COMING SOON

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Marco Abbagnara Carlotta Balestrieri Manuel Colombo Alan Concas Stefano De Longhi Valeria Giordano Giusy Lauriola Mario Messina Eros Paradisi Gabriele Perissinotto Fabiano Speziari

COMING SOON Arte da scoprire La WHITE ART GALLERY, in occasione

quindi quella di presentare, per mezzo

che il luogo espositivo debba essere

dei martedì lunghi meranesi di luglio,

di un’intervista, quello che è l’approccio

un “contenitore da colorare” e che il

organizzerà l’evento “COMING SOON”, con

filosofico e concettuale che l’Artista applica

protagonista sia l’Artista con le sue opere,

cui presenterĂ  al pubblico nuove e originali

nel suo lavoro, rivelando uno sguardo ben

il suo lavoro, la sua passione e il suo

opere di giovani artisti nazionali che

mirato sul contemporaneo.

pensiero.

coloreranno in modo dinamico e vivace la

Non vi sarà nessuna sorta di “filtro” critico

galleria. L’evento regalerà uno sguardo sulla

tra l’opera e il pubblico, bensì la conoscenza

prossima attivitĂ  espositiva della WHITE

diretta dell’Artista e del suo lavoro, una sorta

ART GALLERY.

di dialogo diretto tra pubblico e Artista.

La mission della WHITE Art Gallery sarĂ 

La WHITE Art Gallery sostiene, infatti,


Art INDEX

Marco ABBAGNARA

Carlotta BALESTRIERI

Manuel COLOMBO

Alan CONCAS

Stefano DE LONGHI

Valeria GIORDANO

Giusy LAURIOLA

Mario MESSINA

Eros PARADISI

Gabriele PERISSINOTTO

Fabiano SPEZIARI


S. Giovanni cm 50x50 mixed media su tela

Marco ABBAGNARA Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea.

Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali?

Quali sono gli elementi nella realtĂ  di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo?

Oggi l’artista italiano fatica non poco ad emergere in un mercato blindato e datato, in un paese come l’Italia, dove l’arte contemporanea non viene valorizzata come invece accade a pieno titolo negli Stati Uniti , in Inghilterra o in Cina. Oggi l’artista vive in un limbo di incertezze e di proprie passioni che non riescono a sdoganarsi dal proprio laboratorio d’arte.

Ho una grandissima ammirazione per il genere pop , che parte da Warhol e la sua Factory a Keith Haring, Basquiat fino a Mario Schifano. Le miei prime ispirazioni son state prodotte dalle grandi Mostre del P.S.1 a New York, dove ho incontrato dei grandi Artisti.

L’Arte per me è il riflesso stesso della nostra società, elementi socio-culturali che si evolvono da ogni parte del pianeta visti su videoclip su YouTube , libri di genetica e ricerche su Arte Aborigena e Africana.

Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte.

Dove ti vedrai tra 10 anni come artista?

Geneticamente Modificato, Urban Pop, Sexy Psycko.

Spero di potermi confrontare con altri Artisti internazionali a New York, Londra o Shangay.


She’s like an alien cm 91x65 tecnica mista su carta montata su PVC 2007

Carlotta B A LE S T R I E R I Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. L’artista non è nient’altro che colui che descrive la realtà così com’è. Si tratta di una figura fondamentale che assorbe la verità, la decodifica e la racconta. L’arte contemporanea è il prodotto di questo processo. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? Le ultime mostre che mi hanno fortemente colpito e che sicuramente influenzeranno

le mie prossime opere sono la mostra di Paul McCarthy alla Fondazione Trussardi e quella di Adrian Paci dalla Kauffman entrambe a Milano. Meravigliose. La prima per la violenza tremenda che emana ogni opera di McCarthy, la seconda per lo sguardo malinconico e per il tema dell’abbandono affrontato in maniera dolcissima. Amo molto anche Loretta Lux per le sue fotografie perfette ed inquietanti e Nicky Hobermann per i suoi bambini a cui spesso mi riferisco.

Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Ogni elemento della realtà deve influenzare la creatività dell’artista. L’artista non può seguire un modo o l’altro di essere creativo, perché probabilmente l’unico è quello di riflettere come specchi tutto quello che ci circonda con assoluta imparzialità.. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista?

Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte. Puro. Sincero. Generoso.

Non mi interessa dove o come. Mi interessa invece riuscire a crescere molto come artista sempre, ogni giorno.


Skoglund, che riunisce in un unico atto tutti i processi produttivi di un’opera d’arte. Pertanto la meticolosità dello studio, della preparazione, della realizzazione e dello scatto. Le prospettive e i punti di vista di Guy Bourdin, mai banale anche negli scatti di moda. Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte. Riflessivo, evocativo, instabile.

Manuel COLOMBO Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. Ho sempre pensato che il fotografo artista, a differenza del fotografo, non debba rappresentare la realtà, ma debba ricreare sensazioni. Non riprodurre ciò che ha visto, ma ciò che ha sentito. Che sia fotografia artistica di carattere paesaggistico o concettuale, all’osservatore comunque deve arrivare una sensazione, positiva o negativa che sia. Se l’artista riesce a suscitare questo nell’osservatore, sganciandosi dalla semplicistica e riduttiva definizione di bello/ brutto, allora ha già fatto il primo passo.

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L’arte contemporanea, e quindi l’artista di oggi, proprio perché lavora su un livello diverso dalla realtà, dovrebbe porre domande, piuttosto che risposte. A fornire una via per convivere, felicemente, col dubbio, invece di risolverlo. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? Per le opere di carattere paesaggistico, sicuramente i lavori di Michael Kenna, con i suoi tempi lunghi e paesaggi solitari e pulsanti. In senso più generale, pur non ispirandomi direttamente, il lavoro creativo di Sandy

Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? La realtà di oggi è sempre più pragmatica, deterministica, veloce e fornisce prodotti di consumo immediato e di facile lettura. Questi elementi della realtà influenzano, per contrapposizione, il mio modo di essere creativo e di fare fotografia. Paesaggi ripresi con lunghe esposizioni, opere concettuali che provano a far ragionare per essere comprese. Opere che in ogni caso provano a spingere l’osservatore a rallentare il passo e a non “ingoiare” le opere con fretta o voracità Anche per questo il mio processo creativo è riassunto nelle tre parole: riflessivo, evocativo ed instabile. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista? Sicuramente fotografica.

dietro

ad

una

macchina

Varco - Manerba del Garda cm 50x75 stampa lambda 2008 11


Intravedere nella memoria cm 70x70 olio su tela 2009

Alan CONCAS Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. L’artista di oggi è colui che, attraverso la forza della propria forma espressiva, traduce in arte un’emozionalità che in molti casi va oltre l’esperienza visiva del vissuto. Il mio rapporto con l’arte contemporanea è teso a catturare le emozioni del nostro tempo e a rielaborarle in arte come spunti di indagine e riflessione, attraverso immagini la cui verità primaria appare vincolata alla loro stessa osservazione e costruzione.

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Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? I miei principali punti di riferimento sono stati Caravaggio per i tagli di luce e Warhol per i contrasti cromatici. Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte. La mia arte si può definire con tre aggettivi: energica, delicata, poetica.

Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Gli elementi della realtà che riflettono sul mio modo di creare, sono tutti quelli che raccolgo nel quotidiano e che suscitano in me particolari emozioni. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista? Non so dove arriverò, l’unica cosa che vedo chiaramente è l’itinerario artistico che sto percorrendo, in continua costante crescita, sia per la creatività che per i riscontri, il che mi proietta ad immaginarmi in alto.

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POP PRIDE! cm 100x80 acrilico su tela 2009

Stefano DE LONGHI Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. Io penso che un’artista sia tale se riesce a creare cose nuove, sviluppare le proprie idee e crederci fino in fondo. Il rapporto che ho io con l’arte contemporanea è paragonabile a quello di un gattino attirato da un mazzo di chiavi luccicanti... cioè un estrema curiosità e voglia di scoprire. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali?

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Quando lavoro ad una mia opera, non sto là a pensare che deve essere attinente ad uno stile od a una qualche corrente artistica o di pensiero. Cerco di sviluppare le mie idee e basta. Sicuramente però, e questa è una cosa comune a tutti gli artisti, penso di essere influenzato, anche inconsciamente, dagli artisti che più mi piacciono e seguo. Potrei citare Gary Baseman, Je Soto, Mark Rayden, Ray Caesar... ma ce ne sono molti altri, la lista è lunga. Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte.

Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Noi viviamo in un mondo irreale. è per questo che nell’arte mi esprimo con il surrealismo; prendo spunto da usi e costumi della società moderna per plasmare le mie opere. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista? Io vivo alla giornata, per me 10 anni è tantissimo tempo... non so rispondere a questa domanda.

_eXXXtend, _SuperNatural, _Pop!

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del colore e dei suoni, Kandiskij, ma anche i preraffaelliti e soprattutto la tela di Jhon Everett Millet “Ofelia”: starei ore di fronte al quadro ad osservarlo. Per me quel quadro è un’illuminazione; ma anche Arshile Gorky, De Kooning, il gesto, la matericità del colore...

SEPPIACQUA cm 60x80 acrilico su tela 2010

Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte. Io adoro il fare arte a 360 gradi, dalla pura linea alla figura all’astrattismo.

Valeria GIORDANO Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. Credo che oggi ci siano molti artisti, forse troppi. La parola artista mi affascina, ma allo stesso tempo, per quanto mi riguarda, è troppo restrittiva. Artista è colui che eccelle nel suo campo, nel suo lavoro, colui che “crea” e che viene “giudicato” da un pubblico. Trovo che oggi il pubblico non interagisca molto con le opere, ma che siano le opere ad avere il sopravvento su chi si trova ad osservarle. Non mi piace essere definita un’artista, è un’etichetta a cui non mi sento di essere associata. Io creo, gioco, mi diverto, penso, rifletto, mi esprimo; il fare è la mia vita. Mi piace che le persone possano immaginarsi

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altro di fronte ai miei lavori, voglio che la loro mente possa essere libera, guidata dai colori, dalle sensazioni di quell’attimo. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? Ammiro i lavori di Carla Accardi, la parte ludica di Grazia Varisco, l’ingegno di Bruno Munari, la pittura di Mario Sironi, le figure di Emilio Tadini, la pittura di Francis Bacon, Clifford Still, i colori di Piero Dorazio, di Titina Maselli, Tano Festa, Renato Mambor... e la lista sarebbe infinita comprendendo svariati e veri artisti, Ernst Ludwig Kirchner, Henri Matisse, André Derain, la psicologia

Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Il fare, il creare è un’avventura che mi regalo ogni giorno, che mi porta a dare vita a nuovi mondi e ad assaporare la libertà di poterlo fare, di poter dar forma con i colori. La parola come la pittura, con i suoi colori, aggiunge e trasforma la realtà, dà voce all’invisibile. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista? Non riesco a pensare a quello che sarà del mio lavoro tra dieci anni. So che maturerà, si trasformerà come è accaduto fino ad oggi. Io cresco, i miei pensieri mutano, il modo di vedere la realtà cambia, nuove opinioni, nuove forme di indignazione verso ciò che mi circonda e di conseguenza nuovi modi di rappresentare l’invisibile. Sono convinta che continuerò a lavorare: io sono il mio lavoro e non potrei fare altro.

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9extraurbane cm 30x30 tecnica mista su PVC e resina 2008

Giusy LAURIOLA Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. L’artista oggi come ieri è come un radar che deve captare onde lunghe lunghe e onde corte a seconda della sua sensibilità. Le informazioni sono tantissime: quindi ha un terreno molto fertile. Il rapporto con l’arte contemporanea entra in gioco solo nel momento in cui le sue opere diventano merce. è tutta pura causalità, fortuna, sfortuna. Se ha talento e la sua voce è abbastanza alta ha qualche possibilità di essere ascoltato. Il “sistema” non farà nulla per lui se non entra in gioco il denaro.

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Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? Io amo Caravaggio, inutile dire il perché. Mario Schifano è stato per me un artista di riferimento perché ho sempre ammirato la sua forza insieme alla sua freschezza, due qualità difficili da vedere insieme. Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte.

Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Cerco di reagire alla realtà che mi circonda: ieri con opere che rispondevano ad un problema sociale quasi ad alta voce; oggi la risposta c’è ma è più silenziosa, sussurrata. Gli elementi sono la vita nella metropoli, la vita che capto nei miei viaggi, la mia vita interiore che reagisce a tutto questo. Un artista comunque dona la sua “pancia” al mondo. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista?

In fermento, decise, appassionate. Spero ancora su questa terra ... in giro per il mondo.

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intellettuale di un pensatore originale somiglia a un bellissimo dipinto, che risalta con vivacità, con un giusto chiaroscuro, con una tonalità sostenuta e con una perfetta armonia di colori. Invece, l’acquisizione intellettuale del mero erudito somiglia a una grande tavolozza coperta di colori variegati, ordinati, forse sistematicamente, ma senza armonia, né coesione, né significato. [Schopenhauer]

Mario MESSINA Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. La globalizzazione e internet hanno modificato i rapporti e il modo di vivere nella società odierna. è cambiato il modo di fare arte. E anche se il rapporto tra come un’artista è e ciò che esprime con le proprie opere è inevitabile. Non può esservi artista al di fuori del proprio tempo e non influenzato dai cambiamenti. Forse , siamo giunti ad un eccesso di “arte”!?... dove tutto può essere considerato arte!?... e dove il confine tra artistico e non artistico è diventato più confuso e ambiguo. Il mercato detta le regole. I critici decidono

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cosa il pubblico deve visionare e il destino degli artisti. E la censura, oggi nemico divenuto subdolo e pertanto difficile da contrastare, induce l’artista piuttosto che a rischiare nella ricerca del nuovo a fare cosa il mercato chiede. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? Sono un fautore della “prolificità dell’incultura” e mi sforzo a mantenere la mia erudizione ai livelli più bassi. [...] nulla è più dannoso di un eccessivo afflusso di pensieri altrui, determinato da continue letture. Perciò l’acquisizione

Washing machine - plant cm 30x40 elaborazione digitale 2010

Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte. Individuale, libero, autonomo. Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Lascio la risposta a quanti avranno il tempo e la voglia di visionare tutti i miei lavori: dai complementi d’arredo alle sculture, dalle pitto-sculture alle fotografie. Alcune opere, purtroppo, sono andate distrutte, per danni seri alla struttura dove le custodivo, altre le ho però distrutte io stesso con le mie mani, e soltanto una parte di esse è visionabile su internet. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista? Mi vedrò ad esporre i miei lavori in spazi rinomati dove, malgrado chi come me , uomo libero e non acclamato, potrà pretendere di arrivare.

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Eros PARADISI Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. Credo che ogni artista, oggi come ieri, senta la necessità di raccontare un modo di essere, una storia, un’idea attraverso dei mezzi di espressione. Vorrei sottolineare l’importanza e la preminenza della necessità, della forte esigenza di espressione che l’artista sente pulsare dentro di sé e che cerca di “buttare fuori” in un modo che, più o meno, sia facilmente accessibile a tutti. L’artista contemporaneo è, a mio avviso, una figura ormai obsoleta, fuori contesto. Con questo non voglio dire che l’artista sia

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fuori luogo, credo semplicemente che sia fuori tempo: appartiene al passato o ad un’epoca che deve ancora venire, perciò non rappresenta più il tempo in cui vive, il “nostro” tempo. Ma proprio per questo credo che gli artisti siano fondamentali alla società di oggi: con le loro visioni utopistiche diventano finestre aperte sull’irrealtà, fanno sperare e fantasticare, inventano qualcosa che forse esisteva prima, forse esisterà poi, ma che comunque non esiste qui ed ora. [...]. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali?

Come anche i più grandi artisti devono molto ai loro predecessori, anche io (nel mio piccolo...!)devo molto ai “grandi maestri” vecchi e nuovi. C’è una moltitudine infinita di artisti e correnti a cui mi ispiro e faccio riferimento nei miei lavori, ognuno dei quali mi affascina e mi stimola per qualcosa in particolare: il tratto di Normann Rockwell, il surrealismo di Andrea Pazienza come quello di Salvador Dalì, i racconti di Fabrizio De André e quelli di Ivan Graziani, il realismo di Heyez, la passione di Rubens, il sublime di Bocklin la Pop Art americana, Eron, os gemeos, Banksy... Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte. Colorata, Pop, surreale. Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Le storie vecchie e nuove, la musica, l’amore, il viaggio, la natura, la paura e l’incertezza del futuro. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista? In una casa di legno costruita da me in montagna, con una persona a cui voglio bene e tanti pennelli intrisi di colore sparsi sul tavolo.

New York cm 40x80 olio, acrilico e smalti su tela 2009

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Verso un Dove cm 95x64 tecnica mista 2009

Gabriele PERISSINOTTO Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. Credo che gli artisti oggi debbano ritrovare una dimensione più intima e autentica. Troppe luci, troppe forzature, troppi effetti pirotecnici stanno portando l’arte contemporanea ad essere un fenomeno da “fiera” con molti nani e molte ballerine. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? Molti sono gli artisti che per vari motivi

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mi hanno stimolato, incuriosito, fatto crescere. Certamente Giorgione che con la sua “Tempesta” mi ha letteralmente stregato, è un quadro questo che ho visto molte volte e spesso ritorno a vedere perché ogni volta si svela e mi regala intensità nuove. Ho un legame particolare con Emilio Vedova: alcune delle sue opere rappresentano le note più alte dell’arte mondiale degli ultimi 50 anni. Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte. Onestà ricerca.

morale,

onestĂ 

intellettuale,

Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Ogni epoca ha avuto situazioni e quindi motivazioni diverse per gli artisti, ma i grandi temi sono una costante. Oggi non c’è tempo per riflettere, bisogna fare e magari fare in fretta. La vita, perché sia compiuta, deve trovare un punto di equilibrio tra il quotidiano e la nostra sfera spirituale. Con le mie opere cerco questa difficile direzione. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista? Non desidero vedermi, desidero esserci.

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Nuova divinitĂ  moderna cm 100x100 acrilico su tela 2010

Fabiano SPEZIARI Come concepisci la figura dell’artista oggi e il rapporto che hai con l’arte contemporanea. Non mi sono mai posto questa domanda, anche se devo ammettere che mi piace dividere gli artisti odierni in due categorie: quelli che fanno arte da guardare e quelli che fanno arte da pensare. Mostre e/o artisti nazionali e internazionali sono stati punti di riferimento nella creazione delle tue opere? Se si, quali? Tutta la Pop Art e buona parte delle avanguardie del XX secolo, nonchè gli

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opulenti anni 80’: amo il trash di quel periodo!

l’avvento della computer grafica. Dove ti vedrai tra 10 anni come artista?

Tre aggettivi sulle tue opere o sul tuo modo di fare arte.

Spero nella mia Factory! :-)

Colorato, ironico, disapprovante. Quali sono gli elementi nella realtà di oggi che rispecchiano il tuo modo di essere creativo? Mi attirano gli oggetti d’uso quotidiano, palesemente artificiali ed industriali. Mi intrigano tutti i simboli ed i marchi universalmente riconosciuti. Mi affascinano i cartoni animati nati con

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COMING SOON In coperta un rielaborato particolare di un’opera dell’Artista Stefano De Longhi.

13 | 20 | 27 Luglio 2010 Opere di: Marco Abbagnara Carlotta Balestrieri Manuel Colombo Alan Concas Stefano De Longhi Valeria Giordano Giusy Lauriola Mario Messina Eros Paradisi Gabriele Perissinotto Fabiano Speziari WHITE Art Gallery Corso LibertĂ  156 Merano

Direttore artistico Fabio Bartolozzi Direttore creativo Marco Bartolozzi Marketing manager Sara Bartolozzi

www.whiteartgallery.eu info@whiteartgallery.eu WHITE Art Gallery© tutti i diritti riservati


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