Zona Cambio

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rivista

online

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a p pa s s i o n at i

di

t r i at h l o n

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passione 3 I triatleti del mese

Chrissie Wellington/Lance Armstrong

Filosofia e/o sarcasmo Maratona di Roma


Zona Cambio

Editoriale

Sembra tutto pronto... x il # 1!

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di Stefano e Gianluca Redazione

gente che si incontra in zona cambio

STEFANOLACARASTRONG + Master Runners

L’esordiente

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di STEFANOLACARASTRONG Hanno collaborato a questo numero

Beppe, Christian “Mac” Ferretti, Framiglio, Gian Carlo “Runner Blade” Pelliccia, Luigi Orlando “Magic”, Marco Bucci, Semper Adamas

I triatleti del mese

I triatleti del mese Chrissie Wellington / Lance Armstrong di Christian “Mac” Ferretti zona cambio

Francy goes to Pescara

Foto

Stefano Bigoni “Bellabigo”, Federico Campos Stefano La Cara ed open source (?)

Serena Aureli

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guida di una mamma alla preparazione per l’Ironman 70.3 Italy 2012 di Semper Adamas

Filosofia e/o sarcasmo di Marco Bucci

Grafica e impaginazione

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Ti tabelle in acqua... a correre sono capaci tutti, ma a nuotare… di Framiglio

Maratona di Roma di Gian Carlo “Runner Blade” Pelliccia

Arivace tu... a 50! Quelli che...

Quelli che... il triathlon

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(cose accadute, sentite o lette ma comunque vere) di Luigi Orlando “Magic” superclassifica

Top 10 Triathlon Races

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di STEFANOLACARASTRONG perché si corre

di Sventrax le ricette del triathleta

La giusta ricetta per il carico di Carboidrati e Omega3

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di Master Runner

D E S I G N

www.serenaaureli.it

VIA VILLA BRASCHI, 3 00019 TIVOLI (ROMA) TEL. +39 0774 313276

in questo numero

G R A P H I C


editoriale

Sembra tutto pronto...

x

! 1 il #

Stefano

Ci proviamo, perché comunque abbiamo l’umiltà di riconoscere di essere dei principianti ma di provarci sempre, prima di tutto con la passione. Si fa presto a dire passione, ma quando nuoti, pedali e corri per ore, giorni, settimane e mesi, qualcosa lì in fondo al cuore deve esserci per forza. Ed il cuore noi ce lo mettiamo tutto, ce lo mette chi scrive, chi disegna, che impagina e chi ci supporta in ogni modo! Questo è il nostro spazio, questo è lo spazio di chiunque vorrà divertirsi e divertire scrivendo di nuotate, pedalate, corse e, soprattutto, di quello che c’è intorno. Lo spazio è tanto, ma a noi ce piace de sta’ stretti, daje che c’è posto per tutti, ci vediamo in Zona Cambio!

Scrivere il primo editoriale per il primo numero del primo magazine per la prima volta è emozionante. Nasce Zona Cambio da due ragazzi (per favore passatecela questa) che hanno la passione per (guarda un po’) il triathlon, sono bastate due mail e due risposte per dare vita a quella che sarà una rivoluzione coinvolgente sul web di questo sport che sembra fatto solo per superdonne e super-uomini. Non ci perderemo nelle lunghe e dettagliate descrizioni di allenamenti, tecniche, strategie, resistenza, VO2max, frequenze cardiache o altro di simile, queste cose le lasciamo agli esperti, quello che ci guida in questa nuova avventura insieme a voi è la passione. Insieme a voi, avete capito bene, perchè voi sarete i protagonisti insieme a noi di questo magazine, le nostre storie, i vizi, le stranezze, le paranoie, i rituali prima della partenza, i gesti scaramantici, insomma tutto quello che questo bellissimo sport ci fa vivere e sognare ogni volta che indossiamo la cuffia il casco e il cappello.

G i a n l u c a

ZonaCambio l marzo 2012

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editoriale Non a caso partiamo ad Aprile, il primo Aprile, si comincia sempre dall’acqua ma questo non è un pesce d’Aprile, oppure si, dipende dal punto di vista, Capitano Mio Capitano! (Cit. del film Carpe Diem, no era L’attimo Fuggente, ma si era capito lo stesso). Arriva finalmente la stagione delle tanto attese gare, abbiamo passato tutto l’autunno e l’inverno a correre sotto l’acqua a pedalare sui rulli o sulle ciclette, a nuotare con la neve fuori ai vetri della piscina, ora è tempo di partire per le nuove avventure del 2012, neanche i Maya con le loro iettature ce la faranno a fermarci. Scoprirete con noi una nuova dimensione del triathlon, vedrete che dietro a quei fisici scolpiti di super-donne e super-uomini altro non ci sono che normali persone spinte da una passione ormai irrefrenabile, mamme e papà che ogni giorno lottano contro il tempo per ritagliarsi anche pochi minuti per sudare un pò, giovani e meno giovani che hanno il solo obiettivo di divertirsi, amiche e amici che in tutta amicizia si sfidano all’ultima goccia di sudore e che si sfottono nei successivi mesi e anni (...aò, te ricordi quando nel 19xx te so’ arrivato davanti!). Uno degli obiettivi di Zona Cambio è proprio quello di far conoscere a più gente possibile questo sport, che all’apparenza può sembrare essere destinato solo a pochi eletti, e invece non tutti sanno che chiunque oggi lo potrebbe praticare. Le uniche difficoltà che si possono

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incontrare sono sono sostanzialmente due, il nuoto e il tempo: Il nuoto perchè comunque bisogna essere in grado di galleggiare. Poco importa quale stile facciate, stile libero, rana, o anche dorso (farfalla o delfino si sconsigliano vivamente!) l’importante è avere la sicurezza di portare a termine la frazione di nuoto senza dover chiamare il bagnino! Mentre nelle altre frazioni bisogna solo saper pedalare e correre, a nuoto un minimo di sopravvivenza direi è quasi obbligatoria. Se così non fosse, in quel caso c’è sempre il duathlon! Zona Cambio è anche lì! Il tempo, ma anche quello è un ostacolo che si può superare, tutto dipende da quali obiettivi abbiamo, se si vuole tagliare un traguardo per una soddisfazione personale, e solo per dire ‘anch’io ce l’ho fatta’ allora non vi rimane altro che cominciare a nuotare pedalare e correre, il resto poi ce lo potrete raccontare voi stessi. Noi vi auguriamo di poter continuare a leggere Zona Cambio per tutto il resto della vostra carriera sportiva, e che, una volta che appiccherete la cuffia il casco e il cappello al chiodo, la possiate tramandare ai vostri figli, e poi ai figli dei vostri figli, e poi ancora ai figli dei figli dei vostri figli, e poi… Allora che aspettate, vi aspettiamo in Zona Cambio! 


gente che si incontra in Zona Cambio

Arriva in zona cambio 4 ore prima della consegna dei pettorali, rompendo i coglioni agli organizzatori (che stanno appena cominciando a mettere le transenne) sui vari orari di apertura zc, briefing e batterie...

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uando cominciano ad arrivare gli altri nota subito che ogni bicicletta è meglio della sua (per cui a fine gara va a comprarsi il magazine “La Bicicletta” e comincia ad informarsi sul prossimo acquisto). Cerca di imitare qualsiasi gesto (anche inutile) che fanno gli altri: quando mettersi il body, quando andare al bagno, andare a studiare l’entrata/ uscita dalla zona cambio, definire la traiettoria del nuoto... Appena apre la zona cambio si fionda subito dentro e comincia ad armeggiare con fare esperto, cercando di non far notare agli altri che è alla prima esperienza. Quando apre la borsa, nonostante il giorno prima l’abbia ricontrollata 25 volte, c’è sempre qualcosa che si è scordato. Il più delle volte è una cosa inutile (elastici per le scarpe, nastro adesivo...) però in quel momento diventa assolutamente indispensabile, e comincia a torturare ogni personaggio che incrocia chiedendogli se abbia l’oggetto del desiderio (di solito sbagliando tipo a cui rivolgersi, chiedendo il nastro adesivo ai concorrenti e gli elastici agli allestitori). Quando posiziona le scarpe si presente sempre l’annoso primo dilemma del triathleta: mettere le cose a sinistra della bici, guardando la bici od avendo la bici come se la guidasse? Con il tempo risolverà anche questo fondamentale enigma. Quando chiudono la zona cambio, nonostante sia arrivato 6 ore prima della gara, trova sempre il modo di arrivare in affanno sulla linea di partenza (bisogni fisiologici improvvisi, muta che non entra, mente locale di tutte le cose da non fare per non e...), non ascoltando il briefing e cercando di chiedere a chiunque, mentre si sta già entrando in acqua dopo lo start, quanti giri di bici e di corsa bisogna fare... 

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i triatleti del mese

di Christian “Mac” Ferretti

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i avvicina l’8 marzo, e per quanto ci si riferisca al triatleta del mese di febbraio, è doveroso un omaggio al gentil sesso, e questa è la “scusa” grazie a cui per febbraio si raddoppia, non un atleta, am due, e per ragioni per così dire opposte, ma bando alle ciance, the winners are… Lance Armstrong e Chrissie Wellington. Per quanto riguarda Lance, mi piace vincere facile, su un sito che finisce per -strong. Il motivo della scelta è presto detto: dopo il ritorno al triathlon, partendo per il Campionato Nord americano X-Terra a settembre, con un ottimo quinto posto conquistato dopo una rovinosa caduta, o meglio una planata con partenza dalla sua Trek 29er, passando per il Campionato del Mondo a Maui, ovviamente sempre su ruote grasse, ecco l’esordio sulla media distanza, al 70.3 Panama, appunto nel mese che si conclude oggi. Un secondo posto, alle spalle del sempre verde Bevan Docherty, costruito con un nuoto da giovanotto da gare di World Championship Series, consolidato ovviamente in bici, e conquistato con una mezza maratona da standing ovation, sul filo dei 3’30” al km. Non male, per un ragazzone di 40 anni, fra l’altro con un carico di muscoli da portare a spasso che di certo non esibiva al Tour. E veniamo al gentil sesso. In realtà l’omaggio non è tanto di genere e per nulla di circostanza, ma è il doveroso tributo ad una campionessa, regina indiscussa della lunga distanza. Che, mentre Lance rientra alla grande, decide di fermarsi, anche se temporaneamente. E lo fa con una decisione di certo non facile, è vero che è all’apice del successo, ma di fronte a lei non si vedeva di certo l’inizio del declino, anzi. Parlo ovviamente di Chrissie-sorriso-Wellington, che ha per l’appunto deciso uno stop dall’ironman, per tutto il 2012. Rumors vorrebbero che tale decisione sia stata presa per tentare di qualificarsi per le Olimpiadi di Londra nella maratona, un obiettivo tutt’altro che impossibile per lei. Il limite per le atlete anglosassoni è di 2 ore e 31’. Ebbene,

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Chrissie ha corso la maratona dell’ironamn in 2 ore e 44’, e a dar retta a Joe Friel, secondo cui nella maratona “a secco” potrebbe correre fra il 10 e il 15% più veloce, ecco che otterremmo tempi intorno alle 2 ore e 20, 2 ore e 28. Forse non da podio olimpico, ma forse invece sì. Tale voce di corridoio è stata smentita dall’entourage di Chrissie solo parzialmente e con comunicati a dir poco laconici, chissà, forse gli appassionati avranno l’opportunità di vederla in azione coi colori della sua nazionale in una disciplina che è ovviamente affine a quanto ha fatto finora. La diretta interessata, comunque, afferma di volersi fermare per cercare un maggiore equilibrio fra gli impegni della sua vita, senza l’assillo, per quanto per molti aspetti piacevole, dell’allenamento intensivo necessario per confermarsi ai vertici. Il suo impegno nel 2012, quindi è e sarà quello di dedicare più attenzione alla famiglia, trascorrere più tempo nel Regno Unito, esplorare nuove e diverse forme di competizione, lavorare con i suoi sponsor e seguire i suoi impegni caritatevoli, e perché no? anche godersi un po’ il successo che si è costruita, per lo meno a partire dal 2007, l’anno della vittoria in Korea e poi a Kona, all’esordio. Questo è quanto ha scritto in esclusiva per la rivista britannica 220 Triathlon, e perché non crederle? È appena stata date alle stampe anche la sua autbiografia, “ A life without limits” purtroppo non se ne vede una traduzione in italiano all’orizzonte, ma per chi pratica l’inglese, è disponibile sia su Amazon, sia in formato cartaceo che e-book per Kindle, che su altre piattaforme di acquisto on line. Insomma, un anno distante dal triathlon ironman, ma di certo non un anno meno intenso di quelli che l’hanno preceduto, e forse, anche un esempio per molti di noi amatori - da cui la nomina ad atleta del mese - per la scelta per molti versi coraggiosa e nel segno dell’equilibrio psichico e familiare, una cosa in cui temo non eccella buona parte del praticante a livello globale… 


Francy goes to

Pescara “M

amma, ‘atteeeeeeeeee!” No, no avete sbagliato rivista e nemmeno rubrica. Vorrei proprio parlarvi di triathlon, ma sono anche mamma e lavoratrice a tempo pieno, perciò la mia giornata non è proprio come quella di un pro e solitamente inizia con la sveglia di mio figlio, due anni di vita ed energia da vendere! Così, come tutte le mattine, gli preparo il suo bicchierone di latte, mentre mi muovo lentamente per la casa, oggi in particolare un po’ claudicante, perché domenica abbiamo partecipato ad una gara trail di 26 km e ho tirato un po’ troppo le discese. Ah, dimenticavo... sono anche moglie di un trailer e un ultramaratoneta, quindi oltre a tutto il resto, casa, bimbo lavoro in ordine rigorosamente sparso, ci sono pure i suoi allenamenti che si devono incrociare coi miei e le gare sue che si devono coniugare con le mie! L’idea di partecipare all’Iron Man 70.3 di Pescara (mancano 103 giorni oggi!) è stata sua: il suo bellissimo regalo di Natale, l’iscrizione all’unica tappa italiana Ironman 70.3, un appuntamento affascinante, prestigioso e temutissimo… Una dimostrazione incondizionata di fiducia, più che altro! Ce la farà, infatti, la nostra eroina a collocare appuntamenti di lavoro, allenamenti, competizioni, una casa da gestire, un parentado problematico e un vivacissimo bimbo di due anni in un’attentissima pianificazione in virtù del suo appuntamento agonistico più importante?! Lo vedremo! In verità immagino che mio marito mi abbia iscritta per verificare fino a che punto sono innamorata... del triathlon! Mi piace talmente tanto che ho rinunciato alla maratona primaverile optando per un olimpico, da cui trarrò insegnamenti ed esperienza che a Pescara mi serviranno parecchio. Fino ad oggi, infatti, mi sono solo cimentata soltanto un due sprint, in cui manco a dirlo, mi sono divertita parecchio. Ma se uno sprint si può improvvisare con un po’ di buona volontà e un allenamento di base che un podista, un maratoneta, ha per certo nel suo bagaglio, un olimpico o peggio un 70.3 non ammettono scappatoie.

zona cambio

guida di una mamma alla preparazione per l’Ironman 70.3 Italy 2012 di Semper Adamas

Si deve nuotare e pedalare, macinare acqua e chilometri. Ma dove trovare il tempo? Il periodo invernale per noi del Nord non è poi nemmeno particolarmente favorevole, tra nebbia, neve e temperature decisamente rigide. Visto che, comunque, già sono abituata ad allenarmi cinque/sei volte la settimana nella corsa, ho scelto di modificare non tanto la quantità (non posso certo andare a nuotare alle sei di mattina con le piscine chiuse!) ma di inserire nuoto e bici rinunciando a due sedute di running la settimana. Con l’avanzare della bella stagione poi, la domenica, dove ho qualche minuto in più a disposizione, potrò anche fare sedute di nuoto in acque libere e di bicicletta. Con un po’ di coraggio, pian piano cercherò anche di fare allenamenti bi giornalieri, anche se ogni volta che mi destreggio tra una pappa da dare a mezzogiorno e una lavatrice da stendere a mezzanotte, l’idea di fare un mezzo ironia mi sembra quasi rilassante… E il nanerottolo duenne?! Beh, lui per il momento, si limita a guardarmi in foto senza pregiudizi per i miei pantaloncini troppo corti e i capelli scarmigliati e ad applaudirmi quando torno dal mio allenamento, come se la mamma, giusto perché è riuscita ad allenarsi, avesse già di per sé compiuto un’impresa eccezionale. E chissà che non abbia ragione! Francy goes to Pescara... e speriamo che arrivi al traguardo, anche se un ottimo risultato, dal mio punto di vista, sarebbe presentarti alla partenza in un buon stato di forma, per nuotare, pedalare e correre al meglio delle mie possibilità. Per la settimana si prevede: nuoto il lunedì sera, running martedì, rulli mercoledì, running giovedì e venerdì, combinato bici running sabato e un po’ di riposo domenica. E poi, il meccanico, il pediatra, il dentista e un sacco di scocciature in ufficio...! To be continued… 

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zona cambio

filosofia

e/o

sarcasmo di Marco Bucci

È

bello arrivare la sera in piscina, davanti alla vasca, cercare gli occhialini e pensare di averli lasciati nell’armadietto, scendere, e vedere che nell’armadietto e ne nella borsa ci sono... Tornare su con l’immensa felicità di nuotare 3.700 metri senza occhialini, e mi dico, peccato che nella mia corsia ci sia soltanto una balena che fa gambe con la tavoletta ed un ranista, ma mi conforta il fatto che la balena vada spesso contromano e ci metta 5 minuti come minimo a coprire 50 metri di vasca e che il ranista come mi vede arrivare cerca sempre di partire prima di me. Ma sono ancora triste perché ho notato che aprendo gli occhi poco poco riesco a non farli bruciare troppo. Finisco il riscaldamento e vado di Drill, e la mia tristezza passa piano piano, gli occhi iniziano sempre di più a bruciare, e la corsia inizia a essere invasa da ranisti, tutti che cercano di partire prima di me ogni qualvolta arrivi a fine vasca. Finisco il 15x100 m con i paddles ed ormai ho tralasciato ogni angoscia e malumore alle spalle, nella mia corsia ci sono altri sette nuotatori, oltre me, sette ranisti e tutti fanno a gara ad aspettare che arrivo a fine vasca per poter partire prima di me, la mia vista ormai è annebbiata e gli occhi da azzurri sono rossi. Ogni vasca son calci presi sulle costole mentre passo i lenti ranisti e mi dispiace un po’ che non sono in faccia. Finisco anche il kilometro spedito a stile libero ed ora tocca alle pinne con la tavoletta, ma sento che manca qualcosa mentre metto la prima pinna........... AAAAAAAAAAAAAAH!!! Il crampo, il meraviglioso crampo al sartorio!!! Non va via... dopo 5 minuti che cerco di mandarlo via definitivamente, me ne vado a farmi la doccia... Per finire, questa mattina mi sveglio con il mal di schiena, sono contento :-)

perche’ riesco a prenderla con filosofia e/o sarcasmo... 6

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b a elle t i d

zona cambio

a . . u . q in a c di Framiglio

a correre sono capaci tutti, ma a nuotare…

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uando ho iniziato a fare triathlon mi hanno detto che era lo sport dei mediocri in tutto: se sei veloce in acqua: nuoti se sei veloce di corsa: corri se sei veloce in bici: pedali Se invece sei nella media in tutte e tre le discipline… beh, datti al Triathlon. Beh, il triatleta in realtà è un pazzo, ma non un mediocre. Perché ci va pazzia a pensare di preparare bene tre sport così diversi. Il problema di fondo è che il triatleta di solito ha uno sport di partenza. Un triatleta può arrivare dalla bici, dall’atletica, dal nuoto. Solo che, come si dice, a correre sono capaci tutti (se, magari!!!), mentre a nuotare… E così ti ritrovi a dividere la corsia con strani personaggi, con fisici pazzeschi, ma con le gambe così muscolose che finisco a strisciare sul fondo. Vedi gente che non sa fare la respirazione a stile libero usare le palette per rafforzare le braccia, vedi personaggi farsi 4.000 metri in acqua monomarcia e monostile. Riconosci il ciclista dall’equipaggiamento: come per la bici, sempre tutto il meglio in commercio, e per fortuna non esistono gli Oakley per nuotare! Sono bellissimi da vedere, tutti depilati e con il segno bianco di pantaloncini e maglietta (a meno che non sia inverno, quando ritornano ad avere i peli e la carnagione bianco latte). Il podista invece è magro, fisico definito, non ha problemi a nuotare con il costumino (cosa che invece il ciclista non riesce a fare molto agevolmente) e non si capacita di fare un km in acqua alla velocità a cui fa un 5.000 in pista. Chi arriva dalla terra misura le distanze in km, oppure in vasche, fa distanze strane tipo: 10 vasche, ripetute sui

600 metri… e poi ha un problema di fondo: la mancanza del GPS!!! O meglio, il GPS se lo portano anche in piscina, senza rendersi conto che il miglior strumento per tenere il tempo in acqua è il cronometro analogico a bordo vasca, e ti prendono anche per svampita perché non capiscono come mai fissi sempre la tribuna (perché il cronometro è sotto la tribuna, mica perché in tribuna c’è un bell’uomo!!) Volete nuotare? Volete davvero iniziare a nuotare? Fate un corso di nuoto vi prego, non tante, 10 lezioni. 10 lezioni ben fatte, con un istruttore che vi spieghi che esistono anche il dorso, la rana e, ma solo se il fisico ve lo permette, la farfalla. Mettetela così: spendere 250 euro per un corso di nuoto è come investire su un paio di alto profilo per un ciclista o regalarsi un gps per un podista. Dopo dieci lezioni di nuoto allora, e solo allora, quando saprete la differenza fra una bracciata a stile libero, una a dorso e non avrete bisogno di un tappanaso, della cera nelle orecchie, di uno scafandro per mettere la testa in acqua e non correte più il rischio di rimanere appesi ad una boa al primo triathlon in acque libere… bene, solo allora io vi farò una TABELLA. Che di far tabelle in cui l’unica cosa prevista è lo stile libero e l’unica differenza di passo è da: molto lento a lentissimo, mi sono sfracellata i…! A seguito la tabella tipo del triatleta non nuotatore: 400 stile libero 400 stile libero 400 stile libero 400 stile libero Mi addormento sul bordo vasca 400 stile libero Certo che nuotare è veramente noioso eh! Sempre solo a guardare la linea nera sul fondo!!! 

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zona cambio

maratona di Gian Carlo “Runner Blade” Pelliccia

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a Maratona di Roma ha un percorso molto suggestivo e sufficientemente veloce. Parlando di Top runner, io lo stimo almeno un minuto + lento di Berlino, ma meno di un minuto rispetto a Londra o Parigi e sicuramente più veloce sia di Boston che di New York. Purtroppo, rispetto a queste altre famose gare, Roma è ancora carente del calore del pubblico. Ogni anno c’è un piccolo progresso ma realisticamente siamo anni luce indietro. Certo, il fatto che oltre 80000 persone partecipano alla stracittadina e che i non romani presenti al via sono ben + di 10000 (pensate a quanti amici e familiari) contribuisce a riempire di umanità festante alcune zone centrali del percorso… ma culturalmente, per i sedentari e gli automobilisti, la maratona è ancora vista come una grossa rottura. L’altimetria è sempre inapprezzabile, anche se ci sono molte leggere contropendenze. L’unica vera insidia è il fondo stradale. Su 42km ce ne sono quasi 10 di sanpietrino. Il sanpietrino o sampietrino, come riportato sul Dizionario De Mauro, è il nome del blocchetto di porfido utilizzato per la realizzazione del lastricato stradale di uso comune nel centro storico di Roma e in Piazza San Pietro per pavimentare strade o piazze. Ne esistono di diversi tipi e dimensioni: i più grandi misurano 12 x 12 x 18 cm; quelli più comuni misurano 12 x 12 x 6 cm; mentre i più piccoli, 6 x 6 cm, sono molto rari ma si trovano in alcuni dei luoghi di Roma, come in piazza Navona. Da questa definizione (Wikipedia) si evince come il sanpietrino sia proprio uno dei simboli di Roma; non ne troverai mai 2 simili e… mai e poi mai… unendo i sanpietrini sarà possibile dare vita ad un fondale uniforme. Per chi non è abituato e soprattutto per chi non è ben allenato le ripercussioni sulla schiena di tutte quelle irregolarità sono devastanti… quindi… almeno è meglio saperlo. Breve considerazione sul pre e dopo gara. La logistica organizzativa prevede che si lascino gli zaini (belli e comodi) nei camion posti su via di San Gregorio e che solo da questa parte sia consentita l’entrata nelle gabbie passando proprio sotto al Colosseo. Sinceramente penso che questa sia la soluzione migliore. Tra qualche ora esattamente nello stesso punto e arrivando dalla stessa direzione ci si troverà al 41km dove ci aspetterà la dura salita che aggira il Colosseo. Finalmente tagliato il traguardo

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sarete a Via dei Fori Imperiali, dove i Camion nel frattempo si saranno spostati. Per quanto l’aspetto suggestivo sia ben salvaguardato trovo insufficiente lo spazio a disposizione degli atleti dopo l’arrivo e scomodissimo il passaggio laterale per tornare nella zona ante partenza. A tal proposito, molto criticamente, ritengo che sarebbe stato molto più saggio arrivare all’ultimo km da Piazza Venezia e qui correre in direzione opposta per via dei Fori Imperiali, al limite fare la salita del Colosseo al contrario rispetto ad oggi e terminare alla fine della discesa lasciando così i camion delle borse laddove si trovavano prima del via, consentendo agli atleti(mediante un percorso guidato) di rilassarsi nel capiente Circo Massimo. Questa soluzione eviterebbe anche gli ultimi 2500 metri che oggi sono di una durezza inaudita. Il percorso Si parte in pianura (ovviamente sul sanpietrino) e dopo 600 metri arrivati a Piazza Venezia si gira a sinistra fiancheggiando l’altare della Patria, qui è subito salita (200 metri) necessaria per arrivare sotto al Campidoglio, ora ci aspetta una discesa secca di oltre 600 metri, alla cui fine c’è una curva a sinistra ben prima della Bocca della verità, dove la strada torna a salire, prima duramente, poi con morbidezza fino ai 2200 metri nel tratto in cui fiancheggiamo il Circo Massimo, qui si gira a destra davanti alla Fao e si prende Viale Ostiense. La strada impercettibilmente ancora sale per circa 500 metri finché, si scollina e si inizia la discesa verso Piramide… qui, all’altezza dei 3300 metri km termina anche il Sanpietrino e improvvisamente i km diventano veloci, con asfalto perfetto e leggera discesa. Poco dopo il quinto c’è il nostro rifornimento (Astra) posto proprio davanti alla Monumentale Basilica di San Paolo (alla nostra destra). Ancora rettilineo fino oltre al sesto dove si gira a destra in leggera salita, puntando verso Viale Marconi. Quando ci arriviamo siamo nel punto più a Sud di Roma del percorso di Maratona e bruscamente cambiamo direzione puntando a nord. Usando proprio Ponte Marconi passiamo per la prima volta sul Tevere, finito il ponte si gira a destra e per oltre un km si fiancheggia il fiume (siamo all’ottavo km). Questo pezzo di percorso è abbastanza squallido, anche se, va detto, che anche a Londra, a New York etc etc ci sono


zona cambio

di Roma p molti tratti non meritevoli di ricordo. Siamo già oltre il nono km quando alla nostra sinistra è possibile intravedere l’inizio di Viale Trastevere, noi però, vireremo a destra in direzione opposta e con uno strappetto di 100 metri ci avvicineremo nuovamente al fiume. Prima di riattraversare il biondo Tevere, segnalo(per paranoia) che siamo a meno di 1500 metri da casa mia nel punto più vicino di tutto il percorso della Maratona. Stavolta il passaggio sul fiume è fatto tramite Ponte Testaccio. Dopo il ponte, il decimo km, simboleggia proprio l’entrata nel vecchio e popolare quartiere da cui il suddetto ponte prende il nome. Per circa 1500 aggiriamo questo magico scorcio di Roma evitandone gli stretti vicoli. Naturalmente il sanpietrino torna padrone e in un punto il Cantinone (locale storico dei Blogtrotters) è lontano solo 100 metri. Molto prima del dodicesimo troviamo nuovamente il fiume e lo risaliamo contro corrente quasi con precisione per circa 3 km passando nuovamente molto vicini al centro città. Qui l’asfalto è buono e questi km generalmente sono veloci. Da segnalare prima la Sinagoga alla nostra destra e poi la bella vista di Castel Sant’Angelo alla nostra sinistra. Dopo il quattordicesimo, poco prima di arrivare all’Ara Pacis (già visibile sulla nostra destra) si attraversa nuovamente il Tevere girando a sinistra su Ponte Cavour. Qui si entra nel quartiere Prati, quello degli avvocati, dei Tribunali e anche dello Stadio. Al sedicesimo, improvvisamente, da una strada laterale si sbuca su via della Conciliazione e si gira a destra trovandosi, quasi per magia, davanti la sontuosità di Piazza San Pietro. E’ divertente mentre si corre sentire i commenti di meraviglia dei runners stranieri. Via della Conciliazione è a fondo sconnesso, ma subito dopo il Sacro passaggio il manto stradale torna perfetto e da qui fino alla mezza maratona si gira lungo i dritti viali del quartiere Prati dove è possibile guadagnare qualche secondo prezioso. Al ventunesimo si torna a fiancheggiare il fiume e da qui, per circa 2km il percorso segue il letto del Tevere esattamente come fa la famosa corsa di Miguel (dal km 5 al km 7). Arrivati a ponte Da Ponte Duca d’Aosta, si riattraversa il ponte continuando subito dopo l’attraversamento, a tenerci sul Lungotevere nella medesima direzione(nord). Costeggiando Villa Glori, dopo il bowling si arriva all’Acquacetosa, davanti allo stadio Paolo Rosi. Qui si gira a destra per via dell’a-

gonistica e attenzione ci aspettano 300 metri veramente abbastanza duri. Finalmente, quasi senza accorgercene la strada si allarga, spiana e cambia nome e diventando dapprima viale della Moschea, poi per un attimo Viale Parioli e infine Viale Maresciallo Pilsudski proprio quando il declivio diventa a noi favorevole, ora Villa Glori è alla nostra destra. Curva a destra, sulla sinistra per un attimo possiamo scorgere un maneggio e già si entra nel Villaggio Olimpico con i passaggi davanti all’Auditorium Parco della Musica, al Palazzetto dello Sport e all’incrocio con via Svizzera, dove alloggiò Abebe Bikila in occasione dell’Olimpiade del 1960. Siamo circa al trentesimo quando ritroviamo il Tevere stavolta da percorrere in direzione mare che, ad avercene è ancora tratto veloce. Ecco il sottopassaggio, lo facciamo in direzione contraria al normale senso di marcia, quante volte, con la moto, un colpetto di gas è viaggi a 3 cifre di velocità. In gara solo i primi mantengono i 20km/h. Ora si sgattaiola per una stradina a sinistra e per un po’ ci si allontana dal fiume e si sbuca alle spalle dell’Ara Pacis (ora sulla destra). Siamo di nuovo in pieno centro storico… ovviamente in Sanpietrino Zone. 34esimo, via di Ripetta, alla nostra sinistra il Mausoleo di Augusto, paralleli al Tevere siamo su via Monte Brianzo, che è leggermente in falsopiano, obliqua e con un fondo terribile; curva a sinistra, ora è asfalto, 300 metri buoni e si entra a Piazza Navona.

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zona cambio Bellezza impareggiabile, c’è anche tifo, l’adrenalina sale e i dolori alle giunture scompaiono, qualche curva stretta e a Largo Argentina c’è il 35esimo davanti a Feltrinelli. Niente letture, ma godetevi l’asfalto, ultimo rifornimento non eludibile e siamo a via del Plebiscito, appena il tempo per un affacciata su Piazza Venezia e subito ci si riallontana dall’arrivo… curva a sinistra e atterriamo a Via del Corso… se avete moneta potete fare shopping o correre al vostro meglio. Sono 1300 metri piatti e veloci(che io organizzerei al contrario piazzandoli negli ultimi 2km della gara). Galleria Alberto Sordi sulla destra, il Parlamento sulla sinistra, stringere i denti che già si vede Piazza del Popolo. In alto il Pincio ci saluta, la piazza va circumnavigata tornando a pestare su fondale sconnesso. Bar Rosati, Emporio Armani, l’entrata a Piazza di Spagna ed ecco sulla sinistra la scalinata di Trinità dei Monti. Via del Tritone, qui è discesa, ma è brevissima, curva a sinistra e dopo 200 metri angusti sulla destra appare Fontana di Trevi. Michelangelo l’ha messa

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qui per noi. La star del cinema che ci si immerge sei tu... ora non devi mollare. Via della Pilotta in salita al 38esimo sul peggior Sanpietrino di Roma è cattiveria allo stato puro. 39 c’è luce e si scende verso Piazza Venezia. Siamo nuovamente a poche centinai di metri dall’arrivo, ma non è finita. Ancora lo strappo del primo km, ancora la discesa …ecco il quarantesimo, virata a sinistra, si sale, Circo Massimo, ancora Piazza di Porta Capena, ma stavolta non si va verso Viale Ostiense come all’inizio, si gira a sinistra, forza e coraggio... manca poco più di un km. Il Colosseo è li, ma va ancora scalato. È quasi il Mortirolo, sofferenza terribile. La consapevolezza di avercela fatta prende possesso su di noi. L’asfalto è tornato in auge. Ultimi 500 metri, discesa… lascia andare le gambe viaggiatore instancabile la medaglia ti aspetta... l’hai meritata. Roma è sotto ai tuoi piedi! 


zona cambio

Arivace tu...

! 0 5 a

Uno come me, alla soglia dei cinquanta, che ha sempre fatto sport per il piacere ed il solo gusto fine a stesso, dovendo scriverne deve assolutamente chiarire che per propria natura è tendenzialmente un epicureo, dannunziano e anche fankazzista. Premesso questo, iniziamo con il dire dopo mesi di scuse, più o meno serie, ho ripreso a muovermi. Bene, intendo dire a correre, o meglio fare una corsetta insomma con quel passo frenato tipico di chi riprende dopo mesi di inattività. La prima sensazione è di pena per le mie gambette, anzi per i muscoli delle gambette che fin troppo evidentemente risentono dell›inattività prolungata; ma quanto poco tempo impiegano i muscoli ad assumere quella tonicità fra la mozzarella ed un budino stantio? Dopo questa riflessione, e per non negarmi proprio niente, controllo il colore della pelle, gambe e braccia: la faccia del pollo in un bancone di una qualsiasi macelleria; bada bene d›allevamento e non ruspante. Almeno quelli un giallino itterico lo possono vantare. Pure io però…e mettitela una tuta. Niente. Parto così e subito inizio a litigare con le cuffiette, il filo delle cuffiette e l›aggeggio attaccato alle cuffiette. Dopo un certo numero di contorsioni decido per la radio. Soluzione pessima per chi come me non è mai soddisfatto di quello che passano; insomma passano così i primi chilometri. Però che bella villa Ada… mmm ancora la mia attenzione, nonostante vigile non ha rilevato alcuna piacevole presenza. Neanche quest›ancora. Il cuore si sente e questo mi conforta, i polmoni anche e anche questo mi tranquillizza. Le gambe, beh, lasciamo andare. Salita, ora mi devo proprio impegnare. E qui arriva la prima prova per la buona volontà nel riprendere. Beh c›è il sole, almeno quel bianchiccio forse si colora. Passa la salita e mi sento elastico come un vaso coccio. Che bella giornata, quando si dice gratificarsi aiuta all›autostima. Cinque chilometri e mi dico soddisfatto, sono in piedi e tutto sommato credo di ricordare ancora chi sono e che ci faccio qui. Sgambetto ancora un po faccio finta di sciogliermi giusto per… e spero di raggiungere la doccia. E questa è la prima, se in questo mondo c›è qualcuno che…mi corrisponde…fatemi sapere. 

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quelli che...

Quelli che... il triathlon

o lette e it t n e s adute, (cose acc omunque vere) ma c

di Luigi Orlando “Magic”

Quelli che ti stringono la mano perché hai fatto l’Ironman, perché loro sanno cos’è un Ironman. Quelli che ti dicono che potrebbero farlo l’Ironman se non fosse per la frazione di bici o per quella di corsa. Quelli che quando scoprono che sei un triatleta ti chiedono “Hai fatto QUALCHE Ironman?” Quelli che ti chiedono se nuoto-bici-corsa si fanno tutti in un giorno. Quelli che ti chiedono “ma quante vasche fai?” Quelli che però hanno un amico che fa i 10km in 32 minuti ed è campione italiano. Quelli che dopo che si è parlato dell’Ironman hanno un amico che fatto la maratona di New York. Quelli che ti chiedono quanti km è lunga la maratona di New York. Quelli che… “beato te che fai sport!” Quelli che… “ma quanto vuoi dimagrire?” Quelli che… “che fisico che ti stai facendo!!!” Quelli che… “con tutto lo sport che fai perché prendi l’ascensore?” Quelli che vedendoti in tenuta running “vai a correre?” Quelli che devono sollevare la tua bici per rimanere stupiti e non sai se perché è leggera o pesante! Quelli che… “eh, se avessi il tuo tempo!” Quelli che sono convinti che il triathlon ci si trova sempre tutti insieme come in palestra e si fanno ogni volta tutte e 3 le frazioni! Quelli che però i ciclisti sono tutti dopati. Quelli che siccome hai fatto la maratona ora puoi fare l’Ironman. Quelli che quando fai le ripetute in vasca devono partire un secondo prima che parta tu. Quelli che mentre li stai superando in vasca devono accelerare per non farsi sorpassare. Quelli che con tutte le corsie che ci sono proprio nella tua dovevano scegliere di andare. Quelli che nuotano a rana a centro-corsia con apertura gambe stile Carla Fracci. Quelli che proprio non riescono a non nuotare a delfino anche se le braccia sono sempre sott’acqua. Quelli che siccome sanno fare la virata non li puoi superare! Quelli che “dividiamo la corsia a metà, tu sempre a destra ed io sempre a sinistra!” Quelli con l’mp3 in piscina! Quelli che ti ciucciano la ruota in bici. Quelli che poi arriva la salita e si staccano… opsss… Quelli che salutano tutti i ciclisti. Quelli che non salutano perché si sentono di un livello superiore (vale anche per i podisti).

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quelli che... Quelli che stanno appena rientrando da un lungo stop mentre corrono insieme a te e tu sei alla frutta. Quelli che “a me il triathlon piace guardarlo ma non lo farei mai!”. Quelli che per sentirsi top runner devono partire in prima fila e poi arriveranno penultimi. Quelli con la lenticolare in salita. Quelli con una panza stratosferica a 15 km/h in pianura con la bici da 7.000,00 euro. Quelli che fanno la volata per superarti e poi abitano 5 metri dopo il sorpasso appena fatto. Quelli che quando li incroci in vasca fanno le bollicine che puzzano di aglio. Quelli che in zona cambio si fottono 2 metri quando spetterebbero 30 cm a testa. Quelli che in zona cambio ti chiedono gli elastici per fissare le scarpe alla bici o la vasellina o il pennarello per scrivere il numero. Quelli che sono davanti a te al ristoro bike e fanno cadere tutte le borracce dalla mano dei volontari rimanendo senza… e anche te volevi una borraccia! Quelli che nei ristori di corsa sembrano riuscire a bere in movimento e poi invece inchiodano di colpa senza levarsi dalle palle! Quelli che nelle gare con il pallino ti incitano con il tuo nome che è scritto sul pettorale. Quelli che li vedi allenarsi da lontano in condizioni meteo estreme o ad orari assurdi e sai già che li conosci! Quelli che corrono una volta all’anno e ti chiedono di farlo assieme. Quelli che “anch’io ho una bici… una di quelleeeee…”. Quelli che “troppo tempo in bici fa diventare sterili”. Quelli che “hai fatto quella gara? Come sei arrivato? …su quanti?”. Quelli che “io le schede non riesco proprio a seguirle”. Quelli che pur di allenarsi con te farebbero un combi da 5h+2h e corrono solo sprint. Quelli che una volta riuscivi a battere nelle gare podistiche ed ora sono tutti fortissimi. Quelli che ci si organizza per fare le stesse gare anche vivendo a migliaia di km di distanza. Quelli che si fanno i paninetti da portare in bici perché li tollerano meglio delle barrette! Quelli che “no, io non uso integratori!”. Quelli che sono sempre in competizione, gareggiano anche su chi si infila prima la cuffia. Quelli che “io mi alleno pochissimo!”... e poi se vanno sempre via. Quelli che asciugano in zona cambio durante la T1.

fanno! o l n o l h t ... il tria e h c i l l e u Q ZonaCambio l marzo 2012

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superclassifica

t Questa è la classifica ufficiale del blog delle migliori gare di triathlon svolte in Italia nel 2011. Naturalmente per una classifica così importante è stato richiesto il contributo di una prestigiosissima commissione, composta da (in ordine alfabetico) Teodolinda Camera, Diego Camilli, Mauro Ciarrocchi,Davide Coschignano, Guido Esposito, Alberto Fazi, Christian Ferretti, Giampaolo Gualla, Neil MacLeod, Daria Meinardi, Dario “Daddo” Nardone, Marco Novelli, Nicole Olivari, Luigi Orlando, Alessio Piccioni, Marco Scotti, Claudia Sfriso, Stefano Spina, il mago Otelma, Simon di Simon & Garfunkel, il figlio di Evaristo Beccalossi e Salvo del Grande Fratello (naturalmente ho interpellato solo gli ultimi 4, per gli altri ho inventato tutto!). Agli esperti ho chiesto naturalmente di valutare ogni aspetto della gara, dall’organizzazione ai luoghi, dalla sicurezza alla partecipazione, e questa è la lista delle Top 10:

t t 4 - Tarzo Revine (Olimpico)

5 - Lago di Fiastra (Olimpico) 6 - X-Terra Orosei

7 - Cremona (Sprint)

8 - Candia (Medio e Lungo) 9 - Xtrim Triathlon

10 - Rimini (Sprint)

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perché si corre

qualche buon motivo per avvicinarsi al triathlon... a... perchè si nuot …...

perche si pedala. ..

perchè si corre...

ah! dimenticavo... e perchè fa bene alla salute :-) di Sventrax

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le ricette del triathleta

La giusta ricetta

di Master Runner

per il carico di Carboidrati e Omega3

M

olte volte abbiamo sentito parlare di “carico di carboidrati” nel periodo precedente a una gara di endurance, e degli omega3, gli acidi grassi essenziali che fanno bene alle nostre membrane cellulari, due fattori importanti per il nostro sport. Oggi vogliamo proporvi una ricetta che contiene entrambi, in misura diversa, e che oltre a questi elementi contiene anche altre sostanze che non fanno proprio bene al nostro organismo, ma dopo tutte le fatiche che ogni giorno facciamo ce lo meritiamo o no uno strappo alla regola? Eccheccavolo! E allora sotto coi manicaretti! Ingredienti per 2 persone affamate: Salmone 50gr Burro 30gr Cipolla mezza Concentrato di pomodoro QB Panna QB Vino bianco QB Penne rigate 300gr

In una padella fate sciogliere il burro, mettete la cipolla tagliata a pezzi piccoli e il salmone tagliato a piccoli filetti, fate cuocere per un pò, poi aggiungete il concentrato di pomodoro e un po’ di vino bianco, fate cuocere il tutto per un po’. Aggiungete la panna, fate amalgamare il tutto e spegnete il fuoco. Una volta cotta la pasta fate mantecare bene nella padella e servite. Questo è quello che dovrebbe rimanere...

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Note: NOTE 1. È sconsigliata l’assunzione la sera prima di uno Sprint, di un Olimpico di un Lungo di un Super Lungo e delle analisi del sangue, i valori del colesterolo potrebbero risultare alti. 2. È consigliata l’assunzione la sera prima di una passeggiata sul lungomare, una pedalata col risciò o sul pattino, un pomeriggio al cinema o subito prima di un bel film in tv. 3. Vini abbinabili al pasto, Chardonnay, Falanghina o un frizzantino amabile. 4. Durante la preparazione è vietato assaggiare il soffritto di cipolla e salmone, è concesso bere un sorso d’acqua bollente della cottura solo per sentire se è salata al punto giusto. 5. Eventuali ustioni della lingua sono a carico dell’assaggiatore.


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Vuoi collaborare, scrivere, fotografare, nuotare, pedalare, correre lettera o testamento con Zona Cambio? We want you! Anche se non sai fare niente, ma vorresti comunque fare, scrivici che qualcosa si trova sempre! Per i nostri collaboratori offriremo per ogni articolo 5.000 euro tutta la nostra amicizia! ‌tanto si fa per passione, no? Contatti: stefanolacarastrong@gmail.com gianluca.simei@gmail.com (astenersi tecnici, seriosi e professionisti) ZonaCambio l marzo 2012

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8tto 8tto OTTO CHILOMETRI ALL’8%

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vino e biscotti per tutti su in cima!


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SALITONA ZonaCambio l marzo 2012

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Stefano e Gianluca

Ci vediamo sul prossimo numero di Zona Cambio!


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