Carpi Distretto Moda - Inverno 2017

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CARPI DISTRETTO MODA CARPI FASHION DISTRICT WI NT E R 2017

All’interno la guida agli spacci e outlet

Cristiano Burani NEL SAPER FARE LOCALE IL RESPIRO DEL MONDO Cristiano Burani SKILLED LOCAL CRAFTSMANSHIP THE WORLD’S OXYGEN


Aperto da MartedĂŹ a Domenica 10:00-13:00 / 15:00 -19:30 Dal 6 al 24 dicembre 2016 aperto anche il LunedĂŹ Carpi, via Alessandro Manzoni 145 - Tel. 059 637590 - email: blumarine.store@blufin.it

La Voce Carpi distretto Moda.indd 1

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CARPI DISTRETTO MODA CARPI FASHION DISTRICT

CARPI DISTRETTO MODA CARPI FASHION DISTRICT W I N T E R 2017 SOMMARIO

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Cristiano Burani: made in Italy ispirato all’unicità

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Tendenze: gli accessori più cool dell’inverno

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Le città: Lyon, luci, eleganza e intimità

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Elisabetta Spadaccini: competere con la qualità e l’aggregazione 27 Una fashion blogger formatasi in azienda

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Gloria Trevisani (Crea-Si): interprete di idee moda

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Moda Makers nuova energia per Carpi

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INDICE SPACCI E OUTLET 49

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SUMMARY Cristiano Burani: made in Italy aspiring for uniqueness

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Trend’s: the coolest accessories this winter

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Cities: Lyon, lights, elegance and intimacy Elisabetta Spadaccini: competing with quality and aggregation A fashion blogger with a corporate background

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SUPPLEMENTO AL N. 47 DI VOCE DEL 15 DICEMBRE 2016 SUPPLEMENT TO ISSUE 47 OF WEEKLY "VOCE" DATED 15TH DECEMBER 2016 REG. TRIB. DI MODENA, N. 1177 DEL 7.10.1993 DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF: FLORIO MAGNANINI GRAFICA E IMPAGINAZIONE GRAPHICS AND PAGING: SANDRO PAPPALARDO ALESSANDRA MAZZARELLA TESTI / TEXTS: CLAUDIA ROSINI FLORIO MAGNANINI VALENTINA PO TRADUZIONI / TRANSLATIONS: BENEDICT SCHOOL CARPI

Gloria Trevisani (Crea-Si): exponent of fashion ideas

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Moda Makers New energy for Carpi

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INDEX OF STORES AND OUTLETS 49

EDITORE / PUBLISHER: SOCIETÀ EDITORIALE D&F SRL, VIA PERUZZI 2C - 41012 CARPI TEL. 059 694050 - FAX. 059 645457 FINITO DI STAMPARE IL 10 DICEMBRE 2016 PRESSO SEVEN SEAS SRL, REPUBBLICA DI SAN MARINO


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EDITORIALE di Florio Magnanini

Non si può dire che esista una precisa percezione, anche a livello dei grandi media, dei cambiamenti che stanno caratterizzando il mondo del fashion. Non nel senso dei contenuti delle stagioni, delle collezioni e dei modelli che, ovviamente, nella moda sono la regola. Quel che sta accadendo va piuttosto inteso in senso strutturale e si lega al primato acquistato dal fattore prezzo, con il conseguente dilagare del fast-fashion e la forza acquistata dai colossi mondiali che ne sono gli interpreti. È la trasformazione che sancisce l’avvento anche di nuovi modelli di consumo, nell’abbigliamento, dove l’intrinseca qualità e il valore dei prodotti cede alla possibilità di acquistarne tanti, grazie ai prezzi più contenuti. Tanto più che quell’intrinseca qualità non è affatto liquidabile come di basso livello ma, alleata con il prezzo, è riuscita a sfondare nei gusti e nel costume, proprio nei mercati più tradizionali, come quello europeo e italiano in particolare. Nel servizio portante di questo numero di Carpi Distretto Moda ci chiediamo per quanto tempo ancora il vasto mondo delle private label e della subfornitura che continua a rappresentare il nerbo produttivo del distretto tessile di Carpi, ce la farà a comprimere i propri costi per assoggettarsi ai diktat della committenza. Una committenza che, quando non sia rappresentata dalle stesse insegne del

fast-fashion, come è avvenuto fino a qualche anno fa, è costituita dai brand che ne stanno ricalcando le orme, sempre nella stessa fascia di prodotto e prezzo. Il quesito è retorico: in realtà non ce la faranno, come dimostra la perdurante tendenza alle chiusure e il pessimismo che si respira nell’ambiente. Ma c’è anche chi, nel distretto, alla tendenza a ridurre e a comprimere, fino ad accorgersi di non guadagnare nulla, ha cominciato a sostituire la scelta opposta di alzare la qualità proponendola al prezzo che vale. E che alla tradizionale inclinazione delle aziende di Carpi a farsi comperare, venendo saccheggiate dall’acquirente di turno, ha sostituito la strategia opposta del vendersi per quel che si vale, anche se costa di più. L’obiettivo di fornire una cifra di qualità molto più elevata, tuttavia, non può dipendere da una singola private label. Richiede piuttosto un lavoro di sistema e che alle gelosie tra aziende si sostituiscano le alleanze, dirette a rafforzarsi e a rafforzare – permettendole investimenti in tecnologia, innovazione e formazione –, una filiera che per esperienza, varietà e creatività ha pochi rivali nel mondo. Lo scriviamo da tempo: fare qualità e sistema, per il distretto carpigiano del tessile non è più un optional, ma una necessità e la ragione stessa della propria sopravvivenza.


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EDITORIAL by Florio Magnanini

It cannot be said that a clear perception exists, even at mainstream media level, of the changes affecting the world of fashion. Not in the sense of the contents of the seasons, collections and models which, of course, are the rule in fashion. What is happening should rather be interpreted in a structural sense and is tied to the primacy of the price factor, with the consequent spread of fast-fashion and the strength acquired by the large global companies behind it. This transformation also marks the advent of new consumption trends in the clothing industry, where the intrinsic quality and value of products gives way to the possibility of buying larger quantities, thanks to lower prices. Even more so, because such intrinsic quality cannot in any way be considered as low-level; backed by the price factor in fact, it has managed, in terms of tastes and habits, to break through onto more traditional markets, in Europe and Italy in particular. In the main article of this issue of Carpi Distretto Moda we ask ourselves for how much longer the wide world of private labels and sub-contracting which continues to represent the production backbone of Carpi’s textile district, will manage to keep down costs and submit to the diktats of its customers. A customer-base which, when not represented by fast-fashion labels, as was the case until a few years ago, is made up of

brands which are following in their footsteps, always in the same product and price bracket. The question is rhetorical: in point of fact, they will not, as is clearly shown by the on-going closure trend and the pessimism which reigns in the industry. But there are also those who, in the district, instead of reducing and compressing, to the point of earning nothing, have begun moving in the opposite direction by raising the quality of their products and selling them for what they are worth, and which have replaced the traditional inclination of Carpi companies to let themselves be bought out and plundered by the buyer of the moment, with the opposite strategy of selling products for what they are worth, even if prices are higher. The goal of providing better quality at a higher price, however, cannot be attained by any single private label. Rather, it requires the commitment of an entire system in which jealousies between companies are replaced by strengthening alliances which permit investments in technology, innovation and training, a supply chain which, in terms of experience, variety and creativity has few rivals in the world. We have been writing about this for some time now: for the Carpi textile district, quality and cooperation are no longer an option, but a necessity and the very reason for its survival.


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COVER STORY

Cristiano Burani: made in Italy nel segno dell’unicità Ha lavorato per griffe di prestigio, prima di aprire B Design e realizzare la linea che porta il suo nome. La vicenda esemplare di un designer che guarda al mondo convinto delle risorse creative di Carpi

U

di Claudia Rosini

no stilista che ha “respirato” per anni l’aria di Carpi, entrando a contatto con il saper fare tipico della filiera del distretto, ma che nel frattempo ha anche viaggiato, vissuto all’estero, visto il mondo e conosciuto culture diverse, non può che portare quel valore aggiunto di creatività e stile cosmopolita che serve alle aziende per proporre un prodotto dal sapore internazionale, contemporaneo e meno legato all’“italianità” del marchio. Cristiano Burani, 43 anni, bolognese di nascita ma reggiano d’adozione, sei anni fa dopo una lunga

gavetta alla corte di nomi prestigiosi del mondo della moda del calibro di Donna Karan, La Perla, Blumarine e Versace ha deciso di mettersi in proprio e realizzare un progetto tutto suo. Così è nata la B Design, una piccola azienda che ha sede a Carpi della quale è titolare e direttore creativo, a cui fa capo il marchio di abbigliamento femminile Cristiano Burani. Oltre ad avere la sua griffe, Burani collabora come freelance con uno dei più importati brand di moda donna del momento e ritiene che partnership del genere siano fondamentali oggi. «Tantissimi stilisti che hanno una loro linea realizzano anche parte delle collezioni di noti brand della moda – spiega Burani –.


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Immagini dalla collezione Autunno Inverno 2016/2017

Non è certo uno “svilimento” per un designer anzi, al contrario, penso che sia un arricchimento per entrambe le parti. Per le aziende che sono fortissime sul versante commerciale, sul retail, sull’immagine e, ovviamente, hanno lo “zoccolo duro” del marchio ma a volte mancano di originalità e di creatività. E per noi stilisti che possiamo mettere a disposizione di queste grandi realtà le nostre intuizioni innovative e il nostro gusto per la sperimentazione». L’estro creativo al servizio della potenza commerciale, insomma. «Già da tempo gli imprenditori più lungimiranti hanno capito che le idee e la creatività messe a disposizione dell’industrializzazione possono funzionare – prosegue –. Ovviamente quando lavoro per gli altri faccio un prodotto molto diverso dal mio, perché devo rimanere fedele all’identità del marchio. Cerco di mescolare la sensibilità carpigiana verso una donna femminile, colorata, positiva sviluppata soprattutto grazie alla mia lunga collaborazione con Blumarine, con lo spirito internazionale che arriva dal mio background formativo, dalla mia passione per i viaggi, per l’arte e dal fatto di sfilare in passerella a Milano con la mia linea Cristiano Burani». Una laurea in Medicina e Chirurgia nel cassetto,

un diploma in Fashion Design alla prestigiosa “Parsons School” di New York, Burani è stato “lanciato” nell’olimpo della moda che conta dalla partecipazione alla sfilate della fashion week milanese. «La Camera nazionale della moda – ­ dice – è davvero uno dei pochi enti nel nostro Paese ad aiutare concretamente i giovani talenti a emergere. Credono nel ricambio generazionale». La sua B Design è una realtà piccola (sono in cinque), giovane e intraprendente. Il prodotto è 100 per cento made in Italy: l’ufficio stile (guidato ovviamente da Burani) è a Carpi, così come parte della produzione, soprattutto di jersey e maglieria, mentre l’altra fetta è dislocata in Puglia, dove esiste un’importante tradizione manifatturiera sul capospalla. «Il mio punto di partenza è lavorare con il distretto carpigiano e cerco di farlo anche nelle mie collaborazioni da freelance – racconta –. Credo che sia inutile andare a cercare la roba all’estero, in Romania o altrove, perché da noi c’è tutto quello che serve: si trovano delle vere e proprie eccellenze, gente esperta e capace di dare un valore aggiunto alla creatività. Carpi non è soltanto maglieria, ma anche finiture, applicazioni, ricami, manipolazioni di materiali. Purtroppo la subfornitura se la passa

Estro creativo al servizio della potenza commerciale


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Cristiano Burani con Alberta Ferretti

male perché le grandi aziende, per risparmiare, vanno all’estero e qua si fanno solo campionari e piccoli quantitativi. Ma la tendenza si sta ribaltando – aggiunge –, si sta assistendo a un ritorno in Italia, a un back shoring delle produzioni manifatturiere, anche perché spesso si spende di più a riparare i danni fatti all’estero che a produrre a casa». L’etichetta Cristiano Burani, nonostante sia profondamente radicata in Italia, è molto orientata ai mercati stranieri ed esporta la maggior parte (circa il 90 per cento) della sua produzione che è distribuita nei migliori negozi multimarca e department store di tutto il mondo. «Per noi l’estero è fondamentale e in particolare il mercato mediorientale e quello asiatico – rivela Burani –: Giappone, Corea, Cina. Paesi dove c’è “fame” di novità, di freschezza, di creatività. I Cinesi poi sono i nuovi Russi ed è essenziale imparare a conoscere il loro mercato, i loro gusti. Qualche settimana fa sono ritornato a Shanghai dopo un anno di assenza: è incredibile con quanta velocità cambino le cose laggiù. Ho trovato un bel fermento: i nuovi ricchi (che sono perlopiù giovani sotto i trent’anni) hanno voglia di vestirsi bene, non vogliono indossare capi Made in China, ma articoli italiani o al massimo cinesi ma prodotti in Italia.

L’appeal del Made in Italy è ancora molto forte e va sfruttato – prosegue –. Anche perché il loro gusto si sta affinando e, dal momento che la maggior parte degli stilisti e dei brand producono lì, gli stiamo trasmettendo il nostro know how. Sarà difficile che possano superarci in creatività e innovazione, noi italiani lo abbiamo nel dna, ma loro sono ottimi imprenditori e, soprattutto, hanno una grande dote: la flessibilità. Occorre che le imprese italiane facciano sistema, uniscano le forze per superare questo momento difficile. E soprattutto che incrementino la loro presenza all’estero, approcciando mercati dove la gente subisce ancora il fascino del made in Italy e, soprattutto, ha soldi da spendere». Valore aggiunto del marchio e chiave del suo successo all’estero è la forte identità, l’immagine mirata, la ricerca tecnologica e lo studio dei materiali. Il target di riferimento è una donna giovane che ama vestirsi in modo femminile ma anche pratico e che vuole distinguersi attraverso un look ricercato e stiloso, ricco di contrasti e di abbinamenti di materiali, tessuti e colori. Sperimentazioni che piacciono molto alla stampa internazionale: blog e riviste di moda straniere inseriscono spesso outfit griffati Cristiano Burani nelle loro pagine. «La stampa straniera è me-

Un’etichetta molto italiana che guarda agli emergenti


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no “ingessata” rispetto a quella italiana e più libera dai vincoli con gli inserzionisti pubblicitari – spiega il designer –. È capitato di vedere pubblicata su diversi magazine la foto dell’attrice Rachel McAdams con indosso un nostro smoking rosso citata tra le star meglio vestite. Sono soddisfazioni». Tra le altre dive dello showbiz internazionale che hanno scelto Burani: le cantanti statunitensi Rihanna, Zendaya Coleman e Ariana Grande, l’ex Spice Girl Mel B. e l’affascinante attrice francese Marion Cotillard. «Le nostre collezioni si compongono di un’ottantina di pezzi – precisa –. Cerchiamo sempre di proporre articoli particolari, di mescolare gli stili, come per esempio lo sportivo con il glamour, di realizzare volumi rilassati e di veicolare una femminilità sexy, ma mai volgare e ostentata. Sarà per questo che siamo molto apprezzati dalle stylist». Un’identità che trova la sua forza nella differenza, quindi? «Certo, il nostro obiettivo è differenziarci, essere unici e, soprattutto, avere una storia da raccontare – conclude Burani –. Ci siamo impegnati nel costruire un’identità in un mercato saturo di proposte e la nostra è la voce di un made in Italy che affonda le sue radici nella tradizione, ma che ha saputo rinnovarsi con freschezza e originalità. Siamo piccoli, abbiamo budget ridotti ma sfiliamo di fianco a Marras. È questa la nostra forza».

Primavera estate di colori ed energia

In queste immagini alcuni capi Cristiano Burani Primavera Estate 2017

All’edizione di settembre di Milano Moda Donna dedicata alla primavera-estate 2017 Cristiano Burani ha fatto sfilare una collezione “arcobaleno” improntata alla spensieratezza e alla positività. Il marchio celebra l’amore per la vita attraverso l’energia del colore. L’attitudine è, come sempre, metropolitana e casual per capi quotidiani dal fascino sportivo. Nuance vitaminiche e solari sono accostate tra loro in righe geometriche, plissettature architettoniche o stampe jungle surf: azzurro polveroso, giallo lime, rosso,

verde, fucsia, arancio. Lo stilista si è preso la libertà di accostare materiali eterogenei (organza, ciniglia, crepe di seta, jacquard fil coupè) e dettagli gym in volumi over. Le linee sono rilassate e confortevoli, espressione di un nuovo lusso understated che mescola materiali preziosi, alta tecnologia e lavorazioni manuali. Tra gli accessori spiccano le mini e le maxi rainbow bag, i sabot e gli ankle boot in ciniglia e gli stivali alti al ginocchio con allacciatura trekking.


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Cristiano Burani: made in Italy aspiring for uniqueness Six years ago, after a long spell as a lackey at the court of prestigious names in the fashion world such as Donna Karan, La Perla, Blumarine and Versace, Cristiano Burani, 43 years old, born in Bologna but now living in Reggio Emilia, decided to set up on his own and embark upon a project that would be his alone. This is how B Design was created, a small company based in Carpi of which he is both owner and creative director, and which produces the womenswear brand Cristiano Burani. In addition to having his own designer label, Burani also works as a freelancer with one of today’s most important brands of women’s clothing and he believes that partnerships like these are fundamental these days because they enable companies to put their foot down on the accelerator of creativity and designers to capitalise on their ideas. With a degree in Medicine and a diploma in Fashion Design at the prestigious “Parsons School” of New York under his belt, Burani was “launched” into the Olympus of the fashion industry that counts by his participation in the runways shows at Milan fashion week. His company, B Design is small (there are only five people working there), young and enterprising. The product is 100 per cent made in Italy: the design office (obviously led by Burani) is in Carpi, and so is part of the production, es-

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Ariana Grande agli Mtv Ema e, a sinistra, l’attrice Rachel McAdams indossano abiti di Cristiano Burani

pecially for jerseys and knitwear. Instead, another slice is located further away in Apulia, which hosts an important manufacturing tradition in the outerwear segment. Although the Cristiano Burani label is deeply rooted in Italy, it is strongly geared towards foreign markets and exports most (approximately 90 per cent) of its production, distributed in the best multi-brand and department stores worldwide, especially in the Middle East and in Asia. Where, the designer tells us, people want to dress well and the appeal of fashion made in Italy is even stronger. An added value of the brand and the key to its success abroad is a combination of its strong identity, targeted image, technological research and the study of the materials. Experiments that the international press adore: foreign blogs and fashion magazines often feature Cristiano Burani designer clothes. ”Our objective is to stand out from the crowd, to be unique and, above all, to have a story to tell – says Burani –. We have strived to build an identity in a market that is saturated with supply proposals and ours is the voice of an Italian product with its roots firmly planted in tradition, yet capable of renewing itself with a fresh, original outlook. We are a small company with low budgets yet we walk the runway alongside Marras. This is our strength”.


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Tendenze moda Gli accessori sono importanti tanto quanto l’abito. Da soli completano, personalizzano e rendono speciale anche il più semplice dei look, donando personalità e stile. Ecco i 10 accessori più cool di questo inverno. Le tendenze arrivano dalle passerelle internazionali, dai fashion blog ma soprattutto dallo street style.

Fashion trends Accessories are just as important as clothes. Alone, they complete, personalise and make even the simplest looks special, adding character and style. Here are the 10 coolest accessories of this winter. The trends come straight from the international runways and fashion blogs but also and most of all from street style.


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CAPPELLO A TESA LARGA Non è proprio una novità perché già da qualche stagione il cappello è tornato in auge. Il più cool è quello a tesa larga: si va dai modelli esagerati e rigidissimi a quelli più contenuti e morbidi. Tra i colori più gettonati, le tonalità tipicamente invernali come il nero, il verde militare e il bordeaux.

THE WIDE-BRIMMED HAT Not exactly a brand new trend, because the hat has already been back in fashion for a few seasons. The coolest one is the wide-brimmed variety: from over-thetop, ultra-stiff designs to more modest, softer ones. The most popular colours include the traditional winter shades such as black, khaki green and burgundy.

ORECCHINI SCOORDINATI Dalle passerelle arriva anche il trend dei gioielli rock e ribelli. In particolare, gli orecchini che non si indossano più in coppia, ma abbinando modelli dallo stile e dai materiali diversi. Per accentuare l’effetto asimmetrico bisogna abbinare varianti maxi e mini insieme.

MIX & MATCH EARRINGS The trend of rock star, rebel earrings also comes to us straight from the catwalk. In particular, earrings no longer worn in pairs but matched with other versions in different styles and materials. To maximise the asymmetrical effect, maxi and mini versions can be worn together.


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FASCE PER CAPELLI È un trend che sta spopolando già da alcune stagioni, soprattutto in estate. Le fasce e i turbanti per capelli hanno un sapore vintage, tengono in ordine le acconciature e danno un tocco chic anche ai look più semplici. E vanno bene anche per l’inverno se realizzate in lana o con tessuti morbidi e caldi.

HAIRBANDS A trend that has continued to gain ground for several seasons, especially in summer. Hair bands and turbans have a vintage feel, keep the hair tidy and bring a touch of chic glamour to even the most basic looks. And they are also ideal in winter, in wool or soft, warm fabrics.

DOPPIA BORSA È uno dei trend principali di questo inverno. La moda impone che le borse non si indossino più da sole, ma in coppia, a due a due. Meglio abbinarne una piccola (come se fosse un borsellino) a una grande. L’importante è che siano coordinate tra loro in stile e colori.

THE TWO-BAG TREND Introducing one of the main trends this winter. Fashion dictates that bags should no longer be carried alone, but in pairs, two by two. The best idea is to match a small one (as if it were a wallet) with a large one. Most importantly, they must match in terms of style and colour.


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COLLANT Dopo anni di gambe nude anche in inverno, tornano di moda i collant. I più cool sono coloratissimi e neri, meglio se coprenti o di lana. Le calze a rete sono un must have, ma sono gettonatissimi anche i colori (rosso, verde bottiglia e i più leziosi rosa e giallo zafferano) e le fantasie (pizzo, pois, righe, losanghe e lurex).

TIGHTS After years of bare legs, even in wintertime, tights are back in fashion. The coolest ones come in vibrant colours or black, and are ideally thick, or made of wool. Fishnet tights are a must-have, but colours (red, bottle green and the paler shades of pink and saffron yellow) and patterns (lace, polka dots, stripes, diamonds and lurex) are also highly popular.

CALZINI Anche i calzini corti, soprattutto se abbinati alle scarpe (o i sandali) con il tacco alto sono di gran moda. Si possono indossare con le gonne longuette o con i pantaloni alla caviglia. Vanno per la maggiore anche i calzini con le scarpe stringate maschili e i calzettoni di lana (in questo caso un po’ più lunghi) da abbinare a stivaletti sportivi.

SOCKS Ankle socks too, especially when matched with high-heeled shoes (or sandals), are the height of fashion. They can be worn with pencil skirts or ankle-length trousers. High in the popularity rankings we also find ankle socks with men’s lace-up shoes and thick woollen socks (here slightly longer) matched with casual ankle boots.


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CUISSARD Gli stivali sono il tipo di calzatura che domina questa stagione. Il modello che vince su tutti è quello altissimo, sopra il ginocchio che è proposto in mille varianti: colorato, total black, in versione romantica con rouches, ricamato, animalier, minimal

CUISSARD BOOTS Boots rule supreme in the footwear stakes this season. The queen of them all is the ultra-high, over-the-knee boot, available in thousands of different variations: coloured, total black, romantic with ruffles, embroidered, animal print, minimal

SCARPE A PUNTA Femminili, sensuali e altissime (anche se per niente comode) le scarpe a punta sono ufficialmente tornate, sdoganate dagli stilisti sulle passerelle delle collezioni autunno-inverno 2016-17. Si va dai classici stiletto total black con allacciatura alla caviglia alle décolléte gioiello, dai sabot a punta alle Mary Jane glitterate.

POINTED TOE SHOES Feminine, sensual and staggeringly high-heeled (yet anything but uncomfortable), pointed toe shoes are officially back, released by designers on the runways of the autumn winter collections for 2016-17. They range from the classic total black stiletto fastened around the ankle to the jewelled pump, from the pointed slingback to the Mary Jane covered in glitter.


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SCARPE IN VELLUTO Che il velluto sia uno dei tessuti più gettonati dell’autunno-inverno 2016-17 è un dato di fatto. Ma il trend “invade” anche le calzature e le scarpe in velluto diventano uno dei must have di stagione: décolléte, ballerine, sandali invernali, stivaletti. L’effetto è molto vintage e retrò.

VELVET SHOES That velvet is one of the most popular fabrics of the 2016-17 autumn winter season is plain fact. But the trend is also “invading” footwear and velvet shoes have become one of the season’s essential pieces: pumps, ballet pumps, winter sandals and ankle boots. The effect is very vintage and retro.

I MOCASSINI CON IL PELO Li ha lanciati Gucci e più che mocassini sono una sorta di slippers/ciabatte con pelliccia (eco o vera) all’interno che vanno bene sia per lui che per lei. Possono non piacere, ma sicuramente non lasciano passare inosservati. Gucci le ha proposte in diversi modelli, colori e pellami. E ha “ispirato” numerosi marchi che ne propongono versioni accessibili a tutti i portafogli.

FUR MOCCASINS They were launched by Gucci and, rather than moccasins, they are a sort of slipper/sandal with a fur (fake or real) lining, suitable for men and women alike. They may not be everyone’s cup of tea but they certainly turn heads. The original Gucci versions are available in various styles, colours and furs, “inspiring” many other brands, which offer types to suit all pockets.


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GLI ANKLE BOOTS Gli ankle boots (gli stivaletti alla caviglia) sono in auge già da qualche stagione e indossandoli non si sbaglia mai. Bassi o con il tacco, in versione classica total black o colorati, in cavallino, in vernice o in velluto, i tronchetti in stile retrò sono una certezza. Si abbinano a gonne, pantaloni culotte e jeans skinny.

ANKLE BOOTS Ankle boots have already been in fashion for a few seasons now and when you wear them you can’t put a foot wrong. Flat or heeled, in classic total black or colours, in ponyskin, patent or velvet, ankle boots with a retro feel are a staple item of footwear that match all kinds of outfits, from skirts and culottes to skinny jeans.

LE ZEPPE Regalano centimetri in altezza senza che la comodità ne risenta. E sono versatili perché si declinano anche nei look invernali: sotto forma di stivaletti, pumps e perfino sandali, magari da sfoggiare con un paio di calzini colorati. Le zeppe insomma sono un must di stagione in mille versioni: in suede o in pelle, essenziali o esagerate, chic o sportive.

PLATFORMS They raise you centimetres off the ground without skimping on comfort. And they are versatile because they can also be incorporated into trendy looks for the winter season: in the form of ankle boots, pumps and even sandals, perhaps to sport with a pair of coloured ankle socks. When all is said and done, platforms area seasonal must-have in a thousand different versions: in suede or leather, basic or outrageous, chic or casual.


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Lyon: luci, eleganza e intimità

L

di Valentina Po

a storia della città di Lione affonda le radici in tempi lontani, si intreccia con le conquiste dell’impero romano e si sviluppa lungo la via della seta, caratterizzata dall’amore per l’arte, l’ingegno e l’eleganza francesi. Il Rodano e la Saona scorrono lenti lungo la città, facendo da cornice alla terza città più grande di Francia e patrimonio Unesco. Leader nel settore delle pubblicazioni e capitale di una importante regione industriale, il dipartimento Rhône-Alpes, Lione è anche prestigiosa meta gastronomica, ricca di bouchon (bar-gastronomie) e bistrot che, dopo Parigi, contano il maggior numero di stelle Michelin di Francia. La città antica è caratterizzata dai segni dei primi insediamenti gallico-romani, con stretti e misteriosi vicoli ricchi di storia e magia, mentre nella Vieux Lyon si

distinguono edifici medioevali. Gli stili classici e moderni convivono armoniosamente poi nel resto della città, rendendola perfetta sia per incontri di lavoro che per la vita di giovani e studenti. Ma Lione è anche celebre per la tradizionale produzione della seta, sviluppatasi nel periodo del Rinascimento e che raggiunse l’apice sotto l’impero di Napoleone. Molte innovazioni tecniche videro la luce proprio qui, a Lione, come il telaio Jacquard e la stampa à la Lyonnaise, poi esportati in tutto il mondo facendo della Croix Rousse un punto di riferimento per la moda di nicchia. Da non perdere sono l’Atélier de Soierie, la Soierie Saint-Georges o la Soierie vivante, negozi aperti al pubblico che organizzano periodicamente anche conferenze e workshop dedicate a grandi e piccini. È proprio qui, nel cuore della storia del tessile di lusso francese, che si è sviluppato il Village des Créateurs, il quartiere della moda d’avan-


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guardia, dove hanno mosso i primi passi alcuni grandi stilisti che hanno raggiunto il successo, come Nathalie Chaize, Millésia-Nina Ricci, Max Chaoul, Marie Michaud Créations e Jean-Claude Trigon. Spostandosi in centro città, non può mancare una passeggiata sotto il Passage de l’Argue, una ricca galleria coperta dedicata allo shopping, realizzata nel XIX secolo, dove si trovano alcune botteghe artigianali dal sapore antico. Poco più in là, sulla Presqu’île, la fascia della città che si trova tra i due fiumi, si sviluppa invece il quartiere dello shopping moderno con negozi e showroom dei brand più in voga del momento. La vita notturna di Lione si sviluppa soprattutto nel quartiere antico, con locali unici, wine bar ed enoteche dove passare una serata in compagnia. I Lionesi infatti, non amano le grandi discoteche: preferiscono un bicchiere di vino a un cocktail, due chiacchiere tra amici a danze pazze in pista. Scorrendo lungo le vie della città è possibile scorgere grandi murales anche di enormi dimensioni, dipinti sulle facciate dei palazzi a partire dagli anni Settanta da un gruppo di studenti d’arte desiderosi di aprirsi alla città e oggi incorporati come simbolo dell’identità della metropoli.

Per gli appassionati di mercatini delle pulci e dell’antico invece, le occasioni non mancano: la regione Rhône-Alpes è infatti considerata roccaforte dell’antiquariato con fiere dell’usato e dell’antiquariato un po’ dappertutto. Davvero da non perdere sono la braderie di Leyment nell’Ain (l’ultima domenica d’agosto), il Puces du Canal, a Lione-Villeurbanne, il secondo mercato nazionale delle pulci dopo Parigi e rue Auguste Comte, la via degli antiquari. Se tutto ciò non bastasse, a Lione, vengono organizzati periodicamente manifestazioni ed eventi di rilievo internazionale come il Festival della Danza, il Lyon Film Festival (i fratelli Lumière, infatti, mossero i primi passi nel mondo del cinema proprio a Lione), la Biennale di Architettura e la Festa delle Luci, che si svolge ogni anno in occasione dell’8 dicembre: quattro giorni di performance artistiche, installazioni e proiezioni che rendono la città davvero magica.


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In alto, alcuni scorci di Lyon Sopra e a destra: momenti della tradizionale Festa delle Luci, che colora palazzi e monumenti ogni 8 dicembre. A sinistra: “La fresque des Lyonnais”, il murales che raffigura personaggi storici di Francia

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Per rinnovo locali, Appendimoda srl da Settembre 2016 a Settembre 2017 sarĂ momentaneamente trasferita in via Umbria, 86 a Carpi


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Elisabetta Spadaccini: “Distinguersi in qualità” Grande esperta del sistema produttivo locale e dei mercati internazionali, la fondatrice di Weg non ha dubbi: “Carpi deve uscire dall’indistinto del medio e medio alto, puntando all’eccellenza e al limited edition”

L

Elisabetta Spadaccini

di Florio Magnanini

a qualità, per rispondere alla domanda di made in Italy espressa da nuovi ceti abbienti in varie parti del mondo. E anche – ma questo vale soprattutto per il mercato italiano ed europeo – per distinguersi e uscire da quella dimensione di prodotto medio/medio alto che non si sa più che cosa sia. E come presupposto per la qualità, serve l’aggregazione: unire cioè le forze fra aziende produttrici del private label per investire sui gruppi di lavoro della filiera e crescere insieme. Sono alcune delle considerazioni sulle possibili vie d’uscita del prodotto moda di Carpi, compresso tra il fast fashion dei colossi e i brand che delocalizzano, svolte in questa intervista da Elisabetta Spadaccini, imprenditrice da poco ex, con una conoscenza precisa del mercato internazionale della moda e che, al riguardo, non ha dubbi: un percorso di salvezza possibile è la qualità del prodotto, cercata però ai livelli più elevati. Originaria di Reggio Emilia, laureata in Lingue e Letterature straniere, alle spalle un passato da interprete, Spadaccini ha convertito fin da ragazza le proprie conoscenze linguistiche e specializzazioni di marketing nella commercializzazione della maglieria sul mercato europeo. Prima di fondare, a 26 anni, con Federico Busetto, la società Weg di servizi e consulenza per clienti italiani e stranieri nella produzione di abbigliamento. Nel 2007 insieme alla propria controllata Container 99 che ha

allargato il raggio dell’attività di servizio a paesi come l’India e la Cina, la Weg si è trasferita da Reggio Emilia a Carpi. Di recente, per la buona conoscenza che ha dei produttori italiani di moda e accessori e del mercato cinese, è stata protagonista delle riprese televisive e in diretta streaming effettuate da una troupe di “By Creation”. È la platform brand cinese che si è appoggiata al Gruppo Weg per produrre una propria linea di abbigliamento esclusivamente Made in Italy e promuovere in Cina i marchi italiani più rappresentativi in ambito fashion, pelletteria e accessori. Viene naturale chiederle se possa essere proprio questa, una strada da praticare per i produttori di Carpi: una sorta di capovolgimento dei ruoli, per cui le cose ora si farebbero in Italia per venderle in Cina «Quello che si è capito da questa esperienza è che a loro piace l’idea dei capi su misura, del limited edition. E hanno bisogno, perché è un fattore vincente, di vendere non semplicemente un prodotto di qualità, ma anche un’immagine, una storia. Per questo – sottolinea – hanno scelto Carpi: perché c’era la possibilità di costruire una mitologia intorno alla storia del tessile in questa città. Il Made in Italy, si sa, costituisce un valore aggiunto e quando si parla di Italia, la cultura, la tradizione e la storia sono cose importanti. Ecco perché anche i Cinesi sono d’accordo nel fare le limited edition, le capsule speciali e particolari, anche con prezzi alti, dove però la qualità la fa da padrona. Per il futuro, a mio


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parere, sarà importantissimo continuare su questa strada» Ma come si può fare? Insistere sul made in Italy e sulla qualità non rappresenta uno spazio un po’ limitato sia dal punto di vista dei produttori che come mercato di consumatori? «È un paradigma che funziona, in Cina, come in Corea, negli Emirati e negli stessi Stati Uniti. È vero però che dove vanno prese decisioni importanti per la produzione è soprattutto in Europa, perché negli altri paesi, bene o male, c’è ancora una possibilità di acquisto, voglia di novità in fatto di abbigliamento, desiderio di vestirsi. Ancora più nell’ottica del Made in Italy, del fare le cose su misura di cui parlavo prima» E invece qui, nella vecchia Europa e in Italia? «Il ragionamento riguarda Carpi, ma credo possa valere in generale. I gruppi tipo H&M, Zara…» Quelli che comunemente si definiscono fast fashion… «Sì, il fast fashion. Va riconosciuto che fanno cose egregie sotto il profilo del prodotto e per il tipo di clientela che hanno. Nel rapporto qualità-prezzo, niente da dire: sono bravi. Poi ci sono le griffe del lusso: Loro Piana, Brunello Cucinelli, Céline, Chanel, Louis Vuitton, Dior, Valentino, Armani… Quello che mi chiedo io oggi è per quanto tempo ancora possono funzionare i brand che fanno produrre le loro collezioni e produzioni sul territorio italiano, vale a dire quelli che fanno del private label. Cioè il cosiddetto livello medio-alto» E sarebbero? «Sono degli importatori, distributori, catene di negozi. Quelli che ora forniscono lavoro alle ditte di Carpi, in Emilia, e ancora oggi al Veneto, cercano

un prodotto il cui livello è difficilmente definibile, medio o medio alto o che altro…» Né carne né pesce, vuol dire… «Voglio dire che questo tipo di cliente viene a Carpi, fa produrre più o meno nelle stesse aziende e la qualità richiesta e fornita resta sempre in questo indistinto livello medio o medio alto che sia. Se non puntiamo invece a migliorare la qualità, non riusciremo a fare la differenza sul prodotto, ma ci distingueremo solo se saremo bravi nel marketing o nel fornire un servizio diverso» Immagino che quando parla di questa committenza che acquista dalle aziende che lavorano per le private label, lei abbia in mente nomi come Pinko, Elisabetta Franchi o la stessa Liu•Jo o TwinSet, parlando di brand italiani o di Sandro, Zadig&Voltaire dalla Francia e Schumacher, Marc Cain dalla Germania… «In comune hanno l’essere dei brand importanti che possiamo definire contemporary, che hanno i loro negozi o che servono dei negozi multimarca e piazzano ordini di quantità rilevante. Danno lavoro alle aziende usando il proprio marchio, richiedendo quel determinato prodotto a quel prezzo. È l’area che tradizionalmente si è sempre definita prima del medio/medio alto, quella che fa lavorare il nostro distretto. Ora però io non riesco più a capire. Dopo la fascia Zara ed H&M, arriviamo a questi brand. Poi, c’è ancora un’altra fascia tra questi e prima del lusso, come possono essere Etro, Marni, Alberta Ferretti, Missoni. E poi il lusso a cui accennavo prima. In questa mescolanza di livelli, un produttore deve decidere se vuole produrre per il livello qualitativamente più alto, presupponendo di saperlo fare… Credo che qui sia possibile avere margini un po’


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migliori e costruire relazioni più durature» Se invece si attesta in uno di questi livelli intermedi richiesti dai brand medi/medio alti di cui parlavamo prima si comprimono al massimo i prezzi, i margini e le aziende possono andare in crisi… «È vero ma per la mia esperienza ci sono solo quattro o cinque maglifici tra Reggio, Carpi e Reggiolo in grado di lavorare per griffe come Céline, Chanel Lanvin, Marras, Blumarine, Dior e altri di questo livello. Hanno investito molto per specializzarsi nella qualità e sono davvero in grado di fare del livello alto. E a questo punto viene spontanea una domanda» Sentiamo… «Noi a Carpi possiamo continuare a produrre a quei livelli medi, a rincorrere il prezzo? Anche se poi non si è mai concorrenziali, perché arriva sempre il cliente al quale proponi un capo a trenta euro e lui di contro ti dice che lo ha trovato a ventisei. Per non perdere l’ordine si è costretti a cercare alternative di filato, di lavorazioni che ti permettono di abbassare il prezzo solo a scapito della qualità. E allora il plus del Made in Italy dove va a finire?» In alternativa? «In alternativa mi chiedo: è possibile che non riusciamo a elevarci e a produrre per griffe che, senza arrivare al lusso, si avvicinano comunque ai livelli più elevati? Non al lusso, ma all’alto? È chiaro che produrre per loro comporta adeguare la filiera produttiva in termini di qualità» Vien da chiedersi, però, se ci sia una committenza, a questi livelli, quanto meno paragonabile con quella dei brand distributori che oggi fanno lavorare i produttori carpigiani e del distretto,

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anche se li comprimono al massimo nei prezzi… «Io dico che se un produttore investe in innovazione e si attesta in alto nella qualità, il committente lo trova. Il mercato è ormai saturo di tutto il resto, anche dei prodotti cosiddetti di servizio come la maglia che il negozio espone a prezzo interessante insieme a un capo di Armani o Valentino o dei prodotti denominati “di lusso per i poveri”. No: credo che oggi un produttore dalle nostre parti debba essere capace di investire in tecnologie, in giovani che inserisci in azienda e li accompagni affinché imparino e che non si ritengano solo dei designer, ma sappiano anche usare le mani, imparino a distinguere i filati, riescano a far funzionare le macchine e le nuove tecnologie produttive. Non credo che i brand alti abbiano disaffezione nei nostri confronti: è che non glielo proponiamo. E poi, senza uscire dal mercato, dobbiamo imparare a usare filati e materie prime di maggior qualità. È chiaro che alla fine si avrà un prezzo più alto, ma si potranno servire dei clienti che lo accettano» Resta però sempre il quesito di fondo: un cliente medio, con discreta capacità di acquisto, va ancora in un negozio a comprare una maglia da 150/200 euro, che è il prezzo minimo di un prodotto di qualità? Soprattutto in tempi in cui pochi ormai riconoscono il valore della qualità, abituati come sono da Zara ed H&M ad acquistare capi molto giusti, molto moda a prezzi bassi. Quanti sono i clienti finali che dicono: ne prendo uno in meno, lo pago di più, ma so che ho acquistato della qualità? «Le giro la domanda. Restando agli attuali livelli qualitativi, con i clienti italiani o stranieri ai quali viene oggi steso il tappeto rosso all’arrivo in


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azienda, importanti in termini di numeri di capi di produzione ma che esigono la ben nota ma impalpabile qualità medio-alta e un prezzo medio che consenta loro di marginare il giusto (o a volte più del giusto…): restando agli attuali livelli, dicevo, quanto guadagna il produttore? E, in un momento difficile come l’attuale, con quale rischio? Quanto ha prodotto tutto il lavoro fatto per evadere un ordine di questo tipo? Per questo dico che tanta fatica bisognerebbe indirizzarla a fare una qualità diversa. E qui si dischiude anche il tema dell’aggregazione» Spieghiamolo… «Parlando con la titolare di una azienda carpigiana che lavora per clienti in private label, le chiedevo perché ci si debba sempre tirare i capelli sui prezzi e se non sia più utile legarsi a un preciso gruppo di subfornitori, smacchiatori o tecnici che siano. La sua risposta, che condivido, è stata: io non voglio lavorare con un gruppo, ma vorrei altri maglifici che lavorassero insieme a me su gruppi di subfornitori. Intendendo con questo l’unirsi per avere delle fonti di approvvigionamento comuni, investendo su di loro e consolidando i rapporti. Se i maglifici collaborano si trova anche il modo di finanziare lo smacchinatore e gli altri operatori della filiera

produttiva. Significa mettere da parte le gelosie e unire le forze fra realtà simili, investire sulla filiera – dalle macchine alla formazione del personale – come nessun maglificio, preso singolarmente, potrebbe fare. È così che, qualificando la filiera, si compie il salto di qualità che le dicevo. È questa la mentalità imprenditoriale che andrebbe cambiata, non fosse altro perché ci si stanca a non guadagnare e a sentirsi dire continuamente che si è fuori prezzo. Tiriamola su, la qualità, e legittimeremo il prezzo» Ma ce li vede i maglifici di Carpi a fare un passo simile? «Alcuni lo fanno. Pochi, ma ce ne sono. Soprattutto le realtà aziendali che hanno dentro giovani e donne. E il fatto che ci sia un grosso gruppo cinese che viene a Carpi, realizza un documentario sulle persone e sulla nostra storia e lo proietta in Cina deve indurre a ritenere che esiste una esigenza e, di conseguenza, una opportunità. E allora dico: bene, partiamo da lì, facciamo delle capsule, delle limited edition, cose molto Made in Italy ovvero sintesi di qualità, storia, cultura e tradizione. Non è facile, ma io farei così. C’è ancora molto in questo distretto: lo sapeva che Louis Vuitton stampa e produce tante maglie a Carpi?».


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Elisabetta Spadaccini: competing with quality and aggregation Elisabetta Spadaccini, a graduate in foreign Languages and Literature, is the founder of the Weg Group, provider of services and consultancy for Italian and foreign clothing industry customers. As an expert of the global fashion market, in the interview she analyses the possible outlets available to the Carpi fashion product in view of the rapid spread of a fast fashion segment intent on reducing prices in exchange for medium or medium/high quality levels. And she points to this very tendency of wanting to pursue this indistinct quality bracket as the reason behind the crisis of the private label world in the Carpi fashion district. Such companies in fact work to the order of buyers which represent importers or distributors for store chains but which impose price conditions such as to leave the companies themselves without any profit margin. Hence, in a supply range that includes first of all Zara or H&M, then the distributor brands and finally a bracket immediately below luxury goods, a manufacturer must decide where to position itself and, preferably, choose the highest quality levels. This is the path of the best made in Italy, with the capsule collections and limited editions so much appreciated among the emerging classes in China, Korea, Arab Emirates and the USA and which Italy and Europe seem to appreciate less, giving less value to quality, as long as the price is right. According to Spadaccini, this is the decision which, above all on the most traditional markets, is facing the Carpi textile district: to either back away from indistinct medium quality and move up the quality ladder or resign to the logic of a price which will always be too high for the customer of the moment. Moving up to the top of the quality ladder however, in the opinion of Elisabetta Spadaccini, also calls for a change in mentality, the end of individualism and the putting in place of cooperation logics, whereby different companies join forces to enable the supply chain to upgrade products through innovative technologies and the introduction of youngsters and their training.

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a Valentin Bregoli

Una fashion blogger nata in azienda

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di Claudia Rosini

asce da due grandi passioni il fashion blog di Valentina Bregoli: la moda e i viaggi. Ma anche dal suo lavoro nell’azienda di famiglia, la Hazard Couture di Carpi – che produce abbigliamento femminile di alta gamma con le sue due linee Hazard Couture e So Valentina – dove oggi si occupa del customer care, della comunicazione e del web design, oltre che di posare come modella e testimonial per le campagne pubblicitarie. Il blog si chiama Fashion President (www.fashionpresident.com), è nato di recente, ma già da diversi anni Valentina svolge servizi di consulenza di moda online, soprattutto sui social. Il percorso che l’ha portata a realizzarlo risale a nove anni fa. «Mi trovano a Valencia perché all’epoca avevo vinto una borsa di studio per un progetto di design e

Valentina Bregoli ispiratrice di tendenze con la passione dei viaggi e della moda

frequentavo l’Università Politecnica– racconta –. Lì un mio compagno di studi mi ha fatto conoscere una nuovissima piattaforma dove caricare foto e inserire informazioni: era la prima versione di Facebook. Così ho cominciato a utilizzare questo social network, pubblicando foto dei miei viaggi all’estero, dei miei look, della mia vita insomma. Una volta tornata in Italia, nel 2008, il “fenomeno” Facebook era esploso anche qui e così ho cominciato a ricevere richieste di informazioni su dove acquistare i capi che indossavo, come abbinarli in maniera giusta. Io, da grande appassionata di moda, non mi tiravo indietro e dispensavo consigli a tutte». Anche i viaggi erano grande motivo di interesse e curiosità per i suoi amici di Fb. «Ho sempre avuto la fortuna di viaggiare molto – rivela –: per piacere (fin da piccola con i miei genitori), per motivi di studio e di lavoro. Ho visto mezzo mondo e con-


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dividendo le foto dei miei viaggi su Facebook la gente mi chiedeva, anche in questo caso, consigli e informazioni. Faccio anche parte – aggiunge – di Saint James Maritima, un’associazione con sede a Parigi fondata da un mio amico. Organizziamo vacanze in barca (a vela, catamarani e yatch) due volte all’anno: in estate in Sardegna e in Corsica, in inverno nelle isole caraibiche e nelle località tropicali. Ogni anno partecipano un centinaio di ragazzi. La prossima meta? Miami, Key West e Saint Martins tra fine dicembre e inizio gennaio». Così, grazie anche a una naturale predisposizione per la scrittura, che è un’altra delle sue passioni, Valentina si è finalmente decisa ad aprire un blog. «Si chiama così perché Fashion President è il soprannome che mi hanno scherzosamente assegnato i miei amici e le mie amiche – spiega sorridendo –. Per me, oltre a essere una sorta di diario, è anche un piccolo manuale di moda, un magazine online che le ragazze possono consultare per aggiornarsi sui nuovi trend». Il blog si compone di diverse sezioni: “Moda & tendenze” con i must have di stagione, i consigli su come abbinare i colori e 5 outfit da copiare; “I look del momento”, in cui ogni settimana Valentina indossa un outfit diverso delle linee Hazard Couture e So Valentina; “Travel”, con i diari dei suoi viaggi e “Design”, rubrica con accessori e gadget sul tema della settimana. Non manca poi la più personale, “My philosophy”, che raccoglie quotes, note e frasi motivazionali. Tutto ciò che è pubblicato si può anche comprare con un clic che rimanda a piattaforme di acquisti online.

Secondo Valentina per fare la fashion blogger, oltre ad avere passione per la moda, bisogna essere sempre attuali e al passo con i tempi, informarsi sulle ultime tendenze che arrivano non soltanto dalle passerelle, ma anche dalla strada. «Le fashion blogger veramente valide – afferma – hanno la preziosa abilità di saper anticipare le mode, essere cool hunter, avere un quadro così preciso e lungimirante della situazione attuale della moda da vedere già in che direzione si dirigerà la stagione successiva. Ed è proprio quello che voglio fare io – aggiunge –: aggiornare le lettrici sulle ultime mode, dispensare consigli, illustrare le mie ricerche e anticipare le mode». Il legame con i lettori poi è fondamentale. «Sono la vera forza dei blogger – dice –. Io cerco sempre di lavorare sulle emozioni e non limitarmi a scattare foto di outfit senza aggiungere contenuti corposi alle immagini. Il lavoro di fashion blogger è stato screditato negli ultimi tempi anche a causa di questo: non basta farsi dei selfie con il look giusto, dietro deve esserci sempre una certa ricerca». Perché il ruolo della fashion blogger è più importante di quel che si possa pensare: è stata in grado perfino di rivoluzionare il mondo della moda. «In passato arrivare alle griffe era impossibile, oggi la blogger è una sorta di figura intermedia tra i grandi marchi e il consumatore finale – afferma –: li fa dialogare, li avvicina e permette loro di parlare la stessa lingua. Il pubblico, anche grazie ai social, può dare la sua opinione, è molto più informato e coinvolto rispetto al passato. La democratizzazione della moda è anche questo».


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Valentina Bregoli in una serie di immagini tratte dal suo blog

A fashion blogger with a corporate background Valentina Bregoli’s fashion blog is the upshot of two big interests of hers: fashion and travel. But also of her job – customer care, communication and web design (besides being a model in advertising campaigns) in the family firm, Hazard Couture of Carpi, manufacturer of high-end luxury womenswear with its two lines Hazard Couture and So Valentina. The blog is called Fashion President (www.fashionpresident.com), and was only recently created. For several years now however, Valentina has been involved in online fashion consultancy, above all on social networks. The blog is split into a number of different sections: fashion & trends with seasonal must haves; the looks of the moment, in which every week she wears a different outfit; travel, with her diaries; design, a feature with accessories and gadgets on the theme of the week. Nor is the more personal, “My philosophy”, missing, with motivational quotes, notes and phrases. According to Valentina, to be a fashion blogger, not only do you have to have a passion for fashion, but also to always keep up to date and in step with the times, and stay informed about the latest trends, both from the catwalks but also the street. «Really valid fashion bloggers – she maintains – have the precious ability to forecast fashion trends, be cool hunters, to have a picture so precise and far-reaching of the current fashion situation as to already see in which direction the next season will be heading. And that is precisely what I want to do – she adds –: update readers on the latest fashions, give advice, illustrate my research work and keep ahead of fashion trends».


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Crea-Si: creativa interprete di idee moda

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di Claudia Rosini

rea-Si rappresenta al meglio il potenziale creativo e il “saper fare” che ancora, nonostante tutto, il distretto tessile abbigliamento di Carpi riesce a esprimere. Non per niente lo slogan dell’azienda carpigiana specializzata nella progettazione e nella creazione di campionari per le imprese del settore moda, recita “Realizziamo le idee di chi fa moda nel mondo”. Fondata nel 1989 a Rovereto, l’impresa inizialmente si occupava di taglio tessuti, sviluppi e piazzamenti, mentre soltanto in un secondo momento è stato inserito il servizio di progettazione modellistica che è poi diventato il core business principale. Oggi Crea-Si – che conta 16 dipendenti e nel 2012 si è trasferita a Carpi in via Platone dopo che il terremoto aveva reso inagibile la struttura di Rovereto (e dopo essere stata ospitata provvisoriamente per qualche settimana nelle sale corsi di Carpinet e Carpiformazione) – è un service all’avanguardia in cui le più aggiornate tecnologie informatiche e i sistemi Cad convivono con la manualità artigianale per le micro operazioni (il taglio, la cucitura, lo spillaggio sui manichini) necessarie a tradurre l’ideazione stilistica di un capo in un campione da utilizzare per la produzione. Un lavoro che richiede fantasia, sensibilità visiva, manualità, intuizione, formazione continua ma soprattutto una grande passione. Doti che, insieme

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Gloria Trevisani titolare di Crea-Si

all’intraprendenza e allo spirito imprenditoriale, appartengono alla titolare Gloria Trevisani che ha alle spalle una formazione tecnica da prototipista e da modellista di abbigliamento. «Siamo la naturale prosecuzione del pensiero creativo del designer – spiega sorridendo –. In sostanza mettiamo in pratica un’idea, un’intuizione, per farne un capo da indossare, trasferendone tutti i concetti di vestibilità, bellezza, tecnica ed emozione. È un lavoro stimolante ma complesso e per farlo servono professionalità, competenza, pazienza, passione e un’apertura mentale non indifferente. Dobbiamo proporre soluzioni innovative, tenerci aggiornati sulle tendenze e sui materiali, fare ricerca nei negozi e nelle principali fiere di settore. Senza dimenticare – aggiunge – l’esperienza che è un elemento fondamentale: io ritengo che per formare un modellista professionista servano dai 5 ai 10 anni. Non dimentichiamoci che dietro ogni grande stilista c’è sempre un ottimo modellista e una paziente prototipista». Il service di Gloria Trevisani realizza progetti – cartamodelli, campioni finiti o piccolissime produzioni – per le grandi griffe italiane e straniere di abbigliamento donna (il 70 per cento), uomo (il 25 cento) e bambino (il 5 per cento). Il punto di forza di Crea-Si è l’innovazione tecnologica. Ai sistemi tradizionali 2D ha affiancato la modellistica virtuale in 3D. L’“ultimo arrivato” è un sistema Cad innovativo in cui una sorta di avatar-modella simula la resa del capo, indossandolo. In questo


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modo si può avere un feedback immediato dal cliente prima di procedere con le altre fasi, ma si possono realizzare anche sfilate e presentazioni virtuali. «Credo che un’attività come la mia per continuare a vivere debba investire in tecnologia e nel personale – afferma Trevisani che, oltre a gestire l’azienda, segue anche la parte tecnica e tiene i contatti con i clienti –. Io ho sempre assunto, per scelta, persone senza esperienza uscite dalla scuola per poi formarle e aiutarle ad avere un po’ di apertura mentale. Oggi però guardiamo al mercato consapevoli del fatto che le certezze sul lavoro sono sempre meno e la competizione sempre maggiore: in questo momento dobbiamo pensare a consolidarci, ma per quanto riguarda l’espansione aziendale i freni sono tanti e il mercato sempre più complesso». Perché il momento non è certo dei migliori. «Non nego che abbiamo avuto una flessione da maggio-giugno – ammette – perché alcune aziende clienti si sono rivolte a realtà che propongono il “pacchetto” completo dallo stile alla produzione. E in generale, purtroppo stiamo assistendo a un cambiamento, ma in negativo. Penso che il sistema della fornitura possa sopravvivere alla globalizzazione soltanto aumentando il livello qualitativo». Un tema, quello della filiera, di cui si è parlato in un recente convegno organizzato da Antia, l’Associazione italiana tecnici professionisti di cui fa parte Trevisani. «Da un lato le ditte di subfornitura devono puntare su fattori quali la velocità, la flessibilità, la ricerca di nuove soluzioni tecniche per rendersi competitive dato che nessun fornitore asiatico o

Sopra, Gloria Trevisani e, nelle altre immagini, alcune fasi della preparazione di un campionario

balcanico, seppur con prezzi inferiori, potrà avere la stessa capacità di rispondere alle esigenze del cliente – spiega l’imprenditrice –. Ma d’altro canto i committenti, vale a dire i marchi e le griffe devono agire con la consapevolezza che per permettere alla filiera italiana di sopravvivere devono guardare oltre al prezzo». Dovrebbero tornare quindi a produrre in Italia? «Non tutto, sarebbe troppo oneroso, ma almeno una parte ­– risponde –. Durante il convegno i relatori hanno spiegato che i brand dovrebbero tenere il 10 per cento della produzione in Italia per salvaguarda i distretti e le loro competenze. D’altronde ormai da qualche anno si sta promuovendo un po’ in tutti i settori, come per esempio l’alimentare, il concetto di km 0. Bisognerebbe fare questo “salto” anche nella moda – prosegue –: se le grandi aziende, quelle che fanno opinione, cominciassero a far lavorare chi hanno “di fianco”, forse le cose cambierebbero. E anche i consumatori dovrebbero sviluppare questa sensibilità: tra i tanti capi che acquistano, almeno uno deve essere fatto in Italia». Sul futuro, Trevisani non si sbilancia. «Stiamo cercando di capire come si evolverà la situazione riguardante il nostro settore, questo è certamente un momento delicato ma di progetti ne abbiamo molti in mente – conclude – e l’unica cosa a cui non possiamo rinunciare è la qualità e la crescita professionale, che unita alla passione ci permetterà di affrontare le sfide del futuro».


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Gloria Trevisani (Crea-Si): exponent of fashion ideas Crea-Si is the ultimate representation of the creative potential and “savoir-faire” that the clothing textile district of Carpi still, despite everything, succeeds in expressing. It is no coincidence that the slogan of the Carpi company, specialised in the design and creation of samples for companies, is “We breathe life into the ideas of those who create fashion in the world”. Incorporated in 1989 in Rovereto, the company initially dealt in cutting fabrics, garment developing and placements, while it was only later on that it introduced the model production service that would soon became the company’s core business. Today, Crea-Si has 16 employees, and in 2012 it moved to Via Platone in Carpi after the earthquake had made the premises in Rovereto unsafe. It is a state-of-the-

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art service in which the most advanced IT technologies and Cad systems go hand-in-hand with the manual skills involved in the micro-operations (cutting, sewing, pinning to mannequins) which help transform the design of a garment into a sample to use for its production. A task that requires imagination, visual sensitivity, manual skill, intuition, but above all great passion. Qualities that are paired with the ability to take initiative and the entrepreneurial spirit of owner Gloria Trevisani, whose background includes technical training as a pattern maker and clothing model-maker. The service offered in Carpi makes designs– patterns, finished samples or very limited productions – for the big Italian and foreign designer brands, and its strength is technological innovation. Along with the traditional 2D systems, it also has a 3D virtual modelling system which enables the company to produce an instant preview of the finished version of a garment. Trevisani believes that in order to protect the survival of the Italian production chain, the big brands should be moving at least part of their production back to Italy. On the other hand, sub-suppliers, should attempt to be more competitive by raising the quality levels of their products, focusing on factors such as speed, flexibility and technical innovation.



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Il padiglione di Moda Makers in piazzale Re Astolfo

Moda Makers ha ridato energia a Carpi

L’

di Claudia Rosini

apprezzamento migliore è probabilmente quello di un buyer inglese che, visitando Moda Makers, ha detto di aver rivissuto l’energia che c’era a Carpi 25 anni fa. Una conferma importante per la città e, soprattutto, un segnale che ha ancora una sua identità riconosciuta a livello internazionale. È stata un’edizione record per Moda Makers, la manifestazione di moda che si è svolta a Carpi in piazzale Re Astolfo dal 15 al 17 novembre alla quale hanno aderito 44 aziende: 38 del distretto locale e 6 da fuori regione che hanno presentato circa seimila creazioni della stagione autunno-inverno 2017-18. Secondo i dati ufficiali l’affluenza ha fatto registrare più di 800 visitatori, molti dei quali operatori commerciali, buyer e

distributori stranieri, soprattutto asiatici (Giapponesi e Cinesi), ma anche nordeuropei, Tedeschi, Spagnoli e Russi. La “macchina” organizzativa ha funzionato bene: dalla nuova location, una tensostruttura di 1.250 metri quadrati allestita in piazzale Re Astolfo ai servizi offerti come il pranzo a buffet a Palazzo dei Pio, il bar e l’angolo delle degustazioni all’interno della fiera. L’accoglienza degli ospiti poi non è stata da meno, curata nei minimi dettagli con convenzioni con hotel, ristoranti, taxi, auto con conducente e navette da e per la stazione AV Mediopadana di Reggio Emilia. Grande soddisfazione da parte degli organizzatori – Expomodena, il Consorzio unitario di Lapam e Cna, per conto delle associazioni promotrici Cna, Confindustria e Lapam, con la collaborazione di Promec e di Carpi Fashion System, il progetto co-


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Espositori e visitatori a Moda Makers

ordinato dal Comune di Carpi con il contributo economico della Fondazione CR Carpi – ma anche degli imprenditori che hanno “scommesso” su questo evento, mettendosi in gioco e facendo sistema tra loro. Anche questa seconda edizione della fiera (la prima si era svolta a maggio a Villa Ascari) è stata infatti “autogestita” dalle aziende che hanno condiviso il database dei loro clienti. La maggior parte degli espositori ha valutato positivamente la fiera, ritenendola un’importante occasione per ottenere nuovi contatti e consolidare rapporti commerciali già in essere. Alcuni hanno sottolineato la “qualità” dei compratori presenti, considerati di un livello superiore rispetto ai soliti grossisti che frequentano manifestazioni di questo genere, tanto da auspicare che possa diventare il salone di riferimento in Italia per questo settore specifico. L’obiettivo della rassegna, vale a dire promuovere il distretto carpigiano, renderlo appetibile per i buyer internazionali e offrire visibilità alle piccole

e medie imprese del territorio, si può quindi considerare pienamente raggiunto. Il prossimo appuntamento è a maggio con le collezioni primavera estate 2018.


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Moda Makers New energy for Carpi A record edition for Moda Makers, the fashion event staged in Carpi in piazzale Re Astolfo from 15 to 17 November and in which 44 companies took part: 38 from the local district and 6 from outside the region, which presented around six thousand creations for the 201718 fall-winter season. According to official figures, over 800 visitors flocked to the event, many of whom sales operators, buyers and foreign distributors, above all from Asia (Japan and China), but also from northern Europe – Germans, Spaniards and Russians. Lots of satisfaction on the part of the organizers – Expomodena, the Consortium of Lapam and Cna, on behalf of the promoter associations Cna, Confindustria and Lapam, with the collaboration of Promec and Carpi Fashion System; project coordinated by the Carpi City Council with the economic contribution of the Fondazione CR Carpi – but also of the entrepreneurs who “wagered” on this event, took up the challenge and cooperated with one another. This second trade-fair appointment (the first had been staged in May in Villa Ascari) was also in fact “self-managed” by the companies which shared their customer databases. The objective of the event, i.e., to promote the Carpi district and make it appealing to international buyers, can therefore be considered fully achieved. The next appointment is in May, with the spring/summer 2018 collections.


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Marco Gasparini

Ribelle: dal conto terzi al marchio di lusso su licenza

I

di Claudia Rosini

ntegrare il conto terzi nel campo degli accessori con la realizzazione di un marchio di moda: è quanto ha fatto Marco Gasparini, titolare di Ribelle, azienda carpigiana specializzata nella realizzazione di applicazioni di strass, borchie e termoadesivi, che ha deciso di estendere un suo business alla produzione e commercializzazione di un brand di beachwear e underwear di lusso. Si tratta di Good Luck, marchio di proprietà della stilista Mirella Marsiglia (che ne è anche l’anima creativa) che propone collezioni di alta gamma completamente made in Italy. «Il nostro settore di riferimento principale è quello degli accessori, ma al giorno d’oggi è difficile

incrementare il fatturato – afferma Marco Gasparini –. Per ottenere un po’ di marginalità ho pensato a un prodotto nuovo che potesse trovare una sua nicchia di mercato, soprattutto all’estero. E così, all’inizio dell’anno, è nato questo progetto di collaborazione con la stilista Mirella Marsiglia e mi sono messo a produrre, in licenza, il suo marchio di intimo e mare». A settembre è avvenuto il debutto ufficiale in una cornice d’eccezione: il Salone Nautico di Cannes dove, sullo yatch di un armatore, alcune modelle hanno indossato una serie di costumi griffati Good Luck. Attualmente Gasparini sta mettendo in piedi la rete vendita e pensando alle strategie di distribuzione. «Il nostro prodotto, essendo di lusso, non ha una vera e propria stagionalità –


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In queste immagini, capi della linea Good Luck Beach Printed Sotto, da sinistra, articoli della linea Good Luck Beach Luxury e Good Luck Lingerie

La stilista MIrella Marsiglia

precisa – perché è pensato per chi può permettersi di andare in vacanza tutto l’anno, non soltanto in estate. Puntiamo soprattutto al mercato estero e contiamo di essere presenti nelle località più esclusive: Saint Tropez, Ibiza, Formentera, Montecarlo, Cannes, Dubai e, in Italia, posti come Ischia, Capri e Positano, tanto per dare un’idea». La scelta di posizionarsi sulla fascia lusso del settore beachwear è strategica. «Nei segmenti bassi non possiamo competere, in quelli medi c’è troppa concorrenza e così abbiamo optato per il lusso – spiega l’imprenditore – dove credo ci sia ancora spazio se si lavora bene e si propone un prodotto unico e riconoscibile in tutto il mondo. Il nostro obiettivo è curare molto il rapporto con il cliente e offrire un servizio su misura che prevede, tra le altre cose, personalizzazioni e riparazioni dei capi acquistati». La prima linea Beach Luxury di Good Luck si compone di costumi di altissima qualità. Imprezio-


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siti da materiale Swarovski (per i quali Ribelle ha il certificato di concessione), borchie e applicazioni preziose. «Il nostro è un Made in Italy al 100 per cento. Produciamo tutto nei laboratori del distretto carpigiano – dice Gasparini – ­ . I nostri articoli sono molto elaborati: sono frutto di un’approfondita ricerca su tessuti e materiali e vengono arricchiti da applicazioni preziose, ricami particolari e dettagli originali». Good Luck – che oltre alle proposte Luxury comprende anche la linea Beach Printed e una collezione di sei modelli di lingerie extralusso – si ispira alla contemporaneità ma affonda le sue radici nella tradizione manifatturiera del distretto e nella ricerca costante di tecniche innovative. Il marchio rispecchia una donna consapevole del proprio fascino, spontanea nel sentirsi a proprio agio in ogni occasione, lanciando un concetto di femminilità più che mai attuale dove le donne sono considerate “cittadine del mondo”.

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AZZURRA &

A & COMPANY

AZZURRA & C maglieria confe RRA & COMPANY confezione Lun-Ven donna 9.00

AZZURRA & COMPANY maglieria confezi Sab 9.00-1 Ven 9.00-19.00 Lun-Ven 9.00-1 eria Via confezione donna Lama 40, Ang. Via Lucan & COMPANY AZZURRA & COMPA bRRA 9.00-12.30 maglieria confezione donna Sab 9.00-12

Lun-Ven 9.00-19.00 Via Lucania Carpi 059-692571 Lun-Ven 9.00-19.00 Via Lama tel. 40, Ang. Via Lucania C Sab 9.00-12.30 eria confezione donna maglieria confezione don Sab 9.00-12.30

Lun-Ven 9.00-19.00 Ang. Via Lucania Carpi tel. 059-692571 Via Lama 40, Ang. Via Lucania Carpi tel. 059-69257 Lun-Ven 9.00-19.00 Sab 9.00-12.30

Sab 9.00-12.30

Ang. Via Lucania Carpi tel. 059-692571

Via Lama 40, Ang. Via Lucania Carpi tel. 059


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INDICE SPACCI e OUTLET 50-54

Baroni – Blumarine Store – Ce l'ho – Cherimax Cristina Gavioli- Donatella via Roma – Donne da Sogno Eleonora Amadei – Elle&Co – Ella Lu – Famar Fashion store Anna Marchetti – Gaudì trade – Gigliorosso Gil – Glam outlet – Green light – Kamiceria f.lli Bilanzuoli Le occasioni di Mavie - Abbigliamento e accessori Lusi Luciano Pavarotti – Midal – Migor – Outlet E-gò Manila Grace – Rosanna&Co Settimocielo – Severi Silvio

55-58

Aldo Gherpelli – Alfeo di Linosa – Alma Righi Azzurra&Company – Be Italians – Carpi Kashmir – Factory Store – Gb Belmondi – G.B.M. – Luca Maglierie – Maglierie Ellegi Malù – Rossi Maglierie – Store By Kadiby Teamproject – Veronica Effe – Via della seta

ABBIGLIAMENTO UOMO DONNA MEN'S AND WOMEN'S CLOTHING

MAGLIERIA UOMO DONNA MEN'S AND WOMEN'S KNITWER

60

Lexel Motorbike – Navigare

ABBIGLIAMENTO SPORTIVO FITNESS AND SPORTSWEAR

94 60

Alligalli – Cocco Baby Spaccio confezioni "Cetty" Spazio Sei - Temporary outlet – Key Art

ABBIGLIAMENTO BAMBINO CHILDREN'S CLOTHING AND KNITWEAR

61

Cosabella – CSP Factory Outlet – Lormar

INTIMO E CORSETTERIA UNDERWEAR AND CORSETRY

61-62

CATEGORIE SPECIALI SPECIAL CATEGORIES

Amc accessori moda - Color Service Arte Pura factory store - Emmerre Pelletterie Giblor's -New Lac


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ABBIGLIAMENTO UOMO-DONNA

MEN'S AND WOMEN'S CLOTHING

BARONI

via Santi, 19 - 41033 CONCORDIA S/S - telefono: 0535 54008 apertura stagionale

BLUMARINE STORE (LUXURY OUTLET BLUMARINE E BLUGIRL)

Via Alessandro Manzoni, 145 - 41012 Carpi - telefono: +39 059 637590 blumarine.store@blufin.it

ORARI: martedì-domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 – chiuso il lunedì DESCRIZIONE: abbigliamento e accessori donna OPENING HOURS: Tuesday to Sunday 10.00 a.m.-1.00 p.m. and 3.00 p.m.-7.00 p.m. – closed on Mondays DESCRIPTION: women’s clothing and accessories

CE L'HO

via Dorando Pietri, 1/D (di fianco alla Posta piccola) - 41012 CARPI- telefono: 320 8636346 web: www.celho.com - soniadiaz@hotmail.it

CHERIMAX

via Unione Sovietica, 1/A - 41012 CARPI telefono: 059 643443

CRISTINA GAVIOLI

via Dell'Agricoltura, 41 - 41012 CARPI - telefono: 059 641624 apertura stagionale

DONATELLA VIA ROMA STORE

via dell'Agricoltura, 51/C - 41012 CARPI - telefono: 059 6225923 aperto tutto l'anno

DONNE DA SOGNO

via Lago Santo, 38 - 41012 CARPI - telefono: +39 059 688173 info@donnedasogno.it - www.donnedasogno.it www.pinterest.com/donnedasogno www.pinterest.com/bagarry0288 www.facebook.com/donnedasogno twitter.com/DonnedaSogno ORARI: marzo, aprile, maggio, giugno, ottobre e novembre tutti i giorni dalle 16 alle 19; sabato dalle 9 alle 12,30 DESCRIZIONE: abbigliamento donna, taglie dalla 44 alla 56 SEGNALAZIONI: si accettano carte di credito e bancomat; parcheggio OPENING HOURS: MARCH, April, May, June, October and November open every day 4 p.m. - 7 p.m; Saturday 9 a.m. - 12.30 p.m.; DESCRIPTION: women's clothing, oversize clothing from 44 to 56 REMARKS: cash cards and credit cards accepted; parking


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ABBIGLIAMENTO UOMO-DONNA

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MEN'S AND WOMEN'S CLOTHING

ELEONORA AMADEI

via Lago Scaffaiolo, 8-10 - 41012 CARPI telefono: 059 652233 ea@eleonoraamadei.com - www.eleonoraamadei.com ORARI: aperto tutto l'anno da lunedì a venerdì 18 - 19.30; sabato 9-13 e 15-19 DESCRIZIONE: abbigliamento e maglieria donna SEGNALAZIONI: si accettano carte di credito e bancomat; parcheggio OPENING HOURS: Open all year Monday to Friday 6 p.m. - 7.30 p.m.; Saturday 9 a.m. - 1.p.m. and 3 p.m. - 7 p.m. DESCRIPTION: women's clothing and knitwear REMARKS: cash cards and credit cards accepted; parking

ELLA LU

via Meloni di Quartirolo, 10 41012 CARPI - telefono: 059 6228282 apertura stagionale

ELLE & CO

via Lombardia, 41/43 (angolo via Umbria) - 41012 CARPI telefono: 059 643142 info@elleandco.it - ellecomaglierie@gmail.com - www.elleandco.it elle&co.maglierie ellecomaglierie ORARI: sabato 9 - 13 e 15.30 - 19 DESCRIZIONE: maglieria donna a prezzi eccezionali anche per taglie dolci e morbide OPENING HOURS: Saturday 9 a.m. - 1 p.m and 3.30 p.m. - 7 p.m. DESCRIPTION: women’s knitwear and deal for plus sizes

FAMAR

via Chiesa Nord, 48 - ROVERETO S/S (MO) telefono: 059 671556

FASHION STORE ANNA MARCHETTI

via Salgari, 40 - 41123 MODENA telefono: 059 332022

GAUDI' TRADE

via Nobel, 9 - 41012 CARPI - telefono: 059 691277 apertura stagionale


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ABBIGLIAMENTO UOMO-DONNA

MEN'S AND WOMEN'S CLOTHING

GIGLIOROSSO

via dei Trasporti, 13 - 41012 FOSSOLI (CARPI) - telefono: 059 654537 aperture periodiche, per maggiori informazioni rivolgersi alla ditta

GIL SRL

via Beniamino Franklin, 5 - 41012 CARPI telefono: 059 696080 info@gilsrl.it - www.gilsrl.it ORARI: da lunedì a venerdì 16.30 - 19; sabato 9.30 - 12.30 DESCRIZIONE: abbigliamento donna SEGNALAZIONI: si accettano contanti, carte di credito e bancomat - parcheggio OPENING HOURS: Monday to Friday 4.30 p.m. - 7 p.m.; Saturday 9.30 a.m. - 12.30 p.m. DESCRIPTION: women's clothing REMARKS: cash, cash cards and credit cards accepted; parking

GLAM OUTLET

via dei Barrocciai, 31 - 41012 CARPI - telefono: 059 6550502 apertura stagionale

GREEN-LIGHT

via della Chimica, 8 - 41012 CARPI - telefono: 059 640465 apertura stagionale

KAMICERIA F.LLI BILANZUOLI

via Cattani, 27-31 - 41012 CARPI telefono: 059 6229191

LE OCCASIONI DI MAVIE - ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI

via Germania, 11/13 - 41012 CARPI telefono: 059 640701

LUCIANO PAVAROTTI

Via Lucania 19 - 41012 CARPI tel. 059 6228254


APERTURA SPACCIO da lunedì a venerdì 16.30 - 19 sabato 9.30 - 12.30

www.gilsr l.i t

CARPI (MODENA) via Beniamino Franklin, 5 Tel. 059 696080 - info@gilsrl.it


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ABBIGLIAMENTO UOMO-DONNA

MEN'S AND WOMEN'S CLOTHING

LUSI

via Ricerca Scientifica, 6 - 41012 CARPI telefono: 059 6229861 sales@kartika-fashion.it

MIDAL CREAZIONI

via Villa Glori, 47 - 41012 CARPI telefono: 059 686617

MIGOR

via Copernico,8 - 41012 CARPI telefono: 059 6258334

OUTLET E-GÒ E MANILA GRACE

via Aldo Moro, 3/B - 41012 CARPI telefono e fax: 059 640233

ROSANNA & CO

via Beniamino Franklin, 3 - 41012 CARPI telefono: 059 697233 www.rosannaalpi.it ORARI: da lunedì a venerdì 17 - 19; sabato 9 - 13 e 15 - 18.30 DESCRIZIONE: abbigliamento e maglieria donna, total look. Moda giovane e signora, anche in taglie conformate fino alla 54 SEGNALAZIONI: si accettano bancomat e carte di credito; parcheggio OPENING HOURS: Monday to Friday 5 p.m. - 7.30 p.m.; Saturday 9 a.m. - 1 p.m. and 3 p.m. - 6.30 p.m. DESCRIPTION: total look women's clothing and knitwear; young and oversize clothing (up to 54) REMARKS: ocredit card and cash card accepted; parking

SETTIMOCIELO

via G. Ferrari, 7 - 41012 CARPI - telefono: 059 640436 apertura stagionale

SEVERI SILVIO

via F.De Rosa, 7 - 41012 CARPI telefono: 059 691035


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MAGLIERIA UOMO-DONNA

CARPI DISTRETTO MODA CARPI FASHION DISTRICT

MEN'S AND WOMEN'S KNITWER

ALDO GHERPELLI

via Manzoni, 127 - 41012 CARPI telefono: 059 686020 ORARI: da lunedì a sabato 9.30 - 12 e 15 -18.30; chiuso festivi DESCRIZIONE: maglieria uomo e donna in cashmere e filati pregiati; confezioni in tessuti Loro Piana e Ermenegildo Zegna; camicie uomo esclusive SEGNALAZIONI: si accettano bancomat, Visa, Master, Amex; parcheggio OPENING HOURS: Monday to Saturday 9.30 a.m - 12 noon; 3 p.m. - 6.30 p.m.; closed on festive days DESCRIPTION: men's and women's knitwear made of cashmere and high-quality yarns; tissue clothings by Loro Piana and Ermenegildo Zegna REMARKS: cash cards and Visa, Master, Amex, credit cards accepted

ALFEO DI LINOSA

via Cavour, 27 (angolo via Alghisi) - 41012 CARPI telefono: 059 690376

ALMA RIGHI (GUERZON)

via Chiesa Sud, 160-160-A - 41016 ROVERETO S/S MO) telefono: 059 671545

AZZURRA & COMPANY

via Lama, 40 angolo via Lucania - 41012 CARPI telefono: 059 692571 www.azzurracompanysrl.it ORARI: aperto tutto l'anno da lunedì a venerdì 9 - 13 e 14,30-19; sabato mattina 9 - 12,30 DESCRIZIONE: confezione maglieria donna SEGNALAZIONI: si accettano Maestro, Visa, Pagobancomat e Mastercard OPENING HOURS: open all year Monday to Friday 9 a.m. - 1 p.m. 2.30 p.m. - 7 p.m. Saturday morning 9 a.m. - 12.30 a.m. DESCRIPTION: women's knitwear and making REMARKS: Maestro, Visa, Mastercard and Pagobancomat accepted

BE ITALIANS

via C. Colombo 33/A - 41012 CARPI telefono: 059 640920

CARPI KASHMIR

Store via Lama di Quartirolo 55/A - 41012 CARPI telefono: 059 641787

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MAGLIERIA UOMO-DONNA FACTORY STORE (PRESSO STAMBECCO)

via Liguria, 37/39 - 41012 CARPI telefono: 059 6229606 www.lorenabenatti.it

ORARI: aperto tutto l'anno; da lunedì a venerdì 9 - 12.30 e 15 - 19; sabato 10 - 12.30.; Luglio e Agosto chiuso DESCRIZIONE: maglieria donna, moda giovane SEGNALAZIONI: si accettano carte di credito e bancomat; parcheggio OPENING HOURS: open all year round; Monday to Friday 9 a.m. - 12.30 p.m. and 3 p.m. - 7 p.m.; Saturday 10 a.m. - 12.30 p.m.; July and August closed DESCRIPTION: women's knitwear; young fashion REMARKS: cash cards and credit cards accepted; parking

GB BELMONDI SPACCIO CASHMERE

via Lama, 4 - 41012 CARPI telefono: 059 695251 - mobile 335 5638960 glauco.belmondi@tiscali.it - www.belmondicashmere.it ORARI: tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30 sabato compreso; giovedì pomeriggio chiuso. Dicembre sempre aperto domeniche comprese. DESCRIZIONE: maglieria classica uomo 100 % cashmere; giacche, gilet, blusotti e cappotti in filati pregiati misto-cashmere. Maglieria donna 100 % cashmere; giacche, twinset, coreane, spolverini, abiti, mantelle e poncio in filati pregiati misto cashmere. SEGNALAZIONI: si accettano le principali carte di credito e bancomat; ampio parcheggio interno OPENING HOURS: every day 9.30 a.m.-12,30 p.m. and 3.30 p.m.-7.30 p.m, also on Saturday; closed on Thursday afternoon. Open every day (also on Sunday) in december DESCRIPTION: men’s knitwear made of cashmere 100%; jackets, waistcoasts, jerkins and coast made of refined cashmere blend yarns. Women’s knitwear made of cashmere 100%; jackets, twinset, dust coats, dressed, cloaks and poncho made of refine cashmere blend yarns REMARKS: cash cards and credit cards accepted; wide parking

G.B.M

via Torino, 13-15 - 41016 NOVI DI MODENA telefono: 059 676217


SPACCIO AZIENDALE

NUOVA COLLEZIONE AUTUNNO-INVERNO MAGLIERIA UOMO E DONNA IN FILATI PREGIATI, CASHMERE, LANA MERINO E SETA DAL MARTEDÌ AL SABATO 9:30 - 12:30 | 15:00 - 19:00 FINO A METÀ GENNAIO APERTO ANCHE LA DOMENICA

via Pitagora, 14 CARPI (Mo) - T. Spaccio 059 6226943 - T. 059 640565 www.enzomantovani.com


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MAGLIERIA UOMO-DONNA

MEN'S AND WOMEN'S KNITWER

LUCA MAGLIERIE

via Pitagora, 14 - 41012 CARPI telefono: 059 640565 - 059 6226943 info@lucamaglierie.it - www.enzomantovani.com ORARI: aperto tutto l'anno da martedì a sabato 9.30 - 12.30 e 15 - 19; da ottobre a gennaio aperto anche la domenica DESCRIZIONE: spaccio maglieria uomo e donna prevalenza cashmere, lana merino, seta, cotone e lino a prezzi di fabbrica SEGNALAZIONI: si accettano bancomat e carte di credito Visa e Mastercard OPENING HOURS: Tuesday to Saturday 9.30 a.m. - 12.30 p.m. and 3 p.m. - 7 p.m.; open all year round DESCRIPTION: men's and women's knitwear mainly cashmere, wool, silk, cotton and linen ; factory prices REMARKS: cash cards and Visa and Mastercard credit cards accepted

MAGLIERIE ELLEGI

via Lago Santo - 41012 CARPI telefono: 059 652266

MALU'

via Nuova Ponente, 11/c - 41012 CARPI telefono: 059 691373 - cellulare: 335 8196601

ROSSI MAGLIERIE

via Donizzetti, 12/14 - 41012 CARPI telefono: 059 643768

STORE BY KADIBY

via Villa Negro Ovest, 20 - 41012 CARPI telefono: 345 0663145

TEAMPROJECT

via Colombo, 25/B - 41012 CARPI telefono: 059 565067

VERONICA EFFE

via Siemens, 4-13 - 41012 CARPI telefono: 059 6550643

VIA DELLA SETA

via Brunelleschi, 20/a-b in fondo strada chiusa - 41012 CARPI telefono: 059 683380 - 320 6203323


collection

ORARI da lunedì a venerdì 18 - 19.30 • sabato 9 - 13 / 15 - 19 41012 - CARPI (MO) - V i a L a g o S c a f f a i o l o , 8 - 1 0 Te l . 0 5 9 6 5 2 2 3 3 w w w. e l e o n o r a a m a d e i . c o m


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ABBIGLIAMENTO SPORTIVO

FITNESS AND SPORTSWEAR

LEXEL MOTORBIKE

via Dei Barrocciai, 18 - 41012 CARPI telefono 059 685378 - fax 059687816

NAVIGARE

via Lodovico, 6 - 42010 RIO SALICETO (RE) telefono 0522 738711

ABBIGLIAMENTO BAMBINO

CHILDREN'S CLOTHING AND KNITWEAR

ALLIGALLI

Via Chiavica Mari, 33, 41039 San Possidonio MO - telefono:0535 731541 www.alligalli.com Alligalli Shop on line ORARI: aperto tutto l'anno dal lunedì al sabato 9 - 13 e 15 - 19 DESCRIZIONE: abbigliamento per bambini e ragazzi da 0 a 16 anni SEGNALAZIONI: si accettano pagamenti con carte di credito: Carta Sì, Mastercard, carta Poste Italiane; parcheggio OPENING: all year open Monday to Saturday 9 a.m. - 13 p.m. and 3 p.m. - 7 p.m. DESCRIPTION: children's and teenager's clothing (aged 0 to 16) REMARKS: credit cards accepted; parking

COCCO BABY SPACCIO CONFEZIONI “CETTY”

via Chiesa sud, 141 - 41016 Rovereto s/S (NOVI DI MODENA) telefono: 059 672323

SPAZIO SEI FASHION GROUP - TEMPORARY OUTLET

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CARPI DISTRETTO MODA CARPI FASHION DISTRICT Fatti vedere nella vetrina della moda di Carpi

Carpi Distretto Moda è il magazine che esce in quattro edizioni bilingue in italiano e in inglese contiene i resoconti delle fiere in corso o appena terminate, i consueti articoli su aziende, personaggi e curiosità del distretto carpigiano della moda e la guida agli spacci e outlet aziendali del distretto.

Per informazioni: ufficio commerciale: tel. 059 698050 e-mail: inserzioni@voce.it


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