V.S. Gaudio □ La Stimmung con Samuel Beckett sullo Shummulo

Page 1

V.S. Gaudio

□La Stimmung con Samuel Beckett sullo Shummulo □ 1. La Stimmung-Shqip □ 2. La Stimmung-Ammašcante

U U H B o o k UH H---B Bo oo ok k222000111555


2

11

1

Come per il neologismo beckettiano Rockaby[© 1980: vedi in : Rockaby and other short Pieces, Grove Press, New York 1981], che congiunge il verbo to rock “oscillare”, “dondolare”, “cullare”, “dondolarsi”, ma anche “vibrare”, “far vibrare” al secondo elemento della parola lullaby “ninna nanna”, “cantilena”, “mormorio”, i neologismi shummulon e shumullar congiungono lo shumë albanese del superlativo assoluto “molto” con 1) il sostantivo mulë(=mula) per farsi “shummulon”, cioè terza persona del presente indicativo, “muleggia”, “si fa mula”, ovvero “si fa grande mula”; con 2) il sostantivo mullar(=pietra da mulino) per farsi “shumullar”, cioè sempre come schema verbale il presente di chi “sciumullìa”, come la mola, “fa la mola”, la “grande mola”. Per il neologismo beckettiano, cfr. Samuel Beckett, Le poesie, a cura di G. Frasca, Einaudi, Torino 2006: dondola, pagg.293-294..Per i neologismi shqip, la pulsione del “farsi-mula”(bëhem-Mylle) e la pulsione del “farsi-mola”(bëhem-Mullar), cfr. V.S.Gaudio, Aurélia Myslimane Gurgur, in: V.S.Gaudio, Aurélia Steiner 2, © 2005. Da notare che la “mola”, che c’è in “Shumullar” perciò metonimicamente in “Shummulon”,a guardare bene, o meglio a sentire bene, c’è anche in “rockaby”, in virtù di “rock” che, per essere “macigno” o “masso”, è anche “dondolio”, “oscillare”.La Stimmung-Shqip è, letteralmente, la “Stimmung in albanese”: nello “sc’kip” l’accento cade, di norma, sulla penultima sillaba e , nel verbo, addirittura sull’ultima, formando la caratteristica inflessione tosco-ghega, con l’accento tonico a doppia valenza, che essendo alla base di una evidente “prosortodìa”, una sorta di “inflessione-canto” che ricorda, per certi versi, il dialetto dei tinkers irlandesi, lo shelte(=canto), che è un insieme di latino, gitano, inglese e gaelico, come lo shqip è un insieme di latino, greco, turco, slavo, italiano e francese. D’altronde, se la “Prosortodìa”, per essere tale, ha come perno la “Sindrome di Pinocchio”, e perciò le procedure morfosintattiche non solo di soppressione ma anche di aggiunzione, lo shelte, per essere tale, tra le procedure espressive adotta sostanzialmente la soppressione-aggiunzione completa,che, va da sé, risponde, in morfologia, dei prestiti, dei neologismi, degli arcaismi. Sul piano del contenuto, è così che ogni linguaggio gergale attiva eufemismi, allegorie, litoti, inversioni[cfr. Alessandro Gaudio e Marisa Heine,Compendio fonomorfologico, in : V.S.Gaudio, Uzzén ‘i nonnamijë, Storie Zen in dialetto del delta del Saraceno,© 1999]. Va da sé che questa Stimmung archetipica tra Shqip,Arbëresh, dialetto del delta del saraceno e Shelte possa avere in sé questa commutazione della “cantilena” Rockaby dell’irlandese Samuel Beckett nella “ninnananna” del fantasma erotico di Shummulon del “saraceno” V.S.Gaudio. Per la pronuncia dello Shqip, ecco alcune indicazioni: C: z sorda ; Ç : c, ci, c’ ; Ë : muta o semimuta; GJ : gi’ :suono intermedio tra gi e ghi; NJ:gn , gn’ ; J : i semivocalico di iuta; Q : suono intermedio tra ci e chi; SH : sc, si , sc’ ; X: z sonora; XH : g, gi, g’ ; Z : s’ .


3

Luce/Dritë Luce canicolare di agosto col sole al passaggio al meridiano; in verità, essendoci l’ora legale, non vi è ancora arrivato; in compenso, transitano al meridiano Marte, Mercurio e Giove. All’altro meridiano, quando è seduta, la luce illumina il podice ampio quel tanto da contenere i termini di un lieve “sciummulìo” o ci sia uno spotlight concentrato quando il moto s’arresta o nel centro del podice. Inizio: 1) il sole che illumina la groppa della donna che è nella postura della mula nell’orto; 2) solo lo spotlight che illumina il podice e la sedia. Fine: lunga pausa con lo spotlight sul podice; dissolvere la luce dello spotlight; dissolvere la luce sulla sedia. Essendo in postura 1)[=la mula], la Grua avrà il podice disposto verso Est e la testa verso Occidente, tanto che la luce del sole, quasi al meridiano, le sarà obliqua sulla parte sinistra del corpo. Anche nella postura 2)[=sulla sedia], lo spot la illumina da sinistra tanto che si dovrà presupporre che la donna stia guardando verso Ovest e che il visionatore o il poeta stia guardando il suo podice che sciummulìa ad Est; si può variare il quadro con la Grua che non sta seduta ma, inginocchiata sulla sedia, con le mani appoggiate sul davanzale della finestra o sulla spalliera della sedia, in questa postura dello sciummulìo e della mola riproponga parzialmente la postura della Mula.

Donna/Grua 49enne. Normolinea mesomorfa con un indice costituzionale molto alto, più prossimo a 56 che a 53, perciò se è alta 163 cm peserà attorno ai 60 chili, se è alta 168,169 cm peserà attorno ai 64 chili. Sul bordo della menopausa verso il tempo dell’essere Mula. Nel bioritmo in cui l’assetto “sanguigno paraflemmatico” è tutto concentrato e demonizzato dal jour critique del ciclo Fisico, essendo gli altri due cicli,Emotivo e Risonanza, nella fase di risalita. Costume/Kostum 1) Abito estivo giallo, cappello di paglia, mutande di cotone. 2) Gonna grigia corta sopra al ginocchio, calze setificate, scarpe col tacco 2 pollici.


4

Postura/Pozitë 1) Del tutto immobile nella postura della Mula: l’assolutezza anonima dell’immobile luce meridiana rende fulminante la posizione della mula. 2) Seduta alla finestra, la testa si muove verso l’esterno e il podice sulla sedia s’inarca: la dystychia[l’incontro non sigillato, non risolto], prolungando la persistenza del senso, rende “proairetica” la seduta alla finestra, lo “sciumulliamento” della mola, questo vedersi-vista guardandosi il fantasma dell’essere(stata)-Mula. Le posture della “sentimentale meccanizzata” o della “sanguigna leggera paraflemmatica” in cui, in virtù del demone meridiano, l’esigenza incoercibile d’una pienezza viene giustificata, illustrata, esaltata 1) con lo sfoggiamento del quadrante solare quando fa la mula, shummulon; 2) con lo sciumulliamento delle natiche sulla sedia, quando fa la mola,shumullar. Sciumullìo/Shumullar Slight; slow. Regolato dal bioritmo del ciclo Fisico nel giorno in cui si fa oggetto inesorabile e irredento, mola, o bestia radicale, mula. Voce/Zë La voce è mano a mano più bassa, ma è anche oscillante, come se fosse regolata dallo scappamento a verga dell’orologio: che, essendo fissata al bilanciere a foliot, come questo oscilla, la verga si muove. L’”ancora/akoma” della Donna ogni volta mano a mano più bassa come se avesse il punctum doppio del porsi della Grua, sempre placida sia al sole meridiano di agosto che alla sua finestra.


5

G(rua): donna in posizione. Zë: la sua voce registrata. Aumento progressivo della luce al meridiano su G in avanscena in postura di podice al pubblico ma lievemente a sinistra, con la testa sull’asse sud-ovest. Lunga pausa. G: Akoma. Pausa. Sciummulìo e voce all’unisono. Zë finché infine giunse a mezzogiorno giunse infine a capo di un lungo meridiano in cui disse a se stessa a chi altri mai kohë që të mbarojë2 time she stopped prej shkoj sìpër e poshtë3 shummuloj4 tutta mula posta nell’orto in altoe in basso shummuluaka5 sìpër e poshtë tutt’intorno, gjithë rròtull in alto e in basso fino alla curva del giorno 2

“tempo che la finisca”. “d’andare su e giù” 4 E’ il neoverbo della prima coniugazione, è indicato con la prima persona del presente indicativo:“shummuloj”, “sciummulo”,”sto sciummulando”,ovvero “sto facendo la grande mula,muleggio,mulazzeggio”. 5 “ecco che fa la mula”. 3


6

a capo d’un lungo meridiano in cui dire a se stessa whom else time she stopped kohë që të mbarojë d’andare su e giù për të shummuluar6 tutt’intorno nell’orto in cerca di cetrioli che appena appena come lei vada su e giù fino al punto in cui dire asaj vetë7 a chi altri mai tempo che la finisca d’andare a raccogliere cetrioli kapka-trangullë madheshtore kapka-trangullë8 All’unisono: eco di “kapka-trangullë, madheshtore”, arresto dello sciummulìo, lieve diminuzione della luce.

E gjatë pauzë. G : Akoma. Pausa. Sciumulliamento e voce all’unisono. Zë così che infine a capo di questo meridiano rientrò nel punto dell’orto dicendo a se stessa a chi altri mai tempo che la finisca prej për të shumullarur9 tempo che torni a sedersi alla sua finestra tranquilla al meridiano della finestra di faccia ad altre finestre 6

“muleggiare”. “a se stessa”. 8 “acchiappa-cetrioli, grandissima,magnifica, piglia-cetrioli”. 9 “di sciummuliare”ovvero “di fare la molazza”. 7


7

ashtu që më në fund10 a capo d’un altro giorno më në fund u kthua ulem11 alla sua finestra tirò su la tenda e sedette kështu që ajò të shumullonte12 di faccia ad altre finestre altre uniche finestre tutta occhi ulem, shumullarka ajò13 mezi mezi si ajò14 alla sua finestra tornata come lei rientrata infine a capo di quest’altro meridiano col dire a se stessa asaj vetë a chi altri mai kohë që të mbarojë duke shummuluar15 kohë të kthehet ulem16 shummuluakësh17 ora che alla sua finestra unica finestra tutt’intorno in alto e in basso shummuluaka18 di faccia ad altre finestre per 18 minuti nel Mull-pozitë19 in cui l’étalage du cadran solaire fa prendere l’ora, l’heure et le bonheur All’unisono : eco di “ heure-bonnheur “, arresto dello sciummulìo, lieve diminuzione della luce.

E gjatë pauzë20. 10

“così che infine”. “infine tornò a sedersi”. 12 “così che lei potesse sciummuliare,fare la mola”. 13 “seduta, oh sta facendo la mola lei”. 14 “appena appena come lei”. 15 E’ il gerundio: “muleggiando” ,”facendo la grande mula”. 16 “tempo che torni a sedersi”. 17 “oh, come ha fatto la molazza”. 18 “ecco che fa la grande mula”. 19 “Mulae-status”, la posizione della Mula. 11


8

G: Akoma21 Pauzë,Duke shummuluar22 e voce all’unisono. Zë derisà më në fund arrij i ditë arrij më në fund23 a capo d’un lungo giorno ulem e saj dritare24 tranquilla alla sua finestra in alto e in basso shummulon25 prapa të qelq26 di occhi affamati come i suoi prej shoh për t’u treguar shummuluaka në kep prej një gjatë ditë27 in cui lei disse a se stessa a chi altri mai tempo che la finisca prej për të shummuluar28 seduta alla sua finestra e quetë të e saj dritareje29 di faccia ad altre finestre tutt’intorno shummulon in alto e in basso u shumullarësh30 prima che il tempo finisca do të shumullarë akoma31? 20

“Lunga pausa”. “Ancora”. 22 “Pausa. Mulazzegiando”. 23 “finché infine/giunse il giorno/giunse infine”. 24 “seduta alla sua finestra”. 25 “fa la molazza”: 26 “dietro il vetro”. 27 “di vedere/essere visti/ecco che fa la molazza/a capo d’un lungo giorno”. 28 “di fare la grande mula”. 29 “tranquilla alla sua finestra”. 30 “oh,com’è stata sciumulliata”. 31 “sciumullierà ancora?”. 21


9

All’unisono: eco di “do të shumullarë akoma?”, arresto dello shumullìo, lieve diminuzione della luce.

E gjatë pauzë. G: Akoma. Pauzë. Shumullìo e voce all’unisono. Zë ashtu që më në fund il sole scese giù giù lungo le scale tirò giù la tenda e giù dritta giù right down nell’antico shummuluakëshim32 in cui sciummulò, shummuluakësh33 come imparò da sua madre lo shummulo34 anno dopo anno tutta di giallo di quell’epideissi meridiana del suo miglior giallo-shummuluar35 ulem-shummuluar për të shummuluar36 finché non giunse al capo del meridiano grigio non giunse infine all’infinito di shumullarur për të shumullarur37 una notte duke shumullarur38 nel suo miglior giallo per svelare la tabula Gnomonis në shumullarur akoma39 32

Corrisponde a : “Oh, come abbiamo mulazzeggiato”. “oh,come ha fatto la molazza”. 34 Shummulo è l’imperativo: “Fai la mulazza!”. 35 “mulazzeggiante”. 36 “seduta a fare la molazza/fare la grande mula”. 37 “di sciummuliare”. 38 “sciumulliando”. 39 “a sciummuliare ancora”. 33


10

così che infine a capo d’un lungo giorno scese giù infine scese giù gjatë e gjerësi40 tirò giù la tenda e giù dritta giù con gli occhi chiusi china a raccogliere cetrioli facette na culata ‘nmocca ‘o sole41 tutt’intorno su e giù col bilanciere a foliot alla sua finestra lo gnomone è al meridiano për shoh tregoj ajò shummuluakësh deri të kthese jugu42 a capo di un angolo lungo e ottuso, e grigio të cilit u thua asaj vetë43 a chi altri mai tempo che la finisca shummulo44 tira giù la tenda e la finisca shummulo tempo che scende giù giù taglia il parallelo shummulon45 shummuluaka46 shummuluakësh47 tirò giù la tenda e oj, com’a mularijatë48 oj, com’a mularijatë, shummuluakësh oj, com’a mularijatë, shummuluakësh All’unisono: eco di “oj, com’a mularijatë, shummuluakësh”, arresto della “mularija”, lenta dissolvenza della luce. •[Nel nostro fotomontaggio, la mitica Scicolone alla finestra(tirò su la tenda e sedette/ këshu ajò të shumullonte(così che lei potesse sciummuliare, 40

“lungo la latitudine”. “fece una culata in bocca al sole”. 42 “per vedere/essere vista/ha fatto la grande mula/fino alla curva del mezzogiorno”. 43 “in cui disse/a se stessa”. 44 “fai la mulazza”. 45 “fa la mulazza”:terza persona del presente indicativo. 46 “ecco,che fa la grande mula”. 47 “oh,come ha fatto la grande mula”. 48 Dialetto del delta del saraceno:”Oh,come ha fatto la, mulazza”.Corrisponde all’albanese “shumuluakësh”. 41


11

fare la mola), ulem, shumullarka aiò(seduta, oh sta facendo la mola lei)) rappresenta al massimo, shumta, l’oggetto radicale dello “Shummulo” sia costituzionalmente che anagraficamente; addirittura il suo cognome rende speculare lo ShiKoloz, o lo ShiKolon,, non solo per i vetri della finestra, allo Shummulo: difatti, lo “Shikoloz” o lo “Shikolon” contiene due verbi in Shqip: 1)Shikoj, “guardare”, da cui l’imperativo Shiko, “guarda”, 2)loz, “giocare”, da cui il presente della 3a persona singolare loz, “gioca”, “sta giocando”, ovvero lo Shicoloz, e pertanto lo Shikolon, è la deissi dello Shummulo Loreniano: “Guarda, sta giocando!” Come se tutto questo non bastasse a fare di Sofia Loren la somatizzazione ideale della Grua nella nostra Stimmung-shqip dello Shummulon, anche il nome dell’attrice condensa e ripropone perennemente il sofianico, il “trascendente che scende”, l’epifania dell’invisibile, la corporalità mioritica di cui a Lucian Blaga, Lo spazio mioritico, trad. it. Edizioni dell’Orso, Alessandria 1994(cfr. anche la nota 18 nel nostro: Aurélia Steiner de Durrës, in : V.S. Gaudio, Aurélia Steiner 2, © 2005 e la nota 7 in : Aurélia Steiner di Durrës: Pikë e Gazi, in: Il limite di Schönberg di Alessandro e V.S.Gaudio, “Lunarionuovo”, nuova serie n.24, Catania ottobre 2007).Un altro percorso etimologico del paradigma “Scicolone” sarebbe questo: da un lato, Shi, che è “pioggia” e dall’altro kolonë, che è “colonna”: Shikolonë, ovvero la “colonna della pioggia”, che sarebbe un altro paradigma dello Shummulo, lo sciumulliamento della mola. In ogni caso, va ricordato che lo spettatore, il poeta o il lettore che sia, che è invitato a guardare, shiko, è Shikues; l’occhiata o lo sguardo fa shikim. Se il “gioco” fa “lojë” come il “giocattolo” (l’essere l’oggetto radicale dello Shummulo è essere un giocattolo radicale, una macchina, il giocattolo della mola, o della colonna della pioggia, se si vuole), la contrazione dello Shikolon potrebbe essere lo Shkulon, “strappa”, performativo di chiusura dello Shummulo e dello Shikolon, strofina, bagna, gioca, mola, finchè “strappa”…!]• ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬

 2015 


12

V.S.Gaudio

La Stimmung-ammašcânte con Samuel Beckett, “Rockaby”


13

Luce/Muccusa Muccusa canicolare di agosto col sole al passaggio al meridiano; in verità, essendoci l’ora legale, non vi è ancora arrivato; in compenso, transitano al meridiano Marte, Mercurio e Giove. All’altro meridiano, quando è seduta, fa sedifice asup’a sèlla, la luce illumina il podice ampio, u trunânte grânnâru, quel tanto da contenere i termini di un lieve “mâ’rmurijamintu” o ci sia uno spotlight concentrato quando il moto s’arresta o nel centro del podice. Inizio: 1) il sole che illumina la groppa della donna che è nella postura della mula nell’orto; 2) solo lo spotlight che illumina il podice e la sedia, u trunânte e ‘a pullitrusa. Fine: lunga pausa con lo spotlight sul podice; dissolvere la luce dello spotlight; dissolvere ‘a muccusa asup’a sèlla . Essendo in postura 1)[=la mula, ‘a mâ’rmura], la Minèca avrà il podice disposto verso Est e la testa verso Occidente, tanto che la luce del sole,’a muccusa du riguardo, quasi al meridiano, le sarà obliqua sulla parte sinistra del corpo. Anche nella postura 2)[=sulla sedia, asup’a sèlla], lo spot la illumina da sinistra tanto che si dovrà presupporre che la donna stia guardando verso Ovest e che il visionatore o il poeta stia guardando il suo podice che mâ’rmurija ad Est; si può variare il quadro con la Minèca che non sta seduta ma, inginocchiata sulla sedia,cu’ i stâmparèlli asup’a sèlla, con le mani appoggiate sul davanzale della finestra o sulla spalliera della sedia, in questa postura del mâ’rmurijamintu e del furguwune riproponga parzialmente la postura della Mâ’rmura . Donna/Minèca 49enne. Normolinea mesomorfa con un indice costituzionale molto alto, più prossimo a 56 che a 53, perciò se è alta 163 cm peserà attorno ai 60 chili, se è alta 168,169 cm peserà attorno ai 64 chili. Sul bordo della menopausa verso il tempo dell’essere mâ’rmura . Nel bioritmo in cui l’assetto “sanguigno paraflemmatico” è tutto concentrato e demonizzato dal jour critique del ciclo Fisico, essendo gli altri due cicli,Emotivo e Risonanza, nella fase di risalita. Costume/’Ndrappatòriu 3) ‘Ndrappusu estivo giallo, supracéwu di paglia, bballusélli di cotone. 4) Gonna grigia corta sopra allu stâmparellu, ‘ndrappe ‘e stâmparelli setificate, carcuse col tacco 2 pollici.


14

Postura/Posizzijunë 3) Del tutto immobile nella postura della Mâ’rmura : l’assolutezza anonima dell’immobile luce meridiana rende fulminante la posizione della mula. 4) Seduta alla finestra, la testa si muove verso l’esterno e il trunânte sulla sedia s’inarca: la dystychia[l’incontro non sigillato, non risolto], prolungando la persistenza del senso, rende “proairetica” la seduta alla finestra(‘a ‘nsèllàta ar’a scursènta), il “mâ’rmurijamintu” della mola, questo vedersi-vista guardandosi il fantasma dell’essere(stata)Mula. Le posture della “sentimentale meccanizzata” o della “sanguigna leggera paraflemmatica” in cui, in virtù del demone meridiano, l’esigenza incoercibile d’una pienezza viene giustificata, illustrata, esaltata 1) con lo sfoggiamento del quadrante solare(‘u cuncutrillu ch’allumâ ‘u riguardo) quando fa la mula, mâ’rmurija; 2) con il mâ’rmurijamintu delle natiche sulla sedia, quando fa la mola,furguwunija. Mâ’rmurijamintu /Furguwune Slight; slow. Regolato dal bioritmo del ciclo Fisico nel giorno in cui si fa oggetto inesorabile e irredento, mola, o bestia radicale, mula. Voce/Ammašcâre La voce è mano a mano più bassa, ma è anche oscillante, come se fosse regolata dallo scappamento a verga dell’orologio: che, essendo fissata al bilanciere a foliot, come questo oscilla, la verga si muove. L’”ancora/assajèttu” della Donna ogni volta mano a mano più bassa come se avesse il punctum doppio del porsi della Minèca, sempre placida sia al sole meridiano di agosto che alla sua scursènta. 

Minèca: donna in posizione; c’u trunante ‘ndà posizzjuna da mâ’rmura49 . Ammašcâre: la sua voce registrata. M: Assajéttu50. Pausa. Furguwune du trunânte a supa ‘a sèlla e ammašcâre51 all’unisono. Ammašcâre52 49

“Con il podice nella posizione della mula”. “Assai”. 51 “Masturbazione del podice sulla sedia e parlare[o nascondere?]”. 52 Sta per “Voce”, essendo “Parlare” o “Nascondere”. 50


15

finché infine giunse a mezzogiorno giunse infine a câmòrcia dunu meridianu grânnâru53 ca’ ‘ntašcò54 a vostròdara55 a chi altri mai justrusu cadda finisci56 time she stopped d’aǘcciare supa e suttu57 furguwuniju tuttàpara mâ’rmura ind’u pantanu58 in alto e in basso avì cafà’a mâ’rmura asùpa e suttu59 tutt’intorno in alto e in basso fino alla curva del giorno a capo d’un lungo meridiano a se stessa whom else time she stopped justrusu caddà finisci d’aǘcciare supa e suttu mâ’rmurare60 tutt’intorno nell’orto a pizzicari citrùli61 che appena appena come lei vada su e giù fino al punto in cui dire a vostròdara a chi altri mai justrusu cadd’ambrùnijà62 d’ aǘcciare a pizzicari citrùli63 agguântacitrùli64 53

“A capo di un lungo meridiano”. “in cui disse”. 55 “a se stessa”. 56 “giorno che deve finire”. 57 “di andare su e giù”. 58 “si masturba/tutta mula nel pantano”. 59 “la vedi che fa, sta facendo, la mula/ su e giù”. 60 “giorno che deve finire/di andare su e giù/di fare la mula”. 61 “a raccogliere cetrioli”. 62 “giorno che si fa, che deve farsi, sera”. 63 “di andare a raccolire cetrioli”. 64 “pigliacetrioli”. 54


16

topa agguântacitrùli grânnâra65 All’unisono: eco di “pizzicacitrùli, topissima agguântacitrùli”; arresto del “mâ’rmurijamintu”66, lieve diminuzione della luce. Una lunga pausa. Minèca: Assajéttu. Pausa. Mâ’rmurijamintu e ammašcâre insieme. Ammašcâre così che infine a capo di questo meridiano rientrò nel punto dell’orto dicendo a se stessa a chi altri mai tempo che la finisca di mâ’rmurare tempo che torni a sedersi alla sua finestra chjéta al meridiano dda scursènta67 di faccia ad altre finestre così che infine a capo d’un altro giorno prima ch’ambrunija faci sedifìce68 arra scursènta suisa69 tirò su la tenda e sedette d’ichisì ca vostròdara putissa mâ’rmurare70 di faccia ad altre finestre altre uniche finestre tutta occhi ,tuttàpara finèstre fa sedifìce, furguwunìja cu’ trunânte71 appena appena come lei alla sua finestra tornata come lei rientrata infine a capo di quest’altro meridiano cu l’ammašcâre a vostròdara72 a chi altri mai 65

“grandissima acchiappacetrioli grande”. “mulamento”, ovvero “fare la mula”. 67 “tranquilla al meridiano della finestra”. 68 “prima che faccia sera sta seduta”. 69 “alla sua finestra”. 70 “così che lei possa fare la mula”. 71 “tutta occhi/sta seduta, si masturba col culo”. 72 “col dire a se stessa”. 66


17

justrusu ch’ambrunìja ‘ncupannu ‘a mâ’rmura73 tempo che torni a fare sedifice74 oj com’ancupatu ‘a mâ’rmura75 mo ca ara scursénta suisa76 unica finestra tutt’intorno in alto e in basso avì c’ancùpa ‘a mâ’rmura topa77 di faccia ad altre finestre per 18 minuti ind’a posizzjũna da mâ’rmura78 caf’à allumâta vrušènte du trunânte79 ‘ncùpa u cuncutrillu All’unisono: eco di “’ncùpa ‘u cuncutrillu”80, arresto del furguwune, lieve diminuzione della luce. Una lunga pausa. M: Assajéttu. Pausa. Mâ’rmurannu e ammašcâre81 all’unisono. Ammašcâre finché infine arrivàt’u justrusu82 giunse infine a capo d’un lungo giorno ca fa sedifìce a’ra scursènta suisa83 in alto e in basso ‘ncùpa ‘a mâ’rmura toga84 dietro il vetro di occhi affamati come i suoi d’allušcare85 di si ‘ncupari allumâre86 73

“giorno che si fa sera/facendo la mula” “a stare seduta”. 75 “Oh, come ha fatto la mula”. 76 “ora che è alla sua finestra”. 77 “la vedi che fa la molazza”. 78 “per 18 minuti nella posizione della mula”. 79 Starebbe per “che fa la guardata bruciante del deretano”, come a dire che è nella posizione della mula, cioè “fai prendere l’ora”, difatti poi “’ncupa ‘u cuncutrillu”, “fa l’orologio”. 80 “Fai, lavora,agisci, con l’orologio”. 81 “facendo la mula e parlando-mashco”. 82 “giunse il tempo”. 83 “che sta seduta alla sua finestra”. 84 “fa la mulazza”. 85 “di vedere”. 74


18

avì c’ancùpa ‘a toga mâ’rmura87 ‘ara cavèrsa d’unu justrusu lungu88 in cui lei disse a se stessa a chi altri mai tempo che la finisca d’incupàri ‘a mâ’rmura grànnara ca’fa sedifìce a’ra scursènta suisa tranquilla a’ra scursènta suisa di faccia ad altre finestre tutt’intorno furguwunija in alto e in basso furguwunija asup’a pullitrùsa89 oj com’a fattu stafìce furguwunannë90 prima che il tempo finisca furguwunija nata vota91? Asupp’a sèlla92? O ‘u pueta pastuccia ‘a murfusa93 e infarcona ‘a ddossa topa94? All’unisono: eco di “furguwunija nata vota, infarcunija ‘a ddossa topa?”95, ‘u mâ’rmuramintu ca’si ferma96, ‘a muccusa ca’si fa muccusella97. Una lunga pausa. Assajèttu. Pausa. Mâ’rmuramintu e ammašcâre all’unisono. Ammašcâre così che infine a capo d’un lungo giorno ‘a stalustra ca s’ammmušca98 s’ammmušca, sgâmmetta99 tirò giù la tenda e giù 86

“di farsi vedere”. “la vedi che fa la mulazza”. 88 “a capo d’un lungo giorno”. 89 “si masturba sulla sedia”. 90 “oh come sta masturbandosi seduta”. 91 “si masturba un’altra volta”. 92 “sulla sedia”. 93 “O il poeta ‘pascola’ la mula”. 94 “e chiava la grande troia”. 95 “si masturba ancora, fotte la grande troia?”. 96 “il ‘mulamento’ che si ferma”. 97 “la luce che si affievolisce”. 98 “il giorno che si nasconde”. 99 “scappa”. 87


19

dritta giù right down nell’antico “ammâ’rmuratu” in cui mâ’rmurijò100, oj com’à mâ’rmurijàtu101 come imparò da sua madre l’ancùpama’rmurazza102 justrusune doppu justrusune103 tutta di giallo di quell’epideissi meridiana del suo miglior giallo-marmurante ca fa sedifice ‘ncupa ‘a ma’rmurazza104 finché non giunse al capo del meridiano grigio non giunse infine all’infinito di mâ’rmurare na ‘mbruna mâ’rmurannu105 nel suo miglior giallo, chissutru106 pi’ncupàri d’allušcare ‘u trunânte107 a mâ’rmurare assajèttu108 così che infine a capo d’un lungo giorno scese giù infine scese giù lungo la latitudine tirò giù la tenda e giù diritta giù con gli occhi chiusi china a pizzicari citrùli cu trunânte int’a scranantola du solu109 tutt’intorno su e giù col bilanciere a foliot a’ra scursènta suisa lo gnomone è al meridiano per vedere essere vista mâ’rmurija finu accà ‘u menzu jurnu se stâmparélla110 a la cavèrsa111 di un angolo lungo e ottuso, grigio ca ‘ntašcò 100

“fece la mula”. “oh, come ha fatto la mula”.L’ 102 Sarebbe l’arte di fare, di lavorare, di essere maestra, nella dottrina del fare la mulazza. 103 “giorno dopo giorno”. 104 “seduta fa la grande mula”. 105 “una sera mulazzeggiando”. 106 “questo”. 107 “per far vedere il deretano”. 108 “a fare assai la mula”. 109 “col culo in bocca al sole”, insomma sta per “facette ‘na culata nvocca ‘o solu”. 110 “fino a che mezzogiorno si inginocchi”. 111 “al capo”. 101


20

a se stessa a chi altri mai tempo che la finisca mâ’rmurija112 timpu ca scinna113 lla gghjécu ‘ntecca il parallelo114 mâ’rmurazzija115 avì ca mâ’rmurazzija116 oj com’a fatt’a mâ’rmurazza117 tirò giù la tenda e oj com’a mâ’rmurijàta oj, com’a mâ’rmurijàtë All’unisono: eco di “Oj comà mâ’rmurijàtë, strocca indegniata”118, ‘a mularija ch’ambrunìja119, ‘a muccusa casi fa muccusèlla e doppu s’astũta.



112

“fai la mula”. “tempo che scende”. 114 “lì taglia il parallelo”. 115 “sta facendo la mulazza”. 116 “la vedi che sta facendo la mulazza”. 117 “oh, come ha fatto la mulazza”. 118 “oh, come ha fatto la mula, porca frisata”. 119 Starebbe per “facendo la mula arriva la sera”. Difatti, poi, la luce si affievolisce, si fa muccusella e,infine, si spegne, “doppu s’astũta”. 113


21

La finestra del fantasma della Mâ’rmura Rrushi Nel nostro fotomontaggio, c’è la Scicolone, che anche in questa Stimmungammašcânte come in quella Shqip120, rappresenta, per tutte le connessioni colà evidenziate, l’oggetto radicale del Mâ’rmurijàmentu e del Furguwune. La contrazione dello shqip “Shkulon”, “strappa”, performativo di chiusura nello Shummulo dello Shikolon, che strofina, bagna, gioca, mola, finché “strappa”, nella elocuzione ammašcânte si fa più “Shiculōnë”, che, appunto, shkul, strappa,virtù proairetica del fantasma pesante del trunânte da Mâ’rmura, il trunânte ca’ shkulja, il podice dello strappo. Anche se non si può tacere sul fatto che possa essere il trunânte immenso della pioggia, per via dello “Shi”, che fa piovere, se non del gusto, il gusto del culone, shje+kulōnë. D’altronde, nello Shummulo-Shqip, e c’è molto shqip nell’ ammašcânte per via dell’arbëresh, c’è sempre lo “Shumë” di “molto,”moltissimo”, “tanto”, o lo “Shumë” di “somma”, “totale”,per dire che questo trunânte radicalizza, nel nominarsi o nell’essere nominato anche in quanto “resto” o oggetto a che dir si voglia, il totale, la somma del trunânte topo, il suo essere tanto, moltissimo, totale. Ma, questo sia fuor di dubbio, per quanto il trunânte-Scicolone sia riferibile al lato ignoto di quanto si manifesta, questa angoscia davanti a qualcosa, questa sua apparizione non ha in sé né la minaccia né stringe il soggetto, o il poeta, in una morsa, né rinfocola il mistero del cane di Faust, e per quanto sia nel solco dell’immaginabile, per il momento di entusiasmo che lo connota, e il suo statuto di trofeo supremo, che, questo è pur vero, è sempre brandito nella sua “shummità”, totale o somma di un tanto che potrebbe far gridare al poeta come uno dei personaggi di Sade: “Ho avuto la pelle della fica”, nel momento preciso in cui egli, non come tormentatore ma come furguwunatore,eiacula all’apice dell’angoscia.Il trunânte-Scicolone, voi lo sapete, è come l’incirconciso di labbra a cui Lacan fa corrispondere l’incirconciso di cuore, questa separazione del corpo dall’occhio lo allontana vieppiù dal desiderio, nel senso che, in ogni foto in cui il trunânte-Scicolone appare, sembra che, passato l’entusiasmo iniziale, che è un po’ come l’esagramma numero 16 dell’I Ching, Ü, “Il fervore”, che tira finché sei preso da quel 9 al quarto posto, dove c’è la pregnanza, come se a , che è l’oggetto degli oggetti, mancasse, per tutto questo Shumë che mostra a occhi aperti, di tutte le altre parti del corpo; cioè il culo-Scicolone non è metaforico, è evidente, chi può dubitarne?,ma è come se fosse l’organo sessuale maschile e il prepuzio checome sottolinea Lacan- in ebreo e in accadico vengono omessi; cosa che avviene anche in ammašcânte o in shqip sia per il neologismo “Mâ’rmurijare” che per il neologismo “Shummulo” e “Shumullar”:l’occhio è già uno specchio, e il riflesso del mondo che esso stesso ha in sé nell’occhio della Scicolone non ha lo Shumë né lo Shkulon che il suo deretano mostra, oppure lo mostra troppo in alto, su alla linea del quarto posto, tanto che non ha il senso di “colei che vedi:V.S. Gaudio, Shummulon vs Shumullar, La Stimmung-shqip con Samuel Beckett, “Rockaby”, © 2006. 120


22

considera”, “che va”, “che si accorda”, che è la divinità buddista evocata da Lacan che si chiama Kwan yin o anche Kwan ze yin: l’anima del mondo, per cui sia nello Shummulo che nel Mâ’rmurijamento o nel Furguwune, c’è questo principio effusivo di “colei che va o che considera”, che è quello delle “palpebre di Buddha”, di cui riferisce Lacan parlando espressamente della statua di Nyoirin Hannon, in cui la fessura degli occhi “è scomparsa nel corso dei secoli a causa del massaggio che le monache del convento di cui la statua è il tesoro più prezioso, vi praticano più o meno quotidianamente, quando pensano di asciugare le lacrime di questa figura del ricorso divino per eccellenza”121.L’incredibile levigatezza della statua è “l’irraggiamento inverso di qualcosa che dobbiamo riconoscere come un lungo desiderio diretto nel corso dei secoli da quelle recluse su questa divinità dal sesso psicologicamente indefinibile”122: la levigatezza ,che è dovuta allo stesso trattamento delle mani delle religiose allo stesso modo del bordo degli occhi 123, riflette questa fessura oculare su cui la palpebra abbassata lascia passare appena un filo di bianco dell’occhio e un bordo di pupilla, un ammiccamento che riflette la causa e l’effetto dello Shummulo e dello Shumullar, del Mâ’rmurijamento e del Furguwune, che, va da sé, ha la figura del fantasma del poeta, ma che manca alle due lingue con cui è fatta la Stimmung con Samuel Beckett per “Rockaby”: shqip e ammašcânte. L’ammiccamento della divinità chiamata Kwan ze yin è tutto nell’ archetipo del suo avverbio: kva, che è dove?in quale luogo?, e del suo schema verbale kvan, che è provocare un suono, tintinnare, canticchiare, suonare, che hanno la palpebra abbassata e la levigatezza dello Shummulo, il cui fantasma ha, sì, la pregnanza alta della linea al quarto posto ma ha anche, per poter essere ascoltata o eseguita, la linea intera della carica connotativa al secondo posto e del codice elaborato alla riga iniziale. Il fantasma dello Shummulo e del Mâ’rmurijamento è quello della Mula, che, appunto, è in posizione: kva, dove?kva, in quale luogo?, per provocare un suono,kvan, far tintinnare l’anima del mondo e del poeta, kvan. Lo Shummulo effettivo e il Mâ’rmurijamento quadararo ha questa virtù essenziale, che si fa nel solco, che, per quanto se ne voglia cercare l’etimologia, si può rinvenire in esso il segno della porca che, essendo oltre quello che è esplicitato anche il rialzo di terra tra solco e solco(che è la “cresta”, il solco, o la porca, della palpebra abbassata di Buddha?), che è questo che sollecita il Furguwune, ed è qui che il poeta eiacula all’apice dell’angoscia gridando e grugnendo “Ho avuto la pelle della porca”. Fatto nel solco della porca, lo Shummulo interagisce con derre(porca) e dhe(terra), tanto che, da un lato, sarà, in che misura lo si può immaginare, 121

Jacques Lacan, Le

palpebre di Buddha, in: Il seminario, Libro X, trad. it. Einaudi, Torino 2007: pag.

247. 122

Ibidem. La stessa levigatezza e lucentezza delle “armoniose e quanto prominenti nudità posteriori degli Angeli” che si fronteggiano meditabondi alla base del monumento funebre degli Stuart nella navata di sinistra- di fronte all’entrata per salire alla cupola – nella Basilica di San Pietro e “che furono certamente, e forse lo sono tuttora, oggetto di bramose, inconfessabili ricognizioni manuali, tant’è vero che oggi risplendono dopo un secolo e mezzo di furtive, immonde carezze, come fossero tirate a lustro ogni giorno e possono competere per lucentezza(…)col baciatissimo piede di bronzo dell’antichissima statua raffigurante San Pietro”(L.Zeppegno e F.Bellegrandi, Guida ai misteri del Vaticano, Sugar, Milano 1973). 123


23

connesso con il sostantivo “porta”, che fa derï o con “fino a”, che fa deri; e ,dall’altro, con la congiunzione “e”, che, appunto, fa dhe, sempre in Shqip; il riflesso del mondo che da questo solco si effonde mostra allora che c’è una “porta”, “fino a”, oppure “e”, che, non dimenticando che si tratta di una “porta posteriore” e che qui è un ostium posticum, rende palpabile tutto il senso di kva, “dove?”. Ma come “dove?” Dietro una porta, o, il che è lo stesso, nella porta di dietro. Fatto nello stesso solco della porca, il Mâ’rmurijamento interagisce con ‘ddossa(porca) e dérca(porca), che è più porca dell’arbëresh dirke; ma forse è con grugnuta, che ha in sé il grugnu del “naso grosso” e del “muso di porco”, che può brandire lo statuto di trofeo supremo, alludendo, sempre che ce ne fosse bisogno, al chijgnu che, in ammašcânte, è il fallo, che in molti chiamano rusticu, per via del fatto che essendo “complice” o “spia” in questa terra che fa il verso a Troia, da un lato riflette, nel solco della palpebra, il cavallo, in questo caso la mula, di Troia, e dall’altro riflette, nello stesso solco della porca, la nota metafora albanese rrushi , “grappolo d’uva” = testicoli= sesso maschile, senza dimenticare che è appunto di questo che stiamo parlando nel Mâ’rmurijamento e nel Furguwune postico, della “roscidata”, la “passata del succo del rrushi”124. D’altronde, per ritornare alla divinità lacaniana, al rrushi shqip si può sovrapporre il rasa sanscrito, che, per essere il “succo” è anche l’”essenza”, il “sapore”, il “carattere di un’opera”, ma che,per essere così bagnata nello shummulo, è la “terra” di rasā, o l’”umidità”, ovvero la “mitica corrente immaginata intorno alla terra e all’atmosfera”, che, fatemelo dire, ha l’archetipo dello schema verbale ras, “ruggire”,”risuonare”(come kvan), “urlare”(come fa il poeta sadico che ottiene la pelle della porca), “lodare”, come è scritto nel nome greco del fantasma che fa lo Shummulo e il Mâ’rmurijamento nell’orto con la postura della Mula e sulla terra a shumullar e a furguwunare in questa topografia del godimento il top, il “cannone”, del poeta, che è, visto che di rrushi si tratta, tutto ruc, “lustro” in sanscrito. Il resto a della Mula che furguwunija, che è quello dell’angosciante non so quale soggetto io sia, non è più mascherato, ma non si può dire per questo che il soggetto sia più al sicuro dall’angoscia, anche perché questa è sempre lì che attende il soggetto fino a, “deri”, che il solco della porca ha la caratteristica di essere cedibile: il momento del desiderio, che per quanto sia uguale a zero, per l’altezza, che la sua declinazione di volta in volta richiede, non è mai fisicamente uguale a zero; la Mula che si fa fantasma cedibile fino a che il solco della porca le fa violare la proibizione riguardante la congiunzione dell’oggetto a, ed è questo che fa dhe,che essendo ”e”,ed essendo speculare a dhe, che è la “terra”, questa, girando, fa la precessione dell’angoscia, che, alla terza riga del livello scopico di Lacan(Da a ai Nomi-del-Padre, Seminario cit.:vedi pag.364), sotto il misconoscimento, che sarebbe il non sapere, è connessa con il turbamento dell’Ideale dell’io, che, riferito a chi non sa quale soggetto sia, quando fa la Mula in basso a destra sì che c’è sempre l’angoscia che è 124

Per come, poi, si vada a finire alla “Marmellata di Nostradamus” per il rrushi, il poeta ve lo spiegherà in una prossima Stimmung, ma, sappiatelo già adesso, più che il maomettano zenzero verde sarà usato, per questa via della Mecca, il rrushi, i reçel i rrushisë, “la marmellata d’uva”, o il succo di rrocëka, i reçel i rrushika?


24

mascherata, ma su in alto che cosa passa al meridiano? Il “resto che ritorna” è questo l’Ideale che passa al meridiano: la Mula evoca, in effetti, la riverenza di suo padre nella posizione che apprende da sua madre, l’oggetto a è così che si vede nella sua immagine speculare, nel nome del padre, di cui al “lodare” dello schema verbale Ras, nel fallo mancante del marito che ha lo stesso nome di Ras,ma, essendo shqip nell’inconscio collettivo, proietta il Furguwune postico della moglie da una posizione della Mula sulla terra del padre per il cannone di chi non vede che per la Mula, quella Mula, è l’immagine speculare dell’oggetto a.

◊ La rappresentazione più vera e più reale della finestra del fantasma della Mâ’rmura Rrushi ◊ L’anima del mondo passa sempre attraverso la porta, l’abbiamo visto, e abbiamo anche visto che questa porta, in ammašcânte, è anche la finestra:la finestra del fantasma, ‘a scursènta du farfaréllu, che è quella della Mâ’rmura che, anche così come si è messa, raddoppia il senso del nome, rrushi, che è alla radice di rusticu, ed è, se ben capite quello che vi dicono in arbëresh, anche alla radice di rrocëka, che, per i quadarari, a questo punto, se non passa dalla porta, cioè dalla scursènta, passa dalla finestra,cioè dalla scursènta, o meglio è ciò che non passa dalla scursènta(la porta) che viene allumâto, guardato, dalla scursènta(la finestra). Ma la prospettiva del fantasma, che è connessa all’angolatura della porta, richiede una considerazione ulteriore, o posteriore se proprio si vuol essere precisi. La “porta postica”, che, detto in ammašcânte, potrebbe essere “ ’a scursènta nânta”, in shqip “derë e prapmë” non fa una piega fin quando non lo si comincia a scrivere,senza passare per quella finestra che il significante shkul apre, o da quella finestra da cui il significante shikon guarda, in sanscrito l’ostium posticum potrebbe essere “dvāra avara”, che, come in ammašcânte,


25

raddoppia l’entrata o l’apertura, è un passaggio, una porta, un cancello, ma anche un mezzo, un’opportunità, un espediente, questo passaggio posteriore è un espediente, ed è per questo che passa dalla finestra del fantasma, ara scursènta nânta suìsa, alla sua finestra posteriore, cu’ trunânte ca’fa ‘a mâ’rmura, col deretano che fa la mula, ind’a scranantola du riguardo, in bocca al sole: ‘u farfaréllu du riguardo, lo spettro solare, furguwunija ‘a minèca caf’à sedifice a’ra scursènta nânta, folgora la donna che sta seduta alla finestra di dietro,del culo, a capo d’un lungo giorno, tranquilla al meridiano della finestra, in cui dire a se stessa, a chi altri mai, justrusu ch’ambrunija ‘ncupannu ‘a mâ’rmura.


26

V.S. Gaudio

□La Stimmung con Samuel Beckett sullo Shummulo □ 1. La Stimmung-Shqip □ 2. La Stimmung-Ammašcante

U U H B k UH H---B Booooook k222000111555


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.