Donne Magazine

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Numero Tre - Marzo Aprile 2012

Non solo il Blog

Periodico online d’informazione tutta al femminile

GREEN STYLE Ekobebe.it

VIVIPARCHI Parco Natura Viva

MY HOME Maison La Roche

L’INTERVISTA Marzia Istria

VIAGGI Oslo

TEENAGER Digital Teens


steelcomunicare.it steelcomunicar e.it

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EDITORIALE

Consumi in rosa .......................................................................................................... ■

NOTIZIE

AIL, A Pasqua compra le uova dell’AIL ......................................................................... IMAGINARIUM, Vinci la Scozia! .................................................................................... P&G, Finanziamenti alle mamme ................................................................................. NIVEA, Restyling della casa? ....................................................................................... ■

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BENESSERE

Cucina macrobiotica, Uno stile alimentare dagli innumerevoli benefici ......................... ■

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FOOD

Pasta e fagioli, Risotto al radicchio e speck ................................................................. Torta cocco e limone, La crostata ................................................................................ ■

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LA MAMMA PERFETTA

Mamme nella rete, Il social network delle mamme e della famiglia ............................. ■

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CREATIVITÀ

HOBBY & PAPERS, Il cestino di Pasqua ........................................................................ È Pasqua! .................................................................................................................... ■

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VIAGGI

Oh! Oslo… .................................................................................................................. ■

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IO LEGGO

Massimo Gramellini, Carlo Verdone, Caitlin Moran, Massimo Acanfora ........................ Carlos Ruiz Zafon, Dean Koontz, Ferdinand von Schirach ................................................ ■

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POESIA

“Rispetto” ................................................................................................................... ■

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ARTE

Prati in fiore, Un poeta che sembra un personaggio uscito dalla matita di Walt Disney ...... ■

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WEDDING

Usanze e tradizioni per il giorno del sì, Al passo coi tempi… ....................................... ■

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DESIGN

Il mondo di Seletti, Ironico, provocatorio e creativo ...................................................... ■

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MY HOME

Maison La Roche, Paris, Vi sembra una casa costruita nel 1920? ................................ ■

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TEEN-AGERS

Digital Teens, Conosciamo la Generazione “i” .............................................................. ■

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KIDS

Le pagelle, Numeri o giudizi? ...................................................................................... L’Insegnante, Una figura importantissima per l’educazione dei nostri figli .................... ■

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VIVIPARCHI

PARCO NATURA VIVA, Un “big” nelle strutture Family Friendly ...................................... ■

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NOI...

La gelosia nel rapporto di coppia, esprimiamola in modo “sano” ................................. Consigli per rimanere incinta, a volte non basta fare esclusivamente sesso non protetto ...... ■

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L’INTERVISTA

MARZIA ISTRIA, donna mamma e scrittrice .................................................................. ■

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GREEN STYLE

L’orto in casa, mangiare bio… .................................................................................... EKOBEBE.IT, il nuovo e-shop di abbigliamento e accessori biologici e naturali per il bebè ..... ■

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IN EVIDENZA

THE CUBE by Electrolux ...............................................................................................

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CHI SIAMO ...................................................................................................

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Numero Tre - Marzo Aprile 2012

ARLIAMO DI

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Consumi in rosa e donne di tutto il mondo influenzano il 64% degli acquisti, dunque non pare strano l’interesse, da parte di molte aziende, verso il target femminile. Vi invito, quindi, a leggere l’intervista a Marzia Istria, autrice del libro “Pink Marketing” che fornisce interessanti dati; utili, a mio parere, per tutte coloro che cercano di rispondere al proprio bisogno di “reinventarsi” e, magari, anche all’attuale crisi economica, “inventando” qualcosa di nuovo. E di donne intraprendenti (sia nel web sia nel mondo reale), ce ne sono eccome: andate, per esempio, a pagina 9 e leggete di Ekobebè.

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Da questo numero, inoltre, posso “ufficializzare” due importanti collaborazioni che, sono certa, renderanno Donne Magazine più ricco, completo e interessante a livello di contenuti. Saverio Fontana (Amministratore Delegato di Viviparchi srl), infatti, ci porterà in giro per l’Italia e ci illustrerà i migliori parchi “family friendly”. Invece, le donne della famiglia Brivio, fondatrici dell’azienda Hobby & Papers srl, daranno il proprio contributo alla rubrica Creatività. E parliamo ovviamente anche di NOI che non siamo Wonder Woman ma quasi, di figli e “in generale” di vita familiare, non tralasciando di occuparci di arte, di poesia e di buone letture. Antonella Pfeiffer

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EDITORIAL

■ EDITORIALE

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O T I Z I E 6

■ NOTIZIE a cura della Redazione

A Pasqua compra le uova dell’AIL i rinnova anche quest’anno l’importante appuntamento di solidarietà promosso dall’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma). Nei giorni 23, 24 e 25 marzo 2012 è infatti in programma la XIX edizione della manifestazione “Uova di Pasqua AIL”, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e realizzata grazie all’impegno di migliaia di volontari che offriranno un uovo di cioccolato (sempre caratterizzato dal logo dell’Associazione) a chi verserà un contributo minimo associativo di 12 euro. La manifestazione ha permesso in tutti questi anni di raccogliere fondi significativi destinati al finanziamento di progetti di Ricerca e Assistenza di alto valore scientifico e sociale e ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro le malattie del sangue. I progressi della Ricerca Scientifica e le terapie sempre più efficaci e mirate, compreso il trapianto di cellule staminali, hanno determinato un grande miglioramento nella diagnosi e nella cura dei pazienti affetti da tumori del sangue. Ma è

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necessario il sostegno di tutti per raggiungere un obiettivo irrinunciabile: rendere leucemie, linfomi e mieloma sempre più guaribili. I fondi raccolti servono per: 1. Sostenere la Ricerca Scientifica; 2. Finanziare il GRUPPO GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto) cui fanno capo 150 Centri di Ematologia. Il Gruppo di Ricerca Clinica lavora con lo scopo di identificare e diffondere i migliori standard diagnostici e terapeutici per le malattie ematologiche al fine di garantire lo stesso tipo di trattamento per i pazienti in tutta Italia; 3. Collaborare al servizio di Assistenza Domiciliare per adulti e bambini mirato a garantire loro le terapie nell’ambiente familiare (l’AIL finanzia oggi 42 servizi di assistenza domiciliare); 4. Realizzare Case Alloggio AIL nei pressi dei Centri di Terapia

per permettere ai pazienti che risiedono lontano di affrontare i lunghi periodi di cura assistiti dai familiari (attualmente sono 32 le città italiane che ospitano questo servizio, con 512 posti letto e 3.211 malati seguiti ogni anno); 5. Supportare il finanziamento dei Corsi di Ematologia e di Trapianto di cellule staminali e sostenere i laboratori per la diagnosi e per la ricerca; 6. Promuovere la formazione e l’aggiornamento professionale di medici, biologi, infermieri e tecnici di laboratorio.

Per conoscere quali sono le 4.000 piazze con le Uova di Pasqua dell’AIL, si può visitare il sito: www.ail.it


maginarium, la catena spagnola di negozi specializzati nell’infanzia, si affaccia alla primavera con un concorso imperdibile riservato ai soci del Club Imaginarium. Fino al 25 marzo, tutti i soci del Club Imaginarium avranno l’opportunità di vincere il fantastico viaggio “Scozia, draghi e maghi nelle Highlands”, presente all’interno della sezione Travel del catalogo Imaginarium Primavera / Estate 2012. Presentando a ogni acquisto la tessera socio e compilando in tutte le sue parti il formulario di partecipazione all’interno del punto vendita Ima-

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ginarium, si parteciperà all’estrazione di un viaggio in Scozia valido per un massimo di 2 adulti e 2 bambini. Il viaggio in Scozia (19-27 luglio) porterà la famiglia a scoprire il leggendario lago di Lochness, la verde Edimburgo e i misteri delle Highlands, perdendosi fra le fortezze più spettacolari, i paesaggi più incontaminati e le vie cittadine ricche di storia e di fascino. I viaggi Imaginarium sono vacanze speciali, studiate nei minimi dettagli all’insegna della tranquillità, della sicurezza e del divertimento. Massimo comfort, menù esclusivi,

molteplici attività ed escursioni per grandi e piccini, guide in italiano e personale altamente specializzato, questi sono solo alcuni degli ingredienti di un viaggio Imaginarium. Per maggiori informazioni sulla promozione legata al viaggio “Scozia, draghi e maghi nelle Highlands” è possibile consultare il sito http://www.imaginarium.it/iClub

Finanziamenti alle mamme l Paese delle Mamme insieme a The Talking Village hanno lavorato a un progetto sociale che ora vede la luce. Si tratta di “Idee per le mamme”, un’iniziativa che vuole valorizzare le capacità progettuali delle mamme, e sostenere concretamente le famiglie. L’iniziativa si propone di raccogliere e dare visibilità ai progetti delle associazioni che supportano la maternità e la genitorialità. Tra tutti i

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progetti inviati entro il 30 aprile, almeno 15 riceveranno un finanziamento. L’azienda che sostiene il progetto è la P&G con la sua storica marca Dash. Il progetto “Idee per le Mamme” è basato su una ricerca netnografica, condotta da The Talking Village, che ha avuto per oggetto il bisogno di supporto delle mamme e delle famiglie. La ricerca è stata condotta con una metodologia immersiva e partecipa-

tiva: osservando i siti e i blog e le loro iniziative, e coinvolgendo molti attori direttamente con interviste (associazioni, blogger, giornaliste, siti sulla maternità e la famiglia). Per info: www.dashideeperlemamme.it

Restyling della casa? hi non ha mai desiderato portare una ventata di novità nella sua casa, riprogettarla, cambiarne gli arredi, facendosi guidare dai consigli di un esperto? NIVEA da oggi si prende cura anche dell’abitazione, regalando un restyling del valore di 25.000 euro.

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E questo grazie al concorso “La mia casa pura & naturale” legato alla linea di prodotti Pure &

Natural, con il 95% di ingredienti di origine naturale. Dal 29 marzo al 31 maggio 2012, acquistando almeno due prodotti della linea Pure & Natural, si potrà partecipare all’estrazione di un super premio e realizzare il proprio sogno nel cassetto: far rinascere la propria casa.

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O T I Z I E

Vinci la Scozia!

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GREEN STYL 8

■ GREEN STYLE a cura di Diana Pilotto

L’orto in casa Mangiare bio… on tutti hanno la fortuna di avere uno spazio verde per coltivare da soli qualche fiore o qualche verdura. Io non sono un pollice verde, per niente. Sono una mamma, questo si, e solo i miei figli potevano convincermi a far tanto: l’orto in vaso! Oh mamma mia, la prima volta ho pensato che saremmo morti tutti avvelenati o che di fiori e piante non ne avremmo mai visto l’ombra. Invece devo dire che con l’arrivo di Marzo e Aprile, lo scorso anno, mi cimentai in questa avventura. Se avete il pollice nero come me, potete capirmi! Non è facile curare le piante, non è per niente intuitivo ed è pure faticoso. Insomma richiedono la cura che richiede un essere vivente, andando in ordine nella scala della vita, ovvio. A noi son bastati dei semini biologici, dei vasi, della terra, tanta acqua data con costanza, delle coccole (eh si, la mia Piccolina era sicura servissero e visto il risultato credo avesse ragione). La giusta esposizione e una buona dose di pazienza. I frutti si son fatti vedere… a primavera avevamo i fiori e per tutta l’estate abbiamo avuto le nostre verdure, oltre alla tanta soddisfazione. Potete farlo anche voi, anche in casa se non avete un balcone, provate! Un vaso, della terra, dei

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semini, acqua e tanta voglia di riuscire… E se ci son riuscita io che uccido anche le piante grasse

è tutto dire! Per ogni dubbio, poi, c’è sempre l’esperto di fiducia: il mio era internet!


Ekobebe.it, il nuovo e-shop di abbigliamento e accessori biologici e naturali per i bebè Come nasce Ekobebe.it? Eravamo due pedagogiste e siamo diventate due mamme. Come professioniste prima e come mamme dopo, ci siamo interrogate su quali fossero le scelte giuste per i nostri figli, dapprima quelle educative e psicologiche e poi quelle salutistiche. Ekobebè è stato un lungo parto… L’idea è venuta partendo da noi, dalle nostre necessità e attenzioni di madri. Entrambi i nostri figli “grandi” hanno sofferto di dermatite e così ci siamo avvicinate al mondo dell’abbigliamento bio. Già da tempo frequentatrici di

negozi attenti al mangiar sano e al vivere naturale questo è stato solo un proseguimento. Da lì il passo ai pannolini lavabili, al mondo dei sacchi nanna bio e del cotone organico è stato rapidissimo. Un giorno, in preda alle ennesime conversazioni telefoniche sulla qualità di diversi marchi di intimo per i nostri cuccioli, ci è venuta

questa grandiosa idea: “Ma perché non apriamo un negozio noi?”. E così siamo partite, ci è bastato quello stimolo per metter in moto idee, aspettative, ricerche e… così è nato Ekobebe.it, un e-shop nel quale proponiamo abbigliamento e accessori ecologici, biologici e naturali per la prima infanzia. Tutto ciò che proponiamo nel nostro negozio online è stato personalmente testato sui nostri bambini... per loro abbiamo preteso il meglio e desideriamo che anche altri genitori possano fare lo stesso! Tutto l’abbigliamento (intimo, pigiami, calze, ecc.) gli accessori tessili, le fasce porta bebè, i pannolini lavabili da noi consigliati sono realizzati con fibre da agricoltura biologica controllata. La maggior parte dei nostri filati

“Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita.” Groucho Marx

è certificata a marchio Global Organica Textile Standard (GOTS). Il Global Organic Textile Standard (GOTS) è riconosciuto come il principale standard di classificazione di fibre organiche in tutto il mondo. Esso definisce i criteri di alto livello ambientale lungo l’intera catena di trasformazione di prodotti tessili biologici e richiede il rispetto di criteri sociali. Lo standard copre tutte le fasi del processo, dalla produzione della fibra fino alla distribuzione del prodotto oggetto di fabbricazione che può essere la fibra medesima, il tessuto o il capo d’abbigliamento finito. Scegliere prodotti biologici e naturali per i nostri figli significa salvaguardare la loro salute e quella del pianeta. Vi aspettiamo!

www.ekobebe.it Numero Tre - Marzo Aprile 2012

GREEN STYL

■ GREEN STYLE a cura di Ekobebè

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■ L’INTERVISTA a cura di Antonella Pfeiffer

MARZIA ISTRIA Donna, mamma e scrittrice ink Marketing – Il marketing al femminile” pubblicato da Lupetti, è l’ultimo libro di Marzia Istria che ringrazio, prima di tutto, per avermi rilasciato questa intervista e, poi, per la generosità nel fornire dati e numeri. In questo libro Marzia Istria analizza il misterioso ed ecclettico mondo femminile e traccia, attraverso ricerche, indagini e analisi con un linguaggio accessibile a tutti (e non solo agli addetti ai lavori), un identikit della donna italiana. Il bello è che sono stati analizzati nel dettaglio i comportamenti femminili in svariati ambiti, in particolare quello dei consumi. Un libro che esplora, quindi, i comportamenti e le abitudini dell’universo femminile e che, tra l’altro, considero molto utile da leggere anche per tutte le donne che vogliono fare impresa.

“P

Sei Product Manager in un’importante azienda italiana: come riesci a conciliare i ritmi di donna, mamma e scrittrice? In realtà penso che ognuna di noi, a suo modo, riesca a conciliare i diversi e molteplici ruoli che oggi l’attuale società richiede, o meglio, a volte impone. Come ho anche scritto nel mio libro, siamo una sorta di Wonder Women, costrette a una vita sempre più frenetica, tra famiglia, lavoro e fuori casa. La nostra giornata sembra durare 27 ore (.27ora è anche il blog del Corriere della

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Sera tutto al femminile), ma in fondo in fondo, se devo essere sincera, anche le giornate intense, che ti mettono a dura prova, a volte regalano soddisfazioni personali. Purtroppo noi donne (secondo recenti dati Ocse), abbiamo a disposizione circa 80 minuti in meno al giorno rispetto agli uomini, e quel poco tempo che ci resta libero dobbiamo sfruttarlo al massimo, facendo qualcosa che ci faccia star bene, ci dia l’energia e il buonumore per concludere al meglio la nostra lunga giornata.

Cosa pensi riguardo alle attuali politiche di conciliazione? Si può migliorare qualcosa? Il problema della carenza di efficienti asili nido (spesso anche poco abbordabili economicamente), della poca elasticità degli orari lavorativi, dei pregiudizi nei confronti delle donnemamme lavoratrici, della difficoltà delle aziende a concedere il part time; tutti questi elementi sono purtroppo una peculiarità della nostra realtà italiana e fonte di tensione e stress per noi donne e mamme. Io ho una


Come è nata l’idea di scrivere questo libro? Come spiego anche nel mio libro, l’idea nasce dalla voglia di “raccontare”, seguendo un approccio analitico, il misterioso ed eclettico mondo femminile, o meglio nasce dal desiderio di tracciare un identikit della donna di oggi, andando oltre all’immagine pre-confezionata dai media e dalla pubblicità. Pink Marketing è una sorta di fotografia delle donne italiane, un loro inquadramento sociodemografico, un’analisi delle loro specificità. Avventurandomi tra ricerche, analisi e indagini, sono così riuscita a tracciare/delineare un ritratto “in rosa”, della donna italiana, penso e spero con linguaggio accessibile a tutti. In “Pink Marketing” fai una fotografia delle donne di oggi; hanno molta incidenza, a livello di consumi, sul mercato italiano? “Le donne moderne rappresentano un vasto oceano blu di opportunità in gran parte inesplorato, sia come fonte di talento che come nuovo spazio di mercato”. (citazione tratta da Rivoluzione Womeneconomics). Infatti, il settore dei consumi, è quello dove le donne sono so-

vrane e dove meglio i comportamenti femminili vengono analizzati. Le donne di tutto il mondo influenzano ben il 64% degli acquisti e, anche nel nostro paese, sono responsabili della stragrande maggioranza delle decisioni d’acquisto. Le donne italiane lavorano, guadagnano stipendi simili a quelli dei propri compagni, e spendono una parte significativa del proprio reddito in beni e servizi dedicati a loro stesse e ai propri figli. Ciò che accomuna tutte le donne è la costante ricerca di prodotti e servizi che le aiutino a risparmiare tempo, a destreggiarsi tra i loro molteplici ruoli e ritagliarsi momenti per se stesse. Le mamme sono interessanti dal punto di vista del marketing di un’azienda? Sono proprio le donne i consumatori più attivi ed esigenti, che decidono dove si orienteranno gli acquisti. Le mamme sono poi sempre più conomicamente indipendenti, contribuiscono al reddito familiare, dedicano tempo e attenzione a informarsi e sono disponibili a interagire in modo costruttivo anche con le aziende. Le nuove generazioni di mamme sono sempre più connesse e consapevoli delle potenzialità tecnologiche, e rappresentano così circa 7 milioni di potenziali clienti. Oggigiorno si parla di mamme “super informate” grazie alle fonti tradizionali e ai nuovi media, sempre più coinvolte nei processi decisionali di acquisto di prodotti. L’utilizzo del web ha modificato, negli ultimi anni, i comportamenti delle donne italiane? Una delle strategie femminili

per riuscire a organizzare la giornata, che dura ben più delle otto ore lavorative, è senza dubbio l’uso del web: internet si è infatti rivelato un valido e pratico aiuto per risolvere i problemi di tutti i giorni. La donna multitasking, organizzatrice e pianificatrice familiare (specialmente con i figli piccoli), vede infatti nel web un pratico aiuto per risolvere le mille incombenze quotidiane. Le donne attive online sono circa 12 milioni (il 46% circa del totale degli utenti), con un trend in netta crescita, soprattutto nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni. Le donne italiane navigano online un’ora al giorno in più rispetto a quelle degli altri paesi europei: leggono mail, giornali, organizzano viaggi, cercano informazioni in misura maggiore degli uomini su tematiche relative alla salute, alla casa, ai viaggi, alla formazione, in generale sui mezzi tradizionali e ora anche sui nuovi media. Per quanto riguarda gli acquisti, con internet si risparmia tempo e denaro. Negli ultimi dodici mesi hanno utilizzato l’ecommerce il 21% delle donne contro il 31% degli uomini. Le donne acquistano maggiormente viaggi (biglietti ferroviari, aerei), organizzano vacanze, e acquistano biglietti per spettacoli. Le mamme italiane in rete sono oltre 2 milioni e si dimostrano utenti evolute, con un livello di aggiornamento tecnologico medio-alto. Usano infatti la rete per creare contenuti, frequentare forum, blog e social network, soprattutto per scambiare pareri con altre mamme. “Pink Marketing” è un libro utile per tutte le donne che vogliono

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L ’ I N T E R V I S TA

carissima amica che vive in Svezia, dove le opportunità sociali ed economiche a favore delle donne sono “super”, dove il congedo di paternità retribuito (ossia il diritto del padre a stare a casa dopo la nascita del figlio), non è un’utopia ma una realtà. Sicuramente più elasticità e meno discriminazioni nei confronti delle donne, incrementerebbero il nostro tasso di fecondità, ad oggi stimato tra i più bassi in Europa.

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fare impresa (sia in rete sia nel mondo reale): quanto è importante che un’azienda, soprattutto nella fase di start up, sia “social”? Il Web 2.0 ha aperto a tutte noi donne, nuove strade di relazione, condivisione e scambio di informazioni. Se si fa raffronta l’Italia con altri paesi europei, a sorpresa, si evince che le donne italiane sono più attive sui social network di circa il 20% rispetto a Germania e Francia e dell’8% rispetto all’Inghilterra. Le partecipanti alle community superano i 10 milioni, e fra queste la maggior parte rientra nella fascia d’età 25-54. Significativo, inoltre, il crescente interesse per il social commerce: 2,6 milioni donne online considerano utili i giudizi trovati sul web per valutare un acquisto, mentre altre dichiarano di aver scritto e condiviso opinioni in rete su beni e servizi acquistati o provati. Per le aziende americane, le Alpha Moms (ossia le mamme che usano la rete per creare contenuti, frequentare forum, blog e social network, soprattutto per scambiare pareri con altre mamme), sono diventate un target molto ambito con cui entrare in contatto, sia per la loro potenzialità di spesa, sia per la forza del loro passaparola. I social media più “maturi” da tempo sono popolati di mamme che conversano e chattano su forum e community specializzati, anche le mamme più mature, che oggi sono parecchie, nonostante non siano “native digitali”, sono abituate a utilizzare tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione aiutandole a raccogliere informazione in breve tempo. Recentemente sono nati alcuni gruppi volti a fare

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business networking fra mamme, scambiare informazioni su temi come l’occupazione femminile e la conciliazione famiglia-lavoro. La fascia demografica più interessante tra le donne in rete è sicuramente quella dei 16-34 anni, pari al 76% del totale, e definite come Geek Girls, ossia donne appassionate di tecnologia che tutti i giorni “smanettano” con pc, cellulari e altri supporti informatici. Nella parte del tuo libro inerente ai “consumi” delle donne, evidenzi come case history un’azienda tutta al femminile, Camomilla Milano. Quanto è importante che un’attività che deve parlare alle donne, sia fatta proprio dalle donne? Mi ha piacevolmente appassionata analizzare la storia del marchio Camomilla Milano, un brand colorato, fantasioso, sempre innovativo, un evergreen degli accessori moda (dalle borse ai portafogli, ai bijoux, agli accessori per i capelli), entrato a far parte del quotidiano femminile. Camomilla Milano è un

eccellente esempio di azienda e punto vendita pensato “in rosa” e che “parla alle donne”, un’importante società dal design made in Italy tra le più conosciute e apprezzate, che da sempre segue i trends del mondo femminile. “Effetto buonumore”: è con questo claim che Camomilla Milano parla alle donne, consapevole che le consumatrici di oggi, più autonome e indipendenti nelle proprie scelte, non amano la moda che detta regole o le imbriglia in modelli preconfezionati e lontani dalla quotidianità. In un momento di crisi dei valori della moda tradizionale, Camomilla Milano accompagna le donne nei diversi momenti della giornata, nelle occasioni di lavoro e nel tempo libero, emozione, sorpresa, dolcezza, affettività, calore, coccole, allegria, autoironia, libertà, originalità, gioco, mix & match di materiali, colore, leggerezza, sogno, magia e favola. Camomilla Milano è un punto di riferimento per le consumatrici di tutte le età: il suo target infatti non è legato all’età anagrafica, ma caratterizzato da un atteggiamento giovane che permetta di creare e “personalizzare” il proprio stile, di “giocare” con la moda mix & match. Camomilla Milano è un’azienda, guidata da una donna Grazia Belloni - e composta principalmente da donne, che ritiene fondamentale seguire le consumatrici, analizzando nei dettagli i loro comportamenti d’acquisto, i loro bisogni e le loro necessità. Per questa ragione, è spesso promotrice di ricerche su temi di grande attualità per donne, società, cultura e mercato.



I O N 14

■ NOI a cura di Miss Chiaraluce

La gelosia nel rapporto di coppia Esprimiamola in modo “sano” na componente essenziale di qualunque tipo di relazione è la fiducia tra le parti. Lo è ancora di più nel rapporto di coppia in cui, per poter gettare le basi di un progetto di vita comune, è necessario credere nell’amore e nel rispetto reciproco. Spesso, però, anche nelle coppie più datate, entra in circolo la gelosia: un’emozione complessa e dalle mille sfaccettature che da alcuni viene considerata una prova dell’amore e da altri un elemento nocivo al benessere individuale e relazionale. Che funzione ha la gelosia all’interno di un rapporto d’amore? Esistono relazioni davvero prive di questo sentimento nel cuore dei partner? Si può provare gelosia senza pregiudicare la storia sentimentale della coppia? Riflettiamo su alcuni punti. Innanzitutto sarebbe opportuno distinguere tra una forma di gelosia ‘sana’ e una ‘disfunzionale’. Nel primo caso si tratta di un sentimento che cela il bisogno di difendere e mantenere il proprio rapporto e, normalmente, si basa sui fatti oggettivi. Nel secondo caso invece la gelosia assume una connotazione

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di possessività, si fonda non su eventi reali ma su sospetti che si nutrono della paura e del bisogno di controllare l’altro. É chiaro che, se all’interno di un rapporto autentico la gelosia è indice di intimità e amore, nel secondo caso siamo di fronte a una relazione destinata a concludersi perché fondata su diffidenza, controllo asfissiante e bisogno di possedere egoisticamente l’altro, quasi come fosse un oggetto di cui poter disporre a proprio piacimento. Si può uscire da questo circolo vizioso prima che sia troppo tardi? Sicuramente, a patto di accorgersene in tempo e attuare delle modifiche al proprio modo di agire. Vediamo alcune utili strategie da utilizzare:

- Riconoscerla: non possiamo cambiare il nostro comportamento se non siamo consapevoli di provare un tipo di gelosia disfunzionale. - Non giustifichiamola: se ci convinciamo che il nostro partner ci sta tradendo prima o poi, come una sorta di profezia che si auto-avvera, accadrà sul serio. - Esprimiamola apertamente in modo ‘sano’: parliamone col partner non accusandolo (“Perché tu…”) ma utilizzando frasi in prima persona (“Io mi sento… Io ho paura che…”). - Siamo assertive e vogliamoci bene: se pensiamo di non essere abbastanza degne di amore alimenteremo sospetti e fantasmi inesistenti.


Consigli per rimanere incinta

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■ NOI a cura di Elena Crestanello

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more… che diamine! E invece non è proprio così. Bisogna farlo, da li non ci si scappa, ma nei momenti giusti. Cosa significa “momenti giusti”? Noi donne a differenza dei maschi che son sempre pronti a fare la loro parte, nell’intervallo che intercorre tra un ciclo mestruale e l’altro, abbiamo solo pochi giorni fertili per poter concepire un bambino. Questi giorni fertili, in condizioni normali (e con una fase luteinica normale) sono compresi tra l’11° e il 16° giorno prima del ciclo mestruale successivo. In rete esistono tantissimi calcolatori, come quello che trovate nel mio sito, che permettono di calcolare l’intervallo più fertile avendo un ciclo regolare. Regolare significa che passano più o meno gli stessi giorni tra un ciclo e l’altro. Se varia di un paio di giorni, nessun problema: basta tenere più largo l’intervallo indicato di un paio di giorni. Il consiglio d’obbligo è quello di avere rapporti un giorno si e uno no nel periodo fertile. Avere rapporti a giorni alterni serve soprattutto a fare in modo che lo sperma si rigeneri. Considerate anche che gli spermatozoi possono sopravvivere (alcuni, non tutti) fino a un massimo di 72 ore all’interno del corpo della donna; mentre la cellula uovo una volta emessa dal follicolo ovarico, ha al massimo 12-24 ore di tempo per essere fecondata. Il concepimento insom-

ma è un insieme di tanti tasselli che devono andare nel posto giusto al momento giusto. Per questo si parla sempre di probabilità più o meno alta di concepire un bambino. Non vi è alcuna certezza anche individuando esattamente il momento migliore. Un valido aiuto per concepire un bambino è anche la conoscenza del proprio corpo. Il nostro sistema riproduttivo ci manda una serie di segnali che, una volta compresi, sono l’arma in più per individuare i giorni fertili. L’analisi del muco cervicale permette di comprendere con precisione quando avviene l’ovulazione. Anche la misura della temperatura basale dopo che la si registra costantemente da un paio di mesi, permette di imparare a capire quando avviene l’ovulazione. La tensione al seno o l’aumento del desiderio sessuale sono altri sintomi che accompagnano i giorni fertili. In commercio, infine, esistono dei test predittivi che misurano il picco dell’ormone LH. Una volta individuato il picco, l’ovulazione dovrebbe avvenire entro le 48 ore successive. Il miglior consiglio sarebbe quello di avere rapporti a piacere senza fare tanti calcoli (i rapporti però devono essere almeno 3 alla settimana per aumentare la probabilità di concepimento). So per esperienza però che quando si decide di avere un bambino è quasi impossibile non pensarci. In becco alla cicogna!

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oncepire un bambino sembrerebbe la cosa più semplice di questo mondo. Quante volte sentiamo amici e conoscenti che raccontano: “appena abbiamo deciso di avere un bambino è arrivato subito al primo mese di tentativi”. Accade così che appena presa la fatidica decisione, smessa la pillola o i vari metodi anticoncezionali, ci si tuffi piacevolmente (e finalmente) tra le braccia del “sesso libero”. Prima di tutto però sarebbe opportuno eseguire gli esami preconcezionali che sono gratuiti e consistono in un prelievo del sangue per i futuri genitori. Per la donna è consigliata anche un’attenta visita ginecologica. Insomma una sorta di piccolo check-up per capire se non ci sono controindicazioni alla gravidanza. Si diventa genitori ancora prima del concepimento, non appena si decide di volere un bambino. Da quel momento è importante adottare uno stile di vita sano: è bene smettere di fumare (il fumo riduce di molto la fertilità in entrambi oltre che causare problemi fetali), e iniziare a seguire un’alimentazione bilanciata. Alimentazione corretta e stile di vita sano, sono aiuti da non sottovalutare sia nella ricerca di un bambino sia per avere una gravidanza senza problemi. All’inizio pochi vanno alla ricerca di consigli. Insomma per avere un bambino basta fare l’a-

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A volte non basta fare solo sesso non protetto

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■ VIVIPARCHI a cura di Saverio Fontana (Amministratore Delegato di Viviparchi Srl)

Parco Natura Viva Un “big” nelle strutture Family Friendly o il piacere di iniziare questa interessante iniziativa dedicata ai parchi di Viviparchi con un vero “big”, un pezzo da novanta per notorietà, marketing relazionale e l’elevato standard dell’offerta didattica-educativa. Ogni bimestre, infatti, come già anticipato da Antonella, vi porterò in giro per l’Italia per conoscere tanti bei parchi che arrichiscono il nostro circuito con proposte legate al divertimento, alla natura, all’edutainment e alla cultura. Desidero, dunque, iniziare dal Parco Natura Viva di Bussolengo (VR), con l’intervista rilasciata dalla Responsabile Marketing & Comunicazione Dott.ssa Maria Ordinario (che ringrazio) - per evidenziare fin da subito il mio personale attaccamento alla struttura e

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sottolineare la grande stima e collaborazione reciproca che ci lega da molto tempo. Inoltre il Parco Natura Viva è nato nel 1969 e con la scuola (visto che abito nel paese vicino) ho fatto la mia prima “uscita” scolastica nel 1971 ed è stato il mio primo approccio al mondo dei parchi, ricordo ancora con emozione quella giornata. Il Parco Natura Viva, nato nel 1969, è oggi un moderno Centro Tutela Specie Minacciate, è situato a pochi km dalla sponda orientale del Lago di Garda e a 18 km da Verona. Le due sezioni del Parco, il Parco Faunistico e il Parco Safari, ospitano oltre 2.000 animali appartenenti a 270 specie diverse, ambientate in ampi reparti immersi nel verde. Il Parco Safari si visita a bordo del proprio autoveicolo come un emozionante safari africano. Lungo il precorso si possono ammirare, a pochi passi dai finestrini, mandrie di erbivori come eleganti, giraffe, graziose zebre, agili antilopi oppure si possono osservare, in tutta sicurezza, leoni, iene e ghepardi. Il Parco Faunistico si visita a piedi e ospita numerose e affascinanti specie animali rappresentative

dei cinque continenti, molte delle quali in pericolo di estinzione nel loro ambiente. Collocati all’interno di questo settore si trovano inoltre la Serra Tropicale e l’Extinction Park. Al fine di coinvolgere sempre più i visitatori viene organizzato ogni anno un calendario eventi molto ricco: ogni domenica è caratterizzata da una tematica diversa con giochi e laboratori educativi specifici sempre nuovi mentre i sabati si contraddistinguono per il coinvolgimento diretto del pubblico, soprattutto dei bambini, che diventano i veri protagonisti della vita del parco e del benessere degli animali. Grazie alla partecipazione a progetti condivisi con qualificate associazioni mondiali, gli animali nati al Parco contribuiscono a creare un indispensabile bacino di sicurezza per la sopravvivenza delle specie e, quando possibile, sono protagonisti di fortunati progetti di reintroduzione in natura. 2) La missione del Parco Natura Viva ha una forte caratteristica divulgativa e didattica? Il ruolo dei giardini zoologici è sancito da una direttiva europea (1999/22/CE DL 73): il nostro lavoro deve svilup-


Nell’ambiente parchi intrattenimento/didattici ci si confronta sempre più con il termine “edu-

tainment”: cosa significa per voi? Per noi, in qualità di Centro di Tutela di Specie Minacciate, è importante sottolineare che non siamo un parco divertimenti nel senso riduttivo del termine, cioè “intrattenimento fine a se stesso” ma non per questo non teniamo nella giusta considerazione il valore del divertimento e dello stupore, soprattutto perché sappiamo che educare e intrattenere, quindi trasmettere il sapere mentre si imprimono sensazioni positive accresce notevolmente la possibilità di successo della stessa missione educativa. Attività e laboratori offerti ai bambini in visita, arricchimenti ed esperienze per i keeper “in erba” reparti e ambientazioni sempre più emozionanti e coinvolgenti e un ricco calendario di attività con tematizzazione mensile. Il Parco Natura Viva quanto è Family Friendly? Ovvero quanto è stato ideato e organizzato per accogliere “amichevolmente” le famiglie con bambini? La Famiglia, come dicevo, è in assoluto il nostro target privilegiato, con una frequentazione di oltre il 70% dei nostri visitatori costituito da famiglie con bambini in età scolastica. La nostra politica familiare inizia con la gratuità accordata ai bambini fino ai tre anni, dall’accessibilità del parco a carrozzine e passeggini, con abbattimento delle barriere architettoniche al 70%, ma anche aree gioco e aree picnic, perché l’esperienza si condivide e si vive all’interno del gruppo, in un

luogo di accoglienza dedicato alle famiglie. Menù kids presso il nostro self service, “sedioloni” per i piccini nel self service e microonde a uso libero per risaldare il pasto dei piccoli. Inoltre, per i più piccoli: una fattoria dove si possono osservare gli animali domestici, toccare le caprette, godere di una vasta zona a loro dedicata con giochi in legno, di aree picnic… Attività e laboratori gratuiti e senza necessità di prenotazione ogni sabato e domenica con l’assistenza di guide e i sabati del Parco con la mascotte. Offerte promozionali “sconto famiglia” che sono presentate sul sito e danno accesso a una scontistica dedicata in periodi determinati, ma anche dalla politica di prezzi da me voluta per questo 2012: a fronte di un necessario aumento del biglietto di ingresso adulto che passa a 20 euro (19 euro ultimi tre anni) il costo del biglietto di ingresso per i bambini fino ai 12 anni è ridotto a 15 euro (dai 16 euro) così da non imprimere alcun aumento a una famiglia media con 2 figli. Rimane anche vantaggioso per le famiglie accedere all’abbonamento annuale dedicato loro.

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parsi intorno alle principali missioni di Ricerca, Conservazione e Divulgazione. La sensibilizzazione all’importanza della biodiversità è il nostro tema più sentito, inteso a tutto tondo, dalla difesa dell’ambiente alla conservazione delle specie, dalla comprensione dell’evoluzione necessaria alla presa di coscienza delle cause che hanno portato alle grandi estinzioni passate. Favoriamo la partecipazione ai grandi temi ambientali ma anche la presa di coscienza di quanto anche i piccoli gesti siano importanti nel partecipare in modo attivo alla conservazione della biodiversità, sotto ogni forma, noi umani compresi! Ci rivolgiamo con particolare attenzione ai nostri giovani visitatori (circa 60.000 ogni anno in provenienza da scuole di ogni ordine e grado) con visite guidate, laboratori e attività ludico-divulgative organizzate a seconda della fascia di età, sulla base della scelta didattica operata dalle insegnanti, e naturalmente anche a tutti i giovani visitatori individuali accompagnati dalle loro famiglie (500.000 visitatori circa, con un target famiglia a più del 70%). I nostri ambasciatori sono gli animali che ospitiamo e i progetti di conservazione che promuoviamo a livello nazionale e internazionale, in stretta collaborazione con Enti, Università, Musei, Associazioni e naturalmente le altre strutture zoologiche europee.

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Presto anche una App utile a grandi e piccini per orientarsi nel Parco, scoprire le novità, giocare e farsi guidare dalla mascotte Tunk, l’orso dagli occhiali, esploratore del Parco Natura Viva che ci accompagna in viaggio nella biodiversità. Molte altre promozioni saranno comunicate in itinere, attraverso il nostro sito e i maggiori social ai quali aderiamo, con la possibilità di ricevere la news letter e scaricare tante immagini e informazioni sui nostri splendidi animali, leggere e scrivere recensioni, insomma seguirci... (www.parconaturaviva.it). 5. Qual è il rating che da al suo parco per la qualità del servizio, la cura e lo studio

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degli “ospiti animali”, la disponibilità del personale e la gestione manageriale, soprattutto confrontato con altri parchi simili in Italia? Dovessi esprimere il mio giudizio personale sarei certamente positiva ma credo che sia significativo il giudizio del nostro pubblico. Nel 2011 ho voluto instaurare un monitoraggio della soddisfazione dei visitatori che, interrogati da un nostro addetto con un dispositivo mobile (IPad) hanno risposto a 20 domande che portavano su argomenti inerenti la loro esperienza di visita. L’obiettivo era quello di misurare la percezione globale e specifica, di un campione di 1.000 persone, intervistate da giugno a set-

tembre. Il risultato della Customer Satisfaction, oltre a essere molto utile ai fini della conoscenza della nostra utenza, ci rende orgogliosi, poiché la soddisfazione va dal 96 al 98% per qualità della visita, soddisfazione generale e intenzione di ritorno! Per quanto concerne l’aspetto del benessere animale, è nostro orgoglio vantare un settore specifico, gestito e guidato dal responsabile della ricerca, la Dott.ssa Caterina Spiezio, che cura e monitora con grande attenzione lo stato di benessere psico-fisico dei nostri animali, occupandosi di arricchimenti e training, raccolta dati e analisi comportamentale, coadiuvata da keeper giovani biologi e da


6. Lei è da circa 5 anni al Natura Viva come responsabile, cosa pensa di questa sua esperienza? Inizia per me già il sesto anno di questa bella avventura nella quale mi sono “lanciata” perché convinta e galvanizzata da tanta giusta causa e concretezza. La mia pregressa esperienza europea in commercio internazionale, cooperazione e comunicazione mi ha fatto arrivare fin qui con strumenti certamente utili a un’azienda che stava facendo un grande salto di qualità. La goduta stima internazionale che oggi ci fa vantare una collocazione tra i migliori giardini zoologici d’Europa ci ha portati ad essere scelti, nel 2010 come

sede del Convegno Annuale EAZA, accogliendo per una settimana 700 rappresentati dei più grandi giardini zoologici d’Europa e delegazioni asiatiche, americane e mediorientali, con grande soddisfazione di tutti. Sono grata a questa azienda per le possibilità che mi ha permesso di sviluppare e per gli strumenti che mette a disposizione nell’accogliere sempre nuovi stimoli con i mezzi che le tecnologie avanzate oggi ci offrono, pur rimanendo un’azienda familiare, guidata dai diretti proprietari, quindi conservando una dimensione concreta fatta di rapporti umani preziosi e di confronto quotidiano con una realtà che ci incanta.

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studenti laureandi e specializzandi che qui al Parco trovano in Caterina il loro tutor, nell’ambito delle numerose collaborazioni con Enti e Università in tutta Italia. Infine, l’aspetto veterinario, curato dal nostro Direttore Tecnico, Dr. Camillo Sandri, i cui standard nella gestione della collezione ma anche nell’ideazione degli spazi di esposizione di questa sono rigorosamente valutati alla luce di indicazioni dell’associazione europea (EAZA) alla quale aderiamo, che impone gli standard qualitativi più alti, nel rispetto della strategia mondiale degli zoo e degli acquari, emanante dal WAZA (associazione mondiale degli zoo e degli acquari).

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■ KIDS a cura di Angela Carchia

Le pagelle Numeri o giudizi? e pagelle sono un argomento very hot! Ehm… Le Schede di Valutazione, volgarmente dette pagelle. Ebbene sono un incubo per me, da 30 anni a questa parte! Un tempo perché le dovevo ricevere e ora perché mi tocca ineluttabilmente compilarle. Ma che brutti i voti! Numeri e parole indefinibili, che non riescono a spiegarsi da soli… e nemmeno a parole. Si dà un voto a ciò che si fa e inevitabilmente si finisce per percepire un voto a ciò che si è! Terrificante questa sensazione. Personalmente sono restia a darne (al di là di quelli che sono obbligata a produrre nelle famigerate pagelle), lo sono sempre stata. Per i più piccoli mi sono limitata ad affiggere cuori e stelle sugli elaborati, per poi passare ai “supermegawow” e similari per poi continuare (man mano che la classe “cresceva”) al niente di niente, nel senso che a seconda dei segnacci rossi sul quaderno (quelli della correzione), dei sorrisi o delle occhiatacce… si capiva da sé! Ovvio che sul mio “cattivo” registro i voti ci sono e ci sono nero su bianco per ogni giorno trascorso fra le quattro mura scolastiche, ma LORO, quei pargoletti che di parole, lettere, numeri ne avranno piena la vita, meglio non tediarli quotidianamente. Per esperienza ho visto

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che non c’è sorriso di maestra che tenga al più alto dei voti cum laude. E poi questi voti creano una competizione fra i bambini che è meglio non ci sia. Scatena gelosie e inutili paragoni! Di pagelle ne ho viste di tutti i colori, oops… volevo dire tipi. In dodici anni si è fatto di tutto e pure di più, senza mai capire cosa fosse meglio o peggio. Voti in numero, voti a lettere e a parole… con tanto di giudizio, sopperito da crocette, rimpiazzate da incomprensibili paroloni. E poi c’è il pezzo forte. Tradurre la pagella ai genitori! Che se non son tutti 10, apriti cielo! Non tutti, per fortuna. Ricordo ancora un genitore la cui figlia ebbe da me un voto più basso rispetto al solito e si complimentò perché era la prima volta che un’insegnante (a suo giudizio) aveva dato un voto meritato alla figlia. Tenendo conto che sono stretta di voti perché non mi è mai piaciuto illudere nessuno ma, semmai premiare (questo sempre), come diceva uno psicopedagogista “I bambini che hanno tutto, poi non vogliono più niente”: quindi, mai 10 al primo quadrimestre! Ho sempre cercato di dar lezioni di vita ai miei alunni, dicendo loro di non accontentarsi mai e di nulla in ogni ambito della loro vita! Ma vallo a spiegare alle orde

dei genitori che si chiedono perché tal voto se il figlio (a casa) è così bravo a ripetere, tanto interessato (?) e così diligente nel fare i compiti (quando si ricorda di farli). Eppure hanno studiato così bene la sintesi clorofilliana, non hanno saltato un passaggio, sapevano tutte le “parole importanti” a memoria (per l’appunto)… Con i bambini è così facile spiegare, perché non lo è altrettanto con i loro genitori? Perché non intendono che la Maestra non dà importanza ai sette re di Roma detti in ordine di “apparizione” con tanto di data annessa, bensì alla formae mentis che darà loro modo di studiare e capire per tutto il resto della vita? Niente. Ci si fissa sui numeri, sui voti e sulle lettere guardandoli nei loro infiniti limiti. Forse perché, come si legge ne “Il piccolo principe” è vero che «Tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi si ricordano di esserlo stati». N.B. Onde evitare riferimenti che sono puramente casuali, preciso che gli argomenti scolastici nominati non sono e non sono mai stati oggetto del mio insegnamento, ma i primi venutimi in mente, sicuramente da reminiscenze della mia lontanissima scuola elementare da alunna, che, voti a parte, sicuramente è stata fatta bene. Image from Google


L’Insegnante Una figura importantissima per l’educazione dei nostri figli ggi parliamo di una figura che ricopre un ruolo davvero cruciale nell’educazione dei nostri figli: l’insegnante. Che sia l’educatrice del nido, la maestra della scuola dell’infanzia o della primaria, essa rappresenta la continuità nel delicato passaggio che ogni bimbo percorre dal proprio nido protetto e rassicurante rappresentato dalla sua casa a un ambiente sconosciuto ma altrettanto formativo che è quello della scuola. L’insegnante, figura chiave nel proseguimento del processo educativo familiare è spesso la prima persona, al di fuori dell’ambito familiare, con cui il bambino trascorre gran parte della sua giornata. Il suo compito è quello di educare, termine che deriva da ex ducere, tirare fuori, ovvero stimolare, aiutare e ampliare quello che è già presente nell’indole del bambino. Il suo compito non è semplicemente quello di trasferire saperi che, in una società globale e complessa come la nostra, sono disponibili e a portata di mouse. Una buona insegnante è quella che sa ascoltare il singolo bambino e guidarlo verso le scoperte senza sostituirsi a lui; quella che riesce ad ‘accenderne’ l’attenzione e a mantenerla viva. Quella che individua i talenti propri di ogni singolo allievo e lo aiuta ad esprimerli e potenziarli. Quella che, per usare

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le parole di una grande pedagogista italiana, Maria Montessori, ‘aiuta il bambino a fare da solo’. Il rapporto che si instaura tra i nostri figli e le loro insegnanti va salvaguardato, incentivato e non screditato. A volte la relazione che si crea è molto complessa, i due ambienti sembrano estranei l’uno all’altro, come se viaggiassero su un binario parallelo. In altre situazioni invece sembrano sovrapponibili al punto che i genitori si sentono autorizzati ad intervenire rispetto alla programmazione didattica ed educativa dei docenti. Tutto questo però è controproducente soprattutto per la formazione dei nostri bambini. Come aiutare il consolidamento di una relazione sana tra bimbo-maestra e una collaborazione proficua tra scuola-famiglia?

- Non svalutare la figura dell’insegnante: la sua azione educativa è efficace solo se si integra con quella dei genitori. - Fare squadra: sia i genitori che gli insegnanti perseguono lo stesso obiettivo educativo ma attraverso delle modalità diverse. - Collaborare: il futuro dei propri figli va costruito insieme. - Dialogare: laddove ci dovessero essere delle problematiche che emergono, la strategia migliore per affrontarle è quella che coinvolge entrambe le parti in una relazione che si basa sulla comunicazione. Noi genitori stipuliamo un patto educativo con gli insegnanti dei nostri figli che sarà efficace solo se ognuna delle parti si impegnerà a collaborare, dialogare e supportare l’azione dell’altra.

Immagine tratta dal libro “Tutti a scuola” di Richard Scarry

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■ KIDS a cura di Miss Chiaraluce

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TEEN-AGER

■ TEEN-AGERS a cura di Marzia Istria (“Marketing dei teenager”, Lupetti)

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Digital Teens Conosciamo la Generazione “i” avvento di internet e dell’era digitale hanno portato notevoli cambiamenti nella vita quotidiana, modificando soprattutto le abitudini dei giovani, target privilegiato per l’utilizzo delle nuove tecnologie. I Nativi digitali è un’espressione che sta ad indicare chi è cresciuto con le tecnologie digitali. In misura sempre maggiore infatti i giovani/gli adolescenti utilizzano internet come strumento di interazione sociale per condividere esperienze, scambiarsi foto, video, messaggi, per organizzare il tempo libero tra comunità di amici. Internet e i social network sostituiscono il vecchio “muretto”, rappresentando un punto d’incontro non più fisico ma virtuale. Si parla spesso di “screenager” ossia di adolescenti multischermo e multicanale, proprio per indicare come il focus di consumo si sia allargato al video e alla multimedialità - e di adolescenti ipertecnologici, Generazione “i” (iPhone, iPod, iBook, iPad), “ragazzi fluidi che vivono di tecnologia”. Il multitasking è il principale fenomeno che accomuna i teenager: mandare sms, guardare la televisione e chattare su Facebook; ossia utilizzare diversi media tutti nello stesso tempo.

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Sempre più giovani utilizzano internet per condividere esperienze, scambiarsi foto, video, messaggi, per gioco, per studio, per trascorrere il proprio tempo libero. È un “mettersi in vetrina on line” per raccontarsi e raccontare attraverso immagini e parole. Gli adolescenti hanno una forte esigenza di socializzazione e di condivisione e hanno trovato nei social network una risposta concreta. Di social network ne esistono centinaia, diversi per obiettivi, tipologia di utenti e area di diffusione. Facebook è oggi il social network più popolare, letteralmente il “libro delle facce”. È oggi la più grande comunità online, con una crescita esponenziale che coinvolge milioni di utenti: l’Italia è tra le prime undici nazioni al mondo per iscritti a Facebook (21 ml di utenti con una media di 150 amici per utente, 800 milioni sono invece gli utenti Facebook al mondo (dati Corriere della Sera Ottobre 2011 e Wikipedia). La percentuale di adolescenti che possiede un profilo Facebook è in crescita e si stima che in Italia sia dell’80%. La semplicità d’uso in primis, la possibilità di trovare amici (fare nuove conoscenze e ritrovare amici perduti) e “sbir-

ciare” nelle vite altrui, stando comodamente seduti nella propria cameretta da soli o in compagnia, sono le principali caratteristiche della popolarità di Facebook. Gli altri social network più “cliccati” dai teens sono: • Twitter: il suo nome deriva da tweet, ossia cinguettare, perché sul proprio profilo (status) si può scrivere solo una frase per un massimo di centoquaranta caratteri. Twitter è il più popolare servizio di microblogging, il che significa pubblicare brevi contenuti in rete. • My Space è invece il più creativo dei network, perché permette la personalizzazione e la condivisione di tessere del proprio mondo (file, foto): è un punto d’incontro di bands emergenti.


virtuale dove i teens possono creare il proprio alter ego. La rete rappresenta una conti-

nua risorsa di nuovi stimoli che assottiglia sempre più il confine tra reale e virtuale.

Come i teenagers amano trascorrere il loro tempo libero

57% amici / famiglia

50% internet / computer 31% musica 28% sport 20% tv 14% andare in giro 12% leggere 12% shopping 11% attività culturali 8% ballare 5% parlare al telefono

Da questo grafico si evince che il 57% degli adolescenti dichiara di trascorrere il tempo libero con amici e famiglia (amicizia e famiglia sono ai primi posti nella classifica dei valori dei teens); nonostante ciò si segnala però una forte propensione individualistica a raccontarsi, spesso su internet, nel tentativo di mantenere, anche se soli nella propria stanza, il contatto con il mondo esterno (50%).

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TEEN-AGER

• Habbo Hotel, dedicato agli utenti giovanissimi, è una chat ambientata in un hotel

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■ MY HOME a cura di Studio SIX_T

Maison La Roche, Paris Vi sembra una casa costruita nel 1920? e Corbusier è l’Architetto moderno per antonomasia. Su di lui e sulle sue opere sono stati scritti centinaia di saggi e pubblicati meravigliosi libri (oltre ai suoi!). Vorremmo quindi subito chiarire che non è assolutamente con l'intento di fare una lezione di storia dell'architettura che scriviamo questo breve articolo, bensì abbiamo pensato che il nostro esordio poteva coincidere con la storia semplice e meravigliosa di una abitazione lontana nel tempo eppure attualissima. Vogliamo segnalarvi questo piccolo capolavoro che, se vi capiterà di essere a Parigi e previa prenotazione, vale la pena di visitare. La casa di cui vogliamo parlarvi

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è Maison La Roche, attigua e indissociabile da Maison Jeanneret, non a caso sede, oggi, della Fondation Le Corbusier. Costruite tra il 1923 e il 1925, sono due abitazioni contigue: una per il fratello di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e la sua famiglia; l’altra per monsieur Raoul La Roche, economista, collezionista d’arte moderna e… single o, come si dice in Francia, “cèlibataire”. Raoul e Charles (è questo il vero nome di Le Corbusier) si conoscono a Parigi nel 1918 e la loro amicizia nasce dalla stima e dall’interesse che il primo nutre e dimostra al giovane Le Corbusier come pittore purista (la Pittura è il primo grande Amore di Corbu!). Monsieur La

Roche possiede una eccezionale collezione di opere d’arte moderna: Picasso, Braque, Lèger, Gris, Lipchitz e anche Jeanneret! E proprio a lui, e al cugino Pierre, decide di commissionare una casa/galleria a Parigi. Gli edifici sono ubicati all’interno di uno stretto lotto dentro al quale si sviluppa lo Square du Docteur Blanche. L’accesso alle maisons è quasi... “confidenziale”: nulla dalla strada principale, lascia presagire lo sviluppo interno delle costruzioni. Varcato il cancello, si percorre una strada ombreggiata in leggera pendenza che ci accompagna verso il fondo del lotto. Già a metà del breve percorso si viene colpiti da un volume sospeso, immaccolato in netto


l’architettura e la pittura. Gli interni della Maison La Roche sono trattati in maniera duplice: alla monocromia della hall e della sala da pranzo è contrapposta la policromia della galleria, della biblioteca e degli spazi di servizio che completano il piano terra. Il colore della hall appare come una sorta di matrice a partire dalla quale la policromia può esprimere tutto il suo potenziale. Istintivamente salirete la scala (nera) che porta al piano primo. Sarete subito attratti, sulla vostra destra, dalla galleria: uno spazio dal forte sviluppo orizzontale connotato da pareti rettilinee su due lati (quelli destinati ad ospitare i quadri) e dall’altro da una quinta morbida che cela, dietro di sé, una rampa di risalita. Ogni parete ha un diverso colore poiché doveva armonizzarsi al meglio

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MY HOME

contrasto con le costruzioni vicine: è Maison La Roche. Pochi passi ancora e si scopre un secondo volume, sulla nostra destra, ancora più bianco, semplice ed ordinato da lunghe finestrature orizzontali: Maison Jeanneret. Si può decidere di iniziare la visita proprio varcando il cancello bianco ed entrando nel piccolo giardino. Sopra (!) di noi si sviluppa il volume della galleria d’arte concepita da Le Corbusier per ospitare la collezione dell'amico La Roche. Lo spazio esterno, forse un po’ modesto in sé, permette però di

apprezzare appieno la qualità plastica della costruzione. Entriamo! Ci accoglie una gentile mademoiselle e, se siete fortunati come noi, che eravamo sole, regnerà un “religioso” silenzio degno di uno spazio privato quale è una casa (... di un single ovviamente!). Vi chiederanno di indossare dei copri scarpe per evitare di danneggiare i pavimenti originali e poi vi lasceranno liberamente scoprire il susseguirsi degli ambienti. Potrete cominciare la vostra “promenade architecturale”! Siete nella hall a tripla altezza fulcro indiscutibile della composizione architettonica. La prima cosa che vi colpirà è la luce: la hall è priva di aperture dirette verso l’esterno e vive del chiarore proveniente dagli ambienti che la circondano. Le pareti sono monocrome, tinteggiate di un giallo terra di Siena pallido riemerso dopo i restauri del 2009. L’uso del colore è uno degli ingredienti fondamentali dell’architettura lecorbuseriana ed in particolare in questa casa è concepito come il legame tra i suoi due universi:

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con le opere d'arte esposte. La luce naturale proviene da lunghe finestrature a nastro posizionate alla sommità delle pareti e ricade morbida nella sala. La rampa permette di accedere al piano più alto della casa il mezzanino

che ospita la biblioteca (uno dei luoghi prediletti dal padrone di casa): spazio privato per eccellenza da dove è possibile dominare con lo sguardo gli altri ambienti (l’affaccio sulla hall sottostante è vertiginoso!) e vero

rifugio dove non è possibile essere visti. Percorrendo la passerella al piano primo si raggiungono un piccolo office e la sala da pranzo da cui si accede al tetto terrazza. Questo spazio all’aperto, che si ricongiunge a quello di Maison Jeanneret, denota una duplice preoccupazione modernissima al tempo ed ancora oggi attualissima: da un lato quella di soddisfare l’aspetto per così dire “bucolico” al quale si rinuncia difficilmente anche nei centri cittadini, dall’altro quello di soddisfare un aspetto tecnico, quello relativo all’isolamento termico della struttura dei solai in cemento armato. Sopra la sala da pranzo, collegata da una scala di servizio, si trova la camera da letto di Monsieur La Roche che qui amava avere i suoi quadri preferiti (un’opera di Le Corbusier è ancora qui!). Per questa ragione e per lo stile monacale (oggi diremmo minimalista) dell’arredo - sempre su disegno dell’architetto elvetico - questa camera è detta la “chambre puriste”. Che ne dite: vi sembra una casa concepita negli anni Venti?

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Il mondo di Seletti Ironico, provocatorio e creativo

azienda Seletti si è sempre contraddistinta per la sua tensione alle soluzioni innovative nell’ambito degli articoli per la casa. Un brand che spicca per personalità, movimento, provocazione e ricerca continua. Frutto di accostamenti insoliti, richiami al mondo dell’arte e attenzione ai bisogni del quotidiano, i prodotti Seletti entrano nelle case di consumatori attenti al gusto, che amano creare stili di vita personali e divertenti. SELAB è il laboratorio che dal 1988 anima la creatività del marchio Seletti; dà forma al flusso delle idee, crede nella velocità e nella potenza del lavoro di squadra, nel divertimento creativo. Fondatore e leader di SELAB è Stefano Seletti che insieme al suo Team, si avvale talvolta, anche della collaborazione di altri progettisti e designer. Con Estetico Quotidiano crea una linea di contenitori per alimenti e bevande realizzati riprendendo le forme dei contenitori usa e getta ma in porcellana e vetro borosilicato. Risposta innovativa alle esigenze estetiche e pratiche del vivere quotidiano.

Balene, galline, conigli e maiali sono invece, i protagonisti di questa collezione di cestini in metallo verniciato. Un immaginario zoo domestico che sembra uscito dal mondo delle favole. Per una tavola sospesa tra realtà e fantasia.

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Estetico quotidiano oro - Seletti Compatibili con il forno a microonde e la lavastoviglie, i prodotti della linea Estetico Quotidiano rappresentano un’occasione di rinnovo delle stoviglie quotidiane, un modo originale e divertente di servire in tavola… in bianco, oro e silver.

Estetico quotidiano bianco - Seletti Stupenda! La tazza barocca in fine porcellana “total white” si arricchisce di un dettaglio fluorescente che la personalizza e la proietta decisamente nel futuro! É proposta in differenti colori fluo.

I-Mug Seletti

Fantastico Domestico - Seletti Ma Seletti proporrà, come punto forza per il Salone del Mobile Milano 2012, HYBRID, collezione progettata da Ctrlzak Art & Design Studio. Accostamenti insoliti... con questa linea di oggetti per la tavola che ricorda la lavorazione e la produzione della porcellana cinese ed europea. Una linea di oggetti per la tavola, realizzata a partire da una riflessione storica e culturale legata alla lavorazione e produzione della porcellana orientale e occidentale. I pezzi sono graficamente divisi tra oriente e occidente, una linea demarcatrice colorata rafforza il confine tra i due stili e paradossalmente ne consacra l’unione. Hybrid collection guardando al presente riflette sull’ironia della storia attraverso un passato fatto di porcellana riproposto in chiave contemporanea. Hybrid - Seletti

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■ DESIGN a cura di Maria Grazia Cicala

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■ WEDDING a cura di Ornella d’Angelo Foto di Ray Clever Photojournalism and fine art

Usanze e tradizioni per il giorno del sì Al passo coi tempi… tempi sono cambiati, molte delle tradizioni che le nostre nonne (e anche mamme) seguivano, oramai per le donne della nostra generazione sono andate perse… ma chissà perché quando si parla di matrimonio e di tradizioni che la Sposa deve osservare non sappiamo dire di no! Sarà superstizione o cultura (in fondo apparteniamo a un paese che da alle tradizioni molta importanza) quando ci si sposa tutto deve seguire le regole! E allora parliamo proprio di queste “regole” non scritte, ma appunto tramandateci dalle nostre nonne, legate al giorno del matrimonio. Nessuna Sposa rinuncerebbe mai ad indossare gli indumenti e gli accessori che fanno parte della famosissima lista: una cosa vecchia, una cosa nuova, una cosa prestata, una regalata ed una blu, ma pochissime sanno qual è il significato di questi accessori! Allora:

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- una cosa vecchia ovviamente rappresenta il passato; la Sposa deve affrontare la sua vita futura portando però con sé il proprio bagaglio di esperienze passate, senza dimenticare l’importanza di questo bagaglio - una cosa nuova simboleggia la vita che sta per cominciare, e tutte le novità e le sfide che questa porta con sé - la cosa prestata dovrà appartenere a una persona cara e il significato è che le persone care, anche nel cambiamento di vita,

resteranno sempre presenti e vicine - una cosa regalata simboleggia l’affetto delle persone care che accompagnano la Sposa in questo momento per lei così importante - la cosa blu infine simboleggia la purezza e la sincerità della Sposa e generalmente è il colore che viene legato alla giarrettiera (anche un semplice fiocchetto blu applicato a una giarrettiera bianca). A tal proposito, la giarrettiera è


sceglie per il suo abito; il bianco si pensava portasse fortuna e rimane ancora oggi nell’immaginario collettivo simbolo di purezza, metre l’avorio si pensava preannunciasse una vita matrimoniale turbolenta… forse è per questo che dopo tanti anni di avorio si sta tornando a vestire un bianco candido! Un altro importantissimo accenno va riservato ai fiori. Oggi le Spose spaziano fra tutti i tipi di fiori in commercio per la scelta dei loro allestimenti, ma un tempo la scelta dei fiori era subordinata al loro significato. È per questo ad esempio che i fiori d’arancio erano molto usati, simboleggiano

castità ed erano ritenuti “porta fortuna”, mentre l’ortensia, oggi molto amata dalle Spose, si riteneva non adatta, in quanto rappresenta l’intenzione di sfuggire e indica freddezza. E la rosa? sempre perfetta in ogni occasione, per il matrimonio meglio bianca ad indicare purezza e innocenza o anche nelle sfumature del rosa dove acquisisce significati di grazia, gratitudine, gioia, affetto. E in ultimo non dimentichiamoci del tradizionale lancio del riso! Il lancio del riso è un rito propiziatorio di fertilità e prosperità; il riso è il seme, lanciarlo è la semina! Carissime future Spose, come vedete sono molte le credenze che le generazioni prima di noi hanno coltivato legate al giorno del sì, uno dei giorni più importanti nella vita di una donna. Se rispettare o meno le tradizioni sta a voi: questo farà si che queste stesse credenze continuino a tramandarsi o meno! Una credenza tutta nuova? Scrivere sotto le scarpe della Sposa porta fortuna!

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W E D D I N G

uno degli accessori che vengono erroneamente legati alle tradizioni del matrimonio moderno, mentre in realtà la sua tradizione risale addirittura al 1300. Il lancio della giarrettiera è la versione “maschile” del lancio del bouquet; mentre la Sposa lancia il bouquet alle donne nubili e chi viene colpita sarà per tradizione la prossima a sposarsi, lo Sposo lancia la giarrettiera della sua Sposa agli uomini celibi, e, allo stesso modo, colui che sarà colpito sarà il prossimo a convolare a nozze. L’usanza probabilmente trae origine dalla credenza (in voga appunto nel 1300 circa) che riuscire ad avere un pezzo dell’abito di una Sposa portasse fortuna, per cui gli invitati cercavano in tutti modi di ottenerne una parte. Ed è proprio per questo che quasi certamente è nata questa usanza, per evitare che alla sposa venissero strappati pezzi del vestito! Da qui nasce appunto l’abitudine di lanciare alcuni accessori, fra i quali inizialmente anche i guanti, poi i fiori ed appunto la giarrettiera. Questa veniva indossata, ed ancora oggi la tradizione vorrebbe che lo fosse, appena sopra il ginocchio, per facilitare lo Sposo che deve sfilarla alla sua compagna. Un’altra tradizione molto importante è legata al colore che la Sposa

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■ ARTE a cura di Ester Mistò

ART

Prati in fiore

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Un poeta che sembra un personaggio uscito dalla matita di Walt Disney ersi inferi” è una raccolta di poesie di Valerio Mello, amate, rinnegate e riscoperte tra il 2005 e il 2010, pubblicate da Edizioni Tracce. In copertina dei fiori blu stilizzati, chiari e scuri, con sfumature e ombre, come è l’animo dell’autore. Valerio sembra un personaggio uscito dalla matita di Walt Disney, riservato e gentile. Ma ad ascoltarlo si rimane incantati non solo dalla profondità dei sentimenti e dalla limpidezza del suo sguardo, ma soprattutto dalla maturità e la determinazione, senza nulla togliere alle battute che fa soprattutto sul cibo - con la sua scanzonata cadenza siciliana. Mello parla della poesia, citando Whitman: “Non so che cosa è ma so che è in me”, come chiun-

“V

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que di noi si avvicini quasi per caso alla scrittura, senza più poterla abbandonare. La prima poesia che ha scritto si intitolava “Il fango e il cielo”, composta “per esorcizzare la rabbia e il dolore che ti annienta”. Da allora aveva 19 anni - non ha più smesso, componendo ogni giorno almeno un verso, pur di fermare l’emozione, un attimo di vita e di trovare un ordine che spesso si fatica a inquadrare, con un tocco di sensibilità verso il mondo e gli altri. Il suo libro è suddiviso in quattro parti: Kolymbetra, Di Sera, Kore e Giochi Pitici. Kolymbetra è il giardino della Valle dei Templi di Agrigento e vuole essere un omaggio alla sua Sicilia, al profumo carnoso delle zagare e degli agrumeti di aranci e limoni, al frinire dei grilli a tarda notte, ma anche un sottolineare la difficoltà di vivere in una realtà spesso chiusa e in una regione che non dà abbastanza e spinge i suoi figli a cercare lavoro lontano. “Di Sera - continua - raccoglie le poesie d’amore. Amo l’amore passionale e romantico. Credo a quel rapporto di coppia che dura tutta la vita, mentre Kore, che significa fanciulla in greco, Persefone, è dedicata a mia madre e raccoglie forse le poesie più intime”. Questa sezione rappre-

senta il passaggio tra la vita e la morte e il tempo che crolla, le macerie della vita attraverso cui però filtra, o deve filtrare, un raggio di luce, un filo di speranza carico di vita, colori e profumi di fiori. L’ultima parte, Giochi Pitici, è in onore di Apollo e dei giochi atletici. La classicità è parte integrante della cultura di questo poeta. Non solo quella classica l’Iliade di Omero è il suo libro preferito - ma tutta la poesia più raffinata, da Saffo a Foscolo, Leopardi, Montale, fino a Elliott, a Tagore e alla poesia sensuale di Neruda che tuttavia Valerio sa perfettamente coniugare con una laurea in giurisprudenza. La sua è una poesia antica affrontata in maniera scarna, con una scrittura corrente e essenziale, non ermetica, come indicato anche nella motivazione dell’ultimo premio che ha ricevuto, il trentaduesimo Premio Internazionale della Città di Moncalieri, anche se - aggiunge Valerio - “amo le figure retoriche, come le ripetizioni, che creano musicalità”. E mentre finisce di raccontare, ci piace vederlo sorridere mentre parla della musica lirica che ama, della pasta alla Norma - la sua preferita - e dei viaggi, del cinema, del vino, della compagnia degli amici e del calore che gli trasmette l’idea di amare.


Rispetto Rispetto, una parola dimenticata, otto lettere misconosciute, otto caratteri sottovalutati, come gli anni trascorsi dal nostro ultimo bacio, quando mangiavo pane maledetto a colazione, il triste cibo quotidiano di un passato avariato, dominato da un prepotente stolto incompreso, circondato da adulatori e amicizie fraintese, ma pur sempre schiavo di una fosca condotta, dove sporche tensioni smorzate in un torbido passato, hanno estirpato ogni mio desiderio di semplicità, persino galleggiavo dentro oceani di menzogna, dopo aver scalato montagne di ipocrisia. Rispetto, malaugurato vocabolo amarognolo, riempi di soddisfazione l’idealista, soffochi la gloria del materialista, giganteggi all’interno del cuore del poeta, muori rassegnato nell’azione del potente, sei la fantastica chimera di una vita intera, ma la guerra, la fame, le malattie e la povertà, rimangono ancora imbattibili battaglie tutte perse, così si gettano anime pure, così si trascinano armonie, condannandole alla discarica, nel buio assoluto del male. Rispetto, per i miei figli, per i tuoi figli, per il futuro del mondo, poiché noi siamo piccole anime di passaggio, atomi che vanno dalla polvere verso la polvere, agglomerati di carne che si spoglieranno di ogni vanità, oggetti di violenza di un conformismo falso e imperante, una diffamazione continua nei confronti dell’amore vero, come immuni naufraghi in un cosmo umano verso lo sbando, ma non possiamo ancora esaltare il nostro avido nemico, perché l’odio non vincerà mai nell’uomo nuovo.

Breve descrizione di Rispetto Una parola comune di dominio pubblico, sfruttata, manipolata e tante volte invocata dagli innocenti costantemente. La riflessione poetica spinge i versi di questa poesia verso la solitudine umana: al di fuori di ogni dogma, credo politico e culturale. La tensione delle parole si contrappone alla tristezza del poeta, troppo immerso in una realtà che forse non gli appartiene. Sogna un mondo migliore, evoca una speranza forgiandola di puro idealismo, ma pur sempre indugia nell’attesa snervante. Il tempo ha sentenziato un nuovo modo di vivere l’esistenza terrena, attraverso errori commessi ingenuamente, che hanno trascinato l’anima alla volta di una realtà negativa. Dall’abisso sorge l’uomo nuovo, privo dell’odio e libero dalle catene di ogni conformismo, perché ha generato l’amore cosmico.

Antonio Borrelli, è nato a Venezia nel 1982. Poeta dalla carriera anomala. Una formazione umanistica, caratterizzata dalla Laurea in Scienze Storiche presso Ca’ Foscari, seguita sempre da una specializzazione in Storia dal Medioevo all’età contemporanea. Il suo panorama di ricerca sono le epidemie nel corso della Storia, in particolare nel periodo moderno. “La Repubblica della Salute” (Editrice Clinamen, Firenze 2010) è la sua prima opera storiografica pubblicata, inedita sul panorama storico italiano, dedicata alla lotta contro tutte le epidemie occorse nella città di Venezia. Attualmente sta svolgendo diverse ricerche storico-epidemiologiche. Tra l’amore per la vita e la macabra indagine storica sulle epidemie, improvvisamente, germoglia la sua vocazione poetica fanciullesca. La sua visione artistica è dominata dalla liberazione dello spirito imprigionato nel perbenismo imperante. I suoi punti di riferimento sono Aleksandr Sergeevič Puškin, Neruda e Kafka. Ama follemente gli animali, il suo colore preferito è il rosso e la sua città del cuore è Praga.

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P O E S I A

■ POESIA a cura di Antonio Borrelli

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IO LEGGO 34

■ IO LEGGO a cura di Liliana Russo

Massimo Gramellini

Fai bei sogni

Longanesi

Ammetto che questo libro dove l’autore racconta della sua infanzia senza la mamma, morta troppo presto quando aveva solo 9 anni, mi ha emozionata molto. Cresciuto con un padre chiuso nel suo dolore e da una tata anaffettiva, Massimo ha sempre cercato di capire perché la mamma se n’era andata con il Brutto Male e cosa aveva fatto lui per meritare quella mancanza. Una sofferenza trascinata negli anni, fino a quando viene a sapere come è morta veramente. Vi invito a leggere questo racconto, perché raramente ho letto la sofferenza raccontata con ironia, delicatezza e sensibilità come in questo libro. Toccante.

Carlo Verdone

La casa sopra i portici

Bompiani

Oltre ad essere un ottimo attore, musicista e regista, Carlo Verdone è anche uno scrittore. Questa è la sua autobiografia; racconta di quando era bambino, dei ricordi dell’adolescenza e dei ricordi familiari. In quella casa ci sono stati alcuni degli eventi che hanno cadenzato il passare del tempo e la crescita di Carlo, come l’incontro con Fellini e Sordi oppure i primi incontri sentimentali e l’amicizia con Cristian De Sica, che lo porterà a corteggiare Silvia (la sorella) e a sposarla, non senza le minacce dell’amico! Carlo Verdone è un uomo sensibile, colto, divertente, ironico e malinconico, tutto quello che troverete nella sua storia, nella sua vita e in questo libro che la racconta.

Caitlin Moran

Ci vogliono le palle per essere una donna Sperling&Kupfer

Nata a Brighton Caitlin Moran è la prima di otto figli! Una vera forza della natura: ha scritto il suo primo libro a 15 anni, nel 2011 ha vinto il Premio della Critica e intervistatrice dell’anno. In Gran Bretagna è il personaggio del momento, tanto che la Lego le ha dedicato un pezzo da collezione! Il suo vero nome è Catherine ma si fa chiamare Caitlin e sbaglia lei stessa la pronuncia, perché si presenta come Catlin… insomma confusione totale (ma è troppo simpatica!). In questo romanzo racconta la sua vita in modo delirante: dall’arrivo non voluto delle mestruazioni ai peli, da che nome dare alle tette alla ciccia di troppo, passando per la consapevolezza di essere innamorata. Dal matrimonio alla voglia di vestire alla moda e, a 24 anni, la bella scoperta di vedere quanto può essere sexy un vestito nuovo. Capire il motivo per cui avere un figlio oppure non averlo, l’aborto, la chirurgia estetica, il femminismo… Il punto di vista femminile su temi femminili, visto con occhi disincantati e molto divertiti. Brava!

Massimo Acanfora

Coltiviamo la città

Ponte alle grazie in collaborazione con Altreconomia Edizioni

Già il titolo è tutto un programma e oltre che nelle librerie questo libro lo si trova nelle botteghe del commercio equo solidale. Rivolto a chi ha un piccolo balcone, cortile, orto o giardino condominiale, insomma a chi vive in città, e di verde in giro ne ha poco ma non vuole rinunciare al piacere di dare il primo colpo di rastrello della sua vita e imparare tutto sul terriccio migliore o come coltivare ortaggi, frutta e fiori, per poi sorridere dei risultati… Un libro che serve per rilassare la mente, per riprendere contatto con la natura, per il piacere di mettere le mani nella terra e per consumare cibo prodotto da noi. Un libro semplice e utile per avere le informazioni base senza darsi la zappa sui piedi!

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Il prigioniero del cielo

Mondadori

Avete sentito parlare di Carlos Ruiz Zafon e del suo capolavoro “L’ombra del vento”? Se non l’avete letto, questo è il momento di andare a ripescarlo, perché il nuovissimo romanzo di Zafon, “Il prigioniero del cielo”, è il naturale proseguimento di quel libro con agganci anche a quello successivo “Il gioco dell’angelo”. I personaggi tornano e fanno ancora sognare. Daniel Sempere, ormai è un uomo adulto con moglie e figlio, lavora ancora nella libreria di famiglia con il padre e Fermin che lo mette al corrente di una verità che non lo farà più vivere tranquillo e, ci fa capire, che la storia non finisce qui ma, anzi, forse la storia di Daniel sta per iniziare (quindi aspettiamoci il seguito). Ho amato moltissimo “L’ombra del vento” e forse l’autore, anche se ha scritto altri libri interessanti (ma non belli come questo) ha capito che avrebbe dovuto sviluppare questa storia, con i personaggi amati dai lettori, con le vicende politiche inquietanti della Spagna di Franco, con i libri che hanno fatto da filo conduttore e delle vite così ricche e interessanti della famiglia Sempere. Questo libro mi è piaciuto, avrei preferito arrivare alla fine della storia, ma sarà piacevole scoprire che cosa succederà adesso, se i colpevoli pagheranno e se la vita delle persone che abbiamo amato in questa storia, cambieranno per sempre o troveranno la pace.

Dean Koontz

Frankenstein - l’immortale

Sperling & Kupfer

Tra le novità di questo mese, vi segnalo il primo volume di una nuova serie firmata Dean Koontz che sta raggiungendo un grande successo internazionale: questo è il primo di cinque volumi, oltre 10 milioni di copie vendute in 21 Paesi e un film in lavorazione. Koontz vive in California con la moglie e un cane, con i 400 milioni di copie vendute degli oltre 50 romanzi scritti durante la sua carriera, è di diritto nella classifica dei 10 autori più venduti al mondo. “Frankenstein – l’immortale” parte dalle strade di New Orleans dove si aggira un uomo dalla forza sovrannaturale e dall’aspetto terrificante. Un essere dalle origini misteriose, che ha attraversato i secoli portando con sé un segreto peggiore della morte, e un odio ancora più profondo. Si chiama Deucalion e il suo arrivo in città coincide con quello di un pericoloso serial killer che uccide le sue vittime a sangue freddo e riduce i cadaveri in pezzi. Due detective indagheranno, scoprendo che il vero Frankenstein…

Ferdinand von Schirach

Il caso Collini

Longanesi

Ferdinand von Schirach è un avvocato penalista tedesco e nel corso della sua carriera si è occupato di alcuni casi che hanno coinvolto maggiormente l’opinione pubblica tedesca. In questo romanzo l’autore racconta di un uomo che senza nessun motivo apparente, uccide a colpi di pistola un vecchio facoltoso uomo d’affari tedesco. L’omicida, Fabrizio Collini, si costituisce senza opporre resistenza e senza dire una parola. Gli viene affidato un avvocato d’ufficio, Caspar Leinen che, poco dopo, scopre di dover difendere l’assassino del nonno del suo migliore amico, un uomo con cui ha trascorso una buona parte della sua infanzia e adolescenza. I ricordi dell’avvocato affioreranno nel ricordo dell’amico degli anni felici, morto tragicamente in un incidente con i genitori. Difficile per lui dimenticare il vecchio ucciso, difficile quindi accettare il ruolo di difensore, ma alla fine vince la legge e accetta. Cerca di capire perché. Qual è stata la molla che ha scatenato tanta violenza contro un vecchio di 80 anni? Cerca e trova documenti, ricostruisce la storia di quell’omone di origine italiana, il sig. Collini e, udienza dopo udienza, la verità torna in tutta la sua drammaticità. Una storia triste che porta a galla vecchie ferite mai rimarginate e tutto l’orrore dell’eredità nazista.

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IO LEGGO

Carlos Ruiz Zafon

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V I A G G I 36

■ VIAGGI a cura di Sara Artusi

Oh! Oslo... Respirando la magia del Nord slo, capitale della Norvegia, per noi italiani è una delle mete più remote in Europa distando infatti circa 2.000 km in linea d’aria da Milano. É una città in grado di farci vivere tutta la magia tipica delle città nordiche. Sorge in una posizione molto pittoresca tra i fiordi e una verdissima foresta collinare.

O

Il giro della città dovrebbe cominciare dalla visita al trampolino per il salto con gli sci (Holmenkoll), costruito in occasione delle Olimpiadi invernali del 1952, ma in grado di offrirci qualcosa di interessante ancora oggi: la vista a 360° su Oslo. È possibile ammirare il panorama sul lussureggiante bosco circostante, sul centro città e quindi sui fiordi, le isole e il mare. È, inoltre, raggiungibile dal centro città anche in metropolitana. Si può concludere la visita con una capatina al museo dello sci e con un giro sul simulatore di salto. Per i fanatici dello sci suggerisco una visita all’Oslo Winter Park (aperto da novembre ad aprile), a sola mezz’ora dal centro città, con le sue 18 piste e i suoi 11 skilift. Oslo offre la possibilità di vedere

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i fiordi senza dover affrontare lunghi e costosi viaggi sino alle porte del Polo Nord. Il fiordo di Oslo misura circa 100 km. Ci sono delle mini crociere per tutti i gusti: da quelle di una o due ore a quelle “hop-off”, ovvero sali e scendi, tipo il vaporetto veneziano, che permettono inoltre di fare tappa presso alcune attrazioni cittadine: il Nobel Peace Center, il municipio e la Opera House. Il Nobel Peace Center è uno degli edifici più belli di Oslo. É adibito a biblioteca aperta al pubblico, mentre è il palazzo del municipio (Radhus) - doppia struttura di torri di mattoni rossi, risalente al 1950, che ricorda una costruzione di Lego - a ospitare ogni anno, dal 1901, la com-

missione incaricata di assegnare il noto Premio per la pace. In ogni caso, se non siete dei secchioni in trasferta, una volta arrivati al Nobel Peace Center, più che blindarvi in biblioteca, potete visitare il centro di divulgazione e di interattività, ove vengono analizzati temi come guerra, soluzioni di conflitti e pace attraverso film, mostre, luci, tecnologia interattiva; è davvero meritevole di una visita e molto istruttivo per tutti, grandi e piccini. L’Opera House è il palazzo dell’opera, inaugurato nel 2008 e collocato lungo il mare e dalla caratteristica forma a cubetto di ghiaccio. Dopo la mini-crociera, tornati sulla terra ferma, la visita alla città può proseguire al Pa-


Palazzo del Parlamento Stortinget, costruito nel XIX secolo. Il porto di Oslo è una delle grandi attrazioni della città. Ubicato nel fiordo è una destinazione sia per i residenti sia per i turisti per una gradevole passeggiata lungo la passerella pedonale, Aker Brygge. Vi sono ormeggiate piccole imbarcazioni da diporto e gli edifici sono in stile contemporaneo in vetro, acciaio e l’immancabile legno. La presenza di vari bar, ristoranti e negozi ha permesso di completare la metamorfosi da mero cantiere navale a distretto commerciale e culturale. La città, inoltre, offre una grande varietà di musei: dal museo Munch a quelli adatti anche alle famiglie con bambini. Il museo Munch ospita la moltitudine di disegni, dipinti, stampe e fotografie del noto pittore espressionista norvegese Edward Munch, tra cui ricordiamo “L’urlo” (1893) e “Il bambino malato” (1886). Nella terra dei vichinghi non può mancare una sosta al museo delle Navi Vichinghe, ove sono esibite le imbarcazioni risalenti al IX secolo. La Norvegia è un paese molto ricco grazie ai giacimenti petroliferi e al fatto che ha anche pochi abitanti: solo 4 milioni e mezzo per un’estensione pari a

circa quella dell’Italia. I prezzi vanno di conseguenza. Se non volete salassarvi, l’Oslo Pass può costituire un’opportunità, permettendovi l’ingresso in più di 30 musei e attrazioni, trasporto pubblico in città, sconti vari per tour della città e spettacoli. La città è inoltre ben servita dalla metropolitana che arriva sino al moderno aeroporto. Nonostante la cucina norvegese non sia annoverabile tra quelle più famose al mondo, resta comunque innegabile la qualità degli ingredienti sempre genuini, freschissimi e saporiti. Gli ingredienti sono quelli delle fattorie (carne, latte, panna e burro) e i prodotti ittici (salmone, gamberetti, merluzzo, aringhe, crostacei, caviale). Il pasto principale è un piatto unico a base di pesce o di carne (maiale, agnello) affumicata, stufata o arrosto, servito con salse variopinte principalmente a base di frutta (frutti di bosco, prugne, mele…) e panna acida accompagnato con patate e cavolo. I dessert sono tipicamente la crema di riso, budini vari, ciambelloni e biscotti al burro. I norvegesi bevono l’acqua del rubinetto e la birra. Se non volete farvi pelare come le patate del vostro contorno, è sconsigliabile ordinare vino. Insomma, arrivederci ad Oslo!

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V I A G G I

lazzo Reale risalente al XIX secolo, immerso in un parco pubblico curatissimo e davanti a cui si celebra la festa nazionale del 17 maggio, giorno della Costituzione Norvegese. Tale festa offre uno spettacolo all’insegna della tradizione ed è gratuito. Non ci sono parate militari bensì sfilate di bambini, vestiti con il tipico abito tradizionale, che sventolano la bandierina della Norvegia e, per l’occasione, la famiglia reale norvegese saluta dal balcone. Non solo i bambini, ma anche diversi adulti indossano con fiero orgoglio l’abito tradizionale norvegese. Per le donne si tratta di una casacca a vita alta di colore rosso e con ricami color oro oppure di una camicia bianca con maniche lunghe e ampie e un gilet a corpetto, una fascia alta rossa in vita a cui è appesa una piccola borsa a forma di goccia e una gonna nera a portafoglio lunga sino ai piedi e anch’essa decorata con motivi floreali rossi. Gli uomini indossano giacca e cravatta eleganti. Maggio è quindi uno dei periodi migliori per visitare Oslo anche perché il clima si fa più mite, le giornate diventano più lunghe e la stagione turistica non è ancora iniziata. É bello guardare gli abitanti di Oslo così orgogliosi delle proprie tradizioni e, soprattutto, così rispettosi della propria città. Nessuno si sognerebbe mai di gettare spazzatura o mozziconi di sigarette a terra, tantomeno di parcheggiare in seconda o terza fila magari clacsonando all’impazzata. Una grande lezione di educazione civica per tutti! Tra i palazzi più belli della città si annoverano la cattedrale Domkirke, risalente al XVII secolo e utilizzata nel tempo per vari matrimoni reali norvegesi e il

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CREATIVITA 38

■ CREATIVITÀ a cura di Angela Brivio (Hobby & Papers Srl)

Il cestino di Pasqua Cosa vi serve: • Cutting Matt (base di taglio) cm 45x60 /cm 60x90 • Kit C. 69 (cartoni pretagliati) • 1-2 fogli carta Mulberry (colori a scelta) • Colla Emmevil x cartonaggio • Pennello setola • Pieghetta legno • Taglierino • Colla universale • Scotch di carta

Posizionare i 5 cartoni che compongono il Kit sulla carta scelta. Ritagliare 4 spicchi sia per l’interno che per l’esterno lasciando attorno circa cm 1,5 di bordo. Per la base ritagliare, invece, 2 quadrati in misura esatta.

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Stendere un filo continuo di colla universale alla base dei 4 spicchi e lateralmente solo su 2 lati.

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3. Proseguire ricoprendo i lati esterni, e risvoltare poi la carta all’interno facendola aderire bene ai bordi.

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Procedere con i lati interni. Prima di incollare rifilare la carta eccedente sul bordo esterno. Procedere ad incollare tutti i lati interni, rifilando prima i bordi laterali dove necessario.

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Completare il cestino ricoprendo la base interna ed esterna...

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E… voilà il gioco è fatto! Il vostro “Cestino Pasquale” è pronto per accogliere coloratissime uova o, all’occorrenza, diventare un utilissimo Vuotatasche.

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CREATIVITA

Completare i lati esterni con la fantasia scelta, ma prima di incollare, dove necessario, rifilare la carta eccedente sul bordo.

Comporre il cestino e fissare i lati e la base con lo scotch di carta (che non verrà tolto).

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È Pasqua! uongiorno a tutte le lettrici e lettori. Pasqua si sta avvicinando e noi tutti stiamo pensando al pranzo, alle splendide uova che regaleremo ai nostri figli, alle colombe, e a dare alla nostra casa un’atmosfera di serena e colorata primavera! Per questa occasione vi propongo di realizzare con me un biglietto molto semplice ma di sicuro ef-

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fetto. Come ho già accennato per San Valentino, i biglietti che amo personalizzare possono essere realizzati con materiali di recupero: vi suggerisco di guardare sempre con attenzione le confezioni dei giocattoli, degli elettrodomestici, ecc. È un mondo che va esplorato: io, per esempio, trovo sempre del cartoncino rigido che si può

riciclare in un biglietto o in un chiudi-pacco. Ah, un’altra cosa, prima di cestinare la carta che avvolge un bel dono, ritagliate magari qualche immagine/disegno e conservateli per tutte le volte che avrete bisogno di un biglietto particolare e unico. Ecco la mia proposta pasquale: un biglietto con busta!

Cosa vi serve: • un cartoncino color avorio di carta-paglia piegato in due; • una busta lilla di carta-paglia; • due rettangoli di carta-paglia leggera color lilla da piegare in due e incollare sia sul fronte che all’interno; • due stickers: un coniglietto e un uovo di Pasqua • fiocchetto di raso; nastro di raso rosa; • glitter; colla a caldo; colla a stick; • forbici; taglierino.

Questi sono i passaggi veloci per poter realizzare il biglietto con busta: 1. piegare in due il cartoncino color avorio e incollare sul fronte, nella posizione che preferite, il leggero foglio di carta-paglia lilla piegato in due; 2. aprire il cartoncino e all’interno incollare il piccolo foglio di carta-paglia lilla (sul quale scriverete i vostri pensieri); 3. ritornare sul fronte del biglietto e incollare (colla a caldo) il coniglietto bianco (ho colorato le orecchie con il glitter lilla); 4. posizionare in alto a dx un fiocchetto di raso rosa; 5. ora prendiamo la busta e in basso a sx incolliamo l’uovo giallo sul quale ho fatto semplici decorazioni con il glitter. 6. In ultimo tagliamo il nastro di raso rosa, lo facciamo passare intorno al biglietto e chiudiamo con un bel fiocco importante. Nella foto potete vedere busta e biglietto abbinati. Buon lavoro!

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CREATIVITA

■ CREATIVITÀ a cura di Rossella Calvi

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in vendita in tutte le librerie


Il social network delle mamme e della famiglia amme nella rete è la prima social tv dedicata alla comunità delle mamme e dei papà che mette a disposizione dei genitori canali sempre aggiornati, una rete estesa di esperti, consigli e tante informazioni utili raccontate da chi le vive in prima persona. Tra il 2007 e il 2009 i videoracconti delle mamme hanno dato vita a Mamme nella Rete, il primo programma televisivo user generated a loro dedicato e trasmesso da Discovery Real Time.

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Da marzo del 2011 mammenellarete.it entra ufficialmente a far parte del primo family network italiano di nostrofiglio.it, fondato dall'editore Gruner + Jahr/Mondadori. Un team di esperti, redattori e community manager, è a disposizione delle mamme nella rete, ascolta le loro proposte, le coinvolge in missioni speciali, traccia quotidianamente con loro un report sulle tendenze delle famiglie con bambini da 0 a 6 anni. Grazie al linguaggio emozionale e universale del video, Mammenellarete.it è da sempre

un caso di social network tematico di successo. Nella sezione del blog è possibile trovare tutta una serie di approfondimenti dedicati alle mamme lavoratrici, all’ecologia, ai lavoretti da realizzare in compagnia dei bambini e a tanti altri temi importanti per la vita familiare. Fra le ultime attività lanciate dal portale segnaliamo il Videocasting 2012. Un concorso che accompagnerà le famiglie per tutto l’anno e attraverso il quale si possono vincere dei premi molto interessanti.

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LA MAMMA PERFETTA

■ LA MAMMA PERFETTA a cura di Mamme nella rete

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■ FOOD a cura di Anna Marangella

Pasta e fagioli Cosa vi serve: • 500 grammi di fagioli borlotti secchi • 1 costola di sedano, 1 carota piccola, 1 cipolla piccola • 1 spicchio d’aglio, 1 foglia di alloro • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro • 1 cucchiaio di dado granulare vegetale • 2 foglie di alloro, sale, bicarbonato per uso alimentare • olio extravergine di oliva, peperoncino (facoltativo), pasta corta Preparazione: Lasciare i fagioli a mollo con acqua fredda e un cucchiaio bicarbonato per una notte. Il bicarbonato li renderà tenerissimi. Scolare i fagioli, risciacquarli e metterli in una pentola capiente coperti la quattro dita d’acqua. Tritare il sedano, la carota, la cipolla e l’aglio e aggiungerli ai fagioli. Lavare e asciugare le foglie di alloro e unirle ai fagioli. Cominciare a cuocere i fagioli a pentola scoperta ed eliminare con un mestolo l’eventuale schiuma. Abbassare la fiamma, incoperchiare parzialmente e lasciare cuocere per un’ora e mezza. Unire la passata, un bel giro d’olio e il dado granulare e continuare la cottura ancora per mezz'ora. Spegnere la fiamma e prelevare due tazze di fagioli scolati dal loro liquido e tenerli da parte. Frullare con il frullatore a immersione i restanti fagioli con il liquido di cottura. Regolare di sale. Portare a bollore e unire la pasta (calcolate circa 70 grammi a persona per avere delle porzioni abbondanti). Se necessario aggiungere una tazza di acqua bollente. Cuocere la pasta mescolando spesso perché tenderà ad attaccarsi al fondo. Servire con altro olio e peperoncino a piacere.

Risotto al radicchio e speck Cosa vi serve: • 350 grammi di riso • 100 grammi di speck • 200 grammi di radicchio rosso, una cipolla piccola • 50 grammi di burro, olio extravergine • un bicchiere di vino bianco • brodo vegetale (va bene anche preparato con il dado granulare purché sia di ottima qualità) • formaggio grana Preparazione: Mettete un bel giro d’olio in una casseruola e farvi rosolare la cipolla tritata finemente stando attenti a non farla annerire. Unire il riso e farlo tostare leggermente. Aggiungere il vino e mescolare per qualche minuto, lasciando che la parte alcolica evapori. A questo punto unire il radicchio tagliato a listarelle, mescolare e unire un paio di mestoli di brodo ben caldo. Continuare così, aggiungendo un paio di mestoli di brodo alla volta. Dopo una decina di minuti aggiungete lo speck a listarelle insieme ad un mestolo di brodo. Mescolate e portate a cottura (assaggiate il riso per regolarvi). Spegnete il fuoco e aggiungete il burro e una bella manciata di formaggio grana grattugiato. Mescolate bene e lasciate riposare per un paio di minuti. Servire con altro formaggio grana a parte. Un suggerimento per un secondo che si sposa a meraviglia con un piatto così? Una bella polentina morbida accompagnata da qualche formaggio saporito. Naturalmente con un altro bicchiere di vinello. Ma non dite al vostro dietologo che ve l’ho suggerito io...

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Cosa vi serve: • 150 grammi di farina per dolci • 180 grammi di cocco disidratato grattugiato • 180 grammi di zucchero e altri (150 per lo sciroppo al limone) • 4 uova, 100 grammi di burro morbido • lievito per dolci (mezza bustina) • due limoni non trattati, un pizzico di sale Preparazione: Lavorare a crema il burro con 180 grammi di zucchero. Aggiungere i tuorli, la farina, la scorza dei due limoni grattugiata, il cocco e il lievito continuando a mescolare con uno sbattitore elettrico. A parte montate gli albumi con un pizzico di sale uniteli con delicatezza al composto (l’ideale sarebbe adoperare una spatola in silicone e unire gli albumi con movimenti dal basso verso l’alto, per non smontarli). Rivestire una tortiera con bordo apribile con carta da forno bagnata e ben strizzata. Versarvi l’impasto e infornare a 170 gradi (forno già caldo) per 40 minuti, senza mai aprire lo sportello del forno (altrimenti la torta si trasformerà in una frittella bassa e gommosa…). Intanto preparare lo sciroppo al limone. In un pentolino versare il succo dei due limoni e 150 grammi di zucchero. Lasciare sobbollire fino a quando lo sciroppo non si addenserà. Togliere la torta dal forno, lasciarla riposare cinque minuti e bucherellarla in superficie con uno stuzzicadenti. Versarvi lo sciroppo e distribuirlo uniformemente. Lasciarla raffreddare, toglierla dallo stampo e servirla decorata con zucchero a velo e, se volete, con fettine di limone passate prima nello sciroppo e poi nello zucchero semolato.

La crostata Cosa vi serve: • 300 grammi di farina per dolci (più una manciata per infarinare il piano di lavoro) • 200 grammi di burro (freddo) • 100 grammi di zucchero • 1 uovo intero, 1 pizzico di sale • una grattatina di buccia di limone • 1 bustina di vanillina • mezzo cucchiaino di lievito per dolci • 200 grammi della vostra confettura preferita Preparazione: Per preparare la frolla nel modo più semplice e veloce possibile io faccio così: metto in una ciotola la farina, lo zucchero, il sale, la buccia di limone, la vanillina e il lievito e mescolo bene. Taglio il burro molto freddo a cubetti e lo verso sul mio composto. Con i polpastrelli unisco il burro al composto secco ottenendo un composto bricioloso. Quando il burro è tutto amalgamato unisco l’uovo leggermente sbattuto e lavoro velocemente fino ad ottenere una “palla” che metto a riposare in frigo una mezz’ora. Infarino bene il tavolo e divido l’impasto in due (una parte più grande dell’altra). Con un mattarello anch’esso infarinato stendo la parte più grossa dell'impasto. La tiro a forma di cerchio più grande del fondo della teglia da crostata che userò. A questo punto molti imburrano e infarinano la teglia ma io non lo faccio perché se la teglia è antiaderente l’impasto (che contiene parecchio burro) non si attaccherà. Metto il cerchio di frolla nella stampo foderando bene anche i lati e taglio le parti in eccesso che impasterò insieme all’impasto che ho tenuto da parte. Copro la mia crostata con abbondante confettura e stendo l’impasto avanzato in un cerchio da cui ritaglierò tante strisce che dispongo a reticella sulla torta. Metto la mia crostata nella parte bassa del forno preriscaldato a 180 gradi e cuocio per 35 minuti circa. Per evitare che la parte superiore si colori troppo, negli ultimi dieci minuti regolo il forno in modo che il calore arrivi solo dal basso.

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F O O D

Torta cocco e limone

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ENESSER

■ BENESSERE a cura di Laura Carteri

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Cucina Macrobiotica Uno stile alimentare dagli innumerevoli benefici econdo la medicina tradizionale cinese noi siamo quello che mangiamo ergo le malattie che incontriamo nelle nostra vita dipendono dalla nostra alimentazione. La prima volta che entrai in un ristorante macrobiotico non aveva mai sentito parlare della macrobiotica ma ne rimasi subito affascinata. Fare macrobiotica non è seguire una dieta ma una specie di filosofia di vita che capisci man mano che mangi in quel modo e che vedi gli effetti sul tuo corpo. Siamo talmente abituati ai piccoli malanni quotidiani come mal di testa, bruciore di stomaco che ormai tendiamo a credere che siano normali. Non è così. Adottando questo stile alimentare vi sentirete benissimo come poche volte vi è capitato e inizierete a vedere i benefici dopo appena una settimana. La macrobiotica non è facile da spiegare in poche righe ma inizieremo con i punti cardine, per poi semmai proseguire in altri articoli. La macrobiotica è una maniera particolare di vivere, basata sulla conoscenza del ritmo, del flusso e riflusso della natura. Il nostro mondo fisico ha sempre due aspetti, il diritto e il rovescio, l’inizio e la fine e ciò si manifesta attraverso la relatività degli opposti. Questi due aspetti sono antagonisti e complementari e in oriente sono chiamati yin e yang. Ogni cambiamento segue

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l’ordine alternativo di yin e yang, questi due antagonisti creano il cambiamento, ma esso ha il seme dell’equilibrio e dell’armonia in sé. In oriente tutto è basato su yin e yang e questo concetto è il fondamento della dieta macrobiotica e della filosofia su cui essa si basa. Le caratteristiche yin e yang dei cibi sono influenzate alla loro origine, dalla specie di appartenenza e dal metodo di crescita e cottura, dalla conservazione e da altri fattori che agiscono sui cibi stessi. Si può imparare teoricamente cosa comportano i due opposti ma per capire questi concetti a fondo bisogna viverci dentro, farli propri e lasciarsi guidare. I cibi yin hanno la tendenza raffreddare il corpo, a rilassare i muscoli, a ridurre al tensione; quelli yang tendono a riscaldare il corpo, a tendere i muscoli. Gli alimenti fortemente yin, come le droghe, l’alcol, le medicine, lo zucchero e le spezie, e gli alimenti troppo yang, come la carne rossa, i cibi troppo salati, possono far sentire i loro effetti quasi subito; ma seguendo una dieta macrobiotica per un po’ di tempo, il sangue si purificherà portando il vostro corpo in una stato di equilibrio. Una dieta standard dovrebbe essere così composta: 50/60 % di cerali integrali I cereali possono essere in chicco, in farina, spezzati o sotto forma

di farina in pane, pasta o altro. 25/30 % verdure Le verdure possono essere cotte in vari modi o crude. Tutti gli stili vanno bene e si dovrebbe mangiare almeno un piatti di base di verdure ad ogni pasto. É preferibile usare verdure di stagione e di origine biologica. 5/10% legumi e derivati 1-2 ciotole di zuppa di verdure al giorno, condita con miso, shoyu o sale marino. A questa base si possono aggiungere altri alimenti Quotidianamente:  condimenti in cottura  condimenti a tavola  bevande Da consumare 1-3 volte a settimana  pesce  frutta  dolcificati naturali  spuntini naturali  noci e semi 1-4 tazze alla settimana Idealmente a ogni pasto ci dovrebbe essere un piatto a base di cerali e un piatto a base di verdure. Fondamentalmente l’idea è che il corpo funziona meglio con cerali e verdure e quindi i pasti dovrebbero essere composti per l’80% da questi due elementi. Le prossime volte capiremo meglio ricette e alimenti da consumare, cercando di capire quali sono i cibi yin e quelli yang e quali sono gli alimenti da evitare o ridurre. Image from Google


THE CUBE by Electrolux http://www.electrolux.it/Cube/Milan/ ono stata invitata al The Cube da MammeAcrobate (www.mammeacrobate.com) che naturalmente ringrazio per l’opportunità e per la bella esperienza. The Cube by Electrolux è un dining concept “itinerante” e il fatto che un ristorante possa spostarsi da una città all’altra, lo considero un aspetto geniale. Il 26 aprile prossimo si trasferirà a Londra e nel corso del 2012 arriverà a Stoccolma. The Cube è - appunto - un cubo di cristallo posizionato sopra al tetto di un edificio a fianco della Galleria Vittorio Emanuele. Un progetto unico ed esclusivo, un elevato design che, a mio parere, non stona assolutamente col sapore antico degli storici palazzi milanesi. Circa 150 metri quadrati di eleganza cui si accede esclusivamente su prenotazione calcolando, poi, che i posti a sedere sono limitati in quanto, intorno al lungo e avveniristico tavolo che scende dal soffitto (evviva l’ottimizzazione degli spazi), non ci stanno più di 18 o 20 commensali. Al The Cube è possibile vivere un’esperienza gastronomica di altissimo livello offerta dai mi-

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gliori Chef stellati italiani. Personalmente ho potuto gustare le pietanze cucinate dai Fratelli Enrico e Roberto Cerea

(3 stelle Michelin) e posso affermare di non avere mai mangiato così bene in vita mia, e di ristoranti ne ho girati!

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N EVIDENZ

■ IN EVIDENZA a cura di Antonella Pfeiffer

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