Guerre Sante

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Guerre Sante

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Tutti gli storici, cristiani e mussulmani, danno la responsabilità della sconfitta soprattutto a Pelagio: forse lo spagnolo sperava di ripetere grande vittoria che pochi anni prima i suoi conterranei avevano ottenuto contro i Mori a Las Navas de Tolosa. Ma Pelagio era il legato di papa Onorio IV. Quali erano state le istruzioni del papa? Prendere Gerusalemme o occupare l’Egitto? Io opterei per la seconda ipotesi… In ogni caso, alla fine, i cristiani furono sonoramente sconfitti. Dovettero ringraziare Elkamil di poter lasciare il Cairo, e Damietta, sani e salvi: almeno la maggioranza di loro! La “crociata sul Nilo” era finita! Tra i pellegrini arrivati con i crociati c’era un frate allora poco conosciuto, ma che presto sarebbe diventato S. Francesco. Francesco, di sua iniziativa, lasciò il campo dei crociati, si fece catturare, e chiese di parlare con il Sultano. Sembra che Elkamil abbia parlato a lungo con Francesco, che gli proponeva una visione del Cristianesimo molto diversa da quelli che combattevano intorno a Damietta. Probabilmente il Sultano ne fu colpito abbastanza da capire che, se veramente avesse permesso a Francesco di predicare in Egitto, molti sarebbero stati i suoi seguaci, tra cristiani copti e mussulmani. In ogni caso, qualsiasi forma di proselitismo cristiano nei paesi mussulmani era (ed è tuttora!) sempre e rigorosamente vietata! S. Francesco fu riportato al campo cristiano con la benedizione di Allah. Il suo martirio non sarebbe stato utile ai mussulmani. Sarebbe stata una pessima propaganda, e le guerre si vincono anche con la propaganda!

4. La crociata dello scomunicato Federico II era figlio dell’imperatore Enrico V e di Costanza d’Altavilla, sorella dell’ultimo re normanno Guglielmo II. Come italiano del XXI secolo, non riesco a capire come un re, siciliano da parecchie generazioni, abbia potuto fare sposare Costanza al figlio dell’imperatore Federico Barbarossa, che inevitabilmente, avrebbe unito Sicilia e Italia meridionale, al Sacro Romano Impero Germanico. D'altra parte un italiano del XIV secolo, Dante Alighieri, guardò con favore quel matrimonio, mettendo Costanza in Paradiso. A quei tempi era ancora viva l’idea dell’impero universale, e Federico II cercò di risollevare l’Impero facendo proprio quello che i papi più temevano: prendere in una morsa lo stato pontificio, attaccandolo da nord e da sud!


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