauritius.travel/it

Le Château de Bel Ombre

Questa iconica dimora coloniale (XIX secolo) oggi riconvertita in hotel e ristorante è costruita nello stesso stile dello storico Treasury Building di Port Louis ed evoca scene di altri tempi. Accedendo alla tenuta ciò che colpisce maggiormente lo sguardo è il maestoso albero di baniano adiacente alla veranda, testimone silenzioso della storia della regione: si racconta che abbia 200 anni. L’interno della dimora rispecchia la regalità preannunciata dal baniano: è infatti caratterizzato da mobili antichi e tavoli con raffinati servizi in porcellana, che trasmettono un senso di accoglienza ed eleganza, in sintonia con la storia dell’edificio e il suo attuale uso. Tutto intorno, il verde rigoglioso dei magnifici giardini alla francese abbraccia questa meravigliosa proprietà.

A PROPOSITO DI MAURITIUS

Mauritius si trova nell’Oceano Indiano, a circa 800 km a est del Madagascar. Quest’isola vulcanica è nota per il calore umano della sua popolazione multiculturale, per le bianche spiagge e per gli hotel di lusso. Grazie al clima tropicale, lungo la costa persino durante le stagioni più fresche (in particolare da maggio a settembre) le temperature scendono raramente al di sotto dei 22°C; Mauritius è dunque la meta perfetta per un viaggio in qualunque periodo dell’anno. L’isola è inoltre la destinazione ideale per gli amanti degli sport acquatici, i golfisti, gli escursionisti, gli amanti della cultura, per chi è in cerca di relax nelle spa, per chi è in luna di miele e per le famiglie. Mauritius, con capitale Port Louis, conta 1.3 milioni di abitanti, compresi quelli dell’isola di Rodrigues. Tre religioni coesistono in armonia: l’induismo, l’islam e il cristianesimo. La lingua amministrativa è l’inglese, ma anche il francese e il creolo sono utilizzate quotidianamente.

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ALL'AUMENTARE DELL'ESPERIENZA DI GUIDA

Il brand californiano presenta i modelli elettrici SR MY24 e DSR MY24: per una guida evoluta, adatta ai neopatentati e pronta per l'upgrade alla patente A

Zero Motorcycles, leader innovativo nel settore delle due ruote elettriche, si impegna costantemente a offrire nuove soluzioni avanzate e sostenibili per avvicinarsi sempre di più a chi decide di abbracciare la mobilità del futuro. In questa ottica, l'azienda di santa Cruz è orgogliosa di presentare l'innovativa funzionalità introdotta nei modelli SR MY24 e DSR MY24 - già svelata a livello globale durante l'ultima edizione di EICMA -, progettata per elevare le prestazioni delle moto in parallelo all'esperienza di guida del conducente.

Inizialmente immatricolati per la patente A2, con una potenza a libretto limitata a 35kW, i modelli SR e DSR offrono una soluzione innovativa per i neopatentati. Se dopo due anni di guida, come consentito dalle recenti normative sulle patenti, i conducenti con patente A2 dovessero passare alla patente A "libera" sostenendo una prova pratica, non sarebbero vincolati a continuare a guidare una moto meno potente (rispetto alle caratteristiche consentite dalla patente A) o a pensare di doverla sostituire con un modello più prestante. Grazie a una sofisticata gestione elettronica del motore, le Zero SR MY24 e DSR MY24 possono essere agevolmente potenziate oltre il limite dei 35kW. Ciò consente ai proprietari di effettuare la transizione dalle prestazioni consentite con la patente A2 a quelle permesse con la patente A senza la necessità di cambiare moto: le moto Zero Motorcycles si evolvono insieme all'esperienza di guida dei loro proprietari.

La nuova DSR MY24 di Zero Motorcycles è la proposta dedicata ai neopatentati, sviluppata sulla rinomata piattaforma della DSR/X, la moto di punta nel segmento dual sport di Zero Motorcycles. Questo modello offre caratteristiche di coppia uniche nel mercato, con un valore costante di 170 Nm, garantendo un'esperienza di guida potente ed emozionante, sia su strada che fuoristrada.

Velocità massima di 150 km/h, la DSR MY24 si distingue per le sue prestazioni avanzate e la versatilità. Queste specifiche tecniche rendono la DSR la moto ideale per soddisfare le esigenze di una varietà di motociclisti, dalla guida quotidiana in città alle avventure fuoristrada. La garanzia estesa di 5 anni su batteria e parti della moto sottolinea l'impegno di Zero Motorcycles nella qualità e affidabilità dei propri prodotti, offrendo ai motociclisti una soluzione di mobilità elettrica avanzata e a lungo termine. La DSR MY24 è proposta nel colore Silver a partire da € 19.890

La DSR MY24 è stata progettata per offrire prestazioni all'avanguardia, grazie a un aggiornamento software agevole, effettuabile presso i rivenditori ufficiali Zero Motorcycles, questa moto può essere potenziata per i possessori di patente A, raggiungendo una coppia eccezionale di 195 Nm.

Con un'autonomia nel ciclo urbano di 249 km e una

PIÙ POTENZA
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ZERO MOTORCYCLES

Upgrade della SR MY24: flessibilità e personalizzazione

Anche la SR MY24, una naked elettrica parte della gamma Street di Zero Motorcycles, è disponibile di serie nella configurazione per chi ha conseguito la patente A2. Tuttavia, offre la possibilità di un upgrade in vista del passaggio alla patente A. Rimane così la moto elettrica più flessibile e personalizzabile sul mercato, con la capacità di effettuare un upgrade sia della batteria, sia della potenza installata.

La SR MY24, con un'autonomia nel ciclo urbano di 253 km, una coppia massima di 140 Nm e una velocità massima di 150 km/h, offre prestazioni eccezionali. Inoltre, la moto è coperta da una garanzia di 5 anni sia per il pacco batteria sia per le parti, conferendo tranquillità e affidabilità ai guidatori. La SR MY24 è proposta nei colori Black Effect e Ruby a partire da € 18.865.

HEARTBREAK MOTEL

SPRING / SUMMER 2024

Juicy Couture, il brand nato a Los Angeles, irrompe in tutta la sua sfrontatezza con Heartbreak Motel, la nuova campagna Spring Summer 2024 ispirata al viaggio on the road a stelle e strisce. Celebre per aver inaugurato lo stile comfy-cool sfoggiato dalle icone fashion Y2K, il marchio è oggi ritornato alla ribalta più prorompente che mai, complice il nostalgico ritorno degli anni 00 sulle passerelle e non solo.

Viaggiando attraverso il deserto meridionale dell’America e abbracciando le influenze western, la collezione primavera/estate mostra l’atteggiamento sfrontato delle ragazze Juicy on the road. Le celebri grafiche dallo stile U.S.A., ispirate alle insegne dei diners e dei motel, sono state reinventate per aggiornare l’iconico logo Juicy, mentre i tessuti in spugna riecheggiano il caldo e secco clima del deserto. Le palette riflettono le tonalità itineranti dell’arida natura selvaggia di giorno, arrivando fino ai toni accesi e caldi del tramonto, in un succoso e irresistibile cocktail di colori.

Scattata a Los Angeles, questa campagna è quindi un tributo alle radici del regno di Juicy che ripercorre le tappe che hanno consacrato il brand icona del panorama fashion, grazie alle celebrities che sfoggiavano le tute in pubblico. La cultura dei paparazzi promuoveva così Juicy Couture e i tabloid erano una passerella per le collezioni di ogni stagione. A cura di V. Visciglio

Per informazioni: www.juicycouture.co.uk

JUICY COUTURE PRESENTA

In una parola cibo fresco e naturale per sentirsi leggeri. Se ancora non ci siete stati lo consigliamo a chi desidera alimentarsi in maniera sana, preferendo ingredienti biologici e naturali ed un’ampia selezione di estratti di frutta.

Tre le regole base di questo locale: freschezza dei prodotti, alimentazione salutare, fantasia nel composizioni proposte. La maggior parte degli alimenti è cucinata al vapore. Polpette di riso, spinaci mandorle e grana, leggerissime sostanziose, ma anche pollo al curry proposto con verdure o quinoa con avocado salmone e fagioli. sono solo alcune delle proposte presenti nel menù. Piatti preparati mantenendo intatte le proprietà nutritive degli ingredienti provenienti da campi coltivati biologicamente. Grande cura anche nella proposta di zuppe e vellutate prive di latte per evitare intolleranze. Cucina a vista per un concetto di onestà nei confronti del cliente che deve vedere come tutto viene preparato.

Il packaging, dalle insalate ai tramezzini fino alle zuppe, è già perfetto per l’asporto e il microonde così è possibile ordinare telefonicamente i prodotti e poi passare a ritirarli. Molto varia la scelta dalle insalate con le mele così come di alcuni piatti: dalla polenta di amaranto e legumi ai pizzoccheri di pasta di grano saraceno cotti a vapore proposti con coste, verze, patate, salvia, Branzi stagionato, grana riserva e olio extravergine d’oliva sino ai freschissimi smoothies.

Una grande differenza la fanno gli estratti di verdura energizzanti o disintossicanti che vengono preparati con cura, non centrifugati, in pochi istanti ma lavorati con un estrattore a freddo che permette di realizzare bevande, gli estratti appunto, dove le materie prime mantengono tutte le loro proprietà.

HAPPY
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SALAD

1. Il mondo globalizzato verso il caos

Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.

(Winston Churchill)

LUPUS IN FABULA

Benito Melchionna

Procuratore emerito della Repubblica

ANNO NUOVO PROBLEMI VECCHI

SDa più parti si parla apertamente di “caoslandia” per indicare che la nostra beneamata Terra si trova ormai in bilico nel bel mezzo del disordine planetario. Non a caso infatti, nel febbraio 2024, il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha dichiarato ufficialmente che “il nostro mondo sta entrando in un’era di caos”. Lanciando così l’allarme di fronte ai grandi sconvolgimenti e ai terribili conflitti che da diverso tempo divampano tra opposte nazioni di “confine”, causando morti e distruzioni; tutto ciò al “soldo” della finanza di guerra, che produce ed esporta armamenti per miliardi e miliardi di dollari. Si tratta di situazione “disarmante”, che dimostra anzitutto il fallimento del nuovo ordine mondiale “bipolare” est-ovest, illusoriamente preconizzato nel secondo dopoguerra; previsione però finora attuata solo in parte dalle democrazie (?) occidentali sotto l’egemonia - oggi in crisi - della superpotenza USA.

Corriamo intanto il forte rischio che le tante guerre “a pezzettini”, oggi in atto, possano presto dar luogo alla terza (…ultima!) guerra mondiale “atomica”, minaccia peraltro già circolante sui social.

In ogni caso, senza farsi troppe illusioni, chi studia il travagliato percorso storico delle diverse civiltà umane prende atto che qualsiasi processo di sviluppo e/o di progresso è sempre alimentato da feroci lotte tra i singoli e tra i gruppi contrapposti di “prossimità”; tutti spinti dalla avidità verso la conquista violenta dei beni e delle risorse materiali funzionali all’esercizio del potere sugli altri.

Tale ingovernabile disordine, ora reso più evidente dalle ampie potenzialità offerte dalla tecnocrazia (armi comprese), è dunque considerato diretta conseguenza dell’antica concezione “antropocentrica”. La quale pone appunto l’uomo - con il suo egoismo - al centro di tutto, legittimandolo quindi ad appropriarsi di qualsiasi risorsa disponibile, ad uso e consumo esclusivo della propria casa (eco-nomia).

Trascurando invece di considerare che, come giustamente suggerisce e ora addirittura esige la visione “biocentrica”, il primato deve essere attribuito ai diversi beni della casa comune (eco-logia).

È di tutta evidenza infatti che le limitate e ormai residue risorse della biosfera (acqua, aria, suolo) sono indispensabili a tenere ancora in piedi le svariate forme di vita, che sempre più premono sul pianeta. Il quale risulta attualmente “rimpicciolito” per effetto della globalizzazione, che ha virtualmente interconnesso i continenti, isolando nel contempo i popoli tra loro.

Intanto la dittatura del consumismo, imposto da mode smodate e diffuso dai mass media e dai messaggi ingannevoli della comunicazione pubblicitaria e della propaganda politica manipolata, continua a creare il caos e a fare scempio di quel che resta tra le lusinghe del materialismo usa-e-getta.

Da ciò consegue l’“eco-cidio” che sta portando a morire il complesso equilibrio naturale, come ad es. dimostra il progressivo surriscaldamento del clima; fenomeno quest’ultimo che causa tra l’altro forzate destabilizzanti migrazioni di masse verso geografie ancora “vivibili”.

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2. La comunicazione come “rete sociale”

Le scienze applicate hanno da tempo sperimentato che gli esseri umani sono il risultato di una identità complessa, costruita nel corso dei secoli in base all’adattamento biologico e ambientale, che ha reso ogni individuo - pur nella stessa catena di natura - differenziato dagli altri. Tale caratteristica si mostra come una complicatissima “rete” che collega e intreccia tra loro: a)- la materia organica corporea individuale; b)- la psiche o anima, ossia l’energia che sollecita e movimenta la vita interiore attraverso la sfera cerebrale, i sentimenti, le emozioni, ecc.; c)lo spirito, inteso come principio immateriale attivo, spesso considerato immortale o di origine divina e che si manifesta come vita e coscienza. Tale intricato fenomeno bioenergetico è certamente compreso da chi esplora scientificamente il “come” della nascita e dello sviluppo dell’universo di cui siamo parte. Mentre - come affermava l’astrofisica Margherita Hack (1922-2013) - nessuno è in grado di spiegare il “perché”, cioè il senso e il destino degli spazi siderali e del movimento cosmico che procedono ancora dal caos primordiale; salvo poi a immaginare il provvidenziale intervento di un Dio creatore e ordinatore.

Comunque, oltre a doversi misurare con se stesso nell’intricato ginepraio delle “reti” sopra citate, ogni uomo - in quanto animale sociale - deve altresì fare i conti con la realtà del resto del mondo, ossia con i diversi mutevoli contesti ambientali che lo circondano e lo condizionano, nonché con i propri simili e con gli altri esseri viventi, con i quali viene inevitabilmente a contatto.

Per passare dunque dall’io al noi e per superare i limiti e le fragilità dell’ego, appare di fondamentale importanza riuscire a realizzare ed armonizzare le diversità genetiche e socio-culturali presenti sulla terra. Tale obiettivo può tuttavia realizzarsi solo attivando appropriate “reti sociali”, in grado di integrare le “comunità” di persone e i relativi “corpi sociali intermedi” (associazioni, istituzioni, ecc.), che si formano e si avvicendano nel passaggio delle diverse civiltà.

A loro volta, i suddetti “collegamenti” - in base alle informazioni somministrate (buone o cattive) - alimentano le “relazioni umane”. Le quali trovano la loro fonte primaria appunto nell’intreccio della “comunicazione-informazione-formazione”, che nel loro insieme “rappresentano” e rafforzano le identità collettive condivise. Queste ultime si esprimono poi in forme differenziate, tutte finalizzate a creare un tessuto sociale coeso e solidaristico.

Non a caso, infatti, la convivenza sostenibile e pacifica che anima la nostra Costituzione, è fondata sul principio di pari dignità di tutti i cittadini (art. 3). Dignità che si esercita in primis con la libera manifestazione del pensiero (art.21), che consente di partecipare - all’insegna dell’uguaglianza davanti alla legge - ad assolvere in concreto ai doveri inderogabili di “reciprocità” e di “solidarietà politica, economica e sociale” (art.2). Nasce da qui l’esigenza istintiva del linguaggio, sostanzialmente attivato attraverso l’uso della lingua. La parola (verbo in latino e lógos in greco) è infatti concepita come privilegio divino esclusivo dell’uomo, come ci ricordano i Vangeli: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Giovanni, Prologo, 1-3).

segue

Appunto per questo la comunicazione è anzitutto affidata al linguaggio che, come annota Alessandro Manzoni , “è stato lavorato dagli uomini per intendersi tra loro, non per ingannarsi a vicenda “.

Il linguaggio si esprime peraltro secondo modalità differenziate, a cominciare da quella che caratterizza il movimento istintivo del corpo.

Il quale si atteggia e si manifesta in particolare con la mimica facciale e il movimento delle mani, che indicano all’esterno consenso, dissenso o intenti menzogneri rispetto al pensiero o allo stato d’animo del soggetto interessato. Senza infine trascurare il linguaggio dei simboli (dal greco, contrassegno in sintesi), i quali rappresentano - tutti con efficace suggestione seduttiva - attraverso la grafica e le più svariate forme (bandiere e simili), entità e valori astratti, religiosi, politici, ecc.

3. La comunicazione - informazione “deviata”

La transizione verso l’era digitale ha trasformato il modo del nostro stare al mondo, proiettandoci nel regno del virtuale, dove ci ritroviamo connessi e nel contempo isolati. Di conseguenza, sono profondamente cambiate le relazioni sociali, sostituite dalle presunte “amicizie” liquide e fredde via social, che di fatto ci lasciano in braccio a “passioni tristi” solo di tipo utilitaristico, confondendo così gli strumenti tecnologici con i valori e gli scopi ideali dell’esistenza. Qualcuno rimpiange perciò le solide reti sociali - ora relegate in soffitta - che i nostri antenati sapevano intrecciare e consumare nella prossimità attraverso “passioni calde” (nel bene e nel male).

Le citate epocali rapide trasformazioni influenzano direttamente - tramite le nuove potenzialità - i progetti e le caratteristiche etiche e pratiche che informano e formano le persone e la stessa società. Perciò, con l’avvento e la diffusione della telematica, e ora ancor più dell’intelligenza artificiale (IA), i mezzi o strumenti di comunicazione (stampa, tv, radio, videoclip, ecc.) vengono in generale etichettati come telecrazia. Appunto per indicare il potere rappresentato da tali strumenti con la loro capacità di manovrare, condizionare e manipolare - anche con l’apporto di prezzolati influencer - le opinioni dei “teledipendenti”, con particolare riferimento al mezzo televisivo.

Siffatto potere, concentrato nelle mani di pochi avidi faccendieri, usa ricorrere alla informazione deviata o depistata (fake news, deepfake, video fasulli, ecc.) per mantenere diffusa l’ignoranza idonea a sopprimere la capacità critica dei cittadini (elettori e/o consumatori), trasformandoli in sudditi.

Pertanto, l’assenza di visioni culturali favorisce le spinte disgregatrici che dividono la geopolitica, sì che in mezzo mondo dominano ormai dittature e finte democrazie dispotiche, all’insegna del populismo-sovranismo. Nel confuso contesto della “povertà virtuale” trovano altresì facile diffusione la criminalità ordinaria e in particolare quella organizzata di stampo mafioso (eco-mafie, ecc.), assai poco contrastata dall’assenza di una auspicata “antimafia sociale” e di educazione alla legalità, trascurata sia in famiglia che a scuola. Ora, con l’irruzione di IA, il già complicato mondo del post-umano si interroga - tra entusiasmi e timori - sui confini che separano le strutture artificiali (robot e simili) dall’uomo secondo natura (intelligenza creativa, libero arbitrio, ecc.).

Intanto, qualche perplessità suscita già l’utilizzo del metaverso; con particolare riguardo al microchip impiantato nel cervello umano, in grado di “misurare” il pensiero attraverso la mappatura delle onde cerebrali e delle frequenze elettromagnetiche, così da governare e trasferire all’esterno l’energia e le passioni più segrete.

Per questo i signori di ChatGpt si impegnano a etichettare, con marcatori ben visibili, i contenuti creati con gli strumenti di IA, al fine di stabilire il netto confine rispetto ai “contenuti” umani.

Per questo l’UE, per prima al mondo, con l’AI Act - Regolamento approvato il 13 marzo 2024 - ha disciplinato con apposita monumentale normativa, lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’uso corretto dei sistemi di IA, al fine di contrastare la disinformazione e di garantire il delicato equilibrio tra spinta all’innovazione e tutela dei diritti umani, della democrazia e della sostenibilità ambientale.

BERGAMO MAGAZINE BRESCIA MAGAZINE

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