Mani tese e legalità nel mondo

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I.S.I.S. “FRANCESCO SAVERIO NITTI” ISTITUTO TECNICO SETTORE ECONOMICO LICEO SCIENTIFICO – LICEO DELLE SCIENZE APPLICATE Via J. F. Kennedy 140/142 - 80125 Napoli Tel. 081. 5700343 - Fax 081.5708990 C.F.94038280635 Sito web: http://www.isnitti.gov.it e-mail: nais022002@istruzione.it Posta certificata: isnitti@pec.it 40° DISTRETTO SCOLASTICO

MANI TESE E LEGALITA’ NEL MONDO

Docenti referenti: Prof.ssa Annamaria Casaburo Prof.ssa Renata Vito

con il contributo di Cres di Mani Tese

Dirigente Scolastico Annunziata Campolattano


Il progetto ha inteso avvicinare gli allievi alle tematiche dello sviluppo e dell' Intercultura per stimolarli alla conoscenza e al rispetto di realtà differenti e per favorire atteggiamenti di solidarietà verso i poveri del mondo. Obiettivi: •

rendere protagoniste le persone del loro percorso di crescita e di consapevolezza;

promuovere l’integrazione dei saperi e delle metodologie, per costruire nuove conoscenze;

permettere di comprendere e vedere le connessioni che esistono sui grandi problemi che la comunità internazionale deve affrontare per un futuro umano e sostenibile;

educare all’impegno per essere in grado di agire come cittadini, a livello individuale e collettivo, per innescare cambiamenti;

riflettere su come le politiche economiche, sociali ed ambientali nazionali e internazionali, possano garantire i diritti umani ed essere quindi più giuste e sostenibili;

favorire relazioni di cooperazione e scambio per promuovere un apprendimento reciproco tra territori e persone del mondo.

Gli incontri sono stati realizzati con il contributo di formatori della Cooperativa Sociale "Mani Tese" s.r.l. Onlus.



GLI OTTO OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO Percorso didattico inserito nel progetto “EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO STRATEGIE TERRITORIALI PER UNA SFIDA GLOBALE”



8 Obiettivi del millennio Nel settembre 2000, 189 capi di Stato e di governo hanno sottoscritto l’ United Nations Millennium Declaration, per costruire un mondo più sicuro e più equo per tutti. Il patto impegna i Paesi ricchi e poveri a fare ciò che è necessario per raggiungere entro il

2015 gli obiettivi che attuino un modello di

“ponga al centro le persone”. sviluppo che


Molti sono gli ostacoli, e piccoli i passi in avanti, ma nonostante ciò tutti stanno provando a fare qualcosa. Noi, alunni della VA, abbiamo iniziato un percorso con l’associazione non governativa Mani Tese, finalizzato prima alla conoscenza e poi alla ricerca di soluzioni.

Il lavoro ha compreso 8 incontri (uno per ogni obiettivo), ciascuno articolato in una lezione frontale e giochi di ruolo.


Divisi in quattro gruppi abbiamo analizzato i dati concernenti gli otto obiettivi nelle diverse aree del mondo ‌

Questi sono i nostri risultati ‌


OBIETTIVO n.1  Eliminare la fame e la povertà estrema:


Eliminare la povertà estrema e la fame:  Dimezzare il numero di persone che vivono con meno di 1$ al giorno dal 1990 entro il

2015  Raggiungere un’ occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti  Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffre la fame.


Questo primo obiettivo varia di area in area, ma è particolarmente sentito in Africa . La povertà estrema e la fame sono due caratteristiche di questo continente che difficilmente si potranno ridurre se non arrivano gli aiuti necessari dalle varie associazioni governative e non governative mondiali. Oggi il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muore prima di aver compiuto cinque anni. Il 60% dei bambini sotto i 5 anni in Africa è denutrito. Un bambino dell’ America del Nord consuma come 422 bambini dell’ Etiopia. Un cane di una nazione ricca dispone di una quantità di cibo mediamente 17 volte superiore rispetto ad un bambino delle nazioni più povere del Terzo Mondo.


2° OBIETTIVO DI SVILUPPO DEL MILLENNIO GARANTIRE L’ISTRUZIONE UNIVERSALE


GARANTIRE L’ISTRUZIONE UNIVERSALE  Con un aumento del 18% ,tra il 1999 e il 2009, l'Africa sub-sahariana detiene il record di miglioramento.


GARANTIRE L’ISTRUZIONE UNIVERSALE Il diritto all’istruzione è un diritto umano fondamentale. Tale diritto è uno strumento importante per migliorare la qualità della vita. L’istruzione è la chiave dello sviluppo economico di un Paese. Art.26 UDHR: “L’istruzione deve essere indirizzata verso lo sviluppo completo della personalità umana ed al rinforzo del rispetto per i diritti umani e delle libertà fondamentali.”


GARANTIRE L’ISTRUZIONE UNIVERSALE

• Europa: l’ istruzione universale è garantita ad oltre il 90% della popolazione. • America Meridionale: l’ istruzione universale è garantita ad oltre l’ 80% della popolazione. • Subcontinente indiano: l’ istruzione universale è garantita ad oltre il 60% della popolazione. • Africa sub-sahariana: l’ istruzione universale è garantita a meno del 50% della popolazione. Solo nel Sudafrica l’ istruzione universale è garantita ad oltre l’ 80% della popolazione


PROMUOVERE L’UGUAGLIANZA DI GENERE E POTENZIARE LE DONNE Nel mondo le donne studiano meno, lavorano di più e guadagnano meno degli uomini.


America Settentrionale:

Le laureate donne sono il 53% contro il 38% degli uomini.

America Meridionale:

Le donne guadagnano l’11% in meno rispetto agli uomini. Le donne passano la loro vita a servire prima il padre e poi il marito. Il 64% delle donne dichiara di aver subito violenze

ed abusi in casa da parte del marito, di queste il 38% viene maltrattato sistematicamente.


Africa:

solo il 10% delle donne possiede un lavoro e in media guadagna il 78% in meno rispetto agli uomini. Le donne che lavorano sono spesso vittime di violenza sessuale da parte degli impiegati o i loro capi gerarchici. Subite queste violenze le donne sporgono raramente denuncia per il timore di perdere il lavoro. La violenza sessuale viene attribuita al comportamento della vittima (è troppo provocante, si trucca in modo eccessivo, ha dei comportamenti equivoci ecc). Per quanto riguarda la violenza domestica tra il 10 e il 50% delle donne adulte hanno subito degli atti di violenza commessi dal loro marito o dal compagno. Il 55% dei portatori del virus dell’AIDS in Africa sub-sahariana è donna.


Asia:

il 61% delle donne è analfabeta contro il 36% degli uomini. la donna in India è sotto la tutela del padre, del marito e dei figli maschi che possono disporne a proprio piacimento, le femmine sono considerate un peso per le famiglie.

Europa:

Le donne guadagnano in media il 15% in meno rispetto agli uomini In Francia nel 1907 le donne poterono disporre direttamente del loro stipendio di lavoratrici senza dover dipendere dal marito.


RIDURRE LA MORTALITA’ INFANTILE



RIDURRE DI 2/3 IL TASSO DI MORTALITA’ INFANTILE SOTTO I CINQUE ANNI DAL 1990 AL 2015 Progressi in atto per raggiungere il target: A livello globale c’è stato un forte progresso. Il numero delle morti sotto i cinque anni di età è decresciuto di molto da 12 mln nel 1990 a 7.6 mln nel 2010. Nonostante ciò muoiono al giorno 21mln di bambini sotto i cinque anni. Dal 1990 il tasso globale di mortalità infantile (sotto i 5 anni di età) è diminuita del 35% (88 morti per 1000 nati vivi a 57 morti ogni 1000 nati vivi). Regioni come il Nord Africa, l’Africa Orientale, l’America Latina, l’Asia Occidentale hanno ridotto il loro tasso di mortalità infantile di oltre il 50%. Tali riduzioni seppur importanti rimangono insufficienti per raggiungere il target dell’obiettivo del millennio n.4. In questo caso il problema della mortalità infantile si focalizza soprattutto in Africa sub sahariana dove un bimbo su otto muore prima di aver compiuto 5 anni. Tale tasso se poi viene paragonato a quello delle regioni sviluppate (1 su 143) mostra come il divario sia estremamente difficile da colmare. Circa la metà delle morti infantili globali succede in 5 Paesi: Nigeria; Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Cina e India Circa il 70% delle morti infantili avviene nel primo anno di vita soprattutto in India ed in Africa sub-sahariana


Globalmente le cause di morti infantili sono 7: •Polmonite (18%) •Malattie diarroiche (15%) •Complicazioni dovute al parto prematuro (12%) •Asfissia neonatale (9%) •Malnutrizione •Malaria Ma comunque ci sono stati dei sostanziali progressi soprattutto se teniamo conto che ritroviamo 12000 morti in meno rispetto al 1990. Questi tassi sono ancora insufficienti per raggiungere il quarto obiettivo del millennio entro il 2015. In tal senso solo sei delle dieci regioni sono sulla buona strada per il raggiungimento dell’obiettivo, e cioè la riduzione di due terzi della mortalità infantile. AFRICA Le Nazioni Unite stanno recentemente incrementando i proprio sforzi per la riduzione della mortalità infantile e materna, nonchè per la lotta contro malattie epidemiche, quali il colera e la lesmaniosi virale. ASIA Il tasso di mortalità infantile nel Caucaso e nell’Asia Centrale è cinque volte superiore rispetto al resto dell’Europa Centrale e Orientale e della Comunità degli Stati Indipendenti e dodici volte superiore ai paesi Occidentali Industrializzati. La maggior parte di queste morti infantili possono essere prevenute. L’UNICEF afferma che responsabili della maggior parte di queste morti sono una combinazione di fattori come la povertà, il cattivo stato di salute e malnutrizione delle madri, e un’assistenza medica carente.


EUROPA Facendo una media tra maschi e femmine nati, il tasso di mortalità infantile in Europa si aggira sui 5 feti su 1000. Tra le cause principali abbiamo la mancanza di acqua nelle regioni orientali europee e l’inquinamento atmosferico, concentrato per il 90% nelle città. Un’altra delle cause principali degli alti tassi di mortalità infantile nella Regione europea è legata a infortuni accidentali di bambini e adolescenti. Cadute, ustioni,affogamenti e avvelenamenti sono responsabili della morte di oltre 75 mila bambini e adolescenti ogni anno, con tassi molto maggiori nei Paesi dell’Europa orientale. AMERICA In America il tasso di mortalità infantile più elevato si registra nella parte meridionale. Con 42 feti nati morti su mille, la Bolivia si registra al primo posto della classifica, chiusa dal Cile con 7 su 1000. In America del Nord. La nazione del continente con il tasso più basso è Cuba. Le cause sono dovute – al sud – alla scarsità di igiene e malnutrizione.

OCEANIA La nazione cardine di questo continente è l’Australia e, in quanto tale, anche la più evoluta. Il proprio tasso di mortalità riguarda 5 su 1000, mentre in Vanuatu è 47 su 1000. Le cause sono il sottosviluppo di alcune tribù che non si sono integrate con la società e la mancanza d’igiene tra questi popoli.


Per apprendere meglio questo obiettivo e per immedesimarci nelle problematiche che affliggono i paesi maggiormente coinvolti e il loro rappresentanti, abbiamo simulato un’assemblea ONU in cui ognuno di noi rappresentava uno stato, discutendo come risolvere il problema.


5° obiettivo di sviluppo del millennio La mortalità materna


Migliorare la salute materna: Ridurre di ž il tasso di mortalitĂ materna e raggiungere l’accesso universale ai sistemi di salute riproduttiva entro il 2015


Per MORTE MATERNA si intende: “La morte di una donna durante la gravidanza o entro 42 giorni dall’interruzione della gravidanza, indipendentemente dalla durata e dal luogo di gestazione, a prescindere da ogni causa riferita alla gravidanza oppure alla sua gestione, ma non da cause accidentali o incidentali” (OMS, 1992) Le morti materne possono essere: •Morti ostetriche indirette, derivanti da malattie già esistenti oppure malattie sviluppate durante la gravidanza •Morti ostetriche dirette, derivanti da complicazioni ostetriche dello stato di gravidanza, ovvero complicazioni legate alla gestazione, al parto, e al post parto. Nel 1990 le morti materne mondiali ammontavano a 546 000 mentre nel 2008 ammontano a 358 000. Tali miglioramenti sono dovuti: • Aumento della percentuale di parti assistiti da personale sanitario qualificato; • Uso della contraccezione; • Cure prenatali; • Parto guidato da personale specializzato. Il numero di morti materne è diminuito di un terzo o più dal 1990, dato che ci permette di constatare il crescente miglioramento apportato che grazie ad ulteriori accorgimenti permetterà di avvicinarsi quanto più possibile agli standard da raggiungere.


Africa: le donne muoiono durante la gravidanza e il parto perché i sistemi sanitari sono inadeguati, soprattutto nelle zone rurali. Sono insufficienti le attrezzature mediche, i medici e i professionisti in grado di assistere le partorienti. Ma ridurre le morti per parto non è solo questione di salute, è una questione di giustizia sociale e diritti umani perché la maggioranza di queste morti è del tutto evitabile. Asia: la mortalità materna più elevata si ha in Afganistan, 1400 su 10000 nativi , mentre il tasso più basso si rileva in Giappone 6%. Europa: la regione che comprende l'Europa Centro-orientale e la Comunità degli Stati Indipendenti (ex URSS) ha i livelli più bassi di mortalità materna del mondo in via di sviluppo, con 2.600 decessi registrati nel 2005. Stati Uniti: sono al secondo posto per il tasso di rischio di mortalità materna tra i paesi più industrializzati (1 su 4.800).


Combattere l’HIV la malaria e le altre malattie ‌


La Malaria , la Tubercolosi e l’HIV/AIDS sono le principali minacce alla salute alla vita nei Paesi più poveri del mondo come l’Africa Sub sahariana, Asia Meridionale , America Latina, Asia Orientale-Pacifico.


… come arrestare e invertire la diffusione dell’AIDS … 1. Ad oggi il tasso d’incidenza dell’HIV è diminuito del 25% in tutto il mondo; 2. Nel 2009 2,6 mln di persone sono state contagiate dall’HIV (21% in meno rispetto al 1997); 3. Il numero di persone che ricevono cure è aumentato di 13 volte tra il 2004 e il 2009; 4. Migliorare la conoscenza del contagio dell’ HIV; 5. Favorire l’uso del preservativo; 6. Diminuire la disparità in termini di accesso alla conoscenza ra uomini e donne; 7. Garantire l’accesso universale alle cure.


… come arrestare e invertire la diffusione della malaria … 1. Dormire sotto una zanzariera trattata con l’insetticida; 2. L’uso regolare di zanzariere riduce la mortalità infantile; 3. Verificare la diagnosi ; 4. Parità tra bambini che vivono in zone rurali e urbane. Il 90% dei decessi provocati dalla malaria si verifica nell’ Africa Sub Sahariana, dove vive la specie di zanzara più temibile.


… come arrestare e invertire la diffusione della tubercolosi … 1.

Le persone colpite globalmente sono 137 ogni 100.000;

2. Si tratta di 9 mln di persone colpite da questo male; 3. La media globale diminuisce dell’1% ogni anno; 4. Possibilità alte di raggiungere l’obiettivo; 5. Strategie internazionali di prevenzione e di diagnosi della malattia hanno salvato più di 6 mln di vite dal 1995; 6. Legame forte tra TBC e HIV.


7° OBIETTIVO DI SVILUPPO DEL MILLENNIO Garantire la sostenibilità ambientale


Garantire la sostenibilitĂ ambientale Ridurre il processo di annullamento della biodiversitĂ


Garantire la sostenibilitĂ ambientale Ridurre della metĂ , entro il 2015, la percentuale di popolazione senza un accesso sostenibile all'acqua potabile e agli impianti igienici di base ď‚—


Garantire la sostenibilitĂ ambientale Ottenere un miglioramento significativo della vita di almeno 100 milioni di abitanti delle baraccopoli entro l'anno 2020.

ď‚—


8° OBIETTIVO DEL MILLENNIO Sviluppare un’alleanza globale per lo sviluppo


“Tutti dobbiamo dare poco, perchĂŠ pochi non debbano dare tuttoâ€?


Per raggiungere l’ottavo obiettivo entro il 2015 bisogna: • Sviluppare un sistema finanziario e di mercato aperto, basato su regole non discriminatorie; • Soddisfare i bisogni specifici dei Paesi meno avanzati; • Soddisfare i bisogni dei Paesi senza sbocchi sul mare; • Cooperare con i Paesi in via di sviluppo per risolvere il problema del debito; • Collaborare con i Paesi in via di sviluppo, per sviluppare possibilità di lavoro per i giovani; • Collaborare con le aziende farmaceutiche e con il settore privato; • Mettere a disposizione di tutti i benefici delle nuove tecnologie;


I dati del Rapporto UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) I contributi stanziati restano chiaramente sotto il valore mirato dalle Nazioni Unite (0,7 per cento del prodotto interno lordo) entro il 2015. Gran Bretagna (0,56 per cento) e Spagna (0,51 per cento) dimostrano tuttavia che il valore mirato entro il 2010 (0,51 per cento del PIL) è raggiungibile. BenchÊ colpiti dalla crisi finanziaria ed economica, questi paesi rispetteranno o addirittura supereranno la promessa dello 0,51 per cento. I maggiori donatori sono la Svezia (1,03 per cento del PIL), il Lussemburgo e la Norvegia (1 per cento).


"Noi pensiamo che non tutti gli obiettivi potranno essere raggiunti entro il 2015, ma crediamo molto nell'obiettivo n° 2 perchè da esso scaturisce la maggior parte degli altri" .


Crediamo che lo sviluppo economico di un’area del mondo non può prescindere dal resto del pianeta e non può e non deve prescindere da un vero sviluppo umano di tutte le popolazioni e le aree del mondo, sviluppo che si ottiene eliminando la fame nel mondo, si ottiene dando una disponibilità di servizi come l’assistenza sanitaria, e soprattutto dando un’istruzione adeguata a tutti.

Questo aspetto ci sembra uno degli obiettivi prioritari perché crediamo che dalle informazioni e dall’attività educativa e formativa della scuola e delle istituzioni in generale possano scaturire la consapevolezza e la coscienza dell’individuo, le competenze e le capacità che possono portare alla soluzione dei problemi del mondo.


Con molto entusiasmo è stato accettato da noi alunni l’invito, arrivato nel momento in cui si stava per concludere il progetto, di partecipare alla presentazione della Graphic Novel “Otto isole a sud-viaggio alla scoperta degli obiettivi del Millennio”, tenutasi alla Mostra D’Oltremare in occasione del “Comicon”. Molti sono stati gli ospiti, che si sono congratulati con noi per l’impegno messo nel portare avanti il progetto.


La Prof. Annamaria Casaburo e‌ Giovanna Battimelli, Rosa Broscritto, Tommaso Campolattano, Martina De Mari, Imma De Simone, Mirko Di Costanzo, Ramona Dragone, Luciano Ferrara, Emanuele Fusco, Antonella Gagliardi, Federica Mirenghi, Roberta Monti, Maria Navaglio, Claudia Salvati, Maria Savastano, Emanuele Visconti.


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