VoiceOver Magazine N.7

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ecomagazine dicembre 2011 anno 1- numero 7

GUIDA SPETTACOLI All'interno tutti gli eventi di Dicembre

In esclusiva

RAPHAEL ROSSI

Intervista al presidente dell'ASIA di Napoli

MEDIMEX

TORNA AL CINEMA CON "IL GIORNO IN PIÙ"

VOCI NEL DESERTO

FabioVOLO «Siamo diseducati ad amare

«

Vo i ce O ver M agaz i ne : di A s s o ci a z i o n e C u l t u ra l e Vo i c e O ve r, v i a V i l n i u s s n c - L a d i s p ol i (R m ) - CO P I A O M AG G I O

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GLI EVENTI DI DICEMBRE Inizio concerti ore 22.00

2 DICEMBRE EMILIO MARINELLI TRIO Emilio Marinelli - pianoforte Amin Zarrinchang - bass Matteo Fraboni - drums Presentazione del disco “Clouds Digger” edito dall’etichetta Dodicilune 9 DICEMBRE MATTEO FRABONI ORGAN DUO Matteo Fraboni - drums Sandro Mambella - Hammond 16 DICEMBRE SANNA/BORTONE/FRABONI TRIO Domenico Sanna, Piano Matteo Bortone, Bass Matteo Fraboni, Drums 23 DICEMBRE CHRISTMAS PARTY Mara Tomaselli - vocalist Quintino Protopapa - piano Guido Giacomini - contrabbasso Paolo Bax - batteria

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SoMmaRio

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Computer in una camera d’albergo, passaporto nella mano sinistra, un libro "Il bambino con il pigiama a righe" nell’altra.

Fabio VOLO

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A tu per tu con...

Raphael ROSSI

Reportage

MEDIMEX 2011

VoiceOver ed EEF al Mediterranean Music Expo

Eventi

17/ 19

GUIDA DI DICEMBRE

Stacca la guida e portala con te!

Teatro

Voci nel DESERTO

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C

Cinema

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21 28 29 22 30 23 31 24 32 25 33 34 26 Wj del mese

Politicamente

SCORRETTO

Rubrica

DAGLI OCCHI DI UN 2.0ENNE Rubrica

CONNESSIONI Cosa si intende davvero per

ALESSANDRO ESPOSITO RADIO VoiceOver PALINSESTO

Memorie d'America

Scouting JUST

BREECE D'J PANCAKE

Rubrica

ANEDDOTI DEL ROCK AccaddeOGGI

Rubrica

IL SAPORE DELLA MUSICA

SVILUPPO SOSTENIBILE? Rubrica

Rubrica

LA BACHECA DI ALLURE

Animo progetto Misola

A NATALE INSIEME SI PUÒ FARE UN SACCO

Libri/Intervista Carlo Cuppini

SARÀ LA POESIA A SALVARCI

Rubrica

IL VECCHIO E IL BAMBINO Rubrica

LA FINESTRA DI FRONTE Rubrica

RISVEGLI

Rubrica

PSYCOVER NAUTICO.eat

FRAME

Solidarietà

I BAMBINI DI YAKO Rubrica

GIRA...MONDI

Rubrica

LA SUP/POSTA Graffi

FISCHIperFIASCHI

AFRICA blog

Libri OGNI LUOGO È MUGLIONE e Muglione non è niente male

Rubrica

READ'n'PLAY

Rubrica

POLAROID

MANUALE DI

SOPRAVVIVENZA

La NEWYORKESE London UNDERGROUND

Rubrica

PUNK PENSIERO

Teatro IMPRESA DI FAMIGLIA UN FORMAT VINCENTE

MIPIACENonMiPiace OROSCOPO di Dicembre

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VOICEOVER ECOMAGAZINE Anno 1 - Numero 7

Redazione

Direttore responsabile: Flavio Atzori Responsabile editoriale: Emiliano Giacinti Responsabile commerciale: Lorenzo Croci Hanno collaborato:

Progetto grafico: Radici Creative

Gianfranco Marcucci, Michela Andreini, Roberto Brini, Paolo Trucchi, Alessia Fiorani, Simone Giacinti, Igor Artibani, Carlo Cuppini, Rita Leorato, Simone Itri, Shaila Risolo, Giacomo Marciani, Marzia Maier, Elena Laurenti, Marco Filacchioni, Alessio Pascucci, Matteo Forte, Italo Gionangeli, Fabio Palumbo, Francesca Pompili, Stefania Vignaroli, Antonio Consalvi, Antonella Coluccia, Roberto Fantini Perullo, Nancy Gasbarra, Aldo Anchisi, Stefano Frischigneto, Stefano Fiaschi, Nadia Bellotti, S.G. il Nipote, Giuseppe Carella, Alessia Campodonico, Giuseppe Vitali, Gyani.

di Flavio Atzori

Via La Spezia, 74 int. 2 ladispoli (Rm) Tel. 0699220146 Cel. 392.4269182 - info@voiceovernetwork.it Via La Spezia, 74 - 00055 - Ladispoli (Rm) info@radicicreative.it

Art director: Jessica Sergi Editore: Associazione Culturale VoiceOver Presidente: Matteo Forte Via Vilnius snc - 00055 Ladispoli (Rm)

Stampa: Tipografia Agnesotti Viterbo (Vt) Chiuso in redazione giovedì 1 dicembre 2011

Registrazione del Tribunale civile di Civitavecchia n. 989/2011 Autorizzazione n. 5 del 20/07/2011

La riproduzione totale e parziale d’immagini e articoli è vietata senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Il contenuto degli articoli rispecchia l’opinione dei singoli autori.

Un libro del 2006, scritto dall’irlandese John Boyne. Lo spunto ideale per un tema così profanato e abusato quale quello dei sentimenti, in un periodo come quello di Natale! Sentimenti tra amici, sentimenti fraterni, sentimenti dettati dall’amore. Dicembre potrebbe rappresentare il mese ideale per scrivere qualcosa che possa vagamente assomigliare ad una frase degna dei Baci Perugina. In fondo, siamo tutti più buoni. È Natale, e le stesse pubblicità ci suggeriscono un messaggio del genere, tra uno spread ed un altro. Sentimenti che, però, si esprimono in maniera controversa, dura, perfino assurda. Come spiegate ad un bambino che il suo “sentimento d’amicizia” per il suo amico con il pigiama a righe, puro in un mondo normale dettato da quelli che sono i suoi ragionamenti, sarebbe “sbagliato”? Il punto nodale del mese di dicembre è proprio questo: nel mese della bontà, rappresentiamo l’assurdo. Nel mondo dell’assurdo, il Natale e la felicità all’interno di un campo di concentramento. Quel tipo di felicità di chi vorrebbe semplicemente lasciarsi andare e farla finita. La felicità, mista a colpa, di chi ricorda i tempi passati in quei campi, in cui ora può godersi un pranzo natalizio con i propri parenti. Nel mondo dell’assurdo è l’amore di chi, a trent'anni, ancora crede nella favola del lieto fine in una società dal consumismo dei sentimenti abusante e imperante. Supportandola, coltivando il sentimento, correndo mille rischi pur di raggiungere il proprio obiettivo. Nel mondo dell’assurdo, Natale non si accosta a Dicembre, ma significa ricevere, in un orfanotrofio caldo e polveroso, una pappa iperproteica per poter sopravvivere “un giorno in più”, grazie a chi ha deciso di donare un pezzetto della sua vita ad aiutare gli altri. Nel mondo dell’assurdo, il Natale è rappresentato da un Santa Claus dipinto di Rosso per volere di una multinazionale, appeso alle finestre o tutto sorridente in televisione. Nel mondo dell’assurdo, Natale vedrà il continuo scambio di regali e compere, nonostante un telegiornale che ci esprime tutta la nostra preoccupazione su di una nerissima ed impellente crisi economica. Nel mondo dell’assurdo c’è ancora la forza, la voglia, la gioia di credere che un gruppo di ragazzi, attraverso la musica, possano veramente cambiare il destino del mondo, rendendolo più pulito. Nel mondo dell’assurdo, proprio perché assurdo, tutto questo potrebbe essere, inconfutabilmente, brutalmente, semplicemente reale. Che sia un bene, o un male, spetta a voi giudicare…

Hanno permesso l'uscita di questo numero: I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi - I ritardi

EDITORIALE direttore@voiceovermagazine.it


ESCLUSIVA per VoiceOver

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di Matteo Forte e Emiliano Giacinti

NAPOLI WORK IN PROGRESS

Raphael Rossi di mezzi, e di infrastrutture per la città o al servizio della raccolta. Come anche il nodo fondamentale, il problema dei problemi: lo smaltimento dei rifiuti che noi non controlliamo e che invece è controllato dalla Provincia di Napoli». E il suo rapporto con i lavoratori? È importante anche quello immagino. «Siamo arrivati in una situazione di emergenza, di vera emergenza E l’emergenza macina entusiasmo, voglia di lavorare delle persone. Le aziende come le nostre sono essenzialmente aziende fatte di braccia e di mezzi, purtroppo i lavoratori dell’Asia in passato sono stati messe in difficoltà anche dalla carenza di strumenti. Ho chiesto ai lavoratori di seguirmi, ho chiesto loro uno sforzo etico in quanto dipendenti di un’azienda pubblica finanziata con i soldi dei cittadini. Ho detto esplicitamente che sarei stato intransigente sulla correttezza e che, comprendendo i limiti dell’azienda, mi sarei impegnato al massimo per migliorare la situazione. Non era assolutamente possibile usare i limiti che l’azienda aveva avuto in passato come alibi per non agire e per non produrre risultati, quindi in sostanza bisognava essere rigorosi nell’utilizzare denaro pubblico, efficienti nel garantire il servizio alla popolazione e impegnarsi per mettere in condizione i lavoratori di lavorare in sicurezza e tranquillità. L’emergenza oltre a lasciare i rifiuti a terra, lascia gli uomini, lo stato di funzionamento dei nostri mezzi, l’indice d'incidenti sul lavoro a terra. Non avere rifiuti a terra è fondamentale perché si riesce a lavorare meglio». È balzato agli onori della cronaca per aver rifiutato quella ormai famosa tangente e per aver denunciato chi gliel'aveva proposta. Ora, senza in alcun modo voler sminuire l'importanza e l'integrità del suo gesto, non le sembra particolare che sia stato accolto dall'opinione pubblica con così tanto stupore? In un paese sano un comportamento del genere dovrebbe essere la norma, non l'eccezione... «Infatti attenzione, non fu il mio gesto a fare scalpore, bensi il fatto che non venissi riconfermato nel consiglio di amministrazione dell’AMIAT, la reazione che la Città di Torino ha avuto non riconfermandomi e non essen-

La situazione al suo arrivo era tutt'altro che entusiasmante, ora invece? Possiamo parlare di bilancio in positivo? «Possiamo parlare d'inizio positivo dell’esperienza, nel senso che la città è stata ripulita, mentre quando siamo arrivati c’erano circa tre tonnellate di rifiuti a terra e abbiamo avviato un discorso virtuoso di gestione rifiuti con la raccolta differenziata porta a porta». Uno dei provvedimenti cardine è stato proprio quello di aumentare l'incisività della raccolta porta a porta, a che punto siamo? Quali sono le difficoltà riscontrate finora? «Le difficoltà sono molte, direi che la cosa importante è che la volontà di adesione degli abitanti serviti con questo metodo è significativa, stiamo attivando diversi quartieri e i risultati sono molto positivi, sia nella quantità di raccolta differenziata (65%), ma anche nella qualità dei materiali che hanno delle purezze merceologiche molto buone, organico con impurità al di sotto del 5%, carta con impurità al di sotto dell’1%. Insomma, dati decisamente positivi». Scampia come primo quartiere, una scelta dettata da logiche puramente tecniche o si è voluto lanciare un segnale? «I due quartieri di attivazione sono Scampia e Posillipo e parlano proprio di quella che è la

nuova città. La nuova città di Napoli guarda appunto ai quartieri più difficili senza tralasciare il resto della città. Quindi partire con Scampia per poi passare a Posillipo è un po’ come una sfida per vedere chi sarà il più virtuoso tra i due quartieri simbolo della Napoli degradata». Qual è stato il suo primo pensiero quando ha ricevuto la chiamata di De Magistris? «Il primo pensiero è stato proprio legato a tutte quelle difficoltà delle quali avevamo sempre parlato insieme. Di colpo diventavano aggredibili direttamente, con la consapevolezza che quei problemi diventavano risolvibili. Il primo pensiero è stato questo: come riuscire ad intervenire sui problemi della città di Napoli?». Lei è stato membro del CDA della AMIAT SPA di Torino, quali sono le principali differenze fra i due ambienti? «È difficile rispondere a una domanda del genere, ogni città d’Italia è un mondo a sé, con proprie specifiche caratteristiche. Una delle cose più interessanti della città di Napoli in questo momento è il fatto che la nuova amministrazione non è figlia di vecchie politiche di piccolo cabotaggio quindi ha la possibilità di fare le proprie scelte strategiche con un respiro ampio, legato al fatto che vi è un sindaco giovane, dinamico, deciso e con una fortissima volontà. Questa è una peculiarità che non si riscontra facilmente in altre città, neanche in quella dalla quale provenivo (Torino n.d.r.)». Inizialmente ricordiamo tutti grande tensione a Napoli fra l'azienda e i cittadini, ora com'è la situazione? «Diciamo che il gap è ancora molto significativo, quando sono arrivato l’azienda aveva delle carenze nel servizio molto marcate, non imputabili in alcun modo ai lavoratori dell’ASIA, bensi a gestioni sbagliate, errori di progetto e di valutazione, è certo che comunque il disservizio esiste e che l’azienda non eroga servizi all’altezza delle aspettative dei cittadini. Quindi abbiamo azzerato il tutto e in questo momento c’è profondo sostegno alla nuova linea che sto e stiamo dando all’azienda. È comunque indubbio che alcuni dei problemi che c’erano in passato ci sono ancora, come la carenza di personale,

Lucio Magri nato a Ferrara il 19 agosto 1932 è stato un giornalista e politico italiano. Fondatore della testata “Il Manifesto” ed in seguito segretario del Partito di Unità Proletaria per il Comunismo. Muore a Zurigo il 28 novembre 2011, con un suicidio assistito.

Ho pianto e non conoscevo il sig. Magri. Ho pianto e basta. Inizialmente non mi sono chiesto perché. Poi, sulle lacrime sono abituato a riflettere. Ti arrivano salate in bocca e pensi che un motivo c’è se fanno tutto quel percorso, lento e tortuoso, sul tuo viso per arrivare fin lì, passando addirittura sulle rughe da smorfia. La prima riflessione mi ha portato a pensare di aver pianto per la perdita di un uomo di sinistra, di una sinistra che non c’è più e che sotto alcuni punti di vista incarna i miei ideali di vita. Ma mi sono detto che non era solo quello. C’era qualcos’altro. Ho cominciato a leggere, mi sono informato (non abbastanza e per questo non scrivo un pezzo su di Lui, ma solamente una riflessione personale), ho cercato qualcosa in più sulla sua figura. Il suicidio mi ha sempre attratto. La sua ambivalenza è sublime: da una parte è la massima espressione di egoismo, dall’altra è il coraggio elevato all’ennesima potenza. Come può non colpirti un gesto così carico di significato? Finita

Raphael Rossi Nato nel 1974, doppia nazionalità, italiana e francese. All’inizio degli anni 2000 lavora per sviluppare le raccolte differenziate collaborando con Achabgroup e con Sintesi, due società venete che nel loro territorio gestivano le raccolte differenziate porta a porta. Nel 2004 le forze della sinistra e gli ambientalisti concordano con l’amministrazione della Città di Torino di inserire nel programma elettorale l’estensione a tutta la città del sistema di raccolta porta a porta e nominano il signor Rossi nel CDA di Amiat (Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torino) della quale nel 2007 ne diventa vicepresidente. Dopo varie vicissitudini lascia l’incarico in Amiat e il 16 giugno 2011, riceve l’incarico dal nuovo sindaco di Napoli Luigi De Magistris per guidare l’azienda della città che si occupa della raccolta dei rifiuti, l’Asia Napoli Spa (www.asianapoli.it). Ne diventa Presidente e amministratore.

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La speranza ha due bellissime figlie, diceva Neruda, lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle. In queste ore una bufera giudiziaria si è abbattuta sul Comune di Cerveteri. All’alba del 24 novembre sono pervenuti ben 11 Avvisi di Garanzia (accompagnati da perquisizioni nei luoghi di residenza e di lavoro) ad altrettante persone, tra le quali troviamo, accanto a 6 noti professionisti, il Sindaco di Cerveteri Gino Ciogli, il Presidente del Consiglio Lamberto Ramazzotti e i consiglieri comunali Guido Rossi, Vittoria Marini e Tonino Galosi. Non vogliamo in nessun modo arrivare a conclusioni affrettate e, come è sancito dalla nostra Costituzione, ritenendo sacra la presunzione di innocen-

dosi costituita parte civile. I responsabili sono stati arrestati, alcuni hanno patteggiato la pena e altri vedranno l’inizio del processo vero e proprio nel gennaio 2012». Il suo rapporto con i social network? «I social network sono stati uno strumento straordinario. Hanno contribuito a trasformare la sconfitta di un cittadino che denuncia la corruzione e viene lasciato da solo dalle istituzioni in una vittoria di tutti i cittadini. Grazie al Fatto Quotidiano, ai social network e a internet è stato possibile per molte persone sostenermi ed aiutarmi nella battaglia contro la corruzione. Non è un caso che abbiamo dato vita allo spazio “I SIGNORI ROSSI - CORRETTI E NON CORROTTI”, il quale oggi fornisce assistenza a chi si trova ad affrontare casi di corruzione, mettendo a disposizione una trentina di avvocati, gli stessi che diedero a me la loro disponibilità ad aiutarmi e che potranno aiutare coloro che ne avranno bisogno. Speriamo siano sempre meno». Che musica ascolta il presidente dell'ASIA di Napoli? «Sono quasi costretto ad ascoltare musica melodica napoletana che qui più che altrove va per la maggiore. Tenga conto che io sono stato chiamato in una città che non è la mia a svolgere un ruolo straordinario, una sorta di servizio civile. Non vengo in pianta stabile a fare questo lavoro, è un lavoro temporaneo. Ma sono spesso a Napoli perché a mio parere il presidente dell’azienda dei rifiuti di Napoli deve essere napoletano. Comunque per il momento siamo ancora nella fase in cui le difficoltà spronano a fare sempre di più…».

la consultazione esce finalmente il mio pensiero. Ho capito perché ho pianto: mi sono immedesimato in quell’uomo, che ha offerto tutto se stesso per il raggiungimento di ideali che sembravano utopici ma che per lui erano realizzabili. Un uomo faticato, bello, con un volto Hollywoodiano. Ho pianto perché ho sentito dentro di me la sua rassegnazione, il suo lasciarsi andare. E non è stata una sconfitta, ma una semplice presa di coscienza. Sono un ragazzo di 23anni, che semplicemente ci teneva a scrivere una riflessione. Mi sono riservato di dare commenti sulla morte assistita e su quanto detto da cattolici ben pensanti e da ben pensanti di “sinistra” come Marco Travaglio. Mi tiro fuori da questo gioco delle parti. Ci tenevo a rendere omaggio per quanto possibile ad un uomo che volendo o non volendo è stato fondamentale per l’editoria italiana. Un uomo che con il suo pensiero ha fatto sognare molti italiani, o comunque ha dato loro una ragione di vita, e credo non sia poco.

Politicamente

di Simone Giacinti

il PROFILO il PROFILO

il ilPROFILO PROFILO

In macchina, tornando dal lavoro, tra la comunicazione che va e viene con il nuovo Presidente dell'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Napoli. Discorsi sospesi tra Torino e Napoli e la sensazione che ancora in Italia c’è qualcuno a cui potersi affidare.

SCORRETTO

di Pascuino - pascuino@voiceovermagazine.it za, ci asterremo da giudizi di qualunque tipo in merito alla colpevolezza. Eppure c’è qualcosa che ci colpisce da vicino in questa vicenda. Alcune voci, nelle ore successive ai fatti, si sono (finalmente) sollevate. Qualcuno si è svegliato e ha iniziato a gridare indignato per questi avvenimenti. Qualcuno degli indagati, al contempo, ci dicono addirittura essersi autosospeso dal proprio partito. Tutte cose normali, in un Paese civile. In Italia, no. Abbiamo ascoltato un coro di voci polemiche e di accuse di opportunismo rivolte verso gli indignati, come se fosse un delitto non volere amministratori pubblici sotto indagine. Riportiamo, se ce ne fosse bisogno, una definizione di Avviso di Garanzia: istituto […] attraverso il

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quale una persona viene avvertita di essere sottoposta a indagini preliminari, ossia di quella fase processuale in cui si raccolgono elementi utili alla formulazione di una imputazione (fonte: Wikipedia). Ecco, ci piacerebbe che lo sdegno, quello sdegno di cui abbiamo veramente bisogno nella nostra nazione, fosse fortemente presente nella nostra quotidianità. E lo vorremmo rivolto tutto verso quegli amministratori, locali e nazionali, che vengono sottoposti a indagini, anche preliminari. E sappiamo, in cuor nostro, che allo sdegno, per dirla con Neruda, seguirà il coraggio. Ed è per questo che siamo solidali, con tutti noi stessi, verso quelle voci di rabbia che si sono levate. Soprattutto per questo.


Le opinioni di un nativo digitale.

di Matteo Forte

matteoforte

dagliocchidiunventenne.blogspot.com

matteoforte

Illustrazione di Valentino Spadoni

GIOVANE E VECCHIO?

Categorie antiquate anch’esse

C

Ciclicamente, di solito vicino alle elezioni, torna di moda parlare di giovani, di rinnovamento. Ma in che modo si affronta la questione? Che significato assumono giovane e vecchio nel dibattito politico? In questi giorni si fa un gran parlare di giovani e vecchi. Su cosa sia giovane e su cosa sia vecchio. Non si fa altro che sentenziare se un'idea, una proposta o una lista di idee sia giovane o vecchia.

- Cambiare la legge elettorale, che attualmente è una cavolata anch’essa; - Allineare i compensi dei politici nostrani a quelli dell'Unione Europea; Dunque, giovane e vecchio. - Rifiutare con determinazione il sistema energetico attuale e passato ed orientarsi verso le Ora, ammettendo un'estrema semplificazione in fottute energie rinnovabili prima che l'intero cui il mondo si divide in buoni e cattivi, non di- pianeta collassi; ciamo che giovane è uguale a buono e vecchio - Far sì che il popolo gay (maschile e femminile) uguale a cattivo. possa veder legittimati dallo stato i propri rapMa permettete, visto che i vecchi ci hanno por- porti con il matrimonio civile e tutti gli strumentato dove siamo ora di asserire con discreta ti del caso; sicurezza che non sono affatto buoni? E quindi - Riformare il sistema del copyright e renderpossiamo toglierci o no lo sfizio di vedere come lo più moderno (fra SIAE ed SCF la situazione è ce la caviamo noi? Che forse cattivi non siamo? quantomeno particolare, è mai possibile che A questo punto, per quanto possibile, definiamo strutture e regolamenti concepiti nel mesozoico quel "noi". continuino a dettar legge?); Non mettiamola sul piano meramente anagrafi- - Combattere il digital divide in maniera seria e co (anche se la questione anagrafica è un proble- a livello infrastrutturale non cercando necessama eccome). Diciamo riamente l’accordo che ci sono delle a tutti i costi con i Possiamo toglierci o no lo sfizio persone che sposano privati ma, eventualdi vedere come ce la caviamo noi? delle idee che sono mente, investendo; Che forse cattivi non siamo? giovani e delle perso- Smetterla con anne che invece sposache il solo pensare di no delle idee che sono vecchie. Ci siamo? Bene. realizzare gigantesche opere inutili che costano Diventa fondamentale, ora, descrivere quali triliardi di euro (ve ne viene in mente qualcuna?); idee siano giovani e quali vecchie. Sempre per - Elaborare degli strumenti seri che incentivino i semplificare limitiamoci a descrivere quelle gio- ragazzi a fare impresa; vani (ovviamente a grandi linee, non vogliam - Tassare le rendite finanziarie in maniera cremica scrivere un programma elettorale, no?). dibile; Senza voler cavalcare l'onda dell'antipolitica - Finanziare il più possibile università e ricerca; (che a volte è più politica della politica stessa, - Comprendere che la cultura è un bene fonma anche questo è un altro discorso), diciamo damentale del nostro paese. E che crea posti di che sono idee giovani: lavoro. - Tirare fuori le palle; - Non censurare i contenuti pubblicati sul web - Elaborare un sistema che permetta in maniera ad minchiam; chiara ed intuitiva ai cittadini di comprendere e - Smettere di definirsi e di definire chicchéssia verificare se e in che misura il governo eletto tie- "fascista" e "comunista"; Parlare di giovani e anziani, di nuovo e vecchio ne fede ai propri impegni; - Diminuire il numero delle poltrone, e quindi come lo si sta facendo in queste settimane è dalla diminuzione del numero dei parlamentari anch'esso antiquato. I giovani (quelli che lo giù a cascata con l'accorpamento dei comuni e sono davvero) voteranno chi porterà avanti delle province più piccole (non abolirle tutte in- questi concetti. E se il politico del caso ha meno di 40 anni ancora meglio. Ma tanto meglio. discriminatamente, che è una cavolata);

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CONNESSIONI

DAGLI OCCHI DI UN 2.0enne

di Giacomo Marciani Collegamenti. Virtuali? Non troppo. giacomomarciani giacomomarciani.tumblr.com

2.0

Icontenuti CREANO NUOVE PROFESSIONALITÀ. PERCHÉ?

Mi sono iscritto all'università perchè non voglio trovare un lavoro, ma voglio crearmelo. Odio pensare che il mio destino sia qualcosa di calato dall'alto: come se il mio libero arbitrio si limitasse a scegliere fra opzioni pensate da altri. Oggi voglio provarvi che il web 2.0 non è fissarsi davanti ad uno schermo ad aggiornare la propria pagina Facebook. Oggi voglio spiegarvi perchè il web 2.0 genera nuove professionalità trasversali. Domandiamoci anzitutto cosa sia veramente un social network. Un social network è uno strumento che rende efficiente la comunicazione inter-relazionale. Sebbene efficienza comunicativa non sia sinonimo di efficacia comunicativa, voglio spezzare una lancia a favore della prima perchè le reti sociali hanno la capacità di rendere evidentemente fertile ciò che in luce già esiste. Non penso infatti che i social network corrompano le interazioni sociali; piuttosto ritengo che estremizzino tendenze relazionali già presenti in potenza. Così come il fissato per il sesso si sente legittimato ad avere comportamenti da maniaco solo perchè non deve rendere conto ad un account su facebook, così il geek riesce ad esprimere il proprio potenziale e diventare un guru, proprio perchè non gli importa chi di preciso ha davanti, quanto del feedback che ne riceve. L'efficienza comu-

nicativa può dare due risultati: svuotare e superficializzare i contenuti della comunicazione ("non importa cosa condivido, l'importante è produrre chiacchiericcio per far vedere a me stesso e agli altri che esisto"), oppure fertilizzare interazioni con una produttività non necessariamente direttamente proporzionale alla propria presenza sul web, quanto piuttosto alla consistenza dei contenuti ("condivido per far sapere agli altri come la penso, navigo per sapere gli altri come la pensano. Magari riusciamo a trovare insieme una soluzione"). Il web 2.0 è predisposto alla creazione di nuovi profili professionali trasversali: dai più tecnici, come il web developer, l'UX specialist, il sem/ seo specialist, il web marketing specialist o il cloud computing engineer, fino ai più esperienziali, come il content manager, il social media manager, il community manager ol'e-reputation manager. La creazione di nuovi profili professionali sta accadendo e continuerà ad accadere con incisività esponenziale nel tempo perchè il web 2.0, con la sua predisposizione alla viralità multidirezionale, rende così importanti i contenuti condivisi da rendere necessario lo sviluppo di professionalità capaci di monitorarne e gestirne le potenzialità e, perchè no? Anche di produrne di nuove! Sharing is caring.

LE NUOVE PROFESSIONI Web developer: sviluppatore web.Il suo raggio d'azione va dalla pagina web più semplice, alla sviluppo di codice web oriented general e special purpose. Ux specialist: si occupa di tutto ciò che riguarda l'esperienza dell'utente (UX: User Experience); quindi della progettazione di wireframe e mockup, fino alla realizzazione di interfacce utente. Seo/sem specialist: si occupa di aumentare la visibilità dei contenuti nei motori di ricerca ed è un esperto in strategie di

marketing basate su questo ambito. (SEO, Search Engine Optimization; SEM, Search Engine Marketing). Web marketing: definisce le strategie di marketing online, che vanno dal sem al comune advertising. Cloud Engineer: si occupa di progettazione, gestione e distribuzione di servizi e risorse basate sul cloud computing. Content manager: dirige la redazione di contenuti destinati alla fruizione web e definisce le migliori strategie di pubblicazione.

Social media manager: esperto di servizi e dinamiche web 2.0, ha un ampio raggio d'azione sulla definizione di strategie di marketing volte ad ottimizzare la penetrazione di un brand tramite l'utilizzo dei social media. Community manager: progetta e coordina l'attività di communities 2.0 e ne studia le dinamiche. E-reputation manager: monitora, gestisce e definisce il sentiment di un brand su piattaforme 2.0.


sviluppo sostenibile? Cosa si intende davvero per

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di Simone Itri

Associazione Culturale Libera Polis

L'uomo del paleolitico viveva in equilibrio con la natura, poi il neolitico cambia tutto. Dobbiamo ripartire da queste considerazioni per capire come svilupparci oggi in modo "sostenibile". Pare che oggi questo argomento vada molto di moda, ma poco si è capito di cosa significa questo termine e dove bisogna cercare di arrivare per metterlo in pratica. Un argomento multidisciplinare per eccellenza che ho potuto approfondire leggendo e viaggiando per comunità ed ecovillaggi nel mondo. Ora cerco di mettere in pratica, nella vita, qui nelle campagne di Cerveteri, quello in cui credo. Per chiarire cosa si intende per “sviluppo sostenibile” dobbiamo prendere l’argomento molto alla larga e andare per un momento indietro nel tempo fino al paleolitico. In questa era (la più lunga in cui l’uomo ha vissuto sulla terra, durata 2.500.000 anni - contro i 20.000 tra mesolitico e neolitico sommati) possiamo affermare, con certezza, che l’uomo viveva in modo sostenibile. Cosa significa? Significa che viveva un pò come tutti gli altri animali “in equilibrio” con il resto della natura. Potremmo dire, per anticipare una parte del concetto, che la natura e l’uomo allo stato “primitivo” si sviluppano da sole in modo sostenibile. Potremo dire che nel paleolitico l’uomo ed il suo stile di vita era ancora inserito all’interno di un ecosistema in cui egli traeva sostentamento contribuendo contemporaneamente al sostentamento del sistema. Tutti conoscono la storiella degli uccellini che mangiano le bacche e le defecano altrove seminandole e concimandole: è un piccolo

esempio per far capire che la natura si comporta come se fosse un unico organismo e ogni singolo (batterio, pianta o animale) provvede al proprio sostentamento contribuendo contemporaneamente alla vita dell’ecosistema tutto. Nella natura “selvatica” tutto funziona così! L’uomo del paleolitico viveva in gruppi di un centinaio di individui, cibandosi principalmente di erbe, radici, semi, bacche, frutta, e mangiando ogni tanto un po’ di carne, ed era ancora inserito all’interno di un sistema “naturale”. Il gruppo era coeso e solidale poiché da questa unione derivava la capacità di sopravvivere. Non tagliava tutte le foreste per farne legna o mobili; non sterminava tutti gli animali per abbuffarsi o per divertirsi nel vederli morire. I suoi consumi, al contrario, erano “proporzionati” con quello che il territorio in cui viveva poteva offrirgli e la popolazione umana per milioni di anni ha vissuto in questo modo e non è mai cresciuta a dismisura come nel neolitico, dopo essersi trasformato in agricoltore. Tutt’ora le rarissime popolazioni primitive esistenti e studiate dagli antropologi vivono in modo analogo a quello descritto, confermando queste tesi. Ma poi cosa è successo? Dagli studi condotti sappiamo che l’uomo del paleolitico conosceva da molto tempo il funzionamento della crescita delle piante ma nonostante ciò per millenni ha continuato a vivere da raccoglitore-

cacciatore sta di fatto che ad un certo punto alcuni gruppi diventarono stanziali ed iniziarono a coltivare la terra ed allevare animali. Quello che sappiamo, e che a scuola non ci spiegano affatto bene, è che in questa precisa fase (il passaggio al neolitico) nasce il lavoro (gli uomini preistorici come tutti gli altri animali non lavoravano per vivere, vivevano e basta come gli uccelli nel cielo e le gazzelle nei prati), nasce la coercizione (il lavoro forzato) e la povertà, conseguente alla nascita degli stati e degli imperi con una classe dominante che tassava i sudditi per vivere senza lavorare, nasce la proprietà privata (e di conseguenza le guerre per il possesso della stessa). L’alimentazione a base di cereali crea inoltre una disponibilità calorica eccessiva che porta alla rapida ed eccessiva crescita delle popolazioni; poi nascono le monete e tutto il resto che porterà a guerre, distruzioni ed involuzione nella sensibilità e nelle capacità cognitive dell’uomo moderno, che con l’avvento dell’era petrolifera (chi ha 30 anni o meno probabilmente ne vedrà la fine) tocca il suo apice di sviluppo insostenibile. Dal prossimo numero cercheremo di capire insieme cosa può significare in senso pratico costruire uno sviluppo sostenibile oggi. Per i commenti: liberapolis@email.it verranno tutti pubblicati sul sito internet.

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BACHECAdiALLURE

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OGGETTO: rubrica di informazione moda, eventi, new artists, design.

A prova di slow!

Piano ragazzi, piano miei cari. Ci inoltriamo in quel di dicembre, mese atteso quanto temuto per la frenesia che le feste ci inducono, per la smania dei tanto attesi regali, per il cenone che non può essere che impeccabile... Aiuto! Ma non vi spaventa tutto ciò? Allure è da un pò che ci sta meditando ed è qui per darvi delle dritte, per disintossicarvi da queste convinzioni così affannate, per riportarvi ad uno stato di totale abbandono cosciente, alla nostra dimensione più vera e pura. Un corso di yoga? Una seduta di psicoanalisi? Macché! Molto più facile. Dobbiamo solo comprendere che assecondare dei ritmi di vita così veloci, oltre che impossibile, ci fa sentire inferiori, in difetto, sempre ansiosi. Gente, ascoltatemi. Ormai si sa: il multitasking non funziona, o almeno non è più epoca, c’è il rischio di overload! Ma stiamo scherzando? La soluzione è racchiusa in un’unica parola: Slow. Rallentate. Ci serve un “piano” per uscire dalla trappola della corsa, del veloce, del tutto e subito. Parliamo di vero e proprio stretching cerebrale. C’è un imperativo fondamentale che sta nel ridare l’importanza al tempo, ricaricarlo di valore per decidere di spenderlo nel miglior modo possibile, nella convivialità degli affetti primari e vitali; è infatti proprio insieme agli altri che nascono le idee migliori: rendendo il nostro ozio creativo, il tempo non ci sembrerà mai essere stato così “pulito”. Disconnessione avvenuta. Allacciate le cinture, si parte per questo volo pindarico in questa nuova dimensione, dove il tempo vanta una qualità, un valore aggiunto che rientra nella nostra scelta più ampia. Vi sembro un po' contorta forse? Vi sento miei cari, vi vedo, vi “tasto” e


PROGETTO MISOLA

di Allure - labachecadiallure@libero.it OBIETTIVI: praticare la curiosità, generare il gossip, disinformarvi del fashion.

testo. C’è voglia di guardarsi negli occhi, di leggere, di scegliere toccando con mano, di spendere il tutto con onestà, condividendo sorrisi. ED ECCO QUINDI I CONSIGLI DI ALLURE: puntate su uscite di gruppo con un obiettivo ben prefissato, fosse solo pensare ai vari regali di Natale. Anche per un unico e solo presente, ma pensato e ragionato. Che ne dite di farvi un giro nei molteplici market natalizi che la nostra meravigliosa capitale ci offre? Varie sono le soluzioni all’uopo: mi riferisco al Vintage Market del Circolo degli Artisti - 18 dicembre - se puntate su pezzi usati e non, ma d’eccezione, magari di stilisti indipendenti; all’esclusivo Mercato Monti con banchi ultraselezionati e boutiques di ricerca; al Micca Club che per un’intera domenica - 11 dicembre - diventerà un vero e proprio showroom dedicato al design con la One Day Expo; al Roomgate, evento multisensoriale presso Lo Studio Le Bain dove domina il contrasto tra diverse forme d’espressione e dove potete trovare un market di nicchia accanto a un susseguirsi di mostre culturali - 7/14/21/28 dicembre; all’Happy Sanday Market presso Ex Lanificio 159 - 8/18 dicembre - che vi attende per passare una giornata diversa tra abbigliamento, accessori, bigiotteria, arredamento, libri, musica e tanto altro; al Bollywood Christmas Market al Room 26 - il 18 dicembre - dove si rinnova l'appuntamento con Le Bazar Bizarre occasione per uno shopping natalizio alternativo. Quanta magia in tutto ciò, non vi pare? C’è l’imbarazzo della scelta, fate voi: osservate, comprate, curiosate, ma il tutto gustatelo con molta calma, semplicemente... Slow!

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A NATALE INSIEME SI PUO' FARE UN SACCO!

Al via la nuova campagna di solidarietà di ANIMO in collaborazione con VoiceOver. Una cartolina regalo a forma di sacco che permetterà l’acquisto di pacchi di farina di misola da destinare ai bambini dell’Orfanotrofio Wend Mib Tiri di Yako (Burkina Faso).

Il PROGETTO MISOLA è la nuova iniziativa di solidarietà di ANIMO per il Natale 2011 a favore dell’Orfanotrofio Wend Mib Tiri di Yako (Burkina Faso). L’ associazione ANIMO è da più di un anno impegnata nell’aiuto verso questo orfanotrofio. La struttura che si trova in uno degli Stati più poveri dell’Africa ospita 35 bambini bisognosi di aiuto. Una delegazione di volontari (di cui ha fatto parte anche VoiceOver) ha appena fatto ritorno da Yako descrivendo una situazione ancora preoccupante anche se migliore rispetto allo scorso anno. Grazie agli interventi coordinati dalla nostra amica e collaboratrice Rita Leorato, oggi l’orfanotrofio dispone di un pozzo, di bagni, di elettricità e di dormitorio attrezzato con lettini; inoltre grazie alle adozioni a distanza alcuni bambini più grandi riescono anche a studiare. Ma il punto cardine della relazione dei volontari in missione umanitaria a Yako è sintetizzabile

in una vera e propria emergenza sanitaria derivante dalla malnutrizione. I due medici presenti nell’ultima spedizione hanno accertato attraverso visite specialistiche e adottando i protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, uno stato di cattiva e insufficiente alimentazione da combattere con somministrazioni controllate di cibi altamente proteici e nutritivi come la Misola, una farina composta con prodotti locali come il miglio e le arachidi arricchite da vitamine e sali minerali. Due pasti al

giorno per 15 giorni costituiscono una cura per combattere la malnutrizione e di conseguenza le malattie da essa derivate, offrendo un valido aiuto alla lotta contro la fame. Perché sia efficace è bene ripetere il ciclo più volte durante l'anno. Per tale motivo l’obiettivo di ANIMO è quello di far fronte a questa emergenza predisponendo un progetto di autosufficienza alimentare che possa rendere autonoma la struttura nel medio periodo attraverso un programma di coltivazione in loco di colture sotto la supervisione di un agronomo. Nell’immediato l’obiettivo è quello di aiutare questi bambini meravigliosi con aiuti alimentari che riescano a soddisfare le esigenze alimentari dell’orfanotrofio per tutto il 2012. Per far fronte a tale fabbisogno nasce il PROGETTO MISOLA. Con la vendita di una cartolina a forma di sacco si permetterà l’acquisto di circa due chilogrammi di Misola che verrà poi recapitata all’orfanotrofio. Il vostro gesto aiuterà l’emancipazione

PRESENTAZIONE “PROGETTO MISOLA”

Partecipa insieme a VoiceOver alla presentazione di queste cartoline regalo. Ti aspettiamo: sabato 10 dicembre - ore 19 presso Malibu Beach via Lungomare Marina di palo Ladispoli. La serata ad ingresso libero prevede la presentazione del progetto, un aperitivo con musica dal vivo e soprattutto l’inizio delle vendite delle cartoline. Non mancate! DOVE TROVARE LA CARTOLINA:

Presso Civico74 snc via la spezia 74 - Ladispoli tel. 0699220146 dal lunedi al venerdi (10/13.30 e 16/19.30). E in altri punti di distribuzione che puoi trovare sul sito web www.associazioneanimo.org

alimentare per almeno un anno di questa piccolo pezzo di cuore in Africa. Potrà sembrare poco ma il vostro gesto significherà tanto, INSIEME SI PUÒ FARE UN SACCO! Per seguire tutto il progetto misola visita il sito web www.associazioneanimo.org.

TATTOO MUSIC

Viale Italia 97, Ladispoli - 06.9947833 - VISITA IL SITO - www.tattoomusicladispoli.it e seguici su FACEBOOK 9



www.etruriaecofestival.it.

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Il grande successo di VoiceOver ed Etruria al Medimex

Eco Festival Di VoiceOver Network e staff Etruria Eco Festival

Ottomila metri quadri di spazio espositivo, centocinquanta stand, circa mille tra operatori, artisti e giornalisti provenienti da ventuno paesi, cinquanta appuntamenti musicali live, venti convegni, presentazioni e incontri d’autore: questi sono stati in sintesi i numeri del Medimex, la fiera delle Musiche del Mediterraneo, organizzata da Puglia Sounds, tenutasi a Bari dal 25 al 27 novembre. Siamo stati letteralmente presi d’assalto. Nel senso migliore del termine! Al Medimex abbiamo vissuto la bellissima esperienza di “standisti”, il che significa che eravamo li per parlare di noi, per raccontare i nostri progetti, per raccogliere proposte. Tredici persone che hanno trasformato lo stand n.28 in una sorta di festa continua. Una sorta di punto di aggregazione dove, se stavi al Medimex, prima o poi ci capitavi spinto dalla curiosità. E tra centinaia di persone sono passati a salutarci Nichi Vendola, Franco Battiato, Caparezza, Daniele Silvestri, Pierpaolo Capovilla (Teatro degli Orrori), Radiodervish, 99 Posse, Enrico Capuano, Piotta, Luca Valtorta (direttore del magazine XL) che ci hanno regalato tanta energia oltre che interviste per la Web Radio. “Big” a parte, in questa grande

fiera di settore abbiamo potuto confrontarci con un mondo per alcuni versi sconosciuto, fatto di artisti internazionali, etichette discografiche, giornali di settore, radio, aziende e istituzioni. Ognuno era li per parlare di sé, e per avviare collaborazioni. Noi abbiamo cercato di raccogliere tutto il raccoglibile. Lo stand di VoiceOver ed Etruria Eco Festival, a detta di molti, è stato tra i più belli e i più gettonati di tutta la fiera (merito del bellissimo allestimento curato da Radici Creative) ed è stato preso di mira da quasi un centinaio di musicisti emergenti che si sono presentati con i propri dischi affinché fossero ascoltati e scelti per partecipare alla prossima edizione di Etruria Eco Festival, prevista per la fine di agosto o per qualche passaggio in radio. Ma il Medimex è stata anche una grande opportunità per conoscere altri progetti e iniziative, fornendo un grande numero di spunti per la

nascita di collaborazioni, partnership e gemellaggi. D’altra parte, come recita lo slogan della fiera, “la musica è lavoro” e con questa convinzione tutti gli operatori del settore della musica indipendente si sono avvicinati fra loro in una grande rete che si dimostra ancor più forte e più viva di tutte le “major” discografiche e di tutti i festival “mainstream”, caratterizzati più dall’entità economica che dalla passione per la musica. Un’esperienza, quindi, completamente positiva che siamo convinti contribuirà ad arricchire e migliorare l’esperienza del network VoiceOver e dell’Etruria Eco Festival, magari anche aprendo una finestra sul Mediterraneo e su realtà provenienti da tutte le

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sponde di un mare che da sempre rappresenta la culla della cultura e dell’arte. Per il momento, non resta che farvi ascoltare le registrazioni e le interviste fatte al Medimex in podcast sul sito www.voiceovernetwork.it e mostrarvi le foto che abbiamo pubblicato anche su www.etruriaecofestival.it.


Cinema

IL GIORNO IN PIÙ NELLE SALE DAL 2 DICEMBRE

di Simone Giacinti e Nancy Gasbarra

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Lunedì 28 novembre VoiceOver era presente alla prima romana di IL GIORNO IN PIÙ la nuova commedia sentimentale di Massimo Venier tratta dall’omonimo best-seller di Fabio Volo. Al cinema Adriano tra le poltrone rosso magenta molta gente divertita, pronta a far domande e sviscerare qualcosa in più all’ex panettiere bresciano. La conferenza dura circa un’ora con la massima disponibilità di tutti i presenti sul palco, pronti a scherzare alle domande facete, ma anche a rispondere seriamente sollevando alcuni temi importanti. Tra gli altri, oltre i già citati Fabio Volo e Massimo Venier, erano presenti anche Isabella Ragonese, che interpreta Michela (la donna di cui Giacomo si innamora), Camilla Filippi (nei panni di Silvia l’amica sfigata), Pietro Ragusa (nelle vesti di Dante il collega depresso), Michele Pellegrini (lo sceneggiatore) e il produttore Beppe Caschetto. Tra le solite domande a volte anche un po’ stucchevoli sui richiami agli altri film, i complimenti e le sviolinate al cast e la domanda di rito a Fabio Volo che possiamo leggere su ogni sua intervista: “è autobiografico il tuo romanzo?”, è uscito fuori un bel botta e risposta su temi importanti a livello cinematografico, come l’impegno nel non farla diventare una commedia tossica e la difficoltà nel lavorare insieme (Massimo e Fabio) avendo due caratteri così forti; a livello sociale, come il problema sollevato da Volo sulla perdita dei ruoli.

Il personaggio del film si stacca dal Giacomo del romanzo. È stato difficile immedesimarsi in un personaggio differente da quello che tu avevi immaginato? Fabio Volo: «Quando uno legge il mio libro pensa sempre che sto raccontando la mia storia. L’ultimo è un diario segreto di una donna, ma anche su questo mi si accusa di autobiografia. Il Giacomo del libro mi assomigliava in tante cose ma non ero io quindi, non è stata una violenza dal libro a riportarlo sul set un po’ diverso. E vi dico la verità, ero così euforico di girare a New York che non mi ricordo niente. Mi sono sentito Joe Pesci per quasi un mese». È un film molto romantico. Il destinatario potrebbe essere un pubblico non per forza italiano? Massimo Venier: «Il film è stato impostato come se il pubblico potesse anche non essere per forza italiano e ce lo auguriamo. Ma lo abbiamo fat-

Direttamente da Radio DeeJay torna con un film da protagonista tratto da uno dei suoi romanzi più venduti. La commedia è diretta da Massimo Venier.

to per un motivo solo: perché questo genere di film va fatto così. La commedia sentimentale leggera può essere anche molto tossica e noi speriamo di aver evitato questa cosa». Può definire meglio l’aggettivo "tossica"? Massimo Venier: «Indubbiamente l’elevata sdolcinatezza in una commedia romantica può sfociare in una ridondante stucchevolezza. Inoltre spesso queste commedie sono maschiliste quindi le figure femminili sono sostituibili e quasi figurine. Noi con Isabella e Camilla abbiamo puntato molto sullo spessore anche delle figure femminili che non sono solo di rimbalzo». Ci sono spunti ad altri film? Fabio Volo: «Ogni volta che presento un film c’è sempre qualcuno che dice che assomiglia ad un altro film. Se piove è “Blade runner”, se c’è un nano è “Lynch”, se ci sono due che fanno del sesso e sono uomini è “Almodovar”. Secondo me è un film che parla di una

storia d’amore bella e leggera. Particolarmente romantico e per niente sdolcinato. Lavori, vai a casa, fai la doccia e porti la compagna al cinema e passi due belle ore. E, fondamentalmente, cosa volete dal cinema?». Nel primo appuntamento c’è uno scambio di battute cine-televisive: si parla di cinema italiano anni 60 e serie televisive americane. Questa divisione è presente anche nel film? Veronesi «Si. Non è una cosa netta, ma la prima parte è molto italiana anni ’60 con molti primi piani, poi quando ci si sposta a New York si cambia. Con Paolo Carnera (direttore della fotografia) abbiamo deciso di distinguere molto nettamente i due momenti della storia per dargli appunto una divisione e riuscire a raccontare il cambiamento del personaggio anche attraverso il cambiamento di scena. Un cambiamento che avviene quando Giacomo esce da Milano. Il lavoro fatto sulla luce a mio avviso è stato fondamentale.».

LA TRAMA

PARTIAMO DAL FILM

Giacomo Pasetti (Fabio Volo) è bravo nel lavoro, con le donne e soprattutto nell’evitare accuratamente ogni sorta d’impegno affettivo e sentimentale. La sua vita cambia quando incontra una ragazza su un tram, un’apparizione improvvisa in mezzo ai passeggeri, uno scambio di sguardi, una bellezza sfuggente che divengono presto una vera e propria ossessione.

CURIOSITÀ pieno di scrittori in erba, agenti in carriera, e donne manager sempre fornite di netbook per scrivere, è il luogo da dove è uscito “Il giorno in più” di Fabio Volo. Lui racconta che andava lì per scrivere e che trovava la giusta serenità. Perché come recita la copertina del menù (in cecoslovacco “Jsem tu jako doma”): “Qui mi sento a casa”.

A New York anche se non ci sei stato è come se ci sei già stato migliaia di volte. Scene di film, ambientazioni di romanzi, racconti di amici. È una città che non è di nessuno, ma è un po’ di tutti. Poi se sei italiano ed hai un momento di sconforto, di mancanza del focolare domestico a noi tanto caro, puoi rifugiarti in uno dei posti più “italiani” della grande mela: Il Doma Cafè. Questo posticino accogliente, 12


ALCUNE DOMANDE A FABIO VOLO Sei riuscito a staccarti dal romanzo per scrivere la sceneggiatura? «Andavamo nello studio di Massimo a scrivere. Il primo momento è stato con il libro sul tavolo. Quindi all’inizio io mi avvicinavo a lui con le dovute misure. Poi con il passare del tempo ci siamo resi conto che c’era un’aria di rispetto reciproco che non avrebbe portato da nessuna parte, perché scontentava entrambi. A me non piacevano delle scene ma non dicevo niente per non intromettermi nel suo lavoro, lui faceva lo stesso. Da quel giorno abbiamo deciso cos’era importante che rimanesse nel film: il sentimento fondamentalmente. Poi tutto il resto è stato scritto insieme». Hai mai pensato di essere tu il regista di un tuo libro? «Ci ho pensato, come ho pensato di fare l’astronauta perché ho una vita sola e voglio fare più cose possibili. Ma ogni volta che arrivo ad un passo dal prendere la decisione mi tiro indietro. Ho capito che voglio fare altri film prima di provare a mettermi dietro la macchina». In quasi tutti i tuoi libri esce prima o poi da un personaggio la voglia di non crescere, la così detta Sindrome di Peter Pan. Anche questo Giacomo un po’ ne soffre? «Io non sono mai stato d’accordo sulla definizione della Sindrome di Peter Pan. È un’analisi che non ho mai sposato, soprattutto quando accostata a me. Non credo che i trentenni di oggi vivano questa sindrome e che

non riescano a crescere. Ci sarebbe da concentrarsi di più sul crollo e la successiva perdita dei ruoli. Non so se mio padre voleva sposarsi e fare dei figli. Non so se mio nonno ci abbia mai pensato. Ho sempre visto che si faceva così, non c’erano spiegazioni. Si diventava genitori, mariti e mogli. Si diventava dei ruoli. Quelli secondo voi erano cresciuti? Assolutamente no. Erano ragazzi che uscivano da casa di mamma per entrare nella casa di un’altra donna con cui avevano lo stesso rapporto. Ora le donne possono andare dove vogliono. Se mio padre usciva da Brescia e per lavoro doveva andare a Pescara mia madre sarebbe andata con lui. Il ruolo è un vestito e dentro c’è quello che fai. In questo crollo è mancata un’eduzione al sentimento. Chi doveva farla quest’educazione? Per esempio la parte intellettuale trovando dei mezzi per arrivare alla masse invece di vergognarsi di mettersi al loro pari. La televisione che però ormai è politicizzata e quindi non può farlo. I genitori che però non avevano una loro educazione: facevano così perché si doveva fare. Quando qualcuno trova screditante farsi capire da chi ti ascolta, produce uno specchio dove ci si masturba per vedere quanto si è belli, piuttosto di comunicare». Finita la conferenza scappano tutti alla tappa successiva: Torino film Fest, per la presentazione di “Il giorno in più” come film fuori concorso.

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Libri

SARÀ LA POESIA A SALVARCI. Parola di CARLO CUPPINI

di Gianfranco Marcucci

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Da pochi giorni è uscito “Militanza del Fiore” il primo libro di poesie del blogger fiorentino con prefazione di Adriano Sofri. Partiamo dalla copertina del tuo libro (disegnata da Giorgio Fratini), che è meravigliosa. Un fiore che spunta dalle macerie. Mi trasmette nello stesso tempo l'inquietudine per l'oggi e speranza per il futuro. Ma cosa volevi comunicare? Che sarà il fiore della poesia a salvarci? «Viviamo tra le macerie del tempo, per noi sembra non esserci futuro né presente, e neanche passato. Ci resta un non-mondo patinato dove siamo stati deportati con il nostro consenso, come Pinocchio nel Paese dei Balocchi. Sì, penso che la bellezza ci salverà, perché la bellezza ha lo sguardo rivolto alla gioia. La bellezza è intrecciata al desiderio e ha dentro di sé l’inizio della politica. Queste poesie cercano il fiore: la bellezza intesa come pienezza, come aumento di libertà e di vita. È un atto di resistenza, un paradosso, un rischio. Come una rosa sotto le bombe». La poesia come arma contro l’omologazione e lucciola luminosa davanti alle tenebre. Ci vedo molto Pasolini dietro a questo tuo ragionamento. Quindi sei anche tu un poeta “militante” che vuole riaffidare alla poesia una funzione politica e non solo estetica? «La poesia è politica... purché non si limiti a “parlare” di politica! Non è con la denuncia che l'arte influisce. Lo fa invece quando con la sua

azione rivela la sfrenata libertà del linguaggio: così ci ricorda che spetta a noi esseri umani, a ognuno di noi individualmente e non alle strutture di potere, dare i nomi alle cose, inventare i nessi, le cesure, i significati che ci fanno vivere. Anche se ufficialmente questo è proibito». Non molto tempo fa hai affermato sul tuo blog (http://militanzadelfiore.blogspot.com) che bisogna mettere la poesia nelle prime pagine dei quotidiani e non relegarla nelle noiose e marginali pagine culturali. Una bella provocazione intellettuale o credi veramente che prima o poi si realizzerà? «I quotidiani esistono per informarci, ma ancor più per "sincronizzarci": è necessario che tutti conveniamo sul genere di morto che deve stare in prima pagina e su quello che si merita solo la ventesima. Dai mezzi di informazione si propaga una schizofrenia che sorregge la nostra società, dove ogni giudizio è temporaneo, arbitrario, pilotato, funzionale a oscuri scopi. In "1984" Orwell definiva tutto questo "bispensiero": l’apice si raggiunge quando i cittadini sono portati a credere che "2+2=5". La pazzia poetica potrebbe costituire un valido antidoto a questa malattia “di stato”. Se i giornali volessero davvero metterci in contatto con la realtà farebbero bene a ospitare tra gli

articoli qualche fiammata di poesia iconoclasta!». Il primo libro di poesie e subito la prefazione firmata da Adriano Sofri. Credo che avere come lettore affezionato uno dei più importanti intellettuali italiani sia una soddisfazione non trascurabile. Ma quindi sei veramente uno bravo? «Queste poesie sono degli incontri di boxe – o degli scontri d'amore – con la realtà, più che dei prodotti letterari. Per questo non mi piaceva l'idea che fosse un critico a introdurle. Ho subito pensato ad Adriano Sofri per la sua sensibilità, l'ironia, la cultura sempre legata al senso di civiltà che trapelano in ogni suo scritto. Mi sono detto: perché non provare? Gli ho portato la bozza del libro, lui ha detto che ci avrebbe pensato. Dopo un mese è arrivato il testo: arguto, divertente, generoso. Ancora oggi non so come esprimergli la mia gratitudine: le tre poesie a lui dedicate non sono abbastanza...». Per chiudere. So che ami molto giocare con le parole. Quindi se ti dico "Mario Monti" tu cosa mi rispondi? «Rovesciando il detto latino, “melius deficere quam abundare”: meglio un solo Monti che TreMonti! Però mi auguro di non trovarmi presto ad anagrammare il suo nome in questo modo: TI AMMIRO? NO».

MilitanzadelFIORE

di Carlo Cuppini MASCHIETTO EDITORE

L’AUTORE Carlo Cuppini è redattore presso la casa editrice Maschietto Editore. Scrittore, poeta e giornalista freelance, ha pubblicato su “Il Manifesto”, “Alfabeta2”, “Culture teatrali”, “Latinoamerica”, “Il Nuovo Corriere di Firenze”. Sue raccolte poetiche sono state pubblicate nell'antologia Frecce verso l'altro (selezione Nodo Sottile, Marcos y Marcos 2010) e nei blog letterari "Nazione Indiana" e "AbsoluteVille". Il suo romanzo breve Giordano Bruno. Il mago (finalista Premio Campiello Giovani 1998), è stato pubblicato nell'antologia I ragazzi del Campiello/3 (Marsilio Editore). Militanza del fiore è la sua prima raccolta di poesie.

IL LIBRO La poesia di Carlo Cuppini procede per scarti e sobbalzi, cercando di sgretolare il linguaggio delle cose per aprire varchi nel codice interno della mente. Le sette sezioni del libro parlano della “Funzione del corpo”, dei “Passaggi dell’angelo”, della strage di Ustica; presentano un ciclo di “coreografie”, un viaggio nei territori palestinesi, un “Kit per i superstiti”; riscrivono l’Inno nazionale attraverso variazioni e traduzioni automatiche. La prefazione di Adriano Sofri contestualizza la poetica di Cuppini nel panorama culturale contemporaneo. Il volume è arricchito da sette tavole grafiche realizzate da artisti contemporanei.

PUOI TROVARLO: - nelle migliori librerie - a Ladispoli

LIBRERIA ODISSEA viale Italia, 35

- direttamente sul sito web www.maschiettoeditore.com

Libri

OGNI LUOGO È MUGLIONE E MUGLIONE NON È NIENTE MALE

di Stefania Vignaroli

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Siete mai stati a Muglione? No? Vi consiglio di farci un salto. In realtà non c’è un gran che dal punto di visto architettonico, è un paesino della Toscana disteso su una pianura, anche un po’ anonima. I suoi abitanti sono fissati con il ciclismo e con la pesca. È ricco di fossi e fiumiciattoli. Se decidete di andare a pescare tradizione vuole che le esche le compriate al negozio del signor Marelli. Se non trovate lui dietro al bancone è perché sta allenando Mirko, un bambino delle medie che secondo voci di paese diventerà un campione del ciclismo e risolleverà le sorti di un Muglione a cui la natura

ha dato poco, e la storia ancora meno. In quel caso troverete Fiorenzo, il figlio di Marelli, non spaventatevi se prenderà i bigattini con una mano sola. Vi basterà poco tempo per vedere con i vostri occhi come solo cinque dita bastano per stringere la vita. Dovete proprio andare a Muglione, perché è come andare in Toscana e non visitare Firenze, o andare a scuola e non conoscere Dante. Poi magari non ti piace, ma devi sapere chi è. Mi sono dimenticata di dirvi una cosa: Muglione non esiste. Questo paese prende vita solo in Esche Vive, libro di Fabio Genovesi. Scusate mi correggo ancora, Muglione, in realtà, è un po’ ovunque, solo che prima di leggere questo libro, tutte quelle paure, quelle possibilità, quella parte di vita di cui a volte faresti a meno e che subito dopo torna a stupirti, tanto che senti di ringraziarla nuovamente, non aveva un nome. Ora si: Muglione. Cosa c’è

di eccezionale in questo libro? Nulla a parte le verità di una realtà a volte ingrata, a volte meravigliosa, a volte dura. È questa la sua eccezionalità, perché troppo spesso le verità sono un eccezione. È concreto in ogni capitolo, è così onesto che a volte mentre leggi ti fanno male gli occhi. È così vero che, come nella vita, al capitolo successivo ridi, e ridi così tanto che questa volta a farti male è la pancia. Incontrerete personaggi che vi sembreranno persone perché non hanno veli. Il tratto di penna che li ha creati

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non ha cercato di renderli accattivanti e forse è proprio per questo che lo sono comunque. Le loro parole vi torneranno in mente anche una volta chiuso il libro. Come le parole di un amico. Senza rendervene conto anche voi pescherete, nei pensieri, nei ricordi, nelle riflessioni. Ci sono pesche che non hanno bisogno di esche. Sono quelle in cui non importa il pesce che abboccherà, ma il fatto che stai pescando. Ci sono pesci che invece ne hanno bisogno, ma solo quando abboccano ti domandi

se tu hai bisogno di loro. Ci vuole più coraggio a togliere l’amo e veder scivolare la tua preda che a tirarla su. Ogni occasione ha la sua esca, basta saper vedere oltre la superficie dell’acqua. Pescate nei fiumiciattoli di Muglione e fateci sapere se il vostro pesce ha abboccato, soprattutto fateci sapere se avete preferito girare il mulinello o lasciarlo andare via. L’adrenalina in fondo si ha quando la canna da pesca trema e quando sai che quel pesce, a cui hai dimostrato coraggio, te la farà tremare ancora.


Occhio indiscreto sul mondo...

Il vecchio e

IL BAMBINO S.G.: il nipote

Illustrazione di Valentino Spadoni

di Nadia Bellotti

ilvecchioeilbambino.tumblr.com

Proverò attraverso gli occhi di mio nonno a descrivere quelli che sono i gesti più usuali, ma per lui inconsueti, della nostra società. Spero di riuscirci con il passo di un giovane e la saggezza di un anziano.

N

Nonni a confronto.

Dachau - 24/12/1943 Cara Isa, come al solito scrivo con il dubbio che le mie lettere non ti arriveranno mai. Le scrivo ma, ovviamente, le tengo per me. Se ti arriveranno vorrà dire che sono vivo, che ci riabbracceremo e che potrò raccontarti tutto di persona. Mi sono reso conto che oggi è la vigilia di Natale. Qui non si festeggia, ma c’è un'aria di rilassamento nei volti di coloro che hanno capito che giorno è. Ieri Antonio, il mio compagno di letto, mi ha detto “Se proprio devo morire, farlo il giorno di Natale sarebbe fantastico.” Anche tra i tedeschi il clima è più rilassato. Abbiamo passato un anno di “esperimenti”. Qui li chiamano così. La coppia Schutz e Shilling per tutto l’anno, da gennaio, ha iniettato nelle vene di circa 1000 di noi (la mia camerata esclusa) un vaccino che ci salverà dalle malattie tropicali e dalla malaria; o

Roma - Borgo Pio 24/12/1943 Metto a posto tutto. Come ar solito sto a fa' tardi. Ripongo l’orologi drentro a li cassetti. Elsa a casa m’aspetta. Sento già l’odore de fritto da qua. Er menù è sempre lo stesso e, come tutti l’anni, è bono. Già sento l’odore de pasta cor tonno da qua. Entrà drentro casa co le luci dell’arbero che illuminano er presepio sotto, e vedè mi moje e le sorelle in cucina a dannasse l’anima pe fa magnà li mariti, è una delle poche cose che me fa staccà a

almeno, così ci hanno detto. Poi, ad un certo punto dell’anno, circa quattro mesi dopo il vaccino, è scoppiata un’epidemia di tifo ed il campo è stato messo in quarantena. I tedeschi non entrarono per molti mesi e noi pensavamo alla liberazione, con corpi inermi che si accasciavano qua e là. Ironia della sorte: i miei compagni erano contenti di morire perché si sentivano liberi. Alcuni morirono apposta. Finito il resoconto annuale di ciò che succede da queste parti, mando un augurio grande a tutti voi, ricordando le belle tavolate e quel clima caldo che da noi un po' manca (sono tre mesi che nevica). I giorni di festa sono molto pesanti per noi, ma sono quelli che ci danno la forza per rialzarci e combattere, per riassaporare la bellezza e la pace di stare con i propri cari. P.S. Sono stato nominato l’organizzatore del Natale in camerata, quindi ti lascio. Ho da coordinare quelli che stanno facendo le palline per l’albero e gli artisti che con le pagine di giornale fanno i personaggi del il presepe. Speriamo venga bene.

testa dar pensiero d’a guera. Le guardie che se so portati via l’amici mia e ancora nun ho capito ndo l’hanno portati. L’artro ieri me so entrati ner negozio pe dimme “A Natale devi stà chiuso!”. J’ho detto de si ma drentro al testa mia me girava ‘n pensiero: “Mica me lo devi di te che devo sta chiuso. Io a Natale sto a casa mia, guera o non guera!”. Tiro giù la seranda. Prima de annà a casa passo da Gianni a faje l’auguri e a pià na bottija, che stasera se stappa.

Ascoltate: These street di Paolo Nutini - Romeo and Juliet di Dire Straits Leggete: Il gabbiano di Jonathan Livingston.

RISVEGLI

È

LA FINESTRA DI FRONTE

D

Dal 4° piano del condominio che tengo d’occhio dalla mia finestra l’immagine che arriva è a intermittenza: adesso sì, adesso no. C'è un albero di Natale in casa, fervono i preparativi, quest’anno la Vigilia va in atto qui: "che dici faccio due primi e poi chiudo con l’orata Sergio?". Sergio è la vittima sacrificale di questo Natale 2011, come l’orata che cadrà nel suo piatto la sera del 24 Sergio vorrebbe fuggire, ma non può perché Marcella è sua moglie: “Marcè, come fai fai bene, per me se fai un primo e due secondi però è meglio!” “Scusa Sergio che hai detto? Ti ricordo che tua sorella va sempre a risparmio. E io dovrei spendere tutta la tredicesima?” Marcella sarà perfetta: capelli cotonati, gonna nera, cardigan rosso, le perle al collo e ben in vista il brillante di quando è nato Manuel Sergio, metterà la cravatta. In casa l’albero acceso e sotto pacchetti con bigliettini tutti uguali pure nel pensiero, il cesto con le noci, la tavola imbandita col servizio buono e Sergio sarà impeccabile, sa che se sbaglia Marcella gli servirà gli spaghetti sbattendoglieli nel piatto, come fosse calcestruzzo! In un angolo il tavolo dei bambini, il tavolino sfigato dove non un solo bicchiere è coordinato all’altro e non una sola sedia è gemella a un’altra. Questa addobbatissima casa si animerà sotto i miei occhi, le donne come ancelle porteranno in trionfo le portate su vassoi scoordinati barcollando su tacchi che non mettevano dall’ultimo matrimonio della figlia di un cugino. Ci sarà il vischio, la confezione della Bauli col pandoro e lo spumante da aprire a mezzanotte. Donne stipate in cucina intente a farsi confidenze mai troppo sincere, che poi, lo sanno pure loro, ci sarà da chiacchierarne coi mariti. Uomini pressappoco inguaiati come l’orata, che non potranno far altro che assecondare perché il dissenso equivarrebbe ad una dichiarazione bellica! Le portate potresti citarle come una formazione: spaghetto con le vongole, orata, frittura di verdure, insalata di rinforzo, frutta, frutta secca, pandoro, panettone, torrone, datteri, fichi, noci e chili di mandarini che poi c’è la tombolata e c’è sempre lo zio che chiama con malizia quel famoso 23 o il 77, “le gambe delle donne”, e lo fa ammiccando la zia bona. Verso le 23:00 zio Luigi si vestirà da Babbo Natale, sarà un po’ alticcio e sbaglierà a leggere i bigliettini d’auguri così consegnerà a Mario il regalo di Carlo, a Carlo quello di Lucia, e capiterà che Lucia scarti le mutande di Carlo e Carlo la sottana di Lucia. Comunque se ne sopravvive gli uomini porteranno via buste cariche di regali e sacchetti con gli avanzi annodati col canavaccio, che c’è sempre una nonna a cui fa brutto buttare tutto quel ben di Dio, si tornerà a casa e potete scommetterci l’ultima frase prima dell’armistizio sarà: “Amore, l’anno prossimo a Natale ti porto in crociera che a me 'ste feste me mettono un’ansia!”. Sergio, se la caverà soprattutto perché a Marcella ha regalato un week-end alle terme e perché in fondo, è cosciente sarà sempre e comunque lungo solo 24 ORE! Per l’orata invece non c’è scampo, lei è già spacciata!

di Gyani

È già passato del tempo da quando si è istituito il nuovo governo: per molti è stato un sospiro di sollievo: "mai più" per molti altri una disgrazia: "poi ve ne accorgerete e ci rimpiangerete". In televisione ogni giorno, a qualunque ora, specie la sera non è difficile trovare qualcuno/a con la pistola in mano che per far finta, si ammazza in mille modi creativi, almeno fino all'ora del telegiornale, quando ci si uccide davvero.

LA MEDITAZIONE NELLA VITA QUOTIDIANA A ben vedere dovunque getti lo sguardo si trovano conflitti tra popoli, razze, sportivi, economisti, modelli di pensiero giovani e tradizionalisti, uomini e donne, politici. Perfino nelle religioni, dove dovrebbero essere tutti d'accordo (religo: tenere unito) c'è sempre stata acerrima tenzone. Programmi basati solo sugli insulti. Tutto per dimostrare che IO valgo più di te e tu vali meno. Perché si continua con questa massacrante conflittualità?

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Da dove nasce? La notizia non buona è che siamo noi stessi ad alimentarla nella nostra testa, tanto da offuscare l'intelligenza del cuore. La buona notizia è che abbiamo un cuore. Un mondo migliore inizia da noi: con i nostri pensieri creiamo il mondo. Ecco, allora a cosa serve la meditazione: una attitudine che non ci farà più aprire una discarica dentro noi stessi per seppellire la nostra paura, ma porterà consapevolezza e trasformerà in luce, coraggio e voglia di fare scelte nuove da condividere con gli altri esseri. Siamo un unico organismo sociale e possiamo mantenerlo sano. Proprio come il nostro corpo, se sta bene il fegato sta bene tutto il resto e sta bene anche il padrone del fegato: tu. Non importa quanto va veloce il mondo che ci circonda, non importa che venga usata la globalizzazione per sfruttare di più le risorse del pianeta, non importa che milioni di esseri umani vengano tenuti schiavi della miseria. Non importa fino a quando ci sentiamo isolati ma, se apro il mio cuore all’ascolto scopro di essere senza confini: sensibile a ciò che circonda il mondo mio e degli altri. Essere aperti significa: libertà, ricettività e sensibilità nello scoprire che i miei bisogni sono condivisibili, socializzabili e consapevolmente organizzabili. Allora nella tua famiglia fai scorrere energie rinnovate e così pure nel tuo lavoro o nella ricerca di un lavoro con la tua ragazza e il tuo ragazzo, tra amici e tra nemici con la fiducia che non siamo soli.


Gli

DICEMBRE

EVENTI

STACCA LAGUIDA

da non perdere a cura di Gianfranco Marcucci

e portala con te!

VUOI SEGNALARCI UN EVENTO? Scrivi a: redazionespettacoli@voiceovernetwork.it

GUIDA COMPLETA agli spettacoli ed eventi della Capitale e del Litorale MERCOLEDÌ 7 MUSICA A Toys Orchestra Roma - Lanificio 159 - Via di Pietralata, 159 ore 22:00 Indie rock emotional info: www.lanificio159. com CULTURA Più libri più liberi (fino a 11 dic) Roma - Palazzo dei Congressi - Piazzale J.F. Kennedy, 1 - ore 10:00/20:00 Grandi autori, 411 piccoli e medi editori, 300 iniziative in programma - info: www.piulibripiuliberi.it MUSICA Luca Carboni Roma - Gran Teatro Viale Tor di Quinto - ore 21:00 - info: www. ilgranteatro.it MUSICA Sud Sound System + Papa Leu + Ghetto Eden Roma - Orion - Viale Kennedy, 52-ore 21:00 - Dancehall pre festività - info: www. radiorockroma.it TEATRO CapoTrave (fino al 9 dic) Roma - Angelo Mai Via delle Terme di Caracalla, 55/A-ore 21:00 - In scena lo spettacolo “Nel Bosco” info: www.angelomai. org MUSICA Eyeconoclast Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Metal core info: www.trafficlive.org MUSICA Il Tuo Fottuto Freak&C. Roma - Circolo degli Illuminati - Via G. Libetta, 3 - ore 22:00 - Mini festival

di alternativo italiano con Quackers and Mormons, Piano for Airport, The Grannies e Beats Me - info: www. circolodegliilluminati.it

Lykaion + Oblivion Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Metal - info: www.sinisternoise.com

GIOVEDÌ 8

VENERDÌ 9

MUSICA Zola Jesus + Bachelorette Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 21:30 - Dream pop - info: www.circoloartisti.it

VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Thurston Moore Roma - Auditorium Parco della Musica Viale P. De Coubertin, 30 - 21:00 - Indie rock - info: www.auditorium. com EVENTI I Soliti Idioti Roma - Atlantico Live - Viale dell’Oceano Atlantico, 271 ore 21:00 - con Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, i due protagonisti della sketch comedy televisiva più amata di Mtv. Ospiti d’onore delle serate saranno i personaggi più popolari della serie - info: www. atlanticoroma.it MUSICA Gross Magic Roma - Muzak - Via di Monte Testaccio, 38 - ore 22:00 Dream pop - info: muzakmontecocci@ gmail.com CULTURA I Borghese e l’antico (fino al 9 apr) Roma - Galleria Borghese - Piazzale del Museo Borghese, 5 ore 9:00/19:00 In mostra opere di arte antica appartenute alla Collezione Borghese e oggi al Louvre - info: www.galleriaborghese.it MUSICA

infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com MUSICA Maroon 5 - Roma Atlantico Live - Viale dell’Oceano Atlantico, 271 - ore 21:00 - Soft rock - info: www. atlanticoroma.it

MUSICA Matteo Fraboni Organ Duo Cerveteri (Rm)RENDEZ VOUS - Piazza Risorgimento, 16 - ore 22:00 - Con Matteo Fraboni, Drums e Sandro Mambella, Hammond - infoline e prenotazioni: 06 90209750 - www. rendezvousbistrot.it

MUSICA Le Strisce + FSH Roma - Blackout - Via Casilina, 713 - ore 21:30 - Indie - info: www.blackoutrockclub. com MUSICA Gogol Acoustic Bordello Roma - Orion - Viale Kennedy, 52 - ore 21:00 - Eugene Hütz unplugged experience - info: www. radiorockroma.it

VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Paul di Anno Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00 - L’Ex Iron Maiden in concerto infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com

MUSICA Atari + TheGiornalisti Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 - ore 22:00 - Doppietta indie italiana. Saranno presentati i due album “Can Eating Hot Stars Make Me Sick?” e “Vol. 1” info: www.circoloartisti.it

MUSICA Peter Hook - RomaOrion - Viale Kennedy, 52-ore 21:00 - Live hard rock - info: www. radiorockroma.it

MUSICA Alfio Antico Roma -Teatro Studio c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Elio rilegge l’opera di Rossini - info: www.auditorium.com

MUSICA Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma Roma - Teatro dell’Opera - Piazza B. Gigli, 7 - ore 20:30 Dirige Riccardo Muti con “Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma” - info: www. operaroma.it

MUSICA Pape Kanoute & Mande Quartet Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A - ore 22:30 - Afro mande jazz. A seguire afro dancehall - info: www. angelomai.org

SABATO 10 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Rosalia De Souza Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 ore 22:00 - Percussioni cubane in chiave jazz

MUSICA Kamikaze Queens Roma - Micca Club -

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Via P. Micca, 7/a - ore 22:30 - Rockabilly e 20s Berlin. A seguire dj set con La Notte del Giaguaro - info: www. miccaclub.com MUSICA Avant-Garde + Sinezamia Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b - ore 22:00 - Dark wave e post punk - info: www. sinisternoise.com

DOMENICA 11 EVENTI One Day Expo & Temporary Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a - ore 19:00 - Expo e showroom di abbigliamento, design e dischi con dj set a cura di Club Kids e aperitivo - info: www.miccaclub. com EVENTI Wi-Fi Art meets Toys in Town Roma - Circolo degli Artisti - Via Casilina Vecchia, 42 -ore 19:00 - Aperitivo, dj set e un’esposizione di oltre 40 toys - info: www. circoloartisti.it MUSICA Raphael Gualazzi Roma - Sala Santa Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Easy pop jazz - info: www. auditorium.com CULTURA Lezioni di storia Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 11:00 - Andrea Giardina snocciola la travagliata liasion tra Cleopatra e Antonio info: www.auditorium. com

EVENTI Mercato Monti Roma - Hotel Palatino Via Leonina, 46/48-ore 10:00/20:00 - Creativi, collezionisti e store selezionati vendono i propri pezzi migliori. Riferimento per lo shopping alternativo romano.

LUNEDÌ 12 TEATRO Medea Roma - Teatro di Tor Bella Monaca - Via B. Cirino-ore 21:00 - Spettacolo per la regia di Luca Archibugi - info: www. teatrotorbellamonaca.it MUSICA Geograph Night Roma - Fanfulla 101 Via F. da Lodi, 5 - ore 21:00 - La rumorosa label romana presente i live di Trapcoustic, Calcutta e Grip Casino info: www.fanfulla.org

MARTEDÌ 13 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Crashdiet Osteria Nuova (Rm) - CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 - ore 22:00 - Rock svedese - infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com MUSICA Dente Roma - Piper Club - Via Tagliamento, 9 - ore 21:30 - Cantautorato. Sarà presentato il nuovo “Io tra di noi” info: www.piperclub.it MUSICA Memorie di Adriano Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - I brani del Celentano nazionale rivisti da Peppe Servillo,


Gli

EVENTI

DICEMBRE

Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli info: www.auditorium.com TEATRO Emma Dante (fino al 23 dic) Roma - Teatro Palladium - Piazza B. Romano, 8 - ore 21:00 Emma Dante torna al Palladium con “La trilogia degli occhiali” info: www.teatropalladium.it TEATRO Oh Happy Day (fino al 18 dic) - Roma Cometa Off - Via L. della Robbia, 47 - ore 21:00 - Spettacolo di Emanuela Giovannini info: www.teatrodellacometa.it CULTURA The Veterans Book Project - Roma MACRO 138 - Via Nizza, 138-ore 18:00 - Tavola rotonda sul lavoro dell’artista Monica Haller con Andrea Cortellessa, Arturo Mazzarella e Tommaso Pincio - info: www. macro.roma.museum

MERCOLEDÌ 14 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Le Maschere Vuote Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00 - Le Maschere Vuote sono un gruppo della zona di Cerveteri - Cerenovainfoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com MUSICA Jay Jay Johanson Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30-ore 21:00 - Trip hop e nu jazz - info: www. auditorium.com CULTURA Ombre di guerra (fino al 5 feb) Roma - Complesso museale dell’Ara Pacis - Lungotevere in Augusta - ore 9:00/19:00 - Come ogni fine anno, anche in questo dicembre si stileranno le classifiche

delle immagini più rappresentative dei 12 mesi appena trascorsi, che poi daranno vita a premi e contropremi info: www.arapacis.it MUSICA Ute Lemper Roma - Sala Santa Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica Viale p. De Coubertin, 30-ore 21:00 - Ute Lemper canta Piazzolla - info: www.auditorium. com MUSICA Gianmaria Testa Quartet Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30-ore 21:00 - Jazz - info: www.auditorium.com MUSICA Giorgio Canali & Rossofuoco Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A-ore 21:00 - Dal vivo l’ex C.S.I. - info: www. angelomai.org TEATRO Parole parole parole (fino al 18 dic) - Roma - Teatro Trastevere via Jacopa de' Settesoli 3 - ore 21:00 Spettacolo Comico della Compagnia Panni Sporchi info: info@teatrotrastevere.it

GIOVEDÌ 15 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Myrath Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00-Progressive metal band tunisinainfoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com CULTURA MAXXIinWeb Roma - MAXXI - Via G. Reni, 2/f-ore 21:00 Incontro pubblico con Moreno Cedroni - info: www.fondazionemaxxi.it MUSICA The Oscillation Roma - Animal Social Club - Via di

da non perdere Portonaccio, 23e - ore 22:00 - Cosmic gaze dall’Inghilterra - info: www.animalsocialclub. com MUSICA Discoverland Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A - ore 21:00 - Dal vivo il nuovo progetto di Roberto Angelini e Pier Cortese - info: www. angelomai.org

Roma - Traffic - Via Prenestina, 738-ore 22:00 - Garage dalla Francia - info: www. trafficlive.org MUSICA Alexi Murdoch Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Cantautorato folk pop. Sarà presentato il nuovo “Towards the Sun” info: www.auditorium.com

MUSICA Luminal Roma - Traffic - Via Prenestina, 738 - ore 22:00 - Rock e wave info: www.trafficlive.org

SABATO 17 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Jeff Lorber Fusion Osteria Nuova (Rm)CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00 - Jazz fusion infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com

MUSICA Sonar Flut + Arsea + Thunderdome Roma - Sinister Noise - Via dei Magazzini Generali, 4/b-ore 22:00 Metal goth - info: www. sinisternoise.com

MUSICA Sick Tamburo Roma - Rising Love Via delle Conce, 14-ore 22:00 - Electro punk prozachiano - info: www.risinglove.it

VENERDÌ 16 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Sanna/Bortone/ Fraboni Trio Cerveteri (Rm)RENDEZ VOUS - Piazza Risorgimento, 16-ore 22:00 - Con Domenico Sanna, Piano, Matteo Bortone, Bass e Matteo Fraboni, Drums infoline e prenotazioni: 06 90209750 - www. rendezvousbistrot.it

MUSICA Verdena + Bugo Roma - Atlantico Live - Viale dell’Oceano Atlantico, 271-ore 21:00 - Doppietta tricolore - info: www. atlanticoroma.it MUSICA Cartoon Heroes Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30-ore 21:00 - Dal vivo un all star di compositori, musicisti e interpreti dell sigle anni 70 e 80 info: www.auditorium.com

VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA GENESIS Guitar Project Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771 -ore 22:00-Tribute band italiana dei Genesisinfoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com CULTURA Monika Bulaj (fino al 15 gen) Roma - Officine Fotografiche Via Libetta, 1/A - Reportage di 37 scatti dall’Afghanistan dal titolo “Nur (luce)” info: www. officinefotografiche.org MUSICA King Salami

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fa’ - Via Benedetta, 25ore 11:00/2:00 - Birre natalizie da ogni parte del mondo CULTURA Corviale Urban LAB Roma - Corviale - via di Corviale - dalle ore 11:00 - Giornata di musica, esposizioni e workshop. Da segnarsi il “Walk show nel Serpentone” percorso di visita radioguidato nel complesso abitativo info: corvialeurbanlab.it TEATRO Compagnia Teatro dell’Applauso (fino al 18 dic) - Roma - Teatro Furio Camillo - Via Camilla, 44 - ore 21:00 In scena lo spettacolo “Ghiunaicos” di Elisa Faggioni - info: www. exiteatro.com

DOMENICA 18

Roma - Black Market - Via Panisperna, 101 - ore 21:00 Cantautorato dalla Sicilia - info: eventi@ indieforbunnies.com

MARTEDÌ 20 MUSICA James Hall & Worship & Praise Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel - info: www.auditorium.com TEATRO L’ingegner Gadda va alla guerra (fino al 21 dic) Roma - Teatro Biblioteca Quarticciolo ore 21:00 - In scena lo spettacolo per la regia di Giuseppe Bertolucci info: www.robibliotecaquarticciolo.it

EVENTI One Day Expo & Temporary Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a-ore 19:00 Expo e showroom di abbigliamento, design e dischi con dj set a cura di Club Kids e aperitivo info: www.miccaclub.com

TEATRO ART (fino al 15 gen)Roma - Teatro Eliseo - via Nazionale, 183 ore 20:45 - In scena lo spettacolo di Yasmina Reza - info: www. teatroeliseo.it

TEATRO PlayToy Orchestra Roma - Teatro Olimpico - Piazza Gentile da Fabriano, 17 - ore 21:00 - Musiche di Beethoven, Rossini, Brahms, Čajkovskij suonate con stumenti giocattolo info: www.teatroolimpico.it

MUSICA F.O.C.U.S. Sound of Victory Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel info: www.auditorium.com

MUSICA Karmamoi Roma - Sin - Via Libetta, 13 - ore 22:00 - Indie pop

EVENTI Mercato Monti Roma - Hotel Palatino - Via Leonina, 46/48 ore 10:00/20:00 Creativi, collezionisti e store selezionati vendono i propri pezzi migliori. Riferimento per lo shopping alternativo romano.

EVENTI Mercato di Campagna Amica Roma - Parco Pensili c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30ore 10:00 - Prodotti bio e contadini tra le strutture di Renzo Piano info: www.auditorium.com

EVENTI Birre sotto l’albero (fino al 18 dic) - Roma - Ma che siete venuti a

LUNEDÌ 19 MUSICA Thony

MERCOLEDÌ 21

CULTURA Arte povera 2011 (fino al 4 mar) Roma - Galleria Nazionale d’Arte Moderna - Viale Delle Belle Arti, 131 - ore 8:30/19:30 - Omaggio alla corrente artistica italiana a cavallo tra gli anni 60 e 70 info: www.gnam. beniculturali.it CULTURA Gianfranco Baruchello (fino al 4 mar) Roma - Galleria Nazionale d’Arte Moderna - Viale Delle Belle Arti, 131 - ore 8:30/19:30 Mostra realizzata in


Gli

EVENTI

DICEMBRE

da non perdere collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Grafica che indaga le relazioni tra pittura e fotografia - info: www. gnam.beniculturali.it MUSICA Eddie & The Hot Rocks Roma - The Place - Via Alberico II, 27/29 - ore 21:00 - Serata di cover funk, rock e soul info: www.theplace.it

GIOVEDÌ 22 MUSICA Concerto di Natale Roma - Teatro Olimpico - Piazza Gentile da Fabriano, 17-ore 21:00 - Musiche tradizionali - info: www. teatroolimpico.it MUSICA Gnut Roma - Angelo Mai - Via delle Terme di Caracalla, 55/A - ore 22:30 - Folk rock - info: www.angelomai.org MUSICA Earl Bynum & As we are feat. Cora Armstrong Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel - info: www.auditorium.com CULTURA B-side (fino al 1 gen) Roma - Teatro Vascello - Via G. Carini, 78 ore 21:00 - In scena lo spettacolo di di Alessandro Bardani e Armando Ortolani per la regia di Fulvio Calderoni - info: www. teatrovascello.it

VENERDÌ 23 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Christmas party Roma - RENDEZ VOUS Piazza Risorgimento, 16 - ore 22:00 - Con Mara Tomaselli: vocalist, Quintino Protopapa: piano, Guido Giacomini: contrabbasso e Paolo Bax: batteria - infoline e prenotazioni: 06 90209750 - www. rendezvousbistrot.it

MUSICA Rossana Casale Roma - The Place - Via Alberico II, 27/29 - ore 21:00 - Concerto di Natale in chiave jazz info: www.theplace.it MUSICA Walt Whitman & The Soul Children of Chicago Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel - info: www.auditorium.com MUSICA Akuna Matata Roma - Contestaccio Via di Monte Testaccio, 65/b - ore 22:00 - 18 percussione per un concerto pre natalizio a tema brasileiro www.myspace.com/ contestaccio MUSICA Emoticons Roma - La Casa del Jazz - Viale di Porta Ardeatina, 55 - ore 21:00 - Jazz dal vivo info: www.casajazz.it

DOMENICA 25 EVENTI One Day Expo & Temporary Roma - Micca Club - Via P. Micca, 7/a-ore 19:00Expo e showroom di abbigliamento, design e dischi con dj set a cura di Club Kids e aperitivo info: www.miccaclub.com MUSICA The Christmas Ska Festival Roma - Animal Social Club - Via di Portonaccio, 23e-ore 22:00 - Festeggiamenti natalizi inna original style. Sul palco Roy Ellis (Jamaica), Dr. Ding Ring (Germania), Shots In The Dark (Roma). Prima e dopo dj set - info: www. animalsocialclub.com MUSICA Claudio Baglioni (fino al 4 gen) Roma - Sala Santa Cecilia c/o Auditorium Parco della Musica Viale p. De Coubertin, 30-ore 21:00 - DIECI DITA, il nuovo progetto

di Claudio Baglioni, un altro momento straordinario della sua fantastica carriera. info: www.animalsocialclub.com

TEATRO Mimmo Cuticchio Roma - Teatro Studio - c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Il cuntastorie ripercorre le vicende di Garibaldi e dei Mille info: www.auditorium. com

MUSICA Walt Whitman & The Soul Children of Chicago Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel info: www.auditorium.com

MUSICA Crystal Aikin Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel info: www.auditorium.com

LUNEDÌ 26 MUSICA Jovanotti Roma - Palalottomatica - Piazzale dello Sportore 21:00 - Prevendite abituali

TEATRO Il padre della sposa (fino al 31 dic) Roma - Cometa Off Via L. della Robbia, 47 - ore 21:00 In scena lo spettacolo di Gianluca Tocci www.teatrodellacometa.it

MUSICA Gino Paoli e Danilo Rea Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Concerto per piano e voce - info: www.auditorium.com

MERCOLEDÌ 28 MUSICA The Harlem Jubilee Singers Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel info: www.auditorium.com

MUSICA The Anthony Morgan’s inspirational Choir Of Harlem SALA SINOPOLI C/O AUDITORIUM - Roma Sala Sinopoli c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 ore 21:00 - Gospel. In programma un live anche alle 11.00 info: www.auditorium.com

GIOVEDÌ 29 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Jam Blunt Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 ore 22:30 Tribute band al grande cantautore inglese James Blunt infoline e prenotazioni: 06.3046645 www.crossroadsliveclub.com

MUSICA World Spirit Orchestra Roma - La Casa del Jazz - Viale di Porta Ardeatina, 55 - ore 21:00 - Lezione e concerto gospel info: www.casajazz.it

MUSICA Marky Ramone Ciampino (Rm) Stazione Birra - Via Placanica 172 - ore 21:30 - Dal vivo la batteria dei Ramones info: www.stazionebirra.biz

MARTEDÌ 27 MUSICA Gino Paoli Roma - Sala Petrassi c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 info: www.auditorium.com

VENERDÌ 30 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA Monsters of Moscow Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club - Via Braccianese 771

-ore 22:30 - Tributo al più grande Monsters of rock di tutti tempi infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com MUSICA Robin Brown & Triumphant Delegation Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium pParco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 21:00 - Gospel - info: www.auditorium.com

MUSICA Negramaro Roma - Area Fori Imperiali - ore 22:00

PAROLA DI SCRITTORE di Stefania Vignaroli

SABATO 31 VOICEOVER CONSIGLIA:

MUSICA CAPODANNO AL CROSSROADS Osteria Nuova (Rm) CROSSROADS Live Club Via Braccianese 771 ore 22:30 - SPECIALE CAPODANNO al CROSS ROADS Live Club - infoline e prenotazioni: 06 3046645 - www. crossroadsliveclub.com EVENTI We Run Rome Roma - Luoghi vari ore 12:00 Dieci chilometri di corsa per festeggiare il Capodanno con in cuffia quattro tracce di Jamie Jones, Nina Kraviz, Marco Carola e Silvie Loto powered by Nike info: www.werunrome.it MUSICA South Caroline Mass Choir Roma - Sala Sinopoli c/o Auditorium Parco della Musica - Viale p. De Coubertin, 30 - ore 22:00 - Gospel info: www.auditorium.com MUSICA Laura Pausini (fino al 6 gen) Roma - Palalottomatica Piazzale dello Sport ore 21:00 - Prevendite abituali MUSICA Cristina D’Avena Roma - Piper Club - Via Tagliamento, 9 - ore 22:00 - Capodanno con le musiche dei cartoni animati versione disco info: www.piperclub.it

Un volume che raccoglie lo studio delle collaborazioni giornalistiche dei maggiori autori del Novecento, sarà presentato Lunedì 19 alle ore 18:00, presso la libreria Arion Esposizioni, Via Milano 15, angolo Via Nazionale ROMA. Il Palazzo delle Esposizioni, nel cuore di Roma, farà da cornice al libro edito da Bulzoni e curato da Carlo Serafini. A presentare il volume Pierluigi Battista, grande firma del Corriere della Sera. Interverranno Mirella Serri e Nicola Merola, moderatore Paolo di Paolo. Il libro è uno studio critico su quello che è stato nel XX secolo il rapporto tra scrittore e giornalismo realizzato direttamente sul campo: sugli articoli. La raccolta segue un disegno che mira ad evidenziare come il giornalismo culturale si sia trasformato nell’arco del secolo dal “bello scrivere” a luogo di comprensione della società. L’incontro è aperto a tutti, ne vale la pena, non mancate.. Parola di Scrittore!

PUB - BIRRERIA aperto tutti i giorni

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CERVETERI (Rm) via Francesco Rosati, 23 Tel. 338.8581181 19


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Il

SAPORE DELLA MUSICA APERITIVO DI NATALE di Marco Filacchioni

Ogni mese una ricetta diversa, da preparare a suon di musica. Press play and let’s start cooking

F

“Fingendo gioia e sorpresa, davanti ai regali che disprezziamo assieme al vino brulé, con te… …Come ci aggrappiamo ogni Natale a quei fiocchi di neve e nell'inferno speriamo che non finisca mai”.

PLAY LIST Bianco Natale - Irene Grandi All I want for christmas is you - Mariah Carey Cold december night - Michael Bublé Last christmas - Wham Natale tutti i giorni o non è Natale mai - Jovanotti & Carboni Do they know it’s christmas? - Band Aid '86 - '05 White christmas - Bing Crosby Let it snow! Let it snow! Let it snow! - Dean Martin Wonderful christmas time - Paul McCartney Step into christmas - Elton John Happy christmas (War is over) - John Lennon & Yoko Ono Rockin’ around the christmas tree - Brenda Lee Christmas time - The Darknes Winter wonderland - Ozzy Osbourne & Jessica Simpson Jingle bell rock - Bobby Helms Santa Claus is coming to town - Michael Bublé

INGREDIENTI Brachetto D’Acqui - Campari - Disaronno Succo di pompelmo rosa - Angostura - 140 grammi di riso ½ litro latte - 50 g burro - 3 cucchiaio parmigiano 2 peperoni arrostiti - 12 fettine fontina - Filetti di aringa Farina di mai grossa/polenta istantanea - 200g pasta brisée 100g gamberetti piccoli puliti - 100g di gamberi argentina Zucchine - Salmone affumicato.

Dicembre chiama Natale; non volevo cadere però nel banale o proporvi la solita ricettona natalizia pesante che avanza fino a Santo Stefano. Ho deciso quindi di proporvi un idea: l’aperitivo di Natale. Di tanto in tanto è bello cambiare la routine con una ventata di novità, così quando inviterete gli amici per una tombolata invece del solito panettone, pandoro e torrone, li stupirete con questo aperitivo. Ovviamente la musica è sempre il piatto principale, quindi preparate la playlist e gli ingredienti: press play and let’s start cooking! Per iniziare la voce di Irene Grandi è perfetta e la sua versione aiuta a preparare il riso. Fate cuocere nel latte il riso al dente, scolatelo e incorporatelo con il burro, i tuorli e il parmigiano in una terrina. Mariah Carey vi aiu-

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terà a montate gli albumi a neve e aggiungeteli al riso. Stendete omogeneamente il composto in una teglia e infornatelo a 180° per 20 minuti rendendo la superficie dorata e croccante. Infine fatene dei cubetti e serviteli con patè a piacere, gamberi e salmone. Preparate la polenta e lasciatela freddare su una teglia rettangolare. La prima canzone natalizia di Michael Bublè ci accompagnerà; tagliate la polenta a fette rettangolari, e metteteci sopra i peperoni a listarelle, fettine sottili di fontina e un pezzo di filetto di acciuga, facendoli gratinare in forno. Ascoltate Jovanotti mentre pulite i gamberi e li saltate velocemente in padella con aglio sedano e carote, poi sfumateli col vino. Tagliate a fette per lungo 3 zucchine e saltatele con un filo d’olio (o, se preferi-

te, grigliatele). Stendete la pasta brisée, con in sottofondo Do They Know It’s Christmas 1986, ricavatene delle striscioline e fateci degli involtini avvolgendo i gamberi con le zucchine e la pasta. Adesso finite di cuocerli in forno spennellandoli prima con dell’olio, ascoltando la versione del 2005. Poi serviteli come un cocktail di gamberi e scegliete la versione che più vi piace per l’aperitivo. E adesso la chicca: il Cocktail aperitivo che accompagnerà il tutto. In un tumbler (o un bicchiere stretto e alto) con il ghiaccio mettete 2 parti di Campari, 1 parte di Disaronno, 2 parti di succo di pompelmo rosa, gocce di Angostura e colmate con il Brachetto. Adesso non vi resta che mettere in loop la playlist e gustarla insieme agli stuzzichini preparati.


FRAME This must be the scene

Il cinema visto da chi va al cinema.

Cinema

di Shaila Risolo

N

Nell'ultimo applauditissimo film "This must be the place" di Paolo Sorrentino salta agli occhi una scena cult che noi vi raccontiamo così... Quando la scena si apre su una donna seduta che sfoglia un giornale a tempo di musica è inevitabile domandarsi "Ma dove sono?". Un attimo fa Cheyenne Penn era seduto su una panchina del Central. Per ora l’unica cosa che sembra familiare è la musica dei Talking Heads, che rimanda direttamente al titolo del film. Lei così composta, il tappetino, la lampada, il cagnolino, cosa c'entra con la vita di Cheyenne? Il piano si allarga e la scena acquista spazio e respiro; la donna che legge ora è immersa in un'ambientazione anni '70, ma qualcosa non torna. Poi spunta una testa. È quella di David Byrne, il fondatore dei Talking Heads, che con il suo gruppo gioioso e allegro esegue ‘This must be the place’. Allora, solo allora, si capisce che la donna è l’elemento umano di una cornice scenografica. Il gruppo si esibisce e la macchina da presa continua ad allontanarsi, forse c'è dell'altro. Ecco, in basso le teste di un pubblico divertito… balla, ondeggia a tempo di musica. Relax, è un concerto. Poi ecco un nuovo imprevisto. La donna è immersa in una struttura che inizia a muoversi, si piega, si alza, sovrasta e supera Byrne e il suo gruppo. Una

VoiceOver consiglia

trovata di Sorrentino, amante della meccanica e delle strane costruzioni. Ma questa struttura ha anche un significato nella lettura del film: le dimensioni si sovrappongono, così come la realtà del mondo delle tournee e delle rockstar contrasta e viene schiacciata dalla vitaquotidiana, intima e personale di Cheyenne. Byrne, acclamato dal suo pubblico, è il musicista capace di rinnovarsi, totalmente in antitesi con il protagonista. Inoltre, il suo look contrasta con l’immagine burtiana di Sean Penn. C'è uno scontro fra due mondi, fra realtà che lottano per ritrovarsi e sopravvivere nella crudeltà della vita e dei cinici meccanismi. Non a caso di 'meccanismi' si tratta. Però lo sguardo si sposta, fa un mezzo giro e si immerge fra la folla, alla ricerca di qualcosa. Sembra di essere lì, fra il pubblico. Si balla e quasi viene voglia di bere una birra. Fino a quando appare lui, Cheyenne, con un'espressione che racchiude in sé lo sgomento e la disperazione. Una faccia che, così come questa scena, potrebbe rappresentare tutto il film. This must be the scene, questa deve essere la scena!

NELLE SALE a dicembre

MIDNIGHT IN PARIS (venerdì 2). Raffinato viaggio nel tempo per un film colmo di speranza. Regia di Woody Allen. Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Michael Sheen, Nina Arianda, Kurt Fuller. Genere Commedia produzione USA, Spagna, 2011.

SHERLOCK HOLMES - Gioco di ombre (venerdì 16). Jared Harris prende il volto del professor Moriarty. Un film di Guy Ritchie. Con Robert Downey Jr., Jude Law, Noomi Rapace, Stephen Fry, Jared Harris. Genere Azione, produzione USA, 2011.

IL GIORNO IN PIÙ (venerdì 2). Trasposizione dell'omonimo romanzo di Fabio Volo. Un film di Massimo Venier. Con Fabio Volo, Isabella Ragonese, Camilla Filippi, Roberto Citran, Pietro Ragusa. Genere Commedia, produzione Italia, 2011.

LE IDI DI MARZO (venerdì 16). Un lucido romanzo di formazione lontano da implicazioni qualunquiste. Un film di George Clooney. Con Ryan Gosling, George Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei. Genere Drammatico, produzione USA, 2011.

LE NEVI DEL KILIMANGIARO (venerdì 2). Dramma sociale leggero come un palloncino. Un film di Robert Guédiguian. Con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Maryline Canto. Genere Drammatico, produzione Francia, 2011.

ARTHUR E LA GUERRA DEI DUE MONDI (venerdì 23). Il terzo capitolo della saga animata targata Luc Besson. Un film di Luc Besson. Con Freddie Highmore, Mia Farrow, Richard Davis, Penelope Ann Balfour, Robert Stanton. Genere Fantastico, Ratings: Kids, produzione Francia, 2010.

LIGABUE - Campovolo 2.0 3D (mercoledì 7). L'epocale concerto di Ligabue approda sul grande schermo in 3D. Un film di Marco Salom. Con Luciano Ligabue. Genere Documentario musicale, produzione Italia, 2011.

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La

SUP@POSTA del

Dr. Suppinski

I

Il dr. Sarlo Suppinski, tuttologo di fama internazionale e professore emerito in sette università sparse nel globo, risponde ogni mese alle domande dei lettori. Scrivete, a vostro rischio, a sup@pin.ski.

Egregio dr. Suppinski,

Cara Suponka Suposkaia,

senta cosa mi è accaduto qualche settimana fa. Dopo gli allenamenti torno a casa, mi rilasso, mi faccio una tisana, e suona il telefono. Vado a rispondere: “Chi è?”. “Il Presidente”. “Buonasera Abete”. “Ma quale abete!”. “Non è Giancarlo Abete?”. “E chi è ’sto Giancarlo Abete?”. “Il Presidente della FIGC!”. “Ma che dice? Quello si chiamava Berlusconi!”. “Ho detto FIGC, non FIG...”. “Va be’, lasciamo perdere abeti e presepi, anche se si avvicina il Natale. E’ proprio a proposito di Berlusconi che ti chiamo”. “Ma insomma, mi vuole dire chi è LEI?”. “Ma il Presidente della Repubblica, no?, sono Giorgio, perdìo!”. “Cazzarola, che sorpresa! A cosa devo l’onore?”. “Tu sei un giovanotto sensibile e informato: sai certamente che il Berlusca ormai è fottuto... Di qui a poco mi toccherà mettere su un nuovo governo per salvare baracca, burattini e mozzarelle di bufala”. “E, se posso permettermi, perché sta dicendo tutto questo a me?”. “Tu, Cesarino mio, sarai il nuovo Presidente del Consiglio: hai talento, sai compattare una squadra e farla vincere, perché parli al cuore delle persone. E mi venga un colpo se l’Italia non ha bisogno proprio di questo!”. “L’idea non mi dispiace... Presidente, accetto!”. “Non correre: prima devi dirmi quali sono le tue idee per salvare il culo a tutti”. “È semplice: basta fare come con una squadra di calcio. Primo: tutti sono uguali, le stesse opportunità, la stessa paga. Sì, più o meno: puoi oscillare da 4 a 5 milioni... ma di certo uno non può prendere dieci, o cento, o mille volte di più di un altro, come succede nelle aziende! Se no quello si incazza, e poi non rende, e la squadra va in vacca. Secondo: tutti pagano quel che c’è da pagare. Quando si va tutti in pizzeria, per esempio, se metà dei giocatori se ne va senza pagare il conto e gli tocca pagarlo agli altri... siamo sempre lì: quelli si incazzano, e fanno bene! Quindi: stroncare l’evasione fiscale. Terzo: bisogna che tutti siano in forma, che stiano bene, che siano contenti, soddisfatti, se no col cappero che la palla va in rete! Allora ci vuole lo stato sociale, la sanità che funziona, l’istruzione gratuita, i sussidi di disoccupazione, la babysitter gratis, nessuna pensione d’oro...”. “Basta! Fermati disgraziato! Mi sono sbagliato! Dimentica questa telefonata: io non ti ho mai chiamato, capito?! Cristo! Gli propongo di fare il Premier e questo mi parla di stato sociale... Qua va a finire che mi tocca chiamare Monti, altro che Prandelli!”. E detto questo ha buttato giù il telefono. Ora io mi chiedo, e le chiedo, dr. Suppinski: è questo il modo di concludere una telefonata?

Fischiper

FIASCHI

Stefano Fiaschi

È veramente finito il Berlusconismo. E ora io cosa cazzo faccio? ////////////////////////////////////////////////////////////////////// //////////////////////////////////////////////

Lo spread si alza ancora, la soluzione sarebbe mettergli un po' di ansia da prestazione.

UNA POLTRONA PER DUE

Suo Aliprando (detto Cesare) Prandelli ***** Un attimo prima di abbandonare il suo involucro corporeo, il mio maestro di meditazione mi disse: “La palla rotola perché è tonda. Ma la stupidità della gente è quadrata, e non si smuove. E i problemi crescono. E tutto andrà presto a rotoli. Così, come vedi, si torna di nuovo alla palla. E il mondo continua sempre uguale a se stesso: la solita merda”. Medita. E se fondi un partito, ti potrei votare.

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hai visto cosa mi è capitato? Me l’hanno messo nel sacco, ecco cosa hanno fatto! E non mi è piaciuto per niente! E al mio posto c’hanno messo quel morto... quel Morti, Monti, Monto... com’è che si chiama? No! Sono io che monto, e basta! Lui non monta un bel niente, che di sicuro non gli tira più da vent’anni! Anche se è più giovane di me, sembra mio nonno! Che affronto! Io che per il bene dell’Italia ho sempre spinto per le erezioni anticipate, altro che governo tecnico! Io a 3 anni già ce le avevo: una volta ho sputato il ciuccio e ho stuprato la mia balia. Per questo gli italiani mi hanno votato per vent’anni, cribbio! Ma adesso per tirarmi su sai che faccio? Prendo il jet e vengo da te... E poi ti lecco e ti succhio e ti stecco e ti ciuccio e ti faccio e ti stendo e ti prendo e ti incanto e ti schianto e ti arrendo e ti vendo e ti uso e ti arruffo e ti stantuffo e ti grandepuffo e ti mordo e ti guardo e ti vesto da infermiera e ti spoglio tutta nuda e ti rigiro e ti riprendo e ti spupazzo e ti strabuzzo e ti sbattezzo e ti sbatto e ti sbatacchio e ti straccio e ti scartafaccio e ti processo e ti assolvo e ti corrompo e ti compro e ti prescrivo e ti eleggo e ti mediasetto e ti fininvesto e ti mondadoro e ti forzamilan e ti emiliofedo e ti sgranocchio e ti perforo e ti traforo e ti altavelocìto e ti riduco le tasse e ti fotto e ti strafotto e ti arcifotto e ti rifotto e ti scorteccio e ti scoreggio e poi ti faccio la cacca addosso. Aspettami, mia Suponka! C’ho l’aereo di Stato che parte, tra due ore son lì! Silvio ***** Caro Silvio, pubblico la tua lettera perché così forse ti deciderai a fare attenzione al completamento automatico degli indirizzi di gmail: è la quinta volta che sbagli indirizzo e mandi a me le email rivolte a questa signora Suponka. Come disse Alessandro Manzoni al mio bisnonno (che a romanzo finito lo aiutò a contare il numero di battute dei Promessi sposi, spazi inclusi): “Il troppo stroppia.” E tu hai stroppiato di brutto.


Consigli

read'n'play Antonella Coluccia da Genova ci suggerisce una letture e Giacio da casa ci accosta una canzone. Buona lettura, e buon ascolto!

La

read

di Paolo Trucchi paolotrucchi@voiceovermagazine.it

COME DEPREDARE IL SUD DEL MONDO

Baranes Andrea - Terre di mezzo, 2009.

"La crisi che ha colpito l'intero pianeta rischia di mettere in discussione lo status quo faticosamente raggiunto. Ma (...) può rappresentare un'opportunità per rilanciare e inasprire ulteriormente gli squilibri internazionali, lo sfruttamento (...) dei più poveri, il depredamento delle risorse naturali (...)".

Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l'ora suonò. Goffredo Mameli Genova 1827 - Roma 1849

play

LA BELLA VITA

Jovanotti

"On chante toutes les chançons que nous viennent par la tete, on danse, on saute, on bouge dans tout les sens on parle, on rigole, chez nous c'est la fete, l'Africa c'est chic!".

Scrittore, poeta, patriota. Non ancora ventenne compose “Canto degl’Italiani”, più noto in seguito come Inno di Mameli. Per una ferita riportata in battaglia gli venne amputata una gamba, per la sopravvenuta infezione morì il 6 luglio 1849, a soli 21 anni.


Teatro

IMPRESA DI FAMIGLIA

In ESCLUSIVA per VoiceOver

di Francesca Pompili

Per informazioni sulle date degli spettacoli: www.raccontiteatrali.it

C

Pierpaolo, il tema trattato da te e tuo fratello Ivan in Impresa di famiglia è assolutamente attuale sebbene l'opera sia stata scritta dodici anni fa. Ritieni importante il testo ed i suoi contenuti in uno spettacolo essenziale e crudo come la vostra opera? «Lo ritengo fondamentale perché è il rife-

rimento primo e ultimo che motiva sia gli dei soliti colleghi teatranti. E aggiungo: attori che la regia. L’attualità dopo tanti che bello!». anni di un’Italia ancora in crisi è sconcer- Parliamo del Valle, argomento a noi tante perché rivela l’immobilità in cui sia- caro. So che fai parte di un collettivo di mo immersi da più di un decennio ormai. autori che condivide il principio della A me hanno insegnato che l’economia è cultura come bene comune. Viviamo un movimento, dunque se si blocca, recede. periodo storico in cui invece la cultura Ma la realtà ha superato la mia analisi; io viene spesso calpestata e messa da parparlavo di crisi dell’economia reale, oggi te, dove si fa fatica non tanto a creare, la finanza ha surclassato tutti scollegan- quanto piuttosto a riuscire a mettere do se stessa dalla produzione e circolazio- in scena la propria opera. Pensi che si ne di beni reali. La gente è scesa in piazza possa fare qualcosa affinché il lavoro di per questo, non per sfasciare vetrine e menti brillanti come le vostre possa espoliziotti». sere "donato" a chi ha fame di cultura? Impresa di famiglia è stato messo in «Il Valle Occupato ha presentato una bozpiedi per una sola rappresentazione. Ci za di statuto aperta alle osservazioni di racconti cosa ha spinto voi, il regista e gli tutti i cittadini che vorranno dire la loro. attori tutti, ad affezionarsi a un progetto Questo è un gesto di grossa apertura. così in essere? Sarà utopica? Sarà mai attuata? Neanche «Per la coralità della vicenda, che ripro- la costituzione della repubblica romana pone antichi conflitti, come quello ge- fu mai attuata a causa dello “sgombenerazionale tra un padre e suo figlio che ro” operato dai francesi, ma la si studia vuole superarlo perché non lo considera ancora oggi a scuola. Attenzione però: più adeguato ai tempi e al ruolo di leader il concetto che la drammaturgia italiae presume di valere di più, per l’alienazio- na possa essere necessaria al teatro del ne del lavoro nostro paese, su cui i persosia dunque un Perché a teatro non si vogliono naggi fondano Bene Comune, ascoltare nuove storie? la loro stessa è ancora condiidentità a prescindere dagli affetti più viso da pochi, anche all’interno del monprofondi, perché è l’immagine di un’Italia do teatrale. Noto delle contraddizioni amareggiata, perché forse è la scommes- pericolose, e soprattutto molta ignoranza sa di un testo “teatrale” che vuole parlare in merito. Non ci conoscono, ma sarà solo di chi siamo noi oggi, com’è normale che colpa nostra?». avvenga a cinema, dove è normale che gli Un mese scarso di prove, serrate, per sceneggiatori propongano una finestra arrivare ad uno spettacolo così intensull’attualità, in luogo della inveterata so. Il lavoro di Pietro Bontempo, regista abitudine delle programmazioni teatrali, dell'opera, deve essere stato indubbiache si limitano a riproporre sempre rema- mente enorme non solo dal punto di ke di testi classici. La domanda è: perché vista artistico ma anche umano. Quali a teatro non si vogliono ascoltare nuove corde sono state toccate cosi bene da storie?». far si che tutti gli attori diventassero proIl pubblico presente era scelto tra indu- tagonisti in un opera cosi meravigliosastriali del settore, quali sono state le loro mente corale? sensazioni da "protagonisti" involon- «Pietro ha condiviso con me e Ivan la centralità dei personaggi e dei loro singoli tari della vostra opera? «Un’attenzione massima e un silenzio che percorsi. La sua regia parte dal testo e si tagliava l’aria. Un pubblico che forse, in giustifica nell’allestimento di questo, a cui una situazione di normale abbonamento fa le pulci insieme agli attori. Io e Ivan abè abituato a vedere storie rassicuranti e biamo cercato di approfondire e superare classici che riguardano altri mondi, non se il testo iniziale, sviluppando le potenzialità stessi e la propria identità, bella e brutta, che emergevano in corso di prove. Un lacome allo specchio. Eravamo pieni di ad- voro di scavo e maturazione a cui hanno detti ai lavori “dei nostri personaggi”, non preso parte anche gli attori con proposte

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UN FORMAT VINCENTE

G

Gli ingredienti ci sono tutti: un pubblico di tutte le età, dai bambini ai nonni, una storia con una soluzione da svelare, attori coinvolgenti, battute frizzanti, mistero e risate. Vista la numerosa affluenza, il Teatro Stabile del Giallo prorogherà Cluedos - Giallo interattivo fino al 31 dicembre. Raffaele Castria, direttore artistico del teatro e regista e attore dello spettacolo, ha deciso di mettere in scena una pièce basata sul famoso gioco da tavaolo e coinvolgere così, con successo, il pubblico. Appena arrivata mi viene consegnato un questionario da riempire durante l’intervallo: si tratta di cercare di indovinare assassino e movente, e naturalmente il vincitore verrà ricompensato con un premio. Mi sorprende subito l’eccitazione del pubblico, composto da habitués e non; un brusio sommesso prima dell’inizio dello spettacolo

Pierpaolo Palladino

Continua il viaggio all'interno dello spettacolo IMPRESA DI FAMIGLIA, intervista a Pierpaolo Palladino drammaturgo impegnato artisticamente da anni nella nuova drammaturgia contemporanea sia come autore che come attore e organizzatore.

di varianti che noi due poi elaboravamo a modo nostro. Questo metodo di lavoro condiviso non è sempre proponibile, dipende dalla buona volontà e dalla disponibilità a mettersi in gioco dei singoli, per creare il clima giusto. Siamo stati fortunati perché la coralità del testo è diventata una scommessa collettiva e appassionante già nel gesto di dare il massimo, anche se per una sola replica. E se la politica è “partecipazione” il nostro è stato anche un gesto politico». Mia nipote di dieci anni al termine della recita di fine elementari, tra le lacrime di alunni e insegnanti per l'inevitabile passaggio alle medie disse: "Ma se dicono che siamo così bravi, perchè ci dobbiamo separare"? Ti giro l'ingenua considerazione...è talmente bello quello che avete fatto che non possiamo non rivederlo in giro per i teatri... «Speriamo! Il problema della distribuzione è centrale e potenzialmente tragico (laddove non si intravvede un lieto fine). Che speranze ci possono essere di una ripresa dello spettacolo? Io sinceramente non lo so, vorrei crederci e ci proverò, ma la situazione teatrale è di un’incertezza assoluta. Il timore è quello di non riuscire neanche a capire quali siano gli interlocutori ai quali rivolgersi e questo per mancanza di un distributore che abbia i contatti giusti. I distributori sono in crisi perché sono in crisi i circuiti, come i produttori, gli stabili, il MiBAC, San Genesio protettore ha finito le sue lacrime e le maestre rischiano il licenziamento...anche il mio debutto sul palco è stato in quinta elementare. Non l’avessi mai fatto…!».

di Alessia Fiorani

che si dirada poi durante la messa in scena, le risate suscitate dalle battute degli attori e gli inevitabili momenti di tensione che sfociano negli ‘omicidi’. Guardandomi in giro vedo molta gente attenta, i bambini protesi in avanti, bisbigli che volano: "chi è, perché fa così, ma non aveva detto che, ma secondo te...". Nell’intervallo ci vengono lasciati dieci minuti per compilare i questionari che verranno poi ritirati e letti dalla compagnia dietro le quinte. Tutto si trasforma in un gioco, il pubblico tenta una risoluzione del giallo disponendosi in gruppi, famiglie e amici si scatenano per cercare la soluzione, al punto che sembra di assistere a un compito in una classe senza professori, ma l’entusiasmo è tangibile e prosegue fino al ritiro dei questionari. Castria che ricompare in scena con un mazzo di foglietti suscita un applau-

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so, e passando per un momento al cabaret legge le varie battute scritte da persone del pubblico: "oggi non lo so, la prossima volta verrò più preparato", "è stato il professore perché guarda male e tocca il sedere". Alcuni ‘autori’ vengono chiamati sul palco per uno scambio con attori e regista che ricorda il teatro di strada e rende l’atmosfera ancora più ridanciana e familiare. La rivelazione della vincitrice dell’enigma e la consegna del premio rilanciano l’entusiasmo del pubblico, che a fine rappresentazione viene invitato a servirsi un piatto di pasta e lenticchie offerto dal teatro nel foyer, perché, come dice Castria - «Il teatro è condivisione col pubblico, e per esperienza, dopo spettacoli come questo, al pubblico piace chiacchierare della rappresentazione e della soluzione, meglio se davanti a qualcosa da mangiare.».


Teatro

VOCI NEL DESERTO

I

Ogni ultimo venerdì del mese al Brancaleone, Roma.

di Francesca Pompili

Il deserto, la più grande distesa di un apparente niente che la mente umana possa immaginare o ricordare… niente punti di riferimento, niente limiti alla vista... solo sabbia, sole, vento. Una voce nel deserto diventa qualcosa di assordante un urlo nella notte là dove la notte, quando arriva, porta il freddo. Immaginate più voci, diverse, provenire da più punti là dove ti aspetti e trovi solo silenzio. Nel silenzio dei nostri giorni fatti di una informazione guidata, controllata, omologata e globalizzata, ogni voce che esce fuori dal coro assume la forza e la potenza di un pugno...immaginate tante voci che urlano nel silenzio di un deserto. Poco conta che il deserto sia fatto di strade, macchine, traffico, palazzi giganteschi che sembrano voler scalare il cielo. Poco importa se manca la sabbia ad infilarsi nei vestiti, o il sole a seguirti in ogni tuo passo ed è solo lo smog ad appiccicarsi addosso come una seconda pelle. Irrilevante che gli occhi si fermino davanti ad un ingorgo… il deserto è quello delle menti, dei cuori, dei cervelli atrofizzati, addormentati che di tanto in tanto devono essere svegliati scrollati e stimolati. Voci nel Deserto è il più grande urlo che si possa ascoltare in questo momento, basta andare ogni ultimo venerdì del mese al Brancaleone per far parte di questo “coro” come spettatori passivi solo nella mancanza di recitazione, ma attivi con la mente per seguire il meraviglioso cammino che Marco Melloni e tutti i suoi attori ci regalano durante i loro appuntamenti. Appuntamenti rigorosamente gratuiti dove, gratuita-

mente, gli attori mettono a disposizione dell’attento pubblico presente, professionalità ed energie. Un pubblico eterogeneo, di varie fasce d’età: signore di mezza età accanto a giovani studenti, coppie ed adolescenti riempiono la platea e scaldano il “garden” che sembra apparire troppo piccolo per contenere tutto il volume e il movimento dei cervelli, dei cuori, delle menti degli attori. Ben 25 professionisti, che regalano al pubblico uno spaccato incredibile di Cultura. Tutti di primissimo livello, giovani e meno giovani, si tuffano il questa esperienza con entusiasmo e la speranza che questa voce non si perda nel silenzio, confidiamo nella potenza del pensiero. L’arte ha mille forme, il teatro è una di queste. Una delle più dirette, immediate, senza margine di errore... a teatro respiri con gli attori, ne segui i movimenti, ne percepisci la tensione o la gioia di essere lì… un esercizio che andrebbe praticato fin dalle scuole elementari. Il teatro dona emozioni, sensazioni… il già solo entrare nel magnifico contenitore che ospita gli spettacoli, è un’esperienza che va vissuta fin da piccoli. Quando poi il teatro ti porta a riflettere su quello che stai vivendo, sul momento storico che ci

to: luci essenziali e dedicate esclusivamente ai singoli artisti, che siano sul palco o sparsi in altri corner ritagliati; niente costumi di scena; musiche mixate da un dj dal vivo; fumo che spesso arriva a nascondere,per poi scoprirlo, l’attore del momento. Suggestioni là dove si parla di realtà! La differenza, e l’essenza del tutto, la fanno gli artisti, che riempiono lo spazio con la loro voce e l’interpretazione del brano assegnato: la recitazione di ciascuno sottolinea il testo ponendo l’accento sulla data a cui appartiene. È in quel preciso istante che agli occhi dello spettatore si apre un mondo: la mente associa velocemente musica, suoni, immagini e parole. Si rimane stupiti, sorpresi, preoccupati da tanta apparente lungimiranza e dalla piu concreta consapevolezza che tutto è stato già detto, e scritto ma non ascoltato, ricordato, memorizzato! Una storia raccontata attraverso pezzi di archivio della memoria di tutti noi. Marco Melloni lancia dentro di noi qualcosa di nuovo, sconosciuto. E lo fa seduto in prima fila, durante le prove, quando lui stesso diventa primo ricettore, fruitore del lavoro degli artisti. Seguire il filo di questo racconto non è difficile, impossibile non restarne turbati. Ogni appuntamento ha un suo corpo ed una sua anima, gli argomenti trattati non sono mai gli stessi, la mescolanza è nei temi e negli interpreti che raramente si trovano a recitare lo stesso pezzo. Reading o recitazione a memoria, monologo o dialogo, stralcio di un discorso o di un libro, autore italiano o straniero, frase lanciata correndo sul palco o dosata e lasciata galleggiare nell’aria. Questo è Voci nel Deserto. Lo spettacolo viene montato il giorno stesso, movimenti di scena e scaletta decisi poche ore prima dell’ingresso del pubblico: incredibile come tutto si incastri perfettamente e prenda una forma, lineare e fluida, diventando una storia in cui niente è casuale: i testi, le immagini, la musica. Il finale è quello del dissenso che riporta a ciò da cui tutto nasce: tutti gli attori si riuniscono sul palco, le voci sparse fino ad allora, diventano un unico coro che con forza grida il proprio BASTA. Alla domanda “perché fai voci nel deserto” la risposta che va per la maggiore è: “sono un attore, vivo nei tempi in cui vivo non posso non fare voci nel deserto. Mi piace l’idea di essere megafono di grandi pensieri”. Direi che sta tutto dentro questa affermazione: Voci nel Deserto diventa il mezzo attraverso il quale continuare a far girare più voci, pensieri che non sono mai fuori moda o anacronistici. Basti pensare che i testi spaziano da Tucidide a Pasolini, da Kennedy a Calvino, da Orwell a Flaiano, tutti autori ricono-

accompagna, diventa lezione di vita. Quello a cui ho assisto è stata una lezione, su quanto sebbene i tempi passino, gli eventi si succedano uno dietro l’altro, quello che non cambia è l’uomo. L’essere umano che non impara dai propri errori ma sembra quasi nutrirsene giorno dopo giorno, e li ripete, amplificandoli. Sembra incredibile come pensieri, discorsi, interventi in congressi, di decenni fa, siano perfettamente attuali, quasi da sembrare scritti ieri, dedicati ai nostri giorni confusi e indecisi. Sembra assurdo come non si sia imparato nulla dalle distruzioni, dalle sofferenze del passato. Un passato che è terribilmente presente, contemporaneo ma che troppo spesso ci sembra dedicato ad altri. Possiamo continuare a far finta di non vedere, a lasciare che la nostra memoria si svuoti nel presente, con la paura che tutto sia gia successo senza possibilità di futuro. Oppure attingere dal passato, a piene mani, e raccogliere tutti quei frammenti (di libertà di pensiero) dai quali ripartire, costruire e tramite i quali vivere il nostro futuro. Marco Melloni è autore, padre di un lavoro gigantesco, semplice nella sua struttura del non essere inedito, complicatissimo nella ricerca del materiale che riempia quell’ora e mezza di spettacolo. Chiamarlo spettacolo è riduttivo, non rende bene l’idea del lavoro dell’attenzione, dell’intelligenza che lo porta ad essere un’opera d’arte di spessore e profondità. Qualcosa che i licei dovrebbero inserire all’interno dei programmi scolastici al posto di inutili gite che di culturale hanno ben poco. Uno spettacolo di coscienza politica, ma non partitico, non ci sono bandiere sotto le quali muoversi o partiti per i quali schierarsi e dai quali prendere benefici. C’è un messaggio politico alla base, ma universalmente politico che non parla politichese. Se si arriva ignari ad una serata di voci nel deserto, ci vogliono pochi minuti per capire che esiste una forma di teatro che va fuori dagli schemi classici degli spettacoli a cui siamo abituati ad assistere. Quello del Brancaleone è un appuntamento fisso ma spesso possiamo incontrare Voci in eventi on the road, in manifestazioni, all’Università, nelle scuole (un’edizione speciale è stata fatta al Liceo Tasso di Roma), oltre che nei Teatri (Quarticciolo) sempre comunque in situazioni scelte, con criterio, pronte ad accogliere le voci dei suoi partecipanti, anche là dove siano le Voci stesse ad avere urgenza di essere presenti. Palco vuoto o con pochissimi elementi di scena, dei fogli appallottolati e stampati, apparenti ostacoli sui quali risaltano parole. Pensiero che prende forma. La forma è quella delle parole. Delle parole ciò che arriva è la forza, la potenza: vere protagoniste di questo evento. Quelle parole universalmente valide capaci di abbattere le distanze, le singole nazionalità e culture, di catapultarci da un’epoca all’altra come fossero una macchina del tempo. Il contenitore è duro e crudo come quello che ci viene racconta-

sciuti, famosi ed accreditati, tutti testi appartenenti al passato, di qualsiasi genere letterario. Coinvolgente, emozionante, intelligente immediato ed efficace. Nessun nome che troneggia nel cartellone, nessuna prima donna o protagonista, il solo unico vero protagonista è Voci nel Deserto. L’archivio di oltre 300 testi, raccolti e recitati in tre anni, è un grande database dal quale attingere, senza vergogna e pudore, senza paura ma con curiosità ed attenzione. A raccogliere testimonianze di attori e pubblico, il progetto di un documentario, anche questo autofinanziato, realizzato da Produzioni dal Basso: 70 ore di girato nelle varie location, flash mob, nelle scuole, riunioni. Con una minima quota di partecipazione tutti possono diventare coproduttori del prodotto (con tanto di nome nei titoli di coda), finanziandone il montaggio. Voci nel Deserto è un’esperienza da vivere tutte le volte che si può, uno spettacolo in movimento che cresce come un’onda e come un’onda si espande: da Roma a Catania, da Bergamo a Rimini, passando per Ravenna, Bologna, Cosenza, Parigi! Chi controlla il presente controlla il passato questa la frase di George Orwell (datata 1948) che apre il capitolo sulla memoria del libro “Voci nel deserto” (la raccolta differenziata della memoria) che si può acquistare durante gli spettacoli insieme ad un merchandising dedicato e spesso a tiratura limitata che identificati i “megafoni” del pensiero. Forse se le menti si aprissero in questa direzione, avremmo un’informazione più sana e un pubblico più ampio, pronto ad ascoltare e fare tesoro. Nel frattempo godiamoci Voci nel Deserto con la speranza che continui a moltiplicarsi, come un tam tam in giro per l’Italia, e non solo, fino a che le voci non diventino una sola.

Nel prossimo numero intervisteremo per Voci nel Deserto: Marco Melloni 27


Il wj del mese di radiovoiceover.it

Alessandro Esposito

Alessandro Esposito Una delle nuove voci della radio. Serio e professionale conduttore insieme a Simone Cappelli della trasmissione sportiva di VoiceOver “Di padre in figlio”, in onda tutti i lunedì e martedì dalle 14 alle 15.

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radiovoiceover.it AL VIA LA NUOVA PROGRAMMAZIONE INVERNALE

/PALINSESTO

e negli orari non coperti dai programmi... VoiceOver ti fa compagnia con musica h24

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Simone Cappelli e Alessandro Esposito

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Da dove viene la passione per la Roma? «Da sempre sono romano e romanista, orgoglioso e geloso della mia passione». Perché di PADRE IN FIGLIO? «Perché la passione per la Roma è una cosa che si tramanda e non è un fatto acquisito. Solo chi la vive come noi può capire. Non ci sentiamo eletti ma, privilegiati per essere tifosi di una squadra con questo nome. Io non mi vedo in nessun modo tifoso di un'altra squadra ed è così che vedo mio figlio allo stesso modo di come da bambino mi vedeva mio padre». Quant’è importante il feeling con il suo co-conduttore (Simone Cappelli al secolo Chapeaux)? «È fondamentale: senza di lui non potevamo realizzare nulla. È il più attento, colto e preparato. Io sono un cialtrone. L’unico difetto è che fa SEMPRE tardi e gli succede di tutto… l’ho soprannominato Paperino!». È difficile fare una trasmissione radiofonica sulla Roma in un panorama saturo di trasmissioni sportive? «Difficile soprattutto perché non possiamo confrontarci in diretta con il pubblico. Però noi vogliamo trasmettere qualcosa di diverso, di vero e di passionale. Non ci interessa molto la tattica». Dove vede la Roma a fine campionato? «In tribuna Monte Mario… se ce fanno entrà! (ride ndr) A parte gli scherzi spero tra le prime tre». È veramente cambiata la mentalità del tifoso romanista? «No. Ci sono troppi “Cesaroni”. Troppa gente legata ancora al risultato, troppe vedove. Per il vero tifoso romanista conta solo la Roma, nient’altro. Le pay-tv hanno rovinato tutto, manca la passione di una volta». Tre canzoni che hanno segnato la tua vita. «Tracce di te (Francesco Renga), Sora Rosa, You’ll never walk alone». Tre film? «Febbre a 90°, Troppo Forte, Il marito».

Your VoiceYour Radio

/Lun 9:00/11:00 IO, ME E GIACIO (Simone "Giacio" Giacinti) 14:00/15:00 DI PADRE IN FIGLIO (Alessandro Esposito-Simone Cappelli) 15:00/17:00 COFFEE BREAK (Luca Caroselli) 20:00/21:00 BLACKSTYLE (Felice "Bandito" SorrentiinoRiccardo "Rick" Paoluzzi) 21:00/22:00 BOYSOVER (Granny-Caspermat-YoghiNoise) 22:00/23:00 AMORE AL CUBO (Gabriele Abis-"Giogio" Cesarini) 23:00/24:00 ATUTTADANCE ALL NIGHT LONG (Alessandro"Stolav" Valotta)

9:00/11:00 IO, ME E GIACIO (Simone "Giacio" Giacinti) 14:00/15:00 DI PADRE IN FIGLIO (Alessandro Esposito-Simone Cappelli) 19:00/20:00 MADEINSUD (Ciro Atteo-Mirko Fanelli) 20:00/22:00 IntoNANDO (Simone Biferari-Franco Pierucci) 22:00/23:00 NOI SIAMO FUORI (Federico Riccioni-Simone Romagnoli) 23:00/24:00 VOICEOVER RHUM I I SOLITI IDIOTI 2.2 (Daniele Scotti-Flavio Atzori-Marco Filacchioni-Wj-Fancy)

COSÌ (Simone Fracasso-Marco Giorgi-Mattia Ubaldi) 22:00/23:00 MAGA MAGÒ (Federica Rizzo) 23:00/24:00 NORMALE AMMINISTRAZIONE (Roberta Agrestini-Federica Rizzo-Marco Filacchioni)

/Dom

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20:00/21:00 VIETATO L'ASCOLTO (Giorgia Fiorini)

21:00/22:00 ALLACCIATE LE CINTURE (Matteo Forte-Simone Cappelli)

DA PEPPE & CO (Giuseppe Fresca)

VOICEOVER (Giuseppe Fresca) 20:00/21:00 ATUTTADANCE (Alessandro"Stolav"ValottaFrancesco"Granny"Granata) 21:00/23:00 LIFE4MUSIC (Giovanni"Joe Intenso"Izzo) 23:00/24:00 THE ROCK SIDE (Roberto"Wj-Fancy")

18:00/20:00 20:00/21:00 21:00/22:00 22:00/23:00 23:00/24:00

PERCORSO ALTERNATIVO (Gianluca"WjToxic"Onorati-Luca"WjVerne"Virno)

11:00/12:00 A COLAZIONE

9:00/11:00 WAKE UP

21:00/22:00 A NOI PIACE

18:00/20:00

/Sab

/Ven /Gio

/Mer

15:00/16:00 INTERVISTA CON LA CITTÀ (Stefano Fierli)

20:00/21:00 VOICEOVER CLUB CHART (Stolav e Granny)

24:00/07:00 VOICEOVER INSOMNIA (Valerio ValentiniGiovanni Zamire)

LAZIO GRANDE LAZIO (Felice Sorrentino-Francesco Granata) EMERGENTI IN AZIONE (Valerio Valentini-Giovanni Zamire) BLOODYINDIE (Lorenza Blasi-Marta Moser) MASCELLE STRETTE (Matteo Orlando) DELL'AMORE ED ALTRI DEMONI (Andrea Gherardi-Riccardo Rossi-Riccardo Bartolini)

JUST musica

VoiceOver

SCOUTING

alla ricerca di Artisti Emergenti

Dopo il successo ottenuto con i concerti della scorsa estate,tornano i JUST di Roma in due diversi momenti della giornata: alla 13,30 in via di Donna Olimpia e alle 17,30 a Piazza Irnerio, su due palchi appositamente allestiti all’aperto per la loro esibizione, sotto il patrocinio della Banca Nazionale del Lavoro. Il 23 dicembre alle 21,30, sarà la volta del gran concerto all’interno del “Timecity”, la grande sala divertimenti del “Parco Leonardo” di Fiumicino. In entrambe le occasioni, i JUST presenteranno i loro brani inediti, compreso, dato il periodo,

La boyband formata da Andrea Paoni, Giammaria Matteini, Giorgio Paoni e Stefano Ricci, prosegue il proprio cammino proponendosi al pubblico nel mese di dicembre con alcuni appuntamenti “live” che non mancheranno di appassionare e coinvolgere i loro “fans” che già numerosi li seguono, nonché tutti coloro che avranno l’occasione di conoscerli per la prima volta. Il 16 dicembre un doppio appuntamento li vedrà esibirsi in occasione della Maratona Telethon, in due zone

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un brano dedicato al natale, insieme a cover di brani internazionali, alcune delle quali è possibile ascoltarle sia sulla loro pagina facebook http://www.facebook.com/JUSTboyband che sul loro canale youtube http://www.youtube. com/user/JUSTmamaprod.


Un viaggio nella storia della musica Rock, tra aneddoti, curiosità e protagonisti.

OGGI

Accadde

Aneddoti del ROCK

GUNSN'ROSES La copertina "fantasma" di Roberto "Wj Fancy" Fantini Perullo

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I GunsN'Roses sono uno dei più celebri gruppi hard rock californiani, noti soprattutto per i loro stravaganti costumi di scena, e per le sonorità della Gibson Les Paul di Slash, il celebre chitarrista del gruppo. La line-up così come la conosciamo, con il corso dei tempi, si è un pò sgretolata e la loro musica non ha più il mordente ed il fascino dei loro primi album. Pochi sanno che i GunsN'Roses nascono dalla fusione di due gruppi della zona di Los Angeles, "L. A. Guns" e "Hollywood Rose", antagonisti dal punto di vista musicale. I membri degli "L.A. Guns", co-fondatori del gruppo insieme ad Axl Rose e Izzy Stradlin ("Hollywood Rose"), decisero poi di tirarsi fuori e furono rimpiazzati da Saul "Slash" Hudson, Duff McKagan e Steve Adler, ponendo le basi della line-up che tutti conosciamo. Il primo vero successo dei GunsN'Roses non è l'album di esordio "Live Like a Suicide", una specie di demo "finto-live" che servì ad attirare l'attenzione mediatica sul gruppo musicale, bensì "Appetite for Destruction", primo lavoro in studio che ebbe successo planetario, con brani come: Sweet child 'o mine, Paradise city, Welcome to the Jungle. Ma sopratutto, dalla copertina...fantasma! Ebbene sì, la copertina che tutti conosciamo, quella con la croce latina e le caricature "scheletriche" dei membri della band, fu solo un veloce rimpiazzo per sostituire ciò che era la vera copertina del disco, e che per problemi di "proprietà intellettuale" (la motivazione ufficiale!) non poterono più adottare. Quando, in sede di produzione del disco, venne decisa la grafica da adottare, la scelta cadde su un quadro di un autore californiano estremamente "borderline", Robert Williams. Il quadro dell'artista riproduce un vendicatore alieno con i denti "a pugnale" che aggredisce un robot

intento in un tentativo di stupro. Immagine decisamente forte e che avrebbe potuto causare anche censure in sede di distribuzione dell'album. Titolo del dipinto? "Appetite for Destruction", così il quadro ed il suo titolo divennero la copertina e il titolo dell'album. La casa discografica Geffen Records (che già nel disco precedente usò un'etichetta "unofficial", UZI Suicide, per non esporsi troppo sul mercato con i "Guns"), mal digerì la "forte" copertina del disco per cui fece di tutto per contrastarne l'uscita. Nonostante ciò, l'album con la bellissima copertina uscì in distribuzione e creò non pochi problemi ai negozi di dischi che dovettero spesso rifiutare di commercializzare l'album. I pochi fortunati che riuscirono ad acquistare l'album con questa copertina adesso hanno una fortuna per le mani! Il prodotto musicale era ottimo ma la sua copertina stava creando gravi problemi sia alla band che alla casa discografica per cui si decise di "inventare" un'ipotetica mancata autorizzazione da parte dell'artista Robert Williams: impossibile che Williams non ne sapesse nulla, visto che anche il titolo del disco è mutuato dal titolo del dipinto. Sulla base di questa "motivazione ufficiale", la Geffen Records decise di sostituire la controversa copertina con un tatuaggio! Dovendo velocemente effettuare l’operazione e non avendo niente di adatto sottomano, furono gli stessi GunsN'Roses a dare la soluzione: il tatuaggio che Axl Rose si era fatto fare e che rappresenta una croce latina con il quintetto dai visi scheletrici. E questa è la copertina che tutti i fan dei GunsN'Roses conoscono, tranne quei pochi che hanno avuto la fortuna di avere per le mani l’opera di Williams come fodero di “Appetite for Destruction”. Arrivederci al prossimo giro e... Up the Rocksiders!

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4 dicembre 1980 - I Led Zeppelin si sciolgono, in seguito alla morte del batterista John Bonham, con il seguente comunicato stampa: «Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico ed il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere - in piena armonia tra noi ed il nostro manager - che non possiamo più continuare come eravamo». Il gruppo musicale rock inglese degli anni settanta, è considerato fra gli innovatori del rock in generale e tra i principali pionieri dell'hard rock, insieme a Deep Purple e Who. La loro musica, le cui radici affondano in generi diversi tra cui blues, rockabilly e folk, ha costituito una formula del tutto inedita per l'epoca risultando di enorme influenza per tutti i gruppi rock tanto contemporanei quanto a venire. 8 dicembre 1976 - Gli Eagles pubblicano uno degli album più venduti di tutti i tempi, Hotel California.Il disco ha venduto più di 16 milioni di copie nei soli Stati Uniti e contiene due tracce che arrivarono al primo posto nella classifica Billboard Hot 100, New Kid in Town il 26 febbraio 1977, e Hotel California, il 7 maggio 1977. Con più di 20 milioni di copie vendute è l'album di maggior successo degli Eagles. 8 dicembre 1980 - John Lennon viene ucciso mentre si accingeva a rincasare di fronte all'ingresso del Dakota Building sulla 72ª strada, nell'Upper West Side a New York. Musicista, cantante, poeta, attivista e attore britannico. Dal 1962 al 1970 è stato compositore e cantante (solista) del gruppo musicale dei Beatles, dei quali, in coppia con Paul McCartney, ha composto anche la maggior parte delle canzoni. Quando John incontrò l’artista giapponese Yoko Ono e instaurò una relazione con la donna, iniziarono i contrasti all'interno della band. Uno dei motivi del loro scioglimento consiste proprio nell'allontanamento di John dal gruppo, imputato all'influenza della compagna. Dopo il secondo matrimonio John cambiò il proprio nome all'anagrafe in John Ono Lennon. Lennon è stato posizionato al 5° posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone. In alto foto: Strawberry Fields Memorial a Central Park, New York City 16 dicembre 2006 - Rissa furibonda con pugni e calci in NBA al Madison Square Garden di New York dove si affrontavano i New York Knicks ed i Denver Nuggets; nell'occasione vennero espulsi 10 giocatori, tra cui anche il campione dei Nuggets Carmelo Anthony. 17 dicembre 1989 - I Simpson debuttano negli Stati Uniti in episodi di mezz'ora in prima serata, sulla rete Fox. Il numero del magazine Time del 31 dicembre 1999 lo ha acclamato come "miglior serie televisiva del secolo". È, a tutt'oggi, la più lunga sitcom[3] e serie animata[4] statunitense mai trasmessa. Come prova dell'influenza che lo show ha avuto nella cultura popolare, l'esclamazione contrariata di Homer Simpson, "D'oh!", è stata introdotta nell'Oxford English Dictionary. 25 dicembre 1939 - Canto di Natale di Charles Dickens, viene letto alla radio per la prima volta (CBS radio).


Rubrica PSYCOVER

ADOLESCENZA: NUOVE PROSPETTIVE

via Fratelli Bandiera, 2 - Ladispoli

a cura del Dott. Italo Gionangeli - Neuropsichiatria Infantile - Analista C.I.P.A.

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Durante lo sviluppo della storia dell’uomo, l’adolescenza, il periodo che intercorre tra la pubertà e l’età adulta, ha vissuto momenti di diversa considerazione e di diversa estensione. Nell’era antica praticamente non esisteva e si passava da una condizione di dipendenza infantile direttamente all’età adulta attraverso i riti di iniziazione che con diversa enfasi sono stati presenti in tutte le civiltà ed in tutte le culture. Alcuni di questi erano particolarmente impegnativi e consistevano nel superare prove di autonomia e di solitudine ( dall’allontanamento forzoso dal nucleo sociale per un periodo piuttosto lungo alle prove di lotta contro gli adulti ) e costringevano i ragazzi a confrontarsi subitaneamente con i temi della maturità senza esserne preparati. Qualcuno di loro soccombeva, infatti. Le civiltà antiche avevano bisogno spesso di uomini che erano pronti al rischio ed alla guerra e non si potevano permettere una epoca di non efficienza e di evoluzione lenta. Nell’era moderna invece l’adolescenza è un periodo che occupa un ampio spazio nella vita dell’individuo essendo oramai una età centrale e che dura circa un quinto dell’intera esistenza. Inoltre ha acquisito una importanza fondamentale: è in quest’epoca, infatti, che si devono prendono le decisioni più importanti della vita, in tutti i campi dell’esistenza ( dalla dimensione affettiva a quella lavorativa a quella sociale ). Tale rivoluzione è avvenuta in tempi relativamente brevi se pensiamo che solo nel secolo scorso resistevano ampie zone in cui l’adolescente non esisteva o era costretto a crescere rapidamente. Nell’epoca postmoderna quella a cui noi apparteniamo, Tutto ciò comporta uno sforzo di comprensione straordinario perché alla dilatazione dei

tempi di esistenza e alla enorme importanza attuale dell’adolescenza non ha corrisposto una pari evoluzione della comprensione da parte di chi dovrebbe funzionare da guida e da stimolo. E molto spesso, noi operatori che siamo nell’intervenire sul diffuso disagio che questa incomprensione crea, non riusciamo a far capire quanto importante sia il nostro lavoro nel costruire la possibilità di una personalità idonea a sopportare le traversie della vita e quanto sia difficile superare indenni le difficoltà proprie dell’epoca. A questo proposito in nostro aiuto ci viene l’opera di uno studioso, Gustavo Pietropolli Charmet, che ha pubblicato numerose opere sull’argomento che sono rivolte sia direttamente agli adolescenti che ai genitori ed ai professionisti del settore, e che scritte in modo semplice e diretto sebbene in modo scientificamente rigoroso, sono una preziosa guida per approfondire i molti temi che riguardano l’adolescenza. In particolare segnalo tre titoli: “Adole-Scienza: Manuale per genitori e figli sull’orlo di una crisi di nervi”, Ed. San Paolo. “I nuovi Adolescenti”, ed. Cortina e “Adolescenza: istruzioni per l’uso”, ed. Fabbri. Scritti da un autore che è uno dei massimi esponenti italiani della psichiatria adolescenziale queste opere ci permettono di riflettere sulla difficile condizione degli adolescenti moderni tentando di dare una risposta semplice ma non banale ai numerosi quesiti di questa contraddittoria età della vita.

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Dal 2 dicembre, il nautico.eat apre le porte a chi apprezza la cucina buona, sana e genuina, in una cornice calda ed accogliente. Offre portate di qualità, realizzate a partire da un'attenta e ragionata selezione dei prodotti, provenienti anche da agricoltura biologica o da presidi a marchio Slow Food, rigorosamente scelti e acquistati a pochi chilometri da dove vengono cucinati, per ridurre l'inquinamento atmosferico. Un'ampia scelta di piatti per vegetariani e non, su richiesta per celiaci e intolleranti; in aggiunta alla pizza tradizionale da gustare nella sua ricetta classica o rivisitata con ingredienti insoliti. Il locale - offre diverse possibilità, variabili in base all’offerta del mercato locale e delle stagioni - vuole dare un servizio accessibile, contenendo i prezzi: per questo motivo affianca alla scelta alla carta Tre Menù “anticrisi”. nautico.eat è anche attenzione per i più piccoli a cui è dedicato uno spazio con giochi, colori e libri: chi non rinuncia al piacere di una cena fuori casa con i bambini, potrà contare su un servizio di babysitting qualificato e gratuito, basta prenotare. Chi è alla ricerca di uno spazio per festeggiare una ricorrenza, o semplicemente per passare qualche ora con gli amici, potrà trovare una sala attrezzata indipendente, adiacente alla sala ristorante, disponibile per feste private. Ma nautico.eat è anche un punto d'incontro, inserito all'interno del circolo sportivo, il bar è aperto

tutto il giorno e promuove anche delle iniziative. La prima sarà English tea lezioni d'inglese pomeridiane davanti ad una tazza di te discutendo del più e del meno rigorosamente in lingua inglese. Non mancherà poi la musica dal vivo con un calendario di eventi di qualità. Il locale offre anche, ai più notturni, un ottimo cocktail bar. Anche il risparmio energetico è garantito: se proprio non potete farne a meno, potrete ordinare acqua minerale in bottiglia, altrimenti l'acqua che si serve - a testimonianza di quanto sia importante mantenere pubblico questo bene - è quella del rubinetto, ulteriormente filtrata, depurata e refrigerata, liscia o gasata che si preferisca. Tovaglie e tovaglioli sono in materiali riciclabili o monouso. «Il senso di questo esperimento - commenta il dott. Italo Sebasti Gionangeli, uno dei soci del nautico.eat - è racchiuso nel nome: nautico rappresenta la tradizione del nostro paese, così si chiamava il ristorante dell'omonimo circolo sportivo; .Eat, dall’inglese cibo, si pronuncia .it e rappresenta la ricerca di nuovi saporie e di un diverso approccio alla tavola. Ci auguriamo che questa esperienza venga apprezzata dai tanti amici che amano la buona cucina e che conoscono l’importanza di un’alimentazione sana ed equilibrata. Inoltre è il primo tentativo, nella nostra città, di un'attività i cui proventi andranno a finanziare iniziative sociali rivolte ai giovani, coinvolgendo associazioni e cooperative del territorio». Per informazioni e prenotazioni: 3921955797


Una fetta di mondo chiamata:

TERRA degli UOMINI INTEGRI

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Cronache, progetti e pensieri dall'Orfanotrofio Wend Mib Tiri (Burkina Faso)

di Rita Leorato

C h e meraviglia! Il governo burkinabé ha fatto un bel regalo al nostro orfanotrofio di Yako. La dura vita dei bambini e delle donne che se ne occupano è alleviata da una piccola comodità che noi popoli del ricco nord del mondo abbiamo acquisito come normale routine, ovvio diritto: l’elettricità. Tramonta il sole e noi illuminiamo la sera con un gesto; se fa freddo possiamo accendere un termosifone; se fa caldo possiamo prendere dal frigo una bibita fresca o un gelato dal freezer; possiamo lavare i panni in una lavatrice e stirarli con il ferro e via dicendo. Tutte queste cose sono talmente banali che a nessuno verrebbe in mente di pensare “ma quanto siamo fortunati!”. Eppure 1,4 miliardi di persone al mondo vivono assolutamente senza elettricità. Noi siamo fortunati. Ed ora anche i piccoli di Yako sembrerebbero esserlo! Certo, loro non hanno una lavatrice. Due donne sono impiegate per lavare panni tutto il giorno, dalla mattina alla sera attingendo con grande fatica acqua dal pozzo. L'acqua è usata con parsimonia, non bisogna sprecarne nemmeno una goccia. Inoltre in orfa-

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notrofio non hanno un frigorifero e nessuna bibita fresca refrigera i loro caldi pomeriggi a 45 gradi. Ma vuoi mettere una luce che finalmente allunghi le loro giornate, e non li costringa a mangiare alle sei del pomeriggio per poi andare subito a dormire? Ma attenzione la favola dell'elettricità purtroppo non è a lieto fine. La bolletta mensile della luce sarà a carico completo dell'orfanotrofio che naturalmente non riuscirà a pagare. Il governo ha regalato l'allaccio ma non sosterrà i consumi. Non è stato un regalo da parte sua ma un gesto fintamente generoso perchè si rivelerà inutile. In un microcosmo dove malgrado i nostri sforzi è ancora difficile arrivare alla fine del giorno, dove il cibo è pericolosamente spesso lo stesso, dove una bottiglia di disinfettante si tiene quasi come una reliquia, una bolletta della luce senza sconti o facilitazioni è inaccettabile. Quindi alla fine di questa storia nulla cambierà. Alle 6 del pomeriggio a Yako si continuerà a mangiare e poi si andrà a dormire, la ruota del pozzo continuerà a girare con la forza delle sole braccia e

Gira...Mondi

i nostri piccoli andranno avanti come prima che si averrasse il sogno dell'elettricità. Unica consolazione è la piccola lampadina fissata a un palo davanti all'entrata del dormitorio che continuerà a illuminare le notti dell'orfanotrofio.

Questa luce è generata da pannelli fotovoltaici che noi abbiamo installato durante l'ultimo viaggio umanitario. Quella luce nella notte rappresenta simbolicamente il nostro amore e il nostro sostegno verso questi piccoli diamanti che abbiamo in Africa.

Racconti di un viaggiatore alla scoperta di luoghi meravigliosi tra Parole&Musica

di Giuseppe Vitali

supermarket. Assuefatto e soddisfatto dal pranzo e dalla musica jazz del grande Micheal Petrucciani in Looking Up ascoltata in un negozio/pub, mi dirigo verso la vera attrazione di Oslo, il museo d’arte nazionale dove all’interno è custodito il famoso urlo di Edvard Munch. Ammetto che l’urlo è tra i miei quadri preferiti e quando l’ho visto davanti a me è stato come se Dave Grohl, ex batterista dei Nirvana e frontman dei Foo Fighters mi urlasse dentro i timpani il pezzo Learn to Fly. In serata giro alla ricerca della night life norvegese e scopro una piacevole combinazione di stili musicali differenti che vanno da un Metal dalle tinte black come i Mayhen fino ad una musica soul d’appartamento di Tori Amos. A tarda notte si decide per una

discoteca con molta curiosità su quali generi di musica mettessero. Entriamo al Karma,locale piccolo ma accogliente vicino al centro, con musica elettronica tedesca e fumogeni viola; dopo un paio di ore decidiamo di cambiare e dopo 10 minuti di taxi ( NB: praticamente Oslo è grande un quartiere di Roma) andiamo al Tors Hammer, discoteca tra le più famose in Norvegia, contraddistinta da un gigantesca statua di Thor, che con aria minacciosa lancia il suo famoso martello. Da lì fino alle 6.00 a.m, con il martello di Thor in testa, il salmone nello stomaco e tutt’intorno Jamiroquai con Canned Heat che accompagna un’alba bianca ed una città che, in pochi minuti, è ricoperta di soffice neve.

Sorvolare la Norvegia... Sorvolare la Norvegia è come ascoltare un mix tra la soundtrack del Signore degli Anelli ed una ballata impazzita tra Troll ubriachi. Dall’aereo la vista è surreale: arcipelaghi di isolotti formato famiglia in cui si riescono a intravedere case tutte su tonalità rossastre, stalle con cavalli al seguito e slittini a scollarsi della neve notturna, il porticciolo con relativa barca per gli spostamenti e immense distese di verde incontaminato. Atterrato in Norvegia nella capitale Oslo di prima mattina (ci sono voli giornalieri da Roma sia con compagnie low cost come Ryanair che con compagnie di linea come Norwegian o KLM), la prima cosa che salta all’occhio è la mescolanza tra Norvegesi fermi all’epoca dei Vichingi di Braveheart e il

top manager occidentalizzato che si fa largo nell’Unione Europea. Ad Oslo regna sia la tranquillità che la frenesia del Toyen (il centro città di Oslo) di mostrarsi all’avanguardia e una canzone come It’s Oh so Quiet di Bjork non poteva essere più azzeccata. Mi fermo all’Aker Brygge il porto di Oslo a degustare una birra bionda che va forte in Norvegia, prezzo 50 NOK, corone norvegesi, perché l’euro non lo vedono neanche in foto con questi prezzi (l’equivalente di 7,00 euro per una 0,40 di Rignes). Mangio un piatto di gamberetti freschi, e penso che in vita mia gamberetti più buoni non ne ho mai mangiati e un ottimo salmone affumicato che fino al giorno prima vedevo solo confezionato in vendita nei

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AFRICA AFRICAblog

Fabio Palumbo - qualcunoerainafrica.blogspot.com

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Parole, emozioni e racconti del nostro corrispondente in missione umanitaria in Africa

Le 10 cose che ho imparato.

È giunta ormai l’ora di andare, i giorni rimasti sono pochi, il caldo che sta precedendo l’imminente stagione delle piogge li sta rendendo molto simili agli ultimi giorni di scuola, quando ormai i giochi sono fatti (anche se non per tutti era così…) e non hai più voglia di fare niente se non di uscire, andartene al mare, andartene e basta, l’indolenza ti cattura e la pressione bassa ti impedisce anche di muoverti alla velocità che vorresti. Sono giorni finali, giorni di resoconti, giorni in cui bisogna cominciare a tirare un po’ le somme e capire che cosa un’esperienza t’ha portato. Io sto ancora elaborando ma so comunque che si viene qua per imparare più che per insegnare, che si riceve più di quello che effettivamente si dà, perciò ho deciso di scrivere le dieci cose che ho imparato dal vivere in Africa… 1. Non è vero che in Africa fa sempre caldo. Ora per esempio da noi fa caldo (nulla che chiunque abbia mai vissuto un Agosto italiano non abbia mai affrontato), ma qui ho sofferto anche il freddo vero... succede quando vivi a 1000 metri... 2. Siamo tutti razzisti. Bianchi, neri, gialli o arancioni, qualsiasi sia il colore della tua pelle se sei umano hai dentro di te un piccolo germe di razzismo dovuto al fatto che quello che non conosci fa inizialmente sempre più paura che curiosità, che spesso 'diverso' vuol dire 'negativo'. Battere il razzismo significa lavorare su se stessi, metterci la testa, non esistono i buoni, esistono quelli che agiscono da buoni e non si può sempre agire da buoni. Ma bisogna provarci, quantomeno... 3. Correre dietro ad una capra è qualcosa di estremamente liberatorio. 4. Il calcio non è nato in Africa. Ma ancora una volta e forse qui più che altrove ho sperimentato la straordinaria forza che questo gioco ha nell'unire le persone, è un'alchimia strana, c'è qualcosa di razionalmente inspiegabile nel calcio che dà modo a due persone lontanissime per cultura, formazione, crescita, di stare insieme... anche se con il considerevole limite di riuscire a farlo per la maggior parte fra i maschi... il piacere di prendere un pallone volante di collo pieno è uguale in tutto il mondo però... 5. I bambini non sono fatti per stare davanti ai videogiochi. 6. Io sono un fan della serie TV della FOX, due volte Golden Globe, Glee. So bene che uno che quantomeno crede di amare il rock non dovrebbe nemmeno pensarla una cosa del genere, ma la discussione su Glee e sul perché, secondo me, è un buon prodotto la rimanderei ad altre sedi. Quello che mi interessa focalizzare è più che altro il tema principale della serie riguardo al quale ho imparato qualcosa, ovvero il canto corale. Ci sono voci straordinarie nella storia della musica, Robert Plant, Demetrio Stratos, Janis Joplin e ovviamente il “tanzaniano” Freddie Mercury, solo per citarne qualcuno a buffo, ma la potenza di un coro è qualcosa che nessuna voce singola può restituire. Ogni voce esprime una persona, un'anima, un modo di essere, cose che metterle insieme è parecchio dura, per questo quando delle voci riescono ad armonizzarsi, ad andare insieme e toccare contemporaneamente più tasti, darti più stimoli e restituirti una forza moltiplicata per ogni voce, quando riescono a farlo senti qualcosa di particolare, come una speranza... qui in Africa sono straordinari in questo, la musica popolare in questo momento in Tanzania, il cosiddetto bongo flavor ispirato all'hip hop statunitense, è poco più che mondezza, ma i loro canti tradizionali, quando creano il loro

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coro, quando mettono su il loro glee club all'africana, allora pensi che c'è ancora una speranza: se delle voci riescono ad armonizzarsi così, perché non possono farlo le persone? 7. Una delle cose che un Tanzaniano vi dirà più facilmente dopo “msungu” (uomo bianco) è “Tupo Pamoja”, ovvero “Siamo Insieme”. Queste due parole esprimono il loro concetto di comunità. Nonostante il loro straordinario amore per i soldi (che è anche il nostro, solo che noi siamo più ipocriti), qui ancora puoi trovare una struttura di società dove l'individualismo è messo da parte, dove la comunità è più importante perché la comunità, parola con cui spesso ci riempiamo la bocca, è un valore. Saranno anche schemi che si ripetono e che nelle generazioni si svuotano di significato, ma tutto questo restituisce una comunità pacifica. 8. Un italiano non può capire come un africano, e un tanzaniano in particolare, vede il cibo. Il cibo non è qualcosa su cui lavorarci sopra, non c'è niente da migliorare, non ci sono ingredienti da utilizzare in un modo piuttosto che in un altro, il cibo deve riempire la pancia e allora è buono. Da delle persone che conoscono la fame puoi anche accettarlo, ma a noi non andrà mai giù, alcuni fra i nostri piatti più buoni sono piatti poveri, la nostra tradizione culinaria è talmente forte che la cucina sarà sempre un qualcosa su cui saremo distanti una vita. 9. C'è qualcosa in noi che ci riporta sempre a madre Terra. Il contatto con la Natura, quella affascinante, mozzafiato, ma anche quella che abbiamo escluso dalle nostre vite, della polvere, degli insetti, ci tocca dentro, dei tasti nascosti, provoca dei sentimenti primordiali che abbiamo represso. Quello che sentivo io quando sono andato via dal Ruaha National Park e che molte persone che ci sono state m'hanno detto hanno sentito, era questa sensazione di non voler più andare via. È importante mantenere un contatto con la natura. 10. Chiunque viene in Africa per lavorare deve capire che non vedrà i frutti del suo lavoro. Mai. I cambiamenti che una collaborazione con questo popolo possono portare sono lenti, spesso si crede di aver raggiunto dei risultati e poi bastano piccole cose per smontare quell'illusione. Anche dopo anni. È per questo che bisogna mettersi l'anima in pace e cercare di capire che l'ossessione per i risultati, per gli obiettivi, è un qualcosa di prettamente occidentale, il basare la riuscita o il fallimento di un progetto di qualsiasi genere soltanto sulla targhetta, sul pezzo di carta che attesta che ce l'hai fatta, sul risultato ottenuto, tutto questo è un modo distorto di intendere qualsiasi sfida, qualsiasi cammino si intraprenda, lo è da noi, ma qua ne hai la prova provata. Qui non si può arrivare e pensare di risolvere, di aiutare, di migliorare. Innanzitutto bisogna darsi i giusti tempi, innanzitutto bisogna ascoltare, bisogna confrontarsi e cercare di capire. E poi dopo anni capirai che non ci avevi capito niente, ma sarà comunque ora di andare. La cosa importante è che tu sia venuto qua, che sei entrato a far parte di un processo più grande in cui i nostri popoli inizino a conoscersi e ad iniziare una nuova storia insieme, un nuovo sviluppo. Se non si comprende questo si va incontro solo a delusioni e a frustrazione. Siamo parte attiva del cambiamento, anche se alla fine non diremo “ce l'ho fatta”, bensì “io ho fatto la mia parte”. Io non so se ho fatto la mia parte, è stato comunque bello poterla raccontare...


A

London

UNDERGROUND

LaNewyorkese La Grande Mela attraverso lo sguardo di una moderna Alice nel Paese delle Meraviglie

I

di Shaila Risolo

Il giorno del ringraziamento. New York con i suoi rumori, le sirene e le auto per strada è un'enorme sveglia vivente. Ma questa mattina mi sono alzata con una strana sensazione. Tutto è lento e sottotono, come se Manhattan si fosse trasformata nella notte in un acquario gigante e noi abitanti simili a dei minuscoli pesci a nuotarci dentro. Sembra che oggi sia concesso un ponte temporale fra le scadenze e gli obblighi lavorativi. Infatti è l’ultimo giovedì di novembre, nello specifico il giorno del ringraziamento, il primo che trascorro negli Stati Uniti. Finalmente vedrò con i miei occhi il famoso tacchino ripieno. Capirò cosa significa quel rito pagano nella vita di un americano medio. Mi hanno spiegato che corrisponde al nostro Natale, e centinaia di migliaia di americani si mettono in viaggio per raggiungere le famiglie, e trascorrere allegramente questi giorni di festa. Arrivo al lavoro, ancora incredula per le poche persone che ho incontrato per strada. La metropolitana vuota e le strade deserte sono uno scenario del tutto surreale. In ufficio l’atmosfera è quella tipica dei giorni di festa, regna una rilassatezza che ricorda l’ultimo giorno di scuola. Verso le 12.30 in ufficio arrivano i ragazzi del ristorante all’angolo, quello a Tribeca, dove si mangia una pasta buonissima. Miquel e Juan sono, ovviamente, messicani e sfoderano un sorriso che sprigiona tutti i colori del Messico, mentre ci mostrano orgogliosi una grandissima scatola con dentro il necessario per un pranzo con i fiocchi. Qui a New York è del tutto normale chiamare il ristorante per farsi portare il pranzo o la cena a casa o al lavoro. Negli appartamenti le cucine sono piccolissime, il tempo è poco, ed è normalissimo chiamare il ristorante per ricevere a casa qualsiasi cosa. Dentro al pacco che hanno portato c’è

non solo il famoso tacchino ma anche tutto il resto indispensabile per un pranzo di festa. Improvvisamente la cucina dell’ufficio è invasa dai dipendenti che per l’occasione hanno portato mogli, mariti e figli. Le risate e l’armonia attorno a quella tavola mi ricordano i nostri pranzi natalizi. Vorrei che il tempo si fermasse per un istante, qui, adesso. Al 25simo piano di un palazzone di Tribeca fra persone che fino a qualche mese neanche conoscevo. Mentre assaggio il tacchino mi sento parte di un tutto molto più grande di me. La nostra famiglia temporanea è in linea con lo spirito del giorno del ringraziamento: i nativi che mangiavano il 'turkey' insieme ai coloni, noi di passaggio, adottati sulla terra statunitense, che mangiamo insieme a chi su questa terra ci è nato. Accoglienza e gratitudine. Tornando a casa con la voce di Thom York a tutto volume nell’ipod, mi fermo a bere un caffé caldo da Starbucks tra la 23esima e Browdway. L'invasione della cannella e del profumo di mela nell'aria calda del locale è un abbraccio all’anima che mi rimette in pace con il mondo. Diversamente dal solito non c’è la classica fila chilometrica. Ai tavoli vedo però le solite facce tristi con lo sguardo limitato da un notebook. Allora improvvisamente scendo dalla mia nuvoletta felice per vedere in faccia la realtà. Succede spesso a New York: uno sguardo improvviso, veloce e fugace, e scivoli nella trappola. Ti rendi conto, quasi fisicamente, che la solitudine è una condizione tangibile e largamente diffusa. Allora penso che magari queste persone il tacchino oggi l’hanno visto solo sotto forma di sandwich, e ‘grazie’ l’hanno detto solo al cassiere, fortunatamente meno isterico degli altri giorni. Anche questa è New York. Thanks God!

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La città cosmopolita per eccellenza vissuta e raccontata dagli occhi e dal cuore della nostra blogger

di Arianna Mariani

Ci sono posti che trasudano della tua presenza e della presenza di tutte le altre persone che con te li hanno resi degni di essere descritti e raccontati, una volta ed un'altra ancora.

Ci sono posti che hanno cambiato nome e facciata, ma che sotto sotto nascondono il tuo nome e la tua faccia. Quando finisci di fare le scale di ferro e cemento e senti un leggero cedimento alle ginocchia prima di strisciare la oyster card ed andare direttamente in bocca al gelo, vuol dire che sei arrivato a Putney Station. Se ci passi, neanche ci fai caso, è uno dei soliti quartieri bene di Londra, qualche boutique con scarpe da tacchi troppo alti, casinò, pubs, locali notturni, case a schiera bianche con portici bellissimi e il nome della famiglia inciso sul muro. Dalla stazione di Putney se allunghi lo sguardo arrivi fino a Fulham, dove c'è un negozio del 1890 che vende cappelli da uomo. Anzi da Gentleman. Se passi per Putney ti accorgerai che è fatta così. Se ti ci fermi a Putney, ti accorgerai che non finisce tutta lì. Un giorno rimani sola, perchè la tua amica del giorno e della notte ti ha lasciata e tu che piangi per un niente, fra una lacrima e l'altra cambi lavoro, cambi casa e cambi taglio di capelli, così arrivi senza prendere fiato dove non avrai più tempo di rimanere sola, di piangere e di dormire. Entri nel Grande Circo di Upper Richmond Road, a sinistra subito dietro la stazione di Putney... corri corri corri corri non c'è tempo per spiegare non c'è tempo neanche per chiamare casa, stai vivendo e lo stai facendo notare. In uno stabile di due piani più un seminterrato non conoscerai limiti. La musica è altissima, puoi vestirti come vuoi, lui è il tuo manager, quell'altro lavora con te, Giancarlo prepara i drinks, tu devi solo essere simpatica. Quel posto si chiama South Africa, si chiama Au-

stralia, New Zeland, Jamaica, Italia ed England così i tuoi gusti cambieranno, mangerai solo Junk food, dormirai con la tua amica e ti sveglierai desiderando Coca Cola. Conoscerai surfisti, banchieri, grafic desiner, attori scalcinati e cantanti bravissimi sul baratro del suicidio. Amerai tutta la vita quel ragazzo di Cape Town tutto nervi, capelli e percussioni che diventerà il tuo più grande adepto e il più attento simulatore dei tuoi gesti di tutti i tempi, il ragazzo con cui hai ballato sul tetto, con cui sei stata cosi "High" sull'"High Street", con cui hai urlato cantando "Numb", il ragazzo a cui hai preparato la pasta al pomodoro e basilico prima che prendesse quell'aereo e tornare per sempre in South Africa. Quando vai in giro per Putney e ci vai decisa come se attraversassi via Lazio sai benissimo che ad un certo punto sentirai affondare i tuoi piedi nel fango prima di arrivare sul muretto nel parco, sul river dove c'è quello stancil di Bansky, quel topolino che spazza via il mondo alzando il muro. Ti sei sentita veramente fica quando era lì che passavi per fumare una sigaretta e decidere che scherzo fare a Thomas. Se passi sotto il ponte di ferro prima della tube credi davvero di essere a Broadway, così artista povera e bella! Quando vai via da Putney torni seria verso la stazione, sai che non ci tornerai più perchè il topo l'ha spazzata via con tutte le tue lunghe notti, le file alle toilettes, il fumo caldo dalla bocca, lo Jagermeister, l'adrenalina, l'anfetamina e il ricordo di quell'uomo con un cappello a cilindro comprato a Fulham e portato via da una stupida Visa scaduta.


MIPIACENonMiPiace mipiacenonmipiace@voiceovermagazine.it

OROSCOPO

di Aldo Anchisi

di Alessia Campodonico

Ariete

Riassunto della puntata precedente: per sopraggiunta mancanza di spazio mi ero interrotto lasciando un argomento in sospeso. E anticipando che il NON MI PIACE di questo mese avrebbe avuto a che fare con l’Africa, con gli indignados e con il mio amico Gianfranco. Mi spiego. Gianfranco mi riferisce, al suo rientro dalla parentesi africana, che il Burkina Faso vive una fase economica assolutamente primitiva e pre-capitalista; al di là del facile discorso sulla povertà e la fame (e anche se laggiù i bambini, più che denutriti, pare siano mal-nutriti, nulla diminuisce l’urgenza di intervenire). Questa arretratezza si sposa con un analfabetismo ahimè diffusissimo, per cui ad esempio le insegne delle botteghe nei villaggi mostrano, accanto alla denominazione, il disegno (o il geroglifico, se preferite) simboleggiante il mestiere. Gommista, un pneumatico; coiffeur, una testa con le forbici. Così nessuno ha dubbi, nessuno entra da un gommista alla ricerca di una nuova pettinatura e viceversa. È chiaro che questa iconografia rudimentale vale per le botteghe e i mestieri più concreti: fare il pane, vendere cappelli, riparare le auto. E qui subentra la mia malizia, insieme alle notizie del giorno. E mi chiedo: e le banche? Come può rappresentarsi con primitiva efficacia il mestiere della banca, che di per sé non produce niente? Ci sono persone che costruiscono, nel vero senso della parola, e il prodotto del loro lavoro ha una tangibilità - pane, gomme, cappelli, armi - che trova spazio anche nell’economia pre-capitalistica (e mi piace pensare anche in quella post-capitalistica). Altre entità, invece, operano nel mondo condizionandolo, plasmandolo, plasmando le nostre coscienze (salvo pochissimi), ma non possono fregiarsi di un collegamento diretto col mondo delle Cose. Non hanno spazio nella realtà del Fare, e il loro stesso ambito ha una valenza definitoria negativa: si chiama Speculazione. Eccolo, il collegamento con gli indignados mondiali, che il mese scorso hanno protestato contro lo strapotere economico e politico delle lobby finanziarie, e hanno occupato Wall Street spargendo anacronistiche preghiere new age a due passi dal Toro della Borsa. Che insegna potrebbero indossare le banche, nello scenario economico primitivo del Burkina Faso? Sicuramente ce l’hanno

«Il mese presenta un cielo promettente. L’anno chiude dunque, se non proprio in bellezza, con un’atmosfera più serena e propositiva. Potete guardarvi indietro con meritato sollievo, e soprattutto guardare avanti con ottimismo e rinnovata fiducia: sarete incoraggiati a pensare al futuro con un’ottica progettuale, non più con quel senso di precarietà o allarme che ha caratterizzato i tempi precedenti. Il vostro Fuoco si riaccende e l’orizzonte si fa più luminoso».

pure là, un’insegna; simbologia e reclamistica sono scienze esatte e ben sviluppate, al giorno d’oggi. Però, nonostante il semplicismo apparente del problema, intuisco che la risposta potrebbe non essere così banale. E mi piace perciò pensare che ci possa essere stato, forse per un’ora o forse solo per un minuto, un leggero imbarazzo tra Vertici Aziendali e gli art director, per decidere il look dell’insegna anche di una sola banca. Andando alle radici delle cose, e scoprendo che non tutte le attività godono di concretezza, e che alcune costruiscono niente, e nelle loro stanze le mani si sporcano - perché si sporcano - ma non si affaticano. Molto infantile e molto marxista, la soddisfazione nel mettere nella scala gerarchica l’operaio e il panettiere prima del promotore finanziario e del broker assicurativo. Di coloro che vendono sogni e insieme un prodotto - il denaro - che doveva rappresentare il MetaProdotto (l’incarnazione del valore di ogni altra cosa al mondo), ma che in ultima analisi non ha, primitivisticamente parlando, né valore né significato. Considerazione sicuramente accademica, provocazione forse lecita. Ma per fortuna condivisa, oggi, dagli occupiers di Wall Street, New York City, U.S.A, Mondo. Poi mi sveglio, però, e dalla stessa fonte (Gianfranco) vedo che i sogni rousseiani del “buon selvaggio” sfumano miseramente in una realtà, anche nell’africa più nera, fatta del peggior demonio-globalizzatore: il telefonino. Tutti lo possiedono, tutti lo usano, tutti lo sfoggiano, anche laggiù. Le multinazionali delle telecomunicazioni sono arrivate anche là, hanno unito le famiglie a miglia e savane di distanza, hanno semplificato la vita di chi ogni giorno deve camminare ore ed ore per giungere al posto di lavoro o per comprare le uova al mercato, ma rovinandone la vita (come a noi fu fatto) rendendoci omologati e raggiungibili, in colpa quando ci prende la sacrosanta voglia di non rispondere sempre a per forza a tutti. Peccato. Un’altra occasione persa. Vi abbraccio tutti, dalla mia posizione travallante e incoerente. A presto.

Gemelli «Già le ultime settimane non sono state granché, ma sembra che dobbiate portare pazienza anche questo mese. Con meno ansia potrete gestire queste settimane di fine anno in attesa di recuperare tempo ed energie. Cercate di reagire a quel senso di frustrazione e approfittate delle feste per riposarvi, stare con le persone care, e magari organizzare le idee in vista del futuro più roseo che vi aspetta, e che potete già iniziare a costruire con lo stato d’animo giusto».

Leone «Senz’altro di segno positivo il mese in arrivo, che vi permetterà di sfruttare quest’ultimo scorcio di anno, sia per sistemare certe questioni rimaste in sospeso e affrontare con più decisione eventuali problemi sul lavoro o relazionali, sia per aprire la mente a nuove prospettive, nuovi obiettivi. É importante chiudere i conti con il 2011 in modo onesto ma propositivo, così da gettare basi solide per nuove costruzioni e impostare iniziative che daranno frutti nei mesi prossimi».

Bilancia «Mese caratterizzato essenzialmente da forte ottimismo ed atteggiamento costruttivo anche nei confronti dei piccoli scogli che incontrerete soprattutto in campo amoroso. Mercurio sarà prezioso per favorire chiarezza di idee e di intenti, aiutandovi a comprendere ciò che va lasciato al passato e ciò che invece può offrire direzioni nuove al futuro della vostra vita. Il cielo del mese è particolarmente benevolo per le questioni lavorative».

Sagittario «Questo non sarà un mese banale, ordinario, noioso, anzi vi porterà un’atmosfera un po’ nervosa o semplicemente frenetica, tra mille impegni e incombenze varie. Insomma, l’anno sembra voler chiudere in modo eclatante e non sono da escludere novità, scelte importanti, cambiamenti. Il consiglio è di non disperdere energie operative in troppe direzioni, ma concentrarsi su pochi obiettivi più importanti. Insomma non improvvisare, ma usare metodo».

Acquario «Dopo le tensioni della prima parte dell’autunno, potrete prepararvi al Natale con animo più leggero e propositivo. Sembra che già questo mese vi inviti a fare un bilancio del 2011, per trarre insegnamenti e conclusioni utili, superando i brutti ricordi e serbando il più prezioso distillato di esperienza; bilancio utile anche nelle amicizie, per capire quali siano i rapporti che valgono e quelli che invece possono essere abbandonati… e sostituiti con altri stimoli».

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Toro

OROSCOPO

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Dicembre

«Dopo le tensioni di inizio autunno, l’anno chiude in bellezza con un cielo sereno, promettente, incoraggiante su tutti i fronti. Potrete onorare l’anno che sta finendo con un bilancio positivo, e riuscirete ad alleggerirvi, a lasciare andare i brutti ricordi, i rancori, le nostalgie o il rammarico per ciò che non è andato come speravate… e trattenendo dal passato solo l’esperienza utile per il futuro».

Cancro

«È un mese abbastanza tranquillo, per cui l’anno sembra concludersi in modo piuttosto sereno, soprattutto paragonandolo alla fine del 2010 o alla primavera scorsa la quale è stata caratterizzata da molto stress. Adesso le configurazioni sono decisamente più equilibrate, e come già detto il mese non dovrebbe presentare grossi scogli. I giorni un po’ più delicati saranno, come sempre, quelli con Luna dissonante: cioè il 27-28 novembre, 4-5-6, 1213, 18-19 dicembre».

Vergine

«Qualcosa adesso sta cambiando, e tra questo mese e gennaio sarà possibile un miglioramento della vostra situazione generale e anche dell’umore. Per quanto riguarda il lavoro, Marte nel segno in trigono a Giove stimola le ambizioni, la grinta, la capacità decisionale e spinge a concretizzare risultati. Venere, inoltre, sarà in grado di sbloccare le situazioni arenate e riaccendere emozioni, sentimenti, desideri».

Scorpione

«Gli ultimi mesi, dall’estate a inizio autunno, hanno riproposto incertezze e problemi, soprattutto di natura economica o professionale, e un clima un po’ stressante. Le cose, però, miglioreranno nel 2012 e qualcosa di nuovo, di buono, potrebbe arrivare già in questo ultimo scorcio di 2011, giusto per chiudere con maggiore sollievo e ottimismo. Sarà un mese di bilanci, ma anche di risultati e nuovi progetti. Prendete il meglio dall’anno che sta per finire, trovate l’esperienza utile foss’anche negli episodi più faticosi o dolorosi… e poi guardate avanti!».

Capricorno

«Il 2011 non è stato facile, soprattutto la primavera sembra aver portato un notevole carico di stress, ma le cose sono andate appianandosi almeno un po’ nella seconda parte dell’anno e da inizio novembre c’è stata appunto una svolta positiva di cui forse non vi siete ancora resi conto ma che potrete apprezzare in questo mese e nei prossimi. Ritrovate serenità e ottimismo! Non dimenticate che il 2012 vedrà ulteriori cambiamenti positivi nel cielo».

Pesci

«Il mese di novembre è stato un po’ incerto, e sembra che dobbiate portare pazienza anche questo mese. Non vi preoccupate troppo, però, in quanto le cose cambieranno e riprenderanno a funzionare meglio, già il 13 dicembre. Con un po’ più di pazienza (e un po’ meno ansia) potrete gestire queste settimane di fine anno in attesa di recuperare tempo ed energie. Non vale davvero la pena scalpitare di frustrazione se tanto molte cose non dipendono da voi».




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