Guerre Sante

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Guerre Sante

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Il successore di papa Giovanni, Paolo VI, mantenne la linea riformatrice del suo predecessore, ma con molta più prudenza. Il concilio si chiuse nel 1965 con molte novità liturgiche, ma con risultati inferiori alle attese. Paolo VI è rimasto famoso soprattutto per i suoi viaggi, primo papa a visitare i fedeli di tutti i continenti, nell’intento palese di proclamare che il papa non era solo il vescovo di Roma ma il capo di tutta Cristianità. Il primo viaggio del papa fu a Gerusalemme, allora divisa tra Giordania e Israele. Più tardi Paolo VI andò anche in Turchia, dove incontrò, e abbracciò, Atenagora, patriarca di Costantinopoli. Fu un momento commovente, ma alla riconciliazione, non seguì nessuna riunificazione. Anche se Atenagora avesse deciso di dimenticare la “crociata della vergogna” del 1204, il patriarca di Costantinopoli aveva un’autorità solo nominale sulla chiesa greca, e nessuna su quella serba, romena, bulgara, e russa. Le chiese ortodosse erano (e sono) gelosissime della loro autonomia. Oltretutto, allora, molte erano anche condizionate dai regimi comunisti. In Turchia, il papa fece un gesto fin troppo conciliante con gli eredi dell’impero ottomano, restituendo le bandiere conquistate a Lepanto. Sarebbe stato giusto aspettarsi dai turchi un gesto altrettanto conciliante. Non potevano certo restituire la pelle scuoiata di Marcantonio Bragadin, ma la Turchia è piena di trofei strappati ai cristiani... Niente di tutto questo! Più tardi anzi (nel 1974), i turchi invasero per l’ennesima volta Cipro: la guerra santa, tra Turchia e Cristianità, non era ancora finita! Paolo VI sperava in una riconciliazione con tutti, anche con gli islamici, anche con i “senza dio”. A far la pace però bisogna essere in due. Un pacifismo ad oltranza di solito non porta non alla pace ma, più semplicemente... alla sconfitta! È successo agli spagnoli, nella prima invasione islamica, ai cristiani nelle ultime crociate, fino agli europei con Hitler, e agli americani in Vietnam! Intanto l’Islam si riarmava. Allora il bersaglio principale era lo Stato d’Israele, e il nuovo Saladino si preparava a ributtare gli ebrei in mare.

7. La fine del Saladino Nel 1958 il prestigio di Nasser aveva raggiunto il punto più alto. L’Egitto aveva riavuto il Canale e l’indipendenza economica. La diga d’Assuan era in costruzione.


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