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BUONE PRATICHE

Esperienze di governo locale: una prima raccolta


di Annamaria Parente Responsabile formazione politica – Segreteria Nazionale

La formazione al buon governo locale

Presentiamo in questo volume esperienze amministrative di regioni, province e comuni di centrosinistra in tema di lavoro, sostegno alle imprese, immigrazione, scuola, cultura e innovazione, politiche sociali, ambiente, energia, casa e urbanistica, sanità. Si tratta di una prima raccolta di pratiche, realizzata attraverso il sito di in buone mani. Un portale per tessere la “rete democratica” del buon governo locale. Per valorizzare i soggetti del territorio, uomini e donne eletti nelle nostre amministrazioni, spesso protagonisti dell’innovazione nella ricerca di soluzioni idonee ad affrontare le grandi problematiche del nostro tempo. Aperto alla partecipazione di cittadine e cittadini, alle loro proposte, alla possibilità di verificare i frutti della politica territoriale. Il territorio come luogo privilegiato del fare politica nella prospettiva del terzo millennio, la glocalizzazione. E’ da qui che partiamo per un itinerario di lungo periodo di formazione politica nel Partito Democratico. Il fermento, il movimento che riscontriamo nelle comunità locali mettono in evidenza che la nuova politica si fonda su un rapporto continuo tra globale e locale. Che le esperienze concrete di governo locale sono inserite non solo nel territorio, ma in reti e fenomeni globali. Si pensi a come si affronta il tema delle risorse limitate del nostro pianeta evitando gli sprechi, incentivando consumi socialmente responsabili, tenendo insieme tutela ambientale, efficienza economica e tutela sociale nelle nostre regioni, province e comuni. E a come dal sostegno a progetti di educazione alla cittadinanza e alle giovani generazioni su queste tematiche si può vivere una nuova stagione di civismo, di esercizio di responsabilità civile. Da questo primo rapporto di pratiche si comprende anche che i cittadini e le cittadine del nuovo millennio si trovano a convivere con il fenomeno immigratorio che significa crescere insieme a scuola, nei luoghi di lavoro, negli spazi del tempo libero soprattutto per le cosiddette seconde generazioni. Ma anche che uno dei cambiamenti più rilevanti degli ultimi decenni, l’ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro, comporta la diffusione di una rete globale di donne immigrate che sostengono il nostro sistema di welfare. Carente nella sua dimensione statale, al punto che molte comunità locali sperimentano modalità nuove di approccio, dai voucher a politiche sociali per arginare diseguaglianze dei soggetti più deboli e sostenere le famiglie. In tema di lavoro e incentivi all’impresa si trovano soluzioni che tendono a valorizzare le vocazioni culturali dei vari territori. O innovando sul terreno delle reti telematiche nel tentativo di connettere comunità territoriali e comunità funzionali. Con l’obbiettivo generale di contrastare la crisi economica e occupazionale non solo con politiche di contenimento, ma anche di sviluppo e innovazione. E infine nelle pratiche di governance locale è evidente che le decisioni della politica nel terzo millennio sono anche meta-nazionali e per noi soprattutto riguardano la dimensione europea. Si rifletta su tutti i collegamenti tra progetti territoriali e direttive comunitarie. Ma in questi processi di trasformazione epocali, la politica del Partito Democratico deve recuperare un patrimonio storico e culturale che appartiene alle principali tradizioni di pensiero politico, filosofico, economico che hanno contribuito alla nascita del nostro partito. Per questo riproponiamo nel volume i contributi di Giuseppe De Rita e Paola De Vivo che ci aiutano a comprendere le nostre radici. Dalla riscoperta del concetto stesso di comunità sociale, a un approccio integrato della governance, da un recupero della nozione di territorio nel più generale discorso pubblico, alla necessità di ripartire dal “basso” per affrontare temi generali. E inoltre l’impegno a tenere unito il Paese, dal Nord al Sud. Le esperienze che abbiamo raccolto sono localizzate lungo tutto l’arco della penisola. L’obiettivo è la costruzione di una comunità di intenti e di pratiche su cui fondare la buona politica.

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Introduzione


di Giuseppe De Rita Presidente e Segretario Generale CENSIS

Il workshop di in buone mani: “l’isola che c’è”, intende fornire una cornice teorica a questi temi e costituire un primo esperimento formativo di trasferimento di pratiche politiche. Con tale duplice impostazione, daremo vita a laboratori territoriali tematici. Ma proseguiremo il nostro percorso con l’implementazione del portale. Nell’intento di contribuire ad una organizzazione del Partito Democratico più rispondente ai cambiamenti delle società contemporanee. Soprattutto per promuovere la cultura della partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine, diffondere il buongoverno e migliorare la qualità delle decisioni. Il volume che presentiamo è un work in progress che sarà costantemente aggiornato anche con una versione e-book sul sito.

Lo sviluppo locale in Italia

L’attenzione allo sviluppo locale in Italia viene da lontano, ed ha avuto radici culturali diverse: in primo luogo, quella della cultura comunitaria di Adriano Olivetti, il cui anniversario viene celebrato in questi giorni, con le esperienze di concreto impegno sociale da lui promosse; quella di alcuni organismi internazionali che tentarono di introdurre in Italia la cultura del groupwork e dello sviluppo locale; quelle della cultura cattolica, che si occupava di Meridione, con le ricerche sui nuovi borghi agricoli materani di Ambrico e Ardigò, con l’impegno della Svimez, e con il collegamento con Economie et Humanisme di Padre Lebret, che proponeva lo sviluppo locale come momento di autocoscienza e autopropulsione delle comunità locali. Le prime due correnti non ebbero la forza di andare oltre le ambizioni movimentiste degli anni cinquanta, mentre la terza ci riuscì grazie alla scelta di tentare la strada dell’istituzionalizzazione. Propose quindi un’idea dello sviluppo locale non solo come forma di movimentismo socioculturale, ma come parte di una strategia finalizzata a connettere la tematica dello sviluppo locale con più ampie politiche di sviluppo, che allora erano ovviamente prettamente pubbliche. In questo senso, connessioni furono tentate e, almeno parzialmente riuscirono, ad esempio, con la politica di riforma agraria, con quelle dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno e anche con quella del fattore umano promossa dal Ministro Pastore dal 1958 fino alla metà degli anni Sessanta, e che si fondava oltre che sulla formazione professionale, anche sulla valorizzazione delle attività di sviluppo culturale e sociale nei singoli territori meridionali. Proprio alla metà degli anni sessanta, di fatto, emerge la crisi dei tentativi di incardinamento istituzionale dello sviluppo locale, soprattutto perché l’intervento straordinario nel Mezzogiorno punta tutto sulle opere decise dal centro, piuttosto che sulla sua articolazione territoriale. E poi le tante attività di sviluppo sociale sul territorio sono, almeno da alcuni, percepite come pericolosi incubatori di tensioni locali, tanto da considerarle addirittura progenitori dei movimenti studenteschi e gruppettari del ‘68. Con gli anni settanta, tra statalismo, movimentismo gruppettaro e nuovismo rivoluzionario, si chiude la strada allo sviluppo locale, troppo connotato da militanza umile e costante, da impegno diretto, tutto micro e calato nella quotidinanità delle comunità, troppo lontano dalle allora egemoni aspettative di palingenesi rivoluzionaria e dalle macroprogettualità alimentata da megafondi statali. E’ stato negli anni ottanta che, poi, pian piano lo sviluppo locale è riuscito a tornare, in forme e luoghi diversi da quelli dove si era inizialmente insediato. Tornò con le esperienze degli agenti di sviluppo a Milano e in Lombardia, nei quartieri come nelle valli, impegnati a ridare senso alla convivenza collettiva; e più avanti con i Patti territoriali che è stata un’altra tappa del tentativo di istituzionalizzazione dello sviluppo locale, e che hanno operato come schema di concertazione degli impegni dei protagonisti locali, del partnerariato sociale, uno schema orientato a rifare sviluppo locale in modo nuovo e solido. I Patti territoriali inizialmente sono molto cresciuti, perché davano espressione ad aspettative profonde, latenti, delle comunità meridionali, molto diverse da quelle che cinquant’anni prima erano state il riferimento per i primi sostenitori dello sviluppo locale. Si è quindi arrivati al riconoscimento legislativo dello strumento, che ha spinto ulteriormente la creazione di Patti territoriali, ma poi tutto è sfociato nel vecchio vizio della istituzionalizzazione delle forme dello sviluppo locale: trasformare le comunità locali e i suoi gruppi dirigenti in soggetti di domanda che vengono allo sportello romano dove, naturalmente, finiscono per prevalere logiche burocratiche, politiciste, con l’inevitabile prevalere di discrezionalità e arbitraggio che passa sopra le teste dei soggetti locali.

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Contributi


di Paola De Vivo Docente di Azione Pubblica e Sviluppo Economico Università degli studi di Napoli Federico II

Oggi una nuova stagione per lo sviluppo locale va disegnata, e non può che partire dal basso, dall’attenta osservazione di ciò che già è in movimento nelle comunità locali e che chiede di essere accompagnato nei suoi percorsi evolutivi. E’ essenziale puntare sulla comunità sociale, sulla creazione di quei presupposti di infrastrutturazione sociale e di relazionalità interna ed esterna, aperta e orientata sulle varie frequenze di reti, anche prendendo esempio da quelli che sono stati anche i pilastri del miglior localismo nostrano, ad esempio, quello dei distretti che hanno fatto la vera forza economica e produttiva del nostro Paese.

Le politiche per il territorio: una riflessione

Il paradigma dello sviluppo locale è stato sovente considerato residuale nella letteratura economica, offuscato dalla maggiore attenzione goduta in essa dai meccanismi di organizzazione della grande impresa. Una residualità teorica che si è dimostrata, sul piano empirico e fattuale, fittizia. La varietà delle forme assunte dal capitalismo e le sue stesse modalità di strutturazione dimostrano come esso si è storicamente relazionato con un fitto tessuto di piccole e medie imprese. La diffusione che queste hanno avuto nella struttura produttiva e le peculiari modalità di funzionamento da cui sono caratterizzate - spontaneismo e radicamento territoriale, proprietà e gestione familiare…- spiegano il dinamismo delle economie di molti contesti, nazionali ed internazionali: dall’Italia, che ha fatto scuola nel mondo con il caso dei distretti industriali, all’Europa, dove si rintracciano una molteplicità di sistemi produttivi locali distribuiti in varie regioni (Libro Bianco, Consiglio italiano delle Scienze Sociali 2005; Trigilia 2005), sino al Giappone, paese in cui le grandi imprese attingono risorse strategiche ed attivano forme di cooperazione virtuose con quelle medie e piccole. I ripensamenti sulla sua validità sono causati, tra l’altro, dal bilancio che si è fatto del recente tentativo di governare lo sviluppo locale attraverso politiche territoriali. Negli ultimi anni, la letteratura in materia si è abbondantemente soffermata sui limiti che hanno contraddistinto i meccanismi di attuazione degli strumenti della “nuova programmazione”. C’è stata, in verità, anche una discreta attenzione sui processi di apprendimento istituzionale innescati, ma essa è stata considerata comunque insufficiente ad invertire la parabola discendente. Dopo l’abbandono delle politiche territoriali, resta da chiedersi quali sono gli avanzamenti che si registrano nell’impostazione dell’intervento pubblico per lo sviluppo, e, parallelamente, quali nuovi paradigmi teorici e concettuali stanno emergendo. Insomma, si è aperta - e se sì in che cosa consiste - una nuova fase del “post-locale”? Naturalmente, il termine “post-locale” è una semplificazione linguistica, poiché esso è un oggetto/concetto ancora in via di definizione e di sistematizzazione. Il tentativo che faremo nel corso della discussione che segue è, allora, di dimostrare, attraverso la ricostruzione di alcuni filoni interpretativi delle trasformazioni recenti del capitalismo italiano e attraverso l’analisi della natura e dei contenuti che si delineano negli indirizzi di politica economica dopo la nuova programmazione, come il tema dello sviluppo locale continui a persistere nel campo delle policy e nelle più recenti acquisizioni maturate in campo scientifico. In pratica, l’esercizio consiste nel raccogliere indizi utili - ma dispersi, frammentati e molte volte non ben esplicitati - a far emergere come tale tema, che sembra scomparso dal dibattito corrente, nei fatti continua a godere di una certa rilevanza. Dai fenomeni di delocalizzazione che avvengono dall’Italia nei paesi dell’Est o in Cina, sino alle più recenti forme di territorializzazione dei cosiddetti distretti tecnologici, tutti i terreni di indagine appena richiamati dimostrano che siamo entrati in una nuova fase di problematizzazione del tema dello sviluppo locale. Mentre questo recente filone di ricerca si approfondisce, irrobustisce ed arricchisce, è interessante notare che nel campo delle politiche economiche si è del tutto affievolita in Italia la spinta a sostenere questi processi di riorganizzazione delle economie diffuse. Eppure, a ben osservare, il concetto di territorio rimane presente nel più generale discorso politico, per quanto si indebolisca – come si è appena detto – in politica economica. Come spiegare questo paradosso? Nel discorso politico si ritrovano ancora non poche fonti di riflessioni che, seppure in modo implicito, rimandano alla dimensione locale e istituzionale dello sviluppo territoriale. Ciò è testimoniato dalla presenza di argomenti che in modo ricorrente vengono ripresi nella discussione pubblica: dal federalismo alla cosiddetta questione settentrionale, passando per le differenziazioni interne al Mezzogiorno sino ai contenuti della programmazione 2007-2013 (sussidiarietà, istituzioni locali e, più in generale, condizioni di contesto) ed alle problematiche che riguardano le città.

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Contributi


La difficoltà a complicare il quadro analitico nelle strategie di policy si individua, nel nostro paese, nel ritorno ad una dicotomia tra politiche per la crescita e politiche per lo sviluppo. L’insistenza con cui si cercano di affrontare i nodi strutturali dell’economia italiana attraverso politiche di incentivazione automatica alle singole imprese, o, tutto al più, mediante la riduzione della pressione fiscale, è uno dei motivi che ostacola l’affermazione di una visione più complessa dei meccanismi regolativi che sottostanno alla ripresa di un percorso di sviluppo. A tale proposito, è illuminante rileggere intorno a quali contenuti si è focalizzato il dibattito sulla perdita di competitività dell’economia italiana e sulla persistenza dell’arretratezza economica meridionale. Emerge come alla diagnosi sulla complessità delle cause da cui originano le criticità che vive il capitalismo italiano corrisponda la ricerca di una semplificazione nell’impostazione dei contenuti della politica economica. Le cose cambiano, invece, se ad essere poste sotto le lenti dell’analisi siano le caratteristiche fattuali della realtà socioeconomica del paese, l’interpretazione scientifica che su queste viene avanzata e, soprattutto, la consapevole azione riformatrice portata avanti da una delle più importanti istituzioni sovranazionali, l’Unione europea. Proprio la strategia di quest’ultima, pur in continua evoluzione, resta coerente per quanto riguarda la periodica affermazione di alcune linee-guida. Con il ciclo 2007-2013, viene rilanciata la dimensione locale dello sviluppo percorrendo sentieri diversi da quelli nazionali, per la necessità di coniugare una visione del mutamento sovrastatale con una radicata base di consenso territoriale. Gli indizi sulla crisi dello sviluppo locale che emergono dallo stato del dibattito dopo le politiche territoriali per il Mezzogiorno possono risultare perciò parziali se inquadrati unicamente in una prospettiva di politica economica nazionale. Poiché, tanti altri segnali di analisi sembrano spingere nella direzione di una riaffermazione di un approccio micro allo sviluppo. Finanche nel caso di adozione di politiche macro, infatti, si configurano modalità cooperative alla base degli esercizi di governo che portano con sé l’indebolimento del vecchio principio di autorità verticale. Nell’ultimo Rapporto dell’Unione europea sulla coesione economica e sociale - Growing Regions, growing Europe - la Commissione è stata molto chiara a riguardo, bisognerà progressivamente adeguare la struttura decisionale ed amministrativa di tutti gli Stati membri alle esigenze dei governi regionali e subregionali, per rispondere ai bisogni effettivi degli attori locali, per valorizzare le conoscenze accumulate in ogni dato territorio e le relazioni cooperative che in esso si strutturano, per sostanziare quel principio di sussidiarietà posto a fondamento dei rapporti tra diversi livelli istituzionali. Insomma, per l’Unione europea, il capitale istituzionale locale continua a rappresentare una risorsa irrinunciabile al fine di accompagnare la crescita qualitativa dei tessuti produttivi e riproduttivi delle regioni in ritardo di sviluppo, comprese quelle del Mezzogiorno d’Italia.

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AMBIENTE


Titolo Progetto

Acqua, risparmio vitale

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna

Obiettivo

Realizzare una campagna informativa, educativa e comunicativa di livello regionale sul risparmio dell’acqua, finalizzata a sensibilizzare la collettività sui temi del risparmio idrico e dell’uso sostenibile della risorsa acqua ed alla implementazione pratica dei principi di sostenibilità ambientale.

Descrizione

La campagna “Acqua, risparmio vitale” è stata lanciata per la prima volta nel 2004 a seguito di un’indagine demoscopica che la Regione realizzò sui consumi d’acqua in ambito domestico, da cui risultava che i cittadini emiliano-romagnoli, a fronte di una forte determinazione nel volere contribuire alla riduzione dei consumi d’acqua nelle loro abitazioni, erano poco o per nulla informati su cosa e come fare per risparmiare. La campagna si è dunque connotata per concretezza e completezza dei suoi messaggi — brevi, incisivi e dal tono ironico — e per il suo forte carattere motivazionale, volto a valorizzare gli aspetti di tipo etico e sociale legati al risparmio idrico. Nel piano di comunicazione della campagna, lo strumento principale è stato un opuscolo, ricco di utili consigli ed immagini a colori, inviato per posta alle famiglie in quasi 2.000.000 di copie. Sono stati inoltre realizzati spot televisivi e radiofonici, inserzioni sulla stampa e sulle principali testate giornalistiche nazionali, un sito internet, un bando per sostenere progetti di educazione ambientale sull’acqua nelle scuole, una locandina ed un simpatico segnalibro. I materiali sono stati inviati gratuitamente ad enti pubblici, associazioni, gestori del servizio idrico, alle scuole e ad altri soggetti interessati. In occasione dei principali eventi fieristici dedicati all’ambiente (come il SANA a Bologna ed ECOMONDO a Rimini), sono stati inoltre distribuiti ai cittadini e ai partecipanti, sempre gratuitamente, migliaia di “kit” per il risparmio idrico domestico (frangigetto e riduttori di flusso) ed altrettanti opuscoli sul risparmio. Sotto l’egida di “Acqua, risparmio vitale”, sono stati realizzati vari progetti pilota sul territorio regionale che, nel loro insieme, hanno evidenziato quanto possa influire positivamente sui consumi d’acqua l’applicazione di semplici frangigetto e riduttori di flusso, associata a campagne informative locali. Queste iniziative regionali hanno anche svolto un importante ruolo di “invito” e stimolo a diffondere un approccio integrato nell’affrontare il tema del risparmio e il “contagio” è stato sorprendente: comuni, province, altri soggetti pubblici, società private e associazioni dell’Emilia-Romagna e di tutto il territorio nazionale hanno cominciato a realizzare iniziative di risparmio idrico all’interno delle proprie realtà, sviluppando progetti, eventi e manifestazioni che traevano ispirazione dai contenuti della campagna. A titolo d’esempio, la campagna telematica “I giovani non fanno acqua”, realizzata nel 2007 dal Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, che ha utilizzato i materiali di “Acqua, risparmio vitale” per i propri contenuti diffusi via internet; ma anche le massicce distribuzioni di kit di risparmio (idrico ed energetico) e depliant informativi da parte di vari gestori del Servizio Idrico Integrato (in particolare Hera ed ENIA) e di altri soggetti privati (COOP, EnelSì, IKEA, etc.).

Regione / Ente proponente Comune di Bagnacavallo (Provincia di Ravenna)

Progetto Bagnacavallo

Realizzare un progetto dimostrativo su scala locale finalizzato ad una riduzione del consumo idrico ed energetico, attraverso l’adozione di un semplice kit idraulico (frangigetto e riduttore di pressione), ed una campagna di promozione, educazione e comunicazione (decalogo comportamentale). Più nello specifico, sono stati perseguiti i seguenti obiettivi: 1) sperimentare su una comunità estesa una tecnologia per il risparmio idrico di facile applicazione; 2) sensibilizzare la collettività sui temi del risparmio idrico e dell’uso sostenibile della risorsa acqua; 3) iniziare un percorso di collaborazione tra enti locali, organizzazioni non governative, società di servizi e Università per la realizzazione di progetti finalizzati alla implementazione pratica dei principi di sostenibilità; 4) valutare il connesso risparmio energetico, tenendo conto che nel libro bianco della Commissione Europea sul risparmio energetico si sottolinea che il riscaldamento dell’acqua incide come secondo fattore (25% del totale) nei consumi energetici negli edifici, dopo il riscaldamento generale (57%).

Obiettivo

Distribuzione di apparecchiature per il risparmio idrico a tutto il centro storico del Comune di Bagnacavallo (abitanti totali 8.786, corrispondenti a 3.817 famiglie), associata ad una specifica campagna informativa.

Descrizione

L’inizio della distribuzione dei kit è partita a fine 2003 ed è proseguita nel 2004. E’ stato allestito un punto di informazione e di distribuzione del kit presso i locali di Hera con la collaborazione dei volontari di Legambiente. La misurazione dei consumi è stata fatta fino ad aprile 2005, poi sono stati confrontati i consumi registrati nell’anno di sperimentazione 2004 con quelli dell’anno precedente. Il risparmio è stato verificato tramite test statistici con un gruppo di controllo del comune di Fusignano, che nello stesso periodo non ha mostrato significativi mutamenti dei consumi. Il risparmio di acqua pro-capite a Bagnacavallo è risultato del 12 %. Si sottolinea che tale valore rappresenta la reale portata della misura in quanto tiene conto anche della possibilità che alcuni utenti possano non avere installato i riduttori. Oltre al risparmio di acqua, la sperimentazione ha permesso di riscontrare e calcolare, sulla base delle schede approvate dall’Autorità Nazionale dell’Energia Elettrica e del Gas, anche un risparmio di energia pari a circa 44 TEP (tonnellate di petrolio equivalenti) anno. E’ stato possibile ottenere un riconoscimento economico da parte dell’Autorità a Hera Ravenna pari a 44 titoli di efficienza energetica (c.d. certificati bianchi) e di un contributo di circa 100 Euro per TEP risparmiato per 5 anni.

Tra i progetti pilota di maggior rilievo realizzati sul territorio regionale (si vedano le schede che seguono), vanno citati il Progetto “Bagnacavallo”, il progetto “pioniere” che ha poi coinvolto enti pubblici e privati fino all’adesione dell’intera Provincia di Ravenna, e “Non c’è acqua da perdere”, sviluppato inizialmente dalla Provincia di Bologna nel Comune di Castel San Pietro Terme e successivamente anche in quello di Ozzano dell’Emilia.

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Titolo Progetto

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Rifiuti Zero

Titolo Progetto

Non c’è acqua da perdere

Obiettivo

Promosso dall’Agenda 21 della Provincia di Bologna, è targato Comune di Castel San Pietro Terme, ATO 5, HERA Imola-Faenza, Provincia di Bologna, Regione Emilia-Romagna e Legambiente, e ha visto le famiglie del comune protagoniste di una serie di azioni volte a risparmiare acqua - e bolletta - senza bisogno di interventi strutturali.

Raggiungimento entro il 2020 del traguardo “Rifiuti Zero” ponendo come obiettivi intermedi il raggiungimento del 60% di raccolta differenziata per il 2008 e del 75% per il 2011.

Obiettivo

Descrizione

Da maggio a settembre 2006 ogni famiglia residente nel territorio comunale ha potuto ritirare gratuitamente alcuni riduttori di flusso - da montare nei lavandini e docce di casa - presso l’URP e banchetti informativi gestiti dalle associazioni di volontariato. Insieme ai riduttori i cittadini hanno ricevuto un kit di risparmio idrico: opuscolo informativo, segnalibro, adesivi-memo e sacchetto di plastica graduato per fare la ‘’prova consumo’’. Nel complesso, sono stati distribuiti gratuitamente oltre 14.000 riduttori per rubinetti e 4.300 per doccia, ritirati dal 32% delle famiglie del comune.

La politica ambientale del Comune di Capannori si basa su due principi: sostenibilità e partecipazione. Il primo passo per raggiungere l’obiettivo “Rifiuti zero” è il sistema della raccolta. Per primo in Toscana, il Comune di Capannori, ha eliminato i cassonetti stradali, passando alla raccolta domiciliare “porta a porta” con la consegna a tutte le famiglie degli strumenti e delle informazioni per la raccolta differenziata. La raccolta differenziata è passata dunque in poco tempo dal 37 a punte dell’82% portando il comune ai vertici delle classifiche regionali e nazionali per riciclaggio. Il Comune di Capannori è il primo in Italia ad aver avviato una politica integrata sui rifiuti che punti all’obiettivo Rifiuti Zero con l’eliminazione della parte degli scarti che va a smaltimento. Dal 2006 Capannori è il primo comune toscano per raccolta differenziata e già nel 2009 il livello di raccolta differenziata a livello comunale ha superato il 70%. I vantaggi ambientali: dal 2004 al 2009 sono stati riciclati 85.467.861 tonnellate di rifiuti e sono stati evitati allo smaltimento oltre 30.000 tonnellate di scarti. I vantaggi economici: nel 2009 le 17.386 tonnellate di rifiuti riciclati hanno consentito un risparmio di € 2.134.900, ottenuto considerando la spesa per gli impianti di riciclaggio (inferiore alla spesa utilizzata per lo smaltimento indifferenziato) e il ricavo derivante dalla vendita della carta. I vantaggi per i cittadini: riduzione ai cittadini del 20% sulla parte variabile della tariffa sui rifiuti unita all’eliminazione dei cassonetti e delle piccole discariche abusive che vi si formavano spesse nelle vicinanze.

Descrizione

Regione / Ente proponente Provincia di Bologna. Comune di Castel San Pietro

I consumi domestici sul territorio comunale sono stati monitorati periodicamente. I dati acquisiti nel 2006 e nel 2007, confrontati con la serie storica delle letture degli anni precedenti, hanno consentito di valutare l’efficacia del progetto ai fini dell’abbassamento dei consumi idrici presso le utenze comunali. In particolare si è valutato quanto l’uso diffuso dei riduttori di flusso, accompagnato da una campagna di informazione sul risparmio idrico, possa incidere sui consumi della comunità. Oltre alle famiglie, il progetto ha coinvolto a vario titolo tutta la cittadinanza. Nelle scuole l’assessore comunale all’Ambiente ha tenuto lezioni sull’acqua coinvolgendo i ragazzi nel monitoraggio dei consumi; gli studenti hanno ricevuto inoltre alcuni materiali a tema e sono stati invitati a ‘’dare il buon esempio’’ sia a scuola, sia alle famiglie. Sono state coinvolte le associazioni di volontariato per distribuire riduttori, gli idraulici per fornire consigli e informazioni sui dispositivi di risparmio idrico ai clienti, e Castello 21, il forum di Agenda 21 locale. Il Comune si è impegnato a montare i riduttori di flusso e cartelli con consigli di risparmio idrico negli edifici pubblici di propria competenza e ad individuare altri possibili interventi. Anche gli esercizi commerciali, gli uffici e le altre attività economiche hanno potuto aderire al progetto, installando i dispositivi più adatti alle proprie esigenze per contribuire al risparmio idrico complessivo del comune (naturalmente ottenendo a loro volta una riduzione delle bollette) e mettendo in pratica i consigli per un uso migliore della risorsa acqua. I dati di consumo domestico, monitorati su un campione significativo di utenze ed elaborati dal Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna, sono stati presentati ai cittadini del comune e a tutti gli interessati nel corso di un incontro pubblico nel maggio del 2008. I dati hanno mostrato che le utenze prive di riduttori di flusso hanno consumato mediamente sempre di più delle altre, con differenze più accentuate nel periodo estivo. Chi ha montato i riduttori di flusso ha consumato in media il 18% in meno di chi non li ha montati. Nel mese di luglio la differenza è arrivata fino al 34%.

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Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Capannori

Il secondo elemento che compone il percorso verso il raggiungimento dei “Rifiuti zero” è la riduzione degli scarti. La strategia “Rifiuti zero” cerca di combinare il riciclaggio e dunque la raccolta differenziata con politiche mirate a prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e legare così buone pratiche ambientali con buone pratiche in campo sociale ed economico. Sono 12 i progetti per la prevenzione degli scarti. Uno di questi è il compostaggio domestico (iniziato nel 2005) attraverso il quale i rifiuti organici sono riutilizzati nei terreni e negli orti, con oltre 2500 utenze domestiche coinvolte. A queste iniziative si può aggiungere il sistema degli acquisti verdi attraverso il quale l’ente comunale si impegna a preferire i prodotti fatti con materiale riciclato e ridurre gli scarti. Un’altra iniziativa che comporta la riduzione dei rifiuti è quella di sostituire nelle mense scolastiche le acque minerali con le brocche di acqua del rubinetto, risparmiando così nel 1900 confezioni di acqua minerale ogni settimana nelle 22 scuole comunali per un totale di oltre 2000 kg di plastica risparmiata ogni anno scolastico. Sono stati poi avviati direttamente od incentivati sistema di vendita di prodotti alla spina come il latte ed i detersivi coinvolgendo il tessuto produttivo e commerciale locale con grandi benefici ambientali, economici e sociali.

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Titolo Progetto


Titolo Progetto

Detersivi self service Fair Hotel

Regione / Ente proponente Regione Piemonte

Regione / Ente proponente Regione Campania. Comune di Salerno

Raccolta differenziata

Titolo Progetto

Obiettivo

Riduzione della produzione di rifiuti di imballaggio nella grande distribuzione organizzata

Mettere in atto una serie di azioni volte ad evitare l’emergenza rifiuti

Obiettivo

Descrizione

La produzione dei rifiuti di imballaggio rappresenta il 40% circa dei rifiuti urbani prodotti in Piemonte. Le linee programmatiche per la gestione dei rifiuti urbani, attuate in Piemonte attraverso il D.G.R. 5 febbraio 2007 n. 19-5209, indicano come obiettivo la riduzione dei rifiuti urbani prodotti sul territorio piemontese pari a circa il 10% del quantitativo totale dei medesimi rifiuti stimato al 2012. Tale riduzione è approssimativamente quantificabile in circa 200.000 t/ anno. Le azioni di prevenzione e minimizzazione da attuare devono essenzialmente consentire di ridurre i quantitativi delle frazioni organiche contenute nei rifiuti urbani e dei rifiuti prodotti nelle attività della distribuzione commerciale ed in quelle della ristorazione collettiva.

In due anni (2007-2009) la città di Salerno ha raggiunto il 72% di raccolta differenziata, diventando così prima in Italia tra i comuni con più di 100 mila abitanti. Sono stati, infatti, realizzati appositi siti idonei attrezzati e infrastrutturali per stoccare temporaneamente rifiuti. Inoltre è stata creata una stazione di trasferenza dei rifiuti che rappresenta un tassello importante nel programma ci completamento del ciclo integrato dei rifiuti.

Descrizione

Per raggiungere questo obiettivo è stato realizzato il progetto Detersivo self service per ottenere la riduzione di produzione dei rifiuti da imballaggio e sensibilizzare i cittadini verso consumi ambientalmente sostenibili. Nei punti vendita che hanno aderito l’iniziativa si può acquistare il flacone la prima volta a € 0,50 per poterlo riutilizzare negli acquisti successivi.

Queste azioni hanno permesso di non interrompere mai, neanche per un solo giorno, la quotidiana attività di raccolta dei rifiuti su tutto il territorio comunale. In questo modo Salerno non ha conosciuto un solo minuto di emergenza rifiuti. Al momento Salerno è dotata di due isole ecologiche e nove isole ecologiche seminterrate.

La regione Piemonte si impegna a sperimentare forme nuove capaci di ridurre in modo significativo la quantità di rifiuti che si producono, almeno il 10% entro il 2012. Il progetto Fair Hotel è un percorso di ricerca che si pone l’obiettivo di analizzare il settore alberghiero e individuare le possibilità di intervento nelle strutture ricettive. A tal fine sono state prodotte delle linee guida che il sistema ricettivo piemontese dovrebbe adottare per ottenere una riduzione dei rifiuti l’anno pari a 307,15 Kg . Sono previsti alcuni interventi quali l’eliminazione di prodotti di cortesia in camera sostituiti con erogatori al punto d’uso (lavandini e docce), il disimballo della colazione, eliminando i prodotti confezionati in dosi monouso e preferendo la distribuzione sfusa. Negli ultimi due anni il Piemonte ha realizzato una riduzione di rifiuti pari a 20.000 tonnellate, con il progetto detersivi alla spina si sono risparmiati 600.000 flaconi e 56 tonnellate. Inoltre, nel 2009 ha ottenuto il terzo posto nazionale per la raccolta differenziata, raggiungendo con un anno di anticipo rispetto alla normativa nazionale, l’obiettivo del 50%.

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Titolo Progetto

Accordo tra il Comune e la Provincia di Ferrara e il Polo chimico

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Comune di Ferrara

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Provincia di Bologna

MicroKyoto imprese

Titolo Progetto

Obiettivo

L’Accordo nasca con l’obiettivo di promuovere attivamente la tutela dell’ambiente, la salute, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile del Petrolchimico di Ferrara.

Il progetto ha l’obiettivo principale di ridurre le emissioni climalteranti delle aziende aderenti situate nella Provincia di Bologna. Il progetto è volto ad aumentare la sensibilità ambientale del sistema produttivo locale, coniugando azioni per la semplificazione amministrativa, accordi per favorire il risparmio energetico e promozione di nuove imprese in ambito ambientale.

Obiettivo

Descrizione

L’accordo di programma sulla riqualificazione e la compatibilità ambientale del Polo Chimico di Ferrara è stato sottoscritto nel 2001 dal Ministro dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato Enrico Letta, il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, il Presidente della Provincia di Ferrara Pier Giorgio Dall’Acqua, il Sindaco del Comune di Ferrara Gaetano Sateriale, l’Osservatorio Chimico Nazionale, l’Unindustria di Ferrara, la Federchimica, le Organizzazioni Sindacali Confederali (CGIL, CISL, UIL) e di Categoria (FILCEA, FEMCA, UILCEM), l’EniChem S.p.A., la Basell Poliolefins S.p.A., la Hydro Agri Italia S.p.A., la Polimeri Europa S.r.l., la P-Group S.r.l., la Crion Produzioni Sapio S.r.l., la S.E.F. S.r.l., la C.E.F. S.p.A., la ENIPOWER S.p.A., l’Ambiente S.p.A., la SIPRO S.p.A.

Il Protocollo di Kyoto impegna dal 2005 i Paesi aderenti - tra cui l’Italia - a ridurre entro il 2012 il totale delle emissioni di gas ad effetto serra. Anticipandone l’entrata in vigore, la Provincia di Bologna ha intrapreso dal 2001 un percorso a scala locale attraverso il forum di Agenda 21, che ha ideato e promosso il progetto MicroKyoto.

Descrizione

L’accordo è stato raggiunto nel rispetto dello spirito dell’Agenda 21 Locale che prevede azioni per rendere compatibile lo sviluppo economico con l’ambiente. Sono previsti 1.160 miliardi di investimenti, tutti a carico delle imprese presenti nell’insediamento industriale. Va sottolineata l’importanza del fatto che gli industriali hanno condiviso insieme agli enti locali la necessità di uno sviluppo compatibile con l’ambiente e di un rilancio dell’area del polo chimico attraverso la cessione di aree disponibili senza dover ricorrere a nuove urbanizzazioni industriali. Per attrarre nuovi insediamenti gli industriali si sono impegnati nella creazione di una nuova società di servizi tecnici che faccia da supporto a tutte le imprese insediate nel polo chimico e costituisca così un valore aggiunto dell’area. L’accordo segna la strada di una politica industriale che deve partire dai controlli, dalle compatibilità e dall’impegno delle aziende ad ottenere la registrazione EMAS aprendo un ricco dialogo con la popolazione e con le istituzioni fornendo loro informazioni dettagliate sull’impatto ambientale delle produzioni. Sugli oltre 1.100 miliardi di investimenti previsti, 800 serviranno per la costruzione delle due centrali termoelettriche, il resto per consolidamenti e miglioramenti tecnologici, sicurezza e ambiente. Nel 2008 è stato sottoscritto il rinnovo ed estensione dell’accordo di programma sul Polo Industriale e Tecnologico di Ferrara.

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La strada scelta dal Forum è quella di dimostrare che è possibile raggiungere i target previsti dal protocollo di Kyoto (-6,5% rispetto al 1990), attraverso un’azione “dal basso” che ha coinvolto con modalità, tempi e azioni differenti le scuole (dal 2006), gli enti locali (dal 2006) e le imprese (dal 2008) e in cui gli attori definiscono in autonomia le proprie modalità di partecipazione con il supporto e il coordinamento della Provincia di Bologna. Dal 2008 MicroKyoto coinvolge anche il mondo imprenditoriale con l’intento di diffondere strumenti di efficienza energetica tra le imprese. Attraverso il Protocollo MicroKyoto Imprese sottoscritto a gennaio 2008, la Provincia di Bologna, Unindustria,CNA e Impronta Etica collaborano per coinvolgere le imprese nella riduzione dei gas serra. Il testo del Protocollo è stato definito dal Forum di Agenda21 e dalla consulta per lo Sviluppo Economico. L’adesione al progetto prevede in tutti i casi l’impegno a fornire i dati sulle azioni realizzate e a monitorare costantemente i risultati ottenuti. Il “metodo MicroKyoto” si basa sulla realizzazione di azioni quantificabili di riduzione di anidride carbonica (CO2), sulla raccolta dei dati e sulla stima delle emissioni risparmiate attraverso sistemi di calcolo trasparenti e verificabili.

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Titolo Progetto

Obiettivo

Descrizione

L.A.C.Re . – Local Alliance for Climate Responsability

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Provincia di Bologna

Il progetto LACRe si pone come obiettivo principale quello di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso la realizzazione di partnership pubblico - privato che, facendo perno sulla Responsabilità Sociale di Impresa, promuovano strategie efficaci per ottenere una riduzione delle emissioni di gas serra. Gli obiettivi chiave sono: - Il coinvolgimento delle imprese locali in un percorso condiviso di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, che preveda la sottoscrizione di un protocollo di impegni tutti i soggetti a misurare le proprie emissioni e a definire un piano di interventiper ridurre e emissioni. - Misurare i risultati ottenuti attraverso una metodologia comune. - Instaurare un percorso di accountability e trasparenza che permetta di comunicare alla comunità locale gli impegni assunti, i risultati ottenuti e i benefici ambientali prodotti dai sottoscrittori dell’alleanza.

Il progetto europeo Life LACRe nasce nel 2008 sulla base di una necessità, e di una consapevolezza: la prima è la mitigazione delle cause del cambiamento climatico e l’adattamento ai cambiamenti che già in parte sono in atto. La seconda è l’importanza di unire le forze di tutti i soggetti del territorio per sviluppare una «low carbon economy» locale attraverso la realizzazione di strategie di efficienza energetica, lo sfruttamento delle sinergie esistenti, e la modifica dei paradigmi economici. Lo strumento che il progetto ha scelto per realizzare obiettivi tanto ambizioni è quello della partnership pubblico-privato. Attraverso questo strumento la Provincia e le Associazioni di categoria supporteranno le imprese ad intraprendere un percorso virtuoso basato per dichiarare un obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti, definire un piano di interventi ad hoc per raggiungere tali obiettivi e misurare i risultati ottenuti. Il progetto prevede le seguenti 4 azioni e attualmente si trova nella fase 3. 1. Management del progetto e monitoraggio: questa azione è fondamentale per garantire la realizzazione delle attività previste e coordinare i partner. 2. Formazione e definizione degli strumenti: per diffondere le conoscenze di base relative al cambiamento climatico e agli strumenti esistenti e utili poi nella fase successiva di definizione del modello della climate responsibility. 3. Partnership climatica, per i territori delle province di Ferrara e Livorno: le Province si impegnano a coinvolgere le imprese attive sul territorio e la comunità locale in una partnership pubblico-privato che definisca obiettivi di riduzione delle emissioni a livello territoriale, e di singolo sottoscrittore. Valutazione e linee guida: per valutare i risultati ottenuti dalle sperimentazione locali e realizzare un manuale operativo che servirà a supporto di altre comunità locali che vorranno sviluppare lo stesso percorso.

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna

Bilancio dell’accordo di programma sulla qualità dell’aria

Il progetto ha l’obiettivo di elaborare e sistematizzare un modello di bilancio ambientale per la rendicontazione degli effetti delle politiche per la qualità dell’aria sottoscritte annualmente da tutte le Province e i Comuni superiori ai 50.000 abitanti in Emilia Romagna.

Obiettivo

Per affrontare in maniera concertata le criticità connesse alla tematica qualità dell’aria a partire dal 2002, la Regione Emilia Romagna ha proposto al sistema delle Autonomie locali (Province e Comune superiori a 50.000 abitanti) la sottoscrizione di un Accordo volontario, per la riduzione delle concentrazioni di PM10, indicando alcune strategie da attuare, nel breve e medio periodo. Nel 2006 con il progetto della Regione Emilia Romagna denominato “Realizzazione di un sistema di rendicontazione dell’accordo di programma sulla qualità dell’aria”, è stato elaborato da ARPA Emilia Romagna un sistema di rendicontazione applicato all’“Accordo di programma sulla Qualità dell’Aria” come richiedeva l’accordo stesso, per valutare e comunicare i risultati dell’applicazione delle misure in esso contenute.

Descrizione

Questo primo progetto ha portato alla redazione, in via sperimentale, del Bilancio ambientale dell’accordo di programma di qualità (BA AQA) dell’aria 2005–2006. Successivamente, è stata realizzata la seconda edizione del Bilancio Ambientale dedicata all’Accordo di Programma 2006–2007 e la terza edizione dedicata all’Accordo di programma 2007-2008 (attualmente in fase di approvazione da parte della Regione Emilia Romagna). Il modello del Bilancio Ambientale dell’Accordo di Programma si basa sulla necessità di rendicontare gli impegni assunti negli anni dai sottoscrittori in termini di: - esiti prodotti, sotto il profilo politico (verifica di coerenza con l’interesse generale inteso come stato dell’ambiente e salute pubblica, utilizzando anche le valutazioni di amministratori e di dirigenti relativamente alla efficacia dell’ Accordo) e sotto il profilo tecnico (dati di contenimento dell’inquinamento, dati di efficacia delle misure adottate); - attività realizzate, a livello di monitoraggio dello stato di avanzamento nella realizzazione delle misure sottoscritte. Il modello è stato costruito privilegiando la necessità di dotare gli amministratori di uno strumento a supporto del coordinamento delle politiche e delle attività.

4. Disseminazione dei risultati e comunicazione: per massimizzare la comunicazione sulle attività fatte, gli impegni presi, per dare visibilità alle imprese che si sono impegnate volontariamente ad investire nella mitigazione del cambiamento climatico.

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Titolo Progetto

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Titolo Progetto

Esperienze di bilanci ambientali, di sostenibilità e di contabilizzazione delle emissioni climalteranti in Regione Emilia Romagna

Descrizione

Accountability è un termine inglese che può essere tradotto come “render conto”, “assumersi la responsabilità di ciò che si dichiara”. Il termine accountability richiama almeno due accezioni o componenti fondamentali: - rendicontabilita’, nel senso di dimostrabilità e documentabilità, attraverso sistemi che permettano di dare conto, agli interlocutori di una organizzazione, delle attività svolte e dei risultati ottenuti; - responsabilizzazione, da parte dell’azienda o dell’amministrazione, relativamente agli impegni e priorità d’azione dichiarati, e all’utilizzo delle risorse in relazione alle proprie responsabilità.

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna

La contabilità ambientale è un sistema che identifica, quantifica, organizza, gestisce e comunica informazioni e dati ambientali, espressi attraverso indicatori fisici e monetari. Si tratta di un sistema di acconuntability delle politiche ambientali che porta alla realizzazione del bilancio ambientale. Il bilancio ambientale è uno strumento che rendiconta le politiche ambientali realizzate trasversalmente dall’amministrazione attraverso indicatori fisici collegati ad esse e la destinazione della spesa sostenuta per finalità ambientali. In generale, i contenuti di massima riguardano le politiche ambientali, un sistema di indicatori fisici, le spese ambientali sostenute dall’ente. Come strumento di accountability, si pone anche l’obiettivo, oltre quello della rendicontazione, di rendere l’ente che lo realizza socialmente responsabile in prima persona della qualità dell’ambiente attraverso le politiche ambientali e gli esiti dell’attuazione degli impegni e degli obiettivi fissati. Il bilancio di sostenibilità è un rapporto annuale che si delinea come strumento di rendicontazione, pianificazione e controllo strategico. Analizza l’operato di un’organizzazione (privata o pubblica), valutandolo secondo le logiche dell’efficienza economica, della tutela ambientale e della tutela sociale. La finalità dello strumento è quella di verificare la capacità dell’organizzazione di “gestire l’equilibrio” tra le diverse variabili e consente il monitoraggio, la rendicontazione e la comunicazione delle performance ambientali, sociali ed economiche dell’ente. Le strategie nazionali e internazionali in tema di lotta ai cambiamenti climatici richiedono lo sviluppo di strumenti che supportino gli enti locali, ed in particolare i grandi aggregati urbani, a sviluppare politiche coerenti. Le politiche degli enti locali che incidono sui fattori di emissione non sono solo quelle energetiche ma, ad esempio, anche quelle dei trasporti, la gestione agricola e forestale, ecc. Gli strumenti di accountability che molte amministrazioni hanno già adottato (in particolare il bilancio ambientale e di sostenibilità) devono essere aggiornati in modo da includere queste nuove necessità. Si tratta di costruire un sistema di contabilizzazione delle emissioni climalteranti e di programmazione di interventi di miglioramento. Di particolare rilevanza è il recente sviluppo di strumenti omogenei di contabilizzazione dell’impatto delle politiche e dei piani locali in termini di riduzione o aumento delle emissioni climalteranti.

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Regione / Ente proponente Provincia e Comune di Bologna

Unica - UNiformare e Integrare la Contabilità Ambientale

Titolo Progetto

Il progetto UNICA è nato per: - Definire un modello di rendicontazione integrato tra la Provincia, il Comune e gli altri soggetti coinvolti nella gestione delle risorse naturali del territorio, capace di rispondere alle esigenze di conoscenza dei diversi stekeholder; - Sperimentare il modello su una risorsa chiave (l’acqua), valutandone la capacità di restituire una visione globale della complessità della filiera e gli esiti complessivi raggiunti, partendo dal principio di responsabilità condivisa di tutti i soggetti della filiera sui risultati ambientali conseguiti; - Comunicare agli enti locali e ai cittadini del territorio i risultati di sostenibilità ottenuti, attraverso indicatori fisici e ambientali.

Obiettivo

Il progetto UNICA nasce su finanziamento della Regione Emilia-Romagna previsto nel Piano di Azione Ambientale 2004/2006, all’interno del Programma regionale per promuovere la contabilità ambientale, EMAS2 ed acquisti verdi. Il progetto si è articolato in 3 sotto-progetti che sono stati sviluppati parallelamente:

Descrizione

1. Definizione di un modello integrato per la rendicontazione delle filiere complesse di gestione delle risorse ambientali applicato in via sperimentale alla matrice acqua; 2. Sviluppo di un modulo di contabilizzazione della spesa ambientale da integrare al bilancio ambientale del Comune di Bologna; 3. Analisi del sistema di gestione ambientale EMAS della Provincia di Bologna secondo il modello LIFE IDEMS (Integration and Development of Environmental Management Systems – www. idems.it) per individuare gli elementi del sistema sviluppati (e da sviluppare) in modo integrato ai requisiti del bilancio ambientale. In particolare con il primo sotto-progetto è stato definito un modello di rendicontazione integrato con il coinvolgimento dei principali soggetti coinvolti nella filiera acqua, ed in particolare nel ciclo idrico integrato (HERA, ATO5, Regione Emilia-Romagna oltre alla Provincia e al Comune di Bologna). Il modello si basa su una serie di indicatori chiave di filiera in grado di misurare il risultato complessivo ottenuto (esito) in termini di efficacia ed efficienza attraverso le azioni dei vari soggetti coinvolti.

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Titolo Progetto

Rispetto e recupero ambientale – asini, al servizio di un grande progetto

Regione / Ente proponente Regione Sicilia. Comune di Castelbuono (PA)

Regione / Ente proponente Regione Marche

Contabilità e bilancio ambientale

Titolo Progetto

Obiettivo

Realizzazione di una serie di buone opportunità nel settore ambientale affinché il Comune possa diventare un esempio nella realtà siciliana e al di fuori di essa.

Quantificare lo “sforzo” finanziario sostenuto dall’economia per la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali e determinare come tale sforzo si ripartisce tra i diversi settori istituzionali (pubblica amministrazione, imprese, famiglie, istituzioni sociali senza scopo di lucro).

Obiettivo

Descrizione

In questi anni la comunità di Castelbuono ha avviato diversi percorsi virtuosi prestando grande riguardo alla politica ambientale ed energetica. Dal 1994 è in funzione il depuratore e infatti il comune è tra i pochi comuni che scarica acqua pulita in mare. Inoltre, presso le strutture pubbliche del comune sono stati installati nuovi impianti di produzione energetica quali l’ impianto fotovoltaico presso la scuola elementare S. Leonardo; l’impianto solare termico nella scuola Materna e nel campo sportivo. Dal 1996 nel comune è stata avviata la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani raggiungendo nel 2005 il 35% di differenziata. Questa pratica ha permesso di inviare in discarica Kg 1.577.145 in meno di rifiuti e è stato riconosciuto - da parte dei consorzi di filiera COMIECO e COREPLA- € 33.566,45 nell’anno 2004/05.

La Regione Marche ha elaborato e approvato, per prima in Italia, una contabilità ambientale coerente con il sistema europeo Seriee in occasione del rendiconto del bilancio 2007 (LR24/2008). Il progetto ha riscosso grande attenzione in occasione del Forum P.A (Roma, maggio 2008) dove è stato presentato come progetto ad alto grado di innovazione L’esperienza è stata ripetuta nel corso del 2009 e ha consentito l’approvazione della contabilità ambientale riferita all’anno 2008. La contabilità ambientale sperimentata consiste nel conto consuntivo economico delle spese ambientali sostenute dalla Regione. Il conto è costruito in maniera coerente con i principi contabili del sistema europeo dei conti economici nazionali e regionali SEC95 e fa riferimento alle classificazioni standard dei conti satellite europei delle spese ambientali: CEPA 2000 (conto EPEA) e CRUMA (conto RUMEA).

Descrizione

Inoltre, il comune di Castelbuono ha pensato di utilizzare gli asini come mezzo di trasporto per sostituire gli inquinanti e rumorosi furgoni a gasolio. Utilizzando gli asini al posto dei furgoni, si ottiene un risparmio economico diretto (un furgone costa € 30.000,00 si ammortizza in cinque anni e poi si deve sostituire), un Asino di 3/5 anni costa da 700 a 1.500 € e si deve sostituire solo quando diventa anziano e non può più lavorare. Un furgone ogni anno ha un costo di € 7.000/8.000, tra assicurazione, bollo, manutenzione e gasolio; un asino tra alimentazione e ricovero in stalla, più pulizia e attrezzatura, costa € 2000. Per sostituire un furgone occorrono tre asini. In questo modo con l’introduzione degli asini si riduce la presenza di carburanti inquinanti che rilasciano nell’aria polveri sottili.

Il conto EPEA descrive le risorse economiche utilizzate per proteggere l’ambiente sotto il profilo qualitativo da fenomeni di inquinamento (emissioni atmosferiche, scarichi idrici, rifiuti, inquinamento del suolo, ecc.) e di degrado (perdita di biodiversità, erosione del suolo, salinizzazione, ecc.). Il conto RUMEA riguarda invece le spese per la tutela dello stock quantitativo delle risorse naturali (risparmio idrico, risparmio energetico, ecc.). I dati sono calcolati a partire dai conti consuntivi dell’amministrazione regionale opportunamente riclassificati secondo le definizioni, le classificazioni e gli schemi del sistema di conti satellite delle spese ambientali Seriee (Système Européen de Rassemblement de l’Information Economique sur l’Environnement), sviluppato in sede Eurostat. La coerenza di concetti, definizioni, principi, regole e schemi contabili del Seriee con quelli del Sistema europeo dei conti Sec95 garantisce la confrontabilità dei dati con gli aggregati di contabilità nazionale, in particolare con i dati relativi ai conti del settore delle amministrazioni pubbliche. I dati relativi al triennio 2004-2006 sono stati prodotti dall’Istat nel contesto della predisposizione di una prima serie storica delle spese ambientali di tutte le amministrazioni regionali italiane finalizzata all’elaborazione dei conti satellite del Seriee. I dati relativi al biennio 2007-2008 sono il risultato di una collaborazione con Regione Marche - Istat finalizzata alla predisposizione dei conti economici consuntivi delle spese ambientali dell’amministrazione regionale per gli anni 2007 e 2008, da allegare, come puntualmente è stato fatto, ai rispettivi rendiconti del bilancio. Per una pubblica amministrazione, le informazioni ottenute grazie alla contabilità ambientale rappresentano la necessaria base conoscitiva per elaborare efficaci politiche pubbliche per la protezione dell’ambiente.

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Titolo Progetto

Piano regionale per il clima

Regione / Ente proponente Regione Marche

Regione / Ente proponente Regione Marche

Piani di gestione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico

Titolo Progetto

Obiettivo

Contrastare i cambiamenti climatici mettendo in atto una strategia regionale integrata volta alla riduzione delle emissioni di gas effetto serra (politica di mitigazione) e al contenimento degli effetti negativi sulla qualità della vita, sul territorio e sull’economia dei cambiamenti climatici in atto (politica di adattamento).

Migliorare la disponibilità e l’utilizzo dei servizi ed impianti portuali di raccolta e gestione dei suddetti rifiuti e residui, rafforzando pertanto la protezione dell’ambiente marino.

Obiettivo

Descrizione

Il Piano regionale per il clima è stato approvato con DGR 225/2010. Con il Piano clima la Regione assume la consapevolezza che il fenomeno dei cambiamenti climatici sta producendo effetti anche sul territorio regionale (tab 1.), che ad esso si associano elevati costi economici, sociali e ambientali anche su scala locale e che per vincere la sfida globale (il passaggio dall’era dei combustibili fossili a quella delle fonti energetiche rinnovabili e del risparmio energetico) è necessaria la massima condivisione e l’equa ripartizione di responsabilità ai vari livelli di governo, mettendo in campo politiche di riduzione delle emissioni e politiche di adeguamento degli stili di vita e di gestione delle risorse e del nostro territorio ai cambiamenti climatici.

Le disposizioni comunitarie e nazionali (Direttiva 2000/59/CE e D.lgs n°182/2003) dispongono che tutti i porti dello Stato italiano si dotino di impianti e servizi di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi attraverso una adeguata pianificazione da parte delle Autorità marittime competenti, in relazione alla classificazione dello stesso porto, al traffico registrato almeno nell’ultimo triennio.

Descrizione

La Regione, al fine di garantire sul territorio regionale un’applicazione unitaria delle disposizioni del Dlgs.n°182/2003, ferme restando il rispetto dell’autonomia discrezionale di ogni Autorità marittima competente, individuate nell’Autorità portuale, ove costituita, e nelle Capitanerie ed Uffici Locali Marittimi, ha tempestivamente avviato una intensa e attività di coordinamento. Grazie a questa attività di collaborazione la Regione, unico caso a livello nazionale, ha approvato i Piani di tutti i porti ricadenti nel territorio marchigiano. La tempestiva attuazione delle disposizioni in materia di rifiuti portuali su tutti i porti regionali ha evitato alla Regione l’applicazione della procedura di infrazione n°2005/2015 “Impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico” conseguente la sentenza 25 settembre 2008 C-368/07 che ha ritenuto il Governo italiano responsabile della mancata adozione delle citate misure volte a contenere gli scarichi in mare dei rifiuti prodotti dalle navi che utilizzano i porti nazionali

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Titolo Progetto

Liberobus

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Comune di Verbania

Regione / Ente proponente Regione Marche. Comune di Morrovalle - Assessorato all’Ambiente

Raccolta porta a porta

Titolo Progetto

Obiettivo

Il progetto Liberobus è finalizzato alla riduzione dell’inquinamento, ad incentivare ed educare i cittadini all’uso dei mezzi di trasporto pubblici, a ridurre significativamente il traffico, ad incrementare ZTL e aree pedonali in città, a riqualificare le aree urbane, i centri storici.

Aumentare la raccolta differenziata, migliorare ulteriormente l’immagine e la vivibilità di tutto il territorio comunale, contenere i costi di gestione e di smaltimento dei rifiuti.

Obiettivo

Descrizione

Il Comune di Verbania, in collaborazione con VCO Trasporti Srl, ha lanciato nel maggio 2007 una nuova iniziativa, l’abbonamento di municipalità destinato a tutti i residenti di ogni età. Nell’ambito di iniziative volte a favorire lo sviluppo e la diffusione di forme di mobilità rispettose dell’ambiente e della salute, è stato quindi proposto il trasporto gratuito per tutti i residenti su tutto il territorio cittadino.

A partire da lunedì 19 aprile 2010, è stato attivato il sistema di raccolta differenziata Porta a Porta su tutto il territorio comunale. Il nuovo servizio prevede che ognuno collochi all’esterno della propria abitazione, nei giorni e negli orari fissati, il sacchetto dei rifiuti, corrispondente, per qualità, a quello indicato nel programma stabilito.

Descrizione

Previsione Finanziaria 550.000 euro

Si tratta di un’iniziativa sperimentale, inizialmente prevista sino alla fine dell’anno 2007, prorogata inizialmente sino a giugno e ora sino a dicembre 2009, volta ad incentivare l’utilizzo del mezzo pubblico per gli spostamenti in città, cercando nel contempo di ridurre quanto più possibile il ricorso all’esasperato utilizzo del mezzo privato, che tanti inconvenienti comporta a causa della congestione del traffico e, conseguentemente, delle emissioni di gas di scarico. Per utilizzare tale servizio è sufficiente utilizzare i mezzi di VCO Trasporti Srl avendo cura di avere con se un documento di identità che possa attestare la residenza nel Comune di Verbania. Il servizio ha incrementato da 600mila a 1milione e 800mila passeggeri, riducendo notevolmente il traffico e l’inquinamento.

Questo nuovo servizio di raccolta porta a porta sta già dando i primi significativi risultati in termini di aumento della percentuale della raccolta differenziata con evidenti benefici per l’ambiente e per la qualità della vita di tutta la città. Anche per le utenze non domestiche - ristoranti, bar, esercizi commerciali, aziende produttive, artigiani, studi professionali - il servizio sarà calibrato sulla base delle concrete esigenze da ciascuno espresse, attraverso concordate ed adeguate modalità di conferimento (della carta, della plastica, del cartone e degli imballaggi in genere) presso il proprio esercizio commerciale o la propria azienda, sempre secondo un calendario prestabilito.

Per garantirlo ai cittadini nel 2007 (anno d’avvio di Liberobus) l’Amministrazione di Centrosinistra ha portato l’addizionale Irpef dall’ 1 al 3 per mille: dei 2 punti di incremento, l’1,2 serve a coprire il costo di LiberoBus (un punto di addizionale Irpef vale 470.000 €, come da contabilità comunale 2008). In concreto, ogni contribuente di Verbania ha pagato mediamente 29 € all’anno per LiberoBus, garantendo con questa cifra a sé e ai propri figli la gratuità dei servizi di trasporto elencati nel paragrafo precedente. A ognuno dei 31.000 Verbanesi LiberoBus costa 17 €/anno. In quale altra città italiana l’abbonamento ai mezzi pubblici costa così poco? N.B. : Nonostante le proteste e la mobilitazione dei cittadini, la nuova amministrazione comunale guidata da Pdl e Lega, ha abolito il servizio, costringendo i cittadini a riprendere l’automobile.

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Titolo Progetto

Quattro erre: Riduzione, Raccolta, Recupero, Riutilizzo

Regione / Ente proponente Regione Sardegna. Provincia di Nuoro, Assessorato all’Ambiente, Osservatorio Provinciale dei Rifiuti

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Pontassieve (Fi)

Cicogna verde

Titolo Progetto

Obiettivo

- Promuovere azioni per la riduzione della produzione dei rifiuti; - Accrescere la consapevolezza sulle possibili strategie di riduzione; - Porre in evidenza esempi virtuosi per la riduzione della produzione di rifiuti; - Registrare le azioni virtuose organizzate sul territorio provinciale.

- Fonire un sostegno alle giovani coppie; - Riduzione dei rifiuti; - Educazione ambientale.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto coinvolge tutti gli uffici e servizi della Provincia di Nuoro, con lo scopo di diffondere pratiche e procedure di stampa e di fotocopiatura tese a minimizzare in particolare i consumi di carta, realizzare un codice di comportamento per i dipendenti, a ridotto impatto ambientale e migliorare la gestione del rifiuto cartaceo attraverso una “filiera corta“, dalla riduzione della produzione del rifiuto cartaceo alla raccolta selettiva, al riciclo ed al relativo riutilizzo con gli acquisti verdi (green public procurement).

Il progetto “Cicogna verde” è una risposta concreta per i neo genitori unito ad un’importante azione ambientale. Nel Comune di Pontassieve (Firenze) ai genitori di ogni bambino nato, verrà inviato a domicilio da parte del Comune un plico che conterrà: un buono da utilizzare presso la Farmacia Comunale, che darà diritto alla consegna di una confezione con tre kit ecologici completi, contenenti tre mutandine, quindici pannolini taglia 3-6 kg. e 150 veli; un secondo buono per ritirare prodotti per la prima infanzia pari all’equivalente di 50,00 euro, e una accurata brochure contenente il testo della nostra Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione Europea, assieme ad un CD con i due inni ufficiali.

Descrizione

Negli uffici della provincia di Nuoro è da qualche tempo in atto la raccolta selettiva della carta da macero di qualità destinata alla produzione ( 100% in Sardegna filiera corta) di nuova carta ad uso grafico, in coerenza con il piano d’azione regionale sugli acquisti verdi (delibera n° 37\16 RAS del 30\07\2009); Il progetto ha fornito gli strumenti di comunicazione ai dipendenti degli uffici della Provincia e delle scuole pubbliche: - guida (in formato elettronico e cartaceo) alle tecniche di minimizzazione; - cartelli di promemoria all’uso delle funzioni di minimizzazione da affiggere negli uffici della provincia e delle scuole; - adozione di procedure, tecniche e mezzi di gestione delle immagini, stampa e riproduzione che minimizzano i consumi di carta (riduzione dei formati, utilizzo fronte e retro nella stampa e nella copia); - selezione delle tipologia di carta che minimizzano i consumi (spessore ridotto); - raccolta selettiva della carta da macero ad alto contenuto di riciclo; - adozione di procedure per il riutilizzo della carta ( stampe prova vecchi documenti per funzionalità blocchi appunti e veline);

I pannolini ecologici prodotti da Eco Bimbi, azienda toscana e leader in Italia del settore, sono realizzati con materiale naturale, cotone non sbiancato né trattato, inoltre è stato calcolato che rispetto all’uso dei pannolini normali, anche di quelli più economici, il ricorso a quelli ecologici permette ai genitori di risparmiare - nell’arco di due, tre anni - circa 1.000 euro. Altro aspetto importante è quello relativo alla diminuzione di rifiuti prodotti: sembra impossibile ma soltanto in pannolini, più o meno 6.000 nei tre anni, si arriva ad una tonnellata di rifiuti da smaltire. Insomma, un mondo più pulito è anche un mondo che ci fa spendere meno.

Il progetto inoltre ha coinvolto gli allievi delle scuole elementari (per Nuoro e Provincia) attraverso un concorso “idea uno slogan e disegna il logo dei nuovi quaderni in carta riciclata e del nuovo contenitore per la raccolta selettiva della carta da macero di qualità”.

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CASA E URBANISTICA


Titolo Progetto

Obiettivo

Descrizione

Lo.Ca.Re

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Comune di Moncalieri.

Lo.C.A.Re. Metropolitano è un centro servizi nato dall’accordo tra il Comune di Moncalieri e dieci comuni dell’area metropolitana, con l’obiettivo di favorire la sistemazione in alloggi privati di famiglie con reddito medio/basso sottoposte a procedure di sfratto esecutivo o che si trovino in situazione di emergenza abitativa. Aiuta il proprietario ad affittare il proprio alloggio senza brutte sorprese garantendo un incentivo economico accompagnato da un’assicurazione contro il rischio di morosità mediante un fondo di garanzia. Lo.C.A.Re. è un servizio per proprietari e inquilini. I proprietari di alloggi si possono rivolgere al Centro Servizi per conoscere gli incentivi economici e le garanzie offerte dal Comune, per coloro che affittano il proprio appartamento a famiglie in emergenza abitativa. Possono rivolgersi al servizio anche gli inquilini con un reddito certo che si trovano in emergenza abitativa (per finita locazione, separazione coniugale, abitazione troppo piccola...) e non riescono, senza aiuto, a trovare una casa adatta.

Regione / Ente proponente Regione Puglia. Comune di Bari, Adisu, Università, Politecnico e Ass.Regionale per il Diritto allo Studio

Sportello case per studenti

Lo sportello ha la funzione di calmierare i prezzi degli affitti degli alloggi e di contrastare la proliferazione dei contratti d’affitto in nero in città.

Obiettivo

Si tratta di un servizio complesso, da tempo atteso dagli studenti, che consente ai giovani di trovare case in buone condizioni e a prezzi certificati dalle parti in causa, attraverso la stipulazione di un contratto di locazione regolare.

Descrizione

Il progetto prevede, nella prima fase, la creazione di uno sportello casa telematico e, in seguito, l’istituzione di altri sportelli all’interno dell’Adisu e delle sedi universitarie, ai quali i fuorisede che cercano alloggio possono rivolgersi in qualsiasi momento. Dall’altra parte del terminale, gli operatori specializzati, tenendo conto delle richieste e delle esigenze manifestate, provvedono a mettere in contatto gli interessati con i proprietari di appartamenti: è assicurato così il classico momento dell’incontro domanda-offerta, nonché l’assistenza tecnica anche successiva alla stipula del contratto. Lo sportello, posto a garanzia dei diritti degli studenti, è in grado di offrire vantaggi anche ai proprietari, ai quali la convenzione offre un pacchetto di agevolazioni fiscali e tributarie (riduzione di Irpef e dell’Ici al 3 per mille così come deliberato dal consiglio comunale il 12 maggio 2008) e un fondo di garanzia in caso di danni all’immobile provocati dagli inquilini.

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Titolo Progetto

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Titolo Progetto

Pista ciclabile Trinitapoli Mare

Regione / Ente proponente Regione Puglia. Comune di Trinitapoli

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Pisa

PIUSS (Piani integrati di sviluppo sostenibile)

Titolo Progetto

Obiettivo

Incentivare il turismo nel rispetto della sostenibilità ambientale

Obiettivo generale è migliorare l’attrattiva e la competitività della città, valorizzando al contempo le risorse e l’identità locale.

Obiettivo

Descrizione

La pista ciclabile Trinitapoli – Mare sfreccia tra fenicotteri rosa e zona umida. Si tratta di un’opera pubblica che non solo ha rispettato l’ambiente e il paesaggio ma che li ha anche valorizzati. Il percorso per le due ruote a pedali è lungo sette chilometri e ha un nome che sintetizza partenza e arrivo. Si parte dalla zona attrezzata per la sosta dei camper, alla periferia della città, e si scende dalla sella non appena si raggiunge il porto di Margherita di Savoia, passando tra ambienti incantevoli.

La proposta di PIUSS comprende interventi puntuali e diffusi che hanno quali assi portanti: - la valorizzazione di contenitori e funzioni di pregio tali da garantire l’aumento del turismo sostenibile; - la creazione di circuiti turistici relativi al patrimonio culturale mediante la “messa a sistema” di interventi già in avanzato stato di esecuzione; - il miglioramento dell’attrattività complessiva e dell’offerta turistica nel centro storico; - la riqualificazione o realizzazione di servizi pubblici con particolare riferimento alla prima infanzia e agli anziani.

Descrizione

Il progetto è stato premiato dalla commissione regionale che ha così motivato: “per aver attuato il principio di accessibilità e fruibilità di un ambiente di forte valenza naturalistica e per aver contribuito allo sviluppo di una più ampia rete di mobilità ciclistica”. Le piste ciclabili rispettano anche i criteri dell’ecosostenibilità: l’asfalto è fono - assorbente e l’illuminazione ha un basso impatto ambientale. Inoltre dalla loro inaugurazione, nel giugno 2009, le piste sono sempre affollate, con un considerevole risparmio di benzina e di mezzi inquinanti.

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Tali assi sviluppano le seguenti azioni: - riqualificazione e rifunzionalizzazione di particolari ambiti urbani oggi sottoutilizzati o dismessi; - miglioramento dell’ambiente urbano attraverso interventi di riqualificazione dello spazio pubblico (strade e piazze, connessioni pedonali attraverso complessi edilizi di valore storico culturale); - miglioramento della fruizione pubblica della cinta muraria medievale e delle connessioni ciclo pedonali tra i tessuti di impianto storico e il resto della città; - realizzazione di strutture per la prima infanzia, per l’infanzia, per l’inclusione sociale, e rivolte a soggetti svantaggiati, che contribuiscono a raggiungere gli obiettivi diretti ad assicurare pari opportunità per tutti i cittadini; - realizzazione di strutture a carattere sociale che possono costituire occasione per la “rivitalizzazione” del tessuto urbano, così da rendere più “sostenibile” l’ambiente urbano della città storica e contribuire a migliorare l’integrazione.

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Titolo Progetto

Itaca Marche

Obiettivo

Valutare e certificare la sostenibilità ambientale degli edifici.

Descrizione

Con l’approvazione della L.R.14/2008 la Regione Marche ha incentivato, regolamentandolo, un modello di progettazione, di costruzione e di gestione di edifici in architettura bioclimatica nel territorio regionale. Il modello è finalizzato a minimizzare i consumi energetici e delle altre risorse ambientali, a contenere gli impatti complessivi sull’ambiente e sul territorio, a garantire il benessere e la salute degli occupanti, a tutelare l’identità storica degli agglomerati urbani, favorendone il mantenimento dei caratteri storici e tipologici. A tal fine la legge introduce il sistema di certificazione energetico ambientale degli edifici, la modifica del regolamento edilizio tipo (escludendo dal computo dei volumi e delle superfici e nei rapporti di copertura, il maggior spessore delle murature esterne dei solai e tutte le modifiche necessarie al miglioramento del livello di isolamento termico e acustico), il capitolato tipo e il prezziario, lo sportello informativo e l’obbligo per gli enti locali di applicare tecniche di edilizia sostenibile in caso di realizzazione o completa ristrutturazione degli edifici di rispettiva proprietà. In questo contesto un ruolo di primo piano è rivestito dal sistema di certificazione denominato ITACA-Marche. Tale certificazione è oggi a titolo volontario, ma oltre a valorizzare il prodotto “casa” (una casa certificata ITACA-Marche con punteggio elevato ha un valore di mercato superiore), permette di sostituire l’attestato di qualificazione energetica obbligatorio per legge dal 1° luglio 2009 per tutti gli edifici e necessario, tra l’altro, per accedere ai contributi statali del 55% (detrazione IRPEF) per la riqualificazione energetica degli edifici. Il sistema introdotto dalla Regione Marche ingloba e va oltre l’aspetto “energetico” richiesto dalla normativa statale – D.Lgs. 192/2005 poi modificato dal D.Lgs. 311/2006 (il certificato ITACA Marche vale come attestato di certificazione energetica), assumendo un approccio integrato. Le linee guida, approvate con la DGR 760/2009, contengono le modalità di calcolo di un insieme di 49 criteri di prestazione ambientale degli edifici a cui viene attribuito un punteggio che, opportunamente pesato e sommato, permette di giungere a una valutazione finale sintetica. ITACA-Marche attribuisce un punteggio che va da -1 a +5. Il punteggio è tanto più elevato quanto più l’edificio ha una prestazione energetico-ambientale migliore rispetto alla pratica corrente (la pratica minima nel rispetto delle leggi alla quale viene attribuito il punteggio 0).

Regione / Ente proponente Regione Marche. Servizio Ambiente e Paesaggio e P.F Aree Protette, Protocollo di Kyoto e riqualificazione urbana

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Provincia di Reggio Emilia

Ecoabita

Ecoabita è un progetto del Comune di Reggio Emilia, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Reggio ed di ACER, per la diffusione della certificazione energetica degli edifici. L’obiettivo di ECOABITA è essenzialmente quello di creare un modello di applicazione della Direttiva sull’Efficienza Energetica nell’edilizia (2002/91/CE), di agevole adozione da parte degli Enti Locali a scala regionale, al fine di affermare sul mercato una tipologia edile ad alta efficienza energetica, sostenibilità ambientale ed economica: una tipologia che possa essere applicata ad ogni categoria di edifico e che sia riconoscibile mediante certificazione.

Obiettivo

Il Progetto Pilota ECOABITA è il primo caso di sperimentazione su territorio provinciale della Direttiva 2002/91/CE (Energy Performance of Buildings). Si sviluppa nella pianificazione e attuazione di misure amministrative, incentivi, specifiche tecniche, campagne di comunicazione e corsi di formazione a diversi livelli con l’obiettivo principale di diffondere gli indirizzi stabiliti dalla Direttiva EPB, privilegiando l’approvazione condivisa e partecipata del programma da parte di tutti i soggetti coinvolti. Tale progetto nasce infatti dagli accordi siglati, nel Novembre 2005, da un Protocollo d’Intesa tra Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Comune di Bagnolo in Piano e ACER di Reggio Emilia; nel Luglio 2006 anche il Ministero dello Sviluppo Economico lo ha formalmente appoggiato.

Descrizione

Sono inoltre coinvolti l’Università di Modena e Reggio Emilia, le PMI, Enìa S.p.a, i rappresentanti delle associazioni di professionisti e di categoria. Nel Giugno 2006 sono state definite le azioni da intraprendere per attuare l’iter di certificazione energetica degli edifici, e il progetto è ora in fase di attuazione su tutto il territorio locale. Il progetto vuole essere strumento per un’efficace riduzione dei consumi energetici, con conseguente diminuzione del rilascio di gas serra (CO2) in atmosfera e delle spese energetiche domestiche, attraverso un’implementazione diffusa, almeno su territorio provinciale, che sia in grado di generare domanda di abitazioni efficienti, confortevoli e a basso consumo, e che contemporaneamente favorisca lo sviluppo tecnologico e soluzioni progettuali innovative.

I 49 criteri della metodologia ITACA-Marche sono raggruppati in 5 aree di valutazione: - qualità del sito; - consumo di risorse; - carichi ambientali; - qualità dell’ambiente indoor; - qualità del servizio. Per quanto riguarda ad esempio la qualità del sito, ITACA Marche tende a contrastare la “dispersione insediativa” premiando quelle costruzioni situate all’interno delle aree urbane più dense e più centrali. In altre parole si favoriscono gli interventi che contengono il consumo di nuovo suolo. Altri parametri premiano la vicinanza ai mezzi pubblici (treno, bus) e la vicinanza ai servizi pubblici o commerciali ovvero la possibilità di raggiungere a piedi o in bicicletta gli uffici, le scuole, i centri sportivi, gli esercizi commerciali. Per quanto riguarda i materiali e i prodotti da costruzione vengono valutati la loro rinnovabilità, riciclabilità o provenienza da riciclo e la loro vicinanza della produzione rispetto al cantiere per ridurre i carichi ambientali dovuti al trasporto. Un altro gruppo di criteri è rivolto alla qualità del comfort interno attraverso l’esame della costanza della temperatura delle pareti interne, della ventilazione e dell’illuminazione naturali, del giusto isolamento acustico e del contenimento dell’inquinamento elettromagnetico. 36

Titolo Progetto

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Titolo Progetto

Una casa alle giovani coppie

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Servizio Politiche abitative

Regione / Ente proponente Regione Liguria. Dipartimento Infrastrutture, Trasporti, Porti, Lavori Pubblici ed Edilizia. Ufficio Politiche Abitative e Lavori Pubblici

Città a colori

Titolo Progetto

Obiettivo

Con questo programma la Regione si propone di soddisfare celermente a condizioni più agevoli di quelli di mercato, la domanda di servizi abitativi di particolari categorie di cittadini che non dispongono dell’ammontare di risparmio necessario e sufficiente ad accedere alla proprietà della prima casa.

Recupero e riqualificazione dei centri storici e delle periferie. Particolare attenzione è rivolta al decoro degli edifici e degli spazi pubblici. La Regione Liguria, che ha in corso interventi per il recupero dei centri storici, ha deciso di occuparsi anche della qualità della vita nelle periferie, spesso degradate. Con la lr 26/2003 dal titolo “Città a Colori”, che modifica la lr 25/1987, vengono infatti considerati valori fondamentali per la comunità il decoro degli edifici e degli spazi pubblici.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto favorisce la possibilità per particolari categorie di cittadini di acquistare la proprietà della prima casa con patto di futura vendita, dopo un periodo di locazione o assegnazione in godimento di massimo di 4 anni a canoni migliori di quello di mercato, ad un prezzo determinato al momento della sottoscrizione del contratto di locazione o dell’atto di assegnazione in godimento con proprietà differita.

Recupero e riqualificazione dei centri storici e delle periferie. Particolare attenzione è rivolta al decoro degli edifici e degli spazi pubblici. La Regione Liguria, che ha in corso interventi per il recupero dei centri storici, ha deciso di occuparsi anche della qualità della vita nelle periferie, spesso degradate. Con la lr 26/2003 dal titolo “Città a Colori”, che modifica la lr 25/1987, vengono infatti considerati valori fondamentali per la comunità il decoro degli edifici e degli spazi pubblici.

Descrizione

Contenuti: La legge prevede la concessione di contributi a favore delle amministrazioni comunali che provvederanno alla redazione di un “Progetto Colore”. Il progetto deve individuare sia i materiali, le tinte e le tecniche pittoriche che fanno parte della tradizione storico-architettonica locale, sia i colori più adatti ad alleggerire l’impatto visivo degli edifici di grandi dimensioni.

Previsione Finanziaria 1.000.000,00 di euro

Le parti possono concordare la compravendita dell’alloggio anche prima della scadenza dei 4 anni di locazione o di assegnazione in godimento. L’importo del contributo per alloggio è di 10.000,00 euro, che aumenta a 13.000,00 Euro per gli alloggi realizzati con tecniche costruttive che garantiscano l’applicazione integrale dei requisiti di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici previsti dalla delibera dell’Assemblea Legislativa n. 156/2008. Inoltre il contributo può essere incrementato di un importo aggiuntivo di 2.000,00 Euro per i nuclei nei quali sia presente almeno un figlio. Gli alloggi sono messi a disposizione da operatori economici privati. Possono partecipare al bando i nuclei costituiti da: giovani coppie; nuclei monoparentali;nuclei numerosi; nuclei sottoposti a procedure di rilascio dell’alloggio per ragioni diverse dalla morosità; nuclei assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica per i quali sia stata dichiarata la decadenza per superamento dei limiti di reddito.

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Per la redazione del progetto i comuni devono attenersi alle prescrizioni approvate dalla Giunta con la delibera 741 dell’8 luglio 2004. La legge stabilisce inoltre finanziamenti a favore di soggetti pubblici e privati che provvedano, nell’ambito dei piani urbanistici contenenti il “Progetto Colore”, a rifare le facciate degli edifici di loro proprietà. Per i soggetti economicamente più deboli la legge ha istituito un apposito fondo regionale al quale possono accedere tutti coloro in possesso dei requisiti individuati dal Regolamento regionale n.2 del 24 dicembre 2004 approvato dal Consiglio regionale e pubblicato sul Burl n.12 del 29 dicembre 2004.

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CULTURA


Titolo Progetto

Progetto Sipario

Regione / Ente proponente Regione Marche. Assessorato regionale alla Formazione e all’Istruzione della Regione Marche - Fondazione Pergolesi Spontini.

Obiettivo

La regione punta ad integrare la formazione professionale e la cultura e a promuovere l’occupazione nei settori dell’arte e dello spettacolo.

Descrizione

Il progetto interregionale/transnazionale Sipario è il primo intervento nella Regione Marche relativo alla formazione di figure professionali nelle arti e nei mestieri dello spettacolo dal vivo promosso dalla Fondazione Pergolesi Spontini in partenariato con alcuni tra i più importanti Enti di Produzione ed Istituzioni Formative del territorio marchigiano.

Previsione Finanziaria 887.000 euro

Le proposte formative si strutturano sulla volontà di insegnare le tecniche di un “fare produttivo”, adeguato all’attuale richiesta del mercato del lavoro e sono rivolte a soggetti che sono alla ricerca di occupazione o si trovano in una fase di consolidamento della loro identità lavorativa. I percorsi didattici, supportati da professionisti del settore nonché da esperti di chiara fama, uniscono alla serietà dell’apprendimento dei linguaggi e delle competenze tecniche la consapevolezza della loro spendibilità in un progetto personale di ricerca di un ruolo maturo nel mondo della professione tecnico/artistica. Il progetto Sipario vuole, dunque, essere un’esperienza di costruzione sinergica tra comunicazione, tecnologia, formazione e strategie di sviluppo locale, secondo tematiche ed indirizzi sempre più fortemente sostenuti a livello regionale. La Fondazione Pergolesi Spontini ha, inoltre, sottoscritto una convenzione per la realizzazione di iniziative congiunte con la Scuola dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna.

Regione / Ente proponente Comune di Alba in collaborazione con Regione Piemonte, Slow Food Alba Langhe e Roero, Federazione Provinciale Coltivatori Diretti, Unione Provinciale Agricoltori, Confederazione Italiana Agricoltori, Comitato Quartiere San Giovanni, Associazione dei Consumatori Gruppo Acquisto Solidale

Mercato della Terra d’Alba

Il Mercato della Terra nasce dalla consapevolezza che produttori e consumatori finali hanno obiettivi comuni, raggiungibili attraverso nuove forme d’incontro e scambio, praticabili grazie al rapporto di vendita diretta. I vantaggi della filiera corta sono svariati: - minor costo dei prodotti per il consumatore, grazie all’abbattimento della spesa legata alla distribuzione; giusto compenso per i produttori; - riduzione dei costi ambientali dovuti alla distribuzione; - maggiore tracciabilità dei prodotti; - sensibilizzazione e rivalutazione del proprio territorio e di ciò che esso è in grado di offrire; -consumo di prodotti sani e di provenienza certa. In sintesi il Mercato del “buono, pulito e giusto”.

Obiettivo

Il Mercato della Terra di Alba è stato inaugurato il 21 marzo 2010. Si svolge tutti i sabati in Piazza Pertinace dalle 9 alle 14; sono circa 30 i produttori che vi partecipano con un proprio banco.

Descrizione

Una grande varietà di prodotti in esposizione caratterizza questo, come tutti i Mercati della Terra: in particolare formaggi a latte crudo, vini, conserve e trasformati tradizionali, prodotti da forno a lievitazione naturale, miele e prodotti dell’alveare, frutta e verdura fresca, salumi e anche carni di struzzo. Molti dei produttori sono di giovane età, tutti dotati di grande sensibilità rispetto al tema delle produzioni alimentari sostenibili, aspetto che distingue e accomuna quanti partecipano ai mercati del buono, del pulito e del giusto. Sono provenienti dalle aree circostanti Alba, comune di circa 30mila abitanti in provincia di Cuneo: l’Alta Langa, il Roero e le Langhe doglianesi.

170 allievi, in gran parte marchigiani, studieranno 600-700 ore in un anno (a partire da marzo 2010) e il 40% di loro potra` aspirare ad un contratto di lavoro presso gli enti che collaborano al progetto formativo interregionale transnazionale. Le lezioni e la fase di stage saranno presso i partner di progetto e presso Enti di Produzione nazionali. Le finalità del percorso formativo che è finanziato con 887 mila euro dal Fondo Sociale Europeo e Regione Marche nell’ambito del Programma Operativo regionale sono state presentate oggi in una conferenza stampa.

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Titolo Progetto

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Titolo Progetto

Lettura agevolata

Regione / Ente proponente Regione Veneto. Comune di Venezia - DirezioneCentrale Relazioni Esterne e Comunicazione

Regione / Ente proponente Regione Puglia. Assessorato al Mediterraneo e Assessorato al Turismo Teatro Pubblico Pugliese

Puglia Sounds

Titolo Progetto

Obiettivo

Il Progetto Lettura Agevolata è un servizio promosso dal Comune di Venezia per facilitare l’accesso alla cultura e all’informazione da parte delle persone con ridotte capacità visive, ma anche per sensibilizzare la collettività sui temi legati alla minorazione della vista.

Puglia Sounds è il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale. Un complesso di azioni che ha l’obiettivo di creare un meccanismo virtuoso tra produzione e distribuzione di spettacoli pugliesi, nazionali ed internazionali.

Obiettivo

Descrizione

Il Comune di Venezia, con il Progetto Lettura Agevolata, ha fornito agli ipovedenti indicazioni sugli strumenti utili per utilizzare al meglio le residue capacità percettive e ai non vedenti informazioni sugli ausili attraverso cui il loro handicap possa essere, almeno in parte, compensato. Allo stesso tempo però il PLA si è impegnato a fare in modo che il tema della disabilità visiva entrasse a far parte della vita sociale, coinvolgendo tutti quei soggetti (editori, enti locali, insegnanti, associazioni di volontariato) che, con il loro lavoro, contribuiscono all’accrescimento culturale e all’integrazione dei disabili della vista. E’ stato insomma avviato un percorso di sensibilizzazione, simile a quello che fu necessario compiere negli anni passati per far entrare il problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche nella coscienza sociale comune.

Si tratta del primo progetto del genere in Italia. Una vera e propria rivoluzione per chi fa musica, per chi la distribuisce, la produce o semplicemente la ascolta. Uno strumento concreto per facilitare il lavoro di operatori del settore, artisti, imprenditori e distributori favorendo l’incontro tra musica e mercato, nella convinzione che la musica e la creatività in generale siano fattori di sviluppo dell’occupazione capaci di generare nuovi segmenti di mercato e un vero e proprio sistema economico.

Descrizione

Il Progetto Lettura Agevolata, nato nella primavera del 2000 e coordinato dalla Direzione Centrale Relazioni Esterne e Comunicazione del Comune di Venezia, si articola in diversi ambiti operativi: l’informazione sulle diverse metodologie di lettura e sull’accessibilità del testo scritto, il catalogo unificato dei libri in formato alternativo, la realizzazione di volumi a grandi caratteri, la produzione di materiale specifico su Venezia e il suo territorio.

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Un intervento articolato, quindi, che ha come obiettivo principale la creazione di un Sistema Musicale Puglia, attraverso il quale sostenere il network dello spettacolo musicale, nel suo complesso, offrendo sostegno ad artisti, imprese e soggetti culturali attraverso strumenti economici e pratiche gestionali con cui favorire l’ampliamento, il consolidamento e la distribuzione dell’offerta culturale.

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Titolo Progetto

Enoteca Provincia Romana

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

Le Domus romane di Palazzo Valentini

Titolo Progetto

Obiettivo

Creare una vetrina per i prodotti tipici del territorio. Un nuovo punto di riferimento per cittadini e turisti, ma soprattutto per ospitare eventi di enogastronomia, organizzare conferenze sul tema, offrire informazioni e favorire appuntamenti nel cuore della città.

Valorizzare il patrimonio archeologico del Palazzo che ospita l’Amministrazione provinciale, mostrando al pubblico le straordinarie scoperte attraverso le più innovative tecnologie.

Obiettivo

Descrizione

a Provincia di Roma apre l’enoteca ‘Provincia Romana’ un luogo di incontro che nasce all’interno di Palazzo Valentini di fronte alla colonna Traiana, una delle aree più affascinanti e suggestive della Capitale e di tutto il mondo.

Un’area archeologica di oltre 1.800 metri quadrati è rimasta nascosta fino al 2004 nei sotterranei di Palazzo Valentini, seicentesca sede della Provincia di Roma. Le straordinarie scoperte sono venute alla luce durante i lavori di ristrutturazione del palazzo: sono state rinvenute sculture di grandi dimensioni, edifici a carattere residenziale di lusso con pavimenti rivestiti da un mosaico di 500 mila tessere policrome di pietre fatte giungere da ogni parte dell´Impero. Un patrimonio che si fa risalire al periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C.

Descrizione

Il progetto si avvale della collaborazione dell’Arsial e dell’enoteca regionale ‘Palatium’ e vuole coniugare l’esperienza tradizionale dell’enoteca, come esercizio commerciale, con la presentazione, la valorizzazione e la divulgazione di prodotti tipici del Lazio e, in particolare, del territorio provinciale dove poter degustare oltre cento vini che appartengono ai diciassette Doc come Frascati e Marino e consumare piatti freschi con salumi, formaggi, verdure e pesce. 175 i prodotti tipici a disposizione. Grazie a una campagna promossa, inoltre, dalla Comunità di Sant’Egidio .

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La Provincia di Roma ha finanziato il recupero di questo complesso e, per valorizzare questi straordinari ritrovamenti, ha promosso la realizzazione di un museo multimediale, primo e unico in Italia, capace di ricreare le atmosfere magiche della Roma di Adriano. Attraverso l’uso della ‘computer graphic’, grazie alla quale è possibile compiere un viaggio affascinante nelle radici della nostra civiltà, si può camminare sui mosaici policromi, sui basolati e tra le pareti policrome delle Ville dei senatori. Il commento sonoro, diffuso da piccoli altoparlanti ‘a pioggia’, grazie a musiche ed effetti particolari, sottolinea i momenti più emozionanti della visita.

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Titolo Progetto

Progetto 50 centri di creatività e innovazione

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Settore Storia e Memoria della provincia di Roma e associazione “Memoro”

La Banca della Memoria

Titolo Progetto

Obiettivo

L’idea prende spunto da altre esperienze come quelle dei “pontos de cultura”, sviluppati in Brasile da Gilberto Gil, e dagli “Espaces publics numériques” parigini e si propone di combattere le discriminazioni del diritto all’accesso alla rete.

Promuovere la crescita civile e culturale del nostro Paese attraverso la storia, la memoria e la tutela del patrimonio umano da trasmettere alle generazioni future, anche grazie alle nuove tecnologie.

Obiettivo

Descrizione

Rappresenta una parte del PianoInnovazione della Provincia di Roma e prevede la realizzazione su tutto il territorio della provincia di una rete di 50 centri di alfabetizzazione e promozione della cultura e della formazione attraverso le moderne tecnologie. Ogni centro avrà a disposizione un budget per tre anni da utilizzare per la dotazione tecnologica e per finanziare le attività culturali. Il piano mira a creare veri e propri luoghi di aggregazione tecnologici, ognuno con diverse vocazioni e attività culturali e sociali, nei quali l’alfabetizzazione informatica costituisca il passaggio necessario alle attività specifiche. L’idea di base è quella di riutilizzare alcuni spazi e riqualificarli per permetterne l’uso a tutti i cittadini.

Una voce, un racconto, ricordi ed emozioni che stanno dietro, e dentro, un fatto storico. Sono le “storie d’altri tempi” della Banca della memoria che raccoglie ricordi e narrazioni delle persone nate prima del 1940. L’iniziativa si realizza con la diffusione di filmati e interviste attraverso Internet, e YouTube, e si rivolge principalmente ai giovani. Dopo i seminari svolti con i ragazzi di sette Istituti superiori del territorio (sia della Capitale che dei Comuni di Anzio, Civitavecchia, Colleferro, Monterotondo e Tivoli) sono stati realizzati 170 video, realizzati da 50 studenti.

Descrizione

La Provincia, dopo avere effettuato un censimento dei luoghi potenzialmente utilizzabili, ha già individuato alcune possibili location, come i centri provinciali di formazione professionale, centri per l’impiego, centri servizi immigrazione, laboratori di educazione ambientale, case cantoniere, centri di accesso e diffusione dell’innovazione tecnologica e alcune biblioteche comunali nel territorio provinciale. Ogni ‘centro di creatività e innovazione’ sarà “animato” da un’istituzione, un’associazione o una parrocchia a cui sarà affidata la gestione delle attività secondo diverse modalità di compensazione non necessariamente economiche. Nei nuovi centri i cittadini potranno avere un facile accesso ad Internet, potendo così sviluppare le potenzialità della Rete per ‘fare’ cultura in ogni sua forma artistica: musica, video, grafica, programmi speciali per bambini e per ragazzi.

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I racconti sono così usciti dalle mura domestiche di 40 anziani per diventare patrimonio di tutta la collettività, un archivio di racconti dei ‘nonni’ della provincia di Roma. Intervistando donne e uomini comuni sono emerse testimonianze di chi ha vissuto in prima persona fasi o eventi fondamentali della storia del nostro Paese. Da tutte le interviste, che in totale coprono un tempo complessivo di circa 19 ore, è stato realizzato un DVD della durata di circa 110 minuti che si apre con la testimonianza di Gianpaolo che ha vissuto lo sbarco di Anzio e si chiude con la testimonianza di Piero Terracina.

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ENERGIA


Titolo Progetto

CasaClima

Regione / Ente proponente Regione Trentino Alto Adige - Provincia autonoma di Bolzano e Agenzia CasaClima

Regione / Ente proponente Regione Toscana

Piano di indirizzo energetico regionale – Geotermia – Piano per la qualità dell’aria

Titolo Progetto

Obiettivo

Certificare gli edifici di nuova costruzione/ristrutturazione e evidenziare il consumo di energia degli edifici.

L’obiettivo della Regione Toscana nei settori dell’ambiente e dell’energia è quello di coniugare sviluppo e sostenibilità in termini di efficienza.

Obiettivo

Descrizione

Ai sensi dei decreti legislativi n. 192/2005 e n. 311/2006, a partire dal 01.07.2007, all’atto dell’acquisto di un edificio con una superficie superiore ai 1.000 m2, è necessario avere un attestato di certificazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare.

Il Piano di indirizzo energetico regionale si pone come obiettivo primario quello di creare le condizioni affinché l’energia rinnovabile diventi il motore dello sviluppo economico. Il Piano energetico 2007-2010 è il documento attraverso il quale la Toscana detta la politica energetica per il futuro. La Toscana persegue l’obiettivo europeo di realizzare, al 2020, la produzione del 20% di energia da rinnovabili, la riduzione del 20% dei consumi e la riduzione del 20% delle emissioni dei gas climalteranti. Allo stesso tempo intende favorire lo sviluppo della ricerca e la nascita di una vera e propria green economy. Per ridurre gli sprechi e aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili fino al 2013 sono stati stanziati oltre 105 milioni di euro attraverso cui cofinanziare enti pubblici, imprese e cittadini.

Descrizione

La delibera della Giunta provinciale del 03.09.2007, n. 2923 stabilisce che la certificazione energetica degli edifici nella Provincia Autonoma di Bolzano viene effettuata dall’Agenzia CasaClima. La richiesta di certificazione deve essere inoltrata all’Agenzia CasaClima. L’Agenzia CasaClima offre inoltre corsi di formazione per progettisti, artigiani e certificatori.

La geotermia è l’insieme dei fenomeni naturali che riguardano la produzione e il trasferimento di calore proveniente dagli strati della superficie terrestre. Il calore del sottosuolo viene sfruttato per generare energia geotermica. La geotermia è coltivata, ai fini della produzione di energia elettrica, solo in Toscana, in 16 comuni, delle province di Grosseto, Siena e Pisa. La geotermia rappresenta una risorsa strategica per lo sviluppo ecosostenibile della regione, rappresentando, quasi da sola la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Toscana. Sono circa 800 i megawatt di potenza elettrica installati per una produzione annua pari a circa il 25% del totale dei consumi elettrici. Il Piano per la qualità dell’aria ha ottenuto dalla Regione Previsione finanziaria per 28 milioni di euro per il triennio 2008-2010. Il piano prevede alcune azioni quali incentivi per i privati che vorranno cambiare le vecchie auto con altre meno inquinanti, l’obbligo di filtri antiparticolato sugli autobus, una maggiore diffusione di distributori di gas metano e Previsione finanziaria per la sostituzione di vecchie caldaie. Inoltre il Piano prevede l’adozione su tutto il territorio regionale di accordi strategici con uno stanziamento di 18 milioni di euro (tra il 2007 e il 2010) per rendere più fluida la mobilità, realizzare piste ciclabili, organizzare le domeniche ecologiche e sensibilizzare i cittadini.

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Previsione Finanziaria € 105.000 per il finanziamento del Piano di indirizzo energetico. € 28.000 per il Piano per la qualità dell’aria per il triennio 2008-2010.


Titolo Progetto

Atlante sul consumo di suolo nelle aree urbane funzionali delle marche 1954-2007.

Regione / Ente proponente Regione Marche

Regione / Ente proponente Regione Marche

Accordo volontario Regione Marche Associazioni regionali di categoria dell’artigianato per l’audit energetico delle imprese artigiane

Titolo Progetto

Obiettivo

Analizzare la dinamica del consumo di suolo tra il 1954 e il 2007, per orientare le politiche territoriali, ma anche quelle ambientali, energetiche e paesaggistiche ad esse strettamente connesse in vista di una nuova legge sul governo del territorio.

Implementare un sistema di servizi di assistenza energetico-ambientale rivolto alle imprese artigiane e alle piccole imprese della regione Marche volto al loro coinvolgimento nel perseguimento degli obiettivi del Piano energetico ambientale regionale, facendo leva sullo strumento della diagnosi energetica (audit energetico).

Obiettivo

Descrizione

L’Atlante sul consumo di suolo, pubblicato nell’ottobre 2009 ha studiato , per la prima volta nelle Marche, caso raro in Italia, l’evoluzione dell’inarrestabile consumo di nuovo suolo degli ultimi 50 anni, in particolare su 93 Comuni appartenenti alle 11 aree urbane funzionali (FUAs) delle Marche. L’area urbana funzionale è un’area di comuni contigui caratterizzati da una concentrazione di relazioni (afferenti principalmente alle sfere residenziali, lavorative e ricreative) tale da raggiungere un grado di interdipendenza così elevato da identificare un unico sistema socioterritoriale.

La collaborazione tra Regione Marche e Associazioni di categoria dell’artigianato in tema ambientale è iniziata nel 2004 nell’ambito delle politiche regionali di integrazione ambientale nei principali settori economici (Programma ASSO). La passata esperienza ha visto l’apertura di n. 15 “sportelli ambiente” volti all’assistenza gratuita delle imprese per la certificazione del Sistema di Gestione Ambientale. Sulla scia dell’esperienza maturata si intende sottoscrivere un nuovo accordo volto a coinvolgere le imprese artigiane nel raggiungimento degli obiettivi del PEAR attraverso lo strumento della diagnosi energetica (audit energetico). Le Associazioni coinvolgeranno le imprese artigiane nel perseguimento degli obiettivi del PEAR (riduzione del deficit di energia elettrica e riduzione delle emissioni di gas climalteranti) attraverso le tre strategie: - riduzione dei consumi e aumento dell’efficienza energetica, - utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, - produzione di energia distribuita sul territorio.

Descrizione

Dallo studio è emerso che la superficie urbanizzata complessiva nelle 11 FUAs delle Marche, è passata dai 6.970,37 ettari del 1954 ai 29.259,43 ettari del 2007; essa rappresenta l’8,2% dell’intera area delle FUA. L’area urbanizzata al 2007 è 4,20 volte quella presente nel 1954; nello stesso periodo la popolazione è 1,37 volte quella del 1954 ed è pari a 1.103.131 abitanti (cfr. tab. 1). Dai dati rilevati emerge che nell’intervallo considerato (1954–2007) è stato urbanizzato il 6,41% della superficie territoriale dell’intera area analizzata; nei 53 anni oggetto di rilievo il suolo urbanizzato è aumentato mediamente ogni anno di 420,548 ettari e ogni giorno di 1,152 ettari. I dati del consumo di suolo inoltre mostrano, ad una prima analisi, una sorta di “autonomia” della crescita urbana rispetto ai processi produttivi e alla dinamica demografica. Il crescente consumo di suolo sembra quindi alimentato dai processi finanziari legati alla rendita immobiliare che si intersecano in modo vario con i processi di sviluppo manifatturiero, demografico e sociale. Tutti i Comuni marchigiani crescono negli ultimi 50 anni in termini di aree edificate, più che raddoppiando i propri insediamenti, anche laddove si verifica una decrescita demografica. In media la crescita urbana è del 320% e si caratterizza per dispersione insediativa, ovvero quella sorta di espansione urbana casuale, continua o diffusa.

Le attività a loro carico riguardano: 1. l’apertura di almeno 10 “sportelli energia-ambiente” che forniscano i servizi di assistenza energetico-ambientale alle imprese; 2. il coinvolgimento di almeno 200 imprese e la redazione di almeno 200 audit energetici; 3. la redazione di linee guida operative, di carattere organizzativo e tecnologico, per la predisposizione di Piani energetico ambientali aziendali relativi ad almeno 4 settori produttivi e/o insediamenti o aree produttive. La Regione co-finanzierà al 50% i costi sostenuti dalle Associazioni per tali attività. Le risorse disponibili ammontano a circa 160mila Euro.

Tale patrimonio informativo e analitico costituisce un importante presupposto per la strutturazione di un efficace sistema di “osservazione” del territorio e del paesaggio marchigiano che, attraverso un monitoraggio costante e sistematico delle dinamiche in atto, fornisca le conoscenze ed elabori i quadri interpretativi necessari per una nuova fase di governo del territorio marchigiano.

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Previsione Finanziaria € 160.000


Titolo Progetto

Piano energetico ambientale regionale (pear)

Regione / Ente proponente Regione Marche

Regione / Ente proponente Regione Piemonte

POR 2007-2013 Asse “Sostenibilità ed efficienza energetica”

Titolo Progetto

Obiettivo

Ridurre le emissioni di CO2 e raggiungere il tendenziale pareggio del deficit di produzione di energia elettrica.

Gli obiettivi che la Regione Piemonte si prefigge di raggiungere sono i seguenti: Incremento della Produzione energetica da fonti rinnovabili; efficienza e risparmio energetico nella produzione e consumo di energia; innovazione attraverso il rafforzamento dei processi di conoscenza tecnologica e l’introduzione di tecnologie pulite nell’ambito del sistema produttivo.

Obiettivo

Descrizione

Il Piano Energetico Ambientale della Regione Marche (PEAR), approvato con DACR n. 175 del 16/02/2005, garantisce il perseguimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto e s’ispira alle logiche della riduzione del prelievo di risorse naturali, dell’utilizzo innovativo delle energie rinnovabili, della diffusione di innovazione tecnologica e gestionale, con particolare riferimento al settore industriale e dell’edilizia, individuando tre precise strategie di intervento:

La regione Piemonte ha destinato 140 milioni di euro ai bandi dell’asse. Gli strumenti utilizzati per il raggiungimento di questi obiettivi sono la concessione di prestiti agevolati cumulati o alternativi a contributi a fondo perduto destinati prevalentemente ad imprese ed enti locali.

Descrizione

1. Promozione del risparmio energetico, attraverso un vasto sistema di azioni diffuse sul territorio e nei diversi settori del consumo; 2. Impiego delle energie rinnovabili, con particolare riferimento all’energia eolica, alle biomasse di origine agro-forestale, all’energia solare attiva e passiva; 3. Ecoefficienza energetica, con particolare riferimento ai sistemi distrettuali delle imprese, alla produzione distribuita di energia elettrica e termica, nella logica della vicinanza ai poli di consumo e attraverso la realizzazione di impianti di taglia piccola per le installazioni vocate alla trigenerazione di energia elettrica, caldo e freddo ed alla taglia media per centrali di cogenerazione in ambiti industriali. Il PEAR della Regione Marche è riconosciuto tra i più avanzati a livello nazionale e internazionale. Il Piano è stato selezionato come buona pratica in campo energetico sul tema dei cambiamenti climatici dalla Commissione europea (Green Week 2005, Bruxelles). I risultati del PEAR A 5 anni dal PEAR, grazie anche ai contributi concessi dalla Regione, sono centinaia gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e da cogenerazione realizzati, in fase di realizzazione (cantierati) e autorizzati (dati aggiornati al 31/07/2009):

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Per il raggiungimento del primo obiettivo è stato attivato un bando dell’importo di € 50.000 per l’incentivazione alla razionalizzazione dei consumi energetici e all’uso di fonti di energia rinnovabile negli insediamenti produttivi. Il bando è rivolto alle piccole, medie e grandi imprese per promuovere gli investimenti per produrre energia sfruttando le fonti rinnovabili e/o migliorare l’efficienza energetica dei processi o degli involucri. L’incentivo è concesso per i nuovi impianti o modifiche e revisioni del processo e dell’organizzazione produttiva attraverso un finanziamento agevolato integrato da un contributo in conto capitale. Alle piccole e medie imprese si rivolge il secondo bando finanziato con € 40.000 per avviare nuove linee di produzione di sistemi legati alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica quali la creazione di nuovi stabilimenti, l’ampliamento di stabilimenti esistenti e la ristrutturazione o riconversione innovativa di un impianto produttivo esistente. Un finanziamento di € 10.000 è stato erogato per enti locali (singoli e associati) e per piccole, medie e grandi imprese per la promozione degli investimenti destinati ad avviare o potenziare la produzione di energia elettrica da fonte solare utilizzando le superfici delle discariche di rifiuti inerti o di rifiuti non pericolosi, che sono attualmente esaurite ed in fase di gestione post-operativa. I progetti che rientrano in questo obiettivo sono gli impianti fotovoltaici di potenza superiore ai 50 kWp. Anche in questo caso come nei due precedenti le agevolazioni sono concesse tramite finanziamento agevolato integrato, ove consentito dal massimale dell’equivalente sovvenzione lordo (ESL), da un contributo in conto capitale.

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Previsione Finanziaria € 140.000 per il finanziamento dell’asse “Sostenibilità ed emergenza energetica”


Titolo Progetto

Impianto fotovoltaico

Obiettivo

Sviluppo di iniziative di generazione elettrica da fonte fotovoltaica o altre fonti rinnovabili.

Descrizione

Il 27 gennaio 2010 è stato firmato un accordo per la creazione di una joint venture tra Enel Green Power - la società del Gruppo Enel dedicata allo sviluppo e gestione delle fonti rinnovabili in Italia e nel mondo - e Finpiemonte Partecipazioni - società controllata dalla Regione Piemonte.

Regione / Ente proponente Regione Piemonte

L’accordo si pone come obiettivo lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Piemonte attraverso la realizzazione di un impianto fotovoltaico da oltre 3 MW a Strambino. L’impianto entrerà in funzione entro la fine del 2010 e sarà realizzato con pannelli fotovoltaici in silicio policristallino. Si stima che la produzione sarà di circa 4 milioni di chilowattora all’anno, sufficienti a soddisfare i consumi di quasi 1.500 famiglie e di evitare l’emissione in atmosfera di 3 mila tonnellate di CO2. L’accordo fra questi due enti permetterà di sviluppare impianti sia fotovoltaici sia idroelettrici ed eolici. La Finpiemonte Partecipazioni, che partecipa all’accordo al 40%, dispone di spazi per oltre 600 mila metri quadri sui quali è possibile sviluppare ulteriori iniziative per la realizzazione di impianti fotovoltaici.

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Regione / Ente proponente Regione Lazio

Polo Solare Organico

La nascita di questo polo di eccellenza, attraverso l’utilizzo delle celle solari organiche, consente di migliorare l’efficienza energetica e di diffondere le fonti rinnovabili sul territorio regionale e nazionale. In questo modo sarà possibile definire un processo di industrializzazione del fotovoltaico organico. Il centro svilupperà un processo tecnologico per le celle organiche ibride e permetterà un trasferimento tecnologico verso le PMI.

Titolo Progetto

Obiettivo

Descrizione

Il progetto nasce nel dicembre 2006, con un contributo di circa sei milioni di euro da parte della Regione Lazio all’Università di “Tor Vergata”. Il polo solare organico è uno dei tre punti di eccellenza a livello mondiale insieme a quelli del Giappone e della Germania per quanto concerne la ricerca sulle nuove celle solari organiche. Nel luglio 2008 sono stati inaugurati i nuovi laboratori di ricerca e sviluppo tecnologico nei quali si realizza la fase di industrializzazione del fotovoltaico organico e grazie ai quali sarà possibile realizzare il trasferimento tecnologico verso le imprese che vogliono investire in questo settore. L’industrializzazione del fotovoltaico organico utilizza materiali a basso costo e metodi di fabbricazione molto semplici, questo comporta una notevole riduzione dei costi. Il polo solare organico è anche un punto di ricerca applicata che produce spin-off universitari legati alle rinnovabili. A tal proposito per creare una cultura tecnologica sul fotovoltaico e preparare capitale umano l’Università di “Tor Vergata” ha istituito una Summer School e attivato un master internazionale in ingegneria del fotovoltaico.

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Previsione Finanziaria 6 milioni di euro


Titolo Progetto

Fondo di rotazione per il fotovoltaico

Regione / Ente proponente Regione Lazio

Regione / Ente proponente Regione Lazio

Energia dai tetti

Titolo Progetto

Obiettivo

Il fondo permette ai cittadini di accedere alle rinnovabili in maniera efficace.

Installazione di pannelli fotovoltaici per circa 64.000 mq, corrispondente a circa 350 edifici.

Obiettivo

Descrizione

Il fondo dell’importo di 7,5 milioni di euro, permette ai cittadini e alle PMI di ottenere un finanziamento dell’impianto con copertura al 100% e senza fidejussioni, con un tasso agevolato che consente la copertura della rata con la sola parte dell’incentivo previsto dal Conto Energia. Il microcredito alle rinnovabili si somma con il “conto energia” in questo modo il cittadino attraverso il meccanismo dello scambio sul posto non paga nulla per le rate relative all’installazione dell’impianto e riduce a zero il costo della bolletta elettrica fino al primo chilowatt prodotto.

L’accordo fra la Regione Lazio e le Aziende Territoriali per l’edilizia residenziale ha permesso la realizzazione del programma “Energia dai tetti” che prevede per la prima volta in Italia un intervento integrato di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle coperture di edifici ATER del Lazio el’ installazione e gestione di pannelli fotovoltaici.

Descrizione

Previsione Finanziaria 7,5 milioni di euro

L’erogazione del finanziamento è prevista per 15 anni, durante i quali i cittadini risparmieranno circa € 10.500 sulla bolletta dell’energia elettrica. Trascorso questo periodo per i restanti cinque anni si continua a risparmiare sulla fornitura di elettricità e si incamera tutto l’importo dell’incentivo in conto energia. Quindi si avrà un guadagno e risparmio in bolletta di € 11.690.

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L’intervento coinvolgerà più di 350 edifici, per una superficie di 64.000 mq, per una potenza di circa 6,4 MWp che produrranno circa 8 milioni di Kwh. La produzione di elettricità da fotovoltaico permette, così, di ridurre le emissioni di gas serra di almeno 4.200 tonnellate. In questo modo, le politiche per la tutela dell’ambiente e per la riduzione delle emissioni si combinano agli investimenti e provvedimenti pubblici finalizzati a valorizzare il patrimonio edilizio. Questo progetto permette agli inquilini di vivere in edifici più sicuri e iniziare a risparmiare sulle spese condominiali ed elettriche, ai privati di concorrere a collocare nuovi impianti grazie ad incentivi rilevanti, all’amministrazione di affidare ai concessionari la gestione ed il mantenimento in efficienza delle coperture interessate, alla Regione Lazio di ridurre le proprie emissioni dalla presenza di pannelli solari.

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Previsione Finanziaria 22 milioni di euro stanziati dalla Regione Lazio suddivisi in 7 milioni di euro per la copertura del 20% delle spese di installazione (Assessorato all’Ambiente) e 15 milioni di euro per la progettazione e realizzazione degli interventi di manutenzione ed efficientamento (Assessorato alla Casa).


Titolo Progetto

Pannelli solari sui tetti delle scuole

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

Obiettivo

Installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici scolastici del territorio.

Descrizione

La Provincia di Roma ha lanciato un bando per la realizzazione di tetti fotovoltaici su 301 scuole del territorio attraverso la procedura del project financing rivolta a privati. Sono molte le iniziative per lo sviluppo sostenibile avviate, che avranno una ricaduta occupazionale molto importante: si punta, infatti, a creare ventidue mila nuovi posti di lavoro. Creato anche uno Sportello provinciale per le energie rinnovabili e il risparmio energetico che servirĂ ad informare, ad aiutare cittadini e imprese e a semplificare e velocizzare il rilascio delle autorizzazioni nella realizzazione di impianti per energie rinnovabili.

IMMIGRAZIONE ED INTEGRAZIONE

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Titolo Progetto

S.I.R.I.S. - Struttura Intermedia per Ragazzi Immigrati Soli

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Lucca in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte

Regione / Ente proponente Regione Calabria. Comune di Crotone - Ufficio Stranieri

Incubatore virtuale

Titolo Progetto

Obiettivo

Il progetto mira ad integrare dei giovani nella comunità. Il secondo obiettivo è quello formativo, poiché li prepara ad essere cittadini. Infine c’è l’obiettivo del contributo allo sviluppo economico del territorio, poiché queste persone si inseriscono nel tessuto sociale apportando il proprio contributo lavorativo.

Accompagnare gli stranieri non comunitari presenti sul territorio provinciale nell’ideazione e nell’avvio di nuova impresa.

Obiettivo

Descrizione

Il fenomeno della presenza di minori immigrati non accompagnati nel nostro territorio ha assunto, in questi ultimi anni, una consistenza rilevante. Il Comune di Lucca è costantemente impegnato ad accogliere e collocare in luoghi sicuri questi ragazzi e, nello stesso tempo, è sempre alla ricerca degli strumenti più adatti per la loro integrazione nel tessuto sociale cittadino.

Il progetto dell’amministrazione Vallone nasce dall’assunto che il territorio di Crotone è da anni interessato dal fenomeno dell’immigrazione che è uno degli aspetti più evidenti e, probabilmente, più discussi delle trasformazioni in atto nel tessuto sociale. I dati statistici sulla presenza straniera nel territorio provinciale di Crotone mettono in evidenza che, ormai l’immigrazione non è più un fenomeno contingente, ma strutturale. Dal 2003 ad oggi la provincia di Crotone ha visto quintuplicato il numero di residenti stranieri, registrando un ritmo costante di crescita. Con 5.078 residenze di 93 differenti nazionalità, per lo più soggiornanti nei Comuni di Crotone (1.537), Isola di Capo Rizzuto (710) e Cirò Marina (708) con tendenze demografiche che lasciano trasparire una stabilizzazione della presenza straniera sul territorio provinciale, quali per esempio il continuo aumento dei minori stranieri, la progressiva ricomposizione delle famiglie, il crescere dell’anzianità migratoria e vari altri, l’immigrazione chiama a responsabilità le istituzioni locali, ponendo l’importante questione dell’integrazione. E’ sulla base di questi dati che il Comune di Crotone ha deciso di realizzare il progetto “Incubatore Virtuale” con il quale si propone di avviare all’imprenditoria i non comunitari residenti nella provincia, attraverso un corso di formazione ripartito in tre moduli (approfondimento della lingua italiana, formazione informatica, formazione sull’avvio di nuove imprese) e, successivamente, seguendo passo per passo lo start up e la gestione dell’impresa avviata. Con l’ausilio di esperti interni ed esterni, infatti, il Comune farà in modo di affiancare i futuri imprenditori in tutte le fasi, tra cui l’accesso al credito e l’intermediazione immobiliare. Il progetto è aperto ad un massimo di 70 partecipanti che saranno selezionati in base al possesso di alcuni requisiti d’accesso: - possesso di regolare permesso di soggiorno; - assenza di condanne o procedimenti penali nel territorio italiano; - età tra i 18 ed i 65 anni, conoscenza di base della lingua italiana.

Descrizione

Previsione Finanziaria 63.000 euro

Un aspetto particolarmente delicato di questo fenomeno si ha con il raggiungimento da parte di questi ragazzi della maggiore età e la conseguente dimissione dagli istituti per minori in cui erano inseriti, con l’improvvisa interruzione del percorso educativo. Per evitare le conseguenze di ciò, il Comune di Lucca, assessorato al sociale ha ideato uno specifico programma denominato “Dalla minore alla maggiore età: una struttura intermedia per ragazzi immigrati soli”. Il centro che ospiterà i ragazzi stranieri è stato denominato S.I.R.I.S,, in quanto acronimo di Struttura Intermedia per Ragazzi Immigrati Soli, ma anche come riferimento ad un’antica città della Magna Grecia, caratterizzata da un territorio particolarmente ricco e fertile dove trovavano rifugio numerosi esuli. Avrà sede in un appartamento posto al terzo piano dell’immobile situato al numero 128 di via S. Paolino, composto da una cucina, una zona comune di soggiorno/pranzo, due camere, una stanza di servizio, due bagni. In grado di accogliere un massimo di 6 ospiti. Inoltre verrà garantita la presenza di un educatore che affiancherà i ragazzi nella gestione dell’abitazione favorendo il rispetto delle regole di convivenza. Requisiti per l’accesso sono: a) Avere compiuto il 18esimo anno di età; b) Essere in possesso di regolare permesso di soggiorno od aver avviato la procedura per il rilascio; c) Essere in carico ai Servizi Sociali del Comune di Lucca ed avere intrapreso un percorso educativo presso una struttura per minorenni; d) Essere in possesso di contratto di lavoro o essere iscritto alle liste di disoccupazione della Provincia di Lucca; e) Essere in condizioni di autosufficienza psico-fisica.

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Nel progetto è stata coinvolta la cittadinanza crotonese, per la quale il comune ha disposto alcuni dibatti. Nel corso di questi incontri sono stati spiegati gli obiettivi che il progetto persegue ed i sentimenti che lo animano.

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Previsione Finanziaria 55.000 euro


Titolo Progetto

Mum Health: un intervento

regionale per la promozione della salute globale delle donne

Obiettivo

Regione / Ente proponente Regione Toscana. L’albero della salute, struttura di riferimento per la Mediazione culturale in Sanità

La finalità ultima dell’intervento è stata quella di promuovere e migliorare la salute, nell’accezione di “salute globale”, delle donne migranti presenti sul territorio toscano, con le ricadute che ciò comporta per la salute delle intere comunità migranti e in particolare dei bambini, per il ruolo centrale che la donna svolge all’interno di esse come care giver. Gli obiettivi generali del progetto sono stati: 1. Promuovere tra le donne migranti la responsabilità della propria salute intesa anche come salute riproduttiva. 2. Ridurre il rischio nel parto per le donne migranti. 3. Migliorare la copertura sanitaria nel periodo del post-parto per le donne migranti. 4. Migliorare la presa in carico dei neonati e della salute infantile nei gruppi migranti. 5. Promuovere la prevenzione dei tumori femminili per le donne migranti come raccomandato dal progetto Obiettivo Materno Infantile nazionale e dall’Istituto Superiore di Sanità in vista della maggiore incidenza di queste patologie in queste popolazioni. Gli obiettivi specifici del progetto sono stati: 1. Migliorare le conoscenze delle donne migranti dei servizi sanitari sia in rapporto al loro diritto di fruizione che all’offerta. 2. Migliorare le conoscenze delle donne e degli uomini migranti sulla contraccezione così da ridurre il ricorso all’IVG. 3. Migliorare le conoscenze delle donne migranti sullo screening dei tumori femminili. 4. Promuovere il percorso nascita tra le donne migranti. 5. Potenziare l’utilizzo dei servizi socio-sanitari nei gruppi migranti nel periodo post-parto. 6. Valorizzare le interazioni e i contesti di vita quotidiana quali importanti momenti di comunicazione e scambio e di passaggio delle informazioni (es. il passaparola tra le donne).

Descrizione

Le strategie utilizzate sono state: - promozione dell’health literacy delle donne migranti; - coinvolgimento delle comunità migranti nell’identificazione e realizzazione delle attività; - empowerment dell’utenza migrante con particolare: - attenzione alle donne; - formazione degli operatori. - diffusione dell’informazione. - lavoro di rete. - organizzazione dei servizi che tenga conto delle difficoltà di accesso delle donne e degli uomini migranti. - educazione alla conoscenza dei servizi socio-sanitari.

Interconnesso al percorso formativo degli operatori, è stato previsto anche un perfezionamento della formazione dei mediatori che lavorano nell’area della salute riproduttiva e maternoinfantile, perché anch’essi siano coinvolti nella condivisione della modalità di approccio, dei metodi e degli strumenti di lavoro, essendo attori chiave per la costruzione della relazione con l’utente straniero. Il perfezionamento della formazione si è incentrata sui principi e sulle linee guida della mediazione integrata, sulla relazione mediatore-operatore-utente straniero, sugli aspetti comunicativi di un’efficace mediazione, e sui principali aspetti organizzativi del sistema sanitario nell’area della salute riproduttiva. b. Progettazione e realizzazione di materiali multimediali di comunicazione e promozione della salute. In particolare sono stati ideati, realizzati e diffusi: - Il Libretto sulla salute di Mum Health, dedicato alle seguenti tematiche: il consultorio; il percorso della nascita, dalla gravidanza al parto; l’assistenza post-parto e pediatrica; la contraccezione; l’interruzione volontaria di gravidanza; la prevenzione oncologica. Tale strumento ha visto una prima stampa di 5000 copie ed una seconda ristampa di 20.000 copie. Si prevede una terza ristampa nel corso del 2010; - Il cd audio del Libretto della salute di Mum Health, che è la versione audio, su supporto cd, del libretto, prodotto e distribuito in 700 copie (riproducibile in copie dietro apposita richiesta di autorizzazione rilasciata dall’Albero della Salute); - Il video “Parole di donne, parole di salute”, che presenta quattro storie di donne migranti che si intrecciano intorno al consultorio (riproducibile in copie dietro apposita richiesta di autorizzazione rilasciata dall’Albero della Salute). Tutti i prodotti sono multilingue. Particolare attenzione è stata posta all’ideazione di questi strumenti di comunicazione, i cui contenuti specifici sono stati infatti individuati, oltre che attraverso un’analisi di dati e riflessioni provenienti da ricerche nazionali e internazionali e da esperienze precedenti di collaborazione con operatori sanitari, anche attraverso focus group con donne migranti, mediatori culturali ed esperti della salute riproduttiva. I testi sono stati sottoposti a una semplificazione (sintattica e lessicale) volta a facilitarne la comprensione e la traduzione. Il percorso di traduzione è stato garantito da curricula di qualità, da una revisione da parte di un secondo traduttore e da un pre-test di comprensibilità e correttezza attuato su un gruppo di donne migranti del territorio, potenziali destinatarie del messaggio veicolato. c. Pubblicazioni inerenti il progetto e le tematiche trattate.

Le azioni ideate e realizzate sono state le seguenti: a. Percorso formativo per la promozione dell’offerta attiva dei servizi accreditato in Area Vasta. Sono stati organizzati degli incontri periodici a livello di Area Vasta per lo scambio di esperienze e competenze, la condivisione di strumenti concettuali e metodologici e l’identificazione di buone prassi per la promozione della salute delle donne straniere. Considerata la valenza formativa di questi incontri, oltre a quella di supporto tecnico e di valorizzazione e rafforzamento dell’esperienza di rete, l’intero percorso è stato accreditato come formazione di Area Vasta e si è sviluppato in più mesi attraverso una serie di incontri, tra cui uno aperto ai rappresentanti delle associazioni di migranti presenti sugli specifici territori, per la condivisione degli obiettivi dell’intervento e il confronto sulle strategie appropriate per promuovere la salute delle donne straniere, in un’ottica di sperimentazione dell’offerta attiva dei servizi. 66

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Titolo Progetto

ReSISTo - Rete di sportelli informativi per stranieri in Toscana

Regione / Ente proponente Regione Toscana (settore immigrazione) ed Anci Toscana

Regione / Ente proponente Regione Liguria. Settore Politiche dell’Immigrazione, dell’Emigrazione e Cooperazione allo sviluppo

Seconde generazioni

Titolo Progetto

Obiettivo

Velocizzare le pratiche delle domande di rinnovo e rilascio dei permessi di soggiorno attraverso la precompilazione elettronica.

Promuovere l’inclusione socio lavorativa dei cittadini stranieri, in particolar modo della fascia giovane, maggiormente esposta a rischio di esclusione.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto ReSISTo – Rete di Sportelli Informativi per Stranieri in Toscana - ha previsto la realizzazione di un modello complesso e organizzato in grado di promuovere e incentivare la capillare diffusione dei servizi per i cittadini stranieri nella nostra regione.

Nel 2007 la Regione Liguria ha avviato la sperimentazione del progetto a titolarità delle province liguri. Ogni provincia, sulla base delle specificità proprie di ciascun territorio, ha sviluppato politiche di integrazione che utilizzano differenti strumenti, strutturandoli a seconda delle proprie esigenze. In particolare, sono stati elaborati due sottoprogetti.

Descrizione

Su questo modello sperimentale che ha visto il coinvolgimento, con la scorsa edizione, di 126 comuni, è stato possibile incentivare a livello regionale un sistema di coordinamento che sostenga la rete degli sportelli, promuova i servizi offerti e favorisca la raccolta e diffusione delle informazioni. Grazie al progetto i soggetti aderenti hanno potuto presentare e realizzare progetti specifici sul proprio ambito territoriale, usufruire di un servizio di assistenza di “secondo livello” per consulenze specifiche e risoluzione dei casi più complessi e di un percorso formativo tenuto da docenti dell’Università di Firenze e di Pisa.

Il primo, “Prevenzione della devianza e interventi di inclusione socio lavorativa nei confronti dei giovani stranieri presenti sul territorio ligure”, si è sviluppato nelle Province di Genova (Ente Capofila), La Spezia, Savona. Per questo progetto sono state individuate tre linee di intervento: - azioni che favorissero la qualificazione professionale e l’inserimento lavorativo dei giovani stranieri; - attivazione di percorsi di formazione “on the job rivolti agli operatori dei Centri per l’Impiego” ; - sistematizzazione della rete dei servizi per il supporto sociale, educativo, formativo. Il progetto ha previsto un forte coinvolgimento della rete rappresentativa di istituzioni,associazioni, rappresentanti delle comunità di immigrati maggiormente presenti sul territorio provinciale che per competenze e funzioni sono in maggior misura vicini alle problematiche legate ai giovani stranieri,al fine di favorire la pianificazione di interventi contestualizzati all’interno di un sistema di riferimento istituzionale integrato. L’identificazione e la proposta dei nominativi delle persone da accogliere nei percorsi di inserimento lavorativo avviene tramite candidatura da parte dei soggetti segnalatori della rete e i percorsi di inserimento sono stati realizzati presso i Centri per l’impiego provinciali. Gli operatori (orientatori e mediatori interculturali) dei Centri per l’impiego,sono stati accompagnati nell’attività di inserimento socio – lavorativo da un’azione di formazione, basata su “incontri informativi/formativi” e attività di “problem solving” con l’obiettivo di sperimentare metodologie di lavoro comuni, costituire una “comunità di apprendimento” fra tutti gli operatori delle Province coinvolte, fornire elementi di approfondimento e di aggiornamento su tematiche inerenti ad aspetti specifici legati al tema dell’immigrazione e sviluppare una specifica competenza finalizzata alla realizzazione dei percorsi di reinserimento sociolavorativo rivolti al target specifico. Il secondo sottoprogetto, “Info.La.Im.”, rivolto a giovani immigrati, uomini e donne, in cerca di occupazione e/o di inserimento in percorsi formativi per acquisire nuove competenze al fine di entrare nel mondo del lavoro, è stato realizzato nella Provincia di Imperia ed era finalizzato alla creazione di un “info point”. La Provincia ha istituito un numero verde, attivo 3 volte alla settimana, con un mediatore linguistico in grado di dare una prima informazione sui servizi, con particolare riferimento al mondo del lavoro e dell’istruzione e della formazione.

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Titolo Progetto

Lanterne amiche

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Assessorato alla Coesione e alla Sicurezza Sociale. Comune di Reggio Emilia

Obiettivo

Il fine del progetto di ricerca e intervento sulla comunità cinese presente nel comune di Reggio Emilia, è stato quello di entrare in relazione con la comunità cinese presente sul territorio, conoscerne la realtà, capirne le logiche di insediamento e di organizzazione interna, stimolare e promuovere la partecipazione alla vita sociale cittadina, individuare le azioni e strategie per favorirne l’integrazione, coinvolgerla nelle occasioni di scambio e comunicazione interculturale.

Descrizione

La parte del progetto relativa alla ricerca è stata realizzata da CERISS (Centro di Ricerca sullo Sviluppo Sociale) tra Ottobre 2006 e Settembre 2007 ed ha coinvolto sia i rappresentanti dei servizi della città maggiormente a contatto con la comunità cinese che oltre 170 immigrati cinesi di Reggio Emilia. Le informazioni raccolte, attraverso 25 interviste dirette e circa 150 questionari, coprono vari aspetti dell’organizzazione interna della comunità cinese e del rapporto tra immigrati cinesi, servizi e città. La ricerca è stata articolata in tre sezioni: - “Fotografia di una comunità”, raccolta dei principali dati e caratteristiche della comunità cinese; -“Città, servizi ed istituzioni”, analisi del rapporto tra immigrati cinesi, territorio e servizi cittadini; - “Appartenenza cinese e diversità culturale”, riflessione dal punto di vista degli studi sulla multiculturalità e sulla comunicazione interculturale. Il materiale e i dati così raccolti ed elaborati, gli elementi di conoscenza acquisiti hanno costituito la base su cui l’Amministrazione Comunale ha potuto elaborare proposte di intervento volte alla facilitazione del rapporto tra la comunità cinese presente nella città di Reggio Emilia, i servizi e, in senso più ampio, il territorio e gli stessi cittadini. Gli ambiti specifici di intervento sono stati i seguenti: - superamento delle barriere linguistiche: attività formative dirette all’accrescimento delle competenze linguistiche; - mediazione interculturale: rese sistemiche le attività di mediazione già presenti sul territorio; - prevenzione del disagio, dei comportamenti a rischio e della devianza giovanile: interventi specifici volti al coinvolgimento dei giovani cinesi attraverso laboratori extra-scolastici in ambito tecnologico, artistico e sportivo; - multiculturalismo e cittadinanza: attraverso la biblioteca è stato incentivato l’acquisto di libri e film bilingui cinese/italiano ed inoltre sono stati organizzati brevi corsi di cinese di base accessibili ai cittadini reggini.

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IMPRESA


Titolo Progetto

MIP - Mettersi in proprio

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Provincia di Torino

Obiettivo

Supportare la creazione di nuove imprese mediante un insieme di azioni volte a diffondere una cultura imprenditoriale, a stimolare la nascita di idee d’impresa e a favorire la creazione e lo sviluppo di nuove attività di successo.

Descrizione

Mip è promosso dalla Provincia di Torino e si rivolge a soggetti, uomini e donne, inoccupati e occupati, residenti o domiciliati nella regione Piemonte che intendono realizzare una nuova iniziativa imprenditoriale con sede operativa nella provincia di Torino. Le azioni in cui è articolato Mip, e che sono curate dalla Provincia di Torino, sono: - Azione 1: Supporto all’imprenditorialità (interventi di sistema) - Azione 2: Servizi consulenziali (assistenza ex ante) - Azione 3: Tutoraggio (assistenza ex post) 1) Supporto all’imprenditorialità. Si tratta di interventi di sistema di tipo trasversale che interessano il pubblico interessato al servizio. Le attività possono consistere in: organizzazione degli sportelli, coordinamento e valutazione, eventi di animazione e concorsi on line, sito internet, eventuali studi e ricerche, networking (ad esempio: Club degli imprenditori Mip). 2) Servizi consulenziali. Comprende le attività rivolte agli aspiranti imprenditori: - Preaccoglienza: primo contatto attraverso numero verde o sito internet con le persone interessate all’avvio di una nuova attività imprenditoriale da insediare in provincia di Torino. - Accoglienza: consulenza finalizzata a individuare gli elementi essenziali dell’idea/progetto d’impresa. - Accompagnamento e sviluppo business plan: consulenza e affiancamento di un tutor per verificare la fattibilità del progetto imprenditoriale e supportare nell’elaborazione del business plan. Il piano d’impresa sarà sottoposto a validazione a cura dall’Amministrazione Provinciale. - Interventi di aggiornamento: moduli formativi di breve durata che completano il percorso di accompagnamento e consentono di acquisire competenze utili alla gestione dell’impresa. - Start up dell’impresa: attività, successiva alla validazione del business plan, che supportza la neo impresa. 3) Azione 3 – Tutoraggio: L’Azione 3, della durata massima di 36 mesi dall’avvio, è riservata alle imprese create grazie al percorso di cui all’Azione 2 e concluso con la validazione del progetto imprenditoriale da parte dell’Amministrazione Provinciale. Il tutoraggio è la consulenza volta ad affiancare i neoimprenditori nei primi anni di attività supportandoli nella valutazione dell’andamento dell’impresa e nell’individuazione di opportunità di finanziamento/agevolazioni. Le iniziative imprenditoriali che hanno ottenuto la validazione del business plan potranno inoltre usufruire, una volta concretizzate in impresa, di specifiche agevolazioni erogate sia a sostegno del reddito dell’imprenditore che a copertura delle spese di avvio e degli investimenti (un’apposita sezione di questo sito è dedicata ai finanziamenti).

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Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Firenze in collaborazione con la regione Toscana, la provincia di Firenze e la CCIAA di Firenze.

Incubatore Firenze

Titolo Progetto

“L’incubatore Firenze” si propone di dare un aiuto concreto alla nascita e allo sviluppo competitivo di nuove imprese hi-tech nel proprio territorio, fornendo servizi, consulenze, infrastrutture tecnologiche e multimediali in modo da consentire alle neonate aziende di muovere i primi passi per potersi consolidare nel mercato. L’Incubatore non si limita però ad accogliere gli aspiranti imprenditori, ma considera parte integrante della sua mission l’attività di scouting di idee e progetti, volta ad agevolare l’emersione di idee di business dal mondo della ricerca universitaria o delle imprese già sul mercato, valutare i progetti imprenditoriali innovativi che possono avere probabilità di successo, supportare l’avvio e la crescita delle imprese, aiutandole a nascere e svilupparsi in un ambiente stimolante, formare gli imprenditori e favorire la cultura di impresa, agevolare l’incontro fra impresa e investitori.

Obiettivo

Le aziende e gli imprenditori possono essere supportati da Incubatore Firenze a vari livelli, sulla base dello stadio a cui l’impresa si trova e delle diverse modalità di ammissione ai servizi. La Preincubazione è un periodo di formazione e supporto per gli aspiranti imprenditori, con l’obiettivo di valutare la reale fattibilità dei progetti d’impresa, per aiutarli ad acquisire una maggiore familiarità con la cultura aziendale e alla predisposizione del Business Plan. In questa fase vengono offerti servizi di: - Formazione imprenditoriale di base; - Tutoraggio per la predisposizione del Business Plan; - Consulenze specialistiche.

Descrizione

Una volta che l’azienda è stata creata è possibile scegliere il servizio di Incubazione che comporta: - Assegnazione di un locale completamente attrezzato di dimensione variabile per il collocamento della sede legale e di una unità operativa; - Formazione imprenditoriale avanzata; - Tutoraggio per la revisione del Business Plan; - Consulenze specialistiche. L’ Aggregazione è infine rivolta ad aziende non inserite nella struttura che usufruiscono dei servizi comuni e del supporto allo sviluppo delle attività d’impresa, come: - Formazione imprenditoriale avanzata; - Tutoraggio per la revisione del Business Plan; - Consulenze specialistiche.

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Previsione Finanziaria Per l’attività ordinaria il Comune di Firenze stanzia annualmente le risorse per la gestione. L’acquisto dei locali dell’Incubatore è stato finanziato, mediante i fondi della Legge Bersani per le aree a degrado urbano.


Titolo Progetto

Misure contro la crisi

Obiettivo

Sostegno alle piccole e medie imprese per fronteggiare la crisi economica.

Difendere l’occupazione, la coesione sociale, il sostegno allo sviluppo.

Obiettivo

Descrizione

La Provincia di Roma ha messo a punto un pacchetto di misure anticrisi a sostegno del sistema produttivo del territorio, attraverso un protocollo di intesa con le associazioni degli imprenditori. Con un contributo da 2 milioni di euro attraverso i Confidi, l’Amministrazione provinciale finanzia e sostiene la possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese, liberando risorse per circa 90 -100 milioni di euro. Il pacchetto contro la crisi per le piccole medie imprese comprende una riduzione dei costi per accedere ai fondi di garanzia per consentire l’aumento del capitale sociale, consolidare l’indebitamento, pagare tredicesime e quattordicesime mensilità ai lavoratori, realizzare investimenti in innovazione tecnologica e risparmio energetico, adeguare le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro.

Una misura anticrisi a favore dei figli di lavoratori in disoccupazione. La Giunta regionale ha approvato una delibera che attribuisce un contributo ‘una tantum’ agli iscritti all’università che sono figli di lavoratori, residenti nelle Marche, in disoccupazione da almeno tre mesi certificata dai Centri per l’Impiego, in mobilità o in cassa integrazione straordinaria.

Descrizione

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

L’Amministrazione provinciale ha messo, inoltre, a disposizione del sistema bancario una parte della propria giacenza di cassa destinata alla liquidazione dei pagamenti dei fornitori per gli anni 2010-2011. Gli istituti di credito che offriranno a costi minori le anticipazioni su fattura alle imprese fornitrici dell’Ente, potranno contare sia sulla certezza della data di pagamento delle singole fatture, sia sul rilascio di un mandato irrevocabile all’incasso da parte della Provincia.

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Regione / Ente proponente Regione Marche. Giunta regionale

Sostegno agli studi dei figli di lavoratori in disoccupazione

Per l’accesso al contributo, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del nucleo familiare non potrà superare il limite di 30 mila euro con riferimento alle dichiarazioni dei redditi 2009, periodo di imposta 2008. Possono presentare domanda di contributo gli studenti universitari residenti nelle Marche ed iscritti all’anno accademico 2009/2010 a: corsi di laurea di primo livello; di secondo livello, a ciclo unico/magistrale presso Università e Afam delle Marche o di altre Regioni, fiscalmente a carico dei genitori. La compilazione sarà attiva a partire dal 01/03/2010 e fino al 25/03/2010

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Titolo Progetto


Titolo Progetto

Accordo per il sostegno delle imprese artigiane e il rilancio dell’economia regionale

Regione / Ente proponente Regione Marche. Assessorato alle attività produttive e al Lavoro.

Regione / Ente proponente Regione Umbria

Imprendi la tua idea

Titolo Progetto

Obiettivo

Piano di intervento messo in campo per affrontare la crisi, tutelare le imprese ed il lavoro con fondi di sostegno, ammortizzatori sociali, sostegni alla garanzia per il credito.

Assistenza per piani di impresa

Obiettivo

Descrizione

Negli ultimi dieci anni le Marche hanno registrato la più alta crescita del Pil in Italia, il 18,2% contro la media nazionale del 12,8%. Per continuare ad avere una crescita superiore alla media italiana nasce questo accordo che rappresenta una svolta nei rapporti tra la Regione e le Associazioni dell’artigianato e piccole e medie imprese, Piano delle infrastrutture, difesa del made in Italy, distretto della Domotica, riduzione della pressione fiscale con l’azzeramento dell’Irap per le imprese che assumono. L’intesa trova la sua prima applicazione concreta con l’attuazione delle cabine di regia provinciali per l’attuazione dell’Accordo per il sostegno delle imprese artigiane e il rilancio dell`economia regionale, sottoscritto il 30 novembre 2009 tra Regione, Confartigianato e Cna regionali. Un accordo a largo raggio che tocca gli aspetti fiscali, la creazione d’impresa, la formazione imprenditoriale e tecnica, l’internazionalizzazione, maggiori risorse per l’innovazione ed investimenti e che pone le basi per il sostegno ed il rilancio del comparto, con effetti, vista la consistenza del settore nella regione, sull’intera economia regionale. L’accordo prevede un tavolo di confronto con le delegazioni provinciali delle associazioni artigiane Cna e Confartigianato e un piano di investimenti sull’economia reale, sull’innovazione competitiva del manifatturiero, una scelta confermata anche nel bilancio di previsione 2010:. L’Accordo per il sostegno delle imprese artigiane e il rilancio dell’economia contiene, inoltre, impegni molto concreti, da realizzare nel corso del 2010: misure per il credito, per il sostegno agli investimenti delle imprese, per la formazione. E proprio in merito alla formazione, presto nasceranno nelle Marche tre Istituti tecnici superiori specifici: uno sulla calzatura, uno sulle politiche energetiche, uno sull’internazionalizzazione. I fondi messi a disposizione dalla Regione sono di 600mila euro divisi tra artigiani (70% delle risorse) e piccole e medie imprese industriali, restante 30%. Le agevolazioni rientrano nell’ambito della legge regionale 20 del 2003 (testo unico su industria, artigianato e servizi).

Il progetto “Imprendi la Tua Idea”, attualmente concluso è stato attivato da Sviluppumbria con il sostegno del FSE, in attuazione delle indicazioni della L.R. 12/95. Si trattava di un progetto voluto dalla Regione dell’Umbria, che consentiva a tutti i giovani umbri di acquisire gratuitamente le informazioni, i supporti formativi e di assistenza tecnica necessari alla formulazione dei piani d’impresa, che consentono l’accesso ai benefici della L.R. 12/95. Questo grazie ad una rete di 11 sportelli, distribuiti su tutto il territorio regionale (e anche consultabile sul sito di Imprendilatuaidea).

Descrizione

Previsione Finanziaria 600mila euro divisi tra artigiani (70% delle risorse) e piccole e medie imprese industriali, restante 30%. Le agevolazioni rientrano nell’ambito della legge regionale 20 del 2003 (testo unico su industria, artigianato e servizi).

Ogni sportello era dotato di attrezzature e sussidi didattici informatizzati interattivi, messi in rete con una struttura di servizio centrale. Il servizio si avvaleva di moduli didattici informatizzati in autoistruzione, di un simulatore d’impresa – assoluta novità didattica informatizzata –disponibili in Cd Rom distribuiti gratuitamente presso gli 11 sportelli, e di un campus che consentiva di fare domande on line al tutor remoto. La definizione del Piano d’Impresa era supportata, inoltre, da moduli di formazione personalizzata e da un voucher (credito formativo) che, i giovani portatori di idee imprenditoriali fattibili, potevano spendere per acquisire le prestazioni di specialisti negli ambiti progettuali individuati come critici per i singoli specifici progetti.

Gli incentivi previsti dalla Regione Marche sono diretti alla prevenzione e riduzione dell’impatto ambientale, alla promozione e distribuzione commerciale, alla costituzione di reti tra imprese, anche tramite collegamenti telematici. Ed ancora, contributi per la realizzazione di programmi di ricerca scientifica, tecnologica e per l’aggiornamento nel campo delle tecniche gestionali. Rientrano nelle spese ammissibili quelle per il personale dipendente, le spese per attrezzature e strumentazioni acquistate appositamente per lo svolgimento delle attività progettuali, consulenze relative all’attività di ricerca e altri costi di esercizio. Inoltre, i progetti devono coinvolgere più della metà delle imprese associate a ciascun consorzio. Vengono finanziati gli interventi che prevedono spese ammissibili non inferiori a 52mila euro, limite valido per i consorzi di imprese industriali, 26mila euro, per i consorzi di imprese artigiane. Per quanto riguarda la decorrenza delle spese, sono ammesse quelle sostenute o da sostenere durante tutto il 2009.

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INNOVAZIONE


Titolo Progetto

Noi insieme

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Quarrata

Regione / Ente proponente Regione Veneto. Comune di Vicenza in collaborazione con il parlamento europeo.

Europetition

Titolo Progetto

Obiettivo

Coinvolgere i cittadini nella stesura del regolamento di Partecipazione del comune di Quarrata, prendendo spunto dalle loro idee e proposte.

Consentire ai cittadini che si trovano in diverse parti del paese di mettersi in contatto e condividere petizioni. Le petizioni sono messe a disposizione nella lingua locale e i cittadini possono utilizzare il sito per trovare altre persone che abbiano i loro stessi interessi in altri paesi e che vogliano supportare la petizione.

Obiettivo

Descrizione

A Quarrata il percorso di partecipazione si svolgerà da febbraio a luglio e ha in calendario una serie di attività preparatorie e di informazione e alcune occasioni pubbliche a cui è invitata a partecipare tutta la cittadinanza.

Il progetto EuroPetition renderà più facile il processo della petizione al Parlamento Europeo su argomenti Pan-Europei quali l’ambiente, le infrastrutture, ecc.. Renderà più semplice la collaborazione dei cittadini europei sulla stessa petizione, aumentando in questo modo l’efficacia della petizione stessa.

Descrizione

Nella fase preparatoria verranno effettuate una decina di interviste a esponenti di rilevo della comunità cittadina e quattro focus groups (gruppi di discussione) per alcune categorie di operatori sociali ed economici che conoscano bene il territorio e possano cominciare a tracciare le caratteristiche che il Regolamento della partecipazione del Comune potrebbe avere. L’insieme delle opinioni e delle indicazioni raccolte verrà riorganizzato in un piccolo opuscolo che verrà distribuito alla popolazione perché possa informarsi e cominciare a riflettere sulle tematiche in discussione. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare il 18 aprile ad una giornata di discussione che costituirà il cuore del percorso partecipativo. In quell’occasione saranno riuniti in piccoli gruppi e discuteranno del tema aiutati da moderatori esperti. Lo scopo della discussione è di identificare le linee guida, ovvero le indicazioni principali, che a parere dei cittadini dovrebbero essere inserite all’interno del Regolamento per la partecipazione del Comune di Quarrata. Successivamente il Consiglio Comunale esaminerà, e discuterà a sua volta, le indicazioni dei cittadini e provvederà ad approvare un vero e proprio Regolamento per la partecipazione. Il testo finale, approvato dal Consiglio, sarà presentato in pubblico il 1° luglio. In quell’occasione l’Amministrazione spiegherà quali indicazioni dei cittadini sono state recepite e motiverà eventuali discordanze rispetto ai suggerimenti espressi dai cittadini.

L’Ente che sperimenterà per l’Italia gli strumenti di petizione elettronica previsti dal progetto EuroPetition è il Comune di Vicenza assieme ai Comuni aderenti al Centro Servizi Territoriale Vicentino. Lo strumento EuroPetition messo a disposizione attraverso questo sito è stato concepito per trattare non solo petizioni europee anche petizioni locali. Le petizioni locali sono quelle che riguardano ambiti di competenza dell’Amministrazione Comunale. Tali petizioni, una volta conclusa la raccolta delle firme, saranno presentate al Comune di Vicenza per un esame ed una trattazione secondo quanto previsto dallo Statuto Comunale. Una petizione può nascere locale ma evolvere a petizione europea qualora fosse riconosciuta una valenza transnazionale. Il progetto EuroPetition è organizzato in gruppi di comuni in Spagna, Svezia, Italia, Inghilterra e Olanda.Ogni cittadino dell’Unione Europea, o residente in uno stato membro, può, in modo individuale o associandosi ad altri cittadini, sottoporre una petizione al Parlamento Europeo su un tema che ricada nel campo di azione dell’Unione Europea e che lo interessi direttamente. Ogni azienda, organizzazione o associazione che abbia la sede principale nell’Unione Europea può esercitare il suo diritto alla petizione che è garantito dal Trattato. Su può una petizione dal sito locale di EuroPetition. La petizione viene moderata da un membro del team di EuroPetition all’interno del Cluster per essere sicuri che la petizione rispetti le linee guida del sistema di petizione e per controllare che non ci siano già petizioni simili attive sul sistema. Una volta che la petizione diverrà attiva potrà essere condivisa con gli altri cluster e ti metterà in contatto con altre persone che condividono gli stessi interessi. Le discussioni si svolgeranno nella lingua locale e il Team di Progetto provvederà a mettere a disposizione degli estratti per la traduzione negli altri paesi al fine di far seguire la discussione anche negli altri paesi. Lo scopo del progetto è quello di dare vita ad una petizione europea nei territori dei partner.

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Titolo Progetto

Obiettivo

Descrizione

Pronto cantiere

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Pistoia

“ProntoCantiere” costituisce il tramite tra i cittadini e l’Amministrazione per quanto riguarda le segnalazioni relative a problemi legati alla quotidianità ed alle piccole cose e si inserisce all’interno di quel progetto più ampio della “Rete Partecipativa” attraverso cui l’Amministrazione Comunale, intende coinvolgere i cittadini nelle scelte di governo della città. L’ufficio attraverso un dettagliato sistema di report, controlla in tempo reale se, quando e come i lavori vengono eseguiti. Per quanto riguarda le risposte, gli interventi sono presi in carico e valutati al massimo nel giro di una settimana. In ogni caso, anche per le richieste a cui non può essere dato immediatamente corso, viene fornita una risposta contenente le motivazioni per cui non è possibile un pronto intervento, entro quindici giorni dal ricevimento della segnalazione. Il Gabinetto del Sindaco, classifica le segnalazioni ed i relativi interventi e redige report sull’attività svolta dall’Ufficio.

Il Capo Gabinetto del Sindaco, tramite il personale del proprio ufficio cura l’espletamento dei seguenti adempimenti: - aggiornamento e verifica periodica del data-base di gestione delle segnalazioni reclami; - organizzazione e gestione di riunioni periodiche per la verifica costante dello stato di attuazione nel progetto; - cura dell’attività formativa e di aggiornamento delle risorse umane coinvolte nel progetto; - contatti con le strutture interne dell’Amministrazione e con le Aziende esterne coinvolte nel progetto: Publiacqua, Publiambiente e Toscanaenergia in base alla competenza dell’intervento che deve essere eseguito; - verificare l’effettiva esecuzione dell’intervento tramite l’esibizione, di norma, di specifica documentazione.

L’obiettivo, avvalendosi anche del sistema di gestione dei reclami utilizzato dall’U.R.P. è quello di integrarsi nel piano di riorganizzazione complessiva dell’ente ispirato ai criteri del CRM, “Customer Relationship Management” rispondendo all’esigenza di ottenere informazioni attraverso cui personalizzare i servizi erogati rendendoli effettivamente aderenti alle esigenze degli utenti. Gli obiettivi riguardano inoltre: - Più tempestività negli interventi e nelle risposte al cittadino attraverso una squadra di pronto intervento e uno staff dedicato alle relazioni con la cittadinanza; - Attuazione delle tecniche di “citizen care” (presa in carico del problema da parte dell’Amministrazione) attraverso risposte rapide al cittadino per comunicare se l’intervento è possibile, quando sarà effettuato e come si è realizzato; - Assicurare la “chiusura” del contatto attraverso il canale comunicativo attivato dal cittadino (telefonata, lettera, e-mail) contenente l’esito dell’intervento ed il ringraziamento per la segnalazione.

La Segreteria del Sindaco, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, le Circoscrizioni e la Polizia Municipale svolgono la funzione di Front-Office del Progetto. Tutti gli Uffici sopracitati condividono lo stesso Data-Base, attraverso il quale si inseriscono i reclami dei cittadini, si può monitorare lo stato di avanzamento degli stessi e si possono trasmettere le segnalazioni al Cantiere Comunale, al Servizio Ambiente e alla Polizia Municipale.

il progetto si rivolge a cittadini e turisti: gli interventi si concentrano prevalentemente sul centro storico, dove le Circoscrizioni non hanno pertinenza di intervento, proprio al fine di migliorare la qualità della cura e del decoro di vie e piazze che oltre ad essere meta privilegiata dei turisti, rappresentano luoghi in cui i pistoiesi si identificano e di cui si sentono orgogliosi. L’attenzione che “ProntoCantiere” dedica per rendere la città più pulita e curata, in particolare nel centro storico, rappresenta il miglior deterrente nei confronti di comportamenti incivili da parte di cittadini e turisti oltre a costituire un significativo elemento per la creazione di una “comunità responsabile”. Con “ProntoCantiere” inoltre è possibile seguire percorsi più snelli e semplificati, evitando le lungaggini burocratiche, per la soluzione di tutti i piccoli problemi legati alla quotidianità. L’ufficio avvalendosi anche del sistema informatico di gestione dei reclami utilizzato dall’U.R.P. utilizza i criteri del CRM, “Customer Relationship Management” rispondendo all’esigenza di ottenere informazioni attraverso cui personalizzare i servizi erogati rendendoli effettivamente aderenti alle esigenze degli utenti. Sono state svolte riunioni preliminari in cui si sono definite in maniera puntuale: le competenze per ogni tipologia di intervento, le modalità operative (in particolare: i tempi di esecuzione, il sistema dei singoli report, il monitoraggio periodico). E’ stato redatto un manuale di procedure operative e sono state svolte due giornate formative che hanno visto la partecipazione dei dipendenti dell’U.R.P., Cantieri Comunali, Servizio Lavori Pubblici, Comando di P.M., Servizio Verde Pubblico, Ufficio Igiene Ambientale e Circoscrizioni. Almeno una volta al mese vengono organizzati incontri periodici nei quali sono esaminati i problemi più difficili da risolvere, assegnate le rispettive competenze, valutati i tempi e le priorità d’intervento in base alle segnalazioni pervenute oltre a compiere un monitoraggio sull’attività svolta, sulle criticità emerse e sulle eventuali varianti necessarie al miglior funzionamento del progetto. 82

Gli operatori del Front-Office (Segreteria del Sindaco – URP - Circoscrizioni) raccolgono le segnalazioni e gestiscono la procedura. Gli operatori di Back-Office (Servizio Igiene Ambientale – PM - Cantiere Comunale) pianificano il lavoro a distanza, automatizzando le procedure di notifica dell’avvenuto intervento, e mantengono un filo diretto con gli operatori di Front-Office per consentire il continuo e reciproco aggiornamento della situazione segnalata. Grazie a ciò “Pronto cantiere” ha ottenuto numerosi riconoscimenti: l’Oscar per l’innovazione nell’ambito dell’edizione 2005 della rassegna “Dire&fare” dedicata all’efficienza nella Pubblica amministrazione; il premio 2006 da parte della Regione Toscana come migliore esempio di buone pratiche d’innovazione amministrativa; la segnalazione nell’ambito dei “Cantieri per il cambiamento nelle amministrazioni pubbliche” organizzato dal Dipartimento nazionale della funzione pubblica, il premio conferito alle Buone Pratiche Amministrative da Cittadinanzattiva. Nel progetto Pronto Cantiere sono coinvolti i dipendenti dei servizi: - cantiere comunale; - ufficio relazioni con il pubblico; - ufficio del sindaco; - ufficio igiene ambientale; - circoscrizioni; - polizia municipale. E’ compito dei responsabili dei suddetti servizi individuare i dipendenti necessari al funzionamento del progetto e assegnare i relativi incentivi, a seconda dell’effettiva partecipazione del dipendente alle attività di Prontocantiere.

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Titolo Progetto

Anagrafe degli eletti

Regione / Ente proponente Regione Veneto. Comune di Padova. Giunta comunale

Obiettivo

L’Anagrafe degli eletti è una nuova sezione del sito ufficiale del Comune di Padova, prevista dalla deliberazione di Giunta comunale n. 575 del 29/09/2009, finalizzata ad agevolare il diritto di accesso e di informazione dei cittadini sulle attività istituzionali di Sindaco, Vice Sindaco, Assessori, Presidente del Consiglio e componenti del Consiglio comunale.

Descrizione

Per ogni “eletto” è possibile consultare sotto forma di scheda nominativa: • carica istituzionale; • appartenenza politica; • contatti (indirizzo, orari, telefono, e-mail); • curriculum vitae; • video delle interrogazioni presentate dai consiglieri nelle sedute di Consiglio comunale; • video delle mozioni discusse in Consiglio, approvate e respinte; • deliberazioni consiliari delle mozioni approvate; • presenze in Consiglio dei consiglieri e relativi gettoni; • deliberazioni di Consiglio e di Giunta presentate dagli Assessori e dal Sindaco; • presenze in Consiglio degli Assessori; • indennità mensile percepita dagli Assessori. L’obiettivo del progetto è quello di aprire le porte del Palazzo comunale ai cittadini, mettendo a disposizione in maniera organica tutte le informazioni disponibili nei vari uffici e rendendole consultabili online per una maggiore garanzia di trasparenza e di buona amministrazione dell’Ente.

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Assessorato alle Politiche finanziarie e di bilancio della provincia di Roma

Assistenza Derivati

Il progetto punta alla conoscenza, allo studio ed all’analisi delle operazioni finanziarie in strumenti derivati effettuate dai Comuni della Provincia e in particolare da quelle piccole e medie amministrazioni che più difficilmente dispongono di professionalità per interloquire efficacemente con le banche di investimento. Il progetto, inoltre, ha lo scopo di fornire un supporto ai Comuni per la valutazione delle operazioni in strumenti derivati, stipulati dagli stessi, con particolare riferimento agli adempimenti previsti dall’art. 62, comma 8 del d.l. 112/2008, consistente nella redazione di una nota informativa sui derivati da allegare al bilancio e al consuntivo.

Obiettivo

L’analisi consiste in una relazione finanziaria sul contratto contenente tutti i dati necessari alla compilazione della nota informativa, oltre ad una sintetica analisi della documentazione contrattuale alla luce della normativa vigente in materia di derivati volta ad evidenziare le eventuali criticità per il Comune interessato.

Descrizione

La Provincia di Roma negli ultimi anni ha maturato significative esperienze nell’ambito della individuazione e attuazione della strategia finanziaria, nonché nell’ambito della gestione del debito, e intende adesso condividerle con i soggetti del proprio territorio, sviluppando attivamente la funzione di assistenza tecnica ed amministrativa agli enti locali assegnatale dalla legge. In particolare il Dipartimento II Servizio 3 area Finanza ha acquisito una particolare expertise nella gestione attiva dell’ indebitamento comprendente la valutazione delle posizioni finanziarie, nel calcolo del market value delle operazioni di finanza innovativa, nell’analisi di output, nelle analisi dei rischi/rendimento dei prodotti finanziari presenti sul mercato e rivolti agli Enti Locali.

L’aggiornamento sarà settimanale e riguarderà le attività svolte durante tutta l’attuale legislatura a decorrere da luglio 2009. Trattandosi di progetto pilota a livello nazionale, si prevede un periodo di sperimentazione di tre mesi.

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Titolo Progetto

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Titolo Progetto

Soluzione “Riuso”. Il Sistema Informativo Integrato

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Assessorato alle Politiche finanziarie e di bilancio della provincia di Roma

Regione / Ente proponente Comune di Modena - Settore Partecipazione

Bilancio partecipativo

Titolo Progetto

Obiettivo

Legautonomie e Provincia di Roma hanno siglato un protocollo d’intesa per rendere disponibili a tutti gli enti locali, attraverso la pratica del riuso, soluzioni tecnologiche per la gestione innovativa della finanza e delle relative procedure amministrative.

Mettere in pratica un’idea forte e inclusiva di cittadinanza, promuovendo la partecipazione attiva e diffusa alla vita della comunità.

Obiettivo

Descrizione

In particolare, la Lega delle Autonomie si impegna a diffondere la conoscenza delle soluzioni tecnologiche elaborate ed applicate dalla Provincia di Roma ed in particolare di quanto realizzato all’interno della Ragioneria Generale.

Dal 2005 il Comune di Modena ha condotto una sperimentazione di bilancio partecipativo con il coinvolgimento attivo delle quattro Circoscrizioni. Ogni anno i cittadini sono stati coinvolti nella definizione delle priorità di intervento sui temi relativi alla sicurezza e alla vivibilità della città e alla manutenzione e alla qualità urbana.

Descrizione

L’ideazione, progettazione e realizzazione dei gestionali informativi nasce dall’esigenza di “mettere a sistema” la lavorazione dei flussi documentali e la gestione delle informazioni aventi rilevanza finanziaria. I due gestionali informatici, nella loro qualità di strumenti operativi, concorrono al miglioramento dell’attività amministrativa rispondendo ad alcuni criteri omogenei di ideazione: - Condivisione di un unico ambiente di lavoro; - Semplificazione dei flussi documentali mediante accesso diretto alle informazioni amministrative e contabili; - Automatismi nella generazione delle scritture contabili; - Standardizzazione di tipologie di provvedimenti mediante modelli e percorsi fruibili trasversalmente da tutta la struttura amministrativa; - Trasparenza del procedimento istruttorio e discrezionale di formazione dei provvedimenti amministrativi in una banca dati condivisa e accessibile dove sia contenuto, per ogni fase, il concorso e l’apporto degli operatori responsabili.

Attraverso assemblee pubbliche, incontri di comunità e successivi tavoli tecnici in ogni Circoscrizione, i residenti hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio parere ed esercitare la cosiddetta cittadinanza attiva su temi a loro vicini. Alla fine di ogni anno gli interventi realizzati o in fase di realizzazione sono stati presentati al pubblico in incontri pubblici con la partecipazione di tecnici e amministratori.

La rispondenza a tali caratteristiche rende gli strumenti realizzati idonei ad innovare ed ottimizzare l’attività amministrativa, eliminando lentezze e rigidità interne connaturate ad un approccio “burocratico” ormai inadeguato e a porre le condizioni per un efficace orientamento al risultato nell’impiego delle risorse disponibili.

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Titolo Progetto

Cronache dal consiglio

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Comune di San Giovanni in Persiceto

Obiettivo

Gli obiettivi sono sostanzialmente due. Il primo è riavvicinare la gente alle buone pratiche di politica locale e aumentare la partecipazione sulle decisioni che riguardano la propria comunità. Il secondo, invece, è un obiettivo fondamentale di informazione e comunicazione. Grazie a questo strumento, infatti, i consiglieri del Partito democratico intendono far conoscere le numerose iniziative messe in campo dall’amministrazione comunale, che non poche volte purtroppo passano nel silenzio.

Descrizione

L’idea è molto semplice: fornire ai cittadini un resoconto tempestivo delle singole sedute del Consiglio comunale, per informarli sulle decisioni che di volta in volta vengono prese a favore della comunità. I resoconti , scritti nella maniera più chiara e scorrevole possibile (con anche alcune note ironiche), tentano di spiegare i motivi alla base delle varie votazioni favorevoli o contrarie delle forze politiche, oltre a dare alcuni approfondimenti su come funziona la “macchina comunale” (ad esempio quali sono i poteri del Consiglio, le prerogative degli assessori, le funzioni del sindaco: tutti temi utili al cittadino che normalmente non ne è a conoscenza). I resoconti vengono inviati di volta in volta via email a un indirizzario aperto a tutti coloro che intendono iscriversi. In più, sono pubblicate sul sito pdpersiceto.net e vengono distribuite in versione cartacea in vari punti del paese. Si vuole quindi trasmettere il messaggio dell’importanza delle decisioni del Consiglio comunale e del ruolo che il Partito democratico locale svolge a favore della comunità.

Regione / Ente proponente Liguria. Comune di Genova - Assessorato all’Innovazione

Genova città digitale

Il progetto propone di dotare la città di una sorta di “prateria informatica” in cui tutti gli utenti, genovesi e non, possano far accedere i loro strumenti informatici, mentre l’amministrazione comunale fa da regista. Non solo le imprese o la ricerca sono destinatarie del Progetto: tutti possono avere la possibilità di accedere ai servizi in maniera gratuita, con un dialogo diretto tra Comune e cittadini, la diffusione di informazioni e notizie, la prenotazione di servizi, la gestione delle emergenze e della sicurezza, particolarmente sentita in una città dove il numero degli anziani è altissimo. Genova Città Digitale consente di mettere in rete informazioni e servizi in arrivo da altri enti - dai trasporti alla sanità, dal fisco all’università - per garantire ai cittadini il massimo dell’accessibilità ai servizi e all’informazione. Il progetto non mira soltanto a dotare la città metropolitana di una rete wireless gratuita, per quanto attiene ai servizi di pubblica utilità, di nuova generazione e di alte prestazioni; significa anche e soprattutto mettere in condizione Genova di possedere una infrastruttura “immateriale” ma di enorme peso, al passo con i tempi, cerniera e volano del suo sviluppo e della sua crescita civile ed economica. Genova Città Digitale ha caratteristiche esemplari perché riesce a essere una somma di tanti progetti, tutti ideati dall’amministrazione comunale per facilitare al pubblico l’accesso a nuovi servizi digitali.

Obiettivo

L’iniziativa realizza una rete metropolitana wireless ad alta velocità per Genova, utilizzando la tecnologia WIMAX perché cittadini, visitatori e turisti possano collegarsi, da qualsiasi punto del territorio cittadino, alla rete informativa utilizzando dispositivi diversi: dai computer portatili ai palmari, ai nuovi cellulari. Il progetto offre servizi a cittadini, imprese, studenti e turisti, attraverso le nuove tecnologie, creati e gestiti dall’amministrazione comunale. Con “Città Digitale” Genova diventa una delle vette d’innovazione della PA digitale.

Descrizione

Le principali azioni strategiche sono dirette a georeferenziare tutti i luoghi importanti della città, nell’ambito di un accordo con Google. Un primo frutto di questa intesa è il progetto Transit, a cui Genova è una delle prime città italiane a aderire. Sarebbe utile poter accedere a queste mappe e agli sportelli anche quando si è in giro per la città, e non solo da casa e dall’ufficio. Grazie a questo progetto, Genova è la prima amministrazione comunale ad avere creato uno spazio professionale su YouTube. Questo canale, aperto anche ai contributi degli utenti, contiene video per conoscere le bellezze e la storia di Genova. Il progetto dimostra il grande interesse che sta vivendo l’amministrazione comunale nei confronti delle nuove tecnologie e dei servizi web 2.0: oltre al canale su YOUTUBE, GENOA MUNICIPALITY CHANNEL, l’amministrazione gestisce una pagina MY SPACES per la realizzazione del Primo Urban Hud al mondo ed è sbarcata anche su Facebook per completare la creazione di un social networking cittadino. E’ stato stretto, inoltre, un accordo con la Camera di Commercio locale per sviluppare insieme servizi di information technology e per aprire sportelli unici online per tutte le pratiche che riguardano le imprese.

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Titolo Progetto

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Titolo Progetto

Progetto Wifi

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

Zero digital divide

Titolo Progetto

Obiettivo

L’idea di base è quella di unire le risorse e condividere i benefici con altre reti pubbliche di biblioteche, istituzioni, centri sociali, centri sportivi e ricreativi.

Combattere concretamente il digital divide e favorire l’accesso ad internet.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto Provincia WIFI consiste nell’installazione in piazze, biblioteche e luoghi di ritrovo del territorio provinciale di apparati per l’accesso gratuito ad Internet. Il progetto nasce come il primo nucleo autorevole di una rete federata a cui possano connettersi anche reti di privati o di altre istituzioni. Non solo creare quindi punti di accesso gratuiti ad internet, ma fornire la connessione a reti di servizio come ad esempio quella delle Università di Roma, dando modo agli studenti di collegarsi alla rete wi-fi della propria università anche senza venire a Roma.

Zero Digital Divide è un sito composto da tre strumenti principali con cui gli utenti possono contribuire all’azione della Provincia di Roma in materia di lotta al digital divide. La mappa delle misurazioni di banda, lo spazio delle segnalazioni e casi e la DD-pedia sono basate sull’uso “in scrittura” oltre che “in lettura” da parte degli utenti. La mappa delle misurazioni viene costruita a partire da misurazioni di banda compiute da utenti registrati dal loro computer. Nello spazio segnalazioni e casi è possibile inviare segnalazioni di problemi di divario digitale con un breve testo descrittivo (obbligatorio, altrimenti la segnalazione non va in pubblicazione) e, se opportuno o utile, anche localizzare sulla mappa la segnalazione. Le segnalazioni che saranno ovviamente pubbliche e leggibili da chiunque diventeranno la base dell’apertura di singoli “Casi” di divario digitale che l’amministrazione provinciale intende affrontare chiamando tutti i portatori di interesse coinvolti. Infatti, l’idea di fondo è quella di aprire dei focus su singole situazioni attraverso delle aree temporanee di discussione sugli aspetti specifici del Caso, moderate dall’amministrazione e che potrebbero anche prevedere incontri di persona, al fine di individuare, dove possibile, soluzioni al problema o quantomeno un quadro chiaro e il più possibile condiviso. La DD-Pedia è una mini wikipedia finalizzata alla comprensione dei fatti e delle parole del divario digitale con un’attenzione specifica sul contesto italiano e della nostra Provincia. Il fine è quello di fornire spiegazioni chiare e brevi di situazioni e frasi misteriose come “negativo rete” o “centrale satura”, con parole semplici, senza tecnicismi.

Descrizione

Per fare ciò sono state sottoscritte convenzioni con Comuni, CNR e vari Consorzi. Con il Consorzio Roma wireless e la Fondazione Mondo digitale, si stanno coprendo importanti piazze romane ed alcuni Centri Anziani. Sempre per la città di Roma, d’intesa con i Municipi, sono iniziati i lavori per installare altri 250 hot spot entro il 2010. Il progetto è aperto al contributo dei privati, esercizi commerciali e associazioni no profit, che possono installare gli access point nei loro locali e, nel rispetto delle norme di legge previste per l’accesso alla Rete, offrire un servizio ai loro clienti o associati.

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LAVORO


Titolo Progetto

Obiettivo

Descrizione

Informazioni e Contatti 20.000 per il 2009

Ricetta anticrisi

Regione / Ente proponente Regione Lombardia. Comune di Casorate Sempione (VA)

La crisi economica ha portato un considerevole numero di persone a rivolgersi ai servizi sociali comunali e soprattutto agli sportelli lavoro alla ricerca di una risposta alle esigenze contingenti. Si vede chi chiede per la prima volta il nostro aiuto: sono imbarazzati perché mai avrebbero creduto di rivolgersi al comune per risolvere una situazione personale. Ciò ha portato gli operatori dei Servizi Sociali del comune di Casorate Sempione a riflettere sulle risposte da dare e trovare alternative ai soliti aiuti (per lo più contributi in denaro), ma soprattutto riflettere su come rapportarsi con le persone. Si è partiti contattando la Caritas locale per uno scambio di informazioni sugli aiuti dati come fondo di solidarietà parrocchiale e comunale in modo da non intervenire sempre sui “soliti noti”. Il comune ha creato un suo fondo anticrisi con una parte di soldi arrivati dal Piano di Zona distrettuale. Per una parte del fondo si è optato di far assumere per tre mesi alcune persone disoccupate dalla cooperativa che ha in appalto la gestione del verde. Da questa misura però restavano fuori i cassaintegrati. Ecco quindi l’idea di acquistare i voucher lavoro occasionale di tipo accessorio dell’INPS. La finalità dei voucher lavoro è quella di regolamentare quelle prestazioni occasionali, che non sono riconducibili a contratti di lavoro in quanto svolte in modo saltuario. Sono garantite la copertura previdenziale INPS e quella assicurativa INAIL, però il lavoro accessorio non dà diritto alle prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, maternità, malattia, assegni familiari, ecc.), ma è riconosciuto ai fini del diritto alla pensione. La Legge n. 33/99 che ha modificato il comma 1, lettera d, art.70 del D.Lgs. n. 276/03 ha reso possibile anche a committenti pubblici di usufruire di lavoro occasionale di tipo accessorio ma solo per determinate prestazioni: manifestazioni sportive, culturali, fieristiche o caritatevoli e di lavori di emergenza o di solidarietà, manutenzione di edifici e pulizia parchi, rese direttamente dal prestatore senza il tramite di intermediari (si esclude quindi un rapporto che retribuisca lavoratori per prestazioni a favore di terzi come nel caso dell’appalto o della somministrazione). Si sono acquistati quindi i voucher cartacei (anche se si può optare per una procedura telematica) e, al termine del lavoro, si sono intestati al prestatore che ha incassato il denaro in posta. Va subito detto che questo tipo di scelta incide comunque sulle spese di personale di un comune, anche se effettivamente non si stipula alcun tipo di contratto e si è coperti da vertenze in caso di incidenti sul lavoro. Altro problema, questa volta per il prestatore, è la copertura previdenziale. E’ vero che il compenso è esente da ogni imposizione fiscale, non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato ed è totalmente cumulabile con trattamenti pensionistici e con qualunque ammortizzatore sociale ordinario o in deroga, ma questo tipo di contribuzione è versato in gestione separata INPS. In pratica questi lavoratori possono svolgere prestazioni di tipo accessorio, nel limite dei 3.000 euro annui interamenti cumulabili con il trattamento di sostegno percepito; per i corrispondenti periodi, l’INPS prevede a sottrarre la relativa contribuzione figurativa, e questo può diventare un problema molto rilevante, specie nei casi di prossimità al pensionamento. Infatti la contribuzione per il lavoro accessorio viene versata alla gestione separata, e non può dunque essere considerata sostitutiva di quella figurativa. L’esperienza fatta con dieci persone assunte sia tramite cooperativa che con lavoro accessorio è comunque stata utile. Si sono fatti lavori di piccole manutenzioni, soprattutto all’asilo nido, risparmiando tempo e denaro evitando di chiamare ditte esterne. Si sono utilizzate queste persone anche per spalare la neve a dicembre, per il taglio delle aiuole, ecc. Ciò ha permesso di monitorare le persone sul lavoro e capire più a fondo i tipi di intervento da fare. Per esempio alcuni di questi prestatori hanno avuto più fiducia in noi operatori e siamo stati in grado di far loro intraprendere un percorso di riqualificazione tramite la dote formazione della Regione Lombardia. Altri interventi sono stati fallimentari. Non abbiamo aiutato le “solite persone”, ma abbiamo dato risposte più dignitose dando soldi in cambio di lavoro. Ci siamo accorti che siamo in grado di instaurare rapporti diversi e di fare un minimo di consulenza. Il lavoro è faticoso: si esce da schemi quotidiani e si intraprendono strade nuove all’inizio un po’ difficoltose che richiedono un aggiornamento continuo anche per noi operatori, ma la ricaduta nel lavoro sociale è positiva. 94

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma - Assessorato alle Politiche del lavoro e formazione

Protocollo d’intesa Provincia di Roma - Tribunali e uffici giudiziari della Provincia di Roma

Titolo Progetto

L’Assessorato provinciale alle Politiche del Lavoro ha previsto un investimento di 700mila euro (provenienti dal Fondo Sociale Europeo) per mettere a disposizione dei Tribunali Ordinari del territorio, a partire da quello di Roma, 200 lavoratori che possano offrire per un periodo di 12 mesi un supporto nell’attività degli uffici amministrativi o delle cancellerie.

Obiettivo

L’iniziativa fa seguito a quanto emerso nel corso del Consiglio Provinciale straordinario sui temi del lavoro e dell’economia.

Descrizione

Si tratta di progetti che verranno inseriti nell’ambito di un accordo-programma fra la Provincia di Roma e le organizzazioni sindacali e che prevedono azioni specifiche rivolte ai lavoratori che usufruiscono della cassa integrazione o che sono in mobilità. Il protocollo con il Tribunale Ordinario di Roma prevede l’inserimento di 80 lavoratori per un periodo di 12 mesi e risponde ad una specifica richiesta giunta dal Tribunale, mettendo a disposizione degli uffici giudiziari capitolini, e conseguentemente di tutti i cittadini, una “forza lavoro” in grado di velocizzare i procedimenti giudiziari. Un secondo accordo è stato siglato a distanza di un mese con gran parte degli uffici giudiziari di Roma e Provincia, rispondendo a specifiche richieste giunte da Tribunali e Procure, e prevede l’impiego di altri 120 lavoratori in cassa integrazione, che saranno assegnati ai Tribunali e ad altri uffici giudiziari della Provincia (Velletri, Tivoli, Civitavecchia). Ai lavoratori, che avranno mansioni di aiuto segreteria, fotocopiatura, scansione informatica e fascicolazione di documenti, uso di sistemi informatici di scritturazione, la classificazione di atti e documenti, ricerca di dati, collaborazione con le strutture dell’amministrazione, rilevazione ed elaborazione di dati contabili, collaborazione alla conduzione operativa dei sistemi informatici, sarà garantito un contributo economico mensile che si sommerà all’indennità di disoccupazione o a quello che percepiscono perché in cassa integrazione. I lavoratori coinvolti, tutti residenti sul territorio della Provincia di Roma e in stato di cassa integrazione o mobilità, verranno selezionati dai Centri per l’Impiego della Provincia di Roma in base alle liste di cassa integrazione e mobilità, secondo criteri oggettivi (curricula/anzianità nello status/carichi familiari, ecc…), e riceveranno mediamente una “integrazione economica” di 300 euro al mese. Il periodo di inserimento sarà di 6 mesi, rinnovabile per ulteriori 6 mesi e comunque non eccedendo il periodo di cassa integrazione o mobilità dei singoli lavoratori. Come previsto dal D. Lgs. 468/97, l’incarico affidato ai lavoratori in cassa integrazione o in mobilità non si configurerà come rapporto di lavoro subordinato. La Provincia provvederà inoltre alle coperture assicurative previste dalla legge. Al termine del periodo di 12 mesi, a seguito di una specifica valutazione disposta dalla Provincia di Roma, con la consulenza del Tribunale, riceveranno un attestato che permetterà di qualificare il loro curriculum lavorativo.

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Titolo Progetto

Obiettivo

GAS - Gruppi di acquisto solidale

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma - Assessorato alle Politiche del lavoro e formazione

I gruppi d’Acquisito Solidale costituiscono ormai una realtà consolidata, diffusa e riconosciuta sul territorio nazionale, della pratica del consumo consapevole e responsabile, in tutte le implicazioni che questi concetti hanno con le più ampie tematiche dell’economia eco-sostenibile e della solidarietà sociale. I GAS sono spesso gruppi informali che si reggono sul lavoro e l’impegno volontario di singoli cittadini. Giocano però un ruolo chiave perché favoriscono la filiera corta ed i piccoli produttori locali, sostenendo l’occupazione nel settore agroalimentare biologico e del mercato equo e solidale.

Descrizione

Dal 2008 l’Assessorato al Lavoro e Formazione della Provincia di Roma ha stanziato dei fondi per finanziare i Gruppi di Acquisto Solidale già presenti, o da creare, nel territorio della Provincia. Questo finanziamento ha lo scopo di sostenere l’attività dei GAS, attenta a ogni fase di un consumo consapevole. Stanno inoltre lavorando a stretto contatto con i produttori della Provincia di Roma, al fine di individuare al meglio soluzioni che siano all’insegna del “kilometro 0” e di una “qualità della prossimità”. Il contributo della Provincia di Roma vuole da un lato promuovere stili di vita e di consumo che siano biocompatibili, dall’altro incrociare e favorire tutte quelle iniziative che abbiano un risvolto economico per le famiglie che grazie ai Gruppi di Acquisto Solidali risparmiano (ogni cassetta costa circa 10 euro), e allo stesso tempo comprano prodotti alimentari di stagione e controllati. Una prima tranche di 32.280 euro è la cifra impegnata nel 2009 per la realizzazione o il supporto alle attività di 10 gruppi di acquisto, ognuno dei quali ha beneficiato di un contributo che va dai 2 ai 4 mila euro. Per il 2010 l’investimento previsto è stato triplicato, arrivando così a coprire la cifra di 100 mila euro. La definizione dei criteri del bando del 2010 avverrà solo dopo aver ascoltato i suggerimenti delle associazioni e dei produttori locali, attraverso quindi una modalità partecipata.

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Regione / Ente proponente Lazio Provincia di Roma - Assessorato alle politiche del lavoro e della formazione;

Reddito minimo

Titolo Progetto

Il Reddito Minimo Garantito, Legge Regionale n. 4 del 2009, consente di sperimentare nuovi modelli di welfare diffuso sulla scia di quanto avviene in gran parte dei paesi europei e di fornire una risposta per contrastare gli effetti della crisi in atto. Finora sono stati messi in campo gli ammortizzatori sociali tradizionali, che hanno potuto contenere in una prima fase le conseguenze drammatiche di questa congiuntura, ma che hanno rivelato in questa situazione di crisi diffusa i propri limiti strutturali. Questi sistemi infatti forniscono una tutela solo per una fascia di persone, che non esaurisce l’articolazione variegata della platea contemporanea e che lascia scoperti, in altre parole, tutti quei lavoratori precari e a vario titolo flessibili che sono sempre più presenti e numericamente rilevanti nella società moderna. Le trasformazioni del mercato del lavoro e la crisi in atto impongono infatti di rivedere i sistemi di sostegno ai lavoratori, aggiornandoli alla realtà di una vita lavorativa che sempre più è fatta di intermittenza. Il Reddito minimo consente di ripensare il meccanismo del welfare per eliminare queste disparità e colmare le zone lasciate vuote dalla normativa vigente, estendendo i sistemi di tutela anche ai lavoratori che ne restano attualmente esclusi, assicurando a tutti un sostegno economico indipendentemente dalla condizione lavorativa, semplicemente in quanto persone e cittadini. La sfida da raccogliere in quest’ottica è quella di puntare sulla persona come portatrice di diritto di per sé.

Obiettivo

Complessivamente la Provincia di Roma ha ricevuto circa 70.000 domande su un totale di 115.000 dell’intera Regione.

Descrizione

Nel mese di settembre 2009, durante il quale era possibile presentare le domande per il reddito minimo, abbiamo registrato un picco di 30.000 nuove iscrizioni nei Centri per l’Impiego riconducibili presumibilmente alla presentazione della domanda. Tale possibilità era limitata alla fascia di età compresa tra i 30 ed i 44 anni, disoccupati, inoccupati o precariamente occupati con un reddito personale imponibile nell’anno precedente la domanda non superiore agli 8.000 euro lordi . In base alle risorse finanziarie disponibili sarà possibile erogare il contributo a circa 6.900 cittadini del nostro territorio. Coloro i quali saranno ammessi al finanziamento del reddito minimo percepiranno tra i 500 e i 600 euro al mese.

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Previsione Finanziaria Fondi: Il finanziamento stanziato dalla Regione per la Provincia di Roma è stato di 41 milioni e 600 mila euro, che verranno distribuiti tramite Poste Italiane.


Titolo Progetto

Estensione ammortizzatori lavoratrici over 45

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Assessorato al Lavoro

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Assessorato al Lavoro, Pari opportunità e politiche giovanili

Reddito minimo di cittadinanza

Titolo Progetto

Obiettivo

Tutelare i settori più deboli del mercato e predisporre linee di intervento a sostegno dell’occupazione femminile.

Sostenere i soggetti che si trovano in condizioni di particolare bisogno e cominciare a costruire un moderno sistema di sicurezza sociale.

Obiettivo

Descrizione

Il provvedimento, che si colloca nel quadro di una politica di sostegno al lavoro, insieme a una serie di interventi condivisi con le organizzazioni sindacali e datoriali, e a leggi per l’emersione del lavoro nero e per il reddito minimo garantito. Le lavoratrici che vengono collocate in cassa integrazione grazie a tale accordo sono poste al sicuro per quel che attiene il sostegno al reddito e le politiche attive per il lavoro, quali formazione, orientamento e accompagnamento. Il piano di intervento è previsto da una convenzione con l’Inps e da una delibera che recepisce l’accordo già sottoscritto con il Governo in materia di ammortizzatori sociali in deroga, in attuazione dell’intesa attuata in sede di Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di risorse del Fondo Sociale Europeo destinate a quei settori lavorativi che non possono usufruire degli ammortizzatori sociali disciplinati dalla legislazione ordinaria. Lavoratrici e lavoratori a rischio di espulsione dal mercato del lavoro o già licenziati appartenenti al tessuto produttivo delle piccole e medie imprese e delle aziende con meno di 15 dipendenti.

Si tratta di un aiuto economico per disoccupati, inoccupati e precari (legge regionale 20 marzo 2009, n.4, pubblicata sul BURL n.12 del 28 marzo 2009). Il provvedimento, tra i primi in Italia, prevede l’erogazione di una somma di denaro non superiore a 7.000,00 euro l’anno (pari a circa 580 euro mensili) che i singoli comuni hanno la possibilità di integrare con la previsione di una serie di prestazioni indirette, volte a garantire la circolazione gratuita sui mezzi pubblici locali, la gratuità dei libri di testo scolastici, la fruizione di attività e servizi di carattere culturale, ricreativo o sportivo. Per accedere a tale beneficio i requisiti sono: 1) un’età compresa tra i 30 e i 44 anni; 2) la residenza nella regione da almeno 24 mesi al momento della presentazione della domanda; 3) iscrizione ai Centri per l’impiego come inoccupati (ovvero alla ricerca di una prima occupazione) o disoccupati / precariamente occupati; 4) reddito personale imponibile non superiore a 8.000 euro nell’anno precedente; non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico.

Descrizione

Sono attribuiti punteggi ulteriori per i carichi familiari, per le donne, per i disabili, per i soggetti in emergenza abitativa e per i disoccupati di lungo periodo con oltre 24 mesi di iscrizione ai Centri per l’Impiego.

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Previsione Finanziaria Fino a 580 euro mensili per lavoratore.


Titolo Progetto

Sostegno al reddito

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Assessorato al Lavoro, Agenzia Piemonte Lavoro

Regione / Ente proponente Regione Campania

Reddito minimo per lavoratori in condizioni di particolare bisogno

Titolo Progetto

Obiettivo

Tutelare i soggetti che non hanno diritto ad alcuna forma di aiuto economico, in particolare, i lavoratori a progetto.

Dare sostegno a chi vive situazioni di estremo disagio e offrire una forma di tutela alle persone socialmente più deboli, come i giovani, gli immigrati, le donne sole con minori a carico, le famiglie disagiate, i nuclei numerosi o quelli che comprendono soggetti in difficoltà.

Obiettivo

Descrizione

Si tratta di una misura di integrazione salariale fino a 3.000 euro. Il sostegno al reddito avviene a favore di una platea di soggetti privi di ammortizzatori sociali e in condizioni di bisogno. La misura si rivolge ai lavoratori con contratto a tempo determinato subordinato (compresi i contratti di somministrazione), giunto a scadenza naturale o interrotto prima della scadenza naturale dal datore di lavoro in seguito a crisi aziendale; ai titolari di contratto di collaborazione a progetto (D.Lgs 276/2003) o di collaborazione coordinata continuativa, giunto a scadenza naturale o interrotto prima della scadenza naturale dal committente in seguito a crisi aziendale; ai lavoratori a tempo indeterminato licenziati. I requisiti necessari per accedere alle integrazioni salariali sono: - essere residenti o domiciliati in Regione Piemonte; - provenire da imprese con unità produttive o operative ubicate in Regione Piemonte; - possedere un Indicatore di Situazione Economica Equivalente (ISEE) dell’anno 2009 relativo ai redditi 2008, di ammontare minore o uguale a € 13.000,00; - non essere titolari di altri redditi da lavoro autonomo o percettori dell’indennità giornaliera; - non essere percettori al momento della presentazione della domanda di trattamenti; - essere disoccupati al momento della presentazione della domanda e aver reso al Centro per l’impiego, ai sensi dell’art. 3 del D.Lgs. 181/2000 e successive modifiche, la dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa o di servizi di politica attiva del lavoro.

La legge prevede 350 euro al mese alle famiglie, anche di fatto, con reddito annuo inferiore a 5 mila euro, con lo scopo di favorirne percorsi di inclusione sociale. Il contributo è esteso anche agli immigrati residenti da 5 anni. Si tratta di una sperimentazione triennale che oltre al contributo in denaro prevede misure di accesso gratuito ai servizi ed interventi individualizzati per i singoli componenti della famiglia, dalle borse di studio, all’affitto, ai trasporti. La regolamentazione della misura è di competenza della Regione mentre ai comuni associati nei piani di zona sono affidate la progettazione e la gestione organizzativa. La Campania è stata, con i suoi tre anni di ‘prova’, fra le regioni che hanno introdotto il reddito di cittadinanza e rappresenta l’esperienza del genere più lunga.

Descrizione

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Sono beneficiari del reddito minimo anche gli stranieri, con regolare permesso di soggiorno. In Campania sono oltre 139 mila le domande presentate, poco più di centomila quelle ammesse, i beneficiari sono 18.333. Sono persone che vivono nel contesto del nucleo familiare e l’erogazione è di 350 euro mensili per ogni nucleo. Il reddito deve risultare inferiore a 5mila euro annui e la residenza di almeno 60 mesi, da mantenere durante la sperimentazione.

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Previsione Finanziaria 350 euro al mese alle famiglie, anche di fatto, con reddito annuo inferiore a 5 mila euro


Spazio imprecario

Titolo Progetto

Sostegno al reddito per lavoratori a progetto sospesi dall’attività da imprese artigiane in crisi produttiva

Obiettivo

Interventi finalizzati alla ricollocazione dei lavoratori partecipanti ai programmi di riqualificazione attraverso l’inserimento in una specifica banca dati delle imprese artigiane ai fini della successiva trasmissione alle strutture pubbliche e private deputate alla ricollocazione e alla ricerca attiva del lavoro.

Spazio Imprecario, il Progetto specialistico del Servizio Programmazione politiche per il lavoro e inserimento lavorativo disabili della Provincia di Torino, è nato per sostenere i lavoratori in condizione di precarietà occupazionale.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto sperimentale è rivolto a lavoratori interessati da crisi aziendali provenienti da aziende artigiane che non fruiscono di ammortizzatori sociali previsti dalla legge n. 223/91 e prevede veri e propri interventi di politica del lavoro, in quanto il contributo non è fine a se stesso, ma è collegato ad un percorso formativo e di reinserimento aziendale.

Spazio Imprecario si è svolto nel periodo compreso tra ottobre 2007 e luglio 2008, e ha visto coinvolto un target di utenti, meno visibile rispetto a quelli cui tradizionalmente si rivolgono le politiche del lavoro. Il progetto era finanziato dal POR FSE 2000-2006 e si è concluso nella primavera 2009. Il programma di azione era rivolto al contrasto del precariato e a fornire ai lavoratori discontinui strumenti per favorire una loro stabilizzazione lavorativa. Il lavoratore discontinuo, infatti, manca di una vera e propria definizione e collocazione istituzionale e, di conseguenza, chi ne fa parte non ha “luoghi” specifici presso cui rivolgersi. E’ stata dunque necessaria una importate campagna pubblicitaria, per far conoscere il Progetto ed è stato messo a disposizione un numero verde per il primo contatto e per una più esaustiva spiegazione delle attività proposte. Occorreva anche definire dei criteri oggettivi per la selezione dei partecipanti: dovevano essere lavoratori occupati e disoccupati che, nel corso dell’anno solare precedente, avessero percepito un reddito superiore a 8.000 euro e avessero sottoscritto più di due contratti di lavoro e/o missioni con contratto, anche in possesso di partita I.V.A., oppure non avessero lavorato complessivamente per più di otto mesi.

Descrizione

Previsione Finanziaria 51.645,69 euro

Regione / Ente proponente Regione Liguria

La realizzazione del progetto è stata affidata all’Eblig, l’Ente bilaterale ligure dell’Artigianato. 1) Sostegno al reddito per crisi produttiva irreversibile per un periodo massimo annuale di 320 ore durante il quale i lavoratori percepiranno, oltre all’indennità di Disoccupazione Ordinaria, prevista dalle leggi nazionali e pari al 40% dell’ultimo salario, ed al riconoscimento della copertura previdenziale figurativa, anche un’ulteriore quota pari al 40% dell’ultimo salario di cui il 20% a carico della Regione ed il restante 20% a carico dell’Eblig. 2) Sostegno per iniziative finalizzate alla formazione, all’aggiornamento tecnologico ed alla riqualificazione dei lavoratori dichiarati in esubero, nel caso in cui le condizioni di crisi delle imprese siano irreversibili e non consentano il rientro dei lavoratori dopo la sospensione: essi potranno beneficiare di un’ulteriore proroga di 320 ore, finalizzata alla loro riqualificazione, aggiornamento tecnologico e alla formazione professionale, attraverso lo strumento del tirocinio. In questo caso i lavoratori percepiranno da parte dell’Inps la stessa indennità di cui sopra mentre da parte della Regione sarà loro riconosciuto un sostegno al reddito pari al 40% dell’ultimo salario percepito.

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Provincia di Torino

Il progetto prevedeva tre aree di attività: 1) i servizi personalizzati 2) i laboratori didattici 3) gli eventi a tema Erano inoltre previste attività integrate di informazione ed animazione finalizzate a migliorare la motivazione dei destinatari, ad incrementare le occasioni di confronto e scambio tra i destinatari delle azioni e tra questi ed imprese, istituzioni, associazioni di categoria, esperti e testimoni privilegiati. I servizi personalizzati sono stati progettati per permettere la definizione di percorsi a moduli finalizzati al rafforzamento dell’autonomia dei destinatari nella ricerca, individuazione, valutazione e negoziazione di un’opportunità di lavoro. Anche i laboratori didattici sono stati realizzati seguendo una logica di modularità e forte personalizzazione e si svolgono secondo la metodologia dei focus di competenza, itinerari definiti in funzione dei bisogni espressi che permettono il conseguimento di specifici obiettivi di sviluppo personale e professionale. Gli eventi a tema avevano cadenza mensile e riguardano i bacini di “opportunità occupazionali” più importanti in provincia di Torino. Il servizio si è rivolto a chi, nel corso dell’anno solare precedente all’adesione al servizio: - ha percepito un reddito superiore a 8000 Euro; - non ha lavorato complessivamente più di 8 mesi; - oppure ha sottoscritto più di 2 contratti di lavoro con datori differenti.

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Titolo Progetto


Titolo Progetto

Mary Poppins

Obiettivo

Incrementare il livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Il Progetto AWARE è nato con il preciso obiettivo di aumentare l’occupabilità e/o le prospettive di carriera della popolazione over 45, migliorandone l’accesso e la partecipazione alle opportunità di apprendimento e formazione e accrescendo la consapevolezza delle loro competenze.

Obiettivo

Descrizione

Il Progetto Mary Poppins ha sperimentato, nella Provincia di Arezzo, un modello per un sistema di accreditamento e di erogazione di voucher nel settore dei servizi domiciliari ai minori al fine di sostenere lo sviluppo di una politica familiare e dell’occupazione orientata alla massima flessibilità e per andare incontro alle esigenze delle mamme lavoratrici. I servizi offerti sono pensati per essere quanto più funzionali alle necessità delle donne lavoratrici, residenti e/o domiciliate in Provincia di Arezzo con figli fino a 13 anni. Il costo del servizio è di € 7,00 l’ora ed è previsto un contributo sotto forma di buono servizio di importo pari a € 4,00. I servizi acquistabili vanno dai servizi di cura (compreso nutrire, lavare e vestire il minore secondo le diverse età) ai servizi di accompagnamento (a scuola, ad attività sportive, presso medici, al parco giochi o presso altre risorse del territorio), mentre non sono invece contemplati nei servizi offerti i lavori domestici e le ripetizioni scolastiche.

Il progetto si è composto di cinque principali attività: 1) Analisi delle dinamiche occupazionali, della domanda e dell’offerta di attività formative. In particolare: - andamenti quali quantitativi e occupazionali;offerta formativa per i lavoratori maturi; - livelli di partecipazione dei lavoratori maturi; modello di rilevazione dei fabbisogni formativi. 2) Approcci e strategie formative per promuovere l’apprendimento degli adulti. In particolare: database relativo alla letteratura, esperienze, offerta formativa delle ODL, all’uso delle tecnologie, ai sistemi di certificazione delle competenze, alle buone pratiche nell’educazione degli over 45; 3)Approfondimenti sull’organizzazione del lavoro e le relazioni negoziali d’impresa. Creazione di un Gruppo di Consultazione Misto formato dai rappresentanti delle parti economiche e sociali; 4) Formazione per formare lavoratori over 45. portale educativo; 5)Diffusione e condivisione dei risultati del progetto. Rete europea di soggetti interessati alle problematiche dei lavoratori maturi.

Descrizione

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Provincia di Arezzo

Il progetto si presenta come una buona prassi perché è riuscito, unendo l’esperienza, le competenze e i mezzi di soggetti diversi, a trovare un modo altamente innovativo, attraverso l’utilizzo del voucher, di attuare un’integrazione tra politiche sociali e di realizzare una reale convergenza delle esigenze dei diversi attori del territorio, contribuendo alla crescita di un sistema di offerta attento alla qualità, orientato all’utente e a costi sostenibili. Il progetto ha rappresentato il primo esempio, a livello nazionale, di accreditamento di un servizio domiciliare per minori a carattere non educativo, aggiuntivo ai servizi tradizionali e una dimostrazione ben riuscita di concertazione allargata a tutti gli attori sociali locali. Tutte queste caratteristiche rendono il Progetto Mary Poppins un’esperienza modellizzabile e trasferibile in altre realtà.

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Regione / Ente proponente Regione Trentino Alto Adige. Provincia Autonoma di Trento

Aware

Il progetto è stato finanziato direttamente dalla Commissione Europea nell’ambito delle azioni a carattere innovativo previste dall’art. 6 del Regolamento del Fondo Sociale Europeo sotto la titolarità della Provincia Autonoma di Trento per una durata di 2 anni (2005-2007). I punti forti del progetto sono stati il coinvolgimento delle parti sociali e la progettazione di un percorso formativo specifico per il gruppo di lavoratori adulti assunto come target. Il progetto si presenta come una buona prassi perché è riuscito a fornire una risposta concreta e innovativa a uno dei problemi maggiormente sentiti a livello europeo e nazionale, quello dell’invecchiamento attivo della popolazione.

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Titolo Progetto

Previsione Finanziaria Finanziato direttamente dalla Commissione Europea


POLITICHE SOCIALI


Titolo Progetto

Progetto mondo della notte

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Comune di Ferrara

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Comune di Calderara del Reno

Il Covo - Progetto Giovani

Titolo Progetto

Obiettivo

Il progetto ha preso avvio nel gennaio 2003 con l’obiettivo principale della prevenzione all’uso di sostanze psicoattive e alcoliche nei locali notturni frequentati dai giovani, nel tentativo di attivare processi educativi atti a favorire ed incoraggiare comportamenti responsabili nell’utilizzo del tempo libero e dei momenti di svago.

Garantire ai giovani un luogo di ritrovo e di studio, aiutandoli allo stesso tempo ad esprimere le proprie attitudini e potenzialità.

Obiettivo

Descrizione

Oltre ad attività di couselling svolta direttamente con i soggetti coinvolti nell’esperienza, nel progetto si prevede l’ausilio dell’etilometro come strumento di aggancio, come strumento di monitoraggio del livello di alcolemia nel sangue e come tramite al fine di fornire informazioni sui rischi connessi alla guida sotto gli effetti di alcool e sugli effetti indotti sulla guida e più in generale dall’uso-abuso di sostanze psicoattive (in particolare dalla combinazione di più sostanze quali ecstasy, alcool, cocaina, anfetamine, LSD, GHB…etc.).

Il Progetto Giovani è attivo dal 1993 e nasce in primo luogo dalla volontà di rispondere al bisogno di aggregazione e di socializzazione degli adolescenti durante il loro tempo libero, come pure dall’esigenza, propria di questa fascia di età, di sperimentazione e comunicazione. Sotto questo nome sono raccolte le iniziative e i servizi proposti ai giovani del territorio: per il loro tempo libero, lo studio, gli interessi culturali e sportivi e lo star bene insieme; per i più giovani il sostegno scolastico, lo svolgimento di attività ricreative, laboratoriali e sportive. Nel centro giovanile “il Covo” di Calderara di Reno, le attività sono innumerevoli. Per i ragazzi delle scuole medie la giornata inizia, con il sostegno degli educatori, con il laboratorio compiti (dalle 14:30 alle 16:30).

Descrizione

Avendo come obiettivo l’aggancio di giovani frequentatori di locali del divertimento, sono stati predisposti interventi in locali di tendenza di Ferrara e in occasione di eventi di rilievo per la popolazione giovanile. La fascia di popolazione raggiunta da questo tipo di intervento prevede una netta dominanza di giovani adulti, proprio perché i locali selezionati per gli interventi sono frequentati per lo più da ragazzi di quella fascia di età.

Ci sono a disposizione due aule per le materie scritte ed una per quelle orali. Finiti i compiti i ragazzi possono scegliere come trascorrere il loro tempo, partecipando ai diversi laboratori e attività in programma (es: laboratorio sensoriali, orto, falegnameria, hip hop, equitazione, calcio ed altri ancora...) o semplicemente stare in compagnia a chiacchierare, giocare insieme o rilassarsi nella sala “relax”. Le giornate al centro sono sempre accompagnate da un’assemblea, uno spazio per gli educatori per comunicare informazioni circa attività, eventi in programma, e discutere insieme su eventuali questioni emerse nella quotidianità, e per i ragazzi una possibilità per esprimere le proprie idee, proposte, suggerimenti ed imparare ad ascoltare anche quelle degli altri, un’occasione per partecipare attivamente alla vita del Centro e creare spirito di gruppo. Sono tante le opportunità per divertirsi, biliardini, ping pong, giochi di società, c’è anche un piccola palestra in cui è possibile giocare a calcio, ballare, esercitarsi e scaricarsi al sacco. I ragazzi hanno a disposizione anche molte stanze in cui incontrarsi e trascorrere i loro pomeriggi: come l’aula musica in cui possono improvvisarsi dj, l’aula computer in cui possono usufruire di internet, la falegnameria in cui possono sperimentarsi nel dipingere, costruire o smontare oggetti, l’aula video in cui hanno a disposizione un proiettore per la visione di film. Per responsabilizzare i ragazzi rispetto all’utilizzo della struttura e degli oggetti presenti e per favorire una maggiore partecipazione, sono stati istituiti 2 gruppi di gestione a partecipazione volontaria: il comitato bar e il comitato feste. Nei comitati, favoriti dal numero ridotto di partecipanti, i ragazzi di varie età hanno la possibilità di confrontarsi, esprimere le proprie idee ed imparare a mediare il proprio pensiero, a collaborare in direzione di un obiettivo comune e gestire concretamente quanto proposto e quanto necessario per la conduzione di un bar e l’organizzazione di feste, serate, attività... Per quanto riguarda i ragazzi più grandi, sono previste delle aperture serali settimanali: per mangiare insieme, guardare un film o semplicemente trascorrere una serata in compagnia ma anche per informarsi, discutere ed approfondire argomenti e tematiche a loro vicine. Infine, il Covo è anche una “Book-crossing Zone”, ovvero un punto in cui è possibile leggere, scambiare, o prendere libri gratis con il solo impegno di “rilasciarlo” prima o poi in giro su qualche panchina, sull’autobus o dove più ti piace, dando così la possibilità ai libri di incontrare nuovi lettori ed intrecciarsi alla vita di quante più persone possibili.

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Titolo Progetto

Kit del neonato... buoni per crescere

Regione / Ente proponente Regione Veneto. Comune di Padova, Settore Servizi Sociali

Regione / Ente proponente Regione Trentino Alto Adige. Provincia autonoma di Bolzano

LiberaMente

Titolo Progetto

Obiettivo

L’obiettivo di sostenere la natalità e di riconoscere la scelta dei genitori di avere un figlio.

Creare una partecipazione attiva dei ragazzi residenti sul territorio provinciale tramite una serie di iniziative.

Obiettivo

Descrizione

Nell’ambito delle iniziative a favore della famiglia, il Comune di Padova - Settore Servizi Sociali ripropone il “Kit del neonato”, a seguito della positiva esperienza degli anni precedenti.

LiberaMente propone ad un gruppo selezionato di 60 ragazzi tra i 16 e i 23 anni un percorso multidisciplinare alla scoperta di nuovi strumenti per comprendere le possibilità di sviluppo del territorio dell’Alto Adige e allo stesso tempo del loro futuro. I giovani sono la categoria che più di qualunque altra è aperta al cambiamento e ad un nuovo sguardo sulla realtà. La sfida che questo progetto lancia è quella di trovare chiavi di lettura del presente per inventare possibili e concrete strade di sviluppo futuro del territorio, della società, della persona.

Descrizione

Il kit contiene buoni acquisto offerti da operatori economici del territorio che possono costituire un aiuto per le famiglie. Questo progetto è possibile grazie alla collaborazione di operatori economici disponibili nel sostenere anche progetti sociali. Per ottenere il kit è necessario possedere i seguenti requisiti: - avere un bambino nato dall’1 gennaio 2009, residente a Padova; - avere la residenza, per almeno uno dei genitori, da almeno due anni alla nascita del bambino nel Comune di Padova; - per i cittadini di Stato terzo (che sostituisce il termine extracomunitario), che i componenti del nucleo familiare siano in possesso del permesso di soggiorno, di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) o di altro titolo idoneo; - possedere un Isee (Indicatore situazione economica equivalente) inferiore o uguale a 19.000 euro annui, con riferimento ai redditi dell’anno 2008.

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I workshop sono costruiti attorno a tre aree tematiche: - Identità, tra passato, presente e futuro - Opportunità e sviluppo nell’era globale - Alfabeti, risorse, scenari per una “gioventù digitale” LiberaMente ha preso il via il giorno 24 marzo 2010 con un incontro di apertura aperto al pubblico, e si è svolto in sei giornate di incontri tra aprile e maggio 2010. Ad ottobre è prevista una ulteriore giornata di lavoro allo scopo di produrre il documento finale che sará presentato a Bolzano e poi a Bruxelles presso le sedi della Comunità Europea.

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Titolo Progetto

Assistenza domiciliare

Regione / Ente proponente Regione Calabria. Comune di Crucoli - Assessorato alle Politiche Sociali

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Comune di Torino in collaborazione con la Fondazione Paideia

Dare una famiglia a una famiglia

Titolo Progetto

Obiettivo

Promuovere il benessere delle famiglie che vivono in condizioni di emarginazione sociale,indigenza e degrado ambientale attraverso interventi e processi di coinvolgimento e partecipazione, che permettono di sviluppare una cultura di collaborazione. Si vuole, inoltre, offrire alle donne in situazioni di svantaggio la possibilità di un inserimento lavorativo.

Coinvolgere la rete comunitaria, in particolar modo la famiglia nella sua interezza, in interventi di sostegno a favore dei nuclei familiari in difficoltà.

Obiettivo

Descrizione

L’Amministrazione Comunale mette in piedi un progetto sperimentale che basandosi sul sostegno all’inserimento socio-lavorativo, individui un modello di buone prassi per l’integrazione sociale, che può rappresentare un paradigma di riferimento per altre esperienze in ambito territoriale. Il progetto articolato in due fasi prevede:

Ogni membro del “nucleo solidale” (che quindi è coinvolto non rispetto a singoli componenti, ma come sistema familiare) offre specifiche competenze. Per esempio, il padre per aiutare in piccoli lavori di manutenzione dell’alloggio; il figlio, invece, per i compiti scolastici; la madre per le incombenze quotidiane relative alle necessità familiari. Non solo, ma ogni membro della famiglia solidale può spendere una diversa credibilità in relazione al genere e all’età.

Descrizione

1° fase Selezione mediante avviso pubblico di 8 donne. 2° fase Inserimento lavorativo, avente una durata di 12 mesi prevede l’erogazione a disabili e anziani non autosufficienti dei seguenti servizi: - Segretariato sociale: attività di informazione e espletamento di pratiche burocratiche come il pagamento di bollette, ritiro documentazione varia, ecc - Aiuto domestico : preparazione dei pasti a domicilio, pulizia e riordino dell’alloggio , lavaggio e stiratura della biancheria e del vestiario - Cura ed igiene della persona: attività finalizzata al soddisfacimento dei bisogni primari della persona ( igiene giornaliera, bagno, doccia, aiuto nella vestizione, aiuto nella deambulazione, sostegno psicologico, ecc). - Attività socio assistenziali e sanitarie: collaborazione con i familiari e operatori sanitari , segnalazione in caso di urgenza al medico di medicina generale di eventi particolarmente significativi. - Animazione: attività che favoriscono la socializzazione e l’inserimento dell’utente nel contesto sociale.

Il progetto si sviluppa secondo due modalità: - La prima prevede il reperimento da parte dei Servizi Comunali competenti di famiglie disponibili e ritenute idonee alle quali saranno affidate famiglie conosciute e seguite dai Servizi Sociali; - La seconda prevede un percorso analogo con famiglie affidatarie segnalate e proposte da Associazioni che operano nell’ambito sociale sia a livello circoscrizionale che cittadino e ritenute idonee dai Servizi Sociali competenti. Le famiglie che hanno bisogno di aiuto possono essere individuate sia” tra quelle “in carico” ai Servizi Sociali sia tra quelle conosciute e segnalate dalle Associazioni o da entrambi. Le Associazioni hanno la funzione non solo di segnalazione e proposta di famiglie “solidali” e di quelle “bisognose di aiuto” ma anche di sostegno ed accompagnamento a favore di entrambe in un ottica di reciprocità e sussidiarietà con l’Amministrazione.

Utenti finali sono disabili, anziani non autosufficienti. Le 8 donne vengono selezionate mediante un avviso pubblico con le seguenti caratteristiche: - Ragazze madri (donne nubili) con figli a carico; - Donne separate e con figli a carico; - Donne con coniuge detenuto e con figli a carico; - Donne vedove con figli a carico; - Donne con coniuge disoccupato, con figli a carico; - Donne immigrate, in possesso di regolare permesso di soggiorno, con problematiche di disadattamento e difficoltà d’inclusione sociale. Le otto donne selezionate si avvicenderanno nel corso dell’anno. Le prime quattro opereranno i primi sei mesi (gennaio-giugno), le altre da (luglio a dicembre).

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Titolo Progetto

Oltre la strada

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna - Comuni di Piacenza, Fidenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Cesena, Ravenna, Azienda Servizi alla Persona di Imola, Azienda Usl di Rimini, Consorzio Socio-Sanitario di Ravenna.

Regione / Ente proponente Regione Campania. Comune di Napoli - Giunta comunale

Acqua, minimo vitale garantito alle famiglie povere

Titolo Progetto

Obiettivo

La regione Emilia Romagna attraverso il Progetto Oltre la Strada (attivo dal 1996, ma così denominato solo tre anni più tardi) promuove un sistema integrato di interventi sociali e sociosanitari nel campo della prostituzione e nel campo della lotta alla tratta e allo sfruttamento di esseri umani.

Sostenere le famiglie indigenti con sgravi sulla bolletta dell’acqua.

Obiettivo

Descrizione

Destinatari diretti degli interventi, attuati da un’ampia rete territoriale costituita da enti locali e soggetti del terzo settore, sono da un lato le persone che si prostituiscono, e da un altro lato persone maggiorenni e minorenni, extracomunitarie e comunitarie, vittime di varie forme di sfruttamento (sessuale, lavorativo, accattonaggio, attività illegali, espianto di organi), di riduzione e mantenimento in schiavitù, e di tratta di esseri umani. Il progetto si basa su una rete istituzionale di soggetti che coprono tutto il territorio regionale: si tratta dei Comuni di Piacenza, Fidenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Cesena, Ravenna, Azienda Servizi alla Persona di Imola, Azienda Usl di Rimini, Consorzio Socio-Sanitario di Ravenna.

Con la Delibera comunale n. 830, il Comune di Napoli garantisce a 40.000 famiglie l’erogazione gratuita del “minimo vitale garantito”, pari a 250 litri di acqua giornalieri. La scelta della giunta Iervolino arriva a pochi mesi dalla decisione del governo di privatizzare l’acqua e si attesta come primo caso italiano di “minimo vitale garantito” applicato alle risorse idriche.

Descrizione

Ognuno di questi soggetti gestisce il proprio progetto territoriale e, nel fare questo, si avvale della propria rete locale: organizzazioni del terzo settore, laiche e cattoliche, sindacati, centri di formazione, enti e uffici pubblici, strutture sanitarie (ospedali, consultori familiari, centri analisi mediche, Ser.T), magistratura, prefetture, questure, forze dell´ordine. La Regione, oltre all’esercizio delle consuete funzioni di programmazione e verifica, sostiene la rete istituzionale e quella territoriale attraverso la promozione di azioni di sistema. Il sistema di azioni realizzate comprende principalmente: - programmi di protezione e integrazione sociale ai sensi dell’art. 18 del D.lgs 286/98; - programmi di prima assistenza ai sensi dell’art. 13 della legge 228/2003; - programmi di prevenzione socio-sanitaria e di riduzione del danno; - gestione della postazione regionale del Numero Verde Anti-Tratta ; - gestione del servizio regionale di Pronta Accoglienza per le emergenze; - sperimentazione di nuove metodologie di intervento nel campo della prostituzione al chiuso; - attività di ricerca e documentazione.

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Il provvedimento sarà operativo già dalle prossime bollette. Esso nasce come reazione all´adeguamento delle tariffe (un incremento medio della bolletta di 2,40 euro a trimestre, cioè di circa 80 centesimi al mese), deliberato dal Cipe, ma ha un valore aggiunto: prevede, appunto, una fornitura gratuita di 250 litri giornalieri, pari a 41,32 euro l´anno. Quindi, se per una famiglia media l´aumento è del 4,4 per cento, per una famiglia in condizioni di disagio il risparmio è del 19 per cento in un anno. Per accedere al beneficio bisognerà dimostrare, in base alla dichiarazione Isee (indicatore del reddito familiare) di avere un reddito non superiore ai 7.500 euro annui.. «In un periodo di gravi crisi economica, come quello che stiamo attraversando, e rispetto a nessuna risposta messa in campo dal Governo per sostenere i redditi delle fasce meno abbienti della società - spiegano Saggese e Riccio - questa delibera è un atto importante che colloca il Comune di Napoli in controtendenza con le scelte operate dal Governo Berlusconi, che con il decreto Ronghi, ha privatizzato l´acqua. Una privatizzazione alla quale il Comune si oppone lavorando affinché il servizio idrico della nostra città resti in mano al pubblico».

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Previsione Finanziaria 1,5 milioni di euro


Titolo Progetto

Città sicura

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Comune di Livorno - Assessorato alle Politiche per la Sicurezza urbana - Staff di Progetto “Città Pulita e Sicura”

Obiettivo

Il comune di Livorno intende promuovere il miglioramento delle condizioni di sicurezza oggettiva e percepita – dei propri cittadini, mediante la realizzazione di un sistema integrato e multisettoriale di interventi di rafforzamento della prevenzione sociale e territoriale che valorizzi il momento della partecipazione della comunità nelle sue varie componenti.

Descrizione

Il Progetto viene implementato ogni anno con l’apporto di vari settori dell’amministrazione comunale, di soggetti pubblici e privati presenti sul territorio, e comprende attualmente oltre 20 interventi in corso di svolgimento, per la cui realizzazione sono stati assegnati attraverso apposito bando i contributi regionali previsti dalla L.R. Toscana n. 38/2001. Gli interventi compresi nel Progetto Città Sicura sono progettati in modo da integrarsi con il complesso delle altre attività e servizi che il Comune di Livorno promuove per far fronte ai problemi riscontrati sul territorio e alle esigenze dei cittadini. I risultati di “Città sicura” comprendono il potenziamento del parco veicoli in dotazione alla Polizia Municipale con 5 nuovi motocicli e 5 scooter per servizi circoscrizionali; “Scartiamo la nostra Livorno”, la specifica campagna di contrasto alle affissioni abusive, alla collocazione di distributori abusivi di pubblicità su suolo pubblico ed ai volantinaggi abusivi; la realizzazione di un percorso pedonale agevolato, con panchine e maggiore illuminazione; “Strada facendo”, un progetto di educazione stradale rivolto alle scuole primarie ubicate sul territorio della Circoscrizione 5, per la conoscenza delle regole da rispettare nell’utilizzo della strada come pedoni e come conducenti; istituito al suo interno il Consiglio dei Ragazzi al fine di far comprendere ai ragazzi coinvolti l’importanza del principio di cittadinanza democratica. Istituzione del Consiglio dei Ragazzi al fine di far comprendere ai ragazzi coinvolti l’importanza del principio di cittadinanza democratica; “Coloriamo la Costituzione”, un progetto destinato ai bambini delle scuole elementari; numerosi programmi per l’inclusione sociale degli anziani. Il Progetto “Città sicura” del Comune di Livorno è inserito in una rete di esperienze e di buone pratiche sviluppate da centinaia di enti territoriali italiani ed europei e ha ricevuto l’“Oscar dell’Innovazione” per la sezione “Servizi e progetti per la città sicura” nell’ambito della Rassegna dell’innovazione nella pubblica amministrazione “Dire&Fare” (anno 2006) promossa da Anci Toscana e dalla Regione Toscana.

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Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Comune di Ferrara - Ufficio città Bambina

Città bambina

Titolo Progetto

Il principale obiettivo è favorire la partecipazione dei bambini e degli adolescenti per formare cittadini sempre più consapevoli e responsabili (evitando che i diritti sanciti rimangano vuote declamazioni), attraverso la promozione di esperienze attente ai loro bisogni fondamentali quali il movimento, la socializzazione, l’autonomia, l’apprendimento, l’esplorazione, la salute e il benessere, la possibilità di trasformazione del proprio ambiente e la partecipazione attiva alla quotidiana vita sociale della loro comunità.

Obiettivo

“Città Bambina” è nata come sfida culturale per ripensare alla città dal punto di vista dei Bambini e degli Adolescenti, del loro diritto di conoscere e di sentirsi padroni delle opportunità che la città offre, per formare cittadini sempre più consapevoli e responsabili, nel rispetto dei diritti sanciti dalla “Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia” approvata il 20 Novembre 1989 dall’Assemblea Nazionale delle Nazioni Unite a New York. La decisione dell’amministrazione Comunale di Ferrara di dare vita a questa struttura comunale è partita dall’ispirazione e dalla scelta politica di assumere il bambino come parametro del benessere collettivo per misurare l’accessibilità alla città e ai suoi servizi, per valutare la qualità della vita stessa di tutti i cittadini e per favorire in tal modo un intreccio ed uno scambio fra generazioni.

Descrizione

Per fare si opera attraverso: - Laboratori di Educazione civica e promozione dei Diritti per l’Infanzia nelle Scuole elementari, Medie inferiori e superiori; - Laboratori di Urbanistica Partecipata per la progettazione di aree verdi pubbliche, scolastiche, percorsi sicuri”; - Consulenze e Consultazione di testi, riviste, progetti... ; - Iniziative di conoscenza e uso degli spazi della città con i bambini: visite giocate negli spazi della città, animazione per le vie e nelle aree verdi; - Documentazione: quaderni, dispense, relazioni, cd-rom, sito internet; - Organizzazione di momenti di incontro e confronto tra i bambini e politici o tecnici su aspetti, iniziative e progetti che li riguardano.

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Titolo Progetto

Lo sport oltre la crisi

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Comune di Modena Assessorato allo Sport

Regione / Ente proponente Regione Marche. Comune di Macerata

Family Card

Titolo Progetto

Obiettivo

Promuovere e valorizzare la pratica sportiva giovanile con l’intento di sostenere le famiglie che in questa fase di crisi economica incontrano difficoltà nel far praticare ai propri figli un’attività sportiva.

Favorire le diverse capacità di spesa delle famiglie numerose e contemporaneamente valorizzare le imprese che operano nel territorio comunale.

Obiettivo

Descrizione

Il contributo erogabile è pari al 50% del costo sostenuto dalle famiglie per l’iscrizione ai corsi per attività motorie che si sono svolti o che si svolgeranno nell’annata sportiva 2009-2010, per non più di una disciplina praticata dal singolo ragazzo e sino ad un contributo massimo di € 200 a ragazzo e di € 500 a famiglia, fino ad esaurimento delle risorse assegnate.

La Family card è una carta sconti personalizzata da utilizzare esclusivamente nei punti convenzionati. Viene inviata, insieme all’elenco degli operatori che hanno aderito al progetto, ai nuclei familiari residenti a Macerata, in cui siano presenti almeno tre figli.

Descrizione

Possono richiedere il buono i genitori o i tutori di ragazzi che: - hanno una età compresa tra i 7 e i 17 anni (il compimento del 7° e del 17° anno di età deve avvenire entro il 31/12/2010); - risiedono nel Comune di Modena; - frequentanti nella stagione 2009/2010 corsi o attività sportive che prevedano il pagamento di quote di iscrizione o tariffe di frequenza. Il buono può essere richiesto per ragazzi appartenenti a nuclei familiari, residenti a Modena, il cui valore ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) determinato ai sensi dei D.lgs. 109/1998 e 130/2000 sia uguale o inferiore a € 12.000 o in alternativa: - appartengono a nuclei famigliari, residenti a Modena, colpite dalla crisi economica ed aventi i seguenti requisiti: - il cui valore ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) determinato ai sensi dei D.lgs. 109/1998 e 130/2000 sia compreso tra un valore superiore a € 12.000 e minore o uguale a € 25.000

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di riconoscere alla famiglia l’importante valore sociale che svolge per il futuro della Città. A questo proposito, l’amministrazione ha scelto di non tener conto dei parametri di reddito e della minore età dei figli, come requisiti per l’accesso agli sconti. Gli operatori commerciali aderenti provvedono ad esporre nella vetrina l’adesivo indicante la partecipazione all’iniziativa. La Family Card può essere utilizzata esclusivamente dai soggetti intestatari e non da altri componenti del nucleo familiare fino alla fine della fase sperimentale dell’iniziativa, ovvero il 31/12/2010, con possibilità chiaramente di rinnovo. Al momento attuale (maggio 2010) le famiglie che rientrano nel progetto sono 579.

ed inoltre: - che uno o entrambi i genitori si trovino nella condizione di cassaintegrati o soggetti a contratto di solidarietà per almeno due mesi, anche non continuativi, dall’01/01/2009 fino alla data di scadenza del presente bando; con verifica di tale condizione, da effettuarsi a cura dell’Ente erogatore al momento dell’erogazione del contributo stesso. Ovvero: - che uno o entrambi i genitori si trovino nella condizione di disoccupazione attestata dal Centro per l’Impiego, senza aver rifiutato congrue proposte di lavoro, per almeno un mese, anche non continuativo, dall’01/01/2009 fino alla data di scadenza del presente bando, con verifica di tale condizione, da effettuarsi a cura dell’Ente erogatore al momento dell’erogazione del contributo stesso; - che uno o entrambi i genitori abbiano cessato una attività di natura autonomo/artigianale/ commerciale e si trovino nella condizione di disoccupato e attestata dal Centro per l’Impiego, senza aver rifiutato congrue proposte di lavoro, per almeno un mese, anche non continuativo, nel periodo dal 01/01/2009 fino alla data di scadenza del presente bando; - che la perdita di lavoro e/o la cassa integrazione/contratto di solidarietà e/o cessazione dell’attività di natura autonoma sia occorsa non prima del 01/10/2008.

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Titolo Progetto

Informabus

Regione / Ente proponente Regione Marche. Assessorato alle Politiche Giovanili e dei Servizi Sociali del Comune di Ancona

Regione / Ente proponente Comune di Rimini - Assessorato con delega a: Patrimonio - Partecipate - Buon Vicinato e Partecipazione - Decoro Urbano e Piccole Cose - Protezione Civile.

Buon vicinato

Titolo Progetto

Obiettivo

Il progetto, rivolto ai ragazzi compresi tra i 14 e i 30 anni, ha l’obiettivo di mettersi in contatto con il “mondo giovanile” per dare sia informazioni utili, sia per fungere da punto di ascolto per quanto riguarda le loro esigenze.

Sviluppare forme nuove di solidarietà, aiuto e partecipazione alla gestione della cosa pubblica.

Obiettivo

Descrizione

L’Informabus è un camper colorato che gira per la città e per altri centri della provincia - in particolare in occasione di eventi particolari - per dare informazioni e per mettersi all’ascolto dei giovani. Gli operatori dell’Informabus sono infatti a disposizione di tutti i ragazzi per dare notizie utili, indirizzi, suggerimenti su tutti i temi di interesse dei giovani (eventi, sessualità, prevenzione alla droga, luoghi di ritrovo) garantendo l’anonimato. Da giugno 2003 è possibile incrociare per le vie di Ancona o di alcuni comuni limitrofi uno strano e fantasioso camper sulle cui facciate spicca la scritta INFORMABUS, vale a dire un furgone attrezzato ed equipaggiato con operatori specializzati per agevolare il contatto con i vari gruppi di giovani.

Attualmente il progetto di Buon Vicinato coinvolge circa 500 cittadini volontari che, nel tempo libero, si prendono cura di aree verdi e parchi dislocati sul territorio. Si occupano di attività di piccola manutenzione nei parchi e nelle aree verdi, attorno alle quali hanno sviluppato forme nuove di solidarietà, aiuto e partecipazione alla gestione della cosa pubblica.

Descrizione

Diversi aspetti risultano di particolare interesse come il problema della devianza giovanile, l’evoluzione del consumo delle droghe, la qualità dei rapporti tra adolescenti e tra gruppi, i rapporti con le polisportive, con gli immigrati ecc. Il progetto Informabus coniuga quindi da un lato la necessità di contattare i gruppi per portare informazioni, dall’altro l’esigenza di raccogliere opinioni, voci e testimonianze dai gruppi stessi. Attrezzato all’interno come un salotto/ufficio che gira per le strade, quasi tutti i tardi pomeriggi, sosta ovunque vi siano gruppetti spontanei di ragazzi. Sul camper una equipe di operatori da strada è a disposizione dei giovani e dei gruppi che abbiano bisogno di informazioni, di dritte e di aiuto di vario genere, o semplicemente di scambiare due parole.Il servizio si è fatto portatore delle esigenze e delle richieste dei gruppi , rilevando un filo conduttore riguardante “ la necessità “ di avere spazi per attività sportive, musicali ed artistiche, all’interno delle quali potersi esprimere liberamente.

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Nel corso del 2009, i volontari del progetto hanno collaborato -in maniera puramente volontariaal progetto didattico “Radici”, realizzato in collaborazione con Geat S.p.A. e i due circoli didattici delle scuole elementari riccionesi, finalizzato alla promozione, presso i giovani, della cultura del territorio e del rispetto per la natura: responsabilizzare gli individui a praticare comportamenti attivi per migliorare il proprio ambiente e mantenere il rapporto con le proprie radici, tramandando tradizioni e saperi appartenenti alla cultura delle generazioni precedenti. I volontari del progetto “Buon vicinato” hanno partecipato al progetto rendendosi disponibili a incontrare i ragazzi nelle scuole e a collaborare con i loro insegnanti alla realizzazione dei laboratori. Negli ultimi mesi, inoltre, i gruppi e associazioni del Buon Vicinato si sono fatti promotori di una raccolta fondi in favore dei terremotati di Villa Sant’Angelo (Abruzzo) per portare un aiuto concreto alla popolazione duramente colpita dal sisma. La piccola municipalità, infatti, è stata “adottata” dalla Protezione Civile di Rimini che, attraverso i propri volontari e la raccolta di fondi, sta collaborando alla ricostruzione del piccolo comune.

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Titolo Progetto

Indovina chi viene a casa: La/Il baby sitter

Regione / Ente proponente Comune di Firenze, Assessorato all’Educazione - Servizio Asili nido e Servizi complementari.

Regione / Ente proponente Provincia di Siena e Servizio Cultura – Pubblica Assistenza - Politiche Sociali – Servizi alla Persona

Un euro all’ora

Titolo Progetto

Obiettivo

È un servizio rivolto ai bambini da 0 a 3 anni che offre alle famiglie la possibilità di avvalersi di baby sitter, che dopo aver partecipato a un corso di formazione effettuato dall’Amministrazione Comunale, sono state iscritte/i in un apposito Elenco delle Baby Sitter qualificate diviso per quartieri.

Il progetto si pone come obiettivo l’emersione del lavoro sommerso nell’ambito del lavoro di cura domiciliare attraverso l’erogazione di contributi in favore delle famiglie che hanno assunto assistenti domiciliari per persone non autosufficienti.

Obiettivo

Descrizione

Questa tipologia di servizio rappresenta un’opportunità in più rispetto ai servizi tradizionali ed è particolarmente innovativa perché la sua qualità è garantita dal Comune che offre personale appositamente formato e un sostegno economico ma il rapporto di lavoro è tra la baby sitter e la famiglia, infatti si tratta di un rapporto prettamente privatistico nel quale gli elementi dello stesso (orario, retribuzione, ferie) sono liberamente concordati tra le parti nel rispetto del relativo CCNL dei collaboratori domestici dal quale il rapporto di lavoro delle/dei baby sitter è disciplinato e regolato.

L’iniziativa è rivolta alle badanti che svolgono lavoro di cura per persone non autosufficienti. La Provincia di Siena procede alla formazione delle badanti affinché possano acquisire la patente di guida di tipo B. A tal fine la Provincia di Siena assegna 80 buoni sotto forma di contributo per favorire la copertura di una parte di costo del percorso necessario al conseguimento della patente di guida B. Il costo a carico del candidato è di € 200.

Descrizione

I bambini, pur restando nel loro ambiente domestico, hanno la possibilità di stabilire rapporti con altri adulti e di allargare le loro capacità relazionali trascorrendo alcune ore della giornata con personale qualificato in grado di attuare percorsi educativi significativi e diversificati attraverso proposte di gioco e di attività mirate. Per bambini così piccoli è importante avere figure familiari a cui poter far riferimento, quindi è fondamentale che la prestazione da parte dell’educatrice/tore non abbia un carattere occasionale ma preveda una continuità di intervento, a tal fine l’impegno orario sarà articolato da un minimo di 20 ad un massimo di 40 ore settimanali.

Possono usufruire di questi buoni le lavoratrici e i lavoratori badanti assunti regolarmente per svolgere attività di assistenza domiciliare per persone non autosufficienti residenti in uno dei comuni della Provincia di Siena. Il badante deve dimostrare di aver svolto o svolgere la propria attività presso una famiglia partecipante al progetto “Un euro all’ora”. Il percorso per l’ottenimento della patente si articola nelle seguente fasi: - Iscrizione alla scuola guida; - Frequenza delle lezioni teoriche e relativo esame; - 13 lezioni di guida da 30 minuti con ammissione all’esame finale.

Oltre all ‘Elenco di Baby Sitter qualificate per la fascia di età 0/3anni è disponibile presso l’ufficio Servizi domiciliari un Elenco di Baby Sitter qualificate per bambini dai 3 agli 11 anni.

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Previsione Finanziaria La provincia di Siena versa per ogni candidato un contributo di € 500 alle autoscuole coinvolte nel progetto.


Titolo Progetto

Obiettivo

Descrizione

Programma di azione per l’inserimento lavorativo dei disabili

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Provincia di Torino

Favorire inserimenti lavorativi di persone disabili il più possibile veri, stabili e duraturi. Altri obiettivi importanti sono quelli di struttura, tra i quali quelli più significativi sono i seguenti: valorizzare il ruolo ed aumentare la riconoscibilità dei 15 centri per l’impiego della Provincia di Torino, anche attraverso l’omogeneizzazione e l’ottimizzazione dei servizi offerti; incrementare la qualificazione delle competenze degli operatori dei servizi per il collocamento mirato; incrementare il numero e la qualità (arricchimento, valorizzazione, crescita e consolidamento) delle occasioni di partenariato attivo con la rete dei servizi sociali e sanitari, educativi e formativi, di sviluppo locale, pubblici e del privato sociale, interne alla Provincia ed esterne; aumentare e migliorare i rapporti con le imprese, promuovendo la responsabilità sociale e la loro partecipazione ai processi di inclusione sociale. La campagna “Acqua, risparmio vitale” è stata lanciata per la prima volta nel 2004 a seguito di un’indagine demoscopica che la Regione realizzò sui consumi d’acqua in ambito domestico, da cui risultava che i cittadini emiliano-romagnoli, a fronte di una forte determinazione nel volere contribuire alla riduzione dei consumi d’acqua nelle loro abitazioni, erano poco o per nulla informati su cosa e come fare per risparmiare. La campagna si è dunque connotata per concretezza e completezza dei suoi messaggi — brevi, incisivi e dal tono ironico — e per il suo forte carattere motivazionale, volto a valorizzare gli aspetti di tipo etico e sociale legati al risparmio idrico. Nel piano di comunicazione della campagna, lo strumento principale è stato un opuscolo, ricco di utili consigli ed immagini a colori, inviato per posta alle famiglie in quasi 2.000.000 di copie. Sono stati inoltre realizzati spot televisivi e radiofonici, inserzioni sulla stampa e sulle principali testate giornalistiche nazionali, un sito internet, un bando per sostenere progetti di educazione ambientale sull’acqua nelle scuole, una locandina ed un simpatico segnalibro. I materiali sono stati inviati gratuitamente ad enti pubblici, associazioni, gestori del servizio idrico, alle scuole e ad altri soggetti interessati. In occasione dei principali eventi fieristici dedicati all’ambiente (come il SANA a Bologna ed ECOMONDO a Rimini), sono stati inoltre distribuiti ai cittadini e ai partecipanti, sempre gratuitamente, migliaia di “kit” per il risparmio idrico domestico (frangigetto e riduttori di flusso) ed altrettanti opuscoli sul risparmio.

Regione / Ente proponente Regione Toscana

Mamma segreta

Il progetto “Mamma segreta” nasce per prevenire l’abbandono alla nascita e sostenere le gestanti e le madri in gravi difficoltà garantendo a quest’ultime tutto il sostegno possibile da parte dei servizi territoriali e ospedalieri presenti sul territorio regionale.

Obiettivo

Il progetto è promosso dalla Regione Toscana e, dopo una prima fase sperimentale avviata nel 1999 in collaborazione con il Comune e con l’ASL di Prato e con l’Istituto degli Innocenti di Firenze, entra nel settembre 2005 nella fase operativa con l’obiettivo di coinvolgere tutto il territorio regionale.

Descrizione

Il percorso “Mamma segreta” si sviluppa attraverso: attività di informazione capillare sui diritti e doveri della donna attività di sostegno alla scelta della donna attraverso l’informazione e la formazione rivolta agli operatori attività di accompagnamento della donna, sia nel caso in cui scelga di tenere il bambino sia nel caso in cui scelga di partorire in anonimato promozione di iniziative di sensibilizzazione e di informazione su questi temi. Il progetto è attuato attraverso il coinvolgimento dei Comuni di Firenze, Prato, Pisa e Siena in qualità di comuni capofila delle relative aree vaste; è loro compito coordinare iniziative di informazione e formazione mirata in grado di raggiungere tutti gli operatori, sia quelli dei servizi territoriali sia quelli dei presidi ospedalieri. La Regione ha realizzato un opuscolo informativo tradotto in 7 lingue che è stato distribuito in maniera ampia e capillare su tutto il territorio regionale.

Sotto l’egida di “Acqua, risparmio vitale”, sono stati realizzati vari progetti pilota sul territorio regionale che, nel loro insieme, hanno evidenziato quanto possa influire positivamente sui consumi d’acqua l’applicazione di semplici frangigetto e riduttori di flusso, associata a campagne informative locali. Queste iniziative regionali hanno anche svolto un importante ruolo di “invito” e stimolo a diffondere un approccio integrato nell’affrontare il tema del risparmio e il “contagio” è stato sorprendente: comuni, province, altri soggetti pubblici, società private e associazioni dell’Emilia-Romagna e di tutto il territorio nazionale hanno cominciato a realizzare iniziative di risparmio idrico all’interno delle proprie realtà, sviluppando progetti, eventi e manifestazioni che traevano ispirazione dai contenuti della campagna. A titolo d’esempio, la campagna telematica “I giovani non fanno acqua”, realizzata nel 2007 dal Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, che ha utilizzato i materiali di “Acqua, risparmio vitale” per i propri contenuti diffusi via internet; ma anche le massicce distribuzioni di kit di risparmio (idrico ed energetico) e depliant informativi da parte di vari gestori del Servizio Idrico Integrato (in particolare Hera ed ENIA) e di altri soggetti privati (COOP, EnelSì, IKEA, etc.). Tra i progetti pilota di maggior rilievo realizzati sul territorio regionale (si vedano le schede che seguono), vanno citati il Progetto “Bagnacavallo”, il progetto “pioniere” che ha poi coinvolto enti pubblici e privati fino all’adesione dell’intera Provincia di Ravenna, e “Non c’è acqua da perdere”, sviluppato inizialmente dalla Provincia di Bologna nel Comune di Castel San Pietro Terme e successivamente anche in quello di Ozzano dell’Emilia.

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Titolo Progetto

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Titolo Progetto

Carta giovani

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Direzione regionale Lavoro, Pari Opportunità e Politiche giovanili

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna. Giunta regionale

Ricoveri di sollievo

Titolo Progetto

Obiettivo

La Regione Lazio vuole assicurare una migliore qualità della vita delle giovani generazioni, garantendo pari diritti e opportunità nell’accesso all’istruzione, al lavoro e alla mobilità, nonché alla fruizione della cultura, dello sport e dello spettacolo, il tutto in un’ottica di apertura all’Europa che consenta a tutti le ragazze e i ragazzi del Lazio di poter diventare a pieno titolo “cittadini europei”.

Garantire un periodo di riposo alle famiglie che scelgono di assistere l´anziano a casa e che quindi permette di non ricorrere al ricovero definitivo, oppure che improvvisamente non possono provvedere all´assistenza per motivi di salute o altri motivi contingenti.

Obiettivo

Descrizione

Il Lazio è la prima e unica Regione in Italia ad avere previsto il rilascio gratuito di una “Carta Giovani”per tutti i ragazzi dai 14 ai 29 anni residenti o domiciliati nel territorio regionale. La Carta Giovani della Regione Lazio è una delle azioni di sistema del Piano Triennale ed è riconosciuta ed utilizzabile anche in 41 paesi in Europa (sono attualmente più di 4,5 milioni i giovani che la utilizzano in 100.000 Punti Convenzionati per accedere a servizi, sconti e agevolazioni).

Nelle RSA e nelle Case protette sono previsti dei posti letto utilizzabili per ricoveri temporanei.

Descrizione

La Regione Lazio ha voluto caratterizzare la Carta, unendo alle numerosissime agevolazioni già previste dal circuito European Youth Card Association ulteriori e peculiari opportunità nello specifico contesto regionale: a) l’accesso a tariffe ridotte nei musei di interesse regionale e locale, nonché alle iniziative e manifestazioni culturali, promosse o finanziate dalla Regione Lazio; b) convenzioni con alberghi e ostelli della gioventù per favorire la permanenza nei luoghi ove i giovani intendono recarsi durante il fine settimana; c) altre agevolazioni finalizzate a sostenere il processo di crescita, formazione e inserimento lavorativo dei giovani, con particolare riguardo agli scambi internazionali, l’accesso alle opportunità offerte dai programmi comunitari, l’apprendimento di una seconda lingua. L’inserimento di tutte queste agevolazioni e opportunità regionali per i giovani nel Circuito EYCA sviluppa un sistema di attrattori culturali che a loro volta avvicinano alla Regione Lazio tutti i giovani (ad oggi 4,5 milioni) titolari della Carta negli altri 41 stati europei. Per averla basterà recarsi presso gli uffici del Comune di residenza o in uno degli altri punti di rilascio individuati dai comuni stessi (Informagiovani, URP, Uffici comunali), esibire un documento di riconoscimento valido e compilare il relativo modulo di iscrizione. La quota di adesione dovuta alla Associazione “Carta Giovani” verrà riconosciuta all’Associazione dalla Regione, e quindi la tessera verrà rilasciata gratuitamente ai ragazzi. La Carta Giovani ha validità fino al 31/12/2010.

Questo periodo, seppure limitato, può essere utile per svolgere attività di riattivazione, assicurare la vigilanza sanitaria e promuovere il recupero dell´anziano dopo un ricovero ospedaliero o garantire il mantenimento delle abilità funzionali. Nelle RSA, possono essere riservati a ricoveri temporanei fino al 10% dei posti letto disponibili. Questi posti sono destinati ad assicurare prestazioni assistenziali e sanitarie di elevata intensità per un breve periodo ad anziani non autosufficienti, in base alle esigenze individuate dal piano di assistenza individuale. Il ricovero temporaneo in RSA, nel limite del 10% dei posti disponibili, possono essere a totale carico del fondo sanitario fino a un massimo di 30 giorni. E´ l´Unità di Valutazione Geriatrica a valutare quando ricorrono le condizioni per il ricovero sui posti temporanei di RSA. Il ricorso ai posti temporanei in casa protetta è indicato in caso di necessità di prestazioni assistenziali e sanitarie di medio livello, e non è totalmente gratuito. La quota di posti prevista per ricoveri temporanei è riservata a: a) Anziani non autosufficienti assistiti in famiglie che si fanno carico dell´assistenza, assicurando le attività socio assistenziali domiciliari di rilievo sanitario previste dal programma assistenziale personalizzato e che ricevono l´Assegno di cura, per motivate esigenze dei componenti delle famiglie stesse; b) Anziani in situazioni di emergenza e di bisogno socio-sanitario in attesa della predisposizione di un più appropriato programma assistenziale; c) Anziani dimessi dalle divisioni ospedaliere non immediatamente assistibili a domicilio e che necessitano di convalescenza e riabilitazione.

La Carta Giovani è accompagnata dalla guida“Carta Giovani” all’uopo realizzata che verrà consegnata a tutti i possessori della Carta Giovani Regione Lazio.

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Titolo Progetto

Piemonte in rete contro la tratta

Regione / Ente proponente Regione Piemonte, Province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Comuni di Torino, Asti, Bra, Cuneo.

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Comune di Torino, Ufficio tempi e orari della città. Assessore al Decentramento e all’Area metropolitana, Tempi e Orari della Città, Politiche delle Pari Opportunità.

Piano territoriale degli orari e dei tempi della città

Titolo Progetto

Obiettivo

Il progetto a titolarità regionale, ma con un ampio coinvolgimento di enti locali e associazioni del privato sociale, ha inteso raggiungere e agganciare il maggior numero possibile di persone vittime di tratta sfruttate sul territorio piemontese ed accompagnarle all’autonomia attraverso percorsi di inclusione socio-lavorativa.

- Armonizzare gli orari e l’accessibilità dei servizi e dei pubblici esercizi con i tempi di vita e di lavoro dei cittadini. - Semplificare i rapporti tra i cittadini e pubblica amministrazione. - Migliorare il sistema della mobilità cittadina, partendo dagli spostamenti casa/lavoro e casa/ scuola.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto è stato indirizzato a donne (anche con figli minori), uomini e transessuali vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale, ma anche lavorativo e a fini di accattonaggio.

Il Piano ha individuato cinque ambiti progettuali: - Sportello Unico del Cittadino; - Centro di prenotazioni unificato degli esami e visite mediche con gli enti di sanità (Sovra-cup); - Adeguamento degli orari di apertura dei servizi pubblici e commerciali; - Mobilità sostenibile; - Disponibilità dei servizi culturali.

Descrizione

Le potenziali vittime di tratta sono state contattate attraverso le Unità mobili (Unità di Strada e Unità indoor), il Numero Verde e gli sportelli di accoglienza dei partner di progetto o grazie a segnalazioni provenienti da altri servizi in rete sul territorio. Sono state informate sui loro diritti con particolare riferimento alla tutela della salute e alle opportunità di accesso ai percorsi di protezione e inclusione socio-lavorativa ed accompagnate presso le strutture sanitarie. Dopo l’attivazione del programma ex art.18 che consentirà di regolarizzare la posizione giuridica in Italia sono state accolte nelle strutture di accoglienza residenziale più adatte ai loro bisogni o accompagnate attraverso un percorso di sostegno non residenziale. E’ stato definito un progetto personalizzato tenendo conto della cultura d’origine, del progetto migratorio, della storia personale, delle caratteristiche e capacità individuali, per favorire l’integrazione nel rispetto dei modelli culturali di appartenenza. Il progetto individuale ha consentito attraverso il counselling psicologico, l’assistenza legale, l’educazione ai codici etico-relazionali italiani, l’alfabetizzazione, la formazione e l’inserimento lavorativo l’elaborazione dei vissuti di sfruttamento e sofferenza e il ripensamento del progetto migratorio nel quadro dei nuovi diritti e delle nuove responsabilità derivanti dall’appartenere anche alla società italiana.

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SANITÀ


Distretti della Salute

Titolo Progetto

Sperimentazione di interventi in rete dedicati alla gestione a domicilio dei soggetti affetti da demenze nella Città di Mantova

Obiettivo

Favorire la permanenza domiciliare e facilitare l’assistenza di persone affette da gravi forme di demenza, come la sindrome di Alzheimer, grazie all’aiuto di sistemi domotici intelligenti.

Rafforzare politiche di prevenzione, le azioni di convergenza dei processi assistenziali verso i più evoluti standard europei, l’esercizio coordinato dei processi amministrativi e della sanità elettronica

Obiettivo

Descrizione

Il progetto consiste in una sperimentazione di interventi a carattere prevalentemente domiciliare, con il supporto dei servizi semi-residenziali e residenziali della durata di 36 mesi per un target di 400 pazienti affetti da demenza. Il progetto intende superare la criticità fondamentale nel sistema di offerta alla popolazione anziana: l’assenza di servizi domiciliari specifici e mirati alle famiglie e ai pazienti affetti da demenza. Il progetto si suddivide nelle seguenti linee di intervento:

Si articolano in “Unità per i servizi integrati di base”, con la missione della doppia integrazione socio-sanitaria e tra ospedale e territorio.

Descrizione

Regione / Ente proponente Regione Lombardia. Comune di Mantova

1) Sperimentazione, limitata nel primo triennio, alla popolazione residente nella città di Mantova, di forme innovative di assistenza: informazione, ascolto, valutazione clinica, progettazione personalizzata di interventi di sostegno della famiglia, interventi domiciliari dedicati. 2) Acquisizione da parte delle risorse umane, già attive sulla città di Mantova nel sistema di offerta di servizi domiciliari, di competenze tecniche e relazionali nella gestione a domicilio del paziente affetto da demenza e della sua famiglia

Regione / Ente proponente Regione Basilicata. Assessorato alla Salute

Con la riforma del servizio sanitario regionale, le strutture organizzative delle Aziende sanitarie locali sono passate da 5 a 2 (Asl di Potenza e Asl di Matera), che unitamente, all’Azienda ospedaliera regionale San Carlo e all’IRCCS-CROB di Rionero, configurano un assetto per l’utilizzazione razionale dei fattori produttivi e abilitano la valorizzazione delle specializzazioni con il potenziamento di una rete di prevenzione e assistenza socio-sanitaria sicura, funzionante, adeguata al processo tecnologico. Il Distretto della salute sarà ”il volto” con cui ogni cittadino potrà interloquire e dovrà garantire qualità del servizio e livelli di assistenza quanto più vicino alla vita delle persone.

3) Promozione di un processo di adeguamento e miglioramento dell’assistenza a domicilio del paziente affetto da demenza,mediante l’individuazione di prassi di lavoro innovative, connotate anche dall’utilizzo di nuove tecnologie che consentano una miglior qualità di vita dei soggetti particolarmente fragili.

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Titolo Progetto


Titolo Progetto

Lumir-Lucania medici in rete

Regione / Ente proponente Regione Basilicata. Assessorato alla Sanità Regione Basilicata

Regione / Ente proponente Regione Basilicata. Assessorato alla sanità

Litis - Livelli di innovazione tecnologica in sanità

Titolo Progetto

Obiettivo

Medicina centrata sul paziente, miglioramento dei livelli di assistenza, più qualità nei processi assistenziali e nell’erogazione dei servizi.

Mettere a punto un Tavolo permanente sulla sanità elettronica per pianificare un’evoluzione equilibrata nel rapporto aziende sanitarie e Regione e per individuare un modello logico per la misurazione del grado di innovazione nelle aziende sanitarie

Obiettivo

Descrizione

La Regione Basilicata, nell’ambito del progetto Lumir, ha previsto la progettazione di un modello organizzativo a rete e la ridefinizione di una logica di funzionamento secondo criteri di qualità ed efficienza che possano portare al miglioramento dei servizi erogati. Ha infatti introdotto una logica di cartella clinica virtuale, ossia la possibilità di caratterizzare i documenti clinici con riferimenti ai problemi del paziente e di elaborare in rete processi di condivisione delle informazioni cliniche.

Il progetto prevede un complesso di indicatori capace di definire le tattiche di breve-medio periodo per uno sviluppo più coerente dell’innovazione nelle aziende. I protagonisti sono i vertici delle aziende, attraverso il “Tavolo permanente di lavoro sulla Sanità elettronica” (promosso con il supporto di Forum Pa), ma il dibattito dovrebbe coinvolgere tutti gli attori, cittadini compresi, per fornire i diversi punti di vista da considerare nell’elaborazione del modello».

Descrizione

La continuità assistenziale e la cooperazione multidisciplinare richiedono infatti nuove modalità di accesso a lettere, referti e documenti da parte dei medici che, a vario titolo, partecipano alla cura di un paziente. I documenti digitali sono associati agli eventi, ossia ai contatti che il paziente ha avuto con il servizio sanitario, come a esempio ricoveri, accessi di pronto soccorso, prestazioni ambulatoriali e così via. La storia clinica è dunque organizzata per eventi che, nel caso dei pazienti cronici che sono i maggiori fruitori di servizi sanitari, sono molto numerosi e ripetuti nel tempo. Questa impostazione, che vede il Fse come una raccolta ordinata di documenti significativi presenti nel dossier del paziente (cartelle cliniche nella definizione del garante della privacy) può essere associata, dal punto di vista medico, a una navigazione per problemi. Su questa linea si è diffuso il concetto di patient summary, ossia un documento che il medico di medicina generale dovrebbe compilare per redigere una sintesi della storia clinica del paziente. Si tratta di un approccio che è seguito in tutta Europa e che ha visto anche in Italia, per la precisione a Pavia, una prima sperimentazione con la produzione di circa 15mila patient summary da parte di alcuni medici volontari. Un apposito gruppo di lavoro presso il ministero della Salute sta definendo il formato e le regole per la sua compilazione.

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La prima fase del lavoro si è basata sulla diffusione di un questionario alle aziende. Dal questionario sono stati estratti 76 indicatori elementari, calcolando per ognuno un punteggio da 0 a 100. Gli indicatori sono stati divisi in 3 macro-aree, a seconda se le funzionalità erano offerte al cittadino, agli operatori sanitari coinvolti nel processo di assistenza, oppure ai manager e agli amministrativi. A questi vanno aggiunti 25 indicatori elementari sugli aspetti di governance dell’innovazione tecnologica. Alle funzioni finalizzate a migliorare la partecipazione e la consapevolezza del cittadino sulla gestione della propria salute e dei propri stili di vita, attraverso la semplificazione delle pratiche amministrative, l’accesso più agevole per la fruizione dei servizi sanitari, il supporto nella gestione delle proprie patologie (acceso alle conoscenze, tele-monitoraggio, teleassistenza), l’accrescimento della conoscenza, si aggiungono quelle rivolte principalmente agli operatori sanitari e sociali, finalizzate a supportare l’erogazione quotidiana dell’assistenza, e in particolare la continuità dell’assistenza, la gestione integrata delle patologie croniche, le reti di patologie. Esse riguardano anche gli aspetti clinici e organizzativi per la gestione delle singole strutture (a esempio: distretto, laboratorio di analisi, dipartimento di immagini ecc.) o di sottopopolazioni mirate di pazienti (anziani, prima infanzia, soggetti fragili, stranieri in Italia, disabilità, particolari patologie ecc. ). Comprendono la dematerializzazione, la condivisione di dati nei percorsi assistenziali, la gestione della conoscenza. Altri indicatori misurano l’efficienza delle funzioni rivolte agli impiegati amministrativi, ai fornitori e ai dirigenti per la gestione amministrativa e logistica della Sanità, nonché l’esercizio delle politiche di indirizzo e controllo (contabilità, approvvigionamenti, magazzino, cruscotti, datawarehouse, bilance score card).

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Titolo Progetto

Progetto Sole, Sanità On Line

Regione / Ente proponente Regione Emilia Romagna

Regione / Ente proponente Regione Piemonte. Assessorato alla salute e al welfare

Assegno per le non autosufficienze

Titolo Progetto

Obiettivo

Realizzare una rete informativa tra i medici di medicina generale(MMG), i pediatri di libera scelta (PLS) e le Aziende Sanitarie per consentire la condivisione delle informazioni sanitarie dei cittadini tra i medici di famiglia.

Gestire i servizi sanitari in modo efficiente ed efficace per rispondere in maniera adeguata alle domande di salute dei cittadini.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto Sole, Sanità On Line, è una rete informatica che collega i circa 3.800 medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta con tutte le strutture e i medici specialisti delle aziende sanitarie della Regione Emilia Romagna. L’iniziativa favorisce la presa in carico degli oltre 4 milioni di cittadini della regione tramite la condivisione delle informazioni sanitarie tra i medici che hanno in cura il paziente. Le richieste di esami e visite, i referti, le dimissioni dall’ospedale saranno disponibili sulla rete a vantaggio dell’assistito e del suo rapporto con il medico. Progetto SOLE apre nuove prospettive nell’erogazione dei servizi sanitari. Le soluzioni del Progetto adottano gli innovativi standard di e-Government al servizio della Sanità applicata a:

La Giunta regionale, su proposta degli assessori alla tutela della salute e sanità e al welfare, ha deciso lo stanziamento di 31 milioni di euro per il finanziamento degli assegni di cura, estendendo il diritto a usufruirne anche ai portatori di gravi disabilità di età inferiore ai 65 anni. Dei 31 milioni di euro, 25 saranno destinati alla prosecuzione degli interventi a favore degli anziani e si andranno ad aggiungere ai 21 milioni messi a disposizione lo scorso anno. I restanti 6, invece, saranno finalizzati a sperimentare la domiciliarità per le persone non autosufficienti con meno di 65 anni.

Descrizione

Gestione del ciclo di vita prescrizione/refertazione specialistica ambulatoriale: consente di amministrare i servizi per la gestione completa e integrata di tutto il ciclo informativo, dalla prescrizione al ritorno del referto. Gestione degli eventi di ricovero/dimissione Gestione flussi amministrativi MMG/Aziende (anagrafe) : consente di amministrare i servizi per la gestione delle PPIP (prestazioni di particolare impegno professionale) e per l’aggiornamento delle anagrafiche degli assistiti (comprese la scelta/ revoca). Gestione del processo di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI): supporta i processi di attivazione dei piani di assistenza ADI mediante il dialogo tra MMG/PLS e professionisti delle Aziende USL.

I cittadini interessati possono presentare la richiesta presso gli sportelli unici, oppure presso la sede del Distretto sanitario o del Consorzio socio-assistenziale del proprio territorio. Attraverso il lavoro delle Commissioni di valutazione multidisciplinari (composte da medici, infermieri, assistenti sociali e altre eventuali figure professionali ritenute opportune per ogni singolo caso) e in base al grado di non autosufficienza e alle necessità sanitarie e sociali della persona, sarà definito il piano di assistenza individualizzato (P.A.I). In caso si ritengano necessari interventi domiciliari, al paziente verrà riconosciuta una somma per il pagamento dei servizi di assistenza tutelare previsti dal P.A.I, che potranno essere anche più di uno, ma che nel loro complesso non potranno superare gli 800 euro mensili nei casi di bassa intensità assistenziale, i 1.100 euro nei casi di media intensità e i 1350 euro in quelli di medio-alta intensità (elevabili a 1.640 per i soggetti senza rete familiare). L’assegno potrà essere utilizzato per il lavoro svolto sia da figure professionali regolarmente assunte, sia da familiari o da volontari, nonché per l’acquisto di servizi come il telesoccorso o la consegna di dei pasti presso la propria abitazione.

Gestione delle patologie croniche (es. diabete, scompenso cardiaco) Indicizzazione Regionale degli Eventi Clinici (IREC): crea una metodologia di gestione e di accesso a dati clinici e sanitari.

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Previsione Finanziaria 31 milioni di euro


SCUOLA


Titolo Progetto

Tutto ha un prezzo

Regione / Ente proponente Regione Lombardia. Comune di Sesto San Giovanni Assessorato alla Cultura

Regione / Ente proponente Regione Liguria in collaborazione con la Direzione Scolastica Regionale, Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti e Confagricoltura.

Fattorie Didattiche

Titolo Progetto

Obiettivo

Sensibilizzare i bambini al rispetto dell’ambiente circostante e prevenire fenomeni di vandalismo.

Il “Progetto regionale delle fattorie didattiche: saperi e sapori della Liguria”, approvato con DGR n.71/2003, nasce come strategia educativa a tutto campo per avvicinare il mondo della scuola alla vita di una fattoria tradizionale.

Obiettivo

Descrizione

Tutto ha un prezzo e i beni pubblici come panchine, fontanelle, pali della luce, cestini, giochi per bambini non fanno eccezione. Partendo da questa constatazione, gli assessorati all’Ambiente e all’Educazione di Sesto San Giovanni hanno avviato un percorso di sensibilizzazione nelle ultime classi delle scuole elementari Dante e Marzabotto della città con lo scopo di insegnare ai futuri cittadini che rompere e danneggiare i beni di tutti significa procurare un danno alla collettività e, dunque, anche a se stessi. La campagna “Tutto ha un prezzo”, ideata da Magutdesign – una società di grafica e comunicazione di Sesto San Giovanni – e donata al Comune, ha il preciso scopo di insegnare che danneggiare un gioco per bambini in un parco, ad esempio, può costare al Comune – dunque a tutti i cittadini – anche più di 2000 euro in riparazioni. Dopo un primo incontro nelle classi per spiegare ai bambini il senso del progetto e i fondi che il Comune spende per l’arredo urbano della città, domani – giovedì 8 aprile a partire dalle 10.30 – gli alunni delle classi V A e B e delle IV A, B e C “hanno invaso” il centro della città per attaccare a tutti gli oggetti pubblici di arredo urbano un cartellino con il prezzo del bene.

I ragazzi apprendono la propria identità territoriale sviluppando una serie di conoscenze attraverso esperienze dirette. Contemporaneamente si crea un’opportunità di sviluppo per le stesse attività agricole promuovendo il turismo “scolastico” in ambito rurale e valorizzando i prodotti tipici e di qualità.

Descrizione

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La Regione ha approvato con deliberazione della Giunta regionale n°1014 del 6 agosto 2003 un protocollo d’intesa con Direzione Scolastica Regionale, Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti e Confagricoltura per l’attuazione di due corsi di formazione: uno rivolto alle aziende agricole l’altro agli insegnanti. Le attività didattiche che si possono svolgere in una fattoria vanno dalle visite guidate, residenziali e non, a vere e proprie giornate dimostrative durante le quali ci si può prendere cura di un orto, di un oliveto o di un frutteto: le aziende si trasformano in veri e propri laboratori del fare e del gustare. Le visite in azienda possono essere integrate e completate organizzando incontri preliminari in aula. Altri momenti didattici potranno essere forniti da frantoi, caseifici, cantine e musei etnografici e rurali: si arriva quindi alla creazione di veri e propri circuiti, riunendo in percorsi tutta la pluralità delle emergenze culturali e ambientali che un territorio può offrire.

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Titolo Progetto

Nonni in divisa

Regione / Ente proponente Regione Campania. Comune di Salerno in collaborazione con il Comando di Polizia municipale di Salerno.

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Provincia di Roma

Provincia e studenti on-line

Titolo Progetto

Obiettivo

Garantire la sicurezza dei ragazzi davanti alle scuole e favorire l’integrazione degli anziani nella vita sociale attiva, impegnandoli nello svolgimento di servizi ausiliari di pubblica utilità.

Creare un filo diretto con gli studenti per la sicurezza degli Istituti scolastici, per rafforzare il dialogo tra chi vive quotidianamente la scuola e chi deve garantirne qualità e manutenzione.

Obiettivo

Descrizione

Il Comune di Salerno coinvolge la Terza Età in un importante progetto di volontariato destinato ai bambini. I “nonni” , muniti di paletta e fischietto, saranno impegnati davanti a 10 scuole cittadine con il compito di sorvegliare l’entrata e l’uscita da scuola, diventando così un punto di riferimento per i bambini che troveranno ad accoglierli una figura amica.

‘Provincia & Studenti on line’ è uno sportello virtuale disponibile per i rappresentanti degli studenti dei quasi 200 istituti superiori di Roma e provincia. Attraverso il canale web, si potranno segnalare in tempo reale alla Provincia di Roma problemi, esigenze e piccoli interventi di manutenzione necessari per la propria scuola, consentendo così una risposta sempre più efficace e tempestiva alle diverse richieste.

Descrizione

Il Nonno in Divisa deve stazionare davanti alla scuola assegnata invitando i minori ad utilizzare l’attraversamento pedonale e, ove occorra, accompagnare gli stessi dopo essersi accertati che i veicoli si siano arrestati, senza procedere tra l’altro ad alcuna intimidazione nei confronti dei conducenti dei veicoli. Assicurare che la discesa dei bambini dall’autobus avvenga in perfetto ordine e sicurezza. Non deve procedere a contatti verbali con eventuali trasgressori, ma deve segnale il fatto accaduto all’Ufficio Responsabile e al Comando di Polizia Municipale. Segnalare all’Ufficio Responsabile e/o al referente del progetto eventuali anomalie, sia accertate durante il servizio che riferite da cittadini.

Un servizio nuovo, mai esistito prima, relativo all’edilizia e alla cura degli edifici scolastici. Entro tre giorni dalla richiesta i tecnici dell’Amministrazione provinciale faranno un sopralluogo nella scuola per verificare l’entità del problema e risolverlo in poco tempo. Poi la task force operativa stilerà, ogni due mesi, un report informativo sulle varie scuole”.

Per poter essere considerati idonei all’incarico di Nonno in Divisa, i cittadini devono possedere i seguenti requisiti: - Essere residenti nel Comune di Salerno (SA); - Avere un’età compresa tra i 60 e 80 anni; - Essere in possesso di idoneità psico-fisica specifica, in relazione ai compiti descritti; - Godere dei diritti civili e politici; - Non aver subito condanne penali.

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Titolo Progetto

Bollenti Spiriti

Regione / Ente proponente Regione Puglia. Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva, in collaborazione con assessorati e agenzie regionali che realizzano interventi in favore dei giovani.

Regione / Ente proponente Regione Marche. Provincia di Pesaro e Urbino, Comuni di Pesaro e Ancona, Università degli studi di Urbino

STUdiARE (Sistema

Titolo Progetto

Telematico Unificato di Accesso alla Rete scolastica).

Obiettivo

Mettere a sistema i vari progetti e le linee di intervento sulle politiche giovanili e fare delle giovani generazioni il vero motore della rinascita sociale, economica e culturale della regione Puglia.

- Migliorare l’accesso e la gestione delle procedure amministrative e delle comunicazioni che contraddistinguono il rapporto tra cittadino ed istituti scolastici; - Costruire un insieme di servizi che riesca ad accompagnare il cittadino nel suo percorso formativo, in età scolastica e adulta, finalizzato alla realizzazione di un sistema educativo permanente.

Obiettivo

Descrizione

Bollenti Spiriti è il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili, cioè un insieme di interventi e di azioni dedicate ai giovani pugliesi e a chi lavora con e per loro. L’accento viene messo sul talento, l’energia e la voglia di partecipare e la creatività dei giovani in quanto tali e non solo in quanto studenti, disoccupati, soggetti da proteggere o categoria a rischio. Per la prima volta, non si vuole “risolvere il problema dei giovani” ma offrire strumenti per permettere ai giovani cittadini pugliesi di partecipare a tutti gli aspetti della vita della comunità. Bollenti Spiriti ha preso il via nel novembre del 2005 con una Delibera della Giunta Regionale che ha istituito il programma.

L’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino ha proposto, al proprio territorio provinciale e al sistema delle autonomie locali della regione Marche, un progetto che tenti di affrontare in maniera sistematica e strutturata il problema del miglioramento dei canali di informazione, comunicazione ed accesso ai servizi che riguardano la gestione e la partecipazione da parte dei cittadini alle offerte formative da parte degli istituti.

Descrizione

In 5 anni Bollenti Spiriti ha realizzato alcune importanti iniziative: - Il Contratto Etico Giovanile , ovvero borse di alta formazione per oltre 5.000 giovani neolaureati pugliesi (spesa complessiva: circa 60 milioni di Euro). Da marzo 2008, il contratto etico ha cambiato nome: si chiama “Ritorno al Futuro” ed è interamente gestito dall’Assessorato al Lavoro e alla Formazione Professionale. - I Laboratori Urbani, ovvero il finanziamento di 71 progetti per ristrutturare circa 150 edifici abbandonati in tutta la regione e trasformarli in laboratori da dedicare all’espressione e alla creatività giovanile (spesa complessiva: circa 50 milioni di Euro). In questo stesso periodo, Bollenti Spiriti: - ha realizzato iniziative sperimentali sulla creatività giovanile, come il CreativeCamp (prima e seconda edizione); - ha commissionato all’Università degli Studi di Bari la ricerca Cosa Bolle in Pentola , su risorse e bisogni dei giovani pugliesi.

Al progetto STUdiARE hanno aderito 67 Enti della Regione Marche suddivisi in: Enti Sviluppatori (Regione Marche, comuni di Pesaro e Ancona, Provincia di Pesaro e Urbino, Università degli studi di Urbino) ed Enti riutilizza tori (Province di Ancona e Macerata, 21 comuni, 39 Istituti scolastici del territorio provinciale). Gli utenti coinvolti (studenti, genitori, docenti, personale amministrativo) utilizzano procedure organizzative e servizi via web che consentono: - Invio e ricezione iscrizioni, comunicazioni e autorizzazioni varie scuola-famiglia; - Gestione e controllo presenze degli alunni; - Gestione e controllo presenze dei docenti; - Registrazione e consultazione delle valutazioni per materia dell’alunno. La situazione attuale vede la presenza di diversi soggetti impegnati nel gestire il percorso della formazione, ed emerge da parte di tutti i soggetti coinvolti nel progetto una comune esigenza di migliorare, in chiave di semplificazione ed efficienza, e potenziare, in chiave di canali di offerta, i propri servizi al cittadino.

A febbraio 2008, la Giunta Regionale ha approvato il nuovo Piano di Azione Bollenti Spiriti per il periodo 2008 / 2009, con l’obiettivo di realizzare interventi per promuovere l’attivazione e il protagonismo dei giovani pugliesi. A maggio del 2008, l’Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva ha firmato un Accordo di Programma Quadro con il Governo Italiano per accedere alle risorse del Fondo Nazionale Politiche Giovanili. Nell’ambito del nuovo Piano d’azione, e utilizzando le risorse del Fondo, Bollenti Spiriti ha realizzato il concorso Principi Attivi – Giovani Idee per una Puglia migliore (spesa complessiva: 7,5 milioni di Euro). Inoltre, fanno parte del programma Bollenti Spiriti: - il Servizio Civile Nazionale realizzato dagli enti accreditati con sede in Puglia - il progetto Rempart - Programma Erasmus per Giovani Imprenditori; - il progetto MOMArt. Con una spesa complessiva di oltre 120 milioni di Euro, Bollenti Spiriti rappresenta il più importante investimento economico mai realizzato da una regione italiana in favore delle giovani generazioni. I Laboratori Urbani stanno aprendo i battenti. I progetti Principi Attivi hanno iniziato le loro attività. Le altre azioni di Bollenti Spiriti (Servizio Civile, Erasmus e Momart) sono in corso. Altre iniziative verranno realizzate nei prossimi mesi. BS 2.0 è una piattaforma a disposizione di tutti i giovani pugliesi “attivi” che permette ai giovani cittadini di comunicare con la Regione Puglia. Ma anche di comunicare tra loro. 144

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Titolo Progetto

L’educazione scientifica nella scuola

Regione / Ente proponente Regione Toscana. Assessorato all’Istruzione, Formazione, Politiche del Lavoro, Concertazione

Regione / Ente proponente Regione Lazio. Assessorato istruzione, diritto alla studio e formazione

Un’alleanza tra scuola, famiglia e territorio nella regione Lazio: ascoltiamoci

Titolo Progetto

Obiettivo

La finalità del progetto è migliorare la qualità dell’insegnamento scientifico nella scuole della Toscana. Il progetto si pone ha l’obiettivo di creare un sistema di documentazione/formazione di e su esperienze di ricerca innovazione nella didattica delle scienze delle Scuole della Toscana.

Progetto finalizzato alla prevenzione del disagio giovanile, dei comportamenti aggressivi, dell’insuccesso e della dispersione scolastica tramite il rafforzamento delle competenze relazionali, affettive e prosociali degli studenti di alcune scuole della Regione Lazio.

Obiettivo

Descrizione

Il progetto si è svolto secondo un programma costituito dalle seguenti tappe: - Costituzione di tre Comitati Scientifici in collaborazione con i tre Atenei toscani, il Comune di Scandicci, la Provincia di Pisa e la Comunità Montana; - Definizione dei criteri di validazione delle esperienze e di griglie descrittive standard; - Raccolta delle esperienze già effettuate sul territorio, sulla base delle griglie; - Analisi, discussione, validazione delle esperienze da parte dei Comitati Scientifici; - Traduzione multimediale delle esperienze validate; - Progettazione di un pacchetto formativo standard a disposizione per eventuali iniziative di formazione in servizio; - Inserimento dei materiali prodotti nella rete di teleformazione della Regione Toscana. (www. progettotrio.it); - Le esperienze validate sono disponibili visualizzando la “lista delle esperienze”.

L’impianto progettuale, rivolto a studenti, docenti, genitori, prevede l’intervento in CINQUE SCUOLE SECONDARIE di II GRADO di Roma e Provincia e di QUATTRO SCUOLE della Regione Lazio. Queste ultime hanno costituito “scuole polo”, ovvero luoghi di riferimento per l’intero territorio provinciale.

Descrizione

Il Progetto prosegue la propria attività sulla base di un Protocollo di Intesa fra Regione Toscana/ Direzione Regionale Scolastica/ IRRE, avvalendosi per la validazione delle esperienze di un unico Comitato Scientifico costituito a livello regionale e dall’ azione dei Centri Risorse del Comune di Scandicci, della Provincia di Pisa, della Comunità Montana dell’ Amiata per i contatti con le scuole e la segnalazione e la raccolta delle esperienze da sottoporre al Comitato Scientifico. Negli anni 2004-2006 il Progetto Regionale, mentre continua il proprio lavoro di valorizzazione di esperienze innovative condotte da singoli insegnanti, avvia contemporaneamente un’azione di promozione e di supporto al miglioramento della qualità dell’insegnamento scientifico e matematico nelle scuole della Toscana andando ad individuare iniziative (o progetti di iniziativa) di ricerca e sperimentazione di modalità innovative nell’insegnamento scientifico e matematico condotte da scuole autonome singole e associate tra loro mediante la creazione di strutture specifiche finalizzate allo sviluppo di un lavoro condiviso sui problemi fondamentali dell’insegnamento scientifico e matematico, che individui saperi essenziali, metodologie, modalità relazionali, ambienti e strumenti; in modo che tutti gli studenti siano coinvolti, motivati e raggiungano adeguate competenze.

Tutte le azioni di prevenzione hanno previsto: - la realizzazione di uno Sportello d’ascolto psicologico per una prima accoglienza delle difficoltà giovanili nelle scuole di Cassino, Latina, Rieti e Viterbo; - l’istituzione di un setting di approfondimento di tematiche giovanili nelle scuole di Roma e Subiaco; - la realizzazione di interventi di prevenzione del disagio psicologico e sociale in adolescenza tramite la somministrazione collettiva di Questionari standardizzati costruiti per individuare indicatori di rischio del funzionamento giovanile, utilizzando un campione selezionato casualmente tra la popolazione delle diverse scuole della Provincia di Roma e delle Province di Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo; - la realizzazione di interventi di sostegno alla prosocialità realizzate partendo da un’analisi dei bisogni dei ragazzi. Le iniziative per la prosocialità sono state effettuate con interventi in classe da parte di uno psicologo che ha sollecitato i ragazzi a riflettere su tematiche relative ai bisogni giovanili, ai comportamenti a rischio, all’appartenenza al gruppo, al significato di vincoli e regole, adottando la metodologia del focus group; - la promozione di iniziative formative rivolte ai docenti che hanno avuto lo scopo di attivare una riflessione rispetto agli aspetti quotidiani e a quelli problematici della loro prassi educativa, proponendo strategie metodologico-didattiche e comunicative; - la realizzazione di incontri con i genitori per trattare tematiche inerenti gli aspetti cruciali della fase evolutiva adolescenziale. Un Progetto che si è impegnato a prevenire il disagio e i comportamenti aggressivi di oltre 1.600 studenti dagli 11 ai 19 anni di 20 scuole secondarie di primo e secondo grado.

A partire da novembre 2004 ogni anno, nell’ambito del Progetto della Regione Toscana “Pianeta Galileo: una settimana dedicata ai piaceri della scienza”, vengono realizzate iniziative di disseminazione dei risultati del Progetto.

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Titolo Progetto

Una scuola per amico

Regione / Ente proponente Regione Marche. Comune di Ancona

Obiettivo

1. consentire il diritto allo studio agli studenti ospedalizzati, tramite l’utilizzo di tecnologie che garantiscono la formazione a distanza ( FAD); 2. aiutare a superare l’isolamento attraverso collegamenti con la scuola esterna. Il progetto consente all’alunno ricoverato di sentirsi parte integrante di un gruppo, non isolato nella condizione di malattia, partecipando insieme ad altri compagni allo svolgimento delle lezioni; ciò favorisce il processo di scambio e di conoscenza reciproca. 3. suscitare interesse e aumentare la motivazione per le attività scolastiche, mantenendo un contatto importante con la quotidianità al di fuori dell’ospedale; 4. promuovere la maturazione degli aspetti cognitivi, emotivi e sociali del ragazzo; 5. Contribuire ad una migliore qualità dell’assistenza.

Descrizione

Il progetto “Una scuola per amico”, dall’anno scolastico 2000/2001, interessa i bambini ricoverati nell’ospedale “Salesi” per un percorso di apprendimento tramite la videocomunicazione. Per il bambino ospedalizzato , che non ha la possibilità di frequentare di persona le lezioni nella sua classe, l’apprendimento attraverso la videocomunicazione offre, per la sua flessibilità, una valida integrazione alle lezioni tradizionali: studiare dal letto di degenza, non da solo con l’insegnante, ma con la mediazione e la collaborazione di un gruppo di coetanei. Viene offerto un servizio di qualità che stimola l’apprendimento e l’inserimento del ragazzo ricoverato e contemporaneamente promuove la maturazione della personalità negli alunni delle classi coinvolte.

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COLOPHON

IN BUONE MANI Un progetto a cura di: Area Formazione Politica – Responsabile Annamaria Parente Area Enti Locali – Responsabile Davide Zoggia Schede sulle buone prassi e leggi regionali a cura di: Giovanna Giannone Fabio Gnoffo Marco Laudonio Carla Marchionna Francesco Persili Coordinamento didattico: Luigi Salesi Aggiornamenti e materiali su: www.inbuonemani.org Comunicazione online a cura di: DOL srl Coordinamento attività online Marco Laudonio Studio grafico ed impaginazione a cura di: Studio Semiki © Partito Democratico - 2010 www.partitodemocratico.it/entilocali www.partitodemocratico.it/formazionepolitica


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