Nutrizione materna in gravidanza e nel bambino nel primo anno di vita: conseguenze sulla salute ment

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Nutrizione materna in gravidanza e nel bambino nel primo anno di vita: conseguenze sulla salute mentale in età pediatrica

Jacka FN, Ystrom E, Brantsaeter AL et al. Maternal and Early Postnatal Nutrition and Mental Health of Offspring by Age 5 Years: A Prospective Cohort Study. J. Am. Acad. Child Adolesc. Psychiatry, 2013 - in press Background La prima manifestazione di una malattia mentale compare nella metà delle volte prima dei quattordici anni di età. È ben conosciuto l’impatto delle abitudini alimentari sul rischio e sulla progressione delle malattie croniche non trasmissibili (non communicable disease). La qualità della dieta è stata messa in correlazione al rischo di malattie mentali, quali depressione e disturbo d’ansia nell’adulto e nell’adolescente. Scopi Valutare la relazione tra la qualità della dieta materna durante la gravidanza e la dieta del bambino nei primi dodici mesi di vita con i modelli di comportamento internalizzato o esternalizzato nei bambini dall’età di diciotto mesi fino a cinque anni. Metodi Studio prospettico di coorte norvegese (Norwegian Mother and Child Cohort Study - MoBa) condotto dall’Istituto di Salute Pubblica dal 1999 al 2008. Il campione finale dello studio ha compreso 23.020 madri e i loro figli. Sono stati somministrati due questionari autocompilati durante la gravidanza e a 6, 18, 36 e 60 mesi di età del bambino. È stata indagata la dieta materna nei primi cinque mesi di gravidanza, la dieta del bambino al questionario del 18° e 36° mese, e il comportamento del bambino al questionario del 18°, 36° e 60° mese tramite il Child Behavior Checklist (CBCL). Sono stati considerati i seguenti La regolazione delle emozioni è il termine usato in fattori confondenti: sesso del psicologia dello sviluppo per indicare la capacità di bambino, età dei genitori, parità controllare e governare i sentimenti in modo che non e età gestazionale, educazione ostacolino le nostre possibilità di vivere una vita materna, stato socio economico piena e produttiva. La tendenza a comportamenti della famiglia, fumo materno esternalizzati indica uno stile di personalità che (anche in gravidanza), luogo del implica l’espressione dei propri impulsi immediati e il controllo genitoriale, occupacomportarsi in modo dirompente e aggressivo. I zione materna, stato coniugale, comportamenti internalizzati definiscono uno stile depressione materna (anche in di personalità caratterizzato da paura, ansia e gravidanza). inibizione sociale intense, e spesso depressione. (da Belsky J, 2009) Risultati Un elevato consumo di cibi poco salutari in gravidanza predice problemi esternalizzati nei bambini indipendentemente da altri possibili fattori confondenti e dalla dieta assunta dal bambino nella prima e seconda infanzia. I bambini con un consumo elevato di cibi di scarsa qualità hanno più problemi di comportamento esternalizzato o internalizzato così come avviene per un basso consumo di dieta sana. Conclusione In un’ampia coorte di mamme e bambini, l’esposizione a diversi regimi di dieta è correlata al rischio di problemi emotivi e comportamentali nei primi anni di vita del bambino.


Commento Le conclusioni di questo studio osservazionale prospettico sono sorprendenti: lo stile della dieta è correlato allo sviluppo socioemotivo del bambino, indipendentemente da altri fattori ambientali riconosciuti come cause o cofattori per disturbi psicologici. I ricercatori hanno considerato come “sana” una dieta caratterizzata da elevato consumo di verdure, frutta, cereali ricchi di fibre e oli vegetali, mentre per “non sana” hanno inteso una dieta ricca di prodotti lavorati, cereali raffinati, bevande zuccherate e snack salati. Sono note le correlazioni tra dieta e salute mentale nell’adolescente: il consumo di scarsa quantità di cibi “sani”, un’alimentazione da fast-food o take-away sono associati a sintomatologia depressiva, anche dopo correzione da fattori familiari o sociodemografici. Inoltre, è conosciuto che una dieta con poche calorie in gravidanza predice un disturbo depressivo nella prole. Sono stati recentemente pubblicati i primi studi che associano il tipo di alimentazione materna durante la gravidanza con lo sviluppo dei sistemi di neurotrasmissione del feto attraverso una diversa espressione di particolari neurotrasmettitori (serotonina e dopamina), cosi come è risaputo dell’azione dell’alimentazione sull’epigenetica con un effetto diretto sullo sviluppo del sistema nervoso del bambino. Studi compiuti su animali da laboratorio hanno dimostrato una modificazione della plasticità cerebrale e nel comportamento della prole se la madre in gravidanza si alimentava con un eccesso di grassi e zuccheri, o se riduceva l’apporto di acidi grassi essenziali come gli omega-3. In sintesi, c’è una solida base di ricerca scientifica che sta analizzando la relazione tra modello di dieta e salute mentale nell’età pediatrica. I ricercatori norvegesi hanno dimostrato per la prima volta una relazione tra le prime esperienze nutrizionali del bambino e la salute mentale nei primi anni di vita, anche se questo tipo di studio non può indagare sui meccanismi genetici o biochimici alla base di questi risultati. A conclusione di questo breve commento segnaliamo due recenti studi: la ricerca di Sakira Suglia su un campione di tremila bambini, in corso di pubblicazione su Journal of Pediatrics [Soft Drinks Consumption Is Associated with Behavior Problems in 5-Year-Olds doi:pii:S0022-3476(13)00736-1], in cui è stata evidenziata un’associazione tra consumo di bevande zuccherate e comportamento aggressivo in bambini con meno di cinque anni di età (anche dopo correzione per fattori di rischio sociale come depressione materna, violenza domestica, consumo di televisione); e uno studio australiano in press su Acta Paediatrica [SNyaradi A, et al. Diet in the early years of life influences cognitive outcomes at 10 years: a prospective cohort study. Acta Paediatr. 2013 Jul 23. doi: 10.1111/apa.12363] che mostra la correlazione positiva tra una dieta “sana” nei primi tre anni di vita e migliori capacità cognitive a dieci anni (linguaggio recettivo e abilità cognitiva non verbale) su un campione di 2868 bambini, mentre il consumo di bevande zuccherate a un anno si dimostra associato negativamente a dieci anni (p<0.037 per il linguaggio recettivo e p<0.039 per le abilità non verbali) anche dopo aggiustamento per sesso, età materna, stato economico, presenza del padre, lettura condivisa, salute mentale materna e allattamento.

Messaggio conclusivo Una dieta con cibi di cattiva qualità nutrizionale favorisce esiti negativi non solo sulla salute fisica, ma anche sulla salute mentale del bambino. Il pediatra deve informare i genitori e le gestanti su questa importante tematica attraverso consigli anticipatori.


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