Guerre Sante

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4. I Turchi avanzano ancora Dopo la conquista di Costantinopoli, gli ultimi resti, di quello che era stato l’impero bizantino, caddero uno dopo l’altro nelle mani dei turchi. Nel 1461 cadde anche il piccolo regno di Trebisonda, sul Mar Nero. Il suo ultimo re, David, fu decapitato dai turchi, insieme a tanti altri! In pochi anni furono occupate le città bizantine del Peloponneso: ultimi a cadere furono i presidi Veneziani d’Argo e Nauplia. Interessante notare che proprio da Nauplia partirà la rivolta che porterà all’indipendenza della Grecia, quasi quattro secoli dopo. Per la Grecia questi quattro secoli di dominazione ottomana non furono solo un periodo d’oppressione politica e religiosa. Furono secoli bui, che fecero rimpiangere a molti anche il periodo dei signori “latini", e della dominazione veneziana. La Repubblica di San Marco era ormai costretta sola combattere i turchi. Gli ottomani conquistarono, una a una, quasi tutte le isole che di cui si era impadronita Venezia dopo la “crociata della vergogna”. In compenso, nel 1489, i Veneziani occuparono Cipro, dopo che si era estinta la dinastia di Lusignano (gli ultimi “re di Gerusalemme”). Il titolo (ormai doppiamente virtuale!) di “re di Cipro e di Gerusalemme” continuò a essere usato solo da una dinastia, imparentata con i Lusignano: i Savoia! L’ultimo sovrano a far scrivere sulle sue monete, “re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme” fu Vittorio Emanuele II. Cipro, Rodi e Creta erano ormai gli ultimi avamposti Cristiani nel mediterraneo orientale. I turchi per il momento li lasciarono da parte. Il sultano Maometto II aveva un obiettivo più ambizioso: dopo Costantinopoli voleva occupare… Roma! Impossibile? Perché? Gli arabi, nell'anno 846, avevano già saccheggiato S. Pietro. Potevano farlo anche i turchi ottomani, alla fine del secolo XV. Se nessuno li avesse fermati, invece della nuova basilica, Michelangelo avrebbe progettato una Moschea! La via più breve tra Costantinopoli (anzi Istanbul!) e Roma era l’antica Via Egnazia, che passava attraverso le montagne dell’Albania. Fu un albanese a salvare Roma. Il suo nome era Giorgio Castriota, in arabo Iskender Bey, meglio noto come Skanderberg, il “bey della frontiera”. Skanderberg era stato fin da ragazzo allevato dai turchi, nel corpo dei Giannizzeri. Il padre era stato costretto a cederlo al sultano, per essere cresciuto da mussulmano. Come a tanti altri ragazzi cristiani (albanesi, serbi e bulgari), gli era stato fatto una specie di lavaggio del cervello. Nel suo caso non funzionò! Castriota


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